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GUIDA ALLE MANIFESTAZIONI IN SICILIA UN ANNO DI EVENTI E MANIFESTAZIONI

UN ANNO DI EVENTI E MANIFESTAZIONI · sono stati il Pavakathakali - teatro dei burattini indiano in cui le marionette riproducono nei dettagli i danzatori del Kathakali - il Wayang

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GUIDA ALLE MANIFESTAZIONI IN SICILIAUN ANNO DI EVENTI E MANIFESTAZIONI

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Con lo scopo di rendere un servizio di facile e immediata consultazione all’utenza del turismo siciliano, si ripete anche que-st’anno la pubblicazione del calendario di appuntamenti delle manifestazioni che si svolgeranno in Sicilia. Non si tratta di unamera elencazione di appuntamenti, ma di una descrizione delle manifestazioni integrata con una sintetica presentazione dei luo-ghi e dell’ambiente in cui si svolgono.

È questo modo di fare comunicazione un concreto esempio di come si debba intendere lo sviluppo dell’industria del turismoin una terra che, per la sua stratigrafia storica, si presenta con attrattive politematiche.

Le manifestazioni, per la loro natura, si fondono con i paesaggi, la cultura, le tradizioni, l’archeologia, con l’arte dei luoghi chele accolgono e portano un valore aggiunto alle naturali attrattive turistiche.

Si voglia riflettere, ad esempio, sulle manifestazioni connesse alle feste religiose, in cui rivivono le culture locali e si confermala sentita religiosità dei siciliani; appuntamenti, questi, capaci di suscitare emozioni profonde sì da far sentire il turista non ospi-te, ma partecipe. Dallo sport allo spettacolo, classico o moderno, tutto risulta fruibile per qualunque tipo di turismo.

È forse un obiettivo ambizioso, ma sicuramente una sfida da accogliere, riuscire a fare dialogare tutte le componenti del terri-torio, pubbliche e private, affinché il patrimonio materiale e immateriale, che a tutti appartiene, sia protetto e valorizzato utiliz-zando una logica di sistema integrato, una rete di comunicazione condivisa e mirata a divulgare un’informazione fedele alla real-tà dell’Isola, poiché essa è così naturalmente e artisticamente bella che non occorrono sforzi di fantasia per promuoverne l’imma-gine nel mercato del turismo.

Il siciliano gattopardiano cede il passo, non più semidei ma uomini che lavorano perché, dai doni ereditati, si ricavi svilupponon solo economico-sociale, ma della conoscenza, del sapere e del sano divertimento. Basta leggere questa guida per capire comesia possibile che ciò accada in uno stesso luogo.

La guida è voluta per tutti, per chi giunge per la prima volta in Sicilia, per chi ricorda e ama ritornare, per gli stessi siciliani chefanno turismo nella propria terra.

Dore MisuracaAssessore Regionale al Turismo, Sport, Spettacolo, Trasporti e Comunicazioni

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4 | INDEX

PALERMO e provincia

6 Festino di S. Rosalia7 Festival di Morgana8 Stagione Teatro Massimo10 Stagione Orchestra Sinfonica Siciliana e Teatro

Politema Garibaldi12 Concorso Ippico Internazionale 28a Coppa degli Assi13 Internazionali Femminili di Tennis WTA Tour 200714 XIII Maratona Internazionale Città di Palermo

15 Mondello World Festival on the Beach

16 Monreale 50a Settimana di Musica Sacra

17 Cefalù e Madonie Historic Rally Città di Cefalù, Trofeo Florio

18 Compr. delle Madonie Tradizioni nobiliari e contadine

19 Piana degli Albanesi, Contessa Entellina,Palazzo Adriano, Mezzojuso, S. Cristina GelaPasqua Arbëreshë (rito Greco-Bizantino)

20 Termini Imerese Carnevale

21 Ustica 48a Rassegna Internazionale Attività Subacquee

22 Viaggiando e curiosando23 Quattro passi in provincia

AGRIGENTO e provincia

28 Settimana Pirandelliana29 Sagra del Mandorlo in Fiore e Festival Intern. del Folklore30 Convegno Internazionale di Studi Pirandelliani31 Il Mito nella Valle dei Templi

32 Casteltermini Sagra del Tataratà

33 Menfi Inycon - Menfi e il suo vino

34 Sciacca Carnevale

35 S. Biagio Platani Gli Archi di Pasqua

36 Viaggiando e curiosando37 Quattro passi in provincia

CALTANISSETTA e provincia

42 Settimana Santa dei Misteri

43 Viaggiando e curiosando44 Quattro passi in provincia

CATANIA e provincia

46 Festa di S. Agata47 Etnafest48 Stagione Teatro Massimo Vincenzo Bellini

50 Caltagirone La Scala Illuminata

51 Acireale, Misterbianco Carnevale

52 Viaggiando e curiosando53 Quattro passi in provincia

ENNA e provincia

58 Riti della Settimana Santa59 Agira Presepe Vivente

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INDEX | 5

60 Piazza Armerina Palio dei Normanni

61 Pergusa Manifestazioni motoristiche

62 Viaggiando e curiosando63 Quattro passi in provincia

MESSINA e provincia

66 Stagione Teatro Vittorio Emanuele

Taormina68 Taormina Arte69 La Kore, Oscar della Moda70 Womad in Sicily

Tindari71 Teatro dei Due Mari72 Tindari Festival73 Tindari Teatrogiovani

74 Lipari Un Mare di Cinema, Premio Efesto d’Oro

75 Brolo Medievalia

76 San Fratello Mercato Concorso del Cavallo di S. Fratello

77 Viaggiando e curiosando78 Quattro passi in provincia

RAGUSA e provincia

82 Scicli Madonna delle Milizie

83 Viaggiando e curiosando84 Quattro passi in provincia

SIRACUSA e provincia

88 XLII Rappresentazioni Classiche89 Lucia di Svezia e Settimana Svedese90 Ortigia Festival

91 Noto Primavera Barocca

Palazzolo Acreide92 Festa di S. Paolo Apostolo93 Festival Internazionale

Teatro Antico dei Giovani

94 Viaggiando e curiosando95 Quattro passi in provincia

TRAPANI e provincia

100 Stagione Ente Luglio Musicale Trapanese102 La Processione dei Misteri

103 Segesta Rappresentazioni Classiche

104 S. Vito Lo Capo Cous Cous Fest

105 Gibellina Orestiadi

106 Erice Cronoscalata Monte Erice

107 Custonaci Presepe Vivente

108 Viaggiando e curiosando109 Quattro passi in provincia

VARIE PROVINCE

114 XIX Giro di Sicilia, Targa Florio115 Nuovi eventi 2007

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Il Festino, a metà luglio, è il mo-mento più alto della vita palermita-na. Difficile spiegare cos’è il Festino.

Certamente un immenso ex voto popolarededicato a santa Rosalia: per grazia rice-vuta. Nel 1624 fu lei a salvare i palermita-ni dalla peste quando sant’Agata, sant’O-liva, santa Ninfa e santa Cristina, schiera-te a quadrato ai Quattro Canti, nulla ave-vano potuto. La peste era arrivata con unbastimento dal Nord Africa. In breve dila-gò per la città e non si trovarono rimedi aquel flagello che colpì pure il viceréEmanuele Filiberto di Savoia. Si ricorse aisanti: si pregarono, si portarono in proces-sione finché qualcuno si ricordò di Ro-salia, santa palermitana testimoniata giànel 1205 e morta eremita sul MontePellegrino. Le sue ossa, ritrovate e portatein giro per la città, arrestarono miracolosa-mente la peste. La Santuzza, vezzeggiati-vo con cui viene invocata dai palermitani,è condotta in trionfo da un enorme carroper dare l’idea della grandiosità di Pa-lermo: un’immensa poppa di nave contanti musici a bordo. Quel carro è una spe-cie di barocco emblema civico, unico in

Europa, per mostrare la ricchezza e losfarzo di questa “Felicissima Palermo”. Èl’ultima delle grandi feste barocche d’Eu-ropa. Il Festino nacque come grandiosafesta popolare fatta di caldo, di luci, disfarzo, di colori, di odori, abbuffate perstrada, di grida e risate, mentre sfilavanole Maestranze, la nobiltà a cavallo, i rap-presentanti del Senato (Amministrazionecomunale) in pompa magna, fra saltim-banchi, mangiafuoco, straccioni e dameeleganti. E i berberi “cavalli di Càssaro” sicontendevano il “Paliu”. Da ogni partedella città palermitani e non continuano a sciamare lungo l’antico Càssaro (oggicorso Vittorio Emanuele) dal PalazzoReale fino alla Marina. Gente accaldata,vociante, che mangia con le mani le milledelizie dell’antica cucina di strada in atte-sa che dal mare s’innalzino i “fuochi digioja”: i fuochi d’artificio dell’apoteosi.

www.comune.palermo.it

383° Festino di Santa Rosalia

6 | Palermo

PALE

RMO

Figurante del Festino

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i 10-15 Luglio 2007

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È giunto ormai alla XXXII edizioneil Festival di Morgana. Rassegna diopera dei pupi e di pratiche teatrali tra-

dizionali, organizzata dal Museo interna-zionale delle marionette Antonio Pasqua-lino. Il Festival promuove le forme di spet-tacoli teatrali appartenenti al patrimonioimmateriale e orale attraverso gli spetta-coli dei gruppi provenienti da culture etradizioni diverse. La scorsa edizione ha visto la partecipa-zione del Ningyo Fohruri Bunkaru, teatrodei pupi del Giappone, caratterizzato dacopioni di argomento serio che prendonospunto dalle vicende della nobiltà guer-

riera del passato e da vicende contempo-ranee. Altri “ospiti” d’eccezione del 2006sono stati il Pavakathakali - teatro deiburattini indiano in cui le marionetteriproducono nei dettagli i danzatori delKathakali - il Wayang kulit purwa - teatrodelle ombre di Bali - l’Hoon Lakorn Lek - ilteatro dei burattini giganti della Thai-landia - il Mùa ro’i nuò’c, ovvero il teatrodelle marionette acquatiche del Vietnam. E, ovviamente, l’opera dei pupi siciliani.Anche per il 2007 è previsto un ricco car-tellone, in grado di affascinare grandi epiccini in uno spettacolo multiculturale esenza tempo.

Dettaglio di pupi e fondale Palermo | 7

www.museomarionettepalermo.it Novembre i

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Festival di Morgana

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Anche nel 2007, la stagione delTeatro Massimo continua nel segnodel prestigio e della qualità.

Gli appuntamenti riprendono a gennaiocon Tosca, di Giacomo Puccini, melodram-ma diretto da Pinchas Steinberg. A segui-re, un classico del balletto: Giselle di

Adolphe-Charles Adam, con l’allestimen-to del Teatro comunale di Firenze, orche-stra e corpo di ballo del Teatro Massimo.Il 7 febbraio, Giovanni Sollima, diretto daJonathan Webb, interpreterà le musiche diEliodoro Sollima, Giuseppe Mulè e JeanSibelius.

Spazio a La Traviata, di Giuseppe Verdi,con la direzione di Massimo Ranzani e laregia di Cristina Comencini.Il 10 marzo, ancora un concerto sui grandicompositori: Ottavio Ziino, Ludwig vanBeethoven e Dmitrij Sostakovich interpre-tati dal pianoforte di Enrico Pace, direttoda Carlo Rizzi. Spazio al Symphonic Rock,diretto da Friedemann Riehle con le musi-che di Deep Purple, Pink Floyd e LedZeppelin.Ancora musica con il pianista Oscar Pizzo,per un Omaggio a Salvatore Sciarrino, e conPorgy and Bess di George Gershwin, informa di concerto, diretto da WayneMarshall.E ancora: Cavalleria rusticana e Pagliacci (agiugno e luglio in tournée in Giappone),Manon, Don Pasquale, Medea e Norma. Una stagione ricchissima e articolata,impossibile da raccontare per esteso, acavallo tra innovazione e valorizzazionedell’identità.

www.teatromassimo.it

Stagione Teatro Massimo

8 | Palermo Teatro Massimo, esterno

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Teatro Massimo | tutto l’annoi

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GENNAIO

Tosca4 h 20.30 - 7 h 17.30 - 9 h 18.30 - 10 h 18.3011 h 18.30 - 12 h 20.30 - 13 h 20.30 - 14 h 17.30

Giselle25 h 20.30 - 26 h 18.30 - 27 h 20.30 - 28 h 17.3030 h 16.30 - 30 h 21.30 - 31 h 17.30

FEBBRAIO

Giselle1 h 18.30

Concerto dir. Webb7 h 20.30

La Traviata23 h 20.30 - 24 h 20.30 - 25 h 17.30 - 27 h 18.3028 h 18.30

MARZO

La Traviata1 h 20.30 - 2 h 18.30 - 3 h 18.30Concerto dir. Rizzi10 h 18.30

Simphonic Rock17 h 18.30

Omaggio a Salvatore Sciarrino21 h 20.30

Porgy and Bess27 h 20.30

Porgy and Bess28 h 20.30

APRILE

Cavalleria Rusticana e Pagliacci14 h 20.30 - 15 h 17.30 - 17 h 18.30 - 18 h 18.3019 h 20.30 - 20 h 18.30 - 21 h 20.30 - 22 h 17.30

MAGGIO

Manon20 h 20.30 - 23 h 18.30 - 24 h 18.30 - 25 h 18.3026 h 20.30 - 27 h 17.30

GIUGNO Tournée in Giappone

Cavalleria Rusticana e Pagliacci 23

I Vespri Siciliani 24

Cavalleria Rusticana e Pagliacci 26

Concerto lirico-sinfonico 27

I Vespri Siciliani 30

LUGLIO Tournée in Giappone

Cavalleria Rusticana e Pagliacci 1

I Vespri Siciliani 2

Cavalleria Rusticana e Pagliacci 3

SETTEMBRE

Don Pasquale21 h 20.30 - 22 h 20.30 - 23 h 17.30 - 25 h 18.30

26 h 18.30 - 27 h 18.30 - 28 h 18.30

OTTOBRE

Medea21 h 20.30 - 24 h 18.30 - 25 h 18.30 - 27 h 20.3028 h 17.30 - 31 h 18.30

NOVEMBRE

Concerto dir. Humburg7 h 20.30

Franca Florio, regina di Palermo21 h 18.30 - 22 h 18.30 - 23 h 18.30 - 24 h 20.3025 h 17.30 - 27 h 18.30

DICEMBRE

Norma16 h 20.30 - 18 h 18.30 - 20 h 18.30 - 22 h 18.3028 h 20.30 - 30 h 17.30

Concerto di Natale23 h 18.30

Teatro Massimo, interno Palermo | 9

www.teatromassimo.it Teatro Massimo | tutto l’anno i

Programma

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L’Orchestra Sinfonica Siciliana ope-ra da quasi cinquant’anni in Siciliaed è divenuta una significativa pre-

senza nel panorama musicale italiano.Partecipa annualmente alle Settimane diMusica Sacra di Monreale ed è stata pre-sente alle Orestiadi di Gibellina, all’Estatemusicale di Taormina, al Festival dei DueMondi di Spoleto. Negli anni ha avuto l’opportunità di esserediretta da grandi personaggi del passatocome Stravinskij e Milhaud, e da HerbertAlbert, John Barbirolli, Ernest Bour, SergiuCelibidache, Antal Dorati, Vittorio Gui,Efrem Kurz, Ferdinand Leitner, PierreMonteux, Herman Scherchen.Anche per questa 48a edizione, protagoni-sta sarà la grande musica, con 30 concertie 3 eventi speciali. Si parte il 12 gennaiocon il Coro della Filarmonica KarolSzymanowski di Cracovia diretto dalmaestro Alberto Veronesi, presenza co-stante dell’Orchestra Sinfonica Siciliana,di cui ha la direzione musicale.Inoltre, ogni martedì il teatro PoliteamaGaribaldi ospita i concerti degli Amicidella Musica, per il Viaggiatore che ama le

emozioni senza tempo e si trova in cittàper più di un fine settimana.

www.fondazioneorchestrasinfonicasiciliana.it

Stagione Orchestra Sinfonica Siciliana - Teatro Politeama Garibaldi

10 | Palermo Il maestro Veronesi. Teatro Politeama

�� Programma

FEBBRAIO2 - 4Mozart: Musica funebre Massonica K 477Berg: Concerto per violino e orchestraMussorgskij: Quadri di un'esposizione9 - 11Chopin: conc. n° 1 in mi min. per pf. e orch. op. 11Cjaikosky: Sinfonia n° 5 in mi minore op. 6416 - 18Mendelssohn: La favola della bella Melusina,ouverture op. 32Beethoven: Concerto n° 5 per pf e orch. op. 73“Imperatore”Sibelius: Sinfonia n° 5in mi bem maggiore op. 8223 - 25Falla: El amor brujo, suite dal ballettoBetta: Concerto per fagottoRavel: Ma mère l'oyeRavel: Boléro

MARZO

2 - 4Liszt: MazeppaBartók: concerto n° 2per vl e orch Brahms: Serenata n° 2 in la magg. op. 169 - 11Strauss: I tiri burloni di Till EulenspiegelElgar: concerto per violoncello e orch op. 82Schmitt: la tragédie de Salomé

i Teatro Politeama Garibaldi | tutto l’anno

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16 - 18Beethoven: Leonora n° 3, ouverture op. 72aBerg: tre pezzi per orchestra op. 6Wagner: L’anello del nibelungo, brani sinfonici23 - 25Webern: Ricercata, fuga a 6 voci (da J. S. Bach)Mozart: Sinfonia n° 40 in sol min KV 550Mozart: Requiem in re min KV 62630/03 - 1/04Borodin: Danse Polovesiane (da “Il Principe Igor”)Musorgskij: Una notte sul Monte CalvoCjaikosky: Sinf. n. 6 (“Patetica”) in si min. op. 74

APRILE

5 - 7Mahler: Sinfonia n° 5 in do diesis min.13 - 14Prokof’ev: Alexander Nevskij, cantata per mezzo-soprano, coro e orch. op. 78Cjaikosky: Lo Schiaccianoci (atto II)20 - 22Clementi: Concerto per violino e orchestraMahler: Blumine Sinf. n° 1 in re magg. “Il Titano”27-29Sibelius: Valse tristeDvorak: Concerto in si min. per vc e orch. op. 104Varèse: IntégralesBartók: Il mandarino meraviglioso

MAGGIO

4 - 6Musorgskij: Chovanscina, introduzione

Schnittke: Concerto per pianoforte e orchestraStrauss: Così parlò Zarathustra11 - 13Sibelius: En SagaLiszt: Concerto n° 2 in la magg. per pf e orchestraSibelius: FinlandiaSkrjabin: Il poema dell'estasi18 - 20Beethoven: Sinfonia n° 4 in si bem. magg. op.60Strauss: Sinfonia delle Alpi25 - 27Britten: Quattro interludi marini da “Peter Grimes”Bruckner: Sinfonia n° 1 in do minore31/05 - 1-3/06Mozart: Lucio Silla, ouverture KV 135 - Gali-mathias Musicum KV 32 - Concerto n° 2 in remagg. KV211 per violino e orch.Rameau: Les Boréades, suite

OTTOBRE

5 - 7Mendelssohn: Sogno di una notte di mezza esta-te, musiche di scena op.61Cherubini: Sinfonia in re maggiore12 - 14Korngold: Concerto per violino e orchestraProkof’ev: Romeo e Giulietta,suite n° 1 op 64 bis19 - 21Britten: Soirées musicalesPoulenc: Concerto per pianoforte e orchestraCjaikosky: Sinfonia n° 1 in fa min. op. 10

26 - 28Rachmaninov: Conc. n° 2 in do minore per pia-noforte e orchestra op. 18Cjaikosky: Sinfonia n° 6 in si min. op. 54

NOVEMBRE

3 - 4Haendel: Messiah, oratorio in tre parti, per soli,coro e orchestra (Rev. orch. di W.A.Mozart)9 - 11Kodaly: Harj Janos, suiteStravinskij: Concerto per violino e orch. d’archiSaint-Saëns: Il carnevale degli animali16 - 18Mahler: Sinfonia n° 9 in re maggiore23 - 25Kurtag: Quasi una fantasiaBartók: Concerto n° 3 per pianoforte e orchestraLiszt: Tasso, lamento e trionfo30/11 - 1-2/12Schubert: Fierrabras, ouverture - Lieder perorchestra (trascr. Berlioz, Brahms, Britten, Liszt,Reger, Webern) Sinfonia n° 2 in si bem. magg.7 - 9Berlioz: Chasse Royale et orage da “Les Troyens”Chausson: Le poème de la mer et de l'amourRavel: Alborada del gracioso Rhapsodie esp.15 - 16Berlioz: L’Enfance du Christ, trilogia sacra op. 2521 - 23Respighi: Pini di RomaStravinskij: La sagra della primavera

Palermo | 11

www.amicidellamusicapalermo.it Teatro Politeama Garibaldi | tutto l’anno i

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Gli sport equestri guadagnano sem-pre più i favori del grande pubblico,merito sicuramente degli splendidi

cavalli in gara e della perizia con cui ven-gono condotti da cavalieri ed amazzoni,che trasformano ogni competizione in unemozionante spettacolo.Il 49° Concorso Internazionale di salto a

ostacoli - 28a Coppa degli Assi, ospitatocome sempre nel Real Parco della Fa-vorita, importante riserva paesaggisticache collega Palermo a Mondello, è unappuntamento prestigioso per gli appas-sionati di sport equestri. Una macchina organizzativa complessa,quella del Concorso, una manifestazioneche nel corso degli anni ha visto a Palermola presenza dei fratelli D’Inzeo, diGraziano Mancinelli, altro grande nomedell’equitazione mondiale, atleti chehanno segnato l’evento con prestazionimemorabili. Oggi il Concorso viene rico-nosciuto come uno dei più affascinanti almondo e ogni anno molti cavalieri di pre-stigio, soprattutto stranieri, vengono aconcludere in Sicilia la loro annata agoni-stica: il clima siciliano, infatti, consente di

gareggiare all’aperto anche in autunnoinoltrato. Le varie edizioni hanno visto in campodecine e decine di cavalieri provenienti danumerosi paesi europei, ma anche daArgentina, Nuova Zelanda, Stati Uniti. Ilfulcro dell’evento - che ha anche un suoseguito mondano - è la Coppa degli Assi,riservata ai migliori classificati nelle piùqualificate gare internazionali. Insomma,una mini Olimpiade.

www.aapit.pa.it

Concorso Ippico Internazionale 28a Coppa degli Assi

12 | Palermo Un momento delle gare

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Parco della Favorita | 12-14 Ottobre 2007

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Gli Internazionali femminili di ten-nis di Palermo, unici in Sicilia e se-condi in Italia dopo Roma, vedono

la partecipazione delle più qualificate gio-catrici professioniste attualmente in classi-fica mondiale.Un appuntamento che si ripete da 19 edi-zioni, rinnovando l’entusiasmo di un pub-blico sempre crescente di estimatori diquesto affascinante sport.Nella passata edizione non sono mancatele iniziative a indirizzo musicale, cultura-

le, sportivo e commerciale nella corniceesclusiva del Country Club di Mondello,splendida località balneare vanto di Pa-lermo. Allo sport sono state affiancatealtre attività collaterali, tra cui una mostracollettiva di arte contemporanea e unaesposizione di auto storiche e carrozzed’epoca. Quest’anno l’appuntamento con il tennisfemminile di altissimo livello è dal 14 al 22luglio, e c’è da scommettere che, ancorauna volta, le sorprese saranno moltissime.

