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Tobacco addiction

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Analysis of the current situation of tobacco addiction and the consequences, written and visual (see bookcover). In addition, the following file contains a personal possible suggestion of tv ad (see above).

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08Fall

[ A s s o c i a z i o n e A l l e n C a r r ]

03 ‘10

Fenomeno del Tabagismo

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Indice:

Prefazione p. 3

Sezione 1:· Cenni storici p. 6· Il fumo, i principali composti e la loro tossicità p. 7· Fumo e salute p. 9· La nicotina come droga, il problema della dipendenza p. 12· Le azioni farmacologiche della nicotina p. 12· Le tante strade della nicotina p. 14· Intossicazione acuta da nicotina p. 14· La nicotina può dare dipendenza fisica e tolleranza? p. 15· Uscire dalla dipendenza p.18· Perché gli adolescenti cominciano a fumare p. 10 · Fenomeno del tabagismo p. 22· Il punto di partenza per parlare del fumo p. 23· Norme generali sul fumo p. 24 · Scenario italiano p. 24· Il percorso legislativo italiano p. 25

Sezione 2:· Testimonianze e metodi per smettere di fumare p. 29· Le teorie psicologiche sulla prevenzione p. 39· La scuola: educare i ragazzi alla salute p. 42 · Programma antifumo per le scuole p. 43· La nostra campagna p. 45

Glossario p. 47

Bibliografia p. 49

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Prefazione

"Io voglio smettere di fumare e sapere è potere”; questo si può dire sia

il motto della nostra Associazione Allen Carr la quale sostiene che per

riuscire a disintossicarsi dalla dipendenza da nicotina e tabacco è

sufficiente informarsi.

Allen Carr nacque il 2 settembre 1934 e morì il 29 novembre 2006.

Ex fumatore da oltre 30 anni era arrivato a fumare anche più di 100

sigarette al giorno e, solo dopo vari tentativi per sconfiggere la

dipendenza da nicotina e tabacco, ci è riuscito

improvvisamente nel 1983 passando a zero sigarette.

Prima della morte Carr ha colto l'occasione per

divulgare il suo metodo Easyway al maggior

numero di persone possibili grazie ai suoi libri di

successo e ai centri contro la lotta al fumo che ha

fondato in 32 Paesi. Alcune importanti sedi del

metodo Easyway per la lotta al tabagismo e per la

sensibilizzazione sociale alla politica di non fumo per un ambiente di

lavoro sano e gradevole, ai sensi della legge 626, si trovano in Italia,

Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Germania,

Olanda, Islanda, Irlanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, Sud

Africa, Sud America, Svizzera, Spagna, Inghilterra.

Il primo libro scritto da Allen Carr, che è stato un vero bestseller, "È

facile smettere di fumare se sai come farlo" indica come

smettere di fumare con il metodo Easy Way.

Il libro ha venduto oltre 7 milioni di copie nel mondo - circa 100.000

in Italia - ed è tradotto in 23 lingue; con questo libro Allen Carr è

riuscito a fare smettere di fumare milioni di persone nel mondo,

anche famose: ognuno ha trovato la libertà eliminato e risolto il grave

problema del tabagismo.

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Il metodo Easyway si sviluppa in poche ore presso il centro antifumo

e i risultati spesso sono sorprendenti con un'elevata percentuale di

successo.

Smettere di fumare è un po' come fare la dieta e spesso si tende a

procrastinarne l’inizio.

Ogni fumatore conosce i rischi del fumo perchè l'informazione sugli

aspetti nocivi del fumo attivo delle sigarette sono conosciuti.

Viceversa molti accaniti fumatori ignorano il motivo e il meccanismo

che spinge ogni fumatore a fumare decine o centinaia di sigarette al

giorno.

È importante dare un'informazione completa al fumatore e renderlo

consapevole del perchè si fuma e cosa spinge a fumare e questo è lo

scopo che vogliamo raggiungere alla fine della nostra campagna.

Una volta analizzate le motivazioni, occorre rimuovere il desiderio, la

sensazione piacevole che il fumatore percepisce e il bisogno di

fumare dovuto alla dipendenza da nicotina e allo stato psicologico.

Questa fase attenua il sacrificio dello smettere di fumare e rende più

semplice psicologicamente l'approccio a diversi e più salutari stili di

vita.

L'obiettivo usato dal metodo Easy Way di Allen Carr è l'uso del

potere del "pensiero positivo" che ha convinto e convince migliaia di

persone a smettere di fumare e ad allontanarsi dalla nicotina senza

eccessivi sforzi.

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SEZIONE II

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Cenni storici:La coltivazione del tabacco è talmente antica da avere una propria

storia archeologica, infatti reperti rinvenuti in Perù ed in Messico

hanno consentito di accertare che la pianta era già coltivata intorno al

4.000 a.C.

La prima notizia riguardante la pianta di tabacco risale al 1492, anno

della scoperta delle Americhe. Fu proprio Cristoforo Colombo ad

annotare nel suo diario di viaggio della strana usanza degli indigeni

americani, introdurre foglie di pianta arrotolata nel naso aspirandone

il fumo.

A partire della scoperta dell’America, la diffusione del tabacco in

Europa fu rapidissima. Il primo esemplare di pianta arrivò nel 1512 in

Portogallo da dove il tabacco iniziò a diffondersi nella seconda metà

del cinquecento anche in Spagna e Francia.

La denominazioni botanica della pianta (nicotina tabacum) così come

il nome del principio attivo contenuto nelle foglie, devono la propria

origine a Jean Nicot, un diplomatico francese che nel 1570 portò in

dono foglie di tabacco tritate a Caterina dei Medici (regina di Francia)

come rimedio per la sua emicrania.

Per alcuni decenni tutta Europa vennero attribuite al tabacco

proprietà curative per le più svariate malattie.

Se la diffusione del tabacco in Europa può contare quasi cinque secoli

di storia, la diffusione delle sigarette invece assai più recente.

Dall’epoca precolombiana il tabacco è stato usato nelle pipe o in

forma di sigari. La possibilità di fumare il tabacco avvolto in involucri

di carta, sperimentata per la prima volta nel diciottesimo secolo, trova

la propria diffusione di massa solo agli inizi del Novecento.

La ragione principale dell’imporsi delle sigarette è senza dubbio di

tipo tecnologico: da una parte i sistemi di fabbricazione in serie

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abbassarono i costi di produzione e di vendita, dall’altro favorirono

ben presto la diffusione dell’abitudine al fumo.

I principali Paesi produttori di tabacco sono: la Cina (con oltre tre

milioni di tonnellate l’anno), gli Stati Uniti(con circa 650 mila

tonnellate), l’India, il Brasile (entrambi con 500 mila tonnellate).

All’interno della CEE il più importante produttore di tabacco è

proprio l’Italia (nel 1993 ne ha prodotte 145 mila tonnellate) di cui

oltre 124 mila destinate all’esportazione.

Tuttavia importiamo grandi quantitativi di sigarette; sul totale delle

sigarette vendute in Italia oltre al 40% è rappresentato da sigarette

d’importazione.

Il fumo, i principali composti e la loro tossicita’ La composizione chimica del fumo varia a seconda della varietà del

tabacco utilizzata, dell’ambiente in cui a pianta è maturata, delle

modalità di essiccamento e manifattura, del tipo di carta, della

presenza o meno del filtro.

Quando il fumo entra

nell’organismo è una specie di

aerosol concentrato cioè una

miscela di sostanze, alcune allo

stato gassoso altre sottoforma di

corpuscoli. La quantità e qualità

assorbite dal fumatore dipendono

in parte anche dal proprio modo

di fumare: sigarette con filtro o

senza, aspirazione del fumo,

frequenza d’aspirazione. Solo il

25% della nicotina viene assorbita

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Page 10: Tobacco addiction

se il fumo è trattenuto nel cavo orale, mentre l’assorbimento si eleva

al 90% se il fumo viene aspirato sino ai polmoni.

Nonostante gli sforzi fino ad oggi profusi nella ricerca per valutare il

grado di nocività di queste sostanze, a tutt’oggi gli studi di tossicità e

di cancerogenicità si fermano ad una parte di esse.

Dal punto di vita tossicologico i più importanti componenti del fumo

sono: la nicotina, il catrame e l’ossido di carbonio.

Il catrame detto anche “condensato” è una miscela di diverse sostanze

tra cui alcuni idrocarburi aromatici policiclici ed alcuni amine. In

particolare il benzopirene ed il suo derivato benzoantracene hanno

evidenziato sia una attività diretta nell’induzione di mutagenesi in

cellule umane in coltura che la comparsa di fenomeni di

cancerogenesi dopo la loro somministrazione in animali da

laboratorio.

