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Pierre Schaeffer TRAITÉ DES OBJETS MUSICAUX Il Traité des objets musicaux è un testo fondamentale per chiunque si occupi di musica elettroacustica o dello studio del mondo sonoro. In un volume di circa 700 pagine, Schaeffer espone il frutto delle sue ricerche sonore e musicale impostando una teoria che vuole riconsiderare molti concetti del pensiero musicale. Il Traité è un volume molto complesso con una trattazione spesso troppo elaborata. Non è un caso che il compositore Michel Chion abbia realizzato una Guide des Objets Sonores (1983), una guida per orientarsi e comprendere i concetti essenziali esposti in questa opera.

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Informatica Musicale

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Pierre Schaeffer

TRAITÉ DES OBJETS MUSICAUX

Il Traité des objets musicaux è un testo fondamentale per chiunque si occupi di musica elettroacustica o dello studio del mondo sonoro.

In un volume di circa 700 pagine, Schaeffer espone il frutto delle sue ricerche sonore e musicale impostando una teoria che vuole riconsiderare molti concetti del pensiero musicale.

Il Traité è un volume molto complesso con una trattazione spesso troppo elaborata. Non è un caso che il compositore Michel Chion abbia realizzato una Guide des Objets Sonores (1983), una guida per orientarsi e comprendere i concetti essenziali esposti in questa opera.

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LE QUATTRO TIPOLOGIE D'ASCOLTO DI SCHAEFFER

 

Ascoltare (écouter): significa prestare orecchio a qualcuno, a qualcosa; è, per mezzo dell'intermediario sonoro, osservare la sorgente, l'evento, la causa, è trattare il suono come indice di questa sorgente, di questo evento (Concreto-Oggettivo)

Udire (ouïr): significa percepire mediante l'orecchio, essere colpiti dai suoni. E' il livello il più grezzo, il più elementare della percezione. Si ode, in questo modo, passivamente, molte cose che non si cerca né di ascoltare né di comprendere

Intendere (entendre): significa, dall'etimologia, manifestare un'intenzione di ascolto, selezionare in quello che si ode quello che ci interessa più particolarmente per operare una "qualificazione" di quello che si intende (Astratto-Soggettivo) Comprendere (comprendre): significa afferrare un senso, dei valori, trattando il suono come un segno che rinvia a questo 'senso', in funzione di un linguaggio, di un codice (ascolto semantico: Astratto-Oggettivo)

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(4) COMPRENDERE   un senso veicolato mediante dei SEGNI

 

(1)   ASCOLTARE

degli eventi, delle cause di cui il suono è INDICE

   

(3) INTENDERE degli oggetti sonori qualificati in una percezione qualificata

  

(2)   UDIRE 

degli oggetti sonori grezzi in una percezione grezza

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(3) e (4) ASTRATTOdato che l'oggetto è spogliato delle qualità che servono a qualificare la percezione (3) o a costituire un linguaggio, a esprimere un senso (4)

(1)e (2) CONCRETOperché i riferimenti causali (1) e il dato sonoro grezzo (2) sono un concreto inesauribile

(1) e (4) OGGETTIVOperché ci si dirige verso l'oggetto della percezione

(2) e (3) SOGGETTIVOperché ci si dirige verso l'attività del soggetto che percepisce

Ascolto ridotto (écoute réduite): L'ascolto ridotto è quell'attitudine d'ascolto che consiste nell'ascoltare il suono per lui stesso, come oggetto sonoro facendo astrazione della sua provenienza reale o supposta, e del senso di cui può essere il portatore.

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Oggetto sonoro: Si chiama oggetto sonoro qualsiasi fenomeno o evento sonoro percepito come un insieme, come un tutto coerente, e inteso in un ascolto ridotto che lo osserva per lui stesso, indipendentemente dalla sua provenienza o dalla sua significazione. E' un'unita sonora percepita nella sua materia, la sua tessitura, le sue qualità e dimensioni percettive proprie. L'oggetto sonoro non è il corpo sonoro, non è il segnale fisico del suono, non è un frammento registrato, non è un simbolo notato sulla partitura.