Atlete partecipanti Palermo | 13

Internazionali Femminili di Tennis WTA Tour 2007

www.countrytimeclub.it iCountry Club | 14-22 Luglio 2007

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C’è una domenica di novembre in cui le vie del centro palermitanovengono invase da atleti che gareg-

giano in una disciplina che è sudore e fati-ca: la maratona, con i suoi interminabili 42chilometri.La Sicilia punta molto sullo sport ad alto

livello che rappresenta, insieme al turi-smo, un binomio inscindibile per la pro-mozione dell’Isola. Una scommessa am-piamente vinta: nell’edizione 2006, a par-tecipare alla competizione sono stati piùdi 1500 atleti provenienti da tutto ilmondo.

La Maratona Internazionale di Palermo èuna delle manifestazioni agonistiche dirilievo che ha la capacità di veicolare inEuropa e nel mondo tutto quanto la Siciliaha da offrire ai Viaggiatori che voglionoconoscerla, svelandone gli aspetti menoconosciuti. L’accresciuto interesse intorno alla Mara-tona - che per un giorno trasforma Paler-mo in una enorme pista - è merito dellapartecipazione di atleti di spessore, pre-senti anche quest’anno. Si tratta, dunque,di un evento che coniuga l’aspetto sporti-vo con quello dell’immagine. E lo sport èuno dei linguaggi più completi per la pro-mozione di un luogo.

www.palermomaratona.it

XIII Maratona Internazionale Città di Palermo

14 | Palermo Corridori in via Libertà

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18 Novembre 2007i

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Il Festival è sport, è musica, è atmo-sfera da villaggio turistico con av-venimenti di altissimo livello. Si

tratta di una manifestazione che mette inrisalto le risorse che Palermo può offrire,da quelle culturali a quelle sportive. Qui trovano posto tutti gli sport marinare-schi, dal diving alla vela olimpica, dall’altu-ra ai veloci catamarani: tutto ad alto livellocon l’assegnazione di titoli europei e mon-

diali. Un capitolo a parte merita, poi, ilWindsurf World Festival, manifestazione direspiro internazionale che ogni anno portaa Palermo surfisti di prim’ordine nello sce-nario da favola del Golfo di Mondello.Chi vuole, però, può scegliere sport terre-stri come il beach volley. Ogni annol’Associazione Albaria mette insieme unprogramma ricco di novità, sorprese econferme.

Per questa ragione è notevole l’incremen-to di appassionati che si danno appunta-mento in Sicilia per seguire la manifesta-zione che fa diventare piazza Valdesi unteatro naturale tra mare, spiaggia e terra.

Il golfo di Mondello mondello Palermo | 15

World Festival on the Beach

www.wwfestival.it 10-20 Maggio 2007 i

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Il Duomo di Monreale, capolavoroarchitettonico di età normanna, èormai da anni teatro abituale di

concerti. La Settimana di Musica Sacra si caratteriz-

za come laboratorio per coniugare la qua-lità artistica dei singoli concerti con la sen-sibilità degli spettatori. A Monreale punta-no molto sulla Settimana, sul suo consoli-dato prestigio e sul suo cartellone di gran

livello - ma sempre con un occhio ai gio-vani - per catalizzare l’interesse turistico.Gli organizzatori negli ultimi anni hannoanche mostrato lungimiranza scommet-tendo su artisti siciliani, spesso costretti aemigrare pur di affermarsi nel panoramamusicale internazionale. La manifestazione non è un sempliceappuntamento musicale, ma l’opportuni-tà di trasformare un evento in “segno”della grande tradizione culturale siciliana.L’accesso alle suggestioni prodotte dal-l’organo dalle diecimila canne, ospitatoall’interno del Duomo, è gratuito.

www.comune.palermo.it

50a Settimana di Musica Sacra

16 | Palermo monreale Il Duomo di Monreale

Novembrei

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Quest’anno il Trofeo Florio giungealla sua VIII edizione con un pro-gramma ricco di emozioni…su

quattro ruote. Si parte il 25 maggio con leverifiche sportive e tecniche e con laprima tappa.

La seconda tappa, invece, verrà raggiuntail giorno dopo. Il Rally si concluderà il 27maggio, con la terza tappa. Un appunta-mento che scandisce per gli appassionatil’inizio della bella stagione e che, nellescorse edizioni, ha visto ai nastri di par-tenza equipaggi provenienti, oltre chedall’Italia, anche da Francia, Germania,Repubblica Ceca, Svizzera, Stati Uniti,Norvegia. Alla competizione hanno, inoltre, parteci-pato team inglesi del club Historic MotorRacing, del quale è socio il famoso colle-zionista americano Jason Stuart Wright.

Auto storica alla partenza cefalù e madonie Palermo | 17

Historic Rally Città di Cefalù - Trofeo Florio

www.trofeoflorio.it i

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25-27 Maggio 2007

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Le comunità di Geraci Siculo, Gangie Petralia Sottana si trovano inca-stonate in quel rigoglioso polmone

verde che è il Parco Naturale delle Ma-donie. Si tratta di tre comuni ricchi di mo-numenti architettonici, di arte, di pitture,di polittici che le rispettive Amministra-zioni comunali si sono impegnate a rende-re fruibili.

Ad agosto, con Madonie tra tradizioni nobi-liari e contadine, questi suggestivi centrifanno conoscere le proprie tradizioni aiViaggiatori di passaggio.Una delle manifestazioni più conosciute èla Giostra dei Ventimiglia con i suoi cortei incostumi d’epoca preceduti da sbandiera-tori, la sua animazione medievale neipunti più suggestivi di Geraci e di altricomuni, e con rievocazioni storiche comeil matrimonio tra la contessa di Modica eil conte di Geraci, la proclamazione diGeraci capitale della Contea.A Gangi c’è la famosa Sagra della Spiga,evento folkloristico di carattere campe-stre, mentre a Petralia Sottana l’appunta-mento è con l’antico corteo nuziale e con il Ballo della Cordella, al quale si affian-ca il Raduno mediterraneo del folklore internazionale.

Madonie, tradizioni nobiliari e contadine

18 | Palermo geraci siculo, gangi, petralia sottana La Giostra dei Ventimiglia. Figurante della Sagra della Spiga

www.madonie.itAgostoi

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Per la cultura greco-albanese laPasqua è un rito che si tramandacon rigore di generazione in genera-

zione, a cui l’intera comunità partecipa dasempre con immutata dedizione.Le manifestazioni religiose si aprono lasera del venerdì che precede la domenicadelle Palme con il canto della resurrezionedi Lazzaro, per proseguire con la proces-sione della domenica successiva e il solen-ne pontificale di rito greco-bizantino. Il Giovedì Santo è invece la volta del Ve-spro, della liturgia di San Basilio e dellalavanda dei piedi. Arrivano la Grandi Oredel Venerdì Santo, la deposizione e la pro-cessione per le vie. Ancora liturgia di SanBasilio il Sabato Santo. Il culmine di que-ste peculiari celebrazioni è la domenica diPasqua con il Solenne Pontificale, la sfila-ta di donne negli splendidi costumi tradi-zionali lungo il corso Kastriota (a Pianadegli Albanesi), la benedizione e la distri-buzione di uova rosse, simbolo di fertilitàdopo il risveglio della natura.Si tratta di liturgie dalle origini antichissi-me, che accomunano tutte le comunità dirito greco-bizantino di cui è disseminato il

palermitano. Nel corso della Pasqua arbë-reshë del 2006 si è dato spazio ad iniziativenon soltanto religiose, per dare modo aiViaggiatori di conoscere le comunità e leloro risorse artistico-culturali attraversomostre, spettacoli, sfilate.

Un costume tipico piana degli albanesi, contessa entellina, mezzojuso, s. cristina gela, palazzo adriano Palermo | 19

Pasqua Arbëreshë (rito Greco-Bizantino)

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Pasqua iwww.pianalbanesi.it www.pasquainsicilia.it

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Con l’arrivo del Carnevale, comeper incanto, Termini Imerese riviveogni anno la magica favola di ‘u

Nannu e ‘a Nanna, simpatici e inossidabilipersonaggi che da oltre un secolo dispen-sano allegria e buonumore. Ma il carnevale termitano è sicuramentepiù antico e la sua storia risale alla primametà dell’Ottocento, quando, si racconta,un gruppo di napoletani, i napoliti, giuntiin Sicilia al seguito dei Borboni, si stabili-rono nella città delle terme e diedero vitaalla manifestazione. Oggi il Carnevale è cambiato e i festeggia-menti puntano più sulla musica, graditaalle nuove generazioni, sulle esibizioni diartisti di grido, sul passaggio di carri im-ponenti, sui fuochi d’artificio, mettendoda parte quell’allegria semplice di tantianni fa. Ma i protagonisti rimangono loro,‘u Nannu e ‘a Nanna.

www.comune.termini-imerese.pa.it

Carnevale

20 | Palermo termini imerese I Nanni

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10-20 Febbraio 2007i

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Una vera “isola dei tesori”, sopra esotto il mare. Ecco cos’è Ustica, faz-zoletto di terra a 36 miglia da Pa-

lermo, da anni ormai sede naturale dellaRassegna Internazionale delle AttivitàSubacquee.Aspra e incontaminata, Ustica regala sor-prese in tutti i mesi dell’anno: sotto unmare cristallino esplode il colore di coral-li, madrepore, ventagli di gorgonie e pesciin abbondanza. Dal 1959 la Rassegna, che ha posto le basiper la realizzazione in quest’isola dellaprima Riserva Marina d’Italia, vede at-tualmente riunirsi gli studiosi più autore-voli al mondo per affrontare i numerosi

problemi legati al mare. Dal 1996 è statoistituito un concorso fotografico aperto atutti: Ustica come nessun altro posto almondo, con premi in denaro. All’isola sonoandate nel 2000 le cinque vele, ovvero ilmassimo riconoscimento per il suo mare,nella speciale Guida Blu di Legambiente. Irequisiti presi in considerazione sonostati: il mare limpido, le spiagge pulite, lavicinanza di aree marine protette maanche la presenza di strutture ricettive, diservizi per i bagnanti, di infrastrutture tu-ristiche ecocompatibili.Insomma, qui tutto fa… mare.

L’isola di Ustica e suoi fondali ustica Palermo | 21

48a Rassegna Internazionale Attività Subacquee

www.ustica.net Palermo provincia, Ustica | Giugno i

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Un vero viaggiatore a Palermo non può perdere una passeggiata tra le piante centenarie dell’Orto

Botanico, il giardino esotico che ispiròWagner per il suo Parsifal. È uno dei giar-dini botanici più importanti d’Europa.

Il 27 luglio a Castelbuono si tiene la pro-cessione in onore di Sant’Anna. Tra le cele-brazioni, anche la corsa più antica d’Eu-ropa: risale al 1912 e si chiama Giro Podi-stico Internazionale di Castelbuono.

Il territorio di Monreale è molto vasto ecomprende diverse frazioni tra cui lasplendida San Martino delle Scale. Il suonome deriva dal prodigioso complessoabbaziale Benedettino fondato da PapaSan Gregorio Magno nel VI secolo.Fra i sei chiostri del complesso, il più belloè certamente quello della fontana di S.Benedetto, risistemato nel 1612 dall’archi-tetto Giulio Lasso. La chiesa, d’impiantocinquecentesco, ad unica navata fiancheg-giata da 10 cappelle laterali, è sormontatada una modesta cupola di dimensionicontenute. Al suo interno numerose opere

d’arte tra le quali tele di Pietro Novelli,Filippo Paladini, Zoppo di Gangi, Paolode Matteis, Stomer ed altri fiamminghi eraffinati marmi di età e mani diverse.Monumentale e spettacolare, per la suaricchezza e varietà di decori, è l’immensocoro ligneo ad intarsi, composto da 68stalli e lungo 20 metri, opera cinquecente-sca napoletana. L’organo è stato restaura-to e ripristinato ed è tra i più armoniosi epotenti di quelli ancora funzionanti nellechiese siciliane.

Con i suoi 4000 ettari di estensione ilBosco della Ficuzza costituisce uno dei“polmoni verdi” della Sicilia.

Il Parco delle Madonie comprende comu-ni dalle antiche origini ed è caratterizzatoda un paesaggio eterogeneo che spazia dalmare alle vette innevate: un ambiente diricchezze paesaggistiche e naturalistiche.

Palermo e dintorni: monumenti e tanto verde

22 | Palermo viaggiando e curiosando Ficus nell’Orto Botanico

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Il capoluogo siciliano conserva nel-l’impianto urbano e nelle sue archi-tetture testimonianze romane e

bizantine, arabe e normanne, francesi espagnole, in una mescolanza di forme chene determina l’unicità. Esempio di com-

mistione fra stili diversi è Palazzo deiNormanni, edificato dagli Arabi nel IXsecolo, riutilizzato dai Normanni, restau-rato nel Seicento sotto i viceré spagnoli eoggi sede dell’Assemblea Regionale.La Cappella Palatina, al primo piano del

palazzo, sorse tra il 1130 e il 1143 per vole-re di Ruggero II: presenta pianta basilicalee un alzato che si regge su arcate ogivali,coperto da un rarissimo soffitto ligneo astalattiti prettamente arabo. Nel registrosuperiore e nelle absidi risplende l’oro dei

mosaici, dove si celebra il trionfo dell’artebizantina. Dietro il palazzo sorge un altropregevole esempio di architettura arabo-normanna, la chiesa di San Giovannidegli Eremiti, riconoscibile dalle cupolet-te rosse che la sovrastano. Affacciata su

corso Vittorio Emanuele, sorge l’imponen-te Cattedrale, che conserva solo in parte lastruttura originale a causa dei numerosirifacimenti subiti; vi sono conservate lespoglie mortali di Federico II di Svevia,Stupor Mundi. Proseguendo per il corso,

l’Oratorio di San Lorenzo offre la primaoccasione di incontro con Giacomo Ser-potta (1656-1732), geniale e instancabilescultore che ha lasciato un’inconfondibileimpronta in diversi edifici sacri palermita-ni. Più avanti, San Giuseppe dei Teatini

Palermo: Cappella Palatina. Palazzo dei Normanni. Stucchi del Serpotta quattro passi in provincia Palermo | 23

Palermo, al centro del Mediterraneo

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(1612-1645), dalla slanciata cupola concalotta rivestita di maioliche, ha un gran-dioso interno alla cui decorazione lavora-rono Guglielmo Borremans per gli affre-schi e Serpotta. Nelle vicinanze si aprepiazza Pretoria, dove prospetta Palazzo

delle Aquile, sede del municipio; la piaz-za è quasi interamente occupata dallaspettacolare fontana (XVI secolo), che haritrovato con il recente restauro tutto ilsuo splendore tardorinascimentale. Allespalle sorge la Martorana, chiesa in stile

arabo-normanno eretta nel 1143, che con-serva il campanile originale – splendidi imosaici che rivestono le pareti – e la coevaSan Cataldo, sormontata da cupoletterosse. A sud, poco lontano, i marmi “mi-schi” (tarsie marmoree) che rivestono l’in-terno della chiesa del Gesù. Subito dopovia Maqueda, corso Vittorio Emanueleincrocia via Roma: su di essa prospetta lachiesa di San Domenico, uno dei piùimportanti edifici barocchi della città; ivicini oratori del Rosario e di Santa Citaconservano preziosi stucchi di GiacomoSerpotta. Non si può perdere la visita del MuseoArcheologico che, fra i molti tesori, custo-disce reperti provenienti da Selinunte,come le bellissime metope dei templi prin-cipali. Sempre nelle vicinanze, piazzaVerdi è dominata dalla grandiosa mole delTeatro Massimo, tempio della musica sici-liana insieme al vicino Teatro Politeama-Garibaldi. A nord si estende la città otto-novecente-sca, segnata da notevoli tracce di quellostile liberty che ebbe in Ernesto Basile unodei massimi rappresentanti.

24 | Palermo quattro passi in provincia La Cattedrale di Palermo

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Tornando in piazza San Domenico si acce-de al mercato della Vucciria, il più noto epittoresco di Palermo. Nella zona sorgeanche la chiesa di San Francesco (XIIIsecolo), più volte modificata, pregevoleper l’interno sobrio ma impreziosito da

sculture dei Gagini e da stucchi diSerpotta. Corso Vittorio Emanuele puntadiritto verso il mare aprendosi infine inpiazza Marina su cui sorgono palazzoChiaramonte o Steri, oggi rettoratodell’Università (XIV secolo), e la chiesa di

Santa Maria della Catena, in cui lo stilegotico-catalano si unisce a elementi rina-scimentali. A sud sorge lo splendidoPalazzo Abatellis, edificato alla fine delQuattrocento, oggi sede della GalleriaRegionale di Sicilia; qui sono conservati

il Trionfo della Morte, grandioso affrescoquattrocentesco proveniente da PalazzoSclafani, il Busto di Eleonora d’Aragona,celebre opera di Francesco Laurana, el’Annunziata, un capolavoro di Antonelloda Messina.

Monreale e il suo DuomoLa via che conduce a Monreale parte dalmare del golfo palermitano, attraversa lacittà superando la Cattedrale e sale finoalle pendici del monte Caputo. La localitàè la principale meta turistica nelle vicinan-

ze di Palermo, e deve gran parte della suanotorietà all’incredibile Duomo norman-no, uno dei maggiori capolavori architet-tonici del Medioevo italiano. L’esterno siimpone per le vaste dimensioni – 100metri di lunghezza – e le absidi decorate

Monreale: il Cristo Pantocratore e il chiostro. Palermo: la Zisa quattro passi in provincia Palermo | 25

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ad archi ciechi. Ma a rivelare tutta la mera-viglia di questa costruzione è soprattuttol’interno, con i 6.340 m2 di mosaici policro-mi e dorati che rivestono le pareti dellenavate, del santuario e delle absidi, illu-strate con scene tratte dall’Antico e dalNuovo Testamento. Annessi al Duomo so-no il chiostro a pianta quadrata, delimita-to da 114 coppie di colonnine, e l’anticoconvento benedettino, destinato anche asede della Galleria Civica d’Arte Moder-na. Completano la visita di Monreale lachiesa della Collegiata, fondata nel Sei-cento e pesantemente rimaneggiata neidue secoli successivi, e il Castellaccio,eretto dai Normanni nel XII secolo e unicoesempio di monastero-fortezza nella parteoccidentale dell’Isola.

Gli Albanesi in SiciliaAlla fine del Quattrocento, in seguitoall’invasione turca dell’Albania, i profu-ghi provenienti da quella regione ottenne-ro da Giovanni II d’Aragona il permessodi insediarsi in località praticamente disa-bitate dell’area occidentale della Sicilia edi conservare il proprio culto. Sorsero

allora colonie a Piana degli Albanesi,Palazzo Adriano, Contessa Entellina,Mezzojuso e Santa Cristina Gela.Questi cinque centri sono tuttora abitatida consistenti comunità albanesi, chehanno saputo conservare attraverso isecoli gli usi e i costumi della patria d’ori-gine. Ancora oggi a Piana degli Albanesi ea Contessa Entellina si parla un dialettoalbanese e le celebrazioni religiose cattoli-che si svolgono secondo il rito greco.

Termini Imerese, terrazza sul GolfoPosta al centro del litorale che va daCefalù a Palermo, questa località lega lapropria storia alla presenza di sorgentitermali, già note nell’antichità come sug-gerisce il nome latino Thermae Himerenses.Resti di edifici romani sono visibili nelgiardino di villa Palmieri, da dove si godeuna bella vista sulla costa orientale delGolfo di Termini, cui si aggiungono a pocadistanza le vestigia dell’anfiteatro. Nellevicinanze si trova anche la chiesa di SantaCaterina (XIV secolo) con interni affresca-ti. Attraverso via Garibaldi si raggiungepiazza Duomo: intitolata a San Nicola di

26 | Provincia quattro passi in provincia Dettaglio di costume tipico albanese

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Bari, la chiesa fu interamente ricostruitanel Seicento e presenta una facciata ador-nata lateralmente con statue cinquecente-sche di santi; l’interno è a croce latina a trenavate.Altre attrattive sono il Museo Civico e lachiesa di Santa Maria della Misericordia,barocca, che conserva un bel trittico quat-trocentesco raffigurante la Madonna colBambino, mentre una magnifica vistasulla città, sulla costa e sul vicino monteCalogero si ha dal belvedere PrincipeUmberto.

La Riserva Naturale di Ustica Dalle acque profonde del basso Tirrenoemerge solitaria questa bellissima isoladalla forma ellittica, le cui coste frastaglia-te abbondano di grotte e anfratti. Il nome,di origine romana, deriva da ustum, “bru-ciato”, per sottolinearne l’origine vulcani-ca. A Ustica approdarono Fenici e Romani,ma i ritrovamenti archeologici certificanoanche l’esistenza di popolazioni preistori-che, presenti intorno al II millennio a.C.Durante il fascismo l’isola fu luogo di con-fino per gli oppositori del regime, tra i

quali i fratelli Rosselli e Antonio Gramsci.L’abitato si distende ad anfiteatro affac-ciandosi sul porto di Cala Santa Maria,unico approdo dell’isola. L’istituzione nel1987 della Riserva Marina ha consentitodi gettare le basi per la tutela di un patri-monio naturalistico di grande valore: lastraordinaria limpidezza del suo mare,non compromesso dall’inquinamento,assicura infatti il proliferare di molteforme viventi animali e vegetali, come levaste praterie di Posidonia oceanica, unafanerogama marina.

Termini Imerese: il Duomo. Ustica: la piscina naturale quattro passi in provincia Palermo | 27

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www.comune.agrigento.it

28 | Agrigento La casa di Pirandello

Luglio - Agostoi

In estate, Agrigento celebra uno deipiù grandi scrittori non soltantosiciliani, ma del mondo intero.

Premio Nobel per la letteratura nel 1934,Luigi Pirandello seppe influenzare il tea-tro e il cinema del suo tempo. Ancora og-gi, gli intellettuali traggono spunto dalleriflessioni di questo gigante della lettera-tura del Novecento nato ad Agrigento.Fu proprio questa città e il suo kaos a pene-trare il pensiero pirandelliano e a condi-zionarlo così profondamente con sugge-stioni, umori, luoghi dello spirito, perso-naggi che accompagnarono lo scrittore pertutto il corso della sua vita.La Settimana Pirandelliana intende, ap-punto, ripercorrere i luoghi-cardine checosì profondamente segnarono l’autore equindi capire meglio la genesi delle sueopere.

Settimana PirandellianaAG

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Il calendario dice che è ancorainverno pieno, ma in Sicilia la pri-mavera arriva presto. Provate ad

andare a febbraio nella leggendaria Valledei Templi e ve ne accorgerete. Lì, si tiene da ben 62 anni la Sagra delMandorlo in Fiore, un modo suggestivoper celebrare l’arrivo della bella stagioneattraverso l’amicizia e il confronto tra ipopoli.Una primavera anticipata, che quest’annoesploderà ad Agrigento dall’1 all’11 feb-braio e che sarà costellata da ben 5 eventi.

