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ALL E P AGI NE3, 4E 5 I CONTI TORNANO Oltre30miliardi diricavi,unutile aggregato di564milioni Lacrisièalle spalle ,manon pertutti.Numeri estoriedel2014 la classifica De Lon ghi allu nga La scalata delle emergenti MARINIA PAGINA23   ALL E PAGINE17E 21   APAGINA45 indic i e perf ormance dell e prime500 aziende trevigiane TUT TELE VOCI DEIBILA NCI DAPAGINA 4 A PAGINA15 SUPPL EMENTOAL NUMEROODIERNO- DIRETTORERESPONSABI LEPIERANGELAFIORANI IL COMMENTO Il capi tale uman o oltre l’ossessi one di innovare GIOVEDÌ3 DICEMBRE2015 LE INTERVISTE Diadorae Bene tton le vie de l ri lan cio  pass ano dall a sto ria LA CULTURA Il prem io Ston efly gi ov anie art e ide e per l’azi enda “Unindustria c’è” non è uno slogan, ma un impegno etico e operativo di Unindustria Treviso nei confronti di ciascuna impresa associata. “Unindustria c’è” significa che una molteplicità sempre più ampia e differenziata di esigenze espresse dalle imprese trova valida e spesso esclusiva risposta nei servizi offerti dalla loro Associazione. una opportunità da condividere

Top 500 Treviso 2015

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ALLE PAGINE3, 4E 5

I CONTI TORNANO

Oltre30miliardidiricavi,unutileaggregatodi564milioniLacrisièalle

spalle,manonpertutti.Numeriestoriedel2014

la classifica

DeLonghiallungaLascalatadelleemergenti

MARINIA PAGINA23   ALLE PAGINE17E 21   APAGINA45

indici eperformancedelleprime500 aziendetrevigiane

TUTTELE VOCI DEIBILANCI

DAPAGINA 4 A PAGINA15

SUPPLEMENTOAL NUMEROODIERNO-DIRETTORERESPONSABILEPIERANGELAFIORANI

IL COMMENTO

Il capitaleumanooltre l’ossessionedi innovare

GIOVEDÌ3 DICEMBRE2015

LE INTERVISTE

Diadorae Benettonleviedel rilancio passanodalla storia

LA CULTURA

Il premioStoneflygiovanie arteidee per l’azienda

“Unindustria c’è” non è uno slogan, ma un impegno etico e operativo di Unindustria Treviso nei confronti di ciascuna impresa associata. “Unindustria c’è” significa che

una molteplicità sempre più ampia e differenziata di esigenze espresse dalle imprese trova valida e spesso esclusiva risposta nei servizi offerti dalla loro Associazione.

una opportunità da condividere

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diUGOSOSTERO

L’analisi deidati dibilan-cio dell’esercizio 2014delleprime500 impre-

se della provincia di Trevisoper volume di ricavi mette inlucel’uscitadell’economia tre-vigiana dallacrisi cheha carat-terizzatogli ultimianni.

Se osserviamo l’aggregatodeibilancidelleprime500 im-prese del2013 (come sitrattas-se di un’unica multiformeaziendache opera intutti com-parti economici del territorioprovinciale) otteniamo l’im-magine di un’impresa con30,4miliardidi euro di ricavie32,7miliardi di totale delleatti-vità(ossia l’insiemedegli inve-stimenti realizzati dalle azien-de delcampione)che produceunutilenettoaggregatodi 564milioni dieuro.

Se valutiamo le prestazionieconomiche espresse dall’ag-gregatodei bilancidelleimpre-se presenti nella classifica del2014perle qualisonodisponi-

bili i dati comparativi del2013si può osservare che – a diffe-

renza dei due anni precedenti– nel 2014 c’èstatoun notevo-lemiglioramento.I ricavisonomediamente cresciuti del4,8%, ma il risultato operativo(Ebit)èsalitodel37,3%el’utilenetto è più che raddoppiato(+121%).

 Anche la remunerazionedelle risorseinvestitedalla pro-prietà, espressadalla redditivi-tà del capitale proprio (ROE),passa da un modesto 2,1% adunpiù soddisfacente 4,4%.

L’analisi dell’aggregato del-le prime 500 imprese tende a

mediare i risultati che, pur es-sendo complessivamente inmiglioramento, nascondonoperòuna grandevarietàdi per-formance aziendali, come sipotrà vedere anche nell’anali-si dei singoli settori che saràcondotta nellepagine seguen-ti. La crisi, infatti, non è stataaffrontata allo stesso mododatutte leimprese.Ma unnume-ro consistentedi aziende sem-braaverla ormaialle spalle. In-fatti, se dall’aggregato si passa

ad analizzare le performancedelle singole imprese che lo

compongono si può notareche la maggior parte è riuscitaa crescere:per il 69%delle im-prese i ricavi del 2014 sonomaggiori rispetto al 2013 (loscorsoannoeraverosoloperil61% delleimprese,l’anno pre-cedente solo peril 46%). Traleprime 100nella classifica gene-rale sono da segnalare per lacrescitadei ricavi: Applied Ma-terialsItalia S.R.L.che rispettoall’anno precedente sale di118 posizioni nella classifica

grazieun incrementodei rica-vi del 130%; Milleuno S.P.A.

che saledi 23posizioni (+52%di ricavi); Fisher & Paykel Ap-pliances Italy S.P.A.che sale di28 posizioni (+ 46% di ricavi);Biscotti CrichS.P.A.che saledi21 posizioni (+ 62% di ricavi);Olimpias GroupS.r.L. che saledi 20 posizioni (+58% di rica-vi); Carron Cav. Angelo S.P.A.che sale di 15 posizioni (+81%diricavi).

Tra le 500 imprese presentinel campione 2014 l’84,3% harilevato un utile, mentre

nell’esercizio precedente solol’80,3% dellemedesimeimpre-

seraggiungevaun risultatopo-sitivo.Tra le prime 100 impre-se presenti nella classifica ge-neralesonoda segnalareper lacrescita dell’utile: Zoppas In-dustries - S.P.A., il cui l’utile siè più che decuplicato rispettoall’anno precedente; Superbe-tonS.P.A. conun utile quintu-plicato; Impresa TononS.P.A.,CO.MET.FER. S.P.A., AligroupS.R.L. e Fisher & Paykel Ap-pliances Italy S.P.A., tutte conunutile triplicato.

Pur permanendo una quotadi imprese checontinuaa sof-friredi performanceredditualinegative,da questaterza ricer-cacondottasui datidi bilanciodelle prime 500 imprese ope-rantinel territorio della Marcatrevigiana emerge l’immaginedi un’economia che, avendodovuto nel passato sacrificarei margini e investire nuovi ca-pitaliper mantenerele propriequote di mercato e frenare lacaduta dei fatturati, ha final-mente iniziato a cogliere i me-ritati frutti di questi investi-

mentiperla crescita.©RIPRODUZIONERISERVATA

3

2014, RITORNOALL’UTILE

LACRISIÈALLESPALLEL’84,3percentodelleTop500trevigianehachiusoconunrisultatopositivo

AppliedMaterialscampionediricavi, Zoppas Industriesdi ricchezza

GLOSSARIO

L’analisi dei bilanci 2014 delle500 imprese di maggiori dimen-sioni dellaprovinciadi Trevisoèstata condotta da un gruppo didocenti delDipartimentodi Ma-nagement dell’Università Ca’Foscari Venezia, coordinato daMorenoMancine composto daUgo Sostero, Chiara Saccon,Carlo Marcon e Marco Fasan. Ilteam di ricerca si è dedicatoall’analisi dei dati e all’elabora-zione dei commenti generali ediquellirelativiai singolisettori

esposti nelle pagine seguenti.L’estrazione deidati è statarea-lizzatacon estrema curae atten-zione dal dott. Paolo Vezzaro diPwC (PricewaterhouseCoo-pers) e dalla dott.ssa FedericaLucchetta (Studio Associato diConsulenza d'Impresa CON-SIMP) - che ha contribuito an-che alcommentodei risultatire-lativi ad alcuni settori. Ai colle-ghiche hanno partecipato alla-voroe a PwC chel’ha finanziatavannoinostriringraziamenti.

laricerca

LEANALISIELECIFREDICA’ FOSCARIEPwC

Laricerca èstatacondottasulleprime500 aziende dellaprovin-cia di Treviso per volume di ri-cavi generato nel 2014. I dati egli indicatorisono statiestrapo-lati dal database AIDA di Bure-au Van Dijk e integrati, conriferimento ai dati mancanti,dai bilanci originali depositatipresso la Camera di Commer-cio. Per le aziende che presen-tano una chiusura dei conti indata diversa dal 31.12 si è fattoriferimento al bilancio più re-

centepresentenel database AI-DAconalmenoseimesidi atti-vitàsvolta nel2014.

Nei limiti delle informazionidisponibilisi è cercatodi evita-re duplicazioni di valori, ripor-tando per le aziende che rien-trano nelperimetro diun grup-po societario solo i dati relativial bilancio consolidato (colon-na Cons), se presente. Nei casiin cui il bilancio consolidato diun gruppo non sia risultato di-sponibile,si è provvedutoad in-serirei dati relativi ai bilanciin-dividuali delle aziende delgruppo con sede legale nellaprovinciadi Treviso.La costru-zionedei settori è statarealizza-tasullabasedeicodiciAtecoas-sociatia ciascuna azienda.Tut-tavia è doveroso sottolinearechenon semprela classificazio-ne Ateco rispecchia fedelmen-te la tipologia di attività svolta.Inpresenzadi holding finanzia-riesi è provvedutoa riclassifica-re il gruppo nel settore in cuioperativamenteè statarealizza-ta la maggior parte dei ricavinel2014.Le attivitàdiversifica-tecompaionoin “Altrisettori”.

ILMETODO

IDATIDIAIDA 

SULVOLUME

DIRICAVI

MorenoMancinricercatoredi Economia

CarloMarcon,ricercatorediEconomiaAziendale

FedericaLucchettaconsulented’impresa

NORDESTECONOMIA•TOP500

Supplementoal numero

odiernode

LATRIBUNADITREVISODirettoreresponsabile

PIERANGELAFIORANIVicedirettore

ANTONELLOFRANCICAacuradi

TIZIANOMARSONConcessionariapubblicità

A.Manzoni &C S.p.a.CorsodelPopolo 42

31100Treviso

tel.0422/575611

UgoSostero,ordinariodiEconomiaaziendale

ChiaraSaccon,associatodiIntern.Accounting

MarcoFasan,ricercatorediEconomiaaziendale

PaoloVezzaroPwC

ANALISI     ILPUNTO

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diMORENOMANCIN

Le imprese che operanonel comparto della Fab-bricazione di macchinari

e apparecchiature salgono nelgradinopiùaltodelpodionellaspeciale classifica dei settorieconomici rilevanti con circa5,3 miliardi di ricavi aggregati.Il settore è guidato dal GruppoDe Longhi che si conferma laprima impresa del territorio

con oltre 1,7 miliardidi euro diricavi, inaumento di100 milio-nirispettoal 2013 e contuttigliindicatoridi redditivitàin nettoincremento. Il settorein esameresiste all’assalto del compartodella Calzatura tessile e abbi-gliamento che sembra arresta-relacadutadivolumiemarginiregistrata nelle precedenti edi-zioni di questa ricerca, regi-strando un aumento dei ricavidel9,2%accompagnatodaunabuonaripresa anchedella mar-ginalità a livello aggregato.Rientranointalecompartoduestoriche aziende del territorio

come Benetton e Lir (gruppoGeox) che si posizionano nellaparte alta della classifica gene-rale, rispettivamente al 3° e 4°posto tra le Top 500 impresedella provincia. Entrambe pre-sentano ricavi e margini in de-ciso miglioramento, anche senonsono sufficientia garantireilritorno all’Utile peril Gruppodi Ponzano Veneto che chiudel’esercizio con una modestaperditadi esercizio. Al secondo

posto in classifica si confermaPermasteelisa, nota azienda di VittorioVenetoattiva nellapro-gettazione, produzionee instal-lazione di involucri architetto-nici e facciate continue che dasolarappresentapiùdellametàdell’intero settore di apparte-nenza (fabbricazioni in metal-lo).

L’analisidei bilancidelle pri-me500 impresedellaprovinciasembra finalmente fornire se-gnali concreti di una decisa ri-partenza dell’economia trevi-giana.I ricaviaggregati nonso-lo registrano un netto incre-

mento rispetto al corrispon-dente valore del 2013 – in cre-scita di oltre 1,4 miliardi – matale crescita si osserva in ma-niera diffusa in tutti i compartidell’economia del territorio.Tutti i settori a cui sono ricon-ducibilile 500aziendeanalizza-tenella ricerca registranoincre-menti dei ricavi che vanno dal2% del comparto alimentari ebevande fino al 12,2% diquelloautomobilistico. L’unico setto-

re che riporta una seppur lievediminuzione del volume di af-fari è quello delle Utilities e ge-stione rifiutiche risente, in mi-sura significativa della contra-zione dei volumi di vendita re-gistrata dalla capolista AscoHolding che da sola generaquasi la metà dei ricavi dell’in-terocomparto.Oltredue azien-de su tre (69%) del campioneanalizzato presentano ricavi increscita, ariprova chelaripresanon ha interessato solo alcunetipologie di aziende o settorimarappresenta untrend diam-pia portata a livello provincia-

le.Un ulteriore conferma

dell’inversione di tendenza inatto rispetto agli scorsi anni siosserva dagli indicatori relativiallamarginalità,ossia allacapa-cità di creare valore da partedelleimprese.Il datoaggregatosegnala che l’Ebitda/Ricavi -chemisura lacreazionedivalo-re realizzata dal core business

aziendale - cresce dal 7,9%all’8,1%. Quattro settori (piùquello residuale) presentanomarginalità increscitatra i qua-li spiccano proprio i primi duesettori per volume di affari, os-siaFabbricazione di macchina-ri e apparecchiature e Calzatu-re, tessile e abbigliamento. Tresettori confermano invece imarginidel 2013 in rapportoal

NORDESTECONOMIA•TOP500

DA1A50

4

100IMILIONIDIRICAVIDI DELONGHIIN

AUMENTORISPETTOAL 2013

9,2%L’AUMENTODEI RICAVIREGISTRATO

DALCOMPARTOTESSILEE

CALZATURA, CHEARRESTA LA

CADUTADI VOLUMIE MARGINIDEGLI

ANNIPRECEDENTI

100%SONOLEUTILITIESCHEHANNO

CHIUSOCON UNRISULTATOPOSITIVO

12,2%L’INCREMENTODELLEVENDITE

REALIZZATONELCOMPARTODELLE

COSTRUZIONI, REALIZZATOA SCAPITO

DEIMARGINI

LAFUGADIDELONGHI

RESPIRANOLEGRANDISileasiconfermalaprimarealtàdelterritorio,Permasteelisasemprepiùgigante

Geoxsorride,Benetton inripresa:cosìdueaziendesimbolo tornanoacrescere

lecifre

ANALISI     I SETTORI

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fatturato (commercio all’in-grosso,commercioe riparazio-ne di autoveicoli, commercioal dettaglio) mentre il calo piùsignificativosi registranel com-parto edile e immobiliare conuna contrazione dei marginidall’11,5% all’8,9%. L’incre-mento delle vendite realizzatonel comparto delle costruzioni(+12,2%)sembrapertantoesse-

re stato realizzato a scapito deimargini che hanno risentitodell’inevitabile crisi che ormaida anni imperversa sul prezzodelmattone.

I confortanti dati sull’incre-mento della marginalità delleimprese trovano conferma an-che nellapercentualedi impre-

se in utile che sale dall’80% del2013all’84% del2014.Se analiz-ziamo come si comporta que-stoindicatore all’internodei va-ri settori, emerge sorprenden-temente che il numero di im-prese in utile è in incrementoin tutti i comparti presi in esa-me:la variazione piùsignificati-va si è osservata nel compartoCalzature, tessile e abbiglia-mento che passa dal 68% al78% di imprese in utile con unmiglioramento dioltre10 pun-ti percentuali sul 2013. Le per-centuali più elevate su questoindicatore sono relative al set-

toredelleUtilities(100%di im-prese in utile nel 2014) e delleFabbricazioni in metallo(94,7%), mentre i risultatisetto-riali più bassi sono relativi alleimprese dell’Edilizia, immobi-liari e costruzionie a quellodeiMobili e arredamento con cir-catre impresesu quattro inuti-

le, un dato comunque in nettomiglioramentorispetto al 2013dove il corrispondente indica-tore si attestava in entrambi icasisuvaloriprossimial69%.

Il2014sembrapertantocon-fermarsil’anno definitivo dellasvolta con indicatori in nettomiglioramento sia per quantoattiene ai volumi sia per quelche riguarda i risultati econo-mici ottenuti dalle aziende.Unacrescita chesebbene a rit-mi differenziati si osserva intutti i settori dell’economia eche lascia senza dubbio bensperareper ilfuturo.

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i settori insintesi

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DA451A 500

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NORDESTECONOMIA•TOP500

diNICOLAMANCIN

L’osservazione dei datipresentati nei bilanciconsolidati dei venti

maggiori gruppi per rilevanzadimensionale della provinciadi Treviso, produce una visio-ne positiva della condizionedelle aggregazioni che dimo-strano una costante e genera-le capacità di generare ric-chezza.

L’analisi del profilo econo-

micodella gestione deigruppievidenziaperformance econo-miche soddisfacenti cui si ag-giungonoanchesegnalipositi-vi che provengono dall’analisidellastrutturafinanziaria.

La situazione economicaappare in progressivo miglio-ramentorispettoall’anno pre-cedente siaper quantoattieneal fatturato che alla redditivi-tà.

Il fatturato dei maggiorigruppi dellaprovinciadi Trevi-so infatti cresce, siapur legger-mente nel corso del 2014, peruna percentuale del 2,1, por-ta nd os i a u n valore d i10.492.266 rispetto a un totale

di ricavi pari a 10.272.564 nel2013.Al lieve aumento delfat-turato si accompagna inveceunimportantesaltonellapro-duzione complessivadi reddi-to. L’utile cumulativo genera-

to dai venti gruppi risulta innetta crescita, con un incre-mento del 38,3%. Il valorecomplessivo che si sposta da216.147a 299.018,deriva tutta-viadallacompensazionedi ri-

sultati economici di diversosegno e di diversa progressio-ne.Infatti,la variazione in au-mento del reddito positivo,con punte estremamente si-gnificative, riguarda undici

gruppi dei venti esaminatimentre per tre gruppi si assi-ste alla realizzazione di utilidopo un 2013 in perdita e perdue dei gruppi alla riduzionedel risultato negativo rispettoall’anno precedente. L’inter-pretazione del miglioramentodellasituazioneeconomica ri-levainoltre, attraverso la misu-ra dell’Ebitda sui ricavi, unageneralizzata crescita dellaredditività operativa (o delmargine operativo lordo) che

caratterizza ben sedici gruppie che risulta in crescita del10,1%rispettoal 2013.

La struttura delle fonti di fi-nanziamento, che segnala ilgrado di rischio finanziarioconnesso allo svolgimentodell’attività aziendale, apparein miglioramento poiché gra-zieadunariduzionedellivellodi indebitamento per undicideiventi gruppi.

 A livello aggregato la varia-zione dell’indebitamento ri-sulta tuttavia esigua, dello0,3%, perla concomitantepre-senza di variazioni di segnoopposto nell’indice di indebi-tamentoche annullanol’effet-

to positivo nella rappresenta-zione totale. Presumibilmen-teper l’influenzadella riduzio-ne dell’esposizione finanzia-ria si riduce, e in maniera si-gnificativa, l’incidenza deglioneri finanziari misuratasull’Ebitba. L’indice presentaglobalmente una diminuzio-nedel 23,8%e sono quattordi-cii gruppia presentarequestoandamentopositivo.

Nell’insieme delle situazio-nianalizzatea distinguersiper

la performanceeconomica re-lativa al fatturato, l’utile e laredditività operativa, sono ilgruppoCame e il gruppo Pro-gest.Da segnalareper l’impor-tante crescita del fatturato ilgruppo Ariele e per l’incre-mento nellaproduzionedi uti-le il gruppo Zoppas Indu-stries.

Il miglioramentodellasitua-zionefinanziariaha interessa-to,in particolare, ilgruppoNi-ce perla contrazionedell’indi-ce di indebitamento e il grup-po Vega sia per la riduzionedell’indice di indebitamentoche dell’incidenza degli onerifinanziarisul’Ebitda.

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i primiventibilanci consolidati

PaoloMenuzzodavantia untornelloCame.In alto,BrunoZagodi ProGest eFedericoZoppas

ANALISI   IGRUPPI

LAMIGLIOREANNATA 

DICAMEEPROGESTOttimeperformanceperfatturato, utilee redditività.Importante risultato

diAriele,beneancheZoppasIndustries.Ridottol’indebitamentodiNice

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diFABIOPOLONI

Diadora torna a casa. Co-sa c’è di più   made inItaly di un prodotto re-

almente realizzato in Italia?Ecco allora che, per difenderel’aura di italianità, Diadorahadeciso di riportare davvero laproduzionein casa,a Caeranodi San Marco: l’obiettivo è diarrivare nel giro di tre anni arealizzarecircail dieci percen-todelle calzaturequi.

