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18 Domenica 3 aprile 2011 Domenica 3 aprile 2011 19 allestì mostre alla “Galerie Lambert “ di Parigi (1924), al “Cercle des Tamaris” di Biar- ritz (1924), al Casino di Deau- ville (1925), nei saloni del- l'“Astoria & Claridge” a Bruxel- les (1925) e ancora a Parigi allo Sporting-club (1927) e alla “Gale- rie Charpentier”(1928), eseguen- do anche opere pubbliche e monu- mentali. Nel 1930 dipinse il quadro “Si- gnora in pelliccia di lontra”, che ritraeva la scrittrice Emilia (Mil- ly) Cardona, moglie del noto pitto- re italiano Giovanni Boldini, che rimasta vedova lo sposò nel 1932. Nello stesso anno espose alla pre- stigiosa “Galerie Bernheim-Jeu- ne,” di Parigi, in una mostra che presentava la sua produzione di pittore. Aprì agli inizi degli anni Trenta uno studio a Roma, in piazza Sal- lustio, ed eseguì la scultura “La contadina lombarda”, che fu espo- sta alla “Exhibition of the Royal Academy” di Londra e al “Royal Institute of Fine Arts” di Glasgow (1932). Un suo ritratto di Papa Pio XI del 1933 è conservato nei Mu- sei Vaticani. Il successo di La Mo- naca si consolidò ben presto e l'ar- tista italiano fu ricercato nei più selettivi ambienti culturali del tempo. Nel 1934 Francis e Milly furono gli unici italiani invitati al ricevimento organizzato dal quo- tidiano “Paris Soir” in onore di Luigi Pirandello, che aveva rice- vuto il premio Nobel. Nel 1935 iniziò a lavorare al bronzo “Gisant de Léonard de Vinci”, terminato l'anno successi- vo e conservato al Musée de l'Hôtel de Ville d'Amboise, la città france- se dove riposano i resti mortali di Leonardo. E' del 1936 la pubblica- zione sulle pagine dell'“Illustra- zione Italiana” di un importante articolo a firma di Leonida Repa- ci. Ritornato a Parigi gli venne proposto dall'Associazione della Stampa Latina d'Europa e d'Ame- rica di eseguire un ritratto del presidente degli Stati Uniti Fran- klin D. Roosevelt. Dopo i contanti fra le ambasciate La Monaca si im- barcò sul transatlantico “Nor- mandie” e fu ricevuto in America con tutti gli onori. Nel gennaio del 1937 l'artista venne colpito da una broncopolmonite virale. Ap- parentemente ripresosi dalla ma- lattia, il 3 febbraio Francis, anco- ra convalescente, partì alla volta di Washington dove giorno 5 era fissato l'appuntamento alla Casa Bianca per la prima posa. Non ar- rivò mai da Roosevelt: nella notte fra il 4 e il 5 si spense nel sonno. stabilì fra il 1906 e il 1907 a Bou- levard St Germain e si guadagna- va da vivere realizzando decora- zioni plastiche per negozi ed edifi- ci. La svolta nella sua attività av- venne del 1909 quando una sua opera fu accolta al “Salon des Ar- tistes Français", la grande esposi- zione parigina, che rappresenta- va il circuito ufficiale degli arti- sti. Al Salon La Monaca tornò più volte negli anni seguenti: nel 1911 espose la scultura “La pover- tà”; nel 1912 presentò due opere, “La vittoria di David e Napoleone a cavallo”; nel 1913 partecipò con “Gli eroi del mare”, che fu premia- ta con una medaglia di bronzo; nel 1914 portò in mostra “L'ultimo sforzo”; nel 1920 fu la volta di tre intense opere, “Il dolore” detta an- che “Grande nudo femminile”, “Solitudine” e “Amore disarma- to”; nel 1923 partecipò con due ri- tratti; nel 1924 concorse con un busto; nel 1927 si distinse con “Faunesse envirée”; nel 1930 pro- pose una “Baccante”. Fra gli anni Dieci e gli anni Ven- ti La Monaca era diventato uno de- gli scultori più in vista della Fran- cia. Il verismo della sua scultura è elegante ispirato alla lezione del migliore classicismo. Si colgono in queste sue figure e scenette ese- guite in quel periodo i tratti di un ellenismo colto capace