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Tiber talent vol1 ottobre 2014

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EDITORIALE

Avete in mano una speciale raccolta da collezione, omaggio che la rivista altoriberina “Concept Magazine” ha voluto realizzare per concludere in bellezza

i festeggiamenti del noto free-press.Nel 2013 abbiamo celebrato i nostri 100 numeri, regalando alla nostra valle

una splendida mostra fotografica, dove sono stati ritratti oltre 40 personaggi locali legati al mondo della cultura, dell’arte e dello sport, immortalati con le nostre copertine

più significative attraverso un singolare binomio tradizione-innovazione. Oggi, invece, chiudiamo l’importante traguardo dei dieci anni di pubblicazioni mensili,

con un volume davvero unico. In 100 pagine abbiamo raccolto, come in una speciale antologia, le più belle e interessanti interviste realizzate ai giovani talenti altotiberini

(o legati in qualche modo alla nostra valle), magnifica terra bagnata dal Tevere, che in questi anni si sono fatti strada nel mondo dello spettacolo, dello sport, della cultura

e del giornalismo in Italia e nel Mondo. Ragazzi e ragazze, uomini e donne, che hanno individuato una qualità, un dono, un'attitudine che li ha portati ad essere i numeri uno in qualche campo.

Le interviste, integralmente riproposte come nel numero originario di uscita, sono state impaginate in ordine cronologico e ampliate con un breve box informativo dove abbiamo

inserito una breve cronologia delle ultime fatiche professionali di ogni artista scelto.Attraverso questo volume sarà quindi possibile rileggere tutte assieme, come in un vero e proprio libro

(anche il formato lo dimostra), 23 interviste davvero uniche e interessanti, a testimonianza di quanti talenti la nostra valla ha prodotto e quanti talenti hanno scelto di fare della

nostra valle il proprio rifugio. “Concept Magazine” sin dal suo primo numero, uscito nel marzo 2004, ha sempre cercato di far conoscere

gli idoli nostrani e i loro successi professionali raggiunti in giro per il mondo!Pagina dopo pagina riscopriremo insieme il talento di Andrea Sartoretti, Chiara Chialli, Michelangelo

Pulci, Roberto Vittori, Frankie Hi-NRG, Augusto De Megni, Michele Rossi, Valentina Lodovini, Matteo Ceccarini, Lucia Rossi, Daniele Bossari, Alessandra Chieli, Giordano Petri,

Graziano Scarabicchi, Simone Santi, Michele Bendini, Francesco Magnanelli, Alessandra Raichi, Luca Colocucci, Alessio Zucchini, Elena Giogli, Michele Bravi e Irene Splendorini.

Buona lettura!

Supplemento di Concept Magazine - Mensile d’informazione e cultura. Iscr. Trib. di Perugia del 07/10/2008 n. 30/2008.Direttore Responsabile: Stefano Rossi

Editore: Graffio snc - Città di Castello (PG) - Tel. 075.3722093Stampa: Litograf Editor srl - Cerbara di Città di Castello (PG) || Confezione: Legatoria Cartoedit srl

Grafica, Marketing e Pubblicità: Graffio snc - Via Cerboni, 9/B - Città di Castello (PG) - Tel 075.3722093www. conceptmagazine.it/tibertalent

I contenuti degli articoli non rispecchiano necessariamente le opinioni dell’editore. © Concept Magazine - Tutti i diritti riservati. Ne è vietata la riproduzione anche parziale. Ottobre 2014.

Special Thanks:Marta Giannelli, Elena Capuccella, Elena Melini, Arianna Tacchini, Andrea D’Ambrosio, Silvia Paiardini.

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PAG. 6ANDREA SARTORETTICON IL VOLLEY NEL SANGUE

PAG. 10

PAG. 14

CHIARA CHIALLIIL MIO AMORE VERSO LA LIRICA

ROBERTO VITTORIE IL SUO MONDO NELLO SPAZIOPAG. 18

MICHELANGELO PULCIUN “BULLDOZER” CARICO DI...

PAG. 22FRANKIE HI-NRGLA MIA MUSICA CONTROCORRENTE

PAG. 26AUGUSTO DE MEGNILA PAROLA AL“NOSTRO GRANDE FRATELLO”

PAG. 30MICHELE ROSSICOME TI SCOVO UN BEST SELLER

PAG. 34VALENTINA LODOVINISOTTO I RIFLETTORI

PAG. 38MATTEO CECCARINIMANGA FOREVER

PAG. 42LUCIA ROSSIINSEGUENDO IL MIO SOGNO

PAG. 46DANIELE BOSSARIAMO CITTÀ DI CASTELLO

PAG. 50ALESSANDRA CHIELI

TRA MUSICA E RECITAZIONE

PAG. 54GIORDANO PETRI

TIFERNATE ALLA RIBALTA

PAG. 58GRAZIANO SCARABICCHI

TRA SPOT E TEATRO

PAG. 62SIMONE SANTI

IL NOSTRO ARBITRODI PALLAVOLO

PAG. 66MICHELE BENDINI

ECCO COME SI DIVENTADEI MASTERCHERF!

PAG. 70FRANCESCO MAGNANELLI

VERSO LA SERIE “A”

PAG. 74ALESSANDRA RAICHI

TRA TEATRO, CINEMA E TV

PAG. 78LA TELEVISIONE

RACCONTATA DALUCA COLOCUCCI

PAG. 82ALESSIO ZUCCHINI

VOLTO ALTOTIBERINO DEL TG1

PAG. 86CON ELENA GIOGLI

DIETRO LE QUINTE DELLA TV

PAG. 90MICHELE BRAVI:A PASSI PICCOLI, DOPO X FACTOR

PAG. 94IRENE SPLENDORINI:

L’ATTRICE CHE AMA LA REGIA

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ANDREA SARTORETTICON IL VOLLEY NEL SANGUE

di Stefano RossiTratto da Concept Magazine n° 02 | aprile 2004

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Andrea Sartoretti.

TIBER TALENT --- 7ANDREA SARTORETTI

grandi soddisfazioni e poi si fa quello che ci piace di più; io amo giocare a pallavolo e quindi sono anche fortunato. I sacrifici sono tanti, lasciare la famiglia, vivere spesso in città dove non si è nati e di tempo libero ne rimane molto poco. Quindi si vive più che altro per lo sport e per la famiglia.

Nel ‘99 sei diventato capitano della Nazionale e durante la World Cup in Giappone hai oltrepassato le 300 presenze in maglia azzurra. Puoi descrivermi cosa si prova?Sicuramente per un giocatore riuscire ad arrivare ai massimi livelli in Nazionale è un bel punto di arrivo, una grande gratificazione, una meta che tutti gli sportivi vorrebbero raggiun-gere; non bisogna mai fermarsi, bisogna sempre puntare a nuovi traguardi, perchè solo così si riesce ad arrivare ad alti livelli.

Hai vinto decine di premi e ricevuto decine di riconoscimenti. Quali sono stati i più importanti a livello professionale e quali a livello emotivo?I ricordi più belli sono sempre i più recenti, sia a livello emotivo che a livello personale. La nomina di Miglior Giocatore agli Europei per me è stato un riconoscimento molto impor-tante. Naturalmente indimenticabili sono anche le tante vittorie, soprattutto le ultime. Spesso mi chiedono: “quale è il tuo sogno?” e io rispondo sempre che il mio sogno è quello di vincere con la squadra con la quale sto giocan-do, non guardo mai avanti più di tanto.

Nel ’91 sei stato uno dei grandi protagonisti del Città di Castello in A1. Cosa ti ricordi di quegli anni?Sono stati anni importanti. Io ho giocato 4 anni qui a Città di Castello, fino all’ultimo della

promozione dove sono cresciuto pallavolistica-mente e anche, sicuramente, come uomo, in quanto appena sedicenne. Qua ho frequentato la scuola, qua sono cresciuto e maturato. Sono molto legato a questa città; mia moglie e la mia famiglia sono di Città di Castello ed anch’io probabilmente un giorno verrò a vivere qua.

alla Polisportiva Monteluce a schiacciatore più affermato del mondo. 16 anni di grandi successi e di grandi fatiche?Indubbiamente ci sono grandi sacrifici e

allD “Bisogna sempre puntare a nuovi traguardi,

perchè solo così si riesce ad arrivare ad alti livelli”

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Cosa porti nel cuore di Città di Castello e dell’Umbria quando giochi le tue partite in giro per il mondo?All’Umbria in generale sono molto legato; i miei genitori e i miei nonni sono di Perugia. Appena posso avere dei giorni liberi cerco sempre di ritornare in queste zone, perchè amo la mia terra. Molti giocatori, spesso, decidono di stabilirsi tutta la vita nelle città in cui hanno giocato, mentre io ho sempre pensato di ritornare in queste zone. Mi piace molto la mentalità di noi umbri, il paesaggio e la tradizione.

Impegni futuri?Spero di giocare ancora qualche anno a livello agonistico, ma un desiderio più imminente sarebbe quello di poter arrivare primi nel Campionato con la mia squadra, sarebbe una grande soddisfazione. Poi, quest’anno, mi piacerebbe riprovare ancora una volta a giocare alle Olimpiadi.

Allora in bocca al lupo!Crepi il lupo!

8 --- TIBER TALENT ANDREA SARTORETTI

Recentemente è riuscito a tenere viva la pallavolo a San Giustino, assemblando un gruppo di imprenditori in un momento in

cui l’Umbria esprimeva addirittura tre squadre: oltre al San Giustino c’era Città di Castello, prima in serie A2, e nel vicino

capoluogo c’è la Sir Safety Perugia, debuttante in A1.

Dopo l’esperienza dirigenziale nell’Altotevere Pallavolo Città di Castello

in A1 oggi Andrea è Dirigente Modena Volley.

ANDREA OGGI

Andrea è stato Capitano della Nazionale Italiana di pallavolo.

“Mi piace molto la mentalità di noi umbri...

amo la mia terra”

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CHIARA CHIALLI IL MIO AMORE VERSO LA LIRICA

di Stefano RossiTratto da Concept Magazine n° 04 | giugno 2004

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TIBER TALENT --- 11CHIARA CHIALLI

pianoforte fino a che il mio insegnante di solfeggio mi disse che avevo una bella voce, con un certo spessore. Cominciai a canticchiare mentre suonavo e ad imitare le cantanti dei dischi d’opera.Entrai nel coro “Città di Piero” di Sansepolcro dove un giorno venne un’insegnante di canto di Perugia, M. Grazia Pittavini. È stata lei a dirmi che avevo una voce molto rara nelle donne, quella di mezzosoprano, convin-cendomi che avrei dovuto assolutamente studiare canto. Così feci e lei divenne un punto fondamentale per i miei primi anni di studio. Poi mi diplomai al Conservatorio di Perugia con A. English Santucci.

Hai un repertorio operistico invidiabile, in questi ultimi 10 anni hai girato i più bei teatri italiani ed interpretato i ruoli più importanti. Cosa si prova?Quando un direttore artistico sceglie te per interpretare il ruolo che hai sempre sognato è una grande gioia perché hai l’opportunità di “incarnare” e dare vita al personaggio che ami. È un lavoro di ricerca interiore, ma anche di approfondimenti tecnici, perché ogni perso-naggio e ogni stile operistico richiede la dovuta conoscenza e preparazione.

Quali sono i sacrifici tecnici che devi affrontare?Talvolta possono propormi dei ruoli a cui non avevo mai pensato, come nel caso della Medium di G. Menotti, un ruolo estremo per una giova-ne. Si tratta di una donna anziana la quale inganna i suoi clienti facendo finta di vedere le anime dei loro cari e che alla fine impazzisce e uccide per errore il figlio adottivo. È stato un lavoro istruttivo ed appagante rendere questo personaggio e riuscire a coniu-

gare le parti di prosa a parti liriche e declamate e mi sono anche divertita. In effetti mi sentivo molto appagata artisticamente in un ruolo così bizzarro.

Quanto è importante saper legare alla lirica la recitazione?Al Conservatorio si fanno dei corsi di recitazio-ne ed arte scenica. Poi tutto quanto concerne l’arte di recitare e di stare sul palcoscenico la si impara assolutamente con la pratica. Importan-te è capire come trasfigurare i sentimenti che un personaggio prova per farli arrivare meglio al pubblico senza essere artificiosi.

150 biturgensi sono venuti a trovarti, pochi giorni fa, al Teatro Comunale di Modena dove interpretavi Suzuki nella Madama Butterfly. Una piacevole sorpresa?Una bellissima sorpresa. Un carissimo amico, Michele Foni, ha organizzato tutto, è stato anche il primo a far nascere un certo interesse verso di me da parte dei cittadini di Sansepol-cro, informandoli del mio percorso canoro e loro da subito mi hanno dimostrato amore e grande affetto. Venivo da esperienze tristi, provate proprio nel mio paese, non per colpa della gente, e mi ero rassegnata ad una certa indifferenza, ma i miei concittadini hanno fatto di tutto per farmele dimenticare con una esplosione di sentimenti

ome nasce la tua passione per la lirica?Mi sono innamorata della musica fin da piccola. Ad 8 anni ho iniziato a studiare

Chiara Chialli nel ruolo della Maddalena.

omC

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incredibile e commovente. Tutto questo amore mi ha dato energia e protezione, perché sapevo che era un sentimento sincero. Quando ho visto tutta quella gente in platea a Modena mi sono accorta degli sguardi di quelle persone che vedevo tutti i giorni in altri ambiti e non avrei mai immaginato di vederli commos-si intorno a me. Voglio ancora ringraziarli tutti e ringraziare Michele Foni per aver organizzato uno dei giorni più belli della mia vita.

Provieni da una famiglia di artisti. Tuo padre, Enzo Chialli, è un affermato pittore locale: significa che questa passione per l’arte era già scritta nel tuo DNA?In casa sono stata sempre molto stimolata ad ascoltare musica classica, sia dai miei genitori che dai miei nonni. Sono sempre vissuta in questa atmosfera artistica tra appassionati di musica, canto e strumenti.

Sei soddisfatta del tuo percorso professionale?Si, molto. Ma la cartina tornasole della mia soddisfazione è sentire quella del mio pubblico, sentirlo andar via con una parte di me, quella che metto in gioco per loro con tutto il senti-mento e quello che sono. Sono la loro commo-zione e il loro sorriso la mia soddisfazione.

Quale personaggio hai interpretato con maggiore partecipazione?La “Charlotte” del Werther di J. Massenet, opera tratta da “I dolori del giovane Werther” di Goethe. Adoro l’opera francese e questa in particolare. Charlotte è una ragazza combattuta tra l’amore di un fidanzato che dovrà sposare per forza e l’amore verso Werther capitatogli come un fulmine a ciel sereno.Un contrasto di sentimenti con il suicidio finale di Werther che muore tra le braccia di lei in un duetto d’amore straziante e meraviglioso.

12 --- TIBER TALENT CHIARA CHIALLIL’anno scorso la consacrazione con Muti.È stato un grande privilegio lavorare con il Maestro Muti e un’esperienza molto importan-te. Un direttore molto attento e meticoloso nella preparazione dei suoi cantanti; ho annota-to molti consigli “rubando” dalle osservazioni che ci faceva durante le prove del “Moise et Pharaon” dove interpretavo Sinaide, moglie del Faraone. In più è un signore molto simpatico e disponibile.

Impegni futuri?Sono da poco tornata da Sarajevo e Mostar per alcuni concerti con l’Arena di Verona. In luglio sarò a Pesaro per il “Rossini Opera Festival” e prossimamente in tournée in Giappone con il Teatro San Carlo di Napoli.

CHIARA OGGI

“La commozione e il sorriso del pubblico sono

la mia soddisfazione”

All’inizio del 2014 ha ottenuto grande successo a Torre del Lago nell'ambito

dell'Opera Festival Pucciniano tornando a interpretare il ruolo di Suzuki, protagoni-sta di Madama Butterfly. L’opera è stata

poi proposta anche la Teatro Verdi di Trieste. La Chialli sta raccogliendo anche

importanti riconoscimenti come insegnante: il Basso Baritono Davide

Giangregorio, da lei preparato, ha debuttato con successo, a febbraio, al

Teatro di San Pietroburgo. Nella scorsa primavera il Sindaco biturgense Daniela

Frullani le ha consegnato una onorificenza da parte della città natale.

