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Interruttori differenziali e magnetotermici differenziali Guida Tecnica BETA – Apparecchi modulari, Fusibili BT, Quadretti e Centralini BETA Protezione www.siemens.it/beta

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Interruttori differenziali e magnetotermici differenzialiGuida Tecnica

BETA – Apparecchi modulari, Fusibili BT, Quadretti e Centralini

BETA Protezione

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Introduzione

In ambito elettrico la sicurezza è un obbligo, o meglio un dovere.Per questo ogni elettricista deve essere particolarmente scrupolosoed utilizzare correttamente le necessarie misure di protezione.In impianti utilizzatori, occorre dare la precedenza ai dispositividifferenziali di protezione rispetto a dispositivi di protezione alter -nativi. Dalla protezione dal contatto indiretto in poi, i dispositivi differenziali di protezione con corrente di guasto nominale fino a30 mA forniscono anche la più ampia protezione in caso di con -tatto diretto. Si può anche evitare il sorgere di incendi dovuti acorrenti di guasto verso terra.

In molti casi le disposizioni normative richiedono l'impiego didispositivi differenziali di protezione. Anche se le condizionitecniche di allacciamento locali, del gestore della rete di distri -buzione consentono altre misure di protezione, ogni installatoreelettrico dovrebbe impegnarsi per l’utilizzo di dispositividifferenziali di protezione.

Oltre all'informazione sull'utilità dell'utilizzo dei dispositivi differenziali di protezione occorre anche favorire la comprensionesul funzionamento degli apparecchi.Per adattare in modo ottimale l'impiego di questi dispositivi alleesigenze degli impianti elettrici, viene qui chiarito il funzionamentodelle loro diverse esecuzioni e fornito all'utente un aiutonell'installa zione e nell’uso pratico.

Siemens S.p.A.

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Interruttori differenziali Tipo A e Tipo AC

5SM3

Interruttori differenziali Tipo B

5SM3

Interruttori magnetotermici differenziali Tipo B

5SU1

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Interruttori magnetotermici differenziali

5SU1

Blocchi differenziali per interruttorimagnetotermici 5SY e 5SP4.

5SM2

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Indice1. Protezione con dispositivi differenziali 61.1 Protezione da contatto diretto (protezione addizionale)

con I∆n ≤ 30 mA 61.2 Protezione da contatto indiretto (protezione da guasto) 81.3 Protezione antincendio 8

2 Interruttori differenziali e magnetotermici differenziali 92.1 Tipi di dispositivi differenziali 92.1.1 Tipo AC 102.1.2 Tipo A 112.1.3 Tipo B 112.2 Classificazione dei dispositivi differenziali di protezione 11 2.3 Struttura e principio di funzionamento 122.3.1 Interruttori differenziali Tipo A 122.3.2 Interruttori differenziali Tipo B 132.4 Proprietà e campi di impiego 132.4.1 Interruttori differenziali Tipo B 132.4.2 Interruttori magnetotermici differenziali Tipo B 162.4.3 Interruttori magnetotermici differenziali (Tipo AC/Tipo A) 16

• Installazione convenzionale 17• Installazione con interruttori

magnetotermici differenziali 172.4.4 Blocchi differenziali per il montaggio

con interruttori magnetotermici 182.4.5 Interruttori differenziali per ambienti aggressivi,

Tipo 2.4.6 Tipo , con breve ritardo 192.4.7 Tipo , selettivo 202.4.8 Esecuzioni per 50 ... 400 Hz 202.4.9 Esecuzioni per tensione di esercizio 500 V 212.5 Accessori per interruttori differenziali 212.5.1 Comando motorizzato 212.5.2 Contatti ausiliari 22

3 Avvertenze di installazione e di impiego 223.1 Avvertenze generali 223.2 Scelta della protezione differenziale adeguata 233.2.1 Scelta tra Tipo A o Tipo B 233.2.2 Quale obiettivo di protezione si deve raggiungere? 23

• Corrente differenziale nominale I∆n ≤ 30 mA 23• Corrente differenziale nominale I∆n > 30 mA 23• Corrente differenziale nominale I∆n ≤ 300 mA 23

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S

K

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3.2.3 Quali sono le influenze dei disturbi ecome vengono controllate? 24

3.2.3.1 Correnti di dispersione 24• Correnti statiche di dispersione 24• Correnti di dispersione dinamiche 24

3.2.3.2 Correnti di carico elevate 253.2.3.3 Sovratensioni e carico della corrente impulsiva 253.3 Particolarità nell’impiego dei dispositivi differenziali di

Tipo B 273.3.1 Casi applicativi 273.3.2 Correnti di dispersione su diversi punti di guasto

sull’esempio di un convertitore di frequenza o inverter 27• Punti di guasto nel Campo 1

(prima del convertitore di frequenza o inverter) 28• Punti di guasto nel Campo 2

(all’interno del convertitore di frequenza o inverter) 28• Punti di guasto nel Campo 3

(dopo il convertitore di frequenza o inverter) 29• Componenti di frequenza nella corrente

di dispersione di un convertitore di frequenza o inverter 303.3.3 Progettazione 313.3.4 Cause delle correnti di dispersione eccessive

e possibili rimedi. 323.4 Potere di interruzione nominale e corrente

di cortocircuito nominale condizionata 343.5 Scelta della corrente nominale 353.6 Ricerca dei guasti 373.7 Misura delle correnti di dispersione 383.8 Interruttori differenziali

quadripolari in una rete tripolare 38

4 Panoramica 39

Appendice 40

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1. Protezione con dispositivi differenziali Nella messa in atto di misure di protezione con un dispositivo differenziale, il presupposto fondamentale è che sia stato posato ilcorrispondente conduttore di terra collegato alle parti di impiantoe ai mezzi operativi da proteggere. Un flusso di corrente tramiteuna persona può allora verificarsi solo in caso di comparsa di dueguasti (oltre ad un guasto di isolamento anche l'interruzione delconduttore PE) oppure in caso di contatto involontario con partiattive.

1.1 Protezione da contatto diretto(protezione addizionale) con I∆n ≤ 30 mA

Per contatto diretto si intende il contatto di una persona con unaparte attiva che durante il funzionamento si trova sotto tensione.Mentre la persona è in contatto con parti attive, 2 resistenze inserie determinano il livello della corrente che fluisce – la resistenzainterna della persona Rm e la resistenza del punto di passaggio Rst(Figura 1).

Figura 1: Esempi di un contatto diretto involontario

Nelle considerazioni sugli incidenti si deve ipotizzare il casopeggiore, con una resistenza del punto di passaggio vicina allo zero.

La resistenza del corpo dipende dal percorso della corrente e dallaresistenza di contatto della pelle. Da alcune misurazioni risulta unvalore di resistenza di circa 1000 Ω per il percorso di correntemano/mano oppure mano/piede.

Con questi presupposti con una tensione di contatto di 230 V siottiene una corrente pericolosa attraverso il corpo di 230 mA. LaFigura 2 mostra le curve dell'intensità di corrente/durata delcontatto in riferimento alle reazioni fisiologiche del corpo umano.Pericolose sono le intensità di corrente e la durata del contatto chesi trovano nel Campo 4. Qui, la fibrillazione cardiaca può causare lamorte della persona interessata.

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Isolamentodifettoso

Interruzione diPE e guastoall’isolamentonell’apparecchio

Scambio diconduttori

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Sono registrati anche i campi di sgancio dei dispositivi differenzialinon ritardati con correnti differenziali nominali di 10 mA e 30 mA.Sono poi registrati i valori nella pratica dei tempi di sgancio concorrente di guasto nominale quintupla e non i valori massimiammessi secondo VDE 0664 Parte 10. Come si può rilevare dallecurve di sgancio, i dispositivi differenziali non limitano il valore dellacorrente di guasto, bensì ottengono l'effetto di protezione con unarapida disinserzione e quindi con una durata limitata della correntedi contatto.

Campo Normalmente nonsi rileva alcun effetto.

Campo Normalmente non com -paiono effetti dannosi dalpunto di vista medico econtrazioni muscolari.

Campo Possono comparire con tra -zioni muscolari. Normal -mente non sussiste pericolodi fibrillazione cardiaca.

Campo Può comparire lafibrillazione cardiaca.

Figura 2: Zone di intensità di corrente secondo CEI EN 60 479

Gli interruttori differenziali con una corrente differenziale I∆n ≤ 30 mA offrono così una protezione addizionale contro loshock elettrico (vedi Figura 1):

– in caso di contatto diretto ed involontario di parti che durantel'esercizio sono sotto tensione (ad es.: guasti all'isolamento di base,funzionamento non conforme alle norme, inefficacia dellaprotezione di base)

– in caso di leggerezza dell'utente (ad es. utilizzo di apparecchi guasti,riparazioni inappropriate su impianti e mezzi operativi),

– nel contatto errato di parti sotto tensione (ad es. fallimento dellaprotezione dal guasto in caso di interruzione del conduttore diprotezione)

La protezione addizionale mediante interruttori differenziali con unacorrente differenziale nominale I∆n ≤ 30 mA viene richiesta oppureesplicitamente raccomandata dalle norme.

