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TOURING PROMOTION qui SUGGESTIONI TREVIGIANE UN VIAGGIO TRA STORIA, ARTE, NATURA E DELIZIE NEL “GIARDINO DI VENEZIA”. UNO STRAORDINARIO PERCORSO IN UN PAESAGGIO DI RARA BELLEZZA “S iamo nella parte più dolce e quasi più greca del Ve- neto; greca, si capisce, alla veneta; fra Trevigiano e Vicentino il venetismo del paesaggio raggiunge un massimo di equilibrio e di grazia, si uniforma fin troppo a un modello ideale per un eccesso d’arte” (G.Piovene) UNA TERRA DOVE L’OSPITALITÀ È UN’ARTE ANTICA settembre 2010 › Qui TOURING › 141 Possagno, Gipsoteca canoviana: Amore e Psiche

UN VIAGGIO TRA STORIA, ARTE, NATURA E DELIZIE NEL ... · Giorgione e la Possagno di Canova, con il maestoso Tempio condotto sui modelli di Grecia e di Roma, la Gipsoteca con quella

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UN VIAGGIO TRA STORIA, ARTE, NATURA E DELIZIE NEL “GIARDINO DI VENEZIA”.UNO STRAORDINARIO PERCORSO IN UN PAESAGGIO DI RARA BELLEZZA

“Siamo nella parte più dolce e quasi più greca del Ve-neto; greca, si capisce, alla veneta; fra Trevigiano eVicentino il venetismo del paesaggio raggiunge un

massimo di equilibrio e di grazia, si uniforma fin troppo a unmodello ideale per un eccesso d’arte”

(G.Piovene)

U NA T E R R A D OV E L’ O S P I TA L I T À È U N ’ A RT E A N T I C A

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Possagno, Gipsotecacanoviana: Amore e Psiche

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settembre 2010 › Qui TOURING › 143142 › Qui TOURING › settembre 2010

V i sono luoghi, e il Trevigiano è fra questi,che si impongono per la particolare grazia eil sottile fascino, per la cordialità degli abi-

tanti e per i monumenti simbolo di uno splendi-do passato. Qui, tra morbide colline, fiumi sinuo-si, pievi millenarie, chiostri segreti,borghi silentiche conservano un’antica gentilezza, storiche di-more e ville venete che offrono la magia di unmondo festoso e di suggestioni altissime, è ancorapossibile provare intense emozioni.Treviso, antica terra di cultura cavalleresca e corte-se, che Petrarca definì “la bella contrada”, è una cittàgioiosa di canali e acque che serpeggiano tra le caselambendone le fondamenta. Leggiadra e carica diun’atmosfera sensuale, con antiche case dalle faccia-te affrescate, “variopinti scenari mutevoli a ogni pas-so che crearono la particolare fisionomia della città”.Colpiscono, soprattutto, quel parlare cantilenanteche caratterizza ogni luogo toccato da acque genti-li, quella sua forma irregolare e capricciosa, le tor-ri e i campanili delle tante chiese che custodisco-no opere d’arte di straordinaria bellezza, a comin-ciare dagli affreschi di Tomaso da Modena, emble-

ma della cultura trevigiana del ’300, raffinata e fe-stosa. Le logge, le bifore, i balconi fioriti, le faccia-te sghembe di case sporgenti su mensoloni o bar-bacani, quasi tutte a portici con archi alti e acutiche si alternano ad altri bassi e rotondi: il gotico e ilrinascimento affiancati e intrecciati l’uno all’altro.V’è un’aria chiara, di una luce misurata ma scintil-lante che portano le acque diffuse. Appena fuori delle mura cinquecentesche che cin-gono la città, nel silenzio della campagna, tra siepied erbe palustri, dove la natura del suolo si rivela in-certa tra la terra e l’acqua di risorgiva, il Sile inizia ilsuo placido corso attraverso un paesaggio di rarabellezza, regno incontrastato di aironi, germanireali, falchi di palude, gallinelle d’acqua, pioppi,salici, ontani e querce secolari.Non lontano dalle sorgenti del Sile, a Fanzolo diVedelago, l’incontro con Villa Emo, la villa palla-diana per eccellenza, è un momento di rara emo-zione, che s’accresce alla vista degli affreschi delloZelotti, splendido omaggio all’amore per la vitaagreste. Entrando in Castelfranco, cinta dalle rossemura medievali, con le torri assaltate dall’edera,

