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Strumento al servizio dell’“open government” «Così superiamo vincoli tecnologici e di budget» Le priorità: integrità e correttezza L’ uso del cloud compu- ting cambierà la socie- tà e l’economia nei prossimi anni. Si tratta di una nuo- va tecnologia che permette di so- stituire hardware e software con collegamenti on line a centri dati remoti. La logica del cloud, già nota ai consumatori finali tramite e-mail e social networks (che so- no proprio basati su servizi on li- ne), inizia a espandersi al mondo del business e della pubblica am- ministrazione. Trattandosi di una general pur- pose technology (cioè che si appli- ca in ogni settore), i suoi vantaggi possono essere notevoli anche nel- la Sanità. I primi esempi, nati fra l’anno scorso e quest’anno un po’ in tutta Europa, vanno dai più sem- plici ai più complessi. Da un lato l’ospedale Bambino Gesù di Ro- ma ha spostato sulla “nuvola” il servizio e-mail di duemilacinque- cento impiegati, creando notevoli riduzioni di costi. Allo stesso mo- do, la Croce Rossa svedese ha portato sulla nuvola il sistema di coordinamento degli interventi creando non solo vantaggi di co- sto ma anche di efficienza nel ser- vizio. Dall’altro lato, un centro di intervento cardiovascolare russo, Penza, ha adottato un sistema cloud per coordinare attività, dia- gnosi e decisioni su trattamento e intervento chirurgico portando tec- nologie e cure altrimenti impossi- bili in luoghi remoti e poveri del Paese. Infine, durante la pandemia H1N1 un servizio globale di cloud computing (in questo caso fornito sulla piattaforma Win- dows Azure di Microsoft) ha cen- tralizzato e diffuso informazioni cruciali sulla diffusione dell’in- fluenza. Ma per capire a fondo l’impor- tanza del cloud, occorre focalizzar- si sulla sua diffusione nel settore privato, che è iniziata prima e por- terà ulteriori vantaggi. I vantaggi di costo sono sostanziali in tutti i settori privati, dai servizi alla finan- za, alla Sanità, con risparmi di cir- ca la metà della spesa in hardware e software. Quindi è prevedibile che la diffusione del cloud compu- ting in azienda decolli velocemen- te, specie per pmi e nuove impre- se che possono nascere basandosi subito su questa opzione. Ciò è anche auspicabile perché la diffu- sione del cloud potrà anche avere un forte impatto sull’economia. In- fatti, spostando parte dei costi fissi in It verso costi operativi, il cloud computing contribuisce a ridurre le spese fisse per iniziare nuovi business e quindi a promuovere la creazione di nuove imprese e con esse la competizione. Con vantag- gi sociali in termini di maggiore produzione e più occupazione. E questo nei settori tradizionali del- l’economia, in misura chiaramen- te collegata alla rilevanza dell’It fra le spese di settore. In uno studio recente abbiamo simulato l’impatto della diffusio- ne del cloud in Europa, ottenendo risultati abbastanza incoraggianti: nell’arco di cinque anni potrebbe portare alla creazione di qualche centinaia di migliaia di nuove pmi, contribuendo alla creazione di circa un milione di nuovi posti di lavoro europei. Nel settore pub- blico, i vantaggi in termini di effi- cienza sono altrettanto notevoli e, soprattutto, il cloud consente inno- vazioni altrimenti impossibili, co- me fornire servizi in aree periferi- che (cruciale nella Sanità ma an- che nella scuola), creare nuove applicazioni sulla nuvola che sfruttano la dimensione on line e L’OTTICA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE C loud computing è un modo di usare le tecnologie per cui le capacità (dati e informazioni, software, piattaforme e infrastrutture hardware) possono essere fornite, in modo flessi- bile e scalabile, su domanda come un servizio. Il g-cloud (government-cloud) è il cloud computing per la pubblica amministrazione e può aiutare - se usato con accor- tezza - a sciogliere alcuni tra i più importanti nodi critici dei sistemi informativi pubblici per una serie di ragioni: può consentire risparmi stabili e non illusori con contemporanei recuperi di efficienza; permette un sistema informativo distri- buito, ma allo stesso tempo unitario e integrato; favorisce una governance unitaria e un’efficace cooperazione applicativa. Le tecnologie cloud rappresentano strumenti importanti del- l’“open government”, un paradigma che sintetizza efficace- mente il nuovo approccio che richiede l’innovazione, che rimane la strada obbligata per riprogettare una Pa - e ancora di più una sanità pubblica - organizzata sui bisogni del Paese e non sulla sua stessa sopravvivenza. “Open government”, infat- ti, significa che i cittadini hanno diritto di accesso ai documen- ti e ai