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Translagorai “In cammino nel silenzio delle montagne” di Mauro Libardoni T R A N S L A G O R A I in cammino nel silenzio delle montagne Trekking nei bellissimi scenari della catena del Lagorai tra alte cime e splendidi laghetti di montagna attraverso un sentiero che da Levico porta fino a Passo Rolle campeggiando in tenda o in piccoli bivacchi di fortuna

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Translagorai “In cammino nel silenzio delle montagne” di Mauro Libardoni

TTTT RRRR AAAA NNNN SSSS LLLL AAAA GGGG OOOO RRRR AAAA IIII in cammino nel silenzio delle montagne

Trekking nei bellissimi scenari della catena del Lagorai

tra alte cime e splendidi laghetti di montagna

attraverso un sentiero che da Levico porta fino a Passo Rolle

campeggiando in tenda o in piccoli bivacchi di fortuna

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Translagorai “In cammino nel silenzio delle montagne” di Mauro Libardoni

LA CATENA DEL LAGORAI

La Catena del Lagorai è un gruppo montuoso situato nel Trentino orientale e

rappresenta una delle aree a maggior naturalità dell'intero territorio provinciale, includendo alcuni tra gli angoli più selvaggi. Lagorai è un nome che ha radici nella parola lago, infatti

numerosi sono gli specchi d’acqua più o meno grandi presenti a varie quote. Il Lagorai si estende, dal punto di vista geologico e geografico, su una vasta zona

compresa tra la zona del Monte Calisio e il Passo Rolle, in Primiero, per una lunghezza di circa 70 km. Alla sue pendici si affacciano molte valli, tra cui le valli di Primiero a Sud-Est, a Sud la Valle del Vanoi, la Val Campelle, la Valsugana e la Val dei Mocheni, l'Altopiano di Pinè a Ovest, la Val di Cembra a Nord-Ovest, la Val di Fiemme a Nord.

La zona nord-orientale del massiccio, nella parte circostante al Monte Colbricon, alla

Cavallazza e al Passo Rolle, è inserita nel Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino, che si occupa della salvaguardia e controllo di specie anche rare di uccelli e mammiferi.

Nei pressi del Passo Rolle, ad un'altezza di poco inferiore ai 2.000m, si trovano i laghetti di Colbricon, che presentano tracce di antichissimi insediamenti umani tra cui accampamenti di cacciatori risalenti al Neolitico.

Senza un eccessivo sfruttamento da parte di impianti di risalita (ad eccezione di quelli del Cermis, del Passo Rolle, di San Martino di Castrozza e della Panarotta), il Lagorai presenta un paesaggio alpino intatto e la principale attività umana che ha modificato

leggermente l'ambiente naturale è quella tradizionalmente connessa con l'alpeggio e l'esbosco del legname. Nei periodi estivi, nei grandi pascoli al di sopra dei boschi, viene infatti praticato il trasferimento di mandrie di mucche, cavalli e pecore, affinché vi passino l'estate pascolando.

I valichi carrozzabili della catena sono il Passo Rolle, che collega Primiero e Fiemme attraverso la valle del Travignolo, il Passo Manghen che collega la Valsugana con la Val di Fiemme, il Passo di Redebus che collega la Val dei Mocheni con l'Altopiano di Pinè.

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Translagorai “In cammino nel silenzio delle montagne” di Mauro Libardoni

LA TRANSLAGORAI

La Translagorai è un trekking di piu giorni che attraversa tutta la catena del Lagorai da sud-ovest a sud-est. Sono luoghi molto poco frequentati a causa della sua relativa inaccessibilità nei tratti in quota e in più i rifugi sono pochissimi. L'attraversata si poggia quindi su alcuni bivacchi o malghe distribuiti però spesso in modo poco compatibile con l'attraversata in quota, dunque la soluzione piu pratica rimane la tenda. Ne consegue che si presenta come un' avventura affascinante nella solitudine di queste stupende montagne, ma che necessita di una buona preparazione di base e di uno spiccato spirito di adattamento affinchè questi 5-6 giorni possano rimanere indelebili nei vostri piu bei ricordi.

