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Il Bellunese ("Blake's hitch" in inglese) è un nodo di frizione molto popolare nel tree climbing. E' molto affidabile, compatto e facile da imparare. A differenza di altri nodi di frizione, il Bellunese viene fatto con un cordino dello stesso diametro della corda che avvolge e per questo è possibile realizzarlo sia con un cordino separato, che con il capo stesso della corda (come quella verde nell'immagine a fianco). Il Bellunese viene chiamato un nodo a "sistema aperto" perchè soltanto un capo del cordino è legato all'imbrago. Il Prusik francese o il Distel sono invece nodi a "sistema chiuso", perchè entrambe le estremità del cordino sono legate all'imbrago. Attenzione: il tratto di cordino che passa all'interno delle spire è molto soggetto a danni dovuti all'attrito. E' consigliabile scendere lentamente

tree climbing

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Il Bellunese ("Blake's hitch" in inglese) è un nodo di frizione molto popolare nel tree climbing. E' molto affidabile, compatto e facile da imparare. A differenza di altri nodi di

frizione, il Bellunese viene fatto con un cordino dello stesso diametro della corda che avvolge e per questo è possibile realizzarlo sia con un cordino separato, che con il capo

stesso della corda (come quella verde nell'immagine a fianco).

Il Bellunese viene chiamato un nodo a "sistema aperto" perchè soltanto un capo del cordino è legato all'imbrago. Il Prusik francese o il Distel sono invece nodi a "sistema chiuso", perchè entrambe le estremità del cordino sono legate all'imbrago.Attenzione: il tratto di cordino che passa all'interno delle spire è molto soggetto a danni dovuti all'attrito. E' consigliabile scendere lentamente

Il Bellunese ("Blake's hitch" in inglese) è un nodo di frizione molto popolare nel tree climbing. E' molto affidabile, compatto e facile da imparare. A differenza di altri nodi di

frizione, il Bellunese viene fatto con un cordino dello stesso diametro della corda che avvolge e per questo è possibile realizzarlo sia con un cordino separato, che con il capo

stesso della corda (come quella verde nell'immagine a fianco)

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Il Doppio Inglese è un nodo classico per la giunzione di corde dello stesso diametro e viene frequentemente utilizzato per creare anelli di corda (in inglese prusik loop) con i quali legare un prusik o un machard.

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In certi casi, può essere utile la versione scorsoia.

Nel tree climbing, è ancora più frequente il Mezzo Doppio Inglese, che serve a collegare un moschettone ad un capo di corda - non asolato - in modo semi-fisso (come per esempio, per creare una longe).Il Mezzo Doppio Inglese viene spesso utilizzato anche come contro-nodo di sicurezza alla fine di altri nodi.

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Il Bolina (chiamato anche Gassa D'Amante) è uno dei nodi più importanti dell'arte marinaia. Nel tree climbing viene utilizzato per legare una corda attorno ad un albero o, più genericamente, per creare un'asola. E' un nodo di facile esecuzione e che si scoglie facilmente, anche se sottoposto a grossi carichi. Se utilizzato per la sicurezza personale, è consigliabile fare un ulteriore contro-nodo sul capo libero. Nella versione scorsoia, il Bolina viene talvolta utilizzato anche negli abbattimenti.

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Il Bolina doppio, anche se non molto adoperato attualmente, è un nodo che precede (e sostituisce) le imbragature ed ha una lunga storia di salvataggi, sia in mare che in montagna. I suoi due anelli fissi offrono diverse alternative d'utilizzo

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Il Nodo Bandiera è uno dei pochi nodi di giunzione adatti ad unire corde di diametro diverso (in tal caso, la più piccola deve essere quella verde-bianca). Nel tree climbing viene frequentemente utilizzato per passare

una corda ad un climber sull'albero.

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Il Barcaiolo è sicuramente uno dei nodi più antichi del mondo. Nel tree climbing viene utilizzato per collegare un moschettone ad un tratto di corda. Nell'immagine a fianco il barcaiolo serve a fare un bellunese con il capo stesso della corda. Un altro esempio è il caso in cui dobbiamo attaccare un'attrezzatura (come la motosega) alla corda.

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PRUSIK

Il Prusik è un nodo fondamentale utilizzato in tante discipline su corde. E' possibile avvolgerlo sia ad una corda singola che ad una doppia, e anche il

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numero di spire può variare d'accordo con

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L‘utilizzo. Di solito, tutti i nodi della famiglia dei prusik vengono fatti con un cordino di diametro inferiore a quello della corda, ma anche il tipo e la consistenza delle corde adoperate sono importanti.

