Testi Di Filologia Romanza Modulo a Riassunti (Sacchi)

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  • 1

    LA CULTURA OCCIDENTALE: DAL 5 ALL8 SECOLO

    Casi di latino della parola a funzione didattico prescrittiva (stile parlato)

    NOME: Pactus Legis Salicae

    DATA: Risalente alla prima met del 6 secolo, giunto a noi in una versione databile 7 o 8

    ARGOMENTO: corpus di leggi merovinge adattato linguisticamente con lo scopo di rendere le leggi accessibili

    alla massa illetterata dei sudditi dei regni franchi. Presente un manoscritto che imita la struttura del corpus

    salico: appendice parodica. Filone satirico tabernario: divieto di bere dalla cuppa, ma di usare lo stabio (pi

    ampio) pena una multa e pene corporali per il coppiere.

    FUNZIONE: Prescrittiva

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: Formule fisse in latino. Parlato presente nella conventio (pene per chi

    infrange le leggi)

    NOME: Iscrizione della basilica di San Marco (parapetto circolare di un pozzo)

    DATA: met 9 secolo

    LUOGO: Roma

    TESTO: + De dono Dei et sancti Marci

    Ioannes presbiter fierogabit

    omnesitiente venite be

    vite ad aqua et si quis de sta

    aqua pretio tuleri anathema sit.

    TRADUZIONE: Per dono di Dio e di San Marco, il prete Giovanni fece fare. (Voi) tutti assetati venite a bere

    allacqua, e se qualcuno avr fatto mercato di questacqua sia scomunicato.

    ARGOMENTO: invocazione a Dio a e san Marco, riferimento al committente prete Giovanni (non molto pi

    acculturato dello scalpellino), menzione del castigo per chi vuole vendere lacqua, e parte libera (la frase

    venite bevite ad aqua). Passo delle Scritture (Isaia) con cancellazione del riferimento allegorico: le acque di Isaia

    erano i beni spirituali. Lauctoritas biblica trascolora nel quotidiano

    FUNZIONE: conativa

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: - Le parti formulari hanno volgarismi pi superficiali: cadute di sillabe o

    consonanti finali (fierogabit: fieri rogavit; tuleri: tulerit; pretio: pretium) o di vocali iniziali (sta: ista).

    NOME: Vita vel Passio Leudegarii

    DATA: fine 7 secolo

    AUTORE: monaco di Ligug, Ursinus

    ARGOMENTO: Esaltazione delle gesta di Leodegario (Leger in fr.), santo vescovo burgundo, protagonista delle

    lotte tra i regni di Borgogna e di Neustria, fino a morire vittima del maggiordomo di Neustria, Ebroin. stata

    fonte diretta di un poemetto volgare in versi, la Vie se Saint-Lger, di fine X, uno dei pi antichi testi.

    FUNZIONE: Didattica

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: Assetto formale e morfosintattico degradato, caratterizzato dal passaggio di u

    breve a o in posizione post tonica (miracola: miracula), passaggio di i breve a e in posizione pro e post tonica

    (genitivo sermones: sermonis), confusione tra ablativo e accusativo (segno dellaffermazione di un caso obliquo

    indifferenziato, per cui audiendum: audiendo). Lo stile manierato e oscuro sembra accordarsi poco con il

    desiderio esplicitamente dichiarato di farsi comprendere dagli incolti.

  • 2

    NOME: Glosse di Reichenau

    DATA: 8 - 9 secolo

    LUOGO: Francia del Nord

    LINGUA: in apparenza quella parlata nella FdN(nella Somme, forse dallabbazia merovigica di Corbie).

    TESTO: PRIMO CODICE 44. ITERUM: alia vice 60. SEMEL: una vice 107. ISPIDUS: pilosus 212. REUS:

    culpabilis: forma nella Lex Salica. 266 COTURNICES: quacoles (it. quaglie; fr. cailles) 433. SCURRIS (classico

    scurra): ioculator 544. UVAS: racemos 997. MINAS: manaces 1044. PINCERNA: scantio

    SECONDO CODICE 23. PINCERNA: butillarius (cfr parodia della Lex Salica: botiliario) 47. IECORIS: figido 63.

    NOCTUA: corvus nocturnus vel cavannus 66. CORCODRILLUS: bestia in flumine similis lacerte, sed grandis

    73. NOVERCA: matrastra

    ARGOMENTO: cos chiamate dallabbazia che ne ospita i codici. Liste di vocaboli latini classici, molti tratti

    dalla Vulgata, spiegati in un latino contemporaneo che risente delluso della lingua quotidiana.

    FUNZIONE: didattica

    NOME: Glossario di Monza

    DATA: Inizio X secolo

    FUNZIONE: Auto-didattica

    LINGUA: latino circa romansum e non di volgare vero e proprio (Castellani)

    AUTORE: Forse un chierico in partenza per limpero orientale, precursore se non compagno del celebre

    Liutprando di Cremona, che voleva tenersi a portata di mano la traduzione di parole o frasi essenziali.

    ARGOMENTO: Breve lista di termini o espressioni latino-volgari riferibili a un ambiente italiano (territori

    lungo il Po tra Pavia e Bobbio a ovest e Ravenna a est) affiancati dal corrispettivo in greco-bizantino in uso

    nellItalia meridionale, possibile patria dellinformatore. Piccolo prontuario di conversazione.

    Casi di latino della parola a funzione testimoniale (stile orale) Prodotti creati per il canto.

    NOME: La cantilena di San Farone

    DATA: Seconda met del 9 secolo . LUOGO: LINGUA: FUNZIONE: elogiale

    AUTORE: Burgundo Ildegario, vescovo di Meaux nella seconda met del 9 secolo

    TESTO: De Chlotario est canere rege Francorum, /qui ivit pugnare in gente Saxonum, /quam grave

    provenisset missis Saxonum/ si non fuisset inclitus Faro de gente Burgundiorum. []

    Quando veniunt missi Saxonum in terra Francorum,/ Faro ubi erat princeps, / instinctu Dei transeunt per

    urbem Meldorum, /ne interficiantur a rege Francorum.

    ARGOMENTO e CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: Due frammenti di una canzone su re Clotario II. Cori

    femminili e danze:carmen publicum iuxta rusticitatem a ricordo di un intervento di Farone, vescovo di

    Meaux e burgundo pure lui, per la salvaguardia degli ambasciatori sassoni in una guerra tra Clotario e i

    pagani sassoni. Non c nessun evento bellico che sotto Clotario II coinvolge franchi e sassoni .Per i critici

    fino agli anni 60 Ildegario si sarebbe rifatto a una versione latinizzata di un poemetto epico lirico in origine

    germanico o romanzo. Avalle invece vuole dimostrare lautenticit anche linguistica: panegirico

    semivolgare (iuxta rusticitatem per lui vale prossimo al volgare) dellVIII secolo (periodo lontano dagli

    avvenimenti si spiega la poca fedelt storica) nato con una destinazione originariamente estranea alla

    scrittura. Mancano veri e propri errori di grammatica o tratti fonetici merovingi: le prove linguistiche di

    deviazione dellinno verso il volgare non sono clamorose ricorso a sintagmi come est canere o ivit pugnare.

    Braccini: ipotesi dellincoerenza linguistica tra linno originale e la testimonianza di Ildegario. Dimostra che

    iuxta rusticitatem inno secondo luso volgare e non vicino al volgare (e che loriginale ormai romanzo.

    Pensa che i versi siano una traduzione latina di questo carmen romanzo. Traduzione inconsapevole, perch

    a Ildegario interessava rendere il sensus pi che una lettera ritenuta per sua natura effimera

  • 3

    NOME: La vita ritmica di san Zeno

    DATA : 761-806 LUOGO: LINGUA:

    ARGOMENTO: Esempio di registrazione (quasi) fedele di un importante esempio di latino della parola di

    carattere orale. Carmen alphabeticum destinato a essere eseguito in pubblico da cori femminili o misti:

    andamento cantabile e trasparenza, ma costruito con una certa abilit tecnica. Lotta di Zeno contro il

    Demonio:salvataggio del contadino spinto nellacqua dal Demonio libera la figlia dellimperatore dalla

    possessione diabolica: duello epico che mostra come la poesia agiografica abbandoni i moduli panegiristici.

    FUNZIONE: catechetica (?)

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: Ogni strofetta inizia con una lettera dellalfabeto. Apertura con formula

    dinvito allattenzione del pubblico simile futuri romanzi epici. Ricorso alternato a due refrains (clausole

    fisse in conclusione delle strofe). Metro: serie di strofette ciascuna di tre versi lunghi, che la cesura divide in

    due emistichi quasi sempre sdruccioli e esasillabici, spesso legati da assonanza. Analogie con san Farone:

    strofe brevi, probabilmente quartine, ciascuna formata da versi lunghi cesurati e divisi in due emistichi

    assonanza monosillabica (in Fr dallep carol: pronuncia ossitona del latino), da 5 a 7 sillabe ciascuno. forse

    Ildegario ha cercato di salvare oltre al senso dellinno che ha latinizzato anche il ritmo prosodico.

    NOME: Laudes regiae

    DATA: ante 792

    LUOGO: trascritte in un salterio dal monastero di Notre Dame di Soissons, Nord Francia, ora a Montpellier.

