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ultramici Magazine numero 8

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Ultràmici magazine è un settimanale sportivo, scritto dai tifosi del Napoli , che cerca di trasmettere l'incontenibile passione degli stessi verso la propria squadra. Uniti si vince

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WEB DESIGNER: Michele Torre

REDATTORI:Enrico Ariemma

Marcello BarbutoEttore Buonincontri

Rosario D’OrsoAlberto FeolaGianluca Ficca

Armando GrimaldiMario Improta

Bruno MarchionibusDanilo Marino

Domenico “Sennolino” MarottaRodrigo Mazzeo

Gianfranco MinervinoDiana MiragliaTina Miraglia

Massimo Mondò

Giovanni OnoratoMarcella Polimei

Roberto ReyDonatella SaponeFrancesco SellittoDomenico SerraSerena Starita

ORGANIZZAZIONE EDITORIALE:Gianluca Ficca

CONSULENZA INFORMATICA:Stefano “Snipershady” Perrini

i fumetti fotografici sono a cura di Giovanni Onorato, Francesco Sellitto e Michele Torre

PROGETTO GRAFICOGraphiweb

la redazione

... MAZZARRI SE NE VA, CAVANI PURE,CAMPAGNARO ANCHE, ZUNIGA FORSE.

MI SEMBRA UN FILM GIÀ VISTO...“FUGA PER LA

VITTORIA” !

La vignetta di Rey

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Blerim, Blerim… era sufficiente buttarla cinquanta cm più a sinistra. La stessa cosa che una decina di milioni di elettori stanno dicendo a Bersani la diciamo noi, tifosi napoletani, a te svizzero, che nel momento di ricorrere alla precisione svizzera hai invece tirato fuori l’origine macedone. Ma noi non ci pigliamo mai collera, Blerim. Siamo supporters azzurri e un numero imprecisato di anni di sofferenze, variabile con l’età anagrafica di ciascuno di noi, ci ha fornito tanto di quel pelo sullo stomaco da sopportare questo e altro.Siamo tifosi veri, diamine. E in questo numero ce la cantiamo e ce la suoniamo. Parliamo degli infiniti modi di essere noi stessi. Nelle pagine seguenti trovate le manifestazioni tifose che resteranno negli annali, dalla coreografia vesuviana a cui mancavano solo un po’ di lapilli autentici (e chissà che qualche ultrà non abbia realmente provato a farli passare in uno zaino ai tornelli) alle colorite imprecazioni che possono colpire chiunque, dall’arbitro al quarto uomo, da Giulietta a Berlusca, dal giocatore “che non suda la maglia” al vicino di spalto che non salta e non urla.Vi auguriamo buona lettura, chiedendovi solo la squisita cortesia di non esagerare con l’entusiasmo. Siamo contenti di crescere e di stupirvi, ma rispondere alle centinaia, migliaia di mail di complimenti e consigli che inondano i nostri pc sta diventando per tutti un secondo lavoro, e non sappiamo se saremo in grado di reggere a questi ritmi frenetici.

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di Diana Miraglia

Caro Palummella,oggi il nostro magazine scritto dai tifosi vuole chiedersi se sia mutato, in trent’anni, il modo di stare vicino al Napoli. Stupenda la coreografia di venerdì scorso in occasione di Juve-Napoli con un Vesuvio incendiato: ma il ricordo è andato subito al Vesuvio che eruttò fumo tricolore in occasione di.... E non si dice. Una profezia?

Speriamo, tuttavia per chi ha vissuto i momenti che sono alle spalle, non è facile condividere un tifo troppo spesso politico, rissoso, occasionale, parziale, razionale, critico. Lei, Gennaro Montuori alias Palummella, ha guidato per 29 anni con i suoi luogotenenti fedelissimi il tifo organizzato fino alla consacrazione, da parte dei quotidiani sportivi, della Curva

più bella d’Italia. Oserei dire anche la più sicura d’Italia, perchè nella bolgia dei cori esisteva la certezza che nulla di male potesse accadere perchè era nota la lotta alla droga e alla violenza. “Maleparole”, sì, e tante: ricorda quando negli studi Rai di Viale Marconi riuscivamo a seguire il Napoli in trasferta? E i viaggi con la squadra a Budapest o a Valencia? Il Napoli – si diceva –

