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Mentre tutti i partiti della coalizione di centrosinistra registra- vano una preoccupante flessione rispetto alle Regionali del 2005 (Pd -9 per cento, Prc -7,5 per cento), Italia dei Valori si è distinta per un vi- stoso balzo in avanti che la porta ad essere la seconda forza della coalizio- ne: 8,35 la percentuale ottenuta (6,7 in provincia di Terni, 8,9 in provincia di Perugia). “Mai come in questa con- sultazione - ha commentato il garante Leoluca Orlando - abbiamo incre- mentato la nostra percentuale di voti”. Purtroppo una legge elettorale assur- da e antidemocratica ha fatto sì che forze come Rifondazione e Pdci con appena il 6,8 per cento dei consensi abbiano ottenuto 3 consiglieri regio- nali, mentre l’Idv pur avendo più voti (ben l’1,5 per cento in più) si è dovuta accontentare di un consigliere eletto nel proporzionale (Oliviero Dottori- ni) e uno sul listino (Paolo Brutti). Gli assetti successivi hanno visto Idv pesantemente penalizzata dai giochi di Palazzo. Tuttavia Carla Casciarri è stata nominata vice presidente della Regione e assessore alle Politiche sociali e scolastiche. Dottorini ricopre il ruolo di capogruppo Idv in Consiglio regionale ed è stato eletto presidente della commis- sione Bilancio e Affari istituzionali, mentre per Brutti si profila la presidenza della commissione speciale per le Riforme statu- tarie, che tra l’altro sarà chiamata a rivedere proprio la legge elettorale “truffa” che tanto ha penalizzato la democrazia nella nostra regione. Certo, fa riflettere il fatto che forze con la metà dei consensi di Idv, come i Socialisti, abbiano ottenuto lo stesso nostro trat- tamento negli assetti di governo e di Consiglio. Ma non è su questo piano che si misurerà la nostra capacità di incidere sulle dinamiche sociali, economiche e ambientali di una regione che ci chiede la libertà e il coraggio del cambiamento. Oliviero Dottorini informa ews Migliore Umbria Numero 1 Donne, uomini, aria, acqua, terra, fuoco nel cuore verde d'Italia n 11 Malattia mentale 12 Energia 13 Zootecnia sostenibile 15 E78 e Piastra logistica Idee di governo 5 Porcellum umbro 4 Riforme Ater e Corecom 6 Tutte le proposte Idv 8-9 10 Acqua pubblica Questo giornale Non è né un bollettino di partito né un organo ufficiale. Que- sto giornale è soltanto uno strumento di collegamento tra un consigliere regionale e le tante persone che accompagnano e sorreggono la sua azione all’interno (e fuori) dalle istituzioni. Un modo per rendere conto del proprio lavoro, per stabilire un dialogo e mantenere un confronto con chi crede in un’Um- bria migliore: più libera, più aperta, più moderna. Già nei cinque anni della legislatura passata questo è avvenu- to con una buona regolarità. E’ possibile che non riusciremo a tenere quei ritmi, ma vorremmo mantenere la parola data in campagna elettorale: noi non scappiamo e siamo pronti a rendere conto delle nostre azioni, magari fornendo un’altra versione dei fatti rispetto a quella che ci viene messa a dispo- sizione dagli organi dell’informazione ufficiale. Idv forte tra la gente, snobbata nel Palazzo Speciale elezioni 2010 I numeri di un successo 2-3 Referendum: obiettivi raggiunti 16 La cronaca quotidiana e i movimenti profondi della nostra società ci regalano buoni argomenti per tenere saldo il nostro impegno per un mondo più giusto, più sostenibile, più umano. Giorgio Bocca, decano dei giornalisti italiani e coscienza critica del nostro paese, ha avuto recentemente parole dure su quanto sta avvenendo in Italia: “Questo tardo capitalismo senza regole, né etiche né religiose – ha detto pochi giorni prima del suo novantesimo compleanno - è desti- nato ad andare verso una sua apocalisse. Divora tutto ciò che c’è: le fonti d’energia, il territorio, l’ambiente, senza curarsi del domani. Consuma il presente senza avere più un’idea di futuro. Quanto potrà durare tutto ciò?” Sono parole venate di un pessimismo che ci appare totale e che non ci lascia scampo. Un grido disperato che ci induce a riflettere e a far- ci carico, in quota parte, della responsabilità del fare, come se ognu- no di noi risultasse alla fine indispensabile per immaginare un esito diverso per l’avventura umana e per cambiare di segno a una realtà complessa e spietata, che pare aver smarrito confini etici e ideali. Forse anche il nostro straordinario risultato elettorale, nel suo picco- lo, deve essere letto in questa prospettiva, denso com’è di aspettati- ve e di speranze. E il nostro impegno quotidiano può essere colloca- to solo in un questa prospettiva, tenendo conto di schemi che stanno saltando e di consapevolezze appena agli albori. Sale dall’opinione pubblica un grido che non arriva dove dovreb- be arrivare. Non arriva alle forze sociali ed economiche, non arriva alla chiesa, al mondo della cultura. Non arriva neppure ai partiti, chiusi in un’autoreferenzialità disperata. Quel grido ci chiede di guardare al futuro con più generosità una capaci- tà, un’apertura a prescindere dalle appartenenze. Io credo che se i partiti non si mettono al servi- zio della società, si trasformano in piccole oli- garchie a disposizione di interessi molto partico- lari. Se non sono in grado di disegnare un’utopia sociale ed umana, divengono inevitabilmente il luogo dove si risolvono solo le ambizioni per- sonali: un aggregato di opportunità e opportu- nismi. Per questo immagino un’Italia dei Valori ra- dicata e forte, ma dai confini labili. In grado di farsi strumento di partecipazione e di correre il rischio della contaminazione con chi porta viva l’inquietudine e salde le ragioni del cambiamen- to. Guardando al futuro con più generosità. Uni- co modo per allargare l’orizzonte delle nostre possibilità e sentirci all’altezza di una sfida dagli esiti imprevedibili. Quel grido che sale Oliviero Dottorini

Umbria Migliore News n°1

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Umbria Migliore News n°1

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Page 1: Umbria Migliore News n°1

Mentre tutti i partiti della coalizione di centrosinistra registra-vano una preoccupante flessione rispetto alle Regionali del 2005

(Pd -9 per cento, Prc -7,5 per cento), Italia dei Valori si è distinta per un vi-stoso balzo in avanti che la porta ad essere la seconda forza della coalizio-ne: 8,35 la percentuale ottenuta (6,7 in provincia di Terni, 8,9 in provincia di Perugia). “Mai come in questa con-sultazione - ha commentato il garante Leoluca Orlando - abbiamo incre-mentato la nostra percentuale di voti”.Purtroppo una legge elettorale assur-da e antidemocratica ha fatto sì che forze come Rifondazione e Pdci con appena il 6,8 per cento dei consensi abbiano ottenuto 3 consiglieri regio-nali, mentre l’Idv pur avendo più voti (ben l’1,5 per cento in più) si è dovuta accontentare di un consigliere eletto nel proporzionale (Oliviero Dottori-

ni) e uno sul listino (Paolo Brutti). Gli assetti successivi hanno visto Idv pesantemente penalizzata dai giochi di Palazzo. Tuttavia Carla Casciarri è stata nominata vice presidente della Regione e assessore alle Politiche sociali e scolastiche. Dottorini ricopre il ruolo di capogruppo Idv in Consiglio regionale ed è stato eletto presidente della commis-sione Bilancio e Affari istituzionali, mentre per Brutti si profila la presidenza della commissione speciale per le Riforme statu-tarie, che tra l’altro sarà chiamata a rivedere proprio la legge elettorale “truffa” che tanto ha penalizzato la democrazia nella nostra regione.Certo, fa riflettere il fatto che forze con la metà dei consensi di Idv, come i Socialisti, abbiano ottenuto lo stesso nostro trat-tamento negli assetti di governo e di Consiglio. Ma non è su questo piano che si misurerà la nostra capacità di incidere sulle dinamiche sociali, economiche e ambientali di una regione che ci chiede la libertà e il coraggio del cambiamento.

O l i v i e r o D o t t o r i n i i n f o r m a

ewsMiglioreUmbriaNumero 1Donne, uomini, aria, acqua, terra, fuoco nel cuore verde d'Italia

n

11 Malattia mentale

12 Energia

13 Zootecnia sostenibile

15 E78 e Piastra logisticaIdee di governo 5

Porcellum umbro 4

Riforme Ater e Corecom 6

Tutte le proposte Idv 8-9

10 Acqua pubblica

Questo giornaleNon è né un bollettino di partito né un organo ufficiale. Que-sto giornale è soltanto uno strumento di collegamento tra un consigliere regionale e le tante persone che accompagnano e sorreggono la sua azione all’interno (e fuori) dalle istituzioni. Un modo per rendere conto del proprio lavoro, per stabilire un dialogo e mantenere un confronto con chi crede in un’Um-bria migliore: più libera, più aperta, più moderna.Già nei cinque anni della legislatura passata questo è avvenu-to con una buona regolarità. E’ possibile che non riusciremo a tenere quei ritmi, ma vorremmo mantenere la parola data in campagna elettorale: noi non scappiamo e siamo pronti a rendere conto delle nostre azioni, magari fornendo un’altra versione dei fatti rispetto a quella che ci viene messa a dispo-sizione dagli organi dell’informazione ufficiale.

Idv forte tra la gente,snobbata nel Palazzo

Specialeelezioni 2010I numeridi un successo

2-3

Referendum:obiettiviraggiunti

16

La cronaca quotidiana e i movimenti profondi della nostra società ci regalano buoni argomenti per tenere saldo il nostro impegno per un mondo più giusto, più sostenibile, più umano. Giorgio Bocca, decano dei giornalisti italiani e coscienza critica del nostro paese, ha avuto recentemente parole dure su quanto sta avvenendo in Italia: “Questo tardo capitalismo senza regole, né etiche né religiose – ha detto pochi giorni prima del suo novantesimo compleanno - è desti-nato ad andare verso una sua apocalisse. Divora tutto ciò che c’è: le fonti d’energia, il territorio, l’ambiente, senza curarsi del domani. Consuma il presente senza avere più un’idea di futuro. Quanto potrà durare tutto ciò?” Sono parole venate di un pessimismo che ci appare totale e che non ci lascia scampo. Un grido disperato che ci induce a riflettere e a far-ci carico, in quota parte, della responsabilità del fare, come se ognu-no di noi risultasse alla fine indispensabile per immaginare un esito diverso per l’avventura umana e per cambiare di segno a una realtà complessa e spietata, che pare aver smarrito confini etici e ideali.Forse anche il nostro straordinario risultato elettorale, nel suo picco-lo, deve essere letto in questa prospettiva, denso com’è di aspettati-ve e di speranze. E il nostro impegno quotidiano può essere colloca-to solo in un questa prospettiva, tenendo conto di schemi che stanno saltando e di consapevolezze appena agli albori.Sale dall’opinione pubblica un grido che non arriva dove dovreb-be arrivare. Non arriva alle forze sociali ed economiche, non arriva alla chiesa, al mondo della cultura. Non arriva neppure ai partiti, chiusi in un’autoreferenzialità disperata. Quel grido ci chiede di guardare al futuro con più generosità una capaci-tà, un’apertura a prescindere dalle appartenenze.Io credo che se i partiti non si mettono al servi-zio della società, si trasformano in piccole oli-garchie a disposizione di interessi molto partico-lari. Se non sono in grado di disegnare un’utopia sociale ed umana, divengono inevitabilmente il luogo dove si risolvono solo le ambizioni per-sonali: un aggregato di opportunità e opportu-nismi.Per questo immagino un’Italia dei Valori ra-dicata e forte, ma dai confini labili. In grado di farsi strumento di partecipazione e di correre il rischio della contaminazione con chi porta viva l’inquietudine e salde le ragioni del cambiamen-to. Guardando al futuro con più generosità. Uni-co modo per allargare l’orizzonte delle nostre possibilità e sentirci all’altezza di una sfida dagli esiti imprevedibili.

Quel grido che saleOliviero Dottorini

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1 Scuola “San Filippo” 35 17,09

2 Istituto I.P.S.I.A. 65 28,85

3 Scuola Via Cadibona 37 13,38

4 Istituto I.P.S.I.A. 39 17,61

5 Scuola Via Cadibona 51 14,34

6 Scuola Via Cadibona 54 19,00

7 Istituto I.P.S.I.A. 36 14,33

8 Liceo Classico 43 14,57

9 Scuola “S. Pio X” 50 16,45

10 Scuola “S. Pio X” 69 16,70

11 Scuola “La Tina” 56 17,78

12 Scuola “Rignaldello” 35 15,04

13 Scuola Lerchi 41 15,51

14 Scuola “S. Pio X” 40 14,95

15 Scuola Lerchi 35 10,68

16 Scuola Cerbara 34 13,55

17 Scuola Cerbara 41 13,00

18 Ex Scuola Piosina 43 16,54

19 Scuola “Riosecco” 127 22,51

20 Scuola Userna 44 17,96

21 Scuola Userna 25 10,54

22 Scuola “La Tina” 81 20,77

23 Scuola Via Cadibona 39 15,99

24 Scuola Cerbara 43 19,01

25 Scuola “D. Alighieri” 26 12.23

26 Scuola “La Tina” 33 13,50

27 Scuola “Pascoli” 21 16,38

28 Scuola “La Tina” 51 15,27

29 Scuola “Pascoli” 31 15,52

30 Scuola San Secondo 39 12,23

31 Scuola San Secondo 54 14,54

32 Scuola Promano 6 7,41

33 Scuola Promano 25 10,43

34 Scuola “D. Alighieri” 61 19,17

35 Scuola Promano 16 7,63

36 Scuola Trestina 9 4,97

37 Scuola Via Cadibona 34 16,29

38 Scuola “Pascoli” 54 17,16

39 Scuola Badia Petroia 3 4,96

40 Scuola Morra 2 1,75

41 Scuola “D. Alighieri” 54 18,17

42 Scuola Volterrano 3 3,74

43 Scuola Petrelle 7 10,18

44 Ex Scuola Lugnano 10 5,62

45 Scuola “Rignaldello” 38 16,91

46 Scuola San Leo Bastia 11 7,71

47 Ospedale civile 1 2,17

48 Scuola “Riosecco” 136 28,74

49 Scuola “Pascoli” 47 14,09

50 Scuola Trestina 4 4,67

51 Scuola “Rignaldello” 44 18,34

52 Scuola Trestina 5 6,10

53 Scuola Trestina 3 2,96

TOTALE 1.996 14,43

Comitato civicoUn comitato civico formato da giova-ni che non si arrendono e anziani con il gusto della sfida. Un mix perfetto che è riuscito a mettere insieme militanti Idv e mondo dell’associazionismo, l’impren-ditoria lungimirante e lavoratori. Am-bientalisti, amici dei comitati civici, in-stancabili costruttori di futuro. Artigiani coraggiosi, agricoltori innovativi, liberi professionisti.La campagna elettorale di Dottorini ha attraversato piazze ed è entrata nelle case. Cene equosolidali, bici-prop e tanti volontari: dall’attacchinaggio dei mani-festi ai volantinaggi, dai banchetti alla distribuzione dei kit di sopravvivenza democratica: alla fine un risultato sor-prendente.Il kit di sopravvivenzaUn vero e proprio “kit di sopravvivenza democratica” quello che Oliviero Dotto-rini ha distribuito nelle piazze dell’Um-bria per la campagna elettorale. Il kit conteneva alcuni oggetti che simboleg-giano i valori e i principi che dovrebbero ispirare l’impegno in politica: una copia della costituzione, “perché c’è chi vuo-le stravolgere le regole della convivenza democratica solo per tutelare i propri in-teressi”; una matita, “perché non si esau-risca mai la capacità di pensare e di espri-

mere le proprie opinioni”; una bustina di semi, “perché ognuno coltivi la capacità di scommettere sul futuro”; caramelle equosolidali, “perché nel difendere i pro-pri diritti non ci si dimentichi mai quelli degli altri”.Festa per OlivieroOltre 600 persone alla serata “per un’Um-bria migliore” organizzata per celebrare lo straordinario risultato ottenuto. La festa si è tenuta a Città di Castello dove l’Idv ha ottenuto il 14.5 per cento dei consensi e in particolare nella popolosa frazione di Riosecco dove le percentuali hanno raggiunto il 29 per cento, portando il partito di Di Pietro a essere il più vota-to, superando Pd e Pdl.

