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Treviso, 18/01/2011
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Il Quaderno dell’integrazioneUno strumento per osservare
il cammino di integrazione
Treviso, 18 gennaio 2011
Treviso, 18/01/2011
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Il QI: fasi, territori, scuole
• Prima fase (2001-2003): ideazione e prima sperimentazione;
• Seconda fase (2004-2007): “passa parola” e prima diffusione dello strumento;
• Terza fase (dal 2008-): fase della “maturità”, nuova versione del QI, nuovi apporti… - è tuttora in corsoScuole e territori coinvolti: prov. Arezzo, Padova, Milano,
Pesaro, Firenze, reg. Friuli-V.G., Fermo.…Treviso; primaria e secondarie.
Treviso, 18/01/2011
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Uno strumento per l’osservazione:il quaderno dell’integrazione
• Il quaderno declina – ora in maniera strutturata, ora sulla modalità di risposta di tipo “aperto” – le tre dimensioni e i sei indicatori individuati
• Delinea un percorso formativo (di ricerca-azione), accompagnato, “leggero”
• Il Quaderno è stato validato (e arricchito, modificato) da molte esperienze condotte in Italia
Treviso, 18/01/2011
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Uso del Quaderno
• Può essere utilizzato in due diversi momenti dell’anno (nel primo e nel secondo quadrimestre) al fine di rilevare se l’integrazione degli alunni stranieri segue un percorso in movimento e se vi sono “miglioramenti” intercorsi fra la prima e la seconda fase.
• Può essere utilizzato in qualunque momento dell’anno per fare il punto sulle dinamiche integrative e su un determinato tema.
• Può essere utilizzato in toto o in parte (uno o più indicatori)• Si può osservare individualmente o in coppia/tripletta …• Si può osservare uno o più alunni stranieri (compilare un QI per ogni
alunni neo-arrivato)• Può servire anche per rilevare l’efficacia dei dispostivi specifici di
integrazione realizzati dall’istituto e dall’ente locale: modulo di italiano L2, modalità di orientamento e di accoglienza…
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Aspetti di forza e criticitàAspetti di forza
• Pluralità di sguardi
• Pluralità di contesti di osservazione
• Pluralità di metodi e strumenti per l’osservazione
• Forte coordinamento e tutoraggio
• Uso flessibile del QI
Criticità
• Troppe aspettative sullo strumento
• Difficoltà a leggere/interpretare i materiali prodotti con alcuni sollecitatori
• Assenza del “punto di vista” delle famiglie
• Strumento complesso
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Come si è “osservato” a Fermo?
• Sui 6 indicatori di integrazione (inserimento scolastico- competenza in italiano L2 – relazioni fra pari in classe – relazioni in tempo extrascolastico – rapporto lingua e riferimenti culturali d’origine – motivazione)
• Durante un quadrimestre (il II), tempi per l’osservazione molto serrati
• 47 docenti di scuole primarie, sec. I grado e ist. Superiori
• 22 unità di oss. hanno compilato 29 Quaderni
• 4 Quaderni in forma individuale, 9 in coppia, 6 triplette, 3 quaterne
• Allievi osservati: prevalent. neo-arrivati, ricongiunti, in ritardo di un anno scolastico
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Il QI è utile ed efficace perché consente di
• sollecitare gli insegnanti e gli operatori a osservare i processi di integrazione degli alunni stranieri, affinando il loro sguardo rispetto alle diverse dimensioni dell’integrazione;
• fare spazio all’emergere dei frammenti di storia e dei vissuti dei bambini e dei ragazzi stranieri, che spesso restano nel silenzio e nell’ombra, colti nella fase di disorientamento e riorientamento iniziale;
• sollecitare l’attenzione degli adulti rispetto alle interazioni in classe fra pari e alla situazione relazionale nel tempo extrascolastico;
• registrare i passaggi, le conquiste, le soste, le difficoltà dei cammini di integrazione di ciascuno, cogliendone i punti di forza, le occasioni di sblocco, ma anche le ragioni degli impacci e delle stagnazioni;
• sollecitare l’attenzione degli insegnanti nei confronti dei percorsi di apprendimento (in particolare della L2), ma anche dei segnali e messaggi non verbali, del linguaggio del corpo, del racconto di sé e dei riferimenti alla lingua e al luogo d’origine…
