22

Click here to load reader

Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo

REGIONE LOMBARDIA VII LEGISLATURACONSIGLIO REGIONALE ATTI 1783

PROGETTO DI LEGGE N. 0092

di iniziativa dei ConsiglieriValmaggi, Oriani, Porcari, Benigni, Cipriano, Civati, Mirabelli,

Pizzetti, Squassina A., Tosi, Viotto, Concordati

______

Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo.______

PRESENTATO IL 17/10/2005

ASSEGNATO IN DATA 19/10/2005ALLA COMMISSIONE REFERENTE III

CONSULTIVA II e I

Page 2: Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo

PROGETTO DI LEGGE

TUTELA DEGLI ANIMALI D’AFFEZIONE E PREVENZIONE DEL RANDAGISMO

Relazione

Il progetto di legge si propone di assicurare un'effettiva tutela agli animali d'affezione, con particolare riguardo ai più indifesi, i randagi. Rileva la necessità, e la convenienza di dedicare sforzi e risorse per la prevenzione del randagismo - tatuaggio e sterilizzazione - perché il fine ultimo è quello di ridurre i numeri del fenomeno.

Regola l'eutanasia, limitandola ai casi veramente di conclamata gravità.

Si prefigge, nel rispetto della normativa vigente, ed in particolare della legge 281/91, di ribadire le competenze, i ruoli, le prestazioni ed i luoghi per lo svolgimento del servizio di ricovero e mantenimento dei cani vaganti.

Pone particolare attenzione al significato sociale del servizio stesso ed ai suoi costi per la comunità.

Desidera coinvolgere il più possibile gli enti e le associazioni protezionistiche, che operano senza fini di lucro.

Introduce l'importanza di manifestazioni allo scopo di sensibilizzare i cittadini al rispetto degli animali.

Garantisce il diritto alla vita degli animali, liberi o detenuti a qualsiasi titolo. Vieta i maltrattamenti ed il loro impiego nella sperimentazione.

Individua le responsabilità del Servizio sanitario e quelle dei Comuni, nonché il ruolo delle associazioni protezionistiche.

Page 3: Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo

PROGETTO DI LEGGETUTELA DEGLI ANIMALI D’AFFEZIONE E PREVENZIONE DEL RANDAGISMO

Articolo 1(Principi, generalità e finalità)

1. La Regione Lombardia, recependo la legge quadro 14 agosto 1991, n. 291 e il DMS del 14/10/96, considerata la crescente sensibilità del cittadino nei confronti degli animali, promuove e disciplina la tutela degli stessi, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animali e di tutelare la salute pubblica e l'ambiente.

2. I Comuni, le Province, le Aziende sanitarie locali, la Regione, con la collaborazione delle associazioni protezionistiche interessate, attuano, ognuno nell'ambito delle proprie competenze, interventi ai sensi del primo comma e per la tutela ed il controllo della popolazione canina e felina di prevenire il randagismo.

Articolo 2(Competenze dei Comuni)

1. Per il conseguimento degli obiettivi di cui alla presente legge i Comuni provvedono all’iscrizione dei cani, negli appositi registri, ed all’invio di copia degli stessi all’A.S.L. di competenza per l’aggiornamento dell’anagrafe canina.