Enrico Moretti Polegato harimesso in moto la vecchiamanovia anni Settanta nellostabilimentodi Caerano. Giàilnome, “manovia”, sa di cuoioe digrasso, dicuciture,di ma-nualitàartigianale.«Quelloè ilnostro dna: il valore del mar-chio è nella sua storia», dice ilgiovanepresidentee ammini-stratore delegato.La Lir,finan-ziaria della famiglia Polegatoche controlla anche Geox, harilevato Diadora nel giugnodel 2009. L’azienda era in gi-nocchio, piano piano si è rial-

zata: il fatturato2014 ha supe-rato i 240 milioni di euro, leprevisioni per il 2015 stimanola crescita attorno al quindiciper cento. Oltre alla manovia,insomma, Polegato jr ha ri-messo inmoto l’interaDiado-ra.

Italianità, dunque,al centrodel progetto di rilancio.«Quest’anno abbiamo decisodi iniziare la nostra operazio-ne   reshoring », dice Polegatospiegando il suo piano di co-siddetta rilocalizzazione, «ri-portando in Italia parte dellaproduzione, nello specifico iltop di gamma delle nostre li-nee di calzature, per esempioquella   heritage . Sarà intera-menteprodotto qui». Lasciategli epitaffi a metà: il distrettodello   sportsystem non è mor-

to.«Non puntiamo a una pro-duzionedi tipointensivo, qui,bensì artigianale:è unaconfer-ma del valore del   know-how del distretto di cui Diadora èstata una dei primi esponen-ti»,dice Polegatoconvanto.

Tornerà qui, dunque, unafetta tra il sette e il dieci percento della produzione (il re-sto rimane delocalizzato traCina, Thailandia e Vietnam).La linea produttiva, riapertaqualche mese fa - dopo quin-dici anni - con sei addetti, oraneoccupa unadecina e realiz-za 120 paia al giorno. Mal’obiettivo è crescere ancorarealizzando«ancheedizionili-mitate in collaborazionecon iprincipali negozi di   sneakers al mondo», spiega Polegato,«che vengono qui, si disegna-

noe personalizzanoil propriomodello e noi glielo realizzia-mo a mano. Per riuscire a

comprarle abbiamo visto sce-ne concode di notte peresse-reprimiall’aperturadeinego-zi, incredibile. Quando questipezzi si esauriscono nei puntivendita vengono successiva-

mente venduti come pezzi dacollezione.La prima“collabo”cheabbiamofatto è stata ven-

dutaper quattromilaeuro».Unmododismarcarsiverso

l’alto,insomma,da unmerca-to altrimenti saturo.Alto inte-so comequalità ecome fasciadi prezzo. I frutti si vedono: i

numeri sul mercato italianofotografanouna crescita attor-noal ventiper cento, malo svi-

luppova indoppiacifraancheinFrancia,Stati Unitid’Ameri-ca, Giappone e Corea. Siner-giecon “mamma”Geox?«No,Diadora segue un percorsosuo, i mercati sono diversi»,

spiega il presidente. La“scarpa che respira”, peresempio, sta focalizzando la

distribuzione sui negozi diproprietà,più redditizidi fran-chising  e multimarca. Diado-ra,invece, continua a puntareforte proprio sui multimarca,che in questo segmento fun-

zionano.BjornBorg,Roberto Baggio,

 AyrtonSenna. PietroMennea,

EdwinMoses,BenJohnson:lagalleria di campioni negli al-bum dei testimonial Diadoraèuncompendiodistoriadellosport. Oggi si punta menosull’uomo copertina - motividicosti- magli assiinsquadraci sono ancora, eccome: «Ilconcetto di testimonial sporti-vo rimane», dice Polegato,«perché la nostra identità èquella è vogliamo che lo ri-manga: anche il lifestyle deri-va dalle nostre linee sportive.

Cambia lo scopo: ora l’atletache veste Diadora non fa soloconoscerei prodotti al pubbli-co ma diventa alleato, amba-sciatore e collaudatoreal tem-po stesso:studia la performan-ce del prodotto in condizioniestreme, ci aiuta a migliorarlodi continuo. Come per i pro-dotti da running : il nostro te-stimonial è Daniele Meucci,campione europeo di marato-na».

Proprio una maratona eradiventatala metafora dellacri-si di Diadora. «Il periodo piùdifficileerastatotrail 2008 e il2009»,aveva raccontatoGelin-doBordin,ex campione sui42chilometri, medaglia d’oro al-leOlimpiadidi Seulnel 1988 epoi responsabile marketing aCaerano,«Sembravanogli ulti-

mi due chilometri di una ma-ratona.Potevanoesseregli ul-timi due anni di una societàfondatanel 1948.Non lo sonostati». Diadora ne è uscita ag-grappandosi al suo passato,ma non con la disperazionedella nostalgia: lì ha saputocercare la combinazione delsuosuccesso, e rimetterlain fi-lain chiavemoderna. Oggi an-cheuno chef “vip” come CarloCracco può essere il testimo-nial giusto. E tradieci anni,co-sasaràDiadora?«Iovorreichetornasse a essere il sogno ita-liano nello sport»,confida Po-legato,«unotraiprimimarchinazionali che vengono inmente quando si parla disport, qualità, made in Italy.Tutto questo si fa rimanendofedeliai valori delnostromar-

chio: italianità, sportività, au-tenticità. In ogni attività diquestaazienda».

17

‘‘Quello è ilnostrodnaIl valore del

brandè nella suastoriaParlaEnrico MorettiPolegato, l’erede di misterGeox,che harilevatol’azienda nel2009

DIADORA,SCARPEITALIANE

DALLAVECCHIAMANOVIA Unpianodirilocalizzazioneper ilmarchiodiCaerano,puntandoaunaproduzione“artigianale”L’altodigammasarà interamenterealizzato incasa.Fatturato increscitadel 15%nel 2015

NORDESTECONOMIA•TOP500

EnricoMoretti Polegato,presidentee amministratoredelegatodi Diadora

‘‘Oggi sipuntamenosull’uomo

copertina,ma gliassi insquadraci sonoancoraIl concettodi testimonialsportivorimaneperchèèlanostraidentità

INTERVISTA    ENRICOMORETTIPOLEGATO

GIOVEDÌ3 DICEMBRE2015

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Ogni anno PwC racco-gliele aspettativedi ol-tre 1.300 top manager

a livello mondiale e di 50 CEOitaliani sulleprospettivedi cre-scita a 12 e 36 mesi delle loroSocieta' conl'obiettivodi defi-nire un quadro completo edesaustivo della visionedi busi-ness degli intervistati.Dall’analisi delleultimetre edi-zioni, abbiamo un quadro ab-bastanza esaustivo di come leaziendeitaliane hanno reagito

alla crisi e su quali passi resta-noancoradacompiere.

Il nostrogiudiziocomplessi-vo è positivo sul lavoro mana-gerialesvolto dalle aziende ita-lianeintervistate; le Societàso-nopiù internazionali siacomebase clienti che come baseproduttiva, sono più orientateall'innovazione di prodotto eprocesso con nuovi investi-menti in R&S, hanno rivisto illorobusiness model utilizzan-do la tecnologia peressere più"vicini"sia ailoro clienticheaifornitori,hanno struttureorga-nizzativepiù snelleed orienta-te alle prospettive di crescitainternazionale, hanno raffor-zatoi lorosistemi e procedurefocalizzandosi sulla pianifica-zione finanziaria ed andandooltre il budget annuale per lastrutturazione della loro busi-nessvision.

Dalpunto di vista economi-co-finanziariohanno rafforza-to la loro struttura patrimonia-lee ridottoil livellodi indebita-mento finanziario in rapportoall'EBITDA.

D'altra parte abbiamo assi-

stito ad unacrescentee preoc-cupante polarizzazione delleperformance aziendali, le so-cietà "sane" finanziariamentehanno potuto darsi prioritàd'internazionalizzazione, re-clutare nuovi manager nonso-lo italiani e focalizzarsi attra-verso mirati investimenti innicchiead altovalore aggiuntograzie a significativi processid'innovazione ed usostrategi-co delle tecnologie. Le societàpiù debolidaun puntodi vistadi merito creditizio, fortemen-te basate su ricavi domestici edi piccole dimensioni, hannosoffertouna crisiaziendalepe-sante e stanno cercando pro-cessidi aggregazione "difensi-vi" con i campioni internazio-nalidel lorosettoreper evitareunforte ridimensionamento olachiusura.

Il dato macro a livello inter-nazionale ed italiano che vo-gliamo sottolineare è quello

delcalo degliinvestimentifissilordi negli ultimi anni, bastipensare chein un'areastorica-mente dinamica come il NordEstd'Italia gliinvestimenti so-no calati dal 2007 al 2014 del22%invalore.Sempredi piùlacrescentecompetizione globa-le, l'incertezza macro econo-mica collegata a rischi politicied il crescente "short-termi-smo" che ormai influenza an-che i piani delle aziende fami-liari di medie dimensionihan-no ridotto la propensione adinvestireanchein relazione al-la necessità di assumere "ri-schi di business" sempre piùsignificativi per raggiungererendimentisul capitaleinvesti-tovalidie con pay back periodridotti.

Segnali di cambiamento sistanno registrando in Italia,nelcorsoneiprimitremesidel2015 la crescita di beni stru-mentali è stata del 15% grazie

soprattutto agli incentivi dellaLegge Sabatini ed il bonusmacchinari, un segnale impor-tante mava consideratoche lacrisi aveva quasi azzerato taliinvestimenti.

Peraltro,nostrerecenti ana-lisi sul ROI di aziende italianedi medie dimensioni in alcunisettori industriali negli ultimi3 anni hanno evidenziato unadrasticariduzionedel numerodi Società con valori medi su-periorial 10%rispetto a perio-di precedenti ed aspettativedei manager di valori “a cifrasingola”nel medioperiodo.

Il percorso di cambiamentorichiesto alle aziende italianenonè terminato,la sfidatecno-logica che attende ancora leSocietà sarà tanto importantequanto il processo d'interna-zionalizzazione dei loro ricavie della base industriale su cuihannolavorato nell'ultimo pe-riodo. La sfida necessita di

nuoviinvestimenti ma soprat-tutto di un cambiamento dimentalità commerciale,opera-tivoed organizzativo.

 Avere a bordo talenti mana-gerialicapaci di fissarele prio-rità, gestireil cambiamentoedallineare costantemente leaspettative dei diversistakeholder aziendali ai nuoviscenaridi businesssaràchiaveperla fase dicrescitacheci at-tendiamoper leaziendeitalia-ne nei prossimi 3 anni. La no-

stra esperienza ci suggerisceuna dicotomia tra managerforti nell’esecuzione operativadelloro businesse quelli orien-tatia pensarea modiinnovati-vidi crescere,spessole Societàvincenti riescono ad avereCEOcapaci digiocare entram-be le partite consuccesso. Mol-te interviste ci hanno eviden-ziato il nuovo focus manage-riale su cambiamenti e pro-spettive a 3/5 anni piuttostochesulbudgeteconomico a12mesi; in tale ambito diventachiave strutturare un'ambi-tion credibile e valutare se lecompetenze distintive per po-ter vincere la competizioneglobalenei prossimi annisonopresentiin azienda o comecol-mareil gapriscontrato.

Questa nuova articolazionestrategica diventerà centralesoprattutto per le PMI a dire-zione familiare con scarsa ca-pacità di nuova finanza chestanno valutando il loro per-corso di business prospetticodimedioperiodo.

FilippoZagagninNicolaAnzivino

diNICOLAANZIVINO

eFILIPPOZAGAGNIN*

Il contesto economico e leprioritàdeiCEOdel Nord.IdatimacroNel 2014 il PIL del Nord Est

si è attestato a 191 miliardi dieuro, sostanzialmente stabilerispettoal 2013, maancoraso-stanzialmente inferiorerispet-toal 2007(-8%).Trale variabilieconomicheche hannosoffer-to di più negli ultimi anni sievidenziano gli investimentifissi lordi delle societànell’area, nel 2014il valore eradel 22% inferiore ai risultatidel 2007. In pratica le aziendehanno tagliatoin valore un in-

vestimento su quattrorispettoal passato, una contrazionemolto significativa. Il numerodi occupatinell’area è superio-reai 3 milioni conunadisoccu-pazionesignificativamentein-feriore rispetto alla media na-zionale macon valoridi cresci-tanell’occupazionequasinullinell’ultimo periodo.

Il valore dell’export delNord Est è stato di 73 miliardidi euro nel 2014 con una cre-scita del 3% rispetto all’annoprecedente e con una percen-tualedi export extra-UE(28 pa-esi)cheharaggiuntoil42%.Lacrescita dell’export extra-UE èuna variabile significativa nelcontesto dello sviluppo delleattività del Nord Est. La pro-pensioneall’esportazione del-le aziende dell’areaha raggiun-

to il 37% valore significativoma in linea con lo sviluppo dialtre aree industrializzate delPaese. Significativo chel’export del settore della Mec-canica, che ha sofferto diversimomenti di difficoltà, è cre-sciutodel 26% rispettoal 2009dimostrando una significativadinamicità in un contestocomplesso.Le scuoledel NordEst formano ottime risorseumane, l’indice OCSE/Pisa inMatematica è in area di 523nettamentesuperiore alla me-dianazionale edin linea conlemigliori perfomance a livelloeuropeo. Il Nord Est rimanecomplessivamente un’areacomplessivamente sana mahaforse persoquellaprospetti-vadi “crescita a valore aggiun-to” che aveva condizionato gli

anni pre-crisi e con una pola-rizzazione di performance si-gnificativa sia tra settori cheper aziende nello stesso setto-re. I primi 6 mesi del 2015 evi-denziano unadinamicapositi-va delle esportazioni nel NordEst con +6% rispetto ai 6 mesidell’anno precedente, legger-mentesuperiore allamediana-zionale (5%). L’aspettativa èquella di un’accelerazionecomplessiva per l’economiadell’area nel 2015 superiore aquella della media nazionale econla crescita significativaso-prattuttodei ricavi e marginali-tà delle aziende medie delNordEstcaratterizzante dain-vestimenti in tecnologia edesposizione commerciale in-ternazionale.LeprioritàdeiCEOI 3 macrotemi su cui abbia-

mo visto concentrarsi i CEOsdelNordEst negli ultimi3 annisono stati crescita internazio-nale,innovazionee M&A+JVs.Lacrescita internazionaleGli USA risultano nell'ulti-

maricerca ilPaesecon le mag-giori prospettive di crescita

perleaziendedelNEdavantiaCina e Germania, soprattuttoin relazione alla crescita delmercato domesticostatuniten-se, alla possibilità di sfruttarela flessibilità del mercato dellavoro ed agli incentivi che gliStati americani danno allenuove iniziative di business.L'Asia, nonostante il rallenta-mento cinese, rimane un'areaadaltaattrattivitàperlenostre

aziendevistoil pesoeconomi-co raggiunto. Molti CEOs evi-denziano l’importanza di nonconcentrare i ricavi esteri suun'area specifica ma di averealmeno 5 "scommesse" inter-nazionali, purtroppo l'espe-rienzadella Russia ha insegna-to molto ad alcuni manageritaliani. Un bilanciamento trascommesse europee ed extraeuropee è consigliato per per-

seguireun efficace mixdi stra-tegia a "valore" e di "crescita"dimedioperiodo.Intaleambi-to,emerge unacrescentecom-petizioneinternazionale spes-so dominata da grandi opera-toricapacidi pesocommercia-le e investimenti non sosteni-bilidallemedie impreseitalia-ne.InnovazioneL'innovazione di prodotto e

servizio è giudicata daiCEO delNordEstcome laprincipaleop-portunità di crescita. Latrasfor-mazione digitale è l’ambitoprincipaledi innovazione siainfabbrica, sia per la costruzionediunrapportoavaloreaggiuntoconclientie fornitori,siaper do-tarsi di nuovi strumenti mana-geriali basati sull'infrastrutturaITaziendale. L'innovazione"te-chnology-driven" ha permessoadoltreil 40%delle aziende in-tervistate di espandere il pro-prio mercato di riferimento anuovi settori,puntando soprat-tuttosu nicchiead altocontenu-to tecnologicoe d'innovazione,conalta marginalitàma limitateeconomiedi scalaquindiperfet-tiper le "piccole e veloci"azien-delocali.M&A+JVsLa crescita per linee esterne

attraverso acquisizioni, fusioni, joint-ventures o alleanze in Ita-lia o all'estero è uno dei temichiave nell'agenda dei CEO delNord Est per i prossimi anni.Molto spesso la ricerca di part-ner non viene vista solo comestrumento di crescitama anchecome mossa difensiva in situa-zionidi difficoltàfinanziariaper

l'impossibilità di effettuare nuo-vi investimenti per la crescita.Leoperazionidi naturastraordi-naria interessano non solo perprocessi di concentrazioneoriz-zontale ma anche di espansio-ne verticalenella catena del va-lore e di diversificazione in altrisettori industriali. Crescentel'interesse per il finanziamentodi start-up da parte di grandi emedigruppiindustriali interes-sati a sviluppare "crescita velo-ceed intelligente”,aldi fuori deiclassici percorsidi sviluppodel-lastrutturaaziendale.

*PartnerPwC

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lARICERCAPWC: l’agendadeiceoitaliani

ITALENTINECESSARIPER ILCAMBIAMENTO

NORDESTECONOMIA•TOP500

NELLATESTADEIMANAGER Sviluppo,innovazione, alleanze. Il contestoeconomicoe leprioritàdeiCEOdelNordest

ANALISI    UOMINIESTRATEGIE

Dall’alto,FilippoZagagnine Nicola

Anzivinoautoridei testidiquestapaginaLasocietàdi revisionePwC(PricewaterhouseCoopers)cural’estrazionedei datidi bilanciodestinatialla pubblicazionedell’insertoTop 500dellatribunadi Treviso

Leaspettativedioltre1300topmanageralivellomondialeedi50aditalianisulleprospettivea12e36mesiperunacompletavisionedibusiness

Avereabordopersonecapacidifissareleprioritàeallinearelerichiestedeglistakeholdersaràlachiavedicrescita

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diSerenaGasparoni   TREVISO

È un ritorno al futuro. Una“rivoluzione morbida”con cuiBenetton Group torna in car-reggiata. Una ristrutturazioneaziendaleche ha comeesito ol-tre al ritorno all’utile, forse giàdall’anno prossimo, un effettoimmediato,il ritornoalle origi-ni. Benetton si guarda allospecchio etorna a fare ciò chel’ha distinta nelmondoda me-tàdeglianni Sessantain poi:lamaglieria. Archiviata definiti-vamente la fase di appiatti-mento, in cuil’azienda deico-lori uniti ha cercato di stare alpassodellegrandi catenedi di-stribuzione, perdendo alla fi-ne il baricentro e offuscandol’identità. Ora Benetton tornaa crescere. «Siamo concentra-ti», dice Marco Airoldi, da unannoe mezzo amministratoredelegato di Benetton Group,«quello che si può dire è chestiamo rispettando perfetta-mente le tappe di questo pia-

no di rilancio, forse le stiamoaddiritturaanticipando».Nel 2014 il ritorno all’utile

ancora nonc’è.Ma è vicino: lascaramanzia è d’obbligo,l’im-previsto dietro l’angolo, Airol-di non si sbilancia ma potreb-beesseregiàapartiredal2016.E se i programmi saranno ri-spettati nel 2017 BenettonGroup dovrebbeesserein gra-do di raggiungere una margi-nalitàinlineaconleaziendedipari livello. «Il2014è statol’an-no della discontinuità. Il 2015è l’anno della transizione, cherisente ancora del piano di ri-strutturazione, denso di fattinonprevisti,la crisi delrublo el’instabilità del dollaro. Mastiamo seguendo le tappe diquesto percorso di evoluzionedell’azienda e l’implementa-

zione di un modello manage-riale, voluto dalla famiglia co-me per le altre società di Edi-zione, in grado di garantiresuccesso per almeno altri 50anni».