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Gli interruttori differenziali con una corrente differenziale nominaleI∆n ≤ 10 mA si trovano con la loro caratteristica di sgancio, perl'intero andamento, nel campo 2 sotto il limite di rilasciomuscolare.Normalmente non si verificano effetti dannosi dal punto di vistamedico né contrazioni muscolari (vedi Figura 2). Essi sono quindiparticolarmente adatti per aree sensibili, come le stanze da bagno.

1.2 Protezione da contatto indiretto (protezione da guasto) Per contatto indiretto si intende il contatto di una persona conuna parte elettrica conduttrice che durante l'esercizio non è sottotensione. In questi casi si richiede la disinserzione automaticadell'alimentazione se, a causa dell’intensità e della durata dellatensione di contatto che si presenta, può nascere un rischio. Perquesto sono adatti anche gli interruttori differenziali con correntedifferenziale nominale superiore ai 30 mA. Per ottenere l'effetto diprotezione, occorre rispettare le condizioni di disinserzione. Perquesto la tensione di contatto pericolosa, tenendo conto dellaresistenza di messa terra e corrente differenziale nominale, nondeve permanere per un tempo non ammissibile.

1.3 Protezione antincendioLa HD 384.4.482 S1 (IEC 60364-4-482) per "stabilimenti a rischiod'incendio" richiede misure per la prevenzione degli incendi chepossono nascere da guasti nell'isolamento. Quindi si devonoproteggere i cavi e i con duttori nei sistemi TN e TT con dispositividifferenziali con corrente differenziale nominale I∆n ≤ 300 mA. Esclusida questo sono i con duttori mineralizzati ed i sistemi di sbarrecollettrici.

Nelle applicazioni in cui guasti legati alla resistenza possono provocareun incendio (ad es. nel riscaldamento di soffitti con elementi riscal -danti piatti), la corrente differenziale nominale deve essereI∆n = 30 mA.

La protezione addizionale dagli incendi tramite dispositivi differenzialinon dovrebbe però essere impiegata limitatamente agli stabilimenti arischio d'incendio, ma dovrebbe essere utilizzata di principio.

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2 Interruttori differenziali e magnetotermici differenziali

2.1 Tipi di dispositivi differenziali

Gli interruttori differenziali si differenziano per la loro attitudine alrilevamento di diverse forme di corrente differenziale (Figura 3).

Figura 3: Campi di intervento per interruttori differenziali Tipo AC, A e B

In funzione del collegamento elettronico nel circuito possonocomparire diverse forme di corrente differenziale. Poiché i gliinterruttori differenziali si differenziano nella loro attitudine arilevare forme di correnti di guasto diverse, nella loro scelta occorretener conto del corrispondente circuito di ingresso dell'utilizzatore.

La Tabella 1 mostra i circuiti elettronici e le loro correnti di caricoe di guasto possibili con i tipi adatti di dispositivi di protezionedifferenziale.

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Formadellacorrentedifferenziale

Tipo di interruttore differenziale Valori limite dellacorrente di intervento

Angolo di taglio

Angolo di taglio

x

x

x

x

x

x

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Tabella 1: Possibili forme di corrente di guasto e dispositivi di protezionedifferenziali adatti

2.1.1 Tipo AC Gli interruttori differenziali di Tipo AC sono adatti solo per ilrilevamento di correnti di guasto alternate di forma sinusoidale(vedi Tabella 1: Nr. 1, 2 e 3).

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Tipo di interruttoredifferenziale

Circuito elettronico Corrente di carico Corrente di guastoNr.

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2.1.2 Tipo A Gli interruttori differenziali di Tipo A, oltre alle correnti di guastoalternate di forma sinusoidale, rilevano anche correnti di guastoalternate e pulsanti sinusoidali.

Questo interruttore differenziale, essendo sensibile anche allecorrenti pulsanti, permette di controllare eventuali correnti diguasto che potrebbero generarsi con l'impiego di utilizzatori aventidispositivi elettronici (es.: reattori per lampade fluorescenti,lavatrici, ecc.).Per l'utilizzo di questo Tipo di interruttori vedere la Tabella 1 (Nr. 1, 2, 3, 4, 5 e 6).

2.1.3 Tipo B Gli interruttori differenziali di Tipo B, oltre al rilevamento delleforme di corrente di guasto del Tipo A, sono utilizzati anche per ilrilevamento di correnti di guasto di tipo continuo. Un interruttoredifferenziale di questo tipo è adatto per l'impiego in sistemi trifasea 50/60 Hz (vedi Tabella 1: Nr. 7, 8, 9 e 10).

2.2 Classificazione dei dispositivi differenziali di protezione I dispositivi differenziali di protezione sono classificati secondodiverse esecuzioni.

– Differenziale: è il termine utilizzato per identificare tutti idispositivi predisposti al rilevamento delle correnti di dispersionecon funzione di protezione contro eventuali contatti indiretti.

– Interruttore differenziale: è un apparecchio in grado di rilevareeventuali correnti di dispersione e proteggere da eventualicontatti indiretti; senza alcuna protezione contro le sovracorrenti.

– Interruttore magnetotermico differenziale: è un apparecchio ingrado di rilevare eventuali correnti di dispersione, proteggere daeventuali contatti indiretti, garantendo anche protezione contro lesovracorrenti e i cortocircuiti.Di questa categoria fanno parte anche i blocchi differenziali che,quando assemblati con un interruttore magnetotermico, offrono lestesse funzioni di protezione garantite da un interruttoremagnetotermico differenziale.

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2.3 Struttura e principio di funzionamento

2.3.1 Interruttori differenziali Tipo A Gli interruttori differenziali di Tipo A sono costituiti essenzialmentedai seguenti elementi:

– trasformatore toroidale o toroide– relè di sgancio– meccanismo di apertura

Nota: Fino all'esecuzione del circuito di sgancio, la forma costruttiva degliinterruttori differenziali del Tipo AC è identica a quella del Tipo A.

Il trasformatore toroidale verifica che la somma vettoriale di tutte lecorrenti che lo attraversano sia uguale a 0.

E' provvisto di un avvolgimento secondario nel quale, in presenza diuna corrente di dispersione verso terra, si induce una tensione cheinvia un segnale di disinserimento al relè di sgancio (Figura 5).

Figura 4: Schema di principio di un interruttore differenziale

Il funzionamento di un interruttore differenziale è indipendentedalla tensione di rete.

Il funzionamento del dispositivo di protezione differenziale può essereverificato tramite il tasto di prova presente in ogni apparecchio.Premendo il tasto di prova viene creata una corrente di guastoartificiale, in corrispondenza della quale il dispositivo di protezionedifferenziale deve sganciare. Per assicurarsi che la protezione

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Meccanismo di apertura

Relè di sgancio

Sganciatorea magnetedi blocco

Trasformatoreamperometricosommatore

Resistenzadi prova

Tasto diprova

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differenziale sia garantita, durante la messa in servizio dell'impianto ead intervalli regolari, almeno ogni sei mesi (ad es. nellacommutazione dall'ora legale all'ora solare), si deve verificare ilfunzionamento dell'interruttore differenziale tramite il tasto di prova.

2.3.2 Interruttori differenziali Tipo B Questo differenziale, come per il Tipo A, ha un funzionamentoindipendente dalla tensione di rete.La funzione di protezione è garantita a partire da una tensioneminima di 50 V. L'intervento del dispositivo e la conseguenteprotezione dell' impianto, sono garantiti anche nel caso sia rimastosotto tensione un solo cavo (Figura 5).

A Relè di sgancioM Meccanica del dipsositivo di

protezioneE Elettronica per intervento con

correnti differenziali di tipocontinuo unidirezionali

T Tasto di provan Avvolgimento secondarioW1 Toroide per il rilevamento delle

correnti di guasto alternate epulsanti unidirezionali

W2 Toroide per il rilevamento correnti di guasto di tipo continuo

2.4 Proprietà e campi di impiego

2.4.1 Interruttore differenziali Tipo B

Correnti di dispersione di tipo continuo, non vengono rilevate daidifferenziali di Tipo A, adatti invece per correnti di guasto alternatesinusoidali e correnti di guasto continue pulsanti. Correnti diguasto di tipo continuo, possono causare la saturazione del nucleo,inibendo la funzione di rilev amento delle correnti di dispersione deldifferenziale di Tipo A con conseguente inefficacia del dispositivostesso anche verso correnti di guasto in corrente alternata.

Per questa ragione, Siemens per prima nel 1994, ha progettato erealizzato il differenziale di Tipo B per correnti di guasto di tipocontinuo.

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Figura 5: Schema di principiodell'interruttore differenziale di tipo B.

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Da allora le richieste tecniche e le applicazioni, dove viene richiestauna protezione di questo tipo, si sono moltiplicate.

In caso di mezzi operativi elettronici, come ad es. sul lato di uscitadi un convertitore di frequenza o inverter (vedi anche la sezione3.3.2), oltre alle forme di corrente di guasto descritte, compaionoanche correnti di guasto alternate con diverse frequenze. Perquesto genere di impiego, gli interruttori differenziali di Tipo Anon sono adatti.

Le caratteristiche di sgancio dell'interruttore differenziale di Tipo B,con corrente differenziale nominale di 30 mA e 300 mA, sonorappresentate nella Figura 6.Il valore di sgancio dell’interruttore differenziale si trova sempreall'interno del valore limite per cui è costruito e nel caso dellacorrente differenziale nominale di 30 mA, si trova notevolmentesotto la curva limite di pericolo di fibrillazione cardiaca (secondoIEC 60479-2).

