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Numero 30 giugno 2011 Una nuova era per la Politica europea sulla Biodiversità POLITICA EUROPEA SULLA BIODIVERSITÀ La nuova Strategia dell’UE sulla biodiversità GESTIRE NATURA 2000 La designazione dei SIC come ZSC ISSN 1562-5478 NOTIZIARIO NATURA E BIODIVERSITà DELLA COMMISSIONE EUROPEA natura

Una nuova era per la Politica europea sulla Biodiversitàec.europa.eu/environment/nature/info/pubs/docs/nat2000newsl/nat30... · la nuova strategia segue il piano di azione a favore

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Numero 30 • giugno 2011

Una nuova era per la Politica europea sulla BiodiversitàPOLITICA EUROPEA SULLA BIODIVERSITÀ

La nuova Strategia dell’UE sulla biodiversità

GESTIRE NATURA 2000

La designazione dei SIC come ZSC

ISSN

156

2-54

78

N o t I z I a r I o N a t u r a e b I o d I v e r S I t à d e l l a C o m m I S S I o N e e u r o p e a

natura

2 natura2000

La strategia dell’UE sulla biodiversità fino al 2020 .................3–7

Natura 2000 barometro ........... 8–9

Designazione di Zone Speciali di Conservazione ....10–13

NaturaNews ...... 14–16

Il Commissario Potočnik

© european Com

mission

Una nuova era per la Politica europea sulla Biodiversità poiché la conservazione della biodiversità è stata una delle mie massime priorità da quando sono Commissario, è per me un grande piacere annunciare l’adozione di una nuova Strategia sulla biodiversità per l’unione europea, che indica il percorso per i prossimi dieci anni.

proteggere la biodiversità delle specie e degli habitat che ci circondano non significa soltanto conservare la bellezza della natura, ma ha un senso anche dal punto di vista economico. Gli ecosistemi in buona salute ci offrono una notevole gamma di servizi gratuiti. Investire nel mantenimento di questi servizi oggi, rappresenta quindi una opzione preferibile rispetto a dover pagare soluzioni tecnologiche dispendiose domani, quando i servizi ecosistemici saranno ormai compromessi.

Secondo lo studio teeb, le opportunità di investimento nella biodiversità potrebbero raggiungere un valore di sei miliardi di dollari entro il 2050. Se la crescita economica continuasse di questo passo, invece, potremmo accumulare una perdita di benessere fra i due e i quattro miliardi e mezzo di dollari nei prossimi cinquanta anni.

la posta in gioco è alta sotto tutti i punti di vista: economico, ecologico e sociale. È per questa ragione che ho ritenuto di fondamentale importanza che l’europa si dotasse di una nuova ambiziosa strategia non solo per arrestare, ma anche per invertire la perdita di biodiversità nei prossimi dieci anni. la nuova strategia europea è stata costruita proprio con questa finalità: ruota attorno a sei obiettivi ambiziosi ma realistici che si indirizzano verso le principali cause di perdita di biodiversità e stabilisce un percorso d’azione fino al 2020.

la nuova strategia nasce inoltre in un momento strategico: in questi giorni le Istituzioni europee sono impegnate nella definizione del Quadro Finanziario pluriennale che determinerà le priorità di spesa dal 2014 in poi. Gli obiettivi 1 e 3 della nuova strategia hanno lo scopo di assicurare che i 26.000 siti della rete Natura 2000 siano efficacemente gestiti, a beneficio sia della natura che delle persone, e che siano ben integrati nelle altre politiche europee di settore come l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca. Questi obiettivi potranno tuttavia essere raggiunti solo se saranno disponibili le necessarie risorse.

Investire opportunamente in Natura 2000 non significa soltanto contribuire al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo posti per la conservazione della biodiversità entro il 2020, ma significa anche investire sul nostro futuro. Se si investe correttamente ora, potremmo raccoglierne i benefici per molti anni e per generazioni in futuro.

