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Supplemento a primapagina n.7 del 11.05.2011 - In collaborazione con www.umbria2020.it - Da vendersi esclusivamente con primapagina MA QUANDO PARTE? ThinkTank ORVIETO EDITORIALE Continua la nostra vocazione di scoprire (nel senso proprio di svelare) la bellissima realtà di Orvieto, città dalle mille potenzialità , in molti casi purtroppo inespresse o non completamente sviluppate. In questo numero ci occupere- mo dell’Ospedale di Orvieto, per adesso un’ eterna incompiu- ta. Il nostro non vuole essere un attacco nei confronti di chicchessia, ma solo un’analisi della realtà attuale, partendo da una analisi regionale nella quale evidenzieremo i punti di forza, quelli di debolezza, le potenzialità della Struttura Ospedaliera orvietana,tutto questo attraverso interviste, analisi, e le nostre consuete rubriche che sorridendo affron- tano sempre più la verità. Alla fine concluderemo con la nostra consueta proposta ( come sapete a noi piace dire la nostra, mettendoci la faccia perché a criticare sono buoni tutti). In un periodo di crisi dove nel settore della Sanità in Italia, si rivedono molte impostazioni, l’Umbria si attesta tra le tre Regioni in chiara controtendenza, insieme a Emilia e Toscana. Una giusta razionalizzazione degli Enti (Asl, Ospedali; ecc) iniziata fin dagli anni 80, unita ad una ottimizzazione del rapporto “medico di famiglia – paziente” ,che ha ridotto notevolmente gli sprechi , ha portato la nostra Regione ad essere tra le eccel- LE STRUTTURE SOCIOSANITARIE DEL COMPRENSORIO, IL RUOLO DELL’OSPEDALE DI ORVIETO E IL PIANO DI VALORIZZAZIONE DEL COMPLESSO... lenze italiane (unica Regione che non ha messo i ticket!). In tutto questo che ruolo ha Orvieto ed il suo Ospedale? Che fine ha fatto il ruolo di Ospedale di Emergenza, deciso dal Piano Regionale Sanitario, compreso quello del 2009? La posizione strategica del- l’Ospedale avrebbe infatti permesso il suo completamento e rilancio, essendo direttamente sulla arteria principale di collegamento tra Umbria, Lazio e Toscana. Siamo partiti da questa sempli- ce riflessione, per cercare di capire in primis e approfondire in secundis il ruolo del nostro Ospedale, rivolgendo una semplice domanda a chi dovrebbe gestire la fase di valorizzazione del complesso ospedaliero Orvietano… Quando parte? Roberto Nativi Testata collegata al soocial network www.umbria2020.it al quindicinale Primapagina, al quotidiano on line www.primapaginachiusi.it e al Forum nazionale della Stampa Periodica Locale Cronache Italiane Nella foto: Vincenzo Panella, Direttore Asl 4 Terni

Think tank n.02

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Maggio 2011

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Page 1: Think tank n.02

Supplemento a primapagina n.7 del 11.05.2011 - In collaborazione con www.umbria2020.it - Da vendersi esclusivamente con primapagina

MA QUANDOPARTE?

ThinkTank ORVIETO

EDITORIALE

Continua la nostra vocazione discoprire (nel senso proprio disvelare) la bellissima realtà di

Orvieto, città dalle millepotenzialità , in molti casi

purtroppo inespresse o noncompletamente sviluppate.

In questo numero ci occupere-mo dell’Ospedale di Orvieto,

per adesso un’ eterna incompiu-ta. Il nostro non vuole essere un

attacco nei confronti dichicchessia, ma solo un’analisidella realtà attuale, partendo da

una analisi regionale nellaquale evidenzieremo i punti di

forza, quelli di debolezza, lepotenzialità della StrutturaOspedaliera orvietana,tuttoquesto attraverso interviste,analisi, e le nostre consuete

rubriche che sorridendo affron-tano sempre più la verità.

Alla fine concluderemo con lanostra consueta proposta ( comesapete a noi piace dire la nostra,

mettendoci la faccia perché acriticare sono buoni tutti).

In un periodo di crisi dove nelsettore della Sanità in Italia, sirivedono molte impostazioni,

l’Umbria si attesta tra le treRegioni in chiara

controtendenza, insieme aEmilia e Toscana. Una giusta

razionalizzazione degli Enti(Asl, Ospedali; ecc) iniziata fin

dagli anni 80, unita ad unaottimizzazione del rapporto

“medico di famiglia – paziente”,che ha ridotto notevolmente gli

sprechi , ha portato la nostraRegione ad essere tra le eccel-

LE STRUTTURE SOCIOSANITARIE DELCOMPRENSORIO, IL RUOLO DELL’OSPEDALE

DI ORVIETO E IL PIANO DIVALORIZZAZIONE DEL COMPLESSO...

lenze italiane (unica Regioneche non ha messo i ticket!).In tutto questo che ruolo haOrvieto ed il suo Ospedale?Che fine ha fatto il ruolo diOspedale di Emergenza, decisodal Piano Regionale Sanitario,compreso quello del 2009?La posizione strategica del-l’Ospedale avrebbe infattipermesso il suo completamentoe rilancio, essendo direttamentesulla arteria principale dicollegamento tra Umbria,Lazio e Toscana.Siamo partiti da questa sempli-ce riflessione, per cercare dicapire in primis e approfondirein secundis il ruolo del nostroOspedale, rivolgendo unasemplice domanda a chidovrebbe gestire la fase divalorizzazione del complessoospedaliero Orvietano…Quando parte?

Roberto Nativi

Testata collegata alsoocial network

www.umbria2020.it

al quindicinalePrimapagina,

al quotidiano on linewww.primapaginachiusi.it

e al Forum nazionaledella Stampa Periodica

LocaleCronache Italiane

Nella foto: Vincenzo Panella,Direttore Asl 4 Terni

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THINKTANK

IL SISTEMASOCIO ASSISTENZIALE

ORVIETANO EL’INTEGRAZIONECON L’OSPEDALE

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di Massimo Tiracorrendo

La politica sanitaria è troppo spes-so sbilanciata verso i poliospedalieri impoverendo le realtàterritoriali che consentono con illoro buon funzionamento non soloricoveri impropri ma anche con-tenimento della spesa edottimizzazione delle risorse.Sicuramente un funzionamentoadeguato della Sanità locale/peri-ferica consentirà anche un miglio-ramento dei servizi ospedalieri pree post ricovero per esempio pernon parlare dell’attività di preven-zione ed azione che sarà tanto piùefficace quanto più si riuscirà adessere capillari negli interventi sa-nitari territoriali.Se è vero, come i dati lo dimostra-no, che le risorse nella sanità sonosempre minori tanto più è neces-sario ripartire dall’organizzazioneterritoriale dei servizi legati allasalute pubblica destinando maga-ri i finanziamenti che derivano dal-le varie e troppo spesso pesanti ra-zionalizzazioni.Rafforzare e dotare i Centri di sa-lute locali di servizi specialistici e/o di strumentazioni non necessa-riamente complesse serviràsenz’altro a realizzare quei pro-grammi anche integrati di cura esostegno alle numerose attività cheil nostro SSN e Regionale affidaalla ASL.Realizzeremo un risparmio di tem-po, energie, costi con benefici allacollettività che, anche se non saràpossibile misurare ma che facil-mente si potranno notare e valuta-re con positività trattandosi di unbene primario quale è la nostrasalute.Di contro nei nostri territori si staassistendo ad un progressivo e co-stante impoverimento delle strut-ture socio-sanitarie.Da tempo si chiede di destinare irisparmi che provengono dallemisure di razionalizzazione mes-se in atto nei settori dell’organiz-zazione ospedaliera, degli acqui-sti della farmaceutica ecc.. alpotenziamento dei servizi quali lamedicina del lavoro, la salute men-tale, la prevenzione, ecc…Le linee di indirizzo che la nostraRegione sostiene e ritiene vinco-lanti per la sostenibilità del siste-ma sanitario regionale sono inqua-drate certamente nell’ottica di unquadro nazionale finanziario dif-ficile per usare una parola menoallarmante ma ritengo che si deb-ba ribadire, se non chiaro, il con-cetto di Sanità “Servizio” nonesclusivamente un costo, quindiSanità pubblica.Ed ecco che risulta fondamentaleelaborare un nuovo PSR(Piano