    AUTORE: trascritto da un monaco non particolarmente colto

    TESTO: Adriano su(m)mo pon/tifice & uniuersa/le papae uita. / Redemptor mundi / tu lo iuua. / S(anct)e

    p&re tu lo iuua. / U(e)l alius s(anct)os qua/les uolueris / Exaudi ch(rist)e. / Karolo excellentis/simao & a

    d(e)o coro/nato magno & paci/fico rege francoru(m) / & langobardorum / ac patricio roma/norum uita &

    uic/toria. / Saluator mundi / tu lo iuua. / S(anct)e iohannis tu lo / iuua. U(e)l alius / s(anctu)s qual(is)

    uol(ueris) / Exaudi ch(rist)e. / Pipino & karolo / nobilissimis filiis / eius uita. S(anct)i illius / qual(is) uolueris

    tu los / iuua. / Exaudi ch(rist)e. / Pipino rege longo/bardorum uita. / S(anct)i mauricii / tu lo iuua. U(e)l

    ali/us s(anct)os qual(is) uoluer(is) / Exaudi ch(rist)e. / Chlodouio rege / aequitanioru(m) uita. / S(anct)ae

    martinae / tu lo iuua. u(e)l alius / s(anctu)s qual(is) uolueris / Exaudi ch(rist)e. / Fastradane regi/na salus &

    uita. /Alias uirgines ch(rist)i / ual(is) uolueris / Exaudi ch(rist)e. / Omnib(us) iudicibus / u(e)l cuncto exercitui

    ARGOMENTO: Acclamazioni formulari per papa Adriano I, Carlo Magno, 4 moglie Fastrada e figli, legittimi

    e non. Fissazione di costrutto orale di latino della parola compromesso in direzione del volgare. Anteriori al

    794 perch lanno di morte di Fastrada, e del 792 perch nominato Pipino il Gobbo, in quellanno

    caduto in disgrazia. Tradizione cerimoniale, pronuncia collettiva di formule di omaggio.

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: deviazioni del testo dalla norma latina: ipercorrettismi Sanctae

    Martinae: Sancte Martine (san Martino, vocativo maschile); Aequitaniorum: Aquitaniorum (forse per la

    falsa etimologia da equites). Confusione tra i casi obliqui, facilitata dallapertura di timbro di i post tonica:

    rege(m?): regi. Forma aferetica del pronome personale obliquo: lo: illo. Forma semplice iuvare in luogo

    della classica adjuvare. Presenza del pronome personale soggetto Tu davanti allimperativo.

    NOME: Lindovinello veronese

    DATA: Copiato alla fine dell8 o agli inizi del 9 secolo

    LUOGO: manoscritto di origine iberica

    LINGUA: volgare veneto friulano

    AUTORE: mano italiana settentrionale, o forse nord-orientale.

  • 4

    TESTO: + se pareba boues alba pratalia araba & albo versorio teneba & negro semen / seminaba /+ gratias

    tibi agimus omnip(oten)s sempiterne d(eu)s

    TRADUZIONE: La soluzione il copista: da s spingeva i buoi (le dita), arava un bianco prato (il foglio),

    teneva un bianco aratro (la penna doca) e seminava un nero seme (linchiostro)

    ARGOMENTO: Contrasto tra lingua e ambiente culturale sfuma se si interpreta labbassamento di livello,

    grammaticale e stilistico, che caratterizzava loriginale, come voluto e scherzoso mimetismo nei confronti

    del modo di parlare di quei rustici la cui attivit nella metafora, e se si interpreta la scioltezza rispetto alle

    regole della scripta latina come una scelta consapevole del trascrittore. La formula di ringraziamento che

    segue scritta bene, quindi luso di un corretto latino pienamente nelle possibilit del copista.

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: pareva < parare, metaplasmo di coniugazione: spingeva oppure

    pareva < parere: Contini: la mano si assomigliava ai buoi, oppure: Migliorini e Baggio: apparivano

    Lazzerini: propende per cerano verbi al plurale. CFR vita di san Zeno: tradizione clericale di cultura

    metrica, retorica e stilistica. Clericale la scrittura dellindovinello, prova di penna (sotto gratias tibi agimus

    omnip(oten)s sempiterne d(eu)s, che spesso appare in questa funzione), ma la fase di concezione e

    circolazione orale: infatti i due versi esametri ritmici caudati ricorrono alla metafora dellaratura per

    descrivere lattivit scrittoria, diffusa solo negli ambienti scolastici. Lingua priva di uno dei tratti pi

    caratteristici dei volgari romanzi, larticolo determinato.

    NOME: Breve de inquisitione

    DATA: 715

    LUOGO: Siena

    LINGUA: direzione del volgare

    TESTO: Iste Adeodatus episcopus isto anno fecit ibi fontis, et sagrauit eas a lumen per nocte, et fecit ibi

    presbitero uno infantulo abente annos non plus duodecem, qui nec uespero sapit, nec madodinos facere,

    nec missa cantare.

    TRADUZIONE: Questo vescovo Adeodato questanno vi fece il fonte (battesimale) e lo consacr di notte a

    lume (di torce). E vi fece prete un ragazzino dellet di non pi che dodici anni, che non sa celebrare n

    vespro n mattutino, n cantare messa.

    ARGOMENTO: resoconto di unindagine promossa dal re longobardo Liutprando (che regnava fino alla

    Toscana), per verificare le accuse mosse dal vescovo di Arezzo contro quello di Siena circa unoccupazione

    abusiva di chiese situate nella diocesi aretina. Alcune deposizioni dei testimoni presentano carattere

    marcatamente rustico, da poter individuare lorigine regionale di ogni testimone.

    FUNZIONE: Ambito documentario della scrittura notarile e fini testimoniali

    NOME: Tropo Quem Queritis

    DATA: inizio del X sec

    LUOGO: cantato nellabbazia di San Benedetto a Fleury-sur-Loire

    TESTO: Interr Quem quaeritis in sepulchro, o Christicolae? /Responsio Jesum Nazarenum crucifixum, o

    caelicolae./ Angeli :Non est hic; surrexit, sicut praedixerat./ Ite, nuntiate quia surrexit de sepulchro.

    TRADUZIONE: Chi cercate nel sepolcro, cristiane? / Ges nazareno crocifisso, abitante del cielo. / Non qui.

    risorto, come aveva predetto./ Andate, annunciate che risorto dal sepolcro.

    ARGOMENTO: passo della liturgia dellufficio notturno di Pasqua che si sviluppa dalla domanda rivolta

    dall'Angelo alle tre Marie e agli apostoli che, recatisi al sepolcro di Cristo, l'avevano trovato vuoto.

    FUNZIONE: ufficio liturgico drammatico.

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: struttura di tipo dialogico. Testo autonomo anche se di soli quattro versi.

  • 5

    SPAGNA:

    NOME: Glosse Emilianensi

    DATA: fine 9 secolo

    LUOGO: monastero di San Milln de la Cogolla, nella Rioja

    LINGUA: latino contaminato dal castigliano

    AUTORE: sconosciuto, ma probabilmente basco

    TESTO: Consistorium demoniorum (Glossae 1-10)... fui jn alia prouincia et suscitabi [lebantai]

    bellum [pugna] et effusiones [bertiziones] sanguinum... jn mare fui et suscitabi [lebantaui] conmotiones

    [moueturas] et submersi [trastorne] nabes cumomnibus... Et tertius ueniens [elo terzero diabolo

    uenot]...jnpugnaui quemdam monacum et uix [ueiza] feci cum fornicari.

    TRADUZIONE: fui in unaltra provincia e suscitai battaglia e effusioni di sangue.. fui in mare e suscitai

    movimenti marini e mandai a fondo le navi con tutti quanti.. e il terzo, sopraggiungendo: assalii un monaco

    e lo feci fornicare controvoglia

    ARGOMENTO: Glossa traduzioni anche a carattere esplicativo di parole o minime frasi latine.

    Carattere religioso contenenti volgarismi. Non si sa se lutilizzo del volgare sia consapevole

    FUNZIONE: esplicativa. Carattere edificante

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: presenza di 3 forme totalmente diverse della prima persona singolare del

    perfetto: dal quasi latino lebantavi alla forma di transizione lebantai, alla francamente castigliana trastorn.

    NOME: Glosse Silensi

    DATA: seconda met del X secolo

    LUOGO: Santo Domingo de Silos

    LINGUA: Latino con volgarizzazioni castigliane

    AUTORE: sconosciuto, ma traduce tutti i termini che non in grado di comprendere.

    TESTO: Non oportet Ch(rist)ianos ab nubtias euntes ballare uel sotare [Sotare].. Qui in saltatione femi neum

    abitum gestiunt [Faciunt] et mons..

    ARGOMENTO: manuale di peccati e relative penitenze facilitato, ad uso di confessori che faticavano a

    comprendere le prescrizioni ecclesiastiche.

    FUNZIONE: penitenziale. Non aggiunge glosse, ma le scrive insieme al Penitenziale.

  • 6

    NOME: La Nota emilianense

    DATA: 1054 1075

    LUOGO: monastero di San Milln de la Cogolla, nella Rioja. Il foglio il primo di 23 fogli che furono strappati

    a met XIX sec da un ms pi ampio, lattuale codice 39 della Biblioteca di San Millan

    LINGUA: volgare tendente al castigliano

    AUTORE: Damaso Alonso vuole attribuirla a un notaio attivo a San Millan tra 1065 e 1075.

    Altri la attribuiscono a un monaco scoliasta di San Millan che glossa ms tra 1054 e 1076.

    TESTO: In era DCCCXVI, venit Carlus rex ad Cesaragusta. In his diebus habuit duodecim neptis; p ;

    unusquisque habebat tria milia equitum cum loricis suis. Nomina ex his Rodlane, Bertlane, Oggero

    Spatacurta, Ghigelmo Alcorbitunas [opp.: Alcorbitanas], Olibero et episcopo domini Torpini. Et

    unusquisque singulos menses serbiebat ad regem cum scolicis suis. Contigit ut regem cum suis ostis

    pausabit in Cesaragusta. Post aliquantulum temporis, suis dederunt consilium ut munera acciperet multa,

    ne a ffamis periret exercitum, sed ad propriam rediret. Quod factum est. Deinde placuit ad regem, pro

    salutem hominum exercituum, ut Rodlane, belligerator fortis, cum suis posterum veniret. At ubi exercitum

    portum de Sicera transiret, in Rozaballes a gentibus Sarrazenorum fuit Rodiane occiso.