procedimenti, ai dati pubblici, agli indicatori qualitativi e quantitativi sui servizi e le prestazioni erogate diventandone anche corresponsabili e partecipi. Vuol dire avere una Pa interconnessa e intercomunicante nelle sue varie articolazioni orizzontali e verticali, ma anche capace di amministrare coor- dinando l’azione di molte organizzazioni pubbliche e private e l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività d’interesse generale. Certamente, in questa Italia e in questa Pa strapazzata da una crisi sia economica che etica, l’innovazione tecnologica del cloud deve associarsi all’innovazione istituzionale e a quella organizzativa perché l’amministrazione torni a esprime- re la sua funzione più alta: favorire coesione, partecipazione, senso civico e contribuire ad accrescere il capitale sociale e il benessere delle comunità. In questo contesto di “innovazione necessaria”, l’incontro di Castelfranco, quelli che seguiranno con i nostri partner e il prossimo Forum Pa (in calendario a maggio prossimo) rappresentano tutti luoghi di divulgazione e messa a sistema delle esperienze italiane di innovazione: momenti in cui il Governo, le amministrazioni (centrali e locali) e le imprese di Ict sono chiamate a riflettere e progetta- re per rimuovere gli ostacoli e le chiusure normative, organiz- zative e tecnologiche che rallentano i processi innovativi. Carlo Mochi Sismondi Presidente Forum Pa © RIPRODUZIONE RISERVATA Q uando parliamo di “cloud” è bene ricordare che siamo lontani dall’usa- re un sinonimo di internet. Cloud è un’ar- chitettura che porta grandi benefici da un punto di vista di prestazioni e costi, ma che evidenzia l’importanza di uno degli ele- menti fondamentali di tutte le infrastrutture It di oggi: la sicurezza, i cui pilastri fonda- mentali sono riservatezza, integrità e dispo- nibilità. La riservatezza, è la massima priorità di chi è responsabile di garantire la privacy. Una grande sfida che ci porta l’architettura cloud è l’interconnes- sione non solo di appli- cazioni ma anche di persone appartenenti a reparti, aziende o addi- rittura a nazioni diver- se. L’accesso al dato va quindi limitato e ga- rantito solo a coloro che ne hanno la neces- sità. L’“Identity and ac- cess management” (Iam) è la disciplina che si preoccupa di de- terminare l’identità di ogni utente e di asso- ciargli che cosa è visibile e cosa rimane nascosto. Chi è responsabile di gestire le identità nell’ambito di queste interconnes- sioni/collaborazioni? Fra i principali van- taggi del cloud troviamo il self-service e l’automazione: chi determina i cataloghi di ruoli e opzioni legate agli utenti? La gestio- ne federata delle identità (“Federation iden- tity management”) indirizza questo tipo di problematica e sta trovando molto riscon- tro sul mercato. L’integrità permette di potersi fidare che il dato sia sempre corretto. Questo problema non è strettamente legato al cloud ed esistono già diverse opzioni per garantire, a esempio, che un medico non si debba preoccupare della validità dell’infor- mazione su cui basa la propria diagnosi. Infatti si possono usare soluzioni di “file integrity monitoring”, per cui il responsabi- le della security è in grado di tenere traccia delle modifiche (chi, quando, su quale siste- ma), oppure si possono usare soluzioni di storage di tipo Worm (“Write once read many”) che non permettono l’alterazione del dato. Queste soluzioni devono poi tene- re conto che in ambito sanitario la mole dei dati da mantenere disponibili cresce espo- nenzialmente; da un lato non esistono vin- coli di tempo, forse solo l’esistenza in vita del paziente, dall’altro l’evoluzione delle tecnologie mediche ha innalzato la qualità delle immagini diagnostiche e quindi, per ogni paziente, occorre molto più “spazio”. La disponibilità è ormai responsabilità di chi gestisce l’It. Tutti noi ci aspettiamo che ogni servizio ci sia e sia efficiente; siamo infastiditi quan- do dobbiamo aspettare “per colpa dei compu- ter”. La security cerca di innalzare il livello di continuità del servi- zio (e.g. con “Intrusion prevention systems”). Se ci con- centriamo sugli aspetti legati al cloud, dobbia- mo distinguere fra ser- vizi interni ed esterni. Considerando che l’ar- chitettura cloud per- mette semplificazione e riduzione del nume- ro di data center, nel primo caso si tratta “solo” di verificare che la disponibilità sia garantita dalle proprie infrastrutture mentre nel secondo caso, trattandosi di un servizio esterno, occorrono dei “service level agree- ment” soddisfacenti a livello contrattuale. Per questo è fortemente consigliato accer- tarsi che il cloud provider sia effettivamen- te in grado di mantenere quanto