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turismo per tutti al Campo della Ghina Borgolavezzaro

Turismo per tutti al Campo della Ghina

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Il Campo della Ghina di Borgolavezzaro

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turismo per tutti

al Campo della Ghina

Borgolavezzaro

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IL CAMPO DELLA GHINA IL CAMPO DELLA GHINA di Borgolavezzaro

Le campagne della Bassa Novarese sono sempre più uniformi e livel-late: vengono spianati i dossi, divelti gli antichi argini, interrate le paludi, rimosse le siepi e tagliati persino alcuni degli ultimi alberi isolati. Questo è il regno della monocoltura dove il prodotto chimico di sintesi si usa con metodo ed in abbondanza. Ciò è certamente uti-le ai fi ni produttivi ed economici immediati ma ha segnato e segna l’evoluzione verso la scomparsa degli antichi habitat, della vegeta-zione originaria, dei selvatici abitatori di questi luoghi che solo in ambienti suffi cientemente conservati possono trovare cibo, rifugio e siti adatti a costruire nidi e tane. Segna l’evoluzione verso un sem-pre maggior impoverimento della diversità biologica. La scomparsa di molti ambienti caratteristici di questa pianura come gli ontaneti, i saliceti, i tifeti, i cariceti, i boschetti di pianura insieme ai selvatici abitanti di questi luoghi, talora veri e propri indicatori biologici, è il termometro che misura le condizioni di salute dell’ambiente in cui anche noi viviamo. Il Campo della Ghina è stato il primo progetto intrapreso dall’As-sociazione Culturale Burchvif di Borgolavezzaro per tentare di porre rimedio, anche se parzialmente, a questo stato di cose. È stata la volontà di agire concretamente in favore di quella natura che, oggi più che mai, non è suffi ciente dire di amare e di voler difendere. È stata la voglia di trasformare in radici e tronchi, foglie e linfa, acqua e terra, squame e piume, un bisogno della mente pressoché irrefrena-bile. L’iniziativa, che è nata nel 1985, ha voluto ricreare una serie di piccoli habitat, propri dell’antica Pianura Padana, attraverso la ricerca e l’utilizzo esclusivi delle specie vegetali che le sono caratteristiche. Su una superfi cie di circa 10.000 mq. sono così sorti, arredati con

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la vegetazione autoctona più consona, un laghetto con acque profonde che ospita un isolotto raggiungibile attraverso un ponticello di legno, un’altura che si eleva di qual-che metro sul piano circostante, un boschetto allagato ad ontano nero, un tifeto, un canneto, fossatelli, un brandello di bosco planiziale ed un vivaio. Il Campo della Ghina, assume oggi, trascorsi ormai più di vent’anni, l’importanza di un piccolo ma esauriente giardino botanico che sa offrire riscontri concreti ai fi ni del riconoscimento e dello studio di alberi ed arbusti per i visitatori in genere e per le scolaresche impegnate in escursioni di educazione ambientale in particolare; a questo scopo un esemplare per ogni specie è stato classifi cato con nome italiano, scientifi co e, quando conosciuto, con quello dialettale in ossequio alla conservazione della parlata locale. Nel 2008 è stato realizzato uno speciale percorso botanico, grazie al progetto realizza-to dall’Agenzia Turistica Locale della Provincia di Novara denominato Turismo per tutti al Campo della Ghina. È un percorso attrezzato con cordoli guida e con tabelle didascaliche a lettura facilita-ta, collocate a fi anco di numerose specie di alberi ed arbusti, che può essere fruito an-che da chi si deve muovere in carrozzina. Il percorso, della lunghezza di circa duecento metri, si articola in 15 tappe in cui il visitatore viene accolto e condotto all’incontro con gli alberi e gli arbusti autoctoni più signifi cativi. Qui è anche possibile, nella stagione opportuna, percepire i profumi delle fi oriture ed ascoltare, oltre ai rumori del bosco, i canti ed i richiami degli uccelli di un piccolo e selvaggio lembo dell’antico bosco di pianura.