Nota: L'oggetto sonoro è una definizione controversa nella terminologia schaefferiana. Infatti per oggetto sonoro si può intendere un evento sonoro chiuso in se stesso (un suono in cui siano ben delineate le fasi di attacco-sostegno-decadimento), una struttura sonora o addirittura un pezzo completo. Di fatto, l'oggetto sonoro è una definizione che passa da un contesto realizzativo (a Schaeffer serviva un termine per definire gli eventi sonori che produceva nelle sue prime esperienze) a uno percettivo. In ogni caso, l 'aspetto inequivocabile è che l'oggetto sonoro è un evento con un forma delineata, definito dai suoi tratti e quindi determinato dalla percezione.

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TIPO-MORFOLOGIA

La tipo-morfologia è la fase iniziale del programma di ricerca musicale che raggruppa come complementari le due operazioni della tipologia e morfologia: esse costituiscono in effetti una tappa di esplorazione, d'inventario e di descrizione del sonoro.

I tre compiti della tipo-morfologia sono:

•identificare•classificare•descrivere

Identificare gli oggetti sonori, cioè isolarli, e segmentarli in unità sonore.

Classificarli in tipi con caratteristiche sommarie

Descrivere in dettaglio le loro caratteristiche

La tipologia riguarda i primi due compiti mentre la morfologia si occupa dell'ultimo.

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Articolazione/appoggio:

La prima coppia di criteri di identificazione della tipologia permette di segmentare tutte le catene sonore in unità, in oggetti sonori isolati.

C'è articolazione dove si ha la rottura del continuum sonoro in eventi energetici successivi e distinti e questo è in relazione con il mantenimento (entretien) del suono.

C'è appoggio quando il fenomeno sonoro si prolunga e questo appoggio è legato all'intonazione del suono, cioè al fatto che il suono è variabile o fisso in altezza, o che questa altezza sia tonica o complessa.

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Forma/materia:

Coppia basilare della morfologia che permetta una prima descrizione elementare dell'oggetto sonoro.

In un suono la materia è quella che si perpetua pressappoco tale e quale attraverso la durata, è ciò che si può isolare per capire come sia in un momento particolare dell'ascolto.

La forma rappresenta il tragitto, che forgia questa materia nella durata e la fa eventualmente evolvere.

Nella generalità dei casi, la forma e la materia di un suono evolvono di concerto ma per il loro studio è più facile esaminare i casi detti "deponenti" in cui uno dei due elementi è fisso, mettendo così l'altro in risalto.

Certi criteri morfologici si riferiscono in modo particolare allo studio della materia: essi sono la massa, il timbro armonico e la grana. Altri, invece, riguardano la forma, come l'andamento e il criterio dinamico.

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Mantenimento:

Il mantenimento di un oggetto sonoro e il processo energetico che lo mantiene (o no) nella durata. Non deve essere confuso con la causalità materiale che lo genera.

Se il mantenimento è effimero darà luogo ad un IMPULSO (prolungato o meno da una risonanza); se si prolunga in maniera continua si parlerà di un suono MANTENUTO (continuo); se si prolunga mediante ripetizioni di impulsi si tratterà di un suono ITERATIVO.

Da questi tre tipi di mantenimento vengono definiti i tre tipi di fattura, una caratterizzazione estremamente importante per la tipologia.

Il mantenimento, legando la forma e la materia di un oggetto sonoro, produce altri due criteri caratteristici: la GRANA e l'ANDAMENTO, che possono essere rispettivamente visti come criterio di MATERIA e di FORMA.

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Fattura:

La fattura è la percezione qualitativa del mantenimento energetico degli oggetti sonori con il quale ha una stretta relazione.

Si può, però, dire che certi oggetti sonori non abbiano 'nessuna fattura' se essa si prolunga eccessivamente e in maniera imprevedibile nella durata (suoni troppo prolungati) oppure se, al contrario, essa non ha il tempo di farsi intendere (impulsi).

