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Turismo Equestre Appennino Modenese Programma giornaliero * Ore 09,00 Partenza (in sella) Ore 12,30 Pranzo in funzione delle circostanze: ristorante/ baita/ rifugio/ pin-nic Ore 17,30 RICOVERO CAVALLI- in paddok elettrificati / poste / box Ore 19,30 Cena e pernottamenti in Hotel, Agriturismo, Foresteria o Rifugio *Gli orari possono subire delle variazioni. Sabato 2 luglio 2016 Arrivo a Sestola. Giornata dedicata a una breve escursione nella zona per acclimatamento cavalli e cavalieri (gratuita) DATI TECNICI 2 REGIONI Emilia Romagna e Toscana 2 PROVINCE Modena Pistoia 288 Km percorsi 13 COMUNI ATTRAVERSATI : Sestola– Fanano – Fiumalbo – Abetone – Pievepelago –Riolunato - Montecreto- Lama Mocogno – Polinago – Palagano – Frassinoro- Serramazzoni -Pavullo nel Frignano L’oro verde del Frignano (Alto Appennino Modenese) Viaggio a cavallo di otto giorni nel Parco del Frignano “…fatti guidare, ti stupirò con effetti speciali, fermati e osserva la natura!” 2-3-4-5-6-7-8-9-10 Luglio 2016

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Turismo Equestre Appennino Modenese

Programma giornaliero * Ore 09,00 Partenza (in sella) Ore 12,30 Pranzo in funzione delle circostanze: ristorante/ baita/ rifugio/ pin-nic Ore 17,30 RICOVERO CAVALLI- in paddok elettrificati / poste / box Ore 19,30 Cena e pernottamenti in Hotel, Agriturismo, Foresteria o Rifugio *Gli orari possono subire delle variazioni.

Sabato 2 luglio 2016 Arrivo a Sestola. Giornata dedicata a una breve escursione nella zona per acclimatamento cavalli e cavalieri (gratuita)

DATI TECNICI 2 REGIONI Emilia Romagna e Toscana

2 PROVINCE Modena Pistoia 288 Km percorsi

13 COMUNI ATTRAVERSATI : Sestola– Fanano – Fiumalbo – Abetone – Pievepelago –Riolunato - Montecreto-Lama Mocogno – Polinago – Palagano – Frassinoro- Serramazzoni -Pavullo nel Frignano

L’oro verde del Frignano (Alto Appennino Modenese)

Viaggio a cavallo di otto giorni nel Parco del Frignano “…fatti guidare, ti stupirò con effetti speciali,

fermati e osserva la natura!”

2-3-4-5-6-7-8-9-10 Luglio 2016

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Turismo Equestre Appennino Modenese

ALTIMETRIA

QUALE VIAGGIO? Un viaggio che entrerà nel cuori dei cavalieri, infatti scopo dell’esperienza è quello di esplorare ambienti, luoghi e siti che con i mezzi a motore non riusciamo a visitare. Rientriamo in quella nuova categoria che viene definita “ Turismo Lento”, dove il rapporto con il cavallo è una condizione prioritaria, che significa rispetto, condivisione e ascolto dell’ambiente e, quindi, di noi stessi. Il turismo lento nasce da un filosofia diversa dal tradizionale turismo di massa, dove l’importante non è conoscere il più possibile, ma entrare nell’anima degli avvenimenti

della natura, della storia e della cultura che ci circonda. Al ritmo del nostro cavallo possiamo scoprire scorci stupendi e inesplorati, gustare sapori dimenticati, ascoltare il suono dell’acqua che scorre, farsi accarezzare dal vento e respirare i profumi venati dalle indefinibili sensazioni. Vivere la storia lungo, gli antichi percorsi dei grandi pellegrinaggi, quando l’Europa medioevale non aveva frontiere, e la viabilità era tracciata sui sentieri impregati da fede, cultura, avventura e intrighi. Turismo lento significa rivivere l’emozione di entrare in Castelli, o attraversare ponti di sasso, con il sottostante significato di unire culture storie abitudini e magari amori. E così il viaggio acquista insospettabili significati, porta nuovi stimoli e nuove curiosità, insieme alla fatica sotto il sole cocente o la pioggia battente. Si attraverseranno borghi abbandonati e può accadere che il nostro sguardo si aprirà a nuovi spazi della natura, della storia, dell’arte e anche dell’anima. Il nostro equino ci guiderà attraverso una natura prorompente e selvaggia in una parte dell’Appennino Tosco Emiliano che il 6 giugno 2015 è diventato parte del Patrimonio delle

