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L’Europa in movimento Una globalizzazione al servizio di tutti L’Unione europea e il commercio internazionale Unione europea

Una globalizzazione al servizio di tutti...L’Unione europea e il commercio internazionale Unione europea. ... impostare le regole commerciali nel 21 o secolo. Il commercio per un

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Page 1: Una globalizzazione al servizio di tutti...L’Unione europea e il commercio internazionale Unione europea. ... impostare le regole commerciali nel 21 o secolo. Il commercio per un

L’Europa in movimento

Una globalizzazione al servizio di tuttiL’Unione europea e il commercio internazionale

Unione europea

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La presente pubblicazione è edita nelle lingue ufficiali dell’Unione europea: danese, finnico,francese, greco, inglese, italiano, olandese, portoghese, spagnolo, svedese e tedesco.

Commissione europeaDirezione generale Stampa e comunicazionePubblicazioniB-1049 Bruxelles/Brussel

Manoscritto terminato in dicembre 2002.

Copertina: EKA

Una scheda bibliografica figura alla fine del volume.

Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 2003

ISBN 92-894-4716-8

© Comunità europee, 2003Riproduzione autorizzata.

Printed in Belgium

STAMPATO SU CARTA SBIANCATA SENZA CLORO

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Una globalizzazione al servizio di tuttiL’Unione europea e il commercio internazionale

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Il commercio per un mondo migliore 3

Ruolo e responsabilità dell’Unione europea 4

L’UE e l’Organizzazione mondiale del commercio 8

Gli accordi commerciali bilaterali dell’UE 11

L’agenda di sviluppo di Doha: una nuova era per gli scambi internazionali 18

Ulteriori fonti di informazione 22

Indice

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Nella vita di ognigiorno partecipiamotutti all’economia globale.

Il commercio riguarda tutti noi. Seb-bene la politica commerciale possasembrare un argomento complesso etecnico, accessibile soltanto agliesperti, in realtà essa influisce sulla vitaquotidiana di tutti noi, a prescindere dacosa facciamo e da dove viviamo. Biso-gna pensare in termini globali. Pensatead esempio al tè o al caffè che bevetedi mattina, alle vostre macchine e aivostri computer, uno strumento dalquale dipendiamo sempre di più. Lostesso vale per il vostro tappeto orien-tale preferito o per le vostre vacanze inpaesi lontani.

Con la globalizzazione un numero cre-scente di paesi, sia ricchi che poveri,partecipa all’economia mondiale. Que-sto processo modifica gli schemi delcommercio internazionale e influenzain maniera crescente la nostra vita quo-tidiana.

La ricchezza generata dal commercioaiuta i paesi dell’Unione europea (UE)a garantire ai propri cittadini unamigliore qualità di vita, oggi e anche infuturo. Se gestita in maniera corretta,la partecipazione agli scambi interna-zionali offre anche ai paesi in via di svi-luppo l’opportunità di promuovere lacrescita economica. Ed essi ne hannourgente bisogno.

Essendo la prima potenza commercialea livello mondiale, l’UE è fortementeinteressata a creare le condizioni neces-sarie per un’espansione degli scambi.La posizione dell’UE implica taluneresponsabilità nei confronti del restodel mondo. Ecco perché l’UE svolge unruolo di guida nei negoziati sugliscambi internazionali ed èè iimmppeeggnnaattaa aaccrreeaarree ccoonnddiizziioonnii ccoommmmeerrcciiaallii eeqquuee ee aagguuiiddaarree llaa gglloobbaalliizzzzaazziioonnee facendo

ricorso alle norme dell’Organizzazionemondiale del commercio (OMC).

L’UE si adopera affinché i paesi in viadi sviluppo con i quali intrattiene deirapporti commerciali possano parteci-pare a tale sistema e, ove opportuno,fornisce loro la sua assistenza. Ciò valein particolare per i paesi più poveri, chehanno maggiori difficoltà a raccoglierei frutti della globalizzazione.

Questo opuscolo spiega come funzionala politica commerciale dell’UE. Oltread illustrare i rapporti commerciali del-l’UE con il resto del mondo e il suoruolo nell’ambito dell’Organizzazionemondiale del commercio, esso descrivela strategia seguita dall’UE per far sìche tutti i paesi possano trarre vantag-gio dai negoziati sugli scambi interna-zionali avviati a Doha nel novembre2001. Noto come «agenda di sviluppodi Doha», il nuovo giro di negoziati rap-presenta una tappa fondamentale perimpostare le regole commerciali nel 21o

secolo.

Il commercio per un mondo migliore

EKA

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Una globa l i z zaz ione a l se rv i z io d i tu t t i

Con i suoi 15 Stati membri, l’Unioneeuropea ospita solamente il 6 % dellapopolazione mondiale. Cionono-stante, essa rappresenta oltre unquinto del volume globale delleimportazioni ed esportazioni ed è per-tanto il più grande attore commercialea livello mondiale.

Il commercio è uno dei primi settori incui i singoli paesi dell’UE hannodeciso di cedere la propria sovranità,trasferendo alla Commissione europeale competenze riguardanti la gestionedegli affari commerciali, ivi compresala negoziazione degli accordi com-merciali internazionali.

Ciò significa che i 15 Stati membri del-l’UE partecipano in veste unica ainegoziati con i propri partner com-merciali e nell’ambito dell’OMC. Taleapproccio permette loro di esercitarela massima influenza sulla scena inter-nazionale.

Numerosi attori partecipano all’ela-borazione della politica commercialedell’UE. I rappresentanti dei governidei paesi membri vengono consultatiregolarmente e direttamente e glistessi ministri sono chiamati a pren-dere le decisioni più importanti. Il Par-lamento europeo partecipa in primapersona a tutti gli sviluppi della poli-tica commerciale. Per conto suo, laCommissione organizza costante-mente ampie consultazioni degliattori della società civile, come adesempio le organizzazioni non gover-native (ONG), i sindacati e l’industria.

Ciò consente all’UE di tener contodegli interessi di tutti mentre lavoraper incrementare il volume degliscambi e di creare una situazione reci-procamente vantaggiosa per tutte leparti interessate.

Ruolo e responsabilitàdell’Unione europea

Gli europei sono protagonisti del commercio

L’Unione europea è:

• il principale esportatore di merci a livello mondiale: oltre 973 miliardi di euro nel 2001, ossia circa unquinto del volume mondiale;

• il principale esportatore di servizi a livello mondiale: 291 miliardi di euro nel 2000, pari a 23,9 % delvolume complessivo;

• la principale fonte di investimenti esteri diretti a livello globale (362 miliardi di euro nel 2000) e ilsecondo maggiore beneficiario di investimenti esteri (176,2 miliardi di euro nel 2000) dopo gli StatiUniti (304,9 miliardi di euro)

• il principale mercato di esportazione per circa 130 paesi;

• un’economia relativamente aperta: nel 2000 gli scambi internazionali rappresentavano oltre il 14 %del prodotto interno lordo, rispetto al 12 % negli Stati Uniti e all’11 % in Giappone.