Sanitario Regionale) che indichicon chiarezza le scelte da fare inordine all’innovazione del sistemaguardando a nuovi modelli orga-nizzativi ma puntando sulla valo-rizzazione della sanità territorialeche mette a si-stema tutte le di-verse professio-nalità presenti.Par tec ipandoquale sempliceauditore a semi-nari e convegnidi settore hosentito a volte lafrase che in me-dicina c’è sem-pre meno biso-gno di diagnosie più di assisten-za.E’ magari facile fare una diagnosima è estremamente più complica-to seguire quel paziente dopo ladiagnosi.Per questi motivi l’ospedale nonpuò più essere la prima e soprat-tutto l’unica scelta ed essere vistocome il luogo ove si soddisfanotutti i bisogni del cittadino ma deveinterconnettersi con il territorioche opportunamente organizzatonei servizi con la formazione ade-guata del personale gestire la con-tinuità assistenziale.Oggi questo avviene solo in parte:organici stretti, risorse limitate nonconsentono l’ottimale funziona-mento del sistema di integrazionesanitaria dei servizi offerti.L’Orvietano è articolato nella suacomposizione sanitaria nell’Ospe-dale, nel Distretto, in due Centridi Salute e due PES ben radicaticome strutture ma da potenziare inordine all’assegnazione di risorseumane, finanziarie e non ultimo dicapacità decisionale e di autono-mia.Il tasso di vecchiaia del com-prensorio che è il più alto di tutti i

distretti umbri con conseguenteaumento di:o Invalidità senilio Giorni di ospedalizzazioneo Anziani non autosufficientio Lunghe degenze

o Attività e necessità diassistenza a domicilioIl territorio che è al con-fine fra tre regioni e cheè in parte scollegato dalcentro direzionale e am-ministrativo della ASL.Visto l’alto indice di in-vecchiamento della po-polazione, necessita unadeguamento dei postinelle residenze protette,l’istituzione di posti diresidenza sanitaria assi-stita, di potenziare i cen-

tri diurni per autosufficienti e non,oltre ad istituire servizi in capoalla riabilitazione di tipo intensi-vo.

POLO OSPEDALIEROIl Presidio ospedaliero è senz’altroil polo fondamentale dei servizisanitari di uncomprensorio di45.000 abitanti ed èposto in una posizio-ne strategica a caval-lo tra tre Regioni esull’asse autostrada-le più importantedella nostra Nazio-ne. Le linee di indi-rizzo vincolanti perle ASL e le Aziendeospedaliere emanatedalla Regione del-l’Umbria nel gennaio 2006 costi-tuiscono senza alcun dubbio labase fondamentale di qualsivogliaragionamento sui processi di razio-

nalizzazione, riorganizzazione epotenziamento del nostro SSR equindi anche della nostra sanitàOspedaliera, territoriale e cosid-detta di integrazione.Il problema della sostenibilità edell’innovazione e gli interventida mettere in campo sono ampia-mente dettagliati in dette linee diindirizzo che tendono a recupera-re, aumentare efficienza sia con ri-guardo alla rete ospedaliera sia aiservizi sanitari sui territori cheall’ammodernamento edilizio del-le strutture ed apparecchiature.Riorganizzazioni,riordini dell’as-sistenza ospedaliera e specialisti-ca di Orvieto come primo elemen-to da accertare e porre al centrodel processo di sviluppo , dovran-no prevedere risorse umane, fi-nanziarie e tecnologiche benchiare e disponibili fin da subito.“L’area ospedaliera” di Orvietotrova nella sua “mission” il Presi-dio classificato quale punto diemergenza/urgenza , ma anche ri-ferimento di un territoriocomprensoriale ed ora anche allaluce delle recenti “modificazionisanitarie” nella limitrofa provin-cia di Viterbo (soppressione ospe-dale di Acquapendente, Monte-fiascone, ecc…..) sta operandosempre di più in un bacino moltopiù vasto.Quindi fondamentale diventa chel’emergenza/urgenza dovrà esse-re garantita a pieno in tutte le suearticolazioni e specializzazioni.Le esigenze di un territorio concompetenze più larghe ed esteseai territori “Viterbesi” impongo-no assolutamente un adeguamentodegli organici dei medici, tecnici,infermieri ecc….“La redditività economica” chederiva dalla mobilità passiva del

“Lazio” dovrà esse-re reinvestita a fa-vore del noso-comio Orvietano, intermini di risorseumane ed investi-menti.Tale determinazio-ne costituisce rispo-sta essenziale aldato negativo sullamobilità passiva esoprattutto dovràrappresentare una

risposta puntuale alle esigenze sa-nitarie e socio assistenziali di unacomunità con confini al di là del-la nostra Regione.

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THINK TANK

La governatrice Marini conferma gli impegni, ma...

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La centralità del benessere e della salute

Il dibattito pubbico del 4 maggio, organizzato dal Centro Sinistra Orvietano

Come creare una “piattaforma culturale” su questi temiLa “salute in tutte le politiche” è la piattaforma culturale che istitui-sce una visione di lungo periodo che, partendo dalla centralità delbenessere della persona e dalla promozione della salute, punta allaprevenzione sui luoghi di vita e di lavoro.La realizzazione della piattaforma, promossa dall’OMS e dalle Ue,implica un forte legame con il contesto territoriale di riferimento,con le caratteristiche demografiche, i bisogni sociali e il complessodelle risorse. Queste ultime sono state oggetto, negli ultimi anni, diuna progressiva riduzione, destinata a consolidarsi con la realizza-zione del federalismo fiscale. Si impone alla politica di procederead un riordino sistemico dell’organizzazione sanitaria regionale, conuna razionalizzazione funzionale al mantenimento dell’equilibrioeconomico mantenendo al centro del sistema della salute la personanella sua complessità. I dati demografici del territorio orvietano mo-strano una configurazione sociale e sanitaria decisamente critica. Inparticolare vanno segnalati l’indice di vecchiaia (+ 26,12 rispetto aldato provinciale e + 52,72 rispetto a quello regionale), l’indice didipendenza (+ 2,75 sul provinciale; +4,75 sul regionale), la percen-tuale di over 64 sul totale della popolazione (+1,75 sul provinciale,;+3,42 sul regionale) e la percentuale di over 74 sul totale della popo-lazione (+1,67 sul provinciale,; 2,51 sul regionale).I dati prefigurano uno scenario complesso, caratterizzato, negli annia venire, da una maggiore cronicità, fragilità, da una crescente ne-cessità di investire sul socio-sanitario e da un più forte bisogno dirisorse. Il punto di fondo è che la composizione demografica deter-mina un quadro socio-sanitario caratterizzato dalla difficile gestio-ne dellea patologie tipiche dell’invecchiamento e dal perdurare del-la funzione centrale dell’ospedale nella risposta assistenzialea. Unafunzione da cui consegue un utilizzo inappropriato delle risorse inquesto settore e che non consente lo sviluppo dei servizi territoriali,luogo di riferimento principale per la gestione dei pazienti cronicimultiproblematici. All’interno di questo scenario va riaffermato il

ruolo dell’Ospedale di Orvieto nella rete degli ospedali regionali at-traverso misure atte a garantire e rafforzare efficacia, efficienza,congruità, qualità e sicurezza delle prestazioni erogate. In particola-re, la riorganizzazione delle retie ospedaliere deall’Alto Lazio puòoffrire un’interessante opportunità di crescita quantitativa equalitativa.

Gli interventi non più rinviabili

- Meno ospedalizzazione e più servizi sul territorio

- Azioni efficaci di integrazione e razionalizzazione degli interventia cavallo di sanità e sociale attraverso una più puntuale partecipazio-ne del III settore nella costruzione delle politiche socio-sanitarie.

- Investimenti in settori sistemi di e-healt, di clinical governance esicurezza delle cure.

- Miglioramento Aumento della partecipazione dei cittadini con lapubblicizzazione della Carta dei Servizi Aziendali e l’istituzione deiComitati Consultivi Misti.

- Completamento delle procedure già attivate quel che concerne ri-guardanti le strutture sanitarie cittadine (ex inam, ex pediatria, exscuola di viale I° Maggio).

- Promozione della salute delle persone immigrate.

- Realizzazione di una rete di servizi per la non autosufficienza

- Garantire la sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro attraverso unacostante sensibilizzazione ed educazione.