2. I Comuni, singolarmente o in forma associata, provvedono a:

a) costruire o ristrutturare i canili comunali entro 36 mesi dall'entrata in vigore della presente legge;b) istituire i servizi per il controllo sulla popolazione canina e felina;c) provvedere alle spese per il mantenimento e la cura, veterinaria e farmacologica, dei cani ospitati nei canili comunali, nonché ai costi di gestione dei medesimi;d) assicurare il servizio di pronto soccorso per gli animali vaganti, rinvenuti feriti, 24 ore su 24;e) promuovere l’informazione sugli obiettivi ed i contenuti della presente legge ed in particolare, sui criteri che stanno alla base dell’accalappiamento o comunque della consegna del cane al canile, sul recapito dei canili ove sono ricoverati gli animali catturati o ritrovati, sulle modalità di effettuare il riscatto o accedere all’affidamento;f) assicurare, d’intesa con le Aziende sanitarie locali, direttamente o tramite convenzioni con le associazioni protezionistiche, il censimento e la gestione delle colonie feline presenti sul proprio territorio;g) provvedere direttamente o tramite le associazioni protezionistiche, ad un censimento almeno biennale, dei cani esistenti, al fine di una corretta ed efficace impostazione dell’anagrafe canina;h) creare fondi speciali per la sterilizzazione di cani e gatti i cui proprietari versino in stato d’indigenza affidando gli interventi a medici veterinari liberi professionisti, appositamente convenzionati;i) il Sindaco, nella sua qualità d’autorità sanitaria locale, può disporre, in caso di maltrattamenti, che gli animali siano posti in osservazione per l’accertamento delle condizioni fisiche anche ai fini della tutela iginienico-sanitaria;j) il Sindaco provvederà per mezzo d’appositi regolamenti a disciplinare il trattamento da riservare agli animali alloggiati nelle strutture di ricovero per cani, al fine di garantirne, oltre alla corretta nutrizione e alle necessarie cure veterinarie, il benessere psico - fisico secondo gli intenti della L. 281.

Page 4: Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo

Articolo 3(Competenze delle Province)

1. Le province concorrono all’attuazione di quanto previsto nella presente legge provvedendo a:

a) promuovere ed attuare corsi di formazione per il personale addetto ai servizi e strutture di cui alle lettere a) e b), comma uno dell’art. 2 e per i volontari designati dalle associazioni protezionistiche;b) attuare, mediante proprio personale o volontari specificatamente specializzati, interventi per il controllo dei cani inselvatichiti e di quelli randagi in ambiente silvestre e montano, nonché integrare l’azione dei Comuni nella vigilanza e controllo in ambiente extraurbano;

2. Predisporre programmi d’informazione e educazione volti a favorire corretti rapporti uomo-animale ed il rispetto degli animali.

Articolo 4(Competenze delle A.S.L.)

1. Le Aziende sanitarie locali, mediante i propri Servizi veterinari, oltre alle funzioni loro demandate in materia di profilassi e polizia veterinaria, svolgono i seguenti compiti:

a) gestiscono e aggiornano l’anagrafe canina;b) assicurano la cattura dei cani vaganti 24 ore su 24;c) effettuano il controllo sanitario periodico nei canili comunali al fine di verificarne l’idoneità igienico-sanitario, come previsto dal regolamento comunale di igiene tipo;d) attuano gli opportuni accertamenti e indagini epidemiologiche al fine di porre in essere adeguati interventi di lotta alle malattie trasmesse dai cani;e) collaborano con i Comuni nella vigilanza sull’osservanza delle leggi e dei regolamenti relativi alla protezione degli animali;f) partecipano all’attuazione dei programmi d’informazione e educazione volti a favorire corretti rapporti uomo-animale, il rispetto degli animali e della natura;g) effettuano sterilizzazioni per la limitazione delle nascite dei gatti che vivono in libertà sulla base dei programmi di cui all’art. 15;h) effettuano la sterilizzazione dei cani ospitati presso i canili pubblici, sulla base dei programmi di cui all’art. 15;i) concordano, insieme con i Comuni competenti e con le associazioni ed i gruppi protezionisti, che le gestiscono, le iniziative atte a garantire le condizioni di salute e sopravvivenza delle colonie di gatti che vivono in libertà.

Articolo 5 (Competenze della Regione)

1. Per determinare i programmi regionali in attuazione della legge n. 281 del 1991, la Regione, con cadenza almeno annuale, promuove:

a) iniziative d’informazione di cui alla lettera a) al comma 4 dell’art. 3 della legge 281/91 b) Corsi d’aggiornamento o formazione di cui alla lettera b) al comma 4 dell’art. 3 della Legge 281/91.

Page 5: Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo

Articolo 6 (Anagrafe canina)

1. Presso l’A.S.L., sede del servizio veterinario, è istituita l’anagrafe del cane.

2. Il proprietario o detentore a qualsiasi titolo di cani è tenuto a denunciare al Comune di residenza, o all’A.S.L. di competenza, il possesso dell’animale, il suo trasferimento, la cessione a diverso proprietario o la morte entro 15 giorni dall’evento.