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MICHELANGELO PULCI UN “BULLDOZER” CARICO DI...

di Stefano RossiTratto da Concept Magazine n° 06 | settembre 2004

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TIBER TALENT --- 15MICHELANGELO PULCI

innocente…ma posso parlare dei miei inizi!Ho cominciato a Castello con Valeria Ciangot-tini e l’associazione “Ottobre”, poi mi hanno detto di lasciar perdere, le solite cose che si dicono agli scarsi, suggerendomi il lavoro sui campi, qui intorno è molto praticata l’agricoltura. Invece, testardo come sempre, mi sono recato a Genova dove facevano dei provini per la scuola di recitazione del Teatro Stabile: stranamente mi hanno preso. Ciò l’ho fatto un po’ per sfida e un po’ per fortu-na. A Genova ho fatto tre anni di scuola di recitazione anche se molte volte ho pensato di dire basta e di smettere; poi mi chiamarono per una parte nel “Maresciallo Rocca”. Subito dopo a Genova ho cominciato a lavorare con i “Cavalli Marci”; di giorno continuavo a studiare e di notte andavo di nascosto a fare cabaret: la gente si divertiva a vedere che facevo l’idiota!Ogni settimana preparavamo uno spettacolo nuovo diventando un punto di riferimento per il cabaret genovese. Siamo arrivati ad accumu-lare 24 ore di spettacolo, è lì che ho preso l’esaurimento che ancora non mi è passato.

Hai fatto anche delle esperienze all’estero?Negli Stati Uniti ho fatto una piccola parte in “Oclaoma”, ma non parlerei di vera e propria recitazione. Le esperienze d’attore più grosse che avevo fatto sono state all’università durante gli esami, ogni volta era una recita!

Che studi hai fatto?Sono sempre stato un uomo deciso… ho fatto tante facoltà da lettere, filosofia, lingue e giuri-sprudenza, ogni volta pensavo di diventare avvocato, filosofo, ecc.

Ora stai vivendo un momento di meritata notorietà in coppia con Alessandro Bianchi. Come è nato questo sodalizio?All’inizio eravamo fidanzati… no scherzo… eravamo in classe insieme a Genova, c’erano pure “le Iene” Luca e Paolo, Maurizio Crozza e tanti altri, e conoscendoci tra i banchi ho capito che a lui interessava fare l’attore comico e quindi abbiamo deciso di cominciare a fare un po’ gli stupidi per i localini di Genova, dove la gente si ritrovava e rideva, forse sotto l’effetto dell’alcool, prima con i “Cavalli” e poi, vedendo che la coppia funzionava abbastanza bene, io ed Alessandro da soli. Arrivati ad un certo punto la cosa più difficile era sopportarsi fra di noi; dieci persone, ognuno con le proprie idee, con le proprie esigenze, e poi le prime donne… e per cui era quasi inevitabile che prima o poi avvenisse una divisione, è capitato anche ai grandi gruppi come i “Beatles”!!

In tv hai portato tanti personaggi originali. Da dove trai ispirazione?Droga. Solo ed esclusivamente buona e finissi-ma droga… ehi! Questo non lo scrivere perché i miei parenti mafiosi non lo apprezzeranno!! Parte tutto dall’osservazione, mi guardo attor-no e quando mi rimane impresso qualcuno o qualche situazione particolare per strada, nei locali o al supermercato, registro tutto nel registratorino che porto sempre con me, per esempio… domani probabilmente farò a te…

alla lunga gavetta con il Teatro Stabile di Genova alla lunga esperienza con i “Cavalli Marci”. Raccontami dei tuoi inizi. Guardi Vostro Onore, posso dire che sono

Michelangelo assieme al suo “compagno di viaggio” Alessandro.

alD

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Comunque è sempre qualcun altro che ti dice cos’è che fa ridere, io non mi rendo conto mai, non ci capisco niente!

E Agostino, Body-guard dei vip, ha un non so che di tifernate, vero?Agostino l’ho scoperto a Castello in una tratto-ria, ad una cena di cacciatori, dove c’era un signore che parlava così il castellano stretto che non si capiva cosa diceva, ogni tre parole inter-calava una bestemmia; io rimasi sbalordito perché, pur essendo cresciuto a Castello, non riuscivo a capire un accidente, mi sarebbe servi-to un dizionario castellano-italiano. Facendo il comico è necessario prendere sempre di mira qualcuno di famoso e potente, per non fare comicità cinica e fine a sè stessa. Quindi, pensando e ripensando, ho creato questo body-guard che in qualche modo rappresenta una certa forma di potenza, di discriminazione, una figura che all’ingresso dei locali ha il potere di decidere chi è all’altezza di poter entrare o meno. Poi Alessandro ha pensato di affiancargli il traduttore simultaneo proprio perché quando Agostino parla non si capisce niente! È bello vedere in giro per l’Italia la gente che mi ferma e tenta in qualche modo di imitare Agostino parlando inconsapevolmente il castellano.

Hai un oggetto, una foto, che porti sempre con te quando sei in giro tra set e teatri che in qualche modo, anche solo per un momento, ti fa sentire più vicino a Città di Castello?Si, un vibratore.Scherzi a parte, in tanti anni che sono fuori da qui è naturale avere incontrato alcuni momenti difficili, quindi mi capita spesso di tenere qualcosa per ricordo, ma l’oggetto cambia di volta in volta, perché noi comici tendiamo sempre a sdrammatizzare e poi perché sono abituato con i genovesi che sono molto cinici, per cui, se comincio ad attaccarmi troppo ad una cosa comincio a commuovermi. “Ci sono dei momenti in cui ti commuovi, dona anche tu un ricordo

16 --- TIBER TALENT MICHELANGELO PULCI

MICHELANGELO OGGI

di Castello a Michelangelo, invia al numero 144… una cartolina, una castagnola, una salsiccia secca, aiutalo anche tu a superare i momenti di difficoltà”.

Non solo teatro e tv ma anche alcune scappatelle al cinema, prima con Pupi Avati e poi di nuovo con i “Cavalli”. Frequento da diversi anni il cinema di Pistrino, ho fatto delle recensioni su “Casalingue” e “Donne e Cavalli”, film bellissimi… Scappatelle al cinema? Si, con Avati solo particine e con il film “Come se fosse amore” dei “Cavalli Marci”, uscito solo nelle principali città e non in provincia, non ha avuto uno straordinario incasso. Il cinema va fatto a botta sicura, io non ho fatto delle scelte sbagliate in quanto non sai mai se il film che ti propongono andrà bene per te, rinunciando così ad altre cose che magari sarebbero andate meglio. Ma tutto fa parte del mestiere.

Cosa vorresti che ci fosse nel tuo futuro?Una domanda troppo seria da fare ad un comico. Oggi è sempre più difficile far ridere ad un certo livello. Forse diventerà più naturale fare il drammatico. In fondo pure Lino Banfi ora fa Nonno Libero a allora io farò Nonno Agosti-no, un vecchio castellano!!

Nel 2011 recita nel film-parodia Box “Office 3D - Il film dei film”. Nel 2012 è tra

i protagonisti del lungometraggio “Workers - Pronti a tutto”, di Lorenzo Vignolo, nel quale interpreta un agente interinale che dà vita ai tre episodi della pellicola. Nella scorsa stagione televisiva ha preso parte a “Colorado” di Italia Uno.

Oggi colleziona numerose serate di cabaret in giro per l’Italia, spesso assieme

all’amico e collega Alessandro Bianchi.

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ROBERTO VITTORI E IL SUO MONDO NELLO SPAZIO

di Stefano RossiTratto da Concept Magazine n° 17 | settembre 2005

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TIBER TALENT --- 19ROBERTO VITTORI

iscritto a fisica a Pisa. A ventun’anni ho iniziato l’Accademia Aeronautica. Un corso molto duro dove sei completamente fuori dal mondo, dove l’addestramento è tosto e la disciplina è rigida. Un periodo per me molto interessante anche perché è stato un modo per conoscere le mie capacità. Poi ho cominciato la carriera come pilota collaudatore. Una parte molto appassio-nante ed entusiasmante perché più pratica: passavo molto tempo a volare con aerei militari in un ambiente estremamente operativo. Nel 1998 l’Agenzia Aeronautica Italiana cercava due astronauti che potessero volare all’interno della Stazione Internazionale ed io fui scelto. Poi dal ’98 ad oggi ho passato la maggior parte del tempo tra Houston, dove c’è la base di adde-stramento degli astronauti americani e Star City, dove si addestrano i cosmonauti.

Il sogno da bambino era quello di diventare cosmonauta?Da ragazzino sono sempre stato molto interes-sato alle materie scientifiche. Quello che non avrei mai pensato era diventare pilota militare o astronauta anche se in realtà ero molto attratto da questa professione. È stata tutta una coinci-denza.

Che cosa si prova ad essere una delle poche persone italiane ad aver superato l’atmosfera, ed uno dei protagonisti della missione “Marco Polo”?Volare nello spazio, uscire dall’atmosfera è una cosa particolarissima. È difficile descrivere a parole le sensazioni che si provano. Immersi nella nostra routine quotidiana molto spesso non riusciamo a cogliere alcuni aspetti della nostra dimensione, abbiamo solo una percezio-ne parziale di tutto il contesto. L’astronauta, invece, ha la possibilità di vedere le cose da una prospettiva differente. Il Pianeta Terra lo vedi dall’oblò della stazione, nella sua interezza, l’atmosfera appare nella sua reale dimensione, l’effetto globale dell’inquinamento appare nella sua sconcertante forza.

Cosa significa praticare una professione “fuori dal comune”?Oggi lo spazio è sempre più costantemente vicino alla vita quotidiana. Questo non significa che un domani le persone andranno al lavoro a bordo di una stazione, ma che lo spazio è entra-to all’interno della nostra vita quotidiana in modo indiretto: guardiamo la tv e telefoniamo attraverso i satelliti. Molte moderne tecnologie utilizzano lo spazio, manca solo quella scintilla

na carriera stellare cominciata con l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli.Finito il liceo scientifico a Viterbo mi sono

Roberto Vittori durante un’esercitazione.

“Volare nello spazio, uscire dall’atmosfera

è una cosa particolarissima. È difficile descrivere a parolele sensazioni che si provano.”

na dU

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per far crescere a livello esponenziale questo settore e rendere più facile l’accesso per l’uomo. Quando avevo vent’anni i telefonini non esiste-vano ed il computer era in bianco e nero, poi è partito il progresso esponenziale di questi strumenti. Sono la stessa cosa. Già oggi potremmo avere un aumento produttivo di navicelle spaziali, tutto dipenderà da quanti interessi commerciali, industriali e di sicurezza ruoteranno attorno allo spazio.

Allora sarà possibile fare una vacanza nello spazio?Non credo che il turismo spaziale abbia un futuro. La vita all’interno della base spaziale è una condizione difficile e disagevole per l’uomo. Quello che accadrà sarà la possibilità di fare sempre più ricerca nello spazio: i ricercato-ri potranno abbandonare i laboratori terrestri per laboratori orbitanti e questo accadrà non appena sarà possibile uscire dall’atmosfera in maniera più semplice e superare i problemi tecnologici che ancora esistono. Sarà una delle nostre frontiere e diventerà parte della nostra quotidianità.

Ha fatto da “cicerone” al ragazzo tifernate vincitore di una borsa di studio “Ponti Group”; che esperienza è stata?È stata una simpatica esperienza. Con lo studente Diego Borchiellini è venuto pure il Professore Dante Giannini. È importante coinvolgere il maggior numero di persone estra-nee a questo mondo perché proprio da loro potrebbero nascere nuove idee. Sicuramente è stato un piacere ed un onore avere la delegazio-ne di Città di Castello e lo studente vincitore. Negli ultimi 40 anni siamo riusciti a capire come uscire dall’atmosfera e a scoprire cosa c’è lassù ed ora dobbiamo capire come gli esseri umani possano lavorare in maniera sistematica in un contesto che per noi non è del tutto normale. Qualcuno verrà fuori con un’idea brillante e questo qualcuno potrebbe essere un

20 --- TIBER TALENT ROBERTO VITTORIragazzo che in questo momento sta facendo un lavoro completamente diverso.

Ora a cosa sta lavorando? In questo momento siamo nella parte post-volo. Stiamo esaminando i dati raccolti nella missio-ne e facciamo attività di pubbliche relazioni. Poi vedremo.

ROBERTO OGGI

Roberto ha iniziato la sua carriera nell’Acc. Aeronautica di Pozzuoli.

Oggi è titolare del nominativo di stazione di radioamatore IZ6ERU con il quale ha effettuato molti collegamenti con scuole italiane a bordo della Stazione Spaziale

Internazionale (ISS). In onore di Sansepolcro ha portato una piccola

balestra, denominata Petra de Burgo, nella missione dello Space Shuttle

Endeavour STS 134 del 16 maggio 2011, eseguendo dei tiri dimostrativi in assenza

di gravità, in omaggio al Palio della Balestra. Nel 2009 ha prestato la sua voce nel film Disney-Pixar Wall-E interpretan-

do alcune battute di un robot a bordo della navicella spaziale Axiom.

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FRANKIE HI-NRGLA MIA MUSICA CONTROCORRENTE

di Tamara FalaschiTratto da Concept Magazine n° 20 | dicembre 2005

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TIBER TALENT --- 23FRANKIE HI-NRG

Va detto che è un po’ di tempo che non sento nulla di particolarmente interessante ed innovativo e che abbia quantomeno dei conte-nuti.

Le band odierne le vedi più legate alla politica e al sociale o si accostano più a tematiche disimpegnate?A me capita molto di sovente di sentire argomenti disimpegnati e, quando magari sento cose legate al politico e al sociale, rimpiango le canzoni legate al puro intrattenimento! Perché mentre sul “cazzeggio” c’è una libertà espressi-va anche semplice, per affrontare le altre tema-tiche c’è bisogno di una certa conoscenza e una certa coscienza; non basta dire che Berlusconi è così o D’Alema è cosà… bisogna ricavarne almeno una certa poetica del dissenso!

Tu invece cosa racconti?Io racconto un po’ di tutto. Spazio dal “cazzeg-gio” al sociale a seconda delle esigenze del momento. Cerco di essere abbastanza vario, non mi piace essere monotematico. Così come non mi piacciono gli artisti che ripropongono decine di volte la stessa opera, cambiandone solo qualche dettaglio.

Tu sei uno di quegli artisti ai quali viene chiesta più coerenza nelle scelte e nei comportamenti rispetto ad altri. Questo per te è un fastidio o un onore? È una cosa che mi viene naturale, la coerenza. Andrebbe chiesta a tutti. Comunque, scrivendo canzoni che riguardano l’etica, è normale che io sia un po’ più tenuto d’occhio rispetto ad altri. Di Biagio Antonacci a nessuno importa di che partito sia o di cosa si occupa, tanto lui parla de “… i tuoi occhi giallo grano…” e questo non dà fastidio a nessuno! Coloro i quali si espongono e prendono posizioni vengono sempre braccati, criticati e perché no, anche insultati. A me è

ome vedi la situazione odierna dell’hip-hop italiano? Ne vedo solo la parte emersa, quella che sentono un po’ tutti.

Frankie Hi-NRG ha partecipato per due volte al Festival di Sanremo.

“Bisogna scendere a dei compromessinella vita, ma senza

compromettersi troppo”

omNC

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successo quando ho partecipato al Maurizio Costanzo Show. Sono io che ci sono voluto andare per cantare il brano “Disconnetti il Potere”, che ho scritto contro un certo tipo di televisione, pensando proprio a Costanzo e non me ne sono pentito! Ricevere un minuto di applausi da quel pubblico è stata una soddisfa-zione. Sono conscio di aver fatto il suo gioco, nel quale, ospitandomi, ha fatto vedere al pubblico di essere un uomo aperto e di larghe vedute. Bisogna scendere a dei compromessi nella vita, ma senza compromettersi troppo… è questo che ho fatto!

Ti è mai capitato di autocensurarti?Io cerco di evitare di dire cose di cattivo gusto, che sono peraltro di grande effetto, ma non mi piacciono. Per quanto riguarda le parolacce, a volte ne faccio uso, ma quando in una canzone uso ad esempio la parola “coglione”, lo faccio perché è funzionale alla canzone stessa.