Figura 6: Correnti di sgancio in funzione della frequenza

Per soddisfare le condizioni di disinserzione per la protezione incaso di contatto indiretto (protezione da guasto) con l'interruttoredifferenziale di Tipo B, occorre tener conto del suo comportamentodi sgancio con le diverse frequenze e gli spettri di frequenza checompaiono nel caso applicativo sul punto di guasto.

Nell'ipotesi di condizioni sfavorevoli (elevata frequenza di clock diun convertitore di frequenza o inverter, vedi anche la sezione 3.3.2)

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si racco mandano le seguenti resistenze verso terra massimeammissibili:

Tabella 2 : Resistenze di terra massime raccomandate per l'interruttore

differenziale di Tipo B

Per la protezione da incendi derivanti da un’accensione elettrica, indeterminate applicazioni, viene richiesto l'impiego di interruttoridifferenziali con corrente differenziale nominale di 300 mA.Questo deriva dall'ipotesi che per il sorgere di un incendio sianosufficienti ca. 60 ... 70 W.

I valori di sgancio degli interruttori differenziali di Tipo B, cresconocon frequenze più elevate. Poiché però nella corrente di dispersione,oltre a componenti ad alta frequenza, sono contenute anchecomponenti a bassa frequenza (vedi la sezione 3.3.2), si puòottenere un contributo efficace per la protezione antincendio incaso di correnti di dispersione verso terra anche con unacaratteristica di sgancio crescente con la frequenza.

L’effetto positivo della corrente di sgancio crescente è una maggioresicurezza di esercizio dell'impianto, poiché correnti di dispersionepresenti durante l'esercizio tramite condensatori possono provocare inpiccola misura sganci intempestivi dell'interruttore differenziale.Il principio di funzionamento dell'interruttore differenziale di Tipo B,fa si che questo apparecchio rappresenti un buon compromesso traprotezione antincendio e sicurezza di esercizio. Poiché durantel'esercizio le correnti di dispersione capacitive presenti vengonosensibilmente ridotte, nel loro influsso sullo sgancio differenziale,crescono le possibilità di impiego.

Nell’inserzione di condensatori collegati verso il conduttore diprotezione PE (ad es. con filtri EMC in collegamento con convertitori

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Corrente differenzialenominale

30 mA300 mA500 mA

Massima resistenza di terra ammessacon tensione di contatto

50 V160 Ω

16 Ω10 Ω

25 V80 Ω

8 Ω5 Ω

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di frequenza o inverter) possono comparire, per breve tempo, elevatecorrenti di dispersione. Per garantire in questi casi un funzionamentoprivo di guasti, occorre scegliere gli interruttori differenziali di Tipo B,nell'esecuzione con breve ritardo alla disinserzione (Tipo ).

2.4.2 Interruttori magnetotermici differenziali Tipo B

Il principio di funzionamento degli interruttori magnetotermicidifferenziali e degli interruttori differenziali di Tipo B è identico, inriferimento alle prescrizioni relative, entrambi lavoranoindipendentemente dalla tensione di rete.In relazione al comportamento, in caso di rilevamento di correnti didispersione, valgono le stesse caratteristiche descritte per gliinterruttori differenziali. Gli interruttori magnetotermici differenzialiconglobano in un unico apparecchio le funzioni di: protezione dellapersona, protezione da sovraccarico e protezione da cortocircuito.I vantaggi dell'utilizzo di un interruttore magnetotermicodifferenziale di Tipo B, al posto di un interruttore differenzialegenerale con a valle diversi interruttori magnetotermici, sono iseguenti (oltre a quelli citati nella Sezione 2.4.3):– in ogni derivazione si può utilizzare la massima corrente di

dispersione (0,3 x I∆n) possibile;– come per la sovracorrente, anche in caso di disinserzione per una

corrente di guasto, viene separata dall'alimentazione solo laderivazione interessata;

– elevata selettività, poiché la parte priva di guasti dell'impiantocontinua ad essere alimentata.

2.4.3 Interruttori magnetotermici differenziali (Tipo AC /Tipo A )

Gli interruttori magnetotermici differenziali consentono la protezionedella persona, la protezione da sovraccarico e la protezione dacortocircuito. L'utente potrà avvalersi della combinazione data dauna elevata sicurezza di funzionamento e selettività dell'impianto.Nelle installazioni moderne viene maggiormente valorizzataun’elevata selettività. Gli interruttori magnetotermici differenzialigrazie alla loro forma costruttiva compatta, che combina leprotezioni magnetotermica e differenziale, garantiscono flessibilità,comfort e un'elevata funzionalità. Un confronto tra una installazioneconvenzionale ed una con interruttori magnetotermici differenzialievidenzia le seguenti differenze.

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Installazione convenzionale

A valle degli interruttori differenziali per ogni fase sono inseriti piùinterruttori magnetotermici. L'interruttore differenziale prende incarico la protezione della persona dai contatti diretti e indiretti.L'interruttore magnetotermico evita guasti sulla linea causati dasovraccarico o cortocircuito.

Lo sgancio dell'interruttore differenziale a causa di un guasto versoterra in uno dei circuiti elettrici a valle fa sì che anche tutti gli altricircuiti elettrici, anche quelli senza guasto, vengano sezionati e messi fuori tensione. Il funzionamento di queste parti di impiantoriprende solo dopo l'eliminazione del guasto. Con questo tipo diinstallazione si deve tener conto dei seguenti punti:– per un corretto dimensionamento dell'impianto, bisogna fare

attenzione a non sovraccaricare l'interruttore differenziale,considerando con attenzione tutti i vari carichi a valle. (vedi lasezione 3.5).

Installazione con interruttori magnetotermici differenzialiGli interruttori magnetotermici differenziali nell'esecuzione 1P+Nconsentono un nuovo modo di eseguire l'installazione. Ognisingolo circuito dispone di un proprio interruttore magne-totermico differenziale, che prende in carico la protezione dellapersona, la protezione da sovraccarico e la protezione dacortocircuito. In caso di guasto viene disinserito solo il circuitoelettrico interessato. L'eventuale interruttore differenzialeselettivo montato a monte garantisce selettività nell'impianto.

Questa installazione offre numerosi vantaggi a chi pianifical'impianto e all'utilizzatore:– Gli interruttori magnetotermici differenziali proteggono se stessi

dal sovraccarico, non risulta perciò possibile un sovraccarico nonvoluto dovuto a correnti di carico elevate.

– Gli interruttori magnetotermici differenziali proteggono se stessidal sovraccarico, non risulta perciò possibile un sovraccaricononvoluto dovuto a correnti di carico elevate.

– In caso di guasto verso terra, sovraccarico o corto circuito, vienedisinserito solo il circuito interessato. Tutti i circuiti senza guasticontinuano a restare sotto tensione. La selettività dell'impianto ècorrispondentemente elevata.

– L'impiego degli interruttori magnetotermici differenziali per ognicircuito elettrico soddisfa la richiesta della norma DIN 18015-2(Impianti elettrici nelle case di abitazione – Parte 2: tipo e

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dimensionamento dell'equipaggiamento minimo). Quindil'abbinamento degli interruttori differenziali ai circuiti elettricideve essere effettuato in modo che la disinserzione di uninterruttore differenziale non provochi il fuori servizio di tutti icircuiti elettrici (sono esclusi gli interruttori differenziali selettivi).

– Con gli interruttori magnetotermici differenziali (1P+N) inoltreviene sezionato il conduttore di neutro. In questo modo tutti ipoli degli utilizzatori monofase vengono separati dalla rete.Questo significa massima sicurezza contro le tensioni di fuga chepossono verificarsi con il circuito aperto.

2.4.4 Blocchi differenziali per il montaggio con interruttorimagnetotermici

I blocchi differenziali possono essere assemblati agli interruttorimagnetotermici e presentano poi la stessa funzionalità degliinterruttori magnetotermici differenziali prodotti in fabbrica.Grazie alla vasta gamma di versioni di blocchi differenziali einterruttori magnetotermici, possono essere create un grannumero di combinazioni. Questo offre importanti vantaggi:– elevata flessibilità nell'applicazione– combinazione da parte del cliente delle proprietà degli

apparecchi costituiti da blocco differenziale (correntedifferenziale nominale, tipo, esecuzione, ecc.) ed esecuzionemagnetotermica (corrente nominale, caratteristiche, potere diinterruzione, ecc.)

– la combinazione di apparecchi garantisce una protezionecompleta.

2.4.5 Interruttori differenziali per ambienti aggressivi, Tipo

Nell'impiego di interruttori differenziali in condizioni ambientalidifficili, con alta concentrazione nell'aria di gas corrosivi, come adesempio:

– piscine coperte (gas di cloro; ozono),– ambienti rurali (ammoniaca),– ambienti industriali (biossido di zolfo)

gli interruttori differenziali vengono chiaramente moltosollecitati.Su tutte le parti metalliche e quindi anche sulle superfici metallichedel relè di sgancio questi gas insieme con l'umidità dell'ariaagiscono in modo corrosivo.