3. In caso di cane cucciolo il proprietario o detentore deve denunciarne il possesso al Comune, o all’A.S.L. di competenza, entro il 30mo giorno di vita.

4. All’atto della denuncia del possesso, il Comune o l’A.S.L. di competenza rilascerà al proprietario o detentore del cane, un modello, da compilarsi con i dati anagrafici del possessore, quelli segnaletici del cane, e recante il codice d’identificazione assegnato dall’A.S.L., che sarà prestampato sul modello in argomento. Il tatuaggio del cane adulto deve essere effettuato obbligatoriamente entro 30 giorni dalla data della denuncia, il tatuaggio del cane cucciolo deve essere effettuato entro il quinto mese di vita dell’animale.

5. Il cane iscritto all’anagrafe è contrassegnato da un numero di riconoscimento impresso sulla faccia interna della coscia dell’animale, mediante tatuaggio indolore recante la sigla della provincia, il numero dell’A.S.L. e un numero progressivo.

6. Il tatuaggio è eseguito a cura dei veterinari ufficiali dell’A.S.L. oppure da veterinari liberi professionisti autorizzati, nei distretti e, dove possibile, nelle sedi dei Comuni.

7. Se il tatuaggio è eseguito da un veterinario libero professionista, quest’ultimo ha l’obbligo di compilare il modello di tatuaggio di cui al comma 4) del presente articolo in tre copie, due da consegnare al proprietario del cane, ed una da conservare, a disposizione dei Servizi Veterinari, per almeno cinque anni: il proprietario del cane ha l’obbligo di inviare una copia del modello ai Servizi Veterinari dell’A.S.L. di competenza entro 15 giorni dal tatuaggio.

8. Nel caso in cui, per qualsiasi motivo, ed in qualsiasi momento il codice alfanumerico dovesse essere illeggibile, il detentore o il proprietario, è tenuto a farlo ritatuare.

9. I dati concernenti i cani iscritti sono elaborati dalle A.S.L., anche ai fini dell’attivazione del sistema informativo regionale.

10. Sono esentati dall’obbligo d’iscrizione all’anagrafe canina:

a) i cani di proprietà delle forze armate e dei corpi di pubblica sicurezza;b) i cani già tatuati per effetto dell’iscrizione ai libri genealogici ufficiali nazionali italiani di razza, i cui proprietari sono in ogni modo tenuti agli obblighi di notifica ai libri genealogici d’iscrizione degli eventi previsti al punto due;c) I cani per i quali il veterinario curante rilasci certificazione scritta d’incompatibilità all’applicazione del tatuaggio per cause fisiche.

11. I veterinari liberi professionisti e gli enti ed associazioni protezioniste che, nell’esercizio delle loro attività, vengono a conoscenza dell’esistenza di cani non iscritti all’anagrafe, hanno l’obbligo di segnalare la circostanza all’A.S.L. di competenza.

Page 6: Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo

Articolo 7(Cani smarriti, sottratti o rinvenuti)

1. Lo smarrimento o la sottrazione di un cane devono essere segnalati dal detentore, entro tre giorni, al Comune, all’A.S.L. ed al canile comunale competente.

2. Chiunque rinvenga un cane vagante è tenuto a darne immediata segnalazione al Comune competente, che avrà in funzione, allo scopo, apposito servizio telefonico operante 24 ore su 24. Il cittadino potrà quindi consegnare il cane al canile comunale, che fornirà tutte le informazioni necessarie per permetterne la cattura.

Articolo 8 (Obblighi del detentore Per la movimentazione degli animalie per la tutela del loro benessere)

1. E’ fatto obbligo a chiunque detenga o possieda un cane di dimostrarne la provenienza, a mezzo d’apposito certificato d’origine. Pedigree e/o ricevuta nel caso d’acquisto, modulo d’affido nel caso di cane adottato presso un canile, certificato del Comune competente in caso di prole del proprio cane, di dono o rinvenimento.