Riserve dell'Uomo e della Biosfera Unesco. La pergamena che è stata consegnata testimonia l’inestimabile patrimonio di bellezza, dei saperi e dei valori che sono custoditi in questi territori. Tra gli obiettivi vi è quello di coniugare la difesa dell'ambiente, della biodiversità e delle tradizioni storiche e culturali tramite lo sviluppo del turismo e la crescita sostenibile dell'economia locale. Il programma MaB (Man and the Biosphere) fonda le proprie basi in un ambito socio naturalistico, nell’uso razionale e sostenibile e nella conservazione della natura, oltre che nel miglioramento del rapporto complessivo uomo e ambiente. Ci auguriamo che il nostro viaggio a cavallo possa essere una pedina importante di un grande progetto.

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Turismo Equestre Appennino Modenese

Domenica 3 luglio 2016 Sestola (1074m)– Via Roma Nonantolana Fanano (619m) - Lago delle Ninfa (1504m) – Passo del Lupo (1647m) (PS) – Pian del Cavallaro (1800m) – Doccia (1369m) (PT)

I Giorno: Km 39 Ore in sella: 8 Difficoltà: media Punto sosta: Pranzo in baita Punto tappa: Albergo Ricovero cavalli: Paddock elettrificati o box

L’ORO VERDE Grazie al nostro cavallo attraverseremo una vasta oasi verde che si estende sul territorio dell’Alto Appennino Modenese toccando i comuni di: Fanano, Fiumalbo, Frassinoro, Montecreto, Abetone, Pievepelago, Riolunato, Sestola, Polinago, Palagano, Serramazzoni, Pavullo nel Frignano: Il Parco

Regionale dell’Alto Appennino Modenese. L’ampia area protetta, detta anche Parco del Frignano, è distinta in due settori separati tra loro che prende forma dalla depressione dell’Abetone e dalla conca di Fiumalbo. Una ragnatela di sentieri attraversa il parco, si passerà dai secolari boschi di castagno di Montecreto, dalle magiche faggete delle Piane di Mocogno, quando l’aria e il sole filtrano tra le piccole foglie, si solleva una musica percepita dal nostro cavallo. Attraverseremo boschi d’imponenti querce, e incontreremo nei pressi del Passo dell’Abetone il silenzio delle abetaie situazione che prende forma e ci inviteranno ad ascoltare il loro linguaggio. Qualche abitante farà capolino, ridestato dallo scalpitio gli zoccoli dei nostri cavalli come, caprioli, scoiattoli, leprotti e volpi, volteggeranno sopra di noi ghiandaie,

pettirossi, corvi e rapaci come la poiana o il falco. Potremo respirare i profumi del sottobosco, si apriranno macchie di mirtilli blu, cespugli di ginepro, oasi di funghi, muschi e licheni. Salendo sui crinali intorno al Monte Cimone 2165 m, attraverseremo praterie e brughiere selvagge, qui circhi e cordoni morenici hanno dato origine a laghi, torbiere e pozze che spesso si mutano in prati umidi dove, in primavera, al momento del disgelo, l’acqua ristagna. Scendendo più a valle troveremo distese di prati coltivati a fienagione. Boschi prati e sottobosco creano quella filiera alimentare che ci piace chiamare l’oro verde.