Il Commissario Janez Potočnik

© naturepl.com

© d

avid Kjaer©

daniel d

ite

Indice Editoriale

In copertina: ape sul Digitalis purpurea. © Stephen dalton/naturepl.com

3Numero 30 • giugno 2011

La strategia dell’UE sulla biodiversità fino al 2020Adottata una nuova strategia europea la Commissione europea ha pubblicato il 3 maggio 2011 una nuova strategia per migliorare lo stato della biodiversità in europa nella prossima decade. la nuova strategia viene pubblicata a distanza di soli sei mesi dall’adozione del piano Strategico Globale contro la perdita della biodiversità approvato dalla Conferenza delle parti della Convenzione sulla diversità biologica in Giappone, e ribadisce l’impegno dell’europa a scongiurare una crisi globale della biodiversità. la nuova strategia europea sulla biodiversità definisce i fondamenti politici e le azioni da mettere in pratica a livello europeo nei prossimi dieci anni per raggiungere gli obiettivi stabiliti dai Capi di Stato e di Governo nel marzo 2010. Questi ultimi affidano all’europa il compito di “arrestare la perdita di biodiversità e il degrado dei servizi ecosistemici in Europa entro il 2020, e ripristinarli per quanto

possibile, rafforzando il contributo europeo per evitare la perdita di biodiversità”. la nuova strategia segue il piano di azione a favore della biodiversità del 2006, facendo tesoro dell’esperienza di implementazione e alzando il livello di ambizione per il 2020. pertanto, oltre ad arrestare la perdita di biodiversità, la strategia mette in luce, per la prima volta, l’immenso valore dei servizi eco sistemici e la necessità di ripristinarli a beneficio dell’ambiente e della società. la strategia è costruita intorno a sei obiettivi complementari ed interdipendenti che riguardano i principali fattori responsabili della perdita di biodiversità e si propongono di ridurre le maggiori pressioni sulla natura e i servizi ecosistemici in europa. Ci si concentra in particolar modo sull’integrazione degli obiettivi relativi alla biodiversità nelle politiche di settore, aumentando gli sforzi per implementare pienamente la legislazione sulla natura esistente e per colmare le

importanti lacune politiche. vengono inoltre presi in considerazione gli aspetti globali, per assicurare il contributo europeo al rispetto degli impegni presi lo scorso anno in Giappone. I sei obiettivi della strategia europea riguardano:• piena implementazione della

legislazione europea per proteggere la biodiversità

• migliore protezione degli ecosistemi e un maggiore utilizzo delle infrastrutture verdi

• pratiche agricole e forestali più sostenibili

• migliore gestione della disponibilità ittica e attività di pesca più sostenibile

• Controllo più stringente sulle specie aliene invasive

• maggiore contributo dell’europa per arrestare la perdita di biodiversità a livello globale.

ogni obiettivo si traduce in una serie di 20 azioni prioritarie e in altre misure costruite in modo tale che tali ambizioni siano pienamente realizzate.

© peter Creed

La Commissione Europea ha

adottato lo scorso maggio una

nuova strategia dell’Unione

Europea per conservare e

aumentare la biodiversità ed assicurarne un uso sostenibile

Biodiversità: nuova

strategia europea

Macchia Mediterranea in piena fioritura, Grecia – un hotspot della biodiversità europeo

© european Com

mission

4 natura2000

Obiettivo 1:Arrestare il deterioramento dello stato di tutte le specie e gli habitat contemplati nellalegislazione dell’UE in materia ambientale e conseguire un miglioramento significativo equantificabile del loro stato in modo che, entro il 2020, rispetto alle valutazioni odierne: i) lo stato di conservazione risulti migliorato nel

doppio degli habitat e nel 50% in più delle specie oggetto delle valutazioni condotte a titolo della direttiva habitat; e

ii) lo stato di conservazione risulti preservato o migliorato nel 50% in più delle specie oggetto delle valutazioni condotte a titolo della direttiva Uccelli.

