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1 In questo numero: Prima pagina pag. 1 L’angolo della poesia pag. 2, 3, 4 Riflessioni pag. 5 Il lupo e l’agnello pag. 6 Storie pag. 7 L’angolo dell’umorismo pag. 8 Riflessioni pag. 9, 10 Scrittura creativa pag. 11 Dediche pag. 12,13,14 Blog pag. 15 Compleanni e appuntamenti pag. 16 FIGURE SENZA TEMPO, OMBRE SENZA VOLTO CHE, GOCCIA A GOCCIA, CON I MATTONI DELLA SOLIDARIETÀ RICOSTRUISCONO LE FONDAMENTA ED I MURI PORTANTI DELLA LORO VITA IL MENSILE DELL’OSTELLO “DON LUIGI DI LIEGRO” DI VIA MARSALA ora in Via Casilina 144 e-mail: [email protected] COPIA GRATUITA NUMERO UNICO Agosto/Settembre 2013 …Un anno con voi… …Un anno con voi… …Un anno con voi… …Un anno con voi… Ebbene sì, il 5 ottobre è il mio primo “compleanno lavorativo”!! In ostello è il tempo che ne fa da padrone e assume una dimensione tutta sua. Sembra ieri il giorno in cui ho iniziato a lavorare ma, se mi soffermo a riflettere un attimo, mi vengono in mente molti ricordi, e tra i tanti il mio primo giorno di lavoro. In realtà mi sembrava di rivivere il mio primo giorno di scuola…stesse emozioni ma a quasi 30 anni! Quanta paura di non farcela, di non essere all’altezza e ogni volta che tentavo di scendere dalla macchina richiudevo imme- diatamente lo sportello. Avrò ripetuto questa scena almeno 5 volte! E poi invece….percezioni diverse hanno preso pian piano il posto delle paure, e in particolare sentire che l’ostello non era un luogo, ma un’opportunità, un viaggio da intraprendere con sé e in compagnia di altre persone. Solo quando vivi questo posto ne respiri l’umanità e questa, a mio avviso, costituisce la sua anima: non intendo solo solidarietà, ma ancor prima percepire che siamo persone, ognuno con i propri pregi e soprattutto con i propri limiti e debolezze. Io, che di indole vorrei farcela sempre da sola, ho appreso un concetto forse all’apparenza un po’ banale ma che ha cambiato la percezione di me e la visione delle piccole e grandi cose: far riferimento agli altri, affidarsi ai colleghi perché è proprio dove non arrivo io che subentra l’altro e viceversa, perché fare le cose insieme ha tutto un altro sapore. Sì, perché la realtà è che abbiamo bisogno degli altri e sono proprio i nostri limiti che ci scoraggiano ma al contempo ci rendono migliori, per il semplice fatto che l’umanità avvicina le persone e le relazioni a cui diamo vita danno quel senso di completezza che da soli non potremmo mai raggiungere! Di strada da fare ce n’è, ma sento di dirvi GRAZIE, a TUTTI indistintamente, perché in vostra compagnia riesco a dare significato alla mia persona, semplicemente per quella che sono. Luana G. (operatrice) 14 14 14 14° ° ° ° ANNO ANNO ANNO ANNO

…Un anno con voi……Un anno con voi… - Caritas Roma · Sembra ieri il giorno in cui ho iniziato a lavorare ma, se mi soffermo a riflettere un attimo, mi vengono in mente

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In questo numero: Prima pagina pag. 1 L’angolo della poesia pag. 2, 3, 4 Riflessioni pag. 5 Il lupo e l’agnello pag. 6 Storie pag. 7 L’angolo dell’umorismo pag. 8 Riflessioni pag. 9, 10 Scrittura creativa pag. 11 Dediche pag. 12,13,14 Blog pag. 15 Compleanni e appuntamenti pag. 16

FIGURE SENZA TEMPO, OMBRE SENZA VOLTO CHE, GOCCIA A GOCCIA, CON I MATTONI DELLA SOLIDARIETÀ RICOSTRUISCONO LE FONDAMENTA ED I MURI PORTANTI DELLA

LORO VITA

IL MENSILE DELL’OSTELLO “DON LUIGI DI LIEGRO” DI VIA MARSALA ora in Via Casilina 144

e-mail: [email protected] COPIA GRATUITA NUMERO UNICO Agosto/Settembre 2013

…Un anno con voi……Un anno con voi……Un anno con voi……Un anno con voi…

Ebbene sì, il 5 ottobre è il mio primo “compleanno lavorativo”!! In ostello è il tempo che ne fa da padrone e assume una dimensione tutta sua. Sembra ieri il giorno in cui ho iniziato a lavorare ma, se mi soffermo a riflettere un attimo, mi vengono in mente molti ricordi, e tra i tanti il mio primo giorno di lavoro. In realtà mi sembrava di rivivere il mio primo giorno di scuola…stesse emozioni ma a quasi 30 anni! Quanta paura di non farcela, di non essere all’altezza e ogni volta che tentavo di scendere dalla macchina richiudevo imme-diatamente lo sportello. Avrò ripetuto questa scena almeno 5 volte! E poi invece….percezioni diverse hanno preso pian piano il posto delle paure, e in particolare sentire che l’ostello non era un luogo, ma un’opportunità, un viaggio da intraprendere con sé e in compagnia di altre persone. Solo quando vivi questo posto ne respiri l’umanità e questa, a mio avviso, costituisce la sua anima: non intendo solo solidarietà, ma ancor prima percepire che siamo persone, ognuno con i propri pregi e soprattutto con i propri limiti e debolezze. Io, che di indole vorrei farcela sempre da sola, ho appreso un concetto forse all’apparenza un po’ banale ma che ha

cambiato la percezione di me e la visione delle piccole e grandi cose: far riferimento agli altri, affidarsi ai colleghi perché è proprio dove non arrivo io che subentra

l’altro e viceversa, perché fare le cose insieme ha tutto un altro sapore. Sì, perché la realtà è che abbiamo bisogno degli altri e sono proprio i nostri limiti che ci scoraggiano ma al contempo ci rendono migliori, per il semplice fatto che l’umanità avvicina le persone e le relazioni a cui diamo vita danno quel senso di completezza che da soli non potremmo mai raggiungere! Di strada da fare ce n’è, ma sento di dirvi GRAZIE, a

TUTTI indistintamente, perché in vostra compagnia riesco a dare significato alla mia persona, semplicemente per quella che sono.

Luana G. (operatrice)

14141414° ° ° ° ANNOANNOANNOANNO

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Sonetto (epitaffio) Tutti i cuori

reputano e rendono il tuo petto prezioso ahimè! Credevo i cuori fossero tutti morti e tutti quegli amici… che credevo sepolti… Quante lacrime, tributo a quei morti…

Lacrime religiose e funeree per quei morti, che mi appaiono ancora oggi.

E quel che fu di molti ora è soltanto tuo.

In te vedo le sembianze di tutti coloro che ho amato.

Qui è Amor che regna. Cosicché, tramite loro, tutto ormai di me possiedi.

Anna Giovanna Contaldo

Un uomo non si giudica

dalle sue vesti ma dalla bontà del suo cuore. Chi serve la

pietà e il perdono è più forte di chi serve la violenza e l’odio. Non c’è la legge

dell’uomo ma una sola legge, quella di Dio e dinanzi

ad essa tutti gli uomini sono uguali e nessun uomo

è solo. Pinuccio

Intimi (stupida!)

Noi siamo molto intimi, me lo hai fatto capire tu,

tu che non hai mai capito niente. Perché niente e nessuno ti poteva spiegare,

serviva solo dormire sotto i ponti e andare ad accattonare

per rendersi conto che tutto ci era stato già donato.

Spesso penso a quanto sei stupida e ho capito perché sei intelligente.

