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‘‘ L assemblea organizzativa deve essere un tagliando per la verifica della nostra situazione organizzativa. La riflessione sullo stato di salute, sull’efficacia del nostro modo di operare rispetto alle sfide sempre più difficili che ci attendono e ai mutamenti sempre più repentini intervenuti nella società. Il periodo che viviamo non è certo florido di avanzamenti sociali e la crisi profonda dei nostri settori, ne è la dimostrazione”. Andrea Righi, segretario organizzativo della Filcams Cgil Nazionale apre con queste parole l’assemblea organizzativa del 9 luglio. Un momento di riflessione e confronto indispensabile per la categoria, verifica del percorso avviato allo scorso congresso. Il dibattito che si è aperto in Cgil sul tema, sommato alla necessità non più rinviabile di un cambiamento della Filcams sul fronte organizzativo, ha reso l’appuntamento ogni giorno più importante e non più rinviabile. “La categoria così come strutturata e composta dall’ultima conferenza di organizzazione del 2008 – prosegue il segretario – si è ulteriormente modificata nella sua composizione a causa di una sempre più profonda frammentazione del mondo del lavoro, in special modo nei servizi e nel terziario. “La situazione territoriale dal punto di vista organizzativo e politico, la presenza dei diversi settori, il rapporto con i nostri iscritti, sono notevolmente diversi da regione a regione. Eppure continuiamo a crescere, seppur in modo disordinato e complesso, ma cresciamo con un rapporto sempre più forte tra la nostra categoria e i servizi”. Le strutture territoriali hanno subìto in questi anni diversi interventi: hanno portato avanti progetti di reinsediamento, hanno sistemato i conti, rinnovato i quadri, spesso con il supporto della Filcams nazionale che, come l’allenatore di una squadra, ha saputo trovare le giuste soluzioni per tirare fuori il meglio da ogni singolo giocatore. È iniziato così un lavoro di gruppo costruttivo che ha coinvolto attivamente la commissione nazionale – composta da un organizzativo, o facente funzione, per ogni regione – e che ha portato alla nascita di un documento che affronta a 360 gradi tutti i temi organizzativi. Il documento, presentato all’assemblea organizzativa scorsa, rappresenta il primo passo verso la riforma organizzativa della categoria ed è la sintesi dei diversi contributi forniti da tutte le compagne e i compagni coinvolti in questi mesi. “Nel documento si affronta la questione della struttura organizzativa della categoria, dei quadri dirigenti e dei delegati e della loro crescita, di risorse finanziarie, di rapporti con il mondo dei servizi Cgil e di bilateralità – spiega Righi –, attraverso il documento vengono inoltre avanzate importanti richieste alla confederazione, come quella del costo tessera percentualizzato o la necessità di maggiori sinergie con i servizi”. L’assemblea organizzativa vuole anche essere il punto di partenza di un percorso che prevede nei prossimi mesi incontri regione per regione finalizzati alla ricerca delle migliori soluzioni utili per essere presenti sul territorio e L a splendida cornice di Vil- la Torlonia ha fatto da sfon- do a un’ iniziativa della Fil- cams Cgil nazionale dedicata a un confronto con i principali prota- gonisti del settore turismo. Voca- zione Turistica, idee dal lavoro per il rilancio del paese. Da un lato i lavoratori, che grazie a un video registrato hanno potuto dar voce alle loro difficoltà e avanzare idee e proposte per migliorare il setto- re e le proprie condizioni di lavo- ro; dall’altro, istituzioni, parti da- toriali e sindacati, che hanno “det- to la loro”, nella speranza che la condivisione possa far nascere concrete sinergie. La riflessione non poteva prescin- dere da un’analisi scientifica del contesto: domanda, offerta e con- dizioni di lavoro, elementi che met- tono in luce difficoltà e prerogati- ve del settore. “Gli italiani negli ul- timi anni hanno viaggiato di me- no, sia per vacanza che per lavoro. Crescono, e molto, i flussi diretti verso i paesi extra europei, mentre cala dell’8% la domanda domesti- ca, e in particolare si riducono del 21% le micro vacanze, quelle di quattro giorni al massimo.” A de- scrivere le tipicità tutte italiane, è il prof. Stefano Landi, coordinatore di SL&A Turismo e Territorio, do- cente universitario e responsabile comunicazione di Aitr, l’Associa- zione italiana turismo responsabi- le, che, tramite il Centro studi so- ciali per il terziario, turismo e ser- vizi della Filcams Cgil, (Cemu), col- labora al progetto denominato“Os- servatorio sul terziario di mercato”. “Il quadro della domanda turisti- ca non si presenta quindi come un’omogenea catastrofe – ha spie- gato Landi –, ma si pone il proble- ma della proposta turistica italia- na e della sua adeguatezza ad af- fermarsi sui diversi mercati, e qui i motivi di preoccupazione sono probabilmente più seri”. L’offerta turistica italiana è con- centrata su pochi prodotti: balnea- re, termale-curativo, montagna in- vernale e città d’arte; tipologie al momento in sofferenza, in parti- colare le prime tre. Ma la costru- zione di nuovi prodotti, secondo Landi, non può essere repentina, né fondata solo sull’attrazione di investimenti: “il problema è il riem- pimento della capacità ricettiva esistente, per cui servono molte più startup turistiche che fondi im- mobiliari.” Il sistema previsionale sulle assun- zioni del 2012, poi, ha chiuso con una variazione positiva per quan- to riguarda le imprese del turismo, ma si tratta di una crescita traina- I.R. al numero 28/2013 di Rassegna Sindacale ••• SEGUE A PAGINA 18 T U R I S M O C O M M E R C I O S E R V I Z I Rassegna Sindacale Tante voci per ripartire LINIZIATIVA | TURISMO © R. DE LUCA/BUENAVISTA L’analisi e le proposte all’assemblea organizzativa Filcams del 9 luglio Daria Banchieri Roberta Manieri ••• SEGUE A PAGINA 19 I Cambiare per crescere ancora e meglio Terziario07_ok 15/07/13 13:18 Pagina 17