Oltre alla vera e propria Sagra del Man-dorlo in Fiore, ci sarà spazio per il FestivalInternazionale del Folklore, per il FestivalInternazionale I bambini nel mondo, perl’Etnofestival del Mandorlo e per l’EuropeanDance Caravan.Ogni anno, alla Sagra partecipano i grup-pi folkloristici provenienti dai quattroangoli del mondo: Egitto, Tunisia, Cile,Colombia, Messico, Cina, Malesia, Croa-zia, Finlandia, Galles, Georgia, Italia,Macedonia, Moldavia, Russia, Spagna,Polinesia francese, Olanda, Stati Uniti.

A febbraio, dunque, appuntamento inSicilia, che riscopre così la propria voca-zione più antica e autentica: quella diaccogliere civiltà.

Partecipanti alla Sagra Agrigento | 29

Sagra del Mandorlo in Fiore e Festival Internazionale del Folklore

www.mandorloinfiore.net Valle dei Templi | 1-11 Febbraio 2007 i

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Un nuovo appuntamento con lascrittura di Pirandello nella sugge-stiva terra del kaos, che diede i nata-

li al premio Nobel per la letteratura.

Una manifestazione dall’enorme rilevan-za, e non soltanto per studiosi e intellet-tuali. Le grandi protagoniste di questa ini-ziativa sono, infatti, le scuole medie supe-riori, che con i loro contributi portano unaventata di innovazione alla ricerca suPirandello.Una manifestazione culturale ampiamen-

te collaudata, che si svolge da ben 45 annicon rinnovato entusiasmo. La scorsa edi-zione ha avuto per tema I vecchi e i giovani.Storia, romanzo e film, ulteriore conferma

dell’attualità delle tematiche e dell’estre-ma versatilità del materiale letterario crea-to da Pirandello.Quest’anno, invece, il tema prescelto èQuando una novella diventa dramma, film,musica, fumetto.Palcoscenico ideale della manifestazione,che si terrà dal 5 all’8 dicembre, è proprio

Agrigento, che rende ancora più profondauna riflessione sul letterato siciliano.Questa suggestiva porzione di Sicilia,infatti, seppe suggerire allo scrittore suoni

e umori, personaggi, ambienti e sugge-stioni assolutamente peculiari.

www.cnsp.it

Convegno Internazionale di Studi Pirandelliani

30 | Agrigento Interno della Casa di Pirandello e lo scrittore davanti al Tempio della Concordia

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5-8 Dicembre 2007i

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L’estate 2007 passa per Agrigento.Si chiama “Il mito nella Valle deiTempli” la manifestazione che, da

giugno a settembre, allieterà le calde sera-te estive agrigentine.Il cartellone prevede musical, lirica, maanche tanto teatro e cabaret con nomi diprimissima scelta.

Punta di diamante della manifestazione èil concerto che vedrà protagonista uninterprete italiano famoso in patria eall’estero.Il re del blues, Zucchero Fornaciari, faràtappa nella Valle dei Templi per ben tregiorni di indimenticabile musica, dal 12 al14 luglio.

Un evento di enorme risonanza, per cui siprevede già il tutto esaurito, tre giorni chescandiscono il tour mondiale del grandebluesman.

Il Tempio dei Dioscuri Agrigento | 31

Il mito nella Valle dei Templi

www.ilsestante.net Giugno - Settembre i

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La sagra del Tataratà è una festaassolutamente peculiare, una dellepiù antiche manifestazioni del fol-

klore siciliano. Il Tataratà è una danzadalle origini imprecise, che viene eseguitada duellanti armati di vere spade. Alcunistudiosi la farebbero risalire alla domina-

zione arabo-musulmana, mentre per altrisi tratta di una danza ancora più antica,antecedente anche ai Greci in Sicilia, ese-guita per propiziare i raccolti. La Sagra coincide con una importantericorrenza religiosa: la festa di Santa Cro-ce. La croce cui si fa riferimento venne ri-trovata nelle campagne di Castelterminiin un periodo imprecisato, comunqueprima della fondazione del paese. La leg-genda racconta che una mucca si inginoc-chiò in un punto della campagna diChiudia, dove, scavando venne ritrovatauna croce di legno. Si pensa che la croce,oggi custodita nell’omonima chiesa edifi-cata proprio in quella campagna, sia servi-ta per il martirio dei primi cristiani sottol’imperatore Decio. E ogni mese di maggio, Casteltermini rivi-ve le sue tradizioni tra sacro e profano.

www.comune.casteltermini.ag.it

Sagra del Tataratà

32 | Agrigento casteltermini Momenti della Sagra

21-23 Maggio 2007i

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Ogni anno, ormai da dodici estati,il primo week-end di luglio, aMenfi si festeggia la cultura del

buon bere.Il legame tra la storia di questa cittadina eil vino è molto antico, e viene celebratointensamente con tre giorni tra arte, cultu-ra e profumo della gastronomia sicilianadi qualità.

Complice lo splendido paesag-gio di Menfi, fatto di piccoli appezzamen-ti di vigneto che si alternano dolcemente acaseggiati e bagli.Una vera e propria festa del vino, tra lepiù frequentate in Italia, in cui ai momen-ti di degustazione si accompagnano spet-tacolo, cinema, convegni. Un vero e pro-prio percorso dionisiaco, in cui al vino si

associano i più pregiati prodotti gastrono-mici isolani.Un lungo week-end in cui la suggestivacittadina aprirà ai viaggiatori i suoi piùbei cortili che si affacciano su via dellaVittoria, le imponenti piazze, i palazzi sto-rici più importanti.Tra gli spazi esterni che faranno da palco-scenico a questa esclusiva festa del vino,lo splendido giardino pergolato di Inycon(che prende il nome dal primo insedia-mento urbano della zona) e il giardino diVilla Varvaro, con i mastodontici alberi dificus.

Un momento della manifestazione menfi Agrigento | 33

Inycon - Menfi e il suo vino

www.comune.menfi.ag.it i

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28 Giugno - 1 Luglio 2007

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Il Carnevale di Sciacca, oggi uno deipiù rinomati di tutta Italia, risalecon ogni probabilità al 1616, quan-

do il viceré Ossuna prescrisse che ognunos’avesse a vestire in maschera.Da allora, i festeggiamenti vengono prece-duti da un’organizzazione capillare e dal-la preparazione di giganteschi carri alle-gorici. Sono loro i veri protagonisti delcarnevale di Sciacca. Gli “ingredienti” perrealizzarli? Ferro, carta, legno, tecnologia,passione e sacrificio. Il risultato è una verae propria opera d’arte.La loro realizzazione è affidata a mae-stranze che da generazioni si tramandanole tecniche di lavorazione della cartapesta.Ogni anno, il gruppo esecutivo individuail tema centrale dell’opera da realizzare(l’allegoria). Successivamente, i compitivengono ripartiti tra musicisti, poeti,coreografi, artigiani, pittori e… tutti quel-li che vogliono collaborare.Re del Carnevale è la figura di PeppeNappa, cui vengono consegnate le chiavidella città. È il simbolo dello spirito collet-tivo, che per un periodo di tempo limitatotrasgredisce l’ordine e la razionalità e si

abbandona ai più sfrenati festeggiamenti.Festeggiamenti che si concludono con ilrogo nel quale Peppe Nappa e il suo carrovengono bruciati, insieme a fischietti emartelletti del pubblico, in una sorta dirito catartico. Per darsi appuntamento alprossimo anno.

www.aziendaturismosciacca.it

Carnevale

34 | Agrigento sciacca Un carro allegorico

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i Febbraio

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Tra tutte le manifestazioni che cele-brano la Pasqua siciliana, quella diSan Biagio Platani è sicuramente

una delle più suggestive. Gli archi di Pasqua sono legati al cultodella Madonna e di Cristo. Una tradizio-ne risalente al Settecento, quando ancorail paese non contava mille abitanti.Nacquero così le due confraternite, quelladei Madunnara e quella dei Signurara, che,oggi come allora, dà vita ad una competi-zione vivacissima ed appassionante, chesi conclude la notte di sabato, quando cia-scuna confraternita allestisce la parte delcorso che le compete. La preparazione degli archi, che iniziaqualche mese prima della Pasqua, richie-de una grande quantità di materiale, tuttorigorosamente naturale: canne, salice,asparago, alloro, rosmarino, cereali, dat-teri e pane. La parte più importante è costituita dagliarchi centrali, origine storica della mani-festazione, sotto i quali la domenica mat-tina avviene l’incontro tra Gesù risorto ela Madonna. Di anno in anno, viene cam-biata l’estetica del corso, mentre resta

invariata la struttura architettonica, costi-tuita dall’entrata, dal viale e dall’arco.

Le caratteristiche strutture san biagio platani Agrigento | 35

Gli Archi di Pasqua

www.sanbiagioplatani.com

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Da Pasqua alla quarta domenica successiva i

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Impossibile perdersi il giro di Li-nosa in barca. Basta chiedere, all’ar-rivo, ai pescatori che affollano il

porto. E dal porto lasciarsi alle spalle isuggestivi Monte Nero, Monte Bandieraed il Monte Vulcano. Arriverete ai Fili,scogli che delimitano una piscina naturalechiusa, dalla parte di terra, da suggestivepareti rocciose levigate dagli agenti atmo-sferici. Un paesaggio mozzafiato, caratte-rizzato dal mare cangiante e qualche ciuf-fo di cappero. Sorpassati i Faraglioni chedelimitano la cosiddetta Piscina Naturale,raggiungibile anche via terra, si avvista ilfaro. La costa in questo tratto è particolar-mente frastagliata. Verso la fine del giro sigiunge in vista di Cala Pozzolana, unicaspiaggia dell’isola, dai colori che vannodal giallo zolfo al rosso ferro.

Le Stufe di San Calogero sono abitate oadibite al culto fino all’Età del Rame.Vennero abbandonate intorno al 2000 a.C.quando, forse in seguito ad un movimen-to tellurico, i vapori iniziarono a fuoriusci-re rendendo impossibile la permanenza. Dopo un periodo di totale abbandono,

furono i Greci a tornare nelle grotte, cometestimoniano i numerosi reperti, soprat-tutto vasi e statuette votive (oggi in parteconservati nel Museo Archeologico diAgrigento). Le grotte prendono il nome daun monaco che, giunto qui nel IV secolo,comprese i poteri terapeutici dei vapori esuddivise le grotte in ambienti dotati disedili di pietra. Le più ampie sono Antrodi Dedalo e la Grotta degli Animali.Attigua, si trova la Grotta del Santo, doveprobabilmente visse San Calogero.

I paesaggi mozzafiato di Agrigento

36 | Agrigento viaggiando e curiosando Linosa: Cala Pozzolana e casa tipica

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Con il nome di Akragas la città fufondata nel 581 a.C. dai coloni rodiie cretesi di Gela, e in poco tempo

diventò uno dei centri più importanti dellaMagna Grecia, secondo in Sicilia solo aSiracusa. Gli edifici della Valle dei Templi

vennero costruiti in massima parte nel Vsecolo a.C., tutti in stile dorico e usandocome materiale la calda pietra calcarealocale: vederli oggi confondersi da lontanocon il suolo sul quale sorgono, elementidel tutto naturali del paesaggio circostan-

te, ne rende incredibile l’originaria colori-tura, comune a tutti i templi greci. Il san-tuario giunto fino ai nostri giorni in condi-zioni migliori, grazie alla riutilizzazionecome chiesa cristiana nel VI secolo d.C., èil Tempio della Concordia. Il Tempio di

Giunone Lacinia, periptero esastilo comeil precedente, con 25 colonne superstiti, erail luogo destinato alla celebrazione deimatrimoni; pochi sono invece i resti di altriedifici, come i templi dedicati a GioveOlimpico, uno dei più grandi dell’architet-

tura greca, e Vulcano. È il caso anche delTempio dei Dioscuri, le cui quattro colon-ne architravate rimaste in piedi sono peròdivenute il simbolo della città. I reperti rin-venuti ad Akragas e nel territorio circostan-

te sono conservati nel MuseoArcheologico, istituito

nel 1967 in un’area incui gli scavi hanno

riportato alla lu-ce altre traccedell’antichità,come l’ekkle-s i a s t e r i o n ,struttura simi-le a un teatro

usata per le a-dunanze popo-

lari, e il quartiereellenistico-romano.

Il centro storico dellacittà odierna si estende a nord della Valledei Templi: alla fine del VII secolo d.C.,infatti, la popolazione abbandonò la valla-ta per insediarsi sull’altura dell’acropoli.L’aspetto del nucleo storico, percorso daun labirinto di vicoli che si aprono in corti-

Agrigento: dettaglio e veduta d’insieme del Tempio della Concordia. Piatto con Triskeles quattro passi in provincia Agrigento | 37

Agrigento e la Valle dei Templi

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li e piazzette, si deve al periodo delladominazione araba, che ha lasciato in ere-dità anche numerosi toponimi. Sull’arteriaprincipale, via Atenea, sono allineati chie-se e palazzi stilisticamente eterogenei. Anord sorge la Cattedrale, la cui edificazio-

ne ebbe inizio alla fine dell’XI secolo: inti-tolata al santo vescovo Gerlando, fu neisecoli successivi più volte ampliata e rima-neggiata, come rivela la sovrapposizionedi elementi barocchi a stilemi gotico-chia-ramontani e normanni. Da vedere anche la

chiesa di San Nicola, nei pressi del MuseoArcheologico, Santa Maria dei Greci,costruita sui resti di un antico tempio dori-co, e il monastero di Santo Spirito, nellaparte orientale della città, sede dei Museicivici.

Sciacca, fra le terme e il marePosta lungo la strada che collega Agri-gento a Selinunte, Sciacca è una delle piùantiche città siciliane: fu fondata nel VIsecolo a.C. dai Selinuntini, che ne fecero laloro stazione termale, ed è proprio alla

qualità e all’abbondanza di acque e fanghiche ha legato nei secoli gran parte dellasua fama. La città, noto centro di lavora-zione della ceramica, si sviluppa su unaserie di terrazze naturali che scendonoverso il mare e conserva l’impianto urba-

no risalente al periodo arabo e normanno.Il centro di oggi è piazza Scandaliato,affacciata sul mare, sulla quale sorgono la settecentesca chiesa di San Domenicoe il collegio dei Gesuiti, attuale sede delMunicipio; poco distante si trova il Duo-

38 | Agrigento quattro passi in provincia Agrigento: duomo di San Gerlando, interno ed esterno. Sciacca: piazza Scandaliato

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mo, costruito nel 1108 e riedificato nel 1656.Oltre via Licata si incontra Terravecchia,l’antico quartiere medievale, mentre il ter-razzamento che dal molo sale ripido versoil centro cittadino è il quartiere dei pescato-ri e dei vasai ceramisti. Meritano una visitalo Steripinto, palazzo dal bugnato a puntadi diamante costruito nel 1501 in un origi-nale stile siculo-catalano, e la chiesa diSanta Margherita, con il bel portale gotico-rinascimentale ornato con statue di Fran-cesco Laurana.

Racalmuto, «nel silenzio mi fortificai»Posto sulla sommità di un’assolata collinaa 24 km da Agrigento, il piccolo centro diRacalmuto ha un nome di origine arabaRahalmut che significa “casale distrutto”.La località si è sviluppata in epoca feuda-le attorno al castello del signore del luogo,Federico II Chiaramonte. L’edificio, apianta pentagonale con torri cilindriche, èuna tipica costruzione militare-residenzia-le trecentesca, ma alcuni interventi com-piuti in epoche recenti ne hanno in granparte alterato la fisionomia originaria.

La notorietà di Racalmuto è indissolubil-mente legata al nome di Leonardo Scia-scia, che vi nacque nel 1921. Lo scrittore,scomparso nel 1989, rimase sempre forte-mente legato alla sua terra e le sue opere,che studiano e rappresentano la realtà sici-liana e la sua cultura, manifestano unapartecipazione che trasuda quella che eglistesso chiamava la “sicilitudine”: l’animaantica dell’Isola. Lo stemma di Racalmutoriporta la scritta «nel silenzio mi fortifi-cai». Silenzio che alla gente “di fuori” puòapparire ostile o indifferente, ma che loscrittore correttamente interpreta comeraccoglimento, preparazione alla parola,che deve fluire precisa e arguta solo quan-do necessità lo richiede.

Eraclea Minoa, nel nome di MinosseVuole una leggenda che per vendicarsi diDedalo, reo di avere aiutato Teseo a orien-tarsi nel labirinto, il re cretese Minosse loabbia inseguito fin sulle coste della Sicilia.Qui, tuttavia, Minosse venne ucciso dal reCaos, presso cui Dedalo aveva trovatorifugio, e al suo nome si fa risalire quellodell’antica città di Eraclea Minoa.

Leonardo Sciascia, Racalmuto quattro passi in provincia Agrigento | 39

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Diventata colonia di Selinunte nel V seco-lo a.C., raggiunse l’apice del suo sviluppoin epoca ellenistica e venne poi conquista-ta dai Romani; nel I secolo a.C. venne defi-nitivamente abbandonata, forse a causa diuna frana che distrusse la parte meridio-nale della città.In uno scenario naturale pressoché incon-taminato, a una trentina di chilometri dalcapoluogo, si possono oggi vedere i restidella città, tra i quali spicca il teatro, sca-vato in una piccola altura e aperto verso ilmare.

Isole Pelagie, natura incontaminataSperdute nelle acque territoriali più meri-dionali d’Italia, più vicine all’Africa chealla Sicilia, le tre minuscole isole Pelagie(Linosa, Lampedusa e Lampione) mutua-no il loro nome dalla sterminata distesaazzurra che le circonda (pelagos in grecosignifica “mare”). Troppo piccole ed espo-ste per servire da base militare, pur tro-vandosi sulle rotte più intensamente traf-ficate del Mediterraneo, si sono sempretrovate in una condizione di isolamentoche, se da un lato non ha permesso lo svi-

40 | Agrigento quattro passi in provincia Tramonto a Lampedusa. Eraclea Minoa: il Teatro

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luppo di un’economia autonoma, dall’al-tro le ha preservate. Le isole mantengonoinfatti intatti il loro aspetto selvaggio e laricchezza della fauna marina e terrestre. Chiamata Aethusa da Plinio il Vecchio,Linosa è costituita dalla sommità di uncomplesso vulcanico spento da circa 2000anni, le cui falde si inabissano nel mare.Ben poco si sa della sua storia; solo la pre-senza di circa 150 cisterne scavate nellalava testimonia un’antica presenza roma-na. Lampedusa appare come un grandebanco di roccia inclinato con un profilocostiero ricco di scogli e grotte intervallatida piccole radure sabbiose. Nel 1995 vi èstata istituita la Riserva Naturale per tute-lare la scarsa macchia mediterranea super-stite e rare specie faunistiche, come i colu-bri lacertino e dal cappuccio, due rettili diorigine africana, e la tartaruga marina(Caretta caretta), che depone le uova sullaspiaggia dei Conigli.Lampione non è altro che un minuscoloscoglio sormontato da un faro.

Il mare dell’isola dei Conigli. Esemplare di Caretta caretta quattro passi in provincia Agrigento | 41

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www.comune.caltanissetta.it

42 | Caltanissetta Vara del Giovedì Santo

Pasquai

La Pasqua nissena ha origini anti-che. Le prime testimonianze risal-gono, infatti, alla fine del XVIII se-

colo, quando la Congregazione di San Fi-lippo Neri usava portare in processionecinque piccole vare con statuette in carta-pesta raffiguranti i principali Misteri. Daallora, le religiosità nei nisseni è rimastaimmutata e ancora oggi la Settimana San-ta si svolge secondo un preciso cerimonia-le in cui nulla è lasciato all’improvvisazio-ne. Ai riti della Settimana Santa, che ini-ziano il mercoledì, partecipa con devozio-ne l’intera comunità. Di grande suggestio-ne la sfilata del Cristo Nero, Signore dellacittà, la processione delle vare e la sfilatadelle Maestranze, antiche corporazioni diarti e mestieri. Altra processione moltosentita è quella delle varicedde: a costruirlefurono proprio i garzoni e i piccoli artigia-ni, una volta esclusi dalla partecipazionedelle grandi cerimonie pasquali. Il Capi-tano, in abiti settecenteschi, è invece ilsimbolo del dolore della comunità, che afine processione cambia i guanti e le calzeda neri in bianchi e si apre alla gioia, comeil resto della comunità.

Settimana Santa dei MisteriCA

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Caltanissetta è stata per lungo tem-po la città più importante d’Italianell’estrazione dello zolfo. Dopo la

chiusura dell’ente minerario siciliano, al-cune miniere sono diventate parchi mine-rari. Il parco di Gessolungo prende il no-me dalle zolfare, nate nel Miocene Su-

periore, costituite da gessi e argille asso-ciate a minerali dello zolfo e a cristalli disalgemma.

I monaci dell’abbazia di Santo Spiritoinventarono una preziosa ricetta, notaancora oggi: quella dell’amaro Averna,

prodotta nell’omonima distilleria, che, tral’altro, tre volte al mese, offre ai visitatorila possibilità di assistere al processo diproduzione di liquori, amari e rosoli.

Il ponte di Capodarso è una meravigliosaarchitettura a cui è legata una leggenda.Si racconta, infatti, che, ogni anno, i diavo-li tengano qui una fiera. Il fortunato cheacquista un frutto e se lo porta a casa, ilgiorno dopo lo trova tramutato in oro.

Sommatino: miniera abbandonata viaggiando e curiosando Caltanissetta | 43

Tra natura e leggende

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Caltanissetta sorge lungo le pendicimeridionali del monte San Giulianoed è il capoluogo di provincia di un

territorio, quello nisseno, che in passatoha visto alternarsi fasi di grande splendo-re economico e commerciale e di decaden-za. Per la visita della città si può iniziareda piazza Garibaldi, sulla quale si affacciala Cattedrale, conosciuta perlopiù con ilnome di Santa Maria la Nuova e costruitafra il 1570 e il 1622. Gli affreschi settecenteschi di GuglielmoBorremans coprono la volta della navatacentrale: si tratta di uno dei più importan-ti cicli pittorici dell’Italia del Sud, tornatoall’originario splendore grazie al restaurocompletato nel 2002. Lo stesso anno havisto anche la riapertura del Museo Dio-cesano, dov’è esposta una collezione distatue, dipinti e paramenti sacri dal XVI alXIX secolo. Molto ricco è l’interno dellachiesa di Sant’Agata, la cui facciata baroc-ca, intonacata in un caldo colore arancio,si erge sulla scalinata che domina la pro-spettiva di corso Umberto I. Edificata agliinizi del XVII secolo, ha una pianta a crocegreca e presenta interni decorati con stuc-

chi e marmi policromi, oltre a conservareun ricchissimo altare del transetto sinistro,con una grande pala marmorea di IgnazioMarabitti. Nelle vicinanze, dietro il Mu-nicipio, è l’incompiuto seicentesco Palaz-zo Moncada. Una visita al Museo Archeo-logico permette di osservare i reperti pro-venienti anche dai vicini siti di Capodarsoe Sabucina, dove gli scavi hanno riporta-to alla luce i resti di insediamenti risalentiall’Età del Bronzo. Da via San Domenico,la ripida salita di via degli Angeli conduceal Castello di Pietrarossa. Fondato dagliArabi ma rifatto dai Normanni e distruttodal terremoto del 1567, offre un bel pano-rama sulla città e sul territorio circostantefino alla valle del Salso.

