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TRIBUNALECIVILEDIVENEZIA
ATTODICITAZIONE
Aisensidell’art.140bis,D.Lgs.n.206del2005
Per l’Associazione ALTROCONSUMO, con sede in Milano, Via Valassina, 22, C.F.
97010850150, in persona del Segretario Generale e legale rappresentante Dr.ssa Luisa
Crisigiovanni,inqualitàdirappresentanteprocessualedellaSig.raMartinaMarinari,nata
il4ottobre1984aDomodossolaeresidenteaFano(PU) inViadelloScalon.19/B,C.F.
MRNMTN84R44D332A,giustaprocuraspecialedell’8febbraio2016aisensidell’art.140
bis,comma1,D.Lgs.n.206/2005edellaSig.raLetiziaBenedettaGhizziPanizza,natail30
aprile1957aMilanoeiviresidenteinViaF.Reinan.35,C.F.GHZLZB57D70F205I,giusta
procura speciale del 9 febbraio 2016, ai sensi dell’art. 140 bis, comma 1, D.Lgs. n.
206/2005(doc.1),elettivamentedomiciliatapressoloStudiodell’Avv.GiorgioBattaglini,
sito in Mestre – Venezia, Piazzetta Mons. Olivotti, 9, e rappresentata e difesa, anche
disgiuntamente tra loro, dagli Avv.ti Guido Scorza (C.F. SCRGDU73T08H501Y - PEC
[email protected]) e Dario Reccia (C.F. RCCDRA80B14A662D - PEC
[email protected]), entrambi appartenenti all’Associazione
professionale E-Lex Belisario Scorza Riccio & Partners - Studio Legale (C.F. e P.I.:
11514241006), nonché dall’Avv. Maria Laura Salvati del Foro di Salerno (C.F.
SLVMLR83M42A717U - PEC [email protected]) e dall’Avv. Paolo Martinello del
ForodiMilano (C.F.MRTPLA54L26F205Z [email protected]),
invirtùdidelegaincalcealpresenteatto
CONTRO
laVOLKSWAGENAG,consedeinBerlinerRing2,38440–Wolfsburg,Germania,VAT
2
DE115235681
e
laVOLKSWAGENGROUPITALIAS.p.A.,VialeG.R.Gumpert1,37137–Verona,Italia,
C.F.07649360158eP.IVA01779120235
PREMESSA
A partire dal 2009, le società convenute (di seguito, anche il Gruppo VW) hanno
distribuito in Italia autoveicoli con motorizzazione a gasolio (in particolare con
motorizzazione contrassegnata dalla sigla EA 189), omologati sulla base di prove di
laboratorio, i cui risultati ufficiali in tema di emissioni inquinanti sonomolto più bassi
rispettoaquellireali,alpuntochequestiultiminonrispettanoilimitiprevistidallalegge
perlaclassediemissioneincuièstatoomologatoilveicolo.
TalediscrepanzasispiegaconilfattocheilGruppoVWhaprogettatoedinstallato
sugliautoveicoliinquestioneunsofisticatosoftware(meglioconosciutotragliaddettiai
lavoricome“defeatdevice”),ingradodianalizzarelaposizionedellosterzo,levariazioni
della velocità ed altri parametri al fine di capire se l’automobile sia guidata su strada
ovverosuirullidiunlaboratorio;inquest’ultimocaso,ilsoftwareèingradodiintervenire
su alcuni parametri delmotore e della centralina di controllo del veicolo, limitando le
prestazioni del veicolo e le emissioni inquinanti di ossidi di azoto (NOx) al fine di farle
rientrare-insedediprovediomologazione-entroilimitiprevistidallalegge.
Nel normale uso dell’autovettura, invece, il software non si attiva, lasciando così
inalterate le prestazioni del veicolo le cui emissioni, di conseguenza, superano i limiti
previstidallalegge.
L’installazione del software in questione ha riguardato i veicoli del Gruppo
omologati in Germania, Inghilterra e Spagna da Volkswagen AG presso le competenti
3
autoritànazionali(KBA,VehicleCertificationAgencyeMinisterodell’Industriaspagnolo)e
quindi distribuiti in Italia, attraverso la propria rete di concessionarie, da Volkswagen
GroupItaliaconimarchiVolkswagen,Audi,SkodaeSeat.
Ifattisopradescrittinonammettonoilcondizionaleinquanto,comemegliosidirà
nel prosieguo, sono stati già riconosciuti dalle società convenute e devono pertanto
ritenersipacificitraleparti.
Talicondotteintegranounapraticacommercialescorrettainviolazionedegliarticoli
20,21comma1,letterab),21,comma2,lett.b),22e23,comma1,letterad)delCodice
del Consumo, nella misura in cui, attraverso il proprio materiale informativo e le
campagne pubblicitarie, il Gruppo ha diffuso informazioni false e fuorvianti circa la
conformitàdeiveicoliaiparametridi leggeconcernenti leemissioninocivee la relativa
classe di omologazione del motore, distorcendo così il comportamento economico del
consumatore medio ed inducendolo a prendere una decisione commerciale che non
avrebbealtrimentipresoseconsapevoledellerealicaratteristichedelveicoloacquistato.
I consumatori colpiti da tale pratica hanno quindi acquistato in Italia veicoli del
Gruppo (quelli con motorizzazione diesel EA 189 su cui è stato installato il software
“defeat device”) con caratteristiche qualitative e classe di emissione inferiori ai valori
dichiarati, subendo di conseguenza un pregiudizio economico di cui oggi Altroconsumo
chiedel’integralerisarcimentoattraversolapresenteazionediclasseaisensidell’art.140
bisdelCodicedelConsumo.
INFATTO
A) LoscandalosulleemissioniinquinantichehacolpitoilGruppoVW
SenzavolerfarelacronacadeirecentiavvenimentichehannocolpitoilGruppoVW
a livello mondiale, nel prosieguo ci limiteremo a riportare solo i fatti rilevanti per la
4
definizionedelpresentegiudizio.
Aseguitodiunaseriedi indaginiecontrollisvoltinegliStatiUniti, il18settembre
2015l’EPA–agenziaamericanaperl’ambienteaccusavaufficialmenteVolkswagendiaver
violatolenormedelCleanAirAct(CAA),installandovolontariamentesullecentralinedei
motori TDi delle auto prodotte tra il 2009 e il 2015 un software in grado di alterare i
risultatideitestsulleemissioni(doc.2).Secondol’accusadell’enteamericano,ilsoftware,
retto da un complicato algoritmo e progettato dalla stessa Volkswagen, una volta
riconosciutelecondizionitipichediuntestdilaboratorio,avrebbeattivatoidispositivipiù
efficienticontroleemissioni,alfinediabbatteredrasticamenteivaloridelleemissionidi
ossididiazoto,rendendoleinlineaconilimitiimpostidallaleggeamericana;ilsoftware,
invece,sarebberimastoinattivodurantel’utilizzosustradadelveicolo,determinandoun
aumentodelleemissioniinquinantida10a40volteoltreilimitidilegge.
Il 20 settembre 2015 l’allora amministratore delegato della Volkswagen, Martin
Winterkorn,dicendosidispiaciutoperaver tradito la fiduciadei clientidichiaravache la
societàavrebbecooperatopienamenteconleautoritàalfinedifarechiarezzasulcasodei
modelli equipaggiati con il motore diesel incriminato, mentre il 21 settembre 2015
MichaelHorn,CEOdiVolkswagen inNordAmerica,ammettevapubblicamente la frode
contestatadall’EPA(doc.3).
Il 22 settembre 2015 numerosi Paesi, tra cui Italia, Francia, Spagna e Germania,
annunciavanol’avviodiindaginiperverificareseanalogafrodeavesseriguardatoiveicoli
commercializzati al loro interno con imarchi del gruppo Volkswagen; in particolare, in
Italia ilMinisterodelle InfrastruttureedeiTrasporti interpellavasull’accadutosia ilKBA
(l’autorità tedesca responsabile dell’omologazione dei veicoli contraddistinti daimarchi
VW e Audi; le autovetture SEAT e Skoda sono state invece omologate rispettivamente
5
pressol’autoritàspagnolaequellainglese)sialastessaVolkswagenAGperconoscerese
la frode accertata negli Stati Uniti investisse anche le autovetture omologate e
commercializzatenelterritoriodell’Unione(cfr.doc.4).
Non era tuttavia necessario attendere l’esito di tali indagini in quanto con
comunicatostampadel22settembre2015eralastessaVolkswagenAGariconoscereche
il ricorso allo strumento fraudolento del “defeat device” per ottenere l’omologazione
delleemissioniinquinantianormadilegge,andavabenaldilàdeiconfinidegliStatiUniti,
interessando circa 11 milioni di veicoli con motorizzazione diesel EA 189 prodotti e
distribuiti in tutto il mondo: “Volkswagen sta lavorando a pieno ritmo per chiarire le
irregolaritàriguardantiunparticolaresoftwareutilizzatoneimotoridiesel.Discrepanzesi
riferisconoaveicolicontipoEA189motori,checoinvolgecircaundicimilionidiveicoliin
tutto ilmondo.Unadeviazioneevidente tra i risultatidei testpanchinae l’usoeffettivo
stradaèstatastabilitaconl’unicodiquestotipodimotore”(doc.5).
Con letteradel26 settembre2015 indirizzataallapropria retedi vendita in Italia,
VolkswagenGroupItaliachiedevaaconcessionarierivenditoridisospenderelaconsegna
deiveicoliequipaggiaticonilmotoreturbodieselEuro5 indentificatodallasiglaEA189,
non essendo quest’ultimo in regola con le prescrizioni normative in tema di emissioni
nociveperl’ambiente.