Osservando il profilo altimetrico ci si rende conto che il trekking proposto non e'

sicuramente una passeggiata adatta a tutti, dato che sono 5000m di dislivello in salita che si affrontano in circa 38 ore. Da notare comunque che non si tratta nemmeno di una attraversata dolomitica su ghiaioni, ferrate o nevai e si rimane sempre sotto i 2600m di quota. Per quanto riguarda le difficoltà tecniche si segnala in particolare una buona capacità nell'orientarsi con cartina e riferimenti naturali (i sentieri in alcuni tratti limitati sono incerti o poco segnati ), per il resto da notare solo qualche metro di facile arrampicata a causa delle vecchie scalinate rocciose militari, che in alcuni tratti hanno strutturalmente ceduto.

La Translagorai completa dalla Panarotta al passo Rolle richiede circa 38 ore che

possono essere ripartite in 5 o piu' giorni in base alla preparazione di ciascun escursionista. C'è da tenere conto in particolare che i rifugi sono scarsissimi quindi si è vincolati alla presenza dei bivacchi e malghe che sono però anch' essi mal distribuiti: qundi la soluzione che garantisce maggior flessibilità è senz' altro quella di portarsi una tenda leggera (3kg per una due posti) avendo cura di campeggiare comunque, se possibile, vicino a qualche riparo di emergenza e evitare gli altipiani in quota maggiormente esposti a vento e temporali. Per chi invece volesse risparmiare peso nello zaino può affrontare comunque la traslagorai appoggiandosi a malghe e bivacchi, considerando però che la sera si è spesso costretti o a scendere mediamente fino alle malghe a 1800m, per risalire poi al mattino a riprendere il sentiero translagorai che passa in quota, o a dormire in qualche malga piu in quota ma abbandonata e ormai invasa dalla vegetazione.

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Translagorai “In cammino nel silenzio delle montagne” di Mauro Libardoni

LE TAPPELE TAPPELE TAPPELE TAPPE

1° GIORNO: LEVICO – LAGO ERDEMOLO

Dislivello: 1850 in salita + 300 in discesa Tempo: 8 ore

Notte: in tenda al lago Erdemolo Rifornimenti: Vetriolo, Rif. Erdemolo

Partenza da Levico (520m) in direzione Vetriolo percorrendo il sentiero E5 fino a Vetriolo (1490m), proseguendo sempre su sentiero E5 segnavia 309 che dalla stazione a valle della vecchia funivia Vetriolo-Panarotta, passando per Malga Masi (1712m) porta alla Bassa

(1834m). Dalla Bassa si aggirano i monti Fravort e Oscivart

da ovest su comodo sentiero ben segnalato, arrivando alla forcella Fravort (2155m) e proseguendo su segnavia che attraversa a metà pendio il monte Gronlait si arriva al passo della Portella (2152m). Da qui

si risale brevemente la dorsale dell’Hobaonti su sentiero E5-325 e dopo una breve discesa si approda alla Forcella del Lago (2200m)

Con sentiero 325 si raggiunge il Rifugio Erdemolo (2006m) sull’omonimo lago. Notte in teda.

2° GIORNO: LAGO ERDEMOLO – BIVACCO A.N.A. TELVE

Dislivello: 650 in salita + 630 in discesa

Tempo: 5 ore Notte: al bivacco A.N.A.

Rifornimenti: Rif. Sette Selle, restante percorso senza acqua e possibilità di rifornimento, nemmeno al bivacco c’è acqua.

Dal lago Erdemolo prendiamo il sentiero 324 che in 1.30h ci porta al Rifugio Sette Selle

(2014m). Dopo un breve riposo riprendiamo su sentiero 343 salendo fino al passo dei Garofani (2140m), per poi scendere al passo Palù (2071m) per risalire poi il ripido versante della cima Palù (2260m) e raggiungere il passo Cagnon di Sopra (2124m).