di cogliere nel movimento il pathos dei perso- naggi. Intanto allo scoppio della Prima Guerra Mondiale il lavoro di La Monaca aveva subito un arresto. Gran parte dei lavori che gli erano stati richiesti dalla committenza del tempo vennero interrotti. Nel 1914 l'artista aveva stretto un so- lido rapporto di amicizia con l'ex regina di Napoli, Sofia, che gli aveva commissionato la realiz- zazione di piccole sculture in ar- gento ispirate al balletto russo di Serge Diaghilev. Le balle- rine diventano da questo momento un tema domi- nante della sua produ- zione artistica, che si in- dirizza verso una figura- zione immediata e raffi- nata. La gestualità e le movenze aggraziate delle danzatrici esalta- no la sinuosità dei cor- pi, che nel movimento delle braccia e delle gambe scopre un dina- mismo interno di forte espressività. Fra il 1914 e il 1915 visse anche a Londra e al ritorno in Francia in- traprese una collaborazione con “L'Illustration” come corrispon- dente di guerra ed eseguì una se- rie di disegni, che documentava- no le vicende belliche. Cominciò in quegli stessi anni ad appassio- narsi anche alla pittura. Nel 1921 si recò per la prima volta negli Stati Uniti dove trascorse un periodo di gran- de incertezza, fra difficoltà economiche ed una vita av- venturosa, che lo portò a fare anche il ricercatore d'oro in Alaska. Ritornato nel 1922 in Europa si stabilì in Inghilterra, dove intraprese una proficua atti- vità di ritrattista degli esponenti della politica e della buona società londinese. In quell'anno, durante il mese di ottobre, allestì anche una importante mostra alla “Fine Art Gallery”, al n. 18 di Cork Street a Londra, in cui presentò trentaquattro ritratti in marmo e bronzo, che gli valsero riconosci- menti unanimi e fama di grande artista. Appartengono a questo periodo londinese i ritratti del dramma- turgo George B. Show e del- l'arcivesco- vo di Canter- bury, del romanzie- re Sir Henry Rider Hag- gard, del premio Nobel per la me- dicina Sir Ronald Ross, di perso- naggi del mondo dell'arte, dello spettacolo e dello sport. Scrive Renzo Margonari: «Nei primi anni Venti (…) chiedendo a un parigino ben informato sui ca- si dell'arte quali fossero i maggio- ri scultori del momento, probabil- mente, senza nominare Emile An- toine Bourdelle: Medardo Rosso, Rembrandt Bugatti, Francis La Monaca. Tre artisti italiani dallo stile personale e autonomamente determinato: Rosso riformatore del linguaggio plastico e nemico di Rodin; Bugatti grande animali- sta infallibile nel cogliere sinteti- camente le più intime posture del- le bestie esotiche; La Monaca ful- mineo ritrattista alla moda, in- ternazionalmente ben noto ma anche pittore avanzato nelle ri- cerche, che proveniente dal- l'Art Nouveau era passato per l'École de Barbizon, poi im- pressionista e infine tra i pri- mi fauves, frequentando Kees Van Dongen. In pittura era persino più problematico che nelle sue celebri sculture il cui percorso scorre dalla Belle Époque all'Art Déco con uno sguardo a Ivan Mestrovic”. (R. Margonari, La Monaca che con- quistò Parigi, in “La Cronaca di Mantova”, 2 maggio 2008) La scultura di La Monaca risen- te molto delle influenze della Se- cessione Viennese, stilisticamen- te variegata e dall'espressività leggera. Discostandosi da ogni accademismo l'anatomia delle sue statue assume i toni ariosi di una figurazione magica e sensuale. I corpi si librano nell'aria spesso poggian- do su una sola gamba con le braccia arcuate ora verso il basso ora ver- so l'alto, in pose deli- cate. Nei ritratti lo scultore affronta la fisionomia con rapi- di tratti in facce velo- cemente abbozzate. Anche i saggi di pittu- ra, seppure secondari ri- spetto