TURISMO COMMERCIO SER VIZI Cambiare per crescere …presentata dall’Ente bilaterale nazionale del turismo presso il Cnel l’8 luglio. Nonostante la crisi e il calo dell’occupazione,

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Page 1: TURISMO COMMERCIO SER VIZI Cambiare per crescere …presentata dall’Ente bilaterale nazionale del turismo presso il Cnel l’8 luglio. Nonostante la crisi e il calo dell’occupazione,

‘‘L’assembleaorganizzativadeve essereun tagliando

per la verifica della nostrasituazione organizzativa. La riflessione sullo stato disalute, sull’efficacia del nostromodo di operare rispetto alle sfide sempre più difficili che ci attendono e aimutamenti sempre piùrepentini intervenuti nellasocietà. Il periodo che viviamo non è certo florido di avanzamenti sociali e la crisiprofonda dei nostri settori, ne è la dimostrazione”.Andrea Righi, segretarioorganizzativo della Filcams CgilNazionale apre con questeparole l’assemblea organizzativa del 9 luglio.Un momento di riflessione econfronto indispensabile per la categoria, verificadel percorso avviato allo scorso congresso.Il dibattito che si è aperto inCgil sul tema, sommato allanecessità non più rinviabile diun cambiamento della Filcamssul fronte organizzativo, ha resol’appuntamento ogni giorno piùimportante e non più rinviabile.“La categoria così comestrutturata e compostadall’ultima conferenza diorganizzazione del 2008 –prosegue il segretario – si èulteriormente modificata nellasua composizione a causa diuna sempre più profonda

frammentazione del mondo dellavoro, in special modo neiservizi e nel terziario.“La situazione territoriale dalpunto di vista organizzativo epolitico, la presenza dei diversisettori, il rapporto con i nostriiscritti, sono notevolmentediversi da regione a regione.

Eppure continuiamo a crescere,seppur in modo disordinato e complesso, ma cresciamo con un rapporto sempre più forte tra la nostra categoriae i servizi”.Le strutture territoriali hannosubìto in questi anni diversiinterventi: hanno portato avanti

progetti di reinsediamento,hanno sistemato i conti,rinnovato i quadri, spesso con ilsupporto della Filcamsnazionale che, come l’allenatoredi una squadra, ha saputotrovare le giuste soluzioni pertirare fuori il meglio da ognisingolo giocatore.

È iniziato così un lavoro digruppo costruttivo che hacoinvolto attivamente lacommissione nazionale –composta da un organizzativo,o facente funzione, per ogniregione – e che ha portato alla nascita di un documentoche affronta a 360 gradi tutti itemi organizzativi.Il documento, presentatoall’assemblea organizzativascorsa, rappresenta il primopasso verso la riformaorganizzativa della categoria ed è la sintesi dei diversicontributi forniti da tutte lecompagne e i compagnicoinvolti in questi mesi.“Nel documento si affronta laquestione della strutturaorganizzativa della categoria, dei quadri dirigenti e deidelegati e della loro crescita, dirisorse finanziarie, di rapporticon il mondo dei servizi Cgil edi bilateralità – spiega Righi –,attraverso il documentovengono inoltre avanzateimportanti richieste allaconfederazione, come quella delcosto tessera percentualizzato o la necessità di maggiorisinergie con i servizi”.L’assemblea organizzativa vuoleanche essere il punto dipartenza di un percorso cheprevede nei prossimi mesiincontri regione per regionefinalizzati alla ricerca dellemigliori soluzioni utili peressere presenti sul territorio e