Lunedì 4 luglio 2016 Doccia (1369m) –Bella Gamba (1299m) – Abetone (1388m) (PS) - Monte Gomito (1392m) ( Sentiero 00)– Val di Luce (media 1540 m) – Dogana (1060m) - Fiumalbo (953m) (PT)

II Giorno: Km 34 Ore in sella: 7 Difficoltà: media Punto sosta: Pranzo campestre Punto tappa: Albergo Ricovero cavalli: Paddock elettrificati o stabili)

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Turismo Equestre Appennino Modenese

LE CAPANNE CELTICHE Ci avviciniamo progressivamente al territorio di Fiumalbo, dove rimarremo affascinati dalle capanne celtiche e dalle loro misteriose origini, realizzate con una particolare tecnica costruttiva molto antica. Sono riconducibili alla tradizione celtica, caratterizzate dal tipico profilo scalinato. Le origini delle capanne celtiche, fabbricati adibiti ad uso agricolo e al ricovero di animali da allevamento non sono certe. Gli edifici, generalmente a pianta rettangolare, sono realizzati in sasso con copertura a due spioventi rivestita da un manto di paglia di segale, raccolta in mazzi finemente allineati sopra ad una trama di travetti di legno. Le penne, lastre in arenaria disposte a gradoni che rendono così caratteristico e originale l’aspetto di questi edifici, sostengono l’armatura del tetto e disegnando i due fronti dell’edificio rendendolo molto simile a quelli che sorgono in Bretagna e Irlanda terre ,abitate dai Celti.

Martedì 5 luglio 2016 Fiumalbo (953m) – Il Balzone (1529m)– Le Polle (1198m)- Monte Cervarola (1623m) (PS) - La Marina(1251m) - Magrignana (948m) – Riolunato (737m) (PT)

III Giorno: Km 32 Ore in sella: 6 Difficoltà: media Punto sosta: Pranzo in baita Punto tappa: Albergo Ricovero cavalli: Paddock elettrificati o stabili

I PONTI Molti saranno i torrenti che attraverseremo, tra questi lo Scoltenna, il Mocogno , il Rossenna e il Dragone, alcuni saranno guadati, altri saranno attraversati da spettacolari e “diabolici” ponti in sasso con per esempio: Ponte di Olina situato nel comune di Pavullo del Frignano deve, la sua attuale forma ad una ricostruzione del 1522. Pare che alle spese, gravate sulle terre dei Montecuccoli e della podesteria di Sestola, abbiano contribuito anche Firenze e Lucca, a dimostrazione del ruolo strategico svolto nella viabilità frignanese fin dalle epoche più remote. Il ponte supera il letto del fiume con un’unica arcata di forma parabolica. La spalla di destra è impostata su un affioramento di roccia che costituisce la testata naturale del ponte, mentre, la spalla di sinistra è totalmente artificiale. Nel culmine del ponte sorge un’edicola votiva coperta da un tettuccio a due falde. Ponte dei Leoni Passando da Montecreto, non possiamo rimanere indifferenti a questo imponente manufatto, nei pressi di Strettara: al Ponte dei Leoni. Costruito nel 1337 il ponte a tre arcate era in legno, e nel 1718, è stato ricostruito in pietra. All’imbocco delle testate vi sono quattro leoni, scolpiti in arenaria, di impronta tardo romanica, probabilmente recuperati dal primo ponte di legno. I quattro leoni sembrano posti per infondere coraggio al viandante che deve passare in questa gola stretta dello Scoltenna, come a proteggerlo dalle rapide che creano i vortici dei mulinelli in quel punto.

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Ponte della Luna Nei comune di Riolunato troviamo Ponte della Luna, costruito nell’’800, tutto di sasso e a schiena d’asino, unisce i due versanti della vallata, quello “solatio”, rivolto a sud, e quello del “ bacio”, rivolto a nord. Questo ponte inoltre collega il paese con le settecentesche vie Giardini e Vandelli. Ponte della Fola Entrando nel comune di Pievepelago si incontra il Ponte delle Fola che è stato realizzato con un caratteristico profilo ad ali di gabbiano rispondendo a due esigenze: la prima permettere lo scavalcamento del coro d’acqua utilizzando un unico pilone centrale ottenuto solo mantenendo sufficientemente ampie le arcate, la seconda di avere le teste del ponte alla giusta quota rispetto agli imbocchi, fattore reso possibile grazie alla la doppia schiena d'asino che offre al ponte la sua particolare conformazione.

