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  • 8/10/2019 Trucheck.it Filosofia Del Linguaggio

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    Appunti per un percorso sulla flosofa del linguaggio

    Alcune doverose premesse e considerazioni

    Chiunque aprisse un buon dizionario dei termini flosofci e consultasse la voce"flosofa del linguaggio", vedrebbe subito messo in primo piano il carattere"di rontiera" di tale disciplina la quale "confna" un po con tutte le branchedella flosofa e con una molteplicit di saperi scientifci particolari. Non c' ,in atti, attivit umana che non sia interessata dalla e alla ri!essione pi omeno flosofca sulla natura del linguaggio e, in questa ottica, potremmo

    acilmente spaziare dalla logica #in certi autori e in certi momenti storici inrapporto strettissimo$ alla metafsica e alla ontologia #un ortissimo nesso intal senso sembra caratterizzare e sostenere l'intera mentalit antica$, allaepistemologia #in tal caso evidente che la suddetta "saldatura" risultaoperante nel %% secolo, alla gnoseologia, alla psicologia intesa come scienzasperimentale, alla ri!essione sull'uomo in generale e nella totalit delle suemani estazioni e, infne, alla problematizzazione di tipo morale ed ideologico.&utto ci discende dalla logica delle "cose stesse" ed necessario mettere inprimo piano quanto oggettivamente il linguaggio sia consustanziato con ogniattivit umana in quanto strettissimo il rapporto che lo lega al pensare edalla elaborazione teorica cos( come evidente ma altrettanto operante ilrapporto che lo lega al nostro agire pratico ed alla nostra concezione delmondo cos( come, infne, non va dimenticato che il linguaggio ipotecatoideologicamente nella misura in cui, anche se inavvertitamente, esso veicola

    valori.

    &utto ci , evidentemente, a si che un si)atto tema debba esserecostantemente richiamato durante l'intero corso dell'azione didattica e che, sesi agisce in sinergia con gli altri docenti, ci sia la necessit e l'opportunit dicollegamenti operanti un po verso tutte le discipline curriculari.

    *e, infne, l'azione didattica viene organizzata in prospettiva, il docente diflosofa, fn dal primo approccio con la classe, pu cominciare a ornire utilistrumenti per una pi appro ondita comprensione dell' "essenza", della poesiae della letteratura con un occhio idealmente rivolto alle problematicheletterarie storicamente originatesi col +ecadentismo. +al +ecadentismo inpoi, in atti, per ettamente percepibile come la produzione letteraria sisviluppi nella consapevolezza della necessit di trovare nuove orme dicomunicazione per lasciare intravedere nuove dimensioni della realt e dellaesistenza e tutto ci si traduce nella continua proposta di nuovi "linguaggi".

    *e, poi, si vuole dare all'azione didattica il respiro pi ampio possibile, siarebbe bene a con erire al termine "linguaggio" un signifcativo quanto pi

    "allargato" possibile. *i dovrebbe precisare, cio , che non si intende parlareesclusivamente del linguaggio verbale ma di qualsiasi orma di comunicazione

    all'interno della quale possibile rinvenire regole per la produzione dell'attocomunicativo.

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    l docente, inoltre, arebbe bene a tenere sempre presente nella sua testa ladistinzione tra flosofa del linguaggio e linguistica, avendo chiaro che si trattadi una distinzione e non di una separazione e che tra queste due attivitumane esistono zone di sovrapposizione, interazioni e reciprocicondizionamenti. -a flosofa del linguaggio, in atti, si interroga in modo

    prioritario sulla "natura" e sulla unzione del linguaggio, mentre la linguisticaprivilegia l'esame dei meccanismi interni alla lingua considerandola come uninsieme strutturato e portando avanti un discorso pi tecnico.

    Naturalmente il pensiero di un linguista come erdinando +e *aussure haimpresso una svolta pro onda alla ri!essione flosofca sul linguaggio, cos(come, un altro grande linguista contemporaneo vivente Choms/0 possiamo edobbiamo defnirlo come un pensatore che ha un piede dentro la linguisticanel senso precedentemente chiarito, e un altro, nella flosofa del linguaggio.*e *aussure, in atti, ha condizionato preterintenzionalmente la flosofa dellinguaggio, Choms/0, invece, proprio per meglio impostare questioni dilinguistica, ha sentito il bisogno di "sconfnare" nella speculazione flosofcacercando di ipotizzare la presenza di una attivit della "mente", considerata inuna prospettiva universale e concepita come colei che sorregge e presiede allaproduzione delle lingue naturali.

    l docente, infne, arebbe bene ad avere consapevolezza di come si acquisiscala padronanza della lingua e dovrebbe anche in un qualche modo rendersiconto del grado di sviluppo del discente relativamente alle sue competenzelinguistiche. 1li psicologi, in atti, hanno costantemente insistito sullacosiddetta "mediazione verbale" per la quale, ci sia lecita l'espressione, tra un

    atto intellettivo ed un altro c' sempre il fltro del linguaggio in una dinamicain cui, il possesso degli opportuni strumenti linguistico2concettuali, il pre2requisito per lo sviluppo ed il potenziamento della attivit cognitiva.

    1li psicologi insistono continuamente sulla unzione e l'importanza delcosiddetto "imprinting", ovverosia sul primissimo approccio con qualcuno oqualcosa, che condiziona tutto ci che si svilupper in seguito.

    *e si compresa la centralit della questione proposta e se ne viene percepitatutta la delicatezza e tutta la articolazione interna, allora l'imprinting dovressere ortissimo e l'attenzione dovr essere attivata nel modo pi e)icacepossibile.

    n tale ottica, si arebbe bene a colpire le antasie del discente, ricordandogliin modo provocatoriamente "brutale" che chi conosce mille parole ragionapensa e conosce meglio di chi riuscisse a governarne soltanto cento. 3 taleprovocazione il discente pu reagire in molti modi e va tenuto in conto anchela possibilit di una "indi)erenza" spesso soltanto apparente. 4erosimilmente,per , ci sar chi contester tale a)ermazione, ma proprio l'atteggiamentocontestativo gi il segno di una primissima ri!essione sull'identit delpensiero e sul rapporto che lo lega al linguaggio.

    *e, poi, si vuole dare un ulteriore spunto di ri!essione volto a ar comprenderetanto la complessit quanto i percorsi e la logica di sviluppo della lingua cheparliamo, si potrebbe are una rapidissima incursione nella psicologia medica

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    parlando delle "a asie". 5articolarmente interessante quella detta "a asia del6ernic/e" #dal nome del suo scopritore$ che, non a caso, oggetto diri!essione tanto per i cultori di linguistica quanto per i flosof del linguaggio.&ale perdita del linguaggio, in atti, si comporta come se conoscesse lagrammatica e proceda a ritroso aggredendo prima le unzioni linguistiche pi

    complesse e poi quelle pi semplici. Chi a)etto da tale a asia, in atti, purcontinuando a parlare !uentemente comincia a non comprendere pi ilsignifcato degli avverbi, per poi "aggredire" e "sgretolare" i verbi ed infneprocedere con la stessa logica distruttiva nei con ronti di aggettivi e nomi. 7'chiaro che con tale esempio l'e)etto drammatico garantito, ma verosimileche il discente comincia a sospettare che l'acquisizione di una lingua procedaseguendo una logica, e il docente di flosofa pu stabilire utili rapporti dicollaborazione un po con tutti i docenti, ma soprattutto con il docente dilatino e greco se vero, come vero, che l'acquisizione di una lingua ad untempo "vicina e distante" dalla lingua italiana comporta tanto particolaridi)icolt quanto la possibilit di cogliere analogie nella misura in cui ildiscente della lingua latina riceve una "proposta" che parte dalle unzionilinguistiche pi elementari per andare in direzione dei "comportamentilinguistici" dalle unzioni pi complesse e poi procedere dalla grammatica allasintassi.

    8n altro e)etto sicuramente traumatizzante pu essere dato da una analisidella cosiddetta "ipotesi *apir 2 6hor " altrimenti detta del "determinismolinguistico". *econdo tale ipotesi #sulla quale gli studiosi nutrono pi di unaperplessit$ piuttosto che parlare una lingua siamo "parlati" dalla lingua diappartenenza. u soprattutto 6hor #vedi 9.-. 6hor "-inguaggio pensiero e

    realt" ed. 9oringheri$ a proporre tale concezione dopo aver notato l'abissaledi)erenza tra le lingue indoeuropee e lingue totalmente "altre" come quelleamerindiane. &ali lingue, in atti, ignorano quella distinzione che sembrerebbeuniversale tra sostantivi e verbi e risultano sensibili, ci sia lecita l'espressione,agli "eventi". -a "cosa" e l'azione che la cosa compie o subisce, cio , anno untutt'uno e 6hor si spinge a sostenere che l'immagine del mondo che noiproduciamo ci viene indotta dalle caratteristiche strutturali della lingua diappartenenza.

    Cos(, se noi produciamo un'immagine del mondo all'interno della quale ci sonoelementi stabili ai quali pu accadere qualcosa, tutto ci non avviene in modooriginario per poi avere "aristotelicamnte" un "ri!esso" sul piano della lingua.

    l rapporto, piuttosto, va invertito, e siamo spinti a rintracciare nel mondosostanze attributi ed accidenti di aristotelica memoria solo perch la nostralingua si articola in sostantivi verbi ed aggettivi #d'altra parte, giova ricordareche la prima sistemazione della lingua greca u dovuta ai grammaticialessandrini del e secolo a.C che si muovevano in una logica aristotelica$.

    7' prevedibile, a tale proposito, una orte reazione da pare dei discenti, i qualipercepiscono quasi un attentato a quella "libert" che ancora non hanno

    veramente problematizzato, ma che avvertono per istinto come un beneprimario. &utto ci evidentemente mostra lo stesso rapporto che si pu veniread istituire tra ri!essione sul linguaggio e ri!essione sulla morale e sui valorie viene a galla una delle connessioni gi evidenziate in sede preliminare.

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    l rapporto tra flosofa del linguaggio e ri!essione etica, inoltre, non sisviluppa soltanto in una dimensione speculativa ma anche nella concretezzadell'azione didattica.

    :ualora qualche discente dovesse contestare violentemente la suddetta

    ipotesi e il docente dovesse constatare non la possibilit di un rifuto sano inquanto espressione di reattivit, ma anche l'eventualit di una poco didattica"chiusura", il docente potrebbe addurre una "prova" capace di evidenziare inmodo chiarissimo il carattere ipotecante della nostra lingua di appartenenza.

    *i potrebbe citare che in lingua s;aili #&ale esempio proposto in 7. *apir 2 llinguaggio 2 ed. 7inaudi 2 collana 5aperbac/$ esistono ben sei generigrammaticali e il discente spinto da una logica "contenutistica",

    verosimilmente non riuscir a concepire qualche cosa di intermedio tra ilemminile ed il maschile. n realt, il genere grammaticale un puro criterio

    di classifcazione ormale interno alla lingua e che si riconosce in base ad unamarca onica o ad un articolo, e i generi grammaticali della lingua centro 2a ricana di cui sopra, sono quelli degli oggetti duri o molli, leggeri, pesanti,etc. *e l'esempio sar stato proposto bene si sar verifcato un vero e proprioaggancio col vissuto del discente il quale operer una prima somatizzazione diuna consapevolezza.

