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torsanlorenzo Informa Informa Sommario Informa Informa Foto di copertina: Zoe Piante - produzione di Lagerstroemia ‘Sioux’ Autorizzazione del Tribunale di Velletri n. 15/2003 del 01.09.2003 Pubblicazione mensile di Torsanlorenzo Gruppo Florovivaistico Viale P. Luigi Nervi - Centro Com.le “Latinafiori” - Torre 5 Gigli 04100 Latina Tel. +39.06.91.01.90.05 Fax +39.06.91.01.16.02 http://www .gr uppotorsanlorenzo.com e-mail: info@gr uppotorsanlorenzo.com Anno 8 - numero 9 Settembre 2006 - Diffusione gratuita Direttore Editoriale: Mario Margheriti Direttore Responsabile: Giancarla Massi In Redazione: Silvana Scaldaferri, Elisabetta Margheriti, Silvia Margheriti, Liana Margheriti, Rosanna Consolo Redazione: Via Campo di Carne, 51 00040 Tor San Lorenzo - Ardea (Roma) Tel. +39.06.91.01.90.05 Fax +39.06.91.01.16.02 e-mail: tslinfor [email protected] Realizzazione: Torsanlorenzo Gruppo Florovivaistico Davide Ultimieri Stampa: CSR S.r.l. Via di Pietralata 157, 00158 - Roma Pubblicazione mensile di Torsanlorenzo Gruppo Florovivaistico VERDE PUBBLICO Il Giardino Garibaldi di Piazza Armerina 24 PAESAGGISMO Il giardino e il lago 18 La compagine floristica dei giardini sui laghi italiani 20 I giardini di lago in Europa 21 Il restauro delle mura sudorientali di Ninfa 23 VIVAISMO Palme 3 Alberetti 4 Laurus 6 Bambù 7 Agrumi 8 Succulente 9 Camellia 10 Arte topiaria 11 Bougainvillea 12 Agavaceae 13 Piante da fiore 14 NEWS Convegni, Corsi, Mostre, Visite guidate 30

torsanlorenzoInforma · Olea europaea Ardisia crispa Carissa macrocarpa ... Pianta di origine tropicale, ... I giardini reali di Drottingholm in Svezia

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torsanlorenzoInformaInformaSommario

InformaInforma

Foto di copertina: Zoe Piante - produzione di Lagerstroemia ‘Sioux’

Autorizzazione del Tribunale di Velletri n. 15/2003 del 01.09.2003Pubblicazione mensile di Torsanlorenzo Gruppo FlorovivaisticoViale P. Luigi Nervi - Centro Com.le “Latinafiori” - Torre 5 Gigli04100 LatinaTel. +39.06.91.01.90.05Fax +39.06.91.01.16.02http://www.gruppotorsanlorenzo.come-mail: [email protected]

Anno 8 - numero 9Settembre 2006 - Diffusione gratuita

Direttore Editoriale: Mario MargheritiDirettore Responsabile: Giancarla MassiIn Redazione: Silvana Scaldaferri, Elisabetta Margheriti,

Silvia Margheriti, Liana Margheriti, Rosanna Consolo

Redazione: Via Campo di Carne, 5100040 Tor San Lorenzo - Ardea (Roma)Tel. +39.06.91.01.90.05Fax +39.06.91.01.16.02e-mail: [email protected]

Realizzazione: Torsanlorenzo Gruppo FlorovivaisticoDavide Ultimieri

Stampa: CSR S.r.l.Via di Pietralata 157, 00158 - Roma

Pubblicazione mensile di Torsanlorenzo Gruppo Florovivaistico

VERDE PUBBLICOIl Giardino Garibaldi di Piazza Armerina 24

PAESAGGISMOIl giardino e il lago 18La compagine floristica dei giardini sui laghi italiani 20I giardini di lago in Europa 21Il restauro delle mura sudorientali di Ninfa 23

VIVAISMOPalme 3Alberetti 4Laurus 6Bambù 7Agrumi 8Succulente 9Camellia 10Arte topiaria 11Bougainvillea 12Agavaceae 13Piante da fiore 14

NEWSConvegni, Corsi, Mostre, Visite guidate 30

Butia capitata

Brahea armata

Phoenix canariensis

Washingtonia robusta Trachycarpus fortunei

Chamaerops humilis

PalmsPalme

Coltiviamo palme da sempre. Oggi nell’aziendadel gruppo “Piante del Sole” si coltivano princi-palmente numerose palme di specie diverse e dielevata qualità.

We have always been growing palms. Today, inthe nursery “Piante del Sole”, part of the group,we mainly grow a lot of palms of species andvarieties of elevated quality.

Bougainvillea glabra ‘Sanderiana’

Phillyrea angustifolia

Leptospermum scoparium‘Leonard Wilson’

Myrtus communis Pistacia lentiscus

Leptospermum scoparium‘Red Damask’

Small treesAlberetti

Piante anche da fiore, coltivate in varie forme dialberetto, mini alberetto e topiarie; sono disponibili in tante varietà e misure.

We cultivate plants, also flowering plants, in dif-ferent shapes: half-standard, mini-standard andtopiary; they are available in a lot of varieties and sizes.

Arbustus unedo Abelia x grandiflora Pittosporum tobira ‘Variegatum’

Olea europaea Ardisia crispa Carissa macrocarpa

Punica granatum ‘Nana Tecoma capensis Eugenia myrtifolia

Laurus nobilis

Laurus nobilis f. angustifolia

Laurus nobilis

Laurus nobilis f. angustifolia Laurus nobilis

Laurus nobilis

LauraceaeLaurus

Sono disponibili oltre 200.000 piante in contenitore a portamento libero e oltre 50.000 intutte le forme.

Over 200.000 plants are available in containersin natural shape and over 50.000 pruned toshape.

Pleioblastus distichus

Phyllostachys aurea

Phyllostachys bissetii

Shibataea kumasaca Phyllostachys nigra

BambooBambù

Bambù di Circe produce bambù in grandi quantità e varietà.

Bambù di Circe only produces bamboo in largequantities and varieties.

Citrus limon

x Citrofortunella microcarpa(Calamondino)

Fortunella obovata

Fortunella margarita (Kumquat) Citrus limon

Citrus sinensis

CitrusAgrumi

Coltiviamo agrumi di varietà e dimensioni diver-se, in forme tradizionali.