L a splendida cornice di Vil-la Torlonia ha fatto da sfon-do a un’ iniziativa della Fil-

cams Cgil nazionale dedicata a unconfronto con i principali prota-gonisti del settore turismo. Voca-zione Turistica, idee dal lavoro peril rilancio del paese. Da un lato ilavoratori, che grazie a un videoregistrato hanno potuto dar vocealle loro difficoltà e avanzare ideee proposte per migliorare il setto-re e le proprie condizioni di lavo-ro; dall’altro, istituzioni, parti da-toriali e sindacati, che hanno “det-to la loro”, nella speranza che lacondivisione possa far nascereconcrete sinergie.La riflessione non poteva prescin-dere da un’analisi scientifica delcontesto: domanda, offerta e con-dizioni di lavoro, elementi che met-tono in luce difficoltà e prerogati-ve del settore. “Gli italiani negli ul-

timi anni hanno viaggiato di me-no, sia per vacanza che per lavoro.Crescono, e molto, i flussi direttiverso i paesi extra europei, mentrecala dell’8% la domanda domesti-ca, e in particolare si riducono del21% le micro vacanze, quelle diquattro giorni al massimo.” A de-scrivere le tipicità tutte italiane, è ilprof. Stefano Landi, coordinatoredi SL&A Turismo e Territorio, do-cente universitario e responsabilecomunicazione di Aitr, l’Associa-zione italiana turismo responsabi-le, che, tramite il Centro studi so-ciali per il terziario, turismo e ser-vizi della Filcams Cgil, (Cemu), col-labora al progetto denominato “Os-servatorio sul terziario di mercato”.“Il quadro della domanda turisti-ca non si presenta quindi comeun’omogenea catastrofe –ha spie-gato Landi –, ma si pone il proble-ma della proposta turistica italia-

na e della sua adeguatezza ad af-fermarsi sui diversi mercati, e quii motivi di preoccupazione sonoprobabilmente più seri”.L’offerta turistica italiana è con-centrata su pochi prodotti: balnea-re, termale-curativo, montagna in-vernale e città d’arte; tipologie almomento in sofferenza, in parti-colare le prime tre. Ma la costru-zione di nuovi prodotti, secondoLandi, non può essere repentina,né fondata solo sull’attrazione diinvestimenti: “il problema è il riem-pimento della capacità ricettivaesistente, per cui servono moltepiù startup turistiche che fondi im-mobiliari.”Il sistema previsionale sulle assun-zioni del 2012, poi, ha chiuso conuna variazione positiva per quan-to riguarda le imprese del turismo,ma si tratta di una crescita traina-

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Tante voci per ripartireL’INIZIATIVA | TURISMO

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L’analisi e le proposte

all’assemblea

organizzativa Filcams

del 9 luglio

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Cambiare per crescereancora e meglio

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Page 2: TURISMO COMMERCIO SER VIZI Cambiare per crescere …presentata dall’Ente bilaterale nazionale del turismo presso il Cnel l’8 luglio. Nonostante la crisi e il calo dell’occupazione,

ta dagli stagionali. Il turismo, è an-che la principale palestra dell’ela-sticità, con uso (e abuso) di vou-

cher, contratti di apprendistato, e lavoro in-termittente o “a chiamata”. “Chi fa che cosa, chi lo può fare, chi lo devefare, chi lo può eventualmente impedire, co-me si può fare insieme, senza pestarsi i pie-di. E inoltre, turisticamente parlando, checosa fare, non fare e dove; quanto fare e co-me farlo” questo, secondo il professore “ilcuore concettuale di una governance, chein Italia non c’è, ma non per caso”.“Chi in questo paese è ‘chiamato’ per ruo-lo o per scelta ad occuparsi di turismo?!” èla domanda provocatoria lanciata da Cri-stian Sesena segretario nazionale FilcamsCgil, moderatore del confronto. “Uno deglierrori di strategia maggiormente commes-si negli anni è stato quello di pensare chedel turismo non fosse necessario occupar-

si, e che il turismo si occupasse di se stessoe contribuisse, in questa sorta di suo quie-to vivere e prosperare, per riflesso condi-zionato, al benessere di tutti noi”.Che ci sia bisogno di obiettivi comuni e diun impegno diverso per rilanciare il setto-re, è condiviso da tutti.“Non possiamo più andare in maniera di-spersa, cercare di promuovere l’Italia in quan-to destinazione e poi declinare sulle Regio-ni – afferma Giorgio Palmucci, presidentedell’Associazione italiana alberghi di Con-findustria –, dobbiamo lavorare sulla repu-tazione della nostra offerta turistica, che sicostruisce lentamente, con professionalità,perché la differenza la fanno le persone”.Tra le ricette per lo sviluppo del settore,Alessandro Nucara, direttore generale diFederalberghi Confcommercio, pone duepriorità: evitare gli eccessi del federalismoe porre attenzione al ruolo delle parti so-