    +opo tali provocazioni, si potr tornare all'interno di una normalit discorsivaper ornire alcuni strumenti tecnici volti ad evidenziare unzioni del linguaggioinseribili nella pi vasta prospettiva della situazione comunicativa in quantotale. *i dovr insistere, pertanto, sulla analisi di

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    ricavava una concezione del linguaggio di tipo "convenzionalistico" che, come vedremo, non sar quella che si a)ermer nel pensiero classico maturo di un5latone o di un 3ristotele. n realt, una qualche ri!essine sul linguaggio implicitamente ricavabile anche nel pensiero di quel 5armenide di 7lea che universalmente riconosciuto come l'iniziatore della ontologia.

    -a amosa a)ermazione parmenidea che lapidariamente asserisce che"l'7ssere ", in atti, linguisticamente strutturata come l'inaccettabileenunciato che a)erma "il passeggiare passeggia". l semplice atto che5armenide non noti o non consideri rilevante questa analogia ci permette diilluminare la sua prospettiva perch la equivalenza linguistica ra le due rasiin oggetto non ha un corrispettivo sul piano ontologico, e, anzi, proprio ilpiano ontologico in quanto ontologico a richiedere che si veda, in un qualchemodo, "oltre il linguaggio" o che, comunque non si consideri pregiudiziale unaanalisi puramente linguistica.

    &uttavia, possiamo tranquillamente a)ermare che la ri!essione flosofca sullinguaggio esplode in tutta la sua centralit con l'a)ermarsi della sofstica.&ale ri!essione risulta organicamente connessa alla concezione sofstica delsoggetto conoscente la cui vita mentale originata e "indotta" dalleesperienze individuali e sensibili necessariamente diverse da soggetto asoggetto. n questa prospettiva rischia di non esistere pi un unico linguaggioma una pluralit di linguaggi che tras ormerebbe, ci sia lecito il paragone,ogni soggetto umano in una monade senza fnestre di -eibniziana memoria. 3tale proposito opportuno ricordare come il solipsismo sia un necessarioportato dalla sofstica pi estrema condotta fno alle sue pi radicali

    conseguenze.+a un'analisi delle concezioni della sofstica, inoltre, si ricava che la radiceprima di ogni linguaggio va cercata nella mera "ostensivit". *cavalcando leparole alle spalle e rintracciandone eventuali elementi linguistici che lecompongono, cio , si deve necessariamente arrivare ad una "radice" nonlinguistica che pu essere oggetto solo di un puro indicare, di un semplicemostrare.

    l dato flosofcamente pi inquietante proposto dalla sofstica, per , un altroed da ricondurre alla provocazione di 1orgia da -entini. Con le sueceleberrime a)ermazioni, in atti, il floso o siciliano operava quella chepotremmo defnire una "disarticolazione del logos". =ealt, pensiero elinguaggio, cio , venivano posti su piani diversi la cui osmosi e comunicazionenon poteva certo essere dimostrata e l'unica cosa autenticamente "reale",l'unico dato autenticamente non esorcizzabile era proprio la parola con tuttala pericolosit della sua orza persuasiva.

    *e si ri!ette quanto il concetto di logos sia centrale nella mentalit antica ecome i molteplici signifcati di tale parola, postulano un continuo rapporto ra ipiani che 1orgia separava e rendeva incomunicabili, possiamo misurare laportata eversiva del nostro pensatore operata nei con ronti di un interacultura e di un'intera mentalit.

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    -a provocazione gorgiana #anche se 3ristotele e 5latone cercheranno disuperarla$ alegger come una sorta di nube minacciosa sulla intera culturaantica, ed essa viene necessariamente assorbita anche da chi cercher diopporvisi con tutte le sue orze.

    >ostra di averla assimilata proprio quel *ocrate, tradizionalmente presentatocome superamento della sofstica, e ci per ettamente riscontrabile seesaminiamo le sue scelte comunicative. *ocrate, in atti, coglie per ettamentequanto la parola possa irrigidire il linguaggio e la scelta della "oralit" non certo casuale. l nostro floso o, cio , cerca di mantenere !uido il pensarenella consapevolezza che la parola ad un tempo lo rivela e lo occulta, ma chela unzione occultatrice prende il sopravvento qualora il linguaggio assuma la

    orma scritta.

    *e, poi, prendiamo brevemente in esame la ri!essione platonica e lari!essione aristotelica del linguaggio, possiamo notare un signifcativo cambiodi prospettiva. due maggiori flosof dell'antichit, pur nella diversit delleloro posizioni di ondo, mostrano in questo caso una pro onda somiglianza. *iaper 5latone che per 3ristotele, in atti, per ettamente legittimo individuare la

    valenza ontologica degli oggetti del pensiero mediante l'analisi delcomportamento linguistico dei termini che li designano.

    5ertanto se un predicato ? pu essere tale relativamente ad una pluralit disoggetti, 5latone si sente legittimato a supporre che la suddetta pluralit disoggetti "partecipi" a vario titolo di una comune "idea". 5latone, cio , sembratentare di individuare le "idee" valutandone la consistenza ontologica proprio

    passando attraverso l'analisi del linguaggio e di certe "entit" linguistiche chesembrano svolgere una unzione centrale.

    3ristotele, da parte sua, si sente nel diritto di dedurre il "primato ontologico"delle "sostanze individuali" attraverso analoga ri!essione sul linguaggio emediante la scoperta di come esse tendano a svolgere la unzione logicolinguistica del soggetto all'interno di una rase.

    +a queste primissime battute possibile intravedere come i due flosofsuddetti stiano andando nella direzione di una sorta di "ricucitura del logos"evidenziando quanto sia stata raccolta e presa sul serio la provocazione di1orgia da -entini. 4olendo estrarre una sintesi da tutto ci e ormulare unaconsiderazione di carattere generale, possiamo notare come, la ri!essione sullinguaggio si onda #col rischio di con ondersi$ con il piano logico e ontologico.5er dovere di analisi, per , opportuno scendere nei dettagli ed esaminarepi in pro ondit il pensiero dei nostri autori.

    =elativamente a 5latone, va valutata ancora una volta tutta la valenza dellesue scelte espressive, acendo ri erimento non tanto alla esposizione dialogicadel suo pensiero bens( al mito. l ricorso al mito, in atti, sembra esseresorretto da una sorta di "disagio metafsico" nei con ronti del linguaggio,anche se tale "disagio" risulta consapevole della non aggirabilit dellinguaggio stesso. 5latone, cio , cerca di usare "il linguaggio oltre illinguaggio" nel tentativo di dire ci che per via ordinaria non pu essere dettoe tutto ci mostra quanto il floso o ateniese abbia atta propria la lezione

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    socratica relativa alle istanze che avevano sorretto la scelta dell'oralit. -a"scrittura" platonica, in atti, dotata di una "qualit" che la tras orma, ci sialecito l'ossimoro, in una "scrittura orale", ma, anche, in una scrittura"teatralizzata" nella misura in cui i dialoganti presenti in questa o quell'altraopera squadernano "spazialmente" ci che non pu essere espresso nella

    orma della "temporalit" in quanto, in essa la parola pronunciata doporischierebbe di o)uscare la precedente. -a teatralit consiste nel teatralizzareil pensiero acendo coesistere pi tesi e muovendosi in una prospettivateoretica metodicamente "dilemmatica" dove il pensare ad un tempo"spettacolo" e "spettatore". *i mima, pertanto, la ontologica dialettica delleidee cercando quei movimenti sinottici, quelle mimesi, quelle "partecipazioni"e quelle procedure "diaretiche" che sono la quinta essenza del pensieroplatonico.

    4erosimilmente a tale concezione "realistica" che si ispira, nel 4 secolo d.C.,sidoro di *iviglia, quando a)erma che "nomina sunt consequentia rerum". l

    rapporto ra ri!essione sul linguaggio e ontologia, inoltre, per ettamentepercepibile in 3ristotele e, tenendo presente che i grammatici alessandrini del

    secolo a.C. codifcarono la lingua ispirandosi al pensiero dello stagirita,possiamo parlare, acendo propria l'espressione proposta da &ullio +e >auro# ntroduzione allo studio della semantica 2 -a &erza$ di "aristotelismolinguistico". *i tratta di una concezione che vede un rapporto di "isomorfsmo"tra la s era ontologica della realt, quella del pensiero e quella del linguaggio.

    l pensiero, cio , "ri!ette" la struttura ultima della realt #qualora siaorganizzata razionalmente$ e il linguaggio, a sua volta, "ri!ette" in una sortadi corrispondenza biunivoca l'operazione precedentemente atta dal pensiero.

    Nel ricordare che tutto ci per ettamente collegabile con la concezioneclassica della "verit" per la quale l'"aristotelico" *an &ommaso d'3quino coniala amosa ormula dell'adaequatio, possiamo evidenziare un esempio lampantedi aristotelismo linguistico.

    *i prendano, cio , due classiche defnizioni della sostanza, ovvero sia quellache ce la presenta come causa sui, auto ondativit e ci che di per sesussistente con quella che ce la presenta come "ci che pu essere predicatosolo di se stessa". 7' chiaro che la seconda una defnizione di tipo logicolinguistico e che essa si presenta come conseguenza su un altro piano dellaprima la cui valenza ontologica chiaramente percepibile. 5er inciso,potremmo notare che le posizioni aristoteliche e l'assunto dell'isomorfsmo tralinguaggio, pensiero e "realt", costituiscono una risposta alla provocazionegorgiana ricucendo quel logos che il floso o siciliano aveva disarticolato.7stremamente interessante la ri!essione stoica sul linguaggio la quale nonassume soltanto un taglio flosofco, ma anche la tecnicit di un tagliolinguistico in quanto i flosof della sto analizzano e classifcano le unzionisintattiche e semantiche e distinguono le parti del discorso, proponendol'identifcazione di nomi, verbi, appellativi, congiunzioni e articoli. *i tratta,cio , di un primo esempio di analisi grammaticale che bene testimonia ladistinzione ma la non separabilit tra la concreta analisi delle unzionilinguistiche e la ri!essione flosofca.

    8no dei contributi pi originali degli stoici, come noto, la teoria del"le/t n" che anticipa problematiche molto moderne. *econdo tale concezione

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    le parole sono termini designanti il cui corrispettivo non v cercato nelle"cose", ma nel "signifcato" attribuito alle cose. l le/t n #il signifcato$ unaentit intermedia che si pone tra il signifcante e la "cosa" ed esso risultaposto in essere da quel linguaggio che volendo un po orzare la mano alpensiero degli stoici quasi il demiurgo della nostra immagine del mondo.

    n tale concezione, evidentemente, virtualmente presente un'ipotesi ed unaistanza di carattere convenzionalistica, che, per , riguarda per la prima voltanon la superfcie del linguaggio ma la produzione del signifcato.