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Libertà ed equità degli scambi

Obiettivo dell’Unione europea ègarantire la libertà e l’equità degliscambi internazionali. In altre parole,essa punta a creare un sistema in cuitutti i paesi possano commerciare libe-ramente tra di loro in maniera equa esenza barriere protezionistiche. L’UEauspica che tutti i paesi possano ope-rare in «condizioni di parità» e nelrispetto di «regole del gioco» chiara-mente stabilite. Il sistema dovrebbeessere trasparente e pubblicamenteaperto ai controlli.

Per realizzare tale obiettivo, l’UE si èimpegnata ad aprire il proprio mer-cato e anche gli altri paesi adottanomisure analoghe. L’intenzione è quelladi eliminare gradualmente le barrierecommerciali, a un ritmo sostenibileper tutti i paesi, di risolvere le disputein maniera pacifica e di elaborare unaserie di norme concordate a livellointernazionale.

Cosa compriamo e cosa vendiamo?

Esistono quattro categorie principali di prodotti che vengono scambiati a livello internazionale o che viag-giano attraverso le frontiere. Le norme commerciali variano a seconda della categoria e ciascun paese sispecializza in una o più categorie.

• BBeennii:: questa categoria comprende tutti i tipi di prodotti materiali, come ad esempio i generi alimen-tari, l’abbigliamento, le materie prime e i macchinari.

• SSeerrvviizzii:: a questa categoria appartengono ad esempio il turismo, il settore bancario e le telecomunicazioni.

• PPrroopprriieettàà iinntteelllleettttuuaallee:: questa categoria riguarda l’applicazione delle idee e della creatività in campocommerciale e i relativi investimenti: diritti d’autore, disegno industriale, diritti dell’artista ecc.

• IInnvveessttiimmeennttii eesstteerrii ddiirreettttii ((IIEEDD)):: in questo caso una società in un paese acquista o costituisce unasocietà in un altro paese. Tale attività costituisce un’alternativa al commercio e rappresenta una parteimportante della «globalizzazione». Gli IED non comprendono gli investimenti finanziari, in cui il pro-prietario del capitale non esercita alcuna influenza diretta sulla gestione della società di cui detieneun pacchetto azionario.

La «apertura» o la «liberalizzazione»degli scambi crea una situazionediversa rispetto a quella verificatasi inpassato, quando quasi tutti i governilimitavano le importazioni nel propriopaese al fine di aiutare l’economianazionale.

L’Unione europea è ilmaggiore operatorecommerciale a livellomondiale.

EKA

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Aprire i mercati significa eliminare lebarriere commerciali tra i paesi. Que-sto è stato uno dei principali obiettividella Comunità sin dai suoi primigiorni di vita. Negli anni sessanta ipaesi membri hanno istituito tra diloro una «unione doganale». In altreparole, ciascun paese della Comunitàpoteva scambiare una quantità illimi-tata di prodotti con qualsiasi altropaese membro senza dover pagaredazi e tariffe doganali.

Parallelamente, è stata introdotta una«tariffa esterna unica». In altri termini,i paesi non appartenenti alla Comu-nità che esportavano i propri prodottinel suo territorio dovevano pagare lastessa tariffa a prescindere dal paesedi importazione. Ciò rendeva la vitapiù facile agli operatori commerciali,snellendo nel contempo le procedureburocratiche.

Nonostante l’eliminazione delle bar-riere tariffarie, permanevano tuttavianumerosi ostacoli commerciali «nontariffari». Ad esempio, i diversi paesidella Comunità applicavano disposi-zioni amministrative e norme diffe-renti in settori come ad esempio l’im-ballaggio e l’etichettatura, il checontribuiva ad ostacolare gli scambitra di essi.

Ciò spiega perché, nel 1992, l’UE hacreato il «mercato unico», eliminandogli ostacoli non tariffari agli scambi dimerci e aprendo il commercio nel set-tore dei servizi all’interno dell’Unione.

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Il commercio nel trattato dell’UE

La politica commerciale dell’UE è sancita dall’articolo 131 del trattato CE. In basea tale articolo, obiettivo della politica commerciale comune è «contribuire, secondol’interesse comune, allo sviluppo armonico del commercio mondiale, alla gradualesoppressione delle restrizioni agli scambi internazionali ed alla riduzione delle bar-riere doganali».

Ciò è perfettamente in linea con l’obiettivo generale del trattato (articolo 2), ossia:«promuovere (…) uno sviluppo armonioso, equilibrato e sostenibile delle attivitàeconomiche, un elevato livello di occupazione e di protezione sociale, (…) un altogrado di competitività e il miglioramento della qualità dell’ambiente, il migliora-mento del tenore e della qualità della vita (…)».

(Trattato che istituisce la Comunità europea)

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Sfruttare i propri punti di forza

L’apertura degli scambi stimola l’in-tera economia. Aumenta le entratedei paesi esportatori e offre ai consu-matori dei paesi importatori unascelta più ampia di beni e servizi aprezzi ridotti grazie alla maggiore con-correnza. Tutti i paesi hanno quindi lapossibilità di produrre ed esportare iprodotti e i servizi con i quali essi sonomaggiormente in grado di competere.

La globalizzazione può pertanto con-tribuire a promuovere la crescita eco-nomica. Tuttavia, essa può avereanche un impatto negativo. L’aperturae l’espansione dei mercati si traducein un aumento della concorrenza tra leimprese e anche tra i singoli paesi.Contrapponendo le economie condiversi gradi di sviluppo, la globaliz-zazione può, se non controllata,ampliare il divario tra paesi ricchi epaesi poveri, contribuendo in tal modo

ad emarginare ulteriormente le eco-nomie meno avanzate.

I singoli Stati-nazione non sono ingrado di risolvere tale problema.Quando il commercio assume unadimensione mondiale, anche le regoledel gioco devono essere stabilite alivello globale. Solo attraverso unaccordo internazionale riusciremo acontrollare la globalizzazione consen-tendo a tutti paesi di raccoglierne ifrutti.

Pertanto, la politica commerciale del-l’UE assume oggi una dimensione piùampia, che va al di là della sempliceliberalizzazione degli scambi. Si trattadi aggiornare e migliorare le normeinternazionali, estendendo il lorocampo di applicazione al fine digarantire l’equità degli scambi e pro-muovere una globalizzazione control-lata. È inoltre necessario definire unprogramma internazionale che vada avantaggio dei paesi in via di sviluppoe affrontare i grandi temi di interessepubblico. Oggi una delle sfide princi-pali consiste nel garantire che lenorme sugli scambi internazionali ten-gano conto anche dei temi non diret-tamente legati al mercato, in partico-lare l’ambiente, i servizi pubblici, lasicurezza alimentare, l’agricoltura e lacultura.

Le economie aperte,libere da dazi doganalie da restrizioni commerciali, offrono ai consumatori unascelta più vasta.