Una terra di solfatareL’area solfifera, che si estende dalla zonadi Caltanissetta fino ai dolci rilievi del-l’Agrigentino, si presenta come un territo-rio di colline brulle e giallastre (tranne inprimavera, quando il grano le tinge diverde intenso), dove le fitte macchie deirimboschimenti non sono ancora riuscite aoccultare completamente il paesaggio del-

Dall’antico splendore al decoro moderno

44 | Caltanissetta quattro passi in provincia Caltanissetta: il Duomo

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le miniere di zolfo abbandonate, fatto dimontagne desolate, forate da pozzi e gal-lerie. Un itinerario ideale è quello che dalcapoluogo tocca San Cataldo, Milena,Mussomeli e Marianopoli, chiudendosipoi nuovamente su Caltanissetta. Lungo il

tragitto si toccano località minerarie chevissero l’illusione del benessere derivantedallo zolfo, borghi a carattere agricolo-minerario che portano i segni di una storiaamara e villaggi in cui, invece, si conservaun’atmosfera genuina di vita rurale.

La vicenda dello zolfo si colloca nel XIXsecolo, quando le nascenti industrie fran-cesi e inglesi ne formularono la richiestaper la produzione di acido solforico. Inbreve tempo le solfatare della Sicilia cen-trale si moltiplicarono; nel 1834, delle 196

siciliane 88 ricadevano nel territorio diCaltanissetta. Nella seconda metà dell’800la Sicilia puntò sull’affare dello zolfo, chesi protrasse fino alla fine di quel secolo,quando entrò sul mercato, con prezzi con-correnziali, lo zolfo americano. La crisi fu

inevitabile e a poco servì l’istituzione, ne-gli anni del secondo dopoguerra, del-l’Ente Minerario Siciliano. Nel territorio di Caltanissetta è possibilevisitare diverse miniere, addentrandosinelle “discenderie”, gli stretti corridoi lun-go i quali lo zolfo veniva trasportato aspalla, e nei “calcaroni”, le fornaci in mu-ratura in cui il minerale veniva bruciato.Nel capoluogo sono gli impianti delle mi-niere Gessolungo, Trabonella e Tuminel-li; a pochi chilometri dal centro abitato diDelia, è la storica solfatara Saponaro; nel-l’area mineraria tra San Cataldo e Serra-difalco, ci sono invece le miniere SanCataldo, Pozzo Palo e Bosco.

Caltanissetta: affreschi del Borremans nel Duomo. Panorama. Castello di Pietrarossa quattro passi in provincia Caltanissetta | 45

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www.apt.catania.it

46 | Catania Un momento della festa

Febbraioi

Nei primi giorni di febbraio, Ca-tania si raccoglie intorno alla suapatrona per onorarla come fa da

cinque secoli, con riti che si ripetonoimmutabili.Grande è la devozione per questa rampol-la di una nobile famiglia catanese che subìtorture e persecuzioni dall’imperatoreDecio per aver rifiutato le nozze con ilproconsole Quinziano, allora prefetto diSicilia. Anche la terra si scosse alla mortedella giovane Santa, fino a far eruttarel’Etna. I catanesi, però, riuscirono ad arre-stare la catastrofe facendosi scudo con ilvelo di Agata.Oggi come allora, la città ricorda la suapatrona con tre giorni di grande intensitàe devozione, in cui il momento culminan-te è il passaggio del maestoso fercolo d’ar-gento che taglia in due l’immensa folla.Di grande suggestione la notte, insonneper migliaia di catanesi. Già dalle primeore del mattino, la Cattedrale è affollata dauno sciame di fedeli, che incontrano laSanta, portata a spalla da devoti infagotta-ti nel "sacco".Un indumento che rimanda alla tunica

bianca dell’antico rito in onore di Iside,del cui culto Catania fu sede importantesecoli prima dell’avvento dell’era cristia-na. Momenti di grande devozione sonoanche l’offerta della cera, a cui partecipa-no le più alte autorità civili, religiose emilitari. Chiudono la processione le can-delore, espressione delle corporazioni edei mestieri.La festa di Sant’Agata, tra religione e tra-dizione, culmina con un grandioso spetta-colo di giochi pirotecnici.

Festa di Sant’AgataCA

TANI

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Dopo due edizioni di grande suc-cesso, torna Etnafest.Una manifestazione nata quasi

come un esperimento, che ha però riscos-so subito grossi consensi tra pubblico eaddetti ai lavori.

Appuntamenti di prestigio con i grandidella musica, del cinema, dell’arte.Il nuovo cartellone comincerà a febbraio,con il cinema surrealista di René Clai,Fernand Léger e Luis Buñuel. A marzo un omaggio al neorealista italia-

no Luchino Visconti e, ad aprile, la divinaGreta Garbo e la proiezione del film Lacarne e il diavolo. Ad ottobre si concluderàuna mostra dal tema Letterati Siciliani e ilCinema ed una retrospettiva sul cinemasecondo Gianni Amelio. Un grande cartellone, quello di Etnafest2007, che, sul solco delle edizioni prece-denti, si è sempre distinta per uno stan-dard qualitativo di altissimo livello.Con Etnafest il Viaggiatore avrà modo diassaporare le bellezze naturali del com-prensorio etneo e di coniugarle alle arti.

Vista su Catania comprensorio etneo Catania | 47

Etnafest

www.etnafest.it Gennaio - Settembre i

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Già nel Settecento si cominciò a parla-re di un teatro pubblico a Catania, inseguito al terremoto che nel 1693

aveva distrutto la città. La prima pietra, tut-tavia, venne posta solo nel 1812. Ad avviarei lavori fu l’architetto Salvatore Zahra Budaproprio nell’area dell’attuale teatro. I lavori dovettero essere interrotti per man-canza di fondi.A distanza di anni, il Senato dotò la città diun Teatro Comunale Provvisorio, ma nel1865 l’area venne ceduta a privati per finan-ziare la costruzione di un nuovo teatro. Erail 1870 quando all’architetto Andrea Scalaveniva dato l’incarico di individuare un sitoidoneo. Dopo un lungo periodo di traversiee intoppi burocratici, il Teatro MassimoVincenzo Bellini venne inaugurato il 31maggio del 1890 con la Norma.Ancora oggi, il teatro principale di Cataniasi muove tra storia, prestigio e innovazione.La stagione 2007 inizia il 19 gennaio per ter-minare il 13 dicembre. Il cartellone si apre con Lady Macbeth deldistretto di Mtsensk, di Dmitri Shostakovich,allestito dalla compagnia del teatro del-l’Opera di Riga. A seguire, Spartacus, di

Aram Khachaturjan, firmato dallo YuriGrigorovich Theatre Ballet di Krasnodar, eNorma, di Vincenzo Bellini, per la regia diWalter Pagliaro. Ancora, Andrea Chenier, diUmberto Giordano, diretto da FedericoTiezzi, e La Bella Addormentata, allestita dalTeatro Statale del Balletto del Cremlino.Chiuderanno la stagione, Tosca, di GiacomoPuccini, firmata da Renzo Giacchieri, e, inprima nazionale, Plameny (Flamen), di ErwinSchulhoff, in coproduzione con il TeatroNazionale di Praga.

www.teatromassimobellini.it

Stagione Teatro Massimo Vincenzo Bellini

48 | Catania Teatro Massimo Bellini

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Programma

LIRICA E BALLETTI

GENNAIO

19, 20, 21, 23, 24, 25, 26 Lady Macbeth del distretto di Mtsenskdi Dmitri Shostakovich - Direttore MartinsOzolins-Regia di Andrejs ZagarsAllestimento e Compagnia del Teatro dell’O-pera di Riga

FEBBRAIO

9, 10, 11, 13, 14, 15, 16, 17, 18 Spartacusdi Aram Khachaturjan - Direttore AndreyLebedev - Allestimento dello Yuri GrigorovichTheatre Ballet di Krasnodar

MARZO

6, 8, 9, 11, 13, 14, 15, 17, 18 Normadi Vincenzo Bellini - Direttore Giuliano CarellaRegia Walter Pagliaro

APRILE

19, 21, 22, 24, 26, 28, 29 e maggio 2 Andrea Chenierdi Umberto Giordano - Direttore Alun FrancisRegia di Federico Tiezzi

Tutto l’anno

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Catania | 49

www.teatromassimobellini.it Tutto l’anno i

MAGGIO

23, 24, 25, 26, 27, 29, 30, 31 e giugno 1 La bella addormentatadi Piotr Ilic Ciaikovski - Direttore AlexandrSladkovski - Allestimento del Teatro Statale delBalletto del Cremlino

OTTOBRE

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NOVEMBRE

2, 3, 4, 6, 7, 9, 10, 11 Toscadi Giacomo PucciniDirettore Daniel Oren, Antonino Manuli - Regiadi Renzo Giacchieri

DICEMBRE

5, 6, 7, 9, 11, 12, 13 Plameny (Flammen)di Erwin Schulhoff (prima esecuzione in Italia) Allestimento incoproduzione con il Teatro Nazionale di Praga

SINFONICA

GENNAIO 22

RecitalPianista Grigory Sokolov - musiche di Schuberte Skrjabin

FEBBRAIO

23, 24 Concerto sinfonicoDirettore Corrado Rovaris - Trombettista MauroMaur - musiche di Mozart, Hummel, Tartini,Haydn

MARZO

16 RecitalViolinista Sergej Krilovmusiche di Bach, Ysaye, Berio, Paganini

23, 24 Concerto sinfonicoDirettore Marc Soustrotmusiche di Saint-Saens, Fauré, Berlioz

30, 31 Concerto sinfonicoDirettore Jan Chalupecky Violoncellista Enrico Dindo - musiche diShostakovic, Rachmaninov

APRILE

20 RecitalPianista Alberto Nosèpianista Giuseppe Andaloromusiche: Beethoven, Chopin, Ravel, Skrjabin,Messiaen

MAGGIO

4, 5 Concerto coraleDirettore Tiziana Carlinimusiche di Brahms, Ramirez(Recupera il concerto del 1-2 febbraio 2007)

11, 12 Concerto sinfonicoDirettore Lou JaClarinettista Calogero Palermomusiche di Dvorak, von Weber, Schumann

19 RecitalPianista Mikhail Pletnev

GIUGNO

8, 9 Concerto sinfonico-coraleDirettore Alun FrancisMaestro del Coro Tiziana Carlinimusiche di R.Wagner, Listz, S. Wagner

15, 16 ConcertoDirettore Marzio ContiViolinista Boris Belkinmusiche di Sibelius, Rendine

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C’è una notte d’estate in cui Cal-tagirone si veste di luce, una nottein cui la sua scala più celebre, quel-

la di Santa Maria del Monte, si illuminacon un disegno che cambia ogni anno,

preparato con maestria dagli artigianisecondo una tradizione che si tramanda dipadre in figlio.Quella notte cade per la festa del patronodi Caltagirone, San Giacomo.

Ad illuminare la scala sono migliaia dicoppi, realizzati e colorati rigorosamente amano, secondo una tradizione secolareche ha inizio nel ‘600.L’attesa a Caltagirone inizia già dal 23luglio, con la ricerca del posto miglioresulla piazza del Municipio o sulla viaPrincipe Amedeo, da cui ammirare il sug-gestivo disegno luminescente. La sera del24 luglio le numerosissime lumère verran-no invece accese una per una per garanti-re nel giro di pochi minuti uno spettacoloche è una vera e propria gioia per gliocchi.I disegni formati dai coppi, che restanoaccesi per tutta quella magica notte diluglio, sono ispirati a temi riguardanti lacittà e il santo patrono. Lo spettacolo siripete, poi, il 14 e il 15 agosto.

www.comune.caltagirone.ct.it

La Scala Illuminata

50 | Catania caltagirone La Scala di Santa Maria del Monte

24-25 Luglio 2007i

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Il Carnevale di Acireale ha originimolto antiche, le prime testimo-nianze risalgono addirittura alla

fine del Cinquecento. All’inizio le manife-stazioni avevano carattere spontaneo, ma

la partecipazione era comunque grande,soprattutto presso il popolo.Nel 1600, nel territorio acese venivano or-ganizzate vere e proprie battaglie con illancio di agrumi, ma questa tradizione

cessò quanto prima visti i danni causati acose e persone. Ciononostante, il periododi Carnevale restò comunque un piacevo-le arco di tempo in cui ci si poteva permet-tere di tutto.Oggi, il Carnevale di Acireale ha addirit-tura accresciuto il suo prestigio, merito diuna tradizione che si perpetua da secoli edi un’organizzazione sempre più accuratae capillare. Da ammirare le spettacolari parate, i carriallegorici, sempre più colorati e sofistica-ti, gli imponenti carri infiorati, per unoscenario da favola, e, più piccoli maaltrettanto suggestivi e fantasiosi, i carriin miniatura.Ad Acireale, nel Cinquecento come oggi, a Carnevale si può tornare bambini esovvertire per un attimo la ragione e ilbuonsenso. Altro celeberrimo Carnevale è quello diMisterbianco, deliziosa città incastonatanella Piana di Catania. Qui, i festeggia-menti sono caratterizzati non da carri alle-gorici ma dalla presenza di splendidemaschere tradizionali.

Carro allegorico acireale, misterbianco Catania | 51

Carnevale

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www.carnevaleacireale.com www.carnevaledimisterbianco.it iAcireale 3-20 Febbraio 2007 / Misterbianco 10-20 Febbraio 2007

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Catania ha dato i natali a due im-portantissimi intellettuali che, cia-scuno nel suo campo, seppero in-

fluenzare la cultura a livello nazionale einternazionale.Ettore Majorana, uno dei più importantifisici del Novecento, è stato protagonistadi una misteriosa scomparsa nel 1938.Moltissime furono le ipotesi avanzate: fu-ga in Argentina, in Germania o vita dabarbone. Secondo un’altra ipotesi, avalla-ta da Sciascia in un celebre romanzo,Majorana si sarebbe invece ritirato a vitamonastica.Altro catanese celebre fu Giovanni Verga,padre del Verismo, splendido autore diStoria di una capinera e i Malavoglia. Untalento decisamente precoce, quello diVerga, che scrisse il suo primo romanzo asoli quindici anni.

Piazza del Duomo è costellata da edificibarocchi mozzafiato.Lì si trova anche il simbolo di Catania: lacelebre Statua dell’Elefante, opera delVaccarini, che incorpora un obelisco egi-zio. Si narra che l’elefante, legato probabil-

mente ai culti orientali praticati in città inetà classica, sia stato cavalcato dal magoEliodoro.

La bella fabbrica di San Nicolò è la più gran-de in Sicilia e conserva sette degli undiciimponenti ceri che sfilano durante la proces-sione patronale di Sant’Agata. All’interno c’èuna graziosa meridiana che esibisce disegnidel Thorvaldsen, il più importante scultoreneoclassico, con Canova.

Catania, la sua storia, i cittadini illustri

52 | Catania viaggiando e curiosando L’elefantino (Liotru)

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La provincia di Catania presenta unquadro ambientale assai ricco: bastiosservare che in uno spazio di

appena 19 chilometri si passa dal litoralemarino alla cima del vulcano più attivod’Europa, attraversando una straordinaria

varietà di paesaggi modellati dalle lunghevicende geologiche e dalle recenti attivitàantropiche. In omaggio a uno dei suoi cittadini piùillustri, Vincenzo Bellini, la visita delcapoluogo etneo può iniziare dalla zona

del teatro (1890) a lui intitolato e disegna-to da Carlo Sada in elegante stile secondoimpero.A sud si raggiunge piazza San Placidoche prende nome dalla bella chiesa baroc-ca, la cui facciata del 1769 è opera di

Stefano Ittar, che, insieme a Giovan Bat-tista Vaccarini, fu l’artefice principaledella Catania settecentesca, risorta dopo ledistruzioni dovute all’eruzione dell’Etnadel 1669 e al terremoto del 1693. Ittar col-laborò anche alla costruzione del vicino

palazzo Biscari, splendido edificio baroc-co iniziato nel 1702. Attraverso via Vit-torio Emanuele, all’ombra dell’imponentecupola della badia di Sant’Agata, capola-voro di Giovan Battista Vaccarini realizza-to fra il 1735 e il 1767, si raggiunge il ful-

cro del centro cittadino: piazza Duomo èornata al centro dalla fontana dell’Ele-fante, il Liotru di pietra lavica simbolo diCatania. Il Duomo, dedicato a Sant’Agata, fu rico-struito all’inizio del XVIII secolo in stile

Catania: busto di Sant’Agata. Eruzione dell’Etna. Scorcio del Duomo quattro passi in provincia Catania | 53

Catania, ai piedi della Montagna

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barocco, mantenendo però le absidi e iltransetto dell’originaria struttura norman-na. Seguendo il tracciato dei cosiddetti“archi della marina”, le arcate della lineaferroviaria una delle quali ospita, nei pres-si della piazza, il pittoresco mercato della

Pescheria, si giunge a Castello Ursino:sorto per volere di Federico II di Svevia ecompletato nel 1250, è sede del MuseoCivico, nato da raccolte private cittadine,in particolare da quelle archeologiche delprincipe di Biscari, ammirate da Goethe, e

dei Benedettini. Si ritorni verso il centropercorrendo via Crociferi, suggestiva so-prattutto di sera, alla luce dei lampioni.Lungo il suo breve corso si trovano lechiese più rappresentative del baroccocatanese, come San Giuliano. Si incrocia

poi la scenografica via Di Sangiuliano,dove si trovano belle dimore nobiliaricome palazzo Manganelli. La via sale finoa piazza Dante, dominata dal complessodi San Nicolò, con la chiesa - la più gran-de di tutta la Sicilia - incompiuta e il

monastero benedettino, che oggi ospitaaule e istituti universitari. Da qui pochipassi conducono all’animatissima, vastapiazza Stesicoro, dove sono i resti dell’an-fiteatro romano. Sulla piazza e nelle im-mediate vicinanze sorgono tre chiese inti-

tolate a Sant’Agata e legate al martiriodella vergine patrona della città: Sant’A-gata alla Fornace, Sant’Agata al Carcere eSant’Agata la Vetere. Nella vicina piazza Carlo Alberto haluogo il mercato più vasto e colorato della

54 | Catania quattro passi in provincia Catania: Castello Ursino. Decorazione interna del Duomo. Convento dei Benedettini

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città, la Fiera. Piazza Stesicoro interrompevia Etnea, il salotto dei Catanesi: a nord sitrova villa Bellini, a sud si ritorna versopiazza del Duomo. In quest’ultimo tratto si impongono duesoste: alla Collegiata, la cui scenografica

facciata (1758) è il capolavoro di Ittar, e albel cortile dell’Università, altra opera di Vaccarini, circondato da un doppiologgiato e pavimentato da pietra lavica e ciottoli bianchi a formare un raffinatomosaico.

La costa dei Ciclopi fino ad AcirealeDalla zona portuale di Catania ad Acirealesi estende uno dei più suggestivi litoralidella costa ionica, caratterizzato da sco-gliere di origine vulcanica, nel caratteristi-co colore antracite, che si spingono nel

mare per alcune decine di metri. Di fronteall’abitato di Aci Trezza si stagliano leimponenti sagome dei faraglioni deiCiclopi, monoliti di nero basalto colonna-re figli della Montagna (l’Etna); per ilgrande interesse geologico e naturalistico

sono stati dichiarati Riserva NaturaleMarina.Come altre cittadine della costa a nord diCatania, Acireale deve il prefisso del suonome a un corso d’acqua, oggi sotterra-neo, che il mito legava alla storia d’amore

fra Aci e Galatea. Si affaccia sul mare a 16km da Catania, su un terrazzo naturaledove fu fondata nel 1326. Cuore della cit-tadina è la bella piazza del Duomo, cheaccoglie importanti edifici storici: ilDuomo, che ha assunto l’attuale pianta a

Acitrezza: faraglioni dei Ciclopi quattro passi in provincia Catania | 55

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croce latina su tre navate solo nel Seicento,la basilica dei Santi Pietro e Paolo, chepresenta un prospetto settecentesco realiz-zato su disegno di Pietro Paolo Vasta, e ilPalazzo di Città, più volte ricostruito inseguito ai danni provocati dai terremoti,ma che ha fortunatamente mantenuto ilprospetto originario, d’impronta tardoba-rocca. La basilica di San Sebastiano,restaurata dopo il terremoto del 1693, èl’esempio più significativo del baroccoacese. Completano la visita della città leterme di Santa Venera, che hanno originiantiche poiché le acque termali eranoconosciute e usate sia dai Greci sia daiRomani, e la Biblioteca Zelantea, unadelle istituzioni culturali più importantidell’Isola; nell’annessa Pinacoteca sonoraccolte opere di scuola siciliana dal XVIal XX secolo.

La Riserva Naturale Fiumefreddo e le Gole dell’AlcàntaraA nord di Acireale dalla strada litoraneache da Fondachello conduce a Marina diCottone, è possibile accedere a uno straor-dinario ambiente naturale: la Riserva

56 | Catania quattro passi in provincia Gole dell’Alcantara

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orientata “Fiume Fiumefreddo”. Unapeculiare vegetazione acquatica e semi-sommersa, rappresentata da entità dinotevole interesse fitogeografico (ranun-colo a pennello, brasca, veronica acquati-ca), offre riparo a un’interessante comuni-tà animale costituita da anfibi, crostacei,pesci (anguille e trote fario) e uccelli. Fraquesti ultimi si segnala la presenza sem-pre più assidua di tarabusini, gallinelled’acqua, aironi cenerini e rossi. Da Fiumefreddo, seguendo la statale 114si raggiunge Calatabiano; da qui si risaleper circa 12,2 km il letto dell’Alcàntara (SS185) per conoscerne da vicino il corso e lesue gole. La storia del fiume ha radiciassai remote: il suo alveo è figlio del fuocolavico scaturito dal cratere Moio, situatosul fianco settentrionale dell’Etna, chenella fase di raffreddamento e consolida-mento diede vita a spettacolari basalticolonnari, che nell’arco di millenni hannosubito l’erosione delle gelide acque del-l’Alcàntara. Il fiume nasce a 1259 metri diquota sui monti Nebrodi e scende a valleper anse tortuose spesso inaccessibili,punteggiato da laghetti e cascate. Nelle

Gole, lunghe 460 metri, si incunea frapareti a strapiombo profonde anche 50metri e distanti 5.

