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UD 067 Villa Manin Co mune: Codroipo Fra zion e: Passariano Via del Doge Irvv 0000 7365 Ctr 087 NO Vincol o: L. 1089 /I9 39 Decr et o: 1961 /04 /I4 Dati cat ast ali: F. 56, M. 5 /6 /7 /9 /IO /12 /1 3/ 1 4/ 1 8/ 1 9/ 2 0/ 2 1/ 2 8/ 3 3/ 3 4/ 3 5/ 3 6/ 37 /4 0 /43 /44 /4 5 Villa Manin, definita «troppo grande e troppo ricca anche per un Doge» da Napoleone Bonaparte il 2 agos to 1797 quando fu ricevuto a Passariano da Lo- dovi co Manin per firmare il Trattato di Campofor- mido, è il frutto della volontà dei Manin di dimo- strare il loro potere. La villa , in stile longheniano, è affi ancata da due barchesse con porticati che rac- chiudono un giardino d'onore con peschiere a lato d el cancello d'ingresso. La parte antistante è una corte di grandi dimensioni cos tituita da uno spazio racchiuso da due barchesse e una piaz za di fo rma ro- tonda racchiusa da due edifici porticati a pianta se- micircolare e conclu si con due torri. Tra le torri, che si affacciano su due peschiere, passa il viale di acces- so al complesso posto in as se con la villa . Sul retro del palazzo dominicale si estende un immenso parco recintato del tipo alla francese, sul mod ello di Ver- sailles. Gli edifi ci sono il risultato di una lunga serie di in- terventi succedutisi a partire dal Seicento, di pari passo con l'accrescere della fortuna dei Manin . Nel xv secolo i Manin acquisirono i primi territori a Persereano, poi Passariano, in seg uito ai matrimoni di Manino IV e di Filippo II rispettivam ente con Gia- coma Maria Stras soldo e Anna Savorgnana. Nel 15 01 i Manin a Persereano erano proprietari di una serie di case di vise tra vari componenti della fa miglia . In alcuni documenti del 1520 circa si fa riferimento ad una "domus magna" di proprietà Manin situata sul- la piazza del borgo, una casa semplice e modesta al centro di un complesso di edifici che mettevano in evidenza il ruolo e il prestig io della fa miglia. Nel frattempo il potere e la fa ma dei discendenti Man in cres ceva graz ie ag li im portanti ruoli che ricoprivano s ia nella vita politica che culturale del Friuli, e i loro possedimenti terrieri attorno al v ill agg io aum entaro- no in seg uito a matrimoni ed acquis ti . Nel 1607 i Manin ottennero il titolo nobiliare all'ac- _,__ _ j : . __ .. L I L ...1 _ ...1 : n _I : __ " '7__ Palma, nonché architetto emergente. Successiva- La barche ssa di ponente e la villa (S. B. 2005 ) mente venne contattato il veneziano Pietro Bagattel- la, architetto-tagliapietre, per altre strutture del pa- lazzo nonché per studiare un siste ma di co llegame n- to tra la laguna e la valle del Ta gli amento. Lodovico si occupò anche d el restauro della pove- ri s sim a chiesa del paese, opera comincia ta dal de- funto frat ell o Ottaviano, dotandola di un altare con una pala, abbellendo l'esterno ed il campan ile . li cantiere venne fermato alla morte di Lodovico, av- Palma, nonché architetto emerge nte. Successiva- La bar chessa di ponente e la villa (S. B. 2005 ) mente ven ne contattato il ve nez iano Pietro Bagattel- la, architetto- tagliapietre, per altre strutture del pa- lazzo nonché per studiare un s is tema di co lleg amen- to tra la laguna e la valle del Tagli am ento. Lodovico si occupò anche del restauro dell a pove- ri ssima chiesa del paese, opera cominciata dal de- fu nto fratello Ottaviano, dotandola di un altare con una p al a, abb ellendo l'esterno ed il campanile . li cantiere venne fe r ma to all a morte di Lodovi co, av - venuta il 23 febbr ai o 16 59 , e fu ripreso alcuni anni più tardi d al f iglio Francesco IV. I lavori avanzarono con