Mercoledì 6 luglio 2016 Riolunato (737m)– Pievepelago (871m) -Rocca Pelago (1161m) (PS) – Alpe Sigola(1640m) – Riccovolto (870m) ( la Via Bibulca) - Frassinoro (1131m) (PT)

IV Giorno: Km 35 Ore in sella: 6 Difficoltà: media Punto sosta: Pranzo ristorante Punto tappa: Albergo o B&B Ricovero cavalli: Paddock elettrificati o Box

LE VIE DI COMUNICAZIONE Già in epoca romana le terre dell’Appennino erano attraversate da alcune strade di valico, dismesse successivamente a causa delle frequenti invasioni barbariche. E’ nel medioevo che le strade tornano lentamente a solcare la montagna, acquistando importanza nelle rotte militari, religiose, e commerciali che dall’Emilia conducevano in varie città della Toscana e a Roma. La più antica è la Via Bibulca che da Sassuolo portava a Montefiorino e Frassinoro, valicando l’Appennino a San Pellegrino in Alpe sul confine toscano. La Via Romea Nonantolana apparteneva al sistema di viabilità voluto dai monaci benedettini dell’Abazia di Nonantola, collegava tra loro numerose pievi, sul quale transiteremo nei pressi di Sestola e Fanano. Presso il Passo 100 Croci percorreremo la Via Vandelli, voluta dal Duca Francesco III d’Este, che attraversava il Frignano e la Garfagnana, unendo Modena e Massa Carrara. Maggiore fortuna ha avuto invece la successiva Via Giardini –Ximenes, così chiamata dal nome dei progettisti, l’arteria congiungeva Modena a Pistoia. Terminata nel 1776, fu una delle maggiori opere pubbliche del tempo: sopravvive ancora oggi quale Statale dell’Abetone e del Brennero. Nei pressi dell’Abetone e della Val di Luce arriveremo sul “Sentiero 00” tragitto spettacolare, punto di confine tra due regioni Emilia Romagna e Toscana. Nelle giornate limpide si può ammirare un panorama a 360° dal mare alle Alpi.

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Turismo Equestre Appennino Modenese

Giovedì 7 luglio 2016 Frassinoro (1131m) –Sassatella (1010m) - Passo 100 Croci (1184m) (La via Vandelli) (PS) - Monte Cantiere (1617m)- Le Piane di Mocogno (1286m) – Monte Molino- (912m) Polinago (914m) (PT)

V Giorno: Km 37 Ore in sella: 8 Difficoltà: media Punto sosta: Pranzo in ristorante Punto tappa: Albergo o B&B Ricovero cavalli: Paddock elettrificati o box

ENOGASTRONOMIA Superba la cucina emiliana, ricca e varia in nei particolari. I cavalieri e le amazzoni la potranno degustare nei punti tappa o punti sosta programmati. Anche un semplice pic nic, come quello che sarà consumato all’Abetone o al Castello di Montecuccoli, sarà l’occasione per assaporare i prelibati salumi, che spazieranno dal prosciutto di Parma alla Mortadella di Bologna o al salame di Felino, magari accompagnato da una scaglia di Parmigiano Reggiano, il RE dei formaggi. Nei ristoranti a mezzo giorno o alla sera, possiamo degustare le famose paste ripiene: tortelli, tortellini, tagliatelle, pappardelle al sugo di cacciagione o lasagne. E che dire dei vari pani come, gnocco, crescentine e borlenghi, ed ancora funghi fritti e per concludere in bellezza, un buon digestivo, ecco pronto un mirtillino o un nocino. Ce n’è per tutti i gusti. E i Cavalli? in tutti i punti sosta e tappa avranno del ricco fieno da prato stabile della zona e alla sera dell’ottimo fioccato.

