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7/27/2019 Ufologia in Ungheria http://slidepdf.com/reader/full/ufologia-in-ungheria 1/3 L’UFOLOGIA IN UNGHERIA L’atteggiamento della gente e dei mass media Mentre in Italia ne parliamo più o meno apertamente da ormai 50 anni, in Ungheria il fenomeno UFO ha ancora il sapore della novità. L’Ungheria è sempre stata la più libera delle nazioni della sfera d’influenza sovietica, ma è solo nel 1988-89 col passaggio al regime democratico che i mass media iniziano ad affrontare l’argomento, occupandosi sia degli avvistamenti locali sia delle più clamorose notizie che giungono dall’estero. Gli ungheresi costituiscono un’isola culturale e linguistica che poco o nulla ha a che fare con le popolazioni confinanti, ma hanno anche qualcosa che li accomuna ai popoli mediterranei, per i quali nutrono una simpatia istintiva. Sono dotati di spirito pratico, vantano una storia nazionale ormai millenaria, hanno dato molto alle arti, alla scienza e alla civiltà europea moderna. Sono anche un popolo ricco di fantasia e di spiritualità, portato ad accettare l’idea che possano esistere fenomeni alle quali la scienza non è in grado di dare risposta. Il primo ad occuparsi del fenomeno UFO a livello divulgativo in Ungheria fu, alla fine degli anni ’80, il giornalista ed intrattenitore televisivo János Déri, prematuramente scomparso pochi anni dopo. Egli conduceva un seguitissimo programma televisivo sul primo canale nazionale ungherese MTV1 intitolato “ NTT - Nulladik Típusú Találkozások ” (che si potrebbe tradurre come “ Incontri Ravvicinati del Nullesimo Tipo”), fondando poi un’omonima rivista mensile. Programma e rivista non sono sopravvissuti molto al loro ideatore e fondatore, lasciando spazio nel corso degli anni ‘90 ad altre riviste simili: prima fra tutte l’ Ufómagazin, mensile che per la vastità di argomenti che ospita ricorda il nostro Giornale dei Misteri. Nel 1993 l’Ufómagazin pubblica una serie di articoli (ripresi anche all’estero) a firma del saggista István Nemere sui segreti dell’astronautica sovietica, secondo i quali il lancio di Gagarin nello spazio e altre imprese dei primi cosmonauti furono una semplice montatura allo scopo di coprire i brucianti insuccessi iniziali in questo campo. A lungo l’Ufómagazin è stata l’unica rivista ungherese a parlare di UFO e ancor oggi gode di notevole diffusione. Con un’operazione commerciale a sorpresa, nella seconda metà degli anni ‘90 nasce il Színes UFO magazin, cioè “Rivista UFO a colori”, mensile patinato particolarmente curato a livello di grafica, che grazie alla collaborazione di prestigiose firme locali e straniere si propone da allora come alternativa all’Ufómagazin. Il sistema televisivo ungherese, in rapida evoluzione, ha dato e dà un contributo notevole alla divulgazione delle tematiche UFO. L’emittente di Szeged, importante città universitaria nel sud del Paese, da alcuni anni ospita il mensile “Negyedik Dimenzió” (Quarta Dimensione) a cura del prestigioso ufologo ricercatore Tibor Sós, noto per le interviste a testimoni di atterraggi e abductions , e già altre emittenti hanno inserito programmi simili nel loro palinsesto. Né sono mancate clamorose azioni di disinformazione, come quella avvenuta nel 1992 nel corso del Friderikusz Show, un talk-show all’americana che, ospitando star internazionali, può contare su un elevato indice di ascolto in prima serata. All'epoca il giovane conduttore Sándor Friderikusz affrontò il tema dei cerchi di grano in Ungheria invitando scettici e ufologi, e chiamando in studio due baldi giovani che, a sorpresa e in diretta, affermarono di essere gli autori di alcuni di questi cerchi. Ne nacque un vespaio di polemiche su tutta la stampa magiara; ma i due giovani, invitati da più parti a ripetere la loro  performance in pubblico, anche a pagamento, non hanno mai accettato di essere messi alla prova. Ungheria, meta preferita dagli UFO? Non si hanno statistiche dirette sugli avvistamenti di UFO in Ungheria negli ultimi 50 anni, in quanto il regime impediva la libera circolazione di informazioni al proposito. Solo chi si adattava a una situazione di semiclandestinità e/o aveva accesso a canali informativi in lingua straniera poteva sapere di un fenomeno UFO che imperversava oltrecortina. Solo ora si stanno raccogliendo testimonianze relative a vecchi avvistamenti, e grazie anche all’attiva collaborazione del compianto colonnello di origine ungherese Kálmán (Coleman) Von Keviczky, fondatore dell’ICUFON di New York,  stanno venendo alla luce documenti che dimostrano l’attenzione che la CIA riservava a determinati avvistamenti in Ungheria alla fine degli anni ‘50, in particolare nel 1956, anno in cui i carri armati sovietici davano il colpo di grazia al tentativo attuato dal Primo Ministro Imre Nagy di staccarsi dall’opprimente influenza politica e militare di Mosca.