▲ Treviso, un’immagine del canale dei Buranelli▼ Treviso, particolare di una casa gotica in Piazza Duomo

Treviso, uno scorcio delle canoniche del Duomo ▲▼ Il fiume Sile nel suo corso verso la laguna. Il Sile nasce a pochi chilometri da Treviso nella zona delle polle di risorgiva

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s’avverte subito la presenza viva ed eccitante di Gior-gione, il pittore che ha intrecciato il dialogo tral’uomo e la natura, che ha “impastato terra e sanguecon orgoglio e sentimento per dare alla carne il co-lore della vita e del desiderio”. All’interno del neo-classico Duomo almeno qualche attimo bisogneràsostare davanti alla pala del suo illustre figlio: “unagrande tavola dipinta dove una Madonna in azzurroe verde apre il paesaggio di castelli e montagne lon-tane”. Lungo il fossato delle mura corre, come unfondale, la scenografia di portici, case e palazzetti cheaccresce la vaghezza di questo luogo.Lasciate alle spalle le torri giorgionesche e puntan-do verso l’Asolano, ai piedi dei colli, a Maser, VillaBarbaro del Palladio appare all’improvviso come unarivelazione, come un miracolo di grazia e di perfetteproporzioni. Nelle sue stanze Paolo Veronese allestìuna leggenda di colori e di miti e un progetto ditrompe-l’oeil, vero e proprio gioco di inganni e sug-gestioni per l’occhio inquieto di signori di altri secoli.Per giungere ad Asolo – “asilo di ogni cortesia”- èconsigliabile infilare la vecchia strada dei “foresti”,percorso silente in una natura rigogliosa.

Asolo, luogo sognato da regine e artisti, vera e pro-pria colonia inglese in terra veneta che qui si stabilìsenza alcun desiderio di allontanarsene.Passeggiando fra i portici di antiche ed eleganti caseo sostando nella piazzetta ritagliata intorno alla bel-la fontana in pietra, si è presi da quell’antica malia checatturò Caterina Cornaro, l’infelice regina di Ciproche qui tenne splendida corte, il poeta Robert Brow-ning sceso dalle nebbie d’Inghilterra per incontrarela luce, la leggendaria esploratrice e scrittrice ingle-se Freya Stark, Eleonora Duse che qui volle esseresepolta nel piccolo cimitero con la tomba rivoltaverso il Grappa. I morbidi colli intorno ad Asolo la-sciano apparire, quasi “fantasiosi scenari”, bianchicampanili, rustiche architetture in perfetta armoniacon l’ambiente e ville sfarzose di statue, logge, gra-dinate e fontane. Sono tra i più soavi del mondo e laloro dolcezza è quasi intatta tra la Castelfranco diGiorgione e la Possagno di Canova, con il maestosoTempio condotto sui modelli di Grecia e di Roma, laGipsoteca con quella luce lattiginosa venata di pastelloche contiene tutta la sua esperienza artistica e la casadel grande scultore con il bel giardino da cui si gode,

▲ Particolare dell’inconfondibile mole delle rosse mura di Castelfranco Veneto▼ Asolo, Loggia del Capitano e sullo sfondo il Castello della Regina Cornaro

▲ Panorama di Asolo, nota come “la città dei cento orizzonti”▼ Possagno, il Tempio di Antonio Canova

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in immediata vicinanza, il paesaggio collinare. For-ti emozioni regala una passeggiata sulla lussureg-giante altura del Montello, tra robinie e acacie, ver-dissima d’estate e rossa d’autunno, come la sua ter-ra, un tempo selva imponente, luogo privilegiatodi meditazione e di ispirazione che attirava religio-si e letterati. Qui nella fresca quiete dell’Abbazia di S.Eustachio, Monsignor della Casa compose a metàdel Cinquecento gran parte del suo Galateo, le famo-se regole di costumatezza nell’agire e nel parlare.Ecco perché nella Marca trevigiana la cortesia è un’ar-te antica che viene praticata con naturale predispo-sizione. Dal Montello verso la terra del mitico Pro-secco, tra colline cucite di vigneti fin sulla cima,punteggiate di rocche e castelli, pievi millenarie,ville e cascinali. Uno straordinario percorso che par-te da Conegliano e giunge, dopo un “bacchico gi-rovagare”, a Valdobbiadene, tra seducenti pano-rami e invitanti proposte enogastronomiche. Conegliano, allo sbocco della strada di Vittorio Ve-neto, sull’ultima collina delle Prealpi da cui dominala vallata del Piave, si apre allegra e seducente al vi-sitatore. Tutta la città è formata da una successio-