Tali sostanze oltre ad avere una potente azione cancerogena sono

anche responsabili di effetti tossici ed irritanti sull’apparato

respiratorio. Il fumo di sigaretta contiene in media da 2 a 20 mg per

sigaretta di ossido di carbonio, gas che si forma essenzialmente dalla

combustione incompleta del tabacco.

I forti fumatori hanno fino al 15 % della loro emoglobina legata

all’ossido di carbonio e per tanto incapace di adempiere alla funzione

di trasporto dell’ossigeno dei polmoni e tessuti. L’emoglobina serve

per trasportare l’ossigeno dai polmoni a tutto il resto del corpo. La

presenza di ossido di carbonio farà si che il sangue non contenga la

quantità normale d’ossigeno. Di conseguenza sarà necessari respirare

più frequentemente ed il cuore dovrà funzionare con più forza per

fornire al corpo la quantità d’ossigeno necessaria Il cuore dovrà

lavorare di più e ciò determina maggior sforzo, nocivo per il cuore,

soprattutto se i polmoni sono esposti in maniera continuativa al fumo

di sigaretta.

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All’elevata concentrazione di carbossiemoglobina nel sangue sono

probabilmente dovuti certi effetti a carico del feto di madri fumatrici

come il minor peso alla nascita e la maggiore incidenza di nati morti.

Fumo e saluteL’Organizzazione Mondiale della Sanità ha calcolato che nel mondo

fumano regolarmente un milliardo di persone. In Italia la diffusione

del fumo sta registrando un progressivo decremento; se nel

dopoguerra i fumatori costituivano il 40% della popolazione italiana,

nel 1991 essi erano scesi al 27%.

A ben vedere questa riduzione si trova in larga misura nella

popolazione maschile.

Diverso è il quadro relativo alla popolazione femminile: fino agli anni

‘60 le fumatrici costituivano un esigua minoranza, dagli anni ’70 il

fumo si effonde nella popolazione femminile soprattutto nelle fasci di

età più giovani; la sigaretta diviene per loro uno dei simboli della

emancipazione femminile di quegli anni.

Ai nostri giorni si nota non solo da diminuzione dei giovani fumatori

ma anche una riduzione dell’incidenza di chi inizia a fumare per la

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prima volta. Il quadro generale che in passato assegnava al fumo il

significato simbolico dell’acquisizione di uno status adulto sta ora

cambiando lentamente.

I dati più recenti rivelano che fumare accorcia la vita:

il principale effetto del fumo di tabacco sulla salute umana è

rappresentato infatti dalla riduzione della durata media della vita.

Vari studi hanno dimostrato che un uomo di trenta anni che fuma due

pacchetti di sigarette al giorno ha una speranza di vita ridotta di circa

otto anni rispetto ad un suo coetaneo che non fuma.

È però confortante che chi smette di fumare recupera gradualmente

tutta la propria speranza di vita le statistiche rivelano che nel 1990 in

Italia il 25% di tutte le morti dei maschi , del 3.5 % nelle femmine

sono state causate dal fumo di tabacco; metà delle morti si verificano

tra i 35 e i 69 anni.

Le patologie correlate al fumo di

tabacco sono tante: tra le più

frequenti si annoverano i tumori

maligni del polmone, delle alte vie

respiratorie, della vescica dell

stomaco, del pancreas, le bronco

pneumopatie croniche, le malattie

cardiovascolari, l’ulcera gastrica e

duodenale e l’aterosclerosi.

La frequenza e la gravità di queste

malattie aumenta con la precocità

di inizio dell’abitudine al fumo e

con il numero giornaliero di sigarette fumate.

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Nelle femmine i tumori più frequenti sono quelli allo stomaco seguiti

da quelli polmonari.

Per quanto riguarda le malattia cardiovascolari, per i fumatori il

rischio di ammalarsi è tre volte più elevato rispetto a quanto accade

per coloro che non fumano. Tale rischio si moltiplica ulteriormente se

il fumatore è contemporaneamente affetto anche da altri disturbi

come l’ipertensione arteriosa e l’elevato tasso di colesterolo.

Per questo tipo di malattie, però, basta smettere di fumare perché il

rischio di morire decresca in un arco di tempo relativamente breve

che va da alcuni mesi ad alcuni anni. Ogni anno in Italia muoiono

oltre trentamila persone per malattie dell’apparato respiratorio non

tumorali (es. bronchite cronica, enfisema polmonare) ed il fumo

risulta essere, anche in questo caso, il fattore di rischio principale.

Vari studi hanno dimostrato che il fumo “secondario” o “passivo” cioè

il fumo che si disperde nell’ambiente provoca anch’esso danni alla

salute. Tra gli adulti esposti al fumo passivo gli effetti più comuni

sono irritazione agli occhi, mal di testa, sintomi nasali e tosse. Una

persona che non fuma, se è esposta quotidianamente al fumo di un

familiare, vede anch’essa aumentato il proprio rischio di sviluppare

un tumore al polmone. Nei bambini poi è stata accertata una stretta

correlazione tra la prevalenza di malattie respiratorie infantili

(bronchite e polmonite) e le abitudini fumatorie dei genitori.

La conoscenza delle motivazioni psicologiche dell’abitudine al fumo è

determinante per comprendere a pieno lo stato adolescenziale e

programmare un corretto intervento di educazione sanitaria.

Il giovane fumatore tende ad autogiustificare il proprio

comportamento, considera il fumo modello di stato sociale, legato al

successo nello sport, nella vita affettiva ed al mito del potere. La

sigaretta diviene il mezzo più comodo per rispondere a stimoli

ambientali destabilizzanti e più facile per venire accettato dai pari.

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La nicotina come droga, il problema della dipendenza.La nicotina (solo uno dei quasi 4000 componenti chimici contenuti in

una sigaretta) è la sostanza più nota e, forse, anche la più studiata del

tabacco. Essa fu isolata nel 1828 da Posselt e Reimann, mentre i primi

studi farmacologici si devono ad Orfilia, nel 1834. La scoperta che tale

principio attivo avesse un’azione sul ganglio cervicale superiore fu di

Langley e Dickinson, (1889).

La potenza della stimolazione attribuibile alla nicotina è data da un

gruppo di recettori colinergici dei gangli autonomi classificati sotto il

nome di “recettori nicotinici”.

Le azioni farmacologiche della nicotinaLa nicotina è un alcaloide naturale liquido, basico

(pKa= 8,5) volatile, idrosolubile, incolore, capace di

acquistare un colore bruno e un odore caratteristico se

esposta all’aria. Essa è capace di stimolare inizialmente

i gangli, esercitando un’azione colinomimetica, per poi

bloccarli attraverso una prolungata depolarizzazione,

mediata dal flusso di ioni Na+. Questa bifasicità (azione

eccitatoria seguita da una fase depressiva) caratterizza un po’ tutti gli

effetti di questo alcaloide, per questo la ritroviamo nelle

manifestazioni a livello dei vari organi ed apparati.

· Sistema Nervoso Periferico: l’intervento iniziale della nicotina è di

stimolazione dei gangli autonomi. Piccole dosi facilitano la

trasmissione degli impulsi, la liberazione di catecolamine ( es.

adrenalina) dalle ghiandole surrenali, producono una modesta

ipereccitabilità neuromuscolare. Segue la fase di depressione. La

nicotina deprime la conduzione nervosa dei gangli, la liberazione di

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adrenalina e noradrenalina viene ridotta per stimolazione del nervo

spalancnico, l’attività muscolare è inibita per blocco neuromuscolare

da desensibilizzazione dei recettori con conseguente paralisi. Il

principio attivo stimola i recettori sensoriali: meccanocettori

(stiramento o pressione della pelle, dei visceri intestinali, polmone,

stomaco), chemocettori (es. glomo carotideo), termocettori ( cute e

lingua), recettori al dolore.

· Sistema Nervoso Centrale: la nicotina stimola lo SNC in modo

intenso, producendo dapprima tremori e poi, per dosi più elevate,

convulsioni Per dosi modeste si ottiene un tracciato

elettroencefalografico tipico di uno stato di vigilanza, ma

diminuiscono contemporaneamente il tono muscolare e i riflessi

tendinei profondi. Inizialmente viene stimolata anche l’attività

respiratoria, mentre poi, per dosi successive, si ottiene una

depressione fino alla insufficienza respiratoria e alla morte, dovuta sia

alla paralisi dei muscoli respiratori che alla depressione centrale.

L’alcaloide del tabacco è capace di stimolare il vomito (stimolazione

del CTZ, chemoreceptor trigger zone, localizzato nella formazione

reticolare del midollo allungato).

· Sistema cardiovascolare: somministrata per via endovenosa, nel

cane, la nicotina induce immediatamente un aumento della pressione

arteriosa e della frequenza cardiaca, dovuti a vasocostrizione che è

esercitata anche a livello coronario.