Il prusik ha come caratteristica principale il fatto che può essere legato con un cordino chiuso ad anello (con un nodo doppio inglese). E' anche un nodo simmetrico, il che lo rende bi-direzionale (fattore indispensabile, per esempio, per creare una doppia longe).

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DISTEL

Il Distel, insieme al Prusik francese, è un nodo molto recente, frutto dell'evoluzione dei nodi di frizione. Il suo funzionamento "a fisarmonica"

permette di rilasciare la corda facilmente, anche sotto tensione. Come tutti nodi ad "alta performance" la combinazione corda-cordino da

utilizzare è fondamentale non solo per ottenere prestazioni superiori, ma anche per la sicurezza del climber. Nel caso, per esempio, il cordino fosse troppo rigido, il nodo potrebbe improvvisamente non bloccare la corda.

Ben adoperato però, il Distel è un nodo eccellente sia sulla corda pricipale, che come bloccante della longe.

Nelle immagini sotto vediamo il Distel nella versione "4 su 1" (quattro spire sopra ed una sotto). E' possibile creare altre versioni variando il numero di spire.

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Il Nodo a otto, conosciuto anche come nodo Savoia, serve a creare un'asola in capo ad una corda

"Gli alberi per essere capiti devono essere toccati."

Alex Shigo

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Il lancio del sagolino è ormai parte integrante della tecnica del tree climbing ed è senza dubbio un metodo efficace (e divertente) per installare una corda in cima ad un'albero ancora prima di arrampicarsi. E' sicuramente

consigliabile utilizzarlo ogni qual volta la forma della pianta lo permetta.Il lancio del "sagolino" consiste semplicemente nel lanciare un sacchettino, attaccato ad un cordino leggero, al di sopra di una forcella di diametro sufficientemente grande per servire da ancoraggio. Al cordino da lancio verrà poi legata la corda di risalita. Per fare un buon lancio è necessario tanta pratica e un pò di fortuna (ma potrebbero bastare anche poca pratica e tanta fortuna!). La tecnica più diffusa è quella di prendere in mano il cordino a circa un metro del sacchetto, farlo pendolare alcune volte e infine lanciarlo al momento giusto. Dopo diversi tentativi non tanto riusciti di trovare alternative al lancio manuale (abbiamo visto di tutto dalle balestre ai fucili subacquei), è stato introdotto il "Big Shot". Semplice nella sua concezione, il Big Shot è un'enorme fionda studiata appositamente per il tree climbing, con la quale è possibile effettuare lanci precisi di oltre trenta metri. Col lancio del sagolino si riesce occasionalmente anche a rimuovere, da terra, rami spezzati rimasti appesi ad un albero. Un'altra utilità è quella, per esempio, di installare una corda di trazione negli abbattimenti al piede.

Come vediamo nella foto sotto, tutte le persone vicine all'albero devono indossare il casco e fare molta attenzione al momento del lancio.

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I sacchettini da lancio possono avere diversi formati e dimensioni. Generalmente sono riempiti con pallini di piombo e pesano da 250 a 400 grammi.Pesini e filo, purtroppo, a volte si incastrono sui rametti dell'albero. E' quindi importante avere sempre alcuni di scorta.

Un buon cordino da lancio deve essere leggero ed avere poco attrito in superficie in modo che scivoli bene sui rami. I più usati sono fatti in polyethylene o polypropylene ed hanno un diametro da due a tre

millimetri.

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Quando parliamo del body thrust o della

falsa forcella,

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Quando parliamo del body thrust o della

falsa forcella,

trattiamo di argomenti specifici del tree climbing. Le tecniche di risalita su corda singola sono invece condivise da tante realtà sportive e lavorative.Le diverse tecniche di risalita utilizzate nell'industria o nella espeleologia sono, con i dovuti accorgimenti, perfettamente applicabili all'arrampicata degli alberi. Al centro delle sudette tecniche c'e l'utilizzo dei "bloccanti meccanici", più adatti a questo compito che i nodi di frizione (che devono essere impiegati soltanto in sistemi a corda doppiata). Esistono diversi tipi di bloccanti e le tecniche cambiano a secondo di quelli utilizzati. Nell'esempio a fianco, vediamo il climber attaccato ad un bloccante ventrale, mentre ne utilizza un altro a forma di maniglia per creare un pedale per il piede. Ambedue sono collegati all'anello centrale dell'imbragatura. Il vantaggio dei bloccanti ventrali risiede nel fatto che, mantenuti in posizione fissa da un'apposita fettuccia che passa sopra le spalle, risalgono automaticamente la corda quando ci alziamo spingendo sul pedale.Una volta arrivati in cima è consigliabile passare ad un sistema a corda doppiata, sicuramente più adatto alla movimentazione in pianta. Esistono anche, evidentemente, diversi tipi di discensori meccanici appositamente studiati per la discesa su corda.