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Dai Quaderni: alcune storie di integrazione
Gli eventi di integrazione si sono prodotti: • per riconoscimento e valorizzazione di capacità• per accettazione e inserimento in un gruppo• per l’intervento di un adulto competente• per intervento di un pari
L’integrazione conosce soste e inciampi:• per incomprensioni o difficoltà rispetto a consegne/comandi
dell’insegnante, dei pari…;• per difficoltà nelle relazioni con i compagni (mancata
accettazione);• per difficoltà negli apprendimenti che demotivano l’alunno,
talvolta portandolo ad assumere atteggiamenti di disturbo
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La storia di Ahmad
“Italia brutto”
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Io da piccolo
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Io ora… “l’aereo che mi ha portato in Italia”
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Io da grande… “sarò un pescatore, mi piace il mare”
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Ampliare e integrare “item” e più punti di vista
Alcune attenzione/proposte di lavoro:• semplificare alcuni sollecitatori, individuandone anche di nuovi, al fine
di facilitare la lettura dei materiali prodotti dai bambini/ ragazzi;• sperimentare e condividere attività didattiche finalizzate alla
costruzione di setting e contesti significanti, entro cui inserire i sollecitatori e/o le domande presenti nel quaderno;
• esplicitare sempre le situazioni e le modalità con cui sono raccolte le osservazioni, con particolare attenzione a quelle riferite ai “sollecitatori”.
• dare spazio alla voce dei genitori, anche in forma mediata dall’insegnante, sollecitando “osservazioni” durante i momenti di incontro formali e informali (colloqui, feste…);
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Come cambia la nostra idea di integrazione?
• Cosa intendiamo per “integrazione”? Qual è la “nostra” idea di integrazione, di alunno/a “positivamente integrato” quando iniziamo un percorso di osservazione di questo tipo?
• Come è cambiata alla fine del percorso?
Il lavoro con il QI ci aiuta a pensare all’integrazione in modo nuovo
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L’insegnante “antropologo”
• Osservazione e riflessività
Scambiare le proprie osservazioni con quelle di altre colleghe, riflettere insieme tra loro, con il tutor, in un lavoro di ricerca e formazione comune e continuo
• “Straniamento” e scoperta
Ci rende più sensibili alla varietà, a leggere e meglio “focalizzare” le diversità; contribuisce a ridurre insicurezza, ansia, mancanza di conoscenza; consente di rivedere e rileggere il nostro agire, i nostri metodi, le nostre procedure e le nostre pratiche… e la stessa idea di “integrazione”
Il giro più lungo è spesso la via più breve per tornare a casa
C. Klukhohn
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Riferimenti bibliograficiSull’osservazione e la capacità di “decentrarsi”
• Sclavi M. (2003), Arte di ascoltare e mondo possibili, B. Mondadori, Milano.
• Zoletto D. (2007), Straniero in classe. Una pedagogia dell’ospitalità, R. Cortina, Milano.
• Pozzo G. (2009), Formarsi all’osservazione in classe con un approccio etnografico, in L. Luatti (a cura di), Educare alla cittadinanza attiva, Carocci, Roma.
Sulle esperienze realizzate col QI:
• Favaro G., Luatti L. (2004), A piccoli passi. Osservare le dinamiche dell’integrazione a scuola, in Favaro G., Luatti L. (a cura di), L’intercultura dalla A alla Z, FrancoAngeli, Milano, pp. 94-125
• Favaro G. (a cura di) (2008), Un passo dopo l’altro. Osservare i cammini di integrazione dei bambini e dei ragazzi stranieri. La sperimentazione del Quaderno dell’integrazione nelle scuole fiorentine, Comune di Firenze, Polistampa, Firenze (online sul sito di “Agorà”)
• A.VV., Il tempo dell’integrazione. Osservare l’inserimento dei bambini e dei ragazzi stranieri nella scuola di tutti, Comune di Firenze, 2009.
• http://www.vanninieditrice.it/agora_home.asp: vari contributi nel monografico 4/2010 dedicato all’esperienza del QI di Fermo