· Apparato digerente: le azioni della nicotina sull’apparato

gastrointestinale sono dovute a stimolazione del sistema nervoso

parasimpatico e ad attivazione dei gangli parasimpatici. Di fatto la

nicotina aumenta il tono e l’attività motoria dell’intestino (peristalsi).

Si rileva nausea, vomito, diarrea, soprattutto dopo somministrazione

sistemica.

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Page 16: Tobacco addiction

· Ghiandole esocrine: la nicotina è capace di indurre inizialmente

una stimolazione della secrezione delle ghiandole salivari e

bronchiali, mentre dopo si ottiene una inibizione.

Le tante strade della nicotinaLa nicotina di una sigaretta viene assorbita rapidamente dal polmone

e già dopo 8 secondi raggiunge il cervello. Essa si trova in sospensione

nelle minutissime particelle di catrame del fumo , in tal modo può

essere facilmente “assimilata” dall’apparato respiratorio. Dopo

l’assunzione di una sola sigaretta, le concentrazioni plasmatiche di

nicotina si riducono nel giro di 5 – 10 minuti perché la sostanza si

distribuisce nei vari tessuti, ma nei fumatori cronici il tasso nicotinico

nel sangue resta abbastanza alto e l’emivita (il tempo necessario a

dimezzare il tasso plasmatico) è di circa 2 ore. Nel corso della

giornata di un fumatore, il livello di nicotina cresce fino a raggiungere

il massimo verso sera. La nicotina, poi si trasforma in metabolici

inattivi che vengono eliminati in circa 19 ore. La nicotina è

metabolizzata soprattutto dal fegato ma anche il rene e il polmone

esercitano una azione di “clearance” metabolica.

Una volta inattivata dai metaboliti, questi vengono eliminati

rapidamente per via renale. Il latte materno delle fumatrici può

contenere fino a 0,5 mg/l di nicotina. Chi fuma ha anche il problema

di metabolizzare più rapidamente diversi farmaci.

Intossicazione acuta da nicotinaSiamo abituati a vedere la nicotina come una sostanza sprigionata dal

fumo di sigarette, capace perciò di provocare danni cronici, mentre

nella realtà è possibile una intossicazione acuta da questa sostanza

che si verifica per ingestione del principio attivo in quanto tale o

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Page 17: Tobacco addiction

nell’ingestione di derivati del tabacco (per es. dai bambini). La dose

mortale acuta per la nicotina è di circa 60 mg per gli adulti che

equivale alla nicotina contenuta in 40- 60 sigarette. I sintomi sono

nausea, salivazione, dolori addominali, vomito, diarrea, mal di testa,

disturbi dell’equilibrio, alterazioni visive e uditive, confusione. Dopo

si ha grave debolezza, calo della pressione arteriosa, insufficienza

respiratoria, collasso cardiocircolatorio, morte dopo pochi minuti.

La nicotina può dare dipendenza fisica e tolleranza?Uno dei problemi più dibattuti è la dipendenza fisica da nicotina,

paragonabile a quella delle droghe pesanti. Molti credono che la

necessità di fumare derivi più da un rinforzo psicologico che da una

motivazione biochimica. Senza dubbio il fumo di sigaretta è una

abitudine che ha alcune similitudini con l’abuso di sostanze definite

“stupefacenti”, malgrado non si possa stabilire una equazione in

termini assoluti tra tossicodipendenza e tabagismo. Il fumo di

sigaretta ha origine nel disagio giovanile, nella fragilità

adolescenziale, nelle delicate problematiche della formazione della

personalità dell’età

evolutiva. Esso si

cronicizza passando per

una “automedicazione”

delle piccole difficoltà

quotidiane e diviene un

rito ben presto della vita.

Nonostante tutto ciò si deve accettare che la sigaretta “piace” al

fumatore, cioè evoca sensazioni gradevoli che sono mediate da

complesse reazioni biochimiche nell’organismo e la cui sospensione

provoca disagi fisici; la nicotina stimola la liberazione di

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Page 18: Tobacco addiction

noradrenalina e di dopamina da parte di certe aree del cervello.

Questo meccanismo è molto simile a quello che si verifica per droghe

più pesanti come la cocaina.

Per valutare, dal punto di vista medico il tabacco come “droga”,

dobbiamo riferirci a due parametri che abitualmente identificano le

sostanze d’abuso:

1. tolleranza

2. dipendenza

Il fumo di sigaretta è capace di dare tolleranza, cioè che l’organismo si

adatti a dosi via via crescenti del principio attivo. Per un non

fumatore, l’assunzione del fumo di due sigarette determina sensazioni

di instabilità, barcollamento, nausea, senso di vomito, tremori,

aumento della frequenza del polso, calo della temperatura corporea.

Tali effetti sono fortemente diminuiti nei fumatori cronici, nei quali,

però, continua a verificarsi l’aumento della concentrazione plasmatici

di alcuni ormoni.

I non fumatori descrivono sensazioni spiacevoli dopo l’iniezione di

nicotina, mentre i fumatori giudicano piacevoli questi effetti.

L’accumulo di nicotina nel plasma, per unità di dose somministrata, è

quasi quattro volte maggiore nei non fumatori rispetto ai fumatori,

indicando una reale e consistente differenza nella tolleranza

farmacocinetica.

Negli studi su animali si denota l’insorgenza di tolleranza agli effetti

della nicotina, che però scompaiono dopo 24/48 ore di astinenza.

Nell’uomo la tolleranza tende a sparire piuttosto rapidamente tanto

che una dose di nicotina assunta la mattina esercita un effetto più

duraturo e intenso della stessa dose assunta la sera, dopo numerose

altre somministrazioni.

La dipendenza (ossia la necessità compulsiva di procurarsi il farmaco

per evitare una sindrome da astinenza) è altresì assodata da un punto

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Page 19: Tobacco addiction

di vista farmacologico, malgrado la sua entità non possa essere

paragonabile a quella delle droghe maggiori (es. eroina o cocaina). La

sindrome da astinenza da tabacco insorge entro 24 ore dall’ultima

assunzione. Essa comprende anche alterazioni dell’

elettroencefalogramma.

Entro poche ore i test di vigilanza e di esecuzione psicomotoria

registrano una netta diminuzione delle prestazioni ed un aumento

dell’ostilità. La frequenza cardiaca cala e si riduce la pressione

arteriosa, mentre aumenta il flusso arterioso periferico per la

diminuzione della vasocostrizione.

Sintomi soggettivi rilevati sono: irritabilità, ansia, difficoltà di

concentrazione, cefalea, disturbi del sonno e gastroenterici. Alcuni

sintomi scompaiono in 36 – 72 ore, mentre altri si attenuano solo

dopo settimane o mesi.

La gravità di questa sindrome d’astinenza è maggiore quanto più alta

è la quantità di sigarette fumata. La somministrazione di nicotina (sia

per via endovenosa che attraverso chewing gum) riduce l’ansia,

l’irritabilità e molti disturbi somatici dovuti all’astinenza, ma non è

molto efficace per controllare l’insonnia, la fame e il craving

(desiderio). Un’altra conferma della tendenza della nicotina a dare

dipendenza è costituita dall’osservazione che i grossi fumatori

tendono a auto-regolare la concentrazione plasmatica di nicotina in

modo empirico, modulando la qualità e quantità di sigarette fumate.

Se essi, per esempio, passano ad una qualità di sigarette che contiene

una percentuale di nicotina più bassa abitualmente aumentano il

numero di sigarette aspirate. Essi, inoltre, istintivamente modificano

le modalità di aspirazione (più profonda se la sigaretta è “leggera”)

per attutire i disagi derivanti dalla scarsa concentrazione di sostanza

nel tabacco.

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Page 20: Tobacco addiction

La cessazione dell’assunzione di tabacco produce nel giro di 12 / 72

ore i più importanti parametri cardiovascolari, come è stato rilevato

in ricerche effettuate su pazienti chirurgici nel perodo preoperatorio.

Naturalmente questo, se vale per la frequenza cardiaca, non è vero

per i danni cronici (cioè i più importanti) a carico dell’apparato

cardiovascolare.

Uscire dalla dipendenzaIl problema della dipendenza da tabacco non è un’ipotesi, né tanto

meno può essere considerato come una “complicazione” psicologica o

una semplice abitudine.

Ciò è dimostrato sia da dati della farmacologia clinica sia da quelli

epidemiologici. A testimonianza della gravità del problema stanno le

migliaia di morti che ogni anno sono correlabili al tabagismo nel

nostro paese. Sicuramente un numero centinaia di volte maggiore di

quello delle morti dovute all’eroina o ad altre droghe. Una dipendenza

che provoca una tale strage non può essere sottovalutata o sminuita.

