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TIC TAC, il rumore della notte

Tic tac , il rumore della notte copione teatrale

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Copione teatrale per la storia del Grest 2011

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Page 1: Tic tac , il rumore della notte copione teatrale

TIC TAC, il rumore della notte

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CAPITOLO 1 : AGOSTINO E LORETTA (Agostino e Loretta sono a circa cinque metri di distanza , in pigiama, ognuno nella propria stanza. Agostino è seduto sul suo letto e mima di guardare la televisione e leggere giornalini. Loretta è in piedi nella sua stanza, sta ascoltando musica con un ‘Ipod’ e sta ballando.) IL NARRATORE La storia che state per vedere si intitola TIC TAC, IL RUMORE DELLA NOTTE. E’ una storia che si svolge di notte e che parla del tempo : non il tempo che fa (guarda verso il cielo), se piove o c’è il sole, ma il tempo che passa, lentamente, velocemente, il tempo che si perde inutilmente e il tempo in cui si fanno cose importanti ... I personaggi li avete già conosciuti ieri, ma ora andremo a conoscerli meglio. La storia comincia … E’ un giovedì sera … Sono quasi le 9 ... Fuori … la notte è buia come non mai … e non c’è nemmeno un raggio di luna o qualche stella che la illumini. ... Siamo in un grande palazzo alla periferia di una grande città.

(Il narratore lentamente si avvicina ad Agostino)

Questo ragazzino … si chiama Agostino. Avete capito come si chiama ? Agostino ha 7 anni e frequenta la seconda elementare. Ci sono dei bambini che hanno 7 anni tra di Voi ? Alzate la mano ! Torniamo ad Agostino. Agostino in questo momento è nella sua stanza da letto e sta, contemporaneamente, guardando in TV un cartone animato di Conan e leggendo un giallo di Geronimo Stilton. Si, perché Agostino è appassionatissimo di gialli e da grande ovviamente vorrebbe fare il detective privato.

(Il narratore lentamente si sposta verso Loretta).

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Nello stesso palazzo di Agostino, qualche finestra più in là, vive Loretta. Loretta ha 12 anni e frequenta la prima media. (Lo dice come per non farsi sentire da lei) In realtà dovrebbe essere già in seconda, ma l’anno scorso è stata bocciata. (Flashback) (Loretta si toglie le cuffie e si sposta da un’altra parte. E’ triste e scocciata. Entra in scena sua mamma). MAMMA : Bel risultato ! Tu pensi solo ad ascoltar musica e a divertirti ! E cosa hai ottenuto : Hai perso un anno di scuola ! Un anno della tua vita ! Non sai che il tempo che passa non torna più indietro. Non hai niente da dire ? LORETTA : Mamma, per favore. Ne ho di tempo io ! Ho tutta la vita per studiare, cosa sarà mai un anno perso ? IL NARRATORE Loretta e Agostino fanno tutti i giorni la stessa strada per andare a scuola … ma non camminano mai insieme. Frequentano lo stesso oratorio … ma non giocano mai insieme. Sono vicini di casa … ma non si sono mai parlati. MAMMA DI AGOSTINO : Agostino, sono le nove. E’ meglio che ti lavi i denti e che ti metta a letto. Agostino : Subito, mamma. Finisco la pagina e vado.

(Agostino legge ancora un po’ poi mette via il libro e va in bagno. Si lava i denti, si specchia si pettina. Poi torna in camera e si mette a letto).

Agostino : Sono pronto ! Potete venire a darmi la buonanotte. (I genitori di Agostino entrano , gli fanno qualche coccola, gli danno il bacio e gli sistemano le coperte. Poi escono di scena. Agostino si addormenta) MAMMA : Loretta ! (urla) Loretta ! (Loretta non sente. La mamma entra e le stacca le cuffie) Sono le 10 ! Quando pensi di andare a dormire ?

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Loretta (rimettendosi le cuffie) : Vado, vado. Un minuto … (ma riprende a ballare) MAMMA : (esce, sta fuori scena per dieci secondi e poi rientra in camera) Il minuto è diventato un quarto d’ora ! Piantala con quel coso ! (gli sequestra l’Ipod ed esce) (Loretta non si scompone. Estrae il cellulare e inizia a messaggiare stupidaggini alla sua amica Lucia. A voce alta legge gli SMS che scrive. Cose tipo : “Oggi ho visto che avevi delle scarpe nuove. Dove le hai comprate …” MAMMA (entra di nuovo in stanza, vede la figlia e urla al marito): ARTURO ! VIENI A DIRE QUALCOSA A TUA FIGLIA ! IO NON NE POSSO PIU’ ! (esce di scena) PAPA’ DI LORETTA (entra in scena piuttosto scocciato ma calmo) : Ma tutte le sere è la stessa storia !? Dammi quel cellulare prima che te lo butti giù dalla finestra e mettiti a letto ! (Loretta gli da li cellulare e con calma si mette a letto). PAPA’ (Alla moglie, che sta fuori scena) VITTORIA, VIENI , LORETTA E’ A LETTO ! MAMMA:(nervosa, entra in stanza) Vorrei sapere perché a tuo padre ubbidisci e a me no ! (si addolcisce) Va bene, lasciamo stare. Buonanotte e DORMI ! , che domani sei interrogata in storia … (anche il papà le da il bacio della buonanotte. I genitori escono. Loretta si addormenta). NARRATORE : E’ mezzanotte. Agostino sta dormendo già da due ore e finalmente anche Loretta si è decisa a prendere sonno. Sembra una notte come tutte le altre ma tra un paio d’ore succederà qualcosa che cambierà per sempre le loro vite. Qualcosa che non dimenticheranno mai. Ma questo lo scopriremo domani nella seconda parte di

“TIC TAC, IL RUMORE DELLA NOTTE”.

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CAPITOLO 2 : UNO STRANO TICCHETTIO (Il narratore fa un breve riassunto del capitolo 1) (Spiega poi al pubblico che, quando alza il microfono verso l’alto, tutti devono fare TIC-TAC-TIC-TAC a tempo, senza urlare. Li fa provare qualche volta. ) NARRATORE : (girato di spalle) DOOOOON … DOOOOON … Avete sentito l’orologio della torre ? Sono le due di notte. Improvvisamente il silenzio viene interrotto da uno strano rumore … (Fa segno al pubblico di fare TIC-TAC-TIC-TAC) (Lo strano ticchettio sveglia Agostino) (Il narratore deve far segno al pubblico di abbassare il volume quando Agostino parla e di alzarlo quando serve sentire il ticchettio) (il narratore va da Agostino che si sta svegliando e ‘abbassa il volume’) AGOSTINO : Che strano sogno ! Mi sembrava di essere dentro un orologio e di sentire il TIC-TAC. (ascolta). (il narratore ‘alza il volume’) AGOSTINO : Ma c’è davvero il rumore ! Non è un sogno , allora ! (Agostino inizia a cercare nella sua camera la fonte del rumore). (il narratore ‘abbassa il volume’, va da Loretta e ‘alza il volume’) LORETTA : (si sveglia) Ma che ore sono ? (guarda la sveglia) LE DUE ! Ma chi è che fa tutto questo rumore alle due di notte ? (Sbuffa e nasconde la testa sotto il cuscino). (Agostino va ad aprire la finestra, guarda fuori e si accorge di qualcosa che c’è sempre stato ma non aveva mai catturato la sua attenzione). AGOSTINO : Non viene dalla stanza ! Viene da fuori ! (Loretta scende dal letto come una furia e apre la finestra. Si accorge di qualcosa che c’è sempre stato ma non aveva mai catturato la sua attenzione. LORETTA : Non viene dalla stanza ! Viene da quella vecchia fabbrica abbandonata ! (Agostino e Loretta si accorgono della presenza dell’altro, rimangono a lungo ad osservarsi. Poi chiudono la finestra e corrono nel letto, un po’ impauriti. Agostino e Loretta si addormentano.) IL NARRATORE : Agostino e Loretta dormirono tutta l a notte … ma fecero brutti sogni … e si svegliarono agitatissimi. Al mattino entrambi chiesero ai propri genitori se avevano sentito uno strano ticchettio nella notte, ma i genitori dissero loro che non avevano sentito niente. (Agostino e Loretta camminano e ogni tanto si incrociano ma non si parlano)

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Durante la giornata i due ragazzi continuarono a incontrarsi sia a scuola che all’oratorio, ma appena uno si accorgeva dell’altra cambiava direzione. (Agostino e Loretta tornano a letto) La notte seguente , sempre alle due in punto … (il narratore fa il rumore del DOOOOON … DOOOOON) (Il narratore ‘alza il volume’ e si ripete la scena di prima : di nuovo lo strano ticchettio e di nuovo la corsa alla finestra. Uno sguardo verso sud e da lontano NARRATORE : Per la seconda notte i nostri due amici si scoprono a guardare dalla finestra nel cuore della notte. Altra fuga nel letto, altra notte senza sonno, altre domande senza risposta. (Agostino e Loretta camminano e ogni tanto si incrociano ma non si parlano) (Intanto che Loretta è distratta, Agostino gli mette un biglietto in tasca. IL NARRATORE Era venerdì. Agostino e Loretta si incontrarono a scuola, ma finsero indifferenza. Tornata a casa, Loretta trovò una busta in tasca. LORETTA : E questa busta cos’è ? C’è il mio nome ! Sarà un mio spasimante !(la apre e legge delusa). Ma no … Sembra la scrittura di un bambino di seconda elementare ! “Se stasera ricapita di incontrarci alle due di notte alla finestra, non scappare, parliamoci. Visto che siamo distanti e non possiamo urlare per non svegliare tutto il palazzo, utilizzerò una pila e il codice morse. Ciao Ago (il bambino della finestra)”. MA IO NON CONOSCO IL CODICE MORSE. IDEA : vado su Internet e me lo stampo. Non posso certo passare da ignorante con un lattante di 7 anni ! NARRATORE La giornata passò in fretta e calò la notte. I due ragazzi andarono a dormire senza fare storie e aspettarono che arrivassero le due di notte. (Il narratore fa il solito DOOOOON … DOOOOON e ‘alza il volume’) (I ragazzi saltano giù dal letto, prendono le torce e corrono alla finestra. Agostino inizia a usare la torcia. (Quando i ragazzi usano la torcia per comunicare, il narratore ‘abbassa il volume’ e traduce il codice Morse con una voce metallica).