Il 29 settembre 2015 Volkswagen annunciava un piano di richiamo avente ad
oggetto tutti i veicoli interessati dalla frode, per far sì che gli stessi, dopo
l’implementazione di una serie di misure tecniche presso le officine autorizzate del
Gruppo, tornassero in regola, rispettando gli standard sulle emissioni imposti dalla
normativacomunitaria(doc.6).
Successivamente, Volkswagen Group Italia rendeva nota l’attivazione di un
6
appositoservizioattraversoilqualeerapossibileverificareseilproprioveicoloamarchio
VW,Seat,AudioSkodafosseomenointeressatodalpianodirichiamodelGruppoVW;
(doc.7);sempreVolkswagenGroupItalia,concomunicatodel22ottobre2015,fornivai
numeri definitivi per il mercato italiano dei veicoli diesel, tipo EA 189 su cui è stato
installato il software “defeat device” e che per questo sarebbero stati interessati dalla
campagna di richiamo: 709.712 unità in totale, di cui 385.694 a marchio Volkswagen,
231.729amarchioAudi,35.343amarchioSeat,39.598amarchioSkodae17.348veicoli
commercialiVolkswagen(doc.8).
Il16dicembre2015ilGruppoVWrendevanotodiaverottenutodalKBAlapretesa
ratificadellemisuretecnichepercorreggerelecaratteristichedelleemissionidiossididi
azotodeimotoriTDiEA189,nonchédiavergiàinformato,medianteun’appositalettera,
tutti iconsumatori interessatiall’azionedirichiamo;semprestandoaquantoriferitoda
VW, il piano dovrebbe essere implementato nel corso del 2016 con un calendario
differenziato a seconda della cilindrata del motore (per i motori con cilindrata 2.0,
l’intervento era previsto nel primo trimestre 2016, mentre per i veicoli con
motorizzazione1.2e1.6lacampagnadirichiamodovrebbeavereiniziorispettivamente
nelsecondoenelterzotrimestre2016)(doc.9).
Nell’ambito della propria comunicazione, peraltro, il Gruppo VW descriveva in
modogenericosia i terminie lecondizionidellapretesa ratificaottenutadaKBAsiagli
interventi tecnici che saranno implementati, ponendo invece l’accento sul fatto che gli
stessi dovrebbero essere in grado di riportare le emissioni nocive entro i parametri di
legge senza tuttavia garantire la loro idoneità a non pregiudicare i veicoli interessati
riguardo a prestazioni e consumi. Il Gruppo VW affermava, infatti, che a seguito
dell’interventoleautovetture“rispetterannoglistandarddelleemissionivigenti”,mentre
7
silimitavaadindicaresolocome“obiettivodaraggiungere”–e,pertanto,comesemplice
aspirazioneoambizione–lacircostanzacheimedesimiinterventinonproducanoeffetti,
evidentementepregiudizievoli,“suprestazioni,consumieperformance”.
Abenvedere,poi,laKBAnonhamaicertificatooverificatonél’efficaciarisolutiva
dellasoluzionetecnicaprogettatadaVWAGrispettoaunoopiùveicolidiprovasucui
talesoluzionesiastataconcretamenteimplementata,nétantomenochelasoluzionein
questionesiaprivadieffettinegativisualtreprestazionidelveicolo,comeperesempiola
potenzadelmotoreovveroiconsumi.
Occorre infine dare atto che non si conosce quale sia il giudizio formulato su tali
misure dalla Vehicle Certification Agency e dal Ministero dell’industria spagnolo,
responsabilirispettivamenteperl’omologazionedeiveicoliamarchioSkodaeSeat.
B) Il procedimento per pratica commerciale scorretta avviato dall’AGCM e le
indaginipenaliincorso
Con comunicazione protocollata il 2 ottobre 2015, l’Autorità Garante della
Concorrenza e del Mercato ha avviato nei confronti delle attuali convenute un
procedimentoperpraticacommercialescorretta,aisensidell’art.27,comma3delCodice
delConsumo,perglistessifattioggettodelpresentegiudizio.
Nella comunicazione di avvio, l’AGCM ipotizza l’esistenza di una pratica
commerciale scorretta in violazione degli articoli 20, 21, comma 1, lettera b), 22 e 23,
comma1, letterad) del Codicedel Consumo, sulla basedella seguentemotivazione: “I
profili di possibile scorrettezza della pratica posta in essere da VW AG e VW Italia
riguardanolacommercializzazionediautoveicoliconcaratteristichequalitativeeclassedi
emissioneinquinantenellarealtàinferioriaivaloridichiarati.Inparticolare,iprofessionisti
avrebbero fornitonel corsodel tempoai consumatori indicazioni circa laconformitàdei
8
propriveicoliaiparametriconcernentileemissioniinquinantielaclassediomologazione
attraverso campagne pubblicitarie e dépliant informativi distribuiti dai concessionari e
rivenditori.Tali indicazionipotrebberorisultareidoneeadindurreinerroreiconsumatori
sullecaratteristichequalitativedeiveicolioggettodelpresenteprocedimento.Lacondotta
in esame appare contraria alla diligenza professionale e idonea a distorcere il
comportamento economico dei consumatori, inducendoli ad assumere una scelta di
consumo che non avrebbero altrimenti preso qualora consapevoli delle reali
caratteristichedeiveicoliacquistati”(doc.10).
Il procedimento, identificato con numero di riferimento PS10211, pende
attualmentedinanziall’AGCM–DirezioneGeneraleperlatuteladelconsumatoreedovrà
concludersientro210giornidalladatadiprotocollodellacomunicazionediavvio.
Secondo notizie apprese dalla stampa, inoltre, i fatti all’origine del presente
procedimentohannoindottoleprocurediTorinoeVeronaadavviareduedistintifilonidi
indagine per i reati di tuffa, frode in commercio e disastro ambientale, ordinando una
seriediperquisizionipressolasedediVeronadellaVolkswagenGroupItalia.Leindagini
sonoancoraincorso(doc.11).
C) LadenunciadiAltroconsumo
Altroconsumo,associazioneiscrittanell’elencodelleassociazionideiconsumatorie
degliutentirappresentativealivellonazionaledicuiall’art.137,D.Lgs.n.206/2005(doc.
12), nonché membro del Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti presso il
Ministero dello Sviluppo Economico, istituito dall’art. 136, D.Lgs. n. 206/2005, è
impegnatadaoltrevent’anninelcampodellaverificadellecaratteristichediaffidabilità,
sicurezza e consumo delle autovetture, anche attraverso l’esecuzione di numerosi test
comparativisucentinaiadiveicoliognianno.
9
Nell’esercizio dei propri compiti istituzionali, una volta emerso lo scandalo
internazionalesulleemissioninocivedeiveicoliprodottiedistribuitidalleattualisocietà
convenute,conletteraraccomandatadel25settembre2015Altroconsumohadiffidato,
ai sensi dell’art. 140, comma 5 del D.Lgs. n. 206/2005, il Gruppo VW a cessare
immediatamentelapropriapraticacommercialescorrettaconsistentenellaproduzionee
vendita di autovetture con caratteristiche qualitative e classe di emissione inquinante
inferioriaivaloridichiarati,nonchéaporreinessereunaseriedimisureriparatoriedegli
effetti negativi della propria condotta illecita, tra cui il riconoscimento di un ristoro
economicoinfavoredeiconsumatoridanneggiati(doc.13).
VolkswagenGroupItaliahariscontratotalediffidaconsuccessivaletteradelprimo
ottobre2015,nellaquale la società convenuta, senzaprendereposizione sugli addebiti
rivoltile,harespintoognirichiestadiAltrocosumo,invitandolaa“consentirechel’azione
degliorganiamministrativifacciailsuocorso”(doc.14).
Altroconsumohaasuavoltareplicatoatalecomunicazionemedianteletteradel6
ottobre 2015, insistendo affinché fossero adottate in favore dei consumatori adeguate
misureriparatorieerisarcitorie(doc.15).
Tuttavia,nonostantelereiteraterichiestediAltroconsumo,ilGruppoVWnonsiè,
sin qui, mostrato disponibile a riconoscere alcuna forma di risarcimento in favore dei
consumatoridanneggiatiacausadellasuapraticacommercialescorretta.
D) LecampagnepromozionaliedilcodiceeticodelGruppoVW
Il Gruppo Volkswagen ha costruito il proprio brand attraverso campagne di
comunicazione e marketing incentrate sui valori della tutela ambientale e della
responsabilitàecologica;iclaimutilizzatieilmaterialeinformativodiffusoinrelazioneai
veicoli per cui è causa mirano a convincere i consumatori, da un lato, che il Gruppo
10
adotterebbelemiglioritecnologieperridurreleemissioninocivesenzacomprometterele
prestazionidelveicolo(“ConGolfBlueMotionconiugareilpiacerediguidaalrispettoper
l’ambiente diventa un gioco da ragazzi…L’economicità e l’elevata motricità di questo
innovativomotoreconsentonodiaffermarlogiàoggi:nell’ariac’èsoloilfuturo…eniente
più ”Golf2012,brochureedizione2012; “Grazieal sistemadieselad iniezionediretta i
motori TDI garantisconounapotenza elevata conun consumonotevolmente ridotto ed
emissioni a valori minimi” Polo – brochure edizione novembre 2012), e dall’altro, che
l’acquisto di un’autovettura prodotta dal Gruppo rappresenterebbe una scelta
responsabileinquantocontribuirebbeatutelarel’ambiente“duranteogniviaggio”.