    TRADUZIONE: Nellanno 778 re Carlo venne a Saragozza. In quei tempi aveva dodici nipoti, e ciascuno di

    loro aveva tremila cavalieri tutti corazzati. I nomi di alcuni erano: Rolando, Bertrand, Uggieri Spadacorta,

    Guglielmo dal curvo naso, Olivieri e il vescovo messer Turpino. E ciascuno serviva il re un mese allanno

    con quelli del suo seguito. Avvenne che il re con le sue schiere si accamp davanti a Saragozza. Dopo un po

    di tempo, i suoi lo consigliarono di accettare i doni offerti [dagli abitanti di Saragozza], perch lesercito non

    rischiasse di morire di fame, ma [poi] di tornare in patria. E cos fu fatto. Piacque poi al re che Rolando,

    forte guerriero, restasse alla retroguardia con i suoi, per lincolumit degli uomini delle altre schiere. Ma

    mentre lesercito transitava per il passo di Cize, a Roncisvalle Rolando fu ucciso dalle genti saracene.

    ARGOMENTO: riassunto in prosa latina di un perduto testo leggendario rolandiano: vicende dello scontro di

    Roncisvalle 778. Il copista dellXI sec e usa ancora la visigotica, e scrive la Nota in una parte dello spazio

    libero rimasto alla c. 245 di un ms del X sec. Elementi che non ci sono nei testi storiografici: la presenza dei

    12 pari di Carlo, qui nipoti per un fraintendimento (i pari sono anche chiamati nei testi latini e francesi

    primi, e primo in spagnolo significa cugino, per cui il copista ha pensato che fossero cugini tra loro e quindi

    nipoti di Carlo); la morte di Rolando e dei componenti della retroguardia da lui comandata per mano dei

    musulmani. La versione comunque diversa dalla Chanson: manca il tradimento di Gano; non attribuisce a

    Olivieri il ruolo di compagno preferito di Orlando (che pare lunico a morire a Roncisvalle): integra al gruppo

    personaggi di altri cicli, come Guillaume dOrange o suo nipote Bertran.

    FUNZIONE: narrativa epica

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: La fonte doveva essere per forza metrica: lepica medievale obbligava

    alluso del verso. Elemento che fa pensare che i versi fossero castigliani e non francesi: la presenza nelle

    due forma Rodlane e Bertlane della cosiddetta e paragogica, a questaltezza cronologica di esclusiva

    pertinenza della lingua letteraria. Il verso epico spagnolo non tollera la presenza in rima di parole ossitone e

    le rende parossitone con laggiunta di una e atona.

  • 7

    FRANCIA

    NOME: IL GIURAMENTO DI STRASBURGO

    DATA: 14 febbraio 842

    LUOGO: Strasburgo

    LINGUA: Oil (ma ne discutono)

    AUTORE: Nitardo, storico e cugino dei tre sovrani Carlo il Calvo, Ludovico il Germanico, Lotario

    TESTO: Pro Deo amur et pro christian poblo et nostro commun salvament, dist di in avant, in quant Deus

    savir et podir me dunat, si salvarai eo cist meon fradre Karlo, et in aiudha et in cadhuna cosa, si cum om per

    dreit son fradra salvar dift, in o quid il mi altresi fazet, et ab Luther nul plaid numquam prindrai qui, meon

    vol, cist meon fradre Karle in damno sit.

    TRADUZIONE: tr. Per lamore di Dio e per la salvezza del popolo cristiano e nostra comune, da questo

    giorno in avanti, in quanto Dio mi conceda sapere e potere, procurer io aiuto e qualunque altra cosa a

    questo mio fratello Carlo, cos come secondo giustizia ciascuno deve procurarli al proprio fratello, a

    condizione che egli faccia altrettanto con me, e mai prender con Lotario qualsiasi accordo che, per mia

    volont, sia di danno a questo mio fratello Carlo

    ARGOMENTO: : Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico determinano un accordo di non belligeranza

    articolato in 3 punti: Cessazione delle ostilit reciproca finch uno de due non rompe il patto. Non fare

    accordi di pace esclusivi con Lotario, ma resta valido un accordo di pace solo se comprende tutti e tre i

    fratelli. Reciproco aiuto in caso di attacco da parte di Lotario (reciproca e mutua difesa). Lesordio quello

    tipico dellapertura delle dichiarazioni di cancelleria che prevedono un accordo di pace: invocazione a Dio

    FUNZIONE: formulare, solenne scopo politico

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: a livello grafico, viene rappresentata con i, , u secondo luso

    caratteristico della scripta latina merovingia (savir, podir, amur) = retaggi del latino tardo merovingico.

    - incertezza nella resa delle finali semimute (alternanza fradre/poblo).

    - a lv di morfologia, significativa la mancanza degli articoli, che nascono pi o meno in questo periodo. Qui

    forse mancano per prudenza standardizzante.

    - per dreit lett. a buon diritto: formula giuridica.

  • 8

    NOME: Sequenza di santEulalia

    DATA: 878 - 882

    LUOGO: confine settentrionale orientale francese, nella regione della Vallona. Qui si trovava AQUISGRANA.

    LINGUA: Oil

    AUTORE: monaco musicista Hucbald

    TESTO: Buona pulcella fut Eulalia: Bel auret corps, bellezour anima. Vouldrent la veintre li Deo

    inimi,Vouldrent la faire diaule servir. Elle nont eskoltet les mals conselliers Quelle Deo raneiet chi

    maent sus en ciel. Ne por or ned argent ne paramenz, por manatce regiel ne preiement; Niule cose

    non la pouret omque pleier la polle sempre non amast lo Deo menestier. E por o fut presentede

    Maximiien, chi rex eret a cels dis soure pagiens. Il li enortet - dont lei nonque chielt - qued elle fuiet lo

    nom christiien. Ellent a d u r e t lo suon element: melz sostendreiet les empedementz quelle perdesse

    sa virginitet. Por o.s furet morte a grand honestet. Enz enl fou la getterent com arde tost: Elle colpes

    non avret, por o no.s coist. A czo no.s voldret concreidre li rex pagiens; Ad une spede li roueret tolir lo

    chief. La domnizelle celle kose non contredist:volt lo seule lazsier si ruovet Krist. In figure de colomb

    volat a ciel. Tuit oram que por nos degnet preier qued avuisset de nos Christus mercit post la mort et a

    lui nos laist venir. Par souue clementia.

    TRADUZIONE: Buona fanciulla fu Eulalia: bello aveva il corpo, pi bella lanima. Vollero vincerla i

    nemici di Dio, vollero farla servire al diavolo. Ella non ascolta i cattivi consiglieri, che rinneghi quel Dio

    che sta su in cielo, n per oro, n per argento, n per vesti preziose n per minaccia regale, n per

    preghiera: nessuna cosa la pot mai piegare, che la fanciulla sempre non amasse il servizio di Dio. E

    perci fu condotta davanti a Massimiano, che regnava in quel tempo sopra i pagani. Egli la esorta, di

    che a lei nulla cale, chella ripudi il nome cristiano. Ella dichiara con forza il proprio credo piuttosto

    sopporterebbe le torture, che perdere la sua verginit. Perci mor molto onorevolmente. Dentro il

    fuoco la gettarono, si che arda tosto: ella non aveva peccati: per questo non bruci. A ci non si volle

    arrendere il re pagano: con una spada comand di mozzarle il capo. La donzella a tal cosa non

    soppose: voleva lasciare il mondo, e ne prega Dio. In forma di colomba vol al cielo. Preghiamo che

    per noi si degni intercedere, che di noi possa avere Cristo misericordia dopo la morte, e a lui ci lasci

    venire. Per sua clemenza.

    ARGOMENTO: una breve poesia di 29 versi decasillabi che racconta il martirio di Sant'Eulalia di Mrida

    una delle vergini che non essendosi concesse a un sovrano pagano viene trasformata in colomba per non

    perdere la sua verginit terminando con una preghiera. Si ispira ad un inno del poeta latino Prudenzio che

    pu essere letto nel Peristephanon.

    FUNZIONE: testo con uso paraliturgico di accompagnamento processionale, adatto a un pubblico che non

    possiede il latino per coinvolgere il popolo.

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: Ludovico muore nell882, essendo nominato ancora vivo, questo

    testo deve essere precedente alla morte. produzione trilingue, latina, francese e alto tedesca. Non c

    dialogo (che arriver in Francia verso la fine del XII secolo, in Italia dopo Jacopone da Todi) conferma

    che il testo sia aggiunto alla normale liturgia, per unoccasione straordinaria.

    NOME: Sermon Di Valenciennes

    DATA: met 10 secolo

    LUOGO: Valenciennes

    LINGUA: oil

    ARGOMENTO: omelia parte in latino, parte in francese, che ha per argomento il quarto capitolo del libro di

    Giona. Scritto su un foglio volante attaccato allinterno di un libro trovato a Valenciennes.

    FUNZIONE: testo dappoggio a unomelia orale.

  • 9

    PROVENZA - LINGUA DOC

    NOME: Benedizioni di Clermont-Ferrand

    DATA: di fine IX- inizio X secolo

    LUOGO: Clermond-Ferrand

    LINGUA: Oc

    AUTORE: Scoperte da Bernhard Bischoff sui margini della carta 89v di un libro di preghiere monastico

    TESTO: Tomida femina in tomida via sedea;/ tomid infant in falda sua tenea; / tomides mans et tomidas pes

    tomidas carnes que est colbe recebrunt; / tomide fust et tomides fer que ist colbe donerut./ Exsunt en

    dolores/ dos en polpa / /De curi in pel/ De pel en erpa. /Trra madre susipiat dolores.