2. Gli allevatori e i detentori di cani a scopo di commercio hanno, in ogni caso, l’obbligo di tenere, un apposito registro di carico e scarico degli animali e sono altresì tenuti ha segnalare le cessioni o le vendite di cani ai Comuni di residenza degli acquirenti o destinatari, entro 7 giorni dalla avvenuta cessione. Il Comune deve rilasciare apposita ricevuta dell’avvenuta comunicazione.

3. Chiunque gestisca animali d’affezione, in particolare cani, anche in piccolo numero, anche in forma familiare, in ogni modo a scopo di cessione a terzi, anche a titolo gratuito, o gli alloggi a scopo di pensione, ha l’obbligo della tenuta di un registro di carico e scarico.

4. E’ fatto divieto a chiunque di abbandonare cani, gatti o qualsiasi altro animale. Nel caso di cucciolate indesiderate, l’interessato è tenuto a darne comunicazione al Comune che dispone affinché la cucciolata sia trasferita alle strutture di ricovero e obbliga il detentore alla sterilizzazione della fattrice.

5. E’ considerato abbandono il mancato ritiro dei cani nei casi previsti dall’art. 11 Comma 4 e la mancata comunicazione al Comune nel caso di cucciolate indesiderate.

6. Gli allevatori, i commercianti, i gestori delle pensioni e dei canili comunali, i proprietari e detentori, a qualunque titolo, sono responsabili della salute e del benessere psicofisico degli animali, devono assicurare condizioni di vita adeguate ai rispettivi bisogni fisiologici ed etologici (ripari, spazi di movimento, alimentazione, cura della salute, controllo della riproduzione e cura della prole).

In particolare sono tenuti a:

a) fornire all'animale un'alimentazione giornaliera sufficiente e corretta e ad assicurargli la costante disponibilità d’acqua pulita;b) assicurare un luogo di ricovero idoneo, protetto dalle intemperie e che permetta adeguate possibilità di movimento; c) garantire le necessarie cure sanitarie e veterinarie e la cura degli animali malati e/o feriti, che devono essere prontamente sottoposti alla visita di un medico veterinario e successivamente curati fino alla completa risoluzione delle patologie e/o delle lesioni riscontrate.d) controllare la riproduzione ed assicurare la custodia, la salute ed il benessere della prole.

Page 7: Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo

7. I cani possono essere addestrati esclusivamente con metodi non violenti, che non impongano all'animale comportamenti contrari alla sua attitudine naturale e alla sua dignità.

8. E’ vietato detenere animali che non si possono adattare alla cattività. (selvatici ed esotici) in conformità alla Convenzione Internazionale di Washington recepita dalla Legge 19/12/1975 n. 874, allegato III della Convenzione di Berna (recepito dalla legge 5/8/1981 n. 503.

9. E’ tassativamente vietato organizzare, promuovere e assistere a combattimenti tra animali.

10. E’ fatto divieto di detenere gatti legati, è fatto divieto di custodirli in gabbie, salvo in casi di necessità temporanea o a scopo terapeutico.

11. E’ fatto divieto di detenere cani alla catena.

12. E’ fatto divieto di utilizzare animali a scopo d’accattonaggio nonché a titolo di premio per la vincita di lotterie, giochi o altre manifestazioni simili.

13. E’ fatto divieto di organizzare mostre, spettacoli, gare, esposizioni pubbliche e private che costringano gli animali alla detenzione in gabbie o contenitori angusti, privi dei liquidi e del nutrimento necessario in base alla specie, in luoghi a temperature o altre condizioni ambientali non adatte alla specie stessa.

14. E’ obbligo dei detentori di cani ripulire il suolo dalle deiezioni dei propri animali.

15. E’ fatto divieto di detenere animali a chiunque colpevole del reato di maltrattamento e crudeltà nei loro confronti.

16. Chiunque può detenere animali d’affezione presso la propria abitazione, senza limitazione numerica, con l’obbligo di assicurare a ciascun animale le condizioni di benessere e sanità, e di osservare le comuni norme d’igiene generale della collettività sociale, condominiale e turistica.