Livello multilaterale e bilaterale

La politica commerciale dell’UE siarticola su due livelli complementari:

• iill lliivveelllloo ««mmuullttiillaatteerraallee»» si rife-risce al sistema di norme com-merciali concordate a livellomondiale da tutti i paesi mem-bri dell’OMC;

• iill lliivveelllloo ««bbiillaatteerraallee ee rreeggiioo--nnaallee»»,, che riguarda gli scambitra l’UE e i singoli partnercommerciali o con quei gruppidi paesi che costituiscono unblocco commerciale unico inuna determinata regione delmondo.

ZEFA

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L’Unione europea è sempre stata unasostenitrice del sistema multilateraledegli scambi. Essa è infatti convintache il modo migliore per incoraggiaree promuovere gli scambi internazio-nali — e quindi di promuovere lo svi-luppo economico e la prosperità —consista nel concordare su base con-sensuale le norme commerciali multi-laterali.

Ciò spiega perché l’UE abbia svolto unruolo chiave nella creazione dell’Or-ganizzazione mondiale del commer-cio, alla quale partecipa in manieraparticolarmente attiva.

Un foro di rappresentanzaper tutti i paesi

L’Organizzazione mondiale del com-mercio rappresenta l’elemento cen-trale del sistema di norme internazio-nali per il commercio mondiale. Taleorganismo, con sede a Ginevra, rap-presenta un foro per i negoziati mul-tilaterali sul commercio e fornisce unaserie di regolamenti e meccanismi pergarantire che i propri membri si atten-gano alle norme stabilite. Tra i varimeccanismi è compresa una proce-dura per la composizione delle con-troversie.

Di fronte alla progressiva globalizza-zione dell’economia mondiale, l’OMCrappresenta l’organismo dotato dimaggiore legittimità per eliminare lebarriere commerciali, elaborare eapplicare le norme internazionali erenderle compatibili con quelle messea punto da altri organismi internazio-nali. Nell’ambito delle attività del-l’OMC, l’UE persegue i seguenti obiet-tivi:

• aprire i mercati dei prodotti, deiservizi e degli investimenti appli-cando norme chiare con scadenzetali da consentire a tutti i paesi digarantirne l’attuazione;

• rendere l’OMC più aperta, respon-sabile ed efficiente, avviando undibattito con gli altri gruppi e lealtre organizzazioni;

• coinvolgere pienamente i paesi invia di sviluppo nel processo deci-sionale dell’OMC, aiutandoli adintegrarsi nell’economia mondiale.

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L’UE e l’Organizzazione mondialedel commercio

Con la globalizzazionedell’economia, occorre

che anche le regole peruna concorrenza lealesiano fissate a livelloglobale. Questo com-

pito spetta all’Organiz-zazione mondiale del

commercio.

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L’OMC è stata istituita nel 1995. Tut-tavia, il sistema multilaterale degliscambi sul quale essa si basa risale amolti anni prima. Gli otto round dinegoziati internazionali promossi nelquadro dell’accordo generale sulletariffe doganali e sul commercio inter-nazionale (GATT) hanno progressiva-mente abolito le tariffe e le altre bar-riere commerciali nel corso degli ultimi50 anni.

L’OMC conta oggi 144 membri, com-prese la Cina e Taiwan, unitesiall’organizzazione nel 2001. Essa rap-presenta l’unico organismo interna-zionale che disciplina l’interscambiodi merci, servizi e diritti di proprietàintellettuale tra i propri membri.

Gli accordi vengono negoziati daigoverni. L’obiettivo è garantire che gliimportatori ed esportatori di tutto almondo possano disporre di un quadronormativo completo e affidabile edessere al riparo da improvvisi edimprevedibili cambiamenti nella poli-tica commerciale.

L’incisività delle norme OMC è diret-tamente proporzionale al numero deisuoi membri. Ecco perché l’UE ha atti-vamente incoraggiato la Cina ad ade-rire all’organizzazione ed è attual-mente impegnata a collaborare con laRussia e con numerosi altri paesi peraiutarli a prepararsi all’adesione.

Organizzazione mondiale del commercio

IIssttiittuuiittaa iill:: 1o gennaio 1995 (il predecessore dell’OMC, il GATT, risale agli anni quaranta).

PPaaeessii mmeemmbbrrii:: 144 paesi all’inizio del 2002, pari a oltre il 90 % dell’intero commercio mondiale.

RRoouunndd:: i paesi membri tendono a negoziare per diversi anni una serie di nuovi accordi riguardanti ungruppo specifico di argomenti. Tali serie di negoziati sono noti come «round». Alcuni esempi sono l’«Uru-guay Round» 1986-1994 e il round di negoziati avviato nel 2001 e battezzato «Agenda di sviluppo diDoha».

Funzioni:• Gestire gli accordi commerciali dell’OMC• Foro per le discussioni e i negoziati riguardanti la politica commerciale• Gestione e composizione delle dispute commerciali• Monitoraggio delle politiche commerciali nazionali• Assistenza tecnica e formazione per i paesi in via di sviluppo• Cooperazione con le altre organizzazioni internazionali.

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Garantire il rispetto delle normeda parte dei singoli paesi

Il ssiisstteemmaa ddii rriissoolluuzziioonnee ddeellllee ccoonnttrroo--vveerrssiiee rappresenta uno dei principalipilastri dell’OMC. Grazie a tale sistema,tutti i membri dell’organizzazione pos-sono contare sul fatto che gli impegnie gli obblighi da essi negoziati venganorispettati.

Il sistema di risoluzione delle contro-versie, introdotto nel 1995, è uno stru-mento al quale possono far ricorso i sin-goli paesi membri per difendere i propridiritti nell’ambito degli accordi com-merciali multilaterali. Ai membri del-l’OMC non è consentito adottare misuredi rappresaglia nei confronti degli altripaesi in risposta a presunte violazionidelle norme concordate. Tutti e 144 ipaesi membri hanno esattamente lostesso diritto di rivalsa in ambito OMCqualora ritengano che uno dei partnercommerciali stia violando le norme. Per-tanto, il sistema protegge i membri più

deboli da interventi arbitrari o unilate-rali da parte dei paesi più forti.

Il meccanismo di risoluzione delle con-troversie incoraggia le parti a superarele divergenze attraverso la consulta-zione. In altri casi, i comitati di espertiadottano delle decisioni che devonoessere adottate o respinte all’unanimitàdai membri dell’OMC.

Tutti i membri dell’OMC, sia i paesi invia di sviluppo che quelli industrializ-zati, ricorrono in maniera crescente alsuddetto meccanismo, il quale ha con-tribuito in maniera concreta a promuo-vere l’apertura dei mercati. Tuttavia,l’UE ritiene che vi sia ancora spazio perulteriori miglioramenti, soprattutto perquanto riguarda i tipi di sanzioni previ-ste e la rapidità nella loro applicazione.

L’UE ha presentato una serie di propo-ste per rendere le procedure più traspa-renti agli occhi degli altri paesi e peraiutare i paesi in via di sviluppo agestire il relativo processo.