Dottorinisi rassegnidi Andrea Chioini*Oliviero Dottorini deve rassegnarsi ad una pro-lungata navigazione solitaria nel “mare” della politica istituzionale. 4357 persone in Umbria se ne sono accorte e gli hanno accordato il proprio voto perché vogliono qualcosa “di evolutivo” dalla sua azione a Palazzo Cesaroni (ma anche fuori).Ora che il risultato è stato raggiunto (con un riscontro definito “l’unica novità di questa tor-nata elettorale” da Roberto Segatori, docente di sociologia all’università di Perugia) c’è da fare un tentativo per costruire la mappa delle iden-tità e delle azioni indispensabili a un’Umbria capace di futuro. Può risultare utile, in questo, ripercorrere il ragionamento della campagna elettorale e definire i campi per un’azione politi-ca e istituzionale nella quale coinvolgere (nelle forme adatte) il maggior numero di persone pos-sibile. Che sono ben più delle 4357 che hanno scritto il nome di Dottorini sulla scheda.Perché non cominciare dal linguaggio? Non certo quello della retorica o dell’eloquenza quanto, invece, quello della trasparenza, ovvero della chiarezza con cui parlare di risorse pubbli-che (persone, strutture, denaro), della loro de-stinazione, dei motivi che portano a sceglierla, dei nomi e cognomi di coloro che ne trarranno (legittimo) vantaggio. E che dire dell’applicazione del principio di tra-sparenza per contrastare l’evasione fiscale così funzionale alle infiltrazioni della criminalità organizzata (grazie anche al segreto bancario – aiuto! Guai a chi osa pensare di violarne il tabù...). La trasparenza presuppone schiettezza e assunzione di responsabilità, gli unici elementi in grado di far risalire la credibilità delle citta-dinanze nelle istituzioni.E a proposito di trasparenza. Dottorini, lo ha scritto anche nel suo programma: stop finanzia-menti a pioggia, concorsi pubblici e curricula per le aziende Usl, stop a chiamate dirette, solo sponsor etici... Bene! Cominciamo a mettere tut-to on-line in attesa di raggiungere il livello ne-cessario nel principio di trasparenza. Questo potrebbe essere uno degli itinerari da percorrere, con la possibilità di incontrare nuovi gruppi, comitati, singole persone che si voglio-no “difendere” (attivamente) dai devastatori dell’ambiente, dai decisori che ascoltano solo i loro amici, da chi vende paure. Un viaggio che riesca a dare ossigeno a coloro che stanno di-fendendo i beni comuni: scuola, acqua, territo-rio, cibo. Un viaggio durante il quale confron-tarsi con altre forme di pensiero a cominciare da quello della cosiddetta “decrescita”, perfet-tamente inserita nell’intuizione di Alex Langer per una vita ispirata ai principi del “lentius, profundius, soavius”... Unica via d’uscita dalla trappola planetaria nella quale ci ha cacciato l’economia dell’espansione infinita. E le porte di sicurezza si trovano solo nella di-mensione locale: si aprono a partire dalle prati-che concrete di tutti i giorni.*Giornalista, primo firmatario “dell’Appello per Dottorini” nella campagna per le Regionali 2010

L’Altotevere ha risposto in massa. Note-voli i risultati di San Giustino, Umbertide, Citerna e Monte Santa Maria Tiberina. Fuori da ogni aspettativa l’exploit di Cit-

tà di Castello. I risultati divisi per seggio (vedi ta-bella a fianco) evidenziano un radicamento forte nel capoluogo e in tutte le frazioni, comprese Piosina, San Secondo, Cerbara, Santa Lucia, Lerchi, Badiali, Userna e Promano. Spiccano ovviamente i risultati di Riosecco (Idv primo partito), di San Pio, la Tina, di Rignaldello e dell’intero centro storico.

Regionali 2010. Persone e idee per un mix vincente

Ingredienti di campagna

Le preferenze nei seggi di Città di Castello

Speciale elezioni 2010

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Un risultato sorprendente, superiore a ogni aspettativa. Non solo perché Oliviero Dottorini ha raddoppiato i voti nella sua Città di Castello e in Altotevere. Un dato straordinario arriva da Perugia (oltre mille preferenze) e dai comuni di tutta la provincia, in maniera quasi uniforme. Dottorini avrebbe raggiunto l’elezione con i soli voti di Città di Castello, ma an-che senza i voti di Città di Castello. Gubbio, Assisi, Foligno, Spoleto, Todi, Castiglione del Lago, Can-nara: la semina di anni di lavoro e coerenza ha portato frutti che in pochi aspettavano così copiosi. Ex sindaci e ex assessori regionali hanno dovuto cedere il passo a un out-sider che non ha giocato con le manovre di palazzo e con la pratica della clientela. Alla fine con 4.357 preferenze Dottorini risulta essere uno dei più votati in Umbria e ot-tiene il record di preferenze tra le liste dell’Ita-lia dei Valori delle regioni del centro e del Nord Italia. Circa un terzo delle preferenze ottenute dai candidati Idv sono andate a Dottorini.“Ha vinto l’Umbria migliore, la parte sana di una regione che vuole ancora sperare e che non si rassegna alla disillusione e al qualunqui-smo. E’ un risultato straordinario che ci affida un mandato preciso: quello del cambiamento e della discontinuità per una regione che ha un grande bisogno di coraggio, libertà e innova-zione”. Queste sono state le prime parole che Dottorini ha dettato non appena i risultati si fa-cevano evidenti. “E’ per noi un grande risultato, che spicca an-che a livello nazionale per consistenza e quali-

tà – ha spiegato -. Per quanto ci riguarda non tradiremo il chiaro mandato che ci giunge da tantissimi cittadini, gruppi e comitati civici, tantissimi imprenditori, agricoltori, artigiani che ci chiedono di continuare con coerenza e determinazione a lavorare per un’Umbria libe-ra, concreta e di parola”.

ASSISI 51 6,92BASTIA UMBRA 58 6,76BETTONA 15 11,13

BEVAGNA 5 7,15

CAMPELLO 0 5,61

CANNARA 62 7,99CASCIA 0 3,94

CASTEL RITALDI 1 8,41

CASTIGLIONE DEL LAGO 81 6,83CERRETO DI SPOLETO 0 2,19

CITERNA 48 7,51CITTA’ DELLA PIEVE 13 6,66

CITTA’DI CASTELLO 1.996 14,43COLLAZZONE 4 4,17

CORCIANO 71 11,31COSTACCIARO 1 8,39

DERUTA 27 6,41

FOLIGNO 74 6,77FOSSATO DI VICO 0 10,09

FRATTA TODINA 1 3,66

GIANO DELL’UMBRIA 7 2,98

GUALDO CATTANEO 22 4,46

GUALDO TADINO 19 11,67

GUBBIO 92 11,67LISCIANO NICCONE 10 9,27

MAGIONE 27 9,08

MARSCIANO 17 4,70

MASSA MARTANA 2 4,23

MONTE SM.TIBERINA 30 7,52MONTECASTELLO V. 2 5,92

MONTEFALCO 3 5,56

MONTELEONE DI S. 0 2,33

MONTONE 22 7,60

NOCERA UMBRA 5 11,13

NORCIA 2 6,12

PACIANO 0 3,46

PANICALE 10 7,43

PASSIGNANO T. 11 10,38

PERUGIA 1.041 10,89PIEGARO 4 5,90

PIETRALUNGA 10 3,35

POGGIODOMO 0 6,58

PRECI 0 3,52

S.ANATOLIA DI NARCO 1 4,76

SAN GIUSTINO 193 9,45SCHEGGIA 3 9,28

SCHEGGINO 4 8,82

SELLANO 0 3,53

SIGILLO 1 5,00

SPELLO 21 6,57

SPOLETO 35 7,83TODI 29 3,99TORGIANO 13 7,32

TREVI 6 7,36

TUORO S. T. 5 6,55

UMBERTIDE 167 5,57VALFABBICA 33 6,94VALLO DI NERA 2 13,42

VALTOPINA 0 46,05

TOTALE PROVINCIA PG 4.357 8,90

COMUNE VOTI % IDV COMUNE VOTI % IDV COMUNE VOTI % IDV

Il successo Dottorini comune per comuneEcco le preferenze ottenute da Oliviero Dottorini e le percentuali dell’Italia dei Valori

CANDIDATI PERUGIA VOTI

OLIVIERO DOTTORINI 4.357

GIUSEPPE LOMURNO 1.723

MARIO BARTOCCINI 1.330

ALFREDO ANDREANI 1.161

RENATO ALBO 862

PAOLO CAMPIONI 726

DANILO COSIMETTI 715

ANNINA BOTTA 629

REMO GRANOCCHIA 541

ANDREA ANGELONI 468

WALTER TOPPETTI 369

CANDIDATI TERNI VOTI

FABRIZIO CORTONI 776

MARCELLO BIGERNA 511

MATTEO LAMPERINI 259

RISULTATI UMBRIA

PARTITO VOTI % SEGGI

PD 149.219 36,17 13

IDV 34.393 8,34 2PRC-PDCI 28.331 6,87 3

SOCIALISTI 17.167 4,16 2

SEL 13.980 3,39 0

PDL 133.531 32,36 9

LEGA 17.887 4,34 1

UDC 18.072 4,38 1

Regionali 2010. Dottorini triplica il risultato di cinque anni fa

Un exploit sorprendenteI numeri del successo

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Alle ultime elezioni regionali gli umbri sono andati al voto privati della possibilità di scegliere una parte dei propri rappre-sentati in Consiglio regionale e senza al-cuna possibilità di poter votare formazioni politiche al di fuori del Palazzo. È questo il frutto della legge elettorale regionale approvata a ridosso delle elezioni da tutti i gruppi politici regionali, ad esclusione dell’Italia dei Valori che invece ha presen-tato un proprio testo. “L’inciucio tra Pd e Pdl, avallato da Rifondazione, Socialisti, Pdci e Sinistra e libertà, porta a un listino di nominati dai partiti in una lista blocca-ta, un listino di apparati che rappresenta un’autentica truffa ai danni dei cittadini, dal momento che toglie loro la possibilità di scegliere gli eletti e garantisce postazio-ni privilegiate a chi il consenso non riesce a raccoglierlo democraticamente”, ha det-to Oliviero Dottorini, secondo il quale “si tratta di una scelta evidentemente dettata soltanto dalla necessità di tutelare i destini politici di qualche capo-partito che ha un certo pudore a presentarsi al giudizio degli elettori”. Con il sistema contenuto nella legge elet-torale approvata un terzo dei consiglieri

della maggioranza, vale a dire 6 su 18 o 19, non viene scelto dagli elettori, ma prescelto dalle segreterie di partito. Di più: qualora la coalizione vincente prenda troppi consensi, per evitare la sproporzio-ne tra le coalizioni viene escluso chi è sta-to eletto coi voti dei cittadini per lasciare spazio ai prescelti dai partiti. Oltre a que-sta scelta scellerata e priva di ogni senso democratico, le forze politiche di maggio-ranza e minoranza sono riuscite anche a innalzare il numero delle firme necessarie per la presentazione delle liste al fine di boicottare ogni iniziativa proveniente dal-la società civile. L’Italia dei Valori è stata l’unica forza po-litica in grado di poter andare a testa alta davanti ai cittadini in campagna elettora-le e spiegare gli inganni di questa legge vergogna. “Adesso – assicura Dottorini - saremo conseguenti e andremo a chie-dere da subito che si modifichi la legge. E’ singolare come a livello nazionale tutti condannino il cosiddetto Porcellum e poi in Umbria quegli stessi partiti si trovino d’accordo per una legge che, nella sua fi-losofia, ricalchi gli stessi principi, le stesse forzature antidemocratiche”.

Se il buongiorno si vede dal mattino… Si è aperta nel peggiore dei modi la IX legi-slatura regionale. Il primo atto che il nuo-vo Consiglio regionale è stato chiamato ad approvare ha riguardato una legge per introdurre una nuova figura di consulente esterno a Palazzo Cesaroni. Un regalino fatto su misura per il Presidente dell’as-semblea Eros Brega che potrà contare così sul quarto collaboratore, il “portavoce del Presidente del Consiglio”. Tutti i gruppi consiliari, ad esclusione dell’Italia dei Va-lori, hanno avallato questa proposta.”Una vergogna” per Oliviero Dottorini che ha ricordato come “nessuno avvertiva l’esi-genza di un nuovo consulente, soprattutto in un momento di ristrettezze economiche e quando sale forte dall’opinione pubblica

la richiesta di maggiore sobrietà da parte della politica, di contenimento delle spese a carico della pubblica amministrazione, di rigore nella gestione delle risorse pub-bliche”. “Scelte come queste – ha aggiunto Dotto-rini – rischiano soltanto di rendere ancora più distante la sensibilità dell’opinione pubblica dai palazzi delle istituzioni e della politica. Il fatto che avvenga con ac-cordo trasversale non fa che rendere este-ticamente più sgradevole questo passo che inaugura nel peggiore dei modi una legi-slatura che invece è chiamata ad affronta-re i problemi reali della regione, a iniziare dalla pesante crisi economica che investe famiglie e imprese”.Apriti cielo! Sono piombate con precisio-

ne e furia inaspettate le critiche di quasi tutti i rappresentanti dei gruppi politici regionali: dall’Udc al Partito democratico, passando per il Pdl e la Lega Nord.Tutte medaglie da appendere al petto per la squadra dell’Italia dei Valori a Palazzo Cesaroni che, con Dottorini e Brutti, ri-sponde: “Con un testo volutamente oscuro si è voluta inaugurare nel modo più insen-sibile la legislatura, dando la precedenza a un provvedimento che non aveva alcun carattere di urgenza. Quello che più preoc-cupa però è la straordinaria concordia tra maggioranza e minoranza, a dimostrazio-ne che in Umbria c’è un gravissimo deficit di opposizione”.