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NARRATORE :“Ciao Loretta, senti questo TIC TAC?” (Loretta prende in mano il foglietto scaricato da internet con la codifica dei segnali morse, ma dopo due secondi Agostino ricominciò a lampeggiare. NARRATORE :“Cosa pensi che sia?” LORETTA (inizia ad agitarsi):“Aaah! Non ho ancora t radotto il primo messaggio”. (altro messaggio di Agostino) NARRATORE: “Viene dalla vecchia fabbrica. Ma non è possibile ! E’ CHIUSA ! Fantastico, finalmente un vero mistero! Sono emozionatissimo, tu no? Allora vuoi dire qualcosa? Ti sei addormentata?”. (Loretta vede di nuovo la torcia lampeggiare freneticamente per il terzo messaggio ed esce dai gangheri: LORETTA: Aaaaah! Non capisco niente . Ci sarà un modo più comodo per comunicare ! (Loretta prende un foglio, scrive qualcosa, lo lega a una palla con un elastico e dello scotch e con tutte le sue forze la lancia dalla finestra, centrando la camera di Agostino. Agostino prende il biglietto dalla palla. AGOSTINO : (legge) “Basta con quella torcia. E’ un metodo del secolo scorso ! Chiamami al cellulare. Il mio numero è 3351234567”. (AGOSTINO. compone il numero su un telefono fisso e dice tra sé e sé) Ma così non c’è niente di misterioso! Conan e Geronimo Stilton non lo avrebbero mai fatto ! (parla al telefono). Ciao Loretta, scusa se ti ho fatto impazzire. LORETTA :(al cellulare) Ok, ok, fa niente. Ti perdòno. AGOSTINO : Secondo me il ticchettio arriva dalla vecchia fabbrica di orologi. Tu cosa ne pensi ? LORETTA: Sì, anche secondo me. Ma come è possibile? L’ho sempre vista chiusa da quando sono nata! AGOSTINO: C’è solo un modo per scoprirlo. Indagare. Domani notte! LORETTA: Indagare? Di notte? Da soli? AGOSTINO: Hai paura Loretta? Sei così vecchia e sei così fifona! LORETTA : Io non ho affatto paura ! E’ che non mi interessano i misteri. Uff! Va beh, ci sto, ci sto… domani sera verso le nove davanti alla vecchia fabbrica. E vedremo chi è che ha più paura ! AGOSTINO : Allora a domani sera. NARRATORE (‘alza il volume’) : Cosa sarà il misterioso rumore che Loretta e Agostino sentono tutte le notti alle due ? Lo scopriremo nella prossima parte di “TIC TAC, IL RUMORE DELLA NOTTE”

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CAPITOLO 3 : LA FABBRICA ABBANDONATA (Il narratore fa un breve riassunto) (Spiega al pubblico che, quando alza il microfono verso l’alto, tutti devono fare I RUMORI DELLA NOTTE : il gufo , la civetta , il lupo … o, senza urlare. Li fa provare qualche volta. ) NARRATORE : Inizia il terzo capitolo della nostra storia che si intitola: LA FABBRICA ABBANDONATA (Loretta e Agostino, che stavolta non sono in pigiama, stanno confabulando e prendendo appunti) NARRATORE : Oggi è Sabato. Loretta e Agostino hanno passato tutto il pomeriggio all’oratorio a preparare insieme l’avventura. Soprattutto hanno dovuto pensare a delle ottime scuse da raccontare ai genitori di Loretta e anche Agostino ha dovuto studiare un piano per poter uscire di casa di notte senza farsi accorgere dai genitori. La sera tutto è pronto per iniziare la missione di esplorazione della fabbrica abbandonata.. (Loretta va verso sua mamma) LORETTA : “MAMMA, IO VADO !” MAMMA : “DOVE VAI A QUEST’ORA !”. LORETTA : “Mamma, ma te l’ho detto che sarei andata da Lucia e che mi sarei fermata là a dormire !” MAMMA : “Ah, si . Ora ricordo. Va bene, vai. Ma guarda che tra un po’ chiamerò a casa di Lucia per verificare se sei là davvero !”. LORETTA : “Mamma, perché non ti fidi di me ? Devi avere più fiducia in noi ragazzi.” (Loretta, ridendo sotto i baffi per la sua interpretazione da Oscar si allontana e va verso il pubblico. La mamma esce di scena. Loretta prende il cellulare e chiama Lucia) LORETTA : “Ciao Lucia. Ascolta. Non farmi domande perché non posso spiegarti tutto, ma guarda che fra un po’ mia mamma chiamerà lì a casa tua. Devi rispondere tu assolutamente e dirle che io sono lì da te e che stasera dormirò a casa tua. Hai capito bene ? Guarda che non deve capire che stai dicendo una bugia ? Ce la fai ? Ti spiegherò domani. Adesso non farmi domande !” (ascolta quello che dice Lucia) Sapevo che mi facevi domande … E allora ti rispondo : NO , non ho un appuntamento con un ragazzo. … In effetti : SI , ho un appuntamento con un ragazzo. MA NON E’ QUELLO CHE PENSI TU ! … NO, NON E’ MASSIMO ! … NON E’ NEMMENO ROBERTO ! … Insomma è un mio nuovo amico che abita nel mio palazzo. Abbiamo una missione da compiere … Un mistero da risolvere … Ma no che non andiamo

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in cerca di guai … e comunque se ci sono problemi ti chiamo … CIAO , PASSO E CHIUDO ! E ORA … DIRIGIAMOCI VERSO LA VECCHIA FABBRICA ABBANDONATA : L’AVVENTURA COMINCIA. (fa la musica d i Indiana Jones) PAPPA PAPPA PAPPA PA’…PAPPA PAPPA PAPPA PA’ PA’ PA’ (Loretta esce di scena) NARRATORE Gli animali della notte iniziano a farsi sentire (‘accende il pubblico’) … (‘spegne il pubblico’) (va verso Agostino, che intanto si era messo il pigiama, e che è in camera sua e cammina nervosamente) : Agostino era emozionatissimo: poteva finalmente fare il detective! Il suo sogno fin da quando era piccolo ! (Agostino guarda l’orologio e si mette a letto) AGOSTINO : PAPA’, MAMMA , HO SONNO, VADO A LETTO. V enite a darmi la buonanotte. (I genitori lo salutano) (Agostino, appena i genitori se ne vanno, esce dal letto) AGOSTINO : FINALMENTE SOLO ! E ora scatta il piano ! Devo trovare un nome in codice. Ecco ! Mi chiamerò IL FALCO e Loretta sarà L’AQUILA ! E adesso prepariamo il piano “FUGA DEL FALCO”! Devo trovare dei cuscini (li recupera e li mette sotto le coperte) Li metto qui sotto e li copro bene. Fantastico! Se papà e mamma dovessero entrare a controllare non si accorgerebbero di nulla. Non voglio che si preoccupino. PRIMA PARTE DEL PIANO : FATTO ! SECONDA PARTE : Controllare l’attrezzatura nello zainetto: FATTO! TERZA PARTE DEL PIANO : Uscire di casa senza farmi scoprire. (Agostino apre lentamente la porta della camera e scende le scale. Si guarda in giro) Sono ancora in cucina a sistemare. Non sospettano di nulla”. (Apre la porta d’ingresso e corre fuori più velocemente possibile. Appena è abbastanza lontano da casa riprende la lista del piano. TERZA PARTE DEL PIANO : FATTO. QUARTA PARTE : Pre parare il materiale ! (Recupera degli oggetti da detective : una torcia, una lente.) OKAY sono pronto. CONAN ! GERONIMO STILTON ! SHERLOCK H OLMES! SONO UNO DI VOI ! VIA VERSO LA FABBRICA ABBANDONATA ! NARRATORE : Erano le 21 circa, la notte era fresca e illuminata da una bellissima luna e si sentivano distintamente i rumori della strada e del vento. Gli animali della notte iniziano a farsi sentire (‘accende il pubblico’) … (‘spegne il pubblico’) Loretta è già da un po’ che aspetta Agostino davanti alla vecchia fabbrica abbandonata, da dove ogni notte, puntualmente, alle due, arrivano quegli strani ticchetti che li hanno svegliati nei giorni precedenti. (Loretta è lì che aspetta Agostino che arriva trafelato)

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LORETTA : “Era ora, nanerottolo… stavo per andarmene! E’ mezz’ora che aspetto.”. AGOSTINO : “Non chiamarmi nanerottolo! Io sono sempre puntualissimo! E poi dovevo preparare tutta l’attrezzatura !” (Il narratore ‘accende il pubblico’) LORETTA : “Ma che razza di animali ci sono da queste parti ?!? I lupi ? da quando in qua in città ci sono i lupi ? Mi mettono i brividi tutti questi rumori ! (Il narratore ‘spegne il pubblico’) AGOSTINO : Sapevo che avresti avuto paura ! LORETTA : “Non ho detto che ho paura, ma che ho dei brividi…di freddo ! Dovevo portarmi una felpa. (Guarda Agostino che sta cercando qualcosa con la lente) Ma cosa hai lì ? Una lente ? Ma guarda che mica andiamo a caccia di farfalle ! Dai, accendi la torcia e seguimi ! So io come entrare”. NARRATORE : Agostino e Loretta costeggiano la fitta siepe che corre attorno alla fabbrica. Finalmente trovano un punto dove si può passare, attraversano la siepe e si ritrovano davanti all’ingresso della fabbrica. LORETTA : Mi sono spettinata tutta! Devo essere orribile ! (fuori scena si fanno dei rumori con delle pentole) AGOSTINO : “A proposito di cose orribili … non senti dei rumori provenire da dentro la fabbrica abbandonata ?”. LORETTA : (impaurita lancia un urlo) : AAAAH , è ve ro ! Allora non è abbandonata ! AGOSTINO : Non urlare. Potrebbero sentirci. Entriamo , dai ! NARRATORE : Agostino, curiosissimo, si dirige verso il portone d’acciaio da cui sembrano provenire i rumori. LORETTA : “Andiamo via! Guarda che io vado e ti lascio qui!”. NARRATORE : Agostino invece apre il pesante portone ed entra nella fabbrica. LORETTA : IO VADO (inizia a scappare poi ci ripensa e raggiunge Agostino) “Aspettami nanerottolo ! Vengo anch’io ! Ma se mi succede qualcosa è la volta che me la paghi ! NARRATORE : Cosa troveranno AGOSTINO E LORETTA nell a VECCHIA FABBRICA ABBANDONATA ? MOSTRI ? FANTASMI ? CREATURE EXTRATERRESTRI ? Lo scopriremo la prossima volta nella quarta parte che si intitolerà

“IL MISTERO DELL’OROLOGIAIO”