Qualsiasi tentativo improvvisato è dunque destinato a fallire o a

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Page 21: Tobacco addiction

Qualsiasi tentativo improvvisato è dunque destinato a fallire o a

ottenere risultati scadenti. E’ inoltre osservazione comune,

confermata dall’esperienza degli psicologi che si sono occupati di

questa materia, che l’elenco dei danni da tabacco non ha mai fatto

smettere nessuno. Molti medici, purtroppo, fumano. Nessuno meglio

di loro è a conoscenza dei danni del tabacco. Parlare dei rischi del

fumo ha l’unica conseguenza di infastidire il fumatore; se poi

l’impatto è più “forte” perché il fumatore è costretto a spaventarsi o a

prendere atto di situazioni drammatiche, il più delle volte tende a

rimuovere il problema. In pratica il soggetto, inconsciamente, decide

di “spostare” il problema convincendosi che i malanni o i tumori

colpiranno i fumatori, ma non lui stesso. La paura, gli interventi di

terrorismo psicologico, l’informazione tecnica servono a poco.

Si hanno maggiori risultati nello sforzo di smettere di fumare se il

problema viene affrontato in tutti gli aspetti, sia farmacologici,

medici, sia psicologici.

L’interruzione della dipendenza tabagica deve passare ad diverse

tappe:

· l’informazione medica sui danni del tabacco, premessa

necessaria, ma non sufficiente per un corretto programma di

disassuefazione;

· un programma centrato sul cambiamento dello stile di vita,

inteso come correzione degli errori alimentari, attività fisica

regolare, cura di sé. Per tale motivo è importante integrare la

disintossicazione con interventi di councelling e

accompagnamento ad un nuovo e ritrovato modo di vivere la

propria salute;

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Page 22: Tobacco addiction

· il supporto psicologico, attraverso una terapia individuale o di

gruppo che permetta al paziente di elaborare e rivedere i

meccanismi attraverso i quali ha iniziato a fumare,

identificando gli stimoli emotivi ed interiori e i momenti che si

correlano e perpetuano nell’uso della sigaretta.

Perche’ gli adolescenti iniziano a fumare

Un problema di grande rilevanza è quello rappresentato dagli

adolescenti che iniziano a fumare. Il fumo, in senso psicologico è da

considerare un comportamento acquisito che continua ad esistere

attraverso l’ abitudine e la soddisfazione di alcuni bisogni.

Fare l’esperienza del “fumatore” è molto semplice ed accessibile e non

si può intendere alla stressa stregua di chi è legato da tempo al fumo.

Molto spesso il primo contatto con la sigaretta avviene durante la pre-

adoloscenza che è un momento di curiosità e di grandi cambiamenti.

Questa fase della vita è caratterizzata da un senso di ansia

strettamente collegato all’essere indefinito, al trovarsi nel momento di

passaggio da bambino ad adulto. Questo processo evolutivo cosi

importante comporta una dose di insicurezza che ogni adolescente

supera con i propri strumenti, alcuni dei quali sono comuni e

caratteristici dell’età. Spesso i ragazzi contrappongono alla loro

confusione interna dei comportamenti costanti, quasi stereotipati.

Usano lo stesso abbigliamento, ascoltano la stessa

musica, magari fumano insieme. Attraverso i

comportamenti sembrano esprimere il bisogno di

riconoscersi nel sentirsi uniti, di affermarsi nel

gruppo.

L’esigenza di essere forti e sicuri può quindi

portare a fumare perché esiste una immagine

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sociale che lega la sigaretta alla potenza ed al successo. Perciò la

sigaretta può rappresentare uno strumento di autoaffermazione, di

rassicurazione, di conquista e di fascino, di scarico della tensione

nervosa, di gratificazione fisica e di piacere.

Il bisogno di definirsi e distinguersi porta a ricercare da parte degli

adolescenti comportamenti collegati al mondo degli adulti spesso con

aspetti di trasgressione. Il gusto del pericolo e del rischio è connesso

al bisogno di valutare nel concreto le capacità personali ed esprimere

a livello profondo “la morte della parte infantile di sé”.

Fumare di nascosto dagli adulti per un ragazzo è il modo anche di

andare contro corrente, di avere delle sensazioni piacevoli con gli

amici. Sicuramente l’imitazione nei gruppi dei pari è molto forte, si

fanno le stesse cose o si ripetono i gesti dei propri modelli:

personaggi di successo.

Si prova a fumare per imitazione, per amicizia, per bisogno di

autonomia, per esprimere le conflittualità verso la famiglia, per

pressioni sociali.

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Page 24: Tobacco addiction

Il problema è che dalla prima sigaretta alla dipendenza per alcuni il

passaggio è breve. I giovani sono un gruppo particolarmente a rischio

perché un’abitudine contratta a quell’età è più difficile da

abbandonare.

Studi hanno dimostrato che gli adolescenti utilizzano le sigarette per

ridurre l’ansia, sollevare il morale e darsi energia.

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Page 25: Tobacco addiction

Fenomeno del tabagismo

Epidemiologia:

Il punto di partenza per parlare del fumo:Il fumo di tabacco rappresenta oggi nei paesi socio economicamente

avanzati un fattore di rischio determinante per molte delle più

comuni malattie cronico-degenerative.

A differenza di molti gravi malattie tuttavia le conseguenze sulla

salute sono relativamente meno difficili da prevenire mediante

l’educazione sanitaria, proprio perché si tratta di un comportamento

individuale. Date queste premesse è evidente la necessità

d’intraprendere efficaci interventi di educazione sanitaria nei

confronti di individui che maggiormente sono esposti al rischio di

diventare fumatori nel corsi degli anni, quali preadolescenti ed

adolescenti.

Negli Stati Uniti ed in Europa emerge su popolazioni di adolescenti

una realtà preoccupante: tra gli 11 ed i 15 anni almeno un quarto

degli adolescenti ha già sperimentato il fumo di sigaretta. Anche se in

Italia l’età media dell’inizio della sperimentazione del fumo non è così

precoce, collocandosi al di sopra dei 15 anni, la dimensione del

problema rimane preoccupante.

L’obiettivo formulato dall’ OMS, Organizzazione Mondiale della

Sanità, nell’ambito del programma “Salute per tutti nell’anno 2000”

per la Regione Europea, nei confronti della promozione di

comportamenti positivi per la salute, prevede una diminuzione del

consumo di tabacco pari al 50 % e una riduzione della prevalenza dei

fumatori.

Tali obiettivi potrebbero essere raggiunti attraverso la protezione dei

non fumatori e la promozione di ambienti senza fumo.

23

Page 26: Tobacco addiction

Norme generali sul fumoNel gennaio 2005 è entrata in vigore l’applicazione del divieto di

fumo nei locali pubblici, previsto dall’art. 51 della legge 3 del 16

gennaio 2003.

L’accordo siglato dalla conferenza Stato-Regioni stabilisce che

quest’ultime devono dotarsi di strumenti legislativi e di strategie per

l’attuazione della legge e per la promozione di campagne di

informazione e di promozione.

Scenario italiano

Il Ministero della salute ha redatto una rassegna degli effetti del

fumo passivo sulla salute, un documento che raccoglie le evidenze

disponibili sul rischio di malattie cardiovascolari, respiratorie e di

tumori legati al fumo passivo, con attenzione particolare agli effetti

sui bambini.

Una serie di studi che raccolgono dati ed evidenze sul fenomeno fumo

in Italia sottolineano l’importanza e l’urgenza dell’applicazione della

legge.

L’Italia è il terzo paese europeo ad applicare il divieto di

fumo nei luoghi di lavoro. Esperienze simili sono state attuate nel

corso del 2004 solo in altri due paesi dell’Unione: Irlanda e Belgio.

Secondo il Ministero per la salute irlandese, sono oltre 7 mila i

cittadini irlandesi che hanno smesso di fumare negli ultimi mesi, in

gran parte grazie al divieto.

Un dato rilevante è quello che riguarda l’esperienza californiana, dove

il divieto di fumare è stato introdotto nel 1995 nei ristoranti e nel

1998 nei bar.

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Page 27: Tobacco addiction

Secondo dati provenienti da diverse agenzie californiane, i guadagni

dei locali pubblici non sono affatto diminuiti, anzi sono in continuo

aumento.

Da indagini eseguite sui clienti, l’assenza di fumo gioca un ruolo a

favore della frequentazione dei luoghi pubblici.

Il percorso legislativo italiano

L’attenzione alla salute dei non fumatori è entrata a più riprese nella

legislazione italiana. Gradualmente negli scorsi decenni, una serie di

norme e di leggi hanno posto le condizioni e accresciuto la sensibilità,

anche istituzionale, che ha portato all’approvazione della legge n. 3

del 2003.