Arrivati al passo Cagnon di Sopra le maggiori difficoltà di giornata sono passate, da

qui facendo attenzione a prendere il sentiero 461poco segnalato, arriviamo al Passo Cadin (2108m) da dove seguiremo il 310 che taglia i versanti sud della Cima Bolenga e con qualche saliscendi ci porta al Bivacco A.N.A. di Telve (2030m)

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Translagorai “In cammino nel silenzio delle montagne” di Mauro Libardoni

3° GIORNO: BIVACCO A.N.A. TELVE – LAGO STELLUNE

Dislivello: 500 in salita + 550 in discesa Tempo: 4 ore

Notte: in tenda al lago delle Stellune Rifornimenti: Rif. Manghen, Malga Cazzorga (sotto Malga Stellune, ristoro e ricovero notturno

solo in caso di emergenza). Dopo il Rif. Manghen scarsa reperibilità di acqua.

Giornata di recupero, dopo due impegnative tappe, dal bivacco si segue il segnavia 310 che scende al Passo Cadino, proseguendo dopo alcuni saliscendi si arriva al Passo Manghen (2000m), dove è disponibile un punto di ristoro. Dal passo Manghen si prende il segnavia 322 che scende leggermente e raggiunge la conca del Lago delle Buse (2060m), per poi riprendere a salire prima lievemente verso la Forcella Montalon (2133m) e poi un po’ piu impegnativamente verso Forcella Val Sorda (2256m), senza arrivarci perché prima si

cala verso il lago delle Stellune.

4° GIORNO: LAGO STELLUNE – RIFUGIO CAURIOL

Dislivello: 900 in salita + 1400 in discesa Tempo: 8 ore

Notte: in tenda lungo il percorso Rifornimenti: Nessun rifornimento lungo il percorso

Dal lago Stellune si punta verso nord alla forcella di Val Moena (2294m) tenendosi successivamente a ridosso del roccioso versante ovest della Cima Stellune imboccando una traccia di vecchia mulatiera militare(a tratti stretta e erosa da agenti atmosferici) che aggirando la sudddetta cima sul lato nord porta alla stretta e strategica forcella Busa della Neve (2280m). Un breve tratto esposto induce, con una breve perdita di quota, a imboccare la selvaggia valletta che in breve punta ai 2468m della Forc. dei Laghetti.

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Translagorai “In cammino nel silenzio delle montagne” di Mauro Libardoni

Si prosegue in moderata discesa su sentiero 321 raggiungendo la forcella di Lagorai(2378m), ma si riprende subito quota sempre sul 321. Il sentiero punta ad una valletta

che adduce ad un piccolo intaglio della cresta rocciosa nord-ovest del Monte Laste delle Sute(2550m). Da qui sono evidenti le prossime 2 ore di attraversata in quota passando per forcelle e vallette rocciose fino alla Cima Litegosa.

Dopo circa 2 ore si raggiunge il versante est della Cima Litegosa pochi metri sotto la vetta (2548m) e aggiratola si cala sul versante nord su ripido sentiero eroso da acqua e valanghe fino al Passo Litegosa (2260m). Da qui si si deve porre attenzione a individuare il 321 che lievemente a nord-ovest del passo sale ripidamente qualche decina di metri di dislivello su una larga cengia erbosa sotto Il Frate, per superarlo con uno strettissimo sentiero assicurato, in piano, sullo strapiombante versante sud-est (segnavia 321). Il sentiero si fa subito piu semplice e con un ampio semicerchio attraversa la Busa del Castel dove non e` raro avvistare dei camosci. Ad un certo punto dopo una perdita di quota il sentiero prosegue in costa e un tratto corto ma ripido su pendio erboso porta ad una selletta della evidente dorsale sud che si diparte dal Castel: da qui si cala al Passo Sadole(2066m). Si segue ora senza errore la mulatiera che cala nella Val di Sadole e ad un tornante destroso, volendo, si puo` proseguire diritti su sentiero (indicazione) per ricongiungersi alla mulatiera circa a quota 1750m dopo la conca prativa ove esiste un riparo di emergenza (Baito del Marino). Seguendo sempre la mulatiera verso valle si supera un ponte sul rio Sadole e si arriva al Rif. Sadole (1600m). Volendo campeggiare si consiglia di portarsi sulla destra orografica del rio dietro al rif. (grosso masso) a ridosso dei pendii del Canzenagol.