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Negli interruttori differenziali per ambienti aggressivi, che sonocontrassegnati con il simbolo è presente, per tale tipo diproblematica, un dispositivo brevettato che evita la formazionedella condensa, allungando notevolmente la vita dei differenziali.Questo dispositivo provoca il riscaldamento diretto del relè disgancio in modo da ottenere, con una potenza minima, unatemperatura leggermente aumentata sulle parti metalliche. Inquesto modo viene evitata la condensazione dell'aria umida in cuisi sono accumulati gas dannosi, e così non possono sorgere irelativi effetti corrosivi. Ciò comporta una maggiore durata degliapparecchi.Per il riscaldamento è necessaria una tensione di alimentazione.Per garantire l'attivazione del riscaldamento, anche nel caso incui l' interruttore differenziale dovesse rimanere per diverso tempodisinserito, bisogna prestare attenzione al lato di alimentazione.Per attivare il riscaldamento bisogna alimentare il differenziale dalbasso.La funzione di protezione dell'interruttore differenziale poi, comeprevisto dalla norma di prodotto, è assolutamente indipendentedalla tensione di rete.

2.4.6 Tipo , con breve ritardoNell'ottica delle prescrizioni pertinenti sono solo due le esecuzionidegli apparecchi: non ritardata e selettiva. Perciò le esecuzionirealizzano i tempi di disinserzione massimi ammissibili perapparecchi non ritardati. I dispositivi di protezione differenzialidel Tipo nella loro disinserzione sono leggermente ritardati(ca. 10 ms per correnti di guasto elevate). I tempi di disinserzionedelle esecuzioni sono quindi leggermente più lunghi rispettoagli apparecchi standard: ad es. per correnti di guasto > 5 I¢n:ca. 30 ms invece di ca. 10–15 ms. Essi rispettano quindi i massimitempi di disinserzione ammissibili (40 ms) per le esecuzionistandard (vedi Figura 7). Essi sono contrassegnati con ilsimbolo .

La particolare esecuzione costruttiva del circuito di sgancio, rendemeno sensibile questo differenziale ai disturbi dovuti a correnti didispersione transitorie. Rispetto all'esecuzione standard (1kA), laresistenza alla corrente impulsiva è aumentata a 3kA (forma dellacorrente 8/20 Ìs, vedi la Figura 9). Inoltre questi interruttoridifferenziali sono insensibili a brevi correnti di dispersione adimpulso, come nascono ad esempio all'inserzione di condensatorinegli alimentatori o nei filtri.

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2.4.7 Tipo , selettivoNel collegamento in serie di interruttori differenziali,per ottenere in caso di guasto una disinserzione selettiva, gliapparecchi devono essere selettivi sia nella corrente differenzialenominale I∆n sia nel tempo di sgancio. I diversi tempi di sgancioammessi negli interruttori differenziali standard e selettivi sonoindicati nella Figura 7. In questa figura è presente ancheun’opportuna graduazione delle correnti di guasto nominali.Interruttori differenziali selettivi del Tipo presentano inoltreuna resistenza alla corrente impulsiva molto elevata, pari a 5 kA(forma di corrente 8/20 Ìs). Essi sono contrassegnati con il simbolo .

Figura 7: Tipologie di interruttori differenziali e loro tempi di sgancio

2.4.8 Esecuzioni per 50 ... 400 HzIn conseguenza del loro principio di funzionamento, gli interruttoridifferenziali nella loro esecuzione standard presentano il massimogrado di efficienza nella rete a 50/60 Hz. Anche le prescrizioni degliapparecchi e le condizioni di sgancio si riferiscono a questafrequenza. Con la frequenza in aumento diminuisce normalmentela sensibilità. Per casi applicativi in reti fino a 400 Hz (ad es.industria) per poter realizzare una protezione attiva dalla correntedispersione, occorre utilizzare gli apparecchi adatti.

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Questi tipi di interruttori differenziali soddisfano fino alla frequenzaindicata le condizioni di sgancio ed offrono la corrispondenteprotezione.

2.4.9 Esecuzioni per tensione di esercizio 500 V Le esecuzioni standard degli interruttori differenziali con le lorodistanze di isolamento superficiali ed in aria sono adatte perreti fino a 240/415 V in corrente alternata.Per reti fino a 500 Vsono fornibili opportuni dispositivi di protezione differenziali.

2.5 Accessori per interruttori differenziali

2.5.1 Comando motorizzatoAlcuni campi di applicazione sono rappresentati da industrie congrandi superfici oppure non presidiate permanentemente, come adesempio impianti di trattamento acque o stazioni radio così comeimpianti automatici per la gestione dell'energia e della gestioneaziendale. L'impiego del Comando motorizzato consente all'utente,tramite un pulsante opportunamente collegato a esso, un accessodiretto e immediato all'impianto anche da postazioni remote odifficilmente raggiungibili. In particolare una rapida reinserzione dopoun guasto offre risparmi di tempo e costi. Il modo di funzionamentodel comando motorizzato è selezionabile dal fronte dell'apparecchiotramite un apposito selettore meccanico. Nella posizione "OFF", ilcomando motorizzato è completamente disinserito, non può essereazionato nè manualmente nè elettricamente.

In questa posizione è anche possibile lucchettare il comando. Inposizione "RC OFF", il comando può essere azionato solomanualmente. In posizione "RC ON" è possibile azionare il comandosia manualmente che elettricamente. Nel caso di uno sgancio per

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Figura 8: Comando motorizzato con interruttore differenziale

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guasto, le leve di comando del differenziale e del comandomotorizzato, che sono collegate, assumono la posizione di OFF. Perpoter reinserire il differenziale, bisogna effettuare un reset delcomando motorizzato (comando OFF).

2.5.2 Contatti ausiliariI contatti ausiliari vengono normalmente aggiunti dal clienteall'interruttore differenziale. Servono per segnalare lo stato deicontatti dell'interruttore differenziale. Per questo sono disponibilidiverse esecuzioni.

3 Avvertenze di installazione e di impiego3.1 Avvertenze generali

Gli interruttori differenziali possono essere combinati con tutti glialtri apparecchi di protezione. In un impianto esistente e dotato dialtri dispositivi di protezione, la protezione differenziale può essereutilizzata per l’intero impianto oppure per parte di esso.

Ogni protezione già esistente in un impianto, può essere dotatadella protezione differenziale in modo semplice.

Utilizzando un interruttore differenziale occorre comunquecollegare un adeguato cavo di protezione messo a terra alle partidell'impianto e ai componenti da proteggere. Un flusso di correntepuò quindi attraversare il corpo umano, anche soltanto in presenzadi guasti o in caso di contatto accidentale di parti attive. Perottenere al meglio un’elevata selettività e sicurezza di esercizio,occorre fare attenzione ad una ripartizione ragionata dei carichirispetto agli apparecchi di protezione differenziale a essi dedicati.Per questo è consigliabile prevedere una combinazione diinterruttori differenziali, in modo che l'intervento di un singolodispositivo non metta fuori servizio l'intero impianto.

Per garantire una selettività di intervento, a monte di un normaleinterruttore differenziale, è necessario prevederne uno di tiposelettivo (Tipo ).

Con gli interruttori differenziali di tipo selettivo (Tipo ) occorretener conto dei tempi di disinserzione previsti. Gli interruttoridifferenziali selettivi della Siemens soddisfano i tempi didisinserzione richiesti dalle norme (minori di 400 ms con correntedi guasto nominale nel sistema TN con Un = 230 V).

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Per applicazioni speciali (ad es. circuiti utilizzatori alimentati dainverter) possono essere necessari interruttori differenziali delTipo B sensibili a tutte le correnti.

3.2 Scelta della protezione differenziale adeguataLa scelta di un apparecchio di protezione differenziale deve riferirsisia alle caratteristiche impiantistiche, sia al tipo di applicazione. Diseguito sono indicate le caratteristiche e i parametri che possonodeterminare questa scelta.

3.2.1 Scelta tra Tipo A o Tipo BLa scelta del tipo di interruttore differenziale adatto avvienesecondo la Tabella 1.Nel caso, in reti trifase, di utilizzo di apparecchiature con circuiti iningresso, come quelli rappresentati nella Tabella 1, dal Nr. 7 al Nr.10, diventa necessario l'impiego di interruttori differenziali (Tipo B)sensibili a tutte le correnti.

Nei casi applicativi restanti l'impiego di interruttori differenziali delTipo A (sensibili alla corrente di tipo alternata e pulsante) èsufficiente.

3.2.2 Quale obiettivo di protezione si deve raggiungere?

A seconda del caso applicativo e del campo di impiego si devonorispettare gli obiettivi di protezione previsti: Corrente differenziale nominale I∆n ≤ 30 mA: con questi

interruttori differenziali si garantisce, oltre alla protezione dacontatto indiretto, anche un'elevata protezione in caso dicontatto diretto (protezione diretta di persone) sotto forma diprotezione supplementare, mediante la disinserzione al contattocon le parti attive.

Corrente differenziale nominale I∆n > 30 mA: con queste correntidifferenziali si offre la protezione contro i contatti indiretti.

Corrente differenziale nominale I∆n ≤ 300 mA: con questecorrenti differenziali si offre la protezione contro la formazione di incendi di causa elettrica dovuti a un difetto di isolamento.

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3.2.3 Quali sono le influenze dei disturbi e come vengonocontrollate?