LETTERA APERTAa: Gennaro Montuori,

alias “Palummella

“Ai suoi tempi, la curva più bella e più

sicura d’Italia”

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non è una squadra di calcio ma lo stato d’animo di una città. Ma una città che camminava nella stessa direzione al punto che l’incontro/scontro tra gli intellettuali del Te Diegum e gli Ultràs della curva B finì in un nulla di fatto. Il professor Vittorio Dini seppe mediare tra i tifosi intellettuali che avevano accusato gli ultràs di un’immagine oleografica e pacchiana e gli eroi

della domenica di professione: tifosi, striscionisti, tamburisti. Lei, Montuori, promise uno striscione “Tifosi sì, intellettuali no”, ma non lo espose mai perchè il tifo legava tutti al di là di tutto. Ma poi qualcosa è mutato: è stato attaccato duramente e son venute fuori le ragioni degli altri. La tessera del tifoso, innanzitutto. Poi la scissione dei gruppi, ancora

troppa tolleranza per atteggiamenti aggressivi. Poco importa trovare il giusto. Ciò che è difficile è il tifo senza se e senza ma. Forza Napoli, sempre e comunque.

“ Chiariamo una volta e per tutte che i genitali ed il sedere sono i miei”. Così ha dichiarato David Beckham a chi ha insinuato che il sedere mostrato in un recente video – spot di una nota marca di intimo - fosse di una controfigura. Fiero della sua bellezza tutta muscoli, il calciatore del PSG si è sentito defraudato dal titolo di reginetto ed ha reagito con inusitata finezza. Tuttavia il Mirror ha pubblicato una confessione di un portavoce di H&M (la “casa dell’intimo”) che ha ammesso di aver fatto girare alcune scene ad un sosia per questioni di tempo. Tutta la stampa d’oltremanica sembra interessata al giallo, anche perchè i tatuaggi del campione inglese non compaiono nello spot incriminato.

(D.M.)

Per vendere più mutande

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di Enrico Ariemma

Qualche anno fa il sociologo Amato Lamberti scriveva: “A Napoli si può morire o essere malmenati per motivi futili. Poi, vai allo stadio e la stessa persona, disposta a menare le mani per un semplice diverbio, entra all’improvviso in un clima di festa. Credo che ci sia anche un clima di rispetto: una convenzione involontaria della criminalità organizzata a lasciare in pace la squadra di calcio. Alla partita si incontrano personaggi pluripregiudicati che allo stadio hanno un

comportamento irreprensibile e sono di una gentilezza unica”. Poche formulazioni evidenziano con pari efficacia la dimensione della contraddizione, per cui il tifo “è” e contemporaneamente “non è” specchio del bene e del male che alberga in questa città straordinaria e maledetta. Non c’è tifo senza la coscienza del radicamento nel e sul territorio. In questo senso, ho idea, da parte in causa, che nessuno come il napoletano proietti sulla squadra di calcio un sentimento di identificazione

così pervasivo, tale da investire aspetti dell’esistenza che in altri contesti geografici e sociali restano avulsi da interferenze così massicce. Siamo appassionati sin da bambini, tutti; non potrei vivere, da almeno quarant’anni, senza il Napoli; non potrei vivere senza il riaffiorare di quei tratti infantili, che vanno dal rossore alla paura, alla rabbia, all’allegria, alle lacrime. Sentimenti estremi, insofferenti della moderazione, che trascolorano nella patologia, che rendono entusiasti a

TIFOSI VERI E TIFOSI PRESUNTI

Nessuno più del napoletano proietta sulla squadra di calcio

un sentimento così pervasivo di identificazione.

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prescindere e disfattisti a prescindere, o ancora umorali a prescindere: ecco, sono un po’ io, dal lunedì al sabato con l’atteggiamento un po’ supponente da DottorSottile della tattica, da Corifeo della ripartenza, da Ministro del ‘tra le linee’, per poi, nei ’90 della domenica, sperimentare, attimo dopo attimo, la gioia, il dolore, la rassegnazione, la speranza, l’imprecazione, il mugugno, l’urlo liberatorio, il mutismo macerato, e un franco, schietto, liberatorio