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CAPITOLO 4 : IL MISTERO DELL’OROLOGIAIO Il narratore fa il riassunto e ricorda la tecnica del TIC TAC che servirà dopo. NARRATORE : Agostino e Loretta sono entrati dentro alla alla fabbrica e sono all’inizio di un lungo corridoio pieno di porte a destra e a sinistra. AGOSTINO (è davanti) : Avanti, vieni, forza ! Dai che non c’è nessuno ! LORETTA : Lo dici solo per tranquillizzarmi. E’ tut to buio qui. Non possiamo accendere la luce. AGOSTINO : E se poi ci scoprono ? LORETTA : Ah, allora vedi che c’è qualcuno ! Andiamocene ! AGOSTINO : Dicevo così per dire … Comunque non è poi così buio ! C’è la luna piena ! Guarda com’è bella … LORETTA : Come sei romantico ! Mi è sempre piaciuta la luna piena … AGOSTINO : Piace tanto anche a me la luna piena. E sai perché ? Perché quando c’è la luna piena qui intorno GIRANO UN SACCO DI LUPI MANNARI ! UUUUUUUUUUUUU ! (fa il verso del lupo a Loretta) LORETTA : Piantala di farmi paura, scemo ! Tu al limite potresti essere un cucciolo mannaro ! E comunque non spaventeresti nessuno ! (il narratore accende il TIC TAC) AGOSTINO : Ecco di nuovo quel rumore misterioso. Ascolta ! Viene da una da là in fondo. Dietro una di quelle porte. (cerca di capire da dove arriva) … Di qua… No, di la … Non capisco … (Si addentrano nel corridoio. Provano ad aprire diverse porte ma sono tutte chiuse. Ad un certo punto arrivano davanti ad un pannello con appeso un orologio che segna le 17.29) Ci siamo ! Prova ad appoggiare l’orecchio a questa porta. Il rumore viene sicuramente da qui dietro. LORETTA : Che cosa pensi di fare, adesso ? Di entrare ? Ma sei matto ? AGOSTINO : (sembra un condottiero) Loretta. Insieme abbiamo sentito quegli strani rumori. Insieme abbiamo studiato un piano per risolvere questo mistero. Io da solo non l’avrei mai fatto. E anche tu da sola non saresti mai venuta qui. Ma insieme abbiamo superato la paura e ora siamo qui. Ormai siamo diventati amici e dobbiamo decidere insieme cosa fare : se continuare o tornarcene nelle nostre case. Sappiamo però che tutte le notti alle due in punto verremo svegliati da quello strano ticchettìo. E sappiamo che questo TIC TAC che sentiamo solo noi. I nostri genitori, e forse nemmeno gli altri, riescono a sentirlo. Dobbiamo per forza essere noi a scoprire noi cosa sta succedendo. Se non lo facciamo noi, nessun altro potrà farlo. Se però sei decisa a tornare indietro allora vengo con te. LORETTA : Agostino, per essere un marmocchio di sette anni, sei molto in gamba. Ho deciso di fidarmi di te e del tuo coraggio. Spero di non pentirmi di questa scelta. Ormai siamo in ballo e dobbiamo ballare. Peccato solo che

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non abbiamo portato con noi nemmeno un bastone per difenderci se qualcuno ci attacca. AGOSTINO : Tranquilla ! Ho pensato a tutto io ! (si sfila lo zaino dalle spalle, lo apre, infila il braccio e con orgoglio tira fuori una pistola ad acqua). Con questo gioiellino, l’anno scorso in piscina, sono arrivato primo al torneo di pistole ad acqua ! LORETTA : (guarda la pistola, gliela prende e spara qualche colpo in faccia ad Agostino) E questo giocattolo dovrebbe difenderci da mostri, fantasmi ed extraterrestri ?!? Sei proprio un nanerottolo !" AGOSTINO : (impugna la pistola alla James Tont) NANANA NANA’ … “Tieniti pronta, bambola! Entriamo ! (Agostino da solo non ce la fa a spostare il pannello). AIUTAMI ! (insieme fanno scorrere il pannello e dietro, seduto ad una scrivania, vediamo comparire un uomo sulla cinquantina intento a lavorare con un monocolo e un grembiule blu legato in vita e un tavolo coperto di orologi rotti e ingranaggi. L’uomo sembra non essersi accorto dell’intrusione). AGOSTINO (sottovoce a Loretta) :“E questo chi è?” LORETTA : “E che ne so! Ma la fabbrica non dovrebbe essere in disuso da almeno 15 anni? Sarà un fantasma !”. (I ragazzi sono incantati dal lavoro dell’uomo misterioso. Squilla un cellulare, quello di Loretta. Finalmente l’operaio alza lo sguardo) AGOSTINO (serissimo, urla a Loretta) : “Ma sei proprio una dilettante ! I cellulari si spengono quando si è in missione!” LORETTA : Oh, scusa, scusa (poi a voce bassissima, al cellulare) “Adesso non posso parlarti,Lucia… Sì, Sì, perfetto, hai detto a mia mamma che sono lì ! Brava ! Ora lasciami andare ! Si , sono con quel ragazzo. Qui stanno succedendo cose incredibili ! Ma no, non ci stiamo baciando, stupida ! Pronto ? Pronto ? … Ha riattaccato. OROLOGIAIO : (si alza con fare minaccioso) “Ragazzi, non mi aspettavo che qualcuno entrasse nella fabbrica di orologi così all’improvviso senza bussare. Non mi sembra una cosa molto educata. Avanti, ditemi, che ci fate qui ? Chi siete ? Cosa cercate ? LORETTA (scappa) : AIUTOOOOO !!!! NARRATORE : Finalmente i ragazzi stanno per scoprire la causa dei rumori che li hanno svegliati nelle notti passate. Chi è il misterioso uomo che hanno trovato nella fabbrica abbandonata ? Cosa succederà ora ai nostri eroi,ora che sono davanti a questo strano individuo e che si possono difendere solo con una pistola ad acqua ? Non perdete la prossima puntata dal titolo :

“QUANDO IL TEMPO SI FERMA”

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CAPITOLO 5 : QUANDO IL TEMPO SI FERMA Il narratore fa il riassunto. NARRATORE : Abbiamo lasciato i nostri amici nel momento in cui hanno scoperto che la fabbrica abbandonata non è affatto abbandonata. Hanno trovato un ometto chiuso in una stanza ad aggiustare orologi. Agostino, per la sorpresa è rimasto rigido come un sasso mentre Loretta sta scappando. LORETTA (scappando) : AIUTOOOOO !!! OROLOGIAIO : Fermati, ragazzina. E’ pericoloso correre così al buio. Torna indietro ! Non devi avere paura ! (Loretta inciampa e cade) Te l’avevo detto. Sarai inciampata in qualche topo. Qui ce ne sono un sacco … LORETTA : TOPI ? AIUTOOO !!! IO HO PAURA DEI TOPI ! (torna piano piano come strisciando lungo una parete) OROLOGIAIO : E non appoggiarti troppo a questi muri che sono pieni di ragni grossi quanto la mia mano ! LORETTA : ANCHE I RAGNI ? DEI RAGNI HO ANCORA PIU’ PAURA CHE DEI TOPI !!! (corre verso l’orologiaio fin quasi a stringersi a lui). Mi salvi lei, la prego ! OROLOGIAIO : Come ti chiami ? Quanti anni hai ? LORETTA : Mi chiamo Loretta. Ho 12 anni. Abito in fondo alla strada. OROLOGIAIO : Loretta ? Che bel nome. Dovresti costruire anche tu orologi come faccio io. LORETTA : Perché ? OROLOGIAIO : LORETTA ! ELLE APOSTROFO ORETTA … Non ricorda anche a te il tempo che passa ? LORETTA : Non avevo mai pensato che il mio nome fosse collegato al tempo. OROLOGIAIO : E anche il mio lo è ! Io mi chiamo SECONDO e faccio tutto in un secondo ! … Sto scherzando … In realtà le cose mi piace farle bene, senza fretta , perché chi fa le cose in fretta di solito le fa male. Non bisogna nemmeno perdere troppo tempo a fare le cose. Perché anche perdere tempo è una cosa di cui poi da grandi ci si pente. Ma dimmi… questa bella statuina come si chiama? LORETTA : Ehi, Agostino ! Ti sei incantato ? Ma guardalo l’eroe ! Non muove più un muscolo ! Poi sarei io quella che ha paura ! AGOSTINO (si scuote) : Eh, cosa ? LORETTA : Ci sei ? Sei con noi ? Sei connesso ? AGOSTINO : Certo , che ci sono ! Non ero spaventato. Stavo solo riflettendo … OROLOGIAIO : Così tu ti chiami Agostino … Anche tu hai un nome che ha a che fare con il tempo … Lo sai , vero ? AGOSTINO : Come ? Non capisco … OROLOGIAIO : Il tuo nome ! Non ti ricorda qualcosa legato al tempo ? NARRATORE : (fa finta di schiacciare un telecomando) Mettiamo in pausa un attimo la storia. (al pubblico) Agostino non si è mai accorto che il suo nome

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deriva da qualcosa che ha a che fare con il tempo. Voi sapete da cosa deriva ‘AGOSTINO’ ? Chi lo sa ? (prende un bambino della prima file che dice di saperlo) Dai ! Vai da Agostino e suggeriscigli la risposta … (dopo il suggerimento il narratore ‘mette in PLAY la scena’). AGOSTINO : Che strano posto ! Forse qui ci sono davvero i fantasmi ! Ho sentito come una voce che mi diceva che il mio nome deriva da AGOSTO , il mese più bello dell’anno ! Quando vado al mare con il papà e la mamma ... OROLOGIAIO : Che strane coincidenze ... Siamo in una fabbrica di orologi e ci siamo io che mi chiamo SECONDO , tu che hai un nome che ricorda L’ORA e tu che hai un nome che deriva da un MESE. Il destino ha voluto che ci incontrassimo qui. E il destino non fa mai le cose a caso. Ci sarà un motivo se ci siamo incontrati questo pomeriggio ! Qui al pomeriggio non viene mai nessuno ! LORETTA : Mi scusi, signor SECONDO, ma veramente non è pomeriggio : sono le 21.30 di sera e ci credo che non viene mai nessuno : questa fabbrica di orologi è chiusa da un sacco di tempo! Lo so perché ci lavorava anche mio nonno. Ormai saranno QUINDICI ANNI che è abbandonata ! (Secondo abbassa il monocolo, da una pulita al banco di lavoro con uno straccio, poi, piano piano, la sua espressione austera e attenta cambia: sembra come se si stesse svegliando da un sonno lunghissimo) OROLOGIAIO : Quanto tempo è passato ! Già QUINDICI ANNI ! Ora ricordo … Ricordo l’ultimo giorno, i miei colleghi agitati e preoccupati perché chiudeva la fabbrica: pensavano alle mogli, ai figli e a come avrebbero fatto a mantenerli dal giorno dopo, senza un lavoro, senza uno stipendio. Per me invece era diverso, io non avevo una famiglia. Avevo solo il mio lavoro. E io amavo il mio lavoro. Adoravo gli orologi e i loro ingranaggi e la perfezione di ogni meccanismo, grande o piccolo che fosse. Sì, posso dire che la fabbrica era la mia vita!” LORETTA : Lei dunque è qui da QUINDICI ANNI ? Ma questa cosa è ancora più strana del misterioso TIC TAC notturno ? Perché non è andato via anche lei, insieme a tutti gli altri, quando la fabbrica ha chiuso ? OROLOGIAIO : Non lo so. C’è qualcosa che mi impedisce di andarmene via, ma non so cosa. E’come se fossi prigioniero di questa fabbrica. O meglio, è come se fossi prigioniero del tempo. Sembra che qui dentro, in questa stanza, il tempo non passi mai. Sembra che il tempo si sia fermato. AGOSTINO : (che stava pensando) CI SONO ! Penso di aver capito perché lei è rimasto qui per così tanti anni e non riesce ad uscire fuori.” LORETTA : “Davvero? Sei un genio !!!” NARRATORE : Sarà vero che Agostino ha scoperto il mistero dell’orologiaio chiuso in una fabbrica abbandonata da quindici anni ? Agostino ha letto un sacco di libri gialli e se c’è qualcuno che può farcela è proprio lui, ma questa volta il mistero è veramente troppo grande ! Lo scopriremo nel Capitolo 6 : IL TEMPO NON SI FERMA !