La nozione di fattura suppone dunque un certo equilibrio nei suoni, in un tempo ottimo di memorizzazione dell'orecchio e un certo grado di prevedibilità.

Per la tipologia, si distingue dunque dei casi di fatture formate corrispondenti ad oggetti sonori equilibrati, 'ben formati', e dei casi di fatture nulle (per eccesso di ridondanza e banalità - suoni ridondanti) e imprevedibili ( per eccesso di imprevedibilità - suoni eccentrici).

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All'interno delle fatture formate, si distinguono tre ulteriori casi, in collegamento ai tre tipi di mantenimento:

fattura puntuale (corrispondente all'impulso)fattura continuafattura iterativa

Questi differenti casi di fattura, combinati con altri criteri, guideranno la classificazione tipologica (vedere Massa/Fattura).

Fattura e mantenimento. Si può distinguere il mantenimento dalla fattura dicendo che il mantenimento è una nozione neutra e che la fattura è un criterio musicale qualitativo, che 'qualifica' il mantenimento.

Un suono a sempre un certo tipo di mantenimento (compreso quello che consiste di non averlo) ma può non avere fattura per eccesso di ridondanza o di originalità del suo mantenimento.

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Inoltre il suono può essere:

Tonico, avere un'altezza fissa e reperibile, oppure Complesso, cioè avere uno spettro le cui componenti presentano un livello di complessità maggiore e irregolare rispetto al suono tonico.

I suoni complessi si suddividono in suoni nodali, aggregati di suoni in cui non è reperibile un altezza fondamentale, rumore (bianco), e suono misto (cannelé) una sovrapposizione di suoni tonici e di suoni nodali.

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CRITERI TIPOLOGICI

Massa/Fattura:

Prima coppia di criteri adottata per classificare i suoni nella tipologia, la coppia Massa/Fattura combina rispettivamente un criterio che si rapporta a una "possibilità per un oggetto sonoro di essere inteso solo per la sua altezza" con un altro che si rapporta al "modo in cui l'energia si manifesta nella durata".

Il primo criterio, quello di Massa, riguarda la materia del suono, e il secondo, la Fattura, la forma.

I quattro tipi di Massa sono i seguenti:

il caso in cui l'altezza è fissa o identificabile (massa tonica)il caso in cui l'altezza non è identificabile (massa complessa)il caso in cui l'altezza varia in maniera moderatamente e in maniera organizzata (massa variabile)il caso in cui l'altezza varia in maniera disorganizzata ed eccessiva (massa qualsiasi)

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La Fattura, invece, viene classifica in tre tipi:

il caso in cui la fattura è prolungata e sostenuta (continua)

il caso in cui la fattura è ridotta ad un semplice impulso (puntuale)

il caso in cui la fattura è prolungata mediante una ripetizione di impulsi (iterativa)

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Durata/Variazione:

la coppia Durata/Variazione fa intervenire il fattore temporale nella scelta dell’oggetto.

La durata è il tempo percepito dell’oggetto (la durata psicologica e non la durata cronometrica) e la variazione è definita come “qualche cosa che cambia in funzione del tempo”, rappresenta, cioè, un rapporto “che assomiglia a una velocità”.

Le durate sono classificate in corte, medie, estese e le variazioni in nulle, ragionevoli e imprevedibili.

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Equilibrio/Originalità:

Questa terza coppia di criteri di classificazione tipologica riguarda in modo specifico la dimensione strutturale dell’oggetto, apprezzata qualitativamente. Questi due criteri, in questo senso, introducono esplicitamente un giudizio di valore nella classificazione tipologica, a cui ci si attiene per selezionare gli oggetti secondo le nozioni di “pregnanza” (equilibrio, buona forma) e di “interesse” (originalità).

L’equilibrio è definito come un “compromesso” variabile, nella fattura di un oggetto sonoro, fra “il troppo strutturato e il troppo semplice” e l’originalità come una più o meno grande capacità dell’oggetto di “sorprendere la previsione” a causa del suo svolgimento.