LecampagnepromozionalidelGrupposispingonofinoaincorporaretalivalorinelle
autovetturechediventanolostrumentoattraversoilqualeconsumatoresarebbeingrado
di manifestare all’esterno la propria scelta responsabile in favore dell’ambiente: “La
scritta “BlueMotion” sulla parte posteriore della vettura e sulla griglia del radiatore
trasmetteunmessaggiomolto chiaro: l’automobilista chehaoptatoperquesta vettura
pensainmodoresponsabileedecologico(Golf–brochureedizionegiugno2012)”.
Il Gruppo ha inoltre creato specifici brand e campagne promozionali, come
BlueMotionoThinkBlue,chesibasanoproprio,sindalnome(ilrichiamoalcolorebluha
infatti lo scopo di evocare un ambiente pulito e incontaminato nell’immaginario dei
consumatori),sulpretesobassoimpattoambientaledelleautovettureequipaggiateconi
motoriEA189.
A titolo esemplificativo, inunadelle tantebrochure informative relative ai veicoli
equipaggiati con il motore diesel EA 189, è possibile leggere una sorta di manifesto
ambientalistacheoggi,allalucedelloscandalointernazionale,hailsaporediunaverae
propriabeffaaidannideiconsumatori:“Pernoilasostenibilitàèsempreuntemadigran
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attualità.Inqualitàdiunodeimaggioricostruttoridiautomobilièunaprerogativacheci
staparticolarmenteacuoreecherappresenta,piùcheunnobilescopo,unveroeproprio
obiettivo aziendale. Ci diamo da fare, con il nostro sistema Think Blue. Assieme a te
vogliamodareuncontributoconcreto:quellodiessere tuttipiù responsabilinella tutela
dell’ambiente, inogninostro viaggio.Con lenostre tecnologieBlueMotionTechnologies
diamoun segno tangibile; automobili che emettonomenoCO2 senza farti rinunciareal
comfort ed alla versatilità quotidiana, motori diesel o benzina a basso consumo di
carburanteedemissioniedotateditecnologiefinalizzatealrisparmioenergetico;finoai
modelliBlueMotionparticolarmenteefficienti:unpacchettoinnovativochetiaccompagna
verso una guida sempre più responsabile, dimaggiore risparmio di carburante emeno
emissionidisostanzenocive.(cfr.Passat–brochureedizionegiugno2012).
Il materiale promozionale ed informativo, inoltre, riporta sempre in evidenza la
classediemissionedeimotori,lacuiomologazionesarebbestataottenutadalGrupponel
rispettodelleprescrizionicontenutenelRegolamentocomunitarion.715/2007(“Ivalori
indicati relativi al consumo di carburante ed alle emissioni vengono rilevati secondo i
metodi di misurazione previsti dalle direttive [Euro 4: CE 80/1268, Euro 5: Dir. [CE]
715/2007] nelle versioni attualmente in vigore” cfr. Golf – brochure edizione giugno
2012).
Si producono sub doc. 16 gli spot pubblicitari, le pagine dei siti internet e le
brochure informative utilizzati dalle società convenute per la promozione dei veicoli
equipaggiati con ilmotore diesel EA 189, a conferma della centralità che le tematiche
relativeall’ecologiaeallatutelaambientalehannoassuntonelcorsodeglianniall’interno
dellacomunicazionecommercialedelGruppo.
D’altra parte, il preteso impegno del Gruppo verso il rispetto della legge e la
12
salvaguardia dell’ambiente è ribadito all’interno del codice etico di Volkswagen reso
accessibile ai consumatori dal sito commerciale (http://it.volkswagen.com/it.html)
attraverso cui il Gruppo pubblicizza i propri veicoli in Italia; a norma di tale codice
Volkswagen Italia considera il rispetto delle leggi e dei regolamenti un valore primario
nell’esercizio di ciascuna attività della società e il Gruppo Volkswagen, allo scopo di
attuareunamobilitàecologicamenteesocialmentesostenibile,siimpegnaaprodurreea
commercializzareveicoliconsempreminore impattoambientale.Sempreall’internodel
medesimo codice, il Gruppo dà atto di essersi “impegnata nel garantire una
comunicazionecommercialeonesta,veritieraecorretta;atalescopo,haancheaderitoal
CodicediAutodisciplinadellaComunicazionePubblicitaria”(doc.17edoc.18).
E) LeProponenti
Sullabasedelle informazioniedeidatifornitidallesocietàconvenuteattraversoil
materiale promozionale messo a disposizione all’interno della propria rete vendita, su
internet e in televisione, le Sig.reMartinaMarinari e Letizia Benedetta Ghizzi Panizza,
agendoperscopipersonaliestraneiallapropriaattivitàlavorativaeprofessionaleequindi
inqualitàdiconsumatrici,sisonodeterminateadacquistareunaVolkswagenPolo,Euro5
conmotorizzazionedieselEA189;piùinparticolare,concontrattodel24maggio2011la
Sig.raMartinaMarinarihaacquistatopressolaconcessionariaInAutoS.r.l.diFano(PU)
unaPolo1.6TDI (doc. 19);a suavolta, concontrattodel3marzo2014 laSig.raLetizia
Benedetta Ghizzi Panizza ha acquistato dalla Saottini Auto S.p.A. di Brescia una
VolkswagenPolo1.2TDI(doc.20).
A seguito dello scandalo internazionale che ha investito il Gruppo Volkswagen,
entrambe le proponenti hanno ricevuto una lettera datata 11 novembre 2015 in cui la
Volkswagen Italia le informava che le emissioni di ossidi di azoto (NOx) delle loro
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autovetture,equipaggiateconmotoredieselEA189,eranostateomologateinviolazione
dellanormativaapplicabileattraversol’installazionediunsoftwaredigestionedeigasdi
scarico;sileggeinfattinellelettere:“Sièrilevatocheconseguentementeall’installazione
di un software di gestione dei gas di scarico, potrebbero esserci delle discrepanze nei
valori delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) tra le prove effettuate al banco – ai fini
dell’omologazione–eleprovesustrada.ConquestaletteradesideriamoinformarLache
anchelaSuavetturaèequipaggiataconunmotoreappartenenteadettafamigliaesarà
pertantonecessarioeffettuareunaggiornamentodelsoftware…Atitolopersonaleeda
nomedelGruppocherappresentiamoLeporgiamolepiùsentiteesincerescuseperogni
eventualedisagio.TutelarelafiduciadiclienticomeLeièpernoidimassimaimportanzae
Legarantiamochefaremotuttoilpossibileperriguadagnarla”(docc.21e22).
In tale contesto, entrambe le proponenti, convinte di acquistare un veicolo
correttamenteomologatoedall’avanguardiasottoilprofilodelletecnologieutilizzateper
la riduzione dell’impatto delle emissioni nocive, hanno invece scoperto di essere state
indotteinerroreinmodofraudolentodallesocietàconvenuteche,istallandounsoftware
vietato dalla legge ed omettendo qualsiasi informazione sugli espedienti utilizzati per
l’omologazione delle emissioni di ossidi di azoto, le hanno spinte ad assumere una
decisionecommercialechealtrimentinonavrebberopreso;leproponentisisonoquindi
rivolteadAltroconsumoperfaraccertareneiconfrontidellesocietàconvenute,anchein
rappresentanza dell’intera classe di consumatori interessati, la pratica commerciale
scorretta descritta nelle premesse ed il conseguente diritto al risarcimento dei danni
subitipereffettodiessa.
Tuttociòpremesso,Altroconsumo,inqualitàdirappresentantedelleproponentiai
sensieperglieffettidicuiall’art.140bis,comma1delCodicedelConsumo,promuove
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neiconfrontidellesocietàconvenuteun’azionediclasseperilrisarcimentodeidannida
praticacommercialescorrettaperleseguentiragionidi
DIRITTO
I) Sulquadronormativointemadiomologazionedelleemissioniinquinanti
Alfinedimegliocomprenderel’illiceitàdellacondottapostainesseredallesocietà
convenute, in via preliminare appare opportuno fare un breve cenno al contesto
normativodiriferimentoinmateriadiomologazionedelleautovetture,avutoparticolare
riguardoailimitiprevistiperleemissioninocive.
La Direttiva 2007/46/CE definisce in Europa un quadro giuridico comune per
l’omologazionedeiveicoliamotore.
Il sistemadiomologazionedell'UEsibasasuiprincipidiomologazionedapartedi
terziericonoscimentoreciprocoditaliomologazioni.
Inbaseal regimediomologazione,primadiessere immessosulmercato il tipodi
veicolo viene testato da un servizio tecnico nazionale e l'autorità di omologazione
competenterilascial'omologazionesullabaseditalitest.
ÈsufficientecheilveicolovengaomologatoinunPaesedell'UEperchétuttiiveicoli
delsuotipovenganoimmatricolatisenzaulterioricontrolliintuttal'UEsullabasedelloro
certificatodiconformità.Ilcertificatodiconformitàrappresentaladichiarazionedaparte
delproduttore(nelnostrocaso,VolkswagenAG)cheilveicoloèconformeairequisitidi
omologazionedell'UE.Ilproduttorehainoltrelaresponsabilitàdigarantirelaconformità
dellaproduzionealtipoomologato.
Glieffettivirequisititecnicisucuiiveicolidevonoesseretestatialfinediottenere
l’omologazione sono invece individuati in dettaglio all’interno di altri testi normativi
dell’UnioneEuropea.