Bisogna capire prima quanto sei stupida, ora mi chiedo dove te ne vai tu

ad accattonare disperata come sei. Antonello Caggiari

Il piccolo principe

Piazzati là davanti all’ospedale eravamo in attesa del segnale:

è nato il royal baby, e meno male, oh che notizia. Urrà, sensazionale. L’aereo ha abbandonato e l’arsenale di Kate si è tuffato al capezzale William, che con tono trionfale

ha detto: “Questo è un dono celestiale”. Voleva darsi Carlo al baccanale, ma la madre, con tono dottorale,

gli ha detto: “Guarda che ti può far male, ora sei un nonno, mica un collegiale!” Delle foto andrà a caccia ogni giornale questo marmocchio vale un capitale.

Al fonte arriverà battesimale per una cerimonia senza uguale. Gli daranno un bel titolo ducale e lo incoroneranno in cattedrale non è mica un comune lui mortale e ciò che lo riguarda è nazionale. Questo bimbo di nobile natale un giorno sarà re: poco gli cale; se potesse parlar franco e leale

direbbe: “Piango, ebben, che c’è di male?” Federico

Felicità

Il mio viaggio si è fermato a metà, non sono

riuscita a terminarlo, sono dovuta scendere da

quel treno della speranza e dei miei sogni. Le mie parole, i miei pensieri sono ormai spezzati, non ho più la

cognizione del tempo. Lentamente cammino con fatica, stanca di andare, la

strada interrotta. Mi fermo a guardare

che cosa ci può essere al di là di essa.

Ed allora mi chiedo se ancora riuscirò

a ritrovare la mia strada

e la mia felicità. Lia

3

Sonetto Se lo specchio mi dicesse che sto invecchiando

mi accerchierei di dolcezza e bellezza. Cacofonia, sia ben lungi dallo accostarsi al mio

orecchio. Sceglierei un uomo, ben noto,

per il suo savoir dir e savoir faire; e di corteggiarlo a nessun’altra permetterei.

Anna Giovanna Contaldo

Sara Sara, Saretta sei una bimba perfetta quando alla stazione ti ho incontrato

sono rimasto come fulminato: sei come ti ho sempre immaginato. Da sempre avrei voluto una figlia come te: sei una meraviglia! Ti ho visto salutare i piccioni

sgranando quei tuoi begli occhioni. Il tuo visino dolce e sorridente faceva fermare tanta gente;

poi, quando ti sei troppo allontanata, io dalla tua mamma ti ho riportata

e sei venuta in braccio a me senza paura, mi hai sorriso e stretto al collo, sentendoti sicura.

Ho pensato che fossi stata mia figlia. Oltre te l’intera terra sarebbe stata mia.

Un treno ti ha portata via, ma tu sei rimasta con me:

per sempre chiusa nel mio cuore. 27/8/2013

E.T.

Il tuo nome Il nome tuo che ancora non conosco mi svelerai, e le cose più segrete

che hai nel cuore, e questo cielo fosco tornerà azzurro, e placherai la sede che ho di averti stretta fra le braccia. Nel fracasso ritrovo la tua traccia

e il battito del cuore, ed io non voglio fermarti solamente sopra il foglio;

ferma, se puoi, la corsa mia affannata fa’ che lo sguardo tuo più non ferisca e più armonioso il canto mi riesca.

Federico

Presto presto, il mio cuore è venduto. Presto presto, io sono tua.

Andiamo andiamo a casa mia. Ma che dico, è pure casa tua.

Viene Vittorio e dice: me che volete, questa è casa mia. Insomma, questa è casa nostra,

né tua, né mia, ma nostra, in parti uguali e di tutti e tre.

Un pezzo a te e pure a te. Quello che resta è tutto per me.

Maura

Mi pentirò

Mi pentirò di non averti dato inutili nient’altro che parole

ma i fatti che volevo tirar fuori non ho avuto la forza di scoprirli.

Io quello resterò delle parole

dolci, toccanti, a volte esilaranti: volevo io arrivare fino al cuore

ma vile mi fermai, non andai avanti.

Mi pentirò di non avuto il coraggio di stringerti sul petto, ma non mi pentirò di aver vissuto quest’attimo di amore benedetto.

Federico

Se non ti amassi più

Cosa sarebbe la mia vita e la tua vita se un giorno tornando a casa, dopo aver lavorato non ti baciassi come sempre, ti dicessi invece non ti amo più, cosa potrebbe succedere…ti cadrebbe il mondo addosso,

la nostra vita come sarebbe noi abituati come siamo; sappiamo che ci amiamo, ci guardiamo

ancora come due innamorati, camminiamo per la strada prendendoci per mano.

Se non ti amassi più non ci sarebbe la nostra vita, perché se un giorno mi accorgessi di non amarti più, tutto potrebbe cambiare, tutto in un attimo potrebbe finire…ma non succederebbe, perché fai

parte della mia fantasia. Se non ti amassi più niente succederebbe al mio cuore perché tu non esisti, sei solo una poesia.

Gianfranco Bonelli

Viso di cielo Eri come sole nel cielo blu, ero sopra il cielo con un dito, luce cadente e battente, pioggia cadente di luce brillante, che voce hai che viene lassù, il mio posto è lassù, con aria battente esco fuori, con

sorriso planante. Vittorio Piga

Preghiera

Scorteccio il cielo fra le nubi, alla ricerca di una origine.

La stella è bianca blu cobalto rovinato. Non ci sono più stagioni c’è l’aria inquinata, c’è un

buco nero nell’ozono. Sia lode al padre e al figlio che tornano al cantiere.

Notte di trame, nebbia, pietà di me signore. Di fronte a questa storia anche il sole si incrina.

Gli avanzi della luce. Madonna, Madonna mia di lamiera, le stelle della

sera. Nebbia di punta viola, foresta bianca e nera.

Batteri di memoria. Signore !....è questa la mia preghiera.

Francesca Chiera

4

Quella notte

Era buio quella notte, brillavano solo i pensieri, gridava il mio silenzio, era un cielo senza luna, lottavo con i miei sogni, non volevo sognare,

stringevo il mio cuscino, voleva starmi vicino, è domenica domani, chiuderò gli occhi, e verrà l’alba,

aprirò gli occhi e sarà domani! Anna Maria Lo Presti

Roulette

Mi davo al gioco privo di esperienza nell’en plein riponevo la speranza:

or sulla pelle ho appreso la prudenza e della vita resto in vicinanza. Ho praticato un gioco più sicuro evitando di andare allo sbaraglio:

però mi infrango sempre contro un muro e ogni puntata si rivela sbaglio. Ora sei tu quel numero perfetto

sul quale questo cuore mio ha puntato: senza misure su di te scommetto,

gira la ruota, e il passo mio è lanciato. Federico

Le scale

Scendevo per le scale, ora di notte,

continuavo a scender senza fretta, era di notte, son scivolata

come una saetta. Che strana sensazione

di dolore, era di notte,

e mi batteva il cuore. mi ritrovai

a guardare quel soffitto, sdraiata nel mio letto,

avevo sognato un brutto ruzzolone, nelle mia ossa -

nessun senso di dolore: mi sono rialzata un po' stranita,

ma felice di essermela cavata! Anna Maria Lo Presti

Internet Io non scopiazzo da internet in simultanea, ma le mie poesie sono sempre scritte in

estemporanea. Cari compagni non fraintendete.

Mi riferisco ad Ermete. Scusate, non è per polemizzare, ma solo con affetto puntualizzare.

Moraldi

Nei dintorni dell’universo

Se questo pianeta terra gira ancora, è perché ha una sfacciata fortuna; sicché, in accordo con la luna,

di notte insieme sotto le stelle, come due lucciole allegre e belle,

la terra e la luna, a braccetto, vanno a “battere”,

nei dintorni dell’universo. Come a dire,

(forse a mo’ di scherzo) che questo

piacevole “accordo” sia un conveniente

tornaconto del tempo perso.

Gian Paolo Donà

RIKU

Il giorno in cui ti ho vista, non ricordo quando, ti avevo sentita.

Avevo un solo ricordo, eri solo un'immaginazione,

con il passo lento, persi la memoria. Ma non l'anima,

mi rincorresti con gioia, ma non ti riconobbi.

Al primo sguardo eri solo un'ombra, una luce che rimbalzava dall'oscurità, eri bella, eri un fragore di bellezza,

eri dentro nel mio cuore, eri dentro, sia nel corpo che nello spirito.