Un artista può influenzare positivamente i giovani?Si, succede. Ci sono parecchi artisti che hanno un ascendente sui giovani e sui meno giovani. Prendi James Dean, che è scomparso ormai da 50 anni ed ancora riesce ad influenzare dei

24 --- TIBER TALENT FRANKIE HI-NRGsedicenni di adesso; così come Kurt Cobain, Bob Marley, ecc…

Ti abbiamo ascoltato a Città di Castello. Che effetto ti ha fatto suonare nella tua città?Innanzitutto ho avuto l’opportunità di vedere “Piazza de Sopra” da una prospettiva diversa, da qualche metro più in alto del solito. Poi è stata una bella occasione per suonare a casa. Qui ci sono i miei amici, la mia famiglia… è un ritorno della serie: “Che figata che sono a casa!”

FRANKIE OGGI

I testi di Frankie sono molto apprezzati per il loro impegno.

“Cerco di evitare di direcose di cattivo gusto,

che sono peraltro di grande effetto,

ma non mi piacciono”

Oltre alla musica diversi sono i suoi camei cinematografici: nel 2011 partecipa come comparsa in “Boris - Il film” e nel lungo-metraggio “I più grandi di tutti” di Carlo Virzì. Nel 2012 compare nel cast del film

“Viva l'Italia”. Nel 2013 conduce il programma “Street Art” su Sky Arte HD.

Nel 2014 torna a Sanremo con il brano “Pedala”. La canzone, scritta a quattro mani con Carolina Galbignani e con la musica del tifernate Leonardo “Fresco”

Beccafichi, si classifica all’ottavo posto e in primavera è stata scelta come sigla

ufficiale del Giro d’Italia 2014.

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AUGUSTO DE MEGNILA PAROLA AL “NOSTRO GRANDE FRATELLO”

di Elena CapuccellaTratto da Concept Magazine n° 27 | luglio/agosto 2006

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TIBER TALENT --- 27AUGUSTO DE MEGNI

La vita è una cosa e il gioco tutta un’altra. Chi dice che io non abbia usato alcuna strategia, si sbaglia. Del resto chi c’è stato là dentro che non abbia fatto strategia?! In un contesto dove tutto è esagerato, perfino il come manifestare le proprie emozioni diventa una forma di strate-gia… c’era chi piangeva, chi si disperava, io ho cercato di essere il più realista possibile tenen-do ben presente quelli che per me sono i valori più importanti, evitando di “scomodare” i santi e lasciando le esagerazioni per altre occasioni ben più serie e drammatiche, che purtroppo possono capitare nella vita. Sono rimasto coerente dando il giusto valore alle cose e per questo, a volte, sono stato accusato di essere un calcolatore…

Qual è stata l’emozione più grande che hai provato lì dentro, ma soprattutto quando sei uscito dalla casa?Il momento dell’ingresso e quello dell’uscita perché, una volta dentro, si ha la consapevolez-za, in qualche modo, di essere arrivato e sai cosa stai facendo, invece l’emozione forte l’ho prova-ta durante il ballottaggio, al quale mi hanno sottoposto prima di entrare. È stato adrenalina pura. Avevo la consapevolezza di essere in tv, senza avere però, la certezza di entrare a far parte del gioco! E poi alla fine c’è stata l’uscita da vincitore, che è un’emozione che ti lascia senza parole!

Che cosa ti è mancato di più per 99 giorni?Il contatto con la normalità, il contatto con l’esterno. Può sembrare retorica, ma non avere la cognizione del tempo che passa, non avere idea di cosa stia succedendo al di fuori, di essere “forzatamente” rinchiuso (in senso buono!) dentro una casa, con dei perfetti sconosciuti, è

veramente dura! Non hai momenti di evasione, non hai momenti di tranquillità, non hai momenti di intimità e al tempo stesso ti fai un percorso introspettivo grandissimo.

Che effetto ti ha fatto tornare nella tua città da vincitore e sentire l’affetto della gente che ti ha sempre sostenuto fin dall’inizio?Sono stato a Perugia pochissimo, pensa che oggi per me è la seconda volta che torno e purtroppo ho poco tempo per girare, vado sempre di fretta! Per il momento mi è bastato quello della mia famiglia e quello dei miei amici. Chiaramente, con il tempo, tornerò alla norma-lità che è la mia città e la mia vita, e allora forse capirò tante altre cose…

Pensi che da quando sei diventato un personaggio televisivo, le persone che si avvicinano a te, lo fanno solo per stima e affetto, o per godere in qualche modo della tua notorietà?C’è una componente di opportunismo e sicura-mente questo è il rischio che si corre ad aver successo, soprattutto con le donne! Non saprai mai se sono interessate realmente alla tua essenza o alla visibilità che possono godere solo per il fatto di starti vicino. Quindi bisogna andarci con i piedi di piombo, tanto poi alla lunga, chi è realmente interessato uscirà fuori, quindi non bisogna trarre conclusioni affrettate dettate solo dalla magia del momento, ma cercare di mantenere una lucidità tale, che ti permetta di valutare le cose con il giusto peso.

ai come quest’anno ha vinto l’interesse sulla strategia che ha motivato i concorrenti per arrivare alla fine. Tu ne sei l’esempio ma, qual è stata la tua strategia vincente?

“La vita è la vita e non è una fiction,

è la verità”

ai haM

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Come è cambiata la tua vita se pensi che lo sia?La mia vita è cambiata perché sto assaporando la notorietà che prima non avevo. Sto girando bei posti e conoscendo tante persone e in questo momento faccio parte a tutti gli effetti del mondo dello spettacolo, con la consapevo-lezza però, che non sapendo far nulla, potrebbe essere un periodo a tempo determinato. Se ci saranno per me prospettive in questo mondo, bene, altrimenti tornerò a casa dalla mia famiglia e dai miei amici, a condurre la mia vita.

Quando avrai tempo, speri di tornare al tuo primo amore, il calcio, sempre con il Città di Castello, o punti al massimo anche qui?Guarda, io ho iniziato la mia carriera calcistica, se così si può dire, a Città di Castello, ho abita-to per tre anni a Città di Castello e mi sono sempre trovato bene lì e quindi, se ci saranno i presupposti per giocare di nuovo a calcio, tornerei sicuramente a giocare a Città di Castello.

Quanto ha contato e quanto conta nella tua vita l’amicizia?Tutto, è al primo posto, addirittura ancora prima del sentimento dell’amore, perché l’amicizia è basata su dei criteri solidi e sulla razionalità; l’amore, invece, è basato sull’irrazionalità e sulla passione, e per quanto possa avere dei picchi più alti, l’amicizia per me conta molto di più.

Anche se sei diviso fra Perugia e il resto d’Italia, cerchi di mantene-re sempre stretto il rapporto con i tuoi migliori amici?Assolutamente sì, nei limiti del possibile, cerco di fare del meglio. Non me lo perdonerei mai!

Squilla di più il tuo cellulare da quando hai vinto il GF? Mi riferisco soprattutto al pubblico femminile. Veramente squillava molto anche prima! A parte gli scherzi, ora squilla in maniera esagera-ta, ma soprattutto per proposte di lavoro, e poi

28 --- TIBER TALENT AUGUSTO DE MEGNI

AUGUSTO OGGI

Augusto ha vinto il “Grande Fratello 6” nel 2006.

ci sono tutti quelli che tornano fuori dal passa-to rivendicando una finta amicizia, visto che ho sempre lo stesso numero da quindici anni!

La vita è un reality, o i reality aiutano a vivere meglio?La vita è la vita e non è una fiction, è la verità. La fiction aiuta a vivere meglio?!... Beh, per molti credo proprio di si. Sia per il pubblico, al quale piacciono molto i reality, sia per chi li fa. Io posso confermare!

Durante la stagione calcistica 2006/2007 ha preso parte al programma “Contro-

campo Ultimo Minuto” in veste di opinionista, al fianco del conduttore

Sandro Piccinini e di Elisabetta Canalis. Dal 2008 conduce “Lunedì Gol”, un

programma con Ciccio Graziani, Fabrizio Ravanelli e la tifernate Alessandra Chieli

sul network Canale Italia. Nel 2013 ha preso parte anche allo show celebrativo Mediaset Studio 5 di Alfonso Signorini.

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MICHELE ROSSI COME TI SCOVO UN BEST SELLER

di Stefano RossiTratto da Concept Magazine n° 36 | maggio 2007

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TIBER TALENT --- 31 MICHELE ROSSI

tali) in Meltemi e in Einaudi, ed oggi ricopro la figura di editor per la narrativa italiana. Iniziò tutto con un annuncio di un master in editoria su Cerco & Trovo, al quale partecipai e che mi permise di capire che quella strada mi interessava davvero.

Quindi hai preso armi e bagagli e da Città di Castello sei partito con destinazione Milano. Essere nato in provincia è straordinario per molti aspetti della qualità della vita, ma per fare quello che stava diventando il mio mestiere ideale dovevo trasferirmi. Il mondo di Città di Castello sembra a volte molto lontano, mentre in realtà, paradossal-mente non lo è.

È difficile per un giovane scrittore proporre i propri lavori a grandi case editrici?Esordire non è facile, ma chi persiste e ha davvero talento ce la fa, su questo non ho dubbi. Credo anche che i nuovi autori siano la vera linfa vitale delle case editrici e propri per questo in Rizzoli abbiamo un team di persone che legge tutto quello che arriva in casa editri-ce, anche se dopo un anno di questo lavoro e circa seicento dattiloscritti letti non abbiamo trovato nessuno che ci interessasse davvero. Forse perché spesso gli autori mandano i loro scritti senza preoccuparsi delle linee editoriali delle case editrici, sbagliando quindi obiettivo sin dall’inizio.

Quale consiglio daresti a chi vuole intraprendere la carriera da scrittore?Prima di tutto siate umili, perché la scrittura è fatica e solitudine e privazione, oltre che inven-

zione, passione e necessità. Ma subito dopo aver scritto fatevi notare, muovetevi, andate a qualche corso di scrittura (quelli seri), presen-tatevi agli agenti, andate ai festival, alle confe-renze. Rischiate. Qualcuno si accorgerà di voi.

Cosa ne pensi del cosiddetto fenomeno dei libri adolescenziali di questi ultimi anni?A me non interessano molto i libri cosiddetti adolescenziali, dove spesso viene rinchiuso erroneamente anche Moccia, perché un roman-zo se è un buon romanzo, deve poter attrarre pubblici ampi e diversi. Moccia è esploso come fenomeno per giovanis-

ome ti sei avvicinato al mondo dell’editoria?Sono arrivato in Rizzoli nel 2002, dopo quasi un anno passato tra Roma e Torino per degli stage (utilissimi, anzi fondamen-

“Credo che i nuoviautori siano la

vera linfa vitale delle case editrici”

omSoC

Michele Rossi è editor presso la Rizzoli dal 2002.

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simi, ma ora ha un pubblico che spazia fino alle mamme che non lo comprano più per i figli, ma al massimo glielo passano dopo averlo letto.

Hai seguito da vicino l’ultimo lavoro di Federico Moccia, “Scusa ma ti chiamo amore”, libro in vetta alle classifiche di vendita. Lavorare con autori come Federico è appassio-nante perché sono persone che hanno un’idea molto chiara della loro poetica e su come mette-re in pratica i loro sogni. È diventato il fenomeno che conosciamo perché ha colto qualcosa dello spirito del tempo che stiamo vivendo, ha saputo vedere qualcosa che ha anticipato di un passo quelli che sono diven-tati suoi lettori e le sue lettrici. E il suo approccio alla scrittura è umile, che sulla pagina significa dar valore alla storia e stabilire un forte patto con il lettore.

32 --- TIBER TALENT MICHELE ROSSI

MICHELE OGGI

Michele ha seguito anche Federico Moccia.

Silvia Avallone è una delle tante scoperte di Michele Rossi.

“Rischiate. Qualcuno si

accorgerà di voi”

È responsabile della narrativa italiana per la Rizzoli: è diventato uno degli editor di

punta della storica casa milanese. Per Rizzoli ha curato, tra gli altri, il libro

postumo di Oriana Fallaci “Un cappello pieno di ciliegie” e il libro di Walter Siti

vincitore del premio Strega 2013 “Resiste-re non serve a niente”. Ha lanciato e

scoperto Silvia Avallone e il “suo” Acciaio, seconda al Premio Strega 2010. Nel 2013 il

Sindaco di Città di Castello gli ha conferito il premio “Tifernati di talento”.

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VALENTINA LODOVINI SOTTO I RIFLETTORI

di Stefano RossiTratto da Concept Magazine n° 50 | settembre 2008

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TIBER TALENT --- 35VALENTINA LODOVINI

Castello e devo dire che è stata la partenza migliore che potessi fare. All'inizio i miei erano contrari a questo lavoro. Ho fatto il provino con Valeria Ciangottini e Enzo Aronica per entrare nel laboratorio dell'associazione “Ottobre” di Città di Castello. I miei non lo sapevano: gli ho detto che avrei fatto teatro solo dopo essere stata presa. Lì c'è stato lo choc. Poi però dopo un po' di titubanza ora sono sia fan che scrupolosi critici. Nella vita ho incontrato tanti maestri ma quello che ho avuto dall'esperienza di Castello non me lo ha dato neppure il Centro Sperimentale a Roma. Questo è un lavoro che mi interessa fare per tante motivazioni; non credo che noi attori possiamo cambiare il mondo, ma farlo conosce-re sicuramente si, ecco perché prediligo i film che parlano di attualità e sociale.

Sei stata ospite di CdCinema per presentare al pubblico tifernate “Riprendimi”, un film che mette in luce, appunto, l'amarezza e la fragilità giovanile.La nostra generazione, principalmente i trentenni in generale, ha paura di molte cose e di conseguenza è a causa di questa paura che poi si diventa soli. Questo è un film che parla di precariato ed il danno più grosso che provoca è quello di toglie-re l'entusiasmo ai giovani.

uando hai deciso di intraprendere questo mestiere?L'ho sempre saputo, fin da piccola. Mi sono messa alla prova dopo il liceo frequentando un corso di teatro a Città di

“Non credo che noi attoripossiamo cambiare il mondo, ma farlo

conoscere sicuramente si”

Q uanLQ

Valentina Lodovini, prima di diventare volto noto del cinema italiano, ha frequentato il Centro Sperimentale a Roma.

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La notorietà da parte del grande pubblico l'hai raggiunta con “La giusta Distanza, film di Carlo Mazzacurati. Che esperienza è stata?È un po' complesso da raccontare. La definirei una “esperienzona”: dire magica, interessante e bella sembra scontato. Io già conoscevo il regista e ho subito sposato la storia perché mi sono innamorata di quella sceneggiatura e di quel personaggio. E poi è venuto tutto di conseguenza. Lui è un regista straordinario, intelligente e sensibilissimo. Sono stata proprio fortunata.

In estate oltre a partecipare al nuovo film di Marco Risi, hai girato “Generazione 1000 Euro” con Carolina Crescentini. Si è formata la coppia definita, all'ultima Festa del Cinema di Roma, “la meglio gioventù del cinema italiano”. Che ruolo interpreti?È un film molto leggero, una commedia scritta molto bene. Una storia che racconta dubbi, sogni e coraggio di noi giovani alla ricerca di noi stessi.

Non solo cinema ma anche tv con la fiction su Coco Chanel.Un progetto molto bello e ben rappresentato, si sente che dietro c'è una grossa produzione. Ho scoperto Coco Chanel come donna e tutto ciò che ruota intorno a lei. La moda è tutta parte della sua vita. Una donna davvero geniale.

A proposito di donne; hai sempre dichiarato che le tue attrici preferite sono Jodie Foster, Barbara Streisand e Monica Vitti. Grandi attrici ed icone di qualche generazione fa. Non ci sono modelli più recenti a cui ispirarsi oggi?Credo che ci siano attrici all'altezza e alle volte anche superiori. Oggi è cambiato il modo di percepire le cose. Ci sono delle attrici straordinarie che fare dei nomi ora è riduttivo.

36 --- TIBER TALENT VALENTINA LODOVINI

VALENTINA OGGI

Valentina vince il David di Donatello nel 2011.

Possiamo quindi dire che il cinema italiano è sufficientemente stimolante per i giovani attori?Sono stata sempre una grande sostenitrice del cinema italiano. Siamo in una fase di timido risveglio sicuramente positiva. A noi italiani non manca di certo nulla: abbiamo grandi attori, registi e produttori. Ho lavorato in Germania, America e Francia in belle produzio-ni dove mi sono trovata sempre molto bene, ma ma noi italiani non abbiamo veramente nulla in meno, anzi forse abbiamo qualcosa in più.