La parolad’ordine: semplifi-care. DaBenettonGroupsonostate scorporate la parte im-mobiliare (che si è accollata ildebito) e la parte industriale(Olimpias). Ridotto il numerodinegozi(oggi laretene conta500 in gestione diretta e 4500in mano a terzi), di marchi (incasa solo United Colors e Si-sley, dismessi quelli minoricompresa la creatura di Ales-sandro Benetton, Playlife), ilnumero dei paesi (almeno 40quellitagliati). Una ristruttura-zione che ha avuto un altoprezzo a livello occupazionale

oltre al taglio delle commesseall’indotto.«È ilmondo chehaimposto questa rivoluzione

nellaproduzionedell’abbiglia-mento, già dieci anni fa. Noncipotevamosottrarre.Ora ilsi-stema ci sta ripensando. Pre-sto per dire se torneremo aprodurrein Italia,avvalendoci

deilavoro deicontoterzistitre-vigianiequando.Dicertoperònonsitratteràpiùdiunacopia

delmodello delpassato». È l’af-fidamento della presidenza atempo determinato a Alessan-dro Benetton, nel 2012, a dareavvioa unprocessodi cambia-mentoirreversibile per risolve-

re una crisi interna impossibi-le daspiegare con lasola para-lisi dei consumi. È il modello

di business di Ponzano ad es-sere paralizzato: un elefantecon duemila dipendenti e piùdi cinquemila negozi.Reso an-corapiù lentoda quell’attacca-mento viscerale che la dinasty 

ha sempre avuto per il gruppodell’abbigliamento. L’aziendaoggi è nelle mani di una squa-

dra di manager dal curriculmd’oro, nessuno di loro per laprima volta porta il cognomediLuciano. Sonostatiin gradodiimplementareunsistemadilogistica all’avanguardia che

movimenta120milionidicapil’anno, grazie a casse intelli-genti in cinquemila negozi di

oltrecento paesi. E di ridurre itempi dall’ideazione di unacollezione allamessa invendi-ta sul mercato ad appena seimesi come nel caso delle ulti-me capsule collection.«Oraan-cheBenettonGroup è come lealtre aziende di Edizione. Ilmodello manageriale è statoimplementato. Siamo nel vivodella fase di rilancio necessa-ria per cercare soci terzi, unavolta terminato l’assestamen-to,come annunciatoda Gilber-

toBenetton unanno fa». Airol-di parla dal suo ufficio, non invilla Minelli,ma nelcuore del-la sede direzionale di Ponza-no. «Con Collection of Us  fac-ciamo il primo passo per tor-nare all’originario posiziona-mento, che non esclude unafascia prezzo più alta. Faccioriferimentoalla maglieriacolo-rata, di qualità. Lontanadall’appiattimento, anche diprezzo, cui eravamo giunti».Le carte non vengono svelate,maAiroldi anticipache«la col-lezione autunno inverno 2016segnerà la svolta». La svoltal’ha già segnata il nuovo for-mat implementato in una set-tantina dinegozi inItaliae nelmondo: on canvas , che richia-mal’ideadi untelaiomobile.Irisultati sono “sorprendenti”.

«Puntedel 20%in piùdi vendi-te rispetto allo stesso periododell’anno scorso,se nondi piùcome nel caso di Treviso conlo store in piazza Indipenden-za. In generale rispetto all’an-no scorso un aumento di resadel 10% a metro quadro». InIndiaBenettonè laprimaMar-ca occidentale,con un insedia-mento verticale, la sfida è rad-doppiare i ricavi nei prossimi3-5 anni. Buone le opportuni-tà di sviluppo in Messico,por-taper insediarsi inAmerica La-tina. «Mente per gli Stati Unitiè ancora troppo presto»,rivela

 Airoldi, «anchese ci sononovi-tà per quanto riguardal’e-commerce». Compiuto ilmezzo secolo Benetton tornaai valori storici. «Non c’è biso-gnodi rivoluzioni,gli elementi

chiavetornanoad esserequel-listorci: maglieria,coloree im-pegnosociale».

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‘‘Siamonelvivodellafasedirilancio

necessariaper cercarenuovisociunavoltaterminatol’assestamentoL’aziendanellemanidiunasquadraeccellente

BENETTON,LARIVOLUZIONE

SIRIMETTEILMAGLIONELasvoltamanageriale:utilegià invistadal 2016, il saltodallanuovacollezioneautunno-inverno«Prestoperdiresetorneremoaprodurrequi,nonèesclusomanonsaràunacopiadelpassato»

NORDESTECONOMIA•TOP500

MarcoAiroldi,da unannoe mezzoamministratoredelegatodi BenettonGroup

‘‘Gli elementichiavetornanoadesserequelli

storici:maglieria, coloree impegnosocialeNeinegozirinnovatipuntedel20%inpiùrispettoall’anno scorso

INTERVISTA    MARCOAIROLDI

GIOVEDÌ3 DICEMBRE2015

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diDANIELEMARINI

Isegnali di un riavviodell’economia si stannosempre più consolidan-

do. I germogli che timida-mente avevano fatto capoli-noin precedenza,si sono dif-fusi sul territorio e sono di-ventati degli arbusti. Certo,non siamo ancora in presen-zadiunprocessosistematicoche coinvolge tutti i settoriproduttivi. Di qui, rievocarel’immagine della famosa“locomotiva del Nordest” ap-pare eccessiva, non solo interminidi crescitaquantitati-va, ma perché non tutti i va-gonisono agganciati altrainodel locomotore. Alcuni com-parti – si pensi, per esempioalle costruzioni – oggi soffro-no ancora in modo significa-tivo una domanda internache si sta riprendendo lenta-mente. Nello stesso tempo,però, non si può non sottoli-nearecome ilclimacomples-

sivo siaper laprimavolta,do-po diversianni,improntatoaun prudente ottimismo. Enonpotrebbe essere diversa-mente: la volubilità dei mer-cati, l’incertezza degli eventi,le cadute sofferte negli annidellacrisi e unsistema paeseche con molta fatica sta cer-candodi riformarsi, sono tut-tiaspettiche frenanogli entu-siasmi.

Se poi consideriamo i pro-cessi che hanno attraversatoil sistemaproduttivo,possia-mo comprendere meglio idue volti di questa fiduciasommessa.Lacrisi,infatti,hagenerato un processo di pola-rizzazionesulle imprese, divi-dendole fra quante hannosa-puto reagire positivamente,daunlato;e,dall’altro,quelle

chesono rimasteintrappola-te. Fra quest’ultime, moltedelle aziende più piccole,operanti in un mercato do-mestico. Che costituiscono,però, la parte più rilevantedel nostro sistema produtti-vo, se pensiamo che è com-posto per quasi il 90% dastrutture con meno di 10 ad-detti. Imprese che faticano ariprendersi perché ancora aimargini del flussodella risali-ta economica. Fra le impresechefaticano e quelleche han-no performance positive sista generando sempre piùuno spazio vuoto. Non è piùpermesso galleggiare, essereincerti sul da farsi, perché ilrischio concreto è di usciredalmercato.

Inquestosenso,diventano

utili alcune indicazioni cheprovengono dalle impreseche in questi anni hanno sa-

puto migliorare i propri risul-tati. Non si tratta di indivi-duare ricette valide in modo

indistinto,perché ogniazien-da fa storia a sé: non ci sonopiù soluzioni omogenee, ma

indicazioni da personalizza-re,da ritagliaresulla base del-le proprie specificità. I pro-

cessi percorsi dalle impresepiù performanti possono es-sereriassunti attorno a quat-

troconcettifondamentali.I l primo rinvia alla

“ossessione dell’innovare”. È

innanzituttoun atteggiamen-to, un orientamento cultura-lee operativo: innovarea tut-

ti i livelli. Le dimensioni tec-nologica e della digitalizza-zionedell’impresasono sicu-

ramente importanti e strate-giche. Ma ci sono anche altriambiti che si possono esplo-

rare: dall’organizzazione dellavoro, alla comunicazione;dalla gestione della filiera,al-la sostenibilitàe allecertifica-zioni. Soprattuttoè lacapaci-tà di realizzare una contami-nazione dei saperi professio-naliall’internodell’impresaeconl’esternoche oggi aiutaadisegnare gli sviluppi del fu-turo.In altritermini, l’innova-zionedeveesserea360gradi.

Il secondo fenomeno,stret-tamente collegato al prece-dente, è l’apertura ai mercatiinternazionali, ovvero là do-vela domanda dibenie servi-zi–soprattuttoquellilegatialMade in Italy – conosconounosvilupporilevante.Averesbocchiall’esteroo essere in-seriti in filiere internazionalispingele impresea innovare,innescando così un circuitovirtuoso innovazione/inter-nazionalizzazione.

Il terzo aspetto rimanda aun diverso obiettivo strategi-co della produzione. Realiz-

zareun prodottoqualitativa-mente elevatoè un elementonecessario,ma nonpiù suffi-cienteper affermarsisul mer-cato. A questo si deve affian-care la centralità del cliente,la capacità di rispondere inmodo flessibile alle sue esi-genze: è realizzare prodottitailor made. Di più, a tuttociò si aggiunge il fattore“servizio”al cliente,il seguir-lo successivamente alla ven-dita, al saper offrire risposteaglieventuali problemi.

La quarta dimensione rin-via all’aspetto “immateriale”della produzione che – percerti versi – assume un pesosuperiore a quello“materiale” . Almeno su dueversanti: il capitale umano eil brand. Nelprimo caso,sicu-

ramente diventa cruciale laformazioneprofessionaledeilavoratoriche dev’essereade-guata ai nuovi modidellapro-duzione.

Ma oltre alla formazione èfondamentale il coinvolgi-mento deicollaboratori negliobiettividell’impresa, svilup-pare la motivazione ai valoridella medesima. Nel secon-do caso, e collegato al prece-dente,viene l’individuazionedel proprio brand, l’identitàdell’impresa, ciò che essavuole comunicare al propriointernoeversoilmercato.

Quattro indirizzi, trend,che devono essere declinati,profilati sulle singole situa-zioniimprenditoriali.Ma chepossono aiutare gli arbusti arinforzarsi e a crescere, così

da rendere la ripresa più dif-fusa. E a fargermogliarealtreimprese.

NORDESTECONOMIA•TOP500GIOVEDÌ3DICEMBRE2015

NONBASTA 

L’OSSESSIONEDI INNOVARELedimensioni tecnologicheedigitalisonoimportanti.Macisonoaltrequattropriorità

COMMENTI     ILFUTURO

Organizzazionedellavorosbocchiall’esterocentralitàdelcliente,brandecapitaleumanoInuovitrenddadeclinarenellesingolesituazioni

Eccessivorievocarel’immaginedellafamosa“locomotivadel

Nordest”

Nontuttiivagonisonoagganciatialtraino

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5,3MILIARDIDIEUROIL FATTURATOCOMPLESSIVODELSETTORE, PRIMOINPROVINCIA SUPERANDOCALZATURE,TESSILEEABBIGLIAMENTO

9LEIMPRESEOLTREI 100MILIONIDIRICAVI.A LIVELLOAGGREGATOIRICAVISONOCRESCIUTIDEL 4,6%

579MILIONIDI RICAVIGENERATIDAZOPPASINDUSTRIESCHE SICONFERMAALSECONDOPOSTOALLESPALLEDI DELONGHI,STACCATOA 1,7MILIARDI

10,5%L’INCREMENTODELL’EBITDADISETTORE,CHEPORTALA SUAINCIDENZASUI RICAVIDALL’11,7%AL12,3%.È LAMARGINALITÀOPERATIVALORDAPIÙ ELEVATATRATUTTIISETTORIANALIZZATI

NORDESTECONOMIA•TOP500

diCARLOMARCON

Il settore della Fabbricazio-ne di macchinari e appa-recchiature elettriche è

composto da 48 imprese trale prime 500 aziende della

provincia di Treviso e graziead un fatturato complessivodi 5,3 miliardi di euro si piaz-za al primo posto tra i settoriindividuati, superando il set-tore Calzature, tessile e abbi-gliamento. Addirittura sono 9leimpresechesuperanoi100milioni di euro di ricavi conDe Longhi che si conferma il

gigante del settore e con 1,7miliardi di ricavistaccanetta-mente il secondo classificato,ossia Zoppas Industries chegenera579milionidi ricavi.

 A livello aggregato i ricavidel settore sono cresciuti del

4,6% rispetto al 2013, ma so-prattuttol'Ebitda di settoresiè incrementato del 10,5%,portandola suaincidenzasuiricavi dall’11,7% al 12,3% cherappresenta la marginalitàoperativa lorda più elevatatrai settori analizzati.Il buonandamento delsettoreè con-fermato anche dall’assenza

diimpresecon Ebitdanegati-vo, dalla presenza di sole 5aziende con una redditivitàdegli impieghi (Roa) negati-va,dal livello di indebitamen-to (65,8%) più basso rispettoalla media delle imprese top

500 (71,5%) e da un differen-ziale di leva tra i più elevatichetestimoniauna buonaca-pacitàdi farfruttare le risorseinvestite più di quanto costifinanziarle.

Osservando la variabile di-mensionale, le differenze trale imprese più grandi (top25%) e quelle più piccole

(bottom 25%) si sono ridottepereffettodelle buoneperfor-mance conseguite dalleaziendedi minoridimensioniche sono state in grado di in-crementare i ricavi del 7,7%,di aumentare la marginalità

operativa lorda dal 7,9% al9,7%, di ridurre l’indebita-mento di due punti percen-tuali e soprattuttodi farsalirele imprese in utile dal 67%all’83%.

Tra le aziende del settoreche si sono contraddistinteper le ottime performance èdoveroso segnalare: Global

Garden Products Italy che èpassatada unaperdita consi-stente ad un utile soddisfa-cente attraverso il migliora-mentodella redditivitàopera-tiva, Came in grado migliora-resensibilmente tuttigli indi-

ci di redditività (Roa, Ros eRoe), Fisher & PaykelApplian-ce Italy che ha incrementatole vendite del 46% e più chequadruplicatol’utile,AppliedMaterials Italia che grazie aun +130% di fatturato ha ripri-stinatoil pareggio operativo eridotto notevolmente la per-dita di esercizio, Della Toffo-

la,Stame ModularProfessio-nal capaci di migliorare lamaggiorparte degli indicato-rieconomico-finanziari.

Infine, vanno menzionatealcune aziendeche presenta-no degli indici di bilancio

estremamente buoni, pur ri-manendo stabili rispetto al2013. Si tratta di De Longhi,Minulamp, Steelco, HT, Gal-di,tutte impresecon indici diredditivitàmolto elevati (ebi-tda%, Roa, Ros e Roe in dop-piacifra) e altempostessounlivello di indebitamento bas-so.

24

I SETTORI     FABBRICAZIONEDIMACCHINARI

I COLOSSIDACINQUEMILIARDIDietroDeLonghieZoppas, ottimeperformancediGlobalGarden.Edidueemergenti

LostabilimentodellaFisher& Paykel Appliancee, inalto a destra,il presidenteAntonioPilati.Sotto,SalvoCultrera,gm diAppliedMaterials

GIOVEDÌ3 DICEMBRE2015

LECIFRE

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diMARINAGRASSO

La proprietà sarà ancheamericana o neozelan-dese e unpo’ cinese.Ma

la testa, e il cuore, restano neltrevigiano, come raccontano imanager di due aziende“madein Treviso” cheoggiap-partengono a multinazionaliquotate in borsa a New York eaSidney,machecontinuanoaparlare italiano e a registrareperformance di altissimo pro-

filo. L’Applied Materials Italiadi S. Biagio di Callalta nascenel 2008 dall’acquisizionedel-laBacciniSpA,giàleader mon-diale nel mercato della tecno-logia fotovoltaica a silicio cri-stallino, da parte della multi-nazionale americana AppliedMaterials Inc. Ma, come spie-ga il General Manager SalvoCultrera “manteniamo la no-stra identità italiana con lamaggioranza di personale tre-vigiano e la collaborazione dinumerose aziende dell'indot-tolocali, anchese abbiamoac-quisito strumenti e metodolo-gie comuni all'interno delgruppo. L’efficienza produtti-va e finanziaria raggiunte di-mostrano come si può esserecompetitiviin unmercato glo-balecon un'azienda cheman-

tenuto la sua identità italiana:tutte le attivitàdi ricerca,inge-gneria, produzione, business

management e le funzioni disupporto sono, infatti, svoltenelle nostre sedi di Treviso”.Ed è proprioall’AppliedMate-rials il balzo più prodigiosonella classifica delle Top500trevigiane,con un incrementodel 130% del fatturato (dame-no di 30 milionidel 2013 a piùdi 67 nel 2014). “Abbiamoere-ditato il brand più importantenel mercato di equipment perilsolareefacciamodituttopermantenerne alta la reputazio-

ne, grazie anche all’entusia-smo dei nostri dipendenti, ingran parte molto giovani, chedanno quotidianamente uncontributoeccezionale”, tienea precisareCultrera.L’aziendacontinua a registrare una per-dita d’esercizio (decimata ri-spetto al 2013), imputabile alnon ancora maturo mercatodel solare, ma le innovazionirecentementeintrodotte stan-no dando i loro frutti: “Nel2013siè insediatoun manage-mentinteramente italianocheha ottimizzatol’efficienzaope-rativa- spiegaCultrera - e con-tinuiamo a investire in forma-zione e sviluppo”. E poi ci so-no i nuovi prodotti e progetti:“Illanciosulmercatodi nuovepiattaforme e soluzioni ad al-tissima tecnologia ha trainato

ilnostrobusiness nel2014e lofarò anche nei prossimi anni.Inoltre stiamo sviluppando

nuovimacchinari e tecnologiecherappresenterannoun pun-todi svoltanei mercatiove sia-mo presenti. Non possoantici-paredi più, stantel’innovazio-ne delle tecnologie brevettateche adotteremo, ma la prossi-mafrontieraperla nostrasededi Treviso sarà proporsi innuovimercati adiacentia quel-lo del solare”. Anche a Borso

del Grappa, dietro l’insegnaFisher & Paykel Appliances, sicontinua a parlare italiano.

L’Elba spa che il Gruppo De’Longhi ha venduto nel 2006 algruppo neozelandese (dal2012 di proprietà della cineseHaier, primo gruppo mondia-le nella produzione di elettro-domestici),continuaa produr-re cucine free standing e pro-dotti incasso per la cottura, agasedelettrici,italianial 100%e ad avere lo stesso manage-

mentdi diecianni fa,capitana-to da Antonio Pilati, ammini-stratoredelegato dal1996. Nel

2014haregistratoun aumentodel46%dei ricavi(94milioni,afronte dei64 del 2013), produ-cendo con i suoi oltre 450 di-pendenti circa 400mila pezzi,esp ortat i i n 7 5 Paesi.“Esportiamo circa l’80% dellanostra produzione - spiegaPi-lati - sia grazie a rapporti con-solidati con i distributori, siain virtù di un made in Italy 

sempremolto apprezzato,tan-to nel design quando per laqualità e laricerca”.Nonè, in-

fatti, solo la ricercata eleganzadel design italiano, a far pri-meggiare i prodotti che conti-nuano ad avere l’italiano mar-chio Elba, che quest’annocompie 65 anni: la ricerca e leinnovazioni introdotte (adesempio nel controllo elettro-nicodelletemperature) porte-ranno i forni e i piani cotturarealizzati a Borso del Grappa,nelgennaio 2016,al Cesdi Las Vegas, la più importante fieradi elettronica di consumo delmondo. Perché il fiore all’oc-chiello dello stabilimento èproprio il centro di ricerca esviluppo, dove i prodotti sonotestati e certificatisotto il profi-lo della funzionalità e della si-curezza. “Inostrisonoprodot-

ti di alta gamma, semiprofes-sionali- sottolineaPilati- e ab-biamo ha ottenutole certifica-zioni necessarie per eseguireproveautorizzate neiprincipa-li circuitinormativiinternazio-nali. Questo in virtù della no-stra lunga frequentazione deimercati esteri,dove siamopre-senti daalcunidecenni.Amer-cati “storici” come l’ArabiaSaudita, dove vendiamo da 35anni, abbiamo aggiunto un ri-scontrosempre più significati-voin tuttoil middle east,doveconfidiamo di poterpresto re-cuperareancheil mercatoira-niano, nostro interlocutore ditradizione,bloccato dalle san-zioni. Ma anche la crescentedomanda nordamericana equella asiatica ci stanno dan-do grandi soddisfazioni, men-

trerestiamo in attesa dellaria-pertura del promettente mer-catorusso”.

letopventi delsettore

NORDESTECONOMIA•TOP500

ILSOLARERISCALDAAPPLIEDPiù 130%per l’aziendadiS.Biagio. Epiù46%perFisher&Paikel(fornidaincassoecucine)

Unafasedella produzionenello stabilimentodella Fisher& PaikeldiBorsodel Grappa

LESTORIE    STRANIEREINCASA

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NORDESTECONOMIA•TOP50026

diMORENOMANCIN

Il comparto dellaCalzatu-ra, tessile e abbigliamen-to è uno settori più im-

portanti dell’economia trevi-giana, il secondoper volumediaffari generato– chearrivaa sfiorare i 5 miliardi di euro–eil terzo per numerodi im-prese rappresentate, pari a50.