alla produzione sculto- rea, marcano sensualità ma senza le stilizzazioni care all'Art Nouveau; piuttosto si coglie impressa sulle superfici corporee un'emotività fatta di pennellate mosse e da un colore consi- stente, che dà tono e vivacità alla scena, con una intensità di- screta e semplice. Nel corso della sua attività espositiva La Monaca toccò molte cit- tà della Costa Azzurra e Francis La Monaca Nato a Catanzaro nel 1882, incontrò il successo nella “città” di Picasso, Matisse e Modigliani Il giro del mondo in centinaia di sculture e ritratti Voleva andare a Napoli, ma si ritrovò a Parigi nel fervore di anni fecondi Andò in America e perfino in Alaska a cercare il metallo prezioso, poi... TROVO’ L’ ORO A sinistra, due sculture di Francis La Monaca: ”Ballerina” e “Fanciullache ride” Nell’altra pagina, il dipinto ”Davanti al mare” e, in alto, una foto dell’artista calabrese Il giorno dopo la morte era atteso alla Casa Bianca per fare il ritratto di Roosevelt di TONINO SICOLI F rancis La Monaca ave- va conquistato Parigi e stava conquistando an- che l'America quando la morte lo colse all'Ho- tel Mayflower di Washington giusto il giorno prima del suo ap- puntamento alla Casa Bianca per eseguire il ritratto del presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt. Era nato in Calabria nel 1882, a Catanzaro, figlio di un falegname e di una filatrice. Dopo gli studi tecnici nel 1901 si era arruolato in fanteria ed era diventato a soli di- ciannove anni sottotenente. Ave- va tentato anche di ottenere una borsa di studio ed essere accolto all'Accademia di Belle Arti di Na- poli come tanti giovani calabresi del tempo, ma l'impresa non gli era riuscita. Nel 1903 si era, per- ciò, trasferito a Parigi, dove si era iscritto all'Ecole des Beaux Arts avendo per maestro lo scultore Jean-Antoine Injalbert, apprezza- to autore di decorazioni plastiche nella Ville Lumière. Parigi in quegli anni era il cro- cevia internazionale di diverse tendenze culturali e artistiche, che vi trovavano accoglienza e ap- prezzamento in un clima di vivace confronto e dialettica coesisten- za. Da un lato si andava afferman- do l'Art Nouveau con i suoi temi floreali negli ornamenti e il sim- bolismo marcato nelle arti visive, dall'altro il rinnovamento delle nuove correnti dell'arte moderna successiva all'impressionismo (divisionismo, fauvismo, espres- sionismo, ecc) fino ai primi soffi delle avanguardie storiche di Pri- mo Novecento ( cubismo, futuri- smo, ecc). Il clima della Belle Époque inve- stiva la vita parigina e i luoghi fre- quentati dagli artisti, con i quar- tieri di Montmartre e Montpar- nasse in testa. La fede nelle inno- vazioni tecnologiche e un periodo di relativo benessere economico e sociale favorivano le arti, che tro- vavano una sintesi con l'artigia- nato e si occupavano anche delle cosiddette arti minori e applicate. I nuovi materiali stavano inva- dendo le città con aspetti moder- nisti. La Tour Eiffel era l'emblema di questa rinnovata immagine della città fatta di tralicci in ferro come preconizzava la nuova epo- ca. Intanto una nuova schiera di artisti affluiti dai vicini paesi eu- ropei, come la Spagna e l'Italia, andava animando anche una sta- gione di crisi dei linguaggi tradi- zionali dell'arte e la conseguente rivoluzione delle poetiche. In que- gli anni Francis La Monaca co- nobbe Pablo Picasso, Henry Ma- tisse e Amedeo Modigliani, che erano già ben noti negli ambienti intellettuali e dei bohemien. An- che il calabrese godeva di una di- screta notorietà soprattutto come scultore capace di cogliere veri- smo dei soggetti e capriccio for- male. Dopo aver abitato inizial- mente a Montparnsse (1903) si 33 NELLE BALLERINE