ciali, mettendo al centro le risorse umane.Non una sola politica, ma tante politiche, se-condo Giovanna Melandri, già ministra deiBeni culturali, attualmente presidente delMaxxi di Roma, velocemente intervenuta aldibattito. È importante puntare su un’offer-ta italiana di alta qualità, decidendo a qua-le target rivolgersi e come: “uomini e don-ne che tornano da un viaggio in Italia conqualcosa da raccontare”.“Una stretta concertazione tra le parti perragionare in termini di ripresa attraverso lacollaborazione – è il suggerimento di Tul-lio Galli, Coordinatore nazionale Assoturi-smo Confesercenti –: Sviluppare una cultu-ra dell’accoglienza, offrendo ricettività, maanche servizi di tutti i tipi”.Si fa troppo poco per questo settore, secon-do Armando Cirillo, coordinatore del Di-partimento Economia e Lavoro del Pd e re-sponsabile del Turismo. “C’è un vuoto che

dobbiamo colmare. Concentriamoci su po-che priorità. Questo settore ha delle poten-zialità, per trovare anche le risorse; e se pen-siamo al settore pensiamo alla nostra eco-nomia e a trovare posti di lavoro.”Uno sforzo di qualificazione, lo definiscecosì Susanna Camusso, segretario genera-le della Cgil: “Abbiamo bisogno di avereun’idea del nostro paesaggio, dei beni sto-rici e culturali che sono una ricchezza col-lettiva; devono essere valorizzati e organiz-zati oculatamente, per diventare fonte diricchezza e nuova occupazione. Costruireun sapere fatto dell’incrocio delle conoscen-ze del paese, e delle parti tecniche”.“Ma ènecessario – afferma il segretario – che ilgoverno diventi una cabina di regia, per unapolitica che determini quali cose fare, unapolitica di valorizzazione e rilancio”.Progetti e investimenti di qualità, per un la-voro di qualità.•

I l turismo,un settore al femminile?Sembrerebbe

proprio di sì, a quantoemerge dalla ricercapresentata dall’Entebilaterale nazionale del turismo presso il Cnel l’8 luglio.Nonostante la crisi e ilcalo dell’occupazione,soprattutto delle donne, ilturismo sembra essere unsettore in controtendenza.Secondo l’Osservatoriopermanente per le Pariopportunità dell’Ebnt, lacomponente lavorativafemminile nel Turismo èdel 60%, anche se conimportanti differenze –circa il 20% – tra il Nord eil Sud del paese. Positivoanche il fronte dellacontrattualizzazione,soprattutto nelle grandiimprese, dove le donnerisultano assunte a tempoindeterminato per l’88,8%contro il 78,5% degliuomini, anche se per leprime si ricorre molto piùspesso a contratti atempo parziale. Unamodalità che spesso però,non rappresenta unaforma di flessibilità per lelavoratrici, maun’esigenza del datoredel lavoro in relazioneall’attività giornaliera (adesempio la ristorazione).Anche la collaborazione

coordinata e continuativaè una modalità gettonatatra le donne, quasi unterzo del totale, anche sevaria poi da comparto acomparto.I valori però cambianosalendo di livelloprofessionale: a ricoprireruoli quadro e dirigenzialisono infatti soltanto il36,7% e il 33,8% delledonne, con picchi alribasso nel Mezzogiornoe nelle grandi imprese ingenere. Sono ancoratante, forse troppe, ledifficoltà per il

raggiungimento diposizioni apicali.Un dato che non stupisce,però, se messo aconfronto con quellorelativo alle richieste, daparte delle aziende, dipersonale in possesso dititoli di studi superiori:oltre il 40% per gliuomini, meno del 25%per le donne, a dispetto,peraltro, dell’importantecontributo qualitativo,oltre che quantitativo, che queste apportano al settore.Alle donne, quindi, si

offrono ancora oggi postidi lavoro di livelloinferiore. La ricerca, basata su datidell’Isfol, l’Istituto per losviluppo della formazioneprofessionale deilavoratori, edell’Osservatoriopermanente del mercatodel lavoro presso Ebnt, èstata promossa conl’obiettivo di sollecitareinterventi concreti peruna migliore e più giustacollocazione della donnanel mondo del lavoro.“Il turismo è l’unico