3.2.3.1 Correnti di dispersionePer correnti di dispersione si intendono correnti che scorrono versoterra senza che sussista un guasto all'isolamento. Possonopresentarsi correnti di dispersione statiche o dinamiche che, incaso di superamento del valore di sgancio, causano l'interventodell'interruttore differenziale.Di esse quindi occorre tener conto nella scelta della corrente differenziale nominale I∆n dell'interruttore differenziale e, in caso di necessità, occorre ridurle in modo da raggiungere l'obiettivo diprotezione desiderato.

Correnti statiche di dispersioneLe correnti statiche di dispersione nel funzionamento degliutilizzatori scorrono costantemente verso terra (conduttore PE)senza che esista un guasto di isolamento. Spesso si tratta qui di una quota elevata di correnti di dispersioneche scorre tramite le capacità dei conduttori e dei filtri.Per un funzionamento senza problemi dei dispositivi diprotezione differenziali nell'impiego pratico la corrente didispersione statica dovrebbe essere ≤ 0,3 x I∆n.

Correnti di dispersione dinamicheLe correnti di dispersione dinamiche sono correnti verso terra(conduttore PE) che compaiono brevemente. In particolareall'inserzione di apparecchi con circuiti di filtro, queste correnti didispersione compaiono per pochi s fino a un massimo di alcunims. La durata, oltre che dalla costante di tempo che si ottienedall'impedenza del circuito, dipende in particolaredall'apparecchio di manovra con il quale il filtro viene messosotto tensione. A causa dell'irregolarità di contatto dei singolicontatti di commutazione, in funzione della configurazione delfiltro, compaiono brevemente elevati valori di capacità versoterra (PE) che, dopo la completa inserzione tramite un circuito astella delle capacità, si riducono a piccole capacità residue versoterra (PE). L'intensità di queste correnti di dispersione dinamichepuò valere diversi Ampère e quindi causare lo sgancio anchedegli interruttori differenziali non ritardati con I∆n = 300 mA. Ilvalore di picco della corrente di dispersione dinamica può essererilevato con l'oscilloscopio nel conduttore di terra (PE). Quioccorre fare attenzione alla disposizione isolata dei mezzi

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operativi, così che l'intera corrente di dispersione fluisca diritorno attraverso il percorso di misura. In questi casi applicativi per evitare sganci non desiderati, siraccomanda l'impiego di dispositivi di protezione differenziali(Tipo ) con breve ritardo.

3.2.3.2 Correnti di carico elevateAnche senza correnti di dispersione si può arrivare ad un interventonon desiderato di un interruttore differenziale a causa di correnti dicarico elevate (> 6 volte In). Tramite questi elevati picchi di correntedi carico, a causa del conduttore primario non disposto in modoassolutamente simmetrico e dell’avvolgimento secondario noncompletamente chiuso, si può arrivare sulla periferia deltrasduttore amperometrico differenziale a magnetizzazioni diversenel nucleo a nastro magnetico, che generano un segnale disgancio. Un intervento non desiderato può essere provocato anchedall'induzione sui conduttori diretti al relè di sgancio di un campomagnetico esterno.

Picchi di corrente di carico elevati vengono generati in particolarein caso di avviamento diretto di motori, di lampade, avvolgimentidi riscaldamento, carichi capacitivi (capacità tra L e N),funzionamento di apparecchi medicali come la TAC, gli impianti araggi X, ecc.

Secondo la norma di prodotto, gli interruttori differenziali sonoresistenti ad uno sgancio indesiderato fino a 6 volte la correntenominale.

3.2.3.3 Sovratensioni e carico della corrente impulsivaIn caso di temporali, sovratensioni sotto forma di onde vagantipossono penetrare, tramite la rete di alimentazione,nell'installazione di un impianto per cui i dispositivi di protezionedifferenziali involontariamente intervengono. Per evitare questedisinserzioni non desiderate, i nostri dispositivi di protezionedifferenziali vengono sottoposti ad una verifica con la forma dicorrente normalizzata 8/20 Ìs (vedi Figura 9). I nostri interruttori differenziali di Tipo A e B offrono in tutte leesecuzioni una resistenza alla corrente impulsiva notevolmentemaggiore. Di conseguenza, in pratica, cala notevolmente lapropensione a sganci inopportuni.

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La resistenza alla corrente impulsiva delle singole serie diapparecchi valgono:

– Tipo AC ≥ 250 A– Tipo A ≥ 1 kA– con breve ritardo (Tipo ) ≥ 3 kA – selettivo (Tipo ) ≥ 5 kA

Con questi valori già nell'esecuzione standard viene fornitaun’elevata sicurezza rispetto a sganci inopportuni e diventa possibilel'impiego delle misure di protezione anche con correnti nominali di30 mA perfino per circuiti utilizzatori particolarmente sensibili (ades. frigoriferi).

Grandezze caratteristiche di

un impulso di corrente secondo

EN 60060-2 (IEC 60060-2)Ts tempo del fronte in sTr tempo di discesa a

metà valore in s01 inizio nominaleIm valore di picco

Figura 9: Forma della corrente impulsiva 8/20 µs

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3.3 Particolarità nell’impiego dei dispositivi di protezionedifferenziali di Tipo B

3.3.1 Casi applicativiEsempi di casi applicativi nei quali possono crearsi anche correnti diguasto continue:– convertitori di frequenza o inverter con collegamento a reti trifasi– apparecchi medicali come apparecchi a raggi X oppure macchine

per TAC– impianti fotovoltaici oppure UPS– comandi di ascensori– termoconvettori– impianti di ricerca in laboratori– macchinari da cantiere– stazioni di carica per carrelli elevatori a batteria– gru di tutti tipi– installazioni miste, se sono collegati i corrispondenti utilizzatori– macchine utensili regolate in velocità come fresatrici, rettificatrici

e torni.

3.3.2 Correnti di dispersione su diversi punti di guastosull’esempio di un convertitore di frequenza o inverter

Il convertitore di frequenza o inverter, può essere usato comeesempio tipico in cui possono crearsi correnti di dispersione conforme diverse in funzione del punto di guasto.(vedi Figura 10).

Figura 10: Circuito con interruttori differenziali di Tipo B e convertitore

di frequenza o inverter

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Punti di guasto nel Campo 1(prima del convertitore di frequenza o inverter)Tra l'interruttore differenziale e il convertitore di frequenza oinverter compaiono correnti di dispersione alternate a frequenza direte (vedi Figura 11). Queste correnti di dispersione a 50 Hz, diforma puramente sinusoidale, sono tenute sotto controllo da tuttigli interruttori differenziali (Tipo AC, A e B). Al raggiungimento delvalore di sgancio dell'interruttore differenziale (tra 0,5 ÷ 1 x I∆n)avviene la disinserzione.

Figura 11: Corrente di dispersione nel punto di guasto 1

Punti di guasto nel Campo 2(all’interno del convertitore di frequenza o inverter)

All'interno del convertitore di frequenza o inverter (traraddrizzatore d'ingresso ed elettronica di uscita, cioè nel circuitointermedio in corrente continua) compaiono correnti di dispersionecontinue pressoché piatte (vedi Figura 12). Con l'impiego uninterruttore differenziale sensibile a tutte le correnti di Tipo B (tra 0,5 ÷ 2 x I∆n) avviene uno sgancio affidabile.

Figura 12: Forma della corrente di dispersione nel punto di guasto 2

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Gli interruttori differenziali del Tipo A in questo caso non possonooffrire alcuna protezione. Non avviene alcuna disinserzione, poichéla corrente di dispersione continua non provoca alcuna variazionenel tempo dell'induzione all'interno del trasformatoredell'interruttore differenziale che funziona secondo il principiodell'induzione. Inoltre una corrente di dispersione di tipo continuoin conseguenza di un guasto presente nell'isolamento provoca unapremagnetizzazione del materiale del trasformatoredell'interruttore differenziale di Tipo A. Questo può persinoprovocare che un interruttore differenziale di Tipo A, in presenza diuna corrente di dispersione che solitamente provocherebbel'intervento del differenziale, non possa più sganciare.In questi casi la funzione di protezione non è più garantita.

Punti di guasto nel Campo 3 (dopo il convertitore di frequenzao inverter)

Dall'uscita del convertitore di frequenza o inverter fino al motorecompaiono correnti di dispersione alternate che si scostano dallafrequenza di rete e dalla forma sinusoidale. Si tratta quindi di unmisto di frequenze con componenti diverse delle singole frequenze(vedi Figura 13).In funzione del tipo di funzionamento del convertitore di frequenzao inverter si può arrivare anche a correnti di guasto di tipo continuo.

Figura 13: Forma della corrente di dispersione nel punto di guasto 3

Gli interruttori differenziali del Tipo A, corrispondentemente allanorma di prodotto, sono adatti solo al rilevamento di correnti didispersione a 50/60 Hz.

Per componenti di frequenza elevate della corrente di dispersione,il valore di sgancio sale in modo indefinito. L'azione di protezione

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desiderata nella maggioranza dei casi non viene più fornita. Per gliinterruttori differenziali del Tipo B sono definite condizioni disgancio per frequenze fino a 2 kHz.

Componenti di frequenza nella corrente di dispersione di unconvertitore di frequenza o inverter

Per poter giudicare l'effetto di protezione dell'interruttore differen -ziale nell'impiego con un convertitore di frequenza o inverter oltreal comportamento di sgancio dell'interruttore differenziale, occorretener conto anche delle componenti di frequenza della corrente didispersione.