“kitemmuort” (rigorosamente con la –k). Il tifo è questo. Cervello a bocce ferme, cuore a evento in corso. Una sola cosa mi pare poco tollerabile: l’analisi radicalchic degli opinionisti da poltrona, sedicenti tifosi ma al massimo paratifosi a distanza (ideologica). Controcorrentisti in servizio militante effettivo. Quelli, tanto per capirci, che montano un caso di disaffezione cosmica per tre fischi al termine di una prestazione scialba (ma siamo o non siamo gente di pancia?). Quelli che ci ricordano

ad ogni pié sospinto di Lanciano, di Gela, dei palloni e delle magliette. Quelli a cui nemmeno le iconcine sulle scalette degli spogliatoi piacciono –rozzamente oleografiche, certo, quanto i pomodori del piennolo, ma capaci di dire qualcosa su ciò che, volenti o nolenti, siamo - Quelli, soprattutto, a cui nemmeno la coreografia di domenica va bene, perché inseguiremmo la Juve. ‘Ci siamo fatti dettare l’agenda da altri’. Sì, avete capito bene. Dettare l’agenda.

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Ne abbiamo parlato, straparlato, discusso! Dopo Napoli-Juve è stato scritto di tutto e di più: la mancanza del gol, la forma deludente del Matador, il fantasma di Pandev, l’utilizzo fuori ruolo di Lorenzo Insigne, l’errore di Britos, la scarsa costanza di Inler, l’imprecisione di Marek, le

incertezze di Morgan, insomma potrei continuare per un pò. Ma più passano i giorni, più vedo il bicchiere mezzo pieno! Perché? Semplice: a fine primo tempo sarebbe stato del tutto realistico (e per il Napoli devastante) vedere la Juve in vantaggio di due gol, però … De Sanctis salva su Vucinic, il

criticato Inler piazza un’altra delle sue perle, il Matador combatte e Marek sfiora diverse volte la vittoria. La partita, a qualche giorno di distanza, ha una lettura differente, e il punto potrà essere prezioso se da ora in poi “finalmente” eliminiremo il segno x dalle nostre schedine. Serve subito un “filotto” che

di Alberto Feola

Riparliamone, aspettando

domenicaA Verona per vincere

(con un orecchio a Torino)

Difficile impegno col Chievo, bestia

nera del Napoli

Vai Rolando, è il tuo momento!

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riparliamone

mandi uno segno di forza al resto delle compagini; il Napoli ha l’energia giusta per conseguirlo, e Verona domenica è la classica trasferta che ariva a far capire chiaramente il vero stato di salute della squadra. Nelle ultime partite con avversari molto forti, la squadra non ha deluso ma non ha neanche entusiasmato; adesso si troverà di fronte squadre di qualità inferiore rispetto ai bianconeri, ed è il giusto momento per rifarsi. Quello col Chievo è il primo di una serie di match abbastanza semplici sulla carta, ma sarebbe un tremendo errore sottovalutare l’impegno; anzi, la seconda squadra veronese è sempre stata una bestia nera per il Napoli. I signori Pioli e Moscardelli hanno sempre trovato risorse impreviste con

gli azzurri sull ruvido campo veronese. Il Chievo Verona ha una squadra tignosa, con qualche individualità di spessore. Per fortuna la porta non è più difesa da Sorrentino (che ha deciso di seguire il richiamo del portafoglio) bensì dal suo dodicesimo uomo, quel tal Puggioni ignoto ai più e certamente non sicuro tra i pali come il precedente portiere. La difesa, solida e di qualità, è senza dubbio il punto forte del Chievo; Andreolli (cercato anche dal Napoli) , Dainelli e Acerbi compongono un trio sicuro e di spessore; tra l’altro, la difesa del Chievo è molto forte nel far sentire il suo peso anche in fase di attacco, sui calci piazzati (bisogna stare attenti!). Dal centrocampo in su non ci sono particolari eccellenze, tranne che per il numero

77; Thereau, un giocatore che concilia la qualità con tanta quantità. Oserei quasi paragonarlo, in piccolo, al Matador Cavani, in quanto attacca e difende con grande intensità, si sacrifica per la squadra e punge spesso le porte avversarie. Quanto al Napoli, il debutto in campionato di Rolando dovrebbe recare sicurezza in difesa nonostante qualche assenza; a centrocampo non dovrebbero esserci modifiche nei ruoli e nei giocatori; in attacco, si prevede Lorenzo titolare e Pandev in panca. Comunque, questa è una partita da vincere e basta. Allora, aspettando le 15 di Domenica, buon campionato, nella speranza che da Torino e da Genova arrivino notizie di un IMMOBILE ricco di LODI!