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L’UFOLOGIA IN UNGHERIA

L’atteggiamento della gente e dei mass media

Mentre in Italia ne parliamo più o meno apertamente da ormai 50 anni, in Ungheria il fenomenoUFO ha ancora il sapore della novità. L’Ungheria è sempre stata la più libera delle nazioni della

sfera d’influenza sovietica, ma è solo nel 1988-89 col passaggio al regime democratico che i massmedia iniziano ad affrontare l’argomento, occupandosi sia degli avvistamenti locali sia delle piùclamorose notizie che giungono dall’estero.Gli ungheresi costituiscono un’isola culturale e linguistica che poco o nulla ha a che fare con lepopolazioni confinanti, ma hanno anche qualcosa che li accomuna ai popoli mediterranei, per iquali nutrono una simpatia istintiva. Sono dotati di spirito pratico, vantano una storia nazionaleormai millenaria, hanno dato molto alle arti, alla scienza e alla civiltà europea moderna. Sonoanche un popolo ricco di fantasia e di spiritualità, portato ad accettare l’idea che possano esisterefenomeni alle quali la scienza non è in grado di dare risposta.Il primo ad occuparsi del fenomeno UFO a livello divulgativo in Ungheria fu, alla fine degli anni ’80,il giornalista ed intrattenitore televisivo János Déri, prematuramente scomparso pochi anni dopo.Egli conduceva un seguitissimo programma televisivo sul primo canale nazionale ungherese MTV1

intitolato “NTT - Nulladik Típusú Találkozások” (che si potrebbe tradurre come “IncontriRavvicinati del Nullesimo Tipo”), fondando poi un’omonima rivista mensile. Programma e rivistanon sono sopravvissuti molto al loro ideatore e fondatore, lasciando spazio nel corso degli anni ‘90ad altre riviste simili: prima fra tutte l’Ufómagazin, mensile che per la vastità di argomenti cheospita ricorda il nostro Giornale dei Misteri. Nel 1993 l’Ufómagazin pubblica una serie di articoli(ripresi anche all’estero) a firma del saggista István Nemere sui segreti dell’astronautica sovietica,secondo i quali il lancio di Gagarin nello spazio e altre imprese dei primi cosmonauti furono unasemplice montatura allo scopo di coprire i brucianti insuccessi iniziali in questo campo. A lungol’Ufómagazin è stata l’unica rivista ungherese a parlare di UFO e ancor oggi gode di notevolediffusione. Con un’operazione commerciale a sorpresa, nella seconda metà degli anni ‘90 nasce ilSzínes UFO magazin, cioè “Rivista UFO a colori”, mensile patinato particolarmente curato alivello di grafica, che grazie alla collaborazione di prestigiose firme locali e straniere si propone da

allora come alternativa all’Ufómagazin.Il sistema televisivo ungherese, in rapida evoluzione, ha dato e dà un contributo notevole alladivulgazione delle tematiche UFO. L’emittente di Szeged, importante città universitaria nel sud delPaese, da alcuni anni ospita il mensile “Negyedik Dimenzió” (Quarta Dimensione) a cura delprestigioso ufologo ricercatore Tibor Sós, noto per le interviste a testimoni di atterraggi eabductions, e già altre emittenti hanno inserito programmi simili nel loro palinsesto.Né sono mancate clamorose azioni di disinformazione, come quella avvenuta nel 1992 nel corsodel Friderikusz Show, un talk-show all’americana che, ospitando star internazionali, può contaresu un elevato indice di ascolto in prima serata. All'epoca il giovane conduttore Sándor Friderikuszaffrontò il tema dei cerchi di grano in Ungheria invitando scettici e ufologi, e chiamando in studiodue baldi giovani che, a sorpresa e in diretta, affermarono di essere gli autori di alcuni di questi

cerchi. Ne nacque un vespaio di polemiche su tutta la stampa magiara; ma i due giovani, invitati dapiù parti a ripetere la loro  performance in pubblico, anche a pagamento, non hanno mai accettatodi essere messi alla prova.