Caltagirone, regina della ceramicaSituata in posizione strategica per il con-trollo delle vaste pianure di Catania e diGela, Caltagirone fu abitata già nellaPreistoria, come attestano i numerosi ri-trovamenti archeologici che indicano lacontinuità della presenza dell’uomo dal-l’Età del Bronzo fino all’epoca romana.Per ritrovare le origini della produzioneartigianale della ceramica si deve invecerisalire al periodo della dominazionearaba: da allora la lavorazione e il com-mercio di questo materiale, ampiamenteutilizzato nell’architettura urbana, non hamai smesso di sostenere l’economia locale,ed è oggi più vitale che mai. La rilevanzadi quest’arte è documentata dal Museoregionale della Ceramica, cui si accededal Teatrino del bel Giardino pubblico.Da qui via Roma conduce fino a piazzaUmberto I, dove si trovano il Duomo e laCorte Capitaniale, originale costruzione aun piano risalente al XVI secolo. Simbolo

della città è però la celebre scala che dapiazza del Municipio sale fino alla chiesadi Santa Maria del Monte.

Caltagirone: dettaglio della scalinata di Santa Maria del Monte quattro passi in provincia Catania | 57

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www.vivienna.it

58 | Enna Incappucciati del Venerdì Santo

Pasquai

Una tradizione che risale al XVIIsecolo, al tempo della dominazionespagnola. Tuttavia, le confraternite

erano presenti anche nel Medioevo comecorporazioni di arti e mestieri.I riti della Settimana Santa sono moltosentiti dall’intera comunità: per tutta ladurata delle celebrazioni, migliaia di per-sonaggi incappucciati sfilano per le viedella città, in un’atmosfera di grandesuggestione. Il Venerdì Santo le confraternite si recanoin processione alla Chiesa dell’Addo-lorata, da dove la Madonna dei Sette Do-lori viene portata in processione fino alDuomo. Qui l’attende l’Urna del CristoMorto.In serata ha invece luogo la solenne pro-cessione aperta dai frati incappucciati, cheportano a spalla, con il caratteristico passocadenzato, una Croce contenente unaspina della corona di Cristo, l’Urna delCristo Morto e il fercolo dell’Addolorata.Domenica di Pasqua è tempo della gioia: ilCristo risorto e la Madonna si incontranoin piazza Duomo. Ricomincia la Vita.

Riti della Settimana SantaEN

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Un tripudio di odori, colori, suoniche ogni anno catapultano il Viag-giatore in un’atmosfera di altri tem-

pi. Tutto questo è il presepe di Agira,l’unico in Italia ad essere rappresentato

proprio durante la notte di Natale.Atmosfere di grande suggestione, evocateda un folto numero di personaggi e figu-ranti, cento in tutto, che indossano i pannidei protagonisti dell’Avvento di Cristo,

richiamano l’attenzione di numerosi spet-tatori, pronti a vivere una notte d’incantoe ricca di emozioni. L’attesa cresce, fin quando un bagliorerichiama l’attenzione di uomini e donneche lasciano le loro case, recandosi nellastalla dove i tre Re Magi salutano la nasci-ta del Messia portando oro, incenso emirra.La manifestazione del 24 dicembre è pre-ceduta dalla novena natalizia e da diversealtre iniziative, tra cui l’annullo postaleraffigurante il presepe vivente.Di grande fascino anche il luogo doveogni anno si tiene la rappresentazione, laparte più antica del paese, che sembraessere il palcoscenico naturale per questoviaggio indietro nel tempo.

Figuranti del presepe agira Enna | 59

Presepe Vivente

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www.agira.org iNatale

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Tre giorni all’anno, Piazza Arme-rina compie un viaggio a ritroso fi-no al Medioevo, al tempo dei ca-

valieri erranti e delle battaglie epiche.Il Palio dei Normanni è stato istituito nel1952 per rievocare le gesta di Ruggerod’Altavilla, che nel 1071 cacciò i Saraceni esi insediò in Sicilia.Allora, Papa Nicolò offrì al sovrano unvessillo che ritraeva una Madonna col

Bambino e Ruggero la donò a PiazzaArmerina.Oggi, un po’ di Medioevo ritorna attraver-so una suggestiva giostra in cui i cavalierisi sfidano a colpire uno scudo, che rappre-senta il nemico, con prove sempre crescen-ti di abilità e destrezza. Dopo il torneo,viene proclamato vincitore il Quartiere acui appartiene il migliore cavaliere. IlPalio si conclude, quindi, con una sfilata

finale e con il rientro del Conte Ruggero edelle sue truppe nelle logge di San Pietro.Un modo assolutamente peculiare perincontrare una storia che rivive da millen-ni, a cui partecipa l’intera comunità.

www.piazzaarmerina.org

Piazza Armerina, Palio dei Normanni

60 | Enna piazza armerina Cavaliere del Palio

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12-14 Agosto 2007i

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Il lago di Pergusa è uno dei luoghipiù apprezzati per le numeroseattrattive naturali di cui è ricco. È

attualmente l’unica zona umida di sostaper gli uccelli migratori, attratti dalla fittavegetazione che circonda lo specchio d’ac-qua. Questo specchio d’acqua naturale è

famoso per il fenomeno dell’arrossamentoperiodico delle acque, da imputare alleparticolari condizioni della microfauna eflora del lago che, con ciclo decennale,portano alla colorazione delle acque pre-senti in un rosso carminio, tanto che piùvolte si è parlato di lago di sangue.

Ma Pergusa non è soltanto bellezze natu-rali. Ogni anno, infatti, il suo celebre auto-dromo ospita una attesissima stagionemotoristica. Creato nel 1951, il circuito sisviluppa per 4950 chilometri, ha una lar-ghezza media di 14 chilometri e una ca-pienza di oltre ottomila posti.Tutti grossi numeri, che supportano ap-pieno la passione dei siciliani per ilmondo delle quattro ruote.

Partecipanti alla corsa pergusa Enna | 61

Pergusa, Manifestazioni motoristiche

www.autodromopergusa.it Aprile - Ottobre i

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Enna è il capoluogo di provinciapiù alto d’Italia, 931 metri sul livel-lo del mare. Per la sua posizione

centrale, è detta ombelico della Sicilia. Per ammirare un panorama mozzafiato,basta andare alla Torre Pisana del Castellodi Lombardia, da dove si vedono i tre ma-ri: lo Ionio, il Tirreno ed il Mar d’Africa.

Il Castello di Lombardia, così chiamatoper la presenza di una colonia di lombar-di, conserva ancora molte delle originali epregiate strutture. Da vedere, l’atrio della Maddalena, a cuisi accede tramite la Porta della Catena, el’atrio di San Martino o dei Condottieri,tutt’oggi impreziosito dagli arredi fastosiche lo connotavano in qualità di apparta-mento reale. Degni di nota sono la cappel-la vescovile, la sala regia, la Torre dellaZecca, i sotterranei e le scuderie.

Un ennese illustre è Napoleone Cola-janni, importante meridionalista e socio-logo, attento studioso della Sicilia e tenaceoppositore delle teorie razziste di CesareLombroso. Lombroso riteneva, infatti, che

la delinquenza fosse connaturata neiMeridionali; Colajanni sottolineava, inve-ce, l’origine socio culturale della crimina-lità e della mafia.

Enna, piccolo gioiello nel cuore della Sicilia

62 | Enna viaggiando e curiosando Enna: il Castello di Lombardia

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Il capoluogo di provincia più altod’Italia (931 m) è un belvedere natura-le che si estende sulla sommità di un

monte ammantato di nebbia anche in pienaestate, nel cuore della Sicilia. I Sicani vi intro-dussero la coltivazione del grano, cui si lega

il mito di Cerere e Proserpina: sullo speroneroccioso detto rocca di Cerere rimangonoancora i resti del tempio dedicato alla dea. Sesi indugia ancora a est della città, lo sguardoè catturato dalla mole del Castello di Lom-bardia. La visita da qui segue il tracciato di

via Roma, che conduce fino al Duomo (XIV-XVI secolo): la facciata si erge su un’alta sca-linata ed è sormontata da una torre campa-naria del Seicento. L’interno è a tre navate,tutto giocato sul contrasto tra i fusti dellecolonne, realizzati in scura pietra lavica, e le

chiare decorazioni delle arcate ogivali, cheindirizzano lo sguardo verso il ricco soffittoligneo a cassettoni. Alle spalle è il MuseoAlessi, con l’eccezionale collezione numi-smatica del canonico Giuseppe Alessi, laPinacoteca e il Tesoro del Duomo. Nelle sale

del vicino Palazzo Varisano, in stile barocco,sono esposti i reperti del Museo Archeo-logico, in gran parte relativi alla colonizza-zione greca (VI secolo a.C). Degne di segna-lazione la chiesa barocca di San Giuseppe,in piazza Coppola, dalla tipica facciata atorre (così caratteristica dei luoghi di cultoennesi) e la chiesa di San Tommaso, che siincontra oltrepassando via Pergusa; il suocampanile è in realtà un’antica torre apparte-nente alla cerchia muraria difensiva. Unasosta richiede anche la torre di Federico II,peraltro visibile da più punti della città:costruita nel XIII secolo sulla cima di una col-lina, ha base ottagonale ed è alta 24 m.Secondo alcuni studiosi, la torre starebbe aindicare l’umbilicus Siciliae, cioè il centrodell’Isola. Che sia valida o no tale interpreta-zione, la sua struttura esibisce l’inconfondi-bile stile federiciano: come l’impianto otta-gonale (simile a Castel del Monte), la dispo-sizione su più piani e la quasi totale assenzadi ornamentazioni. Inoltre, come Castel delMonte, si vuole avesse anche una funzionedi misurazione astronomica, cioè per deter-minare il rapporto spazio-tempo nel mo-mento dell’ingresso nel solstizio d’estate.

Enna: panorama. Affresco all’interno del Duomo quattro passi in provincia Enna | 63

Enna, belvedere di Sicilia

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Agira, città di San FilippoUna delle più antiche città della Sicilia cen-trale si estende sulle pendici del monte Teiae domina la fertile valle del fiume Salso.Guardando in ogni direzione si può goderedi uno splendido panorama, che spazia daimonti circostanti alla pianura di Caramitia,fino a scorgere a nord-ovest la sagomadell’Etna. La sua remota fondazione è com-provata dai ritrovamenti archeologici cheattestano la presenza di abitati umani del Pa-leolitico, del Neolitico e dell’Età del Bronzo.Ad Agira giunse nel I secolo d.C. il tauma-turgo siriaco Filippo, cui è dedicata la chiesadall’interno a tre navate costruita nei primidecenni del XIV secolo e rimaneggiata allafine del Settecento.È ancora al patrono San Filippo che la tradi-zione attribuisce la fondazione dell’abbazia,il cui attuale interno risale alla ricostruzioneavvenuta nel Settecento. Da una scala nellanavata sinistra si accede alla Cateva, grottanella quale il santo morì e fu sepolto. Altriedifici religiosi importanti sono la chiesa diSant’Antonio di Padova, eretta nella primametà del Cinquecento e ricostruita dopo il1693, quella del Santissimo Salvatore, il cui

impianto originario risale al XII secolo, e lachiesa di Santa Maria Maggiore, di epocanormanna e con l’interno a due navate. Sullacima del monte, che doveva essere fortifica-ta già in età greca, restano le tracce dell’anti-co castello, probabilmente una costruzionesveva che era però già ridotta a un rudere nelXVIII secolo.

Pergusa, Proserpina e una Riserva NaturaleL’abitato di Pergusa si è sviluppato agliinizi del secolo scorso sulle sponde del-l’omonimo lago, una decina di chilometri asud di Enna. Legato al mito del ratto diProserpina, il lago è di origine plutonica eprivo di immissari o emissari. È un luogo disosta per gli uccelli migratori, attratti dallafitta vegetazione che lo circonda: intornocrescono infatti piante di eucalipto, ed èanche circondato dal tracciato dell’autodro-mo. Questo bacino naturale di acque lieve-mente salmastre, il più interno della Sicilia,rimane un’area di notevole interesse natu-ralistico: il lago è stato infatti dichiaratoRiserva Naturale Speciale in virtù deiperiodici processi di arrossamento delle sue

64 | Enna quattro passi in provincia Sperlinga: il Castello

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acque, dovuto a fenomeni biologici e di sol-foriduzione: con ciclo decennale, le acque sicolorano infatti di un rosso carminio, tantoche più volte si è parlato di “lago di san-gue”. Nelle vicinanze si può anche visitareil sito archeologico di Cozzo Matrice, dovealla fine degli anni Settanta sono state sco-perte tombe a camera di una necropolirupestre, tracce di capanne dell’Età delRame e un lungo tratto di mura difensive.

Piazza Armerina: la villa, ma non soloDire Piazza Armerina equivale a correreimmediatamente con il pensiero ai bellissimimosaici romani della Villa del Casale, fuoridal centro abitato. Gli scavi condotti a parti-re dal 1929 hanno infatti riportato alla luceun vasto edificio del IV secolo d.C. che com-prende quaranta locali, sistemati a terrazzeper adeguarsi alle caratteristiche del territo-rio e raggruppati in quattro sezioni: ingressoprincipale e area termale, peristilio con sog-giorno e foresteria, ambienti privati e basili-ca, triclinio e cortile ellittico. Quasi tutti gliambienti sono pavimentati con mosaici poli-cromi che illustrano scene mitologiche eimmagini di vita quotidiana. Il più famoso è

forse quello delle Fanciulle in bikini, che raffi-gura dieci donne che indossano costumi afascia: alcune hanno in mano attrezzi ginni-ci, altre danzano, giocano o corrono, mentreuna ha la testa cinta da una corona e porta inbraccio un ramo, simboli entrambi di vittoriain una competizione.Ma la fama della villa, la testimonianza piùrilevante della civiltà romana nell’Isola, ha alungo tenuto nell’ombra la cittadina, il cuicentro storico merita invece, e ampiamente,di essere visitato. Dal massiccio Castello Aragonese si apre,splendida, la vista sulla città e i dintorni; ilDuomo, edificato fra il XVII e il XVIII secoloin stile barocco, con la sua maestosa cupolasovrasta il centro cittadino e conserva al suointerno un bel crocifisso ligneo del 1455,dipinto su entrambi i lati. Bello anche il por-tale, che nelle colonne tortili dai capitellicorinzi e nelle cornici lavorate che racchiu-dono l’iscrizione soprastante, denuncia inpieno caratteri barocchi. Una visita meritaanche la seicentesca chiesa di San Rocco,che si affaccia sulla bella piazza Garibaldi,cuore antico di Piazza Armerina, dove svet-ta anche il Palazzo di Città.

Il Castello di SperlingaSperlinga deriva il nome dal latino spelunca,che significa “anfratto”. Che il luogo avesseuna naturale vocazione difensiva se neaccorsero già i Normanni, ma fu Federico IIa trasformarlo in caposaldo del suo sistemadi controllo della Sicilia interna. Nella rocciaè stata ricavata la rampa a scalini che saleripida alla porta d’ingresso. Poi si attraversaun vestibolo arrivando al cospetto di unaseconda porta. Gli ambienti che seguono for-mano un complesso di notevole articolazio-ne, che termina presso il piazzale dove sonoi resti della chiesa di San Luca. Il percorsotermina nel giardino del Duca: un terrenoalberato, da dove una scala sale nella zonapiù alta del Castello, passando sotto un por-tale ogivale. Da qui il panorama è a 360°.

quattro passi in provincia Enna | 65

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www.teatrodimessina.it

66 | Messina Teatro Vittorio Emanuele. Paola Cortellesi

Tutto l’annoi

A richiedere alla corona borbonicala costruzione del teatro VittorioEmanuele fu, nel 1827, il Decurio-

nato di Messina.In un primo tempo si pensò al teatro dellaMunizione, in cui nel Settecento erano cu-stodite le armi, poi prevalse l’idea dicostruirne uno condegno alle fiorenti condi-zioni della città e, dopo polemiche e com-promessi, prevalse il progetto del napole-tano Pietro Valente.Ancora oggi, il teatro Vittorio Emanuele sidistingue non soltanto per l’eleganza dellastruttura, ma anche per una stagione diprim’ordine. Tra i titoli in cartellone, Adriana Lecou-vreur, di Francesco Cilea, diretto da Pier-francesco Maestrini e Alta Società di ColePorter, diretto da Massimo Romeo Piparo,con Vanessa Incontrada. Quest’anno, il teatro Vittorio Emanuele siarricchisce di un cartellone dedicato ai piùpiccoli e ai loro genitori. Sarabanda di favo-le: un sabato pomeriggio, una cioccolatacalda, mamma, papà e le favole più belledell’infanzia. Tra i titoli in cartellone, Biancaneve e i sette nani, Cenerentola, Rape-

ronzolo, Il gatto con gli stivali e Le mille e unanotte.Una stagione ricca di eventi e di altissimolivello, in grado di accontentare le esigen-ze di un pubblico sempre più vasto.

Stagione Teatro Vittorio EmanueleM

ESSI

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STAGIONE DI MUSICA

23- 25 FebbraioCarmen

Ballet Flamenco de Madrid

30 Marzo, 1 e 3 Aprile Ernani

Libretto di Francesco Maria PiaveMusica di Giuseppe VerdiDirettore Andrea LicataRegia Beppe de Tomasi

4- 6 Maggio Concerto Sinfonico“Il Novecento Italiano”

Direttore Sergio MonterisiPianista Ninì Giusto

30 Maggio, 1 e 3 GiugnoLa Fanciulla del West

Libretto di Guelfo Civinini e Carlo ZangariniMusica di Giacomo PucciniDirettore Maurizio ArenaRegia Boris Stetka

STAGIONE DI PROSA

31 Gennaio/4 FebbraioAlta Società

di Cole Porter

con Vanessa Incontrada regia Massimo Romeo Piparo

7/11 FebbraioSei Brillanti

di Paolo Poliregia Paolo Poli

14/18 Febbraio Concha Bonita

di N. Cerami & V. Piovanicon Alejandra Radanoe Gennaro Cannavacciuoloregia Alfredo Arias

28 Febbraio/4 Marzo La Gatta sul Tetto che Scotta

di Tennessee Williamscon Mariangela D'Abbraccio, Luigi Diberti e Isa Barzizzaregia Francesco Tavassi

7/11 MarzoGli Ultimi Saranno Ultimi

di Massimiliano Brunocon Paola Cortellesiregia Giampiero Solari e Furio Andreotti

11/15 AprileVuoti a Rendere

di Maurizio Costanzo

con Valeria Valeri e Paolo Ferrariregia Giancarlo Zanetti

18/22 AprileMenopause

di Jeanie Linderscon Marisa Laurito, Fiordaliso, Crystal Whitee Fioretta Mariregia Manuela Metri

25/29 AprileLa Guerra dei Roses

di Warren Adlercon Giancarlo Zanetti e Laura Lattuadaregia Ugo Chiti

9/13 Maggio Chantecler

di Edmond Rostandcon Massimo Venturiello e Carla Cassolaregia Armando Pugliese

Messina | 67

Programma

www.teatrodimessina.it Tutto l’anno i

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Con uno scenario naturale davverounico al mondo, Taormina è unadelle località più rinomate in ambi-

to internazionale. Merito della sua voca-zione a sapere coniugare un paesaggiomozzafiato con Taormina Arte, una mani-festazione poliedrica che ogni anno richia-ma nomi della cultura, del teatro, del cine-ma, dell’arte e della musica provenienti datutto il mondo. La scorsa edizione del celeberrimoFilmFest ha visto protagonisti artisti delcalibro di Carlo Verdone, KrzysztofZanussi, Luis Enriquez Bacalov, ValeriaGolino, Francesca Lo Schiavo, DanteFerretti e Deepa Mehta. Fra i vincitori KimRossi Stuart, che ha ricevuto il premiocome migliore attore da Dante Ferretti sulpalco del Teatro Antico. Tra i numerosissimi eventi in cartellone,inoltre, Kataklò, il Francesco Cafiso Quartet,il gala internazionale di danza EleonoraAbbagnato and Friends, Ascanio Celestini eNicola Piovani e lo spettacolo Decameronein Sicilia con un grandissimo Beppe Barra.Dal 19 al 22 ottobre, inoltre, Taoarte havoluto ricordare con un festival a lui dedi-

cato Giuseppe Sinopoli, uno dei musicistie uomini di cultura più apprezzati all’este-ro, stroncato da infarto nel 2001, propriomentre dirigeva l’Aida di Verdi. Per la sezione dedicata all’arte ha avuto il

pieno di consensi la mostra dedicata aJoan Mirò, allestita alla chiesa del Car-mine, che ha fatto registrare oltre 16milavisitatori paganti.

www.taormina-arte.com

Taormina arte

68 | Messina taormina Uno spettacolo di Taormina Arte

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Luglio - Agostoi

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Ancora Taormina è sede di un pre-stigioso evento ormai entrato apieno diritto tra gli appuntamenti

impedibili dell’estate siciliana.La Kore, Oscar della Moda è un evento in cui

lo charme e la mondanità si incontranonell’esclusivo scenario del Teatro Anticodi Taormina. Quest’anno la manifestazio-ne spegnerà 10 candeline.Si tratta del primo riconoscimento asse-

gnato nell’ambito della moda, un appun-tamento che focalizza la sua attenzione sustilisti e creativi che hanno saputo mag-giormente interpretare le nuove tendenze.La scorsa edizione, Giorgio Armani è statotra i premiati con un oscar alla carriera.Altro grandissimo nome che ha ricevuto ilriconoscimento è Pierre Cardin. Hannoavuto i Premi Speciali La Kore MarellaFerrera, Beppe Modenese, Anteo Gemi-niani e Giorgio Fuksas.

Un momento della manifestazione taormina Messina | 69

La Kore, oscar della moda

www.lakore.it Luglio i

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Un appuntamento amatissimo dachi segue la musica senza confini nébarriere, da chi ama il confronto e le

sonorità di tutto il mondo.Tutto questo e molto altro è Womad,evento ormai impedibile che convoglia a Taormina Viaggiatori provenienti datutto il mondo. Anche quest’anno, c’è dascommettere che il Womad in Sicily, por-terà nel prestigioso palcoscenico di Taor-mina i nomi di punta della world musicmondiale.Un modo per coniugare uno scenario clas-sico per antonomasia ad una musica cheproviene dai più reconditi angoli del mon-do. Un viaggio tra le note in nome del con-fronto e della tolleranza.Il primo a coniare la parola Womad (che staper World of Music, Art and Dance) è statoil musicista Peter Gabriel, che ha ideato unfestival etnico itinerante. E da allora questo appuntamento, un veroe proprio laboratorio aperto alle nuovetendenze e ai talenti emergenti, non hasmesso di fare proseliti.

www.womad.org

Womad in Sicily

70 | Messina taormina Youssou N’dour

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i 13-15 Luglio 2007

ph_antonio parrinello

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Settima edizione per il Festival deidue Mari, che ha già riscosso nelleprecedenti edizioni l’entusiasmo e il

favore di un pubblico sempre crescente.Scopo del Festival è stabilire una correla-zione tra i siti archeologici e la letteraturateatrale classica, in modo da rendere lerappresentazioni attuali e suggestive.Un progetto ambizioso, i cui risultati sonoperò pienamente soddisfacenti non soloper gli studenti, ma anche per i Viaggia-tori che si recano all’appuntamento sem-pre più numerosi.La scorsa edizione ha visto in cartellone,tra gli altri eventi, Plautus, uno studio sulteatro del commediografo latino magica-mente in bilico tra rappresentazione ericerca. Quest’anno saranno invece discena Medea e Antigone.

