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REPORT GRATUITO
Uccidi il mostro finché è
piccolo Strategie innovative di Restaurant Management
AUTORE: Vincenzo Liccardi
www.vincenzoliccardi.it
www.restaurantcoach.it
www.fimaronline.com
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Preambolo…
"È la qualità della leadership, più di ogni altro fattore, che determina il
successo o il fallimento di qualsiasi organizzazione"
Fred Fiedler e Martin Chemers
Quando parliamo di Leadership ci rendiamo conto che
molto spesso, l’influenza che nasce dai grandi leader,
non deriva sempre dal contatto diretto, ma può
avvenire anche attraverso alcuni intermediari.
Quindi oggi voglio porre una distinzione netta tra
Leadership diretta e Leadership indiretta.
La Leadership diretta, è quella relazione che intercorre tra il leader e i
suoi collaboratori in maniera diretta.
La leadership indiretta, è quella relazione che consiste nell’influenza che
il leader ha su persone che non sono subordinate a lui direttamente.
che tu sia la differenza nel mondo Vincenzo Liccardi
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Indice
Indice generale
Preambolo… .................................................................................. 2
Migliorarci con la Leadership ........................................................... 4
Vincere le proprie abitudini ............................................................. 8
La “famosa “zona di comfort .......................................................... 11
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Migliorarci con la Leadership
Per migliorarci dobbiamo partire da ciò che ci
viene meglio. Ecco perché inizio questo report
con un aforismo di uno dei pittori più grande di
tutti i tempi:
“Cerco sempre di fare ciò che non sono capace di fare, per imparare come farlo”
Pablo Picasso
Ti starai chiedendo perché proprio questa frase... ebbene per spronarti
a sperimentare ogni cosa e non dare nulla per scontato!
In maniera istintiva ed inconscia utilizziamo sempre gli stessi schemi di
pensieri, ci comportiamo sempre negli stessi modi e vediamo le cose
sempre dallo stesso punto di vista.
E cosa ci porta questo comportamento? Ci porta a ricavare situazioni
identiche a quelle che già abbiamo vissuto in passato.
Una vecchia massima recita:” le persone fanno le cose che hanno
sempre fatto, ottengono risultati che hanno sempre ottenuto, e
incredibilmente, la maggior parte di esse spera di raggiungere risultati
diversi senza cambiare nulla”.
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Il cambiamento spaventa è vero, ma è necessario nonché insisto nel
nostro essere.
Se ci pensi bene tutta la tua vita è un continuo cambiamento, a partire
dal tuo corpo che non è mai uguale.
In ogni istante delle cellule nuove sostituisco le vecchie, sembri sempre
uguale ma in realtà sei sempre diverso.
Il cambiamento, come ti dicevo prima, è innato in noi e anche se
tentassimo di opporci a questa legge naturale tra vent’anni saremo in
inevitabilmente diversi da oggi.
Il cambiamento è il “timore” primario Non dobbiamo affrontare il cambiamento come fosse un azzeramento
della nostra personalità, se così fosse sarebbe impossibile cambiare.
Ma dobbiamo viverlo come una ripartenza, un espansione,
evoluzione e progredire verso il futuro
Anche perché come abbiamo detto fino a poco fa i cambiamenti
avverranno comunque, che lo vogliamo oppure no.
Certamente prima o poi accadranno cose che non vorremmo mai come la
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vecchiaia, la perdita di alcune persone care, amori e via dicendo... tutto
questo è inevitabile.
Quindi avverrà un cambiamento in noi anche se cercheremo di non farlo
avvenire.
Il cambiamento è automatico e certo, mentre il miglioramento no.
Quello lo devi volere
Dobbiamo impegnarci affinché le trasformazioni ci portino a progredire
per ottenere risultati migliori.
Sicuramente conoscerai qualcuno che si lamenta
della sua situazione lavorativa, continua a cambiare
posto di lavoro eppure dopo poco si ritrova sempre
nella stessa situazione.
Non ti sei mai chiesto come mai?
Queste persone credono che cambiare ristorante, ruolo, lavoro o partner
sia la soluzione migliore, quando invece, non è l’ambiente esterno a
generare il problema, ma è proprio il soggetto in questione.
L’unica via d’uscita è evolversi, cambiare quella parte di te che crea dei
problemi, sostituire schemi di pensiero e di comportamento che ti
riportano in situazioni differenti con risultati sempre uguali.