Venerdì 8 luglio 2016 Polinago (914m) - Gombola (392m)(PS) – La Picciniera (481m)- Castello di Pompeano (626m)– Lago delle More – Serramazzoni (769m) (PT)

VI Giorno: Km 38 Ore in sella: 7 Difficoltà: media Punto sosta: Pranzo in ristorante Punto tappa: Albergo Ricovero cavalli: Paddock elettrificati o box

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Turismo Equestre Appennino Modenese

ROCCHE E CASTELLI Castelli, Torri, Rocche o Fortezze dislocati numerosi lungo questo tragitto, godono tutti di una posizione panoramica, luoghi dove il nostro sguardo spazierà su vallate, boschi e fiumi indimenticabili. L’antica Rocca di Sestola è situata a 1020 m e l’ottocentesco campanile domina il centro storico del paese, la rocca è sede di musei di vario genere.

Castello di Montecreto Il nucleo centrale del paese prese origine dal castello che dominava la vallata del fiume Scoltenna. Dell’antica rocca, di cui oggi rimangono solamente alcune parti delle mura ed una delle tre torri, è stata riconvertita a campanile della chiesa parrocchiale. Il centro storico, in particolare la via Castello con le corti, i portali scolpiti e le logge ,è un significativo esempio di strada fortificata.

Castello di Riolunato Il paese, sorto intorno alla rocca medioevale a cui deve il suo nome, fu a lungo in passato il centro amministrativo, economico e religioso del versante della valle che da Riolunato sale fino al Monte Cimone. Nella frazione di Castello, nell'area dell'antica rocca medioevale si possono ammirare:* la quattrocentesca chiesa di San Martino, costruita sulle rovine del maniero * il campanile, situato nei pressi della chiesa, è ricavato dall'antico torrione della roccaforte medioevale e reca sull'architrave in arenaria, scolpiti sul portale dei bassorilievi d’ispirazione romanica il rinascimentale Palazzo, mostra esternamente e internamente interessanti motivi architettonici con alcune delle sue pareti interne ricoperte da incantevoli affreschi.

Il Castello di Frassinoro fa parte del poderoso sistema di fortificazioni che aveva eretto Matilde di Canossa per proteggere il suo regno. Le strutture difensive rappresentavano una garanzia di sicurezza ma svolgevano anche il ruolo di simbolo visibile di autorità. E' probabile che i castelli matildici siano stati costruiti in parte potenziando preesistenti strutture, tra cui quello di Frassinoro che si trova sulla più antica Via Bibulca.

Castello di Montecuccoli Il Castello di Montecuccoli sorge nella località omonima (873 slm), sopra un rilievo roccioso nei pressi di Pavullo nel Frignano. Dimora dalla potente famiglia Montecuccolo, intorno al 1472 il feudo poteva annoverare ben 17 castelli e 6 ”ville”, a conferma dell’ampia giurisdizione, che si estendeva dalle montagne reggiane e quelle bolognesi. L’impianto architettonico è estremamente interessante e corrisponde alla tipologia classica del castello medioevale. Su tutto spicca la torre principale isolata nel punto più elevato del monte, probabilmente veniva a rimpiazzare una torre bizantina. Nel tempo sono state costruite tre mura di cinta concentriche per garantire l’estrema difesa. Il materiale di costruzione, pressoché esclusivo, è il sasso (arenaria macigno), impiegato sia per le pietre della murata, sia per le lastre di copertura, abbinati al legno dell’ordito strumentale dei solai e del tetto.

Castello di Pompeano Uno dei più antichi siti castellani del Frignano è sicuramente Pompeano nel comune di Serramazzoni. Il Sasso su cui si erge il castello di Pompeano, di colore verde scuro, tanto da sembrare quasi nero (ferro e magnesio), è una serpentina di origine vulcanica sottomarina (ofiolite) ed è attraversata al suo interno da una fenditura, o faglia, che ha dato origine ad una grotta della lunghezza di circa trenta metri. A piedi dell’antica rocca risiede il rustico borgo, sede estiva dei conti Cesi dove qui venivano a riposarsi e divertirsi.