TROVO’L’ BALLERINE · 2020. 8. 18. · re Sir Henry Rider Hag-gard, del premio Nobel per la me-dicina Sir Ronald Ross, di perso- ... fisionomia con rapi-di tratti in facce velo-cemente

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Page 1: TROVO’L’ BALLERINE · 2020. 8. 18. · re Sir Henry Rider Hag-gard, del premio Nobel per la me-dicina Sir Ronald Ross, di perso- ... fisionomia con rapi-di tratti in facce velo-cemente

18 Domenica 3 aprile 2011 Domenica 3 aprile 2011 19

allestì mostre alla “GalerieLambert “ di Parigi (1924), al

“Cercle des Tamaris” di Biar-ritz (1924), al Casino di Deau-ville (1925), nei saloni del-

l'“Astoria & Claridge” a Bruxel-les (1925) e ancora a Parigi alloSporting-club (1927) e alla “Gale -rie Charpentier”(1928), eseguen-do anche opere pubbliche e monu-mentali.

Nel 1930 dipinse il quadro “Si -gnora in pelliccia di lontra”, cheritraeva la scrittrice Emilia (Mil-ly) Cardona, moglie del noto pitto-re italiano Giovanni Boldini, cherimasta vedova lo sposò nel 1932.Nello stesso anno espose alla pre-stigiosa “Galerie Bernheim-Jeu-ne,” di Parigi, in una mostra chepresentava la sua produzione dipittore.

Aprì agli inizi degli anni Trentauno studio a Roma, in piazza Sal-lustio, ed eseguì la scultura “Lacontadina lombarda”, che fu espo-sta alla “Exhibition of the RoyalAcademy” di Londra e al “RoyalInstitute of Fine Arts”di Glasgow(1932). Un suo ritratto di Papa PioXI del 1933 è conservato nei Mu-sei Vaticani. Il successo di La Mo-naca si consolidò ben prestoe l'ar-tista italiano fu ricercato nei piùselettivi ambienti culturali deltempo. Nel 1934 Francis e Millyfuronogliunici italiani invitati alricevimento organizzato dal quo-tidiano “Paris Soir” in onore diLuigi Pirandello, che aveva rice-vuto il premio Nobel.

Nel 1935 iniziò a lavorare albronzo “Gisant de Léonard deVinci”, terminato l'anno successi-vo e conservato al Musée de l'Hôtelde Ville d'Amboise, la città france-se dove riposano i resti mortali diLeonardo.E' del1936 lapubblica-zione sulle pagine dell'“Illustra -zione Italiana” di un importantearticolo a firma di Leonida Repa-ci.

Ritornato a Parigi gli venneproposto dall'Associazione dellaStampa Latina d'Europa e d'Ame-rica di eseguire un ritratto delpresidente degli Stati Uniti Fran-klin D. Roosevelt. Dopo i contantifra le ambasciate La Monaca si im-barcò sul transatlantico “Nor -mandie” e fu ricevuto in Americacon tutti gli onori. Nel gennaio del1937 l'artista venne colpito dauna broncopolmonite virale. Ap-parentemente ripresosi dalla ma-lattia, il 3 febbraio Francis, anco-ra convalescente, partì alla voltadi Washington dove giorno 5 erafissato l'appuntamento alla CasaBianca per la prima posa. Non ar-rivò mai da Roosevelt: nella nottefra il 4 e il 5 si spense nel sonno.

stabilì fra il 1906 e il 1907 a Bou-levard St Germain e si guadagna-va da vivere realizzando decora-zioni plastiche per negozi ed edifi-ci. La svolta nella sua attività av-venne del 1909 quando una suaopera fu accolta al “Salon des Ar-tistes Français", la grande esposi-zione parigina, che rappresenta-va il circuito ufficiale degli arti-sti.

Al Salon La Monaca tornò piùvolte negli anni seguenti: nel1911 espose la scultura “La pover-tà”; nel 1912 presentò due opere,“La vittoria di David e Napoleone acavallo”; nel 1913 partecipò con“Gli eroi del mare”, che fu premia-ta con una medaglia di bronzo; nel1914 portò in mostra “L'ultimosforzo”; nel 1920 fu la volta di treintense opere, “Il dolore”detta an-che “Grande nudo femminile”,“Solitudine” e “Amore disarma-to”; nel 1923 partecipò con due ri-tratti; nel 1924 concorse con unbusto; nel 1927 si distinse con“Faunesse envirée”; nel1930 pro-pose una “Baccante”.