La popolarità arriva con il film “Benvenuti al Sud” per il quale, nel 2011, vince il

David di Donatello come migliore attrice non protagonista. Pochi mesi dopo esce

“La donna della mia vita”. Nel 2012 partecipa al sequel “Benvenuti al

Nord” e l’anno seguente si cimenta nel film di Marco Ponti “Passione sinistra”. In questi mesi sta lavorando nella nuova serie tv “Gomorra 2” e dal 23 ottobre è nelle sale cinematografiche con il film “Buoni a nulla” di Gianni di Gregorio.

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MATTEO CECCARINI MANGA FOREVER

di Tamara FalaschiTratto da Concept Magazine n° 61 | settembre 2009

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TIBER TALENT --- 39MATTEO CECCARINI

ta dalle nostre parti, però avevo un cugino che abitava a Roma ed essendo anche lui appassio-nato del genere quando tornava a Città di Castello mi riportava un po’ di fumetti. Sono un autodidatta e il desiderio di approcciarmi a questo mondo in maniera seria è nato ai tempi dell’università. Ho frequentato la facoltà di Informatica a Firenze, ed andando in libreria un giorno vidi un bando di concorso per una rivista locale fiorentina e decisi di provarci. L’idea di disegnare c’era sempre stata ma non sapevo quanto seriamente potevo prendere la cosa. Quello che mi piace comunicare sono concetti ed opinioni attraverso l’arte visuale.

Da circa un anno lavori per una casa editrice giapponese, vuoi raccontarci l’esperienza che stai vivendo? Lavoro in Giappone dal settembre del 2003, ma c’ero già stato prima di imparare la lingua. In questi mesi, pur avendo contatti con varie case editrici nipponiche, mi capitava spesso di sentirmi dire che ero ancora un po’ immaturo nel disegno, che avevo bisogno di crescere un po’ stilisticamente, quindi mi sono messo a studiare di brutto per migliorare la mia tecnica ed avvicinarmi a quello che richiedevano le case editrici. Disegno in digitale perché sin da bambino ho sempre avuto contatto con l’informatica, materia alla quale sono sempre stato appassionato. Oggi sono molto soddisfat-to di quello che faccio.

Come funziona il mercato dei fumetti in Giappone? Il mercato dei manga in Giappone è enorme, ci sono un sacco di almanacchi che escono settimanalmente o mensilmente divisi per varie tipologie di target: sesso, età, ecc... All’interno di ogni numero troviamo varie tipologie di

storie e di personaggi. Le storie che hanno maggior successo saranno poi promosse in pubblicazioni singole che dureranno nel tempo. Per un disegnatore è già un bel successo poter disegnare all’interno di queste raccolte, ma il massimo della felicità lo si raggiunge quando l’editore decide di produrre la tua serie come fumetto singolo. Il manga viene general-mente raccontato in tantissime puntate; con l’evolversi della sceneggiatura si possono creare nuovi personaggi, nuovi intrecci, che si evolve-ranno in uscita dopo uscita, arrivando ad essere una sorta di soap opera. La storia ha una lunga evoluzione e non si esaurisce, come accade per i fumetti italiani, all’interno dello stesso numero ed è fondamentale continuare ad alimentare l’interesse dei lettori.

E tu come sei stato selezionato? Lì si diventa disegnatori partecipando a dei concorsi indetti dalle case editrici. Quando hai in mente una storia prepari delle bozze del fumetto, prendi i contatti con l’editore, ti confronti con lui e poi cerchi di mettere in pratica i consigli rilasciati per migliorare il

uando e come è nata la tua passione per i manga?È nato da bambino, ero rimasto attratto dalla copertina di una rivista di manga, ma negli anni ’80 era difficile trovarli in vendi-Q uanÈQ

“A Paceful World”, opera di Matteo Ceccarini.

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TIBER TALENT --- 39MATTEO CECCARINI

ta dalle nostre parti, però avevo un cugino che abitava a Roma ed essendo anche lui appassio-nato del genere quando tornava a Città di Castello mi riportava un po’ di fumetti. Sono un autodidatta e il desiderio di approcciarmi a questo mondo in maniera seria è nato ai tempi dell’università. Ho frequentato la facoltà di Informatica a Firenze, ed andando in libreria un giorno vidi un bando di concorso per una rivista locale fiorentina e decisi di provarci. L’idea di disegnare c’era sempre stata ma non sapevo quanto seriamente potevo prendere la cosa. Quello che mi piace comunicare sono concetti ed opinioni attraverso l’arte visuale.

Da circa un anno lavori per una casa editrice giapponese, vuoi raccontarci l’esperienza che stai vivendo? Lavoro in Giappone dal settembre del 2003, ma c’ero già stato prima di imparare la lingua. In questi mesi, pur avendo contatti con varie case editrici nipponiche, mi capitava spesso di sentirmi dire che ero ancora un po’ immaturo nel disegno, che avevo bisogno di crescere un po’ stilisticamente, quindi mi sono messo a studiare di brutto per migliorare la mia tecnica ed avvicinarmi a quello che richiedevano le case editrici. Disegno in digitale perché sin da bambino ho sempre avuto contatto con l’informatica, materia alla quale sono sempre stato appassionato. Oggi sono molto soddisfat-to di quello che faccio.

Come funziona il mercato dei fumetti in Giappone? Il mercato dei manga in Giappone è enorme, ci sono un sacco di almanacchi che escono settimanalmente o mensilmente divisi per varie tipologie di target: sesso, età, ecc... All’interno di ogni numero troviamo varie tipologie di

storie e di personaggi. Le storie che hanno maggior successo saranno poi promosse in pubblicazioni singole che dureranno nel tempo. Per un disegnatore è già un bel successo poter disegnare all’interno di queste raccolte, ma il massimo della felicità lo si raggiunge quando l’editore decide di produrre la tua serie come fumetto singolo. Il manga viene general-mente raccontato in tantissime puntate; con l’evolversi della sceneggiatura si possono creare nuovi personaggi, nuovi intrecci, che si evolve-ranno in uscita dopo uscita, arrivando ad essere una sorta di soap opera. La storia ha una lunga evoluzione e non si esaurisce, come accade per i fumetti italiani, all’interno dello stesso numero ed è fondamentale continuare ad alimentare l’interesse dei lettori.

E tu come sei stato selezionato? Lì si diventa disegnatori partecipando a dei concorsi indetti dalle case editrici. Quando hai in mente una storia prepari delle bozze del fumetto, prendi i contatti con l’editore, ti confronti con lui e poi cerchi di mettere in pratica i consigli rilasciati per migliorare il

uando e come è nata la tua passione per i manga?È nato da bambino, ero rimasto attratto dalla copertina di una rivista di manga, ma negli anni ’80 era difficile trovarli in vendi-Q uanÈQ

“A Paceful World”, opera di Matteo Ceccarini.

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LUCIA ROSSI INSEGUENDO IL MIO SOGNO

Tratto da Concept Magazine n° 66| febbraio 2010 di Tamara Falaschi

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TIBER TALENT --- 43lUCIA ROSSI

I sacrifici che ho fatto sono quelli che accomu-nano tutti i giovani attori che, come me, devono sudare molto per raggiungere i propri obiettivi. Ma questo è valido per ogni professione… oggi più che mai. Se il percorso è stato spesso difficile e i momen-ti di sconforto frequenti, soprattutto quando mi sono trasferita a Roma per studiare recita-zione, confesso di averlo intrapreso con grande positività.Il peso dei sacrifici si è quindi da subito trasfor-mato nella gioia di vivere un’importante esperienza professionale e umana.

Ti abbiamo vista nel ruolo di Beatrice nella miniserie televisiva “La scelta di Laura” assieme a Giorgio Pasotti e nell’amatissimo “Distretto di Polizia”, entrambi su Canale 5. Raccontaci un po’ queste esperienze. Di entrambe le esperienze ho un bellissimo ricordo che, sono sicura, rimarrà indelebile. In fondo “La scelta di Laura” è stato il primo progetto veramente importante a cui ho preso parte, che mi ha dato l’opportunità di vivere il set e di confrontarmi con colleghi già noti come Giorgio Pasotti e Giulia Michelini.

“Distretto”, invece, è sempre “Distretto”. E poi il ruolo di Miriam nell’ultima serie l’ho veramente tanto amato. Una donna all’apparenza senza scrupoli, in realtà fragile e dolcissima.

Prima della televisione hai fatto anche molto teatro. In quale dei due ambienti ti trovi più a tuo agio? Per un attore è veramente difficile sentirsi a proprio agio sia sul palco che su un set. Diciamo che il disagio è un elemento immanca-bile. L’adrenalina c’è sempre ma, certo, recitare o danzare (è danzatrice professionista - n.d.r.) per il pubblico di un teatro è un emozione insostituibile, a cui non ci si abitua mai.

Negli ultimi anni l’Umbria ha donato al mondo del cinema alcune delle più brave attrici del momento, a partire da Monica Bellucci, fino ad arrivare a Laura Chiatti o Valentina Lodovini. Ti piacerebbe far parte di questo gruppo?Non posso non sperare che l’Umbria porti

alla piccola frazione di Lama a Roma per inseguire un sogno: diventare attrice. Immagino tu abbia fatto molti sacrifici?A quali costi?

“Per un attore è veramentedifficile sentirsi

a proprio agio sia sul palco che su un set”

D

Lucia Rossi, come Monica Bellucci, è originaria di Lama.

aldivD

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fortuna anche a me, come è stato per tutte le attrici alle quali ha dato i natali, prima tra tutte la grande Monica Bellucci. A proposito, in una fiction che andrà in onda su Mediaset a settembre, mi vedrete in un ruolo divertentissimo: il personaggio che interpreto parla il mio dialetto!

Fare cinema è un tuo sogno? Hai progetti in tal senso? La mia massima aspirazione è il cinema d’autore. In effetti il debutto sul grande schermo già c’è stato, con un film indipendente che però in Italia non è ancora arrivato.In questi giorni comunque sarò impegnata sul set di un’altra pellicola: anche in questo caso un’etichetta indipendente, ma con la partecipa-zione di nomi che hanno fatto la storia del cinema italiano.

44 --- TIBER TALENT LUCIA ROSSI

LUCIA OGGI

Lucia in una scena di “RIS Delitti Imperfetti”.

Cosa ti aspetti dal futuro?Non lo so, vedremo… Vivo alla giornata e poi sono abbastanza scaramantica. Spero comunque di vedermi realizzata, tra qualche anno, sia umanamene che nel mio lavoro.

Allora, in bocca al lupo! Crepi il lupo!

“Spero di vedermi realizzata,

tra qualche anno, sia umanamene

che nel mio lavoro”

È stata protagonista “R.I.S. Roma 2 - Delitti imperfetti” e in “R.I.S. Roma 3 - Delitti imperfetti” nel

ruolo di Bianca Proietti. Al cinema l’abbiamo vista nel film “Ex - Amici come prima!” di Carlo Vanzina e

nella pellicola “La patente” di Alessandro Palazzi. A settembre 2014 è uscito il film “Un ragazzo d’oro” di Pupi Avati, dove recita al fianco di Riccardo Scamarcio, Cristiana Capotondi e Sharon Stone.

Presto sarà protagonista anche del nuovo film di Marco Risi e in una nuova fiction

targata Mediaset.

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DANIELE BOSSARIAMO CITTÀ DI CASTELLO

Tratto da Concept Magazine n° 74| novembre 2010 di Stefano Rossi

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TIBER TALENT --- 47DANIELE BOSSARI

Ho esordito giovanissimo nel mondo radiofoni-co, prima a Radio Clusone passando poi per Radio Capital e Radio Deejay. Negli stessi anni ho iniziato a collaborare con MTV. La mia prima esperienza televisiva è avvenuta nel 1998 su Italia 1 con il programma Fuego, al quale seguono “Pop Star” e “Wozzup”, tutti su Italia 1 e tutti dedicati ai giovani. Mi sono poi specializzato nel campo musicale fino ad arrivare a condurre il “Festivalbar”. Sono stati momenti indimenticabili, esperienze uniche che nel tempo mi hanno formato e fatto crescere e migliorare nel mio campo.

Sei stato la special guest del DJ Shopping di Città di Castello, evento che ti ha riportato alle origini della tua carriera. La musica mi appartiene come background, come competenze e come passione. Ho sempre fatto il Dj in radio e nei locali e quando i miei amici Tifernauti, Brizi e Capacci, mi hanno chiesto di prendere parte a questo evento qui a Città di Castello ho accettato subito con entusiasmo perché il progetto mi sembrava molto innovativo ed interessante. Il DJ Shopping è stata una bella fusione di generi di musica e un simpatico mix di immagi-ni e proiezioni nelle splendide facciate dei

palazzi rinascimentali. Proprio un’organizzazione geniale, un evento nuovo e ben riuscito che ha portato in centro tanti ragazzi e animato la città. Per quella serata ho pensato di suonare qualco-sa di electro-rievocativo, qualcosa che si potes-se imprimere nei palazzi storici del centro cittadino.

Infatti, questa estate i tifernati hanno risposto con partecipazione agli eventi de I Tifernauti.I ragazzi dell’associazione si sono dati molto da fare per organizzare questi eventi estivi e la città ha risposto proprio bene; in fondo siete proprio una bella cittadina ricca di persone vere!Città di Castello, a me e mia moglie Filippa (Lagerback, n.d.r) è piaciuta sin da subito ed ormai è la nostra patria di adozione, il luogo dove abbiamo deciso di vivere quando siamo liberi dagli impegni lavorativi. Qui passiamo due mesi all’anno, i più belli e i più rilassanti.

ai esordito in radio per poi passare a MTV, fino ad arrivare ai programmi del pomeriggio di Italia 1. Cosa ricordi degli inizi? “La musica

mi appartienecome background,come competenzee come passione”

Hai aiH

Daniele durante una serata del “DJ Shopping” di Città di Castello.

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Intuisco che ormai Città di Castello ti è entrata nel cuore, soprattut-to perché tua figlia è nata proprio qui nel 2003.Esatto. Mia figlia Stella è nata proprio all’ospedale di Città di Castello e quindi, comunque vada, con la vostra città avrò per sempre un forte legame affettivo. Stella è la mia guida, è la mia stella polare, il punto fermo che ogni giorno mi dà la forza per alzarmi ed iniziare una nuova giornata.Per rimarcare il mio amore verso questa città ti posso confessare che proprio alcuni giorni fa ho fatto realizzare da un notissimo e bravissimo orefice del centro storico un anello con incisa una frase dedicata a Città di Castello, un anello che porterò sempre con me.

48 --- TIBER TALENT DANIELE BOSSARI

DANIELE OGGI

Daniele assieme alla figlia Stella e alla moglie Filippa Lagerback.

Oggi sei inviato del programma “Mistero”. Hai avuto modo di conoscere le tante leggende legate a Città di Castello?Molti miei amici di Castello mi hanno raccon-tato le leggende cittadine che si tramandano da tanti anni, dalla Sora Laura ai cunicoli sotterra-nei. Ho anche promesso che prima o poi realiz-zerò un servizio per “Mistero” sulle leggende tifernati, ne ho già parlato con la produzione del programma e credo che presto la cosa potrebbe essere fattibile.

Ho scoperto che il tuo grande desiderio è quello di fare un viaggio nello spazio, è vero?Si, sono tanti anni che cerco di poter avverare questo mio sogno; in realtà ho già acquistato il biglietto per fare questo viaggio, ma ci sono stati alcuni problemi e alcuni ritardi ed ancora non è stato possibile farlo. Tutta questa attesa però ha fatto diminuire la voglia di affrontare la cosa. Vediamo cosa succederà in futuro.

“Città di Castello è ormai lanostra patria di adozione”

Dal 2009 è uno dei conduttori di “Mistero”. Dal 2011 cura una rubrica sulle nuove tecnologie e le scienze all'interno

del programma “Verissimo”.Nel 2012-2013 ha condotto su Radio

Monte Carlo il programma dedicato alla scienza e tecnologia "RMC Hi-Tech".Vive a Milano insieme alla compagna

Filippa Lagerbäck e alla figlia Stella, nata nel 2003 a Città di Castello, dove Bossari

trascorre parte del suo tempo libero. È celiaco e Presidente Onorario

dell'Associazione Italiana Celiachia.