settore a evidenziare unamaggioranza di sessofemminile tra glioccupati, un datoimportante, soprattutto inun quadro di riflessionepiù ampio, ma lapartecipazione delledonne nel mercato dellavoro è ancorafortemente ostacolata”. Adaffermarlo è Lucia Anile,della Filcams Cgil evicepresidente Ebnt.Nonostante i tantimiglioramenti, infatti, lastrada per la reale paritàpartecipativa nel mondodel lavoro è ancora lunga,sia per gli schemiculturali e sociali moltoforti, sia per le grandicarenze nel settore deiservizi alle famiglie checostringe molte donne asobbarcarsi del peso dellagestione familiare.Viviamo in una societàmaschile, che nonvalorizza a pieno le

potenzialità delle donne eche per questo deveessere riorganizzata: “unamaggiore partecipazionedelle donne al mondo dellavoro – prosegue Anile –porterebbe a unamaggiore crescitaeconomica e a unmiglioramento deirendimenti aziendali”.Se da un lato il settoresembra accogliere conpiù facilità le donne,dall’altro concede rarepossibilità di accesso alleposizioni apicali, con unforte ricorso al lavoroflessibile spesso sceltaaziendale più che dellalavoratrice.La contrattazioneintegrativa può essereuno strumento perrimuovere ledisuguaglianze e lediscriminazioni di genere:“una contrattazione chevada oltre la salvaguardiadei diritti” conclude Anile,“ma che guardi ad unareale conciliazione deitempi di vita e di lavoro ealla promozione di azionepositive volte adeliminare lediscriminazioni esistenti.Non si esce dalla crisi chestiamo vivendo senza ilcontributo delle donne,senza la loro competenza,la loro professionalità e ilvalore della lorodifferenza.” •

18

PARI OPPORTUNITÀ | L’OSSERVATORIO

“La soluzione è che ci vorrebbe lavoro per tutti tutto l’anno, ma non c’è.Facciamo meno ore tutti, stringiamoci un po’.”

“Chiediamo di fare coordinamento tra sindacati, istituzionie ministro del Turismo: servono idee a livello nazionale.”

“Anche se c’è crisi e abbiamo bisogno di lavorare, non si può scenderea certe condizioni: non c’è più qualità, servizio, non c’è più nulla.”

“Valorizzare il nostro lavoro: più diritti, più professionalità, più ricchezza.”

Sono solo alcuni dei contributi di lavoratrici e lavoratori del settore del turismo, consiglie idee per rilanciare il settore, visibili sul canale YouTube della Filcams Cgil.

Video completo http://youtu.be/sIwAPdHORb0 Trailer http://youtu.be/aMmKesGbc-w

LA VOCE DEI LAVORATORI

I risultati

della ricerca

dell’Ente

bilaterale

presentata

al Cnel

Tante donne nel turismoma poche ai vertici

R.M.

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Manieri DALLA PRIMA Turismo. Tante voci per ripartire

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Anche quest’annola Filcams hapartecipato con una folta

delegazioni di delegati e funzionariall’appuntamentonazionale dei giovani della Cgil, la cui quartaedizione si è svolta a Romadal 5 al 7 luglio al parco di Villa Gordiani.Molti gli argomenti trattatinei gruppi di lavoro e nelleiniziative su cui la nostracategoria ha potutoconfrontarsi conesperienze di altri settoripartendo dal patrimonio divertenze e pratiche di cuisiamo stati pionieri inquesti anni.Tema centrale dellegiornate (che sono statefunestate dal mal tempoimpedendo la completarealizzazione delprogramma) è stato quellodella ricomposizione dellavoro attraverso lacontrattazione inclusiva edelle strategie perorganizzare il lavorodisperso e precario. In questo senso i giovaniCgil portano avantiun’elaborazione cheprende spunto dalleesperienze dei sindacatiamericani con le pratichedi organising sperimentatea partire dagli anni 90,pratiche che si sonodimostrate vincenti e chehanno cominciato a esseresperimentate anche nelsindacato europeo.Per questo motivo aldibattito di apertura, alquale ha partecipato ilsegretario generale dellaFilcams Franco Martini, èstata invitata Valery Alzaga,