Rappresentazione teatrale tindari Messina | 71

Teatro dei Due Mari

www.teatrodeiduemari.net i

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22 Maggio - 10 Giugno 2007

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Il Festival di Tindari nasce nel 1956,con la riapertura al pubblico delteatro greco romano e la rappresen-

tazione dell’Aiace di Sofocle.Un appuntamento che è andato consoli-

dandosi negli anni, diventando uno deglieventi più seguiti della stagione estivasiciliana.Il Festival ha ospitato i nomi più prestigio-si del teatro e della musica: Salvo Ran-

done, Paola Borboni, Alberto Lupo, TuriFerro, Virginio Gazzolo, Vanessa Redgra-ve, Renato Carosone, Valeria Moriconi.Nel 2004, altro salto di qualità: il festivalcomincia a luglio, con TindariFest vol. I, lasezione dedicata alla musica etnica ed alteatro contemporaneo. Per riprendere,poi, ad agosto con una prestigiosa stagio-ne di prosa, musica e danza. Dal 1995 la stagione teatrale è divenuta unvero e proprio festival, articolandosi insvariate tipologie di rappresentazioni, chevanno dalla danza alla prosa, dalla musi-ca classica a quella d’autore.

www.pattietindari.it

Tindari Festival

72 | Messina tindari I laghetti di Marinello

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Luglio - Agostoi

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Tindari Teatrogiovani torna anchenel 2007, con la magia del teatro e lapossibilità per gli studenti di tutta

Italia di cimentarsi con testi classici e con-temporanei, nella cornice entusiasmante esuggestiva del teatro greco di Tindari.Teatrogiovani è una gara riservata agliistituti medi superiori provenienti dall’I-talia o dall’estero.La manifestazione è giunta alla sesta edi-zione (la prima risale all’anno scolastico

2001-2002), e fin dall’inizio si è caratteriz-zata per la grande partecipazione di scuo-le. Nel corso di questi anni è stato messoin scena un ampio repertorio di opere, dalteatro classico a quello contemporaneo,dal musical alla commedia dialettale.

Il teatro di Tindari e una rappresentazione tindari Messina | 73

Tindari Teatrogiovani

www.pattietindari.it i

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Aprile - Maggio

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Le isole Eolie. Uno scenario incanta-to, in cui degli autentici gioielli diroccia vulcanica sembrano incasto-

nati da tempi immemorabili in un marecolore dello zaffiro.Sarà per questo che queste splendide isole

vengono scelte sempre più frequentemen-te dai Viaggiatori, che le eleggono a mètaprivilegiata dei loro soggiorni in Sicilia.Le isole Eolie, però, non vantano soltantoun ambiente magico e incontaminato, che

ha ispirato in passato registi del calibrodei fratelli Taviani, di Rossellini, diAntonioni e di Troisi.Alle bellezze naturali è abbinata un’offer-ta culturale di prim’ordine. Dal 1983, ogniestate, tra luglio e agosto, a Lipari si tiene

la rassegna cinematografica Un mare dicinema, a cui, dal 1990, si è accompagnatoil premio Efesto d’Oro, consegnato a registie produttori.Tra i premiati della scorsa edizione, il regi-

sta Nanni Moretti. Nel 2006 sono stati pre-miati, inoltre, Luigi Maria Burruano,Giovanni La Parola, Donatella Finocchia-ro, Sabrina Impacciatore e Jasmine Trinca.

www.centrostudieolie.it

Un Mare di Cinema. Premio Efesto d’Oro

74 | Messina lipari Il Castello e veduta su Vulcano

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Luglio - Agostoi

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Brolo è una suggestiva cittadina diepoca medievale il cui nome derivadal termine latino Brolum, cioè

campo coltivato, ad indicare la fertilitàdella terra su cui sorge.

Anche quest’anno, la cittadina ospita daaprile a settembre Medievalia, una rasse-gna culturale e artistica che gravita attor-no al castello di Brolo, antica residenzadella principessa Bianca Lancia, andata in

moglie, nel 1246, a Federico II e madre diManfredi di Sicilia.Una serie di eventi, tra i più curiosi e ori-ginali, condurranno il Viaggiatore allascoperta di una manifestazione tra le piùvivaci della Sicilia. Tra gli appuntamenti che hanno caratte-rizzato le passate edizioni un excursus sucappelli e acconciature, un incontro sumagie e misteri nei castelli, uno studio suibestiari e sulle musiche del Medioevo.All’interno del sito fortificato, che sorge suun incantevole promontorio a picco sulmare, si trovano due musei: quello dellefortificazioni costiere della Sicilia e ilMuseo storico della Pena e della Tortura,entrambi preziose banche-dati di impor-tanti periodi storici dell’Isola.

Brolo, panorama brolo Messina | 75

Medievalia

www.brolo.it Aprile - Settembre i

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Il cavallo sanfratellano è una dellerazze più antiche al mondo e certa-mente quella più antica in Europa.

Vive, infatti, sul territorio dei Nebrodi daoltre mille anni, tanto da essere uno degli

elementi che caratterizzano il parco natu-rale. Questo straordinario equino arrivò inSicilia intorno all’XI secolo, quando ilconte Ruggero sbarcò per liberare la Siciliadagli Arabi.

Per secoli, l’allevamento del cavallo san-fratellano allo stato brado ne ha garantitola purezza delle linee di riproduzione e larigidità delle condizioni climatiche haoperato una vera e propria selezione natu-rale. Ogni anno, a San Fratello viene orga-nizzata una giornata dedicata esclusiva-mente a questo straordinario animale,molto amato nel territorio. In questa occa-sione vi capiterà di sentire parlare uncurioso dialetto gallo-italico ancora moltousato, diffuso dai coloni lombardi chenell’XI secolo occuparono la città.

www.san-fratello.com

Mercato-concorso del cavallo di San Fratello

76 | Messina san fratello Cavalli al pascolo

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Prima domenica di settembrei

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A Messina sono nati molti poeti cheanimarono la prestigiosa ScuolaPoetica Siciliana, che ebbe i suoi fa-

sti alla corte palermitana di Federico II e rivestì un ruolo importantissimo nel-l’evoluzione del volgare e nella nascitadell’italiano.Tra questi Ruggieri d’Amici, Odo delleColonne, Guido delle Colonne, StefanoProtonotaro, Mazzeo di Ricco e Tommasodi Sasso.

Santa Lucia del Mela ha uno squisito pro-dotto tipico: il Maiorchino, formaggiopecorino di alta qualità apprezzato fin dalSeicento.Oggi è prodotto solo in piccole quantità,da febbraio sino a metà giugno, lavorandolatte crudo di pecora con caglio di capret-to o agnello. Dopo la frantumazione dellacagliata, avviene la cottura nella quarara,grossa pentola di rame stagnato. Ancoraoggi in alcuni comuni della provincia diMessina si effettua la tradizionale ruzzola:i pastori locali gareggiano tra loro facendorotolare forme di Maiorchino lungo il pen-dio della via principale del paese.

La città di Messina ha due cattedrali. Unadi rito cristiano ed una di rito orientale. La prima, la Basilica Cattedrale Protome-tropolitana di Santa Maria Assunta, vantadiverse preziose gemme fra amboni, dos-sali, portali e tombe, ai cui lavori parteci-parono insigni artisti del tempo; l’organocon 15.700 canne è il terzo più grande inEuropa. Il campanile ospita, invece, l’oro-logio astronomico più grande del mondo,costruito negli anni Trenta.La cattedrale di rito ortodosso, la Con-cattedrale del Santissimo Salvatore, erasede dell’archimandrita, il vescovo greco.

Messina: il Duomo viaggiando e curiosando Messina | 77

Messina: scrigno di cultura e tradizioni gastronomiche

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La storia di Messina è costellata divicende travagliate, come i deva-stanti terremoti del 1783 e del 1908

che hanno spazzato via la città antica, cuisi aggiungono i danni provocati dai bom-bardamenti del 1943. La ricostruzione è

ovviamente stata attuata nel rispetto deicriteri antisismici, e questo ne ha condi-zionato palesemente il volto: il suo aspet-to è oggi quello di una città interamentemoderna, dove solo qua e là emergonoarchitetture che accennano alle epoche

passate. La sua fondazione è antecedentealla colonizzazione greca e Messina fu findall’inizio un porto commerciale di gran-de rilievo, tanto da legare indissolubil-mente la sua storia alla presenza del maree dello Stretto. Fra i monumenti da visita-

re in città ci sono il Duomo, la cui struttu-ra attuale è frutto della ricostruzione se-guita all’ultimo terremoto, e l’annessocampanile con il celebre orologio, oltrealla fontana di Orione e al Museo Re-gionale: qui sono esposti, fra altre opere,

anche un polittico di Antonello da Mes-sina e due tele che Caravaggio dipinsedurante il suo breve soggiorno in città, frail 1608 e il 1609.

Da Brolo a Capo d’OrlandoAgrumeti e vigneti incorniciano il territo-rio di Brolo, che si estende in prossimitàdella fascia costiera tirrenica davanti alleIsole Eolie. Località oggi essenzialmenteagricola, fu in passato centro feudale deiLancia, aggregato alla maggiore baronia diFicarra, nonché, fino alla fine del Seicento,area portuale di una certa importanza: erainfatti al centro dei traffici marittimi ecommerciali che servivano le località colli-nari dei Nebrodi. Di qui passavano inoltrei marmi che la bottega palermitana deiGagini forniva, fra le altre, alle chiese diFicarra, Sinagra, Ucria e Tortorici. Il suoporto fu però interrato in seguito alle pienedei corsi d’acqua che scorrono lateralmen-te al centro urbano, nel 1593 e nel 1682. A testimoniare la passata ricchezza diBrolo rimane l’antico Castello, oggi di pro-prietà privata, che guarda il mare dallasommità di un’altura rocciosa, in uno sce-

Messina, la città sullo Stretto

78 | Messina quattro passi in provincia Un suggestivo scorcio di Messina

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nario di grande bellezza naturalistica. Lefortificazioni a presidio della rocca furonoedificate all’epoca di Federico II (XIII seco-lo) e poi affidate alla famiglia dei Lancia,che fece del castello un presidio per il con-trollo del porto sottostante. Questa struttu-

ra medievale comprende una ridotta cintamuraria e una torre a forma di parallelepi-pedo. Circa 8 km a ovest di Brolo sorgeCapo d’Orlando, con i ruderi del Castello(XIV secolo) e il santuario di MariaSantissima di Capo d’Orlando (1598).

Nelle vicinanze della cittadina, la villaPiccolo di Calanovella, che ospitò Tomasidi Lampedusa durante la stesura de IlGattopardo; è sede della FondazioneFamiglia Piccolo e casa-museo del poetasiciliano.

Lipari, l’arcipelago primordialeL’arcipelago delle Eolie offre ancora scorcidi natura e paesaggio che costituisconouna sorta di salto nel tempo. La presenzadi due vulcani, Vulcano e Stromboli, loallontana dalla nostra era per avvicinarlo

a quella primordiale della genesi dellaTerra. Le sette isole, dichiarate Patrimoniodell’Umanità dall’UNESCO, sono immer-se in un mare dai fondali rocciosi, di unosfolgorante blu intenso, che le avvolgetutte nei suoi riflessi. Vulcano conserva

ancora il fascino della natura selvaggia,che si può osservare compiendo un’escur-sione ai crateri; Salina è la più ricca divegetazione ed è una stazione di transitoper gli uccelli migratori; Panarea è la piùpiccola e la più antica per formazione, cir-

Messina: lago di Ganzirri. Dettaglio ed esterno dell’Annunziata dei Catalani quattro passi in provincia Messina | 79

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condata da una serie di isolotti; Strom-boli ospita l’unico vulcano in attivitàpermanente dell’arcipelago. Lipari èl’isola più grande: la conformazione delsuolo ha consentito il formarsi di più cen-tri abitati tra i quali Canneto, Quattro-

pani e Pianoconte. Marina Corta e Ma-rina Lunga sono i due porti; arrivandodal mare si vede il Castello, sede delMuseo Archeologico Eoliano, fonda-mentale per conoscere le origini, la storiae la cultura dell’arcipelago. La sezione

sulle culture preistoriche succedutesi nel-l’isola ha sede nel palazzo Vescovile(XVIII secolo), che ingloba in parte ilmonastero di fondazione normanna. Nonmeno belle sono le isole di Alicudi eFilicudi.

Tindari e la greca TyndarisIl santuario della Madonna di Tindari e iresti greco-romani sono i poli d’interessedi questa località della provincia messine-se, sorta intorno alla fine del IV secolo a.C.La colonia greca di Tyndaris venne fonda-

ta da Dionisio il Vecchio, tiranno di Si-racusa, e conobbe grande prosperità nelperiodo della dominazione romana, du-rante il quale l’originario impianto urbanogreco subì profonde modifiche. I restiarcheologici comprendono le mura, che

serravano la città solo nei punti in cui que-sta non era difesa naturalmente dalla con-figurazione del territorio, la basilica, il tea-tro e l’insula romana, un intero quartieredi cui fanno parte anche le terme e unacasa patrizia, entrambe pavimentate a

80 | Messina quattro passi in provincia Capo D’Orlando. Ceramica di Santo Stefano. Teatro di Taormina

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mosaico. Il santuario, di recente costruzio-ne, sorge a sud-est degli scavi; conservauna Vergine Nera bizantina ed è meta dipellegrinaggi soprattutto nel mese maria-no di maggio. Da qui si scorgono i laghet-ti di Marinello, specchi d’acqua in conti-nua trasformazione che il mare crea insi-nuandosi nella baia di sabbia, RiservaNaturale Integrale di recente istituzione.

Taormina, la perla della costa ionicaIl litorale tra Messina e Taormina si artico-la in imponenti falesie a picco sul mare,scogliere e insenature, che offrono scorcidi incomparabile bellezza, come quellocreato dalla baia di Isola Bella, di fronte aTaormina. La pianta di quest’ultima èassai singolare: più stretta al centro, sidispiega come una farfalla dalle ali aperte,posata su una rupe a picco sul mare. Il suomonumento più rilevante è il TeatroAntico, di età ellenistica, poi ristrutturatoe ampliato dai Romani: occupa l’estremapropaggine est del paese, in un luogo dalquale si gode un panorama bellissimosulla baia di Naxos, le coste calabre el’Etna. Da qui si arriva facilmente fino a

Palazzo Corvaja, il più importante edifi-cio medievale cittadino; le trasformazionie i rifacimenti apportati a più riprese nelcorso delle varie dominazioni spieganol’eterogeneità dell’insieme, che presentaelementi arabi, gotici e normanni. Ospitail Museo Etnoantropologico, che esponeoggetti dell’arte e della tradizione popola-re dal XVI al XIX secolo. Nelle immediatevicinanze si trova un’altra gemma delpatrimonio archeologico di Taormina: èl’Odeon, un teatro di età imperiale cheriproduce su scala minore l’architettura diquello principale. Paralleli a corso Um-berto sono i resti delle Naumachie: unrobusto muraglione ornato di nicchie, inorigine contenenti statue di divinità ederoi, che doveva consolidare il terrapienoa monte in vista della costruzione di unagrande cisterna. Con le sue balconate, iportici e gli elementi decorativi di gustobarocco, corso Umberto porta alla Cat-tedrale, caratterizzata da una struttura acroce latina con tre navate. Prosegue poifino a porta Catania, nei cui pressi si trovail Palazzo del Duca di Santo Stefano:costruito tra la fine del 1300 e gli inizi del

1400 in stile arabo-normanno, è un edifi-cio a tre piani dove sono esposte le operedello scultore siciliano Giuseppe Maz-zullo (1913-1988). Più a sud è il lussuosoalbergo San Domenico, antico conventodei domenicani, iniziato nel 1374, che èstato poi trasformato. Nella parte ovestdel borgo si trova anche la Badia Vecchia,che oggi ospita il Museo Archeologico.Non lontano sorge la Torre dell’Orologio(XII sec.) che fu ricostruita nel 1679 dopoessere stata rasa al suolo pochi anni primadurante l’invasione francese. Completanola visita le chiese di San Pancrazio e SanGiuseppe.

quattro passi in provincia Messina | 81

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www.comune.scicli.rg.it

82 | Ragusa scicli Simulacro della Madonna. Balcone barocco

i

Ancora oggi, a Scicli si venera undipinto settecentesco e una statuaraffigurante una Madonna con tan-

to di spada in mano e corazza, su un ca-vallo rampante pronto per la guerra.È la Madonna delle Milizie, il cui culto èlegato a una leggenda. Si racconta, infatti,

che nel 1091 il capo dei Saraceni, Belcane,volle sfidare Ruggero d’Altavilla. E che,sebbene le forze normanne fossero inferio-ri a quelle saracene, riuscirono comunquead avere la meglio.

Merito della Madonna delle Milizie, cheapparve sul campo di battaglia e col fulgo-re della spada accecò i Saraceni. Poi, sipose alla testa delle truppe cristiane edecretò la vittoria della battaglia.Da allora, per ricordare il prodigiosoevento, a Scicli viene inscenata una vera e

propria rappresentazione, molto sentitadagli abitanti, indissolubilmente legati alculto mariano.

Madonna delle MilizieRA

GUSA ��

Maggio

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Il caciocavallo ragusano è uno deiformaggi più antichi dell’Isola. Una fama antica e solida accompa-

gna questo formaggio che, già nel ‘400, eraoggetto di un commercio fiorente oltre iconfini del Regno di Sicilia. Il Ragusano ha crosta dura, sottile, liscia,compatta, di colore giallo dorato. Si ca-

ratterizza inoltre per una complessità disapori e di profumi che aumentano con il passare del tempo: il miglior formaggioha dagli otto ai ventiquattro mesi di stagionatura.

La chiesa madre di Vittoria è dedicata aSan Giovanni Battista, patrono della città.

La sua costruzione iniziò nel 1695 e termi-nò nel 1706, la consacrazione avvenne nel1734. Di grande bellezza la facciata, riccadi sculture e sormontata da due piccolecupole.L’interno, diviso in tre navate da colonnecorinzie, è impreziosito da marmi, doratu-re, stucchi, statue e affreschi. Tra i dipintinotevole valore artistico hanno quello rap-presentante San Giovanni Battista che bat-tezza Gesù e la commovente Decollazione diSan Giovanni. Il pavimento marmoreo della chiesa èricco di decorazioni che ricordano la gra-zia ricevuta dai cittadini di Vittoria: allafine del XVIII secolo una terribile malattia,la fillossera, aveva distrutto i più beivigneti della zona ma, miracolosamente,gli agricoltori riuscirono a ricostruire leloro piantagioni.

Tipica campagna ragusana viaggiando e curiosando Ragusa | 83

I mille itinerari di Ragusa

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Dall’alto degli Iblei, le alture che sisuccedono per tutto l’entroterra coni loro ampi declivi, il Ragusano offre

la sua immagine più suadente. Questolembo estremo di Sicilia ha tratto il suovolto definitivo dal singolare intreccio tra

le forme del mondo contadino e la rico-struzione di intere città e paesi in seguitoal terremoto del 1693. Sono sorte così,lungo le vie del grano e del vino, cittàcome Mòdica, Scicli, Ispica e, soprattutto,Ibla (Ragusa bassa). Il rapporto tra il capo-

luogo e il suo territorio permette di coglie-re la prerogativa dei suoi abitanti, forte-mente legati al rispetto dell’ambiente edelle tradizioni contadine, che ha determi-nato nei secoli una cultura omogenea euna forte identità che fa di questo angolodella Sicilia “un’isola nell’Isola”. DagliIblei è agevole scendere anche verso ilmare, che appare all’improvviso comeun’inaspettata visione d’Africa: le dune disabbia bianchissima corrono ininterrotteda Santa Croce Camerina a Sampieri e aPozzallo. Come un complemento idealeall’identità segreta del Ragusano.

Ragusa nuova e IblaNel 1693, in seguito al terremoto che deva-stò la Sicilia orientale e sconvolse l’anticacittà di Ragusa, la nobiltà agricola, allaricerca di nuovi spazi politico-culturali,promosse con grande tempestività la rico-struzione della città sull’adiacente collinadel Patro, creando un diverso impiantoviario reticolare secondo i nuovi canonidell’urbanistica barocca. Ragusa Ibla (ilcentro antico), invece, venne ricostruitapiù lentamente, anch’essa in forme baroc-

Il Ragusano, un’isola nell’Isola

84 | Ragusa quattro passi in provincia Ragusa, panorama

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che, ma sullo stesso tessuto medievale. Ledue città, legate da un cordone ombelicalecostituito dalle antiche scale che da Iblasalgono a Ragusa, crebbero forzatamentel’una accanto all’altra tra continue divisio-ni, fino al 1926, quando si “ricongiunsero”

nel nome unico di Ragusa. Ibla è domina-ta dal Duomo, completato nel 1775 su pro-getto di Rosario Gagliardi in posizionebaricentrica rispetto ai nuovi assetti urba-ni: l’imponente facciata, articolata in treordini, è convessa al centro e scandita da

cornicioni aggettanti; la cupola neoclassica(1820), con un giro di colonne nel tamburo,tocca i 43 m. L’interno a croce latina è divi-so in tre navate; in quella centrale, 13vetrate istoriate (1926) illustrano i martiriidi San Giorgio. Poco distante, San Giu-

seppe si lega al Duomo in un’ideale conti-nuità stilistica, con la bella facciata baroccaattribuita alla scuola del Gagliardi, suddi-visa in tre ordini, con colonne corinzie estatue. Scendendo ancora si incontrano iresti del grandioso edificio religioso de-

dicato a San Giorgio, distrutto dal terre-moto del 1693: bellissimi il portale gotico-catalano (XV secolo) e la lunetta recante unbassorilievo di San Giorgio che uccide ildrago. Nella piazza alle sue spalle sorge ilGiardino Ibleo, realizzato nel XIX secolo

nello spazio circostante le chiese di SanGiacomo, San Domenico e dei Cappuc-cini: la prima (XIV secolo), ricostruita informe barocche, conserva un interessantesoffitto ligneo settecentesco; San Dome-nico, in condizioni precarie, mantiene il

Ragusa: Santa Maria delle Grazie. Vista su Ibla. Balcone barocco quattro passi in provincia Ragusa | 85

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campanile decorato con maioliche colorate;la chiesa dei Cappuccini custodisce unagrande pala di Pietro Novelli con al centroAssunta con apostoli e angeli. Posta al verticedelle scale che uniscono Ibla alla città alta,la chiesa di Santa Maria delle Scale ha

costituito per secoli il limite estremo deidue centri. Edificata nel XIV secolo su unpreesistente convento cistercense di epocanormanna, venne ricostruita dopo il terre-moto in forme barocche. Dell’edificio origi-nario conserva un portale e un pulpito

gotici ai piedi del campanile. Non lontano,tra vicoli e contrafforti lungo gli scalinidella stretta salita Commendatore, si sus-seguono tre interessanti edifici barocchi:Palazzo Nicastro (1760), la chiesa di SantaMaria dell’Idria e Palazzo Cosentini.