    4a ricordato, inoltre, che, secondo la teorizzazione stoica, il le/t n incompleto nelle parole e completo nelle proposizioni, tanto che, la logicastoica, contrariamente a quella aristotelica, non pi una logica dei termini,ma una logica proposizionale. 4eramente signifcanti, in atti, sono leproposizioni e, pertanto solo esse possono costituire i "mattoni elementari" lacui connessione va indagata dalla logica.

    3 tale concezione si accompagna, ancora una volta, una diversa accezione delconcetto di "verit" perch essa compete all'organizzazione logica dei "le/ta"e non ad un rispecchiamento di aristotelica memoria.

    Non ci vuole molto a capire che in queste considerazioni quasi avvertibile,ante litteram, quella prospettiva che sar di @obbes per la quale "veritas indictu non in re consistit". 5er completezza d'analisi, va sottolineato che glistoici esaminarono anche altri le/ta non "re erenziali" come, divieti, comandi,invocazioni etc.

    Altre alle ovvie acquisizioni contenutistiche e culturali che il discenterecepisce tramite la suddetta analisi il docente che cos( operasse stasicuramente perseguendo e ottenendo altri e pi signifcativi obiettivi.

    +ata la centralit del linguaggio all'interno di ogni mani estazione umana edata la unzione strategica che la flosofa del linguaggio ha sempre estoricamente assunto, in atti, risulta illuminata dall'interno un'intera mentalited una visione del mondo. *i tratta, tra l'altro, di una mentalit e di unacultura che presenta interessanti articolazioni al proprio interno e tutto cipu avere una unzione correttiva verso semplifcazioni e idealizzazioni chespesso sono una quasi inevitabile conseguenza quando si prendono ad oggettoculture temporalmente molto distanti e considerate esemplari nella loroconchiusa assolutezza.

    *e, poi, l'azione del docente di flosofa risulta intelligentemente sincronizzatacon quella del docente di lettere classiche, allora il suddetto obiettivoculturale sar stato pi autenticamente raggiunto e sar stato proposto nelsegno di un pluralismo del quale la scuola italiana ha sicuramente bisogno.

    Altre a tale obiettivo che potremmo defnire "culturale", per , altri obiettivirisultano perseguibili in quanto il discente avr individuato un "oggetto" dellari!essione flosofca che cade sotto la sua esperienza quotidiana e che glipermette di mettersi in rapporto dialettico con se stesso.

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    l discente, inoltre, avr cominciato a percepire la complessit del linguaggioe degli atti comunicativi e avr cominciato, anche, a intravedere il rapportoche lega la ri!essione linguistica con quella logica e con quella ontologica.

    La rifessione sul linguaggio nel Medio Evo

    Contrariamente a ci che si potrebbe a prima vista pensare, la ri!essioneflosofca sul linguaggio sviluppatasi lungo i secoli % 2 % 2 % 4 del >edio7vo molto pi ra)inata e stimolante del previsto. -a storiografa flosofcaattuale ormai pressoch unanime nel riconoscere alla ri!essione flosofcamedioevale un altissimo grado di ra)inatezza nonch la capacit di avereprefgurato un po quasi tutte le ri!essioni moderne.

    +opo questa necessaria premessa, per , doveroso are un'altraconsiderazione generale per ocalizzare la prospettiva che ispira tutta lari!essione sul linguaggio dell'et storica che stiamo prendendo inconsiderazione.

    -a flosofa medievale del linguaggio, in atti, risulta svincolata dalla metafsicae dalla ontologia ma risulta, anche, intrecciata in modo indissolubile con lalogica. 4ale la pena di anticipare che la logica si emanciper dalla ri!essionesul linguaggio solo in tempi recenti quando l'introduzione di opportunisimbolismi logici, permetter di are "tabula rasa" di tutte le ambiguit logico2 semantiche presenti in questo o quell'altro aspetto della lingua ordinaria.

    5er rin orzare ulteriormente il orte intreccio medievale che sussiste trari!essione sul linguaggio e logica, dobbiamo evidenziare come per i medievali,la logica si presenta come una vera e propria "scientia sermocinalis". 7ssa,cio , scienza della corretta impostazione del discorso linguistico che,purgato di ambiguit e vaghezze, deve poter risultare strutturato secondorapporti di stringente consequenzialit. 7' costante preoccupazione dei flosofdel linguaggio medievali, in atti, quella di tentare di sciogliere ed eliminare leambiguit e le vaghezze tipiche del linguaggio quotidiano e, in taleprospettiva, si produce un'analisi "tecnica" estremamente smaliziata.

    -a ri!essione medievale, in atti, distingue preliminarmente e metodicamentetra parole "categorematiche" e parole "sincategorematiche". :ueste ultimesono termini che risultano non essere portatori autonomi di "signifcato" mache, tuttavia, sono "co2signifcanti" nella misura in cui modifcano il signifcatodi termini "categorematici". *i tratta di paroline apparentemente "innocenti"come "se", "cio ", "quindi", "allora", "o", "alcuni", "tutti", etc. Con terminologiamoderna, possiamo dire che esse prefgurano in modo pressoch totale quelliche oggi vengono defniti "connettivi", e "quantifcatori logici". medievali,pertanto, prendono ad oggetto i termini sincategorematici e cercano dievidenziarne nel modo pi chiaro possibile, la unzione logica.

    Non ci vuole molto, quindi, a capire la quota di modernit presente in taleprospettiva e come essa in un qualche modo anticipi le svolte del pensierologico pi recente.

  • 8/10/2019 Trucheck.it Filosofia Del Linguaggio

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    -'interesse dei pensatori medievali, #interesse tanto portato avanti con metodoe sistematicit da ar si che essi producessero la necessaria terminologia$ anche ocalizzato sui cosiddetti "esponibili". *i tratta di rasi oscure perch inesse nascostamente presente qualche parola sincategorematica oppureperch i termini sincategorematici giocano ruoli poco chiari. *i prenda, ad

    esempio l'espressioneB "ogni uomo ama una donna" e si sottolinei la presenzadel termine sincategorematico "ogni" che potremmo defnire un"quantifcatore logico". l signifcato dell'intera espressione risultaimmediatamente non ambiguo in quanto capiamo per ettamente che si staa)ermando come ogni singolo uomo abbia una propria donna particolare cherisulta essere oggetto del suo amore. *e, per , restiamo ancorati alla letturadella rase cos( come doveroso che accia il floso o che esercita la propriari!essione logico2linguistica, dobbiamo dire che essa sembra a)ermare cheesiste una sola donna amata da tutti gli uomini. -'ambiguit di questoesponibile, come chiaro, risulta determinata dalla non avvenutaesplicitazione della unzione dei termini sincategorematici "ogni" e "una".

    1razie alla ra)inatezza della loro analisi linguistica, i medievali a)rontano connuovi strumenti alcuni paradossi logici dell'antichit sui quali avevano insistitoproprio gli stoici. 7' il caso dell'antinomia connessa ai paradossi inerenti altermine "mentire" e per ettamente esemplifcati nella rase che asserisceB"7pimenide cretese dice che tutti i cretesi mentono". 7' logicamenteimpossibile stabilire come giudicare l'a)ermazione di 7pimenide perch , inquanto cretese, inserito nella classe di tutti quei cretesi classifcati comemenzogneri. *e tutti #si noti il quntifcatore logico$ i cretesi mentono anche7pimenide sta mentendo, ma nella misura in cui denuncia le menzogne dei

    concittadini, sta a)ermando qualcosa di vero. medievali intuirono che tuttoci era determinato dalla presenza di un elemento di "auto re erenzialit" inquanto la rase in questione parlava di un oggetto ma parlava anche di sestessa che giudicava tale oggetto.

    5er meglio valorizzare la ra)inatezza dell'analisi dei medievali, bisognasottolineare che essi compresero come tale paradosso andasse a)rontatora)inando l'analisi linguistica avvertendo una necessit non soddis atta e cheoggi riceve risposta grazie alla distinzione tra "linguaggio2oggetto" e"metalinguaggio". Nel pensiero moderno questi paradossi non sono pi tali,grazie ad una distinzione tra piani del linguaggio, che per non una genericadistinzione, ma viene proposta e strutturata indicando e " ormalizzando" leregole inerenti a questo e a quell'altro piano.

    -'interesse degli stoici, si rivolge anche alle parole categorematiche, ed signifcativa la distinzione tra "suppositio propria" e "suppositio impropria".Con il termine suppositio si intende l'interpretazione attribuibile ad unaparola, all'interno di un preciso contesto ed essa "propria" in rasi del tipo "ilpane sulla tavola" ed "impropria" quando il termine viene adoperatometa oricamente o secondo qualche altra fgura retorica come nel casodell'espressione "il pane della sapienza".

    -'atteggiamento minuzioso dei medievali si spinge a distinguere, all'internodella suppositio "propria" tra "suppositio ormalis" e "suppositio materialis". 7'un caso di "suppositio materialis" l'a)ermazione "Carlo ha cinque lettere" in

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    quanto si ri erisce alla materialit onica della parola "Carlo". *ignifcativa,inoltre, la ri!essione sulla "suppositio personalis", la quale, come dice lastessa espressione, riguarda le persone o, se si pre erisce entit individuali. nquesto caso ci imbattiamo in diverse tipologie incontrando la "suppositiopersonalis" classifcabile come "determinata" #esB qualche uomo calvo$,

    oppure in quella classifcabile come "con usa et distributiva" #ogni uomo bipede$ ed infne nel tipo "con usa tantum" #il gi citato esempio che a)ermaB"ogni uomo ama una donna"$.

    La polemica sugli universali: sintomaticit di una questione

    3ll'interno della ri!essione flosofca del linguaggio del >edio7vo, inoltre, sisitua, una questione particolarmente interessante anche perch , ladimensione linguistica si intreccia con quella logica, all'interno di un quadrodove le questioni ontologiche anno da s ondo. -a questione in oggetto,evidentemente, quella relativa alla "polemica degli universali" e al suointerno possiamo anche ritrovare istanze di tipo teologico che, come noto,sono centrali in una flosofa che si lascia ispirare dai dogmi del cristianesimoe, in primissimo luogo, quello della creazione.

    Ci si interroga su quale osse lo status di termini generali come "uomo" o"animale" che vennero denominati, appunto, "gli 8niversali". nterrogarsi su

    tale status signifcava, evidentemente, interrogarsi sulle modalit delleprocedure astrattive del nostro pensiero e sulla natura dell'"oggetto"dell'astrazione.

    5er *.3nselmo e 1uglielmo di Champeau? gli universali erano "ante rem",cio , entit di per se sussistenti antecedenti alla loro "incarnazione". 7',evidentemente, una posizione di derivazione platonica, e gli "universali"sarebbero paragonati alle "idee" presenti nella mente di +io e con le quali

    viene progettato il mondo.

    3l limite opposto di tale questione, troviamo la posizione nominalistica di=oscellino per il quale gli "8niversali" erano soltanto un "!atus vocis", ovverosia, delle pure entit linguistiche, sorrette da un principio convenzionalisticoed essi dovevano essere pensati come post2rem.