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ALESSANDRA CHIELITRA MUSICA E RECITAZIONE

Tratto da Concept Magazine n° 85| novembre 2011 di Stefano Rossi

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TIBER TALENT --- 51ALESSANDRA CHIELI

perché da piccola ho iniziato a studiare la chitarra classica. Poi ho cominciato a cantare seriamente, mentre a 18 anni ho iniziato ad affiancarmi al mondo del teatro. Ora sono attrice e cantante e mi piace definirmi come tale, non c’è una cosa che mi piace più ed un’altra meno, sono due cose che faccio insieme e credo che vada bene così, sono due arti complementari che spesso combaciano… non devo per forza scegliere, no? È un è problema del tutto italiano: noi professionisti dello spettacolo veniamo catalogati in un modo o in un altro perché non puoi essere più di una cosa. Se invece torniamo indietro con il tempo, tanti sono stati gli attori/cantanti e non c’era la necessità di scegliere, come del resto accade ancora oggi all’estero.

Hai iniziato a livello locale con il “Teatro dei 90” fino ad arrivare alla copertina di “Sipario”, prestigiosa rivista del settore. Raccontaci tutto quello che c’è stato in mezzo!Ho iniziato con il “Teatro dei 90” e con “La Lezione Eugène Ionesco” e devo ringraziare Angelo Zigrino che mi ha fatto scoprire il teatro. Ero molto timida; anche se già cantavo, lui mi ha lanciata sopra il palco. Mi sono poi

trasferita a Bologna, perché nel frattempo frequentavo il Conservatorio nella città emilia-na. E in questa città ho iniziato a lavorare subito nel mondo del teatro prendendo parte a delle piccole cose. Ho seguito tanti stage, laboratori con importanti attori e registi italia-ni. Nel 2006 ho vinto la borsa di studio per un corso di un anno, promosso dalla Comunità Europea, “L’attore completo: teatro, cinema, radio e tv” svoltosi all’interno dell’Accademia Antoniana. Nel 2009 ho ricevuto il premio Gino Cervi come miglior attrice sotto i 30 anni, sono arrivata seconda, ma essendo l’unica donna per me è stato come se fossi arrivata prima! Poi ho iniziato a lavorare con lo Stabile dell’Emilia Romagna e da lì è arrivato un lavoro a Milano, un monologo diretto da Giorgetti… e poi a mia insaputa la copertina di “Sipario”, che è stata una bella sorpresa!

Cinema, tv, teatro. Con quali produzioni hai iniziato e cosa stai facendo oggi? Ho iniziato con Federico Greco, regista romano, ho fatto tanto cinema indipendente che continuo a fare anche oggi. Tra l’altro ho fondato nel 2007, insieme a altri 2 attori, un’associazione chiamata “Amaroteatro” ed oggi ci autoproduciamo. Abbiamo fatto due lavori importanti che sono stati premiati in festival internazionali di settore sia a San Francisco che a Oslo.

lessandra Chieli: attrice, cantante, ballerina. Come ami definirti e in quale ruolo ti senti più a tuo agio?Sono attrice ma nasco come musicista

“Sono attrice ecantante e mi piace

definirmi come tale”

Alessandra Chieli nasce come musicista e poi si avvicina al teatro.

leA

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Quello indipendente è purtroppo un aspetto del cinema molto poco conosciuto in Italia, mentre è stato da subito preso in considerazio-ne da me perché lo considero un aspetto della “ricerca”. Per la tv ho fatto sempre piccole parti tra cui un episodio de “L’Ispettore Coliandro”. Però presto mi vedrete su Rai Uno in prima serata con la fiction la “Certosa di Parma”. Ho recitato in diversi spot pubblicitari. Essendo anche una cantante spesso giro per locali e manifestazioni assieme a vari musicisti che mi accompagnano. Certo, la tv e la pubblicità pagano molto di più, però il mio sogno è di continuare con il teatro e magari il cinema. Dall’estate 2011 ho fondato insieme agli attori Emilio Barone e Massimiliano Ferrari, la compagnia “Barone Chieli Ferrari”, e il nostro primo progetto dal titolo “La salute degli Infer-mi” è stato finalista al premio “Giovani realtà del teatro 2011”.

Questa estate sei stata protagonista a Città di Castello prima come testimonial di CdCinema, poi come ospite de Le Train Noir ed infine madrina della Mostra del Fumetto. Quando la città chiama, Alessandra risponde!Spero che tutto mi porti fortuna. A Città di Castello, in tutti questi anni, ancora non avevo avuto occasione di lavorare. Mi ha fatto molto piacere, è stato un modo per omaggiare la mia città dove ho genitori, amici e parenti, che vedo molto raramente. Essere richiamata per tre cose diverse nello stesso periodo è stato veramente un piacere.

52 --- TIBER TALENT ALESSANDRA CHIELI

ALESSANDRA OGGI

Alessandra in “La salute degli infermi”.

“Ci vuol fortuna perché funzioni, brividi alla schiena e gli ingredienti buoni…” canti spesso nella cover della Vanoni. È proprio così nel mondo dello spettacolo?La fortuna c’è se ti trovi nel posto giusto. Poi però è importante che ci sia il giusto mix di combinazioni e se funziona, come speriamo che continui a funzionare per me, dichiaro di essere in totale accordo con il testo della canzone!

“Il mio sogno è dicontinuare con il teatro

e magari il cinema”

Ha partecipato a numerosi recital senza trascurare però la sua passione per la

musica. Nel 2012 ha preso parte alla fiction “Certosa di Parma” e da vari anni si

diverte anche a partecipare a vari spot televisivi.

A teatro le produzioni più importanti sono state “Bunker” al Milleilire di Roma e “Parabole fra Sanpietrini” per il Festival

del Teatro.

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GIORDANO PETRI TIFERNATE ALLA RIBALTA

di Stefano RossiTratto da Concept Magazine n° 87 | gennaio 2012

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TIBER TALENT --- 55GIORDANO PETRI

con il laboratorio “Ottobre” di Valeria Ciangot-tini, avevo appena 17 anni e per tre anni ho seguito i suoi corsi mentre studiavo giurispru-denza. La passione per il teatro, però, ha preso il sopravvento sugli studi giuridici ed ho quindi deciso di andare a Roma per accedere alle selezioni per il Centro Sperimentale di Cinema-tografia. Ho fatto le selezioni estive, sono riuscito a entrare nella scuola e da lì è comincia-ta quella che dovrebbe essere la mia carriera.

Sei il pronipote di Elio Petri, grande regista italiano, quindi avevi una strada già scritta nel DNA? Mio padre è nipote di Elio Petri, regista degli anni ’70 e ’80 del cinema cosiddetto politico. In realtà i miei genitori erano assolutamente contrari a questo tipo di carriera perché preferi-vano che facessi un lavoro più sicuro e soprat-tutto preferivano che avessi continuato gli studi giuridici per diventare avvocato facendo teatro e recitazione come semplice hobby. Non è facile capire l’atmosfera che si crea lavorando in questo mondo, non solo nel momento della recitazione vera e propria, ma anche per tutto quello che vi ruota intorno, i sentimenti, le energie che si creano, la voglia di mettersi in discussione e in gioco per sperimentare sempre qualcosa di nuovo.

Dopo la formazione, sono nate le prime occasioni lavorative…Esatto. Nel 2002, subito dopo essermi diploma-to al Centro Sperimentale di Cinematografia, ho iniziato con “Pinocchio” di Roberto Benigni. Roberto cercava giovani attori per girare la parte dedicata al Paese dei Balocchi e voleva attori e comparse giovani che nella storia faces-sero parte del gruppo di amici di Pinocchio e Lucignolo. Andai alla selezione con un po’ di tensione perché non riuscivo a vedere Benigni

come semplice regista, essendo reduce da un importante premio oscar. Lui è stato molto carino, mi ha messo subito a mio agio e ha cercato di studiarmi e capirmi, facendo proprio uno studio introspettivo e psicologico per capire realmente chi fossi e quindi quali fossero le mie energie e le mie passioni, per poi passare alla lettura del testo che con lui diventa sempre una cosa quasi secondaria, perché è abituato a lavorare con l’improvvisazione e con l’istintività dell’attore che ha di fronte. È stato bellissimo rapportarsi con i grandi attori del cinema italiano presenti nel cast.

Il ruolo da protagonista è arrivato poi con il film “Ma l’amore sì” e “Per Sofia”, dove ti abbiamo visto in ruoli più centrali.Nel 2006 ho affiancato Anna Maria Barbera, in arte Sconsolata, nel film “Ma l’amore sì” diretto da Tonino Zangardi. Poi ho avuto varie parti in

iordano, ancora minorenne hai mosso i primi passi nel mondo del teatro, ricordi come hai iniziato? A Città di Castello ho iniziato a recitare

Giordano ha lasciato gli studi giuridici per inseguire il suo sogno.

iordG

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molte fiction televisive di grande notorietà come “Carabinieri”, “Il Commissario Manara”, “Il Sangue e la Rosa”, “RIS”, “Don Matteo” per arrivare al lungometraggio “Per Sofia”, al quale sono veramente affezionato perché è il mio primo vero e proprio film da protagonista. È una pellicola indipendente, che però è riuscita a girare in tantissimi festival ed appuntamenti d’essai e a Venezia è stato programmato fuori concorso durante il Festival del Cinema 2009 nella sezione Orizzonti: in quella occasione ho vinto un premio come miglior attore non prota-gonista. È stato un film quasi a conduzione familiare, dove tutti abbiamo messo del nostro, ci abbiamo investito tutte le nostre energie ed aspettative e anche se mal distribuito (grande problema del cinema italiano in genere) è stato comunque un successo per visibilità e per ingressi al cinema.

Il presente, invece, ti ha riservato un noto Distretto di Polizia…È vero, sono entrato nella fiction di Canale 5 “Distretto di Polizia”. Ho girato questi episodi in primavera, dove ricopro il ruolo di un metro-notte che aiuta la polizia del Tuscolano a segui-re i vari casi che si avvicendano nel noto quartiere romano tipo droga, prostituzione e riciclaggio. È un ruolo che mi ha dato grandi soddisfazioni soprattutto per il confronto con un set magico sia dal punto di vista dei colleghi che dal punto di vista delle maestranze. Una vera famiglia dove si lavora bene e dove noi attori siamo molto sostenuti durante le ore di set, soprattut-to io che sono l’ultimo arrivato.

Nel 2011 è stata fissata la tua presenza a Città di Castello, prima come testimonial della rassegna di CdCinema, poi come ospite della Mostra di Pinocchio e de Il Tartufo Bianco. Finalmente ti rivediamo nella tua città natale!In realtà vengo molto spesso a Città di Castello per “rigenerarmi” e poi perché qui ho la mia

56 --- TIBER TALENT GIORDANO PETRI

GIORDANO OGGI

“Vengo molto spessoa Città di Castelloper rigenerarmi”

famiglia. Queste occasioni sono state veramen-te delle sorprese perché mi hanno cercato e mi hanno voluto fortemente presente. Tra l’altro in queste situazioni sono anche molto imbarazza-to perché in fondo quando vengo a Città di Castello sono il Giordano di sempre, non proiettato come attore o come una persona che deve sostenere un ruolo. Vedere vecchi amici, vecchi compagni, vecchi amici di famiglia da una veste un po’ diversa, mi rende impacciato, perché mi sento sotto giudizio e sott’osservazione. Però è bello perché qui tutti mi accolgono con grande calore e con un forte sostegno e questo mi fa capire che allora tutto ciò che ho seminato quando ero più piccolo, tutti i valori che mi sono stati insegnati, non sono andati persi…

Nel 2012 ottiene il riconoscimento come Miglior Attore al “Premio Festival

Internazionale Napoli Cultural Classic”. Sempre nel 2012 è tra i protagonisti di

“Benvenuti a tavola - Nord vs Sud”, regia di Francesco Miccichè e Dario Baldi per Canale 5, ma anche tra le star di “Rosso

San Valentino” per poi inserirsi nel cast di “Un medico in famiglia 9”.

Nel 2014 è tra i protagonisti della pièce teatrale “A volte non abito qui” con

Federica Flavoni e con la partecipazione di Francesca Reggiani.

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GRAZIANO SCARABICCHI TRA SPOT E TEATRO

di Stefano RossiTratto da Concept Magazine n° 89 | marzo 2012

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TIBER TALENT --- 59GRAZIANO SCARABICCHI

Diciamo che l’ho sempre saputo. Il mondo dello spettacolo mi affascinava sin da bambino, quando le maestre dell’asilo mi chiedevano che lavoro avrei fatto da grande io rispondevo senza esitazione dicendo: farò l’attore! Mi immaginavo già da grande come interprete delle storie che mi raccontava il mio bisnonno della guerra, delle amicizie che nascevano al fronte, delle storie d’amore degli altri soldati, oppure mi immaginavo in un film d’epoca con costumi dell’800. Ero molto affascinato dai divi e dai film hollywoodiani. Penso che non ci sia un’età dove tu decidi quale sarà il tuo futuro e credo che ognuno nasca con delle predisposizioni ed attitudini e che tutto poi si muova per far sì che queste doti si svilup-pino in modo da realizzare gli obiettivi che ci siamo posti. Ho iniziato con i corsi provinciali per poi approdare a Milano in un’accademia triennale di musical chiamata MA&S, poi ho seguito una master class al Piccolo Teatro Strehler di Milano, seminari di recitazione con Pujadevi, Cesar Bree e a Roma con Francesca de Sapio e Vincenzo Zingaro. Ritengo che un attore, come in tanti altri mestieri, non possa mai permettersi di smettere di studiare e di mettersi in gioco.

Quando sono iniziati i lavori nel mondo dello spettacolo? Ho iniziato a fare piccoli lavori in pubblicità, servizi di moda e piccoli ruoli in fiction così sono riuscito a mettere da parte i soldi per pagarmi l’accademia di recitazione e l’affitto a Milano. Inoltre facevo anche 4 ore di call center giornaliero e il cameriere nel fine settimana. Certo, devo molto ai miei genitori che mi hanno sempre sostenuto sia economicamente che moralmente, anche se la loro credibilità e fiducia me la sono dovuta guadagnare.

Nel tuo curriculum anche tantissimi spot per Vodafone, Toyota e Longines al fianco addirittura di Kate Winslet.Sì, i lavori più grandi sono poi arrivati con tanta preparazione, dedizione, costanza, studio ed osservazione! Una persona può fare tutte le scuole del mondo ma la professionalità è quella che si matura sul set, con il lavoro vero e proprio. Molti importanti sono i professori che si incontrano nel cammino. Lavorare a fianco di Kate Winslet, Aishwarya Rai Bachchan e Li Ching è stato davvero emozionante, sono delle professioniste di alto livello, questo spot ha fatto il giro del mondo ed è stata per me una bella vittoria e riconferma, vista la concorrenza!

In tv hai lavorato in sit-com Rai come attore protagonista. Quali emozioni hai provato in questo set? Avevo già lavorato nella sit-com “Piloti” di Raidue e ne “I soliti idioti” per MTV, ma sempre con piccoli ruoli, mentre “Vita da Vigile”, realizzata per Rai Educational, è stata la mia vera e propria consacrazione con un ruolo da protagonista.

uando hai cominciato a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo e a che età hai capito cosa avresti voluto fare davvero nella vita?

Graziano è uno dei volti più richiesti per gli spot pubblicitari.

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In questa fiction vestivo i panni di un neo vigile, assunto perché vincitore di un concorso, di nome Valerio Caprioli, che si trova a sottostare ed eseguire gli ordini del comandante donna Amanda Ferri di cui pian piano si innamorerà. Nel set e con il cast mi sono trovato davvero bene; c’era un bel affiatamento, una bella armo-nia e sintonia!

Con quale noto attore o attrice ti piacerebbe recitare? Mi piacerebbe molto lavorare al fianco dei miei amici e colleghi umbri come Lucia Rossi, Giordano Petri, Alessandra Raichi e sarebbe veramente un onore se potessi lavorare al fianco di Monica Bellucci… diverse volte ho rischiato di incontrarla su qualche set come in quello dello spot per il profumo di Dolce e Gabbana dove lei era la protagonista, sono stato in opzio-ne fino all’ultimo per poi perdere questa oppor-tunità. Ma prima o poi so che succederà!

