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In un libro edito da Interlinea lo storico Cesare Bermani ripercorre la nascita del brano: "Legato al lavoro e al riscatto" Dai canti in risaia alla Resistenza "Vi svelo le origini di Bella ciao" LA STORIA MARCELLO GIORDANI NOVARA Cesare Bermani non ha dubbi: "Bella ciao" è la canzone ita liana più celebre al mondo e supera in popolarità anche "O sole mio" e "Volare". Cantata sui balconi dell'emer genza sanitaria e dai protago nisti della serie tv "La casa di carta" prodotta da Netflix, nel le piazze delle sardine e sem pre più all'estero, "Bella ciao" è diventata un'icona della li bertà e in occasione del 25 apri le Interlinea manda in libreria il volume "Bella ciao. Storia e fortuna di una canzone: dalla resistenza italiana all'universa lità delle resistenze", scritto dal maggiore storico della tra dizione orale, Cesare Berma ni. Nel libro Bermani rende giustizia alle origini del brano, che sono assolutamente popo lari e legate al lavoro e al riscat to dei più deboli. Un canto di riscatto Per anni "Bella ciao" è stata considerata un canto nato in ri saia, l'accompagnamento al la voro delle mondine e sono sta ti in parecchi a mettere in di scussione il suo legame con la Resistenza: "Anch'io e i miei compagni di studi e spettacolo – racconta Bermani avevamo inizialmente pensato che la "Bella ciao" partigiana discen desse da un canto di risaia e su questo avevamo impostato lo spettacolo omonimo presenta to al teatro Caio Melisso di Spo leto il 21 giugno 1964 all'inter no del Festival dei due mondi. La rappresentazione si apriva con la "Bella ciao" delle mondi ne, che sfumava poi in quella partigiana. Fu questa presun ta "scoperta" a determinare il titolo dello spettacolo e del di sco che se ne ricavò. La loro grande fortuna fu dovuta all'ir ritazione che lo spettacolo di canzoni popolari determinò in una parte del pubblico, quella sofisticata e reazionaria, sinte tizzata nella frase di una signo ra ingioiellata che urlò, dopo un'esecuzione di Giovanna Daffini, "Non sono venuta a teatro per sentire cantare la mia serva" ". Lo "scandalo" di Spoleto, in gigantito dai mass media, fece la fortuna del canto popolare. Solo nel '74 Bermani accerta che il brano era stato effettiva mente cantato nel Vercellese prima della guerra, con un te sto diverso ma con un'aria simi le. Lo storico novarese allarga le ricerche al Sud e scopre un Daffini, "Non sono venuta a teatro per sentire cantare la mia serva" ". Lo "scandalo" di Spoleto, in gigantito dai mass media, fece la fortuna del canto popolare. Solo nel '74 Bermani accerta che il brano era stato effettiva mente cantato nel Vercellese prima della guerra, con un te sto diverso ma con un'aria simi le. Lo storico novarese allarga le ricerche al Sud e scopre un paio di "origini" della canzo ne: "Una Bella ciao partigiana era stata cantata dall'apri lemaggio 1944 nella zona di Montefiorino (Modena), dive nendo popolarissima durante la Repubblica partigiana, vis suta cinquanta giorni, da giu gno all'inizio di agosto del 1944. Era stata popolare non solo nella zona di Reggio Emi lia ma anche nell'alto Bologne se, cantata anche da formazio ni anarchiche sui monti Apua ni. Poi era stata cantata in Abruzzo, dalla Brigata Maiel la, contro i tedeschi. In effetti il brano era il frutto di una riela borazione di una canzone pre cedente, "Fior di tomba". Alla ricerca degli autori La storia di Bella Ciao il racconto dei tanti che dichiarato di esserne ri. La vicenda più quella di Rinaldo Salvadori, to scano, carabiniere con la voca zione della musica che nel 1933 conosce Marie Freçhais, marsigliese che d'autunno e d'inverno faceva la domestica in primavera faceva la monda del Vercellese. Per la chanteu se delle mondine, come la defi nisce Salvadori, il carabiniere musicista compone "La risa ia", con un ritornello che è quello di Bella Ciao. La canzo ne si diffonde a macchia d'o lio, complici i battimani che l'accompagnano e i festival del la gioventù, di cui diventa la co lonna sonora. "È stata fatta co noscere al mondo da grandi cantanti – dice Bermani –: Yves Montand e Pete Seeger, Manu Chao, i Chumbawam ba. Anche negli Usa di Trump è stata ripresa in chiave resi stenziale. Ho sempre pensato che la capacità di un canto di suscitare emozione e coinvol gimento sia la prova dell'uni versalità della condizione umana oltre confini, nazioni, governi, culture e lingue: "Bel la ciao" è l'espressione del de stino condiviso per la passione della libertà. Per questo è uni versale anche nel fastidio che provoca in quei sedicenti mo derati che non vogliono essere messi di fronte a scelte fonda mentali". – Alla ricerca degli autori La storia di Bella Ciao è anche il racconto dei tanti che hanno dichiarato di esserne gli auto ri. La vicenda più curiosa è quella di Rinaldo Salvadori, to scano, carabiniere con la voca zione della musica che nel 1933 conosce Marie Freçhais, marsigliese che d'autunno e d'inverno faceva la domestica in primavera faceva la monda del Vercellese. Per la chanteu se delle mondine, come la defi nisce Salvadori, il carabiniere musicista compone "La risa ia", con un ritornello che è quello di Bella Ciao. La canzo ne si diffonde a macchia d'o lio, complici i battimani che l'accompagnano e i festival del la gioventù, di cui diventa la co lonna sonora. "È stata fatta co noscere al mondo da grandi cantanti – dice Bermani –: Yves Montand e Pete Seeger, Manu Chao, i Chumbawam ba. Anche negli Usa di Trump è stata ripresa in chiave resi stenziale. Ho sempre pensato che la capacità di un canto di suscitare emozione e coinvol gimento sia la prova dell'uni versalità della condizione umana oltre confini, nazioni, governi, culture e lingue: "Bel la ciao" è l'espressione del de stino condiviso per la passione della libertà. Per questo è uni versale anche nel fastidio che provoca in quei sedicenti mo derati che non vogliono essere messi di fronte a scelte fonda mentali". – LA STAMPA (NOVARA) Data: 18.04.2020 Pag.: 42 Size: 465 cm2 AVE: € .00 Tiratura: Diffusione: Lettori: INTERLINEA 1