Nuovo consulente (a carico dei cittadini) per il Presidente Brega

Un regalino su misura

Il Senato licenzia la cosiddetta “legge bavaglio” che limita fortemente l’uso delle intercettazioni telefoniche nelle indagini da parte dei magistrati e delle forze di polizia e che impedisce ai gior-nalisti di pubblicare nei loro articoli i testi delle intercettazioni. “Un disegno di legge scandaloso che va contro i prin-cipi sanciti dalla nostra Costituzione - commenta il capogruppo Idv in Regio-ne Oliviero Dottorini -, uno strumento necessario soltanto ad assicurare l’im-punità a chi delinque e a coprire defini-tivamente gli scandali in cui sono coin-volti alcuni personaggi politici di pri-missimo piano, una “cricca” in grado di promuovere o sostituire magistrati, fer-mare processi, condizionare giudici. Se il governo non recederà da questo folle progetto, siamo pronti a batterci perché la Regione Umbria si faccia carico di ri-chiedere, assieme ad altre regioni, l’in-dizione di un referendum per abrogare questa norma”. Fortunatamente i guai della maggioranza sembrano per ora scongiurare l’approvazione definitiva ma sarà bene non abbassare la guardia.

Legge Bavaglio

“Umbriachiedareferendum”

Legge elettorale regionale. Idv unica forza contro

Porcellum umbro“Una legge antidemocratica solo per tutelare qualche capo-partito”Un terzo dei consiglieri di maggioranza non scelti dai cittadini

“Porcellum” umbro

Il Consiglio regionale dell’Umbria ha approvato all’unanimità l’istituzione della commissione speciale per le rifor-me. “Il primo obiettivo della commis-sione – ha subito detto Dottorini - dovrà essere quello di rivedere una legge elet-torale antidemocratica, cancellando il li-stino dei nominati dai partiti e le storture di un meccanismo che consente di avere più eletti a chi ha meno voti”. Nel dibat-tito sono emerse aperture alla possibilità di rivedere la legge elettorale da alcuni

settori del Pd: “Fa piacere constatare che anche da parte di forze che appena pochi mesi fa hanno approvato con convinzio-ne questo porcellum in salsa umbra, ci sia la presa di coscienza e la volontà di giungere a una revisione della legge”, ha commentato il capogruppo Idv. Rimane netta la chiusura di Rifonda-zione comunista e fredda la posizione di Pdl, Udc e socialisti. Ma Idv ha già pronta una sua proposta da presentare in commissione.

Il Consiglio vara la commissione RiformeIdv: “Priorità cancellare la legge elettorale”

Il Presidente del Consiglio Eros Brega (Pd)

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“Saremo determinati e intransigenti”. E’ netta la posizione che il gruppo Idv as-sume in sede di discussione delle linee programmatiche di legislatura presentate dalla presidente Catiuscia Marini. Una po-sizione anticipata alla governatrice umbra attraverso una lettera con la quale veniva evidenziata la necessità di una visibile e decisa azione di discontinuità rispetto al passato. Dalle parole ai fattiIl successivo intervento in Consiglio re-gionale di Oliviero Dottorini ha ribadito la necessità di far sì che alle affermazioni di principio enunciate nel programma di legislatura facciano seguito azioni concre-te. “Le nostre proposte – ha spiegato Dot-torini portando la posizione del gruppo Idv - si fondano sulla necessità di scelte e determinazioni forti e coraggiose che siano in grado di progettare un model-

lo di regione che punti in maniera decisa sulla qualità dello sviluppo sostenibile, duraturo e non imitabile, che rifiu-ti privilegi e clientele, che si fondi su regole certe, chiare e rispettate da tutti. Saremo alleati leali, ma non subalterni, la nostra azione sui temi che poniamo sarà deter-minata e intransigente. Ce lo chiede la società civile della nostra regio-ne e i tanti elettori che hanno investito la loro fiducia su un reale progetto di cam-biamento.” Posizioni ferme“Sulle questioni di fondo che abbiamo posto alla coalizione – ha chiarito il ca-

pogruppo dell’Italia dei Valori - manter-remo la nostra piena autonomia politica. Sul tema dei rifiuti, con le forzature legate alla termovalorizzazione, sull’agricoltura di qualità, sulle fonti rinnovabili e sulle infrastrutture, sulla necessità di imprimere una convinta accelerazione riguardo allo snellimento e ai tagli dell’apparato di enti intermedi, di Asl, Ati e Comunità monta-ne ribadiamo la nostra determinazione a mantenere ferma anche in futuro la nostra posizione”.Ancora tanta strada da fareAlla fine Idv dà il proprio voto favore-vole alle linee della presidente Marini: “Abbiamo apprezzato l’apertura con cui ha recepito alcune delle proposte che Idv ha avanzato nel corso del dibattito - spie-ga Dottorini -. Ci sono passi in avanti sull’esclusione degli ogm dalla nostra programmazione agricola, sui temi della zootecnia sostenibile, sulla salvaguardia dei beni comuni come l’acqua la cui ge-stione a nostro avviso deve essere pubbli-ca. Ci è sembrata importante anche l’aper-tura riguardo alla possibilità di ridiscutere la scelta miope di trasformazione in au-tostrada della E45”. Tuttavia “noi non ri-nunceremo a sostenere che per restituire al trasporto ferroviario il ruolo strategico che oggi ha perduto occorre puntare con decisione allo sfondamento a Nord, anche collegando direttamente Perugia e l’ae-roporto con l’Alta velocità. Non rinun-ceremo a batterci per un Piano dei rifiuti razionale, che non ceda agli interessi di parte. Abbiamo chiesto che il nuovo Piano energetico regionale preveda la creazio-ne di uno sportello regionale in grado di orientare gli utenti e di agevolare pratiche e procedure. E’ giunto anche il momento di prevedere la riconversione di impian-ti ormai fuori contesto storico, come nel caso della Centrale di Gualdo Cattaneo”. “Dobbiamo constatare – conclude l’espo-nente dell’Italia dei Valori - che c’è ancora tanta strada da percorrere per oltrepassare la pesantezza di politiche e pratiche an-corate a una vecchia visione del rapporto con la società civile”.

Impegni precisi per la difesa dei beni comuni a partire dalla gestione dell’ ac-qua, che per Idv deve essere pubblica. Lavorare da subito per un nuovo Piano energetico regionale fortemente ispira-to agli obiettivi comunitari, cosiddetti del 20-20-20, che punti in maniera de-cisa alla diffusione della produzione di energia da fonti rinnovabili e al rispar-mio energetico di famiglie ed imprese anche attraverso la nascita di un polo tecnologico che veda la cooperazione fra centri di ricerca pubblici e privati e le imprese più impegnate nei settori del-le energie rinnovabili. Occorre lavorare perchè l’ Umbria diventi un centro d’ec-cellenza per ciò che riguarda le azioni di risparmio energetico e di energia rin-novabile, tanto nel pubblico quanto nel privato. Promuovere lo sportello regio-nale sulle energie rinnovabili in grado di orientare gli utenti privati e chiunque intenda investire nel settore. Ricon-versione della centrale a carbone di Gualdo Cattaneo.

Sostegno all’agricoltura biologica e alla filiera corta e di qualità, abbando-nando ogni pretesa di aprire agli ogm. Maggiore slancio a favore della ricon-versione delle colture agricole verso un modello sempre più rispettoso delle vocazioni della nostra regione.

Elaborare un Piano per la zootecnia sostenibile che sia in grado di ridefinire il comparto e di promuovere una zootec-nia basata su marchi e certificazioni, su una filiera corta e di qualità. Netto su-peramento rispetto alle politiche deva-stanti che hanno portato allo scandalo di Bettona e Marsciano.

Sostegno deciso all’artigianato ed

alla piccola e media impresa, nella valorizzazione del turismo di qualità e delle politiche mirate al rilancio della filiera Turismo-ambiente-cultura.

Applicare il Piano regionale dei ri-fiuti nella sua interezza. Prima di parlare di impianti per la chiusura del ciclo o di ampliamento delle discariche devono essere attivate tutte le parti del Piano ancora inattuate: raccolta domiciliare “porta a porta” in tutto il territorio regio-nale, passaggio da tassa a tariffa, netta separazione tra i gestori della raccolta e i gestori degli impianti di smaltimento ultimo, sperimentazione del modello Vedelago.

Impulso al trasposto ferroviario ed ai collegamenti extraregionali. Neces-sario abbandonare l’idea dello sviluppo della viabilità su gomma come soluzio-ne per l’isolamento dell’Umbria. Sì al potenziamento della rete ferroviaria, al collegamento a Nord ed alla connessio-ne di Perugia con l’alta velocità con la variante Orte-Falconara. No netto alla trasformazione in autostrada della E45, sì alla sua messa in sicurezza in base agli standard europei e a un piano di manutenzione ordinario e straordina-rio. Priorità assoluta al completamento delle grandi opere incompiute: dalla Perugia-Ancona, alla E78 alla Tre Valli.

Determinazione nei tagli e nella ra-zionalizzazione degli enti sub-regio-nali. Abbandonare la pratica delle no-mine politiche dei direttori delle Asl. Tutte le assunzioni tramite pubblico concorso, abbandonare la pratica delle consulenze esterne che per troppi anni hanno appesantito in maniera abnorme i bilanci della pubblica amministrazione.

Programma di governo. Punto per punto le nostre proposte

Le idee e le priorità dell’Idv“Su questi temi manterremo la piena autonomia politica”

Programma di governo. In aula la presentazione della Presidente Marini

Il profilo di un’Umbria miglioreDottorini: “Scelte forti e coraggiose per uno sviluppo sostenibile, duraturo e non imitabile. Sulle questioni di fondo Idv manterrà la piena autonomia politica. Noi alleati leali, ma non subalterni”

L’intervento integrale di Oliviero Dottorini in Consiglio regionale è

scaricabile da internet:http://vimeo.com/12613119

Prorgramma di governo

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Una vera e propria sforbiciata che dimezza gli emolumenti dei membri del Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom). E’ quanto pre-vede la legge presentata da Oliviero Dottorini che, nella sua veste di presidente della commis-sione Bilancio e Affari istituzionali, è riuscito a fare approvare all’unanimità dal Consiglio re-gionale un testo molto rigoroso.Basti pensare che fino ad oggi il presidente del Corecom percepiva un’indennità pari al 60 per cento di quella dei Consiglieri regionali e che i membri del comitato ne percepivano una pari al 20 per cento. Un’esagerazione intollerabile che ha indotto Dottorini a presentare una proposta molto rigorosa. Il risultato è netto: il nuovo testo fissa nel 25 per cento dell’indennità di un con-sigliere regionale i compensi per il presidente, mentre i compensi per i membri del Comitato si fermano al 10 per cento. Una scure che dimezza i costi di funzionamento di questo ente e pro-ducono un risparmio che, solo per le funzioni apicali, ammonta a circa 150mila euro annui. “Dobbiamo prendere sul serio l’impegno a ri-durre i costi dell’apparato degli enti pubblici per evitare sprechi e rendite di posizione. Que-sta legge va nella giusta direzione ed è per me motivo di grande soddisfazione essere riusciti a traghettare un testo così efficace e rigoroso”. La legge rivede anche le funzioni del Comita-to e rende immediatamente operativi i tagli. E’ intenzione della commissione chiedere anche la revisione della collocazione del Comitato, at-tualmente ubicato in uno dei più pregiati palazzi di Perugia.“Ritengo che abbiamo raggiunto un risultato importante - ha spiegato Dottorini - che apre la strada ad un intervento sistematico di adegua-mento dei costi di funzionamento anche per tutti gli altri enti di emanazione regionale”.

Ok alla prima legge DottoriniLa scuresul CorecomTaglio netto di oltre il 50 per cento e 150mila euro annui di risparmi

Dalle parole ai fatti. Dopo aver annun-ciato la determinazione del gruppo Idv nei tagli e nella razionalizzazione degli enti sub-regionali, Oliviero Dottorini mette a segno un punto importantissi-mo per ciò che riguarda la riduzione dei costi di gestione dell’Ater, l’ente regionale per la gestione dell’edilizia residenziale. La lodevole intenzione della giunta regionale (quella di ridurre i due Ater provinciali a un unico Ater regionale), sembrava doversi inevita-bilmente infrangersi nelle secche degli “apparati frenatori” della coalizione. Rispetto al testo originario che rinvia-va la determinazione dei compensi a non meglio precisati atti di giunta e che prevedeva per il presidente un com-penso del 45 per cento rispetto all’in-dennità di consiglieri regionali, grazie agli emendamenti presentati da Dotto-rini è stata fissata in legge l’indennità del presidente dell’Ater al 30 per cento e viene ridotto del 10 per cento il com-penso del direttore generale.Dottorini ha presentato i propri emen-damenti direttamente nella commissio-ne da lui presieduta e, dopo un braccio di ferro prolungato, la maggioran-za ha accolto le richieste del gruppo Idv. “Abbiamo ottenuto un risultato importante – ha commentato il presi-dente della commissione Bilancio al momento dell’approvazione dell’atto -, un risparmio dei costi della politica che, solo per i ruoli apicali, sarà di oltre 200mila euro annui, ma che andrà ad investire anche altre economie di sca-la. E’ molto positivo che, nonostante

i tagli del go-verno nazio-nale, la Re-gione Umbria sia in grado di dare risposte apprezzabi l i e innovative sulla questione delle politiche abitative, giun-gendo ad una razionalizza-zione dei costi e garantendo un riscontro ef-ficace ai biso-gni delle fasce deboli della popolazione”. “Certo – con-tinua il capo-gruppo Idv

– noi avremmo preferito un ente più snello in grado di garantire ulteriori economie. Infatti avevamo presenta-to anche una proposta che prevedeva l’amministratore unico. Apprezziamo tuttavia lo sforzo della giunta che ha accolto nella sostanza le nostre pro-poste finalizzate a rendere la riforma di questo ente trasparente, efficace ed improntata al massimo contenimento delle spese. Ora occorre però passa-re a tagli e riforme ben più incisive, a partire da Ati, Asl e da tutta quella selva di enti, agenzie e partecipate che appesantiscono in maniera abnorme il nostro sistema regionale”.