promesso. Possiamo concludere sottolineando che spesso i problemi di security nel cloud sono legati ai processi: lo scambio di infor- mazioni per determinare la conformità a normative varie, l’identificazione e la ge- stione delle responsabilità sono continue sfide ma non di tipo tecnologico. La sicu- rezza non deve essere motivo per non orien- tarsi verso il cloud, ma uno strumento attra- verso il quale risolvere le problematiche che questo pone. Jean Paul Ballerini Security Solutions Expert - Ibm Italia © RIPRODUZIONE RISERVATA Se la salute va sulla «nuvola» IL PUNTO DI VISTA DELLE AZIENDE I PILASTRI DELL’ARCHITETTURA H a rappresentato la prima tappa di un “round trip” che vedrà i successivi ap- puntamenti a Bruxelles (inizio novembre) e a Tel Aviv (a febbraio): il convegno interna- zionale sul “Cloud computing per la Sanità digitale” - organizzato a Castelfranco Vene- to lo scorso 18 ottobre dalla Asl di Asolo in collaborazione con Forum P.a. - è stata l’oc- casione per evidenziare opportunità e critici- tà connesse alla nuova architettura per l’ar- chiviazione e la gestione dei dati. Uno strumento ancora poco diffuso in Europa, ma su cui in altre realtà, come negli Usa, si sta già investendo molto: tanto che negli Stati Uniti è stata ventilata una riduzio- ne di costi che va dal 30% al 70 per cento. Nel contesto europeo la concorrenza tra fornitori privati non è sviluppata come negli Usa e in più, in Paesi come l’Italia, nel setto- re pubblico l’investimento in salute digitale è agli esordi: si pongono quindi soprattutto problemi infrastrutturali e di adeguamento delle normative su privacy e sicurezza dei dati. Elementi di cui in queste pagine si dà conto, affidando la parola agli esperti. © RIPRODUZIONE RISERVATA CLOUD COMPUTING/ Ad Asolo il punto sulla nuova frontiera per le strutture sanitarie I l cloud computing è la risposta alla necessità di un’azienda sanitaria evolu- ta di proseguire nel suo sviluppo e supera- re vincoli economici e tecnologici. Il cloud può dare infatti una dimensione virtuale maggiore alla gestione dei dati trattati, perché più consistenti, analitici, diffusi. Ma deve dare anche risultati ope- rativi responsabili, per questo deve con- frontarsi con l’attività clinica, che è il core-business di un ospedale. Il fornitore deve conoscere formazione, gestione e controllo dei processi diagnostico-tera- peutici ospedalieri. Deve conoscere le im- plicazioni organizzative proprie di un am- biente ospedaliero. Deve saper misurare il contenuto del servizio che propone con standard che possono essere pensati per una regione locale o mondiale indistinta. L’ospedale deve, dal canto suo, capire quanto abbandonare, riconvertire e affian- care rispetto a quanto già gestisce con la propria piattaforma tecnologica clinica. Deve pensare che non tutto possa diventa- re cloud. Come definire questi ambiti, dal “non cloud” al “cloud”, come integra- re queste due aree è un tema impegnati- vo. L’ospedale dev’essere anche un clien- te informato, perché sono molti i sistemi della Sanità digitale gestibili in cloud: il mobile health, la telemedicina, i servizi digitali al cittadino, il fascicolo sanitario elettronico, la dematerializzazione dei do- cumenti clinici, la gestione di un archivio clinico ma anche la logistica informatiz- zata dei farmaci, il business intelligence clinico e i gestionali clinici veri e propri. La Sanità digitale deve combinarsi con il cloud per ricercare risparmi come risultato finale di un investimento che migliora il conto economico di un’azien- da. Così come dobbiamo avere in mente un “time to market” molto più rapido, proprio perché deve garantire potenziali- tà innovatrice. Quanto al problema di sicurezza dei dati, siamo certi che oggi con la vecchia tecnologia viviamo in un mondo in cui essa è garantita? Il cloud computing può offrire ad aziende in ritardo il salto di qualche “generazione” di investimenti, formazio- ne e organizzazione. Infatti, non è neces- sario che ogni azienda abbia una propria piattaforma tecnologica. Si può limitare la dimensione della struttura Ict di cia- scun ospedale. Non è necessario che la competenza aziendale sia elevata. Non è necessario personalizzare i servizi rispet- to alle proprie esigenze aziendali. Questa potenzialità del cloud rappresenta per la Sanità italiana, così in ritardo rispetto al- l’Agenda digitale europea 2012, la moti- vazione più forte per cogliere soprattutto i vantaggi del cloud, piuttosto che fermar- si ai problemi. Renato Mason Direttore generale Mario Po’ Direttore amministrativo Aulss 8 - Asolo © RIPRODUZIONE RISERVATA Tra i vantaggi minori costi e maggiore efficienza - Sicurezza tema aperto 14 1-7 novembre 2011 S PECIALE