Le componenti importanti della frequenza presenti nel punto diguasto 3:

• frequenza di clock del convertitore di frequenza o inverter (alcuni kHz)• frequenza del motore (per lo più 0 ÷ 50 Hz, max. fino a 1 kHz)• 3a armonica di 50 Hz (150 Hz nel collegamento trifase del

convertitore di frequenza o inverter).La Figura 14 mostra ad esempio le componenti delle singolefrequenze che scorrono lungo una resistenza di guasto da 1 kOhmnel campo del punto di guasto 3 (vedi Figura 10).

Con l'aumentare della frequenza del motore diminuisce la componentedella frequenza di clock nella corrente di dispersione complessiva,mentre aumenta la componente della frequenza del motore.

Questo comportamento è rappresentativo per convertitori di frequenzao inverter in diverse esecuzioni.

Figura 14: Componenti di frequenza della corrente di dispersione

nell'esempio di un convertitore di frequenza o inverter30

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3.3.3 ProgettazioneI dispositivi di protezione differenziali di Tipo B devono essereimpiegati se, nel funzionamento di mezzi operativi elettronici, incaso di guasto possono crearsi anche correnti di dispersione di tipocontinuo (Circuiti elettronici dal Nr. 7 al Nr. 10 della Tabella 1).

I dispositivi di protezione differenziali di Tipo A (sensibili alle correntidi dispersione alternate e pulsanti) in questo caso non possonoessere impiegati come misura di protezione, poiché queste possibilicorrenti di tipo continuo possono pregiudicare il loro funzionamentoe lo sgancio, in modo che non siano più in grado di intervenireanche in presenza di correnti di dispersione per i quali essi sonopredisposti.

Per questi motivi, in un impianto con interruttori differenziali di TipoA e B, bisogna assicurarsi che i Tipo B vengano inseriti a monte deiTipo A. (vedi l'esempio di progettazione nella Figura 15).

Figura 15: Esempio di progettazione con interruttori differenziali di Tipo A e B

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Cause delle correnti di dispersione

Capacità del filtro (ingresso) EMC traconduttore di fase e conduttore di terra (PE)

Capacità del cavo

Simmetrie di inserzionee disinserzione

Somma di correnti di dispersione con il collegamento di più utilizzatori (inparticolare convertitore di frequen za oinverter) ad un interruttore differenziale

Frequenza di clock delconvertitore di frequenza o inverter

Rapporti di messa terra

Componente delle armoniche dellatensione di uscita del convertitore difrequenza o inverter

Effetto

Correnti di dispersionedinamiche e staticheelevate

Prevalenza di correnti didispersione statiche

Possibilità di correnti didispersione dinamicheelevate

Correnti di dispersionedinamiche e staticheelevate

Correnti di dispersionestatiche attraverso lacapacità del cavo

Correnti di dispersionestatiche

Correnti di dispersionestatiche attraverso lacapacità del cavo

3.3.4 Cause delle correnti di dispersione eccessive epossibili rimedi.

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Rimedi Impiego di filtri con piccole correnti di dispersione. Chiarimento con il costruttore del convertitore di frequenza o inverter se in

singoli casi è possibile rinunciare parzialmente o totalmente ai filtri di ingressoEMC, per esempio nell'impiego di filtri sinusoidali lato uscita.

Scegliere conduttori con una limitata capacità conduttore-terra. Evitare di impiegare i conduttori schermati, ad es. se i requisiti EMC vengono

soddisfatti anche con conduttori non schermati (con filtri sinusoidali in uscita). Ridurre al minimo le lunghezze dei conduttori (con la lunghezza del conduttore,

corrispondentemente alla quota di capacità per metro, aumenta la capacitàcomplessiva e quindi la corrente di dispersione che scorre verso terra (PE)(corrente di dispersione dei conduttori schermati da ca. 0,2 mA/m a 1 mA/m).

Collegare lo schermo del conduttore secondo le indicazioni del costruttore delconvertitore di frequenza o inverter.

Evitare l'impiego di apparecchi di manovra manuali per le commutazioni diesercizio, in modo che le asimmetrie di inserzione e disinserzione rimanganostrettamente limitate nel tempo.

Impiego di contattori multipolari e apparecchi di manovra con commutatore ascatto.

Suddivisione dei circuiti con l'impiego di più interruttori differenziali. Non mettere in funzione contemporaneamente più convertitori di frequenza o

inverter collegati a un unico interruttore differenziale. Utilizzare un filtro EMC comune per più utilizzatori

(la corrente di dispersione è per lo più inferiore alla somma dei singoli filtri).

Scegliere possibilmente una frequenza di clock superiore ai 4 kHz. Frequenze di clock superiori causano, in effetti, per prima cosa, maggiori correnti di dispersionecapacitive, però diminuisce visibilmente la sensibilità degli interruttori differenzialisensibili a tutte le correnti con frequenze superiori ai 4 kHz. Complessivamentediminuisce l'effetto di corrente di dispersione sullo sgancio dell'interruttoredifferenziale. Fare attenzione alla sintonia con i filtri EMC (evitare la risonanza).

Possibilmente riportare tutte le correnti di dispersione al convertitore di frequenza oinverter tramite il collegamento di terra (PE), affinché le misure di filtraggio agiscanoin modo ottimale e non compaiano correnti di dispersione indefinite.

Filtri sinusoidali sull'uscita del convertitore di frequenza o inverter filtrano lafrequenza di commutazione e le sue armoniche in modo affidabile e creano cosìtensioni e correnti in uscita approssimativamente sinusoidali. Con questo è possibilesoddisfare normalmente le esigenze EMC anche con conduttori non schermati.Questo comporta una notevole riduzione delle correnti di dispersione capacitiveverso il convertitore di frequenza o inverter (ad es. tramite strati di capacità delconduttore). Talvolta si può persino fare a meno del filtro di rete sull'ingresso, cosache determina una ulteriore riduzione delle correnti di dispersione statiche edinamiche. In alternativa ai filtri sinusoidali si può, con un effetto più limitato,impiegare bobine di reattanza di uscita, filtri du/dt oppure filtri nanoperm.

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3.4 Potere di interruzione nominale e corrente dicortocircuito nominale condizionata

In particolare nel sistema TN le correnti di dispersione possonoraggiun gere valori di centinaia di Ampère. Questo è il caso di guastiall'isolamento in un apparecchio ben collegato a terra (ad es. in unserbatoio dell'acqua calda) con una corrispondente resistenzalimitata. In questi casi è inoltre possibile che, a causa dell'arcovoltaico, un guasto a terra causi contemporaneamente un corto -circuito.In entrambi i casi circola una corrente di cortocircuito attraversoil dispositivo di protezione differenziale, i cui contatti si aprono.I contatti devono sopportare questa sollecitazione. Questo richiedeun potere di interruzione nominale corrispondentemente alto.

Con l'impiego del conduttore di neutro come conduttore diprotezione, in caso di guasto, le correnti di dispersione da corto -circuito in un sistema T richiedono che i dispositivi differenziali incollegamento con un fusibile di back-up siano adatti ad unacorrispondente corrente di cortocircuito nominale. La corrente dicortocircuito nominale della combinazione tra fusibile einterruttore differenziale è rilevabile dal valore di potere diinterruzione del fusibile.

Normalmente gli interruttori differenziali Siemens con il corri -spondente fusibile di back-up hanno una corrente di cortocircuitonominale condizionata di 10 kA. Il valore di cortocircuito delfusibile fa riferimento alla clesse di impiego gL/gG.Nell'impiego di interruttori magnetotermici o interruttori automa -tici, a causa degli elevati valori di transito fino alla disinserzione delcircuito risultano talvolta valori nominali chiaramente più bassi.Non è possibile fornire una indicazione diretta per la correntenominale ammissibile degli interruttori magnetotermici oautomatici a causa delle diverse esecuzioni e delle caratteristiche diintervento (A, B, C, D) molto diverse tra loro.Si evita un sovraccarico dell'interruttore differenziale se nonvengono superati i seguenti valori (le indicazioni valgono per laserie costruttiva 5SM3 fino a 80 A):valore di disinserzione I2t: 70.000 A2svalore di picco della corrente: 7.500

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Il potere di interruzione nominale Im degli apparecchi in corrispon -denza alle prescrizioni valide per gli apparecchi (CEI EN 61 008-1/IEC 61008-1) ammonta prevalentemente a 800 A e quindi perapparecchi con corrente nominale fino a 63 A si trova chiaramentesopra la richiesta minima di 500 A oppure 630 A (vedi Tabella 3).

Tabella 3: Potere di interruzione nominale max. e fusibili di back-up di

cortocircuito ammissibili

3.5 Scelta della corrente nominale La protezione da sovraccarico termico di un interruttoredifferenziale deve essere realizzata tramite una pianificazionescrupolosa dei circuiti utilizzatori a valle dell'interruttoredifferenziale. Perciò occorre garantire che

– la corrente nominale del fusibile a monte non sia maggiore dellacorrente nominale dell'interruttore differenziale; oppure...

– la somma delle correnti nominali dei dispositivi di protezione dasovracorrente, inseriti a valle dell'interruttore differenziale,raggiunga max. l'intensità della corrente nominaledell'interruttore differenziale; oppure...