15
In particolare, il Regolamento n. 715/2007 definisce i limiti massimi di emissioni
nocive(tracuiquellediossididiazotooNOx)cheiveicolidevonorispettareperessere
omologatidallacompetenteautorità,differenziandoli induefasisuccessiveneltempoa
cui corrispondono limiti progressivamente più bassi: la fase Euro 5 (l’immissione in
commercio di veicoli in linea con lo standard Euro 5 è divenuta obbligatoria dal primo
gennaio2011)equellaEuro6(tuttiiveicoliimmatricolatiafardatadalprimosettembre
2015devonorispettarelostandardEuro6).
L’art. 5 del Regolamento, rubricato “Requisiti e prove”, prevede che “1. Il
costruttore produce i veicoli in modo che progetto, costruzione e assemblaggio dei
componenti che influiscono sulle emissioni permettano che il veicolo, nell’uso normale,
soddisfiilpresenteregolamentoeirelativiprovvedimentid’attuazione.
2. L’usodi impiantidimanipolazionecheriducono l’efficaciadisistemidicontrollo
delleemissionièvietato.”
Intalecontesto,comericonosciutodallostessoKBA,ilsoftwaredigestionedeigas
di scarico utilizzato dal Gruppo VW rappresenta un impianto di manipolazione per la
riduzionedell’efficaciadeisistemidicontrollodelleemissioni,ilcuiusoèespressamente
vietatodalcomma2,art.5delRegolamenton.715/2007.
II) Sull’ingannevolezzaescorrettezzadellapraticacommercialepostainesseredal
GruppoVW
Fatta tale premessa, è ora possibile comprendere i profili di ingannevolezza e
scorrettezzadellapraticapostainesseredalGruppoVW.
È considerata ingannevole la pratica commerciale che è idonea a falsare il
comportamento commerciale del consumatore medio, attraverso la diffusione di
informazioni non rispondenti al vero o comunque in grado di indurre il medesimo
16
consumatore inerrorecirca lecaratteristicheprincipalidelprodotto, i risultatiottenibili
dal suo uso ovvero i risultati e le caratteristiche fondamentali di prove e controlli
effettuatisulprodotto(cfr.art.21,comma1,lett.b)delCodicedelConsumo).Allostesso
modo, è considerata ingannevole la pratica che ometta informazioni rilevanti di cui il
consumatore medio ha bisogno per prendere una decisione consapevole di natura
commerciale(cfr.art.22,comma1delCodicedelConsumo).
L’art. 23, comma 1, lett. d) del Codice del Consumo stabilisce, infine, che sono
considerate in ogni caso ingannevoli le pratiche commerciali consistenti nell’asserire,
contrariamentealvero,cheunprodottodelprofessionistaèstatoautorizzato,accettato
o approvato da un organismo pubblico o privato ovvero che sono state rispettate le
condizionidell’autorizzazione,dell’accettazioneedell’approvazionericevuta.
È sufficiente partire da quest’ultima definizione per giungere, inmodo lineare ed
immediato, alla conclusione che la condotta del Gruppo VW integra gli estremi di una
praticacommerciale“inognicaso ingannevole”aisensieperglieffettidicuiall’art.23
delCodicedelConsumo.
Il Gruppo VW ha ottenuto dalle competenti autorità l’omologazione per i propri
veicoliequipaggiaticonlamotorizzazionedieselEA189,comunicandoepubblicizzandola
relativa classe di emissione (Euro 5 nellamaggior parte dei casi) all’interno di tutta la
documentazioneinformativaepromozionale,nonchénell’ambitodellediversecampagne
pubblicitarierivolteaiconsumatori.
Tuttavia,taleinformazionenoncorrispondealveronellamisuraincui,pereffetto
dell’installazione del software “defeat device”, i veicoli prodotti e commercializzati dal
Gruppo VW non rispettano le condizioni stabilite nell’omologazione ottenuta presso le
competentiautorità,superandoilimitiprevistiperlaclassediemissioneomologata.
17
Tale circostanza deve ritenersi pacifica in quanto già riconosciuta da controparte.
Nelpropriocomunicatostampadel16dicembre2015relativoallacampagnadirichiamo,
ilGruppoVWha infatti affermato che: “Unavoltaaggiornati, i veicoli rispetterannogli
standarddelleemissionivigenti”(cfr.doc.9);questosignificacheiveicolisucuièstato
installato il software “defeat device” non rispettano le condizioni stabilite
nell’omologazione.
Peraltro,ilrispettodellecondizionidell’omologazionepresuppone,aisensidell’art.
5, comma 2 del Regolamento n. 715/2007, che non vengano installati impianti di
manipolazione che riducono l’efficacia di sistemi di controllo delle emissioni,mentre il
software “defeat device” è stato qualificato dal KBA proprio come un impianto di
manipolazionevietato.
Laconformitàtralecondizionidell’omologazioneeiveicoliprodottidalcostruttore
rappresenta un requisito imposto dallo stesso Regolamento comunitario n. 715/2007,
secondo cui il costruttoreproduce i veicoli inmodo tale cheproduzione, costruzionee
assemblaggiodei componenti che influiscono sulle emissionipermettano che il veicolo,
nell’usonormale,soddisfilecondizionieilimitistabilitinellostessoRegolamento(cfr.art.
5, comma 1). Scopo del “defeat device” è invece proprio quello di fare inmodo che i
veicoli,nellorousonormale,producanoemissionidigranlungasuperioriailimitiimposti
perlegge.
La condotta del Gruppo VW rientra pertanto nell’ipotesi di pratica commerciale
“senz’altroingannevole”dicuiall’art.23,comma1,lett.d)delCodicedelConsumo.
Al riguardo, alla luce del considerando n. 17 della Direttiva 2005/29/CE, nonché
dell’univoco orientamento espresso in proposito dalla Corte di Giustizia dell’Unione
Europea,unapraticacommercialechepresentiglielementielecaratteristicheindividuati
18
in una delle previsioni contenute negli articoli 23 e 26 del Codice del Consumo, deve
essereconsideratascorrettaexse,aprescinderedallapossibilitàdiconsiderarlascorretta
ancheaisensidegliartt.20–25delCodicedelConsumo(cfr.CGUE23aprile2009,inC-
261/07;CGUE14gennaio2010, inC-304/08;CGUE18ottobre2012, inC-428/11;CGUE
13gennaio2013, inC-206/11). Inaltri termini,quindi,nelle ipotesiprevistedall’articolo
23delCodicedelConsumo,sussisteunapresunzioneassolutadiscorrettezzadellapratica
senza la necessità di verificare le ulteriori condizioni che normalmente integrano una
praticacommercialescorrettaindifettodipresunzione.
Per mero scrupolo difensivo rileviamo come la condotta del Gruppo VW sia
qualificabile come una pratica ingannevole e comunque scorretta anche ai sensi degli
articoli20,21e22delCodicedelConsumo.
LacondottapostainesseredalGruppoVWèinfatticonsistitainunveroeproprio
inganno su caratteristiche fondamentali dei veicoli, nonché sui risultati ottenibili
attraversoil loroutilizzointerminidiemissioni;daunlato,iveicolicommercializzatidal
Gruppononrispettanolostandarddiemissioniomologato(ingenereEuro5)e,dall’altro,
presentanocaratteristichequalitativeinferioriaquellepubblicizzate(cfr.art.21,comma
1,lett.b)delCodicedelConsumo).
Scopodeldefeatdeviceèinfattiquellodilasciareinattivi,nelcorsodelnormaleuso
delveicolo,determinatidispositivicontroleemissioniinmododanonavereunimpatto
negativosulleperformancedell’autovettura,avutoriguardoperesempioallapotenzadel
motoreeaiconsumi.
In altri termini, quindi, o il veicolo rispetta lo standard sulle emissioni e allora la
potenzadelmotoreedaltrecaratteristichedell’autononpossonocorrispondereaquanto
pubblicizzatodalGruppo(èquantoaccadeai finidell’omologazionenell’ambitodeitest
19
sulbancoa rulli),oppure ilveicolononcompromette leproprieperformance,ascapito
però delle emissioni inquinanti che in questomodo non rientrano più entro i limiti di
legge (e questo è quello che accade, per effetto del defeat device, nel normale uso
dell’autovettura).
Ne consegue che, nel complesso, il veicolo ha caratteristiche qualitative inferiori
rispettoaquantodichiaratodalGruppoVW.
D’altra parte, il fatto che la classe di omologazione e i relativi livelli di emissione
costituiscano una delle “caratteristiche principali del prodotto” è confermato dal
Regolamento comunitario n. 715/2007, che ne disciplina e impone l’utilizzo per
consentire ai consumatori una scelta informata con riferimento proprio a tali
caratteristiche.
L’ingannevolezzadellapraticaèpoirafforzatadal fattoche l’informazionerelativa
alla classe di emissione del veicolo viene riportata su tutto il materiale informativo e
pubblicitariocomeundato“ufficiale”omologatodallapubblicaautorità; ilconsumatore
medioèquindiportatoanondubitaredellaveridicitàditaleinformazione,stanteilsuo
caratterediufficialità.