5°: RIFUGIO CAURIOL – BIVACCO PAOLO E NICOLA

Dislivello: 800 in salita + 220 in discesa

Tempo: 5 ore Notte: al Bivacco Paolo e Nicola

Rifornimenti: Fuori percorso c'è la Malga Valmaggiore che in estate offre ristoro e rifugio per emergenza. Per l’acqua sorgente vicino al bivacco Paolo e Nicola.

Tappa caratterizzata da una ripida salita iniziale di 700m dislivello seguita da una

seconda parte piu rilassante in piano fra laghi e vallette rigogliose. Dal rifugio si attaccano subito i versanti del Canzenagol e della Busa Alta seguendo le indicazioni del 349 fra la fitta vegetazione e raggiunto un bivio si tiene il sentiero di sinistra (a destra si raggiunge la Cima Busa Alta 2513m) e dopo un tratto a mezzacosta si imbocca un bella valletta che rimontata porta a una pietraia di grossi massi.

Il sentiero si sposta decisamenta a nord-est poco sotto le rocciose dorsali sommitali e si scende brevemente a un passo per risalire la dorsale opposta e raggiungere il Cadinon (vista sul lago delle Trote e parzialmente il Lago Brutto). Si cala al lago delle Trote dove si incrocia il segnavia 339 che sale dalla val di Coldose' attraverso l' omonima forcella, e si

segue piu' o meno in piano fino ad un bivio (cartelli) a quota 2172m. Da quest' ultimo si prende a destra il sentiero G.Fifol (349b) sopra il visibile Lago

Moregna e con un ampio giro in quota su comoda mulatiera si aggira la Cima Moregna e la

Val Bona raggiungendo il Bivacco Paolo e Nicola (molto accogliente:dotato di 6 posti letto,stufa, acqua nei pressi) attraverso un' ampia sella fra il Dos Caligher e la Cima di Valmaggiore

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6°: BIVACCO PAOLO E NICOLA – LAGHI DI COLBRICON

Dislivello: 700 in salita + 960 in discesa Tempo: 8 ore

Notte: in tenda ai laghi di Colbricon Rifornimenti: Inesistenti, difficile trovare acqua

Dal bivacco Paolo e Nicola si rimonta il ghiaioso e ripido pendio in direzione nord-est per passare alti sopra il passo stesso con un traverso. Il sentiro devia gradatamente verso destra per immettersi con un lungo traverso in costa nell' ampio e suggestivo vallone che sale verso la ora visibile Cima Cece (ignorare il 336b: sent. Don Battistin).

Si raggiunge il fondo del vallone circa a quota 2300m e si segue fedelmente passando sotto il caratteristico dente di cece fino ad un pianoro chiuso a nord da una fascia di rocce che si supera malagevolmente lungo un breve canalino eroso: ci si trova cosi ai 2600m sull' ampia dorsale rocciosa che si protende verso sud-est fino alla cima piu' alta del Lagorai (Cima Cece 2754m).

Il sentiero 349 in direzione nord attraversa un ghiaione con un lieve perdita di quota e risale subito ad una stretta sella che attraverso un ripidissimo canalino su ghiaia e sassi cala per qualche decina di metri sui pendii nord della Cima Cece. Ora i segni diventano rari, ma

in linea di massima appena il canalino termina si devia subito a destra in lieve discesa fino a raggiungere i ghiaioni nord della Cima Cece: ora e' importante non farsi confondre da un sasso in basso sul ghiaione con un segno ,ma proseguire su tracce di sentiero, ove presenti, perdendo al massimo qualche decina di metri di quota e puntare a ridosso delle ultime bastionate rocciose sopra il ghiaione che scendono da Cima Cece.

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Translagorai “In cammino nel silenzio delle montagne” di Mauro Libardoni

A ridosso di dette roccie il sentierino stretto cala evidente alla forcella di Cece (2393m). Si prosegue verso est sul 349 in salita passando su un tratto di mulattiera, in una

valletta spesso innevata e nel mezzo di un ex quartier generale di guerra.Un trattino di una ventina di metri incassato fra le rocce si supera con l'uso delle mani, ma senza alcun problema per giungere ad una sella a nord della Cima di Valbona ove lo sguardo spazia lontano sopra un deserto di rocce verso l' ancora piu' lontano fine tappa.