In materia di tabagismo si è espresso anche il Comitato nazionale per

la bioetica, su invito del ministro della Salute Girolamo Sirchia.

Un gruppo di lavoro ha tracciato un quadro del fenomeno e ha

formulato alcune indicazioni e proposte, raccolte in un dossier.

Secondo i dati richiamati anche dal dossier, i fumatori nel nostro

paese sono da 10 a 15 milioni, in

prevalenza maschi. Anche se rispetto

ad alcuni decenni fa, il fenomeno è

complessivamente in diminuzione, il

fumo rimane in crescita nel sesso

femminile e tra i giovani.

Alcune indagini condotte nelle scuole

secondarie superiori indicano che la

percentuale dei fumatori arriverebbe

anche al 35 per cento tra gli

adolescenti. L’Osservatorio fumo, alcol e droghe (Oss-fad)

25

Page 28: Tobacco addiction

dell’Istituto superiore di sanità segue comunque l’andamento del

fenomeno in Italia.

Qui di seguito alcune F.A.Q – Frequently Asked Questions

riguardo la legislazione in vigore in Italia sul fumo:

1. Cosa dice la nuova legge e quali sono gli obiettivi?

Dal 10 gennaio 2005, si è partiti con le nuove regole sul fumo. Che lo

vietano, nella pratica, in tutti i luoghi chiusi pubblici e privati, aperti a

pubblico e utenti, dove non siano previste zone separate dal resto del

locale, munite di aspiratori d'aria e recintate da muri sui 4 lati. E’ una

legge molto rigida, la più intransigente d'Europa.

Obiettivo: la lotta al fumo passivo, carico di almeno 50 sostanze

tossiche, grande comprimario di varie forme di tumore, specie ai

polmoni. Si vogliono difendere soprattutto le fasce più deboli della

popolazione, donne incinte e bambini.

2. In quali luoghi non sarà più permesso fumare?

Niente più tabacco in tutti i locali pubblici e privati dove entrano

pubblico o utenti.

Ovunque dovrà essere esposto in bella evidenza il cartello con la

classica barra rossa e il nome della persona incaricata di vigilare sul

rispetto della legge.

3. Anche nei condomini vige il no al tabacco?

Sì. Infatti, se nelle abitazioni private non ci sono obblighi, la libertà

svanisce appena si mette piede sul pianerottolo.

4. Sono previste delle multe e a quanto ammontano?

Il trasgressore rischia multe da 27,5 a 275 euro che vanno pagate con

diverse modalità. Le sanzioni raddoppiano se la violazione avviene in

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Page 29: Tobacco addiction

presenza di donne incinte e bambini sotto i 12 anni. Nei pubblici

esercizi ( bar, ristoranti, discoteche) chi non fa rispettare i divieti e

non denuncia il cliente trasgressore rischia sanzioni da 220 a 2.200

euro ( aumentano della metà se ci sono donne incinte e bambini), fino

alla sospensione e ritiro della licenza.

5. Dove si potrà fumare?

Oltre che nelle abitazioni private e all'aperto, in tutti i locali dove

siano state predisposte zone per fumatori.

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Page 30: Tobacco addiction

SEZIONE II

28

Page 31: Tobacco addiction

Testimonianze e metodi per smettere di fumare

Fra le tante testimonianze di chi ha avuto la sua vita caratterizzata dal

fumo, vi è anche quella di Allen Carr.

Quest’ uomo, divenuto famoso in seguito alla pubblicazione del suo

libro “ È facile smettere di fumare se sai come farlo”, si classifica come

un ex fumatore.

Egli afferma di avere sperimentato un metodo, da lui stesso messo in

atto, di assoluta efficacia, per sconfiggere, in maniera definitiva e

senza traumi fisici o psichici, la dipendenza dal fumo.

Allen sostiene che qualunque fumatore, anche accanito, leggendo il

suo libro potrà facilmente smettere di fumare.

Quello che scrive e che suggerisce trae origine dalla sua esperienza

personale: ha smesso dopo un lungo periodo di trentatre anni,

durante il quale non era riuscito a trattenersi dal fumare circa cento

sigarette al giorno, con rare punte minime di sessanta sigarette.

Racconta che numerosi tentativi effettuati in quel lungo periodo non

hanno avuto un esito positivo. Una volta riuscì ad astenersi per circa

sei mesi, durante i quali, però, non si tenne del tutto lontano dal

fumo:cercava di avvicinarsi ai fumatori, viaggiava, sui treni, nelle

carrozze riservate ai fumatori, escogitava comunque mezzi che gli

consentissero di sentire l odore del tabacco.

Al contrario di tanti fumatori che si prefiggono di smettere prima dell’

insorgere di una delle tante gravi malattie causate da fumo, Allen, pur

avendo la certezza che, in ogni caso, nel tempo, l’ infausto evento si

sarebbe verificato, non trovava la forza di smettere.

Eppure la sua salute era divenuta malferma: tosse continua, mal di

testa, pulsazioni irregolari, timore di emorragie cerebrali, lo

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Page 32: Tobacco addiction

preoccupavano seriamente. Tutto ciò, però, non gli era di aiuto, anzi,

aveva accantonato l’ idea di tentare di smettere, credeva che le

sigarette gli dessero coraggio e sicurezza, lo aiutassero a rilassarsi;

ogni volta che avevo provato a smettere, lo aveva dissuaso un senso di

avvilimento e di profonda tristezza.

Un episodio casuale della sua vita, un appuntamento fissato dalla

moglie con un ipnoterapeuta, provocò un profondo cambiamento nel

suo rapporto con il fumo.

Pur precisando che aveva smesso di fumare “nonostante e non grazie

a lui”, ammette che se non l’avesse conosciuto non avrebbe acquistato

la consapevolezza che la vita non dipendeva dalle sigarette e che

sarebbe stato assurdo preferire la morte alla loro rinuncia.

Col tempo trovò la spiegazione ad un evento che poteva sembrare un

miracolo: la liberazione da un incubo, da una schiavitù che

distruggeva lentamente la vita; la radicale facilità con la quale era

avvenuta la rinuncia.

La spiegazione era data dal fatto che erroneamente aveva cercato di

capire perché era stato tanto facile raggiungere lo scopo; avrebbe

dovuto chiedersi, invece, perché i fumatori ritengono tanto difficile

liberarsi da quella schiavitù che conduce il corpo alla rovina.

30

Page 33: Tobacco addiction

La sua esperienza lo indusse a portare a conoscenza di coloro i quali si

trovassero nel suo vecchio stato di dipendenza, del modo di venirne

fuori.

Presupposto necessario per la riuscita è, a suo avviso, sincronizzare il

cervello con il corpo.

Il metodo comunemente proposto, che Allen Carr definisce “Metodo

della forza di volontà”, si sostanzia nell’ evidenziare i lati negativi del

fumare, nel presupposto che una più o meno lunga astinenza,

eliminerà del tutto il desiderio e i pericoli per la salute.

Tuttavia queste ragioni finiscono per agire in senso negativo, in

quanto suscitano la convinzione di sottoporsi ad un sacrificio, ad una

forzata rinuncia ad un piacere e ad un sostegno nei momenti difficili.

Il metodo di Allen suggerisce una domanda iniziale: “Perché vogliamo

o dobbiamo fumare?”

Poi, ignorando inizialmente i motivi per i quali si vuole smettere di

fumare, chiedersi cosa dà il fumare, se piace veramente, se è

veramente necessario trascorrere la vita impiegando denaro per

immettere nell’ organismo sostanze nocive e dannose ed a volte anche

letali.

In verità fumare non conferisce alcun vantaggio.

Occorre, quindi, evidenziare la natura illusoria di tutte le

giustificazioni addotte dai fumatori che, infine, si convinceranno che

non rinunciano a nulla, ma conseguono notevoli guadagni, due dei

quali sono la salute e il denaro non impiegato per l’ acquisto di

sigarette.

In definitiva, eliminata la convinzione che la vita, senza le sigarette è

meno piacevole, che si perde qualcosa di importante, che ne deriva un

sacrificio di notevole entità, potranno prendersi in considerazione il

fattore salute e le ragioni per le quali è sorto il desiderio di smettere.

Naturale conseguenza sarà la liberazione dalla schiavitù del tabacco.

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Page 34: Tobacco addiction

Dopo questa prima premessa, nel libro l’ autore, che promuove il suo

metodo anche chiamato da lui stesso: EASY WAY, procede con un

esame analitico delle cause che, generalmente, rendono molto

problematico smettere per sempre di fumare. Per Allen tutti i

fumatori vorrebbero smettere di fumare, agli inizi pensavano di

poterlo fare in qualsiasi momento, e che sarebbe stato facile; poi, pur

riconoscendo la molteplicità degli effetti negativi, ritengono che però

una volta iniziato a fumare è molto difficile smettere.