Sei l'angelo di questo cielo. Vittorio Piga

La luce di Santa Giacinta Preghiera alle nove di sera

e subito una magica atmosfera nella chiesa di Ponte Casilino,

leggiamo i salmi, diciamo il rosario, invochiamo la Madonna e Gesù

affinché intercedano per noi da lassù. Io che sono stato illuminato sulla via di Damasco

da questo impasse, sono certo, ne esco pregando te Signore e San Frascesco.

Moraldi

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“Risplenderà il sole” Sono passati 5 mesi da quell’11 maggio. Sembra che tutto si sia fermato, non riuscendo ad andare avanti. La casa è lì che attende per essere di nuovo abitata, assieme ai nostri gatti che come ogni giorno ci attendono. Si va avanti con fatica, aspettando il domani, che spero sia migliore di oggi. La vita è fatta di sogni. Passano così le giornate, sempre le stesse. Poi si arriva alla sera, a malapena si riesce a dormire. Mille pensieri ti assalgono. Ti senti persa in un mondo a cui a volte mi sembra di non appartenere. Prima o poi mi riprenderò la mia vita, tutto ciò che mi appartiene, uscirò da quel tunnel buio e rivedrò la luce. Spalancherò la finestra della mia casa facendo di nuovo entrare il sole, la speranza perduta, la gioia di tornare a vivere ma soprattutto di dire grazie Signore che mi ha sostenuto nei momenti difficili senza mai abbandonarmi. Risplenderà il sole.

Lia Confiteor Il giorno 4 settembre mi sono operato di cataratta all’occhio destro. Prima dell’operazione ho dovuto fare una cura con dei medicinali che costano 47€: non li avevo, ma Dio me li ha fatti trovare rivolgendomi alla sig.ra Lucia del cda della Caritas, che a sua volta si è rivolta ad un’altra persona. Oggi sono andato a fare la visita di controllo ed a sbendare l’occhio e lo stesso i medicinali per la cura post-operazione non sono mutuabili (come i precedenti). Ho parlato con il chirurgo che mi ha operato spiegandogli la mia situazione di stretto disagio economico e lui mi ha dato i medicinali di cui ho bisogno. Lo ha fatto con estrema naturalezza ed io quasi non potevo crederci. Quando sono uscito dall’ospedale, ho pianto di gratitudine ed ho ringraziato Dio per avermi aiutato attraverso quel dottore. L’ennesima prova della Sua immensa grandezza! Confido sempre in Te, mio Signore, Padre e Creatore. Grazie mio Dio!

E.T. Senti Il Signore ti ha regalato la vita tranquilla che puoi avere, il migliore figlio che potevi avere, la figlia che tutti vorrebbero avere, ma non di tutti ti devi preoccupare, la vita è anche la tua, ci devi pensare. Non arrabbiarti per ogni rumore, per cortesia fammi il favore. Tante persone vorrebbero la casa bella che hai tu e non devi pensare che non possono più. Senti, regalati un sorriso e aggiustati quel bel viso, le cose ormai non si possono cambiare, tanto quello che dici non lo puoi fare, ti fai troppo comandare. Io so che se tu vuoi lo puoi fare quello che vuoi ma purtroppo devi aspettare. So che stai soffrendo ma non lo riesci a dire. Solo per finire, vuoi avere la ragione tu. Fammelo dire, pensaci su e mi darai ragione. Il segreto? Bisogna sapersi accontentare.

Maura

Non si può dire che questo non sia un ombrello, né, chi l’ha dimenticato qui sia uno stupido od un pivello. A chi non capita almeno una volta di dimenticarlo? Questo, ombrello è, e ombrello rimane!, è indubbio ora in mano a me. Nulla a che vedere che sia una specie di stendardo attorcigliato, o un salame andato a male. E, guarda caso, già da un bel po’, qui piove…. Anche se appare, riappare, scompare di continuo e poi riappare di nuovo il sole.

Sta di fatto che qui piove ormai di brutto, e a dirotto!; già che son qui ne approfitto anche perché mi son rotto ad aspettare, rimuginare, cercar di orientarmi sul si ed il no, cioè , se di questo ombrello me ne devo o no appropriare; in questo luogo solitario dove non passa un’anima non si vede l’ombra di un’ombra vivente; che smette di piovere al momento non se ne parla, piove, ripiove, e ancora piove che Dio la manda! Nulla lascia prevedere che il cielo cambi di botto magari dovuto ad un colpo di vento, o, ad una strana magia. Per forza di cose

qui un ombrello ci vuole; non mi rimane che dire: benedetto il ben trovato ombrello!; e, andando su e giù in libertà mentre l’acqua a scrosci impazza non me ne pento, proprio no, anzi, tra questi spruzzi e schizzi quasi, quasi ne godo e me la canto. Rimuginando sul da farsi penso e ripenso che questo benedetto ombrello appena spioverà lo riporrò dove l’ho trovato; ma, non ne sono mica tanto certo, e nutro seri dubbi che lo ritroverà, chi, non so quando, l’ha qui dimenticato.

Gian paolo Donà

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Ovvero varie versioni della famosaOvvero varie versioni della famosaOvvero varie versioni della famosaOvvero varie versioni della famosa favola di Fedrofavola di Fedrofavola di Fedrofavola di Fedro…. riveduta …. riveduta …. riveduta …. riveduta e immaginatae immaginatae immaginatae immaginata da Federicoda Federicoda Federicoda Federico MorandiMorandiMorandiMorandi Astrale Nel corso di una missione di ricognizione a bordo del mio disco volante mi trovai a passare casualmente dalle parti del terzo pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal sole. Dovevo ben essere uscito fuori rotta, poiché il piano di volo prevedeva un passaggio da Betelgeuse ad Aldebaran. Sta di fatto che notai due abitanti della terra intenti in un’animata discussione. Sapevo bene che i terrestri sono propensi alla guerra, d’accordo; ma uno dei due mi stava, non so perché, sul sistema, perché accusava l’altro di intorpidargli l’acqua. Ma dico io, anche fosse, cosa ci voleva a sciogliere in questa una pastiglia di clorato di potassio? Basta: il primo terrestre insisteva dicendo che il secondo l’aveva offeso sei mesi prima, poiché era stato il padre ad offenderlo; dopodichè gli saltava addosso e lo divorava. Evidentemente i distributori di pillole dovevano essersi tutti guastati, perché preferisse un cibo simile. Come sono antiquati e rissosi i terrestri; mi chiedo se valga davvero la pena di invadere il loro pianeta. Musicale Il duo composto dal lupo e dall’agnello si diede appuntamento sulle rive di un torrente, ma non certo per dar vita ad una jam-session o ad un concerto. Il lupo, con tono non certo allegro, non intonò una romanza né tanto meno una serenata, bensì dopo un preludio di insinuazioni cambiò tonalità ed esplose in una sinfonia di insulti e in un crescendo di accuse infondate. Di tutt’altro tenore la reazione dell’agnello, il quale, non trovando un accordo e non volendo darsi alla fuga, tentò di opporre un contrappunto andando adagio; ma il lupo non gli diede il tempo e con un andante mosso si produsse in un assolo che provocò all’agnello stesso una sincope, esso non riuscendo a mantenere la sua voce a un’ottava più alta. Ma in realtà era il lupo ad essere sonato e stonato, tanto da prendere una stecca; a noi non restò che cantare un requiem in tono minore in onore dell’agnello. Il leitmotiv è sempre quello: contro la forza non c’è motivo valido che tenga, e se volete ve lo dico anche cantandovi un’aria con accompagnamento di basso continuo. Sinistrese M…, cioè c…, compagni, siamo qui ancora una volta a denunciare la solita provocazione fascista, posta in essere in danno del diverso, cioè al limite di colui il quale una ristretta élite sfruttatrice, scusate compagni, cosa dico, cioè un lupo, e poi parlatemi di specie protetta, che se la va a prendere con un proletario, cioè un agnello che si trova a bere in un torrente fortunatamente non ancora inquinato da una sporca classe di padroni che con le loro industrie vorrebbero sottomettere i proletari, come un agnello che, allora, compagni, e che c…., non sarebbe libero di bere allo stesso fiume dove bevono i padroni, e chi c….sarebbero questi? Dicevo, compagni, che questo lupo del c….se la va a prendere con l’agnello, sostenendo, compagni, un’ottica della prevaricazione, certe ragioni del c….che non stanno né in cielo né in terra, impedendogli, questo fascio, di portare avanti un discorso di libertà e di democrazia. Ma quando scoppierà la rivoluzione proletaria le cose cambieranno, compagni, e non sarà più come oggi, dove la forza prevale sulla ragione! Avaro Il tempo è denaro, e io non voglio sprecarlo a narrarvi l’episodio vergognoso che ha avuto come protagonista un lupo e un agnello. I due, per risparmiare il costo di una consumazione al bar- e in ciò hanno tutta la mia approvazione- sono andati a bere ad un ruscello. Ma invece di risparmiare il fiato, il lupo si è messo ad inveire contro l’agnello accusandolo di intorbidargli l’acqua, poi di averlo insultato sei mesi prima. “ Risparmiati le accuse e l’ironia”, ha ribattuto l’agnello. Questo si che è parlare! Ma vista la piega che aveva assunto la faccenda, non avrei scommesso un centesimo sulla sorte dell’agnello: invero il lupo, per risparmiare tempo e chiacchiere, gli è saltato addosso e la ha divorato. Da un lato ha fatto bene, perché ha risparmiato il costo di un pranzo al ristorante nonché la mancia da dare al cameriere; per quanto mi riguarda, mi risparmio le considerazioni morali e smetto di scrivere, perché, anche se non lo sapete, l’inchiostro costa.