Ungheria, meta preferita dagli UFO?

Non si hanno statistiche dirette sugli avvistamenti di UFO in Ungheria negli ultimi 50 anni, inquanto il regime impediva la libera circolazione di informazioni al proposito. Solo chi si adattava auna situazione di semiclandestinità e/o aveva accesso a canali informativi in lingua stranierapoteva sapere di un fenomeno UFO che imperversava oltrecortina. Solo ora si stanno raccogliendotestimonianze relative a vecchi avvistamenti, e grazie anche all’attiva collaborazione del compiantocolonnello di origine ungherese Kálmán (Coleman) Von Keviczky, fondatore dell’ICUFON di New

York,  stanno venendo alla luce documenti che dimostrano l’attenzione che la CIA riservava adeterminati avvistamenti in Ungheria alla fine degli anni ‘50, in particolare nel 1956, anno in cui icarri armati sovietici davano il colpo di grazia al tentativo attuato dal Primo Ministro Imre Nagy distaccarsi dall’opprimente influenza politica e militare di Mosca.

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Il periodo più ricco di avvistamenti, ricordato oggi come “invasione ufo”, va dall’ottobre 1989 algennaio 1990, con una media di 20-40 avvistamenti “segnalati” al mese; contando cioè solo quelliriportati dalle fonti di informazione nazionali o locali o riferiti direttamente ai nascenti gruppi diricerca ufologici. Sarà un caso, ma è anche il periodo che coincide col delicato passaggio verso lademocrazia nel paese magiaro. Da allora la media è di una decina di casi al mese, e si calcola chequesto numero rappresenti circa un decimo degli avvistamenti effettivi, non segnalati per motiviche possiamo immaginare: timore di non essere creduti, desiderio di privacy, incredulità deglistessi testimoni ecc. Fece scalpore pochi anni fa il caso di una signora incinta che chiamatal’ambulanza per l'avvicinarsi delle doglie, si vide trasportare direttamente in una clinica psichiatricadagli zelanti lettighieri che avevano notato una copia dell’Ufómagazin nel suo appartamento!Sono stati fatti tentativi di studi statistici del fenomeno, ma per la scarsa base di dati disponibili nonè ancora possibile ottenere risultati significativi. Sono state fatte però interessanti ipotesi sulle rotteseguite dagli oggetti volanti: pare che le località più visitate siano situate in due fasce parallele indirezione Ovest-Sud-Ovest/Est-Nord-Est, la più settentrionale delle quali passa per la capitale esconfina in Slovacchia, mentre la fascia meridionale tocca le città di Pécs e di Szeged.

Chi si occupa di UFO in Ungheria

 A livello ufficiale in Ungheria non ci sono autorità che si occupano di UFO, a meno chel’avvistamento non avvenga in zone militari, ad opera di personale militare o in zone di confineparticolarmente “calde” (come quello sud con la ex Yugoslavia). In questi casi è accaduto che itestimoni siano stati duramente interrogati dalle autorità militari e che i verbali relativiall’avvistamento siano stati sequestrati e coperti da segreto. Non si può però parlare però di cover up: infatti abbiamo diverse testimonianze di soldati, aviatori, poliziotti e guardie giurate che nonhanno subìto alcuna pressione da parte di chicchessia. Inoltre le autorità militari hanno dichiaratoche, in caso di avvistamento UFO, esse hanno l’ordine di non intervenire e soprattutto di aprireeventualmente il fuoco  contro oggetti volanti che violano lo spazio aereo solo dopo averliinequivocabilmente identificati: dunque, per definizione, in Ungheria non si può sparare agliUFO in quanto “oggetti non identificati”. L’Ungheria può vantare un ex Ministro della Difesa,