Queste due nozioni non sono antagoniste ma complementari: nella tipologia “si considera l’equilibrio dell’oggetto, scelto fra le strutture possibili, e per questo livello strutturale scelto, il grado più o meno grande di originalità”. Questo grado può andare dall’originalità nulla (suoni ridondanti) all’originalità eccessiva (suoni eccentrici, troppo imprevedibili) passando dall’originalità media e “conveniente”. In funzione di questi due criteri, la tipologia distingue gli oggetti detti equilibrati, situati nei casi centrali della classificazione tipologica; i suoni ridondanti, situati da un lato dei casi centrali; e infine i suoni eccentrici, situati al lato opposto.

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Tabella ricapitolativa dei criteri tipologici in relazione alla classificazione degli oggetti:

Nota: in questa figura Schaeffer, di fatto, classifica gli oggetti come elementari, equilibrati e originali in relazione alla loro massa (cioè alla composizione dello spettro). Altezze troppo definite, spettri non interessanti, danno oggetti elementari. Oggetti con massa che oscilla fra massa fissa e massa leggermente variabili rappresentano un equilibrio ed una certa novità (originalità). Mentre oggetti la cui massa varia in maniera imprevedibile diventano troppo originali e quindi eccentrici.

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Suoni Equilibrati:

Nella tipologia degli oggetti sonori, i 9 tipi di suoni equilibrati sono quelli che presentano “un buon compromesso fra il troppo strutturato e il troppo semplice”, hanno una durata conveniente, una buona forma e una solida “unità di fattura”.

I suoni equilibrati, che sono dunque a priori quelli che possono essere convenienti ad un uso musicale, sono spesso chiamati note, in riferimento alla musica tradizionale.

Nella classificazione essi occupano un posto privilegiato:

quello dei nove casi centrali che gli riserva il principio di classificazione tipologica.

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Le lettere N, X e Y corrispondono a dei tipi di massa rispettivamente tonica, complessa, e “ragionevolmente” variabile. Le lettere senza segno corrispondono ad una fattura continua equilibrata; il segno ‘ corrisponde ad una fattura molto breve di tipo impulsivo;il segno “ ad una fattura equilibrata iterativa.

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Suoni formati:

Nella tipologia i suoni formati sono gli oggetti sonori con una durata media, con una fattura “chiusa” o “formata” (che disegna una curva completata), di originalità sufficiente e con un’unità temporale (ad esempio una nota di pianoforte). Questo per opposizione ai suoni troppo brevi (micro-oggetti o impulsi) oppure troppo lunghi, senza unità temporale (macro-oggetti). I suoni formati possono avere un mantenimento continuo o iterativo.

Suoni ridondanti:

Nella tipologia sono definiti ridondanti gli oggetti che si distinguono per banalità e regolarità, per originalità insufficiente e per una grande prevedibilità in una durata molto estesa. Essi sono pressoché senza forma. Un esempio di suono ridondante è quello che Schaeffer definisce Sirena; un suono caratterizzato da una variazione lenta e continua, prolungata e regolare, senza sorpresa.

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Suoni omogenei:

appartenenti alla famiglia dei suoni ridondanti, i suoni omogenei sono i suoni che si perpetuano rigorosamente identici a loro stessi attraverso la durata, senza alcuna evoluzione di materia, intensità, etc.

Ad esempio un rumore bianco elettronico.

Suoni eccentrici:

nella tipologia si classificano come eccentrici i suoni che presentano un difetto di equilibrio nel senso di un eccesso di originalità e complessità

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Accumulazione: tipo di suono eccentrico discontinuo (iterativo) e di durata prolungata (macro- oggetto) caratterizzato dall’accumulo in disordine di micro-suoni che formano in una fattura compatta un solo oggetto caratteristico.

