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MENSILE DINFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO ANNO 9 N. 79 - FEBBRAIO 2016 UNA MISERICORDIA BIDIREZIONALE L’esercizio della misericordia ha sempre l’ef- fetto di una restituzione; quando uno la com- pie, c’è sempre una ricaduta benefica su di lui. Shakespeare lo fa dire in forma eloquente ne Il mercante di Venezia: «Per sua natura la misericordia non si forza. Cade dal cielo sulla terra in basso come la pioggia gentile. È due volte benedetta. Benedice colui che la eserci- ta e colui che la riceve. Essa ha il suo trono nei cuori dei Re. La Misericordia è un attribu- to dello stesso Dio e il potere terreno appare più simile a quello di Dio, quando la miseri- cordia tempera la giustizia» (IV, 1). Il brano è celebre. Nel 1993 Mel Gibson l’inserì nel suo film L’uomo senza volto, ormai un classico sulla questione educativa. Oggi lo ha citato Francesco nel Messaggio per la Giornata del- le comunicazioni sociali 2016. Il testo giunge quando la commedia si muta in dramma. Mentre si proclama la misericordia di Dio, al- l’ebreo Shylock si dice: «Al tuo battesimo avrai due padrini! Fosse per me, ne avresti dieci di più per portarti alla forca, non al fon- te»! Qui, però, non si tratta del Mercante, ma dell’enunciato in quanto tale. Facile ricono- scervi un testo profetico: «Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra» (Is 55,10). La sua logica, però, è quella della beatitudine evangelica: il misericordioso trova misericor- dia (Mt 5,7). A chi è misericordioso è data in ricompensa la stessa misericordia. È il circo- lo virtuoso della misericordia! Il bene che fac- ciamo ha sempre un effetto non solo in chi lo riceve, ma anche su noi stessi: le opere di mi- sericordia fanno bene pure a chi le fa. Stella Morra, che ha di recente pubblicato un bel li- bro sulla misericordia come forma ecclesiae, scrive che «misericordia» è un bidirezionale perfetto. Funziona, cioè, «con la stessa forza in tutte le direzioni senza bisogno di cambia- re la parola; non fa preferenze verso un uso all’attivo o al passivo». Quando mi lascio com- muovere dal fratello in miseria e mi lascio ispirare da un’opera di misericordia, pure la mia vita prende respiro; quando dono me stesso a un altro è pure la mia vita che si ar- ricchisce e quando mi dedico a chi è malato guarisco anche io. X Marcello Semeraro, vescovo appuntamenti 12 settimana delleducazione 2 milleflash 3 le confraternite 4 share your time 5 quaresima e misericordia 6 confessione e santità 7 collevalenza 8 opere di misericordia 9 speciale gmg 10 le giornate fai 11 foto: Raniero Avvisati

UNA MISERICORDIA BIDIREZIONALE · dai fondi 8x1000 della Caritas, volto a contrastare la disoccu - pazione giovanile nel territorio diocesano, attraverso la pro - mozione di percorsi

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MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO • ANNO 9 N. 79 - FEBBRAIO 2016

UNA MISERICORDIA BIDIREZIONALEL’esercizio della misericordia ha sempre l’ef-fetto di una restituzione; quando uno la com-pie, c’è sempre una ricaduta benefica su dilui. Shakespeare lo fa dire in forma eloquentene Il mercante di Venezia: «Per sua natura lamisericordia non si forza. Cade dal cielo sullaterra in basso come la pioggia gentile. È duevolte benedetta. Benedice colui che la eserci-ta e colui che la riceve. Essa ha il suo trononei cuori dei Re. La Misericordia è un attribu-to dello stesso Dio e il potere terreno apparepiù simile a quello di Dio, quando la miseri-cordia tempera la giustizia» (IV, 1). Il brano ècelebre. Nel 1993 Mel Gibson l’inserì nel suofilm L’uomo senza volto, ormai un classicosulla questione educativa. Oggi lo ha citatoFrancesco nel Messaggio per la Giornata del-le comunicazioni sociali 2016. Il testo giungequando la commedia si muta in dramma.Mentre si proclama la misericordia di Dio, al-l’ebreo Shylock si dice: «Al tuo battesimoavrai due padrini! Fosse per me, ne avrestidieci di più per portarti alla forca, non al fon-te»! Qui, però, non si tratta del Mercante, madell’enunciato in quanto tale. Facile ricono-

scervi un testo profetico: «Come la pioggia ela neve scendono dal cielo e non vi ritornanosenza avere irrigato la terra» (Is 55,10). Lasua logica, però, è quella della beatitudineevangelica: il misericordioso trova misericor-dia (Mt 5,7). A chi è misericordioso è data inricompensa la stessa misericordia. È il circo-lo virtuoso della misericordia! Il bene che fac-ciamo ha sempre un effetto non solo in chi loriceve, ma anche su noi stessi: le opere di mi-sericordia fanno bene pure a chi le fa. StellaMorra, che ha di recente pubblicato un bel li-bro sulla misericordia come forma ecclesiae,scrive che «misericordia» è un bidirezionaleperfetto. Funziona, cioè, «con la stessa forzain tutte le direzioni senza bisogno di cambia-re la parola; non fa preferenze verso un usoall’attivo o al passivo». Quando mi lascio com-muovere dal fratello in miseria e mi lascioispirare da un’opera di misericordia, pure lamia vita prende respiro; quando dono mestesso a un altro è pure la mia vita che si ar-ricchisce e quando mi dedico a chi è malatoguarisco anche io.

X Marcello Semeraro, vescovo

appuntamenti 12

settimana dell’educazione 2

milleflash 3

le confraternite 4

share your time 5

quaresima e misericordia 6

confessione e santità 7

collevalenza 8

opere di misericordia 9

speciale gmg 10

le giornate fai 11

foto: Raniero Avvisati

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«Sii tu oggi ilcambiamentoche vuoi vede-

re avvenire nel mondodomani!». Questo è ilmotto di Giovani costrut-tori per l’Umanità, la re-altà nata nella diocesi diAlbano nel 2010 che of-fre ai ragazzi, dai 18 ai 30anni, l’opportunità dimettersi in gioco, impie-gando il proprio tempo ele proprie capacità perdonare speranza a chi

non ha futuro, istruzione a chi non ha nemmeno carta e pen-na su cui scrivere. Il 13 febbraio si è tenuto l’incontro di pre-sentazione del corso per volontari e il riscontro è stato più chepositivo: sono state infatti confermate 20 iscrizioni, rispettoalle 10 o 13 degli anni precedenti. L’obiettivo primario dellaonlus è quello di promuovere l’impegno dei giovani nel mon-do, partendo da un percorso di educazione e formazione ne-cessario per essere preparati alla missione. Sono previsti seimesi di incontri per fornire ai partecipanti strumenti umani-tari, oltre che spirituali, per approcciare al meglio il viaggio.Pasquale Chiaro, coordinatore del percorso e volontario inSierra Leone negli anni 2009 e 2010, spiega con umiltà e faci-lità l’importanza di intraprendere una tale esperienza: «Sonopartito – dice – per dare amore, e ne ho ricevuto più di quan-to ne fossi riuscito a dare! Ho riscoperto l’essenza, la sostan-za di un grande amore nella completa semplicità di religioniche riescono a dialogare attraverso naturali gesti di compas-sione e misericordia».

Irene Villani

Ègiunta allaterza edizionela “Settimana

dell’educazione”,l’iniziativa a curadell’ufficio diocesa-no per l’educazio-ne, la scuola e l’in-segnamento di reli-gione cattolica chesi svolgerà nellescuole del territo-rio della Diocesi di

Albano dal 29 febbraio al 5 marzo. «In realtà – spiega GloriaConti, direttore dell’ufficio scuola – molte iniziative di incontro,riflessione e confronto tra scuola, famiglie e studenti, dentro efuori gli istituti, si protrarranno anche per l’intero mese di

marzo. La tematica è “L’adulto che ci manca”, in sintonia conil cammino unitario della diocesi. L’evento ha già coinvolto 253insegnanti di religione cattolica e gran parte dei rispettivialunni, mentre sta aumentando il numero dei docenti di altrediscipline intrigati dalle varie iniziative. In tal senso, ha moltogiovato la sensibilità di alcuni dirigenti scolastici e la gradua-le, progressiva attenzione delle famiglie». Sono centinaia i la-vori – disegni, vignette, fumetti, lapbook, video, canzoni, testibrevi, poesie – che partecipano al concorso legato alla mani-festazione e tutti i partecipanti si ritroveranno, per gli eventiconclusivi e le premiazioni, secondo questo calendario: 5 mar-zo presso l’oratorio di Cecchina, alle 15,30 (scuola Primaria), 9marzo, presso l’IC Menotti/Garibaldi di Aprilia alle 9,30 (scuo-le Medie), 10 marzo alle 9,30 al Liceo Volterra di Ciampino(scuole Superiori) e 19 marzo presso l’oratorio di Cecchina,alle 15,30 (scuola dell’Infanzia).