Quasi tutti, poi, sono convinti, dopo molte riflessioni, che il fumo è un

abitudine, non considerando che le abitudini si possono cambiare nel

corso della vita. Perché allora è tanto difficile liberarsi proprio da

questa abitudine?

Perché, in effetti, non è una vera e propria abitudine quanto una

tossicodipendenza, ragion per cui appare tanto difficile liberarsene.

Inoltre egli nel libro dichiara che fumare è una trappola diabolica che

l’ uomo ha congegnato con l’ aiuto della natura.

Si è indotti a fumare perché altri lo fanno, anche se l’ inizio è faticoso

e sgradevole. Queste sensazioni negative inducono a pensare che si

può smettere di qualsiasi momento si voglia.

Tale convincimento favorisce, però, il ripetersi incessante dell’

esperienza e così si cade in una trappola dalla quale è problematico

uscire, anche se si acquista la consapevolezza dei gravi rischi per la

salute che ne derivano.

Bisogna chiedersi però quale sia il motivo per il quale, dopo le prime

sensazioni di ribrezzo nei confronti della sigaretta, si continua a

fumare.

Due, secondo Allen, sono i motivi: l’ assuefazione alla nicotina e il

lavaggio del cervello.

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Page 35: Tobacco addiction

Nel primo caso, l’ assuefazione al fumo è provocata dalla nicotina,

DROGA contenuta nel tabacco e che repentinamente causa

dipendenza; infatti una sola sigaretta può provocare l’ assuefazione.

Ogni boccata provoca l’ invio al cervello, attraverso i polmoni, di una

piccola dose di questa droga che agisce con mutevole rapidità, ma il

suo quantitativo nel sangue si riduce a metà nel giro di mezz’ ora e ad

un quarto in un’ ora.

Consegue che, dopo avere fumato una sigaretta il livello di nicotina,

nel corpo, scende e il fumatore avverte i sintomi di astinenza che non

provocano sofferenza fisica, ma semplice sensazione di vuoto ed

irrequietezza.

Il persistere di questi sintomi poi provoca nervosismo, insicurezza,

irritabilità, e porta così all’ accensione di un’ altra sigaretta.

Pochi secondi dopo l’ accensione di una sigaretta si mette in circolo

una nuova dose di nicotina che fa

cessare il desiderio e suscita una

sensazione di rilassamento e

sicurezza illusoria.

Spegnendo, però, la sigaretta torna

il desiderio e continua una reazione

a catena che dura per tutta la vita,

tranne che non la si spezzi.

L’ altro motivo rilevante per cui si

continua a fumare, secondo Allen, è

il lavaggio del cervello.

Fin dai primi anni di età l’ uomo

apprende in vari modi che i

fumatori ottengono dal fumo

piacere, rilassamento, sicurezza, coraggio, serenità, ecc.

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Page 36: Tobacco addiction

Film, opere teatrali o letterari presentano la figura di un condannato

a morte al quale si porge una sigaretta accesa a soddisfacimento dell’

ultimo desiderio.

Lo stesso si rappresenta in molti film di guerra, nel momento in cui il

soldato, crivellato di colpi, sta per morire.

Altro scenario dove la sigaretta impera è quello sessuale; quanti film

presentano la coppia che, dopo avere fatto l’ amore, condivide una

sigaretta.

In definitiva, in forme diverse, la campagna pubblicitaria costituisce

uno stimolante subdolo ed efficace, lanciando un messaggio nascosto

che il fumatore assorbe in maniera diligente.

Quindi mentre la società, vede la tossicodipendenza da cocaina,

eroina, marjuana, ecc., con grande disappunto, non voluta, mentre

queste droghe provocano un centinaio di decessi in un anno, nello

stesso periodo si verificano, a causa del fumo, circa centomila morti

nei soli paesi occidentali.

Tutto questo dovrebbe indurre a riflettere sul perché si fuma, se se ne

ha bisogno.

La risposta, comunque, sarà sempre no, assolutamente no!

Allora cosa spinge realmente a continuare di fumare? La paura della

sensazione di vuoto e insicurezza che si trova quando si smette di

assumere nicotina.

In verità chi non fuma non viene privato di nulla, il fumatore invece

rinuncia alla salute, all’ energia, alla sicurezza, alla tranquillità

mentale, al rispetto di sé stesso e alla libertà.

Tanti sacrifici sono affrontati per ottenere che cosa? Nulla, o l’

illusione di conquistare lo stato di pace, tranquillità e sicurezza di cui

il non fumatore è sempre in possesso.

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Page 37: Tobacco addiction

Secondo Carr è errata la convinzione dei fumatori di ottenere dal

fumo piacere e distensione, in verità, sia pure inconsapevolmente,

cercano di alleviare i sintomi di astinenza.

Peraltro, aumentando lo stato di dipendenza dalla droga, diventa più

grande il bisogno di alleviare quei sintomi.

Inoltre risulta pure errata la convinzione che la sigaretta allevi la noia.

In verità il fumatore che non sta fumando sente che gli manca

qualcosa, ma se è intento in una attività che non comporta stress, può

stare anche a lungo senza accorgersi della mancanza della droga

(nicotina).

I fumatori ritengono di essere consapevoli dei rischi derivanti dal

fumo, ciò non corrisponde al vero.

Tattiche intimidatorie riguardanti la salute, pertanto, non conducono

a dei risultati positivi: i fumatori inventeranno sempre storielle simili

a quella del nonno che, benché avesse in vita fumato quaranta

sigarette al giorno, è vissuto novant’ anni.

Il metodo giusto è un altro: far capire quanto sarà più piacevole la vita

dopo avere smesso definitivamente di fumare.

Molti fumatori, invece, spesso consigliati da un medico o da “esperti”,

si propongono di fumare meno al fine di smettere o di diminuire

sensibilmente il numero di sigarette al giorno.

Il metodo è errato ed il tentativo è destinato a fallire; infatti, da una

parte non si elimina la dipendenza dalla nicotina e dall’ altra non si

accende la sigaretta quando si vuole, ma ad intervalli prestabiliti. Ciò

non soddisfa i sintomi di astinenza e rende irascibili e tristi; la

sofferenza che ne deriva aumenta il godimento della sigaretta che si

fuma, in quanto si allevia l’ agitazione provocata dal desiderio.

Consegue che meno si fuma, più a lungo si soffre a causa di sintomi di

astinenza: in effetti, come già detto, il fumare non è un abitudine, ma

35

Page 38: Tobacco addiction

una tossicodipendenza e, come tale, spinge ad aumentare le dosi, non

a diminuirle.

Pertanto, ridurre il numero di sigarette non è un rimedio efficace in

quanto impone un notevole autocontrollo per tutta la vita, ma, se non

si possiede tanta forza di volontà da smettere, come si può possederne

a sufficienza per continuare a limitare il numero di sigarette fumate?

In effetti smettere del tutto è meno penoso e più facile.

Il proposito di fumare “una sola sigaretta”, infatti, sia di chi non ha

mai fumato, sia di chi ha smesso, è un mito: questo dovrebbe pensare

sia l’ una sia l’ altra categoria di persone.

È proprio una sola sigaretta che può costituire l’ inizio ed è proprio

una sola sigaretta che il più delle volte trascina nella dipendenza il

fumatore che era riuscito a liberarsene.

Non esiste la sigaretta singola, alla prima seguirà sempre la seconda e

così via, dando inizio ad una reazione a catena.

Allora ci si può chiedere quale sia il momento giusto per smettere, è

molto importante riconoscerlo ai fini di ottenere un successo,

considerando, con assoluta serietà, che è il momento più importante

della vita.

Dal momento scelto per smettere, fumando l’ultima sigaretta, deve

prendersi coscienza che “è meraviglioso non doverlo fare mai più”,

che non si sta compiendo un sacrificio bensì stanno per ottenersi

enormi vantaggi, che il fumare non produce, in maniera assoluta,

alcun beneficio, che quando si è accesa la prima sigaretta non

sussisteva alcuna volontà di continuare, incessantemente, per tutta la

vita, che nessun fumatore accanito vorrebbe, coscientemente,

continuare a fumare per il resto della vita.

In ogni momento ed in ogni occasione che dovesse presentarsi dopo il

successo, l’ ex fumatore deve ricordare che quando non si sentirà più

il desiderio di nicotina, si sarà mentalmente e fisicamente più forti e

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Page 39: Tobacco addiction

più in grado di affrontare i problemi e di gioire dei momenti più felici

della vita. Non fumando, nulla si è perso, mentre al fumatore sono

stati tolti: salute, energia, denaro, sicurezza, tranquillità mentale,

coraggio, serenità, libertà e rispetto per se stesso. Pertanto, i fumatori

non possono essere oggetto di invidia, ma soggetti bisognosi dell’

altrui pietà.