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CAPITOLO 6 : IL TEMPO NON SI FERMA ! Il narratore fa il riassunto e insegna al pubblico a fare CUCUCUCU’ a comando. NARRATORE : Agostino è sicuro di aver risolto il mistero che ha tenuto prigioniero il signor Secondo, l’orologiaio, dentro alla fabbrica di orologi per ben 15 anni ! SECONDO : Davvero hai capito perché io non riesco ad uscire ? AGOSTINO :“Certo! Guardate l’orologio fuori dalla stanza (insieme vanno a guardarlo). Vedete ? E’ fermo sulle 17.29. Era così anche quando siamo arrivati. Non si è mosso. E scommetto che è fermo così da 15 anni. (rivolto a Secondo, con un fare da detective) Signor Secondo, mi dica : Dove si trovava il giorno della chiusura della fabbrica intorno alle 17 e 29 ? SECONDO : Beh, fammi pensare. E’ passato tanto tempo … No, in realtà sembra che non sia passato nemmeno un minuto da allora ! Si, ricordo bene. Ero seduto al mio banco di lavoro e stavo aggiustando un orologio a cucù. (Il narratore accende il CUCU del pubblico) SECONDO : HA RIPRESO A FUNZIONARE ! IL CUCU’ HA RIPRESO A FUNZIONARE ! MIRACOLO ! AGOSTINO : Va bene, va bene, ma adesso spegniamolo altrimenti non posso proseguire con le indagini. (Il narratore spegne il pubblico) AGOSTINO : Continuiamo. Il turno di lavoro doveva finire alle 17.30. Giusto, signor Secondo?”. SECONDO : Si, alle 17.30 in punto. In realtà io stavo talmente bene in questa stanza ad aggiustare orologi che ogni giorno speravo sempre che non scattasse mai quel minuto, ho sempre sperato che il tempo si potesse fermare un attimo prima: temevo che tutto sarebbe cambiato! Non capita anche a Voi ragazzi, quando state facendo qualcosa che vi piace da matti, che vorreste fermare il tempo. Vorreste che i minuti non passassero mai… LORETTA : A me capita quando sto ascoltando la mia canzone preferita. Le canzoni durano solo un paio di minuti. Io vorrei che durassero per sempre. E al mattino, quando devo andare a scuola, guardo la sveglia, la lancetta dei secondi, e le dico : “Ti prego, fermati ! Cosa continui a girare ? Lasciami dormire in santa pace !” AGOSTINO : Ma così resteresti sempre una ragazzina ! Io voglio che il tempo passi e in fretta anche ! Voglio diventare grande e voglio poter finalmente fare il detective ! LORETTA : Oh,senti ! Non dirmi che, quando sei a lì a leggerti uno dei tuoi gialli preferiti o a guardarti un cartone animato di Conan e tua mamma ti chiama per andare a tavola, prima che il giallo sia finito, non verrebbe voglia anche a te di mettere in pausa il tempo ?

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AGOSTINO : Beh, si , è vero ! Anch’io a volte vorrei fermare il tempo. Ma so bene che non si può fare … ANZI so che non si deve fare. Guarda cosa è successo al Signor Secondo ! A furia di sperare che l’orologio non raggiungesse mai l’ora della chiusura (le 17 e 30), il tempo si è fermato veramente ! E lui è rimasto qui a far niente per 15 anni ! SECONDO : Ma ci sarà un modo per uscire da questo incantesimo ? LORETTA : C’è una amica di mia mamma che secondo me è un po’ una strega ! Forse se la chiamiamo toglie la maledizione. AGOSTINO : Ma no ! Non servono poteri magici ! Il problema è quell’orologio che si è fermato … e qui abbiamo uno dei massimi esperti mondiali di orologi ! SECONDO : Dov’è ? Dov’è ? LORETTA e AGOSTINO : MA, SIGNOR SECONDO, E’ LEI L’ESPERTO ! SECONDO : E’ vero ! Avete ragione, ragazzi. Non ci avevo pensato ! Sono un po’ arrugginito, dopo tutti questi anni qui chiuso a non fare niente. Sono conciato peggio di questi orologi. AGOSTINO (a Loretta) : Presto , porta qui l’orologio. E’ appeso troppo in alto, non ci arrivo. LORETTA : Meno male che assieme al detective nanerottolo c’è la sua fedele assistente che è una spilungona mica da ridere ! (prende l’orologio e lo da a Secondo) (Secondo finge di aggiustarlo : toglie la linguetta che isolava la pila e l’orologio riprende a funzionare) SECONDO : Ce l’ho fatta. Il tempo ha ripreso ad andare. Posso finalmente invecchiare come tutti quanti. Ragazzi non so come ringraziarvi ! AGOSTINO : Loretta, rimetti l’orologio al suo posto, prima che cada per terra e si fermi un’altra volta. LORETTA : Agli ordini, capo ! Posso portarle anche una tazza di caffè, già che sono in piedi ? (mette a posto l’orologio). SECONDO : Ho detto che non so come ringraziarvi ma invece un modo ce l’ho ! LORETTA : E come ? SECONDO : Venite con me. Vi porterò in un luogo magico. Il posto che preferisco in tutta questa fabbrica. E’ un luogo che non ho mai mostrato a nessuno. Ma voi siete i miei migliori amici, mi avete fatto capire quanto è importante vivere il proprio tempo senza fermarlo, ed è giusto che vediate anche voi questa meraviglia. Andiamo. (prende per mano i ragazzi e li accompagna aldilà di un pannello. NARRATORE : Dove sta portando i nostri due amici il Signor Secondo, l’orologiaio che finalmente ha ripreso ad invecchiare grazie ad Agostino e Loretta ? Quale sarà questo luogo magico che ha promesso di fargli visitare. Non perdete la prossima puntata della nostra dal titolo “VIAGGIO NEL TEMPO”.

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CAPITOLO 7 : VIAGGIO NEL TEMPO Il narratore fa il riassunto e ricorda la tecnica del TICTAC NARRATORE : Dopo che Agostino ha risolto il mistero dell’orologiaio e il tempo è ripartito, il Signor Secondo, l’orologiaio rimasto per 15 anni prigioniero del tempo, accompagna Agostino e Loretta a visitare la sua stanza preferita. (il narratore accende il TICTAC) SECONDO : (entra in scena. A rappresentare la stanza ci sono due pannelli con degli orologi da parete appesi) Agostino, Loretta, chiudete gli occhi. Ora venite avanti piano. E ora apriteli. AGOSTINO e LORETTA (aprono gli occhi e rimangono a bocca aperta. Si guardano intorno) NARRATORE : I due ragazzi, entrati insieme a Secondo rimangono a bocca aperta. Le pareti della stanza sono completamente tappezzate di scaffali che arrivano fino al soffitto pieni fino all’inverosimile di orologi appoggiati, appesi, accatastati: orologi da polso, pendoli, cucù di ogni tipo ed epoca … SECONDO : “Non è magnifico questo posto ? … Che ne dite ? … Questo posto è sempre stato un po’ il mio rifugio ... Qui dentro sono conservati tutti gli orologi che sono stati prodotti nella nostra fabbrica. Alcuni molto belli, altri meno belli, ma tutti immaginati e creati con una grande passione e un immenso amore per l’arte dell’orologeria e per il fascino che ha il tempo che passa ! LORETTA : Non ho mai visto così tanti orologi tutti insieme nello stesso posto! AGOSTINO : Quanti saranno ? Mille ? Diecimila ? LORETTA : Quello ce l’aveva in salotto mio nonno e quell’altro grande invece è uguale a quello che sta all’ingresso della nostra scuola. SECONDO : Questa fabbrica un tempo produceva orologi e sveglie per tutta la città e ogni orologio era un pezzo unico, tutti erano fatti a mano … AGOSTINO : Io sono nato in un epoca in cui gli orologi sono quasi tutti di plastica e arrivano dalla Svizzera : sembrano uno diverso dall’altro e invece in fondo sono tutti uguali. LORETTA : In realtà non sono nemmeno svizzeri. Ormai li fanno tutti in Cina. Non credo che esistano più orologi fatti qui da noi, nella nostra città ... AGOSTINO : Peccato, però … questi orologi antichi sono veramente belli. Si … sono un po’ rumorosi, ma in questo modo sembrano vivi ... Quelli elettronici, così silenziosi, saranno anche precisi, ma sono freddi, senz’anima. LORETTA : E’ vero … ora che lo ascolto bene, devo dire che questo rumore, questo TIC TAC, non disturba affatto, anzi è veramente rilassante. Quand’ero piccola avevo una sveglia rumorosissima eppure mi conciliava il sonno. Poi si è rotta e mi hanno regalato una sveglia ultramoderna piena di luci colorate e assolutamente silenziosa. Ecco, sentendo questo TIC TAC mi sembra di ritornare bambina. E’ proprio un peccato che non si possa tornare indietro nel tempo … il tempo in cui questa fabbrica costruiva questi orologi così belli.

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AGOSTINO : Secondo ! Raccontaci la storia tua e di questa fabbrica. LORETTA : Si, racconta ! (i ragazzi si siedono) SECONDO : Va bene, ragazzi. E’ vero che il tempo non torna indietro, però la memoria ci permette di ricordare tutto e di ritornare al passato almeno con il pensiero. Adesso vi racconto la storia di questo posto. (Anche lui si siede).