    TRADUZIONE: tr. Una donna gonfia sedeva su una gonfia via; teneva in grembo un bambino gonfio; gonfie

    le mani e gonfi i piedi; gonfie le carni, che ricevettero questo colpo; gonfio il legno e gonfio il ferro che

    diedero questo colpo. Se ne escono i dolori dosso in polpa, di polpa in pelle, di pelle in capello (opp. pelo),

    di capello (opp. in erba. La madre terra riceva i dolori.

    ARGOMENTO: formula curativa per un ematoma. lidea della tumefazione espressa da tumidus,

    probabilmente riferita al bambino che va guarito. Ma il concetto di tumefazione invade tutto il testo, non

    solo il bimbo ma anche la madre, e gli strumenti che lhanno provocata. La seconda parte imita, su un

    modello a catena, le presunte tappe dellabbandono del male: si vuole velocizzare lassorbimento

    dellematoma, auspicando che il dolore evapori da dentro a fuori, fino alla natura.

    FUNZIONE: scaramantica, pseudomagico delle benedizioni o incantesimi per guarire i postumi di

    determinati incidenti (contesto rituale, sono scongiuri).

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: ricerca di assonanze e effetti ritmici anlogon verbale della terapia.

    Carnes sembra riferito alla donna, ma a questa altezza cronologica il termine riferito solo ai bambini (sono

    i rotolini dei bambini paffuti). va integrato, perch manca il passaggio logico nello

    andamento paratattico. Per ora si considerano genericamente occitaniche, pur sottolineando la presenza di

    tratti non conformi alla fonetica standard della lingua doc e anche in contraddizione tra loro.

    - es. la forma erpa, con occlusiva sorda in posizione post-liquida, interpretabile come un ipercorrettismo di

    origine guascone (dove tipico sonorizzare tutte le sorde). - sedea e madre in luogo dei corrispondenti

    occitanici standard sezia e maire sembrano rinviare al confine settentrionale dellarea doc.

    NB. Sedea e Madre tornano anche in un testo databile a fine X e localizzabile nella zona nord del dominio

    linguistico meridionale, la cd Passione di Clermont-Ferrand. Nella passione queste forme non compaiono

    mai in rima e che il testo degli scongiuri in quanto prosastico poteva subire tranquillamente qualsiasi tipo di

    ritocco grafico, al massimo si possono vederci delle convergenze superficiali, che comunque non

    confermano una trascrizione alverniate (Francia Sud). Probabilmente aveva avuto una diffusione orale da

    nord verso il franco provenzale, da ovest a est verso il confine con la Germania (NB: Strasburgo est).

    NOME: LA passione di Augsburg

    DATA: ultimo terzo del X sec

    LINGUA: OC

    TESTO: , als poins batraunt sos caus,/ Et ab escarn diraunt sos laus, /Et en la crux lapenderaunt, /Et

    ab lazed lo potaraunt,/ Si greu est a parlar, /Et en la crux lapenderaunt.

    TRADUZIONE: Ahim (*), con i pugni colpiranno le sue guance, e con scherno gli renderanno omaggio, e

    alla croce lappenderanno, e con laceto gli daranno da bere cos penoso a parlarne e alla croce

    lappenderanno. (*) linteriezione aggiunta delleditore moderno, per sopperire allipometria del verso.

    ARGOMENTO: Il poemetto allude a episodi della passione di Cristo, nettamente diviso in 6 unit metriche

    due delle quali si ripetono identiche in terza e sesta posizione. Condensa i momenti pi drammatici del

  • 10

    Cristo pubblico, anche se mancano la morte e la deposizione. Cristo appare in relazione con altri, cinque

    azioni compiute da soggetti esterni e i momenti della passione seguono lordine del Vangelo: percosse,

    scherni, crocifissione, aceto. Il verso 5 forse una presa di coscienza che il sacrificio di Cristo colpa

    delluomo, dei cristiani di allora come di quelli di oggi.

    FUNZIONE: religiosa

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: la lampada di Wood (ultravioletti) ha rivelato la presenza di punti metrici

    alla fine dei versi. Se il testo fosse completo, il sesto verso non pu essere separato, ma dovrebbe trovare

    una collocazione coerente nello schema prosodico. REFRAIN avvicina il testo a strutture metriche

    riscontrabili in area galego-portoghese: il rondeau, dove prescritta la ima interna con il secondo

    emistichio centrale ripetuto a versi multipli. Lelemento fortemente caratterizzante al v 1 als poins

    (pugni), corretto da Schmidt con alespins (spine). ins /-oins un elemento di ambiguit che spesso

    frainteso, tipico dellarea limosina. Solo qui queste due forme sono confuse.

    INTERPRETAZIONI VARIE:

    1) SCHMIDT: Verso 1: si presenta alespins batraunt sos caus (sette sillabe) = con le spine batteranno le sue

    guance. Verso 2: etabes lan staudiraunt sos lad (nove sillabe) = e con le lance colpiranno i suoi fianchi. Ma

    manca un qualsiasi riscontro per la forma verbale staudir. Tiene per buona la terminazione in ad del 2

    verso. Pensa che il tutto sia divisibile in due strofette di ottosillabi assonanzati (col terzo verso et en la crux

    lapenderaunt che fa da refrain). deve considerare ipometro il verso 5 (sei sillabe) e raggiungere la

    misura regolare con laggiunta dellinteriezione jolly ailas

    2) HILTY: fa un interventismo massiccio rispetto a Schmidt e ha il merito di ricostruire un testo pi coerente

    con il vangelo e pi accettabile nel suo assetto metrico. Divide il testo in due distici rimati ottosillabici

    seguiti da un verso finale esasillabico si greu esta a parlar che non va quindi integrato: tutto il testo si

    esaurirebbe in una strofa di cinque versi in cui non si sa come inserire il sesto, che riprende il terzo (non fa

    ipotesi e non da spiegazioni).

    NOME: LAlba bilingue di Fleury-sur-Loire

    DATA : fine VIII- inizio IX. codice dellVIII secolo, aggiunta da una mano del X o dellXI secolo

    AUTORE : una mano del X sec pi tarda ha trascritto con la notazione neumatica su un ms

    TESTO : Phebi claro nondum orto iubare/ fert aurora lumen terris tenue/spiculator pigris clamat:

    surgite./ Lalba par umet mar atra sol/poypas abigil miraclar tenebras. //En incautos ostium insidie/

    torpentesque gliscunt intercipere/ quos suadet preco clamat surgere. Lalba part umet mar atra

    sol/poypas abigil miraclar tenebras.//Ab Arcturo disgregatur Aquilo/Poli suos condunt astra radios

    /Orienti tenditur Septemtrio.Lalba par umet mar atra sol/poypas abigil.

    TRADUZIONE:Non essendo ancora sorto il chiaro astro di Febo, / laurora porge alle terre un tenue

    lume. / La scolta chiama i pigri: `Alzatevi! / Lalba appare, gonfia il mare, il sole, sorgendo, lo attira /

    poi dappertutto meravigliosamente chiaro scaccia le tenebre.// Ecco che le insidie dei nemici / ardono

    dalla voglia di catturare gli incauti, e i sonnolenti / che laraldo lusinga [e] invita ad alzarsi. / Lalba

    appare, gonfia il mare, il sole, sorgendo, lo attira / poi dappertutto meravigliosamente chiaro scaccia le

    tenebre.// LAquilone si separa da Arturo, / gli astri del cielo nascondono i loro raggi; / il Grande carro

    si protende verso Oriente. / Lalba appare, gonfia il mare, il sole, sorgendo, lo attira / poi dappertutto

    (meravigliosamente chiaro scaccia le tenebre).

    ARGOMENTO: canto pasquale in cui viene evocata la mattina della risurrezione, quando Cristo-sole

    celebra il suo trionfo sulle tenebre infernali, soccorrendo i fedeli che rischiavano di cadere vittime del

    Demonio. Nella terza strofa si concentrano riferimenti stagionali, mentre l'ultimo verso della strofa

    contiene un'osservazione di carattere astronomico e il primo una descrizione metereologica dei giorni

    che seguono l'equinozio di primavera.

  • 11

    FUNZIONE: Inno antico di con notazione neumatica, scritto nel momento in cui stato concepito.

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: tre versi latini ritmici di 11 sillabe monoassonanzati, seguiti da un

    refrain di due versi con caratteri volgari, un enneasillabo e un endeca/dodecasillabo. Scritto in una

    minuscola carolina. BECKER: La Stella polare [Aquilo] si separa da Arturo. Ma nella tradizione latina

    classica Aquilo identifica il vento del Nord, o al massimo il Nord inteso come punto cardinale;

    considerarlo sineddoche per Stella polare , a giudizio di M.L. Meneghetti, una forzatura.

    INTERPRETAZIONI VARIE SUL REFRAIN: Dagli anni 20 alla fine degli anni 50 tendenza a negare il

    carattere volgare della lingua del refrain: i due versi sarebbero un costrutto latino deformato dalluso:

    Negazione della natura volgare del refrain e proposte ricostruttive:

    Becker: Alba paret, tumet mare, sol assurgens attrahit tenebrasque post hic passim mire clarus abigit.

    [tr. Lalba appare, gonfia il mare, il sole, sorgendo, lo attira / poi dappertutto meravigliosamente chiaro

    scaccia le tenebre]. Contesta lidea 800sca che sia bilingue e sostiene che i versi del r sono in latino

    meno corretto di quello del resto dellinno, ma se si restaurano le terminazioni ritrovano una dignit.