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FALSA FORCELLA

Indipendentemente dal metodo di risalita utilizzato, una volta arrivati al punto più alto possibile dell'albero, dovremo installare la falsa forcella (detta anche salva cambio) e quindi la nostra corda principale.L'uso della falsa forcella è una delle più importanti innovazioni nella tecnica del tree climbing degli ultimi anni.La falsa forcella protegge la corteccia dell'albero dai danni da sfregamento, allunga la vita della corda e ci permette di avere un attrito minore e costante sull'ancoraggio, rendendo meno faticosa la movimentazione in pianta.

La falsa forcella classica, chiamata anche fascia anelli, è costituita da una fettuccia con due anelli di dimensioni diverse cuciti alle estremità. Un altra possibilità è quella di utilizzare una fettuccia asolata con due moschettoni. In questo caso i moschettoni, oltre ad essere a tripla sicurezza, devono avere delle forme determinate per permettere, come vediamo nelle foto, di recuperare la falsa forcella da terra una volta finito il lavoro.

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Dove e come posizionare la falsa forcella, e quindi il nostro ancoraggio principale, è una scelta importante per la quale è necessario avere una certa esperienza.Ecco alcuni punti fondamentali:

La forcella alla quale intendiamo attaccarci dev'essere fatta ovviamente da rami di dimensioni sufficienti a sorreggerci senza problemi. Si potrebbe usare la "regola del 10X"; se io peso 70kg. userò come ancoraggio una forcella che pare possa sostenere anche 700Kg. Il "10X" serve a compensare il fatto che nella pratica non possiamo misurare queste forze e perciò è meglio avere sempre un buon margine di sicurezza.

Succede spesso, specialmente nelle conifere, che verso la cima dell'albero i rami laterali non siano di dimensione idonea per essere

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utilizzati singolarmente come ancoraggio. In questi casi dovremo posizionare la falsa forcella in modo che coinvolga più rami, oppure piazzarla intorno al fusto principale.

E' importante evitare forcelle troppo strette e/o a forma di V, che possono bloccare la falsa forcella durante il recupero da terra.

Per scegliere bene dove posizionare il nostro ancoraggio dovremo prevedere gli spostamenti che faremo in pianta in modo da minimizzare gli sfregamenti tra la corda e i rami. E' importante avere, una volta arrivati a terra, una linea diritta e sgombra tra noi e la forcella scelta. Dovremo decidere in base alla dimensione dell'albero, se muoverci tutt'intorno al tronco con lo stesso ancoraggio, o se dividere la pianta in spicchi spostando la falsa forcella per ogni settore.

E' una buona abittudine legare il cordino da lancio alla corda nel momento di recuperare la falsa forcella. In questo modo è possibile smuoverla nel caso rimanesse incastrata ed evitare che i moschettoni prendano dei colpi nella caduta.

E' possibile sostituire il moschettone stretto della falsa forcella con una carrucola. L'obiettivo è quello di diminuire l'attrito dovuto allo scorrimento della corda sui moschettoni.E' importante però tener presente che l'attrito risparmiato in questo modo significa un aumento del carico sul nodo di frizione che perciò tenderà a stringersi di più attorno alla corda. Sarà meglio utilizzare, invece del bellunese, un nodo

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come il prusik francese che stringe meno la corda. In ogni modo, il sistema risulterà molto sensibile e adatto soltanto a climbers con molta esperienza. La falsa forcella con carrucola può essere recuperata da terra nello stesso modo di quella convenzionale.

E' possibile installare la falsa forcella da terra con il cordino da lancio.Questa tecnica, non molto utilizzata, è utile nei casi in cui sia preferibile risalire da

terra già col nodo di frizione, come per esempio per effetuare delle perizie o potature nelle quali non sia necessario arrivare alla parte superiore della chioma.

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DOPPIA VIA

La doppia via non è altro che utilizzare il capo libero della nostra fune come un ulteriore ancoraggio (oltre alla longe). E' una tecnica semplice che ci permette di raggiungere in sicurezza

anche le parti più esterne della chioma. Viene utilizzata frequentemente durante la movimentazione in pianta, per passare da un tronco all'altro su grossi alberi o addirittura, per

spostarsi da una pianta ad un'altra.

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Per crearci una doppia via è possibile utilizzare il capo stesso della corda come cordino per il nodo bellunese. Un'altra possibilità è quella di portarsi dietro un altro cordino appositamente per la doppia via. In questo caso non sarà necessario disfare il nodo di frizione per spostare la seconda via da un ramo all'altro.

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BODY THRUST

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