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1 BENVENUTI AL CAMPO BENVENUTI AL CAMPO DELLA GHINADELLA GHINA

Il percorso naturalistico si snoda nell’oasi per circa 200 metri ed è attrezzato con indicazioni, segnali e descrizioni che permettono di entrare in contatto con una dozzina di alberi ed arbusti e con i suoni ed i canti del bosco. I cartelli illustrativi sono posti presso le piante di cui è possibile toccare il tronco e le fronde e, nel periodo adatto, anche i fi ori o i frutti.

2 PIOPPO BIANCO eD EDERAPIOPPO BIANCO eD EDERAIl primo incontro è con l’imponente tronco di un albero ricoperto dal rampicante più comune del bosco. È un pioppo bianco a cui si avvinghia saldamente una annosa edera. Il pioppo bianco è un albero possente, ha corteccia biancastra con lenticelle nere. Le sue foglie sono coperte di lanugine nella pagina inferiore. La pianta è dioica: i fi ori maschili e quelli femminili sono portati da individui diversi. I fi ori femminili disperdono, a maturazione, numerosissimi semi la-nosi. Questo esemplare di pioppo bianco è abbracciato da grandi e ruvidi fusti di edera. L’edera è una pianta lianiforme, rampicante, sempreverde, odorosa e velenosa, di lunghezza variabile da pochi centimetri a oltre 15 metri che aderisce facilmente con le proprie radichette al tronco degli alberi ed ai muri. Tra i suoi fi tti rami trovano ricovero per la notte e luoghi in cui nidifi care numerose specie di uccelli. Le foglie hanno un lungo picciolo e sono di colore verde scuro. La particolare fi oritura autunnale è molto preziosa per una numerosa schiera di insetti; produce piccole bacche nerastre molto gradite agli uccelli del bosco.

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Filemone e Bauci erano marito e moglie.Erano sposati ormai da tantissimi anni ed erano sempre vissuti felici insieme sebbene poverissimi, ed anche ora che erano ormai vecchi provavano l’uno per l’altra lo stesso affetto di quando erano giovani.Una sera, mentre si trovavano sulla soglia del loro casolare, videro avvicinarsi due mendicanti che chiesero un po’ di carità dicendo che in tutte le altre case del villaggio erano stati trattati in malo modo.I due vecchi sposi si commossero e si diedero da fare per preparare qualcosa da mangiare per i poveretti, dopo di che li fecero dormire nel loro letto.Il mattino dopo, quando Filemone e Bauci andarono per svegliare gli ospiti, questi si rivelarono: non erano due mendicanti ma Giove e Mercurio che, così travestiti, erano venuti sulla terra per verifi care il comportamento degli uomini.Vollero quindi premiare i due sposi per la loro bontà e chiesero loro quale fosse la cosa che desiderassero di più. Guardandosi negli occhi risposero che il loro unico desiderio era quello di poter morire insieme, come insieme erano vissuti per tanti anni.Le due divinità accondiscesero e vollero concedere anche qualcosa in più. Quando Filemone e Bauci erano ormai prossimi alla morte, gli dei trasformarono l’uomo in una possente quercia e la donna in un profumatissimo tiglio.I due vecchi, trasformati in alberi, continuarono così a vivere accarezzandosi dolcemente ad ogni soffi o di vento tra le loro fronde.

3 Il mito di filemone e bauciIl mito di filemone e bauci

Il secondo incontro è con altri due alberi che hanno una storia molto particolare da raccontare al visitatore: si tratta di una quercia e di un tiglio che crescono vicinissimi e, quando spira il vento, si acca-rezzano teneramente. Questi due alberi rappresentano Il mito di Filemone e Bauci.