    Camilli: Alba paret, tumet mare, attrahit solem; post hic passim abigit mire clarus tenebras

    [tr. Lalba appare, solleva il mare, richiama il sole; / poi questo dappertutto disperde, mirabilmente

    chiaro, le tenebre]. restaurazione di un refrain in latino e non in volgare.Il restauro del latino porta a

    una lingua stilisticamente bassa, contaminata, diversa dal resto, e scomparirebbe larticolo NO!!

    P. Rajna: un frammento di canzone dalba, se non addirittura un canto di vedetta, di scolta.

    Lalba part umet mar atras ol poy pasa bigil miraclar tenebras. [tr. Lalba, al di l dellumido mare,

    dietro il poggio / passa vigile a spiare per entro le tenebre].Cambia la separazione delle parole,

    ottenendo una personificazione dellalba che comunque non chiara.

    E. Gorra: canto di vedetta: Lalba par lune el mar, atras el poy pasa l vigil: mira clar las tenebras.

    [tr. Lalba appare lungo il mare, dietro il poggio; / passa la scolta: Mira, chiare sono le tenebre].

    Anche qui separazione diversa delle parole, ma comunque non chiaro che senso abbia.

    INTERPRETAZIONI RAPPORTO REFRAIN-TESTO:

    Paul Zumthor: rapporto inno/refrain muwassaha/harga: lo gioco di somiglianze e opposizioni. I due

    versi clausola dellAlba rivestono nei confronti dellinno un valore di glossa, in origine estranea al testo,

    eppure a questo da rapporti di continuit semantica coppie opposte nei versi latini glossati nel

    refrain: Aurora/alba, Phoebi iubare/sol: i secondi membri rappresentano le varianti sinonimiche basse

    dei primi due. MA: la coppia spiculator/abigil, non tutti i critici concordano sul fatto che abigil sia da

    isolare in un bigil con significato di spiculator scolta, guardia.

    G. Hilty, forma di ara: Lalba par, u me mar, atras sol; po y pas, a bigil, mira clar tenebras.

    [tr. Lalba appare. Oh madre! Egli si avvicina solo. / poich io passo a lui, ahim, scolta, guarda il

    chiarore come se fosse tenebre]. torna a uninterpretazione del refrain in volgare. NOOO

    Lucia Lazzerini: canzone pasquale: Lalba par, tumet mar; atras sol poypas abigit miraclar tenebras.

    [tr. Lalba appare, si gonfia il mare (per lincipiente sorgere del sole); il sole si reca nelle nere

    fortezze a sconvolgere le tenebre]. Refrain sorta di glossa: la notazione neumatica indica che un

    testo per il canto canto pasquale: si evoca la mattina della Resurrezione, quando Cristo sole

    (Cristus sol rutilans, gi in Teodulfo, abate di Fleury) celebra il trionfo sulle tenebre infernali

    soccorrendo i fedeli che prima rischiavano di finire vittime del Demonio. Riferimenti stagionali nella 3

    strofa: Primo verso: indicazione meteorologica: dopo lequinozio il vento del nord (Aquilone, da non

    intendere Aquilo=stella polare) cessa di soffiare separandosi da Arturo. Terzo verso: solo nella fase

    dellequinozio di primavera che il timone del grande carro si volge a est. Refrain: Se vale lipotesi che il

    refrain sia glossa dellinno, allora il protagonista deve essere il sol: nellinno lastro di Febo figura

    Christi, la cui vittoria sulla morte sconfigge le potenze delle tenebre. Nel momento in cui lalba par, il

    sole soggetto di Poypas tumuli di tombe non cristiane. Abigilabigit, nel senso di andato.

  • 12

    I testi limosini e farciti del ms Bibl. Nat. Lat. 1139 e le origini della metrica romanza

    La zona a pi antica vocazione letteraria nellOvest sembra il Limosino: da Limoges viene il Boeci e

    prima ancora i frammenti della Passione di Augsburg, e forse contemporanei al Boeci altri prodotti

    dotati di una certa compiutezza, come i testi del ms 1139. Nel Limosino occupa un posto di rilievo

    labbazia di San Marziale: unistituzione cluniacense, insediata non a caso nello Chateau, il quartiere

    meridionale di Lomoges, che non era sotto la giurisdizione del vescovo ma tramite il visconte titolare

    della citt mantiene legami con i duchi di Aquitania, che a loro volta prestavano allabbazia una

    particolare attenzione ricoprendo per via ereditaria la carica di abati laici, ossia di protettori ufficiali.

    Centro di elaborazione teorica ma anche di produzione concreta di canti liturgici latini, in particolare

    tropi e versus monodici, labbazia ha un ruolo anche nella diffusione della primissima letteratura

    volgare: secondo Hilty la Passione di Augsburg viene da qui (noi la possediamo in una copia fatta a

    Strasburgo); il Boeci stato trascritto qui. Con San Marziale hanno a che fare i poemetti del ms 1139.

    In hoc anni circulo, Sponsus testi in cui il volgare fa da farcitura, cio si inserisce come i tropi in un

    testo latino preesistente mantenendo per la sua autonomia da esso.

    NOME:INNO IN HOC ANNI CIRCULO

    CODICE: Bibl. Nat. Lat. 1139 Codice miscellaneo, di poco prima della met del XIII sec. Porta legati insieme fascicoli di diversa epoca, mano e provenienza. La parte pi antica sembra risalire a fine XI sec o al massimo agli albori del XII, ascrivibile a una mano genericamente limosino settentrionale LUOGO: Limoges, abbazia di San Marziale

    AUTORE: ignoto

    TESTO: In hoc anni circulo vita datur seculo, nato nobis parvulo de Virgine Maria. [Verbum caro factum

    est de Virgine Maria] Mei amic e mei fiel, laisat estar lo gazel: aprendet u so noel de Virgine Maria.

    [V.C..] Fons de suo rivulo nascitur pro populo, fracto mortis vinculo de Virgine Maria. [Verbum caro

    ecc.] Lais lom dire chi non sab queu lol dirai ses nul gab:] mout nem issit a bo chab de Virgine Maria.

    [V.C.] Eu soi l angel Gabriel aport vos salut fiel: Deus [descen] de sus deu cel in te, Virgo Maria.

    TRADUZIONE: In questo volger dellanno, / al mondo vien data la vita, / essendo per noi nato un

    bimbo / dalla Vergine Maria. / Il Verbo si incarnato / dalla Vergine Maria // Miei amici e miei fedeli, /

    lasciate stare il gazel: / imparate una nuova melodia / sulla Vergine Maria. / II Verbo [...] // La fonte dal

    proprio ruscello / nasce per il genere umano, / spezzato il vincolo della morte / per opera della Vergine

    Maria. / Il Verbo [...] // Me lo lasci dire chi non lo sa / e io glielo dir senza scherzi: / siamo giunti

    davvero a buon fine / [partendo] dalla Vergine Maria. / Il Verbo [...] Io sono langelo Gabriele / ti porto

    un ossequiente saluto: / Dio discende dallalto del cielo / in te, Vergine Maria.

    FUNZIONE: Per far partecipare alla liturgia il popolo nascono un po dovunque in Romania testi

    concreti e pratici. un canto dAvvento. Condivide con lAlba di Fleury la notazione neumatica,

    effettivamente trascritta con il testo.

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: Lignoto poeta di Limoges ha costruito il testo volgare con strofe

    quasi perfettamente identiche quanto a struttura a quelle in latino preesistente, e lo ha inframmezzato

    al testo originale secondo una rigorosa alternanza bilingue che viene meno solo alla fine (dove la

    farcitura volgare maggiore di tre strofe rispetto allinno latino). Ma non stato fatto in due tempi

    come lAlba, perch il valore letterario del volgare e del latino coerente per stile, metro e richiamo

    nel finale della quartina, che compare in entrambe le lingue alternate.

  • 13

    Sono molto pi rilevanti rispetto allAlba le dimensioni, la struttura e il significato degli inserti in

    volgare: le strofe in volgare operano una radicale trasformazione del tono del testo. Mentre loriginale

    di carattere dogmatico elogiativo (vi si celebrava la Vergine in quanto madre di Dio che si fa uomo) la

    farcitura romanza inserisce in una cornice didattico pedagogica unevocazione dellAnnunciazione dalle

    forti valenze teatrali, dato che langelo Gabriele e Maria compaiono in prima persona.

    Non una ripresa di tono minore (come voleva Zumthor), ma una variazione, o un rifacimento, di

    carattere drammatico, che ci pone pi sulla linea del Quem Queritis che non dellAlba.

    Sul piano metrico e musicale si distacca ancora dallAlba e dalla sua struttura ritmica complessa:

    comunque pensato per unesecuzione corale, voce singola alternata allassemblea.

    - ogni strofa delloriginale latino composta da te versi eptasillabi monirimi + un verso clausola fisso

    simile a un refrain, che viene a coincidere con il secondo verso del refrain vero e proprio (nelle prime 4

    strofe de Virgine Maria, nelle ultime 4 e Virgine Maria). I versi monorimi della prima parte

    cambiano terminazione ogni due strofe (nella terminologia trobadorica si chiamano doblas)

    - nella farcitura volgare i versi monorimi diventano singulars, cambiano terminazione a ogni strofa.

    Il verso clausola si riduce a verso con parola-rima fissa (in te, Virgo Maria; pois er Virgo Maria).