Giovanni Salsano

dalla diocesi2

L’architraveche sorreg-ge la vita

della Chiesa è lamisericordia. Tut-to della sua azionepastorale dovreb-be essere avvoltodalla tenerezzacon cui si indirizzaai credenti. LaChiesa «vive undesiderio inesauribile di offrire misericordia» (M.V.10).Per essere capaci di misericordia, quindi, occorre in pri-mo luogo porsi in ascolto della Parola di Dio, recuperan-do il valore del silenzio per meditare questa Parola che civiene rivolta. In questo modo è possibile contemplare lamisericordia di Dio e assumerla come proprio stile di vi-ta. In questa prospettiva anche quest’anno il Settore apo-stolato biblico (Sab) dell’Ufficio Catechistico diocesano haorganizzato, dal 24 al 26 febbraio, un percorso di ascoltoe di approfondimento della Parola di Dio, nello specificodel vangelo di Luca, sul tema “Luca: la buona notizia del-la Misericordia”. Le tre serate sono state animate da donMatteo Crimella, Responsabile del Sab di Milano che haintrodotto alla lettura del vangelo lucano; da monsignorGerardo Antonazzo, vescovo della diocesi di Sora-Cassi-no-Aquino-Pontecorvo, con una lectio sulla parabola delBuon samaritano e da don Dionisio Candido, responsabi-le nazionale del Sab, che ha commentato il capitolo 15,leggendo la parabola della pecorella, della dramma e delfiglio perduti e ritrovati. È così emerso che il racconto diLuca è per eccellenza il Vangelo della misericordia.

Alessandro Saputo

INCONTRI BIBLICIA Santi Pietro e Paolo in Aprilia uno studio sulla misericordia

MISSIONARI IN SIERRA LEONEGiovani costruttori in cammino verso l’Africa

SETTIMANA DELL’EDUCAZIONEParte il 29 febbraio l’iniziativa che vede protagoniste le scuole del territorio diocesano

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a cura di GIOVANNI SALSANO

Elezione dei catecumeni in CattedraleDomenica 14 febbraio,prima di Quaresima, ilvescovo Marcello Seme-raro ha celebrato in Cat-tedrale il rito di elezionedi dieci catecumeni dellaDiocesi di Albano. I cate-cumeni sono stati sceltidal Pastore come candi-

dati a diventare cristiani e hanno, invece, scelto e pronunciato illoro nuovo nome con cui sarano battezzati la notte di Pasqua.Sono Rita, Domenico, Matteo, Ledia Maria, Maria Agnese, Ma-ria Cristina, Giovanna, Miriam, Silvia e Caterina. «Ciascuno diloro – dice Barbara Zadra, responsabile del Servizio per il cate-cumenato dell’ufficio catechistico diocesano – ha una storiapersonale differente dall’altro, ma tutti si sono trovati uniti nel-la stessa ricerca di Dio e hanno scelto nomi di Santi che saran-no un modello nella loro nuova vita da cristiani».

Incontro con gli operatori della comunicazioneSi è svolto sabato 30 gennaio, presso le sale della parrocchiadi Santa Maria della Stella, ad Albano, un incontro tra il vesco-vo Marcello Semeraro e quanti lavorano nell’ambito della co-municazione e dell’informazione sul territorio diocesano, acura dell’ufficio per le comunicazioni sociali. L’appuntamento,organizzato in occasione della ricorrenza di San Francesco diSales, patrono dei giornalisti, ha visto la partecipazione comerelatore del giornalista Gian Guido Vecchi, vaticanista del Cor-riere della Sera, sul tema della Giornata mondiale per le Co-municazioni sociali, Comunicazione e Misericordia: un fecon-do incontro. La mattinata si è conclusa con una visita alle Ca-tacombe di San Senatore, guidata dal direttore del Museo dio-cesano di Albano e delle stesse Catacombe, Roberto Libera.

Metti una sera a cenaÈ iniziata martedì 23 febbraio in seminario ad Albano, l’ini-ziativa Metti una sera a cena – Vivere da preti la propria sta-gione di vita, il percorso di approfondimento, incontro e con-vivialità, inserito nel calendario di formazione permanentedel clero diocesano. All’appuntamento partecipano il vesco-vo Marcello Semeraro e i sacerdoti, divisi per fasce di età.Ciascun incontro è diviso in due parti: prima un momento diriflessione – animato quest’anno da don Gian Franco Poli –poi una cena fraterna, preparata dalla comunità del semina-rio. Il primo incontro ha riguardato i sacerdoti di età compre-sa tra i 25 e i 45 anni, il secondo è rivolto ai preti con etàcompresa tra i 46 ai 65 anni (1 marzo), mentre l’ultimo vedràprotagonisti i sacerdoti over 65 anni (8 marzo).

Tre appuntamenti per la scuola di genitoriProseguono nel mese di mar-zo i percorsi proposti dall’uffi-cio per la Pastorale familiaredella diocesi di Albano. In ca-lendario ci sono tre appunta-menti con la Scuola di coppiae di genitori, guidati da monsi-gnor Carlino Panzeri: il 10

marzo presso l’Istituto Maestre Pie Venerini a Galloro (con lapsicologa Olimpia Armenante alle 18,30), l’11 marzo pressola parrocchia Sant’Antonio, a Falsche (19,30) e lunedì 21marzo all’Istituto suore Passioniste di Ciampino (con donJourdan Pinheiro alle 18,30). Il 12 e 13 marzo, invece, “Wee-kend di spiritualità con gli sposi e le famiglie”, presso i Pa-dri Somaschi di Ariccia (con il biblista e saggista Gregorio Vi-valdelli), mentre domenica 20 marzo nel “Percorso di vita efede con sposi in condizione di separazione, divorzio e nuo-va unione” sarà presente il vescovo (in Seminario alle 16).

Parte ad Anzio Soil4Job Si chiama Soil4Job un progettoideato e avviato dalla coopera-tiva Riparo di Anzio, sostenutodai fondi 8x1000 della Caritas,volto a contrastare la disoccu-pazione giovanile nel territoriodiocesano, attraverso la pro-

mozione di percorsi di autoimprenditorialità. Il 9 aprile è in pro-gramma un evento legato all’iniziativa, e rivolto ai giovani chehanno terminato o stanno terminando la formazione, cheavranno modo di incontrare e conoscere diverse realtà d’im-presa, create da loro coetanei nelle diverse città della Diocesi esaranno chiamati a mettersi in gioco in prima persona, nellacostruzione di un proprio percorso lavorativo, supportati – senecessario – da professionisti messi a disposizione dal teamdella cooperativa Riparo.

Caritas: giornata di spiritualitàÈ in programma sabato 19 marzo dalle 9,30 alle 16,30,presso la Casa Sacra Cuore dei Padri Gesuiti di Galloro(Ariccia), una giornata di spiritualità per gli operatori chesvolgono il loro servizio presso le Caritas sul territorio dio-cesano, sul tema “E non videro che Gesù”. L’iniziativa è acura della Caritas della diocesi di Albano, diretta da donGabriele D’Annibale, e rappresenta un momento forte di in-contro, preghiera e formazione per coloro che sono quoti-dianamente impegnati, nelle varie comunità parrocchiali enel centro di ascolto diocesano, ad affrontare le fragilità ele povertà di quanti si trovano nel bisogno. A guidare i par-tecipanti nella preghiera e nella meditazione sarà padreMichele Lavra, direttore della Casa Sacro Cuore di Galloro.

dal territorio 3

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Se un giornoq u a l c u n od o v e s s e

chiedersi qualesia il ciclo diistruzione più re-cente in Italia, larisposta, forse,non sarebbe cosìscontata. Si per-de nella storia la

nascita dei licei e della formazione superiore in genere; al-trettanto lontana nel tempo è l’idea di una istruzione elemen-tare. Più recente invece è l’istituzione della Scuola Media. Conuna legge del dicembre 1962 si arriva all’abolizione di una se-rie di scuole particolari, tra le quali l’Avviamento al lavoro, ela creazione di una solo tipologia di scuola media unificata co-me la conosciamo oggi, per accedere a tutte le scuole supe-riori. A distanza di cinquant’anni, la scuola secondaria di pri-mo grado, o media, rimane una realtà molto discussa, consi-derata anche la delicata fascia di età che raccoglie al suo in-terno. La prima adolescenza infatti è l’età in cui i bambini,nell’immaginario affettuosi e disponibili, iniziano a creare unconfine per definirsi nella loro personalità, molte volte in mo-

do oppositivo verso gli adulti. Le scuole cattoliche nella Dio-cesi di Albano hanno raccolto nel tempo questa sfida istituen-do all’interno degli Istituti anche il percorso di istruzione se-condaria di primo grado.Troviamo il ciclo di Scuola media presso l’Istituto Murialdo diAlbano Laziale (www.murialdoalbano.it) oppure a Ciampino,presso le Suore Passioniste (www.scuolasanpaolodellacro-ce.net), e infine a Nettuno all’interno dell’Istituto Santa LuciaFilippini (www.santaluciafilippininettuno.it). Tre centri che,idealmente, raccolgono l’utenza delle zone in cui la nostraChiesa locale è suddivisa e che da anni accompagnano e for-mano i preadolescenti del nostro territorio aiutandoli ad af-frontare al meglio i cicli di scuola secondari e soprattutto laloro crescita. La giusta attenzione va poi rivolta anche ai Cen-tri di formazione professionale, che recuperano solo ideal-mente la forma delle vecchie scuole di Avviamento, oggi im-pegnati ad accompagnare molti adolescenti in un camminoformativo che apra al mondo del lavoro e assolva, altresì, al-l’obbligo scolastico. Rilevante è l’esperienza dell’Istituto SanGirolamo Emiliani dei padri Somaschi di Albano: unico polocattolico, il Cfp abilita alle professioni di operatore alla ripa-razione dei veicoli a motore, operatore elettrico, operatoreelettronico e operatore grafico (www.padrisomaschi.it).