Una globa l i z zaz ione a l se rv i z io d i tu t t i

Partecipazione agli scambi internazionali

(1) ASEM: I nove partner asiatici del «vertice Asia-Europa» (ASEM) ad esclusione del Giappone: Brunei, Cina, Indonesia, Malaysia, Filippine,Thailandia, Singapore, Corea del Sud, Vietnam.

Dati relativi al 2000, importazioni ed esportazioni. Fonte: Eurostat.

Servizi Beni

UE 18,8 %

Stati Uniti 20,8 %

Paesi candidati 4,1 %

Giappone 8,8 %

Asia: ASEM escluso ilGiappone (1) 11,2 %

Resto delmondo 17,8 %

America latina escluso il Messico

4,0 %

Canada e Messico 9,3 %

UE 23,8 %

Stati Uniti 21,2 %

Paesi candidati 3,8 %

Giappone 8,2 %

Asia: ASEM escluso ilGiappone (1) 11,2 %

Resto delmondo 23,7 %

America latina escluso il Messico

3,2 %

Canada e Messico: 4,9 %

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L’Unione europea è la più grandepotenza commerciale a livello mon-diale. Sebbene essa operi sulla base dinorme commerciali concordate in sedemultilaterale, lo scambio di beni e ser-vizi ha luogo in realtà a livello bilate-rale, tra l’UE e i singoli partner com-merciali. Tuttavia, spesso le operazionibilaterali e quelle multilaterali sirafforzano a vicenda. Nella maggiorparte dei casi, gli accordi bilateralisiglati dall’UE con i singoli partnercommerciali o con i vari raggruppa-menti regionali di paesi perseguonoobiettivi la cui realizzazione avvienesuccessivamente nell’ambito dei nego-ziati multilaterali.

Le tariffe applicate dall’UE sui pro-dotti industriali sono tra le più bassea livello mondiale. La maggior partedi esse verrà abolita nel 2004 confor-memente agli impegni adottati dal-l’Unione a partire dal 1994 nell’am-bito dell’Uruguay Round dei negoziaticommerciali internazionali.

Attualmente, la maggior parte delleimportazioni dell’UE sono già esentida dazio o beneficiano di aliquote pre-ferenziali in virtù degli accordi com-merciali bilaterali o del sistema dellepreferenze generalizzate dell’UE. Adesempio, oltre il 50 % delle importa-zioni di acciaio lavorato provenientedai paesi dell’Europa centrale e orien-tale legati all’UE da accordi bilateralidi associazione sono esenti da dazio.

I rapporti commerciali con i paesi limitrofi

Grazie al commercio, l’UE ha potutosviluppare rapporti più stretti con ipaesi limitrofi. In primo luogo, l’U-nione ha rafforzato le relazioni com-merciali con i ppaaeessii ccaannddiiddaattii dell’Eu-ropa centrale e orientale che prestoaderiranno all’UE. Obiettivo degliaccordi siglati con tali paesi, noticome «accordi europei di associa-zione», è creare un’area di libero scam-bio tra tali paesi e l’UE prima dellaloro effettiva adesione.

In virtù di tali accordi, l’UE assorbeoggi una percentuale di gran lungamaggiore delle esportazioni prove-nienti da tali paesi. Gli accordi riguar-dano anche la libera circolazione deiservizi, dei pagamenti e dei capitaliper il commercio e gli investimenti.

Gli accordi commerciali bilateralidell’UE

La partecipazione all’economia mondialepuò essere fonte dibenessere per tutti.

ZEFA

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Inoltre, prima di aderire all’Unioneeuropea tali paesi dovranno adeguarela propria legislazione nazionale incampo commerciale a quella dell’UE.Gli accordi di associazione con gli altripaesi candidati — Cipro, Malta e Tur-chia — contengono disposizioni ana-loghe.

Nei BBaallccaannii,, per i quali non è esclusal’adesione all’UE in una fase succes-siva, gli scambi rappresentano unostrumento per la ricostruzione. L’UE haabolito i dazi doganali sul 95 % delleesportazioni originarie di tali paesi alfine di promuovere la ripresa econo-mica di questi ultimi e rafforzare i lororapporti commerciali con l’Europaoccidentale.

Nel contempo, l’UE intende conclu-dere con tali paesi accordi di «stabi-lizzazione e associazione» simili aquelli siglati con i paesi candidati.Accordi sono già stati firmati con laCroazia e con l’ex Repubblica iugo-slava di Macedonia.

L’UE ha inoltre elaborato una strate-gia regionale per le relazioni con ipaesi dell’aarreeaa mmeeddiitteerrrraanneeaa. Nel1995, essa ha avviato il cosiddetto«processo di Barcellona», il cui obiet-tivo è creare un’area di libero scambioeuromediterranea entro il 2010 attra-verso l’istituzione di una rete diaccordi bilaterali e regionali.

Per favorire tale processo sono stati fir-mati accordi di associazione con iseguenti paesi: Algeria, Egitto, Israele,Giordania, Libano, Marocco, Autoritàpalestinese e Tunisia. Attualmentesono in corso negoziati con la Siria.

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I partner commerciali dell’UE: gli attori principali

Partner commerciale Importazioni nell’UE Esportazioni dall’UE Percentuale del volume complessivo (miliardi di euro) (miliardi di euro) degli scambi (import. + esport.)

Flussi commerciali internazionali dell’UE 985 990 100

1. Stati Uniti 174 239 20,9

2. I 10 paesi che aderiranno 107 125 11,7all’ UE nel 2004

3. Svizzera 59 71 6,5

4. Cina 81 34 5,8

5. Giappone 68 42 5,6

6. I paesi dell’Africa, dei Caraibi 46 40 4,4 e del Pacifico (paesi ACP)

7. Russia 48 30 3,9

8. Norvegia 45 26 3,6

Dati relativi al 2002, commercio di beni. Fonte: Eurostat.

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Apertura degli scambi su scala mondiale

L’UE è impegnata ad incoraggiare ipaesi dell’Africa, dell’Asia e dell’Ame-rica latina e delle altre regioni delmondo a rafforzare i legami reciprociispirandosi al modello di integrazioneeuropea. Anche in Europa, «l’integra-zione regionale» ha portato numerosivantaggi e l’UE ritiene che la promo-zione dell’integrazione nelle altreregioni del mondo permetterà ai pro-pri partner commerciali di beneficiareappieno della globalizzazione inmaniera collettiva.

L’UE è impegnata a garantire la com-patibilità dei propri accordi con gliobblighi imposti dall’OMC. Essa pre-tende lo stesso impegno da partedegli altri membri dell’OMC e siaugura che gli attuali negoziati inter-nazionali promossi sotto l’egida del-l’OMC possano contribuire a chiariree rafforzare le norme in tale settore avantaggio di tutti i paesi membri.

Gli SSttaattii UUnniittii sono il principale part-ner commerciale dell’UE e rappresen-tano quasi il 22 % del volume com-plessivo degli scambi dell’UE(esportazioni ed importazioni).