È naturale che si presentino, nel corso della vita, “cause di

insuccesso”, quali l’ influenza esercitata da altri fumatori; per

esempio, durante un’occasione sociale, qualcuno accenderà una

sigaretta e potrebbe sorgere la tentazione.

È necessario a quel punto ricordare che “non esiste una sola

sigaretta”, che si è spezzata una reazione a catena e che questo evento

ha suscitato l’ invidia del “fumatore”.

Altra causa, inoltre, di insuccesso può essere una giornata difficile;

occorre pensare, in tal caso, che fumatori e non fumatori possono

avere giornate difficili: nella vita esistono sia momenti belli sia tristi.

L’ ex fumatore che ha usato il “metodo della forza di volontà”, durante

una giornata difficile si rattrista e pensa alla sigaretta ed al falso aiuto

che gli dava.

Chi, invece, ha eliminato la dipendenza è consapevole di non

affrontare un sacrifico, ma di conseguire numerosi, ma soprattutto

notevoli vantaggi; sa che se la giornata è difficile, la sigaretta non l’

avrebbe comunque cambiata, così, non si rattrista, ma si rallegra

pensando alla liberazione dall’ orribile vizio.

Il momento in cui il fumatore diviene un “ex fumatore” viene definito

da Allen Carr “il momento della rivelazione”, e si manifesta all’ incirca

tre settimane dopo avere fumato l’ultima sigaretta, questo è il

momento in cui il “lavaggio del cervello” è come non fosse mai

avvenuto.

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Page 40: Tobacco addiction

È il momento in cui si ha la consapevolezza che “l’ultimo anello della

catena si è spezzato” e che per tutto il resto della vita può non più

presentarsi il desiderio di fumare.

I suggerimenti dati da Allen Carr nel del suo libro costituiscono un

metodo che, come gli altri, possono conseguire effetti positivi o

negativi, in relazione alle doti caratteriali, fisiche e psicologiche dei

soggetti che, caduti nella trappola del fumo, tentano di uscirne per

ragioni, in massima parte, di natura patologica, non escludendone

altre di natura psicologica o affettiva.

Questo metodo, per quanto possa affidarsi molto alla riflessione e al

ragionamento, conduce infine ad un richiamo alla forza di volontà,

poiché il soggetto deve avere la forza di convincersi che il fumo non

produce alcun vantaggio e la sua eliminazione, di contro, suscita un

senso di liberazione e di gioia di vivere.

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Page 41: Tobacco addiction

Le teorie psicologiche sulla prevenzione

Il fumo viene catalogato come una patologia cronico-degenerative,

l’atto del fumare diventa, infatti, una delle prime esigenze quotidiane

della vita per il fumatore.

Si dovrebbe, invece, dare il giusto peso a questa azione che viene da

molti definita come un abitudine, che piuttosto non è altro che una

delle maggiori cause di morte nei paesi occidentali.

Bisognerebbe, dunque, esercitare all’ interno della società una forte e

valida campagna per la prevenzione della dipendenza da fumo, così

da sensibilizzare la popolazione composta sia da fumatori sia da non

fumatori in modo che questo nocivo fenomeno del tabagismo si

avvicini sempre più ad una fine.

Per quanto si sia sempre detto e ripetuto che il fumo fa male, la

sigaretta esiste ancora.

Sono state formulate nei diversi anni alcune teorie psicologiche che

spiegano come prevenire questo fenomeno.

Una teoria molto importante è: la teoria dell’ apprendimento sociale.

Questa teoria adopera tre variabili di carattere ambientale, cognitivo e

comportamentale.

Il primo caso, quello ambientale, è quello che fornisce all’ uomo

divieti, leggi, che vietano di fumare in alcuni luoghi pubblici. Questo

porta a modificare il comportamento delle persone che si devono

adeguare all’ ambiente in cui si trovano.

Nel secondo caso, ovvero quello cognitivo, indica tutte le conseguenze

che un dato comportamento può provocare; l’ abilità sta nel capire se

è il caso o meno di compiere una data azione. Così l’ uomo fumatore

deve cercare di domandarsi se valga davvero la pena di fumare,

oppure no.

Il terzo caso, invece, è quello comportamentale che segnala come

39

Page 42: Tobacco addiction

l’ uomo tende sempre ad imitare il comportamento degli altri in

determinate situazioni: questo processo di imitazione

comportamentale può essere visto come il maggiore elemento in

grado di fare adottare un nuovo comportamento ad una persona.

Bisogna sempre sapere distinguere però quale sia un atteggiamento

positivo e quale uno negativo.

Bisognerebbe dunque porsi

delle domande:

1. quali variabili

cognitive determinano

nell’ individuo un dato

comportamento nei

riguardi del fumo che

sia positivo o

negativo?

2. quali variabili

ambientali determinano nell’ individuo un dato comportamento

nei riguardi del fumo positivo o negativo?

3. quali variabili comportamentali determinano nell’ individuo un

dato comportamento nei riguardi del fumo positivo o negativo?

Un'altra teoria importante è: la teoria della diffusione dell’innovazione.Questa teoria fa riferimento alla velocità e all’ adattabilità di

diffusione di un determinato comportamento innovatore.

Questo dato comportamento può essere adottato più o meno

velocemente, per questo motivo si possono distinguere cinque diverse

categorie di persone:

· gli innovatori;

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Page 43: Tobacco addiction

· gli adattatori precoci;

· la maggioranza precoce;

· la maggioranza tardiva;

· i resistenti.

Questa teoria è adattabile, dunque, al fenomeno del tabagismo,

utilizzando come comportamento in esame quello del fumatore.

Anche in questo caso è possibile porsi delle domande:

1. cosa può rendere una persona completamente resistente alla

decisione di fumare?

2. cosa, invece, porta una persona a diventare “adattatore precoce”

facendo sì che inizi a fumare in giovanissima età?

Infine un’ultima teoria è quella che prende il nome di Modello di Fishbeim e Ajzen.Secondo questi due autori la possibilità di intraprendere o meno un

dato comportamento dipende da due diversi fattori:

· attitudine individuale: l’ atteggiamento che una persona ha nei

confronti di un comportamento individuandone il valore delle

conseguenze, come nel caso del fumo;

· norma soggettiva: è la percezione che un individuo ha nei

confronti di un comportamento in relazione a ciò che fanno gli

altri; questo dipende dalle capacità di adattamento, ma anche

dalle aspettative che gli altri hanno sull’ individuo stesso tale

che egli possa modificare il suo comportamento.

Questa teoria è facilmente utilizzabile per descrivere il

comportamento di un fumatore, che tende ad imitare gli altri, ma non

dando il giusto peso alle conseguenze delle sue azioni.

41

Page 44: Tobacco addiction

La scuola: educare i ragazzi alla salute.

Nell’ anno 1991 in Italia è stata diffusa una circolare che sanciva

l’introduzione nelle scuole dell’ educazione alla salute.

Istruire i ragazzi sin dalla tenera età e metterli in guardia sul fumo,

sulla pericolosa tossicodipendenza determinata dalla nicotina, è

importante e necessario.

Lo scopo della “educazione alla salute” è quello di valorizzare ogni

singolo alunno così da svilupparne le capacità di pensiero, in modo

che i ragazzi siano capaci di prendere le giuste decisioni per la propria

salute.

In questo caso la funzione del docente non è più quella di trasmettere

la cultura, ma anche di educare il ragazzo e di renderlo capace di

usare la propria testa.

Compito fondamentale della scuola, quindi, sarebbe quello di aiutare

ancora di più i ragazzi, con forte autorevolezza, a migliorare la qualità

della loro vita, a prevenire tutto ciò che è negativo e dannoso per la

vita, in particolar modo a prevenire la terribile “abitudine” del fumo.

Dunque fornendo ai ragazzi gli strumenti giusti per costruire la

propria identità personale, aiutandoli a favorire autostima e quindi

cura e attenzione per la propria salute; essi potranno acquisire così

abitudini regolari e stili di vita sani. Soprattutto è necessario educarli

a fare le scelte giuste che non vadano contro la salute.

In questo caso il ruolo dei genitori diventa anche di fondamentale

importanza.Essi devono essere coinvolti in questo importante

processo educativo attraverso un solido rapporto tra scuola e

famiglia, il cui orientamento verte verso la condivisione degli stessi

obiettivi: aiutare ed educare i figli/alunni.

È importante, inoltre, in questa lotta contro il fenomeno del

tabagismo, formulare delle proposte educative che superino la sfera

della mera conoscenza, ma che diano informazioni e conoscenze più

42

Page 45: Tobacco addiction

specifiche sui danni del fumo che possono arrivare dopo poco o molto

tempo e, soprattutto, è fondamentale, colpire la sfera emotiva e

comportamentale dei ragazzi.