L’ingannevolezza della pratica rispetto ai vantaggi ed ai risultati ottenibili dall’uso
del prodotto può inoltre essere apprezzata anche sotto il profilo delle caratteristiche
ecologiche evocate dal Gruppo VW nella pubblicità relativa ai propri veicoli e in
particolare a quelli equipaggiati con la tecnologia BlueMotion. Come si è dato
ampiamentecontonellapremessainfatto(cfr.doc.16), lacomunicazionecommerciale
del Gruppo è incentrata sulla promessa, non mantenuta, che i veicoli in questione
sarebbero dotati delle migliori tecnologie disponibili sul mercato per ridurre l’impatto
ambientale dovuto alle emissioni nocive delle auto: tuttavia, i risultati e i vantaggi in
20
terminidiridotteemissionicheilconsumatorelegittimamenteavrebbepotutoattendersi
sulla base della pratica commerciale del Gruppo sono ben distanti da quelli reali,
consideratal’installazionesuiveicolidiunappositosoftwareconloscopodiconsentirela
produzionediunlivellodiinquinamentosuperioreaquelloconsentitoperlegge.
Al profilo della falsità delle informazioni diffuse dal Gruppo VW, è strettamente
collegatoquelloattinenteall’omissioneingannevolesuun’informazionerilevanteperuna
decisioneconsapevoledinaturacommercialedapartedelconsumatore(cfr.art.22del
CodicedelConsumo).
IlGruppoVWha,infatti,taciutosull’installazionedelsoftwareesullaconseguente
circostanzache il livellodiemissioniomologatopermezzodel ricorsoataleespediente
fraudolento non era in realtà riproducibile nel normale utilizzo del veicolo, senza
pregiudicarne le prestazioni. In tale contesto, la scelta dei consumatori in ordine
all’acquistodiunveicolodelGruppononpuòdirsiconsapevole.
Un ulteriore profilo di ingannevolezza riguarda il “mancato rispetto da parte del
professionista degli impegni contenuti nei codici di condotta che il medesimo si è
impegnatoarispettare”(cfr.art.21,comma2,lett.b)delCodicedelConsumo).Ladolosa
violazionedapartedelGruppodellanormativa in temadiomologazionedella classedi
emissione contravviene apertamente agli impegni assunti dalle società convenute nel
proprio codice etico; tra tali impegni, oltre al rispetto della legge e alla correttezza
professionale,figuraanchelagaranziadiunacomunicazione“onesta,veritieraecorretta”
(cfr.art.3.1,pag.10delcodiceetico,doc.17).Alriguardo,ilCodicediAutodisciplinadella
Comunicazione Pubblicitaria, a cui il Gruppo ha volontariamente aderito, prevede il
divieto “di ogni dichiarazione o rappresentazione che sia tale da indurre in errore i
consumatori,anchepermezzodiomissioni”(cfr.art.2delCodicediAutodisciplina,doc.
21
18),nonchél’obbligoperilprofessionistadiprovarelaveridicitàdeidatipubblicizzati(cfr.
art. 6 del Codice di Autodisciplina, doc. 18); con specifico riferimento alla tutela
ambientale, in considerazionedell’elevatapresachegli argomenti legati aquesto tema
possono avere sulle scelte di consumo, il Codice di Autodisciplina stabilisce
espressamente che “La comunicazione commerciale che dichiari o evochi benefici di
carattere ambientale o ecologico deve basarsi su dati veritieri, pertinenti e
scientificamenteverificabili”(cfr.art.12delCodicediAutodisciplina,doc.18).Nessunodi
taliimpegniapparerispettatonelcasodispecienellamisuraincuiivantaggieibenefici
ambientali connessi con la classe di emissione pubblicizzata si basano, per stessa
ammissionedicontroparte,sudatinonveritieriottenutiinviolazionedellanormativain
temadiomologazionedeiveicoliamotore.
Nonvièperaltrodubbioche lapratica incontestazioneabbiaavutocomeeffetto
quellodifalsareilcomportamentodelconsumatoremedio,inducendoloadassumereuna
decisionecommercialechealtrimentinonavrebbepreso.
Se i consumatori avessero saputo dell’installazione del defeat device e dei suoi
effetti, in tutta evidenza non si sarebbero determinati all’acquisto di un veicolo con
emissionisuperioriai limiticonsentitieconcaratteristichequalitative inferioriaquanto
dichiarato dal Gruppo VW. Ciò senza considerare che ai sensi del Regolamento n.
715/2007,tutti iveicoliprodottied immessi incommercioa fardatadalprimogennaio
2011 avrebbero dovuto rispettare i limiti Euro 5 e, di conseguenza, le autovetture in
questione non sarebbero state nemmeno commercializzabili qualora vi fosse stata
evidenzadellafrodeperpetrataaidannideiconsumatori;tantoèverocheilGruppoVW,
una volta ammessa la propria frode, non ha potuto far altro che bloccare la
commercializzazionedituttiiveicolisucuierastatoinstallatoilsoftware“defeatdevice”.
22
Peraltro,lapraticacommercialepostainesseredalGruppoVWèidoneaadincidere
sullalibertàdisceltadeiconsumatorianchesottoulterioriprofili.
Conilprogressivoemergerediunasemprepiùdiffusacoscienzaambientalista,non
vi è dubbio che oggi il rispetto e la tutela dell’ambiente rappresentino un valore
determinantenellasceltadell’autovetturadaacquistare.
Tanto è vero che le campagne promozionali dei produttori di auto sono spesso
incentrate proprio su tali aspetti, ponendo l’accento sulla capacità dei veicoli di offrire
unasoluzionedimobilitàrispettosadell’ambiente,anchenell’interessedellegenerazioni
future.
Èsenz’altroquestoilcasodelGruppoVW,icuiclaimpubblicitarirelativiaiveicolisu
cuivenivainstallatoildefeatdevice,enfatizzavanopropriol’adozioneditecnologievolte
ad abbassare il livello di emissioni e l’importanza di fare una scelta responsabile per
l’ambienteattraversol’acquistodiun’autovetturadelGruppo(cfr.doc.16).
Daun lato,quindi,attraverso lepropriecampagnepromozionali ilGruppoVWha
costruito ilbranddeisuoimarchiattraverso il costanteriferimentoaivaloridella tutela
ambientale,alimentandocosìlafiduciadeiconsumatorisulfattocheiveicolidelGruppo
fossero equipaggiati con le migliori tecnologie per ridurre le emissioni inquinanti;
dall’altro,ilmedesimoGruppohaingannatoipropriclienti,installandoaloroinsaputaed
inmodo fraudolentounsoftwarecon ildeliberatoscopodi consentire laproduzionedi
emissioniinquinantibenaldisopradeilimitidilegge,nonchédeivaloridichiaratiintutto
il materiale informativo attraverso il riferimento allo standard Euro 5 come classe di
emissionedeimotoridieselEA189.
Intuttaevidenza,talecondottaèidoneaafalsareilcomportamentoeconomicodei
consumatori, inducendoli ad assumere decisioni commerciali che altrimenti non
23
avrebberopreso.
Aciòdeveaggiungersicheindeterminatecircostanzediluogoeditempo(sipensi,
per esempio, alle ordinanze comunali in materia di traffico), può essere vietata la
circolazione di veicoli che abbiano emissioni superiori allo standard Euro 5, con la
conseguenzacheperilconsumatoreèrilevantesapereseilveicoloacquistatorispettio
menoilimitiimpostipertaleclassediemissioni.
Daultimo,èappena il casodi rilevareche, fermoquantosoprasull’idoneitàdella
praticaafalsareilcomportamentocommercialedelconsumatoremedioacuièrivolta,la
stessadeve ritenersi in generale scorrettaancheai sensidell’articolo20delCodicedel
Consumoinquantocontrariaalladiligenzaprofessionalerichiestaalprofessionista.
Comenoto,perdiligenzaprofessionaledeveintendersiilnormalegradodispecifica
competenza ed attenzione che ragionevolmente i consumatori si attendono da un
professionista rispetto ai principi generali di correttezza e buona fede nel settore di
attivitàdelprofessionista(cfr.art.18delCodicedelConsumo).
Al riguardo, è appena il caso di rilevare che l’installazione fraudolenta di un
softwareconl’obiettivodieluderelanormativacomunitaria inmateriadi limitimassimi
delleemissioniinquinantideiveicoliamotore,èuncomportamentochevabenaldilàdi
una pratica contraria alla diligenza professionale, integrando condotte rilevanti sotto il
profilo penale, come dimostrato dalle indagini in corso per i reati di truffa, frode in
commercioedisastroambientale.
III) Sul ruolo delle società convenute nella pratica commerciale
ingannevole/scorretta
Attraverso la presente azione di classe, Altroconsumo contesta alle società
convenute la pratica commerciale ingannevole/scorretta consistente nell’installazione
24
abusiva del software defeat device sulla centralina dei motori diesel EA 189 e nella
conseguente diffusione di informazioni false, incomplete ed ingannevoli sulle
caratteristichequalitativedeiveicoliesullarelativaclassediemissione.
In particolare, la Volkswagen AG è stata convenuta in giudizio in quanto società
produttrice delle autovetture per cui è causa e, di conseguenza, soggetto responsabile
tantodelprocedimentodiomologazionedeidatirelativialleemissioniinquinantiaisensi
delRegolamenton.715/2007quantodell’installazionedelsoftwarevietato(cfr.docc.19
e20).
La Volkswagen AG ha infatti prodotto le autovetture equipaggiate con i motori
dieselEA189,curandonel’omologazionepressolecompetentiautorità.
Aisensidell’art.4,comma1delRegolamento,“Icostruttoridimostranochetutti i
veicolinuovivenduti,immatricolatiomessiinservizionellaComunitàsonostatiomologati
conformementeal presente regolamentoeai relativi provvedimenti d’attuazione ... Tali
obblighi comprendono il rispetto dei limiti delle emissioni di cui all’allegato I e dei
provvedimentid’attuazionedicuiall’articolo5”.