Perno della nuova Ragusa è la Cattedralededicata a San Giovanni Battista (XVIIIsecolo). Poggia su un’ampia terrazza pensi-le, sostenuta da un loggiato; la facciatabarocca, resa asimmetrica dal tozzo campa-nile, ha il corpo centrale a due ordini con

un monumentale portale. Notevoli inoltre ipalazzi barocchi Bertini e Zacco. Un ultimoaccenno merita il Museo ArcheologicoIbleo, che espone i reperti provenientidalle campagne di scavo condotte nelRagusano, in particolare di Camarina.

Mòdica, le scale nella rocciaNelle definizioni che i Viaggiatori del pas-sato hanno dato di Mòdica, essa è descrit-ta come città strappata alla roccia, per lesue grotte, abitate sino ad alcuni decennifa, per le sue scale e per la sua posizione

86 | Ragusa quattro passi in provincia Modica. Masseria tipica iblea. Modica: San Giorgio

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geografica. Il centro abitato si estende concontinuità su un breve altopiano, che sirestringe a cuneo fino alla rupe su cui sor-geva il Castello (Mòdica alta), e occupal’invaso dei due torrenti (oggi coperti) checonfluiscono ai piedi della rupe nel fiumeMòdica, disegnando una grande Y (Mò-dica bassa).Il Duomo (San Giorgio) svetta da lontanocon la sua facciata a torre a tre ordini, chesi slancia da una gradinata di 250 scaliniin uno spettacolare connubio tra architet-tura, scenografia e urbanistica. È un capo-lavoro eminentemente barocco, così comele altre numerose chiese presenti in città:San Pietro, anch’essa preceduta da unamaestosa scalinata; San Giovanni Evan-gelista, ricostruita nel 1839 e da dove siraggiunge il belvedere Pizzo, un eccezio-nale punto panoramico su tutto l’abitato;Santa Maria di Betlem, che ospita la cap-pella del Sacramento, in stile tardo-goticorinascimentale. Il cuore laico di Mòdica lo si incontra in-vece nei bei palazzi sette-ottocenteschilungo corso Umberto I e corso ReginaMargherita.

Scicli, baluardo contro i SaraceniL’aspetto settecentesco di Scicli, che fadella cittadina un’autentica perla barocca,è il risultato della riedificazione successi-va al terremoto del 1693. Sorge su un’am-pia vallata incastonata fra colline roccioseed ebbe probabilmente i Siculi come primiabitanti. Conquistata dagli Arabi nell’864,diventò città reale sotto i Normanni resi-stendo agli attacchi dei Saraceni. Per visi-tare il piccolo centro si può iniziare dapiazza Italia, dove si trova la chiesa Ma-dre della Madonna delle Milizie, rico-struita in stile barocco nel 1751: al suointerno si conserva una singolare opera incartapesta che raffigura la Madonna su uncavallo bianco nell’atto di combattere iSaraceni. Giunti alla chiesa di San Bar-tolomeo, ci si trova di fronte a uno deipochi edifici sopravvissuti al terremoto,dov’è conservato un sorprendente prese-pe ligneo della seconda metà del Cinque-cento, poi rinnovato nel 1773. Da vederesono anche Palazzo Beneventano, edificiosettecentesco, notevole per la ricca decora-zione del cantonale e per le mensole figu-rate dei suoi balconi, l’ex complesso mo-

nastico dei Padri Carmelitani, fondatonel 1386 e ricostruito, dopo il terremoto,tra il 1775 e il 1778, e la chiesa di SantaMaria la Nova. Suggestiva la visita allachiesa abbandonata di San Matteo, appe-na fuori il nucleo abitato.

Scicli: il Duomo quattro passi in provincia Ragusa | 87

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www.indafondazione.org

88 | Siracusa Rappresentazione classica

10 Maggio - 24 Giugno 2007i

Un viaggio nel teatro lungo 42 anni.Dal 10 al 24 giugno, si alternerannoal Teatro Greco di Siracusa Trachinie

di Sofocle, che debutterà giovedì 10 mag-gio, e, il giorno successivo, Eracle diEuripide. Filo rosso che lega i due drammi è la forzae insieme la grande fragilità dell’uomo, ilsuo rapporto complesso con la divinità,l’insondabilità del destino.Una indagine, questa, che non lascia spa-zio all’eroe forte e invincibile che dominal’immaginario collettivo: Eracle non è quiun semidio ma un uomo che affronta lavertiginosa caduta della gloria e della suabuona fortuna.In molti drammi sofoclei emerge prepo-tentemente un lato oscuro che altera lavisione delle cose e di se stessi, una defor-mità, una contaminazione che diviene unfatto ancora più destabilizzante proprioperché coinvolge grandi personaggi, spes-so colti all’apice della loro gloria: bastipensare alla follia in Aiace, al puzzo dicadavere dell’Antigone, alla peste del-l’Edipo Re, alla piaga nel Filottete.

XLII Rappresentazioni ClassicheSI

RACU

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Siracusa e Stoccolma, due città allaperiferia d’Europa, sono accomuna-te dalla devozione per Santa Lucia.

Ogni dicembre una delegazione siracusa-na viene ospitata in Svezia e partecipaall’elezione di Santa Lucia di Svezia che, a

sua volta, sarà ospite in Sicilia. A Siracusa,nel giorno della festa, il 13 dicembre, lastatua viene condotta a spalla da sessantaportatori guidati da un capo portatoreche, al suono di una campanella, indica lesoste. Il fercolo è seguito da una carrozzatirata da quattro cavalli e scortata da coc-chieri in livrea. La statua viene esposta perotto giorni alla Basilica di Santa Lucia equindi ricondotta nella cappella dellaCattedrale. In Svezia, Lucia, vestita dibianco e il capo cinto da una corona diluci, attraversa la città in carrozza e assisteal tradizionale concerto natalizio insiemecon altri ragazzi vestiti di bianco e concandele accese in mano.

Porticciolo di Ortigia. Figurante della festa di Santa Lucia Siracusa | 89

Lucia di Svezia e Settimana Svedese

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www.comune.siracusa.it i30 Novembre e 6 Gennaio 2007

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La Fondazione Teatro Ortigia nascedalla collaborazione tra l’Associa-zione degli industriali della provin-

cia di Siracusa e la locale Confcommercio,con l’idea di promuovere un festival concadenza annuale che, sul modello deigrandi appuntamenti europei di Avignoneed Edimburgo, abbia respiro internazio-nale e contribuisca a rilanciare l’immagineculturale e turistica della Sicilia e diSiracusa in particolare.L’Ortigia Festival vuole raccontare, attra-verso il teatro, l’avventura complessa dellinguaggio artistico contemporaneo. In-somma, una reale riflessione originale einnovativa sullo stato dell’arte attuale, dalteatro al cinema alla musica, un modo perdare alla Sicilia l’opportunità di usufruiredi un’offerta culturale di alto livello. Gli spazi del Parco Archeologico e, sul-l’isola di Ortigia, del Castello Maniace, as-sumono un valore simbolico e colleganoidealmente il programma del Festival ailuoghi della nostra memoria.

www.ortigiafestival.it

Ortigia Festival

90 | Siracusa Veduta di Ortigia

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6-29 Luglio 2007i

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Ogni terza settimana di maggio -sotto lo sguardo di sirene, chimere,grifoni, ippogrifi, centauri e sfingi

aggrappati ai balconi barocchi - sbocciaquel fiore barocco che è Noto. Musica,mostre, itinerari culturali animano il cuoredel distretto Sud-Est. Il clou delle manife-

stazioni è costituito dall’Infiorata: un tri-pudio di colori, uno spettacolare tappetodi fiori steso su via Nicolaci a comporreenormi figure. I motivi cambiano ogni an-no e possono avere richiami religiosi,mitologici o di cultura popolare. L’eventoprende il via il giovedì, al tramonto, quan-do gli artisti prescelti iniziano a disegnareil loro riquadro di strada. L’indomani subentrano gli infioratori percompletare il lavoro. L’Infiorata, oltre aesaltare le capacità dei maestri, mette inmoto una serie di iniziative collaterali checoinvolgono comitati di quartiere, scuole,associazioni di volontariato, gruppi spon-tanei, commercianti.

Noto: figuranti della Primavera Barocca. Infiorata noto Siracusa | 91

Primavera Barocca

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iTerza domenica di maggiowww.comune.noto.sr.it

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La festa di San Paolo affonda le sueradici in alcune peculiari tradizioniche la rendono unica nel panorama

delle feste popolari dell’intera Siciliaorientale. Lo sosteneva anche il Pitrè, probabilmen-te facendo riferimento alla presenza deiciarauli e dei loro serpenti. La tradizionevuole che questi uomini, nati nella nottetra il 24 e il 25 gennaio, giorno della con-versione di San Paolo, abbiano il potere diguarire dai morsi di serpenti, aspidi e ret-tili di ogni genere. La festa è un crescendo di emozioni, suo-ni, colori di epoche passate: dalla svelatadel 28 sera, al profumo della spica di SanPaulu, distribuita in chiesa ai fedeli. Ma ilmomento centrale è ‘a sciuta, alle 13 del 29,quando escono dalla Basilica la vara con lereliquie e la vara col santo. Quindi inizia laprocessione che percorre le vie della Pa-lazzolo medievale, durante la quale nu-merosi neonati vengono spogliati e solle-vati verso la statua per richiederne la pro-tezione. All’imbrunire ancora una proces-sione e i consueti giochi pirotecnici.

www.palazzolo-acreide.it

Festa di San Paolo Apostolo

92 | Siracusa palazzolo acreide I colori della festa

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i 27 Giugno e 6 Luglio 2007

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Nel 1976 era solo una giornata dellescuole, in cui agli studenti venivaaffidata la rappresentazione di o-

pere teatrali latine e greche. Ma visto ilsuccesso riscosso, la giornata si trasformòin un festival vero e proprio, ospitato inuna sede prestigiosa, il Teatro Greco diPalazzolo Acreide. Il Festival, voluto dal professor GiustoMonaco, costituisce una manifestazione digrande interesse per il suo valore educati-vo, sociale e culturale. Quest’anno ricorre la tredicesima edizionedel Festival Internazionale del TeatroClassico dei Giovani, a Palazzolo Acreidedal 10 al 30 maggio 2007. La rassegna ospiterà quarantadue scuole:ventuno siciliane, ventuno extraregionalied europee. Ogni gruppo teatrale resteràin Sicilia per tre giorni per partecipare alFestival, visitare Ortigia ed assistere allerappresentazioni classiche siracusane.

Teatro Greco palazzolo acreide Siracusa | 93

Festival Internazionale Teatro Antico dei Giovani

www.indafondazione.org i10-30 Maggio 2007

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Il più famoso mito di Siracusa èquello della ninfa Aretusa, che, cor-rendo libera tra i boschi, fu vista dal

giovane Alfeo che si innamorò perduta-mente di lei. Ma Aretusa non ricambiava il suo senti-mento, anzi rifuggiva da lui, finché, stan-ca delle sue insistenze, chiese aiuto adArtemide. La dea trasformò la giovane inuna fonte.Alfeo allora chiese aiuto agli dei, che lotramutarono in un fiume per unirsi al-l’amata fonte.

L’ateniese Senofonte, allievo di Socrate,racconta di un puparo siracusano che conle sue marionette rallegrò il convito offer-to da Callia in onore di Autolico, vincitoredi una gara atletica. Al convito, che sareb-be avvenuto nel 421 a.C., era presenteanche Socrate, che richiese al puparo difare ballare le sue marionette, ed egli ese-guì la danza di Bacco e Arianna.

La necropoli rupestre di Pantalica, insie-me a Ortigia, è l’ultimo sito siciliano, in ordine di tempo, entrato a far parte

della World Heritage List dell’UNESCO.Pantalica racchiude le tracce di una splen-dida civiltà isolana che mantenne contatticon altre culture, soprattutto con quellaegea. Testimonianze storiche di Pantalicasono custodite presso il Museo Paolo Orsidi Siracusa.

Siracusa, tra storia e mito

94 | Siracusa viaggiando e curiosando Pantalica: la necropoli. Siracusa: Fonte Aretusa. Cavagrande di Cassibile

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A partire dal 405 il tiranno DionisioI ordinò un radicale riassetto urba-nistico di Siracusa, designando il

nuovo quartiere di Neapolis come zonamonumentale della città. Il parco archeolo-gico, istituito fra il 1952 e il 1955, compren-

de così la maggior parte delle antichitàgreco-romane che Siracusa ha conservato.La parte sud del parco è occupata dal-l’Anfiteatro Romano, risalente probabil-mente al I secolo d.C. e inferiore per di-mensioni solo al Colosseo e all’Arena di

Verona, e dal colossale altare sacrificaledell’ara di Ierone II. Oltre viale Paradiso sitrovano invece il magnifico Teatro Greco ela Latomia del Paradiso, l’enorme cavadalla quale veniva estratta la roccia calca-rea per la costruzione della città. È all’in-

terno del suo perimetro che si trova la cele-bre grotta detta Orecchio di Dionisio, cosìdenominata da Caravaggio dopo che l’eb-be visitata nel 1608. A est dell’area archeo-logica, l’attuale Santa Lucia corrisponde inparte all’antico quartiere di Tyche, creato

come zona residenziale per far fronte alrapido incremento demografico che Sira-cusa conobbe nel V secolo a.C. Al centro èla piazza con la chiesa di Santa Luciafuori le mura, che sorge sul luogo dove nel303 si consumò il martirio della patrona.

Di origine bizantina, fu ricostruita daiNormanni e riedificata dopo il terremotodel 1693. Nei pressi si trovano il santuariodella Madonna delle Lacrime, una monu-mentale costruzione di forma conica com-pletata nel 1994, e l’altrettanto moderno

Siracusa: Teatro antico. Dettaglio di cancellata barocca. Vista su Ortigia quattro passi in provincia Siracusa | 95

Siracusa, un grandioso passato

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edificio che dal 1988 è la nuova sede delMuseo Archeologico Regionale PaoloOrsi; tra i più ricchi d’Italia, conserva laVenere Anadiomene, copia romana di un ori-ginale greco, detta Landolina dall’archeo-logo che la riportò alla luce nel 1804. Nelle

vicinanze del museo si trovano anche iresti della chiesa di San Giovanni Evan-gelista con le catacombe, la cui estensioneè seconda solo a quelle di Roma. A sud,collegata alla terraferma dal Ponte Nuovo,Ortigia è l’isola sulla quale si trova il cen-

tro storico: una superficie di appena 1 km2,Ortigia svela ovunque particolari e scorcisorprendenti, in uno scenario architettoni-co in cui domina il barocco. Qui si trovanoil Duomo, sul sito di un tempio dedicato aAthena, il palazzo Arcivescovile, le chiese

di Santa Lucia alla Badia e di Santa Mariadella Concezione, Palazzo Mergulese-Montalto e gli edifici nobiliari di via dellaMaestranza. Nel duecentesco PalazzoBellomo è allestita la Galleria Regionale,con dipinti e sculture dal Medioevo all’età

moderna: le perle della collezione sonol’Annunciazione di Antonello da Messina eil Seppellimento di Santa Lucia di Caravag-gio. E la magia della fonte Aretusa sta lì aricordare il legame mai spezzato con le ori-gini greche.

Noto, giardino di pietraNoto è la città del barocco: costruita agliinizi del Settecento sfruttando e valoriz-zando i dislivelli naturali del monte Meti,è un centro urbano dal fascino inesauribi-le, proclamato dall’UNESCO, nel 2002,

96 | Siracusa quattro passi in provincia Siracusa: dettaglio delle colonne del Duomo. Area archeologica. Il Duomo

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Patrimonio dell’Umanità. Forse la piùsuggestiva definizione della città è quellaconiata dal critico d’arte senese CesareBrandi: «un giardino di pietra». Alla suaprogettazione parteciparono vari architet-ti siciliani: l’opera di Paolo Labisi, Vincen-zo Sinatra e Rosario Gagliardi ha creatoun complesso urbano incredibilmentescenografico e armonico, con maestosiedifici in pietra calcarea locale cui iltempo ha donato una magnifica patinadorata e rosata. Purtroppo, però, tra le caratteristiche dellapietra utilizzata per le costruzioni, è anchela friabilità: per evitare che la città cadaletteralmente a pezzi sono oggi in corsointerventi di restauro e consolidamento. Tutta la città è un alternarsi di chiese epalazzi, in un tripudio decorativo fatto difregi, capitelli, volute, putti e mascheroni.Porta Reale, la chiesa di San Francescoall’Immacolata, Palazzo Ducezio, la ba-silica del SS. Salvatore, la chiesa diSanta Chiara la chiesa del SantissimoCrocifisso sono solo alcune delle attratti-ve di una città in cui ogni scorcio, ogniangolo riserva un tesoro.

Su tutto emerge naturalmente la Cat-tedrale settecentesca, la cui facciata, quasisicuramente opera di Sinatra, campeggiadall’alto di una maestosa scalinata a trerampe (il 13 marzo del 1996 la cupoladella Cattedrale è purtroppo crollata,

danneggiando gravemente anche la nava-ta centrale).A questo itinerario se ne possono aggiun-gere molti altri, passando ad esempio invia Nicolaci, fiancheggiata da splendidiedifici barocchi come il Palazzo Nicolaci

Noto: Villa Eleonora quattro passi in provincia Siracusa | 97

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Villadorata e chiusa a monte con grandeeffetto scenografico dal prospetto concavodella chiesa di Montevergine (1748-1750),o percorrendo via Cavour con i suoi pa-lazzi nobiliari settecenteschi in stile tardo-

barocco e avventurarsi infine nei quartieripopolari d’impronta araba, in cui ricordiislamici e ricchi dettagli di “architetturaminore” ben contrastano con la grandiosi-tà della città “nobile”.

Palazzolo Acreide, tra archeologia e baroccoSul territorio dove sorgeva la greca Akrai,fondata dai Siracusani nel 664 a.C., nac-que in età normanna Palazzolo Acreide, lacui attrattiva principale è costituita pro-prio dai resti della città antica. Oltre la pic-cola porta d’accesso, la zona archeologicaconserva i resti di un Teatro Greco, risa-lente al III secolo a.C. e rimaneggiato inetà romana. Attiguo al teatro è il bouleute-rion, destinato alle riunioni del senato,mentre a sud si trovano le latomie del-l’Intagliata e dell’Intagliatella, cave usateper l’estrazione della pietra e riadattatepoi a necropoli e abitazioni in età cristia-no-bizantina. Nelle vicinanze sono anche ipochi resti del Tempio di Afrodite, risa-lente al VI secolo a.C. Vale la pena rivol-gersi ai custodi degli scavi per giungerealla zona dove si trovano i Santoni: si trat-ta di dodici sculture rupestri del III secoloa.C. dedicate alla dea Cibele che costitui-scono il più importante complesso figura-tivo riguardante il culto di quella che iRomani chiamavano Magna Mater. La cittàsi trova a nord-est della zona archeologica

98 | Siracusa quattro passi in provincia Palazzolo Acreide: portale dell’Annunziata

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ed è caratterizzata dalla preponderanza dilinee e forme barocche: deve infatti la suaimpronta architettonica alla ricostruzioneattuata nel Settecento, dopo che il terre-moto del 1693 l’aveva in gran partedistrutta. Su piazza Moro si trovano duedegli edifici religiosi principali, la chiesaMadre e quella di San Paolo, ma degne dinota sono anche la Casa-Museo dell’etolo-go Antonino Uccello e la chiesa di SanSebastiano, ricostruita nel primo venten-nio del Settecento.

Avola, nuova e anticaVivace e operosa cittadina risorta a solidue anni dal terremoto che nel 1693distrusse completamente Avola Antica, èil maggiore centro della Sicilia per la pro-duzione e l’esportazione delle mandorle.Il nuovo impianto urbano venne progetta-to dall’architetto e gesuita Angelo Italia,che propose lo schema planimetrico dellecittà stellate rinascimentali e realizzò unapianta esagonale con una piazza al centro,dalla quale si sviluppano vie ortogonaliculminanti in quattro piazze che formanouna croce e segnano gli ingressi della città.

La particolare disposizione planimetrica èarricchita da numerosi edifici settecente-schi fra i quali emergono la chiesa dellaAnnunziata con la sua imponente facciataconvessa e la chiesa Madre, dedicata aSan Nicolò di Mira. Quest’ultima ha ilprospetto sottolineato da un corpo centra-le a torre e da un ricco portale in rame bru-nito. In piazza Crispi sorge la chiesa diSanta Croce, di origine cinquecentesca marifatta nel XVIII secolo, che custodisce unbellissimo ciborio.

Avola: Chiesa dell’Annunziata quattro passi in provincia Siracusa | 99

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www.lugliomusicaletrapanese.it

100 | Trapani Balletto sul ghiaccio del Teatro di San Pietroburgo

Gennaio - Dicembrei

Un evento tra i più consolidati, arri-vato quest’anno alla sua edizionenumero 61.

Una tradizione che affonda le proprieradici all’epoca del secondo conflitto mon-diale, in seguito alla distruzione del teatroGaribaldi. Così, nacque l’esigenza di man-tenere viva una tradizione che rischiava diandare perduta per sempre.L’anno passato ha visto l’inaugurazionedella stagione, nella splendida cornice diVilla Margherita con un concerto d’orga-no. Tra i titoli più prestigiosi nel cartellone2006, Così fan tutte di Mozart, La Bohème diPuccini, e Aida di Giuseppe Verdi.Anche per la stagione 2007, un calendariod’eccezione, tra musica, opera, operetta,balletto e prosa, per emozioni senzatempo.

Stagione Ente Luglio Musicale TrapaneseTR

APAN

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Martedì 13 febbraio 2007 ore 21.00Concerto d’organo con Tromba Barocca

Martedì 27 febbraio 2007 ore 21.00Il Lago dei Cigni Balletto sul ghiaccio del Teatro San Pie-troburgo

Venerdì 23 marzo 2007 ore 21.00Il canto di Partenope in concerto con Ensemble Alma Latina

Venerdì 13 aprile 2007 ore 21.00L’arca di Noè Mercoledì 11 aprile e Giovedì 12 aprileper le scuole

Sabato 28 aprile 2007 ore 21.00Sara Tavares inBalancê

Giovedì 10 maggio 2007 ore 21.00Banda Osiris

Banda Osiris Trapani | 101

Programma

www.lugliomusicaletrapanese.it Gennaio - Dicembre i

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C’è un rituale che da quasi quattro-cento anni ha luogo a Trapani nelcorso della Settimana Santa.