Sono nato e cresciuto in questo città, che allora era ancora un paesino. Quando io avevo la tua età, Agostino, questa fabbrica non esisteva ancora. C’era solo una piccola bottega artigianale d’orologi. Andavo spesso a trovare il Signor Sabatino Von Lunes, il proprietario della bottega di orologi, per vederlo lavorare. Ero affascinato dalla sua precisione e dal suo amore per gli orologi. E dalla finestra dietro al banco da lavoro vedevo gli enormi prati verdi del nostro paese”. AGOSTINO : Ma qui non ci sono mica prati verdi! SECONDO : Una volta, dove ora c’è la zona industriale, c’erano prati che si perdevano a vista d’occhio. In quei prati i contadini facevano pascolare le mucche e le pecore. Lì vicino c’era anche un boschetto dove noi ragazzi andavamo a giocare a ‘guardie e ladri’. In primavera, se ti fermavi ad annusare l’aria, sentivi l’odore dell’erba e dei fiori e quando il vento caldo del sud soffiava e ti accarezzava il viso riuscivi a sentire tutta la forza e la bellezza della natura. Al pomeriggio poi, uscivo in strada a giocare al pallone con i miei vicini e non tornavo finché non era scesa la sera. AGOSTINO : Mi piace sentirti raccontare queste vecchie storie. Mi fai venire la nostalgia di posti che non ho mai conosciuto. Sembra veramente che stiamo facendo un viaggio nel tempo. Io ho solo sette anni e quindi non ho molte cose da ricordare, ma so che ai grandi spesso piace ritornare con il pensiero agli anni in cui erano ragazzi e il mondo era tanto diverso da oggi. LORETTA : Mio papà e mia mamma tutte le volte che si incontrano con la loro vecchia compagnia non fanno altro che ricordare i vecchi tempi. Loro sì che vorrebbero far tornare indietro il tempo e tornare giovani ma soprattutto tornare ad un epoca in cui non c’era Internet, non c’erano i cellulari e le TV a colori, ma potevano nuotare senza pericolo in tutti i corsi d’acqua e non c’era tutto questo inquinamento e questo traffico caotico … SECONDO : Purtroppo, o per fortuna, il mondo cambia, nel bene e nel male. (intanto Loretta si avvicina ad un orologio e lo guarda in modo strano) Non so se tornare indietro nel passato sarebbe un buona idea in fondo … LORETTA : Ehi,venite a vedere questo orologio ! Non notate qualcosa di strano? SECONDO : Non è fermo come quell’altro di prima ! Però è vero, ha qualcosa di strano … (anche Agostino guarda l’orologio) LORETTA : MA SI, HO CAPITO ! Ecco perché abbiamo voglia di parlare del passato.Questo orologio è magico.Le sue lancette stanno girando all’incontrario ! AGOSTINO E SECONDO : “ALL’INCONTRARIO ?

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OTTAVA PARTE : IL TEMPO ALL’INCONTRARIO NARRATORE (breve riassunto) : Loretta, Agostino e il Signor Secondo si sono messi a chiacchierare del passato e di come sarebbe bello tornare indietro nel tempo. Anche Loretta ed Agostino sembrano rimpiangere un’epoca che in realtà non hanno mai nemmeno conosciuto. E’ molto strana questa voglia di parlare solo di cose passate, specie per dei ragazzi. E’ chiaro che in questa stanza c’è qualcosa di magico. Se prima, nel laboratorio del Signor Secondo, il tempo si era fermato a quindici anni prima, solo perché un certo orologio si era rotto, anche qui ci deve essere qualche cosa che non va. E Loretta forse ha fatto una scoperta. LORETTA : MA SI, HO CAPITO ! Ecco perché abbiamo voglia di parlare del passato. Questo orologio è magico. Le sue lancette girano all’incontrario ! AGOSTINO E SECONDO : “ALL’INCONTRARIO ? (guardano l’orologio) AGOSTINO : Hai ragione ! SECONDO : Che strano problema, non mi era mai accaduto di vedere delle lancette girare all’incontrario … AGOSTINO : Forse le lancette, girando all’incontrario, ci hanno fatto un incantesimo : e ci siamo persi a parlare dei tempi passati! AGOSTINO : Ehi ! C’è una canzone che parla del tempo che va all’incontrario ! LORETTA : Ah ! Allora ascolti anche tu le canzoni. E come fa ? AGOSTINO : (inizia a cantare) Così : Come sarebbe bello / vivere la vita all'incontrario / invertire il senso di marcia del viaggio / diventare forse un po' più saggio Hai mai pensato come sarebbe meglio / sfogliare indietro i giorni del calendario / con l'esperienza di un vecchio, il corpo di un giovanotto / cancellare ogni mio sbaglio … (APPLAUSI) LORETTA : A me invece viene in mente un film che ho visto l’anno scorso : Il curioso caso di Benjamin Button. (ad Agostino) L’hai visto ? AGOSTINO : E’ un giallo ? Perché io vedo solo film gialli … LORETTA : No, è una specie di favola , un po’ triste … SECONDO : E di cosa parla ? LORETTA : Parla di un bambino che quando nasce è un vecchio di 80 anni. Tutti pensano che morirà di lì a poco e invece il bambino con il passare del tempo ringiovanisce. Per lui il tempo va all’incontrario. Dopo qualche anno diventa un anziano signore, poi un adulto, poi un giovanotto, poi un ragazzo e poi un bambino. AGOSTINO : Ringiovanire invece che invecchiare deve essere troppo bello ! SECONDO : E come finisce ? LORETTA : Beh, alla fine, quando ormai è diventato un neonato, invece di rinascere, muore … AGOSTINO : Come è triste ! LORETTA : Ma la cosa veramente triste per lui e che per tutta la vita, mentre lui ringiovaniva, gli altri che gli stavano vicino (la moglie, gli amici …) diventavano sempre più vecchi … e lui si sentiva sempre più solo al mondo …

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SECONDO : Beh, questa storia in fondo ci fa capire che il tempo va bene così com’è … Non bisogna fermarlo o farlo andare all’incontrario. Un mondo che va all’incontrario non va da nessuna parte ! Mi sa che sarà meglio aggiustarlo questo orologio matto ! Perché, anche se è bello ricordare il passato, non possiamo dimenticare che viviamo nel presente e dobbiamo guardare al futuro ! Presto, non perdiamo tempo ! Avete capito ormai che il tempo è prezioso e non va sprecato. (guarda Loretta) Loretta, sei pensierosa . Qualcosa non va ? LORETTA : E’ che tutte queste cose strane che ci stanno capitando e i discorsi che stiamo facendo mi fanno capire quanto tempo ho perso nella mia vita, specialmente se penso alla scuola. (Loretta si sposta da un’altra parte. E’ triste e scocciata. Entra la mamma). MAMMA : Bel risultato ! Tu pensi solo ad ascoltar musica e a divertirti ! E cosa hai ottenuto : Hai perso un anno di scuola ! Un anno della tua vita ! Non sai che il tempo che passa non torna più indietro. Non hai niente da dire ? LORETTA : Mamma, per favore. Ne ho di tempo io ! Ho tutta la vita per studiare, cosa sarà mai un anno perso ? LORETTA (torna da Secondo e Agostino) : Ho perso un anno della mia vita ! Un anno, capite ? 365 giorni ! Solo adesso capisco cosa intendeva dirmi mia mamma. Ogni anno è prezioso. Ogni giorno è prezioso ! SECONDO : Sono sicuro che da oggi vedrai le cose in modo diverso. Hai capito che c’è un tempo per divertirsi e un tempo per impegnarsi. Un tempo da dedicare a sé stessi e un tempo da dedicare agli altri. E’ tutta questione di tempo ! Avrai sentito le persone che dicono sempre : “Non ho tempo ! Ho poco tempo !” , come se il tempo fosse una cosa che qualcuno ne ha di più e qualcuno ne ha di meno. Il tempo è uguale per tutti. Per tutti la giornata dura 24 ore e ogni ora dura 60 minuti. E’ che qualcuno il tempo lo utilizza bene e qualcun altro lo spreca. AGOSTINO : Mi sembra che state parlando un po’ troppo ! Non avete paura di sprecare il vostro tempo ? In realtà è stato fantastico stare qui ad ascoltarvi. Mi sono reso conto anch’io che tante volte uso male il mio tempo. Spesso alla sera, quando vado a dormire, penso a cosa ho fatto durante il giorno. Mi chiedo se quella giornata la ricorderò o sarà dimenticata come tante altre. E se mi accorgo che avrei potuto fare qualche cosa di utile per me, e soprattutto per gli altri, ma non l’ho fatto per pigrizia, allora sento che la giornata è stata proprio sprecata. Adesso però basta chiacchierare. Secondo, riesci ad aggiustare anche quell’orologio che va all’incontrario ? SECONDO : Ma certo, Agostino ! Sarò un po’ arrugginito ma so ancora come riportare sulla retta via un orologio impazzito ! (prende l’orologio e lo aggiusta. Lo guardano soddisfatti). LORETTA : Perfetto ! Adesso l’orologio marcia in avanti. AGOSTINO : Missione compiuta ! Anche l’orologio sembra soddisfatto. (Girano l’orologio verso il pubblico e si vede che sull’orologio c’è un enorme sorriso) NARRATORE : MISSIONE COMPIUTA ! MA CE NE SARANNO ALTRE DA COMPIERE NELLE PROSSIME PUNTATE ! NON MANCATE ! SEMPRE QUI PUNTUALI ALLA STESSA ORA.