Tra i vantaggi minori costi e maggiore efficienza

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Page 1: Tra i vantaggi minori costi e maggiore efficienza

Strumento al servizio dell’“open government”

«Così superiamo vincoli tecnologici e di budget»

Le priorità: integrità e correttezza

L’ uso del cloud compu-ting cambierà la socie-tà e l’economia nei

prossimi anni. Si tratta di una nuo-va tecnologia che permette di so-stituire hardware e software concollegamenti on line a centri datiremoti. La logica del cloud, giànota ai consumatori finali tramitee-mail e social networks (che so-no proprio basati su servizi on li-ne), inizia a espandersi al mondodel business e della pubblica am-ministrazione.

Trattandosi di una general pur-pose technology (cioè che si appli-ca in ogni settore), i suoi vantaggipossono essere notevoli anche nel-la Sanità. I primi esempi, nati fral’anno scorso e quest’anno un po’in tutta Europa,vanno dai più sem-plici ai più complessi. Da un latol’ospedale Bambino Gesù di Ro-ma ha spostato sulla “nuvola” ilservizio e-mail di duemilacinque-cento impiegati, creando notevoliriduzioni di costi. Allo stesso mo-

do, la Croce Rossa svedese haportato sulla nuvola il sistema dicoordinamento degli interventicreando non solo vantaggi di co-sto ma anche di efficienza nel ser-vizio. Dall’altro lato, un centro diintervento cardiovascolare russo,Penza, ha adottato un sistemacloud per coordinare attività, dia-gnosi e decisioni su trattamento eintervento chirurgico portando tec-

nologie e cure altrimenti impossi-bili in luoghi remoti e poveri delPaese. Infine, durante la pandemiaH1N1 un servizio globale dicloud computing (in questo casofornito sulla piattaforma Win-dows Azure di Microsoft) ha cen-tralizzato e diffuso informazionicruciali sulla diffusione dell’in-fluenza.

Ma per capire a fondo l’impor-

tanza del cloud, occorre focalizzar-si sulla sua diffusione nel settoreprivato, che è iniziata prima e por-terà ulteriori vantaggi. I vantaggidi costo sono sostanziali in tutti isettori privati, dai servizi alla finan-za, alla Sanità, con risparmi di cir-ca la metà della spesa in hardwaree software. Quindi è prevedibileche la diffusione del cloud compu-ting in azienda decolli velocemen-

te, specie per pmi e nuove impre-se che possono nascere basandosisubito su questa opzione. Ciò èanche auspicabile perché la diffu-sione del cloud potrà anche avereun forte impatto sull’economia. In-fatti, spostando parte dei costi fissiin It verso costi operativi, il cloudcomputing contribuisce a ridurrele spese fisse per iniziare nuovibusiness e quindi a promuovere la

creazione di nuove imprese e conesse la competizione. Con vantag-gi sociali in termini di maggioreproduzione e più occupazione. Equesto nei settori tradizionali del-l’economia, in misura chiaramen-te collegata alla rilevanza dell’Itfra le spese di settore.

In uno studio recente abbiamosimulato l’impatto della diffusio-ne del cloud in Europa, ottenendorisultati abbastanza incoraggianti:nell’arco di cinque anni potrebbeportare alla creazione di qualchecentinaia di migliaia di nuovepmi, contribuendo alla creazionedi circa un milione di nuovi postidi lavoro europei. Nel settore pub-blico, i vantaggi in termini di effi-cienza sono altrettanto notevoli e,soprattutto, il cloud consente inno-vazioni altrimenti impossibili, co-me fornire servizi in aree periferi-che (cruciale nella Sanità ma an-che nella scuola), creare nuoveapplicazioni sulla nuvola chesfruttano la dimensione on line e

L’OTTICA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

C loud computing è un modo di usare le tecnologie per cuile capacità (dati e informazioni, software, piattaforme e

infrastrutture hardware) possono essere fornite, in modo flessi-bile e scalabile, su domanda come un servizio.

Il g-cloud (government-cloud) è il cloud computing per lapubblica amministrazione e può aiutare - se usato con accor-tezza - a sciogliere alcuni tra i più importanti nodi critici deisistemi informativi pubblici per una serie di ragioni: puòconsentire risparmi stabili e non illusori con contemporaneirecuperi di efficienza; permette un sistema informativo distri-buito, ma allo stesso tempo unitario e integrato; favorisce unagovernance unitaria e un’efficace cooperazione applicativa.Le tecnologie cloud rappresentano strumenti importanti del-l’“open government”, un paradigma che sintetizza efficace-mente il nuovo approccio che richiede l’innovazione, cherimane la strada obbligata per riprogettare una Pa - e ancora dipiù una sanità pubblica - organizzata sui bisogni del Paese enon sulla sua stessa sopravvivenza. “Open government”, infat-ti, significa che i cittadini hanno diritto di accesso ai documen-ti e ai procedimenti, ai dati pubblici, agli indicatori qualitativie quantitativi sui servizi e le prestazioni erogate diventandoneanche corresponsabili e partecipi. Vuol dire avere una Painterconnessa e intercomunicante nelle sue varie articolazioni

orizzontali e verticali, ma anche capace di amministrare coor-dinando l’azione di molte organizzazioni pubbliche e privatee l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per losvolgimento di attività d’interesse generale.

Certamente, in questa Italia e in questa Pa strapazzata dauna crisi sia economica che etica, l’innovazione tecnologicadel cloud deve associarsi all’innovazione istituzionale e aquella organizzativa perché l’amministrazione torni a esprime-re la sua funzione più alta: favorire coesione, partecipazione,senso civico e contribuire ad accrescere il capitale sociale e ilbenessere delle comunità. In questo contesto di “innovazionenecessaria”, l’incontro di Castelfranco, quelli che seguirannocon i nostri partner e il prossimo Forum Pa (in calendario amaggio prossimo) rappresentano tutti luoghi di divulgazionee messa a sistema delle esperienze italiane di innovazione:momenti in cui il Governo, le amministrazioni (centrali elocali) e le imprese di Ict sono chiamate a riflettere e progetta-re per rimuovere gli ostacoli e le chiusure normative, organiz-zative e tecnologiche che rallentano i processi innovativi.