LaVolkswagenGroupItaliaèstata invececonvenuta inquantosocietàdelgruppo
Volkswagen incaricata dell’importazione e distribuzione in Italia delle autovetture a
marchioVW,Audi,SkodaeSeat,nonchéresponsabiledellerelativecampagnemarketing
e della diffusione presso il pubblico dei consumatori del materiale promozionale ed
informativo sulle caratteristiche dei veicoli equipaggiati con il motore diesel EA 189,
compreseleinformazionirelativeallaclassediemissione.Comeriferitonelsitointernet
dell’azienda: “VOLKSWAGEN GROUP ITALIA S.P.A. si pone come fine principale
l'importazionediauto, ricambieaccessoriVolkswagen,Škoda,Audi,SeateVolkswagen
Veicoli Commerciali, la commercializzazione ed assistenza dei prodotti delle marche
25
rappresentate,assicurandonelcontempounlivellodiservizitaledagarantireunelevato
gradodisoddisfazionedeiClientiedunadurevolesoliditàaziendalepropriaedeiPartners
contrattuali della ReteOrganizzativa” (cfr. http://www.volkswagengroup.it/mission.asp
nonchévisuracameralediVolkswagenItaliachesiproducesubdoc.23).
Volkswagen Italia è inoltre responsabile in Italia della campagnadi richiamo sulle
autovetture equipaggiate con il motore EA 189 ed il suo coinvolgimento diretto nella
pratica si evince anche dalle lettere inviate alle proponenti in cui la società convenuta
riconoscelapropriaresponsabilitàrispettoaifatticontestati(cfr.docc.21e22).
Permero scrupolodifensivo, al finedi prevenireeventuali eccezionidi carenzadi
legittimazione passiva, si rileva che il verificarsi di una pratica commerciale scorretta
prescinde dall’esistenza di un rapporto di natura contrattuale ovvero di un rapporto
direttotrailprofessionistaeilconsumatore.
Inbasealcombinatodispostodegliartt.18,lett.d)e19,primocommadelCodice
del Consumo, la nozionedi pratica commerciale deve intendersi in senso ampio sino a
ricomprenderequalsiasi azionee/oomissione relativa aunprodotto, a prescinderedal
momentoincuilacondottavengapostainessere,seanteriormente,contestualmenteo
successivamente all’operazione commerciale. Al riguardo, la giurisprudenza ha chiarito
chelanozionedipraticacommerciale“èestremamenteampia,essendosufficientechela
condotta venga posta in essere nel quadro di un’attività di impresa finalizzata alla
promozionee/ocommercializzazionediunprodottoodiunservizio”(cfr.TARLazio,sent.
n. 30428/2010).
Inapplicazionedelladisciplinasullepratichecommercialiscorrette,poi,l’AGCMha
sempre riconosciuto lo status di professionista anche all’operatore intermedio, inteso
comeilsoggettochehauninteressedirettoallarealizzazionedellapraticacommerciale
26
inforzadelvantaggioeconomicochenericava(AGCMn.19573, inBoll.9/09;AGCMn.
19202,inBoll.45/08;AGCMn.19983,inBoll.25/09).L’orientamentodell’Autoritàèstato
confermatodallagiurisprudenzasecondocui ladefinizionediprofessionistanon implica
necessariamente l’esistenza di un rapporto diretto e/o di un contratto con il
consumatore, essendo sufficiente che la condotta venga posta in essere nel quadro di
un’attivitàdiimpresafinalizzataallapromozionee/ocommercializzazionediunprodotto
e/oservizio(cfr.TARLazio,sent.nn.645/2010;5920/2009;5628/2009).
Non vi è dubbio che i requisiti sopra evidenziati sussistano con riferimento ad
entrambe le società convenute nella misura in cui tanto Volkswagen AG quanto
Volkswagen Group Italia hanno tratto immediato vantaggio dalla pratica commerciale
contestatainterminidimaggiorivenditedeiveicolipercuiècausa.
IV) Sulrisarcimentodeldanno
ComericonosciutodirecentedallaCortediAppellodiMilano(sentenza26agosto
2013), le pratiche commerciali ingannevoli ledono la libera scelta dei consumatori in
ordine all’acquisto e all’uso di un prodotto, producendo un danno che può essere
quantificatoinviaequitativainterminidirestituzioneoriduzionedelprezzodiacquisto:
“Nell'ambito dell'azione di classe finalizzata ad ottenere il risarcimento del danno
cagionatodaunapraticacommercialescorretta,postainessere,subspeciedipubblicità
decettiva, dall'impresa che distribuiva un test per la rilevazione dell'influenza, il giudice
non deve tener conto delle ragioni individuali che hanno determinato l'acquisto del
prodotto,madeveaccertarelaplurioffensivitàdellacondottadell'impresadistributricee
lanaturaomogeneadeidirittifattivalere.[…]Restadavalutare,aifinidelrisarcimento,…
laprovadeldanno ingiustosubito.Nonvièdubbioche ilmessaggio ingannevole leda il
diritto del consumatore alla libera determinazione intorno alla scelta e all’uso del
27
prodotto. Certamente, l’aver acquistato un prodotto che si presentava con determinate
caratteristiche, di cui invece esso era privo, rappresenta un danno patrimoniale
corrispondentesicuramenteallasommadidenarospesaperl’acquistodidettoprodotto,
…,sufficienteaprovareildannosubito,accertatochevièunnecessarionessodicausalità
tralapresentazioneingannevoledelprodottoeilsuoacquisto”.
Alriguardo,nonvièdubbiochelerealicaratteristichedelleautovettureacquistate
daiconsumatorilerendanodiqualitàinferioreediversarispettoaquantodichiaratodalle
società convenute; in tale contesto, il danno può essere rapportato al fatto che, ove
consapevoledellerealicaratteristichedelprodotto,ilconsumatoreavrebbeacquistatoun
beneequivalenteadunprezzoinferiore,equindialmaggiorprezzopagatoperiprodotti
inquestione,giustificatononsolodallaloropretesaconformitàallanormativainmateria
diemissioni,maanchedaipretesipregiecologicieambientalipresentatiaiconsumatori
come caratteristiche essenziali delle autovetture commercializzate in Italia; sul punto,
basti pensare che, come si avrà modo di provare nel corso del giudizio, per effetto
dell’installazionedeldefeatdeviceleautovetturedelGruppoVW,venduteaiconsumatori
come veicoli Euro 5, se correttamente omologate non sarebbero in grado di rispettare
nemmenoilimitidiemissioninociveprevistiperimotoriEuro4.
Comenoto, il legislatore,presoattodelledifficoltà intrinsecheallaquantificazione
deldannonell’ambitodelleazionidi classe,ha individuatonelladisposizionecontenuta
all’art. 1226 c.c. il criterio di base che il Giudice deve seguire nella liquidazione delle
sommedefinitive dovute ai consumatori che hanno aderito all’azione (cfr. art. 140-bis,
comma12delCodicedelConsumo).
Risponde certamente a tale criterio calcolare il danno come minore valore
dell’autovettura in termini percentuali rispetto al prezzo sostenuto per l’acquisto dal
28
consumatore;inviaequitativa,aifinidellaconcretaliquidazionedeldannoefattasalvala
produzione di ulteriori elementi a supporto del criterio proposto durante la fase
istruttoria,siindicalapercentualeperilcalcolodeldeprezzamentonelquindicipercento
(15%)ovveronellamaggioreominoremisurachesaràritenutaequadalGiudice.
Peraltro, la liquidazione del danno in favore degli appartenenti alla classe dovrà
tenerecontoanchedelleseguentiulterioricircostanze.
L’installazione del software vietato pone seri dubbi sull’idoneità dei veicoli a
circolareregolarmenteinquanto:i)lacartadicircolazioneriportaun’informazioneerrata
econtrariaalveroladdovecertificaleautovetturecomeveicoliEuro5;ii)adogginonè
dato conoscere quale sia l’effettivo livello di emissioni di cui si sa solo che è ben al di
sopradeilimitidilegge.
Solo per avere un dato al riguardo, è sufficiente pensare che secondo le stime
dell’EPA le autovetture su cui è stato installato il defeat device producono un
inquinamentoda10a40voltesuperioreallimitemassimostabilitoperlegge.
Quest’ultimacircostanzahaunulterioreeffettonegativosulvalorecommercialedei
veicolipercuiècausa;eciònellamisuraincuiiconsumatori,semprepiùattentiaivalori
dellatutelaambientale,hannounascarsapropensioneadacquistareautovetturedicuiè
ignotoillivellodiemissioni,essendosolocertochelostessoècomunquefuorilegge.
I fatti sopra descritti, frenando la domanda, determinano un inevitabile
deprezzamentodei veicoli nelmercatodell’usato, superiore aquello che sarebbe stato
normaleselesocietàconvenutenonavesseropostoinesserelapraticacontestata.
Ad avviso di Altroconsumo, poi, il danno da liquidare in via equitativa ai
consumatori dovrà tenere conto del pregiudizio non patrimoniale subito dagli
appartenenti alla classe; da un lato, infatti, le condotte contestate ledono interessi di
29
rango costituzionale, avuto riguardo al diritto dei consumatori allo svolgimento
dell’attivitàeconomicaconmodalitàchenonrechinodannoallolorolibertàesicurezza,
nonchéallalorosaluteeall’ambiente(cfr.artt.2,32e41dellaCostituzione);dall’altro,i
fattiallabasedelpresentegiudiziointegranoinastrattogliestremideireatiditruffaex
art.640c.p.efrodeincommercioexart.515c.p.,dicuisichiedesind’oral’accertamento
inviaincidentaleaifinidelrisarcimentodeldannononpatrimoniale(dannomorale).