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Percorso GUIDATOPercorso GUIDATO

AmarenaPero selvatico

Nocciolo

Carpino bianco

Salice bianco

Ontano nero

Farnia

Sanguinello

ARRIVEDERCI

BENVENUTO

PUNTO DI SOSTA

Iris

Frangola Pioppo e Edera

Filemone e Bauci

Pallon di maggio

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4 FRANGOLA4 FRANGOLA

Tale arbusto, che ama terreni freschi e umidi, ha la caratteristica di portare contemporaneamente, da luglio ad ottobre, fi ori, frutti acerbi e frutti maturi. I suoi fi ori sono visitati da numerosi insetti.I suoi frutti, graditi agli uccelli, sono velenosi per l’uomo. Le foglie, alterne, hanno profonde nervature parallele ed in autunno, prima di cadere, si piegano verso il basso assumendo calde colora-zioni.

5 IRIS PALUSTRE5 IRIS PALUSTRE

Il grosso fi ore giallo dell’iris palustre è una delle note di colore più frequenti e vivaci sulle rive delle lanche e dei piccoli corsi d’acqua.I fi ori compaiono da aprile a luglio e sono portati da lunghi pedun-coli.Il fusto fi orifero raggiunge l’altezza di un metro superando l’altezza delle foglie.

6 SALICE BIANCO 6 SALICE BIANCO

È, insieme all’ontano nero, l’albero dei terreni umidi.La sua corteccia, che da giovane è liscia, si fessura longitudinalmen-te invecchiando. Un tempo allevato in fi lari, a capitozza, caratterizzava le rive dei corsi d’acqua. I gialli fi ori maschili ed i verdi fi ori femminili sono portati da alberi diversi, in primavera. Le foglie sono lanceolate e fi nemente seghet-tate.

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7 ONTANO NERO 7 ONTANO NERO

Albero che cresce rapidamente assumendo un portamento pirami-dale è, con i salici, una delle presenze vegetali che caratterizzano la “zona umida”. Ha corteccia grigio verdastra che diviene squamosa con l’età. I fi ori maschili sono riuniti in amenti cilindrici, quelli femminili in piccoli coni ovali. Le foglie viscose da giovani, sono ovali e a margine dentato.

8 PALLON DI MAGGIO 8 PALLON DI MAGGIO

Arbusto dei terreni freschi è, con gli aceri, la sola essenza le cui foglie sono sia opposte che lobate.I fi ori fertili sono circondati da fi ori sterili più grossi e vistosi. Le bacche, di colore rosso corallino, persistono a lungo sulla pianta e vengono mangiate dagli uccelli solo quando sono esaurite le altre fonti di cibo invernale.

9 CARPINO BIANCO 9 CARPINO BIANCO

È l’albero che caratterizza, con la farnia, il bosco di pianura. Ha corteccia grigia chiazzata di chiaro che rimane liscia anche con gli anni.Le foglie sono appuntite con piccioli rossastri e con margini doppia-mente dentati. I cardellini amano costruire i nidi tra le sue fronde.

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10 NOCCIOLO 10 NOCCIOLO

È un arbusto composto da numerosi fusti. Le nocciole si sviluppano in gruppi di 2-4 e sono parzialmente rac-chiuse in una cupola di brattee simili a foglie. Già nel mese di febbraio i fi ori maschili iniziano la maturazione di-sperdendo al vento piccole nuvole di polline giallastro. Ha foglie cuoriformi, ruvide e seghettate.

11 PERO SELVATICO 11 PERO SELVATICO

Tutte le varietà di pero coltivate traggono origine da questa specie. È un albero con rami molto spinosi i cui frutti, astringenti ed aspri, sono profumati a maturazione. Le foglie sono scure, verdi e lucide con margine a denti piccoli. I numerosi fi ori sono di colore bianco candido.

12 AMARENA12 AMARENA

Albero di ridotte dimensioni, ha tronco che presto si ramifi ca; la sua corteccia è liscia e caratterizzata da striature orizzontali.I fi ori sono del diametro di 2-3 cm con petali bianchi raggruppati in piccole ombrelle di 2-4 elementi. I frutti sono retti da un peduncolo corto e sottile, hanno forma sfe-rica e sono di colore rosso vivo che scurisce a maturazione.