    C una spia del rapporto tra Romania e mondo circostante: grazie a questi ritocchi, la struttura

    prosodica della farcitura diventa straordinariamente simile alla struttura prosodica di un particolare

    tipo di muwassahat arabo-andalusa, tutta scritta in arabo volgare: lo zaal di cui sarebbe inventore tra

    IX e X sec il poeta Muqaddam di Cabra. In particolare, la trasformazione del quasi refrain in un

    corrispettivo perfetto della cosiddetta volta, rima fissa posta alla fine della serie monorima che pu

    fornire la rima o a tutto il ritornello o come in questo caso solo al suo verso conclusivo, elemento

    obbligato e caratterizzante della strofa zagialesca.

    scartiamo lipotesi dellinflusso di forme liriche occidentali su forme liriche arabe che hanno assunto

    la loro fisionomia fra IX e X sec.

    poligenesi: ipotesi difficile da sostenere perch sono riscontrabili simmetriche testimonianze in area

    araba da un lato e romanza dallaltro non solo del tipo pi semplice di strofa zagialesca ma anche di

    tutte le sue sette varianti fondamentali.

    ipotesi che linnovazione metrica sia partita dallarea arabo ispanica, incontrando successo in

    Romania magari con lintermediazione dei mozarabi o di ebrei spagnoli convertiti, in fuga da al-

    Andalus davanti al dilagare degli almoravidi.

    Infatti sappiamo che fin dalla tentata invasione araba del regno franco bloccata nel 732 a Poitiers, le

    popolazioni dei Sud (Provenza e Aquitania) non furono massicciamente ostili agli arabi, visti come utile

    frano ai tentativi dei franchi di riprendere il controllo su zone da sempre a forte tendenza

    autonomistica. Inoltre ci sono tracce concrete relative a stanziamenti mozarabi in Francia meridionale

    (per esempio c una lista dei diritti del vescovo di Valence dellXI sec che cita un Esteven Almuraor e

    un Peiron Almancip, dove larticolo di tipo arabo Al- agglutinato, e fa pensare si tratti di due

    immigrati mozarabi. Unaltra traccia che supporta questultima ipotesi la parola gazel nella prima

    strofa: i fedeli sono invitati a mettere da parte questo gazel e darsi allapprendimento della nuova

    canzone mariana (so noel, suono nuovo).

    Gazel una parola che trasuda unorigine non romanza. Interpretazioni varie:

    Bartsch, Perugi: lesito provenzale di graculare latino, cio gracchiare chiacchiericcio,

    mormorio. Si chiederebbe di smettere di chiacchierare durante la preghiera. un etimo

    difficile a ricostruire, e la dimostrazione fragile. Dato che poi lautore conosce mediamente il

    latino, e che lo scopo di questopera la comprensione, dura che abbia usato questa parola

    complessa per dire di star zitti.

  • 14

    Altri, meno convincentemente, pensano a una derivazione da jazer, stare gi, nel senso di

    lasciate perdere lo stare seduti (quindi alzatevi). A livello retorico la litote potrebbe anche

    starci, ma sarebbe un unicum stilistico in un testo molto piano.

    letimo dal latino poco convincente

    Roncaglia nel 1949 fa lipotesi a tuttoggi pi felice:

    confronto con larea arabo andalusa:

    - lorigine metrica della strofa zagialesca qui usata araba, nome originario zaal (si ritrova

    anche in Italia, nei provenzali..) una serie di versi monorimi con rima irrelata, come qui la

    parola Maria (aaax, bbbx, cccx).

    - gazel sarebbe il preciso riflesso del termine arabo- persiano gazal, diffusosi in tutta larea

    islamica per indicare non solo un tipo di componimento a soggetto erotico di varia lunghezza

    (da 4 a 15 versi a rima interna), ma pi in generale qualsiasi canto damore profano: per cui

    sarebbe qui un invito a lasciar stare i canti profani di origine straniera per imparare il nuovo

    inno religioso. quindi un genere letterario arabo di argomento erotico, spesso licenzioso, che

    metricamente usa la strofa zagialesca. I gazal avevano tra laltro come protagoniste delle

    donne belle e spesso di facili costumi, qui quindi contrapposte alla Vergine. Sarebbe molto

    chiaro, la scelta di argomento tipica delle opere didattiche. Inoltre gazel in rima con noel,

    quindi a esso contrapposto.

    Bisogna quindi ipotizzare che a Limoges, in Francia quasi centrale, fossero presenti e diffusi i gazal

    arabi. San Marziale, in cui labate laico era duca dAquitania, era finanziata dal ducato.

    Limoges si trova lungo la via dei pellegrinaggi, verso Roma e verso Santiago. Tra fedeli cera

    probabilmente una platea piuttosto ricca (molti ricchi andavano in pellegrinaggio proprio per farsi

    perdonare lusura) che finanziava spettacoli di giullari, che cantavano anche canti della zona arabo

    andalusa, chiamati dal vescovo di Limoges carmina turpia.

    entro un testo metricamente strutturato come uno zaal arabo andaluso, troviamo un riferimento

    che ci garantisce la notoriet a fine XI presso la cultura laica provenzale di una poesia erotica araba

    chiamata gazel, e lesistenza in terra doc di una pratica di esecuzione forse non tanto di testi arabi ma

    di composizione latine o gi provenzali con contenuto e forma tali da potersi avvertire di derivazione o

    maniera araba. Se si tiene conto che molti poeti trobadorici usano lo schema zagialesco (specie i pi

    antichi, come Guglielmo IX), dati gli stretti rapporti tra i duchi di Aquitania e San Marziale, logico

    pensare che proprio attraverso questabbazia sia avvenuto lincontro tra la nascente lirica profana doc

    e una struttura metrica di origini esotiche ma capace di adattarsi alle forme e ai contenuti della poesia

    romanza, proprio come stava facendo con linnografia latina.

    NOME:LO SPONSUS

    CODICE: Bibl. Nat. Lat. 1139 Codice miscellaneo, di poco prima della met del XIII sec. Porta legati insieme fascicoli di diversa epoca, mano e provenienza. La parte pi antica sembra risalire a fine XI sec o al massimo agli albori del XII, ascrivibile a una mano genericamente limosino settentrionale LUOGO: tra sud ovest dominio doil e nord ovest di quello doc (tra Anjou, Poitou e Angoumois).

    Avalle: testo pittavino nelloriginale del dramma poi trascritto come altri testi volgari del cod. 1139 da

    un copista del nord dellare limosina (a causa della rima pittavina, che non distingue gli esiti e e ie)

    TESTO: Gabriel: Oiet, virgins, aiso que vos dirum! Eiset presen que vos comandarum! Atendet un espos, Jesu salvaire a nom. Gaire no i dormet!Aisel espos que vos horatendet, venit en terra per los vostres pechet, de la Virgine en Betleem fo net, e flum Jorda lavet e bateet. Gaire no i dormet! Eu fo

  • 15

    batut, gablet e laideniet, sus e la crot pendut e claufiget, eu monument desoentre pauset. Gaire no i dormet! E resors es, la scriptura o dii. [] TRADUZIONE: Udite, o vergini, quello che vi diremo!/uscite non appena ve lo comanderemo!/attendete lo

    sposo: ha nome Ges salvatore/ -Non dormite!- /quello sposo che ora voi attendete.// Venne in terra per i

    vostri peccati,/ dalla Vergine nacque in Betlemme, /nel fiume Giordano [fu] lavato e battezzato, / - Non

    dormite!/ quello sposo che ora voi attendete.// Fu percosso, deriso e oltraggiato, /su sulla croce appeso e

    inchiodato, nel sepolcro in seguito deposto,/ -Non dormite!- /quello sposo che ora voi attendete.// Ed

    risorto, la scrittura lo attesta []

    ARGOMENTO: le vergini sono i credenti, quelle stolte sprecano lolio della carit e misericordia in opere

    buone ma vane o in una pratica della religione solo esteriore, e quando arriva lo sposo, Ges, non ne hanno

    pi. Non potendo far parte del corteggio dello sposo, sono condannate alla notte eterna. A esso si collega

    pi avanti lintervento in volgare dellangelo Gabriele, che fa una sintesi in 8 versi cadenzati da un refrain

    della vita intera di Cristo.

    FUNZIONE: Contrapposizione tra due registri con funzione enfatizzante

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: dramma liturgico di poco meno di 100 versi, di cui 40 decasillabi

    romanzi, gi dotato di rubriche che indicano i diversi personaggi e di embrionali suggerimenti

    sullazione scenica (es. notazione finale sul castigo delle vergini precipitate nellinferno dai diavoli: fa

    immaginare lentrata in scena di figure travestite da diavoli e anche il ricorso a qualche stilizzato

    artificio tecnico per creare leffetto infernale indipendenza dellazione scenica dalla liturgia,

    migrazione che porter il teatro volgare fuori dalla chiesa. Personaggi quotidiani in teatro.

    NOME:LIEBESSTROPHEN

    DATA: Se vale la datazione proposta in base alla scrittura, sono dellultimo terzo del XI sec, e quindi la

    pi antica attestazione concreta dellesistenza di una lirica volgare romanza: sono una trascrizione un

    po germanizzata nella grafia di testi provenzali molto precedenti alla letteratura cortese, 40 anni

    prima della nascita di Guglielmo IX (1071). Probabilmente sono degli anni 40 dellXI sec.

    TESTO: Las, qui non sun sparvir astur, qui podis a li vorer, la sintil imbracher se buch schi duls baser,

    dussirie repasar tu dulur.

    TRADUZIONE: Infelice, perch non sono uno sparviero-astre, / che potesse volare da lei, / la gentile

    abbracciare, / baciare la sua dolce bocca, / addolcire e quietare ogni dolore.

    (valida se leggiamo dussirie come dussir ,e mediante espunzione della seconda i, considerabile come

    una ripetizione superflua della precedente vocale di identico timbro. Ipotesi della Lazzerini).