Dopo due anni non parti-colarmente brillanti, le im-prese del settore registranoimportanti segnali di ripresaconun incrementodeiricaviaggregati del 9,2% sul 2013 edel4,2% sul2012.La crescitahainteressatobenil 78%del-le imprese del settore, segno

di una netta inversione ditendenza rispetto ai corri-spondentidati del2013 dovesi era registrata una sostan-ziale contrazione dei ricavi alivello di settore.Il datotutta-via più confortante arrivadall’importante ripresa an-che della redditività da partedimolte imprese.

Quelle in grado di chiude-re i conti in utile sono ben il78% del campione e di que-ste ben il68%ha vistounmi-glioramento del risultato diperiodorispetto al corrispon-dente dato del 2013. Questoimportante risultato sembraprincipalmente imputabilead una crescita della redditi-vitàoperativa chea livello ag-gregato sale dal 4,2% del2013 al 6,2% del 2014 in ter-

minidi Ebitda/Ricavi.Iltrend di generale miglio-ramentodei risultatiaggrega-ti tuttavia nasconde anda-menti molto differenziati trale piccolee le bigdel settore.Le Top 25% della classifica,pur presentando dati in net-to miglioramento sul 2013,registrano livelli di perfor-

mance nettamente inferiorisu tutti i fronti rispetto alleimprese di minoridimensio-ni. Queste ultime, impresecon un fatturato compresotra i 14e i 16milioni,presen-tano ricavi in crescita del14% (contro l’8,9% dellegrandi), una redditività ope-rativa del 7,1% (rispetto al5,7% delle big) e riescono achiudere tutte i conti in utilecontro un più modesto53,8% delle imprese di mag-giori dimensioni. Sorprendeanche il dato relativo all’in-debitamento, dato che tra lebottom 25%si registrano me-diamente imprese con unastruttura finanziaria netta-mente piùsolida e in miglio-

ramento rispetto al 2013: loscorso anno, infatti, grandi epiccoleregistravanoun ricor-so all’indebitamento per fi-nanziarei propri investimen-tipari a circa il67%sia per legrandiche perle piccole. Nel2014 le piccole sono sceseper questo indicatore al65,9%,mentre legrandihan-no visto, a livello mediano,un netto peggioramento dellivello di indebitamento, rag-giungendol’80,8%.

Se spostiamo l’attenzionealle principali aziende delsettore, nella parte alta dellaclassifica troviamo treimpre-se storiche del territorio co-me Benetton Group, LIR (fi-nanziaria del Gruppo Geox)e il Gruppo Tecnica, seguiteal quarto posto da Equibox 

holding proprietaria del no-to marchio Replay.A confer-ma deidati appenaillustrati,tra le top del settore solol’aziendacontrollatadalla fa-miglia Polegato è in grado dichiudere i conti con un mo-destoutile, anchese registra-no tutte volumi di vendita inprogressorispettoal 2013.

Se allarghiamo lo sguardoallatop20, bennoveazienderilevano una chiusurain per-dita, mentre solo tre riporta-no contrazioni di fatturato.

Tra queste rientra anche ilgruppo Stefanel con un-7,7% diricavisul 2013e ben-16,6% rispetto al corrispon-dentedatodel 2012.

Cheil periododifficile nonsia definitivamentealle spal-le traspare anche dalla capa-cità dicrearevalore delle im-prese trevigiane della calza-

tura,tessile e abbigliamento,misurata attraverso il diffe-renziale di leva. Sebbene ildato sia in tendenziale mi-glioramento, metà di questeimprese non riesce ad anda-reoltreun differenzialedi le-va dell’1,9%. Ciò significa

cheil rendimentodelcapita-le investito supera di poco ilcosto medio delcapitale rac-colto a debito. Tuttavia an-che qui il dato si presenta innetto miglioramento se siconsiderachenel 2013 ilcor-rispondente indicatore nonera riuscito a superare lo0,5%.

Per concludere, il ventodella ripresa ha interessato ecoinvolto anche il compartoin esame, anche se la fortecrisiche hainteressatole im-prese del settore negli scorsianni halasciatoil segnoe, inqualche modo, sembra averinciso sulla capacità di rea-zione soprattutto delle im-prese di maggiori dimensio-ni.

Le imprese più piccole, al

contrario, sfruttando la rela-tiva flessibilità e velocità direazione ai cambiamentidell’ambiente, hannogià im-boccato un percorso virtuo-so di crescita che lascia bensperare per il rilancio di unodeisettori piùimportanti delterritoriodella Marca.

©RIPRODUZIONERISERVATA

GIOVEDÌ3DICEMBRE2015

I SETTORI    TESSILEEABBIGLIAMENTO

I PICCOLICRESCONOBENEVameglio il78per centodel comparto,mainvettasoloGeoxchiudeconunlieveutile

Lamatassadi lanasimbolodei coloridi Benetton

LECIFRE

5miliardiÌlILVOLUMEDI AFFARIGENERATODALSETTORE,TERZOPERNUMERODI IMPRESERAPPRESENTATE

9,2%L’INCREMENTODEI RICAVIAGGREGATISUL2013. È STATODEL4,2 SULL’ANNOPRECEDENTELACRESCITA DELLAREDDITIVITÀOPERATIVASALEDEL 4,2%

-7,7%LAPERDITADEIRICAVISUL 2013REGISTRATADAL GRUPPOSTEFANEL.RISPETTO AL2012 È DEL16,6%

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diSERENAGASPARONI

 A ll’ultima notte degliOscar JohnTravolta si èpresentato con uno

smoking realizzato a Cornuda.Fatto su misura, proprio da Si-retessile,con il marchioDi Ma-estro. Non solo tessuti tecniciper i migliori calzaturifici delmondo, filatiper le tessitureeu-ropee,lenzuolaecoperteperle

maggioricatenedi supermerca-ti. Dal quartier generale di viadell’Industria nel 2012 è sortaquesta piccola divisione sarto-riale, più per passione che perbusiness, in cui si realizzanoabiti su misura per uomo. «Ve-stiamo Ceo di multinazionali eartistidi famamondiale. Unla-voro artigianale con clienti ne-gliStatiUnitidoveunapersonadelnostrostafftrascorre8mesil’anno, ma anche in Guatema-la, Giappone, Taiwan e in tuttaEuropa», spiega AlessandroBaggio, amministratoredell’azienda. Una curiositàchemolti nonconosconodi questarealtà che continua a produrrein Italia da quasi quarant’anni,fondatanel 1976da GianfrancoBaggio, oggi presidente, dellasocietà.E non ha intenzionedi

spostarsida qui,a dimostrazio-ne che la delocalizzazione nonè affatto la soluzione di tutti i

mali. E che continuare a pro-durre, crescere,lavorare e darelavoro nel nostro territorio èpossibile. «Un dato di cui an-diamo fieri: in tutti questi anninon abbiamo mai fatto un’oradicassaintegrazione.E nonab-biamo mai dislocato un postodilavoro».Siretessileconsideratutto il personale una vera epropria squadra. «Crediamomolto nei valori e nel rapporto

umano,deleghiamogrande re-sponsabilitàai nostri collabora-toritutti checonsideriamoil ve-

ro ed unico patrimoniodell’azienda».

Nel tempo il loro numero ècresciuto: erano appena 7 nel1985,dieciannidoposonosali-ti a 50, nel 2005 a 110, ora Sire-tessile ne conta circa 200. Lamaggior parte operativi neiquattro stabilimenti della sedediCornuda, a cui sene aggiun-gonodue inSerbia,oltreagliot-to magazzini di stoccaggio

sparsi nelle zone più strategi-che d’Europa e i 6 uffici proprisparsi in 6 paesi diversi del

mondo.È proprio nei dipendenti ri-

siede la strategia con cui Sire-tessile ha affrontato la crisi.«Dal2008 adoggi,abbiamoin-vestito nel personale. In parti-colare sulla forza commercialeestera,attraverso nuoveassun-zioni»,continuaBaggio,«nonèchenon abbiamosoffertola cri-si, anzi. L’abbiamo vissuta sul-la nostrapelle.Ma anzichèsta-re a guardare ci siamo rimboc-cati le maniche, investito sulcommerciale e continuato aspingere nei mercati con lagrandepositivitàche ci caratte-rizza.Bastipensarechesolotrail 2013 al 2014 sono state 15 lenuove assunzioni di Siretessi-le».Siretessileconta4 divisioniaziendali: materie prime e fila-ti,tessutitecnici rivoltial mon-do calzaturiero, articoli tessiliper la casa e abbigliamento.

«Quattrodivisioni indipenden-ti, che grazie alla loro diversifi-cazione sui mercati ci hannosemprepermesso di ottimizza-re al meglio il personale e divincere nei momenti di crisi».Nel2014 il fatturatodi Siretessi-le ha superato i 75,2 milioni dieuro, in crescita di 2 punti per-centuali rispetto all’anno pre-cedente, di 15 rispetto al il2012. Il mercato italiano rap-presenta ancora oggi il 65%delfatturato. Nel 2014 per Siretes-siledue importantiinvestimen-ti: «Abbiamoinvestito1,5 milio-ni di euroin un nuovo impian-to produttivo», conclude Bag-gio, «ma anche, in benessereper il nostro personale conl’inaugurazione di una nuovasede direzionale Ma non solo:vuole essere un segno di fidu-

ciaperil territorio,comea dire:siamoqui,crediamonelnostropaeseevogliamorimanerci».

LESTORIE    MARCASTYLE

INOSTRITESSUTIDAOSCAR LosmokingdiJohnTravoltanasceallaSiretessile.Dovenelmezzodellacrisihannosceltodiassumere

letopventi del settore

NORDESTECONOMIA•TOP500

Lo

stabilimento

della

Siretessilea

Cornudae, a

destra,

l’attore John

Travolta

indossa

l’abito

confezionato

dall’azienda

trevigianaperlanotte degli

Oscar

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NORDESTECONOMIA•TOP500

diMORENOMANCIN

EFEDERICALUCCHETTA

Prodotti alimentari e be-vande rappresenta, an-che in questa edizione,

uno dei settori più in salutedella Marca trevigiana: con lesue 62 aziende è il secondosettore più numeroso e si col-loca al terzo posto nella gra-duatoriaper volumidi fattura-to,conundatocomplessivodioltre 4 milioni (in crescita del2%rispettoall’anno 2013).

I dati dei bilanci elaboratoper questa edizione di Top500testimoniano che a guida-re lo sviluppo di questo com-parto sono soprattutto le im-

prese di maggiori dimensioniche riescono a crescere ad unritmo più sostenuto della me-diadel comparto.Si distingue,sottoquestoaspetto,la NuovaIndustriaBiscottiCrich - giàalcentrodell’attenzione lo scor-soanno quandosi è parlatodinuove linee produttive edexport spinto anchein direzio-nedel mercato cinese- chere-gistra un incremento del 62%del fatturato, a testimonianzadei ritorni positivi derivantidai consistenti investimenti ef-fettuati nel 2014volti al poten-ziamento della linea produtti-va. Questa realtà conquista iltitolo di azienda più perfor-mantedelle top20 delsettore,con un volume d’affari piùche raddoppiato in soli dueanni(+ 116%rispettoal 2012).

In cima alla classifica setto-rialetroviamoanche quest'an-no, al primo posto, MassimoZanetti BeverageGroup (Sega-fredo) seguita da Zoppas fi-nanziaria (controllante di SanBenedettoe Guizza)che insie-me producono quasi il 40%delvolumedi affaricomplessi-vo conseguito dall’intero set-tore.

Entrambe le aziende, tutta-via, continuano a registrare,seppurad unritmopiù rallen-tatorispettoal datodello scor-so anno, un ridimensiona-mento delloro volumed'affa-ri, in netta controtendenza ri-spetto all’andamento com-plessivodel settore.

 Al terzoposto invecetrovia-mouna performantePasta Za-rache,nonostanteil divariodioltre 400 milioni rispetto alla

seconda in classifica, incalzacon una crescita del fatturatodel10%, unabuona marginali-tà operativa (7%) a cui segueun incremento altrettantesod-disfacente dell’utile netto. Oleificio Medio Piave invececede il passo a Biscotti Crich,Colomberotto,Maia agroindu-striale, Consorzio agrario diTreviso e Belluno e Latteria

Montello slittando dalla quar-ta alla nona posizione, conuna contrazione dei ricavi divenditadi oltreal 60%imputa-bileanche alle precarie condi-

zionifinanziariein cuiversavala società nel2014.

 Nellarimanente partedellaclassificasi distinguono,in ter-mini di crescita dei volumi,due realtà che testimonianocome la provincia di Trevisocontinui a distinguersi egre-giamente nella produzione divini di qualità: la Marca vini espumanti e Spumanti Valdoconun balzodei ricavi rispetti-vamente dell’11% e del 17%

(rispetto al 2012 del 45% e del32%).Fuoridalla classifica del-le migliori 20 merita invecese-gnalare l’impennata nei volu-mi di fatturato registrata da

 Asolo dolceS.p.a.e daContari-nivinie spumantiS.r.l.conunprimato di crescita rispettiva-mentedel70%e80%.

Non si registrano nel setto-re,invece,differenzesignifica-

tive tra le big e le aziende diminori dimensioni in terminidi marginalità operativae di li-vello di indebitamento; l’EBI-TDA/Ricavi, si attesta per en-trambi i gruppi di aziende adun6-7% mentreil livellodi in-debitamentoraggiungein me-diaun 71-73% perla generali-tàdelle imprese.

Sidistinguono,MedioPiaveMarghera e Hausbrandt chepresentano una struttura pa-

trimoniale molto solida, conun ricorso al capitale di terziinferioreal 30%.

La buonastruttura finanzia-ria che caratterizza nel com-plesso le imprese del settore,unitamentead una marginali-tà operativa soddisfacente, in-fluenza in modo positivo an-chegli altriindicatorifinanzia-ri: il rapporto onerifinanziari/

EBITDA si attesta, in genere,su livelli molto buoni e ancheil differenziale di leva è per lamaggior parte delle realtà interreno positivo testimonian-do l’attitudine delle imprese aottenere dalcapitale di debitoun rendimento maggiore ri-spettoal costosostenuto.

In sintesi, anche i dati del2014 confermano la presenzadi un settore in buona saluteche consolida il proprio ruolo

di motoredell’economiatrevi-giana, popolato da impresecon grande potenziale di cre-scitae un’ottima propensioneall’export.

Quest’ultimo costituiscesenza dubbio, l’ingredienteprincipalein gradodi spiegarele ottime performance rag-giunte dalle aziende del com-parto.

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Uncalicedi proseccoValdo:assiemeallaMarcaVini, l’aziendadiValdobbiadenesegnal’incrementopiù fortenelmondodel vino

GIOVEDÌ3 DICEMBRE2015

I SETTORI    ALIMENTARElecifre

62LEAZIENDEDEL SETTORE,UNODEIPIÙIN SALUTEDELLAMARCA

62%L’INCREMENTODELFATTURATO DIBISCOTTICRICH, L’AZIENDAPIÙPERFORMANTECONUNVOLUMEDIAFFARIRADDOPPIATOINDUE ANNI

40%ILVOLUMEDIAFFARIRAPPRESENTATODAMASSIMOZANETTIBEVERAGEGROUPE ZOPPASFINANZIARIANELL’INSIEMEDELCOMPARTOALIMENTARE

60%LACONTRAZIONEDEIRICAVIDIVENDITADI OLEIFICIOMEDIOPIAVECHESLITTAALLANONA POSIZIONEINCLASSIFICA

4ILFATTURATO DELL’INTEROSETTOREINCRESCITADEL 2%RISPETTOAL2013

CRICH, IBISCOTTILIEVITANOUnaltrobalzodel62%per l’aziendadiZenson. IntestaancoraSegafredoeS.Benedetto-Guizza

PastaZaracrescedel10%IlmondodellebollicinespingelaMarcavinieValdo

spumantiImpennatadiAsoloDolce

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diMARINAGRASSO

 A v ev a p oc o p iù d ivent’anni,Loris Colom-berotto, quando - nel

1978- acquisì un’aziendaagri-cola per affiancare la macelle-ria di famiglia a Moriago dellaBattaglia con l’attività di alle-vamento, per controllare lacrescitae lo sviluppo degliani-mali pergarantire la qualitàfi-nale delle carni. Una sceltanon usuale, a quei tempi, che

si è rivelata subito vincente eche negli anni Novanta gli haconsentitol’ingressonella retecommerciale dei gruppi piùqualificati della GDO. Da allo-ra il marchio Colomberottocampeggiasu un arcipelago diallevamentiin tuttoil Venetoeinnumerose aziendeche gesti-scono la produzione agricola,dei mangimi e del latte in pol-vere(tuttecontrollate da unla-boratorio di analisi e ricerca),impegnando direttamente150dipendenti e unindotto dialtri cento operatori. La hol-ding della famiglia Colombe-rotto,Colorispa,che controllale principali società del grup-po, nel 2014 ha registrato unfatturato di quasi 145 milioni,conoltre 100.000 capimacella-ti, e per il 2015 prevede un in-

cremento del10%,del fattura-to e dellemacellazioni.E’ sem-pre la Grande Distribuzione il

primo mercato (80%), mentreil 10% è assorbito da grossistinazionali e il rimanente 10% ècostituito dall’export. Per Lo-ris Colomberotto, oggi ad delGruppo, sono risultati nati«dall’aver puntato al controllodella filiera, che ci ha permes-so di consolidare il rapportoconlaGDO,clienteconcuisièpotuto instaurare e garantireun programma di produzionedi lungo periodo». Attenzioneal mercato che non prescindedaquella peril territorio:«Nonabbiamo mai dimenticato chei rapporti conil territoriosono

la basedellanostra attività. So-stenibilità, qualità e sicurezzaalimentare non possono pre-

scindere dal rispetto dell’am-bientee del territorio». E se glisi ricorda che qualche conte-stazioneper l’impattoambien-taledeisuoiallevamenti,inre-altà c’è stata, taglia corto: «Leistituzioniche hanno capitolanostra filosofia ci hanno sem-preappoggiato».

Riguardo all’allarme sullacarne rossa lanciato dall'OMSsceglie di non sbilanciarsi, maafferma: «Credo che la carne,nella giusta quantità e qualità,sia un alimento indispensabi-lenellanostradieta. Dalcantonostro, siamo sempre alla ri-

cerca di migliorare le nostreproduzioninel rispettodel be-nesseree dell'ambiente».

Qualità e attenzione al be-nessere sono anche alla basedella filosofia aziendale delgruppo MangiarsanoGermi-nal, presente nel mercato deiprodotti da forno da oltre 40anni e da sempre orientato albiofood.Nel 2001l’aziendahainaugurato il nuovo insedia-mento produttivo a Castelfran-co Veneto, implementandopoi continuamente le lineeproduttive per ottenere unsempre più vasto assortimen-todi prodottibiologicie saluti-stici. Oggi, con oltre 50 dipen-denti,producepiù di400 tipo-

logie direferenzeche nella so-stenibilità alimentare hannoilloro punto di forza e ne fanno

un leader in Italia e in Europa,prevedendo per il 2015 un in-cremento del fatturato 25%.Emanuele Zuanetti, fondatoree presidente del gruppo, au-tentico pioniere del biologicoin Italia, elenca sinteticamen-te i motivi del successo: «Sia-mo stati tra i primi a crederenel biologico e a introdurreprodotti certificatibio. Il conti-nuo lavoro di ricerca e svilup-po ci ha portato alla realizza-zionedi prodotti biologicie sa-lutistici formulati senza lievi-to, senza uovae senza glutine.Ci siamo sempre dedicati alla

ricerca di materie prime sele-zionatee innovative,tra lequa-li la crema di riso, le alghe, gli

estrattidi origine vegetali e fa-rineadaltopoterenutritivoeabasso contenuto glicemico.Così facendo, siamo diventatiun punto di riferimento per iconsumatori più attenti allapropria alimentazione, oltreche per coloro che manifesta-no intolleranze alimentari».Diverso è il discorso perl’export, da cui nasce il 10%deiricavi: unmercato in gran-de espansione, con richiesteche giungono anche da Paesiinconsueti, come Panama, adesempio, per il quale le atten-zioni necessariesi differenzia-nodivoltainvolta.

«Il prodottodolciarioda for-no- spiegaZuanetti- è stretta-mente legato allacolazione ita-liana, quindi vendere biscottio crostatinein altri Paesisigni-

fica saperinterpretare e cono-sceregli stili alimentarideipa-esi di destinazione attraversola realizzazione di ricette adhoc che implicano anche lostudio di soluzioni di packa-ging adeguati». Dopo quasidueannidi studie trattative,ilgruppocastellano sta per arri-vare anche nel mercato cine-se, anchequi personalizzandomolto l’offerta, che riguarderàesclusivamente, per ora, il ba-byfood: «Siamo la prima azien-daeuropea adaverottenuto lacertificazionedell’OrganicFo-od Developement Center, en-te dicontrollocinesepergli ali-mentibiologici. In questigior-ni stiamo definendo il packa-ging,che comunicheràinnan-zi tutto l’italianità del prodot-to,con attenzioneverso ilcon-

cetto di sicurezza alimentarechesolounprodottoitalianoèingrado ditrasferire».