ne di ripiani dominati da un antico Castello postosulla sommità del colle, dal quale la vista spazia liberasulla vasta pianura, le acque del Piave e le verdeg-gianti colline. Eleganti palazzi che conferiscono alluogo sobria raffinatezza sorgono lungo la via XXSettembre. dove s’impone la scenografica facciata af-frescata del Duomo che offre all’interno la visione diuna pala del suo grande figlio Giambattista Cima, ilpittore che da secoli continua ad affascinare i più esi-genti connaisseurs d’arte di tutto il mondo. L’artistache seduce per quella “luce fresca, tersa e virgineache avvolge il suo mondo”. Una luce che proviene daun modello naturale, la luce che nasce ogni giornosulle colline di Conegliano e che fu filtrata per tanti an-ni dal cristallino di Cima. Una pittura elegiaca percorsada sensualità e ricca di morbidezze. Salendo verso Follina e Cison di Valmarino non èfacile incontrare una valle più bella, serena e armo-niosa. Tra paesaggi suggestivi s’aprono visioni d’ar-te, veri e propri scrigni preziosi come l’Abbazia ci-stercense di Follina e l’elegante tessuto urbano diCison, che conserva la perfetta grazia di signorilipalazzetti che s’offrono con poggioli in pietra, por-

▲ Vigneti intorno alla zona di Valdobbiadene▼ Conegliano, veduta notturna del Duomo

Cison di Valmarino, la possente mole dell’antico Castello Brandolini, oggi Castelbrando ▲▼ Follina, il chiostro dell’Abbazia cistercense

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tali, cortili e loggette. Usciti dal borgo di Cison,nella vicina Rolle, s’impone la bellezza incontami-nata di un paesaggio straordinario solcato da vi-gneti. Dalla Valmarena a Vittorio Veneto il passo èbreve e, quando si giunge nell’antico centro me-dievale di Serravalle, ci si accorge che la scenograficapiazza Flaminio, alle soglie delle Prealpi, ricostrui-sce un vasto campiello veneziano con il corso delfiume Meschio, il ponte arcuato, il Duomo, l’altocampanile e il Palazzo della Comunità su uno sfon-do di roccia. Intorno, le residenze delle antiche fa-miglie serravallesi, simbolo di un passato splendo-re e tra queste la sontuosa dimora rinascimentaleMinucci-De Carlo coi preziosi arredi e oggetti orien-tali. L’altro nucleo storico di Vittorio Veneto è Ce-neda, con l’ariosa piazza sulla quale prospettano ilDuomo e la Loggia del Sansovino che ospita il Mu-seo della Battaglia. Vaste terre sorgono a sinistra delPiave e hanno il loro cuore nell’antica Oderzo. “Nonvi è tregua nello spazio, tutto è coltivato perfetto e in-tensamente”. Siamo nel territorio tra i fiumi Mon-ticano e Livenza, al confine orientale della Marcatrevigiana. Un paesaggio sensuale, di luci morbide,

luoghi residui di un’antica vita principesca. Oderzo,ricca di testimonianze paleovenete e romane e la vi-cina Motta di Livenza, con l’elegante Santuario ma-riano cinquecentesco, replicano la grazia di Trevisonei loro edifici a portici e nelle belle case affrescate.Al limite estremo, al confine con le terre friulane,v’è Portobuffolè, gioiello architettonico immersonel verde sconfinato e silente dei Prà dei Gaj, dovepassato e presente si mescolano rendendo più intri-gante sogno e realtà. Luogo incantevole, dalla calmaperfetta, dove visse e morì Gaia da Camino, la figliadel “buon Gherardo” dantesco. La sua casa con ele-ganti affreschi gotici all’interno e una facciata conbifore e capitelli a fior di loto contiene qualcosa dimolto femminile e raffinato. Non a caso in questeterre la visione di sontuose dimore patrizie conferma,ancora una volta, la straordinaria ricchezza artisticadella civiltà veneta, da conoscere con un viaggio chesollecita visioni, soste, soggiorni, avendo cura dicoltivare il piacere della lentezza. Per rendere la“pausa” più gradevole.