Attraverso il nostro percorso formativo di restaurant & Busdiness
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management parleremo molto anche di Leadership e gestione di se e
avrai la possibilità di scoprire quali sono le cause che ci trattengono
dall’ottenere i risultati che vorremmo, quali sono i meccanismi che
inconsciamente mettiamo in atto e che ci impediscono di sfruttare
pienamente il nostro potenziale.
Mettendo a fuoco tutto ciò, potrai eliminare gli schemi limitanti e
sostituirli con nuove abitudini mentali e comportamentali più produttive.
La parola cambiamento deve rappresentare per te il progresso, la
crescita e l’evoluzione e vedrai che non farà più paura, anzi diventerà per
te uno stimolo.
È insito nella natura umana tendere alla crescita e allo sviluppo.
Pensa alla soddisfazione che provi quando fai nuove conoscenze, sviluppi
una capacità in più o impari qualcosa che prima non sapevi.. Quanto ti
senti migliorato? Non provi una piacevolissima sensazione di
soddisfazione?
Imparare cose nuove, crescere e migliorarci ci fa star bene.
Dopo tutto, non è questo il motivo per il quale mi stai leggendo proprio
in questo momento?
“Una delle più grandi scoperte della mia generazione è che un essere umano può
cambiare la propria vita semplicemente cambiando il proprio modo di pensare”
William James (psicologo e filosofo statunitense)
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Vincere le proprie abitudini
Le nostre abitudini = i nostri nemici più grandi.
Prova a studiare con molta attenzione le giornate
tipo di una persona, scoprirai che è propensa a
vivere le giornate e le settimane più o meno tutte
uguali l’una all’altra. Tutti i giorni compirà le stesse
azioni, negli stessi orari, con le stesse persone e negli stessi luoghi.
Scoprirai che tutte le mattine prende la macchina e percorre la stessa
strada, prima di arrivare a lavoro si ferma al solito bar, alla solita ora a
prendere un caffè, dove incontra le solite persone (infatti di “vista” ci si
conosce tutti) e parcheggerà possibilmente nello stesso posto.
Pranzerà, nello stesso posto mangiando più o meno le stesse cose, uscirà
dall’ufficio e continuerà a compiere più o meno le stesse azioni di tutti gli
altri giorni.
Ti sembra triste? Forse ora che lo leggi un po’ si, ma è la vita che ci
porta a vivere le nostre giornate in modo ripetitivo e abitudinario. È
normale e, per certi versi, inevitabile.
Altre volte invece, cadiamo in piccole abitudini che sono di gran lunga
evitabili, e sono proprio loro che giorno dopo giorno diminuiscono la
nostra elasticità mentale.
È involontario, ma applicando sempre gli stessi schemi sviluppiamo
questo tipo di forma mentis.
Ti riporto un esempio calzante…
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Il soggetto abitudinario di cui sopra, abbiamo detto che la mattina
prende la macchina e si dirige a lavoro… bene.
Ecco la prima volta che è arrivato nel suo ufficio, si è trovato di fronte
tanti parcheggi e ne ha scelto uno.
Con tutta probabilità, il giorno seguente, tra tanti parcheggi ha
nuovamente parcheggiato in quel posto.
Molto probabilmente, nella sua mente quello è il suo parcheggio.
Da li in poi ogni volta che arriverà a lavoro e troverà occupato il suo
posto, sentirà un po’ di fastidio, e ripiegherà sul posto di riserva.
O sicuramente ti sarà capitato, a scuola, di sederti sempre regolarmente
nello stesso posto nonostante ci siano tanti altri posti liberi.
Se è vero, che noi come la persona in esame siamo costretti ad entrare
tutte le mattine in ufficio ad un determinato orario ed a svolgere
determinati compiti, non siamo costretti però a replicare in maniera
automatica lo stesso schema in tutte le situazione, tuttavia è proprio coi
che facciamo…. Come mai mi chiederai tu??
Probabilmente la tua mente sta pensando a risposte fantascientifiche..
ed invece no sono le abitudini che ci danno sicurezza e che sono i bisogni
più importanti da soddisfare.
Se questa risposta ti sembra riduttiva non ti preoccupare nei prossimi
avremo modo di approfondire i processi cognitivi e le ancore che si
installano nella nostra mente in modo quasi del tutto naturale!
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E più cerchiamo sicurezza al di fuori di noi, nelle cose che ci circondano,
più saremo dipendenti dall’esterno per sentirci sicuri!