Edilizia pubblica. Approvata la riforma dell’ente per l’edilizia

Ater, tagli 2 paghi 1Grazie a Idv dimezzate le indennità degli amministratori. Risparmi in costi per la politica di oltre 200mila euro

Sempre più vicina la possibilità di certifi-care la propria auto o moto storica da par-te dei centri autorizzati regionali. Infatti, dopo l’autocertificazione e i modelli re-gionali messi a disposizione ufficialmente dalla Regione Umbria, sono stati appro-vati i centri autorizzati ad eseguire gli ac-certamenti sulle autocertificazioni per le auto e moto ventennali di interesse stori-co. “Un provvedimento atteso da tempo e che rende finalmente giustizia alle miglia-ia di persone che anche in Umbria hanno detto basta al monopolio di fatto del club privato Asi”, ha commentato Oliviero Dottorini, capogruppo dell’Italia dei Va-

lori in Consiglio re-gionale e presidente della Commissione bilancio e affari isti-tuzionali, che nella passata legislatura aveva contribuito ad affossare la tassa che ingiustamente gli umbri dovevano pagare per vedere riconosciuto un pro-prio diritto.

Ricordiamo che l’Umbria è stata la prima regione d’Italia a rendere possibile l’auto-certificazione per i mezzi ultraventennali. Questo consente di evitare l’iscrizione a dei club privati, con relativo esborso di denaro da parte dei contribuenti, come avveniva fino a tre anni fa. A seguito dell’introduzione dell’autocertificazione (il modulo è scaricabile dal sito www.dottorini.com), i cittadini possono recarsi presso uno dei centri autorizzati dalla Re-gione per far visionare il proprio mezzo

ed ottenere l’attestato di storicità. Il tutto ad un prezzo contenuto, pagando solo un rimborso spese o, in alcuni casi, addirit-tura gratis. L’ingegnere Dario Di Bello, massimo esperto in materia che sin dal primo momento ha combattuto questa battaglia a fianco di Dottorini, si è reso subito disponibile a collaborare con il gruppo dell’Italia dei Valori per informare e seguire passo a passo i cittadini che in-tendono sottrarsi a questa vessazione che l’Umbria sta ormai superando.

Auto storiche. Partono i centri autorizzati per l’autocertificazione

Bollo senza balzelli Ecco l’elencodei centri specializzatiA 112 Club Italia, Via Indipendenza,44 - (Petrignano d’Assisi) - Assisi; Associazione Amatori Veicoli Storici, Trieste, P.O. Box 874; Associazione Borzacchini Historic,Via Bertani, 4 - Terni; Associazione Italiana Automotovei-coli Classici, Via Botticelli, 9 - Terni;Vespa Club, Città di Castello c/o Pa-lazzo Bufalini, Piazza Matteotti, 4.

Ci giungono numerose segnalazioni di cartelle esattoriali erroneamen-te recapitate a contribuenti che nel 2008 hanno autocertificato la propria auto e moto. Vi invitiamo a scriverci all’indirizzo [email protected] oppure a visitare il sito www.dottorini.com per segnalare even-tuali casi di bollette pazze.

Riforma Ater e Corecom

Dario Di Bello, esperto veicoli storicie d’epoca

Il Presidente uscente dell’Ater di Perugia Furio Benigni (Prc)

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È passato più di un anno dall’approvazio-ne del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti. Nella passata legislatura Oli-viero Dottorini ha condotto una battaglia per far sì che il Piano fosse moderno, rispettoso dell’ambiente e attento alla salute dei cittadini e allo stesso tempo vantaggioso in termini economici e ap-plicabile in modo omogeneo e completo. Attualmente ci troviamo in una situazione di stallo: sono gli Ati i soggetti incaricati di elaborare i singoli Piani d’ambito per le quattro macro aree regionali. A loro spetta l’applicazione di un Piano che già inizia a mostrare le prime crepe, con una raccol-ta differenziata che procede a macchia di leopardo e con interessi attorno alla rea-lizzazione dell’impianto di incenerimento che si fanno sempre più forti.“Il nuovo Piano regionale dei rifiuti non potrà essere applicato a pezzi – ha ribadito Oliviero Dottorini -. È necessario rendere capillare il sistema di raccolta domicilia-re, applicare in tutti i comuni il principio di modularità delle tariffe facendo paga-

re le famiglie in base ai rifiuti realmente prodotti e sperimentare sin da ora sistemi innovativi di trat-tamento e pretrattamento dei rifiuti, così come in-dicato dal Piano stesso”. In particolare Dottorini ri-corda come gli Ati1 (Alta Umbria) e Ati4 (Ternano) siano nelle condizioni di adottare le soluzioni più avanzate e vantaggiose, come il sistema Vedela-go, per far fare un salto di qualità al nostro modello integrato di gestione dei rifiuti: “Perché si esclude a priori questa soluzione?” chiede il capogruppo dell’Italia dei Valori. Eppu-re quel sistema garantisce livelli di diffe-renziazione elevatissimi, alte performance di rendimento e massima compatibilità ambientale. E’ evidente che attorno alla gestione dei rifiuti gravitano interessi molto pressanti. “Sarebbe avventato – dice Dottorini - pen-sare all’ampliamento delle discariche di Città di Castello ed Orvieto senza prima avere definito e verificato l’applicazione delle misure di contenimento, differenzia-zione spinta e corretta gestione previste dal Piano regionale. Al tempo stesso biso-gna intensificare i controlli sulle stazioni di trasferenza per scongiurare il pericolo dell’arrivo dei rifiuti da fuori regione in palese contrasto con il principio di ‘pros-simità’, cardine del nuovo Piano”. “Il modello Vedelago deve essere preso seriamente in considerazione dalla Regio-ne in sede di attuazione del nuovo Piano regionale dei rifiuti, anche per rivedere le previsioni di possibili ampliamenti di siti, come quello delle Crete e di Belladanza, che negli anni hanno subito le conseguen-

ze di politiche poco attente alla raccolta differenziata e molto sensibili all’impor-tazione di rifiuti da fuori regione. Nessuno può pensare di applicare il nuovo Piano a pezzi per passare direttamente all’unico argomento che stuzzica gli appetiti e gli interessi, vale a dire l’inceneritore”.

Rifiuti. Troppi interessi sull’inceneritore. Dubbi sulle discariche di Città di Castello e Orvieto

Vietato giocare con i rifiuti“Non è possibile applicare il Piano a pezzi. Necessario sperimentare modelli avanzati didifferenziazione sul modello Vedelago. Raccolta differenziata ancora al palo”

Cos’è il modello VedelagoL’attività del centro riciclo di Vede-lago consiste nel ricevere le frazioni secche riciclabili dei rifiuti urbani e assimilati, selezionare i materiali in base alla composizione merceologica, gestire la fase di destinazione in usci-ta delle singole tipologie di materiali che, in relazione alla possibilità di riutilizzo, vengono consegnati a spe-cifiche aziende che impiegano i mate-riali nei loro cicli produttivi. Esistono molti altri sistemi di selezione mec-canico-biologica: tutti garantiscono alti rendimenti, costi relativamente modesti, alta occupazione.

La regione è corsa ai ripari ed ha cor-retto il tiro modificando la delibera che di fatto bloccava lo sviluppo degli im-pianti fotovoltaici nelle zone agricole dell’Umbria. L’atto prevedeva indirizzi e criteri molto restrittivi per la realizza-zione di impianti fotovoltaici con parti-colare riferimento alle zone agricole di pregio. La presa di posizione dell’Italia dei Va-lori, prima con Dottorini poi con Brutti, ha indotto la giunta a una brusca inver-sione di marcia. “Le fonti rinnovabili - ha spiegato nel suo intervento Dottorini – se utilizzate rispettando tutti i criteri di tutela del territorio, oltre a dare una risposta concreta agli impegni di ridu-zione delle emissioni climalteranti, co-

stituiscono una straordinaria opportunità di rilancio e di sostegno per le aziende agricole che stanno attraversando un periodo di gravissima crisi. Per questi motivi è fondamentale evitare ostacoli burocratici e pretestuosi alla diffusione del fotovoltaico”.

“Ora – ha aggiunto Dottorini - è op-portuno che si cominci a lavorare ad un nuovo Piano energetico regionale. Quello attuale è stato fatto in un perio-do in cui non era ancora chiara l’entità dell’emergenza climatica e non erano ancora definiti gli obiettivi dell’Unione europea. Si tratta di un Piano che sotto-stima le potenzialità delle rinnovabili in Umbria”. Da qui la richiesta di “programma-re nuovamente il futuro energetico dell’Umbria, salvaguardandone le po-tenzialità turistiche e paesaggistiche, ma senza avere paura di puntare in maniera decisa sullo sviluppo diffuso delle fonti rinnovabili, a iniziare dalle piccole real-tà familiari e imprenditoriali”.

Fonti rinnovabili. Idv chiede un nuovo Piano energetico regionale

Sul fotovoltaico la Regione corregge il tiro

Piano dei rifiuti

I dubbi e le perplessità dell’Idv sono stati esplicitati all’assessore Rometti attraverso un’interrogazione presen-tata da Oliviero Dottorini. La risposta dell’assessore all’Am-biente è stata evasiva e tutt’altro che rassicurante. Rometti non risponde sui temi posti (Vedelago, necessità dei controlli nelle discariche), mentre tende a giustificare l’importazione di rifiuti da fuori regione. Ma il Piano dei rifiuti parla chiaro: l’Umbria deve vedere garantiti l’autosufficienza e il principio di “prossimità”. Quindi né esportazioni né importazioni di rifiuti. Ma questa parte del Piano Rometti se l’è dimenticata.

Da Rometti risposte evasive

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Mettere in collegamento i consumatori re-sponsabili dell’Umbria con gli agricoltori locali. Vale a dire: stabilire un rapporto diret-to tra chi ogni giorno va al supermercato ad acquistare prodotti (senza riuscire a sapere da dove vengono, quanti chilometri hanno fatto, con quanti prodotti chimici sono sta-ti effettivamente trattati) e la moltitudine di piccole e medie aziende che magari fanno buone produzioni, spesso biologiche, ma poi devono venderle ai prezzi stracciati e non re-munerativi che impone loro il mercato della

Agricoltura e consumatori. Presentato a Palazzo Cesaroni il testo per i Gruppi di acquisto solidali

A tutto “Gas” verso la filiera cortaSe approvata, sarebbe la prima legge in Italia. Sostegno ai consumatori responsabili e ai prodotti di qualità: “Valorizzare i piccoli agricoltori per rispondere a una crisi di sistema”

Autocostruzione e autorecuperoLa proposta di legge prevede che la Regione, le province, i comuni e l’Ater, al fine di favorire l’accesso alla casa ai cittadini e alle cittadine che non hanno la possibilità di accedervi attraverso il mercato privato della locazione o dell’acquisto, individuino immobili e terreni di loro proprietà o di proprietà di altri soggetti pubblici o privati, da acquisire per interventi di autocostruzione o autorecupero in forma associata. Gli immobili e i terreni vengono assegnati attraverso avvisi pubblici a cooperative di autocostruzione che si devono impegnare a svolgere attività di cantiere almeno per il 60 per cento dell’intero ciclo edilizio. Per poter partecipare agli avvisi pubblici, le cooperative devono avere, tra gli altri, i seguenti requisiti: essere formate da soci, il cui numero è uguale o superiore a quello delle unità immobiliari da assegnare, con reddito comprovato per nucleo familiare compreso tra 18mila e 45mila euro e che non siano proprietari di altro immobile nella regione di residenza; essere iscritte alla Camera di commercio come cooperative con finalità specifiche di autorecupero e/o autocostruzione; prevedere per i soci la cittadinanza italiana o europea, o in mancanza il regolare permesso di soggiorno e la residenza anagrafica in Italia dal almeno 3 anni; prevedere nello statuto i criteri per l’assegnazione delle unità immobiliari ai singoli soci; prevedere, per i soci, la residenza nel territorio del comune in cui si realizza l’intervento o nei comuni limitrofi, oppure lo svolgimento di attività lavorativa esclusiva o principale nei suddetti comuni o la disponibilità a trasferire la residenza entro un anno dalla consegna dell’alloggio.I criteri per la scelta della cooperativa a cui assegnare l’immobile da recuperare o del terreno da assegnare tengono conto, in caso di parità di valutazione, della più idonea utilizzazione di materiali e soluzioni a tecnologia eco compatibile.Informazione periodica localeObiettivo della proposta è quello di sostenere le imprese, le aziende, le cooperative e le associazioni che operano in Umbria nel campo dell’informazione locale.Il testo prevede l’erogazione, da parte della Regione, di contributi per l’acquisto della carta fino ad un massimo del 10 per cento della spesa complessiva, per l’abbonamento ad un massimo di due agenzie di stampa regionali, per coprire i costi di produzione, fino ad un massimo del 20 per cento e per l’accesso ai mutui a tasso agevolato. I contributi sono erogati per un importo cumulativo non superiore ai 7.500 euro l’anno per ciascun soggetto e a 25 mila euro per ciascuna aggregazione di soggetti. L’aspetto innovativo su cui

punta la legge riguarda la pubblicità istituzionale. La pdl prevede che Giunta regionale, Consiglio regionale e gli altri enti locali garantiscono un minimo del 40 per cento di inserzioni istituzionali a favore dei soggetti destinatari della legge (attualmente ne beneficiano solo quotidiani e tv).Potranno accedere alla legge i soggetti che editano da almeno quattro anni con regolarità, con periodicità costante, con tiratura non inferiore alle mille copie e con finalità prioritaria all’informazione locale.Tra gli altri requisiti, oltre all’impaginazione, al numero di pagine e alla pluralità dei contenuti informativi, sono richiesti la destinazione di almeno il 40 per cento delle pagine all’informazione locale e la destinazione di una quota di pubblicità non superiore al 25 per cento.I criteri preferenziali per l’erogazione dei contributi saranno il più elevato rapporto tra spazi di informazione e pubblicitari, e le forme di collaborazione e aggregazione tra diversi soggetti editoriali. Allo studio la possibilità di allargare il campo degli interventi anche ai giornali on-line.