    8na posizione estremamente interessante quella di 3belardo che possiamodefnire "concettualistica". -'8niversale, cio , esprime un concetto ed inerente a quello che i medievali chiamavano "sermo". *i tratta,evidentemente, della soluzione "logica" di un problema linguistico che ricordamolto da vicino le posizioni gi analizzate dello stoicismo. +'altra parte

    3belardo si era ormato sui testi di 9oezio all'interno dei quali le concezionidell'antica sto erano chiaramente presenti.

    -a "*intesi" di tale questione che anim il dibattito flosofco dell'epoca, vieneproposta da quel *.&ommaso d'3quino, che non a caso rappresenta il punto

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    pi alto della ri!essione flosofca 2 teologica del medioevo. :uello tomistico sipresenta come un intelligente e argomentato "compromesso" perch il nostroautore sostiene che l'8niversale sia tanto ante2rem quanto in2re e quanto,inoltre, post2rem a seconda delle angolazioni dalle quali si osserva ilproblema. Nella mente di +io, in atti, l'8niversale ha una unzione archetipico2

    platonica ed ante2rem per essere in2re a creazione avvenuta e presentarsicome post2rem se lo consideriamo nella sua dimensione di prodottodell'astrazione della mente. +'altra parte, come noto, nel tomismoriecheggia la flosofa di 3ristotele ed presente quell'aspetto tipico dellamentalit antica per il quale esiste uno stretto rapporto tra ontologia egnoseologia dove la gnoseologia ripercorre per via "ascensionale" i percorsi"discensionali" dell'ontologia.

    7' il caso di sottolineare nuovamente il rapporto ra teologia e ri!essione sullinguaggio e va notato come la ri!essione linguistica possa essere unzionale e"razionalizzare" il dogma della creazione.

    *e vogliamo, retrospettivamente, possiamo ri!ettere sul silenzio aristotelicosu tale questione perch esso si presenta come una sorta di "silenziometodico" orse proprio perch lo stagirita aveva compreso le molteplicis accettature della questione ma, essendogli estraneo il problema dellacreazione, non aveva avvertito il bisogno di a)rontarla.

    -e ultime questioni analizzate ci spingono anche ad un'altra considerazione,capace di mostrare l'onnipervasivit della flosofa del linguaggio e capace dievidenziare quanto sia stata percepita la centralit della parola e della sua

    orza creativa. Nei libri del 4ecchio &estamento, in atti, si legge che all'originec'era +io, che il 4erbo era presso +io, che il verbo era +io, e vale la pena diaccennare a ilone di -arissa che concepiva +io come "logos incarnato".

    Filoso a del linguaggio e problematiche della conoscenza: prospettivedi ondo dell'et moderna e questioni particolarmente signi cative

    5rima di a)rontare le tematiche della modernit relative al linguaggio vale lapena di ricordare l'a)ermazione "pan2linguistica" del floso o medievale1uglielmo di *alisbur0 per il quale la grammatica era la culla di tutte lequestioni flosofche.

    8n altro cenno va dedicato ai cosiddetti "modisti" e alla "grammaticaspeculativa" per la quale, come gi riscontrato in 5latone ed 3ristotele,l'ontologia desumibile dalla struttura del linguaggio. 5er i modisti e per laloro grammatica speculativa, le lingue potevano variare solo in superfcie e inmodo accidentale mentre le loro strutture pi pro onde non potevano cheessere sostanzialmente identiche e modellate dalla "logica della sostanza"aristotelicamente intesa. 3nche se in orma necessariamente non smaliziata einfnitamente meno tecnica di come avverr nella ri!essione contemporanea, i"modisti" prefgurano un intuizione di tipo choms/iano il quale, trascendendola dimensione tecnica dello studio della struttura della lingua, e accedendo

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    necessariamente ad una ri!essione che non pu che essere flosofca,ipotizzer una sorta di "grammatica pro onda".

    *e ora prendiamo in esame la flosofa del linguaggio del =inascimento edell'et moderna, ci troviamo nella necessit di are una doverosa

    considerazione preliminare. -a flosofa del linguaggio cio , tende asvincolarsi dalla logica #con alcune signifcative eccezioni$ econtemporaneamente assistiamo ad un avvicinamento in direzione dellagnoseologia.

    7stremamente signifcativo a tale proposito il pensiero di quel !acone che sicuramente uno dei padri della "modernit". l floso o inglese, nella sua parsdestruens passa in rassegna i cosiddetti "idola" ovvero sia quegli errori insitinell'uomo, nel unzionamento pro ondo della sua soggettivit, neicomportamenti con i quali esprime la sua essenza. Nella nostra ottical'attenzione necessariamente ricade su quegli "idola ori" che a)ondano leradici nell'atto comunicativo in quanto tale e, pertanto, nella comunicazione

    verbale. 9acone sa per ettamente quali siano le ambiguit presenti nellinguaggio a quali errori di prospettiva ci possono indurre e propone l'ideale diuna "lingua purgata" che, molto alla lontana, prefgura un tema che sarcentrale nel Neopositivismo logico. l floso o inglese auspicava una nonmeglio precisata "lingua edenica" ovvero sia una lingua incorrotta situata nelmitico paradiso terrestre. 9acone non dice in modo autenticamenteconvincente come costruire #o recuperare$ tale lingua anche se verrebbe dapensare che essa dovrebbe essere capace di porsi una sorta di"corrispondenza biunivoca" per etta con la "realt". Nonostante la vaghezza

    della proposta baconiana, per , c' un aspetto sicuramente degno di nota, inquanto viene sottolineato lo strettissimo rapporto che deve poter esserci traconoscenza scientifca e creazione di un opportuno linguaggio.

    *e, poi, acciamo ri erimento al concetto di verit baconiano, auspicato manon completamente attuato, che la concepisce come unzione della prassi,

    verrebbe da pensare che la lingua edenica dovrebbe essere composta datermini il cui "signifcato" dovrebbe sciogliersi completamente nel loro valoreoperativo.

    Con qualche orzatura e intendendo il "linguaggio" in senso lato potremmoare ri erimento a quel "alilei che concepiva la matematica come una sorta di

    "lingua divina" che veniva "parlata" dalla natura. :uella galileana,evidentemente, era una meta ora un po sbrigativa e sicuramentepitagorizzante, ma bene esemplifca quanto sia stimolante la ri!essione sullinguaggio, come la stessa realt pu essere vista come il "luogo" in cui siparlano e si intrecciano pi "lingue".

    8no dei personaggi pi signifcativi e dove la ri!essione linguistica sicuramente in primo piano costituendo un tratto caratteristico del suofloso are certamente il pensatore inglese #obbes$

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    >uovendosi in una prospettiva enomenistica e concependo il "nomen" come"cristallo di sensazioni" costruito mediante criteri selettivi tutti interni allalingua intesa nella sua convenzionalit, il nostro floso o operativizza ilnominalismo che cessa di essere soltanto una ipotesi sul linguaggio perdiventare uno strumento unzionale alla organizzazione della conoscenza. 5er

    @obbes, in atti, la ragione umana agisce correttamente e organizza in modocoerente la conoscenza se si vive e si progetta come un "calcolare con nomi". 4alutata attentamente ed in prospettiva, quella hobbesiana si presenta comeuna proposta di creazione di un linguaggio artifciale simbolico e ormalizzatoche dovrebbe avere la unzione di ondare e indirizzare la conoscenza. *iamo,cio , in presenza di una "ragione linguistico2sintattica" alla quale siaccompagna quel noto concetto di "verit" per il quale la s era di esercizio ditale valore consiste unicamente nella dimensione linguistica.

    *e la dimensione sintattica privilegiata da @obbes, nell'empirista -oc/etroviamo in primo piano una preoccupazione che potremmo defnire"semantica".

    5er Loc%e il compito della flosofa quello di chiarifcare il signifcato deinostri strumenti concettuali e tale opera di chiarifcazione richiede unaprospettiva empiristica e la operativizzazione di quel principio che a)ermache "nihil est in intellectu quod non uerit in sensu". l signifcato di ogninostra "idea" coglibile solo se siamo in grado di ricostruire il percorso psico2logico e l'individuazione del "signifcato" dovrebbe garantirci da usi illegittimi.

    Costante, in atti, in -oc/e una di)idenza verso la metafsica, nonch lapreoccupazione relativa alla individuazione di un criterio che non permettache essa si infltri all'interno delle nostre conoscenze infciando quel valore diautenticit che necessariamente "empirico". Ci che preoccupa -oc/e, cio ,

    quello che potremmo chiamare il rischio della "reifcazione" ovvero sia ilpericolo di scambiare una pura esigenza del pensiero per contenuto di realtempiricamente conoscibile. 5roprio per questo il floso o inglese sensibilealla "dimensione semantica" e continuamente si chiede quale sia il contenutoempirico denotato dalle nostre parole.

    7' chiaro che ci muoviamo in una prospettiva molto distantedall'"3ristotelismo linguistico" e i termini della lingua sono fgli diun'operazione arbitraria ma che, nella misura in cui ricostruibile, nparalizza il pensiero n gli con erisce una sorta di "schizo renia anarchica".

    Nella prospettiva -oc/iana, evidentemente, le procedure astrattive egeneralizzanti del pensiero non si modellano su "gradini ontologici" marisultano condizionate empiricamente e "culturalmente".

    5er correttezza danalisi, doveroso sottolineare che il suddetto rischio della"reifcazione" era presente, anche se in orma implicita, gi nella concezionebaconiana degli "idola ori".

    *empre ri erendoci alla concezione -oc/iana, necessario porsi un'altraquestione relativa alla unzione primaria svolta dal linguaggio. +a una parte,

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    in atti, esso sembra avere lo scopo ondamentale di comunicare conoscenza,ma dall'altra, senza che ci sia in contraddizione con quanto appena detto,esso sembra essere dotato della unzione di analizzare e comprendere unpensiero, che senza esso, quasi non sarebbe nella misura in cui non si esprimein orme che lo oggettivano.

    5er inciso, il sensista Condillac che insiste particolarmente su questosecondo aspetto, a testimonianza, ancora una volta, dellinscindibile rapportopensiero2linguaggio.

    *i a strada, per , anche una terza ipotesi che trovava i suoi sviluppi piconseguenti nel pensiero romantico fno a prolungarsi nelle propagginiidealistiche del primo ' DD. 3ttraverso il linguaggio, cio , si comincia acostituire un universo concettuale articolato, non pi soltanto dotato di"signifcato" e "senso" come gi teorizzato da @obbes e -oc/e, ma provvisto,anche, di un "sistema di valori". 3ttraverso il linguaggio, quindi, si costituisceuna vera e propria 6eltanschauung.

    5er "completare" il quadro della ri!essione flosofca sul linguaggio nella etmoderna, per , necessario seguire anche un altro flone che elabora temiche avranno uno sviluppo molto pi articolato della flosofa del ' DD e,segnatamente, nelle ri!essioni flosofco2scientifche.

    *i gi detto come in et moderna la flosofa del linguaggio si osse accostata

    principalmente alla gnoseologia, ma va ricordato che c' anche una tendenzache la aggancia alle problematiche della logica.