C a n c e l l i a m o questo brutto ricordo

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di Mario Improta

numeri azzurri

I NUMERI DI NAPOLI-JUVENTUS

Si conclude con il 27° pareggio (1 in campo neutro) il 77° incontro tra le due compagini. Trattasi anche del dodicesimo pareggio maturato con il risultato di 1-1. Lo score totale (campionato e coppe varie) parla ora di 27 vittorie del Napoli, 27 pareggi (1 in campo neutro), 22 vittorie della Juventus per 104 gol (109 includendo i rigori) del Napoli e 91 gol (95 includendo i rigori) della Juventus.

Con questa gara Cannavaro tocca quota 264 presenze totali (224 in campionato dove supera Pretto); Hamsik 251 totali (aggancia Comaschi) di cui 207 in campionato; Maggio 179 totali (a -2 da Improta) di cui 144 in campionato (come Carmignani e Verrina); De Sanctis 168a presenza totale (aggancia Krieziu) di cui 140 in campionato (supera Bogliacino); Campagnaro 138 presenza totale di cui 113 in campionato (supera Jeppson); Zuniga 135 presenza totale (aggancia Bagni) di cui 103 in campionato (come Formentin e R.Marino); Cavani 128 presenza totale (come Rossetti) di cui 94 in campionato (come La Palma, Mihailic e Todeschini).

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I NUMERI DI CHIEVO NAPOLI

Solo sei i precedenti in terra veneta. Due in serie B e cinque in serie A. Tre i successi del Napoli maturati con il risultato di 1-2 per 2 volte e 0-2 per 1 volta , tre quelli del Chievo maturati con i risultati di 2-1, 2-0 e 1-0. Manca il risultato di pareggio. Il Napoli ha realizzato in totale 7 reti e ne ha subite 7. Un solo precedente a Marzo con vittoria del Napoli.

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Dopo 5 ore di estenuante viaggio da Roma a Napoli (questo il tempo necessario che occorre quando ti muovi con il club), in un bus dismesso dalle Ferrovie dello Stato tra cori sacrileghi - inneggianti la vittoria del Napoli - di gente per bene ma ignara dei più elementari principi di scaramanzia; dopo aver rischiato all’autogrill di Cassino una sonora mazziata dai tifosi juventini, anche loro fermi li per il carico e scarico…siamo arrivati all’esterno del San Paolo. L’atmosfera era di quelle sbagliate. Tre ore prima del fischio d’inizio le curve già cantavano, il traffico era in tilt più del solito e nonostante ciò vedevi intorno visi radiosi, venditori ambulanti che facevano affari d’oro e gente sorridente in fila ai tornelli. Insomma, c’erano tutte le premesse per non vincere. Troppa, troppa euforia, come mi faceva notare Miagolina, la mia vocina amica, ad ogni millesimo di secondo. Raggiungo le gradinate alle 17:40, non prima di aver lasciato all’addetto ai controlli di sicurezza i miei 5 borghetti portafortuna (maledetto, non ha voluto sentire

ragioni, nonostante gli avessi spiegato l’importanza di quegli innocui contenitori di plastica, a fronte dei sediolini o di una scarpa con tacco appuntito). La curva è già gremita all’inverosimile, non faccio altro che guardarmi intorno per cercare di capire quali persone, tra quelle che mi circondano, potrebbero essere portatrici di jella e, di conseguenza, esorcizzarle. A pochi metri da me c’è il punto

di primo soccorso e, questo mi fa sentire un pò rassicurato, nonostante le mani ghiacciate dovute alla tensione. Al 20’ del secondo tempo ho l’impulso spegnere la tv e a rinchiudermi in bagno, come mio solito, per potermi giocare l’ultima carta vincente, vista anche la difficoltà di Mazzarri nel trovare contromisure adeguate in campo. PANICO! Sono allo stadio, non a casa. E non solo, è praticamente impossibile arrivare all’uscita per raggiungere i bagni. E’ per questo che vorrei chiudere con un appello al sindaco De Magistris. Signor sindaco, va bene il lungomare liberato, va bene la periferia abbandonata, passino pure le numerose buche stradali che affliggono Napoli ma, le chiedo, dalla tribuna d’onore non ha visto che ingorgo c’era in curva ? Cosa le costava inviare un vigile urbano a dirigere il traffico umano che l’affollava? Credo nulla. Allora io sarei potuto andare in bagno e il Napoli avrebbe vinto la partita…i conti non le tornano ? Senta, mi creda, in questi casi non c’è niente di meglio della fantascienza.