We cultivate citrus in different varieties andsizes, in traditional shapes.

Aloe vera

Sanseviera trifasciata ‘Futura’

Agave angustifolia ‘Marginata’

Cereus peruvianus ‘Monstruosus’ Opuntia monocantha

Aloe arborescens

SucculentsSucculente

Un settore con una grande collezione di piantegrasse e succulente di piccole e grandi dimensioni.

One section is devoted completely to the growing of a great collection of succulents, bothsmall and large.

Camellia sasanqua ‘Hana-Jiman’

Camellia japonica ‘General Coletti’

Camellia japonica‘Duchesse d’Orleans’

Camellia japonica ‘Black Lace’ Camellia japonica ‘Mrs Tingley’

Camellia sasanqua ‘Cleopatra’

TheaceaeCamellia

Oltre 300.000 Camellia in produzione in contenitori da litri 1-2-3-7-10-15-30-50 e oltre.

There are over 300,000 camellias being grownby our firms in 1-2-3-7-10-15-30 and 50 litre containers.

Ligustrum delavayanum

Taxus baccata

Buxus microphylla‘Rotundifolia’

Buxus sempervirens Ilex crenata ‘Convexa’

Ilex crenata ‘Convexa’

Topiary artArte topiaria

Molte specie di piante, tra cui il Laurus, Cupressus econifere simili, Buxus, Taxus e Ligustrum, si prestanoad essere utilizzate per l’arte topiaria. Queste scultu-re vengono utilizzate per abbellire parterre e terrazzein giardini.Many common plants, such us Laurus, Cupressusand other conifers, Buxus, Taxus and Ligustrum, canbe used in the topiary art. These sculptures are usedin parterres and terraces in gardens.

Bougainvillea ‘Jamaica White’

Bougainvillea glabra ‘Sanderiana’

Bougainvillea x buttiana‘Rosenka’

Bougainvillea bonsai Bougainvillea ‘Mini - Thai’

Bougainvillea spectabilis

NyctaginaceaeBougainvillea

In tante varietà, colori, dimensioni, tutte coltivatein contenitore plasticotto.

Grown in a great number of varieties, coloursand dimensions in terracotta coloured plasticpots.

Dasylirion longissimum

Yucca rostrata

Phormium tenax‘Evening Glow’

Dracaena draco Dasylirion serratifolium

Cordyline indivisa

Agavaceae

Pianta di origine tropicale, introdotta sulle costemediterranee, adattata ai climi secchi.Coltiviamo le varietà particolari e quelle piùcomuni in tutte le dimensioni.

Plant of tropical extraction, introduced on theMediterranean coasts, suitable for dry climates.We grow special and common varieties in allsizes.

Agapanthus africanus ‘Albus’

Anisodontea x hypomandarum

Abutilon x hybridum‘Kentish Belle’

Euryops pectinatus Justicia rizzinii

Callistemon citrinus ‘Splendens’

Flowering plantsPiante da fiore

Tante varietà di piante da fiore mediterranee,australiane, subtropicali; sempre a disposizionein grandi numeri.

Great variety and numbers of flowering plants,Mediterranean, Australian and subtropical arealways available from our firms.

Acalypha reptans Carissa macrocarpa ‘Variegata’ Gardenia jasminoides

Hibiscus rosa-sinensis Lagerstroemia indica ‘Roucamandouy’ Polygala myrtifolia ‘Grandiflora’

Gaura lindheimeri ‘Crimson Butterfly’

Serissa foetida ‘Variegata’ Tecoma capensis

Il fascino esercitato da un giardino di lago, o da unospecchio d’acqua che improvvisamente si rivela tra lavegetazione, è attestato dalle descrizioni di viaggio,dalla letteratura, dalle numerose riproduzioni – chevidero un periodo di particolare fortuna nell’epocaromantica - ed è un atteggiamento che si confermasempre attuale.Prendendo in considerazione il soggetto più celebrato,ossia quell’Isola Bella «…piramide di terrazze carichedi fiori, che sorge di fronte a Stresa in una bella ansa dellago» - tanto decantata all’inizio del secolo scorso daEdith Wharton nel volume Ville italiane e loro giardini- cui lavorò l’architetto Carlo Fontana per volere delconte Vitaliano IV Borromeo, basti citare la primadescrizione, data dal vescovo Burnet nel 1685, che atte-sta quanto la percezione di questo capolavoro non siamutata nei secoli se non in misura impercettibile: «DaLugane […] sono andato al Lago Maggiore […] essoforma ad occidente una grande baia e lì vi sono dueisole chiamate Isole Borromee, che sono certo i più beitratti di terra a questo mondo; non vi è niente in tuttaItalia che possa essere paragonabile ad esse; hanno l’in-tero panorama del lago ed il loro terreno si innalza cosìdolcemente che niente si può immaginare di simile alleterrazze. Io sono stato solo in una di esse […]. Tutta l’i-

sola è un giardino […]. La freschezza dell’aria, trovan-doci su un lago ed in prossimità delle montagne, la fra-granza dei profumi, il bel panorama, e la deliziosavarietà che qui alberga, fanno di questa dimora una resi-denza estiva di cui il mondo non conosce forse eguale».In effetti i viaggiatori del Seicento furono unanimi nelmagnificare l’Isola Bella, attratti in particolare dalleopere d’ingegneria, ma verso la metà del Settecento ituristi, innamorati del nuovo «giardino all’inglese» eaffascinati dalla descrizione di Rousseau del «bosquetde Julie», non trovavano quasi nulla di ammirevole nel-l’architettura ordinata delle Isole Borromee. Nel periodo in cui la cultura del paesaggio di matriceinglese celebrava il trionfo della natura sulla formaarchitettonica, la pubblicazione e la diffusione dei volu-mi illustrati, nei quali il resoconto di viaggio era sup-portato da vedute realizzate sul posto, decretò in Italiala fortuna del pittoresco. Esemplificativi sono – a que-sto proposito – i corredi iconografici dei trattati dedica-ti al giardino paesaggista, o “all’inglese”, come i dise-gni di Gaetano Riboldi per le tavole del trattatoDell’arte dei giardini inglesi di Ercole Silva, dato allestampe in due edizioni, nel 1801 e nel 1813. Qui il lagoè contemplato innanzitutto come “frame”, sfondo del“quadro di paesaggio” costituito dal giardino romanti-