Considerando il volume degli scambibilaterali, non sorprende che l’UE e gliStati Uniti abbiano di tanto in tantodispute commerciali. Nella maggiorparte dei casi queste vengono gestitea livello bilaterale e alcune di essevengono rinviate all’apposito organodell’OMC. Sebbene tali dispute figu-rino nelle prime pagine di tutti i gior-nali, i relativi volumi commerciali sonoestremamente modesti rispetto alvolume complessivo degli scambiUSA-UE (meno del 2 % degli scambi).

Anche i rapporti commerciali dell’UEcon il GGiiaappppoonnee sono molto impor-

tanti. L’UE è impegnata a convincereil Giappone ad aprire maggiormente ilproprio mercato ai prodotti e agli inve-stimenti europei ed esorta il suogoverno ad avviare interventi più inci-sivi per reflazionare l’economia.

L’UE sta inoltre partecipando a deinegoziati riguardanti l’istituzione diun’area di libero scambio con i seimembri del CCoonnssiigglliioo ddii ccooooppeerraazziioonneeddeell GGoollffoo (CCG), un’organizzazioneregionale che raggruppa i seguentipaesi: Bahrein, Kuwait, Qatar, Oman,Arabia Saudita e Emirati arabi uniti.

L’UE sta valutando le modalità perpromuovere le relazioni economichebilaterali con l’IIrraann attraverso unaccordo commerciale e di coopera-zione attualmente in corso di nego-ziazione. Inoltre, l’UE ha concluso unaserie di accordi di partenariato e dicooperazione con la Russia e condiversi altri paesi dell’ex UUnniioonnee SSoovviiee--ttiiccaa: Azerbaigian, Kazakstan, Kirghizi-stan, Moldavia e Ucraina. Gli accordicon la Moldova, la Russia e l’Ucrainafanno parte di un processo chepotrebbe portare alla creazione diun’area di libero scambio tra tali paesie l’UE.

Recentemente, l’UE è stata moltoattiva nelle sue relazioni commercialicon l’AAmmeerriiccaa llaattiinnaa.

Nel luglio 2000 è entrato in vigore unaccordo di libero scambio con il MMeess--ssiiccoo. In virtù di tale accordo, alleesportazioni dell’UE saranno ricono-sciute le stesse possibilità di accesso almercato messicano rispetto a quelleaccordate agli Stati Uniti e al Canada,i due partner legati al Messico dal-l’accordo di libero scambio nordame-ricano (NAFTA). L’UE abolirà tutti idazi sulle importazioni originarie delMessico a partire dal 2003 e il Mes-sico adotterà la stessa misura entro il2007.

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Recentemente, l’UE e il CCiillee hannoconcluso dei negoziati relativi a unaccordo di associazione. Tale accordobilaterale ha prodotto una serie dirisultati particolarmente ambiziosi einnovativi.

Attualmente sono in corso negoziatiper liberalizzare gli scambi con il MMeerr--ccoossuurr,, il mercato comune sudameri-cano composto da Argentina, Brasile,Paraguay e Uruguay. L’UE rappresentagià il principale partner commercialedei paesi del Mercosur ed è il mag-giore investitore estero nella regione.I negoziati riguarderanno non sol-tanto la liberalizzazione degli scambidi beni e servizi, bensì anche gliappalti pubblici, i diritti di proprietàintellettuale, la politica della concor-renza e gli investimenti esteri.

Una globa l i z zaz ione a l se rv i z io d i tu t t i

L’integrazione economica regionale èun’importante risposta

alla globalizzazione.I paesi africani, ad

esempio, dovrebberoincrementare gli

scambi tra di loro enon concentrare

l’attenzione esclusivamente su

Europa e USA.

Nel 2000 il SSuudd AAffrriiccaa ha concluso unaccordo bilaterale con l’UE nel settoredel commercio, della cooperazione edello sviluppo. In virtù di tale accordo,nell’arco dei prossimi 12 anni il SudAfrica e l’UE procederanno in manierareciproca all’abolizione dei dazi sulleesportazioni.

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Dare priorità allo sviluppo

La globalizzazione degli scambi non deveprovocare l’esclusione dei paesi piùpoveri. L’UE intende elaborare delle stra-tegie per aiutare tali paesi a tenere ilpasso con il resto del mondo e combat-tere l’emarginazione. A tal fine è essen-ziale migliorare l’accesso, da parte diquesti paesi, ai mercati internazionali deiprodotti agricoli e industriali e dei servizi.

Nel marzo 2001 l’UE ha dimostrato ilproprio sostegno a favore dei 49 ««ppaaeessiimmeennoo ssvviilluuppppaattii»» mediante il varo dell’i-niziativa «Everything but arms» («Tuttotranne le armi»), in base alla quale l’UEsi impegna ad aprire i propri mercati aduna quantità illimitata di prodotti (adeccezione delle armi) provenienti da talipaesi senza applicare alcun tipo di dazio.

Come ha affermato Pascal Lamy, il com-missario responsabile del Commercio:«Con questa iniziativa intendiamo inviareun segnale al resto del mondo per sotto-lineare quanto sia seria la nostra inten-zione di consentire ai paesi più svantag-giati di condividere i frutti dellaliberalizzazione degli scambi».

L’iniziativa «Everything but arms»

Quest’iniziativa è la prima nel suogenere. Il 5 marzo 2001, l’UE è statala prima grande potenza commercialead aver aperto completamente il pro-prio mercato alle esportazioni prove-nienti dai paesi meno sviluppati. Intale data, le restanti tariffe e i contin-genti sono stati aboliti per tutti i pro-dotti (ad eccezione delle armi). Perquanto riguarda le banane, lo zuc-chero e il riso, le misure di aperturadel mercato verranno attuate tra il2002 e il 2009. Nel promuovere que-sta iniziativa, l’UE ha tenuto contodegli interessi dei propri produttori, diquelli dei paesi in via di sviluppo, non-ché di quelli dei tradizionali fornitoridel mercato europeo dei prodotti inquestione. L’UE si augura che anchegli altri paesi industrializzati seguanoil suo esempio mediante l’adozione dimisure analoghe.

Apertura dell’UE alle esportazioni provenienti dai paesi in via di sviluppo

Nel 1999, il 97 % delle esportazioni provenienti dai paesi meno sviluppati che entravano nel mercato dell’UE eranoesenti da dazio. Da allora, l’accesso di tali prodotti è stato ulteriormente liberalizzato nell’ambito dell’iniziativa«Everything but arms».

Fonte: Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (Unctad)/Commissione europea.

Esportazioni dei paesi menosviluppati esenti da dazio

Esportazioni dei paesi menosviluppati soggette a misuredi protezione

Esportazioni dei paesi meno svilup-pati che beneficiano delle misure diliberalizzazione nell’ambito dell’ini-ziativa «Everything but arms»

100%

80%

60%

40%

20%

0%UE Stati Uniti Canada Giappone

49 %45 %52 %97 %

100

%

3 %

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Unire gli aiuti al commercio

L’UE vanta una lunga tradizione neirapporti con i paesi dell’AAffrriiccaa,, deiCCaarraaiibbii e del PPaacciiffiiccoo. Nell’ambito del-l’accordo di Cotonou, concluso con 77paesi ACP (Africa, Caraibi e Pacifico)nel febbraio 2000, l’Unione europeaha adottato una strategia integrataper il commercio e lo sviluppo il cuiobiettivo è promuovere la gradualeintegrazione dei paesi ACP nell’eco-nomia mondiale.