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Storia di un padre e di un figlio Un giorno come tutti gli altri ci fu un’esplosione nucleare e finì tutto. Padre e figlio cominciarono a vagare per tutto il paese per trovare da mangiare e qualche amico, ma gli amici non c’erano più, solo dei cannibali che li seguivano, senza trovarli mai. Un giorno, vagando per il paese, trovarono un bancone pieno di scorte alimentari e il padre disse al figlio: “Un giorno non ci sarò più e allora tu dovrai diventare grande e fare tutto quello che io ti ho insegnato e vivere questa vita”. Il padre morì e il figlio continuò a vagare per il paese, poi incontrò una famiglia buona che lo portò con sé e così finì la storia del padre e del figlio. Questa storia non è bella perché le bombe nucleari non sono belle né per la vita né per le persone.

Giuseppe Piga Cuore di fisarmonica Passeggiavo in un campo di grano, la giornata era serena, e il sole brillava. Mi addormentai sopra un prato fiorito, sopra di me un cielo stellato, grande, come una culla. La mattina mi svegliai con la bellezza della natura. Avevo davanti a me una distesa di arcobaleno, una pioggia di colori salì sopra al cielo. Io salii su una collina e spalancai le mie braccia e mi trasformai in una rondine con la forza delle ali lasciai le mie piume sopra un albero e l’albero spoglio ritornò a fiorire e il sereno accarezzò il mio cuore.

Vittorio Piga

La Bocca della Verità

Stamattina ho rivisto la Bocca della Verità con la bocca stranamente aperta a metà;

secondo me, a dir la verità era più esasperata del solito;

il motivo? Chi lo sa?

Con quell’espressione patita e sofferta sembrava più che stufa

a star lì perennemente a bocca aperta

alla mercé di tutti ad ingoiare per la milionesima volta

l’ennesima manina, manaccia, manona sporca o pulita

ossuta o cicciona; qualcuna un po’ troppo invadente

qualcuna addirittura un po’ troppo arraffona.

L’unica sua consolazione è la consapevolezza che manoleste o rubiconde al suo cospetto hanno ben poco se non nulla da arraffare.

Tutt’al più, qualcuno può guadagnarci una risata, ma niente di più.

Non mi stupirebbe e sarebbe divertente

che da oggi qualche maligno, dall’aspetto decisamente inquietante,

non meritevole di coesistere con la società, a mo’ di divertimento nell’introdurre la mano nella

Bocca, si sentisse redarguire un po’ seccamente

ed energicamente dalla stessa: «Anche tu qui?

Ma va! Pussa via!! Ma non ti vergogni?! Vade retro, messere!!!

Non sei degno di volgere al mio cospetto! E togli di mezzo una volta per tutte

quella tua brutta, tediosa, manaccia bisunta, da questa mitica, leggendaria

Bocca, COSIDDETTA, della Verità».

Gian Paolo Donà

Un sogno realizzato Finalmente dopo 11 anni si è realizzato il mio più bel sogno! Quello di avere una casa tutta per me. Il 18 Luglio è arrivata la tanto attesa telefonata in cui mi dicevano di assegnarmi una casa. Non volevo crederci ed invece sì, mi hanno consegnato le chiavi. Evviva, sono davvero felice. Una casetta deliziosa, tutta completamente arredata: cucina con elettrodomestici completa, camera da letto completa di un grande armadio a 6 ante, comodino e un comodo letto con materasso ortopedico con altrettanti cuscini. Un bagno grande arredato, un balcone grande che prende sia la finestra della cucina, sia la camera da letto. Si affaccia su un parco coperto di verde ed alberi. Sono davvero al settimo cielo. Ce la siamo meritata dopo una lunga gavetta e tanto soffrire, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo: quello di avere una casa tutta nostra e di lasciare col tempo, quando Dio vorrà, spero più tardi possibile, la casa per mio figlio che un giorno sarà di sua proprietà, è un pensiero di meno sapere che tuo figlio finalmente ha un tetto sicuro per il suo avvenire. Auguro a tutti gli ospiti qui del Casilino ed a tutti coloro che vivono per strada di avere un giorno una casetta tutta per loro, di trovare un po' di calore, un riparo per l'inverno gelido, le piogge, la solitudine. Vi auguro di assaporare quella gioia immensa che si prova, solo per chi ha sofferto come noi. Un in bocca al lupo a tutti voi e vi auguro di avere presto una casetta piccola, ma tutta vostra. A quel punto, un raggio di sole entra nella vostra vita e dentro il vostro cuore. Auguri di ogni bene a tutti. La vostra amica Marisa. Marisa Serapiglia

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RISPOSTA ALLA DICHIARAZIONE D’AMORE IN CINESE Calo mio dichiarante che dichiali di avele tanto amole pel me. Come potlei essele la tua legina se tu non sei le e io sono ploplio un opelaia di una fabblica di motoli di aeloplaniche vendiamo agli europei agli ilaniani, ai lussi, alle isole azzolle, ai peluviani e guadagnamo un eulo al giolno pel tlecento giolni all’anno e gli altli giolni non plendiamo una lila. Se tu fossi velamente un le, mi dovlesti coplile d’olo; solo così potlemo fale tanti lagazzini e allevalli con il liso. Noi siamo poveli e pel i poveli l’amole è un lusso. Noi possiamo solo allabbattalci, quindi ti dico: lipassa nella plossima vita, quando salai licco. Ciao !

E.T. Un bagnino sulla spiaggia sta mangiando un super panino. Arriva un bambino albanese e gli dice: ‘Sono 3 giorni che non mangio ’. E lui: ’Bene, puoi far il bagno!’ Un impresario a un altro: ‘Come mai i tuoi impiegati arrivano sempre così puntuali? ‘Facile, 30 impiegati e solo 20 posti auto’.

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Mica è corpa mia Nun me vorrai dà la corpa a me? Li problemi che tu c’hai già da quanno t’ho incontrata pe’ la prima vorta, st’impicci facevano capoccella dentro la testa tua, quarche vorta parlavi pure da sola, eh sì te lo dicevo, me davi pure der matto, allora nun dì che sei depressa e te l’ho fatta venì io. Mica è corpa mia, anzi forse me so’ preoccupato pure troppo de ‘sta cosa, te l’avrò detto mille vorte, vatte a fa’ vedè. ‘Na vorta perché te faceva male la testa, m’hai detto che c’avevi un tumore e io t’ho risposto: «Tu co’ ‘sto tumore ce sei nata», ma te s’è bloccato, è rimasto fermo, nun ha manco camminato, però ha fatto in tempo a magnatte quer po’ de cervello che c’avevi, pe’ questo dici tutte ‘ste cavolate, poi falla finita co’ ‘sta depressione, infatti all’urtimo c’ho avuto ragione, nun sei manco annata da quarche neurochirurgo che t’ha aperto la capoccia, t’è passato tutto, manco a fallo apposta, mo’ te sei resa conto, ogni vorta che me vedi me dici: «Me sento depressa». Forse è meio dì che sei fessa e poi, mica è corpa mia.