UD Villa Manin agosto quando Comune: Codroipo mido ...irvv.regione.veneto.it/xw/lod/front/file/85798.pdf · vico II, Antonio, Nicolò e Bernardo. I figli si divisero rigidamente il

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UD 067Villa Manin

Comune: CodroipoFrazione: PassarianoVia del Doge

Irvv 00007365Ctr 087 NO

Vincolo: L. 1089/I939Decreto: 1961/04/I4Dati catastali: F. 56, M. 5/6/ 7/9/IO/12/ 13/14/18/19/20/21/28/33/34/35/36/37/40/43/44/45

Villa Manin,definita«troppo grande etroppo riccaanche per un Doge» da Napoleone Bonaparte il2

agosto 1797quandofu ricevuto a Passarianoda Lo-dovico Manin perfirmare il Trattato di Campofor-mido, è il frutto della volontà dei Manin di dimo-strare il loro potere. Lavilla , in stile longheniano,èaffiancata da due barchesse con porticati che rac-chiudono un giardino d'onore con peschiere a latodel cancello d'ingresso. La parte antistanteè unacorte di grandidimensioni costituita da uno spazioracchiuso da due barchesse e una piazza diforma ro-tonda racchiusa da dueedifici porticati a piantase-

micircolare econclusi con due torri.Tra le torri, chesiaffaccianosu due peschiere,passail viale di acces-so alcomplesso posto inasse con lavilla . Sul retrodelpalazzo dominicalesi estende unimmensoparcorecintato del tipoalla francese, sul modello di Ver-sailles.Gli edifi ci sono il risultato di una lunga serie diin-terventi succedutisi a partire dal Seicento, di paripasso con l'accresceredella fortuna dei Manin.Nel xv secolo i Manin acquisirono i primi territori aPersereano, poi Passariano, inseguito ai matrimonidi Manino IV e di Filippo II rispettivamente con Gia-

coma Maria Strassoldo eAnna Savorgnana. Nel1501i Manin a Persereano erano proprietari di una seriedi casedivise travari componenti della famiglia. Inalcuni documenti del1520circa si fa riferimento aduna "domusmagna" di proprietàManin situata sul-la piazzadel borgo, una casa semplice e modestaalcentro di un complessodi edifici che mettevano inevidenza il ruolo e ilprestigio della famiglia. Nelfrattempoil potere e lafama dei discendenti Manincrescevagrazie agli importanti ruoli che ricoprivanosia nella vita politi ca che culturale del Friuli, e i loropossedimenti terrieri attornoal vill aggio aumentaro-no inseguito a matrimoni ed acquisti .Nel 1607 i Manin ottenneroil titolo nobiliare all'ac-_,__ _ j : .__ .. L _ ..L I L ...1 _ ...1 : n _ I : __ "'7_ _

Palma, nonché architetto emergente. Successiva- La barchessa di ponente ela villa (S.B. 2005)mente venne contattato il veneziano Pietro Bagattel-la, architetto-tagliapietre, per altre strutture del pa-lazzo nonché per studiare un sistemadi collegamen-to tra la laguna e la valle del Tagliamento.Lodovico si occupò anche del restaurodella pove-rissima chiesa del paese, opera cominciata dal de-funto fratello Ottaviano, dotandola di un altare conuna pala, abbellendo l'esterno edil campanile.li cantiere venne fermatoalla morte di Lodovico, av-

Palma, nonché architetto emergente. Successiva- La barchessadi ponente ela villa (S.B. 2005)mentevenne contattato ilveneziano Pietro Bagattel-la, architetto-tagliapietre, per altre strutture del pa-lazzo nonché per studiare un sistema di collegamen-to tra la laguna e la valle del Tagliamento.Lodovico si occupò anche del restaurodella pove-rissimachiesadel paese, opera cominciata dal de-funto fratello Ottaviano, dotandola di un altare conuna pala, abbellendo l'esterno edil campanile.li cantiere vennefermato alla morte di Lodovico,av-venutail 23 febbraio 1659, e fu ripresoalcunianni piùtardi dal figlio FrancescoIV. I lavori avanzarono con