coordinatrice dellacampagna internazionale“Change to win” e tra lepromotrici della campagna“Justice for Janitors” che ha portato allasindacalizzazione e almiglioramento dellecondizioni di lavoro esalariali di centinaia dimigliaia di lavoratori negliUsa, in Canada e nel RegnoUnito. Alzaga ha descrittole modalità con cui lavora aimpostare le campagne disindacalismo sociale, che sibasa innanzitutto su unacomunicazione moltoaccurata, ma semplice, e ingrado di coinvolgere idiretti interessati. Il lavoropreparatorio di unacampagna è incentratosull’individuazione deibisogni dei lavoratoriinteressati e sullaricostruzione della catenadi responsabilità diretta eindiretta che determina lecondizioni degli stessi. Adesempio la campagna“Justice for Janitors” si èbasata sull’individuazionenella veste di contropartecontrattuale non delle ditteda cui dipendevanodirettamente i lavoratori dipulizie in appalto, ma deiproprietari e dei gestoridegli immobili entro cui glistessi svolgevano le attività.Alzaga ha sottolineatocome sia fondamentale lacondivisione di obiettivichiari e specifici con ilavoratori al fine diorientare l’azione di lotta eottenere i risultati. Lecampagne dagli obiettivifumosi e generici, hasottolineato Alzaga, nonriescono a coinvolgere emobilitare i lavoratori.

L’attivista, che oggi vienechiamata da moltestrutture sindacali, tra cuianche l’Ig Metall, perimpostare campagne disindacalizzazione, haevidenziato come siafondamentale il ruolo dellaricerca per potercomprendere tutti gliaspetti da cui dipendono lecondizioni di lavoro: gliandamenti dei mercati, icomportamenti dei clientie dei consumatori,l’immagine delle societàcoinvolte e la percezioneche i lavoratori hanno disé, e su di essi costruire lacampagna e orientarneogni fase per ottenererisultati vincenti. Sugli spunti posti da ValeryAlzaga è intervenuto ilsegretario generale dellaFilcams, Franco Martini,che ha messo in luce comegià la categoria stia

cercando di agire conmetodi e strategie nuove,in particolare nei settori più frammentati. Martini ha portatol’esempio del lavorodomestico, settore nelquale è impossibileimmaginare lastrutturazione di unpercorso sindacaletradizionale, chepossiamo aggredire solointervenendo suicommittenti esull’informazione indiretta.Martini ha concluso conun invito ai giovani dellaCgil, spronandoli adiventare sempre piùprotagonisti della vitadell’organizzazione,affinché il rinnovamento dipratiche e modalità di cui il sindacato necessitàpossa essere realizzatoconcretamente da chimeglio lo sa interpretare. •

contemporaneamenteraggiungere la massimaefficienza economica

attraverso la razionalizzazione deicosti e delle strutture. Sfida difficile, ma non impossibile,soprattutto per un segretarioorganizzativo dalla lungaesperienza e dalle rare doti umane. Lo stesso segretario, al corso diformazione per “organizzatori” della Filcams, ha voluto condividere alcune sue personaliconsiderazioni sulla figuradell’organizzativo: “Essereorganizzatore vuole dire farecontrattazione e imparare adiscutere con i burocrati sindacali;vuol dire studiare come si fa e silegge un bilancio e come siamministra una struttura. Ma vuol dire anche cercare dicreare un rapporto con i gruppidirigenti e con chi lavora con noi:una telefonata, un saluto, un sorrisoun contatto, un ascolto, spessovalgono di più di tanta capacitàpolitica; vuol dire innamorarsi

della maglia che portiamo”.La Filcams nazionale si avvia quindial Congresso con le idee chiare sucome vuole diventare. E oltre allascommessa organizzativa lanciaanche un’altra importante sfida: ilrinnovamento delle rappresentanzesindacali, che non potràprescindere dalla presenza dilavoratrici e lavoratori immigrati. È evidente infatti come laprincipale lacuna che questacategoria sconta ancora rispettoalla rappresentanza tra delegati elavoratori, così come tra dirigentisindacali e lavoratori, è proprioquella che riguarda i nuovicittadini, che dovrannonecessariamente trovare il giustospazio nella Filcams già a partiredal prossimo Congresso.Il percorso è complesso, ma laFilcams sembra essere benpreparata, galvanizzata dagli ottimirisultati in termini di tesseramentoraggiunti in questi ultimi anni. Eallora non resta altro da dire se non“buon lavoro a tutti!” •

Banchieri

DALLA PRIMAFilcams. Cambiare per crescere ancora e meglio

•••

Organizzati è meglioL a Festa nazionale dei giovani Cgil si è conclusa

quest’anno con un’assemblea dei quadri e delegati che ha visto la partecipazione del segretario

generale Susanna Camusso.Tra i molti interventi di giovani provenienti daesperienze e territori diversi, Diario Terziario viriporta quello di Marusca Gaggi, da pocosegretaria provinciale della Filcams di Arezzo,dove è anche segretaria generale di Nidil. Marusca ha iniziato il suo interventosottolineando come in gioco sia la dimensionedel lavoro come luogo della realizzazione