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13 SANGUINELLO13 SANGUINELLO Il nome di questo arbusto deriva dal colore rosso sangue dei rami giovani.Pianta dai numerosi giovani polloni ha fi ori ricercati dagli insetti e piccole bacche, raggruppate in grappoli, gradite agli uccelli.Le foglie sono opposte e con nervature incurvate verso l’apice.

14 FARNIA 14 FARNIA

È l’albero più signifi cativo del bosco di pianura.Molto longeva e diffi cile da sradicare, è simbolo di forza. Ha corteccia liscia da giovane che con gli anni diventa fessurata. I suoi frutti, le ghiande, sono portate da un lungo picciolo mentre le foglie, a quattro o cinque lobi, hanno picciolo molto corto o ine-sistente.

15 ARRIVEDERCI 15 ARRIVEDERCI Si conclude qui il percorso naturalistico del Campo della Ghina.Nella speranza che questo incontro con un angolo selvatico del ter-ritorio del Novarese sia servito ad avvicinare il visitatore ai mille dettagli con cui la natura è in grado di stupire, Burchvif e l’Agenzia Turistica Locale danno l’arrivederci al prossimo incontro.

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Stampa Italgrafi ca - Novara

Con questa pubblicazione l’Agenzia Turistica Locale della Provincia di Novara grazie ad un progetto regio-nale per lo sviluppo turistico ha ideato, sostenuto e realizzato, in collaborazione con l’Associazione Bur-chvif, la Provincia di Novara e il Comune di Borgolavezzaro, un inedito percorso per persone in diffi coltà al Campo della Ghina di Borgolavezzaro. E’ un percorso innovativo, fruibile a tutti, che rientra nel più ampio progetto “Turismo per Tutti” che nasce grazie al CPD (Consulta per le Persone in Diffi coltà) su indicazione della Regione Piemonte, per promuovere l’offerta turistica accessibile nel territorio piemontese. Il Campo della Ghina, così strutturato, diventa un giardino botanico e quindi può essere considerato anche un valido strumento didattico per la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e secondaria di primo grado.Oltre alle tabelle descrittive con caratteri macro ed al supporto cartaceo, l’isola di natura del Campo della Ghina viene anche raccontata ai visitatori attraverso un CD MP3.

Un particolare ringraziamento viene rivolto all’Associazione Culturale Burchvif, che ha saputo portare a termine questa importante azione che vede tra le sue fi nalità la ricerca, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio storico di Borgolavezzaro.L’Associazione, sorta nel novembre del 1984, persegue i propri obiettivi grazie alla disponibilità di chi collabora volontariamente ed opera attraverso tre gruppi di lavoro: ambiente, ricerche storiche ed arche-ologiche, tradizione, folklore e manifestazioni sociali.Si occupa di conservazione, recupero e gestione ambientale attraverso le oasi naturalistiche che sorgono nel territorio di Borgolavezzaro, meglio conosciute come il Campo della Ghina, il Laboratorio di ecologia all’aperto Agogna Morta, il Campo della Sciura e il Campo del Munton. Propone, inoltre, attraverso lezioni in classe e visite guidate l’educazione ambientale nelle scuole mater-ne, elementari e medie.

Per informazioni:

Associazione Burchvif: Agenzia Turistica Locale della Provincia di NovaraVia Molino Nuovo, 10 Baluardo Q. Sella, 4028071 Borgolavezzaro (NO) 28100 NovaraTel. 0321-885684 Tel. 0321 394059, Fax 0321 631063e-mail: [email protected] e-mail: [email protected] web: www.burchvif.it sito web: www.turismonovara.it

Testi e foto a cura dell’Associazione Culturale Burchvif

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Comune di Borgolavezzaro