LETOPVENTI DELSETTORE

NORDESTECONOMIA•TOP500

LACARNEÈ INPIENASALUTEColomberotto,100milacapimacellati:«Conattenzioneperlaqualitàe rispettodell’ambiente»

LorisColomberottonell’allevamento:145milioniil fatturatorealizzatonel2014

MangiarsanoGerminalprodottiedolcidafornostilebiofood«Serviremolacolazione

italianaaibambinicinesi»

LESTORIE    ATAVOLA

GIOVEDÌ3DICEMBRE2015

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NORDESTECONOMIA•TOP50030

diCARLOMARCON

Il settore del Commercioall'ingrosso rappresenta ilquarto settore in ordine di

fatturato tra quelliindividuati,conun volumecomplessivodiricavi di poco inferiore ai 3,5miliardi di euro, ma è di granlunga il più popoloso essendocomposto da ben 85 imprese.Diqueste7 superanoi 100mi-lioni difatturato. Nel2014 Arie-le Holding, specializzata neiprodotti biologici,si issaal ver-tice della classifica staccandonettamente per fatturato Ve-ga,Marfin(che consolidaMar-chiol) e Ama Crai Est che se-guononell'ordine.

Il settore risulta caratterizza-

to da un’elevata stabilità.Infat-ti,a parte i ricaviaggregatichesonoaumentatidel 3,5%,gli al-triindicatori di bilancio nonsidiscostano molto da quellidell'annoprecedente.In parti-colare, rimangono costanti lamarginalitàoperativa lorda pa-rial 3,3%, lapercentualedi im-prese in utile pari all'88%, ilrapportodi indebitamento sta-bile all'81% e l'onerosità deldebito misuratacome inciden-za degli oneri finanziari sull'Ebitdafermaal 10%.Questida-ti riflettono le caratteristichedei distributori all'ingrossoche puntano generalmente suunastrategia orientata a gene-rare volumi di vendita piutto-sto che margini e presentanounlivello di indebitamentosu-periorealla media cheperò ge-

nera pochi oneri finanziari es-sendo in prevalenza di tipooperativo.Tenuto contoche lapercentualedi impresein utileè trale piùalte tra i varisettorie la redditività del patrimonionetto (Roe) è superiore alla

mediadelleimpresetop 500,sipuò concludere che la mag-giorpartedelle aziendedel set-tore è in grado di raggiungereunequilibro economicosoddi-sfacente. Osservando il fattoredimensionale le imprese più

grandihanno ridottoil divarioche le separava in termini diperformancedallepiù piccole,soprattutto in termini di mar-ginalità operativa lorda,livellodiindebitamentoe percentua-lediimpreseinutile.Questosi

è verificato grazie all'incre-mento dei ricavi (+6,9%) deigrandi grossisti - rispetto aipiccoli rimasti stabili comevendite-e alritornoall’utiledialcune realtà di maggiori di-mensioni (Fedim, Itafin,Amer

SportsItalia).Tra le prime venti aziendedel settore in grado di incre-mentare maggiormente i rica-vi si segnalano Ariele Holding (+22%), Sisaveneta (+17,3%),B2bires (+17,3%) e Senna

group (91%). Quest'ultima èstatain grado anche ditriplica-re l'utile, ridurre l'indebita-mentoe faraumentare ildiffe-renzialedi levadal12% al21%graziead un’ottima redditivitàdegliimpieghi(Roa)sostenuta

daun'eccellente indicedi rota-zionedell'attivo. Altre aziendein grado di migliorare i giàbuoni indicatoridi bilancioso-no Iceberg (capace di raddop-piarel'utile) e Ires (con undif-ferenzialedi leva del9,6%). In-

vece,tra le aziendepiù perfor-manti al di fuori delle top 20meritanouna menzioneCarto-nal Italia, New Mills, Rudy Project e Coccovo, capaci dimigliorare il reddito netto, lamarginalitàoperativalorda e il

differenziale dileva.Tra le prime della classe Ariele Holding, nonostante ilsensibile aumento dei ricaviche le ha permesso di balzareintesta allaclassificadi settoree il miglioramentodella reddi-

tività operativa (ebitda%, roa,ros e differenziale di leva), hacontratto notevolmente il red-ditonettoa causa delvenirme-no di importanti componentistraordinari conseguiti nel2013. Di contro Vega presenta

una redditività operativa mol-to contenuta magraziea consi-stenti proventi da partecipa-zioni siconfermauna dellere-altà del settore con la più altaredditivitàdel patrimonio net-to(16%).

Dall’alto,FabioBrescacindi Arielee,sotto,GiambattistaZen diKeepconsulting,advisorfinanziariodi Milleuno

22%lLINCREMENTODI RICAVIDI ARIELEHOLDINGSPECIALIZZATANEIPRODOTTIBIOLOGICI

85LEIMPRESEDEL SETTORE.DIEQUESTESETTESUPERANOI 100MILIONI

6,9%L’AUMENTODEI RICAVIDEI GRANDIGROSSISTI

3,5MILIARDIDIEUROIL VOLUMECOMPLESSIVOGENERATODALSETTORE,QUARTOIN ORDINEDIFATTURATO

91%L’INCREMENTODI SENNAGROUP.L’AZIENDAÈ STATA INGRADODITRIPLICAREL’UTILEE RIDURREL’INDEBITAMENTO

GIOVEDÌ3 DICEMBRE2015

I SETTORI    COMMERCIOALL’INGROSSO

L’ABBUFFATADELBIOLOGICOLaspecializzataArielesaltaalverticestaccandonettamenteVega,Marfin (Marchiol) eAmaCrai

lecifre

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31

diANDREADEPOLO

15, 29, 35, 40, 52. Sono inumericoncuihafattoBingo la Milleuno Spa,

gruppo con sede a San Vende-miano chegestisce unabuonafetta del gaming italiano (saleBingo, soprattutto) e racchiu-de al suo interno una serie diaziende che vanno dalla pro-duzione industriale nel mon-

do della stampa alle attivitànel settore immobiliare. I nu-meri raccontano che la“puntata”, realizzata nel 2001daidue sociMaurizioMaschioed Enrico Polo al momentodellacreazione dellasocietà, siè rivelata vincente. Oggi ilGruppo Milleuno è il leaderdellesaleBingo inItalia: nehail 15 per cento del totale, cioè29 concessioni autorizzate e al-trettante sale su un totale di210in tutta Italia(i dueprinci-palicompetitor disale ne han-no,rispettivamente,18 e 13).Ilbilancio si è impennato negliultimi anni: 35 milioni di euroil margine operativo lordonell’ultimo esercizio, 40 milio-ni il patrimonio netto, più 52per cento dei ricavi. Un impe-roche hapresoil giocoterribil-

mente sulserio.Viene norma-lechiedere come sifannoi sol-di con il Bingo. E si scopre che

c’è ben poco della scommes-sa, e molto del lavoro impren-ditoriale tradizionale, fatto diprogrammazione e investi-menti più che di rischi. «LaMilleuno Spa non fa distribu-zione di dividendi, continua ainvestire sempre» spiegaGiambattista Zen di Keepcon-

sulting, advisor per la parte fi-nanziaria dell’azienda e re-sponsabile dellacomunicazio-

ne «quello del gioco èun mer-cato che si sta affermando inmaniera importante, ma cherichiederàpochi operatoriim-portanti e qualificati». La Mil-leuno Spa è gestore e conces-sionario delle Sale Bingo: perquesteattività ha la concessio-ne pubblica, e all’internodelle

sale puòancheposizionareal-cune slote videolottery.La sa-la Bingo più vicina alla sede è

quelladi Conegliano,le altre siconcentrano soprattutto alCentro Nord (Zoppola, Bre-scia, Sirmione, Musile di Pia-ve)e nelle grandi città (Milanoe Roma). Il gioco e i profitti diogni aziendasono severamen-te regolatidalleleggidello Sta-to, dal momento in cui una

persona entra nellasalae com-pra una cartella del Bingo, aquando i numeri estrattidecre-

tano il vincitore. Del monte-premi vinto, una parte va algiocatore,una alloStato,e unaall’azienda. Il settore non co-nosce crisi, anzi forse è la crisistessa che spinge un numerosempre maggiore di personeacercare la fortuna.Ma segioca-no intanti,sono intanti anche

ad avere un lavoro: «L’interoGruppo Milleuno, frail settoregaming e le altre attività indu-

striali,haun migliaio didipen-denti» spiega Zen «in alcunesale slot ci sono anche risto-rantio altriservizi.Solo a Zop-pola, per esempio, il gruppodà lavoro a trenta persone».Doverosa parentesi: il gaming fa spesso rima con ludopatia.Molte salehannovetrioscura-ti all’interno perché il giocato-renon sirendaconto deltem-pochepassa,qualcuno traslotmachinee videolotterysi è let-teralmente rovinato. Cosa faun gruppo come Milleunoperevitare queste degenerazioni?«La politica sulla ludopatia èseverissima. I grossi operatoricome ilnostroriescono a gesti-reeaprevenireilproblema,glialtri inmolticasino. Rispettia-

mo rigorosamente le normati-ve pubbliche, i dipendentiven-gonoformati suquestotema ei controllisono continui».I gio-catoripiù assidui, quindi,ven-gono controllati daglistessi di-pendenti delle sale perché laloro non diventi una dipen-denza. Finora,il gioco stafun-z iona ndo. M il leuno èun’azienda senza indebita-mento, e ampiamente diffe-renziata. Sotto la sigla Milleu-noSpa trovanopostouna ven-tina di altre società. Fra que-ste,anche l’Imoco Spa,specia-lizzatanelle stampe industria-li. E anche la squadra di palla-volo che milita in Serie A1,l’Imoco Volley, appartiene alGruppo Milleuno. Oggi lasquadra gioca al Palaverde di Villorba,ma il sogno– e la nuo-va scommessa di Milleuno – ècostruirealtrove unpalazzettopolifunzionaleavveniristico.

Unaparte

delmontepremivaalgiocatoreunaalloStatoeunaall’aziendaL’unicosettorecheprosperaconlacrisi

letopventi delsettore

NORDESTECONOMIA•TOP500

MILLEUNO,NUMERIDABINGOASanVendemianolacentraledell’imperochecontrollail15percentodellesalegioco inItalia

ASanVendemianolacentralediMilleuno,la societàche controlla1l15percentodellesaleinItalia

LESTORIE     ILBUSINESSDELGIOCO

GIOVEDÌ3DICEMBRE2015

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NORDESTECONOMIA•TOP50032

NONSOLOSPICCIOLI INCASSA Solonoveleaziendedel settore,chenellaclassificadiTop500scivolaaldecimoposto

diMARCOFASAN

Solamente 9 delle azien-de Top 500 appartengo-no al settore del Com-

mercio al dettaglio, che rap-presenta comunque il deci-mo settore per fatturato dellaprovincia, superato nell’edi-zione in corso dal compartodella Commercio e riparazio-ne di autoveicoli. I dati sullaperformance 2014 sono ten-denzialmente positivi: rispet-to all’anno precedente, il fat-turato è aumentato del 2,4%,la marginalità è rimasta co-stante (3,8%) e il 90% delleaziende ha chiuso il bilancioin utile (contro l’80% del2013).

I dati sulla performancedi settore,sopraespostia livel-lo aggregato, vanno letti cumgrano salis, dal momento cheil commercio al dettaglio hadellecaratteristichediverseri-spetto agli altri settori. In pri-mo luogo, la marginalità è re-lativamente inferiore. A livel-

lo aggregato, infatti, la margi-nalità delle Top 500 si attestaall’8%, mentre è solamentedel3,8% perleaziendedel set-tore. Il dato si spiega conside-rando cheil businessmodelti-pico del commercio al detta-glio punta maggiormente suivolumipiuttostoche suimar-gini. In secondo luogo, il rap-porto di indebitamento è parial79%perleTop500e al72%perle aziendedel settore.An-che in questo caso, va consi-derato che la scarsa presenzadi immobilizzazioni nell’atti-vodelleimpresedel commer-cio al dettaglio non rende ne-cessaria la copertura tramitepatrimonionetto,ma consen-tepiuttosto l’utilizzo di capita-ledi debito.

Le aziende che hanno otte-

nutoun maggiore aumento difatturatorispettoal 2013sonoleseguenti:Sme (+5%), Super-mercati Visotto (+6%), Cuz-ziol (+15%). In particolare, lacrescita registrata da Super-mercati Visotto e Cuzziol si

somma aldato positivo che siera registrato anche l’annoprecedente. Le due azienderegistrano il secondo aumen-todi fatturato consecutivo,ve-dendocomplessivamentei lo-ro ricavi aumentare rispettoal 2012 del 14,9% (Supermer-cati Visotto) e del26,6%(Cuz-ziol).

Tale aumentodi fatturatoèstato probabilmente alimen-tato anche dauna diminuzio-nedella marginalità,che scen-deper Supermercati VisottoeCuzziol ma aumenta inveceper Sme. Particolarmente in-

teressante è la posizione diCuzziol,che,pur diminuendola propria marginalità,si atte-stasu unvalore relativamentealto (5,84%). L’azienda po-trebbeaver sceltodi sacrifica-re qualche decimale di margi-

nalità a vantaggio di un au-mentodi fatturato.

Per quanto riguarda lefonti di finanziamento, Smeèriuscita a completare la buo-

naperformance a livello di ge-stione operativa con una di-minuzione sensibile del rap-porto oneri finanziari / Ebi-tda. Se nel 2013 Sme destina-

va il 17% del suo Ebitda allacopertura deglionerifinanzia-ri,nel 2014tale rapportoscen-deall’11%.Il risultatopositivoè da ricondurreanche alla di-minuzione del costo mediodell’indebitamento (ROD),sorprendentemente raggiun-ta nonostante Sme abbia unrapporto di indebitamentopari all’85%, uno dei più altidel settore. Questo risultatotrova motivazione nel fattoche gran parte dell’indebita-mento dell’azienda è di natu-ra operativa, tratto comuneun po’ a tutte le aziende che

operano in questo settore.L’azienda che ha una struttu-ra patrimoniale più solida, daun punto di vista dell’indebi-tamento finanziario, è Galoil(60%),a cuiè associatoun co-sto del debito relativamente

contenuto.I dati relativi alle perfor-

manceindividuali dellediver-se imprese sono coerenti conquanto emergea livello aggre-gato, se osserviamo i corri-spondenti datiper il Top 25%e Bottom 25% del settore: leaziendedi maggioridimensio-ni hanno una performancenettamente migliore rispettoalle altre, sia in termini di va-riazione (positiva) di fattura-to,sia in terminidi marginali-tà. L’unico dato in controten-denza è quellosul rapportodiindebitamento: le aziende

piùgrandidel settoresonoin-fatti anche le più indebitate.Sembra peròche le stesse pos-sano permetterselo, visto chetutte le big sono in utile, con-trosoloil60%delleaziendediminoridimensioni.

GIOVEDÌ3DICEMBRE2015

L’internodiun supermercato:idati sullaperformance2014 sonotendenzialmente positivi:rispettoall’annoprecedente,il fatturatoè aumentatodel2,4%

AlivelloaggregatolamarginalitàdelleTop500siattestaall’8%,mentreèsolamentedel3,8%perquestobusiness

model

I SETTORI    COMMERCIOALDETTAGLIO

LeaziendepiùgrandidelsettoresonoanchelepiùindebitateMapossonopermetterselovistochetuttele

bigsonoinutile

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diMARINAGRASSO

Dalla farmacia di Istranaa unadellepiù innovati-ve aziende italiane. La

storiaimprenditorialedi WalterBertin, farmacistadi tradizione,inizia nel 1998 - a pochi passi

dalla sua farmacia di Istrana -con la nascita di Labomar, cheprestosi afferma come aziendaspecializzata nellaricercae svi-luppo e nella produzione negliambitidegli integratorialimen-tari, dispositivi medici, alimen-ti a fini medici e cibi funzionalicontoterzi,i cuipartner princi-pali sono aziende farmaceuti-chee di distribuzione.Dal 2012Labomar è anche partecipatadal Fondo Italiano d’Investi-mento. «Attraverso quest’ap-porto- spiegaBertin- abbiamopotuto anticipare investimentigià programmati, incrementan-docosì le giàbuone performan-cedi crescita cheaccompagna-vano l’azienda da una decinad’anni. I primi effetti di questapartnership si sono manifestatinellacreazionedi unpolodi Ri-

cerca e Sviluppo a disposizioneditutte leaziendeclienti chede-siderano avviare nuovi proget-ti,unautenticohubin cuilacre-scitapassa necessariamenteat-traverso il confronto di espe-rienzetraaddetti ai lavori».

Ricerca e innovazione sonogli ingredienti principali diquest’aziendacheoggi impiegaoltre 120 dipendenti e che, nel2014, ha raggiunto i 25 milionidi fatturato, migliorando le giàottime performance dell’annoprecedente (19milioni), tenen-do testa a un rallentamento delmercato- chefino a qualchean-no fa cresceva a doppia cifra -graziea nuovifilonidi sviluppo.SecondoBertin,«il puntodi for-za è la continua ricerca di nuo-ve modalità di veicolazione deiprincipiattivi all’internodell’or-

ganismo, garantendone mi-glior assorbimento e biodispo-nibilità. Ma Labomar è apprez-

zata soprattutto per le compe-tenze e il carattere innovativo.Chi, come noi, produce contoterzi solitamente si limitaa rea-lizzareperfettamente le formu-le,mentrenoisiamoingradodidiscuterecon il cliente eventua-li alternative e ottimizzazioni».Oggi Labomar serve più di 150clienti, tra aziende farmaceuti-che,parafarmaceutichee distri-butori in Italia; all'estero, dopotreanni diattività, cominciamoad avere buoni risultati che si

orientanoverso il 12%del fattu-rato globale. Grazie alle certifi-cazioni ottenute recentemente

da Food and Drug Administra-tion negli USAe nella sua equi-valente canadese, si apreancheilmercatod’oltreoceano.

«Oggi il mercato globale cista dando ragione» continuaBertin. «C'è moltissima atten-zione al Nutraceutico poiché cisiamoresi contodellareale effi-cacia di molti principi attivi asupporto di terapie anche im-portanti. A tal proposito abbia-mo anche attivato un serviziodi monitoraggio marketing ita-

liano ed estero. La proposizio-neLabomar è cosìdiventataele-mento essenziale di discussio-

ne di molti progetti nazionali einternazionali».

 A Ponte di Piave, c’è ancheuna sede di Atlantic Multi-power,azienda tedesca cheè laprimaproduttrice europead’in-tegratorisportivi. Quisi registraunandamentodi mercatosigni-ficativamentediverso, ancheseGiuseppeVirzì,salesdirectorinGermania, Regno Unito, Spa-gnae Italia,intravede unrecen-te cambiamento di trend: «Il2014 ha segnato un grande ral-

lentamento del settore, che fi-no all’anno precedente avevauna costante tendenza positi-

va. Anche nel 2015 registriamoun calo di circa il 10%, ma an-chebuoneprospettivedi cresci-ta evidenziate dalle vendite de-gli ultimi tre mesi». Va anchedettoche l’azienda,presente in36 mercati principalmente eu-ropei,ha«un po’giocatoindife-sa- comeaffermaVirzì- maso-prattutto ha puntato su una li-nea di proteine lanciate a metà2015, innovative e accessibili,che hanno dato ottimirisultati,anchese inaltri Paesi le perfor-

mancessono state moltosupe-riori a quelleregistratein Italia. Abbiamo anche testato con lu-

singhierasoddisfazione un nuo-vo integratore a base di Ome-ga3e vitamina D chesarà ilno-stro prodotto di punta per il2015». Anche qui, quindi, sonoricerca e innovazione le parolechiave.E nonil prezzo: «Abbia-mo insistito sulla qualità - con-clude Virzì – e abbiamo ancheun po’ aumentato i prezzi, per-chéabbiamoinvestitonella for-mazione del personale addettoallevendite.Decisione chenonsolo ha contenuto la sofferenza

derivata dalla contrazione delmercato, ma ci sta anche ripa-gando».

33

Striscionidi AtlanticMultipowera unamanifestazionesportiva.Nella fotopiccola,il direttorecommercialeGiuseppeVirzì

LETOPDELSETTORE

NORDESTECONOMIA•TOP500

APontediPiavelasedediAtlanticMultipower

aziendatedescaleadereuropead’integratorisportivi

ILCIBOPERSTARE INFORMA Labomar,dall’esperienzafarmaceuticaalla ricerca sullemodalitàdicircolazionedeiprincipiattivi

LESTORIE    LANUTRACEUTICA

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NORDESTECONOMIA•TOP500

diMARCO FASAN

Come ben noto, il settoreEdilizia e costruzioni èstatocolpitodallacrisiin

maniera moltoviolenta. Negliul-timi anni, molte aziende (ope-ranti nel settore ed in altridell’indotto) si sono trovate co-strettea portarei libriin tribuna-le o comunque a ridimensiona-re inmaniera significativa la pro-pria attività. Nonostante ciò,quello dell’Edilizia e delle co-struzioni è il settimo settore piùrappresentativo delterritorio,al-lespalledi Fabbricazione dimo-

bili e arredamento. I dati sullaperformance delle 16 maggioriaziendedellaMarcainclusenel-le Top 500 fanno emergereun’interessantetendenza.