J. Nicholson, in uno dei suoi più grandi capolavori, “Qualcosa è cambiato”
recita la pare di un uomo succube delle sue abitudini, ripete
instancabilmente le stesse azioni nello stesso ordine tutti i giorni, senza
mai uscire dagli schemi.
Il suo personaggio, anche se esasperato, non si discosta molto dalle
persone che abbiamo in torno, inclusi noi stessi.
Una buona abitudine alla quale dovremmo
abituarci è proprio quella di non abituarci!!!
Parti dalle cose piccole, ad esempio nei miei corsi faccio cambiare
sempre, dopo le pause, il posto ai partecipanti.
Sicuramente penserai che è una banalità… e sono d’accordo con te, non
è un cambiamento importante, ma comunque è uno stimolo a udire,
vedere e interagire, la stessa lezione, da un angolatura differente.
Cambiando posto, i partecipanti alle mie lezioni, sono costretti a
confrontarsi con tutte le persone presenti nell’aula e a diventare nell’
aula il proprio e unico punto di riferimento.
Questo tipo di cambiamento non costa grande fatica, ma contribuisce a
sviluppare una impostazioni più elastica e ci libera dalle dipendenze
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psicologiche che ci creiamo. Le famose PIPPE mentali.
Come ti dicevo fin dall’inizio… piccoli passi per un grande risultato
La “famosa “zona di comfort
Per entrare sempre più in questo concetto ti
introduco la metafora della zona di comfort.
Da quando siamo venuti al mondo, abbiamo
sviluppato una nostra zona di comfort, composta dai nostri modi di
pensare e di affrontare le cose, le nostre abitudini, i nostri
comportamenti, le nostre solite attività, le persona che vediamo
abitualmente… insomma tutto ciò di sicuro che abbiamo e che ci da
sicurezza.
Quando siamo nella nostra zona di comfort,
siamo in un area protetta, sicura e non proviamo
nessun tipo di disagio.
Quando invece ne usciamo ci scontriamo con
sentimenti quali l’incertezza, il disagio e la paura.
Prova a pensare a tutte quelle volte che ti sei
trovato a dover fare qualcosa per la prima volta,
magari con persone a te sconosciute e in luoghi non a te familiari.
Ovvero un attività diversa dalle tue abitudini.
Il termine Comfort o Confort va a indicare una sensazione puramente soggettiva percepite dall’utente, nell’ambiente di lavoro o in determinate condizioni di servizio e serve ad indicare il “livello di benessere” percepito.
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La sensazione di disagio e spavento che hai provato, è tipica di ognuno di
noi, e ci spinge a rientrare nelle nostre abitudini e nella zona di comfort,
allontanandoci il più in fretta possibile da tutto quello che ci metteva in
difficoltà.
Esamina attentamente gli esempi seguenti:
- Un avvocato sulla quarantina, si rende conto che è bene riiniziare a
fare un po’ di sport e riprendere quella forma fisica che aveva
abbandonato per via dei suoi tanti impegni.
Il giorno “x” decide di svegliarsi di buon mattino e andarsi a
riscrivere in palestra.
Il giorno successivo entra in palestra
per allenarsi la prima volta… e si
rende conto che tutto quello che fino
a pochi anni prima gli riusciva facile,
oggi gli è quasi impossibile.
Sconfortato si guarda intorno, e si ritrova in un mondo di persone
atletiche e fisicamente in forma. Tutto ciò gli provoca un disagio
enorme.
Dopo pochi giorni, con la scusa di avere mille impegni, lascia la
palestra.
Smette di andare in palestra e preferisce rimanere in ufficio, perché
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lì non prova la sgradevole sensazione di non avere controllo e di
non essere all’altezza.
Nel suo ambiente è un professionista del settore, mentre in
palestra è solo un signore “cicciottello” che deve rimettersi in
forma.
Capisci la differenza di emozioni e
sensazioni?
- Una signora decide di imparare ad utilizzare
lo Smart-Phon per essere più al passo con i
tempi. Avendo un figlio adolescente decide
di farsi dare qualche lezione.
Facendo ciò esce completamente dalla sua zona di comfort.
Dopo qualche settimana di lezioni, non riesce a cavarne un ragno
dal buco e si ripete continuamente che è troppo difficile.
Poco dopo rinuncia al suo obiettivo, con la scusa che se avesse
bisogno di qualche cosa, il figlio avrebbe saputo farla e che leggere
un libro è molto più istruttivo.