Dal bagno di casa Onorato (piccolo manuale a puntate su calcio e scaramanzia)

L’importanza di un vigile in curvadi Giovanni Onorato

manuale a puntate sul

calcio

Guardarsi continuamente intorno per scoprire chi porta jella può essere snervante

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di Bruno Marchionibus

C’è una linea immaginaria che divide, calcisticamente parlando, la popolazione di Napoli e dintorni. Da una parte c’è la maggioranza, quella che ha nel cuore l’azzurro del Napoli, dall’altra chi invece tifa per qualche altra squadra. Ognuno di noi, d’altra parte, ha sicuramente tra le sue conoscenze qualcuno con una fede calcistica diversa, con cui scontrarsi scherzosamente prima di ogni giornata di campionato.Anche all’università, microcosmo rappresentativo della società, questa divisione è ben presente, cosicché all’alta percentuale di tifosi azzurri si affianca un ragguardevole numero di sostenitori delle “grandi” del Nord, ma anche di Roma e Lazio, memori del

dominio calcistico della Capitale di inizio millennio.Capita spesso, dunque, che il calcio diventi l’argomento principale delle chiacchierate nelle pause tra una lezione e l’altra, in cui ognuno, come nella miglior tradizione delle discussioni sportive, è pronto a giustificare le sconfitte della propria squadra e ad esaltarne le vittorie in maniera assolutamente parziale. E per noi tifosi del Napoli la vita non è sempre facile. Se, infatti, dopo le nostre vittorie, soprattutto quelle negli scontri diretti per le prime posizioni, possiamo camminare a testa alta per i corridoi della facoltà alla ricerca di qualche avversario da prendere bonariamente in giro, magari sfoggiando una sciarpa bianco-azzurra al collo, quando

invece le cose non vanno bene ci tocca sopportare gli sfottò di questi “rivali sportivi” , che spesso ci rinfacciano il loro palmarès più ricco. Ma a ben pensarci guai se non fosse così, perché in fondo le ironie e le battute di scherno tra tifosi sono un elemento essenziale del calcio. Probabilmente, ogni tifoso del Napoli ha bisogno di un amico juventino, milanista o interista con cui prendersi in giro“ogni maledetta domenica” così come loro hanno bisogno di noi, un po’ come Will Coyote e Bee Beep necessitano l’uno dell’altro, perché senza il rivale non avrebbero motivo di esistere. Che senso avrebbero, in fondo, le rivalità con Juve, Milan ed Inter se non conoscessimo nessuno da poter “tormentare” in caso di una nostra vittoria ?

BEE BEEP, L’INDISPENSABILE AVVERSARIOIronie e batturte di scherno tra tifosi sono elemento essenziale del calcio

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di Donatella Sapone

battiti azzurri

“Battiti Azzurri”

Certo, siamo tutti azzurri nel cuore. Al “Forza Napoli” rispondiamo “Sempre!” senza doverci neanche pensare su… il momento della partita è sacro per tutti, e se il Napoli vince andiamo in giro per giorni con quel sorriso stampato in volto di chi ha vinto al Superenalotto, mentre se perde ce ‘ntussecamm’ ‘o rraù… ma non siamo mica tutti uguali. Ognuno di noi rappresenta una

differente tipologia di tifoso. C’è quello pessimista, che pure se battiamo 3 a 0 la Juve continua a vedere il futuro tutto nero, perché tanto non vinceremo mai niente. C’è l’inguaribile ottimista che non smette mai di crederci, che odia i fischi allo stadio, che crede che perfino Donadel abbia ancora doti (ormai nascoste) di calciatore. C’è il tifoso composto, che cerca di essere obiettivo, che

riconosce la legittimità di un rigore assegnato agli avversari… e di contro c’è quello accecato dall’amore che urla “Nun esiste, nun era rigore”, anche se uno degli azzurri ha tranciato di netto una gamba all’avversario con un tackle in area. C’è l’invasato da stadio che come un Hulk dalla pelle azzurra si trasforma appena sale le scale del Tempio e, preso da improvvisa quanto violentissima crisi tourettiana,