È la processione dei Misteri, un evento cheaffonda le proprie radici nella tradizione enel folklore, ancora oggi estremamentesentito dai trapanesi. Dal venerdì pomeriggio alle prime ore delsabato, la città è invasa da una folla ordi-nata, che porta in processione splendidigruppi scultorei realizzati in legno e telache raccontano le diverse fasi della Pas-sione di Cristo. Ogni statua è addobbatacon argenti e fiori, persino l’illuminazionecontribuisce a far risaltare la sofferenzaritratta nel volto.Ognuno dei misteri viene portato a spallada non meno di dieci uomini con un pre-ciso movimento detto annacàta, che segueil ritmo imposto dalla banda.All’accuratezza dell’organizzazione corri-sponde anche l’estrema cura nel vestire: irappresentanti del ceto cui appartengono igruppi sono vestiti in nero, le donne sfog-giano gioielli. Un rituale suggestivo che siripete ogni anno da quattro secoli e cheparte dalla Chiesa del Purgatorio.

www.processionemisteritp.it

La Processione dei Misteri

102 | Trapani Un suggestivo gruppo scultoreo

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i Pasqua

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A Segesta si fa arte da tempo imme-morabile. E ancora oggi il suo tem-pio, che ha resistito al logorio dei

tempi, e il suo teatro antico sono straordi-narie testimonianze dell’evoluzione diuna civiltà estremamente raffinata, che

discende assai probabilmente degli Elimi.Oggi come allora, Segesta è la patria natu-rale del teatro di qualità, che ormai damolti anni ospita nei mesi di luglio e agostole opere dei grandi classici greci e latini.Dal 1998, il cartellone comprende teatrocontemporaneo e satira, ma anche musicae danza.Negli anni Segesta ha ospitato nomi delcalibro di Paola Gassman, Flavio Bucci,Tuccio Musumeci, Pamela Villoresi eCaterina Vertova, ma non è mancato lospazio per i migliori comici, da Ficarra ePicone ad Antonio Albanese.Altri momenti di grande suggestione sonole Albe teatrali: appuntamenti con la poesiaalle prime luci del mattino, quando lanatura si desta.

Il Teatro Antico segesta Trapani | 103

Rappresentazioni Classiche

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www.calatafimisegesta.it iLuglio - Agosto

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Una manifestazione nata attorno…a un piatto di cous cous, che in que-sto modo diventa molto più di una

specialità gastronomica: rito, cultura, con-divisione.È vastissimo, infatti, il patrimonio etnico eculturale dei Paesi che hanno nel couscous il comun denominatore storico e ga-stronomico Il progetto culturale da cuinasce la rassegna coinvolge il meglio dellagastronomia siciliana: il vino, innanzitut-to, ma anche l’olio, ed ancora la scuola dicucina e le serate a tema dedicate alla cuci-

na d’autore, con i migliori vini siciliani afare da guest star, gli approfondimenti contecnici nutrizionisti e gli affollatissimilaboratori gastronomici.Quest’anno, il Cous Cous Fest compie ildecimo anniversario, sempre a San VitoLo Capo, splendida località balneare scel-ta ogni anno da un numero sempre mag-giore di Viaggiatori per il suo mare cristal-lino e la sua impareggiabile cucina che sadi Sicilia.

www.sanvitocouscous.com

Cous Cous Fest

104 | Trapani san vito lo capo San Vito Lo Capo e un momento della festa

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25-30 Settembre 2007

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Da luglio a settembre, a Gibellina ètempo di arte. Dalla musica alle artivisive, dal teatro alla poesia, la

Fondazione Orestiadi si distingue perun’organizzazione capillare, in cui nulla èlasciato al caso o all’improvvisazione.

Dal 1990, la manifestazione si è apertaanche al cinema e alla musica etnica, soffermandosi sul mondo islamico emediterraneo. Risale invece al 1996 l’isti-tuzione del Museo delle Trame, che racco-glie tessuti, monili e tutto quanto fa partedell’affascinante cultura dei popoli delMediterraneo. Gibellina è terra d’arte. Qui ha lasciatotestimonianza anche Alberto Burri, con lasua opera, il Grande Cretto, ideata in segui-to al terremoto che, nella notte tra il 14 e il15 gennaio 1968, rase completamente alsuolo Gibellina. Il Grande Cretto si presenta come un’enor-me coltre di cemento bianco che si dispie-ga sul fianco scosceso della montagna. Ha forma di un quadrilatero irregolare e ilsuo aspetto ricorda un’immensa superfi-cie ondulata, spaccata da profonde crepe efenditure. Il tracciato dei blocchi ricalcasostanzialmente l’antico impianto, con isuoi isolati e le sue stradette, e restituiscesuggestivamente l’idea dell’antico abitato.

Gibellina, la Montagna di Sale gibellina Trapani | 105

Orestiadi

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www.fondazione.orestiadi.it iLuglio - Settembre

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La Cronoscalata del Monte Ericefesteggia quest’anno 49 edizioni.Una competizione che conferma la

vocazione siciliana per il mondo dellequattro ruote e che è stata inserita nelcalendario delle cronoscalate internazio-nali denominate Challenge Fiat. Un tra-guardo di grande prestigio, che la dice

lunga sul livello della competizionemotoristica. Suggestivo anche il percorso,che va da Valderice ad Erice, splendidacittadina medievale che vale la pena divisitare per le bellezze architettoniche epaesaggistiche ma anche per le deliziegastronomiche.La Cronoscalata del Monte Erice vede

ogni anno la partecipazione di piloti sianazionali che stranieri e il coinvolgimentodi un pubblico sempre più competente eappassionato. Un’occasione ghiotta ancheper fare nuovi proseliti.

www.monterice.it

Cronoscalata Monte Erice

106 | Trapani erice Erice, San Giovanni

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14-15 Aprile 2007i

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Ogni anno, a Custonaci, si ripete lamagia della Nascita del Bambino. Una magia a cui partecipa con de-

vozione l’intera comunità, impegnata inuna vera e propria rappresentazione tea-trale, che coinvolge grandi e piccoli. Il pre-sepe vivente è realizzato nella grotta diScurati o Mangiapane, dentro la qualesorge un vero e proprio villaggio che offreuno spaccato della vita contadina del tra-panese di fine Ottocento.In questo già suggestivo scenario è natal’iniziativa del presepe vivente nel 1983.Nel corso di più di vent’anni, le scene sisono andate sempre più perfezionando,tanto da dare l’impressione di rivivere lamagica notte facendo un enorme saltoindietro nel tempo.Il Viaggiatore che si troverà a Custonaciper le feste di Natale verrà catturato daimmagini, ma anche da suoni, colori eodori, in un percorso che coinvolge tutti ecinque i sensi.

Figuranti del presepe custonaci Trapani | 107

Presepe Vivente

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www.custonaci.com www.mcsystem.it/presepe Natale i

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A Mozia si trova l’Efebo, rinvenutoin una delle tante campagne discavo, a pochi minuti di barca dalle

saline di Marsala. Tutta la provincia trapa-nese ha restituito reperti archeologici digrande valore e fascino, dal Satiro diMazara del Vallo alle Teste Imperiali diPantelleria. Mazara ospita, inoltre, la piùimportante marineria d’Italia per numerodi addetti e fatturato.

Situata su di una spianata alta circa 30metri sul livello del mare, Selinunteprende il nome dal Selinon, il prezzemoloselvatico. Una città dalla lunga storia,fondata da coloni di Megara Iblea nel VIIsecolo a.C. Le guerre fra Romani e Carta-ginesi, che colonizzarono la zona, finiro-no per distruggere Selinunte, devastatapoi da un violento terremoto, nel secolo Xo XI, che ridusse ad un cumulo di rovinei monumenti dell’antica città. Sono del1823 i primi scavi archeologici.

Il parco archeologico di Segesta è situatoin una splendida posizione, tra dolci col-line dai colori ocra e rosso bruno. Il tem-

pio dorico, eretto nel 430 a. C., è uno deimonumenti più perfetti a noi giunti dal-l’antichità. Edificato nel III secolo a. C.,invece, il teatro, del periodo ellenisticocostituito da un perfetto e vasto emiciclodi 63 metri di diametro sistemato su unpendio roccioso.

A Erice, splendida cittadina medievalearroccata sul monte omonimo, si trova ilCentro studi internazionali intitolato aEttore Majorana, voluto dall’illustre fisicotrapanese Antonino Zichichi, che richiamagli studiosi più qualificati del mondo,dalla medicina al diritto, dalla storiaall’astronomia, dalla filologia alla chimica.

Una delle perle dell’arcipelago delle isoleEgadi è, insieme a Levanzo e Marettimo,l’isola di Favignana. Le sue particolarità

sono tante, dalle suggestive cave di tufoalla fitta vegetazione. Ma l’aspetto piùbello è senza dubbio il mare cristallino. Gliabitanti amano definire l’isola “una farfal-la sul mare” per la sua forma, che richia-ma una farfalla adagiata sul blu.

Dalla zona del porto di Trapani versoMarsala si nota subito un particolarissimopaesaggio: bianchi cumuli di sale che sialternano a una scacchiera di piccoli corsid’acqua con varie gradazioni cromatiche.Un paesaggio unico, quello delle saline,salvato dall’abbandono con l’istituzionedi una riserva naturale.

Trapani, tra mare e montagne

108 | Trapani viaggiando e curiosando Isola di Mozia

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Trapani è situata nella parte ovestdella Sicilia, su una lingua di terrache si protende verso il mare.

Proprio qui, sull’estrema propaggineoccidentale, si trova la Torre di Ligny,costruita nel 1671 come parte del sistema

di avvistamento e difesa costiera; oggi èsede del Museo di Preistoria. Poco lonta-no sono il porto peschereccio, villinoNasi e l’ex Lazzaretto, nelle cui vicinanzesi trova anche uno dei simboli cittadini, laColombaia.

Addentrandosi nel centro storico, moltidegli edifici più rilevanti si affacciano sucorso Vittorio Emanuele, via Torrearsa evia Garibaldi: fra questi la Cattedrale diSan Lorenzo, dov’è conservata unaCrocifissione attribuita a Van Dyck, il

barocco palazzo Cavarretta, la chiesa diSant’Agostino e quella di Santa Mariadel Gesù. In zona si trova anche la chiesa del Pur-gatorio, eretta nel 1683. Corso Italia con-duce nell’antico ghetto, abitato dalla co-

munità ebraica fino al XV secolo, dovel’edificio principale è il cinquecentescoPalazzo della Giudecca. Poco più a nordsi trova la chiesa di San Domenico conl’annesso chiostro dei Domenicani. Inposizione decentrata sorge invece il san-

tuario dell’Annunziata (XIV-XVIII seco-lo), forse il principale monumento dellacittà; sulla sua facciata spiccano un gran-dioso rosone e il portale gotico-norman-no, affiancato dal poderoso campanilebarocco.

Trapani: il porto. La Chiesa di Sant’Agostino quattro passi in provincia Trapani | 109

Trapani, cuore marinaro

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Le grotte e il marmo di CustonaciCustonaci è un centro agricolo dovel’estrazione e la lavorazione del marmocostituiscono la principale attività econo-mica. Nel suo territorio, che comprendeanche l’alta vetta del monte Sparagio,

sono disseminate diverse grotte, interes-santi sotto il profilo geologico e paleonto-logico: tra queste la Grotta Mangiapane,di formazione sia carsica sia marina. La progettazione dell’insediamento urba-no risale al XVIII secolo, quando il paese

sorse intorno al preesistente santuariodella Madonna di Custonaci, meta di pellegrinaggi già nel XIV secolo; la chiesa fu costruita nell’arco di più epoche, il che spiega la coesistenza di diversi stiliarchitettonici.

L’immagine della Madonna è raffiguratain una bella tavola cinquecentesca attri-buita a fra’ Ludovico Zichichi. Molto suggestivi anche i numerosi bagli,aggregati abitativi destinati ad accogliere ilavoratori delle aziende agricole e caratte-

rizzati da un cortile interno di forma qua-drangolare; il baglio Cofano e quello dellaGrotta Mangiapane rappresentano unavariante, poiché caratterizzati da più cor-tili comunicanti tra loro e delimitati damuretti bassi a secco.

Il mito di EriceLa storia di Erice è legata ai miti di eroi edivinità, dal presunto fondatore Erice allamadre Venere, fino a Enea ed Eracle.Curiose letture simboliche sono state fatteanche della sua pianta urbana, perfetta-mente triangolare: all’interno di unapoderosa cinta muraria, il borgo medie-vale si dipana in un intrico di vicoliacciottolati nei quali si aprono varchi ecortili fioriti, creando uno scenario digrande interesse storico-artistico, immu-tato da secoli. Il centro del triangolo è occupato dallachiesa di San Pietro, con l’annesso mona-stero, dove ha sede il Centro culturaleEttore Majorana, che ogni anno ospita unimportante convegno scientifico interna-zionale. Nel palazzo Municipale, il Mu-seo Cordici espone reperti archeologici

110 | Trapani quattro passi in provincia Trapani: la Chiesa di San Francesco. La fontana del Tritone

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provenienti dalla necropoli ericina, fra iquali primeggia una testa di Afrodite delIV secolo a.C. Il principale edificio religio-so è la trecentesca chiesa Matrice, pressola quale si innalza, isolata, la torre campa-naria risalente allo stesso periodo.

All’interno del giardino del Balio svetta ilCastello Pepoli, mentre la rocca sul-l’estrema punta a sud-est è sormontatadal Castello di Venere, costruito fra il XIIe il XIII secolo sul sito dell’antico tempiodi Venere Ericina.

Gibellina, arte a cielo apertoNella notte fra il 14 e il 15 gennaio 1968Gibellina viene completamente distruttadal terremoto che devasta la zona delBèlice. Dopo l’odissea della ricostruzione,la nuova città sorge oggi in un’area pia-

neggiante a 18 km dal vecchio paese, con-cepita come una testimonianza viventedella tragedia di questa terra. È una cittàmuseo, una celebrazione del moderno cuiimportanti artisti hanno partecipato con illoro contributo di idee e progetti, per

donare un nuovo inizio a Gibellina e allasua gente. Sulla sua pianta ellittica le stra-de corrono ampie, marcando le distanzeche separano le abitazioni e rendendopossibile il dispiegarsi di grandi spaziaperti. Simbolo del paese è la gigantesca

stella in pietra realizzata da Pietro Con-sagra; molte altre sono comunque leopere donate da artisti siciliani e non,tanto da aver creato in poco tempo l’uni-ca collezione d’arte contemporanea intutta la Sicilia. Le stesse macerie della

Erice: il Castello di Venere. Strada tipica quattro passi in provincia Trapani | 111

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città vecchia sono divenute una scultura: icosiddetti ruderi di Gibellina sono statiinfatti coperti da Alberto Burri con unacolata di cemento, un manto steso sulfianco della montagna e che scolpisce ilpaesaggio, a simbolo della pietà umana difronte alla catastrofe.

San Vito Lo Capo e i SaraceniSan Vito Lo Capo occupa un promontorionord-occidentale della Sicilia che separa ilGolfo di Castellammare dalla costa diTrapani, vicino alle Riserve Naturalidello Zingaro a ovest e di Monte Cofanoa est. Sede di una tonnara non più attiva

dal Seicento, è un antico borgo marinarogià molto importante in epoca romana - nerimane testimonianza nelle vasche per lapiscicoltura, i cui resti si trovano nei pres-si della tonnara di San Vito - e che preser-va intatta una chiara impronta araba. Ma èanche la città del cous cous, piatto dellapace e simbolo di integrazione fra popoli eculture diverse. Il suo mare turchese si èguadagnato più volte la Bandiera Blud’Europa per la qualità delle acque e lasua spiaggia bianchissima è consideratafra le più belle dell’Italia. L’abitato di SanVito nasce nelle vicinanze del santuariodedicato al santo mazarese, una fortezzasaracena il cui nucleo originario risale alXIII secolo e intorno alla quale le primeabitazioni iniziarono a comparire all’ini-zio del XVIII secolo. Di stile arabo-nor-manno è anche il tempietto di SantaCrescenza, la cui figura è legata a quelladel patrono del paese.

Il mistero del Tempio di SegestaLo spettacolo che si presenta agli occhi dichi ha la fortuna di arrivare a Segesta neimesi primaverili è tale da togliere il respiro:

112 | Trapani quattro passi in provincia Segesta: il Tempio

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incastonata nel verde che ricopre una dellenumerose alture a sud-ovest di Palermo, sierge la mole del Tempio, uno dei piùimportanti e meglio conservati giunti fino anoi. Il peristilio si compone di 36 colonnecalcaree senza scanalature ed è privo diindizi che lo possano far ricondurre al cultodi una particolare divinità: tutto ciò fa sì chesull’origine e la funzione di questo edificio,risalente al 430 a.C. e lasciato incompiuto,gli studiosi discutano ancora. La strada che,erta, sale al Teatro, altro elemento fonda-mentale del Parco Archeologico di Segesta,riserva ulteriori, splendide vedute del tem-pio. Il cammino ha termine in una spiana-ta, dalla quale si accede alle gradinatesuperiori del Teatro, affacciata come unbelvedere sull’emiciclo di 63 m di diame-tro; insolito è l’orientamento verso nord,probabilmente dovuto alla volontà di fargodere agli spettatori il panorama sullecolline e sul mare in lontananza. Pochisono i resti che rimangono della scena, untempo arricchita di pilastri e colonne.Completata l’opera di restauro e consoli-damento, il Teatro ha oggi ritrovato la suaantica funzione.

La Riserva Naturale dello ZingaroÈ la prima Riserva Naturale istituita inSicilia: 7 km di costa affacciata su un marelimpidissimo, sovrastata da un ampiotratto di rocce calcaree dolomitiche. È per-corribile solo a piedi attraverso un viotto-lo scavato nella montagna, al quale siaccede poco dopo aver superato la locali-tà di Scopello. Oltre che per le numerosecalette e spiagge, la riserva è importanteper la presenza di piante rare ed endemi-che (sono oltre 700 le specie catalogate) e

per la notevole varietà faunistica (nel-l’area nidificano ben trentanove specie diuccelli, tra cui il falco pellegrino, la poia-na, il gheppio e il rarissimo uccello delletempeste). Interessanti anche le traccelasciate dall’uomo, come la Grotta del-l’Uzzo, la torre dell’Impiso e la Tonna-rella dell’Uzzo.

Caletta della Riserva dello Zingaro quattro passi in provincia Trapani | 113

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www.girodisicilia.com

114 | varie province targa florio Manifesto e auto storiche

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Il Giro di Sicilia viene organizzatoogni anno nel mese di giugno dalVeteran Car Club di Palermo. Si

tratta ella rievocazione di una gara che fuistituita nel 1912 e che, fino al 1958, anno-verò 18 edizioni. Il tracciato si snodavaper le vie impervie della Sicilia, per untotale di circa 1080 chilometri. Dopo il1948, il percorso divenne molto popolare esul suo albo d’oro si iscrissero nomi d’ec-cezione dell’automobilismo sportivo: daBiondetti a Marzotto, da Villoresi a Truffi,da Collins a Gendebien. Nel 1957, tutta-via, il tragico incidente di De Portago alle

Mille Miglia ebbe ripercussioni anche sulGiro che venne sospeso.Oggi la manifestazione è rinata e si affian-ca alla Targa Florio e, come sempre, toccherà luoghi di straordinari fascino: unappuntamento utile per la promozionedella Sicilia. La competizione nacque nel 1906 da unascommessa, giudicata per i tempi impossi-bile, lanciata da Vincenzo Florio: riuscire arealizzare una gara sulle strade dissestatedell’Isola. La scommessa si concretizzò el’iniziativa attecchì così bene che la TargaFlorio vive ancora oggi.

XIX Giro di Sicilia - Targa Florio

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3-11 Giugno 2007

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NUOVI EVENTIStiamo predisponendo altri grandiEventi, che verranno resi noti neiprossimi mesi, nel corso delle suc-

cessive ristampe. La loro presentazioneverrà anticipata sul sito www.regione.sici-lia.it/turismo.Dal mare alle montagne, ai dolci pendii,scoprirete in Sicilia paesaggi unici almondo. Lasciatevi allora conquistare dauna incomparabile dolcezza del vivere,dalle viuzze appartate e dal mare cristalli-no, dalle meraviglie barocche e da unavegetazione che incanta.Immaginate un Viaggio fatto di eventi…che si innestano in uno straordinarioPalcoscenico senza tempo.

Agrigento, Valle dei Templi | 115

I nuovi eventi del 2007

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www.regione.sicilia.it/turismo

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La Regione Sicilia

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Abbiamo pensato a questa Guida come a uno strumento agile, indispensabile tanto per il Viaggiatore che per il tour operator chesi interfacciano con una realtà variegata e complessa come quella offerta dalla Sicilia e che comunque non ha la pretesa di esserecompleta.

Ecco lo scopo della pubblicazione che avete appena consultato, i cui eventi sono il frutto di una selezione delle oltre tremilamanifestazioni, piccole e grandi, che si svolgono nell’Isola. Siamo convinti che tanta ricchezza di tradizioni, di feste, di rappre-sentazioni storiche e culturali presenti nell’Isola arricchisca concretamente l’offerta turistica siciliana, diversificandola e destagio-nalizzandola.

Crediamo che le manifestazioni indicate nella Guida siano una vera e propria motivazione di viaggio, un forte richiamo a veni-re in Sicilia.

Ma una volta qui, colui che percorre le nostre contrade, anche e soprattutto fuori dagli itinerari più noti, troverà mille altre ini-ziative e un’ospitalità che scalda il cuore.

Ecco tanti motivi per fare un viaggio in Sicilia, un’Isola in cui vivere ogni giorno un’esperienza diversa, in cui il passato ed ilpresente si fondono in un suggestivo connubio.

Questa Guida è stata concepita come promemoria che copre l’arco di tempo di una stagione alla scoperta di luoghi incontami-nati, in cui la ricchezza artistica si sposa con l’unicità paesaggistica ed ambientale, nei luoghi mozzafiato in cui si innestano mani-festazioni di grande richiamo turistico.

Maruzza GiaconaDirigente Servizio 6° Manifestazioni ed Eventi

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118 | Appunti del Viaggiatore

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Appunti del Viaggiatore | 119

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Questa guida è stata realizzata in collaborazione con Touring Editore eRegione Siciliana, Assessorato per il Turismo - Dipartimento TurismoSport e Spettacoli (www.regione.sicilia.it/turismo)

Dirigente GeneraleAvv. Carmelo Pietro RussoDirigente Servizio 6° Manifestazioni ed EventiAvv. Maruzza Giacona

Realizzazione: Progetti Media & Comunicazione, Palermo

Testi: Gaetano Basile (per il Festino di Santa Rosalia), Alessia Franco;Alessandro Frigerio e Francesca Giordano per la sezione “Quattro passiin provincia”

Progetto grafico e impaginazione: Massimo Castiglione per Progetti Media& Comunicazione, Palermo - S. M. Elena Castellucci per Krea, Palermo

Si ringraziano Pietro De Luca e Sonia Navarra del Servizio 6° Mani-festazioni ed Eventi Dipartimento Turismo della Regione Siciliana, perla fattiva collaborazione.

Referenze fotografiche: Tutte le immagini in questa guida sono pubblicateper gentile concessione della Regione Siciliana, degli Enti organizzatoridelle manifestazioni, di Hanne Carstensen (Krea, Palermo), di MeloMinnella, dell’Aast di Patti e Tindari, di Sara Cusenza, di RosannaFiore, di Dino Favuzza, di Carla Silva.

Stampa: Sicily Comunication srl, Palermo

© 2007 Touring Editore Srl - MilanoFinito di stampare: aprile 2007

Codice: RAAPY