L’accordo di Cotonou scadrà nel 2007,quando sarà sostituito da un nuovotipo di accordi, i cosiddetti aaccccoorrddii ddiippaarrtteennaarriiaattoo eeccoonnoommiiccoo (APE). L’UE ei paesi ACP hanno avviato i relativi

negoziati nel settembre 2002. Gli APEriguarderanno le questioni politiche,la cooperazione economica e com-merciale e gli aiuti allo sviluppo. Pro-babilmente, essi si tradurranno inaccordi tra l’UE e alcuni raggruppa-menti di paesi ACP confinanti.

Questo nuovo approccio è una rispo-sta al dibattito sulla globalizzazione,che ha dimostrato chiaramente che néi progetti di sviluppo finanziati dall’UEné le norme in campo commercialeper una progressiva apertura dei mer-cati hanno creato condizioni di vitaaccettabili nei paesi più poveri.

Una delle principali strategie di taleapproccio consiste nel rafforzare l’in-

Making globa l i sa t ion work fo r eve r yone

I paesi più poveri delmondo possono

esportare nell’Unioneeuropea la maggior

parte delle loro mercisenza restrizioni.

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tegrazione economica regionale all’in-terno delle diverse subregioni dell’a-rea ACP. Oltre a cercare di incremen-tare le proprie esportazioni verso imercati dell’UE, i paesi poveri dovreb-bero anche intensificare gli scambi tradi loro. Gli accordi di libero scambiotra paesi confinanti contribuiscono adampliare e a rendere più efficienti imercati, rendendoli attraenti agliocchi degli investitori locali ed esteri.Gli APE dovrebbero tener conto ditutti i fattori che limitano le attivitàcommerciali nei paesi ACP. L’UE con-tinuerà a fornire un ampio sostegnoeconomico a tali paesi.

Quota delle esportazioni dei paesi meno sviluppati destinate all’UE

Il valore delle esportazioni dei paesi in via di sviluppo verso l’UE ha registrato un costanteaumento e nel 2000 ammontava a 432 miliardi di euro, ossia il doppio rispetto ai livelli del1990. L’UE è il principale importatore di prodotti provenienti dai 49 paesi meno sviluppati. Il gra-fico illustra la ripartizione delle esportazioni di tali paesi tra le quattro principali potenze com-merciali. I dati si riferiscono al 2000. Fonte: Commissione europea.

UE 52 %

Stati Uniti 42 %

Canada 1 %

Giappone 5 %

Pascal Lamy, commissario europeo per il Commercio:

«La gente è preoccupata per le conseguenze che la globalizzazione può avere sull’ambiente, sulle specie animali,sulla salute, sulle norme sociali e sulla diversità culturale.Occorre trovare soluzioni in risposta a queste preoccupazioni,senza però ricorrere al protezionismo».

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Il 14 novembre 2001, i 142 paesimembri dell’OMC hanno concluso laquarta conferenza ministeriale annun-ciando la decisione di avviare unnuovo round di negoziati sugli scambiinternazionali. Tale round, battezzato«agenda di sviluppo di Doha», prevedeun’ulteriore liberalizzazione degliscambi e una revisione delle norme incampo commerciale.

L’iniziativa è rafforzata dall’impegno,da parte dei paesi membri dell’OMC,ad aiutare i paesi in via di sviluppo abeneficiare appieno delle future deci-sioni dell’organizzazione. I negoziatidureranno tre anni e scadranno nelgennaio 2005.

L’UE ritiene che il nuovo round dinegoziati OMC che essa ha contri-buito ad avviare rappresenti la solu-zione migliore per garantire che l’e-spansione degli scambi crei un giustoequilibrio tra crescita economica,tutela dell’ambiente e promozionedell’equità sociale, in altre parole, cheassicuri uno sviluppo sostenibile.

L’UE è dell’avviso che il nuovo rounddi negoziati cada nel momento giusto,perché:

• la globalizzazione procede ad unritmo sempre più spedito. I suoieffetti positivi devono essere sfrut-tati nell’interesse dei paesi in viadi sviluppo e di quelli industrializ-zati. A tal fine è necessario pro-muovere le opportunità di scam-bio creando nel contempo unquadro normativo che garantiscala prevedibilità, la stabilità e latrasparenza;

• l’opinione pubblica è sempre piùsensibile alle questioni di interessemondiale come ad esempio l’am-biente, gli investimenti, la concor-renza, la tutela dei consumatori, lasalute pubblica e la sicurezza. Lacomunità degli scambi internazio-nali deve tener conto di tutte que-ste preoccupazioni dell’opinionepubblica.

Una globa l i z zaz ione a l se rv i z io d i tu t t i

L’agenda di sviluppo di Doha: unanuova era per gli scambi internazionali

Molti partecipano all’economia globalemediante il turismo. In che modo questo

può contribuire amigliorare le condizioni

di vita nel mondo?

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Priorità per il futuro

L’agenda di Doha impegna i paesimembri dell’OMC ad adottare laseguente strategia.

UUlltteerriioorree aappeerrttuurraa ddeeii rriissppeettttiivvii mmeerr--ccaattii ddii bbeennii ee sseerrvviizzii:: questo è il com-pito tradizionale dell’OMC. I paesimembri devono intensificare gli sforziper aprire i propri mercati applicandonorme prevedibili e non discriminato-rie. La liberalizzazione dovrebbe essereattuata mediante un approccio il piùglobale possibile, affinché i singolipaesi possano negoziare le conces-sioni in un settore in cambio di altreconcessioni in un altro settore.

AAiiuuttaarree ii ppaaeessii iinn vviiaa ddii ssvviilluuppppoo aaddaacccceeddeerree ccoonn ppiiùù ffaacciilliittàà aaii mmeerrccaattii ddeeiippaaeessii iinndduussttrriiaalliizzzzaattii:: l’apertura deimercati da parte dei paesi industria-lizzati si traduce in un miglioreaccesso dei cittadini e delle impreseai prodotti d’importazione. Tale pro-cesso dovrebbe verificarsi ad un ritmotale da consentire ai paesi in via di svi-luppo di adeguarsi con profitto all’au-mento della concorrenza.

DDaarree pprriioorriittàà aalllloo ssvviilluuppppoo:: questotema rappresenta un elemento essen-ziale della posizione adottata dall’UEa Doha e i risultati della conferenzarispecchiano pienamente tale aspetto.L’UE è impegnata ad aiutare i paesi invia di sviluppo ad integrarsi nelsistema internazionale degli scambi ea cogliere i frutti della liberalizzazione.Oltre ad offrire ai paesi in via di svi-luppo un migliore accesso ai proprimercati e a coinvolgerli maggior-mente nel processo normativo, i paesimembri dell’OMC devono anche for-nire a tali paesi le competenze neces-sarie per partecipare in maniera con-creta agli scambi internazionali.