Da un lato, i ricavi sono au-mentati in maniera molto rile-

vante (+10,2% sul2013 e +13,2%sul 2012). Complessivamente, ilsettore ha pertanto fatturato1,63 miliardi di Euro nel 2014contro 1,48 miliardi nel 2013.Dall’altro lato, la marginalità èdiminuita, a livello aggregato,dall’11,5%all’8,9%. Se,nel 2013,

un’aziendadel settoreriusciva agenerare in media 9,6 euro diEbitda ogni 100 euro di fattura-to,nel2014talerapportoscendea8,3.

Sembrapertanto chele azien-deabbiano ricominciatoa incre-

mentarei volumi divendita, pursacrificando qualche puntoper-centuale in termini di guada-gno. In ultima analisi, la combi-nazione sembra aver sortito ef-fettipositivi:l’utilemedianosaleda0,5 (2013)a 1,4(2014) milionidi Euro, il rapporto di indebita-mento scende dal 70% al 67%, ilrapporto OF/Ebitda scendedall’11% al 7,8% e il ROE saledall’1% al 6%. Anche l’attivo in-vestito in azienda diminuisce inmanierasignificativa, ma il datodeve essere interpretato concautela, dal momento che que-sto potrebbe essere sia dovuto

ad una diminuzione degli inve-stimenti, sia al completamentodicommessein corso e allaven-di ta d i i mmob il i merce“invenduti” e che pesavano neibilancidiquesterealtà.

Questi segnali incoraggianti

vanno a sommarsi a quantoemerso nel precedente eserci-zio: un anno or sono si era regi-stratosia unaumentodellamar-ginalità(+ 0,8%) siaun aumentodei ricavi (+2,4%). Ebbene, latendenza positiva si consolidaanchenel 2014,purconle dina-

michediversesopra descritte.Comespessoaccade, il nume-ro aggregato nasconde tenden-ze diverse e, in certi casi, con-trapposte.Perquantoriguardailsettore oggetto di analisi, l’au-mento dei ricavi è stato soprat-

tutto guidato dalle aziende diminore dimensione che, in ge-nerale,sembranoaver recupera-toterreno sulleaziendepiù gran-di. Infatti, tutte le aziendeBottom 25% mostrano un fattu-rato ed un utile in crescita, con-tro solo il 25% e 75% rispettiva-mente delle aziende Top 25%.L’aumento di ricavi delle azien-de di minore dimensione(+65%)permette allestesse dire-cuperare il terreno perso fra il2012 edil 2013 (-8%).Nonostan-te tale miglioramento, le azien-deTop25%rimangonole piùso-lide, come dimostrato dal rap-

porto di indebitamento e dallamarginalità.Lequattroaziende chehanno

giocatolapartedelleone,in que-stocontesto dicrescitarilevantedei ricavi, sono le seguenti: SpicPartecipazioni S.r.l.(+198%),Co-

getrevS.r.l. (+124%), PassantediMestre società consortile perazioni (+102%)e CarronCav.An-gelo S.p.a. (+81%). Sempre aconfermareil trenddescrittoa li-vello aggregato, tutte questeaziendehannovisto uncalo del-la marginalità (rapporto Ebitda/Ricavi).

Ragionandoin terminidi red-ditività del totale attivo, le treaziende che sono riuscite a mi-gliorarein manierapiù significa-tival’utilizzo delcapitale investi-to in azienda sono: Elfra S.r.l,Spic Partecipazioni S.r.l. e Caz-zaro S.p.a.. Da ultimo, le due

aziende che sono riuscite a ri-durre inmanierapiù rilevantelaloroesposizioneversolebanche(e parallelamente il loro ROD,ossia il costo medio deimezzi diterzi) sono: Impresa TononS.p.a.e SuperbetonS.p.a..

34

Incrementodeivolumidopo la

grandecrisicheha lasciatoa terramolteaziende.Sacrificando ilmargine

ImpresaTonone Superbeton tra

quelli chehanno ridottoin modo rilevantel’esposizione bancaria

GIOVEDÌ3DICEMBRE2015

I SETTORI     EDILIZIA

SIVENDE,NONSIGUADAGNA Un pokerdi imprese trainanti: Spic Partecipazioni,Cogetrev,Passante di Mestre e Carron

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diFABIOPOLONI

L’edilizia si è rimessa inmoto.Ripresa? Eccessi-vo, forse, definirla tale.

Il famosobicchiere a metà, ta-randola metaforasu grue can-tieri, è più che mai una que-stione di prospettiva. I segnalidi crescita nel settore edile cisono, questo è oggettivo e in-negabile:dopoanni ditenden-zaal ribasso, ilpil delle costru-zioni in Veneto è in crescita(+0,9% nel 2015, previsione a+1,6% nel 2016), e lo sono an-che i livelli occupazionali (149mila dipendenti contro i 138miladel 2014). Mada qui a di-re che le cose vanno bene c’èdimezzounmarechedal2008a oggi si è letteralmente pro-sciugato: «Oggi il monte-salarideidipendentidel nostrocom-

parto, in provincia di Treviso,è di circa 45 milioni di euro.Nel 2008 era di oltre 80 milio-ni».Dato secco,riferitodal pre-sidente provinciale dell’Asso-ciazione dei costruttori edili(Ance),FiorenzoCorazza.

Chiamarla «ripresa», insom-ma, è come chiedere al miticoFonziedi dire«scusa»:proprionon ci si riesce. «Diciamo chesi è fermata l’emorragia, e daqualchemese non registriamonuove procedure di mobilità»,diceil presidentedei costrutto-ri. Ma quando si potrà tornare- sesi potrà- ailivellipre-crisi,quelli del 2008? «Sarà moltodifficile, per non direimpossi-bile: la crescita decennale cheera culminata nei numeri del2008 era stata trainata da unaserie di fattori concomitanti e

irripetibili: la forte disponibili-tà finanziaria, con le bancheche davano mutui al 120% a

tutti; la spinta deiComunicheestendevanoal massimo le ur-banizzazioni; infine la primaTremonti per quel che riguar-da l’edilizia di tipo industria-le».

Era la tempesta perfetta, in-somma, mentre oggi siamo aqualche gocciolina di pioggiadopoannidisiccità.Idatisullaperformance delle 16 maggio-ri aziende della Marca in que-

stosettorefannoemergereco-me i ricavi siano aumentati inmaniera rilevante (+10,2% sul

2013 e +13,2% sul 2012), men-tre la marginalità è diminuita,a livello aggregato, dall’11,5%all’8,9%.Se, nel 2013,un’azien-da del settore riusciva a gene-rare in media 9,6 euro di ebi-tda ogni 100 euro di fatturato,nel 2014 tale rapporto scendea 8,3. Tradotto: volumi di ven-dita in crescita, ma sacrifican-do qualchepunto percentualein termini di guadagno. Ma,

giochi di parole a parte, si rie-scea vendere l’invenduto cro-nico? «Sarà difficile», dice Co-

razza, «perché si è costruitotanto, troppo, e male: non siguardava laqualità,ma ilprez-zo al metro quadro. Oggi ilmercatoè diverso:menodina-micoe piùattentoalla qualità,soprattutto dal punto di vistaenergetico». Le isole di inven-duto, insomma, rischiano direstare mostri vuoti? «Va pen-sato qualcosa di alternativo,magari progetti di housing  so-

ciale, come appartamenti pergiovani coppie». Già, ma chiavrebbe i soldi per invertirci?

DicertononiComuni.Glientidi riferimento, secondo l’An-ce, potrebbero essere le Ater.Ma non sarà facile. E quindi,qualefuturo per l’ediliziatrevi-giana? «Dobbiamo lavoraresulla riqualificazione e la rige-nerazione, i timidi segnali di ri-presa che abbiamo arrivanoproprioda qua», diceCorazza,«anche gli sgravi fiscali hannofunzionato, hanno dato una

spinta,soprattutto alle piccoleimprese artigiane». E le grosseimprese,ovverolevostre?«Per

le imprese più strutturate re-stano gliinterventidi riqualifi-cazionepiù importanti e qual-cosa sul fronte dell’edilizia in-dustrialee commerciale in par-ticolare: su quest’ultimo fron-te ci sono aziende trevigianeche hanno conquistato appal-tiimportanti».

 Alcuni numeri: gli occupati

nel settore dell’edilizia nellaMarcaalla finedel 2014risulta-vano 24.800 circa, punto piùbasso dal 2008, e l’inizio del2015 ha mostrato segni di ri-presa (da 138 mila in Veneto afine 2014 a 149 mila al 30 giu-gno2015).Un datopesantissi-mo, invece: nel 2004 c’eranostati40.713 permessidi costru-ire in Veneto, sono precipitatia 7.210 a fine 2013 (-82%). Lecompravendite, però, ora mo-strano qualche cenno dirisveglio+15,8% in Veneto nelsecondotrimestre di quest’an-no,terzo saldo positivoconse-cutivo dopo anni di calo (dal2007, tranne un barlume pas-seggero di ripresa nel 2010).Un tappeto elastico capace difar rimbalzarele curvetenden-ziali del settore potrebbe arri-

vare da interventi di tipo pub-blico. «Abbiamo aspettativesulle promesse del governoRenzi»,diceCorazza,«in parti-colare sulla possibilità di libe-rare le risorse dei Comuni vir-tuosi in deroga al patto di sta-bilità:qui risorseci sono, e an-cheinterventi cheandrebberofatti conurgenza, peresempiosul fronte dell’edilizia scolasti-ca».Altrofiloneè - anzi, sareb-be - quello degliinterventi perl’assetto idrogeologico del ter-ritorio, «settore che potrebbefarcresceremoltole nostreim-prese», dice Corazza. Un re-centerapportoAnceèdrasticoechiarissimo:«IlPaesecrollaapezzi, la gente muore e le im-prese falliscono per la man-canza di lavoro. È necessariouninterventoimmediato»con

«rapido utilizzo dei 1,6 miliar-didieurogiàautorizzaticonlaLeggedistabilità».

35

Corazza,Ance:«L’invenduto

restatale

siècostruitomalepuntandoaiprezzibassienonallaqualitàealrisparmioenergetico»

ASSUNZIONI INCANTIEREDopoanni, qualcosa simuovenelle costruzioni.Una“ripresina”trascinatadagli sgravi fiscali

Lavoroin uncantiereedile e,nella fotopiccola,il presidentedell’Ance,FiorenzoCorazza

NORDESTECONOMIA•TOP500

letopdelsettore

LESTORIE    DOPOILCROLLO

GIOVEDÌ3DICEMBRE2015

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diMARCOFASAN

Il settoredelle fabbricazio-ni in metallo conferma lapropria forte rilevanza a

livello provinciale: con 2,2miliardi di euro di fatturatorappresenta il quinto settoredella Marca. Rispetto all’an-no precedente, si registra unsignificativoaumento nelnu-mero di aziende che rientra-no fra le Top 500: da 28 a 38.Non viene invece scalfito ilruolo di primo piano di Per-masteelisa Spa. Il gruppo di

 Vittorio Veneto conferma ilsecondo gradino del podiogenerale, generando da soloil 63%del fatturato aggregatodelsettore.

I datirelativi al 2014ritrag-gono un settore in crescitasotto molti punti divista.A li-vello aggregato, il fatturato èaumentato del3,9% sul2013,delineandoquindiunritornoalla crescita, dopo il balzo inavanti compiuto fra il 2011edil 2012 e lasostanzialesta-bilità fra il 2012 ed il 2013.L’aumento dei ricavi non èstato ottenuto a scapito dellaredditività,cheanziaumentadal6,2%al7,1%.Ildatosegnauna forte discontinuità ri-spetto all’anno precedente,dove siera osservataunacon-trazione di oltre un puntopercentuale.Spessoi dati a li-vello di settore sono diversiper le aziende di maggiore edi minore dimensione, tantopiù in situazioni, come quel-

la delle fabbricazioni in me-tallo, dove un soggetto di di-mensioni rilevanti(Permase-teelisa) potrebbe determina-reda solo i dati a livello aggre-gato. Invece,i risultati positi-vi sono confermati sia per legrandi del settore (Top 25%)che per le piccole (Bottom25%). In entrambi i gruppi,fatturato e marginalità cre-

scono suritmimoltosimili.Ulteriori dati permettono

un giudizio positivo sullaper-formance delle aziende delcomparto:nel2014il 95%del-le aziende ha chiuso il bilan-cioin utile, l’82%haun fattu-ratoedunutileincrescitaeilROA – ossia la redditività delcapitale investito nel core bu-

siness – è aumentato di trepunti percentuali, attestan-dosi all’8%.Ancheil rapportodi indebitamento scende(dal 69% al 65%), mentre ilROD - che rappresenta il co-sto medio dell’indebitamen-to – rimane sostanzialmenteinvariato.

In ultima analisi il settore

ha migliorato le proprie per-formance rispetto all’annoprecedente e si colloca inun’ottima posizione ancheinrelazionealrestodelleTop500.La marginalitàmediain-fattiè similea quelladelleal-treTop500,ilROAèincresci-tamentreil rapportodi inde-bitamentosi presenta incon-

trazione.Leaziende chehannovisto

unaumento dei ricavi a dop-pia cifra sono le seguenti: Vi-sottica Industrie S.p.a., Co-macchio S.r.l., Irinox S.p.a.,Forel S.p.a., AM Teknostam-pi S.p.a., Eureka S.r.l., Scan-diuzzi Steel ConstructionsS.p.a., Oxin S.r.l., Euromoda

Group S.p.a.,BFR MeccanicaS.r.l., Point S.r.l., Multi RailS.r.l. e O.R.T. Industria S.r.l..Queste (e PermasteelisaS.p.a., che pur avendo au-mentato i propri ricavi sola-mentedell’1% ha contribuitoin maniera significativaall’aumentodei ricavidel set-tore in valore assoluto) sonole aziende che più delle altrehanno trainato l’aumento

del fatturato,annullandoe invertendola tendenzadialtre azien-de che han-no subito in-veceunacon-trazione neiricavi.È inte-ressante no-tare come lamaggiorpar-te di questeaziendeèriu-scita ad au-mentare i ri-

cavi aumen-tando anchela propriamarginalità.Questo par-rebbe segna-lare una ca-pacità delleimprese inquestione diaumentarela loro offer-ta di valore el’attrattivitàdei propriservizio pro-

dotti senza la necessità di di-minuire il prezzo di venditae/oaumentarei costioperati-vi.

Le aziendeche hanno avu-to una performance partico-larmente brillante da diverse

prospettive (aumento signifi-cativo del fatturato,aumentodellamarginalità, diminuzio-ne dell’indebitamento, dimi-nuzione dell’incidenza deglioneri finanziari sull’Ebitda,diminuzione del ROD, au-mento del ROA sono le se-guenti: Visottica IndustrieS.p.a., ComacchioS.r.l.e Mul-tiRailS.r.l.

NORDESTECONOMIA•TOP50036

Unmodellodiabbattitoredi temperaturadella Irinox.A destra,la vicepresidentedell’azienda,Katia DaRos

I SETTORI  FABBRICAZIONIINMETALLO

lecifre

38SONODIECIIN PIÙLE AZIENDEDELSETTOREENTRATENELLA CLASSIFICADELLETOP 500

2,2MILIARDIDI FATTURATOAGGREGATOÈIL QUINTOSETTOREDELLAPROVINCIADI TREVISO

63%ILPESO DELLASOLA PERMASTEELISA.LAMULTINAZIONALEDI VITTORIOVENETOSI CONFERMAALSECONDOPOSTOTRA LETOP 500

3,9%L’AUMENTODEL FATTURATOAGGREGATORISPETTOAl 2013

7,1%LAREDDITIVITÀCOMPLESSIVA.NELL’ANNOPRECEDENTEERADEL6,2%

95%LAPERCENTUALEDI IMPRESECHEHANNOCHIUSOIL BILANCIO2014CONUN RISULTATOUTILE

ALL’OMBRADI PERMASTEELISA Dietrolamultinazionale salgonoIrinox,Visottica, ComacchioeForelconaumenti adoppiacifra

GIOVEDÌ3 DICEMBRE2015

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37

diFABIO POLONI

La crisi hacolpito, eccome.Ma ora è il momento dirialzarsiin piedi. LaScan-

diuzziSteel Constructionsha ri-preso a correre, e lo ha fatto ri-manendoaggrappata ai merca-ti globali, sulla scia di multina-zionali del calibro di Siemens eSaintGobain. «Ivolumidel2008e del 2009 sono lontani, ma

adessotorniamoa crescere», di-ce Fulvio Scandiuzzi, ammini-stratore delegato dell’aziendache porta il nome di famiglia.Sede a Volpago del Montello,stabilimento produttivo distac-catoa Brindisi,l’aziendaha qua-rant’annidi storiae concentrailproprio   business    sulla grossacarpenteria metallica, non di-sdegnando“incursioni”in setto-ri come quello degli impianti aidrogeno o dell’energia eolica. Iricavi del 2014 hanno sfiorato i20 milioni di euro, nel 2015l’obiettivoèdiarrivareatoccarei25.

Sono diverse le tipologie diprodotti dellaScandiuzzi,«dalleinfrastrutture come ponti e via-dotti», spiega l’amministratoredelegato, «agli impianti indu-striali, comequelli pervetreriee

cementifici.Trai nostriclienticisono Fassa Bortolo e Grigolin,perfare solo duenomi, per loro

realizziamo gli impianti per laproduzione dei premiscelati».Fulvio Scandiuzzi raccogliel’eredità di un’azienda fondata

da suo padre Renzo, sua madreIvana Zanatta e suo zio paternoMauro. «Il contesto globale è

estremamentedifficilema lano-stra vocazione all’export ci per-mette di coglierele opportunitàdi crescita anche lontano

dall’Italia».La situazionegeopo-liticae letensioni mediorientalipreoccupano? «Al momento

non in maniera particolare, an-che se nel recente passato ab-biamo dovuto abbandonare ilmercato libico, per noi molto

fiorente negli anni Novanta».Mercati emergenti?«Cito in par-ticolare ilNordEuropa perilset-

torepetrolchimico, ci sonootti-me prospettivedi crescita»,con-clude Scandiuzzi. Nel 2009 ilgruppodi Volpago è passato at-

traverso un concordato“speciale” per sopravvivere auna pesante crisi di liquidità:

orailpeggioè allespalle,e i nu-merisonolìa dimostrarlo.

 Altra azienda con numeri ditutto rispettonel comparto del-le fabbricazioni in metallo è laEclisse di Pieve di Soligo, chenel 2014 ha realizzato ricavi peroltre42 milionidi euro e unuti-le superiore ai quattro milioni emezzo. Una storia imprendito-riale nata allafinedeglianniOt-tanta, quandoun laboratorio ar-tigiano di carpenteria metallicaoperantefindaglianniSessantasi specializzògradualmentenel-la fabbricazione di controtelaimetallici perportee finestre.Ladecisionedi diversificarein par-tela produzione originaria dellavecchia De Faveri srl deriva daun’intuizione avuta in fiera,

quella di realizzare controtelaiper porte scorrevoli a scompar-sa, un prodotto nuovo e checonsentiva lo sviluppo in serie.La storiadi Eclisse cominciauf-ficialmente il 10 gennaio 1989,datain cuiLuigide Faverifondal’azienda Eclisse. Un progettoimprenditorialeche ha compor-tato consistenti investimentiper poter disporre di impiantiindustriali all’avanguardia ecompetere all’interno di unmercato altamente selettivo.Negli anni Novanta l’attività diEclisse si sviluppa attraversol’intraprendenza e l’impegnocostante per la ricerca e l’inno-vazione. Oggi Eclisse è un mar-chio simbolo di un’azienda lea-der nel suo settore e in grado diprodurre 1.300 telai al giorno eche conta più di 30 agenzie di

rappresentanza, duemiladistri-butori in Italia e dieci consocia-tenelmondo.

LESTORIE  

 GRANDIIMPIANTILARIPRESA FATTADIMETALLOLaScandiuzzidiVolpagocresce, trascinatadaimercatiesteri: l’exportvale l’85%delfatturato

letopventi del settore

TOP500

Unainstallazione dellaScandiuzzidiVolpago.In altoa destra l’amministratoredelegato,FulvioScandiuzzi

GIOVEDÌ3 DICEMBRE2015

LaEclissediPievediSoligo1300telaialgiornoperporteefinestreUn’intuizionedicarpenterianataallafinedeglianni’80

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di CARLOMARCON

Il settore dellaFabbricazio-nedi Mobilie Arredamen-to rimane come l'anno

precedenteal sesto posto nel-la classificadei settoriper rica-vidivenditaedècompostoda39imprese,di cui4 hannosu-perato i 100milioni di eurodiricavi: si tratta di Compago(checonsolidaMediaProfilie

 Arko), Arredo Plast, 3 B e Ve-netaCucine.