Da qui il sentiero è unico e ben segnato,ma e' necessario non farsi ingannare spesso dalle mulattiere militari che si sfruttano per dei tratti, ma che proseguono poi verso altre mete: se il segno non si nota piu' da 5 min. e' il caso di ritornare indietro perche' sicuramente avete preso una direzione sbagliata. In particolare superata una paretina quasi verticale di qualche metro (non facile-II grado) ci si trova su una mulatiera comoda, piana e ben conservata,ma attenzione perche' dopo quando la mulatiera inizia a salire a mezza costa i segni scendono a sinistra su ampie rocce piatte e levicate per superare una valletta e raggiungere una ampia sella su un costone da dove si vede l' arancione bivacco Aldo Moro.

Oltre il bivacco il 349 prosegue ben segnato per transitare alla forcella di Ceremana (2428m) e a seguire la larga Forcella fra il Colbricon grande e il Colbricon piccolo. Da quest' ultima si scende lungamente su sentiero ben marcato al Passo Colbricon (1908m) e quindi ai vicini laghi omonimi ove si campeggia con qualche difficoltà causa la conformazione del terreno.

7° GIORNO: LAGHI DI COLBRICON – PASSO ROLLE

Breve passeggiata di circa un ora che ci condurra al trafficato Passo Rolle, da qui c’è la possibilità di prendere un bus di linea per la Val di Fassa o il Primiero.

TOTALI

Dislivello in salita: 5400m Dislivello in discesa: 4000m

Tempo di marcia: 39h

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Translagorai “In cammino nel silenzio delle montagne” di Mauro Libardoni

ABBIGLIAMENTO INDIVIDUALE 1 paio di scarponi robusti e sicuramente idrorepellenti 1 giacca a vento tecnica (gore-tex e windstopper) 1 paio di calze di lana per gli scarponi 1 ricambio intimo 1 canottiera calda maniche lunghe 2 maglietta corta tecnica 1 paio pantaloncini corti 1 paio pantaloni lunghi 1 paio di calzemaglia 1 dolcevita calda e aderente 1 maglione (ottimo il pile) 1 berretto 1 paio di guanti 1 capellino con visiera ampia Occhiali da sole

ATTREZZATURA NECESSARIA (Peso ideale zaino massimo 15Kg)

AL CAMPO tenda sacco a pelo telo materassino isolante leggero fornello a gas+ricambi bombole fiammiferi+accendino pila frontale 1 bicchiere leggero 1 padellino in alluminio cucchiaio+forchetta+coltellino da campo utile 1 rotolo di scotch telato antistrappo utensili (martello, tenaglia) spago e filo di ferro

EMERGENZA - garza elastica - alcool - cerotti - anti zanzara - medicinali di prima necessità

VARIE - 1 bottiglia da 1,5 l in PVC (piu leggere delle borracce) - 1 bottiglia da 0,5 l in PVC - bastoncini telescopici da escursionismo (utilissimi in discesa con zaino pesante) - sacchetti di nylon - cartina 1:25.000 - altimetroe bussola - radio ricetrasmittente - macchina fotografica e binocolo

CIBO - ottime per la sera buste di pasta e riso liofilizzate - caffe' solubile e tè in bustina, zucchero in bustine - pane a lunga conservazione - marmellata, biscotti - barrette di cereali e/o ipercaloriche - reintegratori salini da sciogliere - speck,salumi e/o formaggio..

IGIENE E CORPO INDIVIDUALE 1 piccolo asciugamano 1 flaconcino piccolo di shampoo-bagnoschiuma 1 spazzolino + dentifricio piccolo 1 rotolo di carta igienica crema da sole (fattore elevato)

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Translagorai “In cammino nel silenzio delle montagne” di Mauro Libardoni

«Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e

le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà».

Bernardo Di Clairvaux