Sei al teatro Sistina con due spettacoli: “Il mago di Oz” e “Ceneren-tola”. Quanto ti affascina la magia del teatro? Il teatro mi piace per il contatto e scambio diretto con lo spettatore e perché per ogni azione c’è una reazione. È veramente bellissimo far parte di questi due importanti musical per bambini, ogni volta è come tuffarsi con entram-be le scarpe in queste due affascinanti storie e viverle appieno, ridiventando un po’ quel bambino che ero, spensierato e felice.

60 --- TIBER TALENT GRAZIANO SCARABICCHI

GRAZIANO OGGI

“Ritengo che unattore non possa maismettere di studiare”

Ogni volta i sorrisi dei bambini ti scaldano il cuore e ti danno quella felicità della quale tutti siamo in continua ricerca. A volte i bambini con la loro fantasia e semplicità ci insegnano a rivalutare ed apprezzare le cose più semplici che tutti i giorni dimentichiamo.

Oggi vivi a Roma. Quanto contano nel tuo lavoro le radici umbre e quelle tifernati?Se penso alle mie radici ho subito un’immagine molto chiara e netta che mi compare nella mente come un quadro, ed è il bel panorama che ogni mattina vedo aprendo le finestre della mia camera in Umbria… quelle tonalità diverse di verde, quel cielo azzurro, quelle nuvole, il silenzio che avvolge tutto quel profumo di purezza che solo a casa mia ritrovo. Ogni volta che mi sento giù scappo a casa trovando rifugio nel mio status quo che mi ha forgiato e formato. Recupero quella serenità e quella genuinità che mi contraddistinguono da tutto e tutti… e mi rigenero. Penso che tutto nasca dal mio bel Monte S. M. Tiberina! Lì ho tutti i miei affetti: gli amici, i miei animali e la mia famiglia che per me rappresenta l’amore con la “A” maiuscola! Penso di avere una marcia in più perché ho la fortuna di avere e di cono-scere tutto questo…

Graziano ha collezionato un numero impressionante di pubblicità: Candy,

Dove, Nivea, Vodafone, RDS, Moment, Sky, Coca Cola, Ikea. Al cinema, nel 2014, ha debuttato come protagonista nel film “Beyond Love” di Silvio Alfono Nacucchi. Ha girato il lungometraggio in costume

“Fiori del Male” e “The Key and The answer”, in uscita nel 2015. Quest’anno a Roma ha condotto anche il concorso di

bellezza “Miss Precious”.

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SIMONE SANTIIL NOSTRO ARBITRO DI PALLAVOLO

di Stefano RossiTratto da Concept Magazine n° 96 | novembre 2012

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TIBER TALENT --- 63SIMONE SANTI

con Don Bruno Barroccini che in quel periodo era arbitro di Serie A. Città di Castello è sempre stata una città che ha vissuto di pallavolo, oggi come un tempo, e la passione per questo sport posso dire che già ce la avevo scritta nel DNA, come per molti tifernati del resto. Insieme al mio gruppo di amici si seguiva la pallavolo locale e le gesta di Don Bruno che una volta, quasi per caso, ci chiamò ad arbitrare il Torneo Francesca Fabbri, che si disputa ancora oggi in città tra Natale e Capodanno; da questo momento in poi è nata la mia passione verso l’arbitraggio. Don Bruno è stato sempre un uomo capace di aggregare i giovani in modo sano e in parte lo devo anche a lui il mio avvici-namento al mondo della pallavolo.

Come si diventa arbitri di pallavolo?Ogni anno vengono attuati dei corsi per giovani arbitri, che generalmente iniziano tra ottobre e novembre, quando riprendono i campionati giovanili. L’età minima richiesta è 16 anni ed ogni anno, nella nostra Città di Castello, parte-

cipano una media di 15 persone. Si parte con l’arbitraggio di partite a livello locale per poi approdare a livello provinciale e poi regionale. Grazie alla passione e alle proprie capacità si può arrivare fino ai massimi livelli. Ovunque vado, in Italia e per il Mondo, mi piace sempre mettere in evidenza che sono di Città di Castel-lo perché amo e adoro il mio paese. Vorrei ricor-dare due amici arbitri del nostro territorio che hanno iniziato con me e che oggi purtroppo non sono qui con noi perché ci hanno lasciato in giovane età: Stefano Gambuli e Piergiorgio Reali.

Sicuramente è un mestiere che richiede enormi sacrifici e diverse rinunce… Io ci ho sempre messo una grande passione ed un impegno costante. Vedevo che era una cosa che mi piaceva fare anche se mi occupava molto tempo all’interno della settimana; per esempio già quando arbitravo le partite di Serie B di sabato sera, se ero lontano da casa, avevo pochissimo tempo per uscire e stare con gli amici: magari tornavo alle due di notte e li raggiungevo in discoteca per chiudere la serata! Imperterrito ho proseguito, anche perché i commissari mi dicevano che lo dovevo assolu-tamente fare, perché vedevano in me del talen-to. Nel 1994 sono passato in Serie A e da lì mi si è aperto un percorso internazionale, per poi arrivare nel 2000, già sposato con due figli, quando ho dovuto rimettermi a studiare seriamente l’inglese di sera, cosa assolutamente necessaria per proseguire la mia carriera da arbitro e condicio sine qua non per concretizzare il mio sogno. Da qui è nato un importante percor-so che sino ad oggi mi ha portato ad arbitrare 11 finali scudetto, tra gare maschili e femminili, in Italia e a livello internazionale circa 50 partite di Champions League. Ho fatto poi un Mondia-le, gli Europei fino ad arrivare alle Olimpiadi, questa estate a Londra, coronamento di un sogno incredibile. Mai avrei pensato di poter

imone, oggi sei uno degli arbitri più importanti al Mondo ma a quanti anni hai cominciato questa professione?Era il 1982, avevo solo 16 anni, ed ho iniziato

Il tifernate Simone Santi è uno degli arbitri di pallavolo più noti.

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andare alle Olimpiadi nemmeno tra il pubblico, figurarsi in campo ad arbitrare una partita di pallavolo! Alle Olimpiadi ho arbitrato 8 partite ed ho concluso con un quarto di finale derby Brasile-Giappone con più di 16 mila persone presenti al palazzetto, un seguito stupendo… e stupendo è stato essere al centro di un evento così particolare.

Cosa si prova a vivere le Olimpiadi dall’interno?A Londra è stata un’esperienza dal punto di vista sportivo meravigliosa ma dal punto di vista di concentrazione unica, molto stressante. Siamo stati 21 giorni sotto uno stress unico, però è il pegno da pagare per questa splendida ed irripetibile esperienza. Dopo le Olimpiadi non ci sono manifestazioni più importanti da arbitrare. Fino ai 55 anni è possibile professare questo mestiere e quindi fino a quando mi chiameran-no e mi convocheranno io sarò disponibile sempre con il massimo impegno e con la massi-ma concentrazione, sapendo che prima o poi bisognerà lasciare il posto a nuove leve. Tornato da Londra i miei familiari mi sono venuti a prendere all’aeroporto e siamo andati diretti in vacanza a Ischia e per 10 giorni ho dormito circa 10 ore al giorno, avevo bisogno di recuperare!

64 --- TIBER TALENT SIMONE SANTI

SIMONE OGGI

Simone Santi è stato l’unico arbitro italiano alle Olimpiadi 2013.

“Ovunque vado,mi piace mettere inevidenza che sonodi Città di Castello”

Quali momenti vissuti non ti scorderai mai? Sicuramente l’incontro con Kobe Bryant, uno dei più grandi giocatori di basket americano presenti alle Olimpiadi. Mi sono avvicinato ed in inglese gli ho chiesto se potevo fare una foto e lui mi ha risposto che era possibile… ma in milanese! Sono rimasto stupìto dal suo italiano perfetto. Mi ha confessato che in Italia lui ha frequentato tutte le scuole perché suo padre giocava a Milano. Poi impossibile dimenticarsi l’emozione vissuta al Quirinale quando abbia-mo riconsegnato le bandiere italiane al Presi-dente della Repubblica Giorgio Napolitano. Una situazione irripetibile vivere la cerimonia all’interno della suggestiva Sala delle Feste e nel Salone dei Corazzieri.

Simone Santi, dopo aver diretto le Olimpiadi di Londra 2012, oltre a tante partite di campionato, Coppa in Italia e

aver arbitrato numerosi incontri internazionali in Giappone, Corea del

sud, Brasile, Argentina, Germania, Francia, Polonia, Russia, Regno Unito, Spagna, Portogallo, Turchia e Grecia, nell’estate 2014 è tornato a dirigere il

Campionato Mondiale di Volley maschile che si è tenuto in Polonia.

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di Stefano RossiTratto da Concept Magazine n° 99 | febbraio 2013

MICHELE BENDINIECCO COME SI DIVENTA DEI MASTERCHEF!

MICHELE BENDINIECCO COME SI DIVENTA DEI MASTERCHEF!

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TIBER TALENT --- 67MICHELE BENDINI

erano a cena a casa mia (da sempre mi piace cucinare e spesso ho sempre molte persone a tavola) quando, quasi per scherzo, uno di loro si è collegato ad internet e mi ha detto: “Ora ti mando a Masterchef”. Io stavo cucinando e gli ho risposto che per me andava bene, ma non crede-vo lo facesse davvero! Invece ha inviato la richiesta e dopo alcuni giorni mi hanno richia-mato, scegliendomi fra le 10.000 richieste pervenute, per fare il primo provino a Milano assieme ad altre 2.000 persone e, selezione dopo selezione, sono arrivato tra i migliori 100 e poi in seguito tra i 18 selezionati a partecipare al programma vero e proprio!

Come hai vissuto questa esperienza?È stata sicuramente una bellissima esperienza, lunga ma bella. Ho abitato a Milano pratica-mente per circa due mesi, cercando di incastra-re in qualche modo, con l’aiuto di alcuni

colleghi, la mia attività da veterinario in Altote-vere. Quando ero negli studi dovevo però essere molto concentrato perché cucinavamo di conti-nuo, la gara è stata molto dura ma tutto ciò non mi ha pesato perché l’ho fatto con grande entusiasmo.

Quanto ti piace cucinare?Amo tantissimo cucinare, ma soprattutto amo mangiare, amo il cibo. Forse è una caratteristica ereditaria visto che la mia famiglia è titolare del più antico negozio di alimentari di Città di Castello! Scherzi a parte, cucinare è una cosa che ho sempre amato fare ma che ho approfon-dito all’epoca dell’Università quando sono andato a vivere da solo a Perugia… Tutt’ora i miei colleghi di studio mi amano ricordare le cenette gustate a casa mia!

Qual è il tuo piatto preferito?Nel programma ho parlato della galantina, ma più che mai l’ho fatto per via di ricordi familiari. Sono un grande amante della carne in generale e mi piace molto cucinarla. Amo principalmen-te i secondi, ma la carne che preferisco è quella di agnello.

ichele, da dove è nata l’idea di prendere parte alla trasmis-sione tv “Masterchef”…Una sera dello scorso aprile alcuni amici

“Amo tantissimocucinare,

ma soprattutto amo mangiare,

amo il cibo”

Michele Bendini ha partecipato all’edizione 2013 di “Masterchef”.

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Cosa ti ha affascinato, invece, dell’esperienza lavorativa?In generale non guardo molta tv. Sono entrato in un mondo per me nuovo, che non conoscevo affatto ed inizialmente avevo anche un po’ di paura. Non sapevo se intorno a me, come intorno ad ogni concorrente, gli autori volessero creare qualche personaggio, per chi avrebbero voluto farmi passare. Forse sono risultato un personaggio inusuale… non è facile vedere un veterinario che ama cucinare la carne! Invece, alla fine, è bello rivedersi in tv! Sicuramente sarà rimasta a casa gente più brava di me, ma è logico che in tv non conta solo la bravura ma anche il personaggio che sei. Credo di aver raggiunto un bel successo perso-nale e di aver raggiunto una buona permanenza nel programma ed un buon piazzamento finale.

68 --- TIBER TALENT MICHELE BENDINI

MICHELE OGGI

Eccolo durante una puntata della trasmissione di Sky.

Hai portato in alto anche il nome della tua città!Spero che grazie a questa esperienza anche la mia città sia stata un po’ nella bocca di tutti. Mi piacerebbe che da questa mia avventura anche Città di Castello possa trarre un po’ di visibilità grazie a questa importante produzione televisi-va di Sky Italia.

Progetti per il futuro?Ho sempre detto che il mio sogno da bambino sarebbe stato quello di diventare veterinario di cavalli, dunque potrei dire che il desiderio si è quasi del tutto realizzato. Ho sempre dichiara-to però che, dopo una certa età, avrei desiderato aprire un ristorantino… chissà che in futuro potrò davvero arrivare a farlo!

Michele adora da sempre cucinare, soprattutto la carne.

“Non sapevo se intorno a me

gli autori volesserocreare qualche personaggio...”

Dopo “Masterchef”, ha collezionato interviste ed attenzioni nel mondo

dell’enogastronomia partecipando a numerosi festival legati ai prodotti tipici

italiani. Immancabile la sua presenza a “Il Tartufo Bianco” di Città di Castello e al talent nostrano “Borgo Chef” in veste di giudice, a Sansepolcro. In tv l’abbiamo

visto in simpatici spot per Robiola Osella. Michele oggi continua la sua attività di

medico veterinario per Cavalli.

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FRANCESCO MAGNANELLIVERSO LA SERIE “A”

di Stefano RossiTratto da Concept Magazine n° 101 | aprile 2013

FRANCESCO MAGNANELLIVERSO LA SERIE “A”

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TIBER TALENT --- 71FRANCESCO MAGNANELLI

vo bellissimo fino all’età di tredici anni. Con 15 ragazzi con i quali ho vissuto i miei primi anni nei campi da calcio mi rivedo un paio di volte all’anno per qualche cena insieme ed è sempre una gioia rivederli e incontrarli!

Poi sei partito da Città di Castello e hai giocato in tante squadre italiane… Esatto. Finita l’esperienza con la Tiferno ’90 ho avuto l’occasione di andare a fine anni ’90 a Gubbio. Lì ho fatto le giovanili per poi approda-re, a diciassette anni, in prima squadra: il Gubbio in quegli anni disputava la serie C2 e ho avuto diverse occasioni di scendere in campo. Dopo è stata la volta del Chievo-Verona, dove ho giocato in Primavera, quindi a Firenze, sempre in Primavera, per poi approdare in C1 con il San Giovanni Valdarno con l’obiettivo di fare nuove esperienze, ma purtroppo non fu un anno molto fortunato.

Poi la grande occasione del Sassuolo Calcio…Giorgio Squinzi, proprietario della Mapei, oggi anche presidente di Confindustria, prese in mano la squadra del Sassuolo in un momento di crisi e mise in piedi un bel progetto strutturato per rilanciare il team. È sempre stato un uomo molto attaccato alla città, polo leader in Europa per il settore ceramiche, e quindi per amore del paese e dei suoi concittadini, che tanto avevano dato alla sua azienda, rilanciò la squadra ed io ebbi l’opportunità di prendere parte a questo progetto ripatendo con loro dalla C2.Ogni anno, sia per me che per la mia squadra, è stata una grande cavalcata… siamo piano piano saliti verso le massime serie ed ora è l’ottavo anno che gioco a Sassuolo, ormai siamo una famiglia, stiamo bene insieme, c’è sempre molto entusiasmo. Abbiamo avuto sempre allenatori giusti e anno dopo anno i bei risultati fortuna-tamente si sono visti.

rancesco, raccontaci un po’ dei tuoi inizi…Ho iniziato a giocare a calcio quando avevo sei anni, a Città di Castello con la Tiferno ’90 e con loro ho fatto un percorso formati-

Francesco Magnanelli è il capitano del Sassuolo Calcio.

Francesco Magnanelli intervistato dopo una partita.

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“Per me e per la mia squadra...

è stata una grande cavalcata”

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Direi ottimi risultati visto che siete i primi in classifica e con una forte probabilità di salire in Serie A…Siamo i primi in classifica da diversi mesi, il campionato sta andando molto bene ed ormai mancano poche giornate alla fine.La cosa più bella per me sarebbe quella di riuscire ad arrivare in serie A: sarebbe un record personale essendo partito in C2 arrivare, anno dopo anno, campionato dopo campionato, in serie A con la stessa squadra. Credo che esista-no pochi giocatori al mondo che possano raccontare un’esperienza simile! Sarebbe una soddisfazione enorme prendere la massima serie da solo, senza che nessuno me l’abbia regalata.