Fra gli anni Dieci e gli anni Ven-ti La Monaca era diventato uno de-gli scultori più in vista della Fran-cia. Il verismo della sua scultura èelegante ispirato alla lezione delmigliore classicismo. Si colgonoin queste sue figure e scenette ese-guite in quel periodo i tratti di unellenismo colto capace di coglierenel movimento il pathos dei perso-naggi.

Intanto allo scoppio della PrimaGuerra Mondiale il lavoro di LaMonaca aveva subito un arresto.Gran parte dei lavori che gli eranostati richiesti dalla committenzadel tempo vennero interrotti. Nel1914 l'artista aveva stretto un so-lido rapporto di amicizia con l'exregina di Napoli, Sofia, che gliaveva commissionato la realiz-zazione di piccole sculture in ar-gento ispirate al balletto russodi Serge Diaghilev. Le balle-rine diventano da questomomento un tema domi-nante della sua produ-zione artistica, che si in-dirizza verso una figura-zione immediata e raffi-nata. La gestualità e lemovenze aggraziatedelle danzatrici esalta-no la sinuosità dei cor-pi, che nel movimentodelle braccia e dellegambe scopre un dina-mismo interno di forteespressività.

Fra il 1914e il 1915 visseanchea Londra e al ritorno in Francia in-traprese una collaborazione con“L'Illustration” come corrispon-dente di guerra ed eseguì una se-rie di disegni, che documentava-no le vicende belliche. Cominciò inquegli stessi anni ad appassio-narsi anche alla pittura.

Nel 1921 si recò per la primavolta negli Stati Uniti dovetrascorse un periodo di gran-de incertezza, fra difficoltàeconomiche ed una vita av-venturosa, che lo portò a fareanche il ricercatore d'oro inAlaska. Ritornato nel 1922 in

Europa si stabilì in Inghilterra,dove intraprese unaproficua atti-vità di ritrattista degli esponentidellapolitica edella buonasocietàlondinese. In quell'anno, duranteil mese di ottobre, allestì ancheuna importante mostra alla “FineArt Gallery”, al n. 18 di CorkStreet a Londra, in cui presentòtrentaquattro ritratti in marmo ebronzo, che gli valsero riconosci-menti unanimi e fama di grandeartista. Appartengono a questo

periodo londinesei ritratti deldramma -turgoGeorge B.Show e del-l'arcivesco -vo di Canter-bury, del romanzie-re Sir Henry Rider Hag-gard, del premio Nobel per la me-dicina Sir Ronald Ross, di perso-naggi del mondo dell'arte, dellospettacolo e dello sport.

Scrive Renzo Margonari: «Neiprimi anni Venti (…) chiedendo aun pariginoben informatosui ca-si dell'arte quali fossero i maggio-ri scultoridel momento,probabil-mente, senza nominare Emile An-toine Bourdelle: Medardo Rosso,Rembrandt Bugatti, Francis LaMonaca. Tre artisti italiani dallostile personale e autonomamentedeterminato: Rosso riformatoredel linguaggio plastico e nemicodi Rodin; Bugatti grande animali-sta infallibile nel cogliere sinteti-camente le più intime posture del-le bestie esotiche; La Monaca ful-mineo ritrattista alla moda, in-ternazionalmente ben noto maanche pittore avanzato nelle ri-cerche, che proveniente dal-l'Art Nouveauera passatoperl'École de Barbizon, poi im-pressionista e infine tra i pri-mi fauves, frequentandoKees Van Dongen. In pitturaera persino più problematicoche nelle sue celebri sculture ilcui percorso scorre dalla BelleÉpoque all'Art Déco con unosguardo a Ivan Mestrovic”. (R.Margonari, La Monaca che con-quistò Parigi, in “La Cronaca diMantova”, 2 maggio 2008)

La scultura di La Monaca risen-te molto delle influenze della Se-cessione Viennese, stilisticamen-te variegata e dall'espressivitàleggera. Discostandosi da ogniaccademismo l'anatomia dellesue statue assume i toni ariosi di

una figurazione magica esensuale. I corpi si libranonell'aria spesso poggian-do su una sola gamba conle braccia arcuate ora

verso il bassoora ver-so l'alto, in pose deli-cate. Nei ritratti loscultore affronta lafisionomia con rapi-di tratti in facce velo-cemente abbozzate.Anche i saggi di pittu-

ra, seppure secondari ri-spetto alla produzione sculto-

rea, marcano sensualità ma senzale stilizzazioni care all'ArtNouveau; piuttosto sicoglie impressa sullesuperfici corporeeun'emotività fatta dipennellate mosse eda un colore consi-stente, che dà tono evivacità alla scena,conuna intensitàdi-screta e semplice.