Carlo Mochi SismondiPresidente Forum Pa

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Q uando parliamo di “cloud” è benericordare che siamo lontani dall’usa-

re un sinonimo di internet. Cloud è un’ar-chitettura che porta grandi benefici da unpunto di vista di prestazioni e costi, ma cheevidenzia l’importanza di uno degli ele-menti fondamentali di tutte le infrastruttureIt di oggi: la sicurezza, i cui pilastri fonda-mentali sono riservatezza, integrità e dispo-nibilità.

La riservatezza, è la massima priorità dichi è responsabile di garantire la privacy.Una grande sfida che ci porta l’architetturacloud è l’interconnes-sione non solo di appli-cazioni ma anche dipersone appartenenti areparti, aziende o addi-rittura a nazioni diver-se. L’accesso al datova quindi limitato e ga-rantito solo a coloroche ne hanno la neces-sità.

L’“Identity and ac-cess management”(Iam) è la disciplinache si preoccupa di de-terminare l’identità diogni utente e di asso-ciargli che cosa è visibile e cosa rimanenascosto. Chi è responsabile di gestire leidentità nell’ambito di queste interconnes-sioni/collaborazioni? Fra i principali van-taggi del cloud troviamo il self-service el’automazione: chi determina i cataloghi diruoli e opzioni legate agli utenti? La gestio-ne federata delle identità (“Federation iden-tity management”) indirizza questo tipo diproblematica e sta trovando molto riscon-tro sul mercato.

L’integrità permette di potersi fidareche il dato sia sempre corretto. Questoproblema non è strettamente legato alcloud ed esistono già diverse opzioni pergarantire, a esempio, che un medico non sidebba preoccupare della validità dell’infor-mazione su cui basa la propria diagnosi.Infatti si possono usare soluzioni di “fileintegrity monitoring”, per cui il responsabi-le della security è in grado di tenere tracciadelle modifiche (chi, quando, su quale siste-ma), oppure si possono usare soluzioni distorage di tipo Worm (“Write once read

many”) che non permettono l’alterazionedel dato. Queste soluzioni devono poi tene-re conto che in ambito sanitario la mole deidati da mantenere disponibili cresce espo-nenzialmente; da un lato non esistono vin-coli di tempo, forse solo l’esistenza in vitadel paziente, dall’altro l’evoluzione delletecnologie mediche ha innalzato la qualitàdelle immagini diagnostiche e quindi, perogni paziente, occorre molto più “spazio”.

La disponibilità è ormai responsabilitàdi chi gestisce l’It. Tutti noi ci aspettiamoche ogni servizio ci sia e sia efficiente;

siamo infastiditi quan-do dobbiamo aspettare“per colpa dei compu-ter”. La security cercadi innalzare il livellodi continuità del servi-zio (e.g. con“Intrusion preventionsystems”). Se ci con-centriamo sugli aspettilegati al cloud, dobbia-mo distinguere fra ser-vizi interni ed esterni.Considerando che l’ar-chitettura cloud per-mette semplificazionee riduzione del nume-

ro di data center, nel primo caso si tratta“solo” di verificare che la disponibilità siagarantita dalle proprie infrastrutture mentrenel secondo caso, trattandosi di un servizioesterno, occorrono dei “service level agree-ment” soddisfacenti a livello contrattuale.Per questo è fortemente consigliato accer-tarsi che il cloud provider sia effettivamen-te in grado di mantenere quanto promesso.

Possiamo concludere sottolineando chespesso i problemi di security nel cloudsono legati ai processi: lo scambio di infor-mazioni per determinare la conformità anormative varie, l’identificazione e la ge-stione delle responsabilità sono continuesfide ma non di tipo tecnologico. La sicu-rezza non deve essere motivo per non orien-tarsi verso il cloud, ma uno strumento attra-verso il quale risolvere le problematicheche questo pone.

Jean Paul BalleriniSecurity Solutions Expert - Ibm Italia

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Se la salute va sulla «nuvola»

IL PUNTO DI VISTA DELLE AZIENDE

I PILASTRI DELL’ARCHITETTURA

H a rappresentato la prima tappa di un“round trip” che vedrà i successivi ap-

puntamenti a Bruxelles (inizio novembre) ea Tel Aviv (a febbraio): il convegno interna-zionale sul “Cloud computing per la Sanitàdigitale” - organizzato a Castelfranco Vene-to lo scorso 18 ottobre dalla Asl di Asolo incollaborazione con Forum P.a. - è stata l’oc-casione per evidenziare opportunità e critici-tà connesse alla nuova architettura per l’ar-chiviazione e la gestione dei dati.

Uno strumento ancora poco diffuso inEuropa, ma su cui in altre realtà, come negli

Usa, si sta già investendo molto: tanto chenegli Stati Uniti è stata ventilata una riduzio-ne di costi che va dal 30% al 70 per cento.