Sei sempre molto impegnato con il campionato, ma riesci a tornare qualche volta a Città di Castello?Ho avuto la fortuna di andare via di casa presto e mi sono da sempre abituato a stare fuori casa,

72 --- TIBER TALENT FRANCESCO MAGNANELLI

FRANCESCO OGGI

a cambiare città e paesi. Ora a Sassuolo mi trovo come a casa, è una cittadina molto simile a Città di Castello sia per dimensione che per offerta di opportunità. La mia vita è sempre stata impegnata nello sport ed ormai sono circa 12 anni che vivo fuori ma a Città di castello torno sempre molto volentieri perché qui ho i miei familiari, i miei amici e poi anche la mia compagna, dalla quale pochi mesi fa ho avuto una bambina, è tifernate. Quando possiamo, torniamo sempre molto con piacere.

Francesco in un momento di azione in campo.

Francesco assieme a Benito Davanzati in posa per Concept.

L’intervista risale a pochi mesi prima della promozione in Serie A del Sassuolo,

infatti, il 18 maggio 2013 la squadra, guidata da Eusebio Di Francesco, vince il

campionato di Serie B e conquista la promozione nella massima serie. Dalla

stagione successiva, sempre con il Sassuolo, le soddisfazioni di Francesco Magnanelli sicuramente sono cresciute, potendo raggiungere uno dei sogni più

ambiti da un calciatore: la Serie A.

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di Stefano RossiTratto da Concept Magazine n° 107 | novembre 2013

ALESSANDRA RAICHITRA TEATRO, CINEMA E TV

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TIBER TALENT --- 75ALESSANDRA RAICHI

si nasce; è un percorso fatto di incontri e passioni sempre nuove che ti accendono di curiosità. I primi passi importanti, li ho mossi in quella meravigliosa esperienza che è stata, per molti artisti della Valtiberina, il laboratorio teatrale dell'Associazione Culturale “Ottobre” a Città di Castello, portato avanti con generosità ed entusiasmo da Valeria Ciangottini per molti anni.Un vivaio di giovani curiosi della scena che avevano un posto dove far crescere la propria passione e prendere le misure col mondo della comunicazione. Per molti, è diventata una professione, per altri è rimasta una passione per la vita.

Poi sei partita per Milano e dopo tanto studio ecco le prime parti in teatro e in tv.Il mio percorso si è ampliato e mi sono formata professionalmente all'Accademia Teatrale dei Filodrammatici di Milano, dove ho unito all'esperienza del teatro anche quella della radio e dello speakeraggio.In questo periodo ho lavorato con tanti registi tra cui Silvano Piccardi, Marco Parodi, Vito Molinari, Corrado D’Elia, Beppe Navello e Nanni Fabbri.Poi sono passata alle grandi compagnie, avendo l'onore di incontrare artisti del calibro di Irene Papas e poi Giuseppe Pambieri, Massimo D'apporto, Lello Arena, Paolo Bonacelli, Omero Antonutti e di lavorare con registi come Franco Però, Lamberto Puggelli, Antonio Calenda e Patrick Rossi Gastaldi.Dopo tanto teatro ho deciso di curiosare nel mondo della tv e ho avuto occasione di lavorare in alcune produzioni quali “Don Matteo”, “Il commissario Rex”, “Talent High School” e molti spot pubblicitari, alcuni anche molto divertenti. Ho scoperto però che il video mi appassiona di più dall'altra parte della camera… è iniziata infatti di pari passo la mia passione per la scrittura. Ho curato la sceneggiatura di “I

lessandra, raccontaci come hai iniziato ad avvicinarti al mondo dello spettacolo…Voler far immaginare storie alla gente è un istinto, non ha un inizio nè una fine, ci

Alessandra Raichi assieme al cast del film “Aspirante Vedovo”.

A

“Per molti è diventata una professione...

per altri è rimastauna passione”

lemA

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segreti di Kabiria”, film documentario menzio-ne speciale al 23° Edizione Festival Cinema Africano, Asia, America Latina di Milano. Del 2011 è il mio primo spettacolo-format tv scritto, diretto e interpretato con M. de Pinto, dal titolo “Reshusitate”.

Da poco tempo invece ti sei affacciata al cinema…Il cinema rappresenta per me un'esperienza piuttosto nuova, ne ho subìto il fascino poten-do lavorare con il regista Peter Greenaway. Ho poi preso parte a dei bellissimi cortome-traggi premiati in prestigiosi festival, tra cui “PEM” di Alfonso Pontillo presentato al Giffoni Film Festival e “Il rumore della neve” di Andrea Marini presentato al Miami Short Film Festi-val.

Il tuo primo vero ruolo importante è arrivato con “Aspirante Vedovo” con Fabio De Luigi e Luciana Littizzetto.Esatto. Il mio primo ruolo in un lungometrag-gio è fresco di questi giorni, infatti “Aspirante Vedovo” è uscito lo scorso 10 ottobre. Si tratta di una commedia divertente di Massimo Venier, remake del memorabile “Il vedovo” di Dino Risi interpretato da Alberto Sordi e Franca Valeri.Girare questo film è stato esilarante… e come non potrebbe esserlo con un cast di comici? C’erano infatti anche Alessandro Besentini (di Ale &Franz), Bebo Storti, Ninni Bruschetta, e Citran. Era come stare in un gruppo di amici! Molti di loro hanno condiviso l'esperienza di “Mai Dire Goal” per anni, quindi hanno un'anti-ca complicità. Inoltre l'attore che interpreta mio marito, Fulvio Falzarano, è un caro e stimatissimo amico, quindi mi sono sentita davvero a casa.

L’esperienza lavorativa più importante che hai fatto?L'esperienza più importante è sempre l'ultima, questo è il mio motto di curiosa!

76 --- TIBER TALENT ALESSANDRA RAICHI

ALESSANDRA OGGI

Al momento sto lavorando con WWF Italia ad un progetto molto bello, non solo per me, ma per tutti noi: sono autrice della campagna di comunicazione video “Sicilia - Il petrolio mi sta stretto” realizzata per la tutela del Mar Medi-terraneo contro la minaccia di trivellazioni petrolifere off shore. Vi consiglio alcuni link dove poter approfondire l’argomento: www.youtube.com/watch?v=kBXKzbrMqO8, www.facebook.com/active.citizen.31?fref=ts, https://vimeo.com/74941380.È un tema scottante e controverso: sono scelte importanti che possono mettere a rischio il nostro meraviglioso territorio, non solo in quanto culla di bellezza, ma anche come luogo di biodiversità unica che deve essere condiviso da tutti i popoli che ci vivono. Considero questa opportunità lavorativa, come un grande regalo ricevuto!

Un periodo lavorativo intenso ricco di successi: quanto ti manca la tua terra d’origine?Dove nasci è parte di chi sei. I legami si perdono quando ci si allontana da sè stessi, non da un luogo. Mi piace viaggiare, sentire casa mia altri posti, aderire a quello che incontro, ma non credo che questo tolga nulla alle mie radici e quando immagino un odore che mi rilassi, sento odore di muschio e di porcini.

Dopo numerosissimi spettacoli teatrali e varie parti in fiction televisive come

“Don Matteo” e “Il Commisario Rex”, Alessandra continua a portare avanti

tutte le sue peculiarità e specializzazioni: teatro, speaker, televisione, documentario

sociale e scientifico. Sta ancora proseguendo con il progetto contro le

estrazioni petrolifere come autore ed attrice nel progetto del WWF Italia

a Pantelleria.

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di Stefano RossiTratto da Concept Magazine n° 108 | dicembre 2013

LA TELEVISIONE RACCONTATA DA LUCA COLOCUCCI

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TIBER TALENT --- 79LUCA COLOCUCCI

ripetitività, oltre che della placida vita tiferna-te, ragion per cui sono fuggito. Col teatro, che ho praticato per anni, poi non ci si viveva (quelli più bravi di me magari si), a fare il cinema non mi è riuscito, e avendo studiato anche a Milano, sono entrato in contatto con Mediaset, dove ho iniziato nel 1997 con un contratto con cui però non mi sentivo realizzato.

In cosa consiste, esattamente, il lavoro di un autore televisivo? Come si svolge una tua "giornata-tipo"? La giornata tipo non esiste, e nemmeno l’autore tipo. C’è chi scrive monologhi comici per “Colo-rado” o “Zelig”, chi pensa le domande per i talk show, ci sono gli sceneggiatori di fiction o sit-com, chi gira servizi giornalistici per programmi come “Servizio Pubblico” o “Porta a

Porta”. Io adesso faccio lo story editor per “The Apprentice”, il programma con Flavio Briatore in onda su Sky Uno giunto alla seconda edizio-ne, cioè scelgo, su tipo 40 ore di materiale, cosa tenere per fare 1’ora di puntata, scrivo la voice over e lavoro con i montatori per determinare lo stile narrativo dei vari momenti della puntata: tensivo, comico, grottesco, drammatico, ecc.

In quali trasmissioni tv hai lavorato coma autore? Ho iniziato con Mediaset e con alcuni suoi programmi cult del pomeriggio da “Fuego” a “Wozzup” a “Stirpe Reale”, poi “2000 Fatti e Personaggi” e “Tutto in un Giorno”, con cui vincemmo il premio Ideona per la puntata sul tragicamente famoso G8 di Genova. A inizio 2013 ho fatto una docu-fiction, “Vite in Apnea”, sui pallanuotisti e “Syncronette di Savona”, per La 5. Poi un sacco di programmi per MTV, il più bello dei quali è stato “School in Action”, anche con questo vincemmo dei premi, e poi altri per All Music, Deejay TV, Cielo, Sky, ecc.

uca, partiamo dall'inizio: quando e perchè hai deciso di intraprendere questa professione?Perché lo spettacolo? Perché scrivevo bene ed ero insofferente della disciplina e della

Luca Colocucci durante la lavorazione della trasmissione “The Apprentice” trasmessa su Sky Uno con Flavio Briatore.

uca

L

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Quali sono i progetti lavorativi a cui tieni di più?Sicuramente “Fuego”, perché è stato il primo, “Tutto in un Giorno” e “School in Action” per la qualità complessiva dei progetti, e adesso a “The Apprentice”, che è un programma per niente italiano e cioè senza lacrime, politici, tronisti, urla e finti litigi, sciampiste spacciate per artiste, comici che non fanno ridere.. e poi perché è girato e montato bene. Oddio, lo monto io, per cui forse mi sono autoincensato… facciamo giudicare agli altri!

La tv è molto cambiata in questi ultimi 15 anni: a livello autorale, esiste una differenza tra un reality ed un normale show tv? Se sì, quale?La tv italiana in 15 anni ha perso 8-9 milioni di spettatori e internet sta cambiando tutto un’altra volta: per spiegare i cambiamenti ci vorrebbe un libro. Il Grande Fratello è stato una novità, ma adesso vanno più i talent e i factual. Oggi gli investimenti pubblicitari diminuisco-no, però i canali e i programmi sono sempre di più, ragion per cui, anche in televisione, non c’è più una lira. Sky ancora investe, ma il futuro è incerto. Se poi vuoi un commento sulla filosofia estetica dei reality… eccolo: gente che non sa fare niente, ripresa così come viene, cioè male, con dei meccanismi autoriali tendenti a farli litigare, per finta o per davvero poco importa.

Cosa consiglieresti a chi volesse fare l’autore tv?Gli consiglierei di essere ricco, innanzitutto. A parte questo, in Italia, oggi il modo migliore è conoscere qualcuno e farsi infilare da qualche parte, all’inizio da sfruttato e poi, piano piano, se uno resiste…

Quando pensi a Città di Castello cosa ti viene in mente?L’Umbria e il natìo borgo selvaggio, luoghi bellissimi, ma, dico la verità, un po’ noiosi e statici, ormai molto lontani dal mio modo di

80 --- TIBER TALENT LUCA COLOCUCCI

LUCA OGGI

vivere. Plaudo a iniziative come questo giorna-le… a proposito, prendete contributi pubblici?

No, non prendiamo finanziamenti pubblici! Piuttosto dimmi i tuoi progetti per il futuro?I progetti per il futuro sono, innanzitutto, fare programmi di cui non vergognarsi e riuscire a farsi pagare di più. Cose che difficilmente vanno insieme…

“La giornata tiponon esiste,e nemmeno

l’autore tipo”

Luca Colocucci si conferma ancora uno dei writer e director della Casa di

Produzione televisiva milanese “Zodiak Active” per la quale lavora da circa 9 anni.

Al momento, dopo la possibile sospensione della trasmissione

“The Apprentice”, sono ancora top secret i progetti ai quali sta lavorando Luca Colocucci per la stagione televisiva

2014/2015.

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di Stefano RossiTratto da Concept Magazine n° 112 | aprile 2014

ALESSIO ZUCCHINI:VOLTO ALTOTIBERINO DEL TG1

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TIBER TALENT --- 83ALESSIO ZUCCHINI

ed in un certo senso è lì che ho cominciato. Ricordo i vecchi “bobinoni” di una volta, ne ho riempiti a decine simulando dirette su dirette, principalmente improvvisavo radiocronache delle partite di calcio del Perugia. Erano gli anni del Grifo dei miracoli e con mio padre facevamo coppia fissa allo Stadio Curi.

Quali sono state le tue esperienze iniziali e con chi hai collaborato?Ho studiato a Torino e durante l'università collaboravo saltuariamente con una radio locale, “Radio Flash”. Seguivo manifestazioni di piazza, proteste studentesche. Bella esperien-za, quello che ho imparato mi serve ancora oggi. Dopo la Scuola di Giornalismo a Perugia e gli stage (ANSA, Giornale, Rainews 24, Tg3, Asso-ciated Press) c’è stata ancora radio: Italia Radio. E poi l'agenzia di stampa Ap.Biscom, il

direttore era Lucia Annunziata. A lei devo molto, mi ha dato fiducia facendomi fare il corrispondente diplomatico e mi ha insegnato tanto. È una fuoriclasse del giornalismo: ha istinto e riesce a capire subito che direzione prenderà una notizia e dove andrà a finire.

Dal 2003 sei approdato al TG1 ed ora sei uno dei mezzibusti del tg delle 13:30. Cosa si prova a condurre il tg più famoso d'Italia?Il 23 marzo del 2003 sono arrivato al Tg1. Due giorni prima era scoppiata la seconda Guerra del Golfo e sono stato chiamato nella redazione esteri. Il caporedattore era Alberto Romagnoli, ora corrispondete Rai da Bruxelles. Potrà suonare banale ma anche a lui devo molto. Mi ha protetto in un passaggio delicato, quello al TG1, e mi ha sempre dato buoni consi-gli. Condurre il Tg delle 13:30 è un grande onore e una grande responsabilità. Quando sono seduto in studio e parte la sigla mi emoziono ogni volta come fosse la prima.

lessio, quando ti sei avvicinato a questa professione?Non mi ci sono avvicinato, ci sono nato. I miei genitori sono i proprietari di Radio Onda Libera, storica radio umbertidese,

Il giornalista Umbertidese Alessio Zucchini durante una puntata di “Uno Mattina Estate” dello scorso anno.

AlesNA

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Hai avuto modo di fare un'esperienza anche fuori dal Tg assieme a Valentina Bisti a “Unomattina” la scorsa estate.Per me è stata un’esperienza importante. È stato molto formativo confrontarmi con un modo diverso di conduzione rispetto a quella del telegiornale. L'approccio alla trasmissione cambia molto ed è davvero divertente e Valentina ha reso tutto più facile. Ci conosciamo dai tempi della scuola, è stato bello proseguire questo percorso con lei.

Interessante il blog "La zucca bacata" che curi su internet …In realtà spesso scrivo di notizie che seguo per il TG1, ma in un minuto di televisione è difficile poter raccontare ogni sfumatura. Ecco, il blog ha un po'questo scopo: riuscire a "completare" il servizio. Oltre che una notevole funzione di psicoanalisi.