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Il tifoso accecato dall’amore urla “nunn’era rigore” anche se l’azzurro ha tranciato una gamba all’avversario

vomita i peggiori improperi alla volta di arbitri e avversari, salvo poi ritrasformarsi in cittadino apparentemente normale una volta finita la partita. C’è il tifoso scaramantico, che fatica a stare dietro a tutti i riti minuziosamente costruiti nel tempo, grazie ai quali è convinto (restando tale anche dopo le sconfitte) che il Napoli riesca a vincere. C’è il tifoso polemico, a cui non va mai

bene niente, capace al cospetto di una prestazione maiuscola dei Nostri di trovare il pelo nell’uovo (“Eh ma potevamo fare il terzo gol prima della fine del primo tempo”), o di lamentarsi in ordine sparso del mercato di gennaio, della panchina, dell’allenatore, dell’arbitro, del tempo, del costo della vita, pur di non riconoscere che forse motivo di lamentarsi in quel momento non c’è. C’è il

tifoso cuorcontento, quello che pure se stiamo perdendo 3 a 0 è capace di dire che siamo ancora in tempo a ribaltare il risultato anche se mancano 10 minuti alla fine. E c’è quello che, vinca o perda, ‘o Napule è semp’ ‘o Napule. Cioè, tutti noi.

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va’ dove ti porta il ciuccio

Verona, oltre a essere apprezzata come sede del Vinitaly, il Salone Internazionale del vino e dei distillati che si tiene con cadenza annuale dal 1967, è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO per la sua struttura urbana e per la sua architettura. Considerata la seconda città dopo Roma per la presenza di resti romani ben conservati, la città presenta inoltre vestigia medievali, testimonianze veneziane e impronte austriache che si alternano in antichi palazzi, piazze, ponti e in meravigliose chiese.

Una visita ideale inizia dalla centrale Piazza Bra, dominata dalla mole dell’Arena, anfiteatro romano del I sec. d.C.. Proseguendo lungo Via

Mazzini, dove si svolge la rituale passeggiata dei veronesi, troverete alla suo termine uno dei simboli dell’architettura cittadina, la Casa di Giulietta, dove avrebbe abitato la protagonista dell’opera di Shakespeare. Poco distante, vicino all’antico foro romano, si apre Piazza delle Erbe, oggi sede del mercato cittadino, circondata da palazzi e torri di varie epoche e segnata dalla presenza della fontana di Madonna Verona. Passando sotto l’arco della Costa si entra in Piazza dei Signori, con la statua del sommo poeta Dante e le Arche Scaligere. Per concludere, in serata, passeggiando lungo Corso Santa Anastasia si può raggiungere il fiume Adige e da

di Rosario D’Orso

PASSEGGIATE ScALIGEREEnoteca Storica, 800 m2 di cantina sotto il livello dell’Adige

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qui ammirare il panorama notturno.Il Veneto è una delle prime regioni per la produzione di vini con ben 24 zone doc ed uno dei luoghi che meglio rappresentano questa qualità e dove si possono organizzare aperitivi, cene e degustazioni, è L’Enoteca Storica dell’Istituto Enologico Italiano. Situata nel centro storico di Verona, in Via Sottoriva, ha sede in un palazzo del 1600 e offre un percorso di 800m² di cantina sotto il livello del fiume Adige. Al termine dell’aperitivo con degustazione, se non vi siete accomodati anche per la cena e avete voglia di cambiare, sempre in Via Sottoriva si trova l’Osteria Verona Antica dove, grazie ad una buona cucina ed all’ospitalità dell’Oste Davide,

potrete assaggiare qualcuno degli svariati piatti tipici della cucina veronese come i “bigoli con l’anatra” e la “pastisada de caval”.

Lo stadio Bentegodi è raggiungibile dalla Stazione di Porta Nuova di Verona a piedi in circa 15 minuti, oppure in autobus con le linee 11, 12 e 13 che passano anche davanti all’Arena. Se si arriva in auto dalla A4 bisogna uscire a Verona Sud, mentre dalla A22 a Verona Nord, e seguire poi le indicazioni per lo stadio.

va’ dove ti porta il ciuccio

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TEMPO DI PRIMAVERA

Era nell’aria. Anche se in fondo speravo in una vittoria, tutto spingeva la gara su un altro binario. Dalle tossine della prestazione precedente, fino alla difficoltà della gara stessa, culminata poi con una preoccupante mancanza di serenità psicologica da parte della squadra.