Sui temi della salute, della sani-tà e sulle altre tematiche riguar-danti le criticità che caratteriz-zano ormai da troppo tempol’Ospedale di Orvieto ed il Si-stema socio-assistenziale del-l'Orvietano il Centro Sinistra haorganizzato il 4 maggio scorsoun incontro pubblico al qualehanno partecipato tra gli altri ilsindaco di Castelviscardo(capofila delle amministrazionidel comprensorio) MassimoTiracorrendo, il Direttore dellaasl 4 di Terni Dr. VincenzoPanella e la presidente della Re-gione Umbria Catiuscia Mari-ni.Il Direttore Panella, alle doman-de più spinose ha dribblato la ri-

sposta spostando le responsabi-lità verso altri lidi: perso-nale, apparecchiature,struttura, confer-mando però tuttigli impegni pre-si un anno fadalla Presi-dente so-p r a t t u t t osulla coper-tura degli or-ganici.Le forze po-litichein-

tervenute hanno posto la questio-ne della responsabilità

della progettazio-ne, pianifica-

zione stra-tegica edella ge-s t i o n edella aslchieden-do che siaffrontinoin tempi

rapidi lecriticità pri-ma fra tut-te le listed’attesa.Duranteil dibatti-

to è stato più volte detto che leresponsabilità fanno capo allapolitica.La politica regionale sta facen-do le scelte strategiche regiona-li, spesso in contrapposizionecon quelle nazionali, per garan-tire un livello di welfare più ele-vato rispetto agli standard.La Presidente Marini nelle con-clusione ha ribadito gli impegnipresi e ha chiamato tutti ad unimpegno straordinario. In parti-colare ha sollevato il problermadella mancata attuazione del pro-tocollo d’intesa Regione/Comu-ne di Orvieto per l’immobilismodelll’amministrazione civicadella rupe.

v.f.

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THINKTANK 4

Nello scorso numero ho cercato disottolineare il ruolo che la manopubblica ha avuto nel tratteggiaree condizionare il modello di svi-luppo della nostra città e del no-stro territorio.Sono convinto che tale modelloabbia bisogno di sostanziali mo-difiche con conseguente rivoluzio-ne copernicana, con l’emersionedi nuovi soggetti che dovranno go-vernare i processi futuri, con ilriposizio-namento della politicanei campi che le sono propri.E’ ovvio, però, che tale processodi riallineamento non potrà essereimmediato e radicale ed avrà bi-sogno di una fase di transizionenella quale il pubblico dovrà ga-rantire una fase di accompagna-mento per consentire l’equilibriodella transizione medesima.Tanto più per la considerazioneche il contesto nel quale ci si muo-ve è caratterizzato da una profon-da crisi economica e segnato dasofferenze ideali, politiche e strut-turali che necessitano un impegnocorale e congiunto ed una assun-zione di responsabilità da parte ditutti ed, in particolare, delle Isti-tuzioni che sono deputate a garan-tire il benessere delle comunità cherappresentano.Una di queste Istituzioni, e non traquelle di secondo piano, è l’UnitàSanitaria Locale che opera sul no-stro territorio.La tutela del diritto alla salute, lagaranzia di pari trattamento ed at-tenzione di fronte alla malattia rap-presentano punti cardine della si-curezza sociale e sono condizioneper uno sviluppo armonico e civi-le della collettività.Ad altri, in altra parte del giorna-le, riflettere se la gestione dellasanità e dell’ospedale, che ne è unacomponente fondamentale, ri-sponde in termini di numeri delleprestazioni, per la qualità delle me-desime, per i tempi con le qualivengono prestate, per la percezio-ne che gli utenti ne hanno, a quelbisogno di sicurezza sociale chela collettività richiede.E’ pur tuttavia vero che, oltre allamissione fondamentale di tuteladella salute, l’universo sanità haanche una forte valenza economi-ca con relativo impatto sulla real-tà territoriale.Non sfugge a nessuno, infatti chela A.S.L. sia la maggiore aziendadel nostroComprensorio sia per numero dioccupati, sia per movimen-tazionedi risorse. Sotto quest’ultimoaspetto vorrei fare alcune consi-

A tutt’oggi non se ne sa nulla nep-pure a livello di proposteprogettuali.- Secondo punto: il vecchio ospe-dale di Piazza Duomo.Il vecchio ospedale è sede del Cen-tro Studi Città di Orvieto, una fon-dazione che ha come scopo la rea-lizzazione e gestione di corsi resi-denziali di alta formazione, fre-quentato da studenti e laureati ita-liani e stranieri con significativi ri-torni in termini economici per lacittà.L’affitto per una porzione dell’im-mobile ammonta a 370.000 euroall’anno, cifra spropositata rispet-to al valore reale della struttura,che il Comune di Orvieto non è piùin grado di pagare.Non c’è stata disponibilità né perun significativo abbattimento del-l’affitto, né per verificare, magaridi concerto con la Regione, la pos-sibilità di un comodato gratuito al-meno fino alla definitiva destina-zione della struttura stessa. E, in-tanto, l’ospedale resterà vuoto edil Centro Studi cerca una impro-babile casa.- Terzo punto: il nuovo ospedale.Per un periodo fin troppo lungo siè parlato del nuovo ospedale comedi una utopia; poi l’utopia è diven-tata realtà stimolando grandi spe-ranze non solo per il miglioramen-to delle prestazioni sanitarie ma,anche, per il ruolo attrattivo cheuna struttura moderna, funzionale

derazioni e porre una domanda:ecioè se in un momento particolar-mente difficile e complicato, qua-le è quello che stiamo attraversan-do sotto il profilo finanziario, laDirigenza dell’Azienda Sanitariasta facendo tutto il possibile perconcorrere ad uscire dal tunnel?Ed ancora: l’Azienda Sanitariainteragisce nella costruzione di unaprogettualità integrata finalizzataalla individuazione ed alla esalta-zione delle vocazioni del territo-rio o si pone, nei confronti del me-desimo, come mera erogatrice diservizi?Le risposte non sono confortantialmeno su tre punti.- Primo punto: il Palazzo della Sa-lute.Da alcuni anni la Regione Umbriaha acquistato una parte della ex ca-serma Piave per la realizzazionedel Palazzo della Salute indivi-duando la copertura della spesa siacon l’alienazione dell’attuale sededel Distretto sanitario (ex INAM),sia con l’alienazione del palazzodi Roma derivante dalla donazio-ne De Solis.L’operazione avrebbe comportatoun significativo miglioramentodelle prestazioni sanitarie ma an-che un innegabile miglioramentodella appetibilità sul mercato del-l’area della Piave che resta la ri-sorsa fondamentale a disposizio-ne del Comune per uscire dallacrisi finanziaria che lo attanaglia.

THINK TANK OrvietoSuppl. a primapagina

edizione n.5/2011Aut. Trib. Montepulciano

n. 236 del 22.11.90Roc n. 18473

Dir. resp.Marco Lorenzoni

[email protected]. 3298374999

Coordinatore diredazione

Roberto Nativi

Coordinamento diredazione

Andrea Scopetti,Carlo Carpinelli,Gianluca Foresi,Jamila Mansour,

Lorenzo Mencarelli,Rodolfo Ricci, Lara Salvucci

Hanno collaboratoa questo numeroAnnarita Cossu,Cecilia Stopponi,

Donatella Belcapo,Gianni Mencarelli,

Giiuseppina Barloscio,Yari Lupatelli,Mario Tiberi,Mirco Luzi

Valentino Filippetti

Istituzioni, cittadinie Asl: un rapporto

da ricostruire

IL PUNTO DI VISTA

ed efficiente avrebbe avuto rispet-to ai territori circostanti.Oggi quella capacità di attrazionesi è appannata per una serie di fat-tori quali la non rispondenza tra ladefinizione di “ospedale del-l’emergenza” e la effettiva dotaz-ione di risorse, personale ed attrez-zature; l’insorgenza di una marcatainsoddisfazione delle professiona-lità che lavorano nel complesso;il distacco della cittadinanza chepercepisce la gestione della no-stra sanità in maniera burocraticae distante.Forse quanto citato risulta margi-nale rispetto alla sostanziale tenu-ta della sanità pubblica in tutte leaccezioni, ma è comunque unaspia di un rapporto non armonicotra cittadini, istituzioni locali e di-rigenza A.S.L. che forse merite-rebbe un momento di riflessione.