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PAESAGGISMO

I giardini reali di Drottingholm in Svezia (foto Cultural Heritage Department Stoccolma)

Il giardino e il lagoImplicazioni simboliche e suggestioni pittoriche

mutuate dalla trattatistica e applicate all’arte dei giardinieri

Testo di Laura Sabrina PelissettiStorica dell’Arte, ricercatore museo del paesaggio di Verbania

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PAESAGGISMO

co. Nel capitolo dedicato alle “acque” Silva scrivevainfatti che «…un lago serve mirabilmente a un giardinoper punto di vista, e per confine» assegnando una certaimportanza alle visuali che nel lago avrebbero trovatouno sfondo ideale. Un altro aspetto preso in considerazione nell’opera èquello delle valenze pittoriche – proprie o riflesse - diun giardino che si affaccia su un lago. Il lago comespecchio è infatti uno dei temi ricorrenti della letteratu-ra romantica: spesso caricato di significati allegorici eportatore di implicazioni simboliche, esso è nel con-tempo oggetto di una trattatistica e una manualistica chelo contempla quale elemento fondamentale del giardino“all’inglese”, in cui la componente cromatica è impre-scindibile dalla percezione d’insieme. L’autore delprimo trattato pubblicato in Italia sull’arte del giardino“all’inglese” avrebbe infatti scritto, all’inizio del XIXsecolo, che «…Un picciol lago pare indispensabile chefaccia parte di un giardino di una vasta estensione;anima tutte le scene all’intorno; la sua limpid’acqua, epacifica riflette, abbellendo i colori cangianti del cielo,e le decorazioni, che ne adornano le sponde…».Il desiderio di rendere l’ambiente naturale simile a unquadro era stato stimolato, in pittura, dai dipinti di pae-saggio di Nicolas Poussin e Claude Lorrain, mentreautori come Humphrey Repton esortavano i progettistidi giardini a prendere a prestito le valenze chiaroscura-li e le trame compositive dal paesaggio circostante.A questo proposito, significativa e assolutamentemoderna è la posizione assunta dal Silva di fronte alrapporto – irrinunciabile - tra giardino e contesto paesi-stico, ove «…la connessione apparente con colli, fore-ste, e lontani villaggi» si collega inevitabilmente all’im-portanza assegnata alle visuali, con indicazioni precisesu come correggere otticamente la percezione dello spa-zio attraverso accorgimenti e “quinte prospettiche”costituite da architetture, macchie di vegetazione o

isole. Scriveva infatti Silva che «… un lago di vastaestensione lusingherà di più lo sguardo, allorché saràretto da isolette, e che anderà a perdersi dietro le fore-ste, e le collinette», suggerendo che «…quando si formaun lago artificiale, converrà diligentemente nascondersitutto ciò, che possa svelar l’arte, ed è soprattutto perriguardo alle rive, che conviene usare d’ogni cautela,affine di non mancare di dargli quell’apparenza che haun lago naturale». Anche l’elemento acqua deve sotto-stare a regole progettuali che stabiliscono precisi rap-porti dimensionali tra le parti: l’estensione della super-ficie lacustre avrebbe infatti dovuto essere, per Silva,«…in giusta proporzione col circondario, poiché […]una troppo grande superficie d’acqua può diminuir lacomparsa degli altri oggetti del paesino».Ogni accorgimento prospettico concorreva al risultatoatteso dall’autore. Ad esempio «Rialzando l’oppostariva, formando piantagioni d’alberi da cima, costruendofabbriche intonacate di color vivo, si può riserrare ilimiti, e rapprossimare l’indietro; come per lo contrariol’abbassamento delle ripe, e la rappresentanza d’ogget-ti degradati, ingannano lo sguardo per un’illusoriaampiezza».La progettazione di un lago artificiale presupponevadunque specifiche conoscenze di architettura e di bota-nica e precisi accorgimenti cromatici e prospettici.In effetti, nel capitolo dedicato alla descrizione di un«tratto di giardino con laghetto» del loro Manuale delGiardiniere Fioricoltore e Decoratore di Giardini, datoalle stampe a Torino (terza edizione presso l’UnioneTipografico Editrice, novembre 1891), MarcellinoRoda e Giuseppe Roda specificano che «La costruzionedi un giardino non è facil cosa come in generale sicrede; per ben eseguire un giardino sono necessari spe-ciali studi e profonde cognizioni di orticoltura e botani-ca, di disegno, di agrimensura, ecc. Conoscere e sapervedere il bello e il pittorico non solo, ma riprodurlo…».

Villa Cagnòla sul lago di Varese (foto Paolo Cottini)

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PAESAGGISMO

Il territorio italiano vanta una presenza relativamentedensa di superfici lacustri. Più cospicue per numero eampiezza nella fascia prealpina, sono però rilevantianche nella regione umbro-laziale dell’Italia peninsula-re. La vegetazione che anticamente copriva le spondedei laghi settentrionali con piante tipiche del bosco ter-mofilo (querce, castagni, noccioli) e colture agricole(viti, gelsi, ulivi, prati) si è gradualmente modificata giàa partire dal Cinquecento quando l’aumentato benesse-re economico nelle città, ha consentito la costruzione diville e palazzi ai laghi di Orta e Maggiore (come ledimore sulle isole Borromeo), sul Lario (ad esempio laVilla d’Este del lago di Como) o al lago di Garda eanche sugli altri laghi minori come quelli di Varese edella Brianza. A questi primi lussuosi insediamentihanno fatto seguito nei secoli successivi, soprattuttonell’Ottocento, quelli della piccola nobiltà e dell’altaborghesia italiana e straniera che hanno voluto impre-ziosire l’architettura signorile delle loro dimore conparchi e giardini, di preferenza a immediato contattocon l’acqua del lago per godere oltre che della suavalenza panoramica anche della possibilità di naviga-zione.Di conseguenza i paesaggi lacustri naturali sono stati ingran parte sostituiti e, a distanza di quasi due secoli, siè formato un nuovo tessuto di verde perlopiù esotico espesso molto eclettico nella sua composizione. Sullesponde dei laghi piemontesi e lombardi, caratterizzateda un terreno in generale piuttosto leggero e a reazionetendenzialmente acida, predomina una vegetazione che