Gianfranco Bonelli Siamo noi Cari ragazzi siamo qui a raccontarci cosa? Tutte le cose che non vanno? Ma di che ci lamentiamo? Beh, intanto siamo esiliati, e non è poco! Cacciati dal Paradiso! Soggetti a malattia, morte e vecchiaia e con la facoltà che abbiamo di rifiutare Cristo e il sacrificio che Lui ha fatto per noi (senza che ce lo meritassimo!) non sappiamo se stare allegri o meno! Intanto vediamo di trascinare questa vita misera e meschina, ma non siamo semplici spettatori.

Antonello Caggiari

di Anna Giovanna Contaldo Un unico respiro Non esiste la fobia per i luoghi chiusi, siamo tutti chiusi sulla stessa terra, respiriamo un unico respiro. Quante volte abbiamo la sensazione di soffocamento? Tutti quanti abbiamo provato quel senso fastidioso di dispnea, un fastidio ma sicuramente non una fobia. Le fobie nascono da una forte insicurezza, più siamo insicuri e più abbiamo paura. Le fobie sono paure incontrollabili, ossessionanti, un vero e proprio delirio dell’inconscio, sembra un gioco di parole ma possiamo dire che la paura ci fa paura. Vi siete mai chiesti perché accade? Semplice, il nostro cervello è predisposto a comportamenti liberi, non accetta sensazioni statiche, si ribella a qualsiasi apatia figurativa, sincronizzando i punti essenziali della nostra emotività, rendendo incompatibili i nostri comportamenti esterni.

Anna Maria Lo Presti Per Blanche Io e te per la prima volta in cleanch, un tuffo e poi sotto il mare con blanche. Dolcemente con la mente in te sempre presente. I calunniatori perderanno inevitabilmente amore la nostra storia è troppo importante.

Moraldi PERCHÈ TI AMO Perché mi sono innamorato di te, io non lo so. L’amore è irrazionale, sconvolge la mente e il cuore. Non c’è una ragione particolare, ma tutte le ragioni. Penso a quanto sei bella e mi rendo conto di vederti con gli occhi del cuore. Penso che sei intelligente, ti vedo con gli occhi della mente. Penso a quanto sei dolce ed io sono goloso dei baci che non mi dai. Penso al dolore che mi dai ed io non so soffrire, so solo amare. Penso che affogherò nel mio mare di lacrime amare senza mai smettere di amare. Penso che amare te è amare la vita e come la Vita è una sola, anche tu per me sei la sola. Penso che ti amerò ad oltranza anche se tu richiudi il tuo cuore in una stanza. Penso che ti amerò nonostante tutto, nonostante il tuo niente. Penso che ti amerò così intensamente da non poter distinguere l’oggi dal domani e ieri. Penso che il calore del mio amore scioglierà il ghiaccio dal tuo cuore. Perché ti amo adesso tu lo sai.

E.T.

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Ho una proposta da fare per gli spioni anglo-americani. Quando siamo al telefono domandiamo agli spioni che sono all’ascolto la ricetta della torta tuttifrutti…. Chissà che gli spioni non ce la dicano. Qualche volta gli spioni possono essere utili.

Attilio Saletta Forse ho sbagliato tutto Forse quel giorno in cui me ne sono andato non ho riflettuto, se ci avessi pensato, le cose sarebbero andate diversamente, non lo so, è stato il destino che ha deciso per me. Forse ho sbagliato tutto, ma ormai che senso ha? Ripensando al passato, solo Dio può sapere quanto ti ho amato, se fosse stato per me, io quella catena che ci legava non l’avrei mai spezzata. Forse sono ancora innamorato di te, perché ogni tanto ti penso, vedo la casa dove tu ancora abiti, tu che ti muovi con sicurezza, tu stesa sul divano con l’ennesima sigaretta in mano, rivedo tutto ciò che lì dentro abbiamo vissuto: i compleanni, le cene con gli amici e tante, tantissime risate, ma anche le cose tristi, come la morte di tua madre e della mia. Ma lasciamo perdere le cose tristi. Forse ho sbagliato tutto, ma è stata una mia decisione, perciò è inutile ripensarci ancora. Chissà, forse un giorno…lontano anche tu potrai dire pensandoci bene: “Anche io, forse ho sbagliato tutto”.

Gianfranco Il profeta Ricordandoci del passato, è bello soffermarci su cose che prima ci sfuggivano ed è quasi imbarazzante accettare che quello che per noi era importante non era importante per gli altri. L’avessimo capito prima, non avremmo fatto tutta questa confusione. Credevo tu fossi migliore di quello che sei, invece dovevo capire quanto ero migliore io. Mi piace ricordare la verde campagna, la casetta rustica e gli animali al pascolo e capire che non c’era niente di importante nei miei pensieri, nelle mie parole, l’unica cosa importante erano forse i silenzi. Mi piace ricordare com’ero a quei tempi, mi piace ricordare tutti voi soggetti di vita vissuta che per ognuno di noi non ritornerà. Ora, vi prego, non lasciatevi andare alla nostalgia, che il bello (forse) deve ancora venire.

Antonello Caggiari Terre sospese I Nordamericani credono che esista un posto fra la terra e il paradiso, chiamato nella loro lingua Kalisferta, dove le anime dei bambini non battezzati, i suicidi, gli assassini e coloro che hanno commesso crimini contro Dio sono condannati a vivere in un luogo triste e terribile dove regna l’oscurità. È abitato da creature orribili che tormentano coloro i quali sono condannati a vivere finché non riceveranno le grazie di Dio. Per entrare nel regno di Dio, intanto vivono nelle terre sospese.

Francesca Inclusione sociale L’inclusione è un diritto basato sulla piena partecipazione delle persone in tutti gli ambiti della vita, su base di eguaglianza e in rapporto agli altri. L’inclusione esclude la discriminazione, rispetta la dignità e valorizza la diversità umana attraverso interventi appropriati. Supera gli ostacoli e i pregiudizi. Siamo noi gli esperti della nostra vita!

Attilio Saletta In lontananza Signore non piangere se non ti amo, non piangere se non ti cerco: i miei occhi vedono piccole cose e il mio cuore non riesce più ad amare. E’ lontana la mia primavera, è lontano quel sole che illuminava il mio viso, il mio sorriso è come fiore reciso. Adesso sono una donna confusa: non amo, non spero, non sogno, non vivo. Signore non piangere se non riesco a raggiungerti, i miei passi sono lenti, le mie gambe sono stanche di camminare e non riesco a raggiungerti, non voglio raggiungerti Signore… sei troppo lontano!!!

Anna Maria Lo Presti

Il Misogino Tu giustifichi la mia misoginia per carina che tu sia. Quando ti penso dico mamma mia! Ma ero io quello? Che come un cretino credeva veramente alle favole che tu ti raccontavi? Ora l’hai capito che non sei nessuno?