Le altre proposte IdvAutocostruzione e sostegno all’informazione locale sono le altre proposte presentate a firma del capogruppo Dottorini e del consigliere Brutti attualmente all’esame delle commissioni competenti. Nei box che seguono i dettagli delle singole leggi.

Le proposte di legge Idv

In Olanda un bambino su tre nasce tra le mura domestiche, in Gran Bretagna uno su dieci. Al contrario l’Italia detiene il record dei parti cesarei, mentre meno di una famiglia su cento decide di evitare la struttura ospedaliera per uno degli eventi più importanti dell’esperienza umana. Eppure la gestazione e il parto non sono una malattia ed è arrivato il momento di ridurre la corsa alla ospedalizzazione di uno degli eventi più naturali, offrendo alle partorienti tutte le condizioni di sicurezza, assistenza continua e personalizzata, perché possano scegliere liberamente di mettere al mondo i propri figli a casa propria o in ambienti idonei ed appositamente attrezzati, garantendo la possibilità di avvalersi dell’ospedale in

caso di sopraggiunta necessità. E’ la filosofia di base che ispira il disegno di legge “Norme per il parto domiciliare e nelle case di maternità”, presentato a Palazzo Cesaroni dal capogruppo Idv Oliviero Dottorini e dal consigliere Paolo Brutti. Illustrandone i contenuti Oliviero Dottorini, primo firmatario, ha ricordato come in Umbria chi decide di partorire in casa è obbligato a pagarsi la prestazione per intero. Eppure è l’Organizzazione mondiale della sanità a raccomandare la possibilità di avvalersi di questa libera scelta. Presupposti della proposta di legge, ha spiegato il capogruppo Dottorini, sono la sicurezza della partoriente e del bambino, garantita da protocolli

rigidissimi che escludono a priori i dei casi che possano comportare complicazioni, e la sostenibilità economica della scelta. La gestante infatti si vede rimborsati i costi di assistenza sostenuti, ma solo nella misura dell’80 per cento della tariffa regionale, proprio a dimostrare che la diffusione del parto a domicilio avrebbe effetti economici positivi anche sul Servizio sanitario regionale, portando persino a un decongestionamento dei reparti di maternità. Inoltre la

Sanità. Parto domiciliare e case di maternità: “Massima sicurezza e risparmi per le casse regionali”

Nascere a casa, una legge per il parto naturale

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grande distribuzione. Nasce con questa logi-ca la proposta di legge di sostegno e promo-zione dei Gruppi d’acquisto solidali (Gas) e dei prodotti da filiera corta e di qualità pre-sentata a Palazzo Cesaroni dal capogruppo regionale dell’Idv Oliviero Dottorini e dal collega Paolo Brutti. “Sarebbe la prima legge regionale in Italia a sostenere effettivamente il consumo dei pro-dotti locali di qualità – ha spiegato il primo firmatario Dottorini - e a favorirne il consu-mo in base alla stagionalità e alla distanza di

produzione, i cosiddetti chilometri zero, ed anche la prima legge che privilegia la filiera corta, perché nei Gas l’incontro fra produtto-re e consumatore non ha intermediari”.“In questi ultimi anni i consumatori italiani hanno mostrato un’attenzione sempre mag-giore verso la filiera corta, i prodotti bio-logici e a basso impatto ambientale. Senza trascurare le motivazioni economiche”, ha affermato Dottorini portando l’esempio delle carote: “Al produttore vengono pagate solo nove centesimi al chilo, ma al supermerca-to le troviamo a non meno di un euro”. Una differenza immotivata che spiega anche la logica del mercato che sta uccidendo l’agri-coltura italiana. “Tra i nove centesimi e un euro ci sono margini per dare soddisfazio-ne sia a chi produce che a chi acquista”. In quest’ottica i Gas, così come altre proposte di filiera corta, possono dare un contributo concreto “non certo per risolvere i problemi enormi del settore agricolo – ha chiarito Dot-torini – ma certo per conciliare un reddito maggiore a chi produce in loco garantendo qualità certa e tangibile e l’esigenza di chi, in tempi di mozzarelle blu, comincia a prestare più attenzione a cosa mette nel suo piatto”.E’ infatti in netta crescita il fenomeno dei Gas. Ad oggi sono oltre 500 Gruppi di acqui-sto solidale registrati sul sito www.retegas.com. Si stima però che il numero di Gas pre-senti effettivamente in Italia sia all’incirca il doppio. Anche in Umbria stanno crescendo esperienze molto interessanti e sono ormai centinaia le famiglie coinvolte. Dottorini ha ricordato come oggi sia possibi-le la presentazione di questa ipotesi norma-tiva grazie al governo Prodi che nella legge finanziaria del 2007 definì i Gas dandogli di fatto una veste giuridica. Pertanto per Gas si intende un “soggetto associativo senza scopo di lucro costituito al fine di svolgere attività di acquisto collettivo di beni e di distribu-zione dei medesimi, senza ap-plicazione di nessun ricarico, esclusivamente agli aderenti, con finalità etiche, di solida-rietà sociale e di sostenibilità ambientale, in diretta attua-zione degli scopi istituzionali e con esclusione di attività di somministrazione e di vendi-ta”. Ed è su questa base che è stato possibile pensare ad un testo per pro-muovere il consumo di prodotti di qualità e per valorizzare le piccole e medie imprese agricole, per lo più a conduzione familiare, che operano e vivono sul territorio regionale, preservandone l’identità e la sopravvivenza e contribuendo, così, al loro mantenimento sul territorio. In sede di presentazione della proposta attese e interesse sono stati espressi da tutti i par-tecipanti: Vincenzo Vizioli (Aiab), Marjatta Heliste (Pro Bio) Tony Pisano (Gas-Gasto-ne), Luca Stalteri (produttore bio) Emiliano Marini (Umbria biologica), Alfredo Mona-celli (direttore Confagricoltura), Mario Giu-seppe Paolucci (Coldiretti).

Agricoltura e consumatori. Presentato a Palazzo Cesaroni il testo per i Gruppi di acquisto solidali

A tutto “Gas” verso la filiera cortaSe approvata, sarebbe la prima legge in Italia. Sostegno ai consumatori responsabili e ai prodotti di qualità: “Valorizzare i piccoli agricoltori per rispondere a una crisi di sistema”

La legge punto per puntoLa legge “Norme per il sostegno dei gruppi di acquisto solidale (Gas) e per la promozione dei prodotti ali-mentari da filiera corta e di qualità”, presentata dal gruppo consiliare Idv, primo firmatario Oliviero Dottorini, si propone di riconoscere e valorizza-re il consumo critico, consapevole e responsabile, come strumento di pro-mozione della salute e del benessere, incentivando i produttori locali e la diffusione dei loro prodotti di qualità. Per favorire la creazione dei Gas che senza scopi di lucro organizzano ac-quisti collettivi e la relativa distribu-zione, è previsto un incentivo iniziale massimo a fondo perduto di 5mila euro. Tre le tipologie di prodotti da acquistare e distribuire tramite i Gas: quelli della ‘filiera corta’, destinati a passare prevalentemente dal produt-

tore al consumatore; quelli a cosiddetto ‘chi-lometro zero’, prodotti all’interno del territorio regionale o comunque a una distanza non supe-riore a 40 chilometri; i prodotti agricoli ‘di qualità’ provenienti da

coltivazioni biologiche, o le produzioni tipiche e tradizionali a denominazione protetta.La Regione dovrà inoltre impegnarsi a sostenere le tre tipologie utilizzandole nella misura non inferiore al 50 per cento nell’ambito della ristorazione collettiva organizzata dagli enti pub-blici; ma anche con uno spazio dedi-cato sul portale web della Regione, con il sostegno all’avvio di mercati locali o comunque punti vendita riservati agli imprenditori agricoli locali e di qualità per la vendita diretta, i cosiddetti far-mer’s markets.

Le proposte di legge Idv

legge prevede la realizzazione di apposite case di maternità che oggi non esistono. In questa direzione ha precisato Dottorini si sono già mosse regioni come Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Lombardia, Provincia di Trento, dimostrando che questa scelta non ha comportato un aumento dei casi di rischio. Paolo Brutti ha inteso precisare che la proposta di legge non chiede alla Regione di attrezzare le sale delle previste case di maternità. Il parto a domicilio o nelle case di maternità finirà per ridurre i costi attuali proprio perché, sulla base dei buoni risultati conseguiti, porterà progressivamente ad un modello sostitutivo rispetto alla attuale ostetricia. Alla conferenza stampa, oltre ai due consiglieri presentatori del disegno di legge, sono intervenute anche le ostetriche Giuseppina Sciarrillo e Christiane Kappeler che hanno evidenziato come i parti patologici effettivi siano nella norma una percentuale minima, e la legge avrebbe il merito di assicurare una più adeguata assistenza ospedaliera a questi casi realmente patologici, garantendo interventi tempestivi, all’occorrenza, nei parti domiciliari che presentassero complicanze impreviste. Significativa la presenza delle studentesse del corso di Ostetricia dell’Università di Perugia e la testimonianza di Michela Brustenga, dell’associazione Mother Assistant.

Sanità. Parto domiciliare e case di maternità: “Massima sicurezza e risparmi per le casse regionali”

Nascere a casa, una legge per il parto naturale

è on-line il portale web Piazza Bio, il luogo d’in-contro tra chi offre e chi cerca cibi buoni e sani

http://www.piazzabio.it

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Un euro al metro cubo, ovvero due lire ogni litro d’acqua. È questo il prezzo che pagano le multinazionali come Rocchet-ta e Idrea per imbottigliare l’acqua che sgorga dalle sorgenti umbre e rivenderla sugli scaffali dei supermercati a prezzi non inferiori alle 400-600 lire al litro. Le aziende in questo modo sfruttano i territo-ri e i beni pubblici senza ricadute per le comunità locali e senza ritorni oc-cupazionali significativi, investendo per lo più in pubblicità e traspor-ti, scaricando tra l’altro sulla collettività il grave problema dello smalti-mento dei contenitori in Pet.“L’acqua – ha spiegato il capogruppo Idv Oli-viero Dottorini, annun-ciando la presentazione di una proposta di legge - è uno dei beni primari per i cittadini, un bene che viene pagato poco, troppo poco, dalle aziende private. Per questo occorre una modifica della leg-ge di ricerca, coltivazione e utilizzazione delle acque minerali volta a aumentare sensibilmente il prezzo del canone per la concessione di coltivazione. Oltre a que-sto è necessario che i proventi dei canoni per l’imbottigliamento vengano investiti in opere di manutenzione della rete idrica, in informazione sulle qualità dell’acqua pubblica, nel miglioramento delle risorse idriche, anche con ricadute nei territori interessati da insediamenti industriali di imbottigliamento”.I canoni sono fermi ormai a tre anni fa, quando fu Dottorini a farli aumentare da una a due lire al litro: “È giunto il momen-to di riaprire quel capitolo, intervenendo in modo più efficace per tutelare i beni pubblici della nostra regione”.I dati, aggiornati al 2008, ci dicono che in Umbria sono attive 17 concessioni di acque minerali ai fini dell’imbottiglia-mento e con un prelievo complessivo

annuo di circa 12.300 milioni di litri, con un consumo procapite di 192 litri annui. “Stiamo parlando di un business senza uguali, perché di fatto la materia prima acqua, sempre più preziosa e strategica, non costa nulla alle aziende in termini di concessione pubblica, e questo fa crescere l’imbottigliamento con una rapidità incre-

dibile – ha detto Dottorini -. Sarebbe inve-ce una buona pratica quella di incentivare le famiglie a bere l’acqua del rubinetto che per la maggior parte è buona come quella imbottigliata, ma per fare questo occorre una informazione corretta per garantire a tutti i cittadini la conoscenza delle qualità organolettiche dell’acqua che sgorga dai rubinetti”. Attualmente invece risulta difficile e mac-chinoso, se non impossibile, conoscere la qualità dell’acqua della rete pubblica. “Per

questo – ha affer-mato Dottorini - chiediamo che la Regione, insieme ad Arpa, Asl, Ati e aziende di ge-stione, metta in rete le analisi pe-riodiche dell’ac-qua potabile sud-divise quartiere per quartiere e

accessibili a tutti, così come accessibile a tutti deve essere un rapporto dedicato allo stato di salute della risorsa idrica umbra e la possibilità per il singolo cittadino di richiedere analisi complete dell’acqua del proprio rubinetto, senza aggravi di costi, così come avviene nei maggiori paesi europei. La mancanza di trasparenza, infatti, unita alla scarsa pubblicità che viene fatta dell’acqua e a un’accondiscendenza eccessiva nei con-fronti delle attività estrattive della regione, induce solo a sospetti e non incentiva certo l’uso dell’acqua pubblica”.

Acque minerali. Proposta di legge per innalzare i canoni di prelievo

Il businnes delle bollicineDottorini: “Rendere pubbliche le analisi periodiche dell’acquapotabile suddivise per quartiere. Stop alle speculazioni”

Prima il tentativo di recintare trecento ettari di terreno. Poi, smascherata questa prima manovra, l’idea di dissuadere even-tuali avventori con cartelli di divieto di ac-cesso abusivi. Grazie alla “disponibilità” dell’amministrazione di Città di Castello, una grande azienda agricola altotiberina ha tentato di dare una libera interpretazio-ne alle norme regionali, vietando il tran-sito nei propri terreni prima con un pro-getto di recinzione, poi con dei cartelli “fai da te”. Il braccio di ferro ha avuto come protagonisti l’associazione dei cercatori di tartufi dell’Altotevere e tutti gli amanti delle escursioni, dai semplici appassionati della campagna ai raccoglitori di funghi e erbe varie. L’intervento del consigliere regionale Oliviero Dottorini ha subito scongiura-to la recinzione di un’area boschiva così ampia, evitando di dare il via libera a un precedente pericoloso. “Avevamo chie-sto di rimediare a un pericoloso errore di superficialità amministrativa da parte dell’amministrazione dell’ex sindaco Cec-chini e abbiamo ottenuto giustizia – spiega Dottorini -. Sinceramente non si capisce la protervia con cui si è tentato di giustificare atti politici come quello che ha portato a concedere l’autorizzazione alla recinzione di 300 ettari di terreno in deroga ai regola-menti edilizi comunali e senza tenere con-to di una legge regionale e di ripetute sen-tenze della Corte costituzionale e del Tar”.Ma la questione ora viene riproposta. I proprietari dell’azienda agricola Roscetti hanno apposto cartelli di divieto che cor-rettamente l’associazione dei tartufai al-totiberini considera abusivi. Le foto non danno adito a dubbi e anche l’assessore Fernanda Cecchini (la stessa che, da sin-daco di Città di Castello, aveva dato la concessione alla mega recinzione) deve ammettere l’irregolarità della tabella-zione. Ma l’assessore afferma anche che nelle aziende faunistico venatorie la rac-colta dei tartufi non può essere esercitata liberamente, “cosa a nostro avviso grave e sbagliata, perché due sentenze della Corte costituzionale e una delibera di Giunta di-cono esattamente il contrario e cioè che la ricerca dei tartufi è da considerarsi libera e che il principio di libertà e supremazia degli interessi pubblici su quelli privati deve essere garantito”. La Regione è tenuta a garantire ai tartu-fai e a tutti i cittadini norme correttamente interpretate, che mettano finalmente un po’ di chiarezza in un settore che da trop-po tempo è lasciato all’interpretazione di sentenze e ricorsi vari. “Per noi – afferma Dottorini - è importante che l’assessore ammetta che le tabelle da noi denunciate sono di fatto abusive e che l’accertamento spetta alla Comunità montana e le sanzio-ni al Corpo forestale dello Stato. Adesso ci aspettiamo un’azione rapida di rimozione delle tabelle e le eventuali sanzioni a chi, incurante delle leggi e dei regolamenti, si è inventato tabelle con divieti inesistenti”.