appunto ha bisogno di simili condizioni per crescererigogliosa: mescolate ai castagni, alle querce e aicespugli autoctoni oggi nei giardini si ritrovano moltespecie e varietà di cosiddette acidofile, come le azalee,i rododendri, le camelie, le magnolie nonché una gran-dissima quantità di altri arbusti di provenienza stranierae soprattutto splendidi esemplari di alberi come faggi,platani e soprattutto conifere esotiche che forniscono ivolumi di verde perenne al paesaggio delle rive.Diversa è la compagine floristica nei giardini del lago diGarda poiché i suoi terreni in prevalenza calcarei e unclima notevolmente mitigato dalla grande massa dellesue acque favoriscono invece una vegetazione di tipomediterraneo con la presenza persino di agrumi chevengono in parte riparati nelle ben note limonaie neiperiodi più freddi.Sui laghi dell’Italia centrale la trasformazione dellesponde per effetto delle abitazioni costruite per la vil-leggiatura è stata, in genere, meno significativa. Le fag-gete, i castagneti e le macchie di epoca romana sonostati sì sostituiti dalle colture di ulivo, vite, cereali, main questo bel paesaggio di campagna coltivata il verdedei giardini si incastona solo sporadicamente. Un esem-pio importante tuttavia è quello sul lago Albano, a suddi Roma, dei giardini di Villa Barberini a CastelGandolfo, eletti a residenza estiva dei papi già nelQuattrocento: con le loro splendide, terrazze, fontane,statue e bosco segreto testimoniano un alto esempiodello stile secentesco italiano seppure trasformati damolti interventi di epoca successiva.

Villa Taranto a Pallanza sul lago Maggiore (foto Carola Lodari)

La compagine floristica dei giardini sui laghi italiani

testo di Carola Lodari - Esperta di botanica

La Manifestazione Giardini di lago in Europa 2006 èorganizzata dalla Regione Piemonte nell’ambito di“Editoria&Giardini” rassegna annuale del Comune diVerbania e con la collaborazione della Provincia delVerbano Cusio Ossola. La cura scientifica dell’intera Manifestazione è stataaffidata al Museo del Paesaggio di Verbania, lo storicoente museale che ha al suo interno un Centro Studi sulPaesaggio cui appartiene anche l’Archivio Ville eGiardini.L’Archivio Ville e Giardini, con questa Manifestazione,ha proposto di analizzare i paesaggi lacustri europei, diconfrontarne analogie e diversità per portare ad unaconoscenza di ampia divulgazione il patrimonio cultura-le rappresentato dai giardini delle sue sponde. Si è volu-to proporre una sorta di antologia di casi significativi siasul piano ambientale e paesaggistico sia su quello dellastoria dei giardini, nel tentativo di individuarne le pecu-liarità unificanti o divergenti e per comprendere se vipossano essere linee programmatiche comuni per difen-dere e valorizzare quanto di bello ci è stato trasferito neltempo.Non è certo un impossibile confronto fra situazionidiversissime che ci si è prefissati di raggiungere, quanto

la proposta di un viaggio, su acque dolcemente feconde,alla ricerca di un filo rosso che unifichi, a livello di per-cezione, questi preziosi paesaggi culturali.

La Manifestazione si compone di:A) Una Mostrache sarà inaugurata il 30 settembre 2006 presso il Museodel Paesaggio di Verbania dove resterà esposta per tuttoil mese di ottobre, dal titolo:Giardini di lago in Europa. Paesaggi culturali disegnati dall’acqua.Attraverso il tema del lago, il percorso espositivo invitaun pubblico vasto, anche non esperto, a prendere in con-siderazione il mondo del giardino e i diversi paesaggieuropei che lo definiscono e ad approfondirne la cono-scenza mediante dei focus su argomenti specifici, artisti,architetti, botanici e personaggi diversi che hanno con-tribuito, nel corso della storia, alla formazione di questoaffascinante patrimonio. Il materiale fotografico esposto - raccolto anche con lacollaborazione di Enti di gestione, Università, Associa-zioni culturali, privati proprietari - proviene dai moltiPaesi europei ove si trovano laghi con giardini affaccia-ti sulle loro sponde e il visitatore ha l’opportunità di

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PAESAGGISMO

Il giardino di Kinross in Scozia (foto Carola Lodari)

I giardini di lago in EuropaManifestazione internazionale - Verbania 30 settembre-8 ottobre 2006

testo di Renata LodariCordinatore scientifico della Manifestazione “Giardini di Lago in Europa 2006”

Responsabile Archivio Ville Giardini Museo del Paesaggio

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PAESAGGISMO

osservare luoghi contemporaneamente simili e diversi,seguendo il filo conduttore di una superficie d’acquadolce.I contenuti scientifici della Mostra non propongonotanto una comparazione fra casi europei, non sempreconfrontabili sul piano stilistico e storico, quanto una let-tura dei più importanti aspetti che vanno a formare i pae-saggi e i giardini, unificati dalla presenza di una superfi-cie di acqua lacustre. Il percorso espositivo suddivide questo vasto argomentoin diverse Sezioni: I laghi in Europa Propone la lettura dell’argomento attraverso la trattazio-ne di temi pertinenti la geografia classica quali l’originedei laghi europei, l’idrografia superficiale, i sistemi dilaghi esistenti in Europa e il lago considerato quale eco-sistema.Il paesaggio dei laghi Illustra i paesaggi delle diverse zone in Europa dove cisono laghi o sistemi di laghi, che danno origine a pae-saggi fortemente caratterizzati anche dagli elementivegetali introdotti con la costruzione dei giardini. Il paesaggio dei giardini lacustri è proposto individuan-do gli elementi botanici che unificano ambiti paesaggi-stici omogenei: l’ulivo, il limone, il paesaggio dellecamelie, i boschi decidui, i boschi di conifere, l’ambien-te umido.Giardini di lago: un percorso attraverso l’Europa Le forme dei giardini di lago, molto variabili nel corsodel tempo, sono descritte con fotografie esposte insequenza cronologica che, di conseguenza, attestano lediversità degli stili, degli aspetti compositivi, di disegnoe di ispirazione. Nelle didascalie trovano posto anchemolte notizie storiche sugli artisti e i personaggi chehanno creato i giardini, su aneddoti che li riguardano. La natura lacustre costruita dall’uomoTrovano posto qui tutti quei casi, alcuni molto significa-tivi per aspetti architettonici e naturalistici, in cui lacostruzione di giardini si è storicamente intrecciata conquella della creazione di grandi superfici d’acqua a par-tire da originari ambienti umidi, con la deviazione difiumi, lo scavo di estesi bacini o l’allargamento di vied’acqua naturali. La visione del lago Il giardino adiacente al lago disegna una linea di confinedel tutto speciale, movimentata dalla presenza di moltecostruzioni accessorie: darsene, sbarcatoi, torrette belve-dere, muri di contenimento, padiglioni… Molti giardinirappresentati nella Mostra non sono direttamente confi-nanti con la riva del lago, ma vi si affacciano dalle colli-ne sovrastanti e vi si specchiano da lontano. Il paesaggiolacustre e la sua visione dall’alto sono un elemento sce-nografico di grande interesse, forse il principale comunedenominatore dei giardini lacustri, che elimina o attenuale differenze da Paese a Paese.