Carlo Carpinelli

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THINK TANK5

La Sanitàorvietana vista

dai cittadini

I dati di CittadinanzattivaTribunale per i Diritti del Malato

Proviamo a fornire alcuni elementiutili alle valutazioni con i risultatisulla qualità e i livelli di accessi-bilità delle strutture sanitarie pub-bliche dell’Umbria, valutati diret-tamente dai cittadini, che sono statifotografati nell’anno 2010dall’Audit civico, progetto diCittadinanzattiva dell’Umbria,voluto e finanziato dalla RegioneUmbria. Un esempio di“empowerment” con risultati rac-colti in sei rapporti locali che de-scrivono in modo dettagliato larealtà di un mondo che fino a ieriera considerato spessoautoreferenziale.I risultati medi conseguiti dalle 6aziende umbre si collocano tutti,tranne un’eccezione, nella fasciadi punteggio discreto ( IAS 61 –80). Prima tra le Aziende l’Ospe-dale Santa Maria della Misericor-dia di Perugia con un punteggiomedio di 76 seguita dalla Asl 3(Foligno - Spoleto ) con IAS 74.Il divario si accentua con la ASL1 (Alto Tevere – Alto Chiascio) eASL 2 (Perugia – Assisi – Trasi-meno – Medio Tevere) che otten-gono entrambe uno IAS 62 e conl’Ospedale Santa Maria di Ternicon IAS 61. Si colloca nella fasciadi punteggio mediocre la ASL 4(Terni – Narni - Amelia - Orvieto) con IAS 60.Buoni i valori compresi tra l’81 eil 100 del fattore accesso alle pre-stazioni sanitarie. E’ il caso dellaASL 2, della ASL 3 e dell’Ospe-dale S. Maria della Misericordiadi Perugia.Ampio è il numero di agende diprenotazione disponibili al CUP adeccezione della ASL 4 di Terni chepresenta situazioni diversificate tracentri di salute, poliambulatori epresidi ospedalieri.Delicati i valori relativi al fattoretutela dei diritti e miglioramentodella qualità ( procedure di quali-tà e sostegno all’attività di segna-lazione e reclamo) dove solo i 2ospedali maggiori ottengono ungiudizio positivo. In generale sisegnala come il punteggio di que-sto fattore tenda notevolmente adiminuire soprattutto nelle struttu-re territoriali (centri di salute,poliambulatori, SERT e CSM)dove si osservano le situazionipeggiori.Un punteggio discreto è raggiuntoda 5 strutture su 6 nel caso del fat-tore personaliz-zazione delle cure,rispetto della privacy, assistenza aidegenti. Gli indicatori hannospaziato dagli aspetti dell’umaniz-

zazione, orari della giornata, me-diazione culturale, procedure didimissione, assistenza ai nonautosufficienti ecc… Bassa la di-sponibilità di posti/poltrone lettoper i parenti che assistono malatinon autosuffi-cienti: la situazio-ne migliore nelperugino, quellapeggiore anche serelativamente con-tenuta è nel ter-nano.I punteggi meditendono ulterior-mente a diminuireriguardo al fattoreinformazione e co-municazione.Tutte le aziende in-fatti confluiscononella classe di pun-teggio mediocre:ad esempio manca-no le informazionisui diritti e doveri dei cittadini, inalcuni casi la cartellonistica conl’orario di ricevimento del perso-nale medico, l’inadeguatezza delmodulo di consenso informato,l’assenza di procedure e/o stru-menti per favorire la condivisionedei dati clinici del paziente tra imedici ospedalieri e i medici dimedicina generale.Giudizio abbastanza buono per laASL 3 di Foligno e per l’Ospeda-le S. Maria della Misericordia diPerugia in termini di comfort; va-lutazione diversa nel caso del-l’Ospedale Santa Maria di Ternidove nelle parti comuni sono sta-ti rilevati segni di fatiscenza allepareti, vetri rotti, finestre che nonsi chiudono, rifiuti o altro mate-riale abbandonato, soffitti e/omuri con ragnatele e macchie dimuffa.Ed ancora per il fattore gestionedel dolore solo la ASL 3 e l’Ospe-dale S. Maria della Misericordiadi Perugia rispondono agli

standard richiesti.Il fattore prevenzione mette d’ac-cordo 5 aziende su 6: i programmidi screening per la diagnosi pre-coce dei tumori sono praticati daquasi tutte le aziende sanitarie, lapercentuale di adesione alla

mammografia è molto alta nellaASL 2, 3 e 4, così come quella delpap test per la Asl 1.Infine per ciò che riguarda la com-ponente Coinvolgimento delle or-ganizzazioni civiche nelle politi-che aziendali la variabilità dei pun-teggi è marcata: solo la ASL 1 el’Ospedale Santa Maria di Terniottengono un punteggio migliore,poiché il resto delle aziende nel-l’attuazione e funzionamento de-gli istituti di partecipazione degliutenti e in altre forme di parteci-pazione e interlocuzione dei citta-dini rasentano un punteggio tra ilpessimo e lo scadente.Un altro strumento di valutazioneè il rispetto della carta europea deidiritti del malato che aspettanoancora di divenire doveri fonda-mentali per le Aziende Sanitarie,le quali stentano nell’applicare i 14diritti, ma anche i contenuti deipiani sanitari, giustificandol’inefficienze presenti con proble-mi di scarsità di risorse finanzia-

rie, pur necessarie, ma che nongiustificano ritardi e mancanze de-cisionali che a volte esulano daproblemi finanziari. Infondo al cit-tadino che si e visto chiamato: pa-ziente, utente, cliente, interessasoltanto una risposta al suo biso-gno di salute che necessariamen-te deve passare nelle mani di pro-fessionisti qualificati nominatisulla base di competenze e non diappartenenze politiche, dediti adun servizio prioritariamente pub-blico e non basato come accadutoanche nella cosiddetta “SanitopoliUmbra” nello scambio di favori /voti.Per democratizzare il servizio sa-nitario, potremmo definire comeprioritari i seguenti punti: traspa-renza, legalità e partecipazione,valutazione ad opera di soggettiterzi, attenzione ai soggetti debo-

li, contrasto all’ingeren-za della partitocrazia,nomine fatte non sullabase dell’appartenenza.ma della competenza.Inoltre nessuno si scan-dalizzerà se in un pros-simo futuro le Aziendesanitarie in Umbria si li-mitassero al massimo adue, come dovrebbe ri-dursi il numero dellestrutture ospedaliere chebruciano quantità enor-mi di risorse senza dareadeguati servizi. Oggi èpossibile grazie alla tec-nologia e alle comunica-

zioni mettere veramente in rete gliospedali, specializzandoli alcuni,senza la pretesa di avere tutto “sot-to casa”, ma di essere sicuri checon un buon servizio delle emer-genze si sapranno gestire i casi el’appropriatezza dei ricoveri instrutture adeguate ai bisogni, poie oltre quanto sopra, puntare su unassoluto potenziamento della pre-venzione come obiettivo priorita-rio per ridurre costi, ma anche esoprattutto malattie evitabili.

Fonte:Cittadinanzattiva dell’Umbria -Il Tribunale per i Dirittidel MalatoAnna Rita CossuSeg. RegionaleGianni Pietro MencarelliCoordinatore Orvieto

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THINKTANK

Proposta: Orvieto centrale unica del 118

Sanità e sistema sociosanitario: Concina si defila“Sulla salute dei cittadini non ci si dovrebbe dividere. E invece...”

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ORVIETO - L’ 11 aprile, ilConsiglio Comunale ha respin-to (10 contrari Concina, Frizza,Cencioni, Leoni, Olimpieri,Meffi, Pizzo, Sborra, Ranchino,Tonelli e 7 favorevoli Belcapo,Bugnini, Germani, Gialletti,Moscetti, Ricci, Stopponi) un or-dine del giorno per chiedere la“convocazione urgente di unaseduta straordinaria del Consi-glio Comunale di Orvieto dedi-cata esclusivamente a dibatterele problematiche inerenti al si-stema socio-sanitario territoria-le” alla presenza dei rappresen-tanti regionali, dei Parlamentariumbri, del Direttore GeneraleASL4, dei Direttori Sanitari e diDistretto, del rappresentante del-la Conferenza dei Sindaci, delleCooperative Sociali e delle As-sociazioni di Volontariato.Tutto ciò, con l’intento di porta-re le questioni sanitarie più im-portanti nel luogo deputato a rap-presentare la città di Orvieto e isuoi abitanti e fissare priorità edimpegni.Sulla tutela della salute dei cit-tadini non ci si dovrebbe divide-re, così come sulla richiesta diuna maggiore qualità dei servizisanitari dell’ospedale di SantaMaria della Stella.