    9isogna avvertire, per , che l'oggetto della ri!essione non sono pi le linguenaturali bens( i linguaggi artifciali e ormalizzati che scoprono l'e)ettopotenziante di un opportuno simbolismo.

    n tale ottica, il nostro discorso non pu non prendere in considerazione ilpensiero di quel Leibniz che, senz'altro impressionato e stimolato dagliideogrammi della lingua cinese, riteneva possibile costruire un "al abetosimbolico" del pensiero capace di esprimere quelli che potremmo defnirecome "atomi concettuali". 7' l'ideale leibniziano della "characteristicauniversalis" che dovrebbe permettere la creazione di una "lingua pura" che,agganciandosi ai suddetti "atomi concettuali" del pensiero, necessariamenteavrebbe il pi ampio dei respiri e permetterebbe una comunicazioneuniversale superando le barriere delle lingue naturali. >a lo scopo di talecostituenda "lingua logica" sarebbe anche un altro e tale scopo si presentadotato di un'importanza ancor pi superiore. -'ipotetica "lingua logica" di cuisopra,in atti, dovrebbe permettere, per sua stessa natura, l'allargamentoindefnito delle conoscenze mediante l'istituzione di nuovi rapporti e "calcoli"con i quali investire gli elementi di base.

    Naturalmente, dietro tutto ci c' la "metafsica della monade" la quale, come noto, "centro di rappresentazione" del mondo e viene concepita come un

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    "microcosmo" logico2gnoseologico nel quale si ri!ette, in modo pi o menotrasparente e cosciente, il "macrocosmo" tutto.

    Naturalmente resterebbe da stabilire in termini pi precisi come vadatecnicamente pensato il rapporto ra lingue naturali e lingue artifciali e

    l'ideale della "characteristica universalis" risulta, appunto, un mero progetto.

    7' doveroso notare, per , quanto pro onda sia stata la intuizione leibniziana#tra l'altro presente nei secoli precedentiB si pensi a =aimondo -utto$ inquanto il nostro floso o in un qualche modo anticipa le tematiche odiernerelative alla "intelligenza artifciale" la quale, per , si regge sullaconsapevolezza della istanza puramente convenzionale che ispira la scelta diquesta o di quell'altra "lingua artifciale". -a contemporaneit, cio , quandoprende ad oggetto le "lingue artifciali", opera in un contesto totalmentesgombro da ri erimenti ontologico2metafsici e la scelta viene operata in basea puri criteri di "economicit unzionale".

    4a ricordato infne che -eibniz esprimeva e cercava di realizzare un'istanzaprecedente che aveva caratterizzato la ri!essione logica. medievali, con illoro gusto della distinzione e della precisazione, avevano parlato di una logicaintesa come "ars demostrandi" #naturalmente una logica ormale di tipodeduttivo$ e di una logica come "ars inveniendi" coincidente, virtualmente, colproblema del metodo e necessariamente procedente in modo induttivo.-eibniz cerca di unifcare tali due s ere in una prospettiva nella quale la"dimostrazione", se investe gli "atomi logici" di cui sopra e li struttura secondouna logica combinatoria, gi di per s "induzione"ed "inventio".

    *e, ora, vogliamo in un qualche modo prefgurare tematiche che anticipanomolto da vicino la contemporaneit diviene doveroso un ri erimento allalinguistica romantica e alle concezioni di un @erder e di un 4on @umboldt.

    *oprattutto quest'ultimo insiste su come ogni lingua sia la proposta di unaprecisa 6eltanschauung in quanto mossa da uno "spirito animatore" unico eirripetibile. 5er 4on @umboldt, romanticamente, nella lingua si esprime il

    4ol/geist #spirito del popolo$ e le lingue sono espressione dell'essenza diquelle nazioni che vanno concepite come autentici soggetti collettivi e pensatein termini di "individualit storiche". 7' agevole scorgere in tutto ci la chiarapresenza di elementi ideologici che si infltrano nella ri!essione flologica sullinguaggio e che possono acilmente s ociare in polemiche di segno gi"nazionalistico" tra lingue il cui "spirito" rimasto intatto e lingue"imbastardite" perch dotate di una "identit meno orte".

    *eguendo questo percorso possiamo spingerci fno alle soglie del primoNovecento prendendo in considerazione pensatori che, come Croce, hannomantenuto una prospettiva idealistica opportunamente purgata da elementiirrazionalistico2romantici che spingono verso l'esaltazione delle rispettivelingue nazionali.

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    5er !enedetto &roce esiste una per etta saldatura tra intuizione edespressione e ci che lo spirito umano intuisce risulta gi in un qualche modoespresso. Crocianamente chi dicesse di avere un articolato mondo interiorema di non riuscire a trovare i modi per esprimerlo, cio , starebbe dimostrandocon le sue stesse a)ermazioni che tale mondo interiore, di atto, non esiste.8na nuova intuizione, in atti, sa necessariamente trovare i suoi segni perchEnasce con la consapevolezza che senza tale "rivestimento" non pu chiarire sEa se stessa. 3ndrebbe ricordata, a supporto di quanto a)ermato, lateorizzazione crociana dell'arte #e, segnatamente, della poesia$ come "sintesia2priori di sentimento e immagine".

    l sentimento intuito, in atti, nuovo solo se originariamente sintetizzato conuna immagine e la sua "traduzione" successiva soltanto un atto "tecnico"che deve essere animato solo dal bisogno di restare edeli a ci cheoriginariamente si sentito nella orma di un'immagine.

    Crocianamente, pertanto, la lingua #in senso lato ed in senso stretto$ costitutivamente creativit e vale la pena di ricordare come -eo *pitzer #che

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    con Croce aveva scambi culturali ed a)init di vedute$ usasse dire che "nonc' moto dell'animo che non si tras ormi in un moto del linguaggio".

    -a linguistica idealistica, proprio perchE insisteva sulla costitutiva e originariacreativit della lingua, si opponeva ad una linguistica di derivazione

    positivistica per la quale la suddetta "creativit", s uggendo ai controlli di unamisurazione oggettiva, non poteva essere oggetto di studio e tematizzazione ebisognava limitarsi alle mani estazioni "positive" della lingua considerandolanella sua capacit di veicolare in modo oggettivo in ormazioni. +ellacoesistenza di queste due tendenze, ai primi del ' DD ci da testimonianzal'idealista Farl 4ossler, autore, nel G DH, di un saggio intitolato "idealismo epositivismo nella scienza del linguaggio".

    7' chiaro che il "segmento" precedentemente analizzato risulta, per la varietdei temi a)rontati, di problematica mediazione didattica che rischia dispingersi fno ai limiti dell'impossibilit. Naturalmente, ipotizzando una scuolapro ondamente ri ormata, nella quale la flosofa viene a)rontata per problemie non per autori, il docente dovr stare molto attento alla realisticapraticabilit dei suoi progetti, operando intelligenti e non penalizzantisemplifcazioni ed esemplifcazioni.

    4a tenuto presente, anche, che l'obiettivo pi centrale quello di ar s( che ildiscente sia il pi possibile consapevole delle questioni della contemporaneitnovecentesca. -a semplifcazione di cui sopra, pertanto, dovr essere

    preparatoria al perseguimento di tale obiettivo e bisogna guardarsi da unpericolo insito nella natura stessa dell'insegnamento della flosofa. *pesso,cio , accade, che il docente di flosofa ornisca spunti stimolanti ma di)icili dacomporre in un quadro che, senza rinunciare alla molteplicit delles accettature, appaia coerente ed ordinato.

    5oich , come vedremo, le flosofe novecentesche, in un qualche modoimparentate con la ri!essione sul linguaggio,vanno nelle pi svariate direzioni,con il rischio che la flosofa diventi un "osceno" contenitore in cui purientrare di tutto, il segmento appena preso in esame dovr essere elargitocon la massima prudenza e cercando di ottenere quella che, con terminitecnici, si defnisce una "operativizzazione degli obiettivi". l discente, dovracquisire abilit e capacit e le consapevolezze teoriche diventanoautenticamente tali se concretamente applicate "in feri". Chiunque abbiaesperienza di lavoro didattico, in atti, sa per ettamente che vale il principioper il quale ascoltare semplicemente delle in ormazioni gi equivale ad undimenticare, mentre il vedere un ricordare e l'agire un capire. +el resto,l'uso delle moderne tecniche multimediali ha dimostrato che, qualora glistimoli provengano da pi organi sensoriali #vista e udito$, crescenotevolmente la capacit di ritenere i contenuti e tale capacit si impennaulteriormente se si situa il discente in una operazione interattiva.Naturalmente non si tratta di computerizzare l'insegnamento, anche perchE,nonostante la possibilit di interagire col computer scegliendo l'apertura diquesta o di quell'altra fnestra il modello di apprendimento ornito da talimacchine risulta, in ultima istanza, s/inneriano e ispirato da una logica di

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    "condizionamento operante" sicuramente molto e)icace per il raggiungimentodi determinati scopi, ma altrettanto sicuramente limitato relativamente allapossibilit di un intervento autenticamente creativo. -'auspicabilissimainterattivit da realizzare in una classe, pertanto, deve essere di altro tipo e aldiscente bisogner ornire suggerimenti dando contemporaneamente le

    condizioni che ne rendono possibili le utilizzazioni. -'interattivit, pertanto,deve poter ar leva su ci che il discente gi s lasciando intuire la possibilitdi un nuovo utilizzo nonch la possibilit di gettare luce interpretativa sunuove tematiche in base a consapevolezze precedentemente acquisite magariin altri ambiti disciplinari.

    n tale ottica e relativamente al segmento precedente, il docente di flosofapotr ar leva su consapevolezze tratte dall'insegnamento della matematica,da quello della lingua italiana, della storia dell'arte, cercando una "sinergiametodica" con i rispettivi docenti.

    Cos(, se la proposta -eibniziana pu apparire chiara nella sua ormulazioneastratta e come pura espressione di un'esigenza, essa rischier di essere

    vissuta come priva di contenuto operativo, suscitando nel discente magari unaimpalpabile "angoscia della conoscenza". &utto ci potr essere acilmenteevitato se si a opportuno ri erimento a quell'algebra che i discenti assimilanospesso solo "tecnicamente" senza riuscire a ri!ettere su ci che la caratterizzae sulla unzione delle scelte linguistiche che l'hanno prodotta. -'algebra,in atti, una disciplina altamente ormale che corrisponde ad una sorta di"matematica al quadrato" e dove il calcolo reso pi universale e pi

    velocizzato grazie alla unzione di un opportuno simbolismo. *i tratta,

    evidentemente, di una "lingua artifciale" e la flosofa di -eibniz, dopo talediIsemantizzazione operativizzante, pu anche essere presentata come unaproposta di "algebrizzazione del pensiero".