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NONA PARTE : LENTO, LENTO IL TEMPO VA … NARRATORE (dopo il breve riassunto) : Loretta, Agostino e il Sig.Secondo, l’orologiaio che ha vissuto per 15 anni nella fabbrica abbandonata, hanno risolto già due misteri : il mistero del tempo che si era fermato a causa dell’orologio rotto e il mistero di un altro orologio che scorreva all’incontrario e che li faceva tornare indietro nel tempo. Non hanno però ancora capito da dove arriva il misterioso TICTAC che i due ragazzi sentivano tutte le notti. Sta per iniziare il capitolo 9 della nostra storia dal titolo : “LENTO, LENTO IL TEMPO VA …” SECONDO : Ragazzi, non mi avete ancora detto perché siete entrati in questa fabbrica di notte.Ormai ho capito che non sono le 17.29 di pomeriggio ma saranno più delle 11 di notte! AGOSTINO : E’ vero ! Ci siamo lasciati distrarre da tutti i misteri e dalle meraviglie che ci sono in questo posto e ci siamo dimenticati del vero motivo per cui siamo venuti qui ! Ehi, il mio zainetto ! Dove ho lasciato il mio zainetto ? Avevo dentro tutte le armi da difesa e il kit del piccolo investigatore ! (fa per tornare indietro) LORETTA : Ma stai qui ! Stai qui che le tue pistole ad acqua e tutte le altre stupidaggini che avevi nello zaino non ci servono a niente ! Secondo, lascia spiegare a me che ho dodici anni e ho un po’ più di cervello di un bambinetto che fa ancora la terza elementare ! Devi sapere che è tutta la settimana che tutte le notti , sempre alla stessa ora, veniamo svegliati da un rumore : un TICTAC particolare che continua per ore e ore. Io e Agostino abbiamo intuito che il rumore veniva da questa fabbrica. Io non ero molto entusiasta, ma Agostino ha insistito per venire ad indagare e alla fine mi sono lasciata convincere. AGOSTINO : Ehi, Secondo, ma tu non lo senti un ticchettio particolare qua vicino ? Un ticchettio diverso da quello di tutti gli altri orologi di questa stanza ? Sembra provenire dal corridoio!” SECONDO : (fa un cenno di assenso, si gratta la testa, poi apre la porta e, seguìto dai ragazzi, si immette nel corridoio. Il gruppo procede in fila indiana zigzagando e continua a correre e fermarsi, correre e fermarsi. Fanno un po’ di gag : ciò che fa Secondo viene imitato dai ragazzi. Secondo si ferma davanti a una porta e la spalanca) SECONDO : Proviamo a cercare qua dentro. Vediamo se il rumore viene da qui! Questa in cui stiamo per entrare è la stanza della pausa pranzo. Qui vengo a mangiare quando suona la campanella del mezzogiorno e poi mi fermo a riposare. Riposo un’ora, due ore , a volte anche tre ore, e poi mi rimetto al lavoro. AGOSTINO : Che stanzone desolante … Non c’è niente … Solo un paio di tavoli … LORETTA : Come fai a star qui dentro per tutto quel tempo ? Due , tre ore ? Ma c’è da diventar matti ! Io mi annoierei a morte ! Non c’è neanche un IPOD , non ci si può neanche collegare a FACEBOOK. SECONDO : Abbiate pazienza … Non c’è fretta … Stiamo qui tranquilli ad aspettare. Vedrete che fra un po’ arriverà una persona che voglio farvi conoscere. Sediamoci qui a questo tavolo e attendiamo ... NARRATORE : L’atmosfera di quello stanzone semivuoto era molto particolare. Il tempo sembrava non passare mai (I ragazzi cominciano a muoversi come al rallentatore). Erano ormai le 11.15 di sera, almeno secondo il grande orologio che dominava una delle pareti. (Loretta si guarda attorno come persa, Agostino appoggia la testa sul tavolo come per fare una pennichella). NARRATORE : Il tempo passa, lentamente, e ancora non si vede nessuno …

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AGOSTINO : (Alza la testa di colpo come se si risvegliasse) Uffa, ma siamo qui da mezz’ora e stiamo ancora aspettando. Quando arriva la persona di cui ci hai parlato ? LORETTA : Ma quale mezz’ora, guarda l’orologio, non vedi che sono le 11.20? Però anche a me sembra di essere qui da una vita. Non è che anche quell’orologio ha dei problemi ? (Da lontano si apre una porta,la porta del ripostiglio attrezzi, e entra in scena una anziana vecchina, sull’ottantina, con una leggera gobba sotto lo scialle, e un paio di grossi occhiali calati sul naso e con un piatto in mano. Tutti si girano a guardarla. Avanza con lentezza, trascinando i piedi. La lunga gonna lascia intravedere calzini alla caviglia, infilati in un paio di ciabattine consumate). AGOSTINO : E’ quella la persona che ci volevi far conoscere ? SECONDO : Si ! E’ proprio quella simpatica vecchina ? La vedete così pimpante ma ha ben 80 anni. E’ incredibile come passa il tempo quando ci si diverte … LORETTA : Cosa ci fa qui, in questa fabbrica ? Ormai dovrebbe essere in pensione ! SECONDO : No, non può! E’ la cuoca della mensa ! E’ lei che prepara da mangiare per tutti. LORETTA : Beh, in effetti, visto che nella fabbrica è rimasto solo Lei , Signor Secondo, non mi sembra un lavoro molto pesante ! Lo può fare anche una di 80 anni ! SECONDO : E lei vi assicuro che cucina in modo scrupoloso, con la dovuta calma … AGOSTINO : Si, mi sembra proprio una persona MOLTO CALMA … LORETTA : Ce la farà ad arrivare fino qua da sola o dobbiamo chiamare la Croce Garlaschese ? AGOSTINO : Ma Loretta, cosa dici ? Chiamare la Croce Garlaschese … non è mica malata. Casomai chiamerei i pompieri o un carro attrezzi, così la trasportano qui senza rischi. SECONDO : Ragazzi, ragazzi, fate i bravi … Un po’ di rispetto per una signorina di ottant’anni che ha passato tutta la sua vita in questa fabbrica. Un po’ come ho fatto io … (finalmente Domenica arriva) LORETTA (la aiuta) Arrivataaaa ! E’ stata dura è ? C’era traffico a quest’ ora ! AGOSTINO : Buongiorno, signorina (!) Io mi chiamo Agostino. Lei si chiama Loretta. E Lei? Come si chiama ? (iniziano le gag sul fatto che Domenica parla lentamente). DOMENICA : DO… (Donatella? Dorina? Dolores ?) DO…ME (domestica ? ma è la cuoca o la domestica ?) DO…ME…NI…CA AGOSTINO : Domenica ? Ci mancava … qualcuno con un nome da giorno della settimana! DOMENICA : CO… (avanti …forza…cosa vuol dire ?) COOOO…ME ? SECONDO : COME ! Ma si, Domenica. Devi sapere che tutti noi abbiamo dei nomi che hanno a che fare col tempo : Secondo, Loretta (l’oretta), Agostino(Agosto) e tu DOMENICA DOMENICA : AAAAA (cosa vuoi dire ? quante parole sono ? quante lettere ?) AH ! LORETTA : Voleva dire solo AH … (urla) COSA C’E’ DENTRO NEL PIATTO, SIGNORA DOMENICA ? DOMENICA : Noooon-griiiiiiiii-daaaaaaaaa-reeeeeeeeee-paaaaaar-looooooooooo-piaaaaaaaaaa-noooooooooo-maaaaaaaaaaa-nooooooooooon-soooooooooooo-nooooooooooooo-soooooooooor-daaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa. SECONDO : Perdonala. Non voleva offenderti … Allora , cosa ci hai portato di buono. DOMENICA (sempre con lo stesso ritmo) È pron-ta la ce-na. Og-gi pas-ta in bro-do. NARRATORE : IN QUESTA FABBRICA SUCCEDONO COSE SEMPRE PIU’ STRANE. ADESSO AGOSTINO E LORETTA HANNO CONOSCIUTO UNA STRANA VECC HINA CHE SEMBRA MUOVERSI AL RALLENTATORE. MI SA CHE ANCHE IN QUESTA STANZA CI SARA’ UN MISTERO DA RISOLVERE. MA LO SCOPRIREMO NELLA PROSSI MA PUNTATA.

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DECIMA PARTE : L’OROLOGIO PERDI-TEMPO NARRATORE : (dopo il riassunto) La puntata scorsa il Signor Secondo, l’orologiaio della fabbrica abbandonata, ha condotto i nostri due amici, Agostino e Loretta, nella sala mensa, alla ricerca del misterioso TICTAC che i due ragazzi sentivano tutte le notti. Non hanno trovato da dove proviene il TICTAC ma hanno conosciuto un nuovo strano personaggio : DOMENICA, la cuoca. Domenica si muove al rallentatore, ma non per i suoi ottant’anni. Ci deve essere un altro motivo. DOMENICA : (sempre con lo stesso ritmo) È pron-ta la ce-na. Og-gi pas-ta in bro-do. AGOSTINO : (a Loretta) Le chiedo con cosa è fatta, perché se c’è la cipolla non mi piace ! LORETTA : NO ! NON FARLO ! (ma è troppo tardi) AGOSTINO : Cosa c’è nella pasta in brodo ? DOMENICA : pa-sta—bro-do—fo(forchetta?)-form-(formiche)-for-ma-ggio—sa-le—pe-pe AGOSTINO : Va bene, va bene ! La mangio ! Questa avventura mi ha messo fame ! DOMENICA : e-ta-nta-ci-po-lla AGOSTINO : Beh, ho imparato a mangiare anche la cipolla ! LORETTA : (assaggia anche lei) Ma è gelata ! SECONDO : Credo che questa pasta in brodo Domenica l’aveva preparata per pranzo, ma, sapete, lei non è che si precipita a servire. E quindi un po’ si raffredda. LORETTA : Quindi, questa signora è la cuoca ? Lo chiedo a te perché se lo chiedo a lei domattina siamo ancora qui ! SECONDO : Si, questa è Domenica, la cuoca ma anche la custode della fabbrica, anche lei, come me, non l’ha mai lasciata. A furia di stare qui con lei mi sono un po’ abituato ai suoi ritmi e quindi mi sembra normale che ci metta delle ore a servire. DOMENICA : Io ho fi-ni-to il mio la-vo-ro. Ci ve-dia-mo do-ma-ni. (se ne va) LORETTA : Come ? Ha finito? Ma se ha servito solo il primo ? AGOSTINO : E alle undici e mezza, per giunta ! SECONDO : Ragazzi, abbiate pazienza. Domenica è una persona molto anziana! Tutte le persone anziane si muovono più lentamente delle persone giovani. Bisogna avere un po’ di comprensione. LORETTA : Questo lo so. Qualche volta mi accompagna a scuola mio nonno in macchina ed è una morte … Perfino le biciclette ci superano … Io ho sempre paura di arrivare in ritardo e che poi mi facciano qualche nota. E io mica posso dire : “Sa, professoressa, sono venuta con mio nonno che va a dieci all’ora ! … penserebbe sicuramente che mi sto inventando una scusa !