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In un libro edito da Interlinea lo storico Cesare Bermani ripercorre la nascita del brano: "Legato al lavoro e al riscatto"

Dai canti in risaia alla Resistenza"Vi svelo le origini di Bella ciao"LA STORIAMARCELLO GIORDANI

NOVARA

Cesare Bermani nonha dubbi: "Bellaciao" è la canzone ita­liana più celebre al

mondo e supera in popolaritàanche "O sole mio" e "Volare".Cantata sui balconi dell'emer­genza sanitaria e dai protago­nisti della serie tv "La casa dicarta" prodotta da Netflix, nel­le piazze delle sardine e sem­pre più all'estero, "Bella ciao"è diventata un'icona della li­bertà e in occasione del 25 apri­le Interlinea manda in libreriail volume "Bella ciao. Storia efortuna di una canzone: dallaresistenza italiana all'universa­lità delle resistenze", scrittodal maggiore storico della tra­dizione orale, Cesare Berma­ni. Nel libro Bermani rendegiustizia alle origini del brano,che sono assolutamente popo­lari e legate al lavoro e al riscat­to dei più deboli.Un canto di riscattoPer anni "Bella ciao" è stataconsiderata un canto nato in ri­saia, l'accompagnamento al la­voro delle mondine e sono sta­ti in parecchi a mettere in di­scussione il suo legame con la

Resistenza: "Anch'io e i mieicompagni di studi e spettacolo– racconta Bermani ­ avevamoinizialmente pensato che la"Bella ciao" partigiana discen­desse da un canto di risaia e suquesto avevamo impostato lospettacolo omonimo presenta­to al teatro Caio Melisso di Spo­leto il 21 giugno 1964 all'inter­no del Festival dei due mondi.La rappresentazione si aprivacon la "Bella ciao" delle mondi­ne, che sfumava poi in quellapartigiana. Fu questa presun­ta "scoperta" a determinare iltitolo dello spettacolo e del di­sco che se ne ricavò. La lorogrande fortuna fu dovuta all'ir­ritazione che lo spettacolo dicanzoni popolari determinò inuna parte del pubblico, quellasofisticata e reazionaria, sinte­tizzata nella frase di una signo­ra ingioiellata che urlò, dopoun'esecuzione di GiovannaDaffini, "Non sono venuta ateatro per sentire cantare lamia serva" ".Lo "scandalo" di Spoleto, in­

gigantito dai mass media, fecela fortuna del canto popolare.Solo nel '74 Bermani accertache il brano era stato effettiva­mente cantato nel Vercelleseprima della guerra, con un te­sto diverso ma con un'aria simi­le. Lo storico novarese allargale ricerche al Sud e scopre un