La creazione di un nuovo paesaggio botanico Illustra le trasformazioni apportate al paesaggio con lacostruzione dei giardini, ponendo l’accento sulla lorocomponente più visibile, quella botanica. In generale, l’aspetto dei giardini di lago è fortementecaratterizzato dalla componente vegetale la quale, favo-rita dalla mitezza del microclima generato dallo spec-chio d’acqua, alligna specie esotiche provenienti da ogniparte del mondo. La descrizione della componente botanica dei giardinilacustri, spesso uniti in sistemi territoriali complessi, èun modo efficace per presentare molte entità, non tuttesingolarmente rilevanti sul piano storico-artistico, madeterminanti, nel loro insieme, a formare un paesaggioculturale importante. I giardini sulle isoleIl giardino interamente circoscritto dall’acqua di unlago è una composizione artistica affascinante e partico-lare.Diversi esempi un po’ in tutta Europa sono trattatati inuna Sezione separata.

B) La stampa del Catalogo della Mostra

C) Un Convegno Internazionaleche si terrà a Verbania il 6 e il 7 ottobre presso l’HotelMajestic e avente per titolo:Il giardino e il lago. Lo specchio d’acqua da illusione arealtà.Conoscenza e valorizzazione del paesaggio lacustre inItalia e in Europa.Articolato in quattro Sezioni con la partecipazione diillustri studiosi del giardino provenienti da tutta Europa.

Per informazioni dettagliate sul Comitato Scienti-fico, sul programma del Convegno, sulle modalitàdi partecipazione e su tutte le manifestazioni colle-gate all’evento rivolgersi alla Segreteria Organiz-zativa della Manifestazione presso:

Regione Piemonte Settore Pianificazione Aree ProtetteVia Nizza 18 - 10124 Torinotel. + 39 011 432 5985 – 5977 – 2821fax. + 39 011 432 4759

E-mail:[email protected]

Web: www.museodelpaesaggio.it/giardinidilago2006

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PAESAGGISMO

L’intervento sulla cinta muraria di Ninfa oltre all’ap-proccio secondo i più attenti principi del restauro nonpuò prescindere dal forte carattere paesaggistico delmanufatto parte di un giardino unico nel suo genere.Le mura dell’antica città, racchiudono oggi il ben notoGiardino di Ninfa in provincia di Latina.Dal punto di vista paesaggistico esso è situato sullesponde del lago di Ninfa e del suo emissario che nesono immagine integrante. Si tratta di un bene comples-so, dalle molteplici valenze, costituito dalla città medie-vale, con le sue mura, allo stato di rudere, il giardino‘all’inglese’ dell’inizio XX sec. e l’ecosistema umido,con il fiume e il lago, che hanno reso necessario unapproccio interdisciplinare al progetto.Il progetto ha avuto come obiettivo la conservazionedelle mura di cinta della città, un manufatto di crucialeimportanza che si trovava in uno stato di avanzatodegrado, risultato di decenni di sporadica, se non man-cata cura, in posizione marginale al giardino. A Ninfa la principale componente del degrado, oltre alpassare del tempo e l’azione degli agenti meteorologici,è l’azione disgregante della vegetazione (fichi, allori,edera) con radici e piante spesso ormai tutt’uno con lamuratura, che contribuiscono ad occultare le strutture diestremo interesse dal punto di vista storico-architettoni-

co. D’altra parte la speciale simbiosi paesaggistica traruderi e natura caratteristica del sito ha subito portato inprimo piano l’esigenza, nell’ambito del restauro, di pre-servare la componente vegetazionale e biologica con ilsuo ruolo di complemento paesaggistico e di ‘patina deltempo’.Di conseguenza si è imposta l’adozione del criterio delminimo intervento nel rispetto dello spirito del luogo edell’immagine del manufatto nel giardino. La cinta muraria oggetto del restauro è poco documen-tata ma è presumibile lo sviluppo della città a partire dal750 d.C. fino al IX secolo, quando si ha la definitivaconformazione munita, con due mura concentriche, unsistema di torri e di porte urbane. Le mura, con la città,hanno subito demolizioni e ricostruzioni fino all’abban-dono nel 1382, a cui seguì un inarrestabile degrado. Dal 1298 la città appartiene ai Caetani e dal XV secoloè esclusivamente luogo produttivo e di svago dellafamiglia. I ruderi, insieme alla cinta muraria, seppure

Il restauro delle mura sudorientali di NinfaAspetti storico architettonici e paesaggistici