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difficoltà a causadi alcune discordie tra Francesco eil fratello che portarono il primo alla decisione diac-collarsi tutte le speseperveder realizzato il progettodel padre.TI disegno del complessovenne rivisto eaffidato aGiovan Battista Spinelli. Un documentodel 1671 fa riferimento ai materiali che continuavanoa giungere a Persereano a testimonianza che la villaera quasi completata. Negli anni successivi vennerorealizzate le due barchesse con il porticato disegna-to daBenoni. All 'epoca lavilla eracostituita da unedificio centraleaffiancato da dueali laterali assimi-labili a torri. Le foresterie sul retroracchiudevanoungiardino, mentre le barchesseporticate sul fronteprincipale delimitavanoil cortile d'onore. La faccia-ta riprendevai caratteridelle ville palladianeunita-menteallo stile barocco ealla tradizione friulana.TIpalazzovennericcamente decorato e l'internoaffre-scato conpaesaggi, figure di donne e scenografie ar-chitettoniche. La villa venne inoltre arredata conmobili di pregio, specchi, tappeti e quadri d'autore.Contemporaneamente anche ilvillaggio andava mo-dificandosi acquisendo via via l'aspetto di unpaese.Francesco, continuando ancora una volta l'opera delpadre, fece ristrutturare le case colonichedando lo-ro unaspetto più consonoalla nuova realtà in cui sitrovavano.Francesco morìnel 1693 lasciando in ereditàil suopalazzoalla moglie Elisabetta Foscari e aifi gli Lodo-vico II , Antonio, Nicolò e Bernardo. Ifigli si diviserorigidamenteil patrimonio e proseguirono nella loroascesaal potereseguendo gli insegnamentidel padre.Nel 1702Antonio Manin ospitò invilla il patriarcaDolfin segnandocosì l'inizio dei soggiorni di ospitiillu stri in villa . Questa nuova tradizione fece scaturi-re lavolontà di ampliare ulteriormente ilpalazzoperrenderloancorapiù ricco e imponente. Nel1705ri -preseroi lavori all 'interno con Carlo Giuseppe Sola-ri e PietroTadio, mentre inseguito furono risiste-mate le barchesse.

All 'architetto luganeseDomenico Rossi fu affidato ilcompito di disegnare una piazza antistante il cortiled'onore per separare la villa dagli edifici rustici delpaese. L'architetto progettò la "Piazza Quadra", duequinte polilo bate conimponenti portali ed architrionfali checostituivano un diaframma e chiudeva-no la visualeverso l'esterno. L' incarico nonvenne af-fidato a Rossi casualmente, mail promettentearchi-tettovenne scelto dai Manin anche peraltri lavori aVenezia poiché era statoosservato durante le suepmluivand"" .à7n.Jgik"C LsaJ b .La: Y- è.,ACcri l"'t.. - ar .Ltv uv·

vico II, Antonio,Nicolò e Bernardo. Ifigli si diviserorigidamente il patrimonio e proseguirono nella loroascesaal potereseguendo gli insegnamentidelpadre.Nel 1702 Antonio Manin ospitò invilla il patriarcaDolfin segnandocosì l'inizio dei soggiorni di ospitiillu stri in villa . Questa nuova tradizione fecescaturi-re lavolontà di ampliare ulteriormente il palazzo perrenderlo ancora più ricco e imponente.Nel 1705ri-presero i lavori all'interno con Carlo Giuseppe Sola-ri e PietroTadio, mentre inseguito fu rono risiste-mate le barchesse.