Alcuni mesi fa sei stato premiato come "Tifernate dell'anno" dal Rotary Club di Città di Castello. Che cosa si prova a ricevere un premio dalla tua "terra di origine" e come vivi il distacco dall'Alto-tevere?Bella soddisfazione. Mi ha fatto molto piacere quando il presidente Vittorio Betti mi ha telefo-nato per dirmelo. Ad essere onesto la mia prima

84 --- TIBER TALENT ALESSIO ZUCCHINI

ALESSIO OGGI

risposta è stata: “ma io non sono di Città di Castello, ma sono di Umbertide”. Poi Vittorio mi ha spiegato che si parlava di Altotevere appunto, un territorio al quale sono molto legato. Il distacco lo vivo bene, ormai sono via da più di vent'anni, ma quando posso torno sempre. Perché come scrivo nel mio blog citando il film Radiofreccia (la radio è una costante nella mia vita) "in fondo se vuoi scappare da un posto di quindicimila abitanti significa che vuoi scappa-re da te stesso. E da te stesso non ci scappi nemmeno se sei Eddy Merckx".

“Quando parte la sigla mi

emoziono ognivolta...”

Alessio Zucchini è uno dei volti del TG1.

Il giornalista Alessio Zucchini, dopo essere stato uno dei volti del TG1 per tutta la stagione invernale 2013/2014,

durante il periodo estivo è stato il conduttore di Uno Mattina Estate su

Raiuno, per il secondo anno consecutivo, al fianco di Benedetta Rinaldi.

Ha da pochi giorni ripreso a condurre l’edizione principale pomeridiana

del TG1 delle 13:30.

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di Elena MeliniTratto da Concept Magazine n° 114 | giugno 2014

CON ELENA GIOGLIDIETRO LE QUINTE DELLA TV

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TIBER TALENT --- 87ELENA GIOGLI

Simona Ercolani. Ho iniziato nel 2012 “Mam-moni - Chi vuole sposare mio figlio?”, trasmesso su Italia 1, che seguiva le vicende di cinque trentenni single che vivevano ancora con la mamma e cercavano la fidanzata in tv. Poi ho scritto “Emozioni” il programma di Raidue sulla vita dei grandi della musica italiana, in particolare ho intervistato Elisa, Ligabue e Patty Pravo. Ho curato l’edizione italiana del docu-reality “16 anni e incinta” su Mtv, un’esperienza molto bella e coinvolgente, nella quale abbiamo raccontato l’esperienza di sei ragazze adolescenti, dai primi mesi di gravidan-za a quelli dopo la nascita del loro bambino. Ho poi curato la prima e la seconda edizione, in onda proprio in queste settimane, di “Alive - Storie di Sopravvissuti”, il programma di Rete 4 condotto da Vincenzo Venuto che racconta le storie vere di persone che si sono trovate faccia a faccia con la morte e che però ce l’hanno fatta. Nel programma mi occupo di intervistare i

protagonisti delle storie, di scrivere i testi della voce guida della storia, di seguire il montaggio e di scrivere i lanci del conduttore.

Sei anche sceneggiatrice del serial Fox “Alice non lo sa!”, al quale sei molto legata, vero?“Alice non lo sa!” è stato un progetto molto ambizioso per me: insieme alla mia collega Gaia Musacchio ho scritto e totalmente autoprodotto un pilot per una serie televisiva teen, della durata di 50 minuti. Abbiamo organizzato tutto da sole, dai casting alle ripre-se, al montaggio, con la collaborazione del Comune che ci ha ospitato per le riprese: Casti-glion Fiorentino. È stato molto difficile fare tutto da sole, a 26 anni, ma sicuramente è stato un buon banco di prova per noi, fresche di diploma alla Scuola di Cinema. È stata sicura-mente l’esperienza che mi ha riempito più di orgoglio!

Prima di approdare in televisione hai fatto un lungo percorso formativo. Parlacene. Ho frequentato il Liceo Classico a Città di Castello, poi sono partita per Firenze e lì mi sono laureata in Media e Giornalismo, con una tesi in Teorie e Tecniche della Sceneggiatura Cinematografica. Da sempre amo il cinema e la scrittura e all’Università ho iniziato a interes-

lena, così giovane e già autrice di ben quattro programmi nelle tv nazionali. Ho seguito vari programmi per la casa di produzione “Stand By Me” fondata da

L’autrice televisiva altotiberina Elena Giogli.

E

Elena con Vincenzo Venuto conduttore di “Alive”.

len

E

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sarmi in modo specifico alla sceneggiatura, così ho seguito un corso di scrittura alla scuola “Cinemaimmagina” di Firenze. Dopo la laurea ho partecipato alle selezioni per il Centro Sperimentale di Cinematografia (Scuola Nazio-nale di Cinema) e sono stata ammessa al Corso di Sceneggiatura e Produzione a Milano dove ho avuto i migliori insegnati che mi hanno formata alla scrittura cinematografica e televi-siva. Dopo il diploma sono stata ammessa al corso Rai “Script”, un corso di perfezionamento per sceneggiatori.

Hai in cantiere altri progetti?Dopo “Alive”... ci vorrebbe un po’ di riposo! Poi probabilmente dovrò occuparmi della 2° edizione di “16 anni e incinta”. Intanto il tempo libero che riesco a ritagliarmi lo dedico a scrive-re: sto scrivendo varie cose, tra le quali la

88 --- TIBER TALENT ELENA GIOGLI

ELENA OGGI

sceneggiatura di un film a cui tengo molto!

Ti capita spesso di ritornare in Altotevere? Come vivi il distacco dalla tua terra di origine? Non riesco a stare per troppo tempo lontana da Città di Castello, qui ci sono dei luoghi speciali, dove sono cresciuta e dove si è formato il mio immaginario… uno su tutti è il “Cinema Eden”, è lì che ho scoperto il Cinema e me ne sono innamorata. In Altotevere ho i miei affetti più grandi, la mia famiglia e le mie amiche storiche, che conosco fin dai tempi dell’asilo. Tutti loro sono un punto di riferimento fondamentale per la mia vita e sento il bisogno di vederli spesso.

“amo il cinema e la scrittura...”

Elena Giogli durante le riprese della trasmissione “Alive” di Rete 4.

Elena Giogli si conferma ancora uno degli autori di punta della Casa di Produzione televisiva romana “Stand by Me” per la

quale lavora da circa un anno.Quindi, ad agosto, ha iniziato a seguire

la pre-produzione della seconda edizione del docu-reality “16 anni e incinta”, che

verrà trasmesso su Mtv (canale 8 del digitale terrestre) da marzo 2015.

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di Stefano RossiTratto da Concept Magazine n° 115 | luglio/agosto 2014

MICHELE BRAVI:A PASSI PICCOLI, DOPO X FACTOR

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TIBER TALENT --- 91MICHELE BRAVI

Completamente direi di no! Ho avuto la possi-bilità di fare quello che volevo, ma rimango con i piedi ben piantati per terra. Il mondo della musica è una grande terra di mezzo e non ti puoi mai sentire sicuro. Ora ho la possibilità di esprimermi ad un livello più alto, che non si restringe solo alla provincia: è una grande fortuna e devo saperla sfruttare al meglio!

Molti ti volevano subito a Sanremo, ma tu hai deciso di muoverti a passi piccoli…A passi piccoli è il titolo del mio nuovo album, ma anche un po’ una filosofia e il modo di espri-mere questo mio progetto. Capisco che non era mai successo che un vincitore di un talent show facesse uscire dopo così tanto tempo il proprio album perché sono consapevole che il mercato discografico ha delle regole. È stato un periodo senza telecamere e quindi forse è stato naturale

che il pubblico si chiedesse che fine avessi fatto! Avevo però bisogno di prendere il mio tempo visto che anche grandi autori come Giorgia, Tizano Ferro, Federico Zampaglione, Luca Carboni, James Blunt, mi hanno dato fiducia e non volevo deluderli. Ho portato avanti un progetto a passi piccoli, appunto, per realizzare un lavoro più sincero. Ci tenevo che fosse mio e per avere questo tipo di possesso ho dovuto riflettere e pensare, ma in realtà ho iniziato a lavorare all’album subito dopo “X Factor”. È stato un grande lavoro di ricerca con produtto-re e autori. Il “Festival di Sanremo” sarebbe stata sicuramente la strada più facile.

A fine giugno hai portato a casa anche l’MTV Music Award a Firenze: una grande emozione!Io ed altri artisti italiani abbiamo gareggiato per la Best Performance. L’aspetto competitivo l’ho vissuto veramente come un gioco. È stato un palco pazzesco, gigante, con oltre 10.000

ichele, in meno di un anno sei diventato uno dei più noti cantanti del panorama italiano. La tua vita è completa-mente cambiata?

Michele Bravi.

“Ora faccioquello che volevo ma rimango con ipiedi ben piantati

per terra”

MiccanM

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presenze. Avevo davvero voglia di cantare il mio nuovo singolo “Un giorno in più” su quel palco assieme al pubblico. É bello che l’album cominci a vivere la sua seconda dimensione, quella diretta con il pubblico.

Stai girando l’Italia per presentare l’album: quando tornerai a Città di Castello, magari con un live?Sto presentando l’album in giro per lo stivale e presto continueremo con i live. Mi chiedi se verrò in concerto a Città di Castello? Se mi invitate, io vengo!

Facciamo allora appello al Comune e agli imprenditori tifernati, visto che sei seguitissimo ed amatissimo anche dai nostri concitta-dini.A me piacerebbe moltissimo, io vengo molto volentieri!

Hai visto quanta gente c’era l’8 dicembre, pochi giorni prima della finale di “X Factor”, al “Teatro degli Illuminati”?È stata la prima volta che uscivo dal loft del talent show e non avevo la più vaga idea di cosa

92 --- TIBER TALENT MICHELE BRAVI

MICHELE OGGI

fosse successo fuori... e quindi me la sono goduta! Il meccanismo dei talent ha creato questa sorta di ruota mastica e sputa per cui spesso non c’è più affezione alle persone. Mi piacerebbe molto che il pubblico iniziasse a coltivare di più le persone che ha iniziato a seguire nei talent show.

Nell’album è presente anche un brano scritto da te. Avremo un Michele sempre più cantautore?Di pezzi miei ne ho tanti ma forse è prematuro farli uscire. Ci tenevo però che nel disco ci fosse “Prima di dormire”, un brano scritto da me, perché rispecchia il mood dell’album, ma l’ho messo con discrezione, come ultima canzone. Intanto mi godo la straordinaria possibilità di collaborare con quelle importati penne della musica perché credo che per ora sia importante crescere come interprete.

Chi vuoi ringraziare?Ringrazio chi ha lavorato a quest’album. Ringrazio chi se lo ascolterà e gli dedicherà un’ora del suo tempo: vuol dire che sono delle persone davvero curiose!Poi ringrazio e saluto voi di Concept e tutti lettori… so che siete miei follower!

Chissà se Michele sarà presente tra i big di Sanremo 2015?

Dopo il successo del brano di Tiziano Ferro, “La vita e la felicità”, Michele, ha

cantato il brano portante della conlonna sonora del film di Carlo Verdone, “Sotto

una buona stella”, scritto da Federico Zampaglione. Il 10 giugno è uscito il suo

primo album, “A Passi Piccoli”, con undici inediti scritti da famosi artisti italiani ed internazionali. A fine agosto è entrato in rotazione radiofonica con il singolo “In

bilico”, scritto da Giorgia. 2015 Sanremo?

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di Stefano RossiTratto da Concept Magazine n° 117 | Ottobre 2014

IRENE SPLENDORINI:L’ATTRICE CHE AMA LA REGIA

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TIBER TALENT --- 95IRENE SPLENDORINI

Mentre studiavo ho frequentato il laboratorio teatrale “Capotrave” di Luca Ricci e da lì in poi è cresciuto in me un certo malessere verso le traduzioni…! A Roma ho poi puntato al massimo, cercando di entrare a far parte del “Centro Sperimentale di Cinematografia”, ma credendo che le possibili-tà sarebbero state davvero poche, nel periodo che ho fatto le selezioni ho iniziato a frequenta-re la scuola teatrale “Circo a Vapore” che ho dovuto abbandonare quasi subito perché mi avevano preso al propedeutico del Centro Sperimentale. Poco prima di Natale ho poi ricevuto un bel regalo: una telefonata mi ha confermato che ero stata presa e che avrei fatto parte del gruppo dei 18 studenti del triennio 2011/2013.

Il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma è la scuola più importante per chi vuol fare questo lavoro. La preparazione è incentrata sia sul cinema che sul teatro. Noi studenti siamo stati abituati da subito a lavorare con la telecamera o interagire con il pubblico. Gli esami non sono intesi nel senso universitario del termine ma sono delle prove aperte, degli esercizi teatrali, spesso basati su commedia o tragedie famose. Durante il terzo anno invece si lavora sulla realizzazione di un film.

Parlaci dei tuoi primi lavori.Ci sono stati tanti cortometraggi, ma molti non so che fine abbiamo fatto! Invece, con dei ragaz-zi della vallata, Giuliano Braga di Città di Castello che paradossalmente ho conosciuto su Facebook e Edoardo Menichella di Anghiari, ho creato uno spettacolo interattivo con musica dal vivo suonata proprio da Edoardo, ispirato al Processo di Kafka. Con la prima abbiamo debuttato a Monterchi, poi pochi giorni fa rene, raccontaci i tuoi inizi nel mondo del cinema.

Mi sono trasferita a Roma per inseguire questa carriera dopo essermi laureata a Perugia in “Traduttori ed Interpreti”.

L’attrice Irene Splendorini fotografata da Andrea D’ambrosio.

“Mi sono sempre

sentita portataper lavorare

dietro le quinte”

I renMI

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siamo stati a “L’Osteria” a Città di Castello ed ora abbiamo il desiderio di farlo girare in piazze o locali.

Grandi soddisfazioni hai avuto con il cortometraggio “La Paura più grande”.Il cortometraggio realizzato dal regista Nicola Di Vico e prodotto dalla romana PromioFilm di Nicola di Vico, del tifernate Francesco Barili e da Gianpaolo Caratelli, girato in pochissimi giorni tra Roma e Ostia e prodotto con soli 5.000 euro, è stato selezionato in oltre 40 festival sparsi per il mondo. La nostra soddisfazione più grande è che ha riportato a casa numerosi premi: al “Napoli Film Festival” 2013 come miglior corto e miglio-re produzione; alle “4 Giornate del Cinema di Napoli” 2013 come miglior sceneggiatura; al “Video Festival Imperia” 2014 come miglior

96 --- TIBER TALENT IRENE SPLENDORINIcorto; in Francia al “Mauvais Genre” 2014 come miglior corto giuria giovani; al “Borgia Film Festival” 2014 per premio della critica.Nel corto recito al fianco del bravissimo Alessandro Haber, uomo ricco di tecnica e di straordinaria esperienza; ho avuto modo di crescere professionalmente grazie anche ad alcuni suoi preziosi consigli. La storia racconta di un padre che rivendica lo stupro della figlia su due giovani stranieri attraverso l’informazione mediatica. Il suo gesto sembra riportare le loro vite alla normalità, ma quando prenderà coscienza della sua confusione, tutte le certezze crolleranno, portandolo alla pazzia mentre la verità resterà nei ricordi della figlia.A cosa stai lavorando in questo momento?In attesa di iniziare ben due produzioni, i cui ciak sono previsti per l’inizio dell’anno prossi-mo, ho girato uno spot pubblicitario, già andato in onda questa estate nelle tv nazionali, per Venere.com, sito web per ricerca di alberghi di Expedia. Ho girato poi una piccola parte “per sbaglio” nel film indipendente “Cenere” girato a Roma perché un mio amico mi ha chiamato al volo per prendere parte a questo progetto dove ho interpretato la parte di una cameriera. La cosa curiosa è che ho recitato al fianco di una mia ex compagna di classe del Centro Speri-mentale.

Sogni nel cassetto?Ne ho due di sogni: il primo sarebbe quello di poter recitare con Monica Bellucci e il secondo quello di intraprendere, in futuro, la strada della regia perché sin dai tempi del Centro Sperimentale mi sono sempre sentita portata per lavorare dietro le quinte. In tempi non sospetti, fui premiata da Valentina Lodovini per un concorso di sceneggiatura pubblicitaria al quale arrivai seconda tra tutti gli studenti dei vari Centri Sperimentali d’Italia… forse sarà stato un segno del destino…

Irene in una scena del cortometraggio “La paura più grande”.

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