Fabrizio Fontana

Domenica 7 febbraio si è svoltonella Sala Maestra di PalazzoChigi, ad Ariccia, il primo con-

vegno diocesano delle confraternitesul tema “Identità e carisma delleconfraternite”. Guidato dal nuovo de-legato vescovile, don Franco Ponchia,l’evento ha visto la presenza di molteconfraternite con circa 200 parteci-panti. Ha aperto i lavori il parroco diSanta Maria Assunta in Cielo in Aric-cia, don Antonio Scigliuzzo, il quale hasalutato l’assemblea e ha tratteggiatol’ambito pastorale nel quale si muovono le confraternite, te-nendo presenti le indicazioni dell’ultimo convegno diocesa-no, che ha centrato l’attenzione sugli adulti e l’impegno lo-ro richiesto per una rinnovata testimonianza ecclesiale. Hapoi preso la parola l’assessore alla Cultura e alla scuola delComune di Ariccia, Matteo Martizzi, che ha evidenziato ilrapporto tra cultura e tradizione, custodite e rinnovate nel-l’ambito delle confraternite, quale importante filtro tra pas-sato e presente. Ha dunque svolto la parte centrale del tema don FrancoPonchia, il quale ha esplicitato l’ambito canonico a partiredal quale si dovrà tenere presente l’identità delle confrater-

nite, dalla cui natura sorge anchel’impegno pastorale più immediatodi collaborazione con il parroco e as-sistente spirituale, ma anche le ope-re caritative che centrano la ragionepastorale della loro esistenza. Infat-ti, esse non esistono solo per un fineliturgico o ancor peggio coreografi-co, ma quale espressione di una tra-dizione popolare nella celebrazionedei misteri del Signore e nel cultodei Santi. «Educati secondo lo stiledel Vangelo – ha aggiunto don Fran-

co – i confratelli si impegnano in una pastorale generativache fugge devozioni sterili e che, piuttosto, si colloca nel-l’ambito dell’accoglienza per aprire la strada a nuovi passidi fede per quei fratelli che faticano a riconoscere i Gesù ilsegno dell’amore di Dio per l’umanità». Nel discorso sonoemersi pure i punti di sofferenza che riguardano l’ambitodelle confraternite, soprattutto attinenti alle nuove sfide pa-storali della Chiesa, da attutire in questo contesto con lacordialità e le forme di mediazione che possano facilitare ilsuperamento ideologico e l’impegno nella prassi caritativa.

Emanuele Scigliuzzo

CONVEGNO DELLE CONFRATERNITEA Palazzo Chigi di Ariccia un incontro sull’identità e il carisma

LA SCUOLA MEDIA: GIOVANE E DISCUSSAEsperienze di rilievo nel territorio della Diocesi di Albano

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Nasce ad Alba-no “ShareYour Time”, il

progetto per far in-contrare i giovani esviluppare in lorol’amore per il proprioterritorio, attraversomomenti di ascolto,formazione, condivi-sione, confronto,svago, in cui ognunopuò trovare il propriospazio e coltivare osviluppare i propri

interessi. Il progetto è stato ideato e messo a disposizione deigiovani dall’assessorato alle Politiche giovanili del Comune diAlbano Laziale, guidato da Alessandra Zeppieri. Fra i corsi for-mativi gratuiti, l’offerta prevede laboratori teatrali, corso dilettura animata ed espressiva, cineforum, corso di pittura mu-rale decorativa, corsi di chitarra e basso elettrico, gruppo dilettura, sportelli di orientamento alla formazione, gruppi dicondivisione, e laboratori sportivi. L’offerta ludico – formativasi intreccia poi con i tre gruppi di condivisione sorti ad Albano,

Pavona e Cecchina, con i quali si vuole offrire ai giovani parte-cipanti uno spazio di ascolto e confronto su diverse tematiche,che verranno individuate anche sulle base delle esigenze chesi manifesteranno lungo il corso del progetto. «Dopo una solasettimana dall’avvio di “Share your time” – sottolinea l’asses-sore Zeppieri – erano quasi al completo tutti i corsi. Questo cidà conferma della bontà del progetto, ideato dal Comune, at-traverso l’assessorato alle Politiche giovanili, da sei mesi dimia competenza, e realizzato grazie anche al contributo ditante realtà locali. La finalità del progetto è quella di far incon-trare i giovani tra di loro per condividere momenti di diverti-mento, ma anche di cultura, di riflessione e di crescita. Il tut-to a costo zero. Sono pienamente soddisfatta di questi primi ri-sultati e grata a tutti i realizzatori delle attività. Invito tutti a vi-sitare il sito www.shareyourtime.it per scoprire tutte le propo-ste e, magari, iscriversi a uno dei laboratori». Infine “ShareYour Time” offre un’esperienza laboratoriale di “Digital Story-telling”. Coloro che prendono parte al progetto sono, infatti,chiamati a documentare le varie proposte del programma del-le politiche giovanili, attraverso un’attività formativa sul cam-po, che li vedrà protagonisti di un flusso narrativo, fatto di fo-to, video e testi e che utilizzerà le logiche e gli strumenti del“Social media marketing” per divulgare i contenuti creati.

Fabrizio Fontana

Impegnare in modo attivo e po-sitivo i cittadini più bisognosi alivello socio-economico e, nel

contempo, rendere un’opera utilealla città, ad esempio per il deco-ro urbano e la manutenzione: èquesto il duplice scopo del pro-getto “Help!”, ideato e promossodai Comuni del Distretto SocialeRMH3, Ciampino e Marino, e con-sistente in una selezione per l’in-serimento di 82 lavoratori, conmodalità individualizzate, nell’ambito dei servizi comunali osocialmente utili. Il concorso è aperto ai disoccupati resi-denti nei comuni di Ciampino o di Marino da almeno un an-no, con indicatore Isee non superiore a 7.500 euro e di etàcompresa tra i 30 e i 60 anni non compiuti, nonché a cittadi-ni stranieri non comunitari in possesso di carta di soggior-no, di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungoperiodo o con lo status di rifugiato politico. Altra condizioneè quella di non essere beneficiari di altre prestazioni volte alreinserimento lavorativo o alla ri-socializzazione.La modulistica necessaria per compilare la domanda di am-missione alla selezione è disponibile presso l’Ufficio rela-zioni con il Pubblico (Urp) e sul sito web dei comuni di Ciam-

pino www.comune.ciampino.ro-ma.ite Marino www.comune.ma-rino.rm.it. Alla domanda basteràallegare l’attestazione Ise/Isee, lacopia di un documento di identitàvalido oppure l’eventuale copiadella carta o permesso di soggior-no o l’attestazione dello status dirifugiato politico del richiedente. La domanda, debitamente compi-lata, firmata e corredata della do-cumentazione richiesta, andrà

presentata agli uffici Protocollo dei Comuni di Ciampino eMarino (sia nella sede centrale che in quella di Frattocchie)entro le 12 del prossimo 7 marzo. Sarà, altresì, possibile in-viarla per via telematica agli indirizzi di posta elettronicacertificata dei due comuni: [email protected] oppure [email protected]. Ledomande verranno esaminate da un’apposita commissionedistrettuale che avrà il compito di predisporre la graduato-ria finale. Per ulteriori informazioni è possibile contattare iServizi sociali del Comune di Ciampino (Tel. 06/79097309-453) o del Comune di Marino (Tel. 06/93662253).

Francesco Macaro

UN AIUTO CONTRO L’EMARGINAZIONEFino al 7 marzo è possibile iscriversi al progetto Help! dei comuni di Ciampino e Marino

SHARE YOUR TIMEIn avvio ad Albano il progetto che vede i giovani protagonisti consapevoli del loro tempo

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il confessore del popolo6

IL CAMMINO QUARESIMALE PER RIGENERARE LA MISERICORDIA NEL QUOTIDIANO

Il problema centrale che attana-glia la vita di tanti in questo no-stro tempo è la mancanza di

misericordia. Lo diceva già MadreTeresa per la società dei suoi an-ni: “La peggiore malattia dell’Oc-cidente oggi non è la tubercolosi ola lebbra, ma il non sentirsi amatie desiderati, il sentirsi abbando-nati”. Tutti sentiamo il bisognod’amore e di protezione. La sfidapiù ardua che i credenti hanno di

fronte è la lotta contro questa mancanza di amore nel mondo. Si è glo-balizzato il mercato, il commercio, la violenza, ma non l’amore, la so-lidarietà e ancor meno la misericordia. E le drammatiche conseguen-ze di tutto questo sono sotto i nostri occhi: dalla crescita selvaggia del-la competitività all’espansione dei conflitti, dalla crescita dell’indiffe-renza a quella della violenza. Di qui la decisione di Papa Francesco diindire il Giubileo della Misericordia.