Il fatturato complessivo delsettore si è incrementato del4,5%mentrel'Ebitda aggrega-toè diminuito del4,4%facen-do scendere la sua incidenzasui ricavi dal 9% del 2013all'8,2%del 2014, un valore co-munquein linea conla mediadelle prime 500aziende trevi-giane. La minore marginalitàoperativa lorda non ha tutta-via impedito un incrementodella percentuale di impreseinutilepassatedal69%al74%(anche se rimane inferioreall'84% a livello di top 500) e

un miglioramento dei princi-pali indici di redditività (Roe,Roa e Ros) cheperò rimango-no più bassi della media delleprime 500 aziende della pro-vincia di Treviso. Da quantodetto si può evincere che iprogressi a livello redditualenonsonoancoratali daconfi-gurareun equilibrioeconomi-co pienamente soddisfacen-te.

Dall'analisi del 25% delleimpresecon i ricavi piùeleva-ti(top25%) e del25%delle im-prese con i ricavi minori(bottom 25%) emergeche esi-stono delle differenze chean-zichéattenuarsisi sonoaccen-tuate nelperiodo in esame. Inparticolare, le imprese piùgrandi hanno ottenuto un in-crementodel 2,2%del fattura-

to a fronte di una diminuzio-ne del 2% delle più piccole; lamarginalità operativa lorda èpassata dall’8,1% al 9,1% perle prime mentre è scesa dal6,3%al 5,5%per leseconde;ilrapporto di indebitamento èrimasto stabile al 58% per leimpresetop25% mentreè au-mentatodal67%al 71% perle

imprese bottom 25%. Dun-que la variabile dimensione èunfattorechealmenoalivellogenerale continua a spiegarele differenze di performancetraleaziendedelsettore.

Trale aziendeche sonosta-te in grado di migliorare in

maniera sensibile la maggiorparte degli indicatoridi bilan-cio meritano una menzionespeciale Alf Invest, Stilcurvi,Idea e Miti. Alf Invest spa haottenutoun incremento deiri-cavi del 15%, ha più che rad-doppiato l'utile e innalzato ildifferenziale di leva dal 4,5%al 8,5%; Stilcurvi srl ha regi-

strato un +18% di fatturato,haquasitriplicatola margina-lità operativa delle vendite(da8,7%a23,3%)edèpassatadauna perdita cheaveva ero-sonel2013il10%delpatrimo-nio netto ad un utile consi-stente che ha permesso di

conseguire un Roe del 17,7%nel 2014; Idea srl ha ottenutoun +27% di fatturato, ha rad-doppiato l'utile e quasi tripli-cato il Roa e il differenziale dileva; infineMiti srlha aumen-tatole venditedel 46%, innal-zato notevolmente la redditi-vità operativa (Ebitda/Ricavie Roa), ridotto l'onerosità del

debito e di conseguenza haquadruplicatol'utile.

Inoltrevannosegnalate an-che alcune aziende che pre-sentano degli indicatori eco-nomico-finanziari estrema-mente buoni anche se non inmiglioramento, come Arredo

Plast (ebitda sui ricavi del14,5%, Roa del 10% e Roe del15%), Marco’s (ebitda sui rica-vi del 18,6%, differenziale dileva del 9,8%e Roe del 16,5%)e Kastel che grazie ad un’ele-vataredditivitàoperativaeunbassocosto dell’indebitamen-to raggiunge un differenzialedilevadel17,5%.

NORDESTECONOMIA•TOP50038

«Changeor die».Cambiareo morire.Drastico ma efficace: è il mottocon cui i manager (giapponesi)

dellaBonlexEuropedi Motta di Livenza han-noguidatol’aziendanelleacqueagitatedellacrisi, riuscendo a traghettarla nel porto sicu-rodellaripresa.Echeripresa:laBonlexèoggial 147esimo posto nella classifica delle mi-gliori 500 aziende di Marca, con un balzo di26 posizioni rispetto alla rilevazione prece-dente.

L’aziendadi Mottanon è laclassicaimpre-

sadelNord Est.È dapiùdi dieci anniin con-tatto con la casa madre giapponese, e si èspecializzata nella produzione di profilati inmaterie plastiche. Oggi, i dirigenti sono tuttidel Paese del Sol Levante, e per spiegare ilsuccesso dell’impresa il legale rappresentan-te della Bonlex, il signor Hideo Yokoyama,parte dal loro motto: «Change or die. Per so-pravvivere, un’impresa deve essere pronta acambiarecontinuamente,perchélerichiestedel mercato sono in continua evoluzione evannosoddisfatte».

 Altri segreti? «Noi non abbiamo segreti.Facciamo un grande e duro lavoro di squa-dra ogni giorno, sempre in collaborazionecon la nostra casa madre in Giappone. Ognigiornoè unasfidada vincere, proviamo a fa-redelnostromeglio».

Essere in mani straniere significa essereespostia unacompetizioneaggressivaa livel-lomondiale, manonostantetuttoi giappone-si hanno scelto l’Italia perché qui sappiamoancora garantire«altaqualità della produzio-

ne, massima attenzione al consumatore,tempidiconsegnarapidi».Trepuntivincentisulmercatointernazionale,più forti della tas-sazione altissimao dellaburocrazia cervello-tica.

L’ultima domanda a chi, come Hideo Yo-koyama, ha il polso dell’economia mond ialeriguarda la crisi: è davvero finita? «Io credochenon siamo viciniallafine.Quic’è ancoradacombattere,ognigiorno».  (a.d.p.)

I SETTORI    ARREDAMENTO

ILCASODELLABONLEX

«CAMBIAREOMORIRE»

L’ARMAGIAPPONESE

MOBILI, PIÙGRANDIPIÙSOLIDICompago, ArredoPlast, 3 B e Veneta Cucine sopra i 100 milioni. Sale del 4,5% il fatturato complessivo

DennisBordin,titolaredellaProgressProfilese, a destra,RaffaeleMazzucco diBiemmereti

GIOVEDÌ3 DICEMBRE2015

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diANDREADE POLO

«Il segreto? Non restaremai fermi». Vale per isoldi e per le persone.

Investire i profitti, far viaggia-re(meglio seall’estero) i colla-boratori.La ricettaè diDennisBordin, presidentedi ProgressProfiles adAsolo.Al momentodell’intervistasi sta imbarcan-do per Dubai, dove inaugure-

rà una nuova sede della suaazienda nata nel 1985 e capa-cedi vendere, oggi,battiscopae profiliper pavimenti in oltre50 Paesi(ma anchel’Italia, daidati dell’azienda, ha ripreso acrescere).Di ritornodagli Emi-rati Arabi Uniti, il presidenteripartirà in direzione Austra-lia, dove ha previsto di aprireuna nuova filiale nel 2016. Ead Asolo è in corso l’amplia-mentodella strutturalogisticaconnuovi 2.500 metri quadra-ti di stabilimento. «Quando ilmercato sembra favorevole»spiega Bordin «allora è il mo-mento di non restare fermi, enon accontentarsi. Noi inve-stiamo ogni anno in macchi-nariavanzati,prodotti,forma-zione».Lui, veneto doc, si è fat-to le ossa in Canada, dove ha

imparato due principi fonda-mentali: «Lacoerenzain quel-lochesi dicee quellochesifa,

prima di tutto. Lì, se dici unabugia vieni smascherato. Epoi, il riconoscimento versochifa delbene, chediventaunpunto di riferimento». Valoritrapiantatiin Italia. La crisi, se-condo Bordin, è (quasi) allespalle, a patto di superare an-cora qualche barriera menta-le:«Il madein Italy all’estero è

un vero valore aggiunto, sino-nimo diqualità.Noi veneti, in-vece, ci sottovalutiamo anco-

ratroppo».AncheNicolaVen-drame, il CEO di Linea Light,azienda di Resana del settoredell’illuminazione, prendespesso l’aereo per tornare inItalia con qualche carta in piùda giocare sul mercato inter-nazionale. I fari della suaazienda hanno illuminato, direcente, il mercato a stelle e

strisce: «Abbiamo acquisitounaquotadi unasocietàame-ricana con sede a Baltimora»

raccontaVendrame «l’obietti-vo è essere sempre piùpresen-tia livellomondialesui merca-ti legati alla progettazione, ebeneficiaredelle dimensioniedella dinamicità del mercatonordamericano. Gli altri mer-cati in cui cresciamo in modoimportante sonoquello asiati-co e quello africano». Quello

dell’illuminazioneè il classicosettore in cui i profitti vannoreinvestiti quotidianamente,

perché le novità tecnologichesono frequenti: «Noi siamostatidei pionieri delletecnolo-gieled. Il mercatoha richiestesempre più esigenti: il mondodell’illuminazioneè alla ricer-ca nonsolo didesign e forme,ma anche di qualità e resa lu-minosa». Vale per le lampadi-ne, vale per le cucine: la stori-

ca Veneta Cucine di Biancadenel 2008 (anno di inizio dellacrisi)ha introdottola prima li-

nea completamente automa-tizzata per la produzione dimensole, top, banconi e ante.Una piccola rivoluzione chenon ha impedito di dare lavo-roaoltre500addettifralesedidi Biancadee Longarone,con-tinuandoa crescere anchene-gli anni piùbui della crisi, cheorasembraallespalle,grazieamille rivenditori in tutto ilmondo.A trascinarela ripresanellavecchia “terradei capan-noni”, il Quartier del Piave edei mobilieri, è la Biemmeretidi Sernaglia.Cuscini,materas-si e reti dal 1985, ma il titolareRaffaelle Mazzucco dice dipensare già alle celebrazioniper il centenario: «La stessaUnindustria sensibilizza sul

tema della longevità d’impre-sa». Giura di avere la ricettagiusta, e anche per le reti e imaterassi si parla di investi-menti e formazione: «Oggi ilconsumatore è semprepiù at-tento e consapevole. Per ade-guarci, è importante credereedinvestirenei propri collabo-ratoricon costanza e continueattività formative, per avereuna squadra di persone moti-vate». Biemmereti, a differen-zadimoltealtreaziende“top”che hanno scelto di puntareforte sull’export, ha radici benpiantate nel Quartier del Pia-ve: «Nonostante il periodo dicrisiabbiamo continuato a in-vestirein modoconsiderevolein impianti, attrezzature estrutture,ma sempreconcen-trando sia la produzione che

la vendita al cento per centonelterritorioitaliano».

©RIPRODUZIONERISERVATA

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LANOSTRACASANELMONDORadicidiMarca, sguardoglobale:i casiProgressProfiles,LineaLight,VenetaCucineeBiemmereti

LESTORIE    MADEINITALY

NORDESTECONOMIA•TOP500

Lasuggestivaprospettiva notturnadellostabilimentoLineaLightdi Resana,sullosfondodellaluna

leaziendetopdelsettore

GIOVEDÌ3 DICEMBRE2015

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diFEDERICALUCCHETTA

Nonostante il settore au-tomobilistico rimangaancora agli ultimi posti

tra i principali settori dell’eco-nomia trevigiana, come volu-me d’affarinel 2014rappresen-ta il comparto con l’incremen-to di ricavi più rilevante a livel-lo provinciale con un +12% ri-spetto al corrispondente datodel2013.

 A supportare il dato positivo

conseguitoa livellodisettore, èlostatodisalutedelle19 impre-se che lo compongono. L’84%diqueste chiudei bilanci inuti-lee un79%rilevaun incremen-to di fatturato. Sotto questose-condoaspetto,nell’ambito del-le top 10 del settore, AutopolarS.p.a. si aggiudica il titolo diazienda più performante, regi-strando un aumento del volu-me d’affari del 36% rispettoall’anno precedente (e un 49%in più rispetto al 2012), seguitaa ruota da Gidauto S.r.l.(+31,4%) che quest’anno entraa pieno titolo nelle migliori 10aziende del settoreautomobili-stico della Marca, conquistan-doil nonoposto.

Ilgradino piùaltodelpodioèraggiunto ancora una volta daCarraro S.p.a.con ricavichesu-

perano i 100milioni, inlieveau-mentorispetto al 2013 (+1,2%),a cui segue un incremento an-che in termini di marginalitàoperativa che si attesta al 2,8%dei ricavi.Scorrendola classifi-ca troviamo una performante Autostore s.r.l. che con un+27,5%di ricavi rispettoall’an-nopassato soffiail secondopo-sto in classifica a Sotreva S.p.a.chequindiscivola interza posi-zione.

 Anche Mattarollo motoriS.p.a. quest’anno si lascia sor-passare da Negro automobiliS.r.l. cheguadagna cosìil quar-toposto nellaclassificasettoria-le, grazie al +7% nei ricavi divendita rispetto all’anno prece-dentee allacrescitaquasinulladel fatturato della vicina con-corrente.

Rimane ancora ai marginidella graduatoria delle top 10Trio s.r.l. checon unimportan-te incremento di fatturato

(+12,6%) spinge in alto la suamarginalità operativa (+5,3%)aggiudicandosiil primatoin unsettorecaratterizzatoda margi-nimolto contenuti.Non riesco-no invece a rientrare nella top10, De Pieri S.r.l., settima inclassifica nel2013 equest’annofuori perpoco; al seguitoAuto-

giada S.r.l., Leiballi & CuzzolS.p.a.eNordautoS.p.a.Nonsi puòmancaredi rileva-

re che a contribuire in modopreponderante alla crescitacomplessiva registrata dal set-tore siano le imprese di minoridimensioni:le impresecon i ri-cavi piùcontenutiinfatti trion-fanoconuna crescita delfattu-ratodel 14%, a cuisi accompa-gnaun discreto risultato ancheper quanto riguarda la redditi-

vità operativa (2%). Tra questeimpreseMar-auto S.r.l., capeg-giaconun aumento delfattura-todel 53%rispettoall’anno pre-cedente,il dato piùaltoin asso-luto del settore. Questo consi-stente balzoin avantiè statode-terminante affinché la societàstessa potesse rientrarequest’anno nella classifica ge-neraledelleTop 500.

Un’ultima analisi deve esse-re svolta con riferimento allacomposizione dellastrutturafi-

nanziaria delle aziende. Tutteleazienderisultano mediamen-te molto esposte finanziaria-mente,ricorrendoin misurasi-gnificativa al capitale di terzicon un livello medio di indebi-tamento dell’80%, pressochécoincidentecon ildato raggiun-tol’anno scorso.Considerata lamodesta redditività operativadelcomparto,il rapporto onerifinanzari/Ebitda raggiunge li-velli sostenuti, in diversi casibenoltreil 30%. Ciònonostan-te, il differenziale di leva – chemisura il rendimento del capi-tale di debito rispetto al relati-vo costo – è nella quasi totalitàdei casi positivo. In conclusio-ne, la crescita del settore cheemergedall’analisi deidati del-la Marca appare in linea con iltrend registrato a livello nazio-

nale, dove si osserva una buo-naripartenzadelcompartoau-tomobilistico. Le difficoltàregi-strate negli anni precedentisembrano ormai definitiva-menteallespalle,anchese èau-spicabile che l’incremento deivolumi si associ in futuro a unmiglioramento dellamarginali-tà operativa che, sebbene increscita, appare ancora mode-staetralepiùbasseregistratealivelloprovinciale.

NORDESTECONOMIA•TOP50040

Autopolarsiaggiudicail titolodi

aziendapiùperformanteconunvolumediaffariincrescitadel36%seguitaaruotadaGidautocheentratralemigliori dieci

ABARTH

ALFA ROMEO

AUDI

BMW

CADILLAC

CHEVROLET

CITROEN

DACIA

DR

DS

FERRARI

FIAT

FORD

HONDA

HYUNDAI

INFINITI

ISUZU

JAGUAR

JEEP

KIALANCIA

LAND ROVER

LEXUS

MAHINDRA

MASERATI

MAZDA

MERCEDES

MINI

MITSUBISHI

NISSAN

OPEL

PEUGEOT

PORSCHE

RENAULT

SEAT

SKODA

SMART

SSANGYONG

SUBARU

SUZUKI

TATA

TESLA

TOYOTA

VOLKSWAGEN

VOLVO

Totale TREVISO

IL MERCATO DELL’AUTO A TREVISO

1

36

85

45

0

0

50

55

0

3

0

245

139

12

76

0

1

2

29

7062

40

7

0

60

19

78

18

7

79

108

116

11

123

17

21

16

2

7

36

1

0

87

177

20

1.907

OTTOBRE2015

OTTOBRE2014

VARIAZIONE %OTTOBRE 2015/OTTOBRE 2014

GENNAIO/OTTOBRE

2015

GENNAIO/OTTOBRE

2014

3

56

63

40

0

2

56

65

1

7

1

157

133

4

42

3

0

2

22

4773

55

5

0

1

17

60

17

8

80

83

105

13

132

12

18

12

1

8

10

0

1

121

180

22

1.738

-66,67

-35,71

34,92

12,50

0,00

-100,00

-10,71

-15,38

-100,00

-57,14

-100,00

56,05

4,51

200,00

80,95

-100,00

0,00

0,00

31,82

48,94-15,07

-27,27

40,00

0,00

500,00

11,76

30,00

5,88

-12,50

-1,25

30,12

10,48

-15,38

-6,82

41,67

16,67

33,33

100,000

-12,50

260,00

0,00

-100,00

-28,10

-1,67

-9,09

9,72

37

417

706

381

0

1

468

561

3

27

7

2.049

1.295

71

593

12

3

22

304

592463

422

58

3

34

154

699

166

70

795

934

866

92

1.106

152

176

11

92

226

95

12

5

919

1.766

207

17.133

29

397

604

382

0

131

512

503

7

34

5

1.822

1.227

71

423

5

2

19

107

407519

346

56

0

35

128

578

19050

752

742

773

74

898

142

172

67

7

65

58

166

4

6

940

1.679

263

15.312

27,59

5,04

16,89

-0,26

0,00

-99,24

98,59

11,53

-57,14

-20,59

40,00

12,49

5,54

0,00

40,19

140,00

50,00

15,79

184,11

45,45-10,79

21,97

61,11

0,00

-2,86

20,31

20,93

-12,63

40,00

5,72

25,88

12,03

24,32

23,16

7,04

2,33

132,84

57,14

58,62

36,14

200,00

-16,67

-2,23

5,18

-21,29

11,89

VARIAZ.%GEN./OTT.2015/2014

      C      R      O      M      A      S      I      A

I SETTORI    AUTOVEICOLI

LAGRIGLIA

IMOTORIACCELERANO

SORPASSOAUTOSTORECarraromantienelapole,NegroguadagnailquartopostosuMattarolloÉ ilcompartocon l’aumentodiricavipiù rilevanteinprovincia:più 12%

GIOVEDÌ3DICEMBRE2015

a Treviso

una concessionari

TrevisoViale Monte Grappa, 27/B

Telefono: 0422 4374

NuVia

Tele

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di VALENTINA CALZAVARA

Il mercatodell'autoripartee ingrana la marcia dellaripresa. I trevigiani torna-

no a comprare il nuovo e leconcessionarie si trasforma-no, passando dalloshowroom monomarca adun'offerta multimarca. «Il2015havistounaripresadellevendite.Il clima di maggiorfi-ducia sta facendo da trainoall'acquisto di autovetture daparte del privato. Finalmentesi intravvede la luce». E' la fo-tografia scattata da Giorgio Si-na,presidentedel Gruppo Au-to Moto di Confcommercio Veneto nonché presidentedel gruppo di concessionarieFerriauto con diverse sedi in Veneto e Friuli Venezia Giu-lia. Guardando all'economiatrevigiana, il settore automo-bilisticoha registrato nel 2014un incremento di ricavi supe-riore al 12%. Cartinadi torna-

soledellarisalitaè anche l'au-mentodelle immatricolazionia livelloveneto.