– con la presa in esame dei fattori di carico nominali (fattori dicontemporaneità), per i circuiti collegati, sia garantito che nonvenga superata per lungo tempo la corrente nominaledell'interruttore differenziale.

Corrente nominale del Potere di interruzione Max. fusibile di back-updispositivo di prote- nominale Im secondo di cortocircuito zione differenziale CEI EN 61 008 ammissibile

(VDE 0664) con NH, DIAZED, NEOZEDperiodo reticolo di35 mm Classe di impiego gL/gG

per dispositivo di

Tipo AC protezione differenziale

Tipo A 125 V c.a. fino 500 V c.a.

Tipo B a 400 V c.a.

A A A A

16-40 500 63 –63 800 100 –80 800 100 –25 800 100 6340 800 100 6363 800 100 6380 800 100 –

125 1250 125 –

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Le tabelle 4 e 5 forniscono i fattori di calcolo della corrente nominale.

Tabella 5: Fattori di calcolo della corrente nominale in funzione del numero dicircuiti principali

La seguente Tabella 6 fornisce le raccomandazioni per l’abbina -mento del dispositivo di protezione da sovracorrente con uninterruttore differenziale avente per riferimento un fattore di cariconominale = 1

Tabella 6: Abbinamento del dispositivo di protezione da sovracorrente con un

interruttore differenziale

Gruppi di Palazzi di Ospedali Grandi

utilizzatori uffici magazzini

Illuminazione 0,85 … 0,95 0,7 … 0,9 0,85 … 0,95

Impianto di 1 0,9 … 1 0,9 … 1

condizionamento

Cucine 0,5 … 0,85 0,6 … 0,8 0,6 … 0,8

Ascensori/scale mobili 0,7… 1 0,5 … 1 0,7 … 1

Prese 0,1 … 0,15 0,1 … 0,2 0,2

Numero dei circuiti principali Fattore di carico

2 e 3 0,94 e 5 0,86 e 7 0,7

10 e piú 0,6

Tabella 4: Fattori di calcolo della corrente nominale in funzione dei diversigruppi di utilizzatori

Corrente nominale del Interruttore magneto- Min. sezione di dispositivo di protezione termico con una sezione collegamento fusibiledifferenziale 5SM3... a minima di collegamento NH, NEOZED, DIAZED2 e 4 poli

In A In AIn (A) (A) (mm2) (A) (mm2)

16 (5SM3..) 16 2,5 16 2,5 25 (5SM3..) 25 4,0 25 4,040 (5SM3..) 40 10,0 40 10,063 (5SM3..) 63 16,0 63 25,080 (5SM3..) 80 25,0 63 16,0

125 (5SM3..) 100 50,0 100 50,0

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Nell'utilizzo di questa tabella occorre fondamentalmente tenerconto che:– La corrente nominale dell'interruttore differenziale vale come

corrente permanente di esercizio massima ammissibile e che lasua durata non deve essere superata.

– Gli organi di protezione indicati per la protezione da sovraccaricotermico devono solo servire, in condizioni di impianto nonpreviste e non ammissibili, a proteggere da danni il dispositivo diprotezione differenziale.Gli apparecchi sono dimensionati per correnti di carico superioridi breve durata.

– Con il valore del fusibile di back-up (da 63 A fino a 125 A)indicato nella targhetta identificativa viene garantitaesclusivamente la protezione da cortocircuito dell'interruttoredifferenziale (vedi la sezione 3.4).

Nell'impiego di interruttori magnetotermici differenziali vengono amancare queste considerazioni relativamente al carico termico. Laparte magnetotermica con il suo sganciatore termico garantisce laprotezione da sovraccarico.

3.6 Ricerca dei guastiSe un dispositivo di protezione differenziale interviene, è possibileprovvedere alla ricerca dei guasti utilizzando, come riferimento, ildiagramma seguente (Figura 16).

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Figura 19: Diagramma per la ricerca dei guasti

3.7 Misura delle correnti di dispersioneScatti indesiderati del dispositivo differenziale possono avvenirecome conseguenza di una errata progettazione dell'impianto, conper esempio un grande numero di utilizzatori elettrici (crescenticorrenti di dispersione in esercizio) o utilizzatori con elevatecorrenti di dispersione.

Un'indicazione per prevenire scatti indesiderati dei dispositividi protezione differenziali, è quella di avere una corrente didispersione nell'impianto, in assenza di guasti, inferiore a un0,33-esimo della corrente differenziale.

3.8 Interruttori differenziali quadripolari in una rete tripolareGli interruttori differenziali in esecuzione quadripolare (3P+N)possono essere utilizzati anche come tripolari. Il collegamento delle3 fasi, in una rete tripolare, deve essere eseguito collegandosi aimorsetti 1, 3 e 5 in ingresso e 2, 4 e 6 in uscita. Questocollegamento non pregiudica il funzionamento dell'apparecchio. Pergarantire il funzionamento del tasto di prova, occorre realizzare unponticello tra i morsetti 1 e N, come indicato nello schema riportatodi seguito.

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4 PanoramicaIn virtù del loro elevato livello di protezione, i dispositivi di prote -zione differenziali vengono sempre più richiesti negli impianti.

L'ampio impiego di dispositivi di protezione differenziali perla protezione degli utilizzatori più diversi richiede prestazionisempre maggiori al funzionamento degli apparecchi. L'impiego didispositivi di protezione differenziali sensibili a tutte le correnti (Tipo B), di quelli con breve ritardo (Tipo ) e di quelli perambienti aggressivi (Tipo ) offre esempi di diverse tipologie diinterruttori, che soddisfano esigenze diverse, destinate a crescerenel tempo.

In alcuni casi è previsto l'utilizzo di interruttori magnetotermicidifferenziali, realizzati sia in esecuzione compatta, sia dall'assemblaggiotra blocco differenziale e interruttore magnetotermico.

Nell'ottica di un’installazione elettrica moderna, l'utilizzo diinterruttori magnetotermici differenziali in qualsiasi tipo di circuito,garantisce la protezione combinata, sia magnetica, sia termica e siadifferenziale, a tutela dell'impianto elettrico e dell'incolumità dellepersone utilizzatrici.

i

K

1 3 5 N

6 N2 4

L1 L2 L3 N

Sistema 3P+N Sistema 3P

1 3 5 N

6 N2 4

L1 L2 L3

I2_0

7557

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Appendice

A.1 Concetti e definizioni Conduttori di fase (Simbolo L1, L2, L3),

Conduttori che collegano la fonte di energia elettrica congli utilizzatori, ma che non partono dal punto centraleoppure dal centro stella.

Conduttore di neutro (Simbolo N)Conduttore collegato con il punto centrale oppure centrostella e adatto a contribuire al trasferimento dell'energiaelettrica.

Conduttore di terra (Simbolo PE)Conduttore necessario per alcune misure di protezionecontro correnti pericolose per il corpo umano, per stabilireun collegamento elettrico ad una delle seguenti parti:

corpi dei mezzi operativi elettrici parti conduttrici esterne morsetto principale di messa a terra dispersore di terra punto messo a terra della fonte di energia elettrica

oppure centro stella artificiale

Conduttore PEN Conduttore messo a terra che contemporaneamentesvolge le funzioni del conduttore di protezione e delconduttore di neutro.

Tensione nominale (di un impianto)Tensione tramite la quale si contraddistingue un impiantooppure una parte di impianto.

Tensione di contattoTensione che può sorgere tra due parti che possono esseretoccate contemporaneamente durante un guastodell'isolamento.

Parte attivaConduttore o parte conduttrice che, nel funzionamentosenza anomalie, è destinato ad essere sotto tensione,compreso il conduttore di neutro, ma convenzionalmentenon il conduttore PEN.

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Corpo di un mezzo elettrico operativoParte conduttrice di un mezzo elettrico operativo che puòessere toccata; normalmente non si trova sotto tensione,ma in caso di guasto può essere sotto tensione.

Shock elettricoEffetto patofisiologico che viene causato da una correnteelettrica che attraversa il corpo di una persona o di unanimale.

Protezione addizionaleMisura aggiuntiva per la limitazione di pericoli per personee animali; pericoli che possono crearsi in caso di inefficaciadelle protezioni.

Protezione di baseProtezione contro lo shock elettrico in assenza di guasti.La protezione di base corrisponde in generale allaprotezione contro il contatto diretto.

Protezione dai guastiProtezione contro lo shock elettrico nelle condizioni di unguasto singolo (ad es. isolamento di base danneggiato) La protezione dai guasti corrisponde in generale allaprotezione contro il contatto indiretto.

Contatto direttoContatto di parti attive da parte di persone o animali(animali domestici).

Contatto indirettoContatto con corpi di mezzi elettrici operativi che inconseguenza di un guasto sono sotto tensione, da parte dipersone o animali (animali domestici).

Corrente pericolosa attraverso il corpo Corrente che attraversa il corpo di una persona oppure diun animale e che presenta caratteristiche chenormalmente generano un effetto pato-fisiologico(dannoso).

Corrente di dispersione (di un impianto)Corrente che scorre in un circuito senza guasti verso terraoppure verso una parte conduttrice esterna.

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Corrente differenziale Somma dei valori istantanei delle correnti che in un puntodi un impianto elettrico scorrono attraverso tutte le particonduttrici di un circuito.