Quaresima: cuore della misericordiaÈ un grande dono da accogliere e da vivere. E la quaresima ne è in cer-to modo il cuore. In questo tempo dobbiamo meditare le parole cheGesù pronunciò già dall’inizio della sua predicazione: “Siate misericor-diosi, come è misericordioso il Padre vostro”(Lc 6,36). Senza la mise-ricordia la Chiesa perde la sua stessa ragione d’essere. Ogni comuni-tà cristiana, dovrebbe ripetere a memoria, e soprattutto vivere quoti-dianamente, quel che Paolo canta nell’inno alla carità: “Se anche par-lassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, so-no come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna…” (1Cor, 1).L’apostolo sembra scandire il testo con un ritornello: “se non ho la ca-rità (“agape”), non sono nulla”. Rimettere al centro la misericordia si-gnifica costruire un futuro nuovo per le nostre società. Per i cristiani ècome una nuova vocazione storica all’inizio di questo terzo millennio.Come discepoli di Gesù i cristiani hanno la gravissima responsabilitàdi comunicare al mondo che Dio è un Padre misericordioso. È quel chePapa Francesco continua a fare. Ed è l’orizzonte in cui dobbiamo inse-rirci anche noi. Con papa Francesco dobbiamo mostrare che Dio è mi-sericordia, che ci ama sino a morire per noi.

La via della misericordia: amare il prossimoDobbiamo ripartire dall’amore, dalla misericordia per tutti e particolar-mente per i più deboli. L’amore per gli altri, la misericordia per i debo-li, è la prova che “l’amore del Padre” è in noi. Così scrive l’apostolo Gio-vanni: “Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio ri-mane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi” (1Gv 4, 13). L’amore per glialtri, e particolarmente per i più deboli, è la garanzia che l’amore di Dioè presente nelle nostre società. L’apostolo Giovanni ripete con chiarez-za che chi accoglie l’amore di Dio, ama come lui ama; e sarà spinto adare la vita per gli altri: “Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli hadato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fra-telli” (1Gv 3,16). La conoscenza di Dio, quindi la fede, è condizionata dal-l’amore per i fratelli. Se non ci si ama gli uni gli altri non si conosce piùDio, perché “Dio è amore”. E l’evangelista continua: “Se uno ha ricchez-ze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude ilproprio cuore, come dimora in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamoa parola né con la lingua, ma coi fatti e nella verità” (1Gv 3, 17-18). E an-cora: “Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo. Se uno dicesse:

‘Io amo Dio’, e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non amail proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo èil comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fra-tello” (Gv 4, 19-21). Il fine dell’amore che Dio riversa nei cuori dei cre-denti è l’attenzione verso il prossimo. E’ da un cuore così fecondato cheinizia il rinnovamento della vita e della stessa società. Per questo un sa-piente ebreo diceva: “Vuoi cambiare il mondo, inizia a cambiare il tuocuore!”. E’ solo da un cuore nuovo che può iniziare una vita nuova, chepuò prendere avvio un mondo nuovo. L’amore non viene dal carattere odalle proprie qualità psicologiche. L’amore viene dall’alto e va accoltonel proprio cuore perché ne sia fermentato. La tradizione spirituale del-la Chiesa chiama questo lavoro di trasformazione del cuore con il ter-mine “conversione”, ossia un cammino interiore, un itinerario spiritua-le che richiede l’ascolto quotidiano della Parola di Dio, l’esercizio pa-ziente di cambiamento dei pensieri e dei comportamenti, una genero-sa disponibilità all’amore per i più deboli, una più pronta distanza dalpeccato e dagli istinti egocentrici, una partecipazione più calda e atten-ta alla vita della comunità cristiana, e così oltre. La quaresima è untempo opportuno per cambiare il cuore.

Una povertà da amareLe Sante Scritture ci dicono che la via dell’amore inizia dalla compas-sione per i poveri. L’amore per i poveri è il passo stesso di Dio. Ed è in-fatti la via che Gesù indica ai suoi discepoli. L’amore per i poveri infattiaffina la nostra sensibilità, toglie i blocchi dell’amore solo per se stes-si, elimina la ruggine della indifferenza e libera dall’angoscia della re-ciprocità facendoci cogliere il segreto dell’amore evangelico, che è lagratuità. Se uno ama i poveri saprà amare anche i vicini, quelli di casa,quelli della propria città, del proprio paese. L’amore per i poveri è – po-tremmo dire – la prova del nove della gratuità dell’amore. Questo è ilsenso della parabola degli invitati: «Quando offri un pranzo o una cena,non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vi-cini, perché anch’essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contrac-cambio. Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zop-pi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai in-fatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti»(Lc 14, 12-14).

Amore per i poveri, amore per la ChiesaTale amore è parte integrante della comunicazione della fede. Nonè, come talora si pensa, una semplice conseguenza morale dellafede. E neppure un’aggiunta. L’amore per i poveri definisce la Chie-sa al punto da dire che una chiesa senza poveri non sa parlare ef-ficacemente di Dio. La stessa evangelizzazione è molto più efficacese mostra l’amore per i poveri. Di qui l’esortazione in questo tem-po di quaresima a vivere le “opere di misericordia” e a coinvolgereanche gli altri a metterle in pratica. E si possono coinvolgere anchecoloro che non sono credenti. La via della carità e della misericor-dia è una via che porta a Dio, infallibilmente. Nei Vangeli apparechiaramente una sorta di patto inscindibile tra Gesù e i poveri, eper conseguenza tra i poveri e i cristiani. Da sempre i poveri sono iprimi amici di Dio e i primi di Gesù. Senza di loro non si compren-de né Gesù né il Padre. Per questo la misericordia verso i poveri èciò che nella Chiesa parla meglio di Dio. E’ un parlare pieno di sa-pore, pieno di fatti, pieno di pietà. La “pietas” dei cristiani (ma nonsolo dei cristiani) è la traduzione, anche se sempre imperfetta, del-la “Pietas”, della misericordia, che è Dio stesso.

X Vincenzo Paglia

SAN PIOUn carattere burbero ma amorevole

Convinto che lariconciliazionesia «Un mira-

colo estremamentegrande che la SacraScrittura paragonaalla risurrezione deldivin Maestro», SanPio era un instanca-bile confessore. Lasua grande carità siesprimeva soprat-tutto, per dirlo conparole sue, nello«Strappare animeavvinte da satana perguadagnarle a Cri-sto». Com’era il pa-dre Pio confessore?

Burbero per definizione, lo era anche in confessionale: lesue parole erano decise, brevi e risolute, capaci di scuote-re le anime sradicando il peccato. Era, però, anche acco-gliente e amorevole, sempre pronto a condannare forte-mente il peccato e ad amare le anime. In una lettera a pa-dre Agostino consigliava di «Mostrare conforto spirituale(ai fedeli che chiedono la riconciliazione, ndr) affinché viaccorrano allegrezza; amate con un amore cordiale, pa-terno e pastorale questi poveri sventurati del secolo edavrete fatto il tutto; e sarete tutto a tutti, padre a ciascuno,e soccorrevole a tutti». A San Pio si attribuisce anche lafrase: «Se i confessori confessassero come dovrebberoconfessare, i fedeli sarebbero come dovrebbero essere».Tuttavia, la dolcezza era solo per i fedeli veramente penti-ti. Con chi fingeva rammarico, con gli ipocriti e con chi nonriconosceva i propri peccati, sapeva essere molto duro.Del resto padre Pio non era vanitoso: per lui non contavala popolarità, ma la vera conversione del peccatore. Se inconfessionale entrava un peccatore convinto della bontàdelle sue azioni, il padre si innervosiva: «O te ne vai tu, ome ne vado io». Che si sentisse superiore? Assolutamen-te no, anzi! Proprio lui, confessore, si sentiva sempre pec-catore; così peccatore da essersi convinto che Dio si ser-visse di lui come esempio negativo da mostrare agli altri.Convinzione che lo rendeva umile e accogliente verso tut-ti. Una volta un grande peccatore non aveva il coraggio dipresentarsi direttamente a padre Pio. Si rivolse così a unconfratello per sapere se il futuro santo fosse disponibilead accoglierlo in confessionale. Padre Pio rispose al frate:«Ti meravigli? Non sai che se il Signore, per un solo atti-mo, alzasse la mano dalla tua e dalla mia testa, saremmocapaci di fare molto peggio? Va’ a dirgli che venga subito».