Antonello Caggiari

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Giovedì 5 settembre 2013 Cosa si poteva creare avendo a disposizione delle parole a caso? I termini a disposizione erano: FLORIANA, OCA, MARE, UVA, ARIETE, MAURA, DIOGENE, PENTOLA, VACANZE, FAZZOLETTO Giuseppe C. ha scritto: il gatto di Floriana l’ho portato al mare insieme all’ariete e all’oca in vacanza. Maura e Diogene li ho messi in pentola, mi sono asciugato le mani e mi sono mangiato l’uva. Maura ha scritto: Oggi siamo al giornalino: è festa. C’è Floriana e siamo tutti contenti di partecipare alla scrittura. Il nostro direttor4e, senza fare rumore, invita Alessandro ad affettare la “mortazza”. Mentre si parla di vacanze, Maura fa il sugo all’ariete: è una ricetta nuova e l’oca ne va pazza. Federico ha scritto: Maura e Floriana partirono per le vacanze al mare: come Diogene, cercavano l’uomo, ma trovarono solo un ariete. Asciugarono le lacrime con un fazzoletto, per consolasi misero in pentola un’oca e la cucinarono, guarnendo il piatto con un po’ d’uva. Marisa ha scritto: Maura, Diogene e Floriana facevano una passeggiata in riva al mare con un fazzoletto in testa. Ad un certo punto Ariete dice: rientriamo che metto su la pentola, ci cuociamo l’oca con l‘uva, mangiamo e dopo ci godiamo le nostre vacanze!!! Moraldi ha scritto: Mentre vedevo alla TV il programma Diogene, mia moglie Maura e mia sorella Floriana stavano cucinando un’oca in pentola. Come secondo c’erano i frutti di mare, come frutta l’uva. Ma a rovinare le mie vacanze un ariete mi abbatteva il muro di cinta della villa finendo la sua corsa in un fazzoletto di carta. Giuseppe P. ha scritto: Andando in vacanza con Maura incontriamo un ariete che giocava con un’oca. Diogene stava in un fazzoletto. Incontriamo Floriana con una pentola piena di acqua di mare. Anna Giovanna ha scritto: Lungo il mare c’era una villetta-pensione. Maura con un collega sotto il segno dell’ariete era eccitata perché lei apparteneva al segno zodiacale del toro. La villetta era provvista di un piccolo vigneto e una piccola piscina in cui sguazzava un’oca. Cara Maura, sotto gli auspici di Diogene io accendo il fuoco all’aperto e butto l’oca nella pentola. Prima la bollo e, quando è quasi pronta, la soffriggo. Avremo uva in abbondanza. Domani finiscono le nostre vacanze e stasera dobbiamo festeggiare lo stare insieme, disse l’amico a Floriana. Vittorio P.. ha scritto: In una giornata di sole Maura e Floriana trascorrono la giornata in mare a farsi una bella nuotata. Intanto Diogene tornò a casa con un ariete convinto di mettere le corna a qualcuno. Maura e Floriana, tornate dalle vacanze, portarono un’oca, trovata lungo una scogliera, con un fazzoletto tra le mani e un grappolo d’uva: si fecero una bella bevutina! Antonello ha scritto: Floriana e Maura in un fazzoletto di terra contemplavano il mare durante le loro vacanze, spizzicando un grappolo d’uva mentre la pentola bolliva. Stavano cucinando un’oca e un ariete mentre Diogene le cercava perché le voleva arrostire. Maurizio ha scritto: Tornata dalle vacanze Maura disse:”Floriana non è un’oca! Anzi è un ariete e Diogene le fa un baffo nel cercare l’uomo! E’ un mare di bontà, un pentola piena di gioia, un fazzoletto pieno d’uva… È lei che ci mancava!!!!”. Alessandro ha scritto: Le vacanze sono finite, il mare è ormai un lontano ricordo…..si ricomincia con il compleanno di Floriana!! Eh no, il suo segno zodiacale non è per niente quello dell’ariete….C’è Maura che in un fazzoletto tiene una fantastica fetta di torta….è il ciambellone che ha fatto Floriana….niente uva all’interno, solo mandorle!! Certo che se avesse portato una bella pentola con una gustosa oca arrosto sarebbe stato il massimo, ma pazienza…..Il direttore fa il suo discorso di inizio anno, neanche fosse il filosofo Diogene…. Il giornalino è proprio ricominciato…. Floriana ha scritto: Durante le vacanze al mare, Floriana ha incontrato un tale di nome Diogene, del segno dell’Ariete: testardo e brontolone come una pentola di fagioli. Era il proprietario dell’agriturismo il quale, per fare crescere più in fretta l’uva che coltivava copriva ogni grappolo con un fazzoletto. Peccato però che sua moglie, di nome Maura, li buttava via con un bastone ricoperto di piume d’oca. Aveva capito che il marito aveva dei seri problemi…… da quale pulpito!

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“Bentornato Gocce di Marsala” È passata in fretta l’estate con le sue giornate calde e soffocanti, solo alla sera riuscivi a respirare. Sembra ieri che ci siamo salutati per la pausa estiva. E ci ritroviamo al 5 settembre tutti per la prima riunione del nostro giornalino Gocce di Marsala. Devo dire che mi siete mancati e mi sono mancati gli amici di sempre. Spero che vi siate riposati e siate tornati più carichi di prima. Riguardo a me, posso dire che ho passato l’estate facendo avanti e indietro e chissà ancora quanto lo dovrò fare. Prima o poi tutto questo stress arriverà al termine. Ma sono qui senza scoraggiarmi, pronta per tante storie da raccontare. Faccio fatica ma so che ce la potrò fare. Senza Gocce di Marsala non posso stare. Bentornati Maurizio, Alessandro, Francesca, Lorenzo, Floriana e Anna. Buon inizio e ben trovati a tutti.

Lia Per il ritorno di Maurizio È tornato Maurizio lo festeggia il nostro ospizio: gli han tagliato un po’ di panza, più leggero andrà in vacanza. Non ha perso il buonumore questo grande direttore: sviene, s’alza, poi è operato tanta gioia lui ci ha dato. Grande vecchio e gran bambino lui è il re del giornalino; son finite ormai le pene io gli voglio tanto bene!

Federico

A Sara, nipotina di Maurizio Un favola vorrei averti narrato, ma tu mi hai preceduto, e ti son grato: piccola Sara, il pianto tuo è la spada per trafiggere chi sulla tua strada vorrà impedirti invan di andare avanti; tanti motivi avrai per altri pianti, ma un nonno sempre avrai lì a te vicino che te li asciugherà, e il tuo cuoricino assieme al suo batterà forte e ardito; e questa vita non è più la stessa se arrivi tu, che sei la vita stessa; né fango o fuoco il candido vestito potranno mai sporcare, e il viso rosa rifletterà l’anima tua curiosa.

Federico

BENTORNATO GIORNALINO Dopo una lunga vacanza meritata e tanto attesa, il Giornalino riapre i battenti! La mia assenza al Giornalino è stata lunga e sofferta e ne ho sentito la mancanza. Dopo che si è chiuso quel sipario al teatro Brancaccio, ho sentito un gran vuoto dentro, una solitudine accompagnata come sempre dalla mia depressione! Ma oggi sono qui miei cari amici, in mezzo a voi, al nostro Direttore che unisce sempre questa grande famiglia che è il Giornalino. Lui al timone, come sempre, fa partire questa piccola nave con il vento in poppa, sempre col sorriso e noi accanto a lui con la voglia di ricominciare, di scrivere tante belle poesie, non con una semplice penna ma col cuore, e ringrazio sempre Dio ogni giorno, che mi dà tanta forza di andare sempre avanti e non voltarmi mai indietro. Sono ormai tanti anni che sono entrata al Giornalino. Lo considero ormai come una grande famiglia, quella che non ho mai avuto e forse è per questo che non l'abbandono mai. Grazie Maurizio per quello che fai per noi, delle belle serate passate insieme, all'insegna del divertimento, cancellando in quel momento ogni pensiero. Evviva il Giornalino. Un abbraccio circolare a tutti i presenti, da parte mia. Con affetto.

Marisa Serapiglia

Per Maristella Stella cadente, la luce ad oriente,

asciugavi le tue lacrime facendo finta di niente e l’ultima volta che mi davi l’amore mi dicesti: «Ti lascio senza rancore».

E avresti disdetto l’affitto della casa di Arcore, se ci ripensi sai dove mi puoi rintracciare,

per me sei il mio più grande amore. Moraldi

“Ciao estate” Tutto passa, anche l’estate sta per finire. Viene quasi

malinconia nel vedere le spiagge

semi-vuote. Poca gente prende il sole nell’ultimo giorno di vacanze prima di

riprendere la solita vita di tutti i giorni. Ma il mare è

così suggestivo. Che bello passeggiare lungo la riva e sedersi ad aspettare il tramonto,

respirare l’aria e farsi cullare dalle onde. Un lungo inverno avremo

davanti, con tanto freddo e chissà con qualche fiocco di neve. Penseremo a te calda

estate. Fai presto a ritornare perché sapremo aspettare.