Eppure, il centrodestrache governa il Comunedi Orvieto, è riuscitopure in questa difficileimpresa, ha reagitoistericamente alla di-scussione e ha votatocontro.Nuovamente, i pregiu-dizi di una parte, diquella stessa parte chenel Lazio smonta e de-molisce i presidi sanita-ri senza preoccuparsidella loro funziones o c i a l e ,sono stati,ancora unav o l t a ,anteposti al-l’interesse ge-nerale della cit-tà.Il testo messo aivoti non taceva sul-le criticità presentiall’interno del nostropresidio sanitario, inparticolare quelle esplo- se negliultimi tempi che hanno causatopesanti ripercussioni su uno deidiritti fondamentali e universal-mente riconosciuti alla personaumana: la tutela della salute.Tali criticità vanno essenzial-

mente a col-pire le fa-sce piùf r a g i l iq u a l iquelled e l -

l’infanzia,della terza età e di

coloro che usufrui-scono diredditi al limite della sopravvi-venza. Durante la presentazionedell’ordine del giorno il sinda-co è stato invitato, con cortesema ferma insistenza, ad assume-re l’iniziativa che gli spetta dal-l’autorevole ruolo che ricopre eche la normativa gli permette di

esercitare, perché la tutela dellasalute non ha colore politico népuò diventare la camera di sfo-go di risentimenti e rancori. Purtroppo il sindaco Concina siè, però, defilato.Evidentemente, né lui né la suamaggioranza, ritengono oppor-tuno occuparsi di sanità o dellavita quotidiana delle persone.Non tutta la politica cittadina,probabilmente, ritiene prioritarioquesto tema e ancora una voltagli effetti negativi, di questocomportamento, ricadranno suicittadini.

Donatella Belcapo(consigliera comunale)

Orvieto Centrale Unica del 118 In virtù della perfetta collocazio-ne territoriale, (Orvieto è l’unicoOspedale che sta sull’AutostradaRoma Firenze che presto con larealizzazione della complanaresarà immediatamente accessibile),vista anche la volontà della Presi-dente Regionale Katiuscia Marinidi creare un accorpamento di tut-ti i servizi, in una unica centraledel 118, perché non rivendicareun ruolo per il nostro presidio al-l’interno della rete dell’emergen-za, considerato che per il nostroterritorio, l’ospedale rappresentala più importante azienda?Secondo noi, nel riordino del 118Orvieto può giocare un ruolo daprotagonista. In che modo?

Analizzando il quadro attuale del118 le centrali operative sono at-tualmente presenti a Perugia,Foligno e Terni . Queste realtàhanno già di suo molte risorse va-lorizzate, nel dettaglio:Perugia ha appena inaugurato unpoliclinico universitario che van-ta al suo interno varie e vere ec-cellenze, sommate all’Universitàche rimarrà come polo unico, aparte un paio di dipartimenti cheforse verranno dislocati a Terni .Foligno si è vista dirottare molterisorse per il nuovo Ospedale, damolti ritenuto sovradimen-sionatoper la realtà ospedaliera di quel-l’angolo di Umbria.Terni ha di suo un’aziendaospedaliera autonoma e, oltre a

questo, 2 dipartimenti universita-ri verranno trasferiti nella realtàternana.Detto questo e considerando cheil 118 è un servizio territoriale enon ospedaliero, perché inserirela centrale operativa a Terni, Pe-rugia o Foligno, che sono già sta-te valorizzate, e non essere audacie chiedere che la centraleoperativa che la presidentevuole realizzare in Umbria,sia ad Orvieto?L’ospedale dell’emergenzac’è, la piastra dell’emergen-za ( II° piano) c’è la zona perun eliporto è da tempo stataindividuata e autorizzata,basterebbe supportare e po-tenziare i servizi dell’emer-

genza presenti al II° piano diven-tando un grande Pronto Soccorsoper la stabilizzazione e losmistamento dei pazienti,riacquistando un ruolo autorevolea livello di struttura e di valoriz-zazione territoriale, ma anche que-sto progetto di lunga visione nonspetterebbe alla politica?

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THINK TANK7

La popolazione anziana è forte-mente presente nel nostro terri-torio e con l’allungarsi della vitavede aumentare le problematichelegate all’assistenza sia socialeche sanitaria.L’Associazione “ M.CristinaPiccolomini –ONLUS “ si ponecome scopo statutario e attivitàistituzionale la promozione di unmovimento tendente a recupera-re il rispetto e l’osservanza delledisposizioni testamentarie relati-ve al lascito Piccolomini e al le-gato testamentario De SolisFaina.Entrambe le volontà sono a fa-vore della popolazione anzianadi Orvieto, in particolare:Oltre 100 anni fa la ContessaM.C. Piccolomini ha lasciato ilsuo intero patrimonio per la cre-azione di un Ospizio nella Villadi San Giorgio, con lo scopo di “ricoverare Vecchi e Vecchie cro-nici impotenti al lavoro…..”;Con testamento pubblicato il16.02.59, la Contessa Sabina deSolis Ciogni Faina ha donato ilPalazzo di p.zza Nicosia,25 inRoma all’Ospedale Civile di Or-vieto con lo scopo di fare unacorsia per i vecchi cronici malatinon accolti all’Ospizio locale di

San Giorgio, né assistiti dalleloro famiglie.”Queste due donne illuminatehanno fatto una grande cosa,quanto mai necessaria anche aitempi nostri. La Villa di San Giorgio, a lun-go chiusa, è stata riattivata inparte con la creazione di 20 po-sti di residenza protetta, permalati gravi e che necessitanodi assistenza continua.Ma questo non basta servono al-tri posti da destinare ai malaticronici.Presso l’Ospedale di Orvieto nonesiste nemmeno un Reparto di

Geriatria (è stato soppresso SIC!)né tantomeno sono stati attivatiposti di Residenza Sanitaria As-sistita: quindi le necessità delmalato anziano cronico non tro-vano alcuna risposta mirata (nonostante quanto previsto nelpiano sanitario regionale ).Serve una volontà mirata, inquanto la ASL dispone di un va-lore aggiunto per il nostro terri-torio, dato proprio dal legato te-stamentario della Contessa DeSolis.Con sentenza della Corte diCassazione a sezioni riunite det-to Palazzo, infatti, nell’Aprile del

2006 è passato definitivamentedi proprietà della ASL 4 di Terni,che al momento della soppressio-ne della ASL di Orvieto ha in-corporato tutte le strutture com-preso l’Ospedale di p.zza Duo-mo.L’immenso valore del Palazzo,sito in una zona centrale di Romae disposto su 5 piani, o sempli-cemente il reddito che se ne puòricavare possono costituire vera-mente una svolta nell’assistenzapubblica agli anziani del nostroterritorio .Le rassicurazioni date sull’osser-vanza del Legato sono vaghe edequivoche, serve una azione for-te da parte del Consiglio Comu-nale di Orvieto- a tutela degli in-teressi della popolazioneorvietana – affinchè si fissinodate e azioni certe .Fino ad oggi , nonostante le in-numerevoli sollecitazioni, ciònon è avvenuto e così si rischiadi perdere tutto nei meandri del-la burocrazia!La perdita per il nostro territoriosarebbe enorme, cerchiamo tuttiinsieme di evitarlo !

La PresidenteGiuseppina Barloscio

Un’eccellenza aservizio degli

anzianidell’orvietano

L’Associazione “Maria Cristina Piccolomini”

L’attività dell’ospedale di Orvieto in cifre

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THINKTANK

di MARIO TIBERIIL GIAN BURRASCA

nella foto: Rembrandt - “La lezionedi anatomia del dottor Tulp”

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Spigoli

“Non dirmi chi sei, dimmi cosa hai”.L’iscrizione testé accennata, scolpita su una lapide

marmorea, ebbi la ventura di leggerla nell’androne di in-gresso ad un minuto Ospedale di provincia situato nel

Nord-Est della nostra Penisola.Dopo il giuramento di Ippocrate e le formule magiche diEsculapio, quella iscrizione potrà senz’altro essere anno-

verata tra le migliori attribuibili alla letteratura medicanel corso della sua storia.

Al curante, chiunque esso sia, non deve infatti interessa-re l’identità del paziente o la sua collocazione nell’ordi-

ne gerarchico dei ceti sociali, ma suo unico compito edovere sono quelli di approntare un’attendibile e veritie-ra diagnosi al fine di predisporre tutte le cure necessarie

alla risoluzione del caso clinico sottoposto alla sua atten-zione, senza distinzioni

di lingua, razza, religione o censo.Deve usufruire, infatti, di corsie preferenziali chi è in vi-

sta, chi è potente, chi è ricco, chi può vantare amiciziealtolocate o, non piuttosto, chi non ha nulla se non l’as-

sillante problema del suo cagionevole stato di salute?.