Monia Nicoletti

mons. Vincenzo Paglia

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una vita nel confessionale 7

IL CAMMINO QUARESIMALE PER RIGENERARE LA MISERICORDIA NEL QUOTIDIANO

Il problema centrale che attana-glia la vita di tanti in questo no-stro tempo è la mancanza di

misericordia. Lo diceva già MadreTeresa per la società dei suoi an-ni: “La peggiore malattia dell’Oc-cidente oggi non è la tubercolosi ola lebbra, ma il non sentirsi amatie desiderati, il sentirsi abbando-nati”. Tutti sentiamo il bisognod’amore e di protezione. La sfidapiù ardua che i credenti hanno di

fronte è la lotta contro questa mancanza di amore nel mondo. Si è glo-balizzato il mercato, il commercio, la violenza, ma non l’amore, la so-lidarietà e ancor meno la misericordia. E le drammatiche conseguen-ze di tutto questo sono sotto i nostri occhi: dalla crescita selvaggia del-la competitività all’espansione dei conflitti, dalla crescita dell’indiffe-renza a quella della violenza. Di qui la decisione di Papa Francesco diindire il Giubileo della Misericordia.

Quaresima: cuore della misericordiaÈ un grande dono da accogliere e da vivere. E la quaresima ne è in cer-to modo il cuore. In questo tempo dobbiamo meditare le parole cheGesù pronunciò già dall’inizio della sua predicazione: “Siate misericor-diosi, come è misericordioso il Padre vostro”(Lc 6,36). Senza la mise-ricordia la Chiesa perde la sua stessa ragione d’essere. Ogni comuni-tà cristiana, dovrebbe ripetere a memoria, e soprattutto vivere quoti-dianamente, quel che Paolo canta nell’inno alla carità: “Se anche par-lassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, so-no come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna…” (1Cor, 1).L’apostolo sembra scandire il testo con un ritornello: “se non ho la ca-rità (“agape”), non sono nulla”. Rimettere al centro la misericordia si-gnifica costruire un futuro nuovo per le nostre società. Per i cristiani ècome una nuova vocazione storica all’inizio di questo terzo millennio.Come discepoli di Gesù i cristiani hanno la gravissima responsabilitàdi comunicare al mondo che Dio è un Padre misericordioso. È quel chePapa Francesco continua a fare. Ed è l’orizzonte in cui dobbiamo inse-rirci anche noi. Con papa Francesco dobbiamo mostrare che Dio è mi-sericordia, che ci ama sino a morire per noi.

La via della misericordia: amare il prossimoDobbiamo ripartire dall’amore, dalla misericordia per tutti e particolar-mente per i più deboli. L’amore per gli altri, la misericordia per i debo-li, è la prova che “l’amore del Padre” è in noi. Così scrive l’apostolo Gio-vanni: “Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio ri-mane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi” (1Gv 4, 13). L’amore per glialtri, e particolarmente per i più deboli, è la garanzia che l’amore di Dioè presente nelle nostre società. L’apostolo Giovanni ripete con chiarez-za che chi accoglie l’amore di Dio, ama come lui ama; e sarà spinto adare la vita per gli altri: “Da questo abbiamo conosciuto l’amore: Egli hadato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fra-telli” (1Gv 3,16). La conoscenza di Dio, quindi la fede, è condizionata dal-l’amore per i fratelli. Se non ci si ama gli uni gli altri non si conosce piùDio, perché “Dio è amore”. E l’evangelista continua: “Se uno ha ricchez-ze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude ilproprio cuore, come dimora in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamoa parola né con la lingua, ma coi fatti e nella verità” (1Gv 3, 17-18). E an-cora: “Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo. Se uno dicesse:

‘Io amo Dio’, e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non amail proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo èil comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fra-tello” (Gv 4, 19-21). Il fine dell’amore che Dio riversa nei cuori dei cre-denti è l’attenzione verso il prossimo. E’ da un cuore così fecondato cheinizia il rinnovamento della vita e della stessa società. Per questo un sa-piente ebreo diceva: “Vuoi cambiare il mondo, inizia a cambiare il tuocuore!”. E’ solo da un cuore nuovo che può iniziare una vita nuova, chepuò prendere avvio un mondo nuovo. L’amore non viene dal carattere odalle proprie qualità psicologiche. L’amore viene dall’alto e va accoltonel proprio cuore perché ne sia fermentato. La tradizione spirituale del-la Chiesa chiama questo lavoro di trasformazione del cuore con il ter-mine “conversione”, ossia un cammino interiore, un itinerario spiritua-le che richiede l’ascolto quotidiano della Parola di Dio, l’esercizio pa-ziente di cambiamento dei pensieri e dei comportamenti, una genero-sa disponibilità all’amore per i più deboli, una più pronta distanza dalpeccato e dagli istinti egocentrici, una partecipazione più calda e atten-ta alla vita della comunità cristiana, e così oltre. La quaresima è untempo opportuno per cambiare il cuore.

Una povertà da amareLe Sante Scritture ci dicono che la via dell’amore inizia dalla compas-sione per i poveri. L’amore per i poveri è il passo stesso di Dio. Ed è in-fatti la via che Gesù indica ai suoi discepoli. L’amore per i poveri infattiaffina la nostra sensibilità, toglie i blocchi dell’amore solo per se stes-si, elimina la ruggine della indifferenza e libera dall’angoscia della re-ciprocità facendoci cogliere il segreto dell’amore evangelico, che è lagratuità. Se uno ama i poveri saprà amare anche i vicini, quelli di casa,quelli della propria città, del proprio paese. L’amore per i poveri è – po-tremmo dire – la prova del nove della gratuità dell’amore. Questo è ilsenso della parabola degli invitati: «Quando offri un pranzo o una cena,non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vi-cini, perché anch’essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contrac-cambio. Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zop-pi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai in-fatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti»(Lc 14, 12-14).

Amore per i poveri, amore per la ChiesaTale amore è parte integrante della comunicazione della fede. Nonè, come talora si pensa, una semplice conseguenza morale dellafede. E neppure un’aggiunta. L’amore per i poveri definisce la Chie-sa al punto da dire che una chiesa senza poveri non sa parlare ef-ficacemente di Dio. La stessa evangelizzazione è molto più efficacese mostra l’amore per i poveri. Di qui l’esortazione in questo tem-po di quaresima a vivere le “opere di misericordia” e a coinvolgereanche gli altri a metterle in pratica. E si possono coinvolgere anchecoloro che non sono credenti. La via della carità e della misericor-dia è una via che porta a Dio, infallibilmente. Nei Vangeli apparechiaramente una sorta di patto inscindibile tra Gesù e i poveri, eper conseguenza tra i poveri e i cristiani. Da sempre i poveri sono iprimi amici di Dio e i primi di Gesù. Senza di loro non si compren-de né Gesù né il Padre. Per questo la misericordia verso i poveri èciò che nella Chiesa parla meglio di Dio. E’ un parlare pieno di sa-pore, pieno di fatti, pieno di pietà. La “pietas” dei cristiani (ma nonsolo dei cristiani) è la traduzione, anche se sempre imperfetta, del-la “Pietas”, della misericordia, che è Dio stesso.

X Vincenzo Paglia

SAN LEOPOLDOUn Dna spirituale ricco di pazienza e ascolto

Un piccolo frate dalcuore grande e unalunga fila di peniten-

ti. Potremmo riassumerecosì l’esistenza di San Leo-poldo Mandić, conosciutoanche come San Leopoldoda Castelnuovo. Questofraticello di appena un me-tro e 35 di altezza ha passa-to la vita a perdonare perconto di Dio chiunque en-trasse nel suo confessiona-le, nel convento di SantaCroce a Padova. Gli annalidella Provincia Veneta deicappuccini riportano: «Nel-la confessione esercita unfascino straordinario per lagrande cultura, per il fine intuito e specialmente per lasantità della vita. A lui affluiscono non solo popolani, maanche intellettuali, aristocratici, professori e studenti del-l’Università e il clero secolare e regolare». Per confessar-si con lui la gente arrivava anche da fuori città. Confessa-va anche in dialetto, se poteva essere d’aiuto al penitente.Era sempre lì, e con lui un’interminabile fila di fedeli ognigiorno. Fu così fino all’ultimo istante: il giorno della suamorte confessò fino a sera. Niente è mai riuscito a tener-lo lontano dal confessionale, nemmeno la malattia.Nato a Castelnuovo (Montenegro) nel 1866, è uno dei patro-ni dell’Anno santo. Canonizzato da Giovanni Paolo II nel1983, le sue spoglie sono state esposte a San Pietro insiemea quelle di San Pio, dal 5 all’11 febbraio, in occasione delGiubileo. Fu proprio questa virtù a procurargli critiche: i con-fratelli lo rimproveravano, infatti, di essere troppo indulgen-te e di “manica larga”, vietando ai seminaristi di confessar-si con lui. San Leopoldo non si preoccupò di queste chiac-chiere: aveva imparato da Dio stesso l’arte della misericor-dia, e poco gli importava se alcuni uomini la considerasseroun difetto, non comprendendone la natura virtuosa. PadreGiuseppe Ungaro, l’autore della sua biografia, racconta cheun giorno San Leopoldo rispose alle accuse: «Io troppo lar-go? È stato il Signore il primo a esserlo: mica io sono mortoper i nostri peccati. Più largo di così col ladrone e con gli al-tri come poteva essere?». Il santo dimostrò di avere anchedoti di preveggenza: ebbe una visione dell’Italia che presagi-va la distruzione portata poi dalla guerra, e profetizzò ilbombardamento di Padova, specificando che sarebbero sta-ti colpiti sia il convento che la chiesa dei cappuccini, ma chela celletta si sarebbe salvata. Morì il 30 luglio del 1942. Il 14maggio del 1944 la sua profezia si avverò.