Nel corso della suaattività espositiva LaMonaca toccò molte cit-tà della Costa Azzurra e

Francis La MonacaNato a Catanzaro nel 1882, incontrò il successonella “città” di Picasso, Matisse e Modigliani

Il giro del mondo in centinaia di sculture e ritrattiVoleva andare a Napoli, ma si ritrovò a Parigi nel fervore di anni fecondi

Andò in America e perfino in Alaska a cercare il metallo prezioso, poi...

TROVO’ L’OROA sinistra, due sculturedi Francis La Monaca:

”Ballerina”e “Fanciullache ride”

Nell’altra pagina,il dipinto

”Davanti al mare”e, in alto,una foto

dell’artistacalabrese

Il giorno dopola morteera attesoalla CasaBiancaper fareil ritratto

di Roosevelt

di TONINO SICOLI

Francis La Monaca ave-va conquistato Parigi estava conquistandoan-che l'America quandola morte lo colse all'Ho-

tel Mayflower di Washingtongiusto il giorno prima del suo ap-puntamento alla Casa Bianca pereseguire il ritratto del presidentedegli Stati Uniti Franklin DelanoRoosevelt.

Era nato in Calabria nel 1882, aCatanzaro, figlio diun falegnamee di una filatrice. Dopo gli studitecnici nel 1901 si era arruolato infanteria ed era diventato a soli di-ciannove anni sottotenente. Ave-va tentato anche di ottenere unaborsa di studio ed essere accoltoall'Accademia di Belle Arti di Na-poli come tanti giovani calabresidel tempo, ma l'impresa non gliera riuscita. Nel 1903 si era, per-ciò, trasferito a Parigi, dove si eraiscritto all'Ecole des Beaux Artsavendo per maestro lo scultoreJean-Antoine Injalbert, apprezza-to autore di decorazioni plastichenella Ville Lumière.

Parigi in quegli anni era il cro-cevia internazionale di diversetendenze culturali e artistiche,che vi trovavanoaccoglienza e ap-prezzamento in un clima di vivaceconfronto e dialettica coesisten-za.

Da un lato si andava afferman-do l'Art Nouveau con i suoi temifloreali negli ornamenti e il sim-bolismo marcato nelle arti visive,dall'altro il rinnovamento dellenuove correnti dell'arte modernasuccessiva all'impressionismo(divisionismo, fauvismo, espres-sionismo, ecc) fino ai primi soffidelle avanguardie storiche di Pri-mo Novecento ( cubismo, futuri-smo, ecc).

Il clima della Belle Époque inve-stiva la vita parigina e i luoghi fre-quentati dagli artisti, con i quar-tieri di Montmartre e Montpar-nasse in testa. La fede nelle inno-vazioni tecnologiche e un periododi relativo benessere economico esociale favorivano le arti, che tro-vavano una sintesi con l'artigia-nato e si occupavano anche dellecosiddette arti minori e applicate.I nuovi materiali stavano inva-dendo le città con aspetti moder-nisti. La Tour Eiffel era l'emblemadi questa rinnovata immaginedella città fatta di tralicci in ferrocome preconizzava la nuova epo-ca. Intanto una nuova schiera diartisti affluiti dai vicini paesi eu-ropei, come la Spagna e l'Italia,andava animando anche una sta-gione di crisi dei linguaggi tradi-zionali dell'arte e la conseguenterivoluzione delle poetiche. In que-gli anni Francis La Monaca co-nobbe Pablo Picasso, Henry Ma-tisse e Amedeo Modigliani, cheerano già ben noti negli ambientiintellettuali e dei bohemien. An-che il calabrese godeva di una di-screta notorietà soprattutto comescultore capace di cogliere veri-smo dei soggetti e capriccio for-male. Dopo aver abitato inizial-mente a Montparnsse (1903) si

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NELLE BALLERINE