Corrente di esercizioCorrente che deve scorrere nel circuito con ilfunzionamento senza anomalie.

TerraTerreno conduttore il cui potenziale elettrico convenzional -mente può essere posto uguale a zero in ogni punto.

Dispersore di terraParte conduttrice oppure diverse parti conduttrici chehanno un buon contatto con la terra e che formano conquesta un collegamento elettrico.

Resistenza complessiva di messa a terraResistenza tra il morsetto principale / la barra di messa aterra e la terra.

A.2 Sistemi di rete e dispositivi di protezioneI sistemi di rete sono contraddistinti da abbreviazioni, dove le singole lettere hanno il seguente significato: 1a. lettera = Rapporti di messa terra della fonte di

energia elettricaT Messa a terra diretta di un punto.I Isolamento di tutte le parti attive dalla terra oppure di

un collegamento di un punto con la terra tramite un'impedenza.

2a. lettera = Rapporti di messa a terra dei corpi degliimpianti elettriciT Corpo messo a terra direttamente, indipendentemente

dalla messa a terra esistente. N Corpo collegato direttamente con il dispersore di terra

di esercizio (nelle reti a corrente alternata il punto dimessa a terra è in generale il centro stella).

Ulteriori lettere = Disposizione del conduttore neutroe del conduttore di protezione nel sistema TNS Funzione di conduttore di neutro e conduttore di

protezione tramite conduttore separato.C Funzione di protezione del conduttore di neutro e del

conduttore di protezione combinata in un unicoconduttore (conduttore PEN).

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A.2.1 Sistema TNTutti i corpi dell'impianto devono essere collegati tramite ilconduttore di protezione con il punto di messa a terra dellarete di alimentazione, che deve essere messa a terra sulrispet tivo trasformatore o generatore oppure nelle sue vici -nanze. Le figure A1, A2, A3 mostrano le diverse esecuzionidel sistema TN.

Figura A1: Sistema TN-S

Figura A2: Sistema TN-C-S

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Figura A3: Sistema TN-C

Misure di protezione ammissibili nei sistemi TN:– dispositivi di protezione da sovracorrente– dispositivi di protezione differenziali

(non però nel sistema TN-C)

Deve essere soddisfatta la seguente condizione::Zs * Ia ≤ U0

Zs Impedenza dell'anello di guastoIa Corrente che causa la disinserzione automatica del disposi -

tivo di protezione. Con i dispositivi di protezione differenzialicorrisponde Ia alla corrente di guasto nominale I∆n.

U0 Tensione alternata nominale verso terra

Con U0 = 230 V si devono rispettare i seguenti tempi didisinserzione:0,4 s – per circuiti terminali che, tramite

prese o collegamento fisso, alimen -tano apparecchi portatili della classedi protezione I oppure mezzi operativimobili della classe di protezione I

≤ 5 s – per circuiti di distribuzione> 0,4 s e ≤ 5s – per circuiti terminali di mezzi

operativi fissi, se sono soddisfatte lecondizioni addizionali

Nell'impiego di dispositivi di protezione da sovracorrente sideve verificare il tempo di disinserzione richiesto tenendoconto della corrente di disinserzione, per esempio sulla basedi curve caratteristiche di disinserzione. Per questo è

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necessario rilevare la corrente di disinserzione con il calcolooppure la misura. Questo nella pratica non è semprerealizzabile in modo semplice. Anche la determinazionedell'impedenza dell'anello di guasto, nella pratica puòpresentare dei problemi (per esempio dopo i convertitori difrequenza o inverter). Poiché i dispositivi di protezionedifferenziali devono sempre intervenire dopo max. 0,3 s, nelcaso del loro impiego nel sistema TN non è un problemarispettare le condizioni di disinserzione.

A.2.2 Sistema TTTutti i corpi che sono protetti tramite lo stesso dispositivo di protezione, devono essere collegati tramite il conduttoredi protezione ad un dispersore di terra comune (vedi Figura A4).

Figura A4: Sistema TT

Misure di protezione ammissibili:– dispositivi di protezione differenziali– dispositivi di protezione da sovracorrente

Deve essere soddisfatta la seguente condizione:Ra * Ia ≤ 50 V

Ra Somma di tutte le resistenze del dispersore di terra e delconduttore di protezione dei corpi

Ia Corrente che causa la disinserzione automatica deldispositivo di protezione. Con dispositivi di protezionedifferenziali Ia corrisponde alla corrente di guasto nominaleI∆n.

Per soddisfare la condizione citata, nell'impiego di dispositividi protezione differenziali in funzione della corrente diguasto nominale derivano diverse resistenze di messa terramax. ammissibili per Tipo AC e Tipo A (vedi Tabella 7).

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Tabella 7: Max. resistenze di terra ammissibili in funzione della I∆n

Per i dispositivi di protezione differenziali sensibili a tutte lecorrenti, Tipo B, occorre rispettare le indicazioni contenutenella Sezione 2.4.1, in caso di impiego di mezzi operativi condiverse componenti di frequenza nella corrente didispersione possibile.

A.2.3 Sistema ITNei sistemi IT (vedi Figura A5) le parti attive devono essereisolate da terra oppure disporre di una impedenzasufficientemente alta. I corpi devono essere collegati a terrasingolarmente, a gruppi o globalmente.

Figura A5: Sistema IT

Misure di protezione ammissibili:– dispositivi di controllo dell'isolamento– dispositivi di protezione da sovracorrente– dispositivi di protezione differenziali

Non è richiesta la disinserzione al primo guasto. Occorreperò provvedere a contromisure in modo che, al compariredel secondo guasto, sia escluso il rischio di effetti fisiologicipericolosi per le persone.

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Corrente di guasto Max. resistenza di terra ammissibile con una nominale I∆n tensione di contatto max. ammissibile di

50 V 25 V10 mA 5000 Ω 2500 Ω 30 mA 1660 Ω 830 Ω

100 mA 500 Ω 250 Ω300 mA 170 Ω 85 Ω500 mA 100 Ω 50 Ω

1 A 50 Ω 25 Ω

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Per il primo caso deve essere soddisfatta la seguentecondizione:

Ra x Ia ≤ 50 VRa Somma di tutte le resistenze del dispersore di terra e del

conduttore di protezione dei corpiIa Corrente di guasto nel caso del primo guasto con impedenza

trascurabile tra un conduttore di fase ed un corpo. Il valoretiene conto delle correnti di dispersione e dell'impedenzaglobale dell'impianto elettrico verso terra

Un dispositivo di controllo dell'isolamento deve essereprevisto affinché il primo guasto sia visualizzato con unsegnale acustico oppure ottico e venga eliminato il piùrapidamente possibile.

Dopo il primo guasto, in funzione della messa a terra degliutilizzatori (singola, a gruppi o globale) occorre soddisfaredeterminate condizioni. Se queste non possono esseresoddisfatte con dispositivi di protezione contro la sovra -corrente, occorre prevedere dispositivi di protezione differen -ziali per ogni utilizzatore oppure occorre eseguire un allinea -mento addizionale del potenziale.

L'impiego comune di dispositivi di controllo dell'isolamento edispositivi di protezione differenziali non provoca alcunainfluenza reciproca.

A.2.4 RiepilogoI dispositivi di protezione differenziali possono essereimpiegati in tutti i sistemi di rete (sistemi TN, TT, IT) di unarete in corrente alternata oppure trifase (vedi Figura A6). Quii dispositivi di protezione differenziali sono più efficaci, nellaloro azione di protezione, degli altri dispositivi di protezioneconsentiti, perché essi, oltre alla protezione da contattoindiretto nell'impiego di dispositivi di protezione differenzialicon I∆n ≤ 30 mA, offrono anche una protezione da contattodiretto e con I∆n ≤ 300 mA offrono un attivo contributocontro le correnti di dispersione verso terra per la protezionepreventiva da incendi causati da innesco elettrico.

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Figura A6: Dispositivi di protezione differenziali in tutti i sistemi di rete

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A.3 Concetti e definizioni per l'indicazione del potere diinterruzione

– Potere di interruzione nominale Im dell'interruttore differenziale(CEI EN 61 008-1):valore efficace non condizionato della corrente di cortocircuitoche l'interruttore differenziale che, in determinate condizioni, èin grado di inserire, condurre e disinserire.

– Potere di interruzione nominale Icn degli interruttorimagnetotermici differenziali (CEI EN 61 009-1):Il potere di interruzione nominale di un interruttoremagnetotermico differenziale è il valore, determinato dalcostruttore, del potere di interruzione di cortocircuito limite.

– Potere di interruzione di guasto nominale I∆m (CEI EN 61 008-1 e,CEI EN 61 009-1):valore efficace non condizionato della corrente di dispersione cheil dispositivo di protezione differenziale in determinate condizioniè in grado di inserire, condurre e disinserire.

– Corrente di cortocircuito nominale condizionata Inc(CEI EN 61 008-1):corrente non condizionata che l'interruttore differenzialecollegato con un fusibile di back-up di cortocircuito puòmantenere senza successive limitazioni funzionali.

– Corrente di cortocircuito di guasto nominale condizionata I∆c(CEI EN 61 008-1):corrente di dispersione non condizionata che l'interruttoredifferenziale collegato a un fusibile di back-up di cortocircuitopuò mantenere senza successive limitazioni funzionali.

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