delle persona, oggi schiacciatadalla dimensione esclusivamenteeconomica che la mortifica eproduce l’enorme spreco della disoccupazione giovanile e della precarietà.Oltre ai dati sulla disoccupazionee sull’abuso dei contratti atipici,questo atteggiamento èdimostrato anche dai dati

sull’utilizzo dell’apprendistato che, mentreprende piede negli altri paesi dell’Unione

europea, in Italia continua a non decollare perché leimprese lo considerano troppo vincolante, pur non essendo controllate nell’effettivo rispetto diquesta tipologia contrattuale.Il tema centrale, secondo l’esperienza che ha fattoMarusca, è quello di sconfiggere la logica del minorcosto, che viene facilmente imposta laddove i lavoratori sono divisi. Bisogna superare le divisioni tra “garantiti” e “non garantiti” e la trappola del conflitto generazionale, architettato ad arte permascherare il conflitto reale tra ricchi e poveri. La strada da percorrere, insomma, è quella diricomprendere tutti i lavoratori nella contrattazione, per riunire tutte le condizioni.Il territorio è il luogo dove esercitare questa riunificazione, territorio che però non va solo presidiato,ma va anche attivato.A tal proposito Marusca ha portato l’esempio dei centricommerciali e degli outlet, dove sono impiegati centinaiadi lavoratori e che rappresentano un orizzontecontrattuale ancora non sperimentato dal sindacato.Marusca, che ha iniziato la sua attività sindacale comedelegata in Zara, ci ha raccontato della sua esperienzanell’outlet di Val di Chiana, dove ha sperimentato lepotenzialità di una contrattazione di sito.Un accordo sindacale di secondo livello sottoscrittoall’insediamento del sito commerciale nel 2004prevedeva l’agibilità sindacale e uno spazio per leorganizzazioni sindacali all’interno dell’outlet, ma non eramai stato effettivamente utilizzato. Marusca ha iniziato ad attivare lo spazio con un lavoro didiffusione di informazione attraverso volantini e venendoincontro alle esigenze e alle richieste dei lavoratoridell’Outlet: dall’assistenza fiscale fino alle vertenze perchiusura di rapporti di lavoro a termine.Queste attività hanno avuto come effetto una forteadesione al sindacato, con la conseguenza che moltipunti vendita sono stati organizzati sindacalmente. È anche grazie a questo percorso che nell’outlet di Val diChiana la Cgil è riuscita a gestire gli effetti della crisiattraverso strumenti conservativi, impedendo azioniunilaterali da parte dei datori di lavori.L’azione sindacale non si è rivolta solo ai dipendenti deipunti vendita, ma anche alle figure operative e di servizio:addetti alle pulizie, vigilanza, amministrazione. In questo modo si è riusciti a includere nel’integrativo di sito anche queste figure e quindi a uniformare tutti i trattamenti.L’obiettivo ora è quello di provare a impostare unconfronto mirato a mantenere stabili i livelli occupazionaliall’interno del l’outlet, che è caratterizzato tra l’altro da unforte turn-over: obiettivo di non facile raggiungimentoviste le resistenze di tutti gli interlocutori. •

È il territorio il luogodella contrattazione

inclusiva

L’ESPERIENZA DI MARUSCA GAGGI

19

F

Le campagne dell’attivista Usa

Valery Alzaga e le esperienze

unificatrici della Filcams

Luca De Zolt

L’APPUNTAMENTO | LA FESTA DEI GIOVANI DELLA CGIL A

Terziario07_ok 15/07/13 13:19 Pagina 19

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“...E intanto sul monte delCalvario, sparivano

le croci e ci nasceva un CentroCommerciale e due fiori chegridavano feroci”… recita il testodi una canzone di AlessandroMannarino, “L’ultimo giornodell’umanità”. Testo premonitore,o meglio altamente descrittivo, diuna realtà italiana che non

dovrebbe renderci affattoorgogliosi e che riguarda ilproliferare dei grandi Centri delloshopping, mostri urbani checementificano le nostre città.L’urbanizzazione indiscriminatadel territorio passa infatti, oltre chedalle costruzioni private, anchedalla realizzazione di progetti diampliamento dell’offertacommerciale, rendendoingiustificabile, in tempi di crisi, lamoltiplicazione di strutturededicate, che risultano sempre piùperiferiche rispetto ai centri

storici; difficilmente raggiungibilicon mezzi pubblici; produttrici di rifiuti in quantità elevate; altresì discutibili a livello estetico-architettonico.Le conseguenze peggiori peròdella delocalizzazione delloshopping le pagano sempre ecomunque i lavoratori, costretti autilizzare il mezzo privato per

raggiungere il luogo di lavoro,allungando notevolmente itempi di spostamento eaumentando le spese, senza possibilità di fruire diservizi essenziali, in genere