Tartufi e polemicheProfumodi imbroglioRecinzioni e tabelle abusive al centro di un’interrogazione

Scomposizione del costodi una bottiglia d’acqua

Contenitore in Pet 51%

Trasporto 33%

Pubblicità 6,5%

Tappo 3,5%

Manodopera 2,5%

Etichetta 2,1%

Acqua 0,5%

Colla etichetta 0,2%

Acqua pubblica

“L’acqua non costa nulla

alle aziende ma i cittadini

pagano salato un bene comune”

è consultabile on-line la relazio-ne annuale sull’utilizzo delle ac-que minerali e termali in Umbria:

http://goo.gl/Anx9

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Con una interrogazione regionale presen-tata a inizio agosto all’assessore regio-nale alla Sanità sulle sorti del cosiddetto “Repartino”, Oliviero Dottorini solleva il velo sulla inconcepibile vicenda del man-cato trasferimento del Servizio psichiatri-co di diagnosi e cura (meglio conosciuto come “Repartino”) dal vecchio ospedale di Monteluce al nuovo policlinico S. Ma-ria della Misericordia di S. Andrea delle Fratte.L’interrogazione di Dottorini chiede in-fatti che la giunta regionale spieghi come mai, nonostante gli impegni reiterati, an-che propagandati a mezzo stampa dalle diverse amministrazioni regionali, non è ancora stato operato il trasferimento del cosiddetto “Repartino” presso il Silvestri-ni, così come previsto sin dal piano sani-tario 1999-2001 e quali provvedimenti la giunta intendesse attuare per risolvere il problema in tempi brevi.Un reparto particolareIl Repartino non è un reparto qualsiasi, a quel servizio vengono destinati i casi acu-ti, lì vengono effettuati i trattamenti sani-tari obbligatori, decisi da commissioni mi-ste di medici, amministratori locali e ma-gistrati. I pazienti che vi transitano sono

spesso quindi l’anello più debole della so-cietà e, nella maggior parte dei casi, affetti da patologie gravi. La mancata ubicazione di questo servizio all’interno dell’ospeda-le di Perugia impedisce di garantire loro un adeguato ed equo accesso alle cure sa-nitarie e, allo stesso tempo, non consente una reale integrazione in caso di emergen-ze psichiatriche. Tale situazione comporta anche un aggravio di spese per la manu-tenzione e la messa in sicurezza degli spa-zi attuali, oltre che per il personale medico ed infermieristico costretto a doppi turni. I record (negativi) dell’UmbriaGli standard nazionali parlano di un po-sto letto ogni 10mila abitanti. In Umbria il rapporto è circa di un posto letto ogni 30mila abitanti, uno fra i più bassi d’Italia, di sicuro al disotto degli standard di legge e, considerato il forte aumento dei distur-bi psichici da parte e l’affievolirsi delle risposte da parte dei servizi territoriali, il problema del mancato trasferimento pres-so il Silvestrini diviene ancor più grave.“Occorre che le istituzioni diano una ri-sposta immediata – ha affermato Dottorini - e che la classe dirigente della sanità lo-

cale renda conto del proprio operato, a co-minciare dal direttore dell’azienda ospe-daliera Orlandi; non sono più tollerabili rinvii. In gioco c’è una reputazione che i servizi psichiatrici dell’Umbria si sono guadagnati sul campo - prosegue l’espo-nente Idv – rappresentando per molti anni un servizio che ha fatto scuola in Italia e in Europa anticipando gli stressi principi innovatori della Legge Basaglia. Non è pensabile quindi che oggi l’Umbria si ras-segni a vedere riproposta l’immagine di una struttura manicomiale a oltre trent’an-ni dalla riforma Basaglia. Sarebbe un tra-dimento delle ragioni stesse della nostra convivenza civile”.Dibattito apertoL’iniziativa del capogruppo Idv ha portato questa vicenda all’attenzione dell’opinio-ne pubblica suscitando diversi interven-ti fra i quali quello del professor Paolo Della Torre che, in una lettera al Corriere dell’Umbria, ha spiegato come “il criterio nel distribuire le sempre scarse risorse di soldi, di spazio, di personale è quello di dare agli amici, ai potenti, ai protetti (tutta la vicenda del trasferimento lo conferma) e se un reparto, una patologia, un gruppo di malati non ha referenti politici, fonda-zioni, associazioni famiglie ecc. può tran-quillamente essere dimenticato”. In questi ultimissimi giorni la stampa ha riportato per l’ennesima volta la notizia di un imminente trasferimento del “Reparti-no”. Si tratterà della solita rituale dichia-razione per mettere a tacere le polemiche o stavolta si farà davvero sul serio? Stare-mo a vedere.

Psichiatria. La vicenda del Repartino dimenticato a Monteluce

Se l’Umbria tradisce BasagliaDottorini a Riommi: “Si vuole riproporre l’isolamento di una struttura manicomiale?La Regione chiarisca e agisca subito, in gioco la reputazione conquistata negli anni”

Si è finalmente concluso l’iter della legge Dottorini che istituisce il marchio del mo-bile in stile dell’Umbria. Una legge forte-mente apprezzata dagli artigiani locali e portata avanti fino all’approvazione e al finanziamento dal capogruppo dell’Italia dei Valori in Consiglio regionale con la collaborazione del Consorzio del mobile Altotiberino Smai.Il Comitato di tutela del marchio ha già predisposto il disciplinare ed è pron-ta ormai anche l’elaborazione grafica. “Nell’inerzia che contraddistingue il mondo delle istituzioni – ha detto Dotto-rini - credo che sia un segnale importante che non avrà certo il potere di ribaltare una situazione che ha origini antiche, ma che riesce comunque a indicare una dire-zione. Occorre puntare sulla qualità, sul valore aggiunto che i marchi e le certifi-cazioni possono garantire. C’è, nel settore dell’artigianato, la necessità di innovare, di battere strade inesplorate, magari so-stenuti da istituzioni e organizzazioni di categoria. Senza una visione non si va da

nessuna parte”.Andando nel concreto, le botteghe arti-giane che lo vorranno potranno fregiarsi di un marchio che certificherà la qualità e l’unicità del vero mobile in stile artigiana-le. Nessuno potrà importare i mobili pro-dotti in Cina o nell’est Europa dichiaran-do che sono frutto del lavoro artigianale dell’Umbria o dell’Altotevere.“Adesso la partita è tutta in mano alle isti-tuzioni locali. Oggi, purtroppo – ha ricor-dato il promotore della legge - i produttori si trovano costretti ad affrontare una com-petizione insostenibile sul prezzo e sulla quantità con la grande distribuzione ed è per questo che occorre puntare sulla qua-lità del prodotto assicurata dalle tante pic-cole aziende e dagli artigiani del territorio. Un arcipelago così frammentato si trova però a dover affrontare le sfide del mar-keting e del design per essere realmente competitivo sul mercato e deve poter con-tare su un efficace veicolo promozionale e di raccordo”. In questi ambiti il marchio diventa fondamentale per riconoscere da

subito le eccellen-ze artigianali e le tipicità del nostro territorio.“Di fronte alla crisi che sta vivendo il settore e mentre si affacciano ipotesi di insediamento di multinazionali come Ikea, sareb-be gravissimo se le istituzioni continuassero a rimanere con le mani in mano. E’ importante sottoline-are – ha detto Dottorini - che, di fronte a tante leggi che rimangono sulla carta, il nostro impegno costante è stato in grado di dare all’Umbria un provvedimento che oggi rappresenta una risposta concreta ca-pace di sostenere le imprese artigianali di qualità che caratterizzano il nostro terri-torio e sulle quali la nostra regione deve scommettere per pensare ad uno sviluppo economico sostenibile, duraturo e non imitabile”.

Mobile in stile.Una risposta concreta per gli artigiani umbri

Pronto il marchio della legge Dottorini

Salute mentale

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“E’ giunto il momento di porre sul tavolo delle politiche di governo, a fianco di una decisa opzione a favore delle energie rin-novabili, il tema della riconversione della centrale a carbone di Bastardo che è giu-sto ormai annoverare tra le testimonianze di archeologia industriale ed energetica della nostra regione”. Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell’Italia dei Valori in Consiglio regionale, ha preso posizione sulle molte criticità ambientali della centrale a carbone Enel “Pietro Van-nucci” di Gualdo Cattaneo per chiedere la riconversione di un impianto che già il mi-nistro Calderoli in un’intervista di circa un anno fa ebbe modo di individuare come “altamente inquinante”.“Chiudete quell’impianto”“In un’intervista di circa un anno fa – spiega Dottorini - Calderoli parlò di due impianti da dismettere. Uno a olio combu-stibile in Sicilia, l’altro a carbone in Um-bria, entrambi altamente inquinanti. Ci

sembra che rispetto a quell’intendimento ci sia solo da chiede-re un impegno della Regione e del Go-verno nazionale per evitare una chiusura tout court e puntare invece su un progetto di riconversione alla produzione di ener-gia da fonti rinnova-bili. Da anni chiedia-mo che venga fatta luce sulle problemati-che ambientali che la centrale a carbone di Bastardo sta generando in un territorio conosciuto in tutto il mondo per i prodotti tipici come l’olio extravergine e il Sagran-tino. Le nostre numerose interrogazioni sui carbonili scoperti tuttavia attendono ancora una risposta e non ha trovato appli-cazione l’indagine epidemiologica previ-sta dalla mozione approvata dal Consiglio regionale nell’ottobre del 2007 tesa a veri-

ficare la diffusione di malattie e patologie correlate alla combustione del materiale utilizzato per la produzione di energia. Questo è molto grave”.Enormi criticitàPer questo Dottorini ha preso le distanze dalla deliberazione del Consiglio pro-vinciale di Perugia che ha chiesto che si soprassedesse alla chiusura dell’impian-to: “Come abbiamo già chiesto in sede di discussione delle linee programmatiche della presidente Marini – ha spiegato Dot-torini - ci sembra sia giunto il momento di porre il tema della riconversione della centrale di Bastardo sui tavoli della poli-tica e del governo regionale e nazionale”.“L’impianto di Gualdo Cattaneo – ha con-cluso l’esponente Idv - deve essere tra-sformato in una delle più grandi centrali di energia proveniente da fonti rinnovabili dell’intera Regione, garantendo continu-ità occupazionale e compatibilità con la vocazione turistica ed enogastronomica. Le tecnologie ci sono e sono presenti nel nostro territorio. Occorre solo la volontà politica nell’affrontare scelte di cambia-mento, senza attardarsi in politiche di con-servazione e in difese d’ufficio”.

I comitati sostengono che l’impatto del tracciato sui territori sarà devastante. Il gasdotto Snam Brindisi-Minerbio passe-rà in buona parte sulla cresta di crinali di pregio, attraversando numerosissimi corsi d’acqua, aree naturali protette, siti di im-portanza comunitaria e zone di protezione speciale. In Umbria saranno interessati dal tracciato il Parco nazionale dei Monti sibillini, i boschi del bacino di Gubbio, il fiume Topino e i boschi di Pietralunga.E’ per questo che il comitato “No-tubo”, assieme alle provincie di Perugia e di Pesaro-Urbino, al comune di Gubbio, alla comunità montana del Catria e del Nero-ne e numerose associazioni ambientaliste e civiche, ha presentato un ricorso alla Commissione Europea affinché valuti la rispondenza alle normative comunitarie in materia di Valutazione ambientale strate-gica di Valutazione di impatto ambientale.

“Ora occorre che anche la Regione si co-stituisca al fianco dei cittadini e delle altre amministrazioni - ha detto Oliviero Dot-torini, commentando la notizia del ricor-so -. E’ necessario chiedere la revisione del tracciato di un’opera dal grandissimo impatto ambientale in territori a rischio di fragilità geologica e sismica, che pro-durrebbe danni irreparabili al paesaggio e all’economia dei paesi coinvolti dal trac-ciato”. “Chiediamo un atto di coerenza – ha spiegato il capogruppo Idv in Consiglio regionale - non per escludere a priori il passaggio della linea di metanodotto, ma per giungere alla scelta di un tracciato ra-zionale e per vigilare affinché tutte le pro-cedure autorizzative di un’opera di tale portata siano rispettate, coinvolgendo le comunità locali interessate per consentire di scegliere i tracciati meno impattanti e più sicuri”. Della vicenda è stato investito anche il parlamentare europeo Idv Luigi De Magistris.

Gualdo Cattaneo. Nel 2007 la maggioranza approvò la mozione “Dottorini” contro il rilancio

Una centrale da riconvertireIl Ministro Calderoli definì l’impianto come “altamente inquinante” e quindi da dismettere.Ma oggi la Provincia di Perugia frena. Dottorini: “Avanti con le rinnovabili”

Metanodotto Snam. L’idv sostiene il ricorso di Provinciae comuni. “La Regione faccia la sua parte”

“L’Umbria si attiviper rivedere il tracciato”

Tutti i numeri del progetto che divide l’Italia700 chilometri di linea1,2 metri diametro delle tubazioni5 metri di trincea per interrare le tubazioni40 metri (20+20 metri) di servitù attorno al tubo

Chiarezza per la Umbracer di Cannara“È urgente che la Regione faccia chiarezza sulla vicenda della Umbra-cer di Cannara. Non è pensabile che un’azienda con commesse e ordini da evadere si trovi nell’incertezza finanziaria e che i lavoratori non sappiano se percepiranno lo stipendio e gli arretrati”. Con queste parole il capogruppo Idv Oliviero Dottorini ha presentato i contenuti di un’interro-gazione urgente alla Giunta regionale per chiedere “quali misure intende attivare per garantire la ripresa della normale attività lavorativa”.“Sappiamo che Sviluppumbria sta seguendo la questione per conto della Regione - ha detto Dottorini -, ma ad oggi non si hanno ancora dati certi sulla consistenza del Piano industria-le messo a punto dall’azienda. Non vorremmo che fossero i cittadini a sperimentare sulla propria pelle le conseguenze di scelte sbagliate”.