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AGOSTINO : Anche mio nonno ama fare le cose lentamente. Specialmente quando è a tavola. Mia nonna ha già finito di mangiare e lui è ancora lì che si tira giù il secondo. Per lui mettersi a tavola è un rito. Però quando va a ballare (perché i miei nonni vanno ancora a ballare) dovreste vederlo ! Ha una velocità impressionante ! Sembra che voli sulla pista ! LORETTA : Invece Domenica non ce la vedo proprio a volare ! E neanche a ballare ! Al massimo potrebbe ballare al ritmo di “Lenta lenta lenta va / Va lentamente la lumaca / Lenta lenta lenta va / Va lentamente la Domenica … (risata collettiva) LORETTA : Insomma io non credo che Domenica vada al rallentatore solo perché è anziana. Mi sembra che Domenica abbia perso l’interesse e l’entusiasmo nel fare le proprie cose! Quando si fanno le cose senza entusiasmo allora si fanno lentamente e male. E’ una cosa che può capitare a tutti. SECONDO : E’ vero, ragazzi ! Voi che siete giovani, mi raccomando , cercate di fare le cose sempre con entusiasmo, anche quelle che sembrano difficili o noiose. Il modo peggiore di affrontare un impegno è di farlo con pigrizia e annoiati : in questo modo le cose riescono male e non sarete mai soddisfatti di quello che combinate. AGOSTINO : Io a dire la verità non ho ben capito il motivo per cui Domenica si comporta in questo modo però mi sono accorto che sull’orologio della sala mensa non c’è più la lancetta dei minuti ! Lo vedete anche voi ? SECONDO : Che stranezza ! E vero : c’è solo la lancetta delle ore in questo orologio. Sembra che per quest’orologio i minuti non contino ! LORETTA : L’orologio perde la lancetta dei minuti … Domenica perde il suo tempo … Il tempo che si perde … Ragazzi, noi dobbiamo cercare di trovarlo, il tempo, se vogliamo finalmente capire qualcosa del ticchettio misterioso! SECONDO : Ecco la lancetta che è caduta dall’orologio ! È là per terra ! AGOSTINO : Fermi ! Non toccatela ! LORETTA : Come ? Perché ? AGOSTINO : Quella lancetta non è caduta per caso ! Forse vuole dirci qualcosa … vedete ? E’ come una freccia … che punta verso una direzione ben precisa … Vediamo … Si … mi sembra che indichi quel corridoio ! Ora possiamo rimettere la lancetta al suo posto in modo che possa di nuovo segnare i minuti. LORETTA : Chissà che in questo modo la Signora Lumaca … voglio dire, la Signora Domenica non riprenda a parlare e a muoversi normalmente … (sistemano la lancetta) E adesso via verso nuove avventure !!! NARRATORE : Agostino e Loretta avranno risolto anche questo mistero ? E soprattutto : scopriranno la causa del TICTAC notturno ? Appuntamento al prossimo capitolo dal titolo : “La Stanza Misteriosa”

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UNDICESIMA PARTE : LA STANZA MISTERIOSA NARRATORE : (dopo il riassunto) Anche il terzo mistero è stato risolto dai nostri amici. Nella sala mensa della fabbrica abbandonata c’è un orologio che ha perso la lancetta dei minuti e, a causa di questo, i minuti sembrano non passare mai. La Signora Domenica, la custode della fabbrica, che è anche la cuoca della mensa aziendale, si muove più lentamente di una lumaca e sembra che parli al rallentatore. Vediamo ora se, sistemando la lancetta, le cose tornano a posto. (RICORDA LA TECNICA DEL TICTAC) SECONDO : (aggiusta l’orologio) Ecco ! Ho attaccato all’orologio la lancetta dei minuti e adesso … (ascolta l’orologio) funziona perfettamente ! AGOSTINO : La lancetta, quand’era per terra, indicava quel corridoio, o forse quella stanza, non so bene. LORETTA : Guardate ! La Signora Domenica sta tornando indietro. DOMENICA : (torna da loro, camminando a velocità normale e parla, con calma, ma senza interruzioni) Vi dico io dove porta la lancetta ! Svelti ! Seguitemi ! LORETTA : ‘Svelti seguitemi’ ?!? Ehi, guardate ! Domenica cammina più velocemente ! E anche il modo di parlare è quello di una normale signora di 80 anni ! Allora, è guarita ! Altro caso risolto ! SECONDO : Dunque era veramente l’orologio senza la lancetta dei minuti che le causava tutte quelle pause ! AGOSTINO : O forse … prima faceva le cose lentamente perché era annoiata e non aveva motivi importanti per darsi da fare. Adesso, che sa di poterci essere di aiuto, le è ritornata la voglia di vivere e di impegnarsi, e così sfrutta meglio il suo tempo. LORETTA : Mi sa che da grande,più che il detective,ti troverai a fare il filosofo ! SECONDO : D’altronde, con un nome così. È il minimo che può fare ! NARRATORE : Secondo si riferisce a Sant’Agostino, che è stato uno dei più grandi filosofi dell’umanità. Lo studierete quando sarete più grandi. Scusate l’interruzione ma non ho potuto resistere ! SECONDO: Domenica, dove ci porti ? Da quella parte le porte sono sbarrate ! DOMENICA : Non fate domande e seguitemi ! Non c’è tempo da perdere ! (I tre la seguono. Domenica fa movimenti strani e loro la imitano). NARRATORE (ACCENDE IL TICTAC ) Il ticchettio nel frattempo si fa più forte e si sentono anche cigolii di antichi ingranaggi; i nostri quattro amici si fermano davanti ad una porta chiusa da cui proviene il rumore. Sulla porta sono incise tre lettere “S.V.L.” SECONDO : SVL !!! (a Domenica) Questa è la ‘stanza dell’orologio’ di Sabatino Von Lunes, il fondatore della nostra fabbrica di orologi. AGOSTINO e LORETTA : (si guardano stupiti) Sabatino Von Lunes ?!? NARRATORE : Secondo spalanca la porta e i ragazzi si trovano in una stanza piena di ponteggi e di passerelle. Sulla parete di fondo vi sono dei giganteschi ingranaggi che girano in continuazione e producono il rumore del TICTAC che sentivano tutte le notti dalle loro stanze. A questi ingranaggi però non è collegato un quadrante di un orologio con i numeri delle ore e nemmeno delle lancette per segnare le ore e i minuti. Che mistero è mai questo ? (I bambini rimangono a guardare a bocca aperta)

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SECONDO : Eccolo qua ! E’ incredibile ! Finalmente l’ho trovato ! Ragazzi, questo è il mitico orologio di Sabatino Von Lunes ! Nemmeno io l’avevo mai visto fino ad oggi. Questa stanza è sempre stata chiusa peggio di una cassaforte e adesso, non so come mai, ma magicamente si è aperta. Di questo orologio, noi che lavoravamo in questa fabbrica, ne parlavamo in continuazione. Qualcuno sosteneva che era solo una leggenda e che in realtà non esisteva proprio ! AGOSTINO : Racconta, dai ! LORETTA : Si, raccontaci la storia di questo orologio ! SECONDO : Quest’orologio è stato il più grande sogno del proprietario della fabbrica, il signor Von Lunes. Erano anni che ce ne parlava tutti i giorni e si sapeva che aveva intenzione di costruirlo. Aveva preparato il progetto con grande cura e aveva anche fatto produrre tutti i pezzi necessari. DOMENICA : Probabilmente si è ritrovato a iniziarne la costruzione solo qualche giorno prima della chiusura della fabbrica. Dovette fare tutto in grande fretta e l’orologio evidentemente non fu mai completato! LORETTA : Ma questo non è nemmeno un orologio ! Non ci sono le ore e non ci sono le lancette ! AGOSTINO : Però sta andando ! Lo sentite anche Voi il TICTAC ! SECONDO : Ma si ! Funzionare funziona … il problema è che non si riesce a capire che ore fa e quindi in apparenza non serve a niente. LORETTA : Hai sentito cosa ha detto Domenica. Probabilmente Sabatino non ha fatto in tempo a completarlo e l’ha lasciato a metà. SECONDO : Il grande Sabatino Von Lunes non avrebbe mai lasciato un’opera così imponente incompleta. No, ci deve essere un’altra spiegazione. Agostino, tu che mi sembri il più agile di tutti, e anche il più coraggioso, sali sul ponteggio ! Vai ad investigare ! Loretta, aiutalo, prima che si rompa anche l’altro braccio ! AGOSTINO (sale su alcune panche e le percorre in equilibrio con cautela) : Ha ragione Secondo! L’ingranaggio sembra proprio terminato. Qui dietro ci sono pure le iniziali : S.V.L. … E la firma si mette solo quando un’opera è terminata, o no ? Forse non è un orologio come tutti gli altri ... In effetti qui non c’è un posto dove montare un quadrante per segnare le ore ! LORETTA : Un orologio senza quadrante ? Ma a cosa serve un orologio se non permette di leggere l’ora ? DOMENICA : Forse ho capito ! Forse questo è più di un orologio ! SECONDO : Cosa ? LORETTA : Come ? (lascia Agostino) AGOSTINO : TIRATEMI GIU’ !!! STO PER CADEEEEREEEEEEEEE !!! NARRATORE : Stiamo per arrivare alla conclusione della storia. Non mancate di assistere al prossimo e ultimo capitolo dal titolo “Il segreto del TICTAC”.

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DODICESIMA E ULTIMA PARTE : IL SEGRETO DEL TIC-TAC NARRATORE : (riassunto) Agostino e Loretta, in compagnia del Signor Secondo , l’orologiaio, e della Signora Domenica, la cuoca, che ormai ha smesso di muoversi e parlare al rallentatore, sono finalmente giunti nel luogo da cui proviene il misterioso TICTAC che tutte le notti li teneva svegli. All’interno della fabbrica di orologi abbandonata c’è una stanza dove il creatore della fabbrica, Sabatino Von Lunes, ha costruito un enorme marchingegno, che produce il rumore di un orologio, ma che non ha né lancette né numeri e quindi non si capisce a cosa possa servire. (RICORDA LA TECNICA DEL TICTAC) DOMENICA : Che strana avventura … ma non sarà un po’ troppo tardi per questi bambini ? AGOSTINO : (sul ponteggio) No, che non è tardi ! SECONDO : Ormai con tutti questi orologi che si fermano e poi ripartono, che vanno all’incontrario, che perdono le lancette e rallentano il tempo … insomma non so più neanche io che ore sono ! Ma, sia che siano le undici o che siano le due di notte, ha ragione Domenica ! E’ comunque tardi ! Forse è ora che voi ragazzi ve ne torniate a casa a dormire … Vi accompagniamo noi. LORETTA : Ma come ?!? Siamo arrivati finalmente a scoprire il luogo del mistero e ce ne andiamo senza averlo risolto ? AGOSTINO : Perché sentiamo questo ticchettio ? Perché Von Lunes ha costruito un orologio come questo ? DOMENICA : (prende i due ragazzi e li accarezza) : Forse ho capito il senso di un marchingegno come questo: tutti gli orologi segnano soprattutto l’ora e i minuti, che sono quello che la gente vuol sapere, ma questo con il suo ticchettio ci ricorda che ogni momento della vita è importante e può essere quello giusto, per muoversi, darsi da fare, costruire un domani migliore. LORETTA : E perché questo TIC TAC l’abbiamo sentito io e Agostino e gli altri non lo sentivano. SECONDO : Forse perché Voi eravate pronti per sentirlo ! Agostino viveva male il suo tempo. Non apprezzava il suo tempo. Voleva crescere in fretta bruciando le tappe. Invece, come si dice, “ogni cosa a suo tempo !” E tu, Loretta, non davi importanza al tuo di tempo e lo stavi sprecando. Però siete anche due ragazzi svegli e intelligenti e questa macchina è riuscita a parlare proprio a Voi. Vi ha spinti a diventare amici, e ora avete capito quanto è fondamentale avere degli amici per risolvere più facilmente i problemi della vita. E poi, piano piano vi ha fatto capire quanto è importante il tempo ! LORETTA : Certe volte abbiamo troppa paura di fare la cosa giusta al momento giusto… Forse ciò che è davvero essenziale è scoprire che ogni momento, ogni tic e ogni tac dell’orologio è prezioso! SECONDO : Vieni qui, Agostino ! Vieni con noi. Devo dire che oggi non solo voi ragazzi avete imparato tante cose sul tempo, ma anche noi due, che ragazzi non lo siamo più da tanto, ci siamo resi conto che avevamo dimenticato quello