Cellula: tipo di oggetto eccentrico che è creato artificialmente mediante il prelevamento di un frammento di nastro magnetico contenente la registrazione di “micro-suoni in disordine”. Si ottiene così un oggetto originale di durata assai breve, formata da impulsi disparati e discontinui.

Campione: caso limite di suono eccentrico prolungato, continuo ma disordinato, che si percepisce come un’unità perché si riconosce la permanenza di una causa. Un esempio di campione è il suono prolungato e incoerente prodotto da un violino mediante un colpo d’archetto maldestro di un principiante.

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Frammento: tipo di suono artificiale ottenuto prelevando per montaggio un frammento assai breve di una nota formata, X, N o Y. Il frammento non deve essere confuso con l’impulso. Non obbedisce ad una logica energetica naturale ed evidenzia il suo carattere artificiale. Si incontra spesso nella musica sperimentale.

Grande nota: tipo di suono eccentrico che presenta una variazione in una durata media, variazione “sia lenta che molteplice ma legata” cioè compattata da un’unità di fattura coerente e per la percezione di una “permanenza della causalità che associa gli istanti successivi, gli uni agli altri”. Esempi di grande nota: una campana con i suoi armonici successivi; una tubatura che “canta” creando un “oggetto unico emanante una causalità acquatica ben determinata” con un “inizio, una parte intermedia e una fine”.

Pedale: tipo di suono eccentrico artificiale creato mediante la ripetizione meccanica in anello di una cellula (dunque un micro-oggetto relativamente complicato). Il pedale è dunque una sorta di suono iterativo prolungato e ciclico. Esempio di pedale: un “solco chiuso (sillon fermé)” di un’opera di musica concreta.

Trama: tipo di suono eccentrico creato mediante la sovrapposizione di suoni prolungati, di fasce, di “fusioni di suoni che evolvono lentamente” che si fanno intendere come degli insiemi, dei macro-oggetti, di evoluzioni lente di strutture poco differenziate.

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Schaeffer definisce anche una categoria di suoni varianti. I suoni varianti sono:

Motivo: tipo di oggetto variante caratterizzato da un durata relativamente importante e che si evolve mediante scalini in modo discontinuo. Il motivo può quindi possedere un embrione di organizzazione musicale che ne fa un oggetto-limite, poiché già strutturato musicalmente.

Gruppo: il gruppo è un tipo di oggetto che si incontra soprattutto nella musica tradizionale sotto forma di struttura di note “facilmente scomponibile ma di cui si vuole considerare la struttura d’insieme” e la cui variazione è di tipo scalare.

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CRITERI MORFOLOGICI

I criteri morfologici sono definiti come dei caratteri osservabili nell’oggetto sonoro, dei “tratti distintivi” o delle “proprietà dell’oggetto sonoro percepito”. Teoricamente di numero infinito, se ne è limitato il numero a 7:

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Massa:

Il criterio di massa è la generalizzazione della nozione di altezza, includendo i suoni di cui l’altezza non è così reperibile precisamente dall’orecchio.Questo criterio è in stretto legame con quello di timbro armonico che lo completa. Tutti e due “devono essere usati come vasi comunicanti”.

La massa è, in un oggetto sonoro, il modo di occupare il campo delle altezze (cioè il contenuto di uno spettro di un suono).

La massa può essere suddivisa in

massa pura (suono sinusoidale)massa tonica (suono di uno strumento)massa tonica di gruppo (accordo di suoni tonici)massa mista (cannelé) (suono di gong, campana, etc) massa nodale di gruppo (piatti di taglia differente che suonano insieme)massa nodale (colpo di piatto)massa rumore (rumore bianco)

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Timbro armonico:

criterio morfologico satellite del criterio di massa. Il timbro armonico rappresenta “l’alone più o meno diffuso e, in modo generale, le qualità annesse che sembrano associate alla massa e che permettono di qualificarla”.

In poche parole la definizione di timbro armonico permette di classificare spettri che hanno caratteristiche simili a causa della struttura della loro massa.