Pertanto ogni azione della scuola e dei docenti, deve essere mirata a

fornire un aiuto ai ragazzi per acquistare una propria autostima,

poiché avendo una maggiore fiducia in sé stessi e nelle proprie

capacità, saranno capaci di evitare di cadere nell’inganno di quelle

sostanze dannose alla propria salute. Allo stesso tempo, bisogna dare

loro anche le giuste competenze per riuscire a mantenere il

comportamento positivo acquisito.

Bisognerebbe, per rendere efficace questo progetto, fornire ai ragazzi

la consapevolezza di sé stessi e il desiderio di vivere bene nel

presente, facendo le scelte giuste per preservare un futuro migliore,

iniziare ad educarli già dalla scuola materna ed elementare,

raccontando ai bambini storielle che mostrino il fumo come un

qualcosa di estremamente negativo.

Mentre nella scuola media, occorre insegnare loro a rifiutare il fumo,

poiché è proprio questa l’ età più vulnerabile dove si può iniziare la

tossicodipendenza da nicotina, per poi continuare quest’ opera

educativa anche negli anni della scuola superiore.

Programma antifumo per le scuole

Il programma scolastico per la prevenzione contro il fumo e la

dipendenza da tabacco si divide in diversi punti:

1. Bisogna sviluppare e rinforzare il divieto di uso e consumo di

prodotti a base di tabacco nelle scuole, così come è stato sancito

dalle leggi.

2. Bisogna dare informazioni adeguate sulle conseguenze sociali e

fisiologiche negative a breve e a lungo termine relativamente all’

43

Page 46: Tobacco addiction

uso di tabacco ed alle competenze e capacità necessarie per

rifiutarne l’uso.

Bisogna però tenere in considerazione diversi punti

fondamentali:

• le conseguenze, che possono essere a breve o a lungo

termine, di natura fisiologica;

• le norme sociali relative all’ uso di tabacco;

• le ragioni per le quali gli adolescenti dichiarano di

cominciare a fumare;

• le influenze sociali che promuovono l’uso di tabacco;

• le competenze comportamentali ed attitudinali che una

persona deve possedere per resistere alla pressione di chi

lo invita a fumare;

• le competenze di carattere personale e sociale più

generali, come, ad esempio, la capacità di risolvere dei

problemi o fissare e mantenere degli obiettivi, e tutti gli

elementi che dovrebbero aiutare i giovani ad evitare ogni

problema di salute derivato dall’ uso di tabacco.

3. Bisogna fornire programmi di educazione da sviluppare a

spirale partendo dalla scuola materna e giungere fino, almeno,

alla scuola superiore. Questi programmi dovrebbero essere

particolarmente intensivi per i bambini che hanno terminato la

scuola elementare e sono diretti verso la scuola media. Le

caratteristiche, dunque fondamentali di questo programma

sono l’ evoluzione a spirale e l’ intensità di coinvolgimento.

4. Bisogna, inoltre, specificare anche dei programmi di educazione

per gli insegnanti, così che essi, a loro volta, possano

trasmettere la giusta educazione alla salute agli alunni.

5. E’ necessario, inoltre, coinvolgere i genitori e le famiglie così da

avere un supporto ai programmi scolastici.

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Page 47: Tobacco addiction

6. Bisogna sostenere e incentivare l’ abbandono del fumo tra

studenti e personale scolastico.

7. Bisogna, infine, valutare l’ efficacia degli interventi di

prevenzione del tabagismo ad intervalli regolari.

Tutte queste raccomandazioni sono fondamentali per una buona

riuscita di un programma di prevenzione del tabagismo indirizzato

alla popolazione più giovane da realizzare nel contesto scolastico. Così

la scuola potrà diventare un vero e proprio “cantiere” di iniziative a

sostegno della salute.

La nostra campagna

La nostra fondazione volge la sua attenzione ai ragazzi in età

adolescenziale e nello specifico dai 12 ai 20 anni, età in cui

generalmente si inizia ad avere un rapporto decisamente più

ravvicinato e più consapevole, con la sigaretta.

Per questo motivo la nostra lotta contro il fumo prevede degli incontri

di approfondimento sul tema nelle principali scuole con

l’affiancamento degli insegnanti, la diffusione di due campagne

pubblicitarie di immagini, una video e con depliant. La campagna

avrà inizio dal mese di settembre e si protrarrà per tutto l’anno

scolastico, terminando quindi nel mese di giugno. Le stampe

verranno affisse negli appositi spazi pubblicitari delle città, in

particolar modo nelle vicinanze di licei e scuole medie, parchi, metro

e fermate autobus e negli stessi luoghi provvederemo alla

divulgazione dei depliants.

Per quanto riguarda invece, il video, abbiamo preso accordi con le reti

Mediaset, Canale 5 e Italia 1, per la messa in onda della nostra

campagna pubblicitaria durante le fasce orarie che crediamo più

seguite dai giovani, dalle 14 alle 17 e dalle 20 alle 22.

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Page 48: Tobacco addiction

Il testimonial per questa campagna pubblicitaria contro il fumo sarà:

Patrick Dempsey.

In seguito ad un’ indagine fatta, si è riscontrato che la famosa serie

televisiva americana Grey’s Anatomy, sia una delle più seguite ed

apprezzate anche nel nostro paese ed è proprio per questo motivo che

abbiamo ritenuto opportuno scegliere uno dei protagonisti come

testimonianza rappresentativa della nostra campagna.

Il “Dottor Sheperd” infatti, così comunemente noto ai ragazzi, oltre ad

essere uno degli attori più amati del cast, da parte di entrambi i sessi,

ha sempre rappresentato personaggi dai ruoli positivi e rilevanti,

soprattutto in questo caso, ricoprendo il ruolo di un medico di

successo.

Un’altra ragione che ha spinto questo personaggio ha sostenere la

nostra causa è il suo stile di vita: è un non-fumatore, naturalista. Per

tutte queste ragioni reputiamo giusto sostenere, rafforzare e

incoraggiare il modello di persona ideale: salutista, quella persona

molto attenta alla propria salute e alle condizioni fisiche per

mantenere a lungo tale stato. Per quando riguarda il budget invece, la

Regione Lombardia, Ministero della Salute e il Coni hanno finanziato

una cifra di 8 milioni di Euro, importo che crediamo sufficiente per il

raggiungimento della nostra missione.

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Page 49: Tobacco addiction

Glossario:

AAlcaloide: base organica azotata, di origine prevalentemente vegetale,

con azione curativa o tossica.

Amina: composto organico basico che deriva, almeno formalmente,

dall’ammoniaca per sostituzione di uno o più atomi di idrogeno con

radicali alchilici o acrilici.

BBenzopirene: idrocarburo aromatico policiclico, contenuto nel

catrame del carbon fossile; è fortemente nocivo alla salute.

CCarbossiemoglobina: composto stabile, derivante dalla combinazione

dell’emoglobina con l’ossido di carbonio, che determina la morte per

asfissia.

Catecolamina: composto appartenente a una classe di sostanze

organiche azotate caratterizzate dalla presenza nella molecola di un

gruppo derivato dalla catechina.

Chemocettore: recettore di reazioni chimiche.

Colinergico: che viene stimolato da sostanze con azione

farmacologica.

DDopamina: catecolamina che negli animali superioro svolge

importanti funzioni di neurotrasmettitore nel sistema nervoso

centrale la cui carenza, nell’uomo, provoca il morbo di Parkinson.

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Page 50: Tobacco addiction

GGanglio: nodo di vasi linfatici o di cellule nervose.

NNoradrenalina: catecolamina che agisce da neurotrasmettitore del

sistema nervoso simpatico, precursore dell’adrenalina nella parte

midollare della ghiandola surrenale.

TTermocettori: recettore sensibile alle variazioni della temperatura.

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Page 51: Tobacco addiction

Bibliografia:

- A. Carr, "The Easy Way to Stop Smoking", January 2005

- Gruppo Vivere la nostra salute dell’ Associazione Brianza per il

Cuore, Associazione Salute Donna, Città di Monza, Fumo? No, grazie!

Progetto per un sano stile di vita.

Sitografia:

- http://www.salute.gov.it/

http://www.asmaeallergia.it/smokefree.php

-http://www.asmaeallergia.it/smokefree.php

- http://www.benessereblog.it/post/2823/parte-da-roma-la-

campagna-di-prevenzione-del-tumore-al-colon-retto

-http://www.benessereblog.it/post/2823/parte-da-roma-la-

campagna-di-prevenzione-del-tumore-al-colon-retto>

- http://www.asltrapani.it/content.php?pag=214

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