Già nello scorso numero avevo detto che una sconfitta a Catania ci poteva stare, ma, di nuovo, non così. Per dirla alla siciliana, “manco a sta manera, però!” Sebbene il Napoli sia stato ancora una volta penalizzato dal terreno di gioco in pessime condizioni a causa della pioggia, in una partita come questa sono mancati gli ingredienti necessari: carattere, concentrazione, cattiveria agonistica. Che hanno purtroppo lasciato il posto

al nervosismo.Ed è stata proprio quest’ultima caratteristica a destabilizzare il Napoli, in una gara che era iniziata bene. Insigne aveva trasformato un rigore ed il Napoli, al quarto d’ora, era in vantaggio. Ma ci ha pensato lo stesso Insigne a “capovolgere” la partita, indugiando in un’esultanza provocatoria che ha ulteriormente acuito la tensione in campo.

Non tramortito, anzi forse stuzzicato da questo comportamento, il Catania rinasce e ribalta subito la situazione. Al 21’, i siciliani sono gia al comando per 2-1 ed il Napoli crolla. Come testimonia l’espulsione ingenua di Novothny nel finale, quando la gara è già sul 3-1 e virtualmente

di Rodrigo Mazzeo

tempo di primavera

Cronaca di una sconfitta annunciata

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chiusa. Questa è dunque la cronaca di una sconfitta annunciata. Ma peggiore della sconfitta e del modo in cui è stata maturata è il risultato della classifica, che, come avevo anticipato nel precedente numero, fa scivolare il Napoli dal primo al quarto posto.Nulla è perduto, sia chiaro. Siamo ancora in zona playoff, ma occorrerebbe almeno il secondo posto per saltare questa fase ed andare direttamente alla final 8. E’ necessaria però una pronta risposta, subito. Non solo in quanto a risultati, ma anche a carattere, organizazione, gioco. A quello che questo Napoli aveva fino a qualche mese fa (ed ha ancora, spero), e che ha aiutato ad eliminare

lo stesso Catania in Coppa Italia.

Contro il Vicenza si gioca, quindi, per tornare a vincere e per dare un segnale a questo campionato: non siamo morti e lotteremo! Altrimenti, vorrà dire che la testa è ancora troppo proiettata al futuro (finale di Coppa) e che la sconteremo fino alla fine di marzo

tempo di primavera

Sono mancati gli ingredienti giusti: carattere,

concentrazione, cattiveria agonistica

Altro amore, altro giro

Se Pablo Daniel Osvaldo è diventato un caso anche nella Roma dopo aver cambiato sei squadre, una ragione ci sarà. “Penso sempre che la felicità sia altrove”, ha più volte dichiarato il giocatore che risulta difficile da gestire per le troppe intemperanze, per le tante espulsioni inutili anche a gara acquisita, in ultimo per il ‘sequestro’ del pallone a Totti in occasione del rigore. Sarà che la testa è altrove e il gossipparo mondo del calcio ha sentito l’ex fidanzata, dalla quale ha avuto due figli, e l’ex moglie, madre di Gianluca, coalizzate contro di lui che, pare, stia vivendo una nuova storia d’amore dimenticando i figli. Quale sarà la sua settima squadra?

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Carissimi Ultràmici, bentornati! Oggi conosceremo più da vicino un giovane amico: Antonio Dalia. Un ragazzo della “vecchia guardia” che stimiamo per la sua pacatezza e competenza.

Allora, Antonio anche per te la prima domanda è quella di rito. Come sei diventato ultràmico?

Un mio amico, conoscendo la mia passione/ossessione per il Napoli, mi disse:”ti faccio un regalo,ti aggiungo in un grand’ (alla napoletana, non di quantità!) gruppo”. Non ricordo precisamente quando, ricordo

che eravamo circa 150 all’epoca (due anni fa più o meno).

Che opinione ti sei fatto dell’ operato della società in questi anni?