gli ultimi ad essererealizzati. La conciliazionedei tempi di vita e di lavororisulta complicata anchealla luce di orariparticolarmente disagevolie di aperture selvagge e

indiscriminate dei centricommerciali stessi, conseguenzedi una liberalizzazione cheriguarda non più solo ledomeniche ma tutte le festivitàpreviste da calendario: ilcommercio è l’unico settore infattiche ha messo in pratica senzaremore il decreto Salva Italiavoluto dal professor Monti, che, innome di un auspicato rilancio deiconsumi e dell’economia, ha benpensato di ampliare l’offerta delloshopping, permettendo ai cittadinidi poter fare la spesa la domenica,

a Pasqua o il Primo maggio.Il crollo dei consumi con calo dellevendite di tutti i generi, daglialimenti all’abbigliamento (datiIstat luglio 2013) non giustificanoil provvedimento, le cuiconseguenze dirette sono state: ilpeggioramento delle condizionilavorative con l’aumento delle orelavorate senza una corrispondentecrescita della busta paga, dato chei contratti considerano ladomenica un giorno feriale e nonstraordinario; turnazioniprogrammate settimanalmente emodificate sulla base dei flussi di

clientela; reale limitazione deidiritti al riposo e alle pause.Consideriamo poi che la maggiorparte dei dipendenti nei Centrisono donne, con un età media di 35 anni, in genere mamme,mogli o figlie.Dalle loro problematiche e dalleloro voci nasce il progetto “Vite alcentro. Storie di commessenell’epoca dei centri commerciali”un documentario di Fabio Ferreroe Nicola Zambelli, un film di 55min sulle storie di due lavoratrici,Alice e Beatrice, giovani amicheche attraversano un particolaremomento della loro esistenza eraccontano le loro NON Vite pressoun Centro commerciale di Brescia,città che vanta il triste primato di metri quadri pro-capite destinati alla grande distribuzione,

quattro volte superiore alla media europea.I due registi e gli ideatori del filmcollaborano con Smk VideoFactory una casa di produzioneindipendente che nasce dallavolontà di realizzare prodotti didenuncia e di riflessione civile,rispetto a un’evoluzione, spessoinvoluzione, della cultura e societàcontemporanee, toccando varietematiche incluse quelle delconsumo, che in questo caso non riguarda i beni, bensì il tempoe la vita privata delle persone.Il film è in distribuzione da

giugno 2013 e può essereacquistato, o semplicementesostenuto grazie alle donazioni sulsito www.vitealcentro.it, unprogetto di comunicazione dove èaltresì possibile leggere le storiedel blog e i racconti, unacondivisione di situazioni,problemi, preoccupazioni di coloro che hanno partecipato osi sono semplicementericonosciuti, un numero semprepiù ampio di lavoratori sparsi sututto il territorio nazionale.Le storie sono un colpo allo stomaco. Jessica, commessa del finesettimana, che da ormai tre annipassa feste e domeniche nella suaprigione di cristallo, dove il temponon passa mai e si calpestano idiritti, dove ci si ritrova in gabbia,

come allo zoo, prede dipasseggiatori (pseudo-clienti) chetrascorrono il loro tempo libero asbirciare attraverso le vetrine.Eleonora, con i suoi orari spezzati,fatti di quattro ore la mattina e treil pomeriggio, che impediscono digestire la vita privata, di pensare aun figlio, anche perché la maggiorparte dei licenziamenti nei negoziavviene al compimento di un annodel bambino, e per di più un asiloaperto fino alle 20 non esistenemmeno pagando oro.Giancarlo, proprietario di unpiccolo negozio, costretto a causa

della concorrenza spietata dellagrande distribuzione ad apriretutte le domeniche dell’anno, per ilquale le liberalizzazioni hannoristretto le libertà personali: alculto religioso, al piacere di starein famiglia, ai rapporti sociali.Denuncia e spunti riflessividunque, allargando la narrazione aun contesto più ampio che non parla solo delle vicendeumane di cittadini, lavoratori econsumatori, ma che si soffermasul futuro della città, dello sviluppo urbano, dell’ecologia, esoprattutto del lavoro. Un film può cambiare il pensiero ela società? Considerando che il fine giustifica i mezzi, inquesto caso ogni mezzo, laFilcams risponde sì e sostienepienamente il progetto.•

LA CAMPAGNA | CONTRO IL LAVORO IRREGOLARE NEL TURISMO

Loredana Colarusso

CCONTAMINAZIONI | DOCUMENTARIO

Storie di vite liberalizzate

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Rassegna SindacaleSettimanale della Cgil

Terziario07_ok 15/07/13 13:19 Pagina 20