    ARGOMENTO: Siamo in presenza di un poemetto in cui tematiche tradizionali (metafora dellamante

    volatile tipica del folklore di molti paresi) si rivestono di garbate forme clericali, ormai precortesi:

    lamata detta sintil, gentile, tipico della tradizione trobadorica. Possiamo legarlo a un avvenimento

    storico descritto dai cronisti dellepoca, che getta luce sulla circolazione di un certo patrimonio poetico

    tra Francia del Sud e zona lotaringio-renana.: nel 1043 matrimonio a Magonza e Ingelheim

    dellimperatore tedesco Enrico III con Agnese di Poitiers, figlia del duca Guglielmo VII dAquitania (zia

    di Guglielmo IX), lo sposo aveva allontanato i giullari e i cantori che avevano seguito la giovane

    duchessa fin dal suo paese. esisteva una tradizione orale non attestata al punto di produrre un

    divieto imperiale: quindi era apprezzata anche a corte, altrimenti perch proibirlo? un tipo di

    produzione itinerante che partecipa dei grandi centri: dal nucleo francese si irradia e lascia tracce nei

    luoghi dove passa, culturalmente elevati. Quando i giullari entrano in contatto con il mondo

    ecclesiastico si sviluppa un nuovo concetto di amore, non pi solo carnale ma visto come tensione

    morale. Questa canzone a evidentemente un filtro clericale, paludata come se prima fosse stata pi

    licenziosa.

  • 16

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: Sono i 5 versi di una delle due strofette recentemente scoperte da

    Bischoff in un ms del fondo Harleiano della British LIbrary. Prima strofa

    Lucia Lazzerini: sul piano linguistico siamo davanti a un prodotto pluristratificato, che reca tracce di un

    lungo cammino: sicuramente composto in area pittavina (lo testimonia la forma imbracher

  • 17

    AREA ITALIANA

    NOME: PLACITO CAPUANO

    DATA: 960

    LUOGO: Capua

    LINGUA: volgare

    AUTORE:

    TESTO: Sao ko kelle terre per kelle fini que ki contene / [t]re(n)ta anni le possette parte s(an)c(t)i benedicti.

    TRADUZIONE: so che quelle terre, entro quei confini di cui qui si parla, le possedette per 30 anni il

    monastero di san Benedetto.

    ARGOMENTO: relativo ad una causa discussa di fronte al giudice capuano Arechisi. Rodelgrimo rivendicava

    il possesso, in lite giudiziaria, di certe terre. Labate di Montecassino invece invocava il diritto allusucapione

    FUNZIONE: memoratorium, processo verbale di una fase preliminare del giudizio.

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: . Chi lha scritto si reso perfettamente conto di utilizzare due lingue

    diverse, il latino notarile e il volgare parlato. Abbiamo dunque qui la prova di una cosciente distinzione tra i

    due codici linguistici. Si usato il parlato per far s che il messaggio arrivi anche agli incolti. Terracini: le

    formule non rispecchiano il volgare di Capua, ma sembrano rinviare a una koin (Formula confessionale

    umbra, Pianto della Vergine, Ritmo cassinese e il Ritmo su SantAlessio).

    NOME: CONTO NAVALE PISANO

    DATA: tra il 1130/40 e 1180

    LUOGO: Pisa. Trascritto su una pergamena usata, meno di un paio di secoli dopo la stesura del testo

    volgare, come foglio di guardia di un ms del Liber Sententiarum di Isidoro di Siviglia

    LINGUA: volgare

    ARGOMENTO: elenco in cui risultano vari pagamenti al restaiolo (cordaio), allispornaio (costruttore

    degli speroni), al maestro di mannaia (dascia), per preparare taule (tavole), pece, canapi (cime o

    scotte), remora (remi). Si pensato al costo complessivo di una galea, o al riallestimento di navi da

    carico a fini militari.

    FUNZIONE: elenco di spese navali.

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: lingua concreta priva di formularit.

    NOME: POSTILLA AMIATINA

    DATA: gennaio 1087

    LUOGO: zona monte Amiata, conservato nellarchivio di Siena

    LINGUA: latino volgarizzato

    AUTORE: notaio Raineiro

    TESTO: ista cartula est de caput coctu/Ille adiuvet de illu rebottu/Qui mal consiliu li mise in corpu

    TRADUZIONE: questa carta di Capocotto/ e lo aiuti da quel ribaldo/ che gli mise in corpo un mal consiglio

    ARGOMENTO i due coniugi Miciarello e Gualdrada donano i loro beni allabbazia di San Salvatore sul Monte

    Amiata. Abbassamento di tono intenzionale. Monteverdi: scongiuro tradizionale per proteggere donatori e

    donazione: satana indicato con perifrasi e il beneficiario non nominato per evitare ritorsioni dal maligno.

    FUNZIONE: Primo esempio di SCONGIURO.

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: caput coctu, testa dura, nel secondo verso un riferimento al diavolo (il

    rebottu, ribaldo, per eccellenza), che malvagio suggeritore di un mal consiliu (forse la donazione stessa).

  • 18

    NOME: TESTIMONIANZE DI TRAVALE

    DATA: 1158

    LUOGO: limite settentrionale dellattuale provincia di Grosseto.

    LINGUA: volgare toscanizzato

    AUTORE: giudice

    TESTO: guaita, guaita male; non mangiai ma mezzo pane

    TRADUZIONE: sentinella, fai male la guardia! Non ho mangiato che mezzo pane.

    ARGOMENTO: lite tra vescovo di Volterra e conte Ranieri dUgolino Pannocchia per lappartenenza di alcuni

    casolari a una corte (Travale) piuttosto che unaltra (Gerfalco). Articolazione libera e anedottica, ricordano il

    Breve de inquisizione senese(MA qui si ha coscienza di alternare latino e volgare). Dichiarazioni in volgare. -

    quella di Enrigolo sostiene la dipendenza da Tr del casolare dalla Montanina, dato che forniva viveri a Tr;

    quella di Pietro Poghino riferisce che Malfredo di Casa Magi sarebbe stato esentato dal prestare servizio di

    guardia a Travale.

    FUNZIONE: effetti espressionistici in ambito notarile

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: ripresa dai canti o richiami di scolte. Attenzione per il buon motto capace

    di risolvere situazioni sgradevoli. Non chiaro se lintenzione di Malfredo fosse di lamentarsi dellavarizia

    dei signori di Travale, o di far rilevare unindigenza che non gli permetteva di essere in forma per il lavoro di

    guardia, ma pare che proprio per la battuta ironica e autoironica era poi riuscito a ottenere lesenzione.

    NOME: ISCRIZIONE DELLA CATACOMBA DI COMMODILLA

    DATA: prima met IX sec (Lo sappiamo perch le segrete non andavano pronunciate nelle traduzioni

    liturgiche gallicane)

    LUOGO: scritta al lato di un affresco situato in una cripta dedicata ai santi Felice e Adautto nella c d c Roma

    LINGUA: Latino contaminato dal volgare romanesco

    TESTO: Non dicere illa secrita abboce

    TRADUZIONE: non dire a voce alta le segrete

    ARGOMENTO: richiesta di preghiera silenziosa. Forse la collocazione vicino al santo Adutto per creare

    una situazione ambigua, come se fosse il santo a parlare.

    FUNZIONE: monito per il sacerdote, dato che era posto dietro laltare

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: A carico del romanesco medievale va messo linfinito dicere; volgare

    larticolo femminile plurale ille (i anche qui sta per : elle, gi articolo e non il pronome dimostrativo ille).

    Romanesco meridionale il raddoppiamento fono sintattico su betacismo (b al posto di v: la sonorizzazione

    di v, che una fricativa, altro fenomeno tipico del romanesco): abboce. La seconda B inserita dopo.

    NOME: ISCRIZIONE DELLA BASILICA DI SAN CLEMENTE

    DATA: 1084

    LUOGO: basilica sotterranea di San Clemente a Roma

    LINGUA: latino con volgarizzamenti in romano

    TESTO: FALITE DERETO / COLO PALO / CARVON/CELLE -DVRI/TIAM CORDIS / V(EST)/RIS // SAXA / TRAERE /

    MERVI/S/TIS / (sopra la colonna) -/ ALBERTEL / TRAITE / GOS/MARI - SISIN/IVM / FILI / DE LE / PVTE / RA/I/TE

    TRADUZIONE: Fagliti dietro col palo, Carvoncello! /a causa della durezza del vostro cuore avete meritato di

    trascinare della pietre /Albertello, Gosmari, tirate! Figli di puttana, tirate!

    ARGOMENTO: affresco fatto eseguire da Beno de Rapiza e dalla moglie Maria. Ep. passio Sancti Clementis

    in cui il patrizio Sisinnio ordina ai servi di legare il santo, che accusa essere un mago e condanna allo

    squartamento. I servi sono convinti di star eseguendo lordine ma il santo stato sostituito da una colonna.

    FUNZIONE: esorcizzante e di avvertimento.

  • 19

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: La scritta latina sulla colonna viene dalla Passio che Clemente rivolge a

    Sisinnio (errori di flessione: duritiam per duritia e vestris in luogo di vestri). Le battute sono uninnovazione

    rispetto alla Passio latina. Sembra accertata la scansione, e si discusso a chi attribuire le battute. Genuino

    umorismo, con un effetto comico per esorcizzare tramite il ridicolo le cattive azioni dei malvagi.

    NOME: ISCRIZIONE DEL SEPOLCRO DI GIRATTO

    DATA: 1176

    LUOGO: Pisa, sepolcro di un tale Giratto

    LINGUA: volgare italiano

    AUTORE: scultore Biduino

    TESTO: Homo ke vai x via/prega Deo dellanima mia/ S como tu seego fui/ sicut ego sum tu dei essere

    ARGOMENTO: Iscrizione in coppie di settenari / novenari parzialmente rimati. Nella prima coppia di

    versi c la richiesta di preghiera in suffragio. Nella seconda coppia c un memento mori, che si esplica

    in una forma ricca di suggestioni: lapostrofe al viandante a parte del defunto. Forse prima espressione

    nucleare della leggenda dei tre morti dei tre vivi che il soggetto del dipinto del Trionfo della morte.