Articolo 9 (Servizi per la protezione e il controllo della popolazione canina e felina – istituzione, compiti e gestione dei servizi)

1. I Comuni, singoli o in forma associata, istituiscono l’Ufficio Tutela Animale per la protezione e il controllo della popolazione canina e felina. L’ufficio Tutela Animale, sotto la vigilanza ed in cooperazione con i Servizi Veterinari delle Aziende sanitarie locali e avvalendosi della collaborazione delle associazioni protezionistiche, assolve fra l’altro i seguenti compiti;

a) esercita la vigilanza sul territorio al fine di prevenire l’abbandono ed il randagismo, adottando le misure previste dall’art. 2;b) esercita la vigilanza sul territorio al fine di perseguire i casi d’abbandono o di mancata custodia dei cani, di prevenire o perseguire i casi di maltrattamenti degli animali o in ogni modo di mancato rispetto del loro benessere;c) promuove l’emanazione delle norme comunali al fine di regolare il corretto trattamento da riservare agli animali d’affezione, di proprietà, e a quelli ricoverati presso i canili comunali, presso gli allevamenti, presso le pensioni e presso i rivenditori d’animali.

2. Gli Uffici Tutela Animale sono dotati di personale addestrato e delle attrezzature necessarie allo svolgimento dei compiti loro affidati.

Page 8: Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo

3. Le spese per l’istituzione ed il funzionamento degli Uffici Tutela Animale sono a carico dei Comuni singoli o associati.

Articolo 10(Cattura dei cani)

1. Le A.S.L. provvedono con proprio personale o attraverso protocolli d’intesa con gli Uffici Tutela Animale dei Comuni singoli o associati o tramite convenzioni con Enti e Associazioni Protezionistiche che operano senza fini di lucro, alla cattura dei cani vaganti e quando ricorrono i casi previsti dal Regolamento di Polizia veterinaria approvato con DPR 8 febbraio 1954, n. 320, nell’ambito di loro competenza.

2. Nessuno al di fuori dei soggetti di cui al comma uno del presente articolo può procedere alla cattura dei cani vaganti, salvo nei casi previsti dal seguente comma tre.

3. Il cittadino può soccorrere un cane vagante, ricoverandolo temporaneamente, al fine di impedire che l’animale, vagando, possa causare e/o subire incidenti e lesioni.4. La cattura deve essere effettuata con sistemi indolori e in ogni caso non traumatizzanti.

Articolo 11(Ricoveri e custodia dei cani)

1. Il ricovero e la custodia dei cani catturati o ritrovati, per tutto il tempo necessario alla loro restituzione ai legittimi proprietari o al loro affidamento ad eventuali richiedenti, spetta ai Comuni, singoli o in forma associata, che vi provvedono tenendo in attività i canili comunali, gestiti dal personale del comune oppure da enti ed associazioni protezionistiche aventi finalità zoofile, che operano senza scopo di lucro.

2. I cani catturati o ritrovati devono essere immediatamente trasferiti al canile comunale ed ivi sottoposti a visita veterinaria e vaccinazioni, salvo nei casi di patologie in corso che ne impediscano l’effettuazione, a cura dei veterinari preposti all’assistenza.

3. I cani e gatti rinvenuti feriti o ammalati devono essere prontamente ed adeguatamente curati fino alla completa guarigione.

4. Quando si tratti di cani tatuati o in ogni modo di proprietà nota e dimostrabile, il gestore del canile è tenuto a darne immediato avviso al proprietario, che ha l’obbligo di riscattarli entro cinque giorni dalla comunicazione di ritrovamento.

5. I cani catturati o ritrovati sprovvisti di tatuaggio sono iscritti all’anagrafe e tatuati prima di essere riconsegnati ai legittimi proprietari, prima di essere affidati e in ogni modo entro 15 giorni dalla data di consegna al canile. In caso di tatuaggio poco leggibile il cane sarà ritatuato, ove possibile con il medesimo codice d’identificazione, prima di essere restituito o affidato.

6. I gestori dei ricoveri sono tenuti ad adottare le opportune misure al fine di evitare eventuali cucciolate.

7. Le spese per la cattura, per il ricovero e per gli eventuali interventi veterinari effettuati sui cani di proprietà, sono a carico dei proprietari, sulla base delle tariffe determinate dal Comune e dall’A.S.L..