testo di Ilaria Rossi Doria - architetto

1 - tratto di mura pari a m 199,2; mq 1.898

2 - tratto di mura pari a m 184,3; mq 1.105

3 - tratto di mura pari a m 79,5; mq 455

4 - nuovo percorso di visita di m 400 circa

STRALCI FUNZIONALI DELLE MURASUD ORIENTALI DELLA CITTÀ DI NINFA

Mura visibili

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quest’ultima solo marginalmente, sono stati oggetto,all’inizio del XX secolo di opere di studio, scavo erestauro. Nell’ultimo secolo si sono succeduti interven-ti puntuali e discontinui di manutenzione. Dal 1977 è laFondazione Roffredo Caetani che gestisce il Giardino,vincolato come bene culturale, Oasi Naturalistica eMonumento naturale, e ne promuove la conservazionemantenendone gli accessi in forme compatibili. Il progetto ha riguardato il restauro delle mura sudo-rientali con l’obiettivo di realizzare una passeggiatalungo tale tratto al fine di a) valorizzare un manufattocruciale in termini paesaggistici e storici, ad oggi al difuori dell’itinerario di visita ufficiale; b) rallentare ildegrado in atto; c) innescare e favorire un circolo vir-tuoso di manutenzione del manufatto.I fondi stanziati hanno consentito di intervenire subuona parte del tratto oggetto della proposta progettua-le: la cinta muraria interna, a partire dal fiume a nord, incorrispondenza del municipio, fino oltre il campanile diS. Salvatore (tratto 1), quasi a raggiungere il fiume asud (parte tratto 2) e la cinta esterna (tratto 3), compre-se le due porte corrispondenti alle chiese di S. Salvatoree di S. Paolo. Oltre alle mura vere e proprie si è intervenuto su due altimanufatti con rilevanti problemi di instabilità statica adesse addossati che ne influenzano la sicurezza e necostituiscono storicamente e visivamente, parte inte-grante: una grande domus e il campanile di S. Salvatore.La prevista realizzazione della passeggiata di visitaesterna ai Giardini, a partire dal municipio, fino alfiume e al pioppo secolare è pensata, oltre che per finididattico/paesaggistici, anche nell’ottica di un uso‘compatibile’ degli spazi adiacenti le mura, che ne giu-stifichi la manutenzione permanente. La realizzazione è concepita con un semplice sottofon-do di terra battuta e stabilizzata con minimi interventi divalorizzazione della vegetazione presente, ponendol’accento sulle emergenze del paesaggio circostante.

Questo intervento è subordinato alla conclusione del-l’intervento di restauro.Nell’ottica di conservazione del bene e del suo caratte-re di rovina ‘romantica’ l’idea portante è stata quindiquella di consolidare e proteggere l’esistente a partiredall’attenta analisi dello stato di fatto. Essenziale a taleconoscenza, la preliminare campagna di liberazionedalla vegetazione infestante, funzionale al rilievoarchitettonico e fotografico, ha rivelato notevoli ele-menti costruttivi dimenticati. Gli interventi radicali didisinfestazione sono stati rimandati alla fase progettua-le. Secondo passo è stato il rilievo informatizzato,sulla base di fotografie rettificate, che ha consentito dilavorare su immagini ‘al vero’ delle mura. È seguita,con l’ausilio di tali immagini, la fase analitica, incen-trata sull’approfondimento di tre aspetti peculiari:l’analisi delle tipologie murarie (datazione di 19 di-versi tipi di murature omogenee, documentazione stori-ca, analisi delle malte); la mappatura delle alterazioni e del danno biologico(forme di degrado in funzione dell’habitus di crescita,dimensione, copertura, classi di pericolosità);rilievo del degrado (forme di degrado e/o mancanzadegli elementi componenti la muratura, di tutte le som-mità, malessere statico generale).La definizione degli interventi ha seguito la logicadelle analisi ed è stata articolata in due fasi distinte: 1) le operazioni preliminari contro il danno biologico(taglio e diserbo e ridimensionamento della vegetazio-ne superiore); 2) i lavori di restauro delle strutture (risarcimento erevisione delle murature nel rispetto dell’immagine dirovina del manufatto, compresa la semplice impermea-bilizzazione, con operazioni di muratura e cura deldeflusso delle acque, delle sommità; messa in sicurez-za, consolidamento e monitoraggio di murature e ele-menti strutturali addossati alla muratura; interventisugli intonaci).

Vegetazione e rovineNinfa e il lago

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Complementari ai lavori di restauro, si sono previstialcuni interventi volti a sottolineare il caratteristico con-testo naturalistico e ambientale della città di Ninfa edella sua cinta muraria, una volta terminato il cantieredi restauro. Tali proposte si propongono il difficileobiettivo di mediare tra la visione del naturalista e delgiardiniere, che tradizionalmente gestiscono il giardinodi Ninfa, e l’esigenza del conservatore e dello storicodell’architettura di valorizzare il bene culturale fin quitrascurato.Si tratta, oltre alla realizzazione di un nuovo itinerariodi visita di cui si è detto, della selezione e del ripristinodi specie ‘compatibili’ di ‘complemento paesaggistico’delle mura e della sperimentazione di una ‘schermaturaverde’ in corrispondenza di discontinuità delle muratu-re, costituito da strutture leggere in bambù, a sostegnodi piante lianose.Fin dalla fase progettuale si è giunti ad elaborare unaserie di indicazioni e prescrizioni (*) per chiarire lecondizioni auspicabili del rapporto tra vegetazione emanufatto. Si tratta in primo luogo della definizione direquisiti formali e dimensionali della vegetazione al

fine di contenerne lo sviluppo mediante la scelta di spe-cie ‘rispettose’, favorendone lo sviluppo a scapito dialtre individuate come infestanti. Altra indicazione for-nita è stata quella di selezionare le specie in modo davalorizzare e accentuare il ruolo di limite tra Giardino eterritorio incolto/agricolo della cinta muraria, propo-nendo per il versante interno, verso il Giardino, specieornamentali, mentre per quello esterno specie sponta-nee della flora autoctona. La consapevolezza di operare in un contesto estrema-mente dinamico come un giardino, ha portato infine apreparare, come parte integrante dei documenti proget-tuali, un Piano di Manutenzione con indicazioni per lamanutenzione a partire dalla conclusione del cantieredi restauro: soprattutto il controllo costante della vege-tazione e attenti lavori periodici di revisione del manu-fatto.Si tratta naturalmente di indicazioni di massima, conce-pite in sintonia con la Committenza, che andranno inogni modo recepite e adattate nel tempo alle esigenzedella gestione, anche in funzione della verifica neltempo dei risultati dell’intervento.