Nel contesto europeo la concorrenza trafornitori privati non è sviluppata come negliUsa e in più, in Paesi come l’Italia, nel setto-re pubblico l’investimento in salute digitaleè agli esordi: si pongono quindi soprattuttoproblemi infrastrutturali e di adeguamentodelle normative su privacy e sicurezza deidati. Elementi di cui in queste pagine si dàconto, affidando la parola agli esperti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CLOUD COMPUTING/ Ad Asolo il punto sulla nuova frontiera per le strutture sanitarie

I l cloud computing è la risposta allanecessità di un’azienda sanitaria evolu-

ta di proseguire nel suo sviluppo e supera-re vincoli economici e tecnologici. Ilcloud può dare infatti una dimensionevirtuale maggiore alla gestione dei datitrattati, perché più consistenti, analitici,diffusi. Ma deve dare anche risultati ope-rativi responsabili, per questo deve con-frontarsi con l’attività clinica, che è ilcore-business di un ospedale. Il fornitoredeve conoscere formazione, gestione econtrollo dei processi diagnostico-tera-peutici ospedalieri. Deve conoscere le im-plicazioni organizzative proprie di un am-biente ospedaliero. Deve saper misurareil contenuto del servizio che propone constandard che possono essere pensati peruna regione locale o mondiale indistinta.L’ospedale deve, dal canto suo, capirequanto abbandonare, riconvertire e affian-care rispetto a quanto già gestisce con lapropria piattaforma tecnologica clinica.Deve pensare che non tutto possa diventa-

re cloud. Come definire questi ambiti,dal “non cloud” al “cloud”, come integra-re queste due aree è un tema impegnati-vo. L’ospedale dev’essere anche un clien-te informato, perché sono molti i sistemidella Sanità digitale gestibili in cloud: ilmobile health, la telemedicina, i servizidigitali al cittadino, il fascicolo sanitarioelettronico, la dematerializzazione dei do-cumenti clinici, la gestione di un archivioclinico ma anche la logistica informatiz-zata dei farmaci, il business intelligenceclinico e i gestionali clinici veri e propri.

La Sanità digitale deve combinarsicon il cloud per ricercare risparmi comerisultato finale di un investimento chemigliora il conto economico di un’azien-da. Così come dobbiamo avere in menteun “time to market” molto più rapido,proprio perché deve garantire potenziali-tà innovatrice. Quanto al problema disicurezza dei dati, siamo certi che oggicon la vecchia tecnologia viviamo in unmondo in cui essa è garantita?

Il cloud computing può offrire adaziende in ritardo il salto di qualche“generazione” di investimenti, formazio-ne e organizzazione. Infatti, non è neces-sario che ogni azienda abbia una propriapiattaforma tecnologica. Si può limitarela dimensione della struttura Ict di cia-scun ospedale. Non è necessario che lacompetenza aziendale sia elevata. Non ènecessario personalizzare i servizi rispet-to alle proprie esigenze aziendali. Questapotenzialità del cloud rappresenta per laSanità italiana, così in ritardo rispetto al-l’Agenda digitale europea 2012, la moti-vazione più forte per cogliere soprattuttoi vantaggi del cloud, piuttosto che fermar-si ai problemi.

Renato MasonDirettore generale

Mario Po’Direttore amministrativo

Aulss 8 - Asolo© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tra i vantaggi minori costi e maggiore efficienza - Sicurezza tema aperto

14 1-7 novembre 2011SPECIALE

Page 2: Tra i vantaggi minori costi e maggiore efficienza

LE PROSPETTIVE LEGALI

sviluppare modelli di gestioneche permettono rapida espansio-ne dell’utilizzo delle infrastrutturein periodi di intensa attività.

Per approfittare di questa nuo-va tecnologia però, nella Sanitàcome in ogni altro settore, l’Italiadeve recuperare un gap infrastrut-turale. I benefìci sociali della dif-fusione del cloud, in termini diincentivi alla creazione di nuove

imprese con l’associato incremen-to di produzione e occupazione,saranno tanto maggiori quantopiù rapida sarà l’adozione delcloud computing. Uno dei princi-pali ostacoli (oltre alle preoccupa-zioni inerenti alla privacy dei datie al traffico internazionale deglistessi) è ancora la lentezza dellaconnessione disponibile, pertantosarebbe auspicabile un’accelera-

zione degli investimenti nella ban-da larga, anche con sussidi pubbli-ci.

Saranno proprio le politichepubbliche ad avere un ruolo cen-trale nella diffusione del cloudcomputing e sono cinque le azio-ni che potrebbero fornire la spintadecisiva:

1. come detto, accelerare l’in-vestimento nella banda larga per

garantirne un’ampia e capillarediffusione su tutto il territorio;

2. adottare soluzioni cloudnel settore pubblico (Sanità, scuo-la, università), cosa che potrebbeincentivare anche i privati a farealtrettanto;

3. coordinarsi a livello euro-peo per favorire la libera circola-zione di dati e informazioni attra-verso i confini nazionali;

4. riunire a un tavolo le autori-tà dell’Ue che si occupano di stan-dardizzazione e innovazione e legrandi società fornitrici di soluzio-ni di cloud computing, per fissarestandard e regole relative all’inte-roperabilità di queste soluzioni;

5. prevedere incentivi fiscaliper chi (pubblico o privato) adot-ta soluzioni cloud.

Federico EtroProfessore ordinariodi Economia politica

Università Ca’ Foscari - Venezia© RIPRODUZIONE RISERVATA

“Migrazione” difficilecon le norme attuali

I l cloud computing come strumento per accelerare la dematerializza-zione dei dati, promuovendo i Pacs in tutta la zona dell’Ile de France

(Parigi), storicamente caratterizzata da una scarsa propensione al digita-le. L’iniziativa è stata lanciata nel 2009, con la successiva assegnazione delprogetto a General Electric nell’aprile 2010.