Page 9: Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo

Articolo 12(Affido provvisorio e cessione in affido)

1. Gli animali d’affezione di proprietà sconosciuta ricoverati presso i canili comunali o a cura d’enti ed associazioni protezionistiche non possono essere ceduti ne destinati ad alcun tipo di sperimentazione o esperimento di vivisezione o trapianto d’organi, e possono essere soppressi soltanto nei casi e con le modalità di cui all’art. 14.

2. I cani ricoverati presso le strutture di cui all’art. 13, devono essere tatuati prima dell’affido provvisorio o della cessione in affido, o del riscatto da parte del legittimo proprietario.

3. I cani e i gatti, nonché gli altri animali d’affezione ricoverati, possono essere affidati esclusivamente a privati residenti nella regione, che diano garanzie di buon trattamento o ad associazioni protezionistiche, senza fini di lucro, che abbiano strutture d’accoglimento autorizzate operanti esclusivamente nella regione.

4. La cessione in affido dei cani e dei gatti si intende esclusivamente a titolo gratuito.

5. Non può essere consentito a privati cittadini o enti non residenti in Italia o residenti in Italia ma che fungono da tramite per l’esportazione d’animali all’estero, cedere o affidare i cani, i gatti o altri animali d’affezione.

6. L’affidabilità degli affidatari deve essere verificata con controlli presso il domicilio dell’animale.

7. La cessione in affido dei cani può avvenire trascorso il periodo di 60 giorni. Qualora la richiesta d’adozione dell’animale pervenga prima che sia scaduto tale termine, sarà in ogni modo possibile, dopo il decimo giorno dalla cattura o ricovero, affidare temporaneamente l’animale al richiedente, il quale dovrà sottoscrivere apposita dichiarazione, il cui rispetto è condizione vincolante per la formalizzazione definitiva della cessione in affido.

8. Il primo affidatario ha l’obbligo di concordare con i responsabili delle strutture d’accoglimento di provenienza del cane ogni eventuale successiva cessione in affido, consentendo la verifica preventiva dell’idoneità del nuovo affidatario ad offrire garanzie di buon trattamento, come da normativa vigente.

9. Gli animali non domestici che vivono in libertà e che sono stati temporaneamente ricoverati nelle strutture d’accoglimento perchè bisognosi di cure, devono essere ricollocati sul territorio dal quale sono stati prelevati, compatibilmente con le loro caratteristiche etologiche, e in ogni modo non possono essere ceduti in affido.

10. Gli affidi saranno effettuati dai gestori del servizio di ricovero dei cani vaganti, con precedenza per gli appartenenti ad enti ed associazioni protezionistiche autorizzati dai comuni. I soggetti preposti ad effettuare gli affidi, onde poter correttamente valutare l’affidabilità del richiedente, dovranno conoscere le leggi e le norme che tutelano il benessere animale e che regolano gli affidi dei cani ricoverati nei canili comunali.

Page 10: Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo

Articolo 13( Canili Comunali – requisiti, funzioni, norme d’accesso)

1. I Canili Comunali devono rispettare le caratteristiche strutturali e tecniche determinate successivamente con apposito Regolamento e devono sorgere all’interno dell’ambito territoriale dei Servizi Veterinari A.S.L. cui appartengono i Comuni serviti e in ogni modo non possono distare più di 25 km da ogni Comune servito.

2. Ogni Canile Comunale potrà avere una capienza massima di 300 cani.

3. Nei Canili Comunali deve essere garantita l’assistenza veterinaria per effettuare interventi terapeutici di cura e prevenzione, interventi chirurgici, vaccinazioni, tatuaggi e soppressioni eutanasiche ai sensi dell’Art. 14, nonché un servizio permanente di guardia veterinaria.

4. Ogni Canile Comunale deve avere un veterinario responsabile ufficiale della salute degli animali e della tenuta del registro dei medicinali.

5. I Canili Comunali devono assicurare un minimo di due turni d’apertura al pubblico, di cui uno nella giornata di sabato o di domenica. Il canile dovrà inoltre assicurare un’apertura giornaliera per coloro che cercano il proprio cane smarrito e per la riconsegna dello stesso al proprietario.