Un tratto di mura prima della pulizia dalla vegetazione

Ritrovamenti al di sotto della vegetazione Patine biologiche

Tratto di mura dopo l’intervento

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(*) INDICAZIONI PROGETTUALI RELATIVE ALLA SCELTA DELLE SPECIE ‘COMPATIBILI’ DISTINTE PER POSIZIONE RISPETTO ALLE MURA E PER TIPOLOGIA(Consulenza Lauro Marchetti – Fondazione RC e dott.sa Antonella Altieri - ICR)

a. sulle mura

b. alla base dellemuratura (a ridosso)

- esternamente- internamente

- esternamente

- internamente

ERBACEE ANNUALIE PERENNI SPONTANEE

RAMPICANTI

ERBACEE ANNUALIE PERENNI SPONTANEE

RAMPICANTI

ARBUSTIVE E ARBOREE

controllo non più di una volta all’anno in primavera con diserbo chimi-co a basso impatto ambientale; controllo manuale delle erbacee sponta-nee in fase vegetativa, selezione delle specie compatibili stagionali giàpresenti con apparato radicale superficiale e contenuto, parte aerea leg-gera e fioritura piacevole (p.es. Cymbalaria muralis, Sedum maximum,Calystegia sepium, Antirrhinum sp. leguminose sp…. ); protezione dellesommità da semi indesiderati e dalle intemperie con erbacee tappezzan-ti a sviluppo circoscritto (p.es. Sedum rupestris).

POSIZIONE TIPOLOGIA PRESCRIZIONI

selezione specie con apparato radicale superficiale e non legnoso, spo-glianti in inverno o anche sempreverdi purché mantenute non aderentialle superfici murarie al fine di evitare umidità (v. punto b).

prato basso per una fascia di ca. 20/30 cm dal muro, per evitare ristagnidi umidità e sottolineare la base della muratura; intervento nella fase diripresa e crescita della vegetazione (specie secondo quanto stabilito nelpunto c).

anche con apparato radicale legnoso piantate a distanza minima di 10cm in contenitore interrato al fine di evitare l’interferenza tra radici emanufatto e tutelare la stabilità delle mura.

(p.es. Smilax aspera, Lonicera etrusca Santi, Lonicera periclymenumL., Umbelicus rupestris, Clematis vitalba, Clematis flammula L.,Smilax aspera L.…).(varietà di rose sarmentose ssp., lonicere botaniche ssp., clematidi ibri-de, gelsomini ssp., per versante in ombra)

da valutarsi, al fine di non occultare la visione della continuità dellacinta muraria, selezione di specie con radici fittonanti, distanza minima50 cm per arbusti, 2 m per alberi, da valutarsi caso per caso in funzionedel portamento dell’apparato radicale. (p.es. Cupressus sempervirens)

(in corrispondenza di aperture nella cinta muraria, se necessario) speciebotaniche ornamentali con accentuato carattere di interesse in tutte lestagioni, rami, fiori, frutti. (p.es. Sorbus ssp., Cornus ssp...)

c. alla base delle muratura (oltre 50 cm di distanza)

- esternamente

- internamente

ERBACEE ANNUALIE PERENNI SPONTANEE

valorizzazione del prato spontaneo, miscuglio di graminacee e legumi-nose miste locali con aggiunta di semi di specie di fiori selvatici dive-nute meno comuni, al fine di accentuare l’aspetto di naturalità e garan-tire interesse stagionale lungo tutto l’arco dell’anno. opportune opera-zioni di minima manutenzione potranno favorire questi aspetti (cfr.Piano di Manutenzione). lungo la base della cinta muraria accorgimential punto b.

prato italiano naturalistico la cui scelta e cura è demandata alle pratichegià in uso presso i Giardini di Ninfa; lungo la base della cinta murariaaccorgimenti al punto b.

Nel cuore della Sicilia, a ridosso dei Monti Erei, la cittàdi Piazza Armerina si estende su tre colli al centro di unterritorio fatto d’estese zone boschive e di campagne col-tivate, pregevole esempio del paesaggio rurale collinaresiciliano, arso e soleggiato d’estate, verde e temperato ininverno, frammisto ad interessanti aspetti naturalisticitipici dell’orizzonte mediterraneo, come la gariga, lamacchia e i boschi di querce.I numerosi siti archeologici che insistono nel territorione testimoniano l’origine antica, risalente alla preisto-ria, nell’età del rame durante il terzo millennio a.C. Da allora, romani, bizantini, arabi e normanni si sonosucceduti nei secoli di dominio della città, che vide ilsuo massimo splendore in epoca medievale intorno al1100, al tempo dei normanni per opera del conteRuggero I d’Altavilla. Distrutta intorno al 1160, sotto re Guglielmo I, e riedifi-cata qualche anno dopo con mura e torri fortificate,Piazza Armerina raggiunse un nuovo fiorente svilupponel periodo rinascimentale-barocco, allorché iniziò adassumere un ruolo economico, culturale e religioso dirilievo nel centro della Sicilia e che mantenne fino allaseconda metà dell’Ottocento. Propulsori delle attivitàcittadine furono soprattutto i diversi Ordini religiosi,insediati nei conventi e nelle chiese che in gran numeroancora oggi contraddistinguono la città. Tra queste, la piccola chiesa di San Pietro, d’origine tre-centesca, fu affidata nel Cinquecento ai frati francescanii quali l’ampliarono costruendovi il proprio convento,nel Seicento dichiarato sotto regio patronato e insignitodello stemma reale per volere del viceré Filiberto diSavoia (NIGRELLI, 1989; VILLARI, 1987). Il convento di San Pietro divenne celebre in quell’epocaper la sua ricchissima biblioteca e quale sede dell’Ac-cademia Letteraria di cui furono soci molti illustri lette-rati siciliani (CAGNI, 1969). Al convento era adiacente laSilva, una vasta estensione di terreno digradante, di oltrequattro ettari, che nella parte più prossima ai fabbricatiera mantenuto a giardino coltivato con molte pianteornamentali, oltre che con specie orticole e fruttifere. Nella seconda metà dell’Ottocento importanti eventi sto-rici portarono un profondo cambiamento in tutto il terri-torio siciliano; in particolare, le leggi eversive del bien-nio 1866-1867 determinarono l’esproprio dei fondi rura-li ecclesiastici. Il convento di San Pietro venne, così,

acquisito dal Demanio nel 1868 e destinato ad uso diquartiere militare come caserma d’artiglieria. La Silva, invece, classificata come “pioppeto boschivo,ortalizio ordinario, seminerio, albereto infimo, pascola-bile, infruttifero” venne destinata a giardino pubblico,intitolato nel 1883 al Generale Garibaldi.Il Giardino Garibaldi, oggi nel pieno centro cittadino,occupa parte dell’antica Selva francescana, un’area dicirca 20.000 metri quadrati corrispondente alla zonaadiacente al vecchio convento, mentre a sud-est il conti-guo parco urbano di San Pietro include la parte più sco-scesa dell’antica Selva.Il prospetto è delimitato da un alto muro di contenimen-to al centro del quale l’ingresso principale si apre con uncancello in ferro battuto decorato, da qui il giardino siestende su diversi livelli. Nel primo, più basso e prossimo all’ingresso, due piaz-zole rettangolari ai lati della scala principale, ombreg-giate da grossi esemplari di tiglio (Tilia cordata), intro-