Non tutti i suoni con massa tonica sono uguali ma, ad esempio, i clarinetti che hanno una massa tonica così come i tromboni, hanno però un timbro armonico differente rispetto a quest’ultimi.

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Grana:

la grana è la microstruttura della materia del suono che è più o meno fine o grossa evocando per analogia, la grana sensibile al tocco di un tessuto o di un minerale o la grana sensibile di una fotografia o di una superficie.

La grana può essere risonante per i suoni a mantenimento nullo ma che si prolungano per la loro risonanza (il formicolio rapido di una risonanza di un piatto), da sfregamento, per i suoni mantenuti dovuti sovente allo sfregamento del soffio o della causa del suono (archetto o soffio in un suono di flauto), iterativa, dovuta a mantenimento iterativo (il rullio di un tamburo).

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Dinamica: il criterio dinamico disegna il profilo di intensità caratteristico del suono, sia esso fisso o variabile. Praticamente il criterio di dinamica si identifica con l’inviluppo del suono, di cui l’attacco diventa una delle parti più importanti. Nella figura seguente, Schaeffer indica alcuni tipi di attacco e i profili a cui possono essere correlati.

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Andamento:

si chiama andamento l’oscillazione o la fluttuazione caratteristica nel mantenimento di alcuni oggetti sonori, di cui il vibrato strumentale o vocale sono degli esempi.

L’andamento può essere definito in tre modi: 1) meccanico, 2) periodico (in cui si può intendere un agente umano), 3) irregolare imprevedibile (fenomeno naturale).

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Profilo di massa:

questo criterio corrisponde ad una variazione interna della massa di un suono che viene come scolpita nel corso del suo sviluppo, mediante delle modifiche che la fanno ispessire, assottigliare, etc. Per esempio un suono tonico può essere gradualmente ispessito in modo da far diventare la sua massa complessa.Come il profilo melodico, il profilo di massa presenta tre possibilità di variazione; per fluttuazione (direzionalità leggeremente instabile), evoluzione (movimento continuo e progressivo), modulazione (movimento realizzato mediante gradini o struttura scalare).

Profilo melodico:

è un criterio che si applica ai suoni varianti e caratterizza una variazione che ha effetto su tutta la massa del suono facendogli disegnare una sorta di tragitto nella tessitura. Al contrario del profilo di massa che prevede una variazione all’interno del contenuto del suono, il profilo melodico corrisponde ad uno spostamento nel campo delle altezze. Le variazioni potranno essere sviluppate per fluttuazione (direzionalità leggeremente instabile), evoluzione (movimento continuo e progressivo), modulazione (movimento realizzato mediante gradini o struttura scalare).

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Pierre Schaeffer. Etude aux objets – 1959Stesso tipo di materiale sonoro utilizzato. Il materiale viene trasformato o usato in differente modo articolatorio nei cinque movimenti.

I objets exposeésOtto oggetti formano una frase affidata al primo altoparlante a cui replica il secondo altoparlante con un contro-temaVari tipi di oggetti sonori (colpi, suoni iterativi, suoni glissati, masse variabilit)0” - 2’55”2’56 coda con la ripresa del tema II objets étendusSuoni estesi, dilatati (inversione dell’inviluppo, velocità ridotta, suoni di arcoIII objets multipliés Ritmo. Cicli di suoni. Suoni impulsivi. I suoni si liberano gli uni dagli altri per creare un movimento molto articolato.IV Objets liésIn questo movimento si oppongono suoni tenuti a suoni brevi molto energici e un impiego notevole di suoni di varia origine percussiva. Lunghi profili ‘melodici’ cercano di realizzare dei momenti di tensione drammatica del suono.V Objets rassemblés Questo movimento assembla il materiale sia dal punto di vista sonoro che dal punto di vista formale. Il movimento vuole dimostare le potenzialità infinite di impiegp di uno stesso lotto di materiale sonoro. Il pezzo è anche intitolato Stretto.Questo movimento prende anche dei momenti (nella loro totalità) degli altri movimenti.

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E. Varese

Poéme Electronique

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