L’UE si impegna a promuovere inter-venti di assistenza tecnica in campocommerciale e di potenziamento dellecapacità nei paesi in via di sviluppo.Essa si adopererà in maniera partico-lare per aiutare tali paesi a definire edifendere i propri interessi in occa-sione dei nuovi negoziati. L’Unioneeuropea fornirà inoltre assistenza pergli interventi di medio e lungo terminenecessari per attuare le decisioni deinegoziati e cogliere le opportunitàcommerciali che ne derivano.

Assistenza in campo commerciale

L’UE è una convinta fautrice dell’assistenza tecnica in campo commerciale. Dal 1996 al 2000, essa hadestinato oltre 700 milioni di euro alle iniziative in tale settore e sta fornendo altri 300 milioni di euro pergli attuali interventi bilaterali o regionali di assistenza.

Ecco alcuni esempi di assistenza tecnica in campo commerciale ai paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP):

• un vasto programma da 42 milioni di euro per migliorare le condizioni igienico-sanitarie dei prodottiittici di esportazione provenienti dai paesi ACP;

• una programma da 29 milioni di euro intitolato «iniziativa pesticidi’ per i prodotti orticoli;

• sostegno alla creazione e al mantenimento di un ufficio ACP a Ginevra.

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L’UE ha accolto con particolare soddi-sfazione la dichiarazione fatta a Dohariguardante la fornitura dei farmaciessenziali a prezzi accessibili. Ciò con-ferma che gli accordi OMC (in questoconsiste la dimensione commercialedell’accordo sui diritti di proprietàintellettuale) possono essere interpre-tati in maniera tale da consentire aipaesi membri, ove necessario, di adot-tare le misure opportune per proteg-gere la salute pubblica.

AAggggiioorrnnaarree llaa nnoorrmmaattiivvaa ssuuggllii ssccaammbbiiiinntteerrnnaazziioonnaallii:: la presenza di unsistema di gestione degli scambi inter-nazionali basato su norme eque e tra-sparenti è altrettanto importante peri paesi in via di sviluppo quanto lo èper quelli industrializzati. Man manoche avanza il processo di globalizza-zione, l’OMC dovrà tuttavia aggior-nare le proprie norme. L’UE ha insistitoed ha ottenuto che il nuovo round dinegoziati affrontasse temi come adesempio gli investimenti, la concor-renza, gli appalti pubblici e le misuredi semplificazione delle procedurecommerciali (note come misure di«facilitazione degli scambi»). L’UE con-divide inoltre i piani per il migliora-

mento delle norme OMC riguardantile misure antisovvenzione e le proce-dure antidumping, il cui obiettivo èridurre le possibilità di abuso delsistema.

PPrrootteeggggeerree ll’’aammbbiieennttee nneellll’’aammbbiittoo ddiiuunnaa ssttrraatteeggiiaa ddii ssvviilluuppppoo ssoosstteenniibbiillee::i ministri riuniti a Doha hanno con-cordato con l’UE che i problemi riguar-danti il commercio e l’ambiente pos-sano e debbano essere affrontati in uncontesto multilaterale. In un mondosempre più interdipendente, le sfidecome ad esempio i cambiamenti cli-matici, la protezione dello strato d’o-zono e lo smaltimento dei rifiuti tossicinon possono essere affrontate da unsingolo paese o da un unico gruppodi paesi.

L’UE sostiene da sempre la necessitàdi elaborare gli accordi multilaterali incampo ambientale in armonia conquelli riguardanti il sistema interna-zionale degli scambi affinché si raffor-zino a vicenda.

Promuovere gli scambi e lo svilupposociale: l’OMC e l’Organizzazione inter-nazionale del lavoro (OIL) prevedono diintensificare la loro collaborazione pergarantire che vengano compiuti ulte-riori progressi in relazione agli aspettisociali della globalizzazione, ivi com-prese le norme del lavoro.

L’UE inviterà la comunità internazio-nale ad approfondire questo tema nel-l’ambito dell’OIL e si adopererà affin-ché l’OMC partecipi in manieracostruttiva a tale processo.

L’UE ha già introdotto degli incentiviin campo sociale e ambientale nelleproprie relazioni con i paesi in via disviluppo (il sistema delle preferenzegeneralizzate) e concede ulteriori ridu-zioni tariffarie ai paesi che applicanole convenzioni OIL.

Una globa l i z zaz ione a l se rv i z io d i tu t t i

Le norme sul commercio interessano

anche la cultura e i diritti di proprietà

intellettuale. L’UE intende tutelare la diversità culturale.

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Affrontare i problemi di interesse pubblico

L’UE si è impegnata per promuovereun dibattito in seno all’OMC sulle que-stioni di interesse pubblico. Tra que-ste, la ttuutteellaa ddeeii ccoonnssuummaattoorrii, e in par-ticolare la sicurezza alimentare,rivestono un’importanza prioritarianelle politiche dell’UE.

È necessario mantenere un elevatostandard di qualità e di sicurezza. Lenorme OMC già consentono ai singolipaesi di adottare delle misure incampo commerciale per tutelare lasalute e il benessere dei propri citta-dini, a condizione che esse siano giu-stificate dal punto di vista scientifico.In caso di mancanza di prove scienti-fiche, i paesi possono adottare dellemisure a titolo provvisorio in base alprincipio di precauzione, in attesa del-l’acquisizione delle opportune provescientifiche.

La formazione in materia di gestione sostenibile delle foreste tropicali è un esempio di attività finanziata dall’UE chemira a conciliare lo sviluppo del commercio e la salvaguardia dell’ambiente.

Dialogo con la società civile

Le manifestazioni contro la globalizzazione hanno catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica sul modo in cuiviene gestita la politica commerciale. Preoccupati che la globalizzazione promuovesse una politica commercialecontraria agli interessi di molti paesi, i rappresentanti della società civile in tutto il mondo hanno voluto manife-stare la propria opinione.

La Commissione europea ha avviato un dialogo con la società civile nel 1998, riconoscendo che la politica com-merciale debba tener conto dei diversi interessi e dei valori del maggior numero possibile di categorie sociali,garantendo nel contempo che le opinioni di queste ultime vengano ascoltate quando si devono prendere delle deci-sioni difficili tra scelte alternative. Da allora, la Commissione ha organizzato a intervalli regolari delle riunioni coni rappresentanti dei sindacati, del mondo accademico, dell’industria (ivi comprese le piccole imprese) e delle orga-nizzazioni non governative (Internet: trade-info.cec.eu.int/civil_soc).

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I prossimi negoziati sull’accesso aimercati dei sseerrvviizzii dovrebbero crearenumerose nuove opportunità di mer-cato per le imprese e innumerevolivantaggi per i consumatori in tutto ilmondo. A tale riguardo, l’UE nonauspica una regolamentazione gene-rale e una privatizzazione dei mercatinei settori in cui è in gioco il principiodell’interesse pubblico, come ad esem-pio la sanità e l’istruzione, o nei set-tori tradizionalmente affidati a gestoripubblici, come ad esempio il settoreenergetico o i servizi postali.