- Un manovale quarantenne decide di riprendere gli studi interrotti in
modo prematuro, per conseguire la laurea che gli manca.
Appena ripresi i libri, si trova a dover faticare tantissimo prima di
Per uscire dalla nostra zona di comfort, dobbiamo superare il disagio delle situazioni nuove. Solo cosi però riusciamo a crescere e a migliorarci.
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trovare la giusta concentrazione. Essendo una persona più incline
all’azione e meno alla staticità dallo studio in un pomeriggio riesce
a “portare a casa” solo 3 paginette.
Demoralizzato dal risultato inizia a
mettere in dubbio la sua decisione.
Qualche giorno dopo, dopo aver
ritentato senza risultati decide di lasciar stare…. Dicendosi che in
fondo è sempre andato avanti anche senza laurea.
Dobbiamo uscire dalla nostra zona di comfort per crescere ed imparare,
esplorare possibilità diverse e sviluppare schemi di pensiero nuovi.
“Tutte le cose sono difficili prima di diventare facili”
John Norley
È proprio nel disagio che si nasconde la crescita, e l’unico modo per
superare questa sensazione è conviverci il tempo necessario a farla
sparire.
Se riusciamo a continuare, una cosa per noi difficile, dopo poco
inizieremo a sentirla più nostra, fino a introdurla nella nostra zona di
comfort.
Molte persone a volte rinunciano pochi istanti prima che le cose diventino
alla loro portata.
Tutti i soggetti, degli esempi prima, avevano la capacità di riuscire nel
Esci dalla tua zona di
Comfort!!!
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loro intento, ma convivere con il disagio li ha fatti rientrare nella loro
zona di comfort.
È solo questione di abitudine… un po’ come andare in apnea… un
maestro di nuoto ci spiegherebbe che il respiro si riesce a controllare e
che con un buon allenamento riusciremo a fare un percorso maggiore di
quelli che oggi riusciamo a pensare di poter fare.
Se ci allenassimo sempre sulle stesse distanze, non riusciremmo mai a
migliorare, per ottenere un ottimo risultato dobbiamo uscire dalla nostra
zona di comfort e fare uno sforzo maggiore di quello a cui siamo abituati.
Non è questo lo stesso modo in cui cresciamo caratterialmente?
Le nostre emozioni e le nostre morali sono state formate da tutte le
difficoltà e da tutti i problemi che la vita
ci ha messo davanti; dobbiamo avere il
coraggio e la forza di superarli per
uscirne più forti di prima.
Tutto quello che ci metteva a disagio
prima, oggi non ci riesce più.
È entrato nella zona di comfort e non ci fa più paura. La zona di comfort
si è allargata fino a comprenderlo e noi siamo cresciuti più forti e
completi.
«Il buon legname non cresce facilmente. Più forte è il vento, più robusto è l’albero. »
J. Wiflard Marriott
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Crescere significa quindi uscire dalla propria zona di comfort e la
leadership personale e Manageriale è la capacità di espanderla,
diventando più elastici mentalmente, più flessibili, in grado di adattarsi
più facilmente alle diverse circostanze, senza perdersi nel momento in
cui le cose devono uscire dai soliti schemi, ma, anzi, prendendo il
controllo di noi stessi all’interno di quelle situazioni.
Se esistono cose che vuoi migliorare, esci prima dalla tua zona di
comfort e poi affrontale.
Fermati, ora, un secondo e rispondi alle seguenti domande:
- Quale parte o cosa vorresti modificare nel tuo modo di agire? Del
tuo essere? O della tua vita?
- Lo hai già fatto? Se no perché? Cosa te lo
ha impedito?
Rispondi con sincerità a queste domande, se non
ami scrivere sforzati di farlo è un primo passo
per uscire dalla tua zona di comfort. Se invece
non puoi scrive fermati per un po’ a pensarci su.
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<<< Quali sono le cose che vuoi cambiare nella tua vita e da dove pensi di iniziare? >>>
<<<Che cosa è la Leadership? >>>
<<< Come si possono combattere le abitudini? >>>
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Riepilogo
Scrivi di seguito un riepilogo sintetico di quanto hai appreso nelle precedenti
pagine. Fallo subito, e nel farlo associa il concetto all’immagine di
riferimento al capitolo che. Quest’operazione catalogherà l’informazione
come in uno schedario e basterà pensare a quell’immagine per riprendere e
ricordare il concetto che ai associato.
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