All 'architetto luganeseDomenicoRossi fu affidato ilcompito di disegnare una piazza antistante ilcortiled'onore per separare lavilla dagli edifici rustici delpaese. L'architetto progettò la "Piazza Quadra", duequinte polilobate con imponenti portali ed architrionfali checostituivano un diaframma e chiudeva-no la visualeversol'esterno.L' incarico nonvenne af-fi dato a Rossi casualmente, mail promettente archi-tettovennescelto dai Manin anche peraltri lavori aVenezia poiché era statoosservato durante le sueesperienze precedentinella città lagunare.Nel 1709lavoraronoall 'interno della vill a Louis Do-rigny e Abbondio Stazio, espertonella realizzazionedi stucchi barocchi, per decorare gli scaloni e l'in-t" prn n rl pll -:l r ':H"'I Mop l1'1 rl C'trnttnr ot'::l ....... ; " ...;.,....i ...n .... i ...I

Il portale diaccessoalla "Piazza Tonda"(S.B. 2005)Il portonedi accessoalla "PiazzaQuadra" (SB.2005)

Le arcate dellabarchessadi levante(S.B. 2005)L'esedra vistadal saloned'onore (SB.2005)

Le arcate della barchessa di levante (SB. 2005)Eesedra vistadal salone d'onore (S.B. 2005)

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vill a e vennero scavate lepeschiere a lato del cancel-lo.Tuttavia l'intervento più scenografico venne realiz-zato solo a questopunto su disegno di DomenicoRossi.AlI 'ultimazione della"PiazzaQuadra" comin-ciarono i lavori per la realizzazione di una "PiazzaTonda" peril progetto dellaquale il Rossi si ispiròalcolonnato di San Pietro del Bernini.Nel progetto, realizzato , dallequinte trionfali si di-partono due edifici ad emiciclo con colonnato che siconcludono con due torri. Al di sopra delle arcatedel colonnato,in asse con gli archi, si trova un attico

con aperture poligonali sormontate da vasidecorati-.VI.

La cappella venne anch'essa inglobata all'interno delcomplesso pur mantenendo la sua facciata classi-cheggiante all'esterno verso la piazza del villaggio.Fu Antonio Manin a occuparsi della sistemazionedell'apparato decorativo della sacrestia e della chie-sa, ispirandosi alla sua culturagesuita. L'altareven-ne realizzato conmarmi policromi eputti alati, che-rubini e raggi dorati posti attorno a unaMadonnacon Bambino, opere realizzate da Torretti che si oc-cupòanche della decorazione della sacrestia.

La facciata della villa rivolta verso il parco (S.B. 2005)I rustici sul retro della villa (S.B. 2005)Uno degliaffreschiopera di Louis Dorigny (S.B. 2005)

Nel frattempo pure all'esterno numerosiprofessio-nisti erano impegnati nelladecorazione delle bar-chesse e delle esedre.li ruolo delle statue eraauto-celebrativo per cui iManin scelseroi soggetti da rap-presentaretra i racconti mitologici. Basti a talpro-positoosservare le statue diErcole, poste sui pilastridi accessoall'esedra, in segno della realizzazioneeroica degli idealiaristocratici.Np!17?A or .

Nel frattempo pure all'esterno numerosi professio-nisti erano impegnati nelladecorazione delle bar-chesse e delleesedre. li ruolo delle statue era auto-celebrativo per cui i Manin scelseroi soggetti da rap-presentare tra i racconti mitologici. Basti a talpro-positoosservare lestatuedi Ercole, postesui pilastridi accesso all'esedra, in segno della realizzazioneeroica degli ideali aristocratici.Nel 1724presero avvio i lavori per la costruzione dellabirinto nella zona a nord-ovest del giardino con alcentrounatorrettad'avvistamento. Continuòinoltrela realizzazione dell'apparatodecorativo di cui G io-vanni Bonazza fu, in questa fase, ilmaggioreespo-nente. li giardino venneorganizzatoattornoa per-cors icheincontravano luoghi di riposo, di riflessio-ne e di divertimento, giochi d'acqua, laghetti e colli-nette artificiali.

deva tre delle cinque campate. Ai lati, due volute fa-cevano da raccordo con obelischi. I lavori venneroseguiti ancora una volta daZiborghi. L'esternodellavilla aveva assunto così un carattere monumentaleche però non trovava corrispondenza con l'interno.Per questo motivo, nel1761, venne stipulato un con-tratto con AngeloAndrioli che si occupò del grandesalonepostoal centro della villa.Questo,a differen-