Francesco Minardi

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il giubileo della misericordia8

Più di duemila fedeli dellaChiesa di Albano hannopartecipato, sabato 20

febbraio, al pellegrinaggio dio-cesano presso il santuario del-l’Amore Misericordioso in Col-levalenza, in provincia di Peru-gia. Provenienti dalle parroc-chie degli otto vicariati territo-riali della diocesi, i pellegrinihanno vissuto il sacramento

della Riconciliazione, insieme ai loro sacerdoti, e la Messapresieduta dal vescovo di Albano, Marcello Semeraro, dopoaver attraversato laPorta santa. Da questaesperienza hanno rice-vuto in dono l’esorta-zione a vivere una pa-storale misericordiosa,tratteggiata nell’ome-lia della celebrazioneeucaristica da monsi-gnor Semeraro, traen-do spunto dalla storia di Etty Hillesum, una giovane donnaebrea, scrittrice, morta nel campo di sterminio ad Auschwitz:

«Un anno prima del-la sua morte, dialo-gando con Dio – hadetto il vescovo di Al-bano – scrisse sullepagine del suo diario:“Ti ringrazio perchélasci che tante per-

sone vengano a me con le loro pene: parlano tranquille e sen-za sospetti, e d’un tratto viene fuori tutta la loro pena, e siscopre una creatura disperata che non sa come vivere. E aquel puntocominciano imiei problemi.Non bastapredicarTi, mioDio, non bastadisseppellirTidai cuori altrui.Bisogna aprirTila via, mio Dio”.Questo branopuò darci l’os-satura per unbuon programma di pas-torale misericordiosa.Quali sono i suoi atti fonda-mentali? Accogliere, as-coltare, discernere e cer-care una casa per il Signo-re». Alla base di tutto, pe-

rò, c’è l’Amore mi-sericordioso, a cui èintitolato il Santua-rio di Collevalenza:«Che cos’è l’Amoremisericordioso? –ha chiesto il vescovodi Albano - non è unconcetto, è una per-sona. È Gesù che cichiede di essereperfetti come il Pa-dre. Di quale per-

fezione ci sta par-lando? Ci doman-da di essere dellepersone com-piute. Come lo èstato lui, quandodalla Croce disse:“Tutto è compiu-to”, ossia tutto èstato donato, tutto

è stato offerto. Noisiamo perfetti comeil Padre quando, im-itando Gesù sullacroce, andiamo sinoin fondo nell’amoree non tratteniamoniente per noi stes-si. Il misericordiosoè chi, come ilSamaritano, preso da compassione per l’altro, s’incamminaverso di lui e gli si avvicina in modo da essergli prossimo».

Alessandro Paone

MADRE SPERANZA E IL SANTUARIO

Il Santuario di Colleva-lenza è stato costruitoper volontà della Beata

Madre Speranza di Gesù(al secolo  María JosefaAlhama Valera, nata aSantomera, in Spagna, il29 settembre 1893), fon-

datrice delle congregazioni delle Ancel-le dell’amore misericordioso e dei Figlidell’amore misericordioso. La religiosa,e mistica, si stabilì nella piccola frazionedella città di Todi nel 1951. Il Santuario èstato eretto canonicamente il 30 set-tembre 1959 dall’allora vescovo di Todimonsignor Alfonso Maria De Sanctis epochi mesi dopo, il 2 marzo del 1960,papa Giovanni XXIII via ha inviato uno deiceri, concedendo successivamente (il 3aprile) una indulgenza plenaria ai pelle-grini ogni volta che avessero visitato ilSantuario. Anche San Giovanni Paolo IIlo ha visitato Il 22 novembre 1981. Lamissione ecclesiale del centro religioso,dettata da Madre Speranza, è quella diaccostare un gran numero di persone alSignore Gesù, “Medico dei corpi e delleanime”: un Medico che cura e risana –appunto – per mezzo del suo Amore edella sua Misericordia.

LA MISERICORDIA SI IMPARA DALLA CROCE

Seduta nel silenzio della cappella del Crocifisso, ho alzato gli occhi verso quel puntoilluminato della scultura. Non avevo mai visto prima un’espressione così nel volto diun Cristo! Un uomo sofferente, stremato, con ancora la forza di alzare la testa, di al-

zare gli occhi al cielo per affidarsi al Padre, per affidare anche me al Padre! L’esperienzadel pellegrinaggio diocesano a Collevalenza ha lasciato in me un segno molto forte. Un at-to di pura Misericordia che ho recepito come un dono, lì, nel momento della contempla-zione di quel volto, di quelle braccia aperte come per dire “Eccomi, sono qui!”. Ed ho co-minciato a ripensare alle parole del Vescovo Marcello durante l’omelia nella Messa: «Èpartendo dalla Croce che il cristiano impara l’Amore». Perché il Padre, da quella Croce, ciha dato tutto: «Tutto è compiuto, tutto è stato donato, tutto è stato offerto». Il Signore cichiede di essere non delle persone a metà, ma delle persone compiute. Misericordiosi co-

me il Padre, canta l’inno dell’Anno giubilare. E «La pastorale della Misericordia - continua il nostro Ve-scovo - comincia accogliendo». Misericordioso è chi si incammina verso qualcuno, chi si avvicina, chicammina accanto. Ed è stato un attimo il pensare alla mia vita, a tutte le esperienze dolorose, a quel-le gioiose alle quali magari non ho dato il giusto valore, all’esperienza di aver avuto accanto il Signo-re, a quella di non avergli dato importanza, ma Lui è lì, nel momento culminante del suo ministero,che con le braccia aperte alza gli occhi al cielo e mi affida al Padre.

Giorgia Masone

COLLEVALENZAPrimo pellegrinaggio diocesano sulle tracce dell’amore di Dio

foto: Raniero Avvisati

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il giubileo della misericordia 9

Venerdì 19 febbraio si è svolto il secondoappuntamento di A me lo avete fatto, ilciclo di catechesi diocesano sulle opere

di misericordia. L’incontro si è tenuto a Mari-no, nei locali della basilica di san Barnaba,coordinato da monsignor Pietro Massari, sultema: Dar da mangiare agli affamati. Nel suointervento, il parroco si è soffermato sul “da-re”, aiutandosi con alcune citazioni bibliche enon solo. “Dare” è un verbo che per molti hail sapore dell’obbligo e il retrogusto del sacri-ficio. Quasi come se gli uomini potessero da-re all’altro qualcosa di veramente proprio.Don Pietro ha spiegato come beni, denaro,ricchezze o, perché no, anche lo stesso panequotidiano, altro non è che il dono di Dio perciascuno. E quindi, a pensarci bene, che senso hanno quelletinte negative nel cuore? In fondo, ciò che si ha è del Signore.E Dio sfugge alla logica dell’economia, del dare solo per rice-vere. «E quando noi ci rapportiamo con il prossimo, non dob-biamo sentirci buoni, guardando dall’alto in basso chi abbia-mo di fronte, ma giusti», ha detto il parroco. Qual è la parolachiave da tenere a mente nell’incontro con l’altro? Gratuità.Dare senza aspettarsi qualcosa in cambio. Niente pubblicità,

né elogi, né riconoscimento. Perché «Gratui-tamente avete ricevuto, gratuitamente date»(Mt 10, 8) e «Non sappia la tua sinistra cosafa la tua destra» (Mt 6, 3). «Le mense dei po-veri sono la bellezza che cambia il mondo»ha concluso don Pietro, prima di lasciare laparola a due testimoni d’eccezione. La primaè stata Silvia, volontaria della mensa vicaria-le, impegnata nel servizio alla comunità.«Occorre trovare – ha detto – la giusta pros-simità con chi viene a trovarci alla mensadella Caritas. A volte i volontari tendono a farsentire più coinvolti i più spigliati, lasciandoin ombra chi più si vergogna, ma solo con iltempo e l’esperienza è possibile capire certerealtà». E poi c’è stata Barnabina, una delle

ospiti della mensa. Ha voluto metterci la faccia e denunciarequanto grave sia la mancanza d’informazione su certe realtà.Rischierebbero di finire nel dimenticatoio, se la comunità, acominciare dalle suore, non andasse nelle strade e nelle piaz-ze. Il prossimo appuntamento è venerdì 4 marzo presso laparrocchia San Michele di Aprilia. Il tema sarà Perdonare leoffese.