E chi già soffre, deve mai dannarsi l’anima tra sigle diservizi e uffici spesso indecifrabili, tra liste di attesa lun-ghe da qui all’iperuranio, tra forsennati andirivieni da un

ambulatorio all’altro, prima di vedersi a malapena rico-nosciuto il proprio sacrosanto diritto alla salute e il suo

tanto sospirato soddisfacimento?.Nel corso degli anni, troppe risorse umane e pecuniarie

sono state gettate alle ortiche e così, giorno dopo giorno,scandalo dopo scandalo, inefficienza dopo inefficienza,è andata via via ammalandosi proprio colei che dovreb-

be provvedere alla “mens sana in corpore sano”: la sani-tà pubblica.

Operatori sanitari coscienziosi e solerti, dall’ultimoportantino fino al massimo luminare, ve ne sono a biz-

zeffe; ciò che manca è il “manico” direzionale, la guidailluminata che sappia organizzare, impostare, indirizzare

e, soprattutto, che sappia rifuggere dal paralizzanteburocratismo delle scartoffie, degli ordini di servizio

isterici e insensati e da quella che, con colorita espres-sione, potrebbe essere appellata come la “politica della

siringa infetta e maleodorante”.Verrebbe, giunti al capolinea, la tentazione di capovol-

gere la locuzione iniziale e rivolgersi alla pubblica sani-tà, affermando e domandando: “Non dirmi cosa hai per-

ché già so che non godi di buona salute.Dimmi piuttosto chi sei, un fantasma sfuggente o una

fatina dallo sguardo materno e soccorrevole?”.Sursum corda, per non essere

disperanti e menagrami!

Sarà proprio vero che la sovranità appartiene al popolo?Credo proprio di no, basti pensare all’ultimo testo meglio conosciuto come“fine vita” approvato nelle ultime settimane dal nostro Parlamento.In questo scritto è presente una norma che viola palesemente l’articolo 32

della nostra Costituzione in quanto va ri-cordato che i nostri padri costituenti ave-vano previsto già in tempi non sospettiche i limiti del rispetto della personaumana sono inviolabili e non possonoessere superati da nessuna legge.Il testo pocanzi citato dà in mano ad unmedico, magari anche obiettore di co-scienza, di poter modificare arbitraria-mente e senza alcun diritto le volontà delmalato. Vorrei sottolineare che la sceltadi porre fine ad una vita umana non è maifacile, ancor di più se si tratta di familiario persone a noi care, ma a volte la vita ci

mette di fronte a situazioni ove la fine è solo rimandata di qualche mese.Noto enormi difficoltà da parte di alcuni esponenti politici ad affrontare que-sti temi, tant’vero che nessuno è intervenuto a difesa delle del Dott. Panella inmerito alla nomina del Dott. Ciacca attuale primario del reparto di Anestesiae Rianimazione dell’Ospedale Santa Maria della Stella di Orvieto. Ricordoche nell’interrogazione posta dal capogruppo UDC in consiglio regionale,Sandra Monacelli (foto sopra), veniva posto l’accento sui criteri di scelta chehanno spinto il direttore della ASL di Terni a nominare il Dott. Ciacca , nonrispetto alla professionalità di quest’ultimobensì solo perché è esponente dell’Associa-zione “Luca Coscioni”.Credo che il vivere di ogni essere umano pos-sa essere degno se, e solo se, vissuto nelleproprie piene facoltà ovvero senza essere at-taccato a nessuna macchina che, lo si vogliao no funge in quel momento da organo arti-ficiale. Se la vita è degna di essere vissutasempre e ritengo sia giusto, allora faccio uninvito: lasciamo che la scienza possa in tuttii modi, e non solo quando ci è utile, salvarcila vita. Permettiamo, perché no, anche lafecondazione eterologa – l’adozione ai single– insomma permettiamo tutte le forme divita.

Yari Lupattelli

Chi decide se è vitaoppure no?

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THINK TANK

Un legame antico esolido con Orvieto

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Castiglione in Teverina da sem-pre è legata ad Orvieto da moltipunti di vista, quali sono i rap-porti tra le due realtà?L’origine di Castiglione inTeverina si deve alla famigliaorvietana dei Monaldeschi e quin-di il legame di Castiglione conOrvieto è sin dalla sua nascita.Così come oggi è sin dalla proprianascita il legame che i castiglionesihanno con Orvieto. Gran parte del-le nascite nel nostro paese si regi-strano all’ospedale di Orvieto, cosìcome si studia, si lavora e si fannoacquisti ad Orvieto. Orvieto dun-que, vista la sua vicinanza (15 km)è sicuramente un punto di riferi-mento socio-economico per icastiglionesi. Non lo è però dalpunto di vista amministrativo, ben-ché il territorio comunale di Ca-stiglione in Teverina confini permetà con quello di Orvieto. I con-fini amministrativi regionali han-no rappresentato un vero e propriohandicap per sviluppare politicheterritoriali comuni.Sicuramente l’ospedale di Or-vieto serve anche l’utenza del-l’alto Lazio, qual è il vostro giu-dizio?

La facilità di collegamento, ancheper mezzo del trasporto pubblico,il servizio di Pronto Soccorso piùvicino, hanno da sempre spinto icastiglionesi a rivolgersi pressol’Ospedale di Orvieto per le curedella propria salute.Certo, conl’avvio della nuova struttura si spe-rava che fosse corrisposto ancheun potenziamento dei servizi sa-nitari ed ospedalieri. Ciò non è av-venuto e quello che oggi è più evi-dente per gli utenti sono le lunghe

liste d’attesa. Comunque l’Ospe-dale S. Maria della Stella resta oggiuna struttura sanitaria a cui icastiglionesi non rinuncerebberomai. Anzi, in prospettiva, visti iprovvedimenti attuati dalla Regio-ne Lazio di depotenziamento de-gli ospedali di Montefiascone e diAcquapendente, l’Ospedale SantaMaria della Stella di Orvieto di-venterà ancora più attrattoredell’utenza laziale, per cui auspicoche gli amministratori, le forzepolitiche e sociali orvietane pos-sano avere dalla Regione Umbriaquella giusta attenzione in terminidi potenziamento di personale spe-cializzato e di tecnologia di cuil’Ospedale orvietano oggi neces-sita.Quale iniziative si potrebberoavviare per intensificare la col-laborazione tra queste due real-tà?Le difficoltà economiche che que-sto territorio sta attraversando ne-

cessita, e anche subito, di avviareun confronto tra le amministrazio-ni territoriali e le rappresentanzesociali per definire una strategia euna programmazione di rilancioeconomico di questo territorioumbro-laziale. E’ chiaro però chealla base ci debba essere una con-creta partecipazione delle Regio-ni Umbria e Lazio.La promozione turistica ad esem-pio può essere un settore in cui sipossono create sinergie. Orvietoha una buona capacità ricettivacon la presenza delle strutture al-berghiere utile ad integrare la pro-pria offerta turistica con quelladell’alta Tuscia consentendo unamaggiore permanenza dei turistisul territorio. Certamente ilbinomio vino e turismo può rap-presentare un elemento su cui pun-tare. E questo è legato anche adun rilancio del vino Orvieto, chepuò trovare anche nel Museo delVino di Castiglione, unico nel suogenere a livello nazionale. un’op-portunità da cogliere per tornaread essere un punto di forza del-l’economia agricola, culturale eturistica del comprensorio orvie-tano.

Intervista al sindaco di Castiglione in Teverina Mirco Luzi

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THINKTANK 10

“La politica lasci la strada dei compromessie ricominci a programmare e progettare”

In questo numero di Think Tankparliamo di sanità e assetti sociosanitari ad Orvieto e nel com-prensorio orvietano.A tal proposito abbiamo rivoltoalcune domande a CeciliaStopponi, capogruppo diRifondazione Comunistaed ex assessore alla sani-tà al Comune di Orvieto.

Prima domanda: cosasignifica, oggi, tutelareil diritto alla salute deicittadini?