Laprovincia diTreviso siat-testa al sesto posto con un +11,89% davanti a Venezia edietro a Vicenza, Belluno, Ve-rona, Padova e Rovigo. Con-frontando il mese di ottobre2015 conlo stessoperiododel2014,emergeche ilnumerodiautovetture e fuoristrada ven-duti quest'anno è pari a 1.907contro i 1.738 della scorsa an-nata. Il recupero in corso faperò i conti con quanto acca-duto nel 2008 quando molteconcessionarie hanno chiusoi battenti e si è registrata unaperdita del 45% del mercatoitaliano. Una situazione criti-ca che ha però decretato un'evoluzione dell'assetto delsettore, confusioni, nascitadinuovi gruppi e rafforzamentodi quelli esistenti. Pur essen-

do ancora lontani dai numeridel mercato automobilisticopre-crisi, gli ultimi dati fannobensperare.La sceltadei con-sumatori è sempre più orien-

tataverso ilnuovo.«Il cliente mediosta tornan-

doa comprare. Il45%delpar-

co macchine del Veneto hapiù di dieci anni. Da qui sispiega anche la necessità dicambiare vettura approfittan-dodella forte scontisticames-

sain atto dallecaseautomobi-listiche e dai concessionari.Con un budget dai 9.000 agli

11.000 euro si compra il nuo-vo e questo è un elementoestremamente motivante» af-ferma Sina. Il 55% del merca-to è fatto dai segmenti auto-

mobilistici A, B e C quelli checomprendono le minicar e levetturepiccolee medie,com-

presetra i 1.000 e i 1.300 dici-lindrata. Nel 2015 i marchichehannovendutodi piùnel-la provincia di Treviso sonostati: Fiat (245 auto vendute

nel 2015 contro le 157 del2014), Kia (70 vetture quest'annoe 47nel2014),Opel(108

contro le 83dell'anno scorso)e Peugeot (116 nel 2015 e 105nel 2014). Resiste nonostantegliscandaliVolkwagen chear-retra di pocorispettoalleven-dite del2014mentregliaddet-ti ai lavori guardanocon inte-resse al “fenomeno” Daciache conquista fette di merca-to abbinando prezzo ed es-senzialità. «Il cliente è moltoconcreto e sempre più atten-to alleproprieesigenze,cercala semplicità e ha detto addioalsuperfluo»spiegail numerouno del gruppo Auto Moto diConfcommercio Veneto «l'au-to viene vista come un mezzodi mobilità che deve essere

funzionale allo spostamento,inprimoluogoper raggiunge-re il lavoro.Deve essere quin-di spaziosa, comoda, sicura,bella esteticamente e deveavere il prezzo. Si guardanounpo'menoleprestazioni».

Tendenzaquest'ultima chesi ritrova anche nel clienteche sceglie la fascia alta, sefi-noa qualche anno fasi acqui-stava il 3.000 di cilindrata,og-gici siferma al2.000.Estrema-mente significativo è anche ilsegmento dei Suv che è cre-sciuto su scala regionale del18%, segno chela ripresa toc-ca da vicino anche il settoredell'alto mercato. Infine, os-servando le vendite deibrand, il 2015 si chiude conaumentiper Audi,Bmw e Ma-serati. «Si tende a prediligere

la praticità» concludeil presi-dente Sina «piuttosto che asfoggiareuno statussymbol».

41

PRATICA, BELLA, RISPARMIOSA Giorgio Sina, ConfcommercioVeneto: «Il 45% dei mezzi ha dieci anni, i trevigiani passano al nuovo»

NORDESTECONOMIA•TOP500

Ilclimadimaggiorfiduciastafacendodatrainoall'acquistodapartedelprivatoFinalmentesiintravvedelaluce

Ilclienteèconcretoeattentoalleproprieesigenzecercalasemplicitàehadettoaddioalsuperfluo

LETOPDIECIDEL SETTORE

LESTORIE    CAMBIOD’AUTO

Un’immaginedal salone diBologna.Inprovinciadi Treviso ilsettoreregistranel2014 unincrementodel 12%

GIOVEDÌ3 DICEMBRE2015

1954, a Oderzo dal 1920,

sempre vicina a te

a sede Oderzo, 30

: 0422 718 801

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7/23/2019 Top 500 Treviso 2015

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diFEDERICA LUCCHETTA

 A nche quest’anno, i datidelcompartoUtilitiesegestione dei rifiuticon-

fermano la presenza di unset-tore chesembra nonsia anco-ra riuscito a superare le diffi-coltà riscontrate nella letturadei risultati del 2013: le Utili-ties, infatti, costituisconol’uni-co comparto che registra unadiminuzione, seppur mode-sta, del fatturato complessivo(-3,7%) a livelloprovinciale.

Soloil 27%delleimpresedelcomparto dei servizi registraun aumento del fatturato ri-spetto all’anno precedente eanche in questo caso, si trattadel valore più basso se con-frontato con quello ottenutoneglialtrisettoriproduttivido-ve la percentuale media diaziende conricavi increscitaèquasi del 70%. Questo risulta-to è in parte imputabile ancheal ristretto numero di impresechelo compongono, solamen-

te 11 all’interno delle prime500 imprese della provincia. A fare da contraltare a questi ri-sultati, si rileva tuttavia che ilsettore in esame è l’unico adavere la totalità delle aziendein grado di chiudere i conti inutilee nonostantela contrazio-ne dei ricavi molte realtà sonoriuscite ad incrementare i ri-sultati economici di periodoregistrandoben l’81,9% di im-preseconutili increscita.

 Analizzando la situazioneconun maggiorgradodi detta-glio, si puòriscontrareche i ri-sultati peggiori abbiano carat-terizzato,perlopiù,ilivellipiùbassidella classifica; le impre-se di minori dimensioni chiu-dono con una contrazione delfatturato del6%. Resistonoin-vece le imprese con volume

d’affari più alto,rientrantinel-latop 25% che,come sievincedallarelativa tabella, sonocre-sciute a livello aggregato del6%. Si è quindi dinanzi ad unsettore che presenta un certodivario al suo interno, metten-do in luce come la congiuntu-ra economica sfavorevole ab-bia colpito in modo maggior-mente significativo le impresecon una struttura produttivamenoresistente.

Passando in rassegna la gra-

duatoria delle migliori 10 delsettore, ad un primo sguardosi coglie subito che il posizio-namento delle imprese nellaclassificadi quest’annocoinci-de con quello dell’anno scor-so:stabilmenteal primopostoritroviamoAsco HoldingS.p.a.(società capogruppo di Asco-trade S.p.a., settima nella Top500) con un volume di ricaviquasi quattro volte superioreallasecondain classifica.Con-

tribuendo infatti a generarequasi metà del fatturatodell’interocomparto,non stu-pisce rilevare che anche AscoHolding chiuda con una con-trazione del fatturato del 12%,incidendoin modoconsisten-tenel calodel giro d’affari regi-stratodal settorenel suocom-plesso. Permane comunqueuna buona marginalità opera-tiva della capolista, con un in-dicatore EBITDA/Ricaviche si

attesta al 13%, superiore ri-spetto alla media settoriale(10%). Non si può dire altret-tanto di Servizi UnindustriaMultiutilities S.p.a., secondaclassificata, che in netta con-trotendenza rispetto all’anda-mentodelsettore,crescedi unsorprendente35,5% in terminidi ricavi, guadagnando ben 15posizioni nella classifica delleTop 500, sebbene con unamarginalità operativa prossi-

maallo zero. Buoni risultatiso-no conseguiti anche dalla ter-za in classifica, Co.met.fer.S.p.a.,che migliorasia sulfron-te dei ricavi di vendita (+6%)siainterminidi utilenettoconun incremento di circa 32 mi-lioni rispetto all’anno prece-dente. Volgendo uno sguardoallarimanente partedellaclas-sifica, tutte le imprese – conun’unicaeccezione rappresen-tata dalla settima in classifica,

 A.T.S. S.r.l. – hanno registratoun sensibile calo del fatturato(inmedia del3,9%in lineaconla diminuzione registrata a li-vello di comparto). Le stessemantengonotuttaviauna mar-ginalità operativa particolar-mentesoddisfacenteche si at-testa a livelli ben superiori ri-spetto alla media del settore e

che raggiunge, come nel casodi A.T.S. S.r.l., anche livelli del25%.A quest’ultima realtàtre-vigiana deve essere attribuitoancheil primatoperla crescitadell’utile netto, in incrementodi 2,6 milioni rispetto al 2013sostenutoperò daun rapportodi indebitamento piuttostoconsistentein entrambigli an-ni in esame. Sotto quest’ulti-mo aspetto, il resto delle im-prese del comparto presentaunlivellodi indebitamentoab-bastanza allineato alla mediadelsettoredel 75%chepuò es-sere giudicato non eccessiva-menteelevato.

Indefinitiva,il settorein esa-me - fatta eccezione per qual-che realtà al suo interno – haregistrato negli ultimi anniuna sostanziale contrazione,

dimostrando di risentiresigni-ficativamente degli effetti diuna congiuntura economicasfavorevole. Sarà interessantecapire se i segnali importantidi crescita economica chesembrano contraddistinguereil territorio della Marca saran-no in grado di costituire unpunto di svolta per il settore,supportando un’inversione ditendenza rispetto all’anda-mento dei volumi di venditaregistratinell’ultimobiennio.

NORDESTECONOMIA•TOP50042

I SERVIZISOFFRONO ASCO,PRIULAEBACINO3UNPASSOINDIETROLacongiunturaeconomicasfavorevolehacolpitoinmodopiùsignificativole impreseconstrutturaproduttivamenoresistente.BalzodiUnindustria

I SETTORI  UTILITIESEGESTIONERIFIUTI  lecifre

-3,7%ÈL’UNICOCOMPARTOCHEREGISTRA

UNADIMINUZIONEDEL FATTURATO

COMPLESSIVOA LIVELLO

PROVINCIALE

11SONOSOLAMENTEUNDICILE IMPRESE

ALL’INTERNODELLETOP500 DELLA

MARCA

15LEPOSIZIONI INCLASSIFICASCALATE

DASERVIZI UNINDUSTRIA

MULTIUTILITIES

GIOVEDÌ3DICEMBRE2015

[email protected]

Page 43: Top 500 Treviso 2015

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diGIORGIOBARBIERI

Èa Villorbala «Silicon Val-ley» della provincia diTreviso. Qui si concen-

trala maggior partedelle attivi-tà nel campo dell’informationtechnology, non solo per laproduzione di prodotti tecno-logici ma anche di software,applicazioni e servizi. Anchequesta categoria di aziende èstata colpita dalla crisi, ma neè uscita con danni più conte-nuti riuscendo a guadagnarequote di mercato acquisendonuove imprese. Secondo l’Os-servatorio delle competenzedigitali 2014, realizzatodall’AgID insieme ad Assin-form, Assintel e Assinter, leaziendediIctsonostateinfattiquelle chehanno resistito me-

glioalla crisieconomica graziealla capacità dimostratanell’affrontare la profondatra-sformazione dei modi di pro-durre e fare sistema, basatapropriosulle tecnologie digita-li. Un fenomeno inarrestabileche ha obbligato ad allinearele competenzedigitalidisponi-bili ai fabbisogni in continuodivenire: una condizione es-senzialeper fare impresae cre-areoccupazione.

Un esempio è la   Dba Group, fondata nel 1991 consedein viale Felissent a Villor-ba.L’aziendaguidata dalpresi-dente Francesco De Bettin(fondatore insieme ai fratelliRaffaele, Stefano e Daniele) èpartecipata dal Fondo Italianod’Investimentidella CassaDe-positie Prestitie ha400 dipen-

denti tra Italia ed estero. Svi-luppa piattaforme software asupporto dell’ingegneria, del

project e asset management,della sicurezza e del controllodell’automazione industrialeconun fatturato2014 siè chiu-so in crescita del 15%, a quota23 milioni. È dell’anno scorsol’acquisizione per 8 milioni dieuro (solo 2 a debito) della di-retta concorrente, la societàslovena “Actual It”. «Il 2013 èstato il nostro anno peggiorecon cassa integrazione e con-tratti di solidarietà», spiegaFrancesco De Bettin, «l’annosuccessivo ci siamorimbocca-ti le maniche e siamo andatiall’estero.Ilproblemadioggièche,anche se il mercato inter-no sembra dare segni di ripre-sa,l’instabilitàpoliticadi alcu-nearee delmondorendeinac-cessibili diversi mercati del

Medio Orientee delNord Afri-ca. Per il futuro continueremoad investiresull’innovazionee

suiprocessi». Anche la  Mht, con sede in

via Roma sempre a Villorba,

ha effettuato un’importantefusione per reagire alla crisieconomica. Nel 2010, con la

benedizione del colossodell’informaticaMicrosoft, va-rò il progetto di fusione con

Reno Sistemi di Bologna, cre-ando un soggetto da circa 10milioni di eurodi fatturato. La

Mht, appartenente al gruppotrevigianoSmc,nel2007aveva40 dipendenti,salitia 180(conun’età media di 30 anni) nelcorso di quest’anno. Nel feb-braio2014è entrata a farpartedel Gruppo Engineering, hasette filiali in Italia (Milano,Roma,Teramo,Padova,Mode-na, Catania e Savona) e una aBelgrado in Serbia. «In realtàla crisi per noi siè trasformatain un periodo di crescita»,spie-ga l’amministratore delegatoFranco Coin, «per le piccole emedie impreseè infatti diven-to indispensabile disporre disoluzioni gestionali totalmen-te integrate nei processi, flessi-bili e scalabili, che possanosupportareil cambiamentoor-ganizzativo e adattarsi alle

nuove condizioni strutturali.La nostra realtà aziendale hauna storica attenzione alle sfi-

de proposte dai clienti e dalletecnologie e operiamo in unmercato all’80% costituto daaziende con sediinternaziona-li».

E con un processo di fusio-ne delle cinque imprese checomponevanoil Gruppo Euro-

systemSistemarcadiCastrettediVillorba,è natanel2015Eu-rosystem Spa , che ha la sedein via Newton con l’obiettivodi dare maggiore solidità sulmercato, ridurrei costi,unifor-mare ilcore businesse velociz-zare i processi produttivi. «Sista aprendo un nuovo spaziodi business grazie alle nuovetecnologie»,afferma l’ammini-stratore delegato Gian NelloPiccoli, «Eurosystem è anchepresente su numerosi mercatiesteri attraverso i propri clien-ti chehanno internazionalizza-to, che vengono supportaticon l’adeguata tecnologia an-che quando operano su mer-catioltreconfine.L’aziendahacosì realizzato diverseinstalla-zioni in giro per il mondo:

dall’Europa a Dubai, agli StatiUniti».

©RIPRODUZIONERISERVATA

43

LETOPDELSETTORE

GianNelloPiccoli,amministratoredelegatodi Eurosystem

NORDESTECONOMIA•TOP500

LESTORIE     I SIGNORI DEL DIGITALE

LASILICONVALLEYDIMARCA DbaGroup,Mht,Eurosystem:aVillorbaleaziendespecializzatein informationtechnology

Franco Coin, ad di Mht Dall’alto in senso orario Stefano, Raffaele, Daniele Francesco De Bettin

GIOVEDÌ3 DICEMBRE2015

Tel. 0423.7315 - Fax 0423.720340 - www.depieri.com

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7/23/2019 Top 500 Treviso 2015

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“Ciò che siamo è conseguenza

di ciò che abbiamo fatto”

Mediatec è nata nel 2001 grazie all’esperienza e alla volontà dei soci fondatori di realizzare un sogno, che dal lontano 1988 avevano nel cassetto. Sebbene gli anni non fossero dei

migliori la tenacia e la voglia di dimostrare prima a se stessi e poi agli altri le proprie capacità, hanno portato i soci a decidere il grande passo.

Il 1 Marzo 2001 Mediatec nacque ufficialmente, con l’obiettivo dichiarato di creare un’azienda flessibile e molto mirata alle esigenze del cliente nel campo degli articoli tecnici in

gomma e materiale plastico, puramente commerciale.

Dopo una costante e importante crescita sia di fatturato che di organico, il primo passo importante è avvenuto a Luglio 2008 con la nascita dell’officina meccanica per la lavora-

zione del materiale plastico.

Questa scelta è stata fondamentale per superare brillantemente la crisi che si è abbattuta nel mercato mondiale durante il 2009 e ancora oggi sentita. Grazie a questa importante

scelta è stato migliorato notevolmente il servizio al cliente supportandolo nelle continue urgenze che, causa la forte crisi, erano in costante aumento. Questo ha portato l’azienda

anno dopo anno ad avere sempre più visibilità e copertura delle zone.

Mediatec stava crescendo velocemente e il nome cominciava a circolare anche all’estero.Negli anni successivi l’officina è costantemente migliorata con l’aggiunta di nuovo personale sempre più professionale e nuovi impianti produttivi.

 A Marzo 2014 altro importante passo compiuto da Mediatec: l’acquisizione della nuova sede con adiacente un terreno edificabile di 3.000 mq dove in futuro verrà costruito un nuovo

stabile per l’ampliamento dell’attuale officina e del magazzino scorte.

 Attualmente Mediatec è formata da un team molto affiatato di 15 collaboratori interni e 7 tecnici commerciali esterni pronti a seguire il mercato in continua evoluzione e ad intra-

prendere nuove strade o migliorare le attuali per seguire meglio i clienti in tutte le loro necessità.

31044 Montebelluna (TV) -

- [email protected]

La collaborazione con i clienti è indispensabile per una crescita continua.

“Solo un sano confronto porta ad una vera crescita umana e professionale”

Page 45: Top 500 Treviso 2015

7/23/2019 Top 500 Treviso 2015

http://slidepdf.com/reader/full/top-500-treviso-2015 45/48

45

di VALENTINA CALZAVARA

Un'aziendaperla cultu-ra e la valorizzazionedei giovani talenti. E'

su questo duplice versanteche Stonefly di Montebellu-na,leadernellaproduzionedicalzature ad alto contenutoinnovativo, ha deciso di inve-stire,promuovendo “Walking  withArt StoneflyArt Prize”unpremioper sostenerei miglio-riprogetti artisticipresentati.

L'intentodi Stoneflyè disti-molare gli artisti a confeziona-reuna loro idea perpoiaiutar-li nella realizzazione e nellapromozione dell'opera d'ar-te. Un percorsolungimirante,intrapreso cinque anni fa conla prima edizionedell'Art Pri-ze, che ha riscosso un buonsuccesso e che si è rinnovatoancheper il 2015con la colla-borazione della FondazioneBevilacqua La Masa, l'atelierveneziano che rappresentaunpunto di riferimentoper laproduzioneartisticadel Trive-

neto. «Noi siamo una realtàcheoperanel design,a strettocontatto conla modae spessocerchiamo nell'arteuna fontedi ispirazionee di stimoli sem-pre nuovi» spiega Andrea To-mat, presidente di Stonefly Spa«il secondoaspettoche ciporta a rinnovareil premio diedizione in edizione è la vo-glia di sostenere i giovani e leloro capacità. Per questo ab-biamo cercato e ideato unaformula che coniuga l'arte almondo del lavoro. Crediamofermamente chesia vitale da-re al nostro territorio una di-

mensioneculturaleche mettain collegamento varie formeespressive come la scultura,la pittura e,più ingenerale,levarie arti visive». Si sostengo-no i giovani e con essi la cre-scita del tessuto sociale vene-to e trevigiano, facendo delbusinessun motoredi svilup-po culturale oltreché pura-mente economico. Di volta involtaStonefly individua un te-ma che fa da filo conduttoreall'edizionedel premio.Dopoi focus sulla materia, sull'

esplorazione, sugli artisti chelasciano tracce e sulla secon-dapelle, l'edizione2015 è sta-ta dedicata a “Dance dancedance”, titolo tratto dal librodi Haruki Murakami, autoregiapponese che affronta, at-traverso la scrittura, la que-stione giovanile. Gliartistiso-no stati chiamati dall'aziendamontebellunese a dare formaalla resilienza, quella sensa-zione interiore che permettedi sciogliere nodi, di sblocca-resceltee disollevarsida una

condizione di incertezza esi-stenziale. «Il tema che abbia-mo deciso di svilupparequest'anno è caricodi significatie ri-badisce come sia necessarioche la vocazione passionaledi ogniindividuodebba trova-re una strada per realizzarsi»continua Tomat «noi comeazienda ci inseriamo per ac-compagnare i giovani, dandoloro qualche chance in piùper portare avanti il loro pro-getto».

Il messaggio è chiaro, i so-

gni si possono avverare comesta accadendo ai tre finalistidel concorso 2015: ValentinaFurian, Enej Gala e RiccardoGiacconi, mentre una segna-lazione speciale è andata ad AnnalisaZegna.

Il primo classificato espor-rà la sua opera a primavera,all'interno di una personaleospitata agli spazi di ViafariniDocva a Milano mentre dal 3all'8dicembre tutti i lavori del-la sesta edizionesaranno visi-bili nella sede della Bevilac-

qua La Masa di Galleria SanMarco a Venezia. «Lo spiritodi questo premio è di creareuno spazio di relazione» con-cludeil presidente di Stonefly «gli artisti non nascono affer-mati ma sono il frutto di uncammino lungo fatto di fati-ca, sacrificio, impegno e de-terminazione. Per la nostraazienda è bello condividereun pezzo di questo percorsoinsieme a loro e poter racco-glierela loropassione incenti-vandoneleemozioni».

FOCUS     INVESTIREINCULTURA

TOP500

AndreaTomatpresidentediStoneflyealatounmomentodiattivitànell’ambitodiWalkingwithArtStonefly

CAMMINANDOCONL’ARTEStoneflypromuoveunpremioper imiglioriprogettigiovani. Tomat: «Pernoièancheispirazione»

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