Uno degli aspetti più censurabili dell’intera vicenda è rappresentato proprio dal
fatto che ilGruppoVWha trasformato i consumatori inuna sortadimoderni “untori”,
facendo loro credere di acquistare autovetture dotate delle migliori tecnologie per la
tuteladell’ambienteemettendoliinvecenellacondizionedicostituireunaminacciatanto
perl’ambientequantoperlapropriacomeperl’altruisaluteattraversol’utilizzodiveicoli
conemissionifuoricontrollo.
Aciòdeveaggiungersicheancoraoggilapraticacommercialecontestatacontinua
adavereuneffettonegativosullavitadirelazionedeiconsumatori,sottoilprofilodella
loro libertà e capacità di autodeterminarsi in modo consapevole, nellamisura in cui il
GruppoVWnonsolononèstatoancoraingradodirisolvereilproblemadaunpuntodi
vista tecnico, ma non ha nemmeno fornito dati ed informazioni certi sull’effettivo
potenziale inquinante delle autovetture immesse in commercio; in tale contesto, i
consumatorisitrovanoquindicostrettiasceglieretralarinunciaall’utilizzodellapropria
autovetturaovvero ilsuo impiegonell’incertezzacirca lericadutechequestopuòavere
sullasaluteel’ambiente.
ÈpurecertocheattraversolapropriacondottaillecitailGruppoVWhaimmessoin
commercio beni con caratteristiche diverse da quelle pattuite, inducendo in errore i
consumatori attraverso un sofisticato raggiro (l’installazione fraudolenta del defeat
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device)dacuièderivatouningiustificatoprofittoaidannideiconsumatorimedesimi.
Tali circostanze giustificano il riconoscimento del pregiudizio non patrimoniale in
favore dei consumatori che dovrà concorrere in via equitativa alla determinazione
complessivadeldannodaliquidarenellamisuradel15%ovveronellamaggioreominore
misurachesaràritenutadigiustizia.
Nel promuovere il presente giudizio, Altroconsumo non intende ignorare la
campagnadirichiamocheilGruppoVWhainprogrammadisvolgereperil2016.
Tuttavia,allostatoilGruppoVWhasoloaffermatochegliinterventiinprogramma
sarebbero in grado di riportare il livello di emissioni entro i valori di legge senza mai
provarelafondatezzadellepropriedichiarazioni;nétantomenorisultaadAltroconsumo
chelaKBAabbiamaiaccertatol’effettivaidoneitàdellesoluzionipropostedaVolkswagen
arisolvere inmododefinitivo ilproblemasenzaalcun impattosullealtrecaratteristiche
deiveicoli(consumi,potenzadelmotore,etc…);talicircostanzedovrannopertantoessere
verificateincorsodicausaeformareoggettodiunaspecificaprovatecnicadapartedelle
societàconvenute.
Qualorapoifosseprovatal’idoneitàdegliinterventitecniciacorreggereleemissioni
inquinanti,ciònonsarebbecomunquesufficienteadelidereildirittodeiconsumatorial
risarcimentodeidanni.
Come si è anticipato, nel proprio comunicato stampa del 16 dicembre 2015, il
Gruppo VW ha parlato di interventi risolutivi per quanto riguarda il problema delle
emissioni,senzagarantireilmantenimentodell’attualelivellodiconsumieprestazionidei
veicoliinteressatidallacampagnadirichiamo.
È evidente che la correzione delle emissioni a scapito di altre caratteristiche
qualitativedelveicolo(peresempio,consumi,potenzadelmotore,necessitàdirecarsiin
31
officina più spesso per l’assistenza, etc…) produrrebbe comunque un danno ai
consumatoriinterminidideprezzamentoeminorvaloredeiveicoliacquistatie,inipotesi,
dimaggioriconsumi.
Al riguardo, il rischio che gli interventi programmati dal Gruppo VW alterino le
prestazionidelleautovettureinteressateappareelevato;neipropricomunicati,ilGruppo
VW parla di semplici interventi da realizzarsi in officina mediante un banale
aggiornamentodelsoftwaredarealizzarsiinmenodimezz’ora(cfr.doc.9);setuttofosse
così semplice non si comprenderebbe allora per quale ragione il Gruppo VW avrebbe
messoa repentaglio lapropria reputazionecommerciale,ponendo inessereunaverae
propriafrodesuscalamondiale.
In talecontesto, lamisuradel risarcimentospettanteai consumatoripotràessere
variata in aumento o in diminuzione, una volta accertate le seguenti circostanze: i)
l’idoneitàdellasoluzionetecnicaarisolvereilproblemadelleemissioni; ii) l’impattoche
quest’ultima avrà sulle altre caratteristiche qualitative del veicolo; iii) gli effetti della
soluzionetecnicasulvalorecommercialedelveicolo;iv)ipregiudizisubitidaiconsumatori
inrelazionealleconcretemodalitàdieffettuazionedell’interventoedaidisagicomunque
connessi alla disponibilità di un’autovettura con classe di emissione sconosciuta sino al
momentodellaeffettivarisoluzionedelproblema.
V) Sulla ammissibilità dell’azione di classe ai sensi dell’art. 140 bis, comma 6,
D.Lgs.n.206/2005
Alla lucediquanto sopraesposto,nella fattispecie inesame sussisteun interesse
collettivosuscettibileditutelaaisensidell’articolo140bisdelDecretoLegislativon.206
del2005,consideratoche:i)ladomandaintroduttivadelpresentegiudiziotutelaidiritti
omogenei di una pluralità di consumatori che versano in una situazione analoga nei
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confrontideimedesimiprofessionisti;ii)diconseguenza,lacondottapostainesseredalle
convenutehacarattereplurioffensivoledendoidirittidiunapluralitàdiconsumatoriche
sitrovanoinunasituazioneomogenea.
È,infatti,indubitabilecheildirittoalrisarcimentodeidannidicuisidiscuterientri
pienamentenelgenusdeidirittiindividualiomogeneideiconsumatoriedegliutentiperi
quali il comma1dell’art. 140bisdelD.Lgs.n.206/05prevede la tutelabilitàattraverso
l’azionediclasse.
In particolare, si rientra nel caso di cui all’articolo 140 bis, comma 2, lettera c),
relativoa«dirittiomogeneial ristorodelpregiudizioderivanteagli stessi consumatori e
utentidapratichecommercialiscorretteodacomportamentianticoncorrenziali».
Si precisa, inoltre, che nella fattispecie per cui è causa la predetta omogeneità
sussiste tra i soggetti appartenenti alla classe dei consumatori che hanno acquistato in
Italia un’autovettura conmotorizzazione diesel EA 189, contraddistinta daimarchi VW,
Audi,SeateSkoda,sucuièstatoinstallatoilsoftwaredefeatdeviceoanalogosistemaper
alterare il livello di emissioni inquinanti; tali soggetti costituiscono quindi la classe
rappresentatadalleproponentiattraversoilmandatoconferitoadAltroconsumo.
Peraltro, laclassepotràessereagevolmente identificatacon iconsumatoriacuisi
rivolgeinItalialacampagnadirichiamodelGruppoVW(cfr.doc.9).
Secondolamiglioregiurisprudenza,alfinedideterminarel’omogeneitàdeidirittie,
diconseguenza, la lorotutelabilitàattraverso lostrumentodell’azionediclasse,occorre
guardarenonalpetitumdellesingolepreteserisarcitoriebensìallafontedelfattoillecito
(nelnostrocaso, lapraticacommercialescorretta)chehadeterminatola lesioneseriale
deidirittideiconsumatoriattraversouncomportamentosistematico,costanteereiterato
neltempo.
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In questo senso l’ordinanza della Corte di Appello di Torino dell’11 gennaio 2012
nella causa 2246/2011 secondo cui “Occorre, invece, valutare la posizione vantata dal
consumatore/utente promotore dell’azione con riferimento alla situazione dedotta in
giudizio quale fonte dell’illecito (causa petendi), potendosi parlare di una posizione
contrattuale identica allorché il consumatore o utente abbia concluso contratti, che,
ancorchédistintiedautonomi,abbianouncontenutoomogeneonegliaspettiessenziali,
ovvero disciplinino diritti dello stesso tipo, oppure affermi la lesione seriale di diritti di
membri della classe provocata da un comportamento unitario, reiterato e costante nel
tempo da parte dell’impresa contraddittrice” (cfr. anche Corte di Appello di Milano,
ordinanza3maggio2011).
Nonvi èdubbio chealle società convenute siaascrivibileuna condottaunitariae
plurioffensiva consistente nella omologazione delle emissioni attraverso il ricorso ad
espedienti contrari alla legge e alla diligenza professionale e nella conseguente
sistematica diffusione, attraverso internet, gli spot televisivi e il materiale disponibile
presso le concessionarie, di informazioni false, incomplete e fuorvianti sulle
caratteristichequalitativedeiveicoliesullivellodiemissioni.
I consumatori, quindi, sono stati destinatari dellamedesima pratica commerciale
scorretta in grado di distorcerne la normale capacità di assumere una decisione
commerciale consapevolee vantanonei confronti delGruppoVWunanalogodirittoal
risarcimentodeidanni.