Gualdo Cattaneo

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Un disastro ambientale fra i più grandi mai visti in Umbria, che ha visto 26 in-dagati fra allevatori della Codep, tecnici dell’Arpa e membri della giunta comuna-le di Bettona, per reati gravissimi come disastro ambientale, associazione per delinquere, falso e abuso d’ufficio. Con l’operazione “Laguna de Cerdos” il Pm Manuela Comodi ha messo sotto i riflet-tori uno degli scandali più gravi mai re-gistrati in Umbria, a dimostrazione che per decenni, in una rete di collusione fra soggetti pubblici e privati, fra controllo-ri e controllati, si è perpetrato nella zona di Bettona uno scempio ambientale dalle proporzioni inaudite che dimostra, da par-te di chi lo ha messo in atto, il più comple-to disprezzo per l’ambiente e per la salute dei cittadini.Denunce e inciuciIl provvedimento di chiusura delle indagi-ni conferma pienamente tutte le anomalie che i comitati cittadini denunciavano da anni e dimostra quanto opportuna e lun-gimirante sia stata la scelta di Oliviero Dottorini, nel dicembre scorso, di votare in Consiglio regionale contro l’approva-zione di un prov-vedimento sugli allevamenti zoo-tecnici contenuto nel Piano acque della Regione, frutto di un inciu-cio inaudito fra sinistra e destra e costruito esclu-sivamente sulle esigenze degli allevatori, senza prendere minima-mente in conside-razione le istanze dei cittadini. Nella vo-tazione in Consiglio regionale furono 15 i voti favorevoli (Pd, Udc, Prc e Sinistra e Libertà). Il centrodestra si astenne, soddi-sfatto per gli emendamenti ottenuti dalla Giunta che aveva accontentato gli alleva-tori, preferendo sacrificare le ragioni dell’ ambiente e dei suoi abitanti. L’unico voto contrario fu quello di Italia dei Valori, con Dottorini. “Sono anni che siamo a fianco delle asso-ciazioni locali e dei comitati di cittadini che per primi avevano segnalato la gravità di quanto stava avvenendo in quell’area - commenta Oliviero Dottorini -. Occorre che la politica prenda atto di questo disa-stro giudiziario ed ambientale senza pre-cedenti per sgomberare il campo da ogni ipotesi di soluzione pasticciata”.Risposte vaghe e quereleOliviero Dottorini e Paolo Brutti hanno presentato un’interrogazione agli asses-sori all’Ambiente e alle Politiche agricole per chiedere le ragioni che hanno indotto la giunta regionale a incontrare rappre-sentanti dell’amministrazione di Bettona (che già risultavano indagati) per proget-

tare il futuro della zootecnia in Umbria. Risultato? Da parte degli assessori inter-rogati risposte vaghe ed elusive, da parte dell’amministrazione comunale di Betto-na minacce di querela al Presidente del gruppo Idv Dottorini.“Le minacce non ci spaventano”“Le minacce di querela del sindaco e del vice-sindaco di Bettona non ci spaventano - questo il commento di Oliviero Dottorini

- e non ci impediranno di continua-re a difendere le questioni che per noi sono prioritarie: la tutela della salute dei cittadini e il rilancio di un’economia sana e compatibile con l’ambiente. Ci batteremo per-ché la Regione elabori un Piano per la zootecnia sostenibile in Umbria, coinvolgendo i cittadini e abban-donando ipotesi che non tengano conto dell’equilibrio ambientale e territoriale. L’Umbria ha bisogno di allevamenti basati su marchi e certificazioni, su una filiera corta e

di qualità, integrata con il territorio, capa-ce di qualificare i nostri prodotti e di ge-nerare valore aggiunto. Ora che è stata la Magistratura e distribuire torti e ragioni su questa inqualificabile vicenda, è necessa-rio che la politica lavori per recuperare la fiducia della popolazione e per cercare al più presto soluzioni che segnino un deciso cambio di marcia”.

Zootecnia. Reati gravissimi contestati a allevatori, tecnici Arpa e assessori di Bettona

Un affare che puzzaIdv chiede un piano per la zootecnia sostenibile: “Impossibile continuare così, noi dalla partedelle popolazioni locali contro chi specula su ambiente e salute”

Ci voleva un’interrogazione del presi-dente del gruppo Idv in Regione Olivie-ro Dottorini per far riemergere i 262mila euro destinati al sostegno dell’agricol-tura biologica, stanziati dal Ministero nel 2003-2004 e inspiegabilmente tenuti bloccati in qualche cassetto dell’asses-sorato regionale all’Agricoltura.L’interrogazione di Dottorini chiedeva conto delle motivazioni che avevano in-dotto l’assessorato all’Agricoltura a non utilizzare i fondi per lo sviluppo ed il sostegno dell’agricoltura biologica stan-ziati dal ministero delle Politiche agrico-le in base a una legge, la n. 38 del 2003, che fissava una tassazione sull’uso di fitofarmaci in agricoltura. La cosiddetta “tassa su pesticidi” prevedeva il prelievo del 2 per cento sulla vendita dei concimi e principi attivi chimici, il cui importo andava a sostegno dei produttori biolo-gici. “Non si comprendono i motivi che hanno indotto l’Umbria a rinunciare a investire queste risorse per sostenere un settore strategico per la nostra regione e che versa in condizioni di grave dif-ficoltà”, spiega Dottorini, che aggiunge: “E’ gravissimo e significativo di un ap-proccio miope il fatto che si sia per anni rinunciato a sfruttare un’occasione di questo genere, soprattutto in un momen-to di grave crisi economica, rischiando di aggravare la situazione soprattutto dei piccoli produttori, già pesantemente penalizzati dalle politiche del Piano di sviluppo rurale”.

La risposta dell’assessore all’Agricoltu-ra Fernanda Cecchini è stata immediata: le organizzazioni del biologico sono sta-te convocate a un tavolo in cui è stata comunicata l’intenzione di sbloccare le risorse. Una decisione che ha soddisfat-to Dottorini e le organizzazioni di cate-goria: ““E’ giusto che gli operatori biologici della regione sappiano quali interventi la giunta intende individuare al fine di recuperare ed utilizzare queste risorse per gli scopi per i quali erano state stan-ziate. E’ inspiegabile e strategicamente sbagliato infatti non valorizzare un set-tore che a livello nazionale fa segnare una crescita della domanda, a fronte di un andamento stagnante dei consumi alimentari in generale”.Un segnale preoccupante è rappresenta-to dal fatto che sono in diminuzione le aziende agricole che si iscrivono all’Al-bo regionale degli operatori biologici: “Un dato che forse è dovuto ad anni di ritardati pagamenti dei premi del Piano di sviluppo rurale – spiega Dottorini - e a politiche fortemente sbilanciate verso l’agricoltura convenzionale”. Per questo l’Italia dei Valori presterà la massima attenzione alla revisione del Psr che dovrà individuare azioni idonee a valorizzare un comparto che, se non si attivano politiche efficaci, rischia di scomparire, nonostante si registrino co-stanti incrementi della domanda di pro-dotti biologici da parte dei consumatori.

Agricoltura. A segno l’interrogazione dell’Idv

Sbloccati i fondi per il bioOltre 260mila euro giacevano da sette anni nei cassettidell’assessorato. Dottorini: “Adesso modificare il Psr”

“Gravel’accordo

trasversale che portò destra e sinistra ad approvare un Piano fatto su misura per gli

allevatori”

Zootecnia e biologico

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E la chiamano imprenditoria. Acquistare aziende sull’orlo del fallimento con una par-te di soldi pubblici drenati dalle finanziarie regionali, esibirsi agli occhi dell’opinione pubblica come il “salvatore” dell’economia cittadina e gonfiarsi di orgoglio per ordini e commesse appena raggiunte. Finire poi però con il vendere il tutto al migliore of-ferente, non importa se sia conosciuto come

spregiudicato e con una storia ricca di pre-cedenti giudiziari. È questa la storia della Ponti editoriale, conosciuta prima come Ipf-Web, azienda storica del comparto grafico tifernate, entrata in crisi nel 2005 e salvata all’epoca dal tifernate Giuseppe Ponti. Un imprenditore tuttofare: dalle macchine car-totecniche alla stampa, dalla meccatronica ai corsi finanziati dai fondi europei, con un ricco “aiutino” regionale attraverso le finan-ziarie Gepafin e Sviluppumbria.Poi il “colpo di genio”: vendere tutto, cer-care di limitare al minimo i danni (suoi) e lasciare al “Caso” il resto (i lavoratori). Ed è così che la maggioranza del gruppo Ponti editoriale passa di mano e va a finire nel-la mani poco pulite di Gian Gaetano Caso che prima di essere arrestato fa in tempo a denunciare i lavoratori tifernati per “non cu-ranza e disaffezione al lavoro” a seguito di uno sciopero. Accuse gravissime a suo ca-rico, tra cui bancarotta fraudolenta, tentata truffa aggravata, abusivismo bancario per oltre 200 milioni di euro, 9 milioni di euro di fatture false, 80 milioni di euro di fittizi aumenti di capitale sociale.“Lo avevamo detto in tempi non sospetti”, ha commentato Oliviero Dottorini, capo-gruppo dell’Italia dei Valori in Consiglio regionale alla notizia dell’arresto dell’im-prenditore, spiegando come “la Ponti edi-toriale e i suoi proprietari sono stati molto abili nell’intercettare risorse pubbliche, ma non altrettanto nel garantire continuità oc-cupazionale e ricadute economiche sul ter-ritorio. La notizia dell’arresto del socio di maggioranza Gian Gaetano Caso deve farci riflettere. Dobbiamo chiederci a quali per-sone abbiamo consegnato le nostre aziende e il futuro di centinaia di famiglie tifernati”.“L’aver consentito l’ingresso di un’impren-ditoria d’avventura nella compagine di una

società rilevata anche con soldi pubblici si rivela oggi in tutta la sua gravità. Qualcuno, sempre pronto al taglio dei nastri, dovrebbe avere il buon gusto di spiegarci come tut-to questo sia potuto avvenire e come si sia potuto dare credito a certi imprenditori. In gioco – ha spiegato il presidente della com-missione Bilancio e Affari istituzionali di Palazzo Cesaroni - c’è il futuro di decine di famiglie, ma soprattutto la dignità di una città e di un comprensorio. Certa impren-ditoria rischia di inquinare pesantemente il nostro tessuto economico, con ripercussioni pesanti sulla tenuta dell’intero sistema”.Rapida la replica del gruppo Ponti, che attraverso l’avvoca-to Michele Andrea-no, annuncia di aver querelato Dottorini dicendo che “Tutta la questione, per la tutela del decoro e l’onorabilità della famiglia Ponti, sarà portata al vaglio della Magistratura, non potendo la famiglia Ponti tollerare oltre le veritiere e gravi accuse mosse a mezzo stampa del consigliere Dottorini”.“Sappiamo dagli organi di stampa che sulla vicenda Ponti editoriale sono in corso pro-cedimenti giudiziari che ovviamente non ci riguardano – ha subito replicato il capo-gruppo dell’Italia dei Valori -. Ci riguarda molto da vicino, invece, il modo in cui ven-gono investiti i denari pubblici e per questo garantisco che non verrò meno al diritto-dovere di indagine e controllo che il mio ruolo istituzionale mi consente e mi impone. Pertanto continuerò a chiedere chiarezza e trasparenza su questa come su altre vicende, soprattutto quando in gioco ci sono la sorte di interi nuclei familiari e la credibilità del nostro sistema economico. Lo farò attraver-so tutti gli strumenti che il Consiglio regio-nale mette a disposizione, ritenendolo un dovere morale, civile e politico. Una cosa è certa: non saranno le minacce di quere-la a intimidirci. Continueremo a utilizzare tutti gli strumenti democratici a nostra di-sposizione per fare chiarezza attorno a que-sta vicenda e per rendere conto ai cittadini dell’esito che hanno i finanziamenti che la Regione Umbria eroga attraverso la sua fi-nanziaria Gepafin”.

Ponti editoriale. Dopo il salvataggio, anche con soldi pubblici, l’azienda svenduta a strani imprenditori

Un arresto per CasoLavoratori denunciati, stipendi e tredicesime a rischio. Dottorini: “Ponti abile nell’intercettare risorse pubbliche, ma non altrettanto nel garantire occupazione e ricadute economiche sul territorio”

A Dottorini, che aveva parlato di “im-prenditori molto abili nell’intercettare risorse pubbliche, meno nel garantire continuità occupazionale e ricadute sul territorio”, l’amministratore unico della Ponti Group Holding (e consigliera co-munale del Pd) Mirella Bianconi Pon-ti aveva risposto indignata: “La Ponti Editoriale non ha avuto finanziamenti pubblici, né dalla Regione dell’Umbria, né dalla Provincia di Perugia, né dal Co-mune di Città di Castello”.Immediata la replica del presidente della commissione Bilancio di Palazzo Cesa-roni Oliviero Dottorini che, supportato dai dati regionali, ha reso noti i finan-ziamenti diretti o indiretti ottenuti dal Gruppo Ponti nel corso degli anni.ll rischio complessivo assunto da Gepa-fin, la finanziaria della Regione Umbria, nei confronti delle aziende del gruppo Ponti era originariamente pari a 2 mi-lioni e 214mila euro e ad inizio 2010 il rischio residuo ammontava a 1 milio-ne e 540mila euro distribuiti in diver-se operazioni di finanziamento. Questi interventi hanno contribuito ad attivare oltre 6 milioni e 650mila euro. In par-ticolare al momento dell’acquisizione di Ipf-Web da parte di Ponti, Gepafin ha partecipato direttamente al capitale sociale con 500mila euro, uscendone nei primi mesi del 2009. Inoltre risulta un finanziamento di Gepafin alla società Cmc all’epoca riconducibile a Ponti per aumentare il capitale sociale sulla Ponti editoriale (altra società del gruppo Pon-ti). In totale le operazioni della finan-ziaria regionale sul gruppo Ponti sono state 10, di cui 8 finanziamenti o lea-sing e 2 operazioni di finanziamento diretto. Cinque dei 10 interventi hanno riguardato la Ponti editoriale che a livel-lo regionale è stata una delle realtà più assistite dalla finanziaria regionale Ge-pafin. Tutti denari pubblici di cui quel gruppo, e in particolare Ponti editoriale, ha goduto e che oggi qualcuno dovrebbe spiegarci come sono stati utilizzati e con quali criteri, dal momento che i risultati sono quelli che l’articolo sopra ha de-scritto.