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Il Giardino Garibaldi di Piazza Armerina (Enna)Testo di Anna Guglielmo, Pietro Pavone, Cristina Salmeri

(Docenti del Dipartimento di Botanica, Università di Catania)Foto di Pietro Pavone

L’ingresso principale del giardino

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ducono al cuore del giardino, posto più in alto, a piantacircolare con fontana centrale, che due viali ortogonalisuddividono in quattro settori simmetrici, ognuno deiquali ulteriormente articolato intorno ad una più piccolaarea centrale, anch’essa circolare. Su un livello ancorapiù alto, proprio a lato del convento, resta traccia diun’altra area in stile formale nota come giardinetto, il cuidisegno è in parte ancora leggibile nel tracciato delleaiuole.L’odierno assetto planimetrico mantiene il disegno origi-nario, probabilmente risalente al Settecento, in cui iltracciato formale delle aiuole rispecchia lo stile e il gustoin uso all’epoca in gran parte dei giardini siciliani. Il Giardino Garibaldi è stato oggetto di uno studio stori-co e botanico, completato dal censimento floristico conrestituzione grafica dell’impianto attuale, studio cherientra in un programma di ricerca sui giardini storicidella Sicilia orientale avviato nell’ambito di un progettodel CNR finalizzato alla conoscenza, alla conservazionee valorizzazione dei beni culturali e ambientali (GU-GLIEMO et al., 2002; 2005; 2006).Nell’impianto attuale, ricco di una cinquantina di specie,risaltano soprattutto diversi esemplari arborei di grandidimensioni, tra cui l’albero della canfora (Cinnamomum

camphora), magnolie (Magnolia grandiflora), ippoca-stani (Aesculus hippocastanum) e l’elegante semprever-de d’origine asiatica Cocculus laurifolius, ai quali siaccompagnano imponenti diverse specie di conifere,come i cedri del Libano (Cedrus libani) e i deodara(Cedrus deodara), l’abete bianco (Abies alba) e l’abeterosso (Picea abies), il cipresso (Cupressus sempervi-rens).Sono presenti anche varie specie di palme, introdotte nelgiardino in epoche successive, come Phoenix canarien-sis, Sabal blackburniana, Chamaerops humilis, Trachy-carpus fortunei, Washingtonia filifera e W. robusta. Nonmancano poi piccoli alberi e arbusti fioriferi tipici delverde mediterraneo, come l’albero di Giuda (Cercis sili-quastrum), il viburno (Viburnum tinus), il bosso (Buxussempervirens), il fior d’angelo (Philadelphus corona-rius) che si mescolano a specie esotiche comuni nei giar-dini siciliani d’uso pubblico, quali Ligustrum sinensis eL. lucidum, Pittosporum tobira, Euonymus japonicus,Spiraea chamaedryfolia, Weigela florida, Artemisia ar-borescens.All’interno del convento, il chiostro, delimitato da unaserie di colonne, conserva ancora un antico pozzo edessenze arboree che ne testimoniano l’originaria siste-

Il viale principale con la fontana sullo sfondo

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Particolare della fontana centrale del giardino Imponente esemplare di Cinnamomum camphora

Cedrus libani

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mazione, come Picea abies, Washingtonia filifera, W.robusta e Celtis australis.Il giardino formale, attraverso una lunga scalinata, sicollega ad una vasta area naturaliforme, oggi qualifica-ta come parco urbano di San Pietro. La zona a parco sicontrappone nettamente al giardino geometrico, distin-guendosi non solo nella composizione floristica maanche nell’andamento irregolare dei viali e nell’esten-sione su pendii più o meno fortemente scoscesi. In que-st’area abbondano le specie autoctone, tra cui diversequerce (Quercus ilex, Q. virgiliana e Q. dalechampii) eolmi (Ulmus glabra) che mostrano forte capacità di rin-novo, nonché Acer campestre, Olea oleaster e Pinuspinea, frammisti a numerosi esemplari di Eucalyptuscamaldulensis, il cui impianto va certamente fatto risa-lire ad epoca più recente.Il Giardino Garibaldi, nonostante l’assenza di interven-ti di manutenzione mirati alla conservazione e alla valo-rizzazione della storicità dell’impianto, mantiene, nelportamento monumentale dei suoi esemplari arborei enel disegno formale delle aiuole di gusto rinascimenta-le, un’identità paesaggistica che ben si inserisce nelcontesto del ricco patrimonio monumentale di PiazzaArmerina, a testimonianza di un’antica cultura del giar-dino oggi troppo spesso dimenticata.

Veduta della cinquecentesca Chiesa di San Pietro adiacente al giardino.

BIBLIOGRAFIACAGNI P., 1969 – Piazza Armerina nei secoli.Piazza Armerina.GUGLIEMO A., PAVONE P., SALMERI C., 2002–Contributo alla conoscenza dei giardini storicidella Sicilia orientale e meridionale. C.N.R.Progetto finalizzato Beni Culturali - Atti convegnoC.N.R. “Il restauro del giardino storico”, Roma 6-7 dicembre 2000: 28-30. Ace International (ed).GUGLIEMO A., PAVONE P., SALMERI C., 2005 –Giardini storici della Sicilia orientale e meridiona-le. Inform. Bot. Ital. 37(1): 440-441.GUGLIEMO A., PAVONE P., SALMERI C., 2006 – Sualcuni giardini storici della Sicilia orientale. AttiConvegno “Approccio multidisciplinare allo studioed alla valorizzazione dei Beni culturali”. Siracusa28-29 ottobre 2005.NIGRELLI I., 1989 – Piazza Armerina, l’ambientenaturale, la storia e la vita economica e sociale.Casa Editrice Ila Palma, Palermo.VILLARI L., 1987 – Storia della città di PiazzaArmerina. Casa Editrice La Tribuna, Piacenza.