Testo di Antonio Barzaghi,foto di Maurizio Sartoretto

▲ Vittorio Veneto, visione di Serravalle▼ Oderzo, la piazza con il Duomo e le antiche case caratterizzate da portici

▲ Motta di Livenza, il Santuario della Madonna dei Miracoli▼ Portobuffolè, piccolo borgo medievale al limitare della Marca trevigiana

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Nel Trevigiano il piacere per l’ospitalità,

che qui è da sempre una virtù, e la gioia di

vivere rimandano a un antico stile di vita.

Questo spirito si respira nelle vecchie oste-

rie che hanno conservato il fascino origi-

nario, nei ristoranti di tradizione, in molti

casi veri e propri templi della gastrono-

mia, famosi in Italia e all’estero, dove pas-

sione e creatività sono cifra culturale di

appartenenza, negli alberghi sontuosi ri-

cavati in antiche ville come in quelli più

familiari che propongono gradevoli atmo-

sfere. Ma anche negli eleganti negozi, nel-

le botteghe del gusto che offrono i pro-

dotti della rinomata gastronomia locale,

nelle invitanti cantine che propongono i

portentosi vini della Marca.

La Marca trevigiana è la provincia dello sport e

numerose sono le proposte in molti casi anche

seducenti: basti pensare al golf, al trekking, alla

canoa e al canottaggio lungo i fiumi, all’equita-

zione, al parapendio e al deltaplano sul Monte

Grappa, al ciclismo, alla pesca sportiva ecc. Non

mancano neanche attività industriali attrezzate, in

molti casi, anche per accogliere lo shopping

per il tempo libero. È straordinario che questa

terra così legata alla tradizione guardi al futuro

con un forte spirito innovativo. Ne sono esempio

le forti capacità progettuali, l’impiego di tecno-

logie avanzate e le menti creative delle aziende

dello sport system presenti numerose nell’aria di

Montebelluna, distretto di calzature sportive tec-

niche famoso in tutto il mondo. Altro importan-

te distretto è quello della bicicletta, una signifi-

cativa nicchia che ha il suo centro nell’area di

Castelfranco. Logicamente le proposte di ac-

cessori e abbigliamento ne costituiscono il na-

turale pendant. Treviso è famosa per essere la

sede della “Città dello sport”.

Ospitalità

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In questi luoghi di antiche emozioni an-

che i prodotti della terra hanno da rac-

contare storie particolari. È il caso del ra-

dicchio, frutto del clima, del carattere,

delle tradizioni e dei costumi di questa

provincia. Splendido, croccante e gusto-

so ortaggio che ha assunto un forte pote-

re simbolico ed è diventato contrassegno

dell’immagine di un intero territorio. E ac-

canto a questo autentico “fiore che si

mangia” il mitico prosecco dei colli di

Conegliano e Valdobbiadene, del Mon-

tello e colli Asolani e i vini rossi della

Marca orientale, gli ulivi delle colline di

Asolo e di Vittorio Veneto, i superbi aspa-

ragi delle grave del Piave, di Cimadolmo

e di Badoere, i pregiati marroni dei bo-

schi del Monfenera e di Combai, il miele

della pedemontana del Grappa, i funghi e

le fragole del Montello, le ciliege

dell’Asolano, i peperoni di Zero Branco, la

gustosa sopressa, tipico insaccato

dell’area pedemontana e la delicata ca-

satella trevigiana.

Le botteghe di tanti valenti artigiani attestano

la ricchezza di fermenti creativi e di raffinate

abilità manuali. Maestri impegnati a perpetuare

antichi saperi e a conferire agli oggetti un profilo

estetico: basti pensare alle creazioni della Scuo-

la dell’Antico Ricamo di Asolo, con oltre 100

anni di storia alle spalle, tutta scritta al femmi-

nile, rinomate in mezzo mondo. Ma anche ai

lavori in ferro battuto che nella Marca ha un im-

portante punto di riferimento internazionale, ai

cristalli d’arte, alle vetrate istoriate, alle cera-

miche dipinte, all’ebanisteria, alla liuteria, all’ar-

genteria, al mosaico e al terrazzo veneziano, il fa-

moso pavimento delle ville venete, fino alle ce-

leberrime maschere e ai costumi.

Sport etempo libero

Artigianato artistico

Agricoltura

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▲ Castelfranco Veneto, Villa Revedin-Bolasco ▼ Maser, Villa Barbaro, progettata da Andrea Palladio

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