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Sabato 9 luglio 2016 Serramazzoni (769m) – Montebonello (753m)-Castello di Montecuccoli (685m) (PS) – Niviano (545m) - Riserva di Sassoguidano (705m) – Gaiato (744m)(PT)

VII Giorno: Km 42 Ore in sella: 8 Difficoltà: media Punto sosta: Pranzo campestre Punto tappa: Albergo Ricovero cavalli: Paddock elettrificati o poste

RISERVA NATURALE DI SASSOGUIDANO Istituita nel 1995 dalla Regione Emilia Romagna, la Riserva Naturale Orientata di Sassoguidano comprende un’area che, per contenuti di rarità e diversità biologica, riveste una notevole importanza dal punto di vista naturalistico, si estende su una superficie di 272 ettari. Le pareti rocciose del Cinghio di Malvarone, il torrente Lerna, lo stagno di Sassomassiccio, la copertura forestale costituita da querceti e castagneti, siepi, prati e coltivi nonché dalla presenza di numerose specie animale e vegetale protette, sono componenti che fanno di quest’area uno dei territori più importanti della nostra regione. Le principali finalità della riserva sono la conservazione della biodiversità e del patrimonio naturalistico, il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico, l’educazione ambientale e la ricerca scientifica, la promozione di una fruizione corretta del territorio, lo sviluppo delle attività umane a basso impatto ambientale. E quindi ben vengano i cavalli: questo è turismo responsabile!

Domenica 10 luglio 2016 Gaiato (744m)– Rocchetta Sandri (696m)(PS) – Trentino (711m) – Monte Emiliano (872m) – Poggioraso (919m) – Sestola (1074m)

VIII Giorno: Km 31 Ore in sella: 6 Difficoltà: media Punto sosta: Pranzo in ristorante Punto tappa: Albergo Ricovero cavalli: Paddock elettrificati o box

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STORIE E LEGGENDE Passo dell’Abetone. Questo nome venne attribuito nel lontano 1776, quando iniziarono i lavori per la costruzione della strada Giardini che avrebbe unito il Granducato di Toscana con il Ducato di Modena. Proprio all’inizio dei lavori fu necessario abbattere un abete talmente grande che nemmeno sei persone riuscivano ad abbracciarlo. Così fu deciso di far continuare a vivere, almeno nella memoria, lo sfortunato e splendido albero, dando il nome di “Abetone” al Passo. L’antica storia dell’Abetone è fatta di duro lavoro, sofferenza e tanto freddo. Le abbondanti nevicate mettevano a dura prova il lavoro dello “stradino” e della gente del luogo per mantenere libera la strada. La neve perdurava per mesi e causava gravi danni al suolo stradale, al punto che ogni anno, all’arrivo della buona stagione, si rendeva necessario un parziale e lungo lavoro di restauro. Fu, per quei tempi, un’opera grandiosa che permise di valicare gli Appennini, mettendo così in comunicazione l’Austria, il nord Italia, con il centro sud. Fino ad allora a transitare di qui erano stati solo viandanti e pellegrini, ma la storia narra che anche Annibale se ne servì per entrare nell’Etruria. La prima cosa che si nota arrivando al Passo sono le due piramidi, volute dal Granduca di Toscana Leopoldo I e dal Duca di Modena Francesco III. Su ciascuna di esse sono stati posti gli stemmi degli Stati a cui appartenevano.

Tecnico Guida Tiziano Bedostri Maitre Randonneur FISE

Capacità Buona capacità equestre alle tre andature e autonomia di gestione del cavallo.

Abbigliamento Stivali o stivaletti con suola da trekking, abbigliamento da equitazione e da montagna.

Note

Minim0 4 partecipanti

Amici e parenti possono aggregarsi ai punti tappa e sosta.

Per motivi organizzativi è possibile variare il tragitto

E’ possibile eseguire solo alcune giornate previo accordo con l’organizzazione.

INFORMAZIONI Gruppo Attacchi VDA - Appennino Modenese Associazione Sportiva Dilettantistica

o Maneggio: Via San Martino 12 -41040 Polinago (MO) Via del Maneggio 28 - 41029 Sestola (MO)

o Tiziano: 348 23 123 90 o Piera: 348 81 26 59 5 o E- mail: [email protected] o Sito: www.gruppoattacchivda.it