Daffini, "Non sono venuta ateatro per sentire cantare lamia serva" ".Lo "scandalo" di Spoleto, in­

gigantito dai mass media, fecela fortuna del canto popolare.Solo nel '74 Bermani accertache il brano era stato effettiva­mente cantato nel Vercelleseprima della guerra, con un te­sto diverso ma con un'aria simi­le. Lo storico novarese allargale ricerche al Sud e scopre un

paio di "origini" della canzo­ne: "Una Bella ciao partigianaera stata cantata dall'apri­le­maggio 1944 nella zona diMontefiorino (Modena), dive­nendo popolarissima durantela Repubblica partigiana, vis­suta cinquanta giorni, da giu­gno all'inizio di agosto del1944. Era stata popolare nonsolo nella zona di Reggio Emi­lia ma anche nell'alto Bologne­se, cantata anche da formazio­ni anarchiche sui monti Apua­ni. Poi era stata cantata inAbruzzo, dalla Brigata Maiel­la, contro i tedeschi. In effetti ilbrano era il frutto di una riela­borazione di una canzone pre­cedente, "Fior di tomba".Alla ricerca degli autoriLa storia di Bella Ciaoil racconto dei tanti chedichiarato di esserneri. La vicenda piùquella di Rinaldo Salvadori, to­scano, carabiniere con la voca­zione della musica che nel1933 conosce Marie Freçhais,marsigliese che d'autunno ed'inverno faceva la domesticain primavera faceva la mondadel Vercellese. Per la chanteu­se delle mondine, come la defi­nisce Salvadori, il carabinieremusicista compone "La risa­ia", con un ritornello che èquello di Bella Ciao. La canzo­ne si diffonde a macchia d'o­lio, complici i battimani chel'accompagnano e i festival del­la gioventù, di cui diventa la co­lonna sonora. "È stata fatta co­noscere al mondo da grandicantanti – dice Bermani –:Yves Montand e Pete Seeger,Manu Chao, i Chumbawam­ba. Anche negli Usa di Trumpè stata ripresa in chiave resi­stenziale. Ho sempre pensatoche la capacità di un canto disuscitare emozione e coinvol­gimento sia la prova dell'uni­versalità della condizioneumana oltre confini, nazioni,governi, culture e lingue: "Bel­la ciao" è l'espressione del de­stino condiviso per la passionedella libertà. Per questo è uni­versale anche nel fastidio cheprovoca in quei sedicenti mo­derati che non vogliono esseremessi di fronte a scelte fonda­mentali". –

Alla ricerca degli autoriLa storia di Bella Ciao è ancheil racconto dei tanti che hannodichiarato di esserne gli auto­ri. La vicenda più curiosa èquella di Rinaldo Salvadori, to­scano, carabiniere con la voca­zione della musica che nel1933 conosce Marie Freçhais,marsigliese che d'autunno ed'inverno faceva la domesticain primavera faceva la mondadel Vercellese. Per la chanteu­se delle mondine, come la defi­nisce Salvadori, il carabinieremusicista compone "La risa­ia", con un ritornello che èquello di Bella Ciao. La canzo­ne si diffonde a macchia d'o­lio, complici i battimani chel'accompagnano e i festival del­la gioventù, di cui diventa la co­lonna sonora. "È stata fatta co­noscere al mondo da grandicantanti – dice Bermani –:Yves Montand e Pete Seeger,Manu Chao, i Chumbawam­ba. Anche negli Usa di Trumpè stata ripresa in chiave resi­stenziale. Ho sempre pensatoche la capacità di un canto disuscitare emozione e coinvol­gimento sia la prova dell'uni­versalità della condizioneumana oltre confini, nazioni,governi, culture e lingue: "Bel­la ciao" è l'espressione del de­stino condiviso per la passionedella libertà. Per questo è uni­versale anche nel fastidio cheprovoca in quei sedicenti mo­derati che non vogliono esseremessi di fronte a scelte fonda­mentali". –

LA STAMPA (NOVARA)Data: 18.04.2020 Pag.: 42Size: 465 cm2 AVE: € .00Tiratura:Diffusione:Lettori:

INTERLINEA 1

In alto, il libro che uscirà il 25aprile per Interlinea.Accanto, l'autore CesareBermani nella sua casa

LA STAMPA (NOVARA)Data: 18.04.2020 Pag.: 42Size: 465 cm2 AVE: € .00Tiratura:Diffusione:Lettori:

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