La fase iniziale coinvolge 30 strutture, ma l’idea è di coinvolgere, aregime, 93 centri, sia pubblici che privati, con una “produzione” com-plessiva di 3 milioni di esami l’anno. Per cliniche e ospedali si tratta di uninvestimento a costo zero: basta loro semplicemente connettersi, perpoi pagare in base al consumo e al servizio, definito dal contratto“Healthcare Cooperation Group” stipulato con Ge.

Il “pacchetto” disponibile, in realtà, va oltre i Pacs. L’offerta rende almomento disponibili anche i servizi di archiviazione dati sul lungo

periodo (20 anni), un servizio Ris, la distribuzione ai medici di famiglia,che possono accedere ai referti e alle immagini relative ai loro pazientitramite un portale Internet, l’accesso remoto (a esempio da casa), lacondivisione delle immagini.

Non sono mancate le criticità: «Non è stato facile – spiega BernardAlgayres, GM eHealth Solutions Emea – convincere gli ospedali che conquesto modello potevano ottenere una migliore qualità, disponibilità deidati e performace complessiva rispetto a un sistema “classico”. Ma poic’è stato un effetto a catena: dopo le prime adesioni le strutture hannocominciato a mostrare un interesse crescente. Del resto, questo model-lo è assolutamente esportabile: nel settore sanitario, manager e diretto-ri d’ospedale hanno ormai capito che non è più il caso di gestire tutto“in house” e si affidano a esperti in grado di gestire un’infrastruttura diquesto genere».

B.Gob.© RIPRODUZIONE RISERVATA

I nodi: responsabilità chiare e tutela extra-Ue

N on c’è bisogno di “scaricare” alcun pro-gramma: a medici e pazienti basta collegar-

si ai server remoti, dislocati in molti Paesi euro-pei, per accedere a cartelle cliniche virtuali ealle applicazioni utili a gestire diagnosi e terapiaa distanza. Per usufruire della piattaforma“MedicalConcierge” messa a punto dalla multi-nazionale Medic4all, un’azienda sanitaria pagaun abbonamento che varia dai due ai 10 euro algiorno per paziente. Si tratta di una soluzioneche consente di contattare un medico tramiteun consulto telefonico o video, sulle 24 ore e

per tutti i giorni dell’anno. Grazie a un“braccialetto”, i clienti possono monitorare iprincipali parametri vitali e condividere in tem-po reale i risultati con uno dei dottori dellacentrale MedicalConcierge, in grado quindi diinviare immediatamente diagnosi e terapia.

E se da un lato il servizio in cloud permettedi abbattere i costi di ricovero - ogniqualvoltasia possibile il monitoraggio a distanza, in un’am-pia casistica di situazioni cliniche, perlopiù dicronicità - dall’altra per il cittadino c’è il vantag-gio di essere seguito direttamente a casa pro-pria o ovunque si trovi. «Anche all’estero -precisa Shai Misan, medico e amministratoredelegato di Medic4all Italia - dal momento chela nostra piattaforma è tradotta in 18 lingue. Se

una persona si trova in un altro Paese, insom-ma, ha la possibilità di farsi monitorare in loco,con la possibilità per il medico straniero che inquel momento lo prende in carico di avere ilquadro clinico e tutte le applicazioni direttamen-te disponibili nella sua lingua-madre. Dal nostropunto di vista, questo prodotto in cloud è unelemento di “democratizzazione delle cure”: inostri clienti sono strutture sanitarie ma anchecittadini privati, per i quali il monitoraggio dellasalute diventa a portata di mano. Non a caso,diverse aziende private offrono la piattaformacome benefit per i propri dipendenti».

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I l cloud computing è pronto perla Sanità digitale. Il vero ostaco-

lo è la struttura legale, al momen-to inadeguata a supportare la mi-grazione. Ciò è quanto emerso dalconvegno di Castelfranco Veneto.Le principali criticità legali riguar-dano l’applicazione della normati-va privacy, amplificate in questosettore dal trattamento di dati sani-tari, sottoposti a disposizioni speci-fiche e particolarmente stringenti.Good news: è in corso una modifi-ca di tali norme. La Commissioneeuropea sta riformando la principa-le normativa sul trattamento deidati personali (Direttiva 95/46/Ce)e lavorando al piano d’azione eHe-alth 2012-2020.

Nel frattempo, il nodo crucialesta nell’individuazione dei ruoliprivacy dei soggetti coinvolti neltrattamento. Posto che il fornitoredi servizi sanitari che acquista ser-vizi cloud è da considerare“titolare” (colui che decide finali-tà, modalità e profilo di sicurezzadel trattamentodei dati dei pa-zienti), il proble-ma si pone dallato del fornitoredi servizi cloud,che potrebbe, aseconda dei ca-si, essere consi-derato quale “titolare” autonomoo “responsabile” (soggetto prepo-sto dal titolare a svolgere attivitàdi trattamento).