    =elativamente alla concezione idealistica del linguaggio, l'operativizzazione diquanto precedentemente proposto passa attraverso un'ulteriore ri!essionesulla natura dei linguaggi poetici. 3nalizzando tecnicamente quali sono glielementi che determinano i particolari e)etti di una poesia ben riuscita, sipotrebbe ar notare che essa si organizza come una sorta di "struttura aperta"arricchibile di nuovi signifcati e interpretazioni. 4errebbe a galla, pertanto,come la poesia sia attuazione di una potenzialit "poietica" insita nellinguaggio in quanto tale e come essa, @eideggerianamente diremmo, sia unaapertura verso l'essere ed il suo senso.

    7' chiaro che un rapporto altrettanto stretto, e, anzi, psicologicamente moltopi orte ed evidente pu essere cercato e trovato agganciandosi alla storiadell'arte. Naturalmente, bisogner saper scegliere con cura i testi pittoricicercando quelli in cui la creazione di nuove "realt", nella misura in cui sipropongono nuove problematizzazioni e nuovi approcci alla realt stessa, pichiaramente percepibile. 3 tale proposito gli esempi sicuramente nonmancano ed uno che sicuramente colpisce qualsiasi discente e lo spinge allaproblematizzazione il seguenteB si potrebbe ar notare come un ritratto diuna persona, pur avendo nel rispetto delle proporzioni oggettive deglielementi della sua fsionomia, possa essere infnitamente meno "somigliante"di una non oggettiva caricatura. l discente immediatamente percepisce #ma

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    poi lo si dovr spingere ad una chiarifcazione concettuale$ che unacaricatura, diciamo cos(, "coglie l'essenza" e propone una nuova prospettivaattraverso la quale rapportarsi al proprio "oggetto". -'arte problematizzazione della realt ed, anzi, anche "creazione" di nuovi ordini direalt, ma tutto ci non avviene se non si prodotto un nuovo "linguaggio"

    che attivi quelle potenzialit latenti che gli idealisti riconoscono al linguaggiocomune.

    er una opportuna pre gurazione di molte delle problematichenovecentesche sulla loso a del linguaggio: (ietzsche ed i suoia orismi

    Come gi ricordato le problematiche novecentesche sulla flosofa dellinguaggio vanno in una molteplicit di direzioni estremamente variate erischia di mancare #anzi manca$ un flo conduttore acendo s( che ci troviamoin una situazione in cui il denominatore comune pu essere cercato soloinserendo i singoli floni nella complessit della situazione storico2sociale2culturale colta nella sua capacit di proporre e imporre una variet di stimoli

    virtualmente infniti.

    *e le cose stanno in questi termini, evidentemente, bisogner operare conprudenza e attraverso le opportune scelte strategiche, magari individuandouna sorta di punto di snodo e presentandolo come un "crocicchio culturale".

    &utto ci , verosimilmente, pu essere trovato nella flosofa di Nietzscheenucleandone s(, i contenuti, ma senza disgiungerli #perch l'operazionesarebbe scorretta$ dalle orme espressive con le quali vengono comunicati.

    Come noto, da un certo momento della sua produzione in poi, Nietzsche,decisamente consuma la sua scelta "a oristica" e ci avviene per unamolteplicit di motivi. 1li a orismi ed il loro tono oracolare, in atti, sonoespressione di un pro ondo disagio nei con ronti del linguaggio comune cheNietzsche avverte come potentemente ideologizzato da una cultura che, nelmomento in cui ha occultato il greco senso del tragico, sembra essere volta aracchiudere l'esistenza in un sistema di certezze precostituite, tantorassicuranti quanto castranti, ed avere il fne di "rimpicciolire" l'uomo.

    -o stile a oristico, pertanto, un tentativo di sottrarsi al linguaggio perconquistare una pi autentica libert che necessariamente passa attraversotale ribellione e la proposta sempre in feri di un altro linguaggio o, se sipre erisce, di un linguaggio "altro". 7' come se Nietzsche volesse parlare solo

    ad orecchie che siano in grado di intenderlo, costruendo una sorta di"3ristocrazia dello spirito" che , per i motivi suddetti, anche una "3ristocraziadel linguaggio".

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    5oich , la comunicazione a oristica non ha certo la caratteristica della"oggettivit", Nietzsche sembra chiedere al lettore di essere "interpretato"piuttosto che severamente e oggettivamente compreso.

    *e questo tassello viene usato bene, tutto ci pu essere un ottimo viatico per

    quella ermeneutica che uno dei floni pi vivi della flosofa del ' DD e chepropone precise interpretazioni sulla natura del linguaggio. Chi leggeNietzsche "somatizzandolo" stabilisce una sorta di circuito aperto tral'interpretato e se stesso come interpretante ed il discente pu gi cominciarea cogliere in termini operativi quella questione tanto @eideggeriana quanto1adameriana nota come "circolo ermeneutico".

    4a anche sottolineato che Nietzsche sembra voler recuperare lacomunicazione su un piano pi alto in quanto si tratta non di un semplicetravaso di contenuti da una testa pensante ad un'altra, ma di una continuainterazione che a s( che o la comunicazione anche creazione o essa decadeinevitabilmente #@eideggarianamente diremmo$ sul piano della banalitquotidiana e della "chiacchiera".

    Che la comunicazione autentica sia creazione un contenuto che pu essereacilmente elargito colpendo il discente nella sua s era emotiva. Nei momenti

    pi alti e magici del rapporto amoroso, in atti, gli innamorati come secercassero un nuovo linguaggio che possa riguardare loro e solo loro,

    ondando un mondo abitabile solo dalle loro persone. Naturalmente il discentepotr riconoscersi in tali a)ermazioni, ma, in nome di una "ragione dialettica",bisogner ar notare i pericoli di un isolamento solipsistico ra)orzando ancora

    una volta l'a)ermazione per la quale "ogni medaglia ha il suo rovescio".Come noto, la scelta comunicativa Nietzschiana stata messa in strettarelazione con quell'espressionismo presente tanto in pittura #>unch, 7nsor$tanto in letteratura #Fa /a, 5irandello$, che sembra animato da una voglia dide ormare la realt, come se l'uomo trovasse la sua ragion d'essere e la suaidentit trasfgurando il mondo della quotidianit e quasi acendo propria unarivisitata a)ermazione cartesiana per la quale come se si dicesseB"trasfguro, quindi sono". &ale inso)erenza nei con ronti del linguaggio ha unaspiegazione storico2sociale ed essa va messa in strettissima relazione con gliscenari avviatisi con la =ivoluzione industriale nei quali l'uomo,>arcusianamente, tende ad assumere l'unica dimensione di produttore2consumatore.

    n tale ottica le scelte espressive di Nietzsche, appaiono in tutta la lorosintomaticit ed esse possono essere utilmente collegate con queldecadentismo che, portatore di "anime" molto diverse ra loro #si pensi ad un5ascoli, ad un +3nnunzio, etc.$ pu essere considerato come un enomenounitario solo se ne individuiamo "in negativo" un "collante". l decadentismo ,in atti, in un primo momento percezione della crisi dell'uomo contemporaneo,per poi divenire, nella sua ase pi matura, "coscienza della crisi", ci spiegala multi ormit di tale movimento, in quanto, infniti sono, in linea di principio,i modi di reagire a tale crisi, e si pu andare da una sorta di regressione almondo dell'in anzia #5ascoli$ ad atteggiamenti superomistici #+'3nnunzio$ allateorizzazione compiaciuta e ironica della inettitudine #*vevo$ per arrivare alla

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    polverizzazione dell'io e del mondo, del paralizzante relativismo pirandelliano.-a suddetta inquietudine non pu non tradursi in una articolatasperimentazione linguistica perch ci che si cerca di descrivere, seconsideriamo la questione dal suo versante oggettivo, una sub2realt o unain ra2realt, una meta2realt, mentre, se ocalizziamo l'attenzione sul versante

    soggettivo, ci che viene tematizzato la sub2coscienza o la in2coscienza o lapre2coscienza, etc.

    er una giusta ottica sulla loso a del linguaggio novecentesca: )lasvolta linguistica)* individuata da +ort,

    5er rapportarsi alla novecentesca flosofa del linguaggio e per evitarepreventivamente impostazioni che potrebbero in un qualche modo essereriduttive, vale la pena di problematizzare quella svolta linguistica di cui parla=ort0 quando ritiene di individuare un criterio di lettura generale perinterpretare la flosofa contemporanea nel suo complesso. l nostro autoreparla di svolta linguistica per lo meno in un duplice senso di acilissimachiarifcazione. nnanzitutto va sottolineato come il linguaggio vengaconsiderato dalla flosofa contemporanea come l'unico vero reperto perstudiare l'uomo e le sue mani estazioni. l linguaggio, cio , rappresental'elemento positivo assolutamente non aggirabile nel quale le mani estazioniumane trovano un loro ri!esso ed un loro rispecchiamento, e tale situazionecorrisponde ad un enomeno che innanzitutto "reale". 7' proprio il

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    linguaggio, cio , #e qua cogliamo la seconda unzione$ a costituire il nucleopropulsore di tutto l'agire razionale dell'uomo le cui mani estazioni, tutteimmerse e condizionate dal linguaggio, si traducono e si esprimono, appunto,in comportamenti produttori di questo o di quell'altro "linguaggio".

    *arebbe tale consapevolezza ad avere ispirato nascostamente tutta laproduzione flosofca contemporanea, e ci ha atto s( che i classici problemidella flosofa visti nella loro complessivit siano stati a)rontati attraverso un"approccio linguistico". -a flosofa della scienza, le tematiche psicologiche,quelle sociologiche o antropologiche etc, cio , hanno considerato i rispettivioggetti in termini di linguaggi pensandoli non solo come capaci di produrre unlinguaggio ma, addirittura, come strutturati essi stessi con le modalit di una"lingua" #naturalmente si tratta, evidentemente, di tante lingue specifche$.

    8n altro accorgimento per are opportunamente cogliere la nuova prospettivache sembra aprirsi nella flosofa del ' DD pu essere quello #didatticamenteutilissimo$, di presentare preventivamente la vastit "dell'arco problematico"investito dalla nuova ottica. &ale compito pu essere e)icacemente svolto se siindividuano autori tra loro "distanti" in quanto le problematiche a)rontate sisituano su piani diversi e che, nello stesso tempo, possano avere un valoreesemplare nella misura in cui permettono l'individuazione di alcuni floni

    ondamentali. 3l nostro scopo ci serviremo di tre pensatori, particolarmentesignifcativi come Freud* -ittgenstein e #eidegger$

    =elativamente al ondatore della psicoanalisi, va preventivamente sgombratoil terreno da un equivoco in quanto Freud non certo il primo ad averestudiato ed individuato l'inconscio n l'unico ad averne colto l'importanza perla vita psichica nel suo complesso. &utto ci ben evidenziato proprio dalnostro autore il quale, in un'opera divulgativa scritta sintetizzando una seriedi con erenze tenute in 3merica, # reudB " ntroduzione alla psicoanalisi"edizione 9oringhieri$ riporta come 5latone usasse dire che la di)erenza tra ibuoni e i malvagi consiste nel atto che i primi compiono azioni riprovevolisoltanto in sogno. l floso o ateniese, cio , aveva gi per ettamente colto comeattraverso l'attivit onirica si mani estano elementi che rimangono seppellitinella psiche. l grande merito reudiano in atti un altro, ed esso consistenell'avere sottolineato con grande orza tutta la centralit dell'inconscio fnquasi ad individuarlo come il grande burattinaio del nostro agire e del nostrosentire ma, nello stesso tempo, di averne teorizzato la decodifcabilit.