Articolo 14 (Soppressione)

1. I cani, i gatti ed eventuali animali d’affezione possono essere soppressi esclusivamente con metodi eutanasici che prevedono l’uso obbligatorio di trattamento anestetico e che non causino sofferenza all’animale, ad opera di medici veterinari, soltanto se affetti da malattia incurabile comportante sofferenza non lenibile o di comprovata pericolosità. La diagnosi di malattia incurabile dovrà essere opportunamente documentata da esami clinici e la pericolosità dovrà essere comprovata.

Articolo 15(Limitazione delle nascite)

1. Gli interventi per la limitazione delle nascite dei cani e dei gatti sono eseguite esclusivamente da medici veterinari, con mezzi chirurgici.

2. Gli interventi di sterilizzazione dei cani di proprietà sconosciuta, ricoverati presso i canili pubblici o le associazioni protezionistiche e i gatti che vivono in libertà, sono effettuati dai Veterinari dell’A.S.L. o da veterinari liberi professionisti convenzionati, in collaborazione con gli enti e le associazioni protezionistiche.

3. Ai gatti, che vivono in libertà, deve essere assicurata una degenza postoperatoria, di un minimo di 10 giorni.

Articolo 16 (Cani inselvatichiti – Interventi)

1. La regione Lombardia indennizza gli imprenditori agricoli per i danni arrecati da cani randagi o inselvatichiti, al bestiame, ed accertati dall’autorità sanitaria competente per il territorio.

Page 11: Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo

2. A seguito dell’accertamento l’autorità sanitaria, emana l’apposito provvedimento, con il quale dispone la valutazione dei capi di bestiame per il qual è richiesto l’indennizzo, secondo i modi e criteri, previsti per il rimborso degli animali abbattuti a seguito di malattie infettive e diffusive del bestiame (legge 2/6/88 n. 218 D.M.S. 20/7/89 n. 298).

3. I cani inselvatichiti catturati devono essere ricoverati nelle strutture di cui all’art. 11 territorialmente competenti e sarà loro assicurato il trattamento previsto ai cani vaganti ai sensi della presente legge.

Articolo 17(Aggiornamento e formazione del personale)

1. Le Province, d’intesa con i Comuni, le A.S.L. e le Organizzazioni zoofile, con il coordinamento della regione, organizzano corsi d’istruzione e aggiornamento per il personale addetto ai servizi per il controllo della popolazione canina, per gli addetti alle strutture di ricovero e custodia dei cani e per il personale adibito, in ambiente silvestre, alla lotta ai cani inselvatichiti e randagi.

Articolo 18(Partecipazione dei privati)

1. I Comuni e le A.S.L. per lo svolgimento dei compiti loro affidati dalla presente legge si avvalleranno esclusivamente della collaborazione d’associazioni o gruppi protezionistici, senza fini di lucro, iscritti nell’albo regionale del volontariato o riconosciuti a livello nazionale, previa stipulazione d’apposita convenzione.

2. I protezionisti potranno prendere visione dei registri d’entrata ed uscita dei cani, con relativi dati, collaboreranno con i Comuni e con le ASL per la ricerca dei legittimi proprietari dei cani ritrovati o catturati, per l’affido dei cani non riscattati e per il controllo della corretta tenuta e del benessere dei cani affidati.

3. I Comuni possono prevedere l’introito di contributi volontari dei cittadini per la realizzazione delle finalità della presente legge.

Articolo 19 (Protezione dei gatti)

1. I gatti che vivono in stato di libertà sul territorio sono protetti ed è fatto divieto a chiunque di maltrattarli o di allontanarli dal loro habitat. S’intende per habitat di colonia felina qualsiasi territorio o porzione di territorio, urbano e non, edificato e non, sia esso pubblico o privato, nel quale risulti vivere stabilmente una colonia felina, indipendentemente dal numero di soggetti che la compongono e dal fatto che sia o no accudita dai cittadini.

2. Per favorire i controlli sulla popolazione felina i Comuni, d’intesa con le ASL e con la collaborazione delle associazioni o gruppi protezionistici, provvedono a censire le zone in cui esistono colonie feline.