L’UE vuole inoltre difendere il suodiritto alla ddiivveerrssiittàà ccuullttuurraallee in sedenegoziale. I servizi audiovisivi sonoun’importante fonte di cultura e inquanto tali non possono essere equi-parati agli altri servizi commerciali. Inegoziati sugli scambi non devonocreare dei prodotti culturali standar-dizzati; piuttosto essi dovrebbero con-tribuire a promuovere una politicacommerciale che rispetti la loro diver-sità.

Nel complesso, l’agenda di sviluppo diDoha apre una nuova era per l’Orga-nizzazione mondiale del commercio.Oltre a continuare a migliorare le con-dizioni per gli scambi internazionali egli investimenti, l’OMC potrà ora svol-gere un ruolo più incisivo in termini dipromozione della crescita economicae dell’occupazione e di lotta contro lapovertà.

Il miglioramento della governancemondiale e la promozione dello svi-luppo sostenibile rappresentano dueobiettivi ambiziosi dell’agenda. L’UE siimpegnerà in maniera attiva su que-sto fronte presentando proposte sututti gli aspetti dei negoziati e fungeràda intermediario tra i diversi attori, inparticolare tra i paesi sviluppati equelli in via di sviluppo. Essa manterràstretti contatti con i ministri di vari set-tori e si adopererà per ridisegnare lapolitica commerciale in maniera taleche essa soddisfi gli interessi dellamaggioranza dei paesi membri del-l’OMC, soprattutto quelli dei paesi invia di sviluppo.

Una globa l i z zaz ione a l se rv i z io d i tu t t i

Ulteriori fonti di informazione

☛ Per ulteriori dettagli riguardanti i temi affrontati nel presente opuscolo siprega di consultare il seguente sito web della Commissione europea dedi-cato alla politica commerciale:eeuurrooppaa..eeuu..iinntt//ccoommmm//ttrraaddee

Per informazioni sugli altri aspetti riguardanti le relazioni dell’Unione euro-pea con il resto del mondo si prega di consultare il seguente sito web:eeuurrooppaa..eeuu..iinntt//ccoommmm//wwoorrlldd

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Commissione europea

Una globalizzazione al servizio di tuttiL’Unione europea e il commercio internazionale

Serie: L’Europa in movimento

Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee

2003 — 22 pagg. — 16,2 x 22,9 cm

ISBN 92-894-4716-8

Il termine globalizzazione indica la circolazione, a livello mondiale, di merci, ser-vizi, capitali, tecnologie e persone attraverso l’apertura reciproca e l’intensificarsidei contatti tra i vari paesi. Tale fenomeno può creare maggiore prosperità pertutti, ma può anche produrre un impatto negativo, e ciò spiega la necessità diuna regolamentazione mediante norme internazionali. Quando il commercioassume una dimensione globale, anche le regole del gioco devono essere fis-sate a livello globale.

L’Unione europea (UE) rappresenta tutti i suoi Stati membri in campo com-merciale e nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio. Il presenteopuscolo descrive le procedure applicate dall’UE per garantire, a livello mondiale,delle norme commerciali trasparenti ed eque e cercare di mitigare gli aspettinegativi della globalizzazione garantendo che i paesi in via di sviluppo trag-gano vantaggio dall’apertura degli scambi commerciali. L’Unione europea inco-raggia i cittadini a partecipare alla politica commerciale e promuove l’inseri-mento di norme ambientali e sociali negli accordi commerciali.

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Altre rappresentanze e uffici della Commissione europea e del Parlamento europeo si trovano nei paesi membridell’Unione europea. Delegazioni della Commissione europea si trovano anche in altri paesi del mondo.

Altre informazioni sull’Unione europea

Informazioni in tutte le lingue dell’Unione europea possono essere ottenute via Internet sul server Europa(http://europa.eu.int).

Disseminati in tutta Europa esistono centinaia di centri di informazione sull’UE. Potete trovare l’indirizzodel centro più vicino a voi consultando il sito: europa.eu.int/comm/relays/index_it.htm

EUROPE DIRECT è un servizio che risponde alle vostre domande sull’Unione europea. Potete contattare questoservizio sia telefonicamente componendo il numero verde unico 0000 880000 66 77 88 99 1100 1111 [o, da un paese che nonfa parte dell’UE, il numero (32-2) 299 96 96] sia per posta elettronica al seguente indirizzo: europa.eu.int/

Per ottenere informazioni e pubblicazioni sull’Unione europea in lingua italiana, rivolgersi a:

RAPPRESENTANZEDELLA COMMISSIONE EUROPEARappresentanza in ItaliaVia IV Novembre, 149I-00187 RomaTel. (39) 06 69 99 91Fax (39) 06 79 16 58/06 79 36 52Internet: http://europa.eu.int/italiaE-mail: [email protected] richiedere le pubblicazioni:CIDEVia IV Novembre, 149I-00187 RomaTel. (39) 06 69 99 92 27/30Fax (39) 06 67 86 159E-mail: [email protected]

Rappresentanza a MilanoCorso Magenta, 59I-20123 MilanoTel. (39) 024 67 51 41Fax (39) 024 81 85 43Internet: www.uemilano.itE-mail: [email protected]

UFFICIDEL PARLAMENTO EUROPEOUfficio per l’ItaliaVia IV Novembre, 149I-00187 RomaTel. (39) 06 69 95 01Fax (39) 06 69 95 02 00Internet: www.europarl.itE-mail: [email protected]

Ufficio di MilanoCorso Magenta, 59I-20123 MilanoTel. (39) 024 81 86 45Fax (39) 024 81 46 19Internet: www.europarl.itE-mail: [email protected]

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L’Unione europea

Stati membri dell’Unione europea

Nuovi Stati membri che aderiranno nel 2004

Paesi candidati Primavera 2003

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Il termine globalizzazione indica la circo-lazione, a livello mondiale, di merci, ser-vizi, capitali, tecnologie e persone attra-verso l’apertura reciproca e l’intensificarsidei contatti tra i vari paesi. Tale feno-meno può creare maggiore prosperità pertutti, ma può anche produrre un impattonegativo, e ciò spiega la necessità di una

regolamentazione mediante norme internazionali. Quando ilcommercio assume una dimensione globale, anche le regoledel gioco devono essere fissate a livello globale.

L’Unione europea (UE) rappresenta tutti i suoi Stati membri incampo commerciale e nell’ambito dell’Organizzazione mon-diale del commercio. Il presente opuscolo descrive le procedureapplicate dall’UE per garantire, a livello mondiale, delle normecommerciali trasparenti ed eque e cercare di mitigare gli aspettinegativi della globalizzazione garantendo che i paesi in via disviluppo traggano vantaggio dall’apertura degli scambi com-merciali. L’Unione europea incoraggia i cittadini a parteciparealla politica commerciale e promuove l’inserimento di normeambientali e sociali negli accordi commerciali.

2 11N

A-40-01-375-IT-C

ISSN 1022-8284

IT

ISBN 92-894-4716-8

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