Ringrazio tutti i giorni la dirigenza non tanto per la costante ascesa (dalla serie C alla Champions’ League), ma soprattutto per averci fatto credere in un “progetto”. Tuttavia, come si dice dalle mie parti, a questa società “manc’ semp’ nu centesimo pe’ fà nu sord”! Basterebbe veramente

così poco...

La settimana scorsa si è finalmente giocata la partita delle partite Napoli- Juventus. Qual è la tua analisi di questo incontro?

Sinceramente sul campo ho visto due squadre di pari livello, che hanno dovuto sudare per fare goal. Il pareggio mi sembra giusto, ma se solo Dzemaili...(continuo a non dormire di notte a causa sua!) Se la Juventus dovesse vincere lo scudetto, lo farebbe solo grazie ad episodi, perché credo che non sia superiore a noi. Forse

di Serena Starita

SERENAmente

serenamente

Intervista a: Antonio Dalia

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come organico ha qualcosa in più, ma in campo si gioca in undici!

Qual è il tuo calciatore preferito di sempre?

Sono un amante del calcio, quindi di ogni campione apprezzo una qualità, ma se proprio dovessi scegliere ti direi Roberto Baggio: ha dato tanto al calcio italiano ed è stato

anche un grande professionista (peccato per quella parentesi juventina!).

La tua fede azzurra ha mai vacillato?

MAI! Frequento lo stadio “costantemente” da dieci anni e nei pressi del mio sediolino c’è sempre una bandiera su cui è inciso a caratteri cubitali: AL DI LÀ DEL RISULTATO! Il mio amore

per il Napoli è incondizionato!“Sarò sempre al tuo fianco, io di te non mi stanco, sei la cosa più bella che c’è.”

Allora Antonio per concludere, inviaci una tua foto da tifoso.La mia preferita: Roma 20 maggio 2012… ehhh!

serenamente

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LO ZOOM SULLA LEGA PROQuesta settimana i miei occhi sono puntati sulla terza serie del campionato Italiano, su quei campi dove spesso nascono e si fanno notare i gioielli del nostro calcio.Per chi non lo sapesse, la Prima Divisione (ex serie C1) è formata da due gironi, che non sono divisi come una volta in aree geografiche (nord e sud). I due gironi, A e B, sono formati rispettivamente da 17 e 16 squadre. Dopo ventidue giornate, le pretendenti a salire in B sono Trapani e Lecce nel girone A e Latina e Avellino nel girone B.Statisticamente parlando, in entrambi i gironi il fattore campo il più delle volte la fa da padrone. Infatti, il segno 1 si fa preferire agli altri (46%), intorno al 32% dei casi si verifica il segno X e solo il 22% delle volte vince la squadra in trasferta. La media-gol a partita è di 2.4, e in quasi la metà delle gare si segnano almeno tre gol (45%), mentre solo in una partita su quattro se ne segnano più di tre.Per il pronostico settimanale, ho scelto tre vittorie casalinghe (Avellino, Latina e Trapani, che dovrebbero battere rispettivamente Viareggio, Andria e Portogruaro). Queste gare saranno le fisse del sistema, affiancate da quattro partite “a girare”: la vittoria esterna del Perugia sul campo della Carrarese, il segno Gol nella gara tra Virtus Entella e il Feralpisalò, e due pareggi, nelle gare Como - Sudtirol e Catanzaro – Pisa. Prese le tre fisse, bisogna indovinare almeno due delle quattro gare “a girare”. Il sistema sviluppa 11 bolle, di cui 6 cinquine (dal costo di 0 .50 centesimi a colonna), quattro sestine (dal costo di 0.50 centesimi a colonna) e una settupla (dal costo di 1.00 euro). Il costo complessivo ammonta a 6.00 euro con una vincita minima di 8.00 euro e una vincita massima di 358.00 euro.

Riassumendo:Avellino – Viareggio segno 1 (Fissa) Quota 1.60

Latina – Andria segno 1 (Fissa) Quota 1.52

Trapani – Portogruaro segno 1 (Fissa) Quota 1.62

Carrarese – Perugia segno 2 (Variante) Quota 2.20

Virtus Entella – Feralpisalo segno Gol (Variante) Quota 1.80

Como – Sudtirol segno X (Variante) Quota 2.95

Catanzaro – Pisa segno X (Variante) Quota 2.95

di Danilo Marino

L’ANGOLO DELLE SCOMMESSE

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