3. Le associazioni e/o i gruppi protezionisti, o i privati possono richiedere al Comune, d’intesa con l’Azienda sanitaria locale, la gestione delle colonie feline, per la tutela della salute e la salvaguardia delle condizioni di vita dei gatti, previa stipulazione d’apposita convenzione.

Page 12: Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo

4. La cattura dei gatti che vivono in stato di libertà è consentita solo per la sterilizzazione e per le cure sanitarie necessarie al loro benessere ed è effettuata dai servizi per la protezione e il controllo della popolazione felina o da volontari delle associazioni e/o gruppi protezionisti o da privati convenzionati, che abbiano frequentato gli appositi corsi regionali.

5. I gatti in libertà sono sterilizzati dai Servizi veterinari dell’ASL competente per territorio, secondo i programmi e le modalità previsti all’articolo 15.

6. I gatti sterilizzati, identificati con apposito contrassegno o tatuaggio al padiglione auricolare, sono reimmessi nella loro colonia di provenienza e nel loro habitat originario.

7. La soppressione dei gatti che vivono in stato di libertà può avvenire solo alle condizioni e con le modalità di cui all’art. 14.

Articolo 20 (Organi di controllo - guardie zoofile)

1. Per i controlli sull’applicazione della presente legge sono competenti l’Arma dei Carabinieri, tutti i corpi della Polizia dello Stato, la Polizia Municipale, i Servizi Veterinari dell’A.S.L., gli operatori volontari per la protezione degli animali in possesso d’attestato della Regione Lombardia, le Guardie Zoofile volontarie.

2. I Comuni si avvalgono della collaborazione delle guardie zoofile volontarie designate sia da associazioni che già le prefigurino, sia da altre associazioni che lo richiedano alla competente Prefettura. Le guardie zoofile volontarie avranno funzioni d’agente di polizia giudiziaria nell’ambito delle loro mansioni, esercitano i loro compiti di vigilanza, e sono qualificate da apposito corso regionale attuato dalla Provincia secondo le indicazioni della Regione. Per avvalersi di tale collaborazione, i Comuni stipulano apposita convenzione con le associazioni protezionistici sopra indicate.

3. Le guardie zoofile designate secondo il comma uno, svolgono i loro compiti a titolo volontario nel quadro della convenzione dell’associazione d’appartenenza e di concerto con i Servizi veterinari dell’Azienda sanitaria locale.

Articolo 21(Sanzioni)

1. Per l’inosservanza delle disposizioni di cui alla presente legge si applicano le seguenti sanzioni amministrative pecuniarie:

a) da € 50.00.= a € 100.00.= per la violazione di cui all’Art. 8 comma 14.b) da € 200.00.= a € 500.00.= per le violazioni delle norme di cui all’Art. 6, Art. 7, Art. 8 comma 15, Art. 10 comma 2, Art. 11 comma 4 e 5, Art. 12 comma 8c) da € 1.000.00.= a € 3.000.00.= per violazione delle norme di cui all’Art. 8, comma 1, 2 e 3d) da € 2.000.00.= a € 10.000.00.= per violazione delle norme di cui all’Art. 8 dal comma 4 al comma 13, Art. 10 comma 4, Art. 11 comma 3 e 6, Art. 19 comma 1, e 4e) da € 3.000.00.= a € 10.000.00.= per violazione delle norme di cui all’Art. 12, comma 1, Art. 14 e Art. 19 comma 7.

Page 13: Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo

Articolo 22(Norma finanziaria)

1. Agli oneri derivanti dall’applicazione della presente legge provvedono i Comuni, le Province e le Aziende sanitarie locali, ciascuno per la parte di propria competenza.

2. Per la costruzione e la ristrutturazione dei canili comunali, la Giunta Regionale è autorizzata a corrispondere contributi fino ad un massimo del 50% del costo.

3. Agli oneri di cui al comma precedente, nonché a quelli in applicazione del precedente art. 15, l’Amministrazione regionale fa fronte con l’istituzione d’appositi capitoli, nella parte spesa del Bilancio regionale, che sarà dotato della necessaria disponibilità in sede d’approvazione della legge finanziaria regionale adottata in coincidenza con l’approvazione della legge annuale di bilancio o di variazione generale dello stesso.