    &utto ci avviene perch , ci sia lecita l'espressione, l'inconscio "parla" e simani esta, come noto, attraverso i lapsus e gli atti mancati, lasomatizzazione di con!itti psichici pro ondi e, soprattutto, i sogni.

    >a, per indirizzare meglio il discorso reudiano nella prospettivaprecedentemente sottolineata, possiamo usare espressioni pi orti e dire nonsolo che l'inconscio ha un linguaggio ma che esso stesso si struttura come unlinguaggio, anche se di tipo particolarissimo.

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    &utto ci , risulta in modo particolarmente evidente se prendiamo inconsiderazione il "parlare" dello inconscio attraverso i sogni.

    l padre della psicoanalisi, dopo aver distinto tra contenuto latente econtenuto mani esto dei sogni ed avere incentrato l'attenzione sul primo

    elemento, prende in esame il cosiddetto "lavoro onirico" che si esprimeattraverso i "processi di simbolizzazione". "simboli onirici" si ormano, come noto, per "condensazione"#J$ e per "spostamento"#G$, e se ri!ettiamo su

    queste procedure possiamo notare pi di un'analogia tra lo "spostamento" e lefgure retoriche di tipo meta orico e tra la "condensazione" e le fgureretoriche di tipo metonimico.

    #G. -a simbolizzazione per spostamento viene prodotta quando, volendo ad untempo evocare e nascondere l'oggetto che provoca turbamento psichico,l'attenzione viene spostata su qualcosa che pu essere "limitro o a vario titolo"e capace di evocare l'oggetto in questione. 7' chiaro che si messa in motoquella che reud chiama "censura onirica".

    J. 5er condensazione si intende un processo di simbolizzazione che operainserendo l'oggetto vestito di particolare carica emotiva, in un contesto che lostrania e lo rende irriconoscibile, tenendo presente che il contesto che lonasconde pu anche essere un contesto che lo risemantizza. 7cco cos( che peresempio, in un unico oggetto #un volto umano$ possono essere "condensati"elementi provenienti da una molteplicit di direzioni. 3nche in questo caso

    opera la censura onirica, ed chiaro che, metonimicamente, la "parte" dsignifcato al "tutto" cos( come chiaro che il contenente pu avere come suointrinseco valore questo o quell'altro contenuto$.

    Naturalmente, poich tutto ci il prodotto di un lavoro onirico che ha launzione di mani estare censurando, l'inconscio si struttura e si presenta come

    un altro linguaggio o, se si vuole usare un'espressione pi potente epregnante, come il "linguaggio dell'altro" #l'altro da noi che dentro di noi$.*e, poi, vogliamo restituire alla psicoanalisi tutta la sua carica eversiva,dobbiamo prendere in considerazione i motivi di scandalo, ed essi vannocercati nel labile confne che separa la sanit dalla ollia, nella centralit dellasessualit e nella scoperta della sessualit in antile di un bambino

    reudianamente defnito come "perverso polimor o", ma, orse, soprattutto inquelle "pulsioni di morte" che il padre della psicoanalisi ritiene di avereindividuato e delle quali parla nell'opera "3l di l del principio del piacere" delG JG. &ali "pulsioni" si esprimono attraverso la cosiddetta "coazione aripetere" che consiste in un irrigidirsi e automatizzarsi dei comportamenticome se la nostra psiche si rifutasse di esprimersi liberamente quasi volesseri ugiarsi in un automatismo. -a "coazione a ripetere" pu avere una suaespressione anche sul piano linguistico in senso stretto e non raro costatarecome il nostro comportamento verbale, in situazioni particolari di stress odepressione, si irrigidisca in ormule espressive sempre uguali e stereotipate.Naturalmente il discente sar pro ondamente colpito da tutto ci ma potrebbe

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    dimostrare, insieme ad una viva attenzione, anche un atteggiamento didi)idenza o ortemente critico. 3 tale proposito, un modo didatticamentee)icace per sottolineare l'attendibilit delle teorizzazioni reudiane pu esserequello di operativizzarle mediante una mirata incursione nel campo dell'arte,della poesia e della letteratura.

    &ale "incursione" sar pi e)icace e motivata se preventivamente sar stataocalizzata l'attenzione sulle teorizzazioni reudiane che prendono ad oggetto i

    suddetti enomeni. 5er il nostro pensatore, in atti, arte, letteratura e poesianascono nel loro pro ondo da un'esigenza di "sublimazione" dei con!ittiirrisolti del nostro inconscio e se ci vero dovremo necessariamente trovarein una poesia o in un quadro i corrispettivi linguistici, magari nella ormastraniata, della condensazione o dello spostamento o della coazione a ripetere.&ale operazione pi acile del previsto soprattutto se incentriamol'attenzione sui enomeni artistico2letterari pi vicini ai nostri giorni.

    Nel 5ascoliano " l gelsomino notturno" il enomeno dello "spostamento" chiaramente percepibile perch il poeta sembra spinto quasi da una orzasuperiore a guardare "con la coda dell'occhio" la casa in cui si sta consumandola prima notte nuziale e "sposta" l'attenzione su "fori notturni che si aprono"#chiaro simbolo del sesso emminile$ o su "api che trovano gi chiuse le celle"#simbolo dell'esclusione del poeta dalla sessualit e dei suoi irrisolti problemi$.Nella lirica pascoliana, inoltre, incombe continuamente la presenza deigenitori de unti e sembra che una orza occulta costringa il poeta a nominarlicontinuamente o, comunque, ad evocarli pi di una volta. 3nche il lessicorichiama il classico tema reudiano del rapporto tra eros e tanathos in quanto

    il sesso emminile che sta per concepire una nuova vita viene defnito "urnamolle e segreta" e la parola "urna" rimanda ad un lessico di morte.

    &utto ci ha atto s( che la critica abbia individuato in questa lirica pascolianauna sorta di "super2io unerario" che sembra controllare e giudicare il poeta esi presenta come il responsabile di un non chiarito rapporto con la sessualit.

    Nella lirica Carducciana "*an >artino" il poeta sembra voler rimanereattaccato al mondo operoso degli uomini scacciando i tristi pensieri di mortee, nella parte fnale della poesia, il cacciatore che fschia sull'uscio delcasolare all'interno del quale scoppietta lo spiedo rimira "stormi di uccellineri" e se l'inconscio parla e "strania" i suoi contenuti, allora legittimosottolineare come la parola "stormi" sia l'anagramma di "mostri". l cacciatore,cio , cerca un mondo rassicurante ed umano dove i pensieri di oggi possanoemigrare verso un mondo altro che , poi, il mondo inconscio della"rimozione".

    8n altro esempio di criptoscrittura possiamo rinvenirlo nella poesia oscoliana"3lla sera" dove il tema della morte tanto annunziato quanto oggetto,proprionel momento in cui si presenta nella sua "corposit" e in tutta la sua concretapossibilt, di un tentativo di rimozione. 7cco che il poeta parla del "torme deipensieri" che se ne vanno insieme al "reo tempo che passa", ed anche inquesto caso possiamo notare che la parola "torme" sia l'anagramma dellaparola "morte".

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    *e, infne, vogliamo, ulteriormente evidenziare il enomeno di una coazione aripetere, che ancora una volta si nasconde in orme straniate in virt di unasorta di censura, possiamo are ri erimento alla celeberrima "3 *ilvia"leopardiana. 7' noto come *ilvia rappresenti la speranza destinata a morireincontrando le consapevolezze razionali di quell'io che, reudianamente, vive

    sotto il dominio del "principio di realt". l poeta non pu non essersi ripetutopi volte e interiormente il nome di *ilvia e la scrittura lo "tradisce" acendo s(che tale nome, per coazione a ripetere, venga riproposto in ormairriconoscibile. -a prima stro a, in atti, fnisce con la parola "salivi" la quale,guarda caso, l'anagramma di "*ilvia", quasi che la speranza si scomponesseproprio mediante il suo "salire" verso la giovent , ovvero sia verso il chiarires a se stessa.

    7sempi di questo tipo si potrebbero moltiplicare all'infnito, e le coincidenzesarebbero troppe per non apparire sospette e tutto ci , evidentemente,costituisce un elemento di supporto per la validit delle teorizzazioni

    reudiane.

    >a il linguaggio dell'inconscio si genera ruotando attorno a quel "complessodi 7dipo" che reud defnisce con grande e)icacia come "il centro nucleare ditutte le nevrosi".

    7' chiaro, a tale proposito che l'"3mleto" di *ha/espeare si regge su unrapporto di amore e odio tra il protagonista e la fgura del padre da vendicare,ma ci su cui bisogna insistere in sede didattica, va ricercato in altradirezione. 7' noto che il grande drammaturgo inglese abbia dedicato

    quest'opera a un non identifcato 6.@. che qualcuno ha ritenuto di poterinterpretare attribuendo tali iniziali a tale @enr0 6riotesle0, ma che,reudianamente, pu essere interpretato come 6illiam @imsel e ci

    mostrerebbe quanto *ha/espeare osse portatore di un reudiano "7dipoirrisolto".

    *e, ora, spostiamo il ri!ettore della nostra analisi sul cosiddetto " primo -ittgenstein ", ovvero sia sulle concezioni contenute nel "&ractatus logico2flosofco", possiamo agevolmente cogliere un altro dei floni ondamentalidella novecentesca ri!essione flosofca sul linguaggio.

    5reliminarmente bene precisare che lo scopo del &ractatus quello diindividuare quale debba essere l'organizzazione interna di un linguaggiorigorosamente scientifco. &ale scopo si rivela in stretta relazione con lacondizione storica del tempo, caratterizzata da una pro onda crisi che avevainvestito i modelli positivistici della razionalit scientifca e che si eramani estata con la nascita delle geometrie non euclidee, della teoria dellarelativit di 7instein, della fsica quantistica e del principio dindeterminazione di @eisenberg.

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    8na corretta comprensione della questione, per , richiede che si acciari erimento, innanzitutto, alle posizioni empirio2criticiste di Ernst Mach ilquale aveva mostrato come la metafsica e le sue "tentazioni" ossero capaci diinsinuarsi all'interno dello stesso linguaggio della scienza che, per essereopportunamente depurato, doveva poter recuperare un rapporto di

    corrispondenza biunivoca con i dati empirico2 attuali.

    n tale contesto diveniva urgente un nuovo compito della flosofa la qualedoveva potersi tras ormare in una sorta di "terapia del linguaggio" per evitareche nascessero problemi che, prima ancora di poter essere sottoposti alcriterio di veritI alsit, si costituissero come problemi privi di senso. lcriterio della "sensatezza", pertanto, diveniva assolutamente prioritario ed ilcompito della flosofa si confgurava come quello di una demistifcazione dei

    alsi problemi.