Ciao estate, Lia

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“Ad Alberto” La redazione Gocce di Marsala vuole dedicare un piccolo spazio per ricordare il nostro caro amico

Alberto, di cui sentiamo tutti la mancanza. Lo vediamo ancora seduto nella saletta dell’ostello in via Marsala al pianoforte. Era un piacere ascoltarlo, ne restavamo incantati. Era un poeta Alberto. A volte era una persona debole o fragile, ma non lo ha mai fatto notare. È stato bello esserti amico e aver fatto un tratto di strada assieme. È proprio in certe circostanze che apprezzi di più la vita e ciò che hai perduto ma che un giorno ritroveremo. E questo Alberto ce l’ha insegnato nei momenti difficili della sua malattia accanto alla sua famiglia che non lo ha mai abbandonato. Dobbiamo farne tesoro. Nulla è perduto ma ritrovato. Vogliamo dirti grazie per il bene che ci hai voluto, il tuo ricordo resterà per sempre vivo nei nostri cuori.

Ciao Alberto, la redazione Gocce di Marsala

Quante cose non dette, quante cose non fatte e quante altre volevi farne ma non ne hai avuto il tempo. La vita ti è scivolata tra le mani e te ne sei andata in questo giorno, dedicato alla Madonna, quasi in silenzio, in punta di piedi dopo varie sofferenze che il male ha portato con sé e lo hai fatto tra le mura di casa, circondata dai tuoi affetti più cari e dalle persone che hanno avuto la fortuna di conoscerti. Io sono stato una di quelle e ti ringrazio di aver potuto darti del tu. Ci hanno insegnato che con la pazienza e la fede possiamo superare i momenti difficili della nostra esistenza e dare un senso a tutto ciò, anche alla morte. Lo è stato per tutti coloro che conoscevamo e che ci sono stati vicini e che hanno lasciato un vuoto che solo il loro ricordo e il tempo potrà colmare. Sei stata una buona donna, una brava moglie e una mamma premurosa, cara Enza, di te ci rimarrà il tuo sorriso, la tua figura e le giornate d'estate, passate insieme alle nostre famiglie in attesa di rincontrarci, un giorno e poter intraprendere, insieme, un altro cammino, quello dell'eternità.

Giuseppe C. Per Sergio Marchisio Caro Sergio, mio caro amico, mi stai davanti. Cosa Dirti? Grazie dell’amicizia, grazie di risate a non finire. Cerca di essere presente nella nostra vita: mia e di Fabrizio! Non seguire la strada di Fortunato, mio amico anche lui. Ti vogliamo bene, rimani così come sei, col tuo sorriso, buono, simpatico, compagnone. È un piacere averti al giornalino! Un bacio a te che sei un vero amico!

Marisa e Frabrizio Per Maurizio direttore del Giornalino Caro Maurizio nostro direttore e amico ormai da diversi anni. Ho saputo, anzi l'ho letto sul giornalino che mi hai mandato, che sei stato male e questo mi dispiace tantissimo, spero con tutto il cuore che non sia niente di grave. Tu che sei stato sempre la nostra colonna a cui aggrapparci nei momenti difficili, con cui dialogare al giornalino dove tu sei sempre vicino. Ma sai gli anni passano e anche le colonne s'incrinano ma nulla di serio. Poi tutto passa e si ricomincia. Tu hai due famiglie, la tua che viene prima in assoluto attorniato dai tuoi stupendi nipotini e poi ci siamo noi che non contiamo niente ma ti vogliamo un mondo di bene e dopo tanti anni ci si affeziona. Ricordo che quando io stavo male in ospedale tu più di una volta sei venuto a trovarmi e questo mi fece un enorme piacere senza nulla togliere alle volontarie, le mie tre perle, così l'ho chiamate Francesca, Simona e Floriana alle quali voglio molto bene. Forse tra tante poesie che ho scritto una tutta per te non l'ho mai scritta ma solo accennata. Io sto perdendo molti contatti per via della mia salute, ma spero di rivedervi tutti e che tu stia in perfetta forma: mi manca il giornalino e tutti voi e ogni giovedì il mio pensiero vola lì da voi. Quel filo sottile non si spezzerà mai neanche dopo tanti anni. Anzi ci lega di più. Voi siete una grande famiglia quella che io non ho mai avuto, intorno a un grande tavolo ed un grande direttore sempre col sorriso e una parola buona. Grazie Maurizio per le belle serate in allegria e serenità dove per un attimo si dileguano pensieri e problemi che la vita ci dà. Un saluto e un abbraccio a tutti i presenti, in particolare a Francesca e Lorenzo poi Anna, Alessandro, Luana e tutti gli operatori. Maurizio un in bocca al lupo per la salute, lo so che sei una roccia. Ciao a tutti con affetto,

Serapiglia Marisa e Fabrizio (luglio 2013)

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QUALCOSA DI BLU (dedicato all’operaio travolto dal treno “Frecciarossa” l’11/4/2013)

Sfrecciava il treno, rosso ed efficiente e qualcosa di blu sulle rotaie.

Rimase, senza un grido, e indifferente a te rimase il mondo quel mattino.

Sbuffa sul marciapiede più vicino la gente preoccupata del ritardo

e non si accorge che la coincidenza qualcuno l’ha perduta con la vita.

Balza l’annuncio dall’altoparlante: “travolta una persona sui binari…”:

e un uomo coi suoi giorni dolci e amari solo è un intoppo, e questo è desolante.

Federico Morandi

Anna, braccio destro di Maurizio Grandissimo direttore, grazie a te e a tutti i tuoi collaboratori. Anna, il braccio destro del Giornalino, Anna che per darti un bacio ci vuole la scaletta, non ti scordare di noi troppo in fretta, ascolta il tuo cuore che parla d’amore per noi.

Maura

Il direttore Maurizio Come avete passato l’estate? Spero bene, anche noi a casa nostra. Tu Maurizio ci sei sempre per noi quando ci chiami è un sollievo. Perché sei il presidente più bravo che conosciamo. Ci dai conforto perché sei una persona umana. Mi devo scusare con la direzione della Caritas, perché da quando siamo andati via non ci siamo mai visti. Vorrei ringraziare tutti gli amici d’avventura quando ripartiamo con il giornalino. Vorrei ringraziare tutti i fissa dimora, grazie a tutti.

Piga Giuseppe Per i settembrini Tanti sinceri auguri a quelli nati a settembre. Maurizio il nostro amato direttore. Francesca la mia cara amica, da sempre. Mettiamoci anche Lorenzo e la mia amica da 10 anni, sensibile e buona, Floriana la mia perla che sta sempre nei nostri cuori. Simona chi può mai dimenticarla, l’amiamo sempre. Sono felice di trovarmi in mezzo a voi, ai miei amici da anni. È sempre una festa rincontrarci e scambiare chiacchiere e battute, voi tutti siete la mia famiglia quella che non ho mai avuto. Tanti auguri a tutti dal più profondo del cuore da me e mio figlio Fabrizio.

100 di questi giorni sereni e spensierati, vi voglio un mondo di bene! Continuiamo a remare. La nostra barca è già partita. Al timone il nostro direttore Maurizio e noi tutti accanto a lui in questa avventura che è il giornalino. Di nuovo auguri a tutti e una buona abbuffata!