Le conseguenze dell’allocazio-ne dei ruoli si riflettono sia sullalegge applicabile che sulla defini-zione dei rispettivi obblighi pri-vacy e relative responsabilità. Que-sta incertezza impedisce di opera-re un’accurata valutazione del ri-schio legale e quindi di prendereuna decisione informata circa lamigrazione. Se tale situazione puòessere gestita nel settore privato,dove esiste una maggiore propen-sione al rischio, nel settore pubbli-co - e con specifico riferimento aservizi sanitari - tale rischio non èsostenibile. Esistono infatti proce-dure di controllo e di governo deidati molto dettagliate e stringenti,soprattutto con riferimento a quel-li idonei a rivelare lo stato di salu-te. Occorre quindi che i prossimiinterventi a livello europeo chiari-scano gli obblighi e le responsabi-lità delle parti, superando formali-smi legati a definizioni o ruoli.

Un’altra problematica sostanzia-le riguarda l’ambito di circolazioneterritoriale dei dati, soprattutto con

riferimento a trasferimenti fuoridallo Spazio economico europeo(See) verso Paesi che non offronoun livello di protezione dei datiadeguato agli standard Ue. Le solu-zioni cloud, basandosi su un’archi-tettura distribuita, prevedono trasfe-rimenti multipli anche al di fuoridel See. La presente normativanon è adatta a supportare questacircolazione. Occorrono nuove so-luzioni per abilitare tali trasferimen-ti, assicurando una tutela concretadei dati del paziente.

Come gestire la situazione? Inassenza di normativa chiara biso-gna lavorare sui contratti. Il fornito-re di servizi sanitari dovrà preoccu-parsi di identificare i livelli di tute-la dei dati personali trattati (es. ci-fratura, permanenza dati entro loSee, rigorosa gestione delle identi-tà e prevenzione di accessi e tratta-menti non autorizzati sui dati) cheandranno garantiti dal fornitore deiservizi (privacy level agreement).

In presenza di un impianto nor-mativo coerente,il cloud potreb-be contribuire aun migliore ri-spetto da partedei fornitori diservizi sanitaridella disciplinaprivacy. Una mi-

gliore sicurezza sui dati arrivereb-be dagli investimenti e dalla pro-fessionalità che può garantire ungrande fornitore di servizi cloud,rispetto a un’Asl o a un ospedale.Interoperabilità dei servizi sanita-ri, tramite l’utilizzo di standardcondivisi, fondamentale per assi-curare la portabilità dei dati sanita-ri per i pazienti e garantire il lorodiritto alla cura ovunque si trovi-no in Europa (obiettivo che saràribadito nel piano d’azione euro-peo sull’eHealth 2012-2020). Inol-tre, con il principio di “privacy bydesign”, che dovrebbe trovare at-tuazione nella revisione della nor-mativa europea, i prodotti e i servi-zi (dunque anche quelli cloud) do-vranno nascere con caratteristichevolte alla tutela della privacy.

Paolo BalboniDirettore European Privacy

Association,Responsabile Affari Esteri

e Cloud computing sector directorIstituto italiano privacy, Partner di

ICT Legal Consultingpaolo.balboni@ictlegalconsulting.

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H anno cominciato poco più di un an-no fa, affidando la conservazione in

cloud computing dei milioni di refertitestuali - accumulati grazie all’avanzatostato di digitalizzazione aziendale - allasocietà Infocert.

Da questo mese di novembre, trasferi-ranno sulla “nuvola” anche tutta la parteiconografica (imaging), affidandosi a unpartner esterno che sarà individuato inqueste ore. Dal 2012, infine, sposteran-no in cloud la stessa conservazione della

cartella clinica.Procede a passi da gigante il cammino

dell’Asl 3 di Asolo sull’autostrada digitaledel cloud computing. Non a caso: bastipensare che l’azienda sanitaria veneta siè ormai da tempo dotata dei due requisi-ti necessari perché il passaggio alla“nuvola” fosse realizzabile: negli anni haacquisito un’infrastruttura informaticaadeguata e ha poi intrapreso, anche cultu-ralmente, la via della digitalizzazione.«Tanto che - tiene a precisare PaoloBarichello, responsabile dell’Unità ope-rativa informativa dell’Asl - il 91% degliassistiti scarica i referti direttamente dalproprio computer. Un livello di produ-

zione unico in Italia e piuttosto raroanche in Europa».

Per l’azienda sanitaria la convenienzanello scegliere soluzioni esterne nella ge-stione dei dati è intuibile: il cloud consen-te di “scaricare” sul fornitore esternol’esigenza e la responsabilità di garantirelivelli di servizio elevatissimo e la massi-ma tutela di dati che per eccellenza sonocatalogati come sensibili. Un impegno inmeno, affidato a società che hanno comecore business proprio la conservazionesostitutiva a regola d’arte.

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LA PIATTAFORMA MEDICALCONCIERGE

ARCHIVIAZIONE DELLE IMMAGINI IN REMOTO

REFERTI E SCHEDE PAZIENTE «APPALTATE»

Commissioneeuropea al lavoro

Il paziente è trattabileovunque e in 28 lingue

Ile de France parigina: 93 centri«arruolati» nel segno dei Pacs

Per l’Asl 3 del Venetocartella clinica outdoor

1-7 novembre 2011 15SPECIALE