. ltre residenzenobiliari non si trova al

deva tre delle cinque campate.Ai lati , due volute fa-cevano da raccordo con obelischi. I lavori venneroseguiti ancorauna volta daZiborghi. L'esterno dellavilla aveva assunto così un carattere monumentaleche perònon trovava corrispondenzacon l'interno.Perquesto motivo, nel1761,venne stipulato un con-tratto con AngeloAndrioli che si occupò del grandesalone posto al centro della villa. Questo, adifferen-za di molte altre residenze nobiliari, non si trova alprimo piano, ma al pianoterrae vi si accedediretta-mente dallo scalone antistantela villa e dall'ampiaterrazza che si estende sututto il fronte. La sala, a

Il ballatoio nelsaloned'onore(S.B. 2005)Una dellesaleaffrescatea "trompe-l' rei!" (S.B. 2005)

Il ballatoio nel saloned'onore(S.B. 2005)Una dellesaleaffrescatea "t rompe-l'ceil" (S.B. 2005)

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doppia altezza, ha dueballatoi passanti difi ancoailati lunghi. Andrioli ebbe il ruolo di abbellire la salaper portadaall 'attuale splendore e per farciò ridise-gnò le balaustre in legno e poseal centro un lampa-dario invetro di Murano. I lavori non erano ancorafiniti quando, attornoal 1765, vennero stipulati nuo-vi contratti per la manutenzionedei giardini e del-l'arredamento. Nel 1768 fu inoltre realizzata unanuova scuderianel piano terra della barchessa dile-vante.Nel 1789morì il doge Paolo Renier e Lodovico Ma-nin venne giudicato il più indicato a sostituido con-

siderando la grande disponibilità della famiglia ver-so la Serenissima e la sua enormericchezza. li doga-to di Manin non fu certamentefacile in quanto co-minciò con loscoppio dellaRivoluzione francese e sisvolse in un periodo di grandi cambiamenti in Euro-pa che non trascurarono ilFriuli. NapoleoneBona-parte varcò leAlpi e portòalla caduta di Venezia. lidogefu costretto adimettersie nel 1797 Passarianovennetrasformatain quartier generale deifrancesi,iManin dovetterotrasferirsia Bertiolo e lavilla ven-ne abitata per duemesidallo stesso Napoleone.Nella vill a venne firmata, nella notte trail 17 e il 18

L'altaredella cappella Manin (S.B.2005)Vista da unodeipercorsi all'interno delgiardino (S.B.2005)

ottobre1797,la pace tra i francesi e gli austriaci conil celebre Trattato di Campoformido, dal nome delpaese che in realtà era stato designato per lafirma.La famiglia Manin si avviò verso un progressivode-clino e la perdita dimolti beni. Nel 1802morì Lodo-vico e la vill a venne occupata dagli austriaci impe-gnati nella realizzazionedella nuova cartageografica.austnaca.Nel frattempovenneroavviati i lavori necessari allaristrutturazione del complessoe apportate numero-

ristorante. Nell'esedrasi trovanovari uffi ci tra i qua-li la sede del Centro Regionale di Catalogazione,mentre nei rustici chesi affaccianosul parco si troval'Accademiadelle Belle Arti.

ottobre1797,la pace tra ifrancesi egli austriaci conil celebre Trattato di Campoformido, dal nome delpaesechein realtà era stato designato per lafir ma.La famiglia Manin si avviò versoun progressivode-clino e la perdita di molti beni. Nel 1802morì Lodo-vico e la vill a venne occupata dagli austriaci impe-gnati nella realizzazione della nuovacartageografica.austnaca.Nel frattempo venneroavviati i lavori necessariallaristrutturazione del complessoe apportate numero-se modifiche, soprattutto al parco.Attorno al 1830,a causadelle enormi spese di manu-tenzione, Leonardo Manin tentò di vendere il com-plesso, ma non trovòacquirenti a causa delle grandidimensioni.Nel 186, il ziardino venne nuovamenteridi secnaro

ristorante.Nell'esedrasi trovano vari uffi ci tra i qua-li la sede del Centro Regionale di Catalogazione,mentre nei rustici chesi affacciano sul parco si troval'Accademia delle Belle Arti.