E l’azienda riparte…Dopo tante sofferenze (e liberi da Ponti e da Caso) paiono riprendere il largo le attività dell’azienda tifernate. È notizia di fine estate infatti che l’Amministrato-re unico Ennio Guerra, nominato a se-guito della fallimentare gestione di Gian Gaetano Caso, sembra aver raggiunto un accordo con un importante imprenditore marchigiano del settore grafico, pronto a rilevare l’intero gruppo altotiberino. Ma c’è di più. A confermare che qualcosa si sta muovendo sono i lavori dei tecnici che già da alcuni giorni sono all’interno dei locali dell’azienda a rimettere a nor-ma quei macchinari sigillati dalla Asl1 qualche giorno prima del crack “Caso”. Se le trattative andranno a buon fine an-che i dipendenti, impegnati in una lunga ed estenuante vertenza, potrebbero tirare un sospiro di sollievo. Perché il nuovo imprenditore avrebbe già commesse sufficienti per far ripartire l’azienda e con essa tutti o parte dei lavoratori ora in mobilità.

Il gruppo Ponti esposto per 1milione e 540mila euro

Assistenzialismo ad personam?

Ponti editoriale

“Fare chiarezzaattorno a

questa vicenda. Per rispetto dei lavoratori e dei contribuenti”

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Dicevano che avrebbe dato slancio econo-mico e urbanistico all’intera Alta valle del Tevere. Pensata e messa lì dall’ex sindaco di Città di Castello Fernanda Cecchini e dal sindaco di San Giustino Fabio Buschi, la Piastra logistica dell’Altotevere è oggi considerata da tutti un progetto aberran-te, l’unico centro intermodale dell’Italia centrale privo di scambio ferro-gomma. “Assomiglia sempre più ad una farsa, una storia che non ha più fine”, ha detto Oli-viero Dottorini, capogruppo dell’Italia dei Valori in Consiglio regionale, che da cin-que anni si batte per una soluzione tecnica e urbanistica che consenta il collegamento del centro intermodale con la ferrovia e garantisca all’Altotevere il rispetto che da decenni vede mancare.I pentiti del giorno dopo“Solo ora, quando è impossibile tornare indietro, in molti tornano con i piedi per terra e si accorgono del danno che subi-ranno le prospettive di sviluppo della Val-tiberina - spiega Dottorini -. Dopo aver so-stenuto in ogni sede che per il centro inter-modale dell’Altotevere non era necessario il collegamento ferroviario, nel nuovo Piano regolatore della città si prevede la realizzazione di un nuovo asse ferroviario che attraversa la E45 in trincea per colle-garsi alla Piastra logistica. Denari gettati al vento che potevano essere risparmiati solo che si fosse avuta l’umiltà di ammet-tere il grave errore progettuale e strategico di un Polo logistico che non prevede l’in-terscambio ferro-gomma”. E’ proprio per rimediare a questa inca-pacità progettuale e logistica che le am-ministrazioni di Città di Castello e San Giustino hanno chiesto di far transitare la E78 a ridosso degli abitati di Cerbara, Sel-ci e Lama, in modo da intercettare il sito di un’opera, la piastra logistica appunto, che solo oggi si ammette essere frutto di scelte miopi e prive di strategia. “A nulla sono valse – racconta Dottorini - le nostre proposte di far realizzare uno studio tecni-co che mettesse a confronto tutte le ipotesi possibili di tracciato per la E78, compresa quella di alcuni noti e stimati tecnici lo-cali. Quello scelto è un tracciato irrazio-nale, individuato soltanto per rimediare all’errore della Piastra logistica. A essere danneggiata sarà l’intera vallata, gli abi-tati di Cerbara, Selci e Lama subiranno una ferita insanabile, sacrificati sull’altare della Piastra”.Duranti e la memoria cortaA queste osservazioni ha risposto l’asses-sore al comune di Città di Castello Dome-nico Duranti che, forse per difesa d’uffi-cio, ha cercato di giustificare l’ingiustifi-cabile, balbettando parole come sviluppo, ripresa economica, rilancio del territorio e interessi comuni: occorre andare avanti – ha spiegato - oggi non è possibile mo-dificare nulla, Dottorini doveva pensarci prima.Peccato che le critiche alla Piastra logi-stica (con puntuali controproposte) risal-

gono a sei anni fa, quando il progetto era appena una bozza: “Forse l’assessore ha la memoria corta – ha risposto Dottorini - altrimenti ricorderebbe che noi sin dal primo momento chiedemmo di modifica-re quel progetto che, senza aumento dei costi, avrebbe comunque potuto svolgere una funzione più integrata e di impulso all’economia locale. Un misto di pre-sunzione e arroganza impedì all’epoca di prendere atto dell’errore che si stava compiendo e che oggi è sotto gli occhi di tutti. La stessa protervia che ha portato a svendere gli interessi del nostro territorio sui rifiuti e sull’economia. Sarebbe oppor-tuno, ad esempio che Duranti ci spiegasse come ha fatto ad accettare un progetto che per l’Altotevere ammonta a 16 milioni di euro, mentre per Foligno e per Terni si

raggiungono i 39 milioni di euro. Cosa ha Città di Castello che non va?” Politiche subalterne e miopi“È nostra convinzione – ha concluso Dot-torini replicando a Duranti - che solo met-tendo in atto azioni concrete e corali per rivedere certe scelte scellerate sarà possi-bile recuperare un’autorevolezza a Città di Castello. Anni di subalternità a voleri extraterritoriali e di miopia politica non hanno aiutato nel percorso di rilancio dei valori e dei talenti dell’Altotevere. Sareb-be grave voler perseverare. Il segnale che ci giunge dai cittadini, ratificato in modo eclatante dalle ultime elezioni regionali, è quello di un cambiamento autentico e di un senso di responsabilità che vada oltre rancori comprensibili, ma forse troppo nervosi”.

Piastra logistica e Due mari. Svenduti gli interessi dell’Altotevere

Un errore tira l’altroOggi tutti considerano il Centro intermodale come “un progetto aberrante” che condiziona anchela scelta per la E78. Dottorini: “Nostra l’unica piastra senza collegamento ferro-gomma”

Si avvicina sempre più la data di scadenza per l’amministrazione comunale di Cit-tà di Castello. A primavera del prossimo anno ci saranno le elezioni comunali e per alcuni è già iniziata una campagna elet-torale senza esclusione di colpi. Anche il nuovo Piano regolatore rischia di diventa-re materia di scambio per ottenere consen-si. Da qui la presa di posizione di Olviero Dottorini che chiede di “sottrarre il nuovo Prg da mercanteggiamenti e da tentazioni clientelari”.“È fondamentale – ha spiegato - che il nuovo Piano regolatore venga approvato dal prossimo Consiglio comunale e non

da un Consiglio con il mandato a termine, una maggioranza retta da un pro-sindaco non scelto dagli elettori e un quadro di rapporti politici a dir poco anomalo. Non è pensabile che in piena campagna eletto-rale un’assemblea in scadenza si appresti a deliberare su un atto fondamentale per il futuro della città e del suo sviluppo econo-mico, ambientale e paesaggistico”.Dottorini richiede “un atto di responsabi-lità, quello di affidare la realizzazione e l’approvazione finale al nuovo Consiglio comunale: solo in questo modo sarà pos-sibile approvare un Piano regolatore privo di vizi elettoralistici. Il rischio altrimenti è di predisporre una campagna elettorale basata interamente sul Piano regolatore e magari sui favori ad esso legati, creando le condizioni per disilludere molti citta-dini”.“Dobbiamo evitare gli errori del passato, dal caso della ex-Fat al mostro proget-tuale della Piastra logistica, dal degrado della città allo stato di misero abbandono dell’ex Ospedale, simboli di miopia poli-tica e di un immobilismo amministrativo che per troppo tempo hanno caratterizzato la vita politica di Città di Castello”.

Città di Castello. “Rinviare il nuovo Prg”

Piano a rischio clientele

Piastra logistica e E78

“I partiti facciano un passo indietro, noi non ci piegheremo a manovre di Palazzo. Città di Castello deve voltare pagina”. Per leggere l’intervista a Oliviero Dottorini sulle prossime ammini-strative a Città di Castello:

http://goo.gl/bsQW

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Il 29 luglio scorso Italia dei Valori ha depositato presso la Cassazione le firme raccolte per i tre referendum contro il ri-torno a nucleare, contro la privatizzazione dell’acqua e per l’abrogazione della legge sul legittimo impedimento. Un succes-so importantissimo, che dimostra come, nonostante la propaganda fuorviante dei principali mezzi di informazione, il go-verno Berlusconi non sia riuscito ancora a darla a bere agli italiani. “Il no netto a tre normative altamente an-tidemocratiche di oltre 2,2 milioni di citta-dini che complessivamente hanno firmato i tre referendum – ha commentato Olivie-ro Dottorini - è un segnale incoraggiante per tutti coloro che hanno a cuore la sal-vaguardia dei beni comuni, dell’ambien-te e del principio di uguaglianza di ogni cittadino di fronte alla legge”. Il capogruppo Idv in Consiglio regionale ha voluto ringraziare tutti coloro che han-no firmato e quanti hanno permesso, con la loro presenza ai gazebo, di raggiungere questo straordinario risultato: “E’ motivo di grande soddisfazione poter affermare, anche alla luce delle oltre 20mila firme complessive raccolte in Umbria, che Ita-lia dei Valori proseguirà questa battaglia di civiltà supportata da milioni di cittadi-ni che hanno ben compreso la portata del

messaggio che i tre quesiti referendari racchiudono. Il referendum, mai come in questo momento, rappresenta l’unica for-ma di democrazia diretta e i tanti cittadini che hanno firmato ci dimostrano che non sono più disposti a tollerare questo gover-no che calpesta i principi basilari della no-stra Costituzione”.Adesso diviene più che mai necessario trovare una strategia comune con il Forum per l’acqua e con i comitati.

Nucleare, acqua, legittimo impedimento. Gli Italiani contro le leggi volute dal Governo Berlusconi

Referendum, obiettivi raggiuntiUn no netto a tre normative altamente antidemocratiche.Trovare una strategia comune con Forum e comitati

Ottengono un risultato eccezionale i tre referendum promossi dal Forum italia-no dei movimenti per l’acqua. Ognu-no dei tre quesiti ha ottenuto oltre un milione e 400mila firme. Si tratta della raccolta più grande di sempre per l’Ita-lia. “Siamo estremamente soddisfatti – ha detto Guido Barbera, presidente di 'Solidarietà e Cooperazione Cip-si' - dell'enorme risposta arrivata dai cittadini e dalla società civile italiana su questo tema, che riguarda il futuro di tutti. Una grande mobilitazione, un

grande segnale di civiltà e di cittadi-nanza responsabile, che siamo convinti verrà suggellato il prossimo anno dalla partecipazione di tante persone al voto referendario”. “Noi affermiamo che l’acqua è essenziale per la vita di ogni uomo e di tutti gli esseri viventi - ha spiegato Alex Zanotelli -. L’uomo è cu-stode delle risorse idriche, che devono essere garantite a tutte le creature”.Sarà importante che tra Idv e Forum si costruiscano ponti di dialogo per una battaglia comune.

Record assoluto di firme. Zanotelli: “Acqua fonte di vita”

E il Forum per l’acqua fa il pieno

Riduzione dei costi della politica, rein-troduzione dell’Ici sulle case di lusso, aumento al 12 per cento delle tasse sui ca-pitali rimpatriati con lo scudo fiscale, lot-ta senza sconti all’evasione fiscale. Sono queste alcune delle misure della “contro-manovra” presentata da Italia dei Valo-ri in alternativa al provvedimento economico varato dal Consiglio dei Ministri.Anche in Umbria Oliviero Dottorini e Paolo Brutti hanno presentato le linee guida della contromanovra nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Ce-saroni, sottolineando come “le Re-gioni, grazie al provvedimento Tre-monti, saranno costrette a tagliare servizi e ad imporre nuove tasse e ticket”. Con la manovra del governo l’Umbria perderà 120 milioni di euro, cioè il 35 per cento della quota di bilancio non vincolata. “Sa-ranno colpiti – ha spiegato Dottorini - set-tori come il trasporto pubblico, l’ambiente e l’edilizia residenziale pubblica. La ma-novra Tremonti colpisce come sempre i ceti medi e le fasce deboli della popolazio-ne. I soliti noti saranno chiamati a pagare i costi di una riforma iniqua e sbagliata”.Risanamento, equità e riduzione del carico fiscale sono invece le linee guida che pro-

pone Italia dei Valori attraverso una ma-novra da 65 miliardi di euro in due anni.Questi i dati in sintesi:Dalla lotta all’evasione fiscale si punta ad ottenere 27,8 miliardi in due anni con quattro interventi: addizionale aggiuntiva

del 7,5 per cento sui capitali regola-rizzati attraverso il condono dello

scudo fiscale, ripristino di una serie di norme antievasione del governo Prodi, nuovo reddito-metro con riscossione imme-diata, aumento al 20 per cento delle plusvalenze speculative,

reintroduzione dell’Ici sulle case di lusso e asta sulle frequenze libe-

re del digitale terrestre.Dal taglio dei costi della politica arrive-rebbero altri 24,7 miliardi: soppressione delle province, cancellazione dei vitalizi di parlamentari e consiglieri e soppressio-ne immediata delle auto blu.Risparmi per 13 miliardi sopprimendo gli enti inutili, abbandonando l’idea del Ponte sullo stretto di Messina e tagliando le spese militari per armamenti.I ricavi andrebbero per 16 miliardi alle famiglie sotto forma di aumento delle de-trazioni, alleggerimento dell’ Irpef per i redditi medio bassi e estensione degli am-mortizzatori sociali ai lavoratori atipici.

Altri 16 miliardi andrebbero alle piccole e medie imprese sotto forma di riduzione del costo del lavoro nell’imponibile Irap e pagamento dell’ Iva nel momento in cui viene incassata.

Tagli del governo. Regioni messe in ginocchio dalla finanziaria

Contromanovra IdvRisanamento, equità e riduzione del carico fiscale i punti cardine

Referendum Idv

Umbria Migliore newsQuesto giornale è realizzato a cura dell’associazione “Umbria Migliore” e stampato su carta riciclataResponsabile editoriale Claudio SantiChiuso il 22/9/2010

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