Mirko Giustini

OPERE DI MISERICORDIADare ai poveri, i privilegiati di Dio

In occasione dell’Anno Santo della Misericordia, i Vicaria-ti territoriali di Nettuno e Anzio sono protagonisti di unevento straordinario: la “Peregrinatio Giubilare di Santa

Maria Goretti”. In particolare, su impulso del parroco diSanta Barbara Vergine e Martire a Nettuno, e con la pienadisponibilità dei padri Passionisti del Santuario di NostraSignora delle Grazie e Santa Maria Goretti, la statua dellaMartire e la sua reliquia insigne – entrambe custodite nelSantuario di Nettuno – dal mese di gennaio stanno sostan-do per una settimana in ogni parrocchia dei due Vicariati, alfine di diffondere la devozione nella Santa del Perdono epromuovere momenti di fede e riflessione sul tema dellaMisericordia.La “Peregrinatio” è iniziata il 23 gennaio nella comunitàparrocchiale di Santa Barbara, dovesi trova anche la Chiesa giubilaredella Tenda del Perdono (dove SantaMaria Goretti perdonò AlessandroSerenelli prima di morire) e nellasettimana, il parroco don Luca DeDonatis ha visitato gli ammalati e gliinfermi della parrocchia – inclusi gliospiti della casa di cura Villa Linda –portando loro la reliquia insigne edonando conforto e speranza. Il sa-

bato successivo, in processione, statua e reliquia sono arri-vate nella parrocchia di San Giovanni, nel borgo medievale.Qui, il parroco don Francesco Angelucci ha organizzato unasettimana ricca momenti dedicati ai bambini, ai giovani, al-le famiglie e agli anziani, ma anche una visita alle case di ri-poso e la veglia con la confraternita. Domenica 7 febbraio,la “Peregrinatio” è arrivata a San Giacomo Apostolo, con lacomunità e la confraternita – guidate dal parroco don CarloRota – che hanno pregato, meditando sugli insegnamentidella Santa. Sabato 13 febbraio, poi, una processione ha at-traversato il territorio della parrocchia del SacratissimoCuore di Gesù, con la comunità che ha avuto la gioia di cu-stodire statua e reliquia per una settimana: il parroco donMassimo Silla ha promosso diverse iniziative, anche con

una “uscita” nella scuola dell’infan-zia “Casa del Sole”, Istituto Santa Lu-cia Filippini.Domenica 21 febbraio, reliquia e sta-tua hanno lasciato Nettuno centro esono state accolte con fede nellaparrocchia San Paolo Apostolo in TreCancelli. Anche qui, la confraternitadi Sant’Antonio Abate è stata parteci-pe nelle diverse iniziative.

Francesco M.

PEREGRINATIO GIUBILAREAnzio e Nettuno: con Maria Goretti per vivere il perdono

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speciale10

a cura del SERVIZIO DIOCESANO DI PASTORALE GIOVANILE

LE CATECHESI IN PREPARAZIONE ALLA GMG

Venerdì 26 febbraio, pressola parrocchia di San Giovan-ni Battista in Campoleone,

si è svolto il primo di due incon-tri previsti in Quaresima, in pre-parazione alla prossima Giorna-ta Mondiale della Gioventù che sisvolgerà dal 25 al 31 luglio aCracovia. Il titolo scelto per idue appuntamenti, inseriti nelGiubileo straordinario indettoda papa Francesco, è «Il voltodella Misericordia».Il momento di preghiera e ascol-to della Parola è stato guidato dadon Lorenzo Ucciero, giovane

sacerdote e attuale responsabile della Pastorale Giovaniledella diocesi di Sabina-Poggio Mirteto. Insieme ad alcunigiovani attori della medesima diocesi, don Lorenzo ha dram-matizzato la scena della Samaritana tratta dal Vangelo diGiovanni (Gv 4,3-30). Alternan-do parti della Scrittura e com-menti, sono stati sottolineati itratti salienti del brano, attualizza-

to nella vita quotidiana dei giovani. Don Lorenzo ha eviden-ziato il volto della Misericordia del Padre, soffermandosi inmodo particolare su come Gesù sia in grado di “ricomporrei pezzi” della nostra vita. Ad animare la serata, il coro dei giovani della parrocchia Na-tività della Beata Maria Vergine, della comunità di Santa Ma-

ria delle Mole, che hanno eseguito e insegnatoai presenti, l’inno ufficiale della Gmg il cui ri-tornello è: «Beato il cuore che perdona! Mi-sericordia riceverà da Dio in cielo!». All’incontro sulla Parola erano presenti di-versi giovani, tra i quali molti che partecipe-ranno alla prossima Gmg. Sono circa 150, in-fatti, coloro che partiranno con il gruppo del-la Diocesi di Albano per Cracovia, ai quali siaggiungono i giovani che parteciperanno co-me singoli o insieme a famiglie religiose. Ilprossimo appuntamento di ascolto della Pa-rola per giovani è previsto per venerdì 11

marzo, alle ore 20.45, presso la parroc-chia di Campo-

leone.

Valerio Messina

Sono numerosi i giovani della nostra diocesiche hanno deciso di partire per la Giorna-ta mondiale della Gioventù e vivere insie-

me ad altri loro coetanei l’esperienza di Cra-covia. Sono circa 150, infatti, coloro che parti-ranno dalla Diocesi di Albano e sono diversele iniziative che si stanno organizzando nellecomunità parrocchiali per raccogliere fondiche permettano ai giovani di pagare il costo diquesto evento. Dai pranzi comunitari, alle se-rate a tema, passando alla vendita di biscottifatti in casa, o quelli che riproducono il logo del-la Gmg. È la creatività che si mette in azione nellecomunità per fare in modo che i giovani possano par-tire per Cracovia. Da sottolineare come non siano soloragazze e ragazzi a essersi messi in moto, ma come tutti si

sentano partecipi, e co-sì anche coloro che nonpotranno partire permotivi di lavoro o peretà, stanno contribuen-do, non solo finanzian-do economicamente.Anche il Vescovo Mar-cello Semeraro ha de-ciso di sovvenzionareuna parte del viaggiodei giovani della nostraDiocesi.

RACCOLTA FONDISei sceso dalla tua immensità

in nostro aiuto.Misericordia scorre da te

sopra tutti noi.

Persi in un mondo d’oscuritàlì Tu ci trovi.

Nelle tue braccia ci stringi e poidai la vita per noi.

Beato è il cuore che perdona!Misericordia riceverà da Dio in cielo!

Solo il perdono riporteràpace nel mondo.

Solo il perdono ci sveleràcome figli tuoi.

Beato è il cuore che perdona...

Col sangue in croce hai pagato Tule nostre povertà.

Se noi ci amiamo e restiamo in teil mondo crederà!

Beato è il cuore che perdona...

Le nostre angosce ed ansietàgettiamo ogni attimo in te.

Amore che non abbandona mai,vivi in mezzo a noi!

Beato è il cuore che perdona...

L’INNO

don Lorenzo Ucciero

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sociale e cultura 11

1000reti social

IL FAI E LE GIORNATE DI PRIMAVERAAlla scoperta del patrimonio d’arte e naturalistico italiano

Il 19 e 20 Marzo intutta Italia si fe-steggiano le gior-

nate FAI di Primavera.Il FAI (acronimo diFondo Ambiente Ita-liano), è una Fonda-zione no profit natanel 1957 per proteg-gere e valorizzare ilpatrimonio d’arte, dinatura e paesaggio inItalia. La Fondazionesi prende cura dei

luoghi della penisola, restaurandoli e aprendoli al pubblico,coinvolge scuole e aziende in iniziative ideate ad hoc persensibilizzare le nuove generazioni e il mondo del lavoronella cura del paesaggio e – lì dove sono segnalati dalle co-munità locali con appelli su rischi per l’ambiente – la fonda-zione interviene attivamente e coinvolge le istituzioni. Legiornate di primavera del FAI, appuntamento ormai vicino incalendario, sono delle manifestazioni giunte quest’anno allaXXIV edizione, in occasione del quale centinaia di luoghi, ge-neralmente chiusi al pubblico, sono eccezionalmente visita-

bili. Lo scorso anno 650mila persone hanno fatto visita ai780 monumenti aperti in via straordinaria, nelle circa 250città coinvolte. Il FAI ha un’app ufficiale, per Android e iOSdalla quale è possibile conoscere la fondazione, scoprire iluoghi del FAI più vicini a sé (o a una città che si ha in pro-gramma di visitare), tramite la mappa che censisce tutti iluoghi presenti in Italia. È possibile inoltre scoprire se ci sia-no eventi in calendario, come l’apertura straordinaria di al-cuni beni, o visite guidate a monumenti, manifestazioni e al-tro. Grazie alla sezione “Campagne” è possibile conoscere lealtre iniziative, oltre alla “Giornate FAI di primavera”, e sco-prire la “FAI Marathon”, la campagna “Ricordiamoci di sal-vare l’Italia”, e “I luoghi del Cuore”. Per chi scegliesse di vo-ler contribuire ai progetti della fondazione, dall’app saràpossibile iscriversi (o regalare un’iscrizione) oppure soste-nere progetti specifici, tra i quali compaiono il bosco di SanFrancesco ad Assisi, o l’area agricola di Punta Mesco, nelleCinque Terre. Per seguire il FAI sui social: @Fondoambientesu twitter ed instagram, FAIchannel su Youtube; e FAI - Fon-do Ambiente Italiano su Facebook. Il sito ufficiale del FAI èfondoambiente.it ma in occasione delle giornate FAI di pri-mavera è in costruzione il sito giornatefai.it.