Trovo ancora estrema-mente attuale rifarmi, aiprincipi etici di massimache hanno ispirato l’azio-ne degli ultimi Piani Sa-nitari Nazionali, nonchégli obiettivi dell’Unione Europeain tema di salute:1) la salute è un diritto dei cittadi-ni, così come lo sono le azioniconseguenti per la sua tutela;2) si sancisce la prevenzione sa-nitaria e la promozione della sa-lute come area fondamentale;3) si sancisce che: “per risponde-re pienamente ed in maniera spe-cifica ai nuovi bisogni di salute,si deve attuare una STRATEGIACOORDINATA DI INTERVEN-TI DELLE DIVERSE ISTITU-ZIONI. E’ cioè necessariaun’impostazione intersettorialedelle politiche per la tutela dellasalute, che contempli anche lepolitiche sociali, ambientali edenergetiche, quelle del lavoro,della scuola, dell’istruzione, del-le politiche agricole e di quelleproduttive”.Finalità individuate anche daglistudi della regione Umbria cherendono chiaro quanto la salute epiù ancora il benessere siano il ri-sultato della combinazione di fat-tori diversi, ma inscindibili nellaloro azione.Dovremmo attuare una vera e pro-pria rivoluzione culturale che ciconsenta di ragionare nella prati-ca quotidiana non più a comparti-menti stagni ma che ci permettadi ricercare tutte le soluzioni perconcorrere alla realizzazione del-

lo stato di salute e benessere dellapersona.

Che ruolo svolge in questo sen-so l’Ospedale di Orvieto?

L’Ospedale di Orvieto, nonostan-te presenti tutte le problema-ticitàpiù e più volte evidenziate, lamen-tate, denunciate da cittadini, par-titi, istituzioni e rappresentantiistituzionali, è da intendersi comeuno degli strumenti che influisco-no sullo stato di salute della po-polazione, insieme ai servizi ter-ritoriali, a quelli socio assistenzialie delle “politiche” che un gover-no riesce ad immaginare e realiz-zare per la propria comunità.; èE’su tutto questo che dovrebbe es-sere aperta una discussione cheevidenzi il grave stato di regres-sione e recessione che il nostro ter-ritorio complessivamente vive.

Quale e quanta è, secondo te,l’attenzione che la Regione Um-bria rivolge alle politiche socio-sanitarie del nostro territorio?

Alle politiche regionali va ricono-sciuto, pur nelle innegabili diffi-coltà derivanti dalle politiche na-zionali, di essere riuscite a man-tenere una visione strategica, ga-rantendo un livello alto dell’orga-nizzazione socio-sanitaria, salva-guardando il principio del “dirit-to alla salute” dei propri cittadini,tenendo anche conto delle diffe-renti realtà socio-economiche,demografiche, strutturali.In questa organizzazione socio

sanitaria dell’Orvietano, indivi-duato e vissuto come territorio dicerniera, o meglio di frontiera, fupensata per rispondere, in modoautonomo, al bisogno di salute deicittadini, individuando un’a orga-nizzazione territoriale capillare efunzioni di cosiddetta “emergen-za/urgenza” al suo presidioospedaliero.Disegno strategico che ad oggi nonè stato modificato negli atti, mache ancora non riesce a trovare ilsuo compimento, nonostante nelresto dell’Umbria si siano realiz-zati o siano in fase di completa-mento i progetti previsti nei varipiani sanitari.

Siamo quindi passati da territo-rio di frontiera a territorioemarginato?

Viene da chiedersi, al di là deldisagio, della rabbia, della perce-zione diffusa di un sistema sanita-rio che proprio ad Orvieto sembranon riuscire ad essere adeguato,quali siano i motivi per cui daoltre un decennio, nonostante pun-tuali denunce, discussioni, con-fronti, prese di posizione, comita-ti cittadini, e quant’altro, si fatichicosì tanto a raggiungere quella or-ganizzazione che consentirebbe diportare a compimento quel dise-gno strategico.

Quali sono i problemi principa-li?

Sono gli stessi ormai daanni: carenza di risorsefinanziarie per i necessa-ri investimenti, per la do-tazione organica di per-sonale, medico, infermie-ristico, tecnico, per il ne-cessario ammoder-namento strutturale, tec-nico diagnostico, l’ade-gua-mento di alcuni re-parti e la realizzazione dinuovi, l’adeguamentodelle strutture residenzia-li e semiresi-denziali disgravio verso i ricoveriimpropri, per la protezio-ne della non autosuf-

ficienza e della fragilità sociale. Ilpotenzia-mento del rapporto ospe-dale - territorio, del lavoro da farecon i medici di medicina generalee gli specialisti coinvolti nel per-corso .Insomma la realizzazione ditutte quelle misure atte a garantireefficacia, efficienza, congruità,qualità e sicurezza delle prestazio-ni sanitarie erogate.

Quali sono per te le priorità?

uUn lavoro attento e profondo nel-la direzione di restituire/guadagna-re lo spirito di lavoro di équipe, laconsapevolezza che la “squadrapubblica” può e deve rappresen-tare l’eccellenza.E’ necessario far riconquistare aimedici ed al personale tutto, il va-lore individuale del lavoro svolto,le motivazioni professionali, le op-portunità di crescita individuale eprofessionale.La Regione deve pronunciarsi sul-la validità dell’obiettivo strategi-co a suo tempo individuato e diconseguenza individuare le risor-se finanziarie da destinare alla suarealizzazione, indicando tempicerti e brevi.La “politica”, poi, deve riap-propriarsi del proprio ruolo di pro-grammazione e progettazione ab-bandonando la ricerca di equilibrie compromessi che fin troppospesso ha determinato situazioni distallo se non di vera e propriaregressione.

Andrea Scopetti

Intervista a Cecilia Stopponi, capogruppo di Rifondazione Comunistaed ex assessore alla sanità del Comune di Orvieto

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THINK TANK11

Agli inizi del 2011 i Sindaci del-l’Orvietano hanno fatto le pro-prie osservazioni e dato sugge-rimenti al Piano Attuativo Lo-cale proposto dal Direttore Ge-nerale della ASL 4. Innanzi tut-to si raccomandava che “gli in-terventi prioritari in campo sani-tario” debbano rafforzare la co-esione sociale tra le persone e trale stesse istituzioni. Rivendican-do la competenza nella “segna-lazione oggettiva dei bisogni” iSindaci indicavano la strada del-la garanzia dei livelli essenzialidi assistenza socio-sanitaria.

Ecco in sintesi alcuneindicazioni:

La prevenzione/promozione del-la salute, attraverso l’azione delDipartimento di Igiene e Preven-zione che si occupa di preven-zione infortuni.Una azione di prevenzione deldiabete e coinvolgere i medicidi base nell’informazione/pro-mozione della salute elementoritenuto essenziale da sviluppa-re per diminuire i tempi di attesadelle visite per invalidi civili elegge 104/92.Il Distretto Sanitario di base diOrvieto con la sua articolazionecapillare ( 2 centri salute, 5 PES)da consolidare negli organici pergarantire non solo una buona sa-nità territoriale, ma una efficaceazione di integrazione con i ser-vizi sociali, e sanitari con l’ospe-dale di Orvieto.Creare dei posti di riabilitazioneintensiva ed estensiva che attual-mente mancano salvo le dispo-nibilità (brevi) presso l’ospeda-le di Orvieto, magari attraversoconvenzioni con strutture priva-te per scongiurare i pesanti disa-gi di “migrazione” di 70/100 chi-lometri e spesso fuori Regione.La semiresidenzialità diurna èuna valida ed efficace “alterna-tiva“ ai ricoveri in residenze pro-tette.Il Distretto Sanitario di Orvietoè quello in Umbria con il più altoindice di invecchiamento, dovec’è da ricercare posti di RSA oranon presenti, e comunque i posti

di residenza protetta risultano in-sufficientiPertanto è necessario autorizza-re magari, scindendo l’operazio-ne dal convenzionamento, alme-no 50 posti di Residenza Protet-ta. considerando le criticità e lalista di attesa presente.Sostenerel’Assistenza Domi-ciliare Integrata (ADI) che nelnostro Distretto a volte è portataad “esempio” di qualità.Investire poi nella domiciliaritàdei servizi occorre sviluppando iservizi semiresi-den-ziali;intervenendo nella preven-zione dei rischi e promuovendostili di vita salubri. Implementa-re la continuità assistenziale e sta-bilire protocolli certi di dimissio-ni pazienti con l’ospedale;Le liste di attesa fonti di “annose”polemiche, costituiscono la pri-

ma causa di una immagine nongiusta della nostra Sanità chevanifica tutto quanto c’è di posi-tivo. La problematica va affron-tata con ogni intervento,dall’appropriatezza delle prescri-zioni ad una attenta indagine emonitoraggio delle necessità epriorità.In ordine all’area della salutementale essa deve esse-re riferimento territoria-le di un disegno sia dicura, di riabilitazione edi promozione di proget-ti integrati tra la comu-nità/famiglia e pazienti.Il SERT, le politiche de-stinate alla famiglia(consultorio, ecc….),dovrànno continuare adessere un punto cardine,di prevenzione, di inte-