Marisa Serapiglia “Buon compleanno Maurizio, Francesca e Floriana” Non sono gli anni che contano e neanche il tempo che passa e nemmeno la strada che percorriamo ogni giorno, ma ciò che incontriamo nel nostro cammino. E io non potevo che incontrare degli amici speciali come voi, che ti stanno vicini e ti ascoltano con pazienza soprattutto nei momenti difficili. Il Signore me li ha messi accanto sul mio cammino. Questa è la cosa più bella che mi poteva donare. Vi auguro ogni bene e felicità e ciò che desiderate e che la vita vi sorrida sempre. Questo è il mio regalo, grazie della vostra amicizia, la cosa più bella che si possa avere. Vi abbraccio tutti con tanto affetto, vi voglio bene, buon compleanno,

Lia

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IL CREPUSCOLO DEGLI DEI PAGANI E DEI LORO CORTIGIANI. Karl Popper descrisse così il "Paradosso della Libertà"...un uomo ha appena malmenato un suo simile...davanti ad un Magistrato afferma quanto segue: io sono un uomo libero per cui posso fare ciò che voglio...il Magistrato così replica: la tua libertà termina a diversi centimetri da naso del tuo prossimo. Il motivo per cui non ho nulla da festeggiare rispetto a quello che è accaduto ieri nasce dal fatto che in troppi che s'occupano di questioni sociali disconoscono che esista tale paradosso assieme al disconoscimento che esista la società civile e che quindi è possibile violare il principio che la democrazia consiste nel far il maggior numero di beni al maggior numero di individui. Quello che è accaduto ieri a parte il solito degenere spettacolo di vittimismo squallido è esattamente quei livelli di disconoscimenti, meglio: la causa che da la responsabilità all'effetto; sono incapace da decenni ad essere giudice di me stesso, di avere alcun contatto con l'etica e la morale, disconosco gli elementi di cui sopra, agisco come quella persona che ha appena malmenato un suo simile ed afferma perché è un uomo libero, per cui può fare ciò che gli pare. Chi cerca di fargli capire e quindi si sostituisce a lui perché incapace di essere giudice di se steso diventa il nemico, la causa di ogni distorsione; mentre in realtà chi l'ha giudicato hanno dovuto scavalcarlo per la sua incapacità di essere giudice di se stesso. Chi ha consentito tutto ciò? Forse che la democrazia è fondata sul controllo data l'alta pericolosità cerebrale insita nel potere? Perché anche in Italia ci sono categorie che amano farsi controllare e che se tale controllo è scarso fanno di tutto perché aumenti; perché invece chi fa politica detesta essere controllato? Un esempio semplice: sono in corso le prove del "Guglielmo Tell di Rossini" ...il Direttore dell'Orchestra Sinfonica volutamente decide di fare degli errori per monitorare la predisposizione al controllo dei sui orchestrali. Accade quanto segue: svolge quelle manchevolezze e nessuno agisce nonostante che sappiano benissimo che il Direttore dell'Orchestra ha commesso degli errori...cosa fa l'autore di quegli sbagli? E' felice perché nessuno l'ha notato, così potrà fare ogni genere di schifezze? Per nulla: va dai suoi orchestrali risentito perché desidera avere un gruppo di menti propositive e desidera essere controllato...oppure: al primo sbaglio in diversi affermano" Signor Direttore, lei ha sbagliato...cosa fa costui...s'inalbera perché lui è il capo ed ha i sondaggi d'opinione favorevoli? Niente affatto...va ad abbracciare felice i suoi orchestrali, comprendendo il pieno d'essere in un gruppo di menti dinamiche, propositive, amanti di farsi controllare l'un l'altro ivi compreso lui...domanda: perché la società civile deve essere guidata dalle persone più ostili al controllo quando vi sono persone che amano il controllo su loro stessi come nell'esempio semplice detto appena ora? Perché dovrei essere felice di quello che è accaduto ieri quando vi sono troppe persone risentite nel farsi controllare e quindi a una categoria di "Dei Pagani e Cortigiani..arriva un'altra con gli stessi precetti? Come mai che negli Stati Uniti ed in altri paesi la ricerca di che sa pensare diversamente è divenuto un fattore strategico? Come mai che i matematici sono diventati così importanti nei paesi più dinamici; perché da noi tali ricerche non esistono affatto? Forse che mettere in discussione fattori che anche un bambino di tre anni potrebbe vedere in tutti gli aspetti urta con quella immensa " Colonna D'Ercole chiamata Fabbrica del Consenso?" Come mai che negli Stati Uniti in molte aziende il numero delle riunioni è stato drasticamente diminuito perché foriero di fattore dispersivo ed anti causativo giacché finiva e finisce nel dominio degli "Esibizionisti Verbali, facendo crollare verso il basso quantità enormi di parametri progettuali? Come mai nelle stesse aziende nelle rare riunioni sono state introdotte regole per arginare il pericolo di tali "Esibizionisti" tra cui: vietato parlare per più di cinque minuti, alzar la voce, mettere in evidenza una parola, le frasi pompose, l'ira e l'antagonismo, le frasi generiche, non essere confutabili, usare le passioni umane per generare il consenso, attaccare la personalità altrui, la superbia, l'ignoranza emozionale e l'incoerenza cerebrale...come mai che introducendo tali criteri e quindi" L'Ecologia della Mente" quelle aziende hanno conosciuto salite elevate di scambio con la società civile, di plusvalori, progettualità individuali nate dallo spirito critico dei singoli, crescite economiche,aumento di commesse e quindi occupazione e causatività nei fattori dell'economia? Quindi se da noi non si fa nulla del genere, ho qualche motivo per essere felice di quello che è accaduto ieri giacche come disse Umberto Eco: la vera saggezza non consiste nell'abbattere idoli, sta nel non costruirli proprio. "La città con la sua ambiguità, apparenze pompose, realtà disperate, macchina di tutta la struttura è la burocrazia in cui tutto viene sacrificato e da cui tutto dipende: felicità, ricchezza e salute; ma è l'uomo ad essere malvagio, la società la forza demoniaca del denaro , impedisce lo sviluppo delle qualità umane, provocando la degenerazione spirituale. Nicolaj Gogol, tratti delle sue opere. "Il teatro è il tribunale dell'anima e specchio dei tempi, istituzione morale." Schiller.

Gwenkalon (Attilio S.)

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Elenco festeggiati

Donne N. Varvara 25/09 M. Maka 22/09 T.M. Catherine 15/09 S. Gheorghe 12/09 T. Costanta 10/09 U. Collins 10/09 S. Lia 25/09 M.Giovanna 07/09 Enza (vol.) 01/09 Lina (vol.) 23/09 Floriana (vol.) 01/09 Francesca (vol.) 25/09

Uomini

A. Luciano 03/09 A. Claudio 17/09 G.O. Kidane 20/09 L.F. Luigi 27/09 M. Salvatore 26/09 S. Attilio 24/09 Maurizio (vol.) 10/09 Antonello (op.) 25/09

Festa di compleannoFesta di compleannoFesta di compleannoFesta di compleanno La Festa per i nati del mese si terrà il

19 settembre 2013

Già da ora AUGURI a tutti i festeggiati! Parteciperanno gli scatenatissimi amici Graziella, Stefano, Tonino, Francesco Maria Antonietta, Monia ed Antonietta, ed i ragazzi dell’Azione Cattolica guidati da Don Simone di Resurrezione, con Roberto alla consolle, all’animazione insieme ai

volontari del giornalino e gli insostituibili amici di Ognissanti per la pappatoria. Enza ci preparerà la famosa “torta al-l’ananas”, Loretta le “palline al cocco”, Fernanda le “rose del deserto”, Felicita le ”crostate” e Rita “un dolce a sorpresa”. Alle bibite provvederanno Rita, Maria Teresa e Roberta mentre Lina, Pina, Patrizia, Mario, Antonio, Edoardo e Fausto Ringraziamo le volontarie di Resurrezione ed Ognissanti per i dolci che preparano per le nostre feste e per la loro cordialità nel servirli a tavola. Ogni lunedì sera: lettura e commento dei quotidiani a cura di Massimo, Eleonora e Marta Ogni giovedì sera: Redazione del gior-nalino a cura di Maurizio, Francesca, Alessandro, Anna e Lorenzo

A questo numero hanno collaborato:

Anna Giovanna, Alberto B., Gian Paolo D., Marisa, Lia, Maura, Giuseppe, Vittorio, Anna Maria, Gino Luigi, Pierpaolo, Antonello, Federico, Massimo, Pinuccio, Emanuele, Nicola, Leonardo, Moraldi, Gianfranco, Attilio Francesca, Floriana, Maurizio, Alessandro, Anna, Lorenzo, Luciano, Antonello, Luana, Gabriele.