György Keleti (titolare del dicastero nel governo di Gyula Horn dal ‘94 al ’98), il quale inprecedenza aveva collaborato con l’Ufómagazin partecipando poi ad alcuni congressi ufologiciprima come esperto militare, poi come portavoce del Ministero della Difesa. Come ministro Keletivenne preso letteralmente d’assalto dalla stampa nazionale ed estera come “il Ministro che credenegli Ufo e che finalmente ci svelerà tutti i segreti”, ma dichiarò più volte che il suo è un interessepuramente personale e che non farà dichiarazioni sull’argomento finché occuperà cariche politiche.Il primo gruppo ufologico ungherese è lo RYUFOR, che nasce nel 1987-88 a Ózd, in una zonamontuosa ricca di avvistamenti, al confine con la Slovacchia. Subito dopo a Debrecen nascel’HUFON, seguìto da una marea di gruppi e gruppetti amatoriali in tutte le principali città. Verso lametà degli anni ’90 si assiste al tentativo di unificare e coordinare le correnti che lacerano fin dallanascita l’indagine ufologica ungherese (ci si chiedeva all’epoca: siamo una setta? dobbiamofondare un partito? o non piuttosto una “chiesa ufologica”?). Ciò porta alla nascita di una “CameraUfologica” che cambia poi nome in “Unione Ufologica” (Ufószövetség). Una recente leggefiscale permette ai cittadini di destinare l’1 % delle loro imposte sul reddito a favore di un ente non- profit scelto a piacere da una lista ufficiale, ed è così che gli ufologi possono ora contare sia sulledonazioni di privati che sull’introito derivante da questo 1 %. Ma dove arriva denaro, non mancanoproblemi e polemiche sul suo utilizzo e sulla sua gestione. Pare che per questi motivi, e non per divergenze d'opinione sul fenomeno UFO, che alcuni gruppi si sono di recente separati dall’UnioneUfologica per fondare un gruppo di “Indipendenti”, prontamente sponsorizzati dalla rivista SzínesUFO, che ha così rafforzato la propria quota di mercato rispetto al più tradizionale Ufómagazin. Gli“Indipendenti” lamentano che l’Unione Ufologica non ha assolto ai compiti ad essa assegnati, cioènon ha favorito lo scambio di informazioni tra gruppi di ricerca e non ha distribuito adeguatamente ifondi ricevuti, dedicandosi per lo più a finanziare l’Ufómagazin e ad organizzare frequenti

congressi e conferenze di argomento ufologico, finendo così per creare nell’opinione pubblica uneffetto di “saturazione” che ha provocato un calo di interesse sul fenomeno UFO.

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L’UFOLOGIA IN UNGHERIA

Un po’ di casistica

Negli ultimi dieci anni vi sono stati diversi avvistamenti clamorosi in Ungheria, studiati attentamentein aperta collaborazione col Ministero dell’Interno, con i capitanati di Polizia e con le forze militari.Oggetti volanti sono stati fotografati, filmati, visti atterrare. Sono stati avvistati umanoidi con o

senza la presenza di UFO. Abbiamo numerose testimonianze di rapimenti e/o incontri ravvicinatiche qui vengono definiti “del Quinto Tipo”, in cui si segnalano misteriosi visitatori notturni, luci verdiche setacciano l’interno della casa, ologrammi che interagiscono con i testimoni a volte terrorizzatia volte stranamente apatici, e ci sono anche un paio di casi in cui i protagonisti di supposti contatticon esseri alieni si portano a casa le “prove” della loro esperienza. Come il signor  Bakó diDebrecen, che conserva una misteriosa bacchetta di magnesio puro con alcune pietre incastonateche afferma di avere ricevuto da esseri alieni, o come quella signora che dopo un’esperienzaonirica in riva a un mare misterioso (su un pianeta lontano?) si è ritrovata tra le mani un misterioso“sassolino” che sottoposto ad analisi si è rivelato effettivamente venuto dallo spazio.

Tra gli avvistamenti più noti, quelli avvenuti nella regione di Debrecen: nel 1989 un oggettoluminoso si mette all’inseguimento di un’autoambulanza, e alla fine dello stesso anno un poliziotto

avvista un oggetto a terra in un campo che costeggia la statale 35 a nord di Debrecen. Pochesettimane dopo, nel gennaio ’89, un altro poliziotto riferisce un caso simile nella stessa zona.

Data la varietà e il valore delle testimonianze - vagliate da validi ricercatori privi di preconcetti – ciripromettiamo di trattare i casi principali a parte, in una serie di articoli ripresi dalle fonti originali,che siamo certi risveglieranno l’interesse dei lettori e dei ricercatori italiani nei confronti del lavorosvolto dai loro colleghi ungheresi.

Luciano Drusetta, [email protected]

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