    5rima di scendere nei particolari e analizzare i contenuti e le proposte del&ractatus, per , bene sottolineare quale sia la orma espositiva nella quale6ittgenstein propone le sue concezioni. l &ractatus, in atti, si presenta comeun "sistema da orismi" dove l'a orisma, lungi dallo svolgere la gi individuata

    unzione Nietzschiana, risulta unzionale ad una ormulazione delle questioniflosofche che sia la pi rigorosa possibile. 1li a orismi, in atti, costituisconoun sistema ed il loro reciproco richiamarsi serve ad una altrettanto reciprocailluminazione e serve ad eliminare ogni alone di ambiguit. Come noto il&ractatus composto da sette proposizioni ondamentali e da ognuna di esse

    se ne ricavano altre che appaiono come dirette conseguenze logicheall'interno di un'opera di "derivazione" puntualmente " otogra ata" daun'apposita numerazione che serve ad individuare ogni singola proposizionecome conseguenza della precedente. &ale orma espositiva, evidentemente,

    volta a dare compattezza e rigorosit all'argomentazione e, nello stessotempo, spinge il lettore a ripercorrere le procedure logiche che gli vengonoproposte dall'autore. 8n linguaggio che si auto2costituisce come capace diespungere, in virt della sua stessa natura, l'intrusione dogni possibileelemento metafsico un linguaggio la cui "essenza" possiamo defnirla come"pittografca". l linguaggio, cio , unziona quasi come un quadro che riporta

    edelmente sulla "tela" del pensiero le strutture oggettive del mondo.

    *e, per , vogliamo penetrare ancora pi in pro ondit la prospettiva di6ittgenstein, possiamo ricorrere ad un pi calzante esempio. l linguaggio,cio , deve poter avere la stessa unzione di uno spartito musicale, il quale diper s gi virtualmente la musica che deve essere suonata. &ale teorizzazionepotrebbe ar pensare ad una orma rivisitata di "3ristotelismo linguistico", mauna simile concezione sarebbe viziata da un errore di prospettiva. 5er6ittgenstein, in atti, non ci sono essenze ontologiche che si rispecchiano nelpensiero2linguaggio, perch il linguaggio ha come oggetto della suarappresentazione i cos( detti e "positivi" atti, ovvero sia quelle che potremmodefnire, "esperienze elementari". l mondo, in atti, concepito da6ittgenstein come la totalit dei atti e all'interno di questi ultimi possibilerintracciare quelli che 6ittgenstei chiama " atti atomici"#sachverhalt$. *i

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    tratta, come acile comprendere, di " atti" non ulteriormente scomponibili iquali hanno come loro corrispettivo linguistico le "proposizioni elementari".

    l linguaggio, se vuole rispettare il requisito della scientifcit e vuole essereaderente ai dati empirico2 attuali, deve potersi organizzare secondo un

    sistema di "gerarchie unzionali" e le proposizioni devono potersi combinarera loro in modo tale che non ci sia la possibilit dell'intrusione di elementispuri che altro non sarebbero che esigenze incontrollate e illegittime di unpensiero che cede alla tentazione di proiettare se stesso sul mondo.

    5er dirla in termini 6ittgensteiniani, ogni proposizione complessa deve poteressere riconducibile a proposizioni elementari e presentarsi come " unzione di

    verit" di queste ultime. -a non intrusione di elementi spuri garantita dalcarattere "neutro" #cio logicamente puro$ dei "connettivi logici" i qualicombinano le proposizioni tra loro, evitando il rischio che esse possanoperdere il rapporto "pittografco" con il mondo inteso come "totalit dei atti".

    8n altro aspetto notevole del &ractatus la teorizzazione 6ittgensteiniana perla quale il linguaggio, data la sua natura ed il suo compito, non putrascendere se stesso e non pu , pertanto, dimostrare quella unzionepittografca della quale abbiamo discusso. 8na simile eventualit, in atti,signifcherebbe creare un altro linguaggio o, peggio, un linguaggio "altro,"non pi in "corrispondenza biunivoca" con i dati empirico2 attuali. -'"essenza"del linguaggio, quindi, piuttosto che "dimostrata" pu essere soltanto"mostrata", e il linguaggio, rappresentando il mondo, dice se stesso e la sua

    unzione pi vera.

    C' , per , un altro aspetto nel &ractatus che merita particolare interesse edesso costituito da quell'a)ermazione per la quale 6ittgenstein asserisce che"i limiti del mio mondo sono i limiti del mio linguaggio". *embrerebbe, cio ,che il mondo si d attraverso il linguaggio e che ogni ipotesi sulla realt otrova il linguaggio rigoroso con la quale essere ormulata, o resta sospesa inuna sorta di "limbo di impotenza".

    Naturalmente il linguaggio di cui 6ittgenstein parla nel &ractatus risultaessere poco compatibile con le molteplici unzioni rintracciabili nel linguaggioordinario e quest'ultima considerazione ci spinge ad un surplus di ri!essionesulle teorizzazioni del nostro autore. 6ittgestein, cio , sta parlando di unasorta di unzione primaria del linguaggio e, nello stesso tempo, sta portandoavanti una proposta normativa, volta alla ondazione di un linguaggioautenticamente rispondente alle esigenze della scientifcit. Non questa lasede per analizzare la unzione che il &ractatus ebbe all'interno del neo2positivismo logico ma ci basta sottolineare come esso sia divenuto un punto diri erimento per un'intera corrente flosofca e come la ri!essione sullinguaggio abbia trovato un orte momento di convergenza con leproblematiche della epistemologia contemporanea.

    -e ri!essioni flosofche @eideggeriane sul linguaggio, se non ci si collocapreventivamente nella giusta prospettiva, potrebbero apparire come

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    misticheggianti o come a)ermazioni, magari stimolanti, ma gratuite. 5ermettersi nella giusta ottica bene are ri erimento agli aspetti ondamentalidell'opera pi signifcativa di #eidegger , ovvero sia di quell'"7ssere e &empo"del G JK. Come noto @eidegger vede nella razionalit tecnologicaoccidentale la fglia diretta di quella >etafsica che ha "entifcato l'essere"

    dimenticando le originarie prospettive ontologiche, che si interrogavanosull'essere e sul suo senso. 5er recuperare l'obliato problema dell'esserebisognava, innanzitutto, interrogare l'interrogante ovvero sia rimettere indiscussione quell'uomo che da senso a s stesso proprio ponendosi il problemadel senso dell'essere.

    l termine "uomo", per , troppo ipotecato da sedimentazioni storico culturaliche fniscono col produrre e proporre un'immagine precon ezionata e piena dicondizionamenti praticamente non individuabili. 7cco che, il nostro autore,per poter riproporre il problema dell'essere, si trova costretto ad operare unasorta di purifcazione e riduzione enomenologica che non pu non tradursinella proposta di un nuovo linguaggio. -'uomo, in questa rinnovataprospettiva, altro non che il dasein ovvero sia un puro esserci ed il nostroautore vuole sottolineare come una compiuta deci rabilit e un'autenticacomprensione dello "specifco" dell'animale "uomo" debba necessariamentepassare attraverso il rinvenimento di ci che l'uomo nella sua radice pi

    vera. Ariginariamente l'uomo la pura sensazione di un "esserci" ed daquesta che si deve partire se si vogliono ricostruire integralmente e senzaindebiti condizionamenti, le modalit del suo essere. :uesto esserci, per , costitutivamente un essere2nel2mondo #in Lder ;elt2sein$ e @eidegger stasottolineando come il mondo innanzitutto sia il correlato esistenziale del

    +asein ad esso co2originario. Con simili concezioni il nostro autore vuoleevidenziare sia come l'uomo sia "gettato" in un mondo, sia come non possanon reagire a questo "essere gettato" con una orza uguale e contraria ovverosia con un pro2getto il quale non pu che esercitarsi attraverso la continuacostruzione di un "mondo".

    3 ben guardare, per , esiste anche la possibilit di un ulteriore ri!essione inquanto il +asein, proprio in virt di quella sua in ondatezza che non deve maiessere occultata, un animale costitutivamente proteso alla continuacostruzione di un sistema di signifcati e di un universo dotato di senso.

    &ale a)ermazione, opportunamente interpretata, ci ricorda che l'ideale di unaconoscenza oggettiva perch disinteressata, tanto auspicato e perseguito dacerto scientismo, in realt una pura illusione in quanto la natura progettantedell'uomo, sempre attraversata da un bisogno di produzione di senso e da unsistema di aspettative.

    -e ri!essioni appena atte, per , devono poter essere indirizzate verso lari!essione flosofca sul linguaggio e tale operazione pu essere acilmente

    ondata con qualche semplice considerazione.

    @eideggerianamente, in atti, la comprensione del mondo , in realt, sempreed in ogni caso, una interpretazione, perch il mondo il luogo di una nostratensione intenzionale, nonch il luogo di un nostro progetto magariinconsapevole. Non esiste, cio , uno sguardo vergine sul mondo perchE

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    "l'essere gettato" del dasein a s( che esso sia sempre storicamente eculturalmente determinato. Agnuna a modo loro, tutte le flosofe, sono statedelle interpretazioni del mondo e il nostro interrogarci su esso avvieneattraverso una tradizione, un sistema di valori e aspettative, che si d e sirivela a noi attraverso il linguaggio.

    atta questa premessa, possiamo andare al cuore della questione e coglieregli aspetti pi signifcativi della ri!essione @eideggeriana sul linguaggio,tenendo presente alcune defnizioni divenute celebri. n "*entieri interrotti" illinguaggio viene defnito come la "casa dell'essere" ovvero sia come illinguaggio in cui l'essere ed il suo senso dimorano tanto mani estandosiquanto occultandosi. Apportunamente interpretata questa a)ermazione ciricorda come il linguaggio prima di essere un "mezzo" un "luogo", ovvero siauna sorta di realt all'interno della quale l'uomo "abita" producendo i suoiabiti e le sue abitudini.

    5er una compiuta esplicitazione delle teorizzazioni heideggeriane , per , opportuno ricordare come, per il nostro autore, il +asein strutturato in modotale da poter andare tanto verso la sua autenticit #nel senso pi etimologicodel termine ovvero sia da aut s e, quindi, verso una riappropriamento di sestesso che coincide con un non occultamento della sua in ondatezza$quanto

    verso la sua inautenticit. Ne deriva evidentemente la possibilit di unlinguaggio inautentico e di un linguaggio autentico dove il primo volto acomunicazioni puramente in ormative tutte ondate sulla strumentalitdell'ente intramondano, mentre il secondo un linguaggio apparentementefne a s stesso, ma in realt volto a lasciare intravedere il senso dell'essere.

    :uesta ultima orma di linguaggio , come noto, il linguaggio poetico o,meglio, poietico nella misura in cui esso un produrre #un produrre sensoovviamente$ caratterizzato da una costitutiva creativit.

    8n altro aspetto da sottolineare e valorizzare quello del rapporto "circolare"che si viene a creare tra l'uomo e il linguaggio, per il quale se da una parte l'uomo a produrre linguaggio, dall'altra l'uomo sembra quasi esser