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che ci raccomandavano i nostri genitori e i nostri nonni. Loro sapevano bene quanto è importante utilizzare bene il proprio tempo. DOMENICA : Ragazzi, credo che quello che avete imparato questa notte non dovete tenervelo solo per voi. Raccontate questa avventura a tutti i Vostri amici e anche ai vostri genitori. Magari non vi crederanno … Penseranno che il vostro è stato solo un bel sogno … e voi lasciateglielo credere ! Dite loro che si tratta di una favola. L’importante è che capiscano LA MORALE di questa favola e che anche loro si rendano conto di quanto poco valore stanno dando al loro tempo. E se ognuno di loro si darà da fare per migliorare il SUO tempo, sicuramente avremo un mondo migliore e un futuro più felice. AGOSTINO : Forse il tic tac ci sta VERAMENTE dicendo che è ora di tornare a casa… Chissà cosa penseranno i miei genitori quando suoneremo il campanello di casa tutti e quattro, nel cuore della notte ! NARRATORE I nostri 4 amici escono dalla stanza mano nella mano. La luce lunare filtra dai vetri delle finestre e gli illumina la strada. Nel silenzio del corridoio si sentono solo i loro passi. Alle loro spalle il ticchettio diventa sempre più debole fino a scomparire del tutto. Finalmente arrivano al portone principale e escono fuori dalla fabbrica abbandonata. Proprio in quel momento, l’orologio del campanile della chiesa batte i propri rintocchi : DON DON. Ecco ! Sono le due in punto e il TIC TAC dell’orologio di Sabatino Fon Lunes questa volta non suona più e probabilmente Agostino e Loretta non lo sentiranno più. (il gruppo si allontana dalla scena verso il fondo) LORETTA : Addio, vecchia fabbrica ! Non ti dimenticheremo mai ! AGOSTINO : Addio , maestro Von Lunes ! Grazie di tutto ! TUTTI (rivolti al pubblico) ADDIO !!!! ADDIO RAGAZZI !!!! ADDIO !!!! ADDIO !!!!

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APPENDICE Questa parte è stata recitata nella serata di fine Grest alla presenza dei genitori.

CAPITOLO FINALE IN STILE INTERVISTA DOPPIA LE IENE NARRATORE AGOSTINO LORETTA Nome Agostino detto Ago Loretta detta Loretta Età 8 anni ma vorrei averne 30 12 portati magnificamente Professione Studente Abbastanza Studente Hobby Leggere e vedere gialli Ascoltare musica Cosa vuoi fare da grande Il detective Prima pensavo di fare la cantante o la ballerina ma dopo questa avventura

mi sa che farò anch’io la detective insieme ad Agostino

Descrivetevi a vicenda Loretta l’ho conosciuta Agostino mi sembrava solo da una settimana un bambino un po’saccente anche se viviamo da (il classico secchione sempre nello stesso noioso) e invece è simpatico,

palazzo. coraggioso e intelligente. Credo che diventeremo Insomma uno tosto ! grandi amici. Anzi mi sa Sono contenta che siamo che lo siamo già. Diventati amici

NARRATORE SECONDO DOMENICA Nome Secondo Domenica Età 50 anni 80 portati magnificamente Professione Orologiaio Custode e cuoca Hobby Aggiustare orologi Cucinare Cosa vorrai fare da grande Mi stai prendendo in giro? Il presentatore.

Se lo fai tu ci posso provare anch’io !

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INIZIA IL TALK SHOW NARRATORE : Durante questo mese di GREST abbiamo assistito alle avventure di Agostino e Loretta alle prese con il tempo : il tempo che si ferma, che va all’indietro, che va lento o che va troppo veloce. Abbiamo capito che il tempo è importante e che bisogna saperlo usare bene, senza sprecarlo e senza perderlo. Agostino raccontaci come è iniziata questa storia. AGOSTINO : Io e Loretta tutte le notti alle due sentivamo il rumore di un misterioso

TICTAC e non capivamo da dove proveniva. LORETTA : E la cosa strana è che lo sentivamo solo noi due ! PRESENTATORE : E cosa avete pensato di fare ? AGOSTINO : A furia di ascoltare questo rumore abbiamo capito che proveniva da una

fabbrica di orologi abbandonata da 15 anni … LORETTA : Agostino mi ha convinta a compiere una missione di esplorazione. Sabato sera,

di nascosto dai nostri genitori, siamo usciti di casa e siamo andati alla fabbrica per scoprire da dove proveniva il TIC TAC.

PRESENTATORE : E cosa avete trovato ? SECONDO : Hanno trovato me ! Io ero uno degli orologiai che lavorava nella fabbrica,

prima che chiudesse, e, per un incantesimo causato da un orologio guasto, il mio tempo si era fermato : ero rimasto lì nella fabbrica per 15 anni! Agostino e Loretta hanno risolto il mistero , io ho aggiustato l’orologio e il tempo ha ripreso a scorrere. Questa storia ci ha permesso anche, a me e ai ragazzi, di capire che il tempo DEVE andare avanti, che non bisogna rimanere immobili, ma vivere al meglio la propria vita.

PRESENTATORE : Ma … mi pare che questo non sia stato l’unico mistero che avete trovato nella fabbrica e che avete dovuto risolvere ?

AGOSTINO : No ! Subito dopo ci siamo trovati in una stanza dove il tempo andava all’incontrario ! Continuavamo a perdere tempo parlando del passato e il presente e il futuro sembravano non contare più nulla.

LORETTA : Anche in questo caso ci siamo accorti che un orologio marciava all’incontrario e il Signor Secondo per fortuna l’ha aggiustato, altrimenti ora saremmo ancora là a raccontarci dei vecchi tempi !

PRESENTATORE : E lei, Signora Domenica ? E’ vero che il tempo era diventato un problema per lei ?

DOMENICA : Anch’io ero rimasta prigioniera del tempo in questa fabbrica abbandonata. E a furia di fare sempre le stesse cose,tutti i giorni,per quindici anni,senza avere più nessuna prospettiva … mi ero trasformata in una lumaca ! In una tartaruga ! Facevo tutte le cose al rallentatore e parlavo al rallentatore : “EEEEEE’ prooooontaaaaa laaaaa ceeeenaaaaaaa …”…Vi ricordate, ragazzi ?

AGOSTINO : Si , eri molto buffa e non poteamo non prenderti in giro ! DOMENICA : Il problema era che anche lì, in sala mensa, pare che ci fosse un orologio a cui

mancava una lancetta, quella dei minuti. Dopo che i ragazzi e Secondo l’anno aggiustato,sono tornata a parlare e a muovermi normalmente.

SECONDO : Io credo invece che Domenica, quando si è resa conto che poteva aiutare i ragazzi a risolvere il mistero del TIC TAC, improvvisamente ha ritrovato la voglia di vivere, e allora il suo tempo è ritornato a scorrere come dovrebbe. Capita a tutti ... Se nella vita le cose si affrontassero con entusiasmo e con passione, riuscirebbero sempre bene e senza perdite di tempo !

PRESENTATORE : E’ stata Domenica quindi che vi ha indicato il luogo da dove proveniva il misterioso TIC TAC !

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LORETTA : Si ! Il TIC TAC lo sentivamo tutti ma non si capiva bene da dove proveniva. Domenica ci ha indicato una stanza con le iniziali SVL ! Era quella la stanza giusta !

SECONDO : Si trattava della stanza segreta dove il fondatore della fabbrica, il Maestro Orologiaio Sabatino Von Lunes, aveva costruito un enorme ingranaggio che sembrava un orologio, ma che in realtà non era un orologio.

PRESENTATORE : E cos’era ? AGOSTINO : Sembrava un orologio incompleto, senza lancetta e numeri. Faceva solo il

rumore del TIC TAC che arrivava fino a casa nostra. Per risolvere il mistero sono salito in mezzo agli ingranaggi, con sprezzo del pericolo, e lì ho trovato la firma di Sabatino (SVL).

LORETTA : Se c’era la firma voleva dire che il macchinario era completo. Non ci capivamo nulla … poi alla fine è stata proprio Domenica a intuire la verità !

DOMENICA : Ho capito che quel marchingegno era magico ! Serviva non per segnare l’ora , un’ora precisa, come fanno gli altri orologi, ma per ricordare a tutti che il tempo passa e che bisogna usarlo al meglio. Non sprecarlo, perché il tempo è prezioso. Ogni istante , ogni TIC TAC , è prezioso !

SECONDO : Il rumore lo sentivano solo i due ragazzi, perché entrambi avevano dei problemi da risolvere relativamente al loro tempo. Loretta non dava importanza al tempo e ne perdeva continuamente. Agostino non apprezzava il tempo e voleva che passasse in fretta per diventare subito grande …

DOMENICA : Però Agostino e Loretta, grazie a questa avventura, ora hanno capito l’importanza del tempo e credo che non se lo dimenticheranno più, anzi racconteranno questa storia anche a tutti i loro amici, perché anche loro apprezzino sempre di più il loro tempo !

NARRATORE : Bene ! Direi che è giunto ora il TEMPO (!) di concludere la nostra intervista. Naturalmente ne approfittiamo per presentare di nuovo i personaggi e fare i complimenti a tutti gli interpreti.

MAINETTI : Matteo Giorgi è stato il nostro NARRATORE GIORGI : Matteo Mainetti ha interpretato IL SIGNOR SECONDO MAINETTI : Nel ruolo di DOMENICA : Giulia Celegato CELEGATO : Graaaaazieeeeeeee ! Nel ruolo di AGOSTINO : Tommaso Casetto CASETTO : La nostra prima attrice ! Nel ruolo di LORETTA : Chiara Grignani GRIGNANI : (chiama in scena il regista)