    NOME: FORMULA DI CONFESSIONE UMBRA

    DATA: 1037, anno di autorizzazione del culto di san Romualdo

    LUOGO: monastero benedettino di SantEutizio, presso Norcia

    LINGUA: volgare

    ARGOMENTO: confessione con un pendant assolutorio, scritto in volgare umbro con trasparenze latine

    di stretta appartenenza liturgico-penitenziale.

    FUNZIONE: religiosa, confessionale. Valore pratico e comunicativo

    Importante perch confronto con le Glosse Silensi: le glosse castigliane apposte al Penitenziale di

    Santo Domingo de Silos non hanno funzione comunicativa, ma auto esplicativa. Servivano a un

    confessore poco esperto di latino per imparare la serie di tutti i possibili peccati che gli sarebbero stati

    confessati e le relative penitenze da dare. Qui per le esigenze dei penitenti: i monaci sapevano il

    latino, il rifacimento in volgare per ristabilire un canale di comunicazione con i fedeli illitterati.

    NOME: PIANTO DELLA VERGINE DI MONTECASSINO

    DATA: seconda met o alla fine del XII secolo

    LUOGO: Montecassino

    LINGUA: volgare

    AUTORE:

    TESTO: eo te portai nillu meu ventre/quando te beio, moro presente/nillu teu regnu agime a mmente

    TRADUZIONE: ti portai nel mio grembo/quando ti vedo, subito muoio/nel tuo regno ricordati di me

    ARGOMENTO: La sua importanza non sta tanto nei tre versi che lo costituiscono, ma nel contesto

    letterario in cui sono inseriti. Clausola finale di un ampio dramma che inscena la Passione, inserito in

    una tradizione di rappresentazioni pasquali, arricchito con scene non evangeliche. Baldelli: questi versi

    fanno parte di un pi ampio Pianto della Vergine di cui abbiamo 3 testimoni databili tra fine XIII e

    prima met XIV.

    FUNZIONE: celebrativa

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: la probabile caduta, nel ms cassinese,di un primo verso volgare (che

    doveva suonare: A ccui [perch] me laxi me dolente?) che consiglierebbe di vedere nella quartina

    monoassonanzata il nucleo strofico anche della perduta versione del Pianto della Vergine

  • 20

    Altre iscrizioni di area toscana, centrale e settentrionale

    Iscrizioni semivolgari di Civita Castellana

    Sono due iscrizioni che corredano i telamoni del XII sec provenienti dalla chiesa di San Francesco di

    Civita Castellana. Alla figura femminile una frettolosa lettura attribuiva il motto Eneas, gative,

    aiutame (Enea, disgraziato, aiutami), quindi Didone, e il compagno Enea diceva: Non possum quia

    crepo (mi viene larnia). In realt non ENEAS ma TENEAS, per cui cade linterpretazione virgiliana.

    Didascalia sul Duomo di Verona

    Su una delle 2 statue che affiancano il portale del duomo di Verona c la didascalia sulla spada

    Durindarda, esito italiano se non franco veneto della forma francese Durendal, e quindi il guerriero di

    sinistra Rolando, mentre il suo compagno sulla destra Olivieri. Datazione della didascalia

    controversa, ma da recenti indagini pare coeva alla statua, quindi della prima met del XII sec.

    dimostra la diffusione della leggenda rolandiana in Italia in un periodo relativamente antico (siamo

    allepoca della trascrizione del ms di Oxford). Inoltre la collocazione sul portale della chiesa garantisce

    la gi avvenuta trasformazione di Rolando in un santo campione della fede (che era estranea alliberica

    Nota Emilianense). Un analogo processo di santificazione di Rolando sembra anche da collegare a

    uniscrizione del 1131 conservata a Niepi, presso Viterbo, in cui ai traditori di un patto civico viene

    augurata la fine di Giuda, Caifa, Pilato, ma anche di Gano.

    Iscrizioni di area piemontese orientale

    Scritture esposte tutte inserite in frammenti di mosaici pavimentali databili tra seconda met del XI sec

    e inizio del XII sec. Le pi antiche corredano le scene del pavimento musivo della basilica di SantEvasio

    a Casale Monferrato, consacrata nel 1106, riscoperto in stato frammentario. Nella prima scena accanto

    a un pescatore che porta un grosso pesce si legge: Qua l larca de San Vax: si direbbe lofferta di

    una decima alla cassa della chiesa, che presumibilmente era nel presbiterio vicino al mosaico. Nella

    seconda scena due personaggi che duellano con spade erano accompagnati da una scritta

    irreparabilmente danneggiata dal distacco del mosaico dal pavimento che recava una parola grafica

    Toscana interpretabile come To scana (Scannatevi!) o To scan (Ti scanner). A ogni modo

    entrambe le ipotesi interpretative varrebbero a leggere la scritta come presa di distanza moralistica e

    sarcastica rispetto agli ideali guerrieri e cavallereschi della societ aristocratica dellepoca.

    Un terzo reperto a Vercelli, e si pensava fosse connesso con lepica francese. Duello di due guerrieri

    appiedati: uno ha tratti vistosamente negroidi ed nudo dalla cintola in su. Accanto al bianco c la

    scritta Fol (forse deformazione per un restauro poco accurato di Rol, Rolando). Accanto al nero c

    Fel (Felun, fellone attributo tipico nellepopea francese dei nemici dei cristiani). Questa ipotesi non

    regge perch non ci sono segni di restauro, ei n tutti i combattimenti singoli Rolando a cavallo. Il

    significato continua a sfuggire.

    NOME: SCONGIURI AQUINATI

    DATA: databili tra XII e XIII sec

    LUOGO: Aquino

    ARGOMENTO: scongiuro aquinate contro gli effetti del morso del serpente

  • 21

    FUNZIONE: scongiuri tipici di una situazione di oralit semipopolare molto ricca e sfuggente a possibili

    riscontri nel resto del dominio romanzo. Preghiera per sanare le ferite di battaglia.

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: versi brevi: quaternari. Sorta di copione di una cerimonia di

    trasferimento del male, per cui San Sisto, fortificato dallacqua benedetta, potr assumere in s il

    veleno del serpente, liberandone il povero christianu (unica terapia utile contro il morso dei rettili,

    visti come emanazioni del demonio per influsso biblico.

    NOME: RITMO BELLUNESE

    DATA: 1193-96 circa, pervenutoci solo in trascrizioni cinquecentesche

    LUOGO: veneto, corte trevigiana.

    LINGUA: volgare veneto

    AUTORE: Cronista sconosciuto

    TESTO: EDIZIONE DIPLOMATICADe castel dard aui li n(ost)ri bona/part, j lo geta tutto jntro lo flumo

    /dArd, e sex caualer d(e) taruis li/plui fer co(n) se duse li nostre /caualer.

    EDIZIONE INTERPRETATIVA (Meneghetti) De Castel dArd avi li nostri bona part./ I lo get tutto intro

    lo flumo dArd,/e sex cavaler de Tarvis li plui fer/con se duse li nostre cavaler.

    EDIZIONE RICOSTRUITA IN DECASILLABI (Castellani) De castel dArd av li nost bona part;/I lo get tut

    intro lo flum dArd. /Sex cavaler de Tarvis li plui fer/con s dux li nostre cavaler.

    TRADUZIONE: Di Castel dArdo ebbero i nostri buon partito / lo fecero rovinar tutto entro il fiume Ardo

    / e sei cavalieri di Treviso, i pi fieri / i nostri cavalieri condussero con s

    ARGOMENTO dedicato a una vittoria poco importante (forte connotazione municipale) in cui i

    bellunesi erano opposti a Feltre e trevisani. Al cronista importa dare informazioni storiche al lettore.

    Prima c un breve riassunto della battaglia (nello stesso anno presero il castello di Landreis,

    uccidendovi molti uomini. Condussero via prigionieri 26 tra cavalieri, fanti e arcieri, bruciarono e

    distrussero il castello), poi questi 4 versi che raccontano la presa del castello dArdo.

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: la struttura prosodica, riconducibile a un modello decasillabico,

    metro tipico della chanson de geste pi antica, lo avvicina ai prodotti epici francesi. Lambiente in cui

    viene alla luce municipale e marginale, di piccole scaramucce che si vogliono nobilitare, che non

    richiama la Francia capetingia che incanala i suoi conflitti nellidealit eroica delle chanson ,a la

    situazione provinciale della Castiglia fronteriza,da cui era nato il Cantarcillo per Corraquin Sancho, che

    ha in comune con il Ritmo la propensione alla brevitas allusiva. Tratti tipici della terra ferma:- caduta di

    vocale finale post dentale; la forma plui conserva il nesso consonantico pl < PLUS; se duxe: presente

    storico, o perfetto se si tratta di un decasillabo. Lelemento di fondo la natura di un compatto testo

    epico: - accenno alla battaglia contestualizzata, subito si dice che positiva. fatti prigionieri i 6 migliori

    cavalieri orgoglio, ma anche vantaggio nelle future trattative.

    NOME: RITMO LUCCHESE

    DATA: dopo 1213, anno della battaglia vinta dai lucchesi contro i pisani a Massa, da cui il

    componimento trae origine.

    ARGOMENTO: situazione di inserzione. La narrazione dei diversi episodi della battaglia in secondo

    piano rispetto a considerazioni moralistiche.

    CARATTERISTICHE LINGUISTICHE: 44 ottonari, di andamento molto irregolare, divisi in lasse per lo pi

    rimate e posti in coda a una breve memoria storica in lingua mista (latino e volgare).