Chiara Ferrarelli

Sarà promossa a breve una campagna di do-cumentazione e di studio dell’ipogeo dedica-to al culto di San Michele Arcangelo, a Nemi,

per iniziativa di Roberto Libera, direttore del Mu-seo diocesano di Albano, con la collaborazionetecnica dei membri dell’associazione Sotterraneidi Roma, coordinati dal presidente Marco Placidi,su incarico dell’Istituto per il Sostentamento delclero, ente gestore dello speco. L’obiettivo è quel-lo di porre in essere possibili soluzioni per la con-servazione e la valorizzazione della grotta. Il sitosi trova all’interno del cono vulcanico, nel fondo del quale, intempi immemori, si adagiarono le acque che diedero vita allago di Nemi, lungo il costone posto al di sotto del centrourbano. Le prime informazioni relative al sito si trovano nel-la bolla di Lucio III del 2 aprile 1183: il documento attestal’allora possesso di Nemi ai monaci di Sant’Anastasio adAquasSalvias in Roma. La bolla menziona il “Castrum quoddicitur Nemo et ecclesiam S. Mariae, S. Angeli, S. Joanniset S. Nicolai…” e spesso i siti intitolati a San Michele veniva-no citati come luoghi di culto dedicati a Sant’Angelo. L’ab-bandono dello speco micaelico di Nemi, nel corso del tem-po, ha dato luogo al progressivo deterioramento della strut-tura e delle opere di arte sacra ivi contenute. Oltre ai furti diquanto fu possibile asportare, si deve registrare l’attuale

grave stato di conser-vazione delle pittureche decorano le paretidella grotta. In questocontesto sono presentidiversi affreschi, comequello che raffiguraSan Pietro con SanBernardino da Siena,nei pressi dell’ingres-so, mentre nel presbi-

terio si possono ammirare il dipinto del Signore in croce trala Santa Vergine e San Giovanni evangelista, inseriti in unascena che sullo sfondo riproduce il lago di Nemi. L’iscrizio-ne alla base della composizione pittorica porta la data direalizzazione, 1471, e il nome del committente, GiovanniBaraondo. Attualmente, le pitture sono coperte da una pel-licola di calce, che le rende poco leggibili; inoltre, in alcunipunti, le immagini sono state danneggiate dall’azione divandali. La stessa struttura dell’antro presenta notevoli cri-ticità: la roccia, infatti, mostra segni di crepe in più parti, ele piante sono stabilmente ancorate alla stessa, mettendoulteriormente in crisi la staticità del complesso ipogeo.

Roberto Libera

LO SPECO DI SAN MICHELE A NEMIUno studio su un’opera dimenticata del nostro territorio

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appunti12

Mensile di informazionedella Diocesi Suburbicaria di AlbanoAnno 9, numero 79 - febbraio 2016

APPUNTAMENTI01 MARZOMetti una sera a cenaIl vescovo incontra i sacerdoti dai 46 ai 65 anni nelseminario vescovile dalle ore 18,30. Guida l’incon-tro mons. Gianfranco Poli.

06 MARZOCresifest: festa diocesana dei cresimandiIl vescovo incontrerà i cresimandi che riceveran-no il sacramento della confermazione per un mo-mento di festa e di crescita. L’appuntamento è al-le dalle ore 15,00 alle ore 18,00 presso il CentroMariapoli di Castel Gandolfo (Via S. Giovanni Bat-tista De La Salle).

08 MARZOMetti una sera a cenaIl vescovo incontra i sacerdoti over 66 anni nel se-minario vescovile dalle ore 18,30. Guida l’incontromons. Gianfranco Poli.

12 MARZO• Consiglio Pastorale DiocesanoDalle ore 9.30 presso il seminario vescovile• Ritiro spirituale dei diaconi permanentiDalle ore 15.30 presso il seminario vescovile

15 E 16 MARZOLaboratorio pastorale per il cleroTema: Non possiamo permetterci la morte del fi-glio. L'incontro si terrà il 15 marzo per la zona col-li dalle ore 16.00 alle ore 19.00 presso le suoreApostoline (Via delle Mole, 3 - Castel Gandolfo) e il16 marzo per la zona mediana e mare dalle ore16.00 alle ore 19.00 presso la Parrocchia Santi Pie-tro e Paolo in Aprilia.

17 MARZORiunione del Consiglio PresbiteraleL’incontro si terrà alle ore 10.00 presso il Semi-nario vescovile.

18 MARZORiunione dei direttori degli Uffici pastoraliCuria vescovile, ore 10,00.

23 - 28 MARZOChiusura degli uffici di curiaGli uffici di curia rimarranno aperti fino alle ore12.30 di mercoledì 23 marzo e riapriranno alle ore9.00 del 29 marzo.

24 marzo• Messa CrismaleIl vescovo presiederà la celebrazione eucaristicanella basilica cattedrale alle ore 10,00. Per i sa-cerdoti e i diaconi l’appungamento è alle ore 9.30presso la curia vescovile.• Messa in Coena DominiIl vescovo presiederà la celebrazione eucaristicanella basilica cattedrale alle ore 18,00.

25 MARZOLiturgia della Passione del SignoreGiornata per le Opere della Terra SantaIl vescovo presiederà l’azione liturgica del venerdìsanto nella Basilica Cattedrale alle ore 17.00.

26 MARZOSolenne Veglia di PasquaIl vescovo presiederà la Celebrazione eucaristicanella Basilica Cattedrale alle ore 22.00 in cui rice-veranno i sacramenti dell’Iniziazione cristiana 10catecumeni.

Reg. n. 13/08 del 08.05.2008 presso il Tribunale di Velletri

Direttore Editoriale: Mons. Marcello Semeraro

Direttore responsabile: Dott. Fabrizio Fontana

Coordinatore di redazione: Don Alessandro Paone

Hanno collaborato:Alessandro Cardinale, Massimo Castellucci, ChiaraFerrarelli, Mirko Giustini, Roberto Libera, FrancescoMacaro, Giorgia Masone, Valerio Messina, FrancescoMinardi, Monia Nicoletti, Vincenzo Paglia, AntonelloPalozzi, Giovanni Salsano, Alessandro Saputo, Ema-nuele Scigliuzzo, Irene Villani.

Piazza Vescovile, 1100041 Albano Laziale (Rm)Tel. 06/93.26.84.024 - Fax 06/93.23.844

[email protected]

Stampa: Tipografica Renzo PalozziVia Vecchia di Grottaferrata, 400047 Marino (Rm) - Tel. 06/93.87.025

Questo numero è stato chiuso il 25.02.2016

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“Mai soli... in cerca di te”: torna il CresiFest della Diocesi di Albano

«Carissimi ragazzi e ragazze che nei prossimi mesi riceverete il sacramento della Con-fermazione, siete la speranza e la gioia della nostra Chiesa diocesana. Il dono delloSpirito Santo farà di voi coraggiosi testimoni di vita nuova. Non potendo celebrare tut-te le vostre Cresime, desidero incontrarvi per dirvi personalmente quanto siete prezio-si per la nostra Chiesa». Questo è l’invito di monsignor Marcello Semeraro per il Cre-siFest, in programma domenica 6 marzo, dalle 15, quando i cresimandi della Diocesi diAlbano incontreranno il vescovo. L’appuntamento è al Centro Mariapoli di Castel Gan-dolfo dove, accompagnati dai catechisti, arriveranno circa settecento ragazzi dei vica-riati territoriali di Albano, Ariccia, Ciampino, Marino, Pomezia-Ardea, Aprilia, Anzio eNettuno. L’evento, alla quarta edizione, è stato organizzato dall’Ufficio catechistico dio-cesano, diretto da don Jourdan Pinheiro, dal Centro oratori diocesano e dal Servizio dipastorale giovanile, diretti da don Salvatore Surbera e don Valerio Messina. Il CresiFestè un’occasione per riflettere, pregare, parlare con il vescovo, ma anche per divertirsicon attività di gruppo, spettacoli musicali e artistici. Sul sito www.catechisticodiocesi-dialbano.com è possibile scaricare il materiale per prepararsi all’evento che sarà an-che social. Su Facebook è stato infatti aperto il gruppo “CresiFest – Diocesi di Albano”(vi si può accedere anche da smartphone attraverso il qr-code sull’invito) dove i parte-cipanti possono condividere foto, pensieri ed emozioni. Il tema, lo stesso in ogni edizio-ne, è “Mai soli... in cerca di te”: perché chi riceve il sacramento della Confermazionepuò contare sulla vicinanza del pastore e dell’intera comunità, e perché la Chiesa di Al-bano va sempre incontro ai giovani in cerca di fede, cercando di comprendere ed entra-re nel loro mondo. Una vicinanza che prosegue anche dopo la Cresima (senza la qua-le, come ha detto papa Francesco «I cristiani restano a metà cammino»), che deve es-sere un punto di partenza verso una vita cristiana attiva e profonda.

Francesco Minardi