grazione dove le risorse umanee finanziarie sono indispensabilia tutela della salute dei giovani,delle persone più deboli dellasocietà.“L’area ospedaliera” di Orvietotrova nella sua “mission” il Pre-sidio classificato quale punto diemergenza/urgenza , ma ancheriferimento di un territoriocomprensoriale di 43000 abitantied ora anche alla luce delle re-centi “modificazioni sanitarie”nella limitrofa provincia diViterbo (soppressione ospedaledi Acquapendente, Montefia-scone, ecc…..) sta operandosempre di più in un bacino mol-to più vasto.L’emergenza/urgenza dovrà es-sere garantita a pieno in tutte lesue articolazioni e specializ-zazioni.Le esigenze di un territorio concompetenze più larghe ed esteseai territori “Viterbesi” impongo-no assolutamente unadeguamento degli organici deimedici, tecnici, infermieri ecc….“La redditività economica” chederiva dalla mobilità passiva del“Lazio” dovrà essere reinvestitaa favore del nosocomio Orvieta-no, in termini di risorse umaneed investimenti.Il capitolo investimenti previstoda codesta Direzione Generale amaggio 2010 per l’ospedale diOrvieto dovrà essere completa-to ed eventualmente adeguato.Nel PAL si ritiene che dovrà es-sere esplicitata la pienaredditività del lascito De Solis diRoma a “favore” dei bisogni ecure della comunità compren-soriale, così come previsto dal-l’atto in argomento.

Ecco le indicazioni degliEnti Locali orvietani

SANITA’: IL PIANODEI SINDACI

DEL COMPRENSORIO

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ZIARUL ROMANESC è un’iniziativa italo/romena nata adOrvieto con l’obbiettivo di promuovere la conoscenza dellacultura romena e di quella italiana, di sviluppare i rapporti e gliscambi tra le due comunità e fornire a tutti informazioni edassistenza.

ZIARUL ROMANESC este o iniziativa italo/romana nascutain Orvieto cu obictivul de a promova cunoasterea culturiiromanesti si italiana , de dezvoltarea raporturilor de schimbintre cele doua comunitati si sa furnizeze informatii si asistenta.

Ziarul Romanesc THINK TANK Orvieto

L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Orvieto

Cu sprijinul Primariei din Orvieto

PROIECTUL SANATATEFEMEIE PREVENIREATUMORILOR FEMINILE

PROIECTUL ALAPTAREALA ACELASI NIVEL

“Alaptarea la acelasi nivel” este un proiect unic la nivel regional,vazut ca o încercare de a îmbogati cursurile pentru preparareaviitoarelor mame, deja existent în cadrul serviciului Consultoriodin Orvieto.“Proiectul pentru alaptare” – declara doctora Cleri- a început înluna decembrie 2009 în urma directivelor Organizatie Mondialede Sanatate (OMS) si a Fondului Natiunilor Unite Pentru Copii(UNICEF) care recomanda la toate tarile din lume sa actionezepromovarea alaptarii naturale (la sân), lucru determinant siprimordial pentru sanatatea copilului.Proiectul a fost realizat cu participarea fundamentala a Comuneidin Orvieto, care a pus la dispozitia A.S.L. (Agenda SanitaraLocale) fonduri care au fost folosite pentru ajutarea mamelor si acopiilor în primul an de viata.Cu aceste fonduri puse la dispozitia Consultoriului a fost posibilorganizarea unui curs de formare, la care puteau sa participefemei care alaptau copii la sân si care nu aveau o pregatire medi-cala. Scopul cursului a fost de a forma persoane care au avutexperienta alaptarii si în viitor vor sa ajute voluntar viitoarele mamecare vor sa alapteze copii la sân, explicându-le acestoraexperienta lor. Educatia de la egal la egal se bazeaza pe unprincipiu care este considerat eficace prin promovarea educatieisanitare, deoarece informatia este transmisa prin relatii emotionalesi semnificative, cum ar fi într-o reuniune informala prin schimbulde informatii si vorbind despre experientele lor.Prima faza a cursului prevedea o selectie a participantelor sihotarârea planificarii proiectului.La primele reuniuni persoanele care au participat au luat cuvântul,în acest mod fiecare exprimând ideile si exigentele sale, si asa,s-a nascut programul de formare coordonat de doctora Cleripsiholoaga Consultoriului.Cursul prevedea o prima faza de formare teoretica. A doua fazaa fost de informare psihologica si exercitarii practice.La sfârsit a fost un examen final si fiecare participanta a pregatito lucrare cu o anumita tema.Toate lucrarile au fost citite si comentate de toate participantelor.La sfârsitul cursului participantele au obtinut un atestat defrecventa. Femeile care au participat la acest proiect erau 17 laînceput, dar au fost selectionate si au ramas în 12.Persoanele formate sunt toate voluntare si deja au început dinluna martie 2011 sa fie operative pe teritoriul orvietan.De fapt, în viitor proiectul prevede ca persoanele care au facutcursul sa stea alaturi de grupul de operatori sanitari, sa fie prezenteîn Consultoriu, la cursul pregatitor pentru alaptare.O sa se tipareasca un prospect cu numele si numerele de telefona persoanelor care au participat la acest curs, aceste prospectevor fi distribuite la spitalul din Orvieto, la consultoriu si la cabinetelepediatrice orvietane ca sa se aiba posibilitatea si de o informaretelefonica, sau de un ajutor.La curs au participat si femei straine printre care si Ludmila otânara femeie de origine moldava, care a povestit experientasa.Ludmila a stiut de acest curs, pentru ca frecventa consultoriu,si deja facea un alt curs în cadrul consultoriului.Ea a decis sa participe pentru a fi mai bine informata si în sperantaca în viitor cu experienta ei v-a putea îndruma altepersoane.Ludmila spune ca a fost o experienta frumoasa, estemultumita ca a putut sa cunoasca alte persoane care au trecutprin aceeasi experienta, ca momentul particular al alaptarii la pututîmpartasi cu alte persoane.Alaptarea uneste toate femeile straine sau italiene, de asemeneadatorita acestui proiect este important a fi de ajutor femeilor strainecare nu au familia de origine alaturi.

Consultoriu ofera diverse servicii între care Pap Test (PapaNicolaou). Pot beneficia de acest serviciu gratuit toate femeile,si cele straine care nu au documente.Pap-Test (Papa Nicolaou) este un examen pentru prevenireacancerului de col uterin gratuit si nedureros, oferit din trei în treiani la toate femeile cuprinse între vârstele de la 25 de ani sipâna la 64 de ani, pentru sanatatea lor. Agenda Sanitara localatrimite o scrisoare acasa prin care te informeaza sa te prezintila Consultorio sau la un Centru de colectare pentru a efectuaPap-test.Nu pierde ocazia pentru a dedica timp la sanatatea ta.Daca ai dubii telefoneaza la Consultoriu. Medicul tau deîncredere (de familie) e informat de aceasta initiativa.În Consultoriu e posibil sa consultati diverse figuri profesionaleca:Ginecolog, Obstetrica, Asistent social, Psiholog.Consultoriu din Orvieto este deschis:DIMINEATA de MARTI pâna SÂMBATA de la orele 8:00 pânala orele 14:00DUPA-AMIAZA – LUNI de la orele 14:00 pâna la orele 20:00– MARTI si VINERI de la orele 15:00 pâna la orele 20:00În localitatii periferice serviciul este prezent la:FABRO – la CENTRU DE SANATATE, de JOI pâna SÂMBATAtel si fax 0763/832164MONTERUBIAGLIO – la PES de LUNI pâna MIERCURI tel sifax 0763/626180Centru de sanatate din Orvieto Scalo si PES de la Civitella delLago sunt puncte de colectare pentru screening de cervico-carcinoma..Consultoriu din Orvieto se gaseste în: Corso Cavour 157tel 0763/342773Email: [email protected]

Il terzo numero di Ziarul Romanesc è dedicato al consultoriodi Orvieto. Questo importante servizio accoglie i bisogni delle donnee sostiene progetti importanti tra i quali l’Allattamento alla pari. Pro-getto unico a livello regionale realizzato con la partecipazione delComune di Orvieto, al quale hanno aderito sia donne italiane chestraniere. Il programma di formazione del progetto è stato curatodalla dottoressa Cleri, psicologa del consultorio, che ha sottolineatol’importanza dell’evento per la sua unicità, per le nuove metodologieutilizzate e per la consistenza pratica che ha avuto, visto che ledonne formate sono già operative sul territorio come volontarie.