Quantoallacapacitàdell’attoredicurareadeguatamentel’interessedellaclasse,si
precisache l’AssociazioneAltroconsumo,oltreche inpossessodei requisitigià ricordati
nella premessa in fatto (iscrizione nell’elenco delle associazioni di consumatori
rappresentative a livello nazionale ex art. 137 D.Lgs. n. 206/2005 e appartenenza al
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ConsiglioNazionaledeiConsumatorieUtentiexart.136delCodicedelConsumo),conta
più di 300.000 iscritti a livello nazionale, opera dal 1973, realizza un’intensa attività di
informazione,tutela,assistenzaerappresentanzadegliinteressideiconsumatorieutenti
alivellosianazionalecheinternazionale,ancheattraversoazionieprocedimentiavantile
competentiautoritàgiudiziarieeamministrativeedègiàstataritenutacapacedicurare
adeguatamentel’interessedialtreanalogheclassidiconsumatori.
Quanto,infine,aiprovvedimenticheilTribunaledovràadottareaifinidigarantire
adeguatapubblicitàallapresenteazioneincasodiammissione,sichiedesind’oracheil
GiudiceaditovogliaordinarealGruppoVWdi fornireadAltroconsumo la listadi tutti i
consumatori che sono stati informati della campagna di richiamo con i relativi recapiti
(cfr. doc. 9), autorizzando l’associazione ad informare i consumatori interessati, con le
modalità ritenutepiù idonee,dellapendenzadellapresenteazioneedellapossibilitàdi
aderirvi.
Ognialtraformadipubblicità“generale”,d’altraparte,risulterebbemenoefficace,
piùonerosae idoneaacompromettere l’immaginedellesocietàconvenute, imponendo
diprocedereattraversoimezzidicomunicazionedimassa.
VI) Sulla non manifesta infondatezza dell’azione e sulla pendenza del
procedimentodinanziall’AGCM
L’azionepropostadaAltroconsumoèmanifestamenteammissibile.
In base all’art. 140 bis, comma 6 del Codice del Consumo, alla prima udienza il
Giudice non deve procedere ad una vera e propria valutazione del fumus, ma più
semplicementeescludere l’avviodel procedimentoquandodagli atti la domanda risulti
iuctuoculimanifestamenteinfondata(cfr.App.Torino,27ottobre2010).
Abenvedere,dagliattiemergelamanifestafondatezzadell’azionenellamisurain
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cui,daunlato,lapraticacontestatasibasasufattiampiamentericonosciutidallesocietà
convenutealdifuoridelgiudizio,edall’altro,talepraticaappareastrattamenteidoneaa
determinare un pregiudizio economico in capo ai consumatori nel senso richiesto da
Altroconsumo,restando invece irrilevantiai finidelgiudiziodiammissibilità lequestioni
attinentiallaquantificazionedeldanno.
Peranaloghimotivisiritienesuperflua lasospensionedelgiudizioaisensidell’art.
140bis, comma6delCodicedelConsumo,qualora alladatadellaprimaudienza fosse
ancoraincorsolaproceduraamministrativadinanziall’AGCM–cosìnondovrebbeessere,
standoalterminediconclusionedelprocedimentoindicatonellacomunicazionediavvio.
Come già detto, i fatti alla base della pratica commerciale contestata devono
ritenersi ormaipacifici alla lucedelle ampie ammissioni delle società convenute, con la
conseguenza che appare inutile attendere, ai fini del loro accertamento, l’esito
dell’istruttoriadinanziall’AGCM,ponendosisolounproblemadiqualificazionegiuridicadi
talifattiinterminidipraticascorrettaedingannevoleaisensidelledisposizionicontenute
nelCodicedelConsumo.
****
Per le ragioni sopra esposte, l’Associazione Altroconsumo, nella sua qualità di
rappresentante delle consumatriciMartinaMarinari e Letizia Benedetta Ghizzi Panizza,
comesoprarappresentata,difesaedelettivamentedomiciliata
CITA
laVOLKSWAGENAG, inpersonadel legale rappresentantepro tempore, con sede
legale in Berliner Ring 2, 38440 –Wolfsburg,Germania, VATDE 115235681, nonché la
VOLKSWAGENGROUP ITALIA S.P.A., in personadel legale rappresentantepro tempore,
con sede in Viale G. R. Gumpert 1, 37137 – Verona, Italia, C.F. 07649360158 e P. IVA
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01779120235, a comparire all’udienza del 3 novembre 2016, dinanzi al Tribunale di
Venezia,SezioneeGiudicidesignandi,conl’avvertenzachenoncostituendosineltermine
diventigiorniprimadidettaudienza,incorrerannonelledecadenzedicuiagliartt.38e
167c.p.c.,persentireaccogliereleseguenti
CONCLUSIONI:
“PiacciaalTribunaleIll.mo,disattesaogniistanzacontrariaediversacosìgiudicare:
- preliminarmente, emettere ordinanza di ammissibilità della presente
domandaai sensidell’art.140bis, comma6,D.Lgs.n.206/2005, fissando i terminie le
modalità della più opportuna pubblicità ai fini della tempestiva adesione degli
appartenenti alla classe;definendo,ai sensidell’art. 140bis, comma9, letteraa), che i
diritti individuali oggetto del presente giudizio sono quelli appartenenti ai consumatori
che hanno acquistato in Italia un’autovettura con motorizzazione diesel EA 189,
contraddistinta daimarchi VW, Audi, Seat e Skoda, su cui è stato installato il software
defeatdeviceoanalogosistemaperalterareillivellodiemissioniinquinanti;
- nel merito, accertare e dichiarare la pratica commerciale ingannevole e
comunquescorrettatenutadallesocietàconvenute–nonchéinviaincidentalegliilleciti
penalidescrittinelpresenteatto-consistentenell’omologazionedellaclassediemissioni
attraversoilricorsoadespedienticontrariallaleggeealladiligenzaprofessionaleenella
conseguente sistematica diffusione di informazioni false, incomplete e fuorvianti sulle
caratteristichequalitativedeiveicolidieselEA189esulrelativolivellodiemissioni,eper
l’effetto,condannaretalisocietà, insolidotra loro,alrisarcimento in favoredelleSig.re
Martina Marinari e Letizia Benedetta Ghizzi Panizza e degli altri consumatori che
aderirannoall’azione,deidanni,siapatrimonialichenonpatrimoniali,subitiacausadella
suddetta pratica, da quantificarsi nella misura risultante dall’applicazione del criterio
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equitativoomogeneoindividuatoinnarrativaovveronellamaggioreominoremisurache
saràritenutadigiustizia,inognicasomaggioratadiinteressilegalidalgiornodeldovuto
alsaldo;
- sempre,convittoriadispese,competenzeedonorari(oltreIVA,CPAerimborsi
forfetari).
Inviaistruttoria,siproduconoiseguentidocumenti:
1) procure speciali rilasciate da Martina Marinari e Letizia Benedetta Ghizzi
PanizzaadAltroconsumo,rispettivamenteindata8febbraio2016e9febbraio
2016;
2) “noticeofviolation”dell’EPAdel18settembre2015;
3) articolidistampa;
4) comunicato stampa delMinistero italiano delle Infrastrutture e dei Trasporti
del22settembre2015;
5) comunicatostampadiVolkswagenAGdel22settembre2015;
6) comunicatostampadiVolkswagenAGdel29settembre2015;
7) comunicatostampadiVolkswagenGroupItaliadel1°ottobre2015;
8) ComunicatostampadiVolkswagenGroupItaliadel22ottobre2015;
9) comunicatostampadelGruppoVWdel16dicembre2015;
10) comunicazione di avvio del procedimento dinanzi all’AGCM, riferimento PS
10211;
11) articolidistampa;
12) iscrizione di Altroconsumo nell’elenco delle associazioni rappresentative a
livellonazionaleistituitoaisensidell’art.137delCodicedelConsumo
13) diffidadiAltroconsumoalGruppoVWdel25settembre2015aisensidell’art.
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140,comma5delCodicedelConsumo;
14) risposta di Volkswagen Group Italia del 1° ottobre 2015 alla diffida di
Altroconsumo;
15) letteradaAltroconsumoaVolkswagenGroupItaliadel6ottobre2015;
16) copiedeglispottelevisivi,dellepagineinternetedellebrochureinformativedel
GruppoVW(suDVD);
17) codiceeticoadottatodalGruppoVolkswagen;
18) codicediAutodisciplinadellaComunicazioneCommerciale;
19) contrattodiacquistodel24maggio2011traMartinaMarinarieilrivenditoreIn
AutoS.r.l.ecartadicircolazionedelveicoloacquistato;
20) contrattodiacquistodel3marzo2014traLetiziaBenedettaGhizziPanizzaeil
rivenditoreSaottiniAutoS.p.A.ecartadicircolazionedelveicoloacquistato;
21) lettera di richiamo dell’11 novembre 2015 da Volkswagen Italia alla Sig.ra
MartinaMarinari;
22) lettera di richiamo dell’11 novembre 2015 da Volkswagen Italia alla Sig.ra
LetiziaBenedettaGhizziPanizza;
23) visuracameralediVolkswagenGroupItaliaS.p.A.
Sempre in via istruttoria, si chiede sin d’ora che alle convenute sia ordinata
l’esibizione in giudizio ai sensi dell’art. 210 c.p.c.: i) della documentazione tecnica
integralerelativaalsoftwaredefeatdevice,allesuemodalitàdifunzionamentoedalsuo
impatto su emissioni, prestazioni e consumi dei veicoli interessati; ii) della
documentazione ufficiale contenente le valutazioni di KBA e delle altre competenti
autorità nazionali di omologazione inmerito allemisure tecniche proposte dal Gruppo
VW per la correzione delle emissioni; iii) della documentazione integrale relativa alle