Obiettivo 2 Entro il 2020 preservare e valorizzare gli ecosistemi e i relativi servizi mediante l’infrastruttura verde e il ripristino di almeno il 15% degli ecosistemi degradati.

Il valore economico della impollinazione ad opera degli insetti è stato stimato circa 15 miliardi di euro all’anno

© iStock

obiettivo 1Attuazione integrale delle Direttive Habitat e Uccelli Il primo obiettivo, cruciale affinché le specie e gli habitat protetti raggiungano un buono stato di conservazione in Europa, concerne la piena e tempestiva attuazione delle Direttive sulla Natura. Attualmente, solo il 17% delle analisi a livello biogeografico sullo stato di conservazione di specie ed habitat protetti ha registrato una valutazione positiva; la maggior parte versa pertanto in uno stato di conservazione non favorevole-inadeguato o non favorevole-cattivo. La nuova strategia europea inserisce fra i propri obiettivi l’aumento significativo del numero di valutazioni che, entro i prossimi dieci anni, registrino uno stato di conservazione delle specie e degli habitat, protetti da entrambe le Direttive, che sia favorevole o in miglioramento (si veda il dettaglio degli obiettivi nel box seguente). Considerando che le misure di conservazione necessitano di tempo per avere effetto su alcune specie rare e a rischio così come alcune tipologie di habitat, e che il raggiungimento di un buono stato di conservazione è spesso possibile solo nel medio o lungo periodo, l’obiettivo 1 considera anche l’importanza di ottenere un miglioramento significativo e misurabile dei parametri considerati per la valutazione dello stato di conservazione. Per gli habitat essi includono la superficie, la struttura e il funzionamento, la presenza di specie tipiche, l’estensione e le prospettive future. Obiettivi quantificabili e conseguibili in un tempo limitato contribuiscono ad accelerare il processo di attuazione delle due Direttive. In questo contesto, la nuova strategia rimarca l’importanza di assicurare l’effettiva gestione dei siti Natura 2000 attraverso lo sviluppo e la tempestiva applicazione dei piani di gestione o di altri strumenti equivalenti che stabiliscano le misure di conservazione e ripristino necessarie per ciascun sito. Per raggiungere questo obiettivo sono state identificate altre azioni specifiche che includono:• Portare a termine l’istituzione della rete Natura 2000, soprattutto in

l’ambiente marino;• Garantire un finanziamento adeguato per le misure di conservazione

necessarie ai siti Natura 2000 sia a livello europeo che a livello nazionale e regionale;

• Integrare la protezione di habitat e specie e le necessità di gestione nelle politiche ambientali sia dentro che fuori i siti Natura 2000;

• Promuovere e condividere esperienze, buone pratiche e cooperazione sovranazionale nella gestione di Natura 2000; e

• Incrementare la sensibilizzazione e l’impegno delle parti interessate per migliorare l’attuazione delle due Direttive

È inoltre previsto per il 2013 il lancio di una nuova campagna di comunicazione su Natura 2000, allo scopo di perfezionare e razionalizzare il monitoraggio e la rendicontazione di cui all’articolo 17 della Direttiva Habitat, così come l’incremento dell’accesso alle informazioni su Natura 2000 e sulla biodiversità in generale.

obiettivo 2Preservare e ripristinare gli ecosistemi e i loro serviziIl secondo obiettivo concerne il mantenimento e il miglioramento dei servizi ecosistemici e il ripristino degli ecosistemi degradati in Europa, in linea con l’obiettivo a livello mondiale, adottato in Giappone lo scorso anno, che si propone di ripristinare almeno il 15% di tutti gli ecosistemi degradati. Alla base di questo obiettivo si pone la consapevolezza che l’Europa è uno dei continenti più frammentati al mondo. Tale frammentazione indebolisce non solo la biodiversità ma anche i molti servizi che un ecosistema sano offre spontaneamente: l’approvvigionamento abbondante di acqua pulita, la protezione contro le inondazioni e i fenomeni di erosione ecc… Affinché le attività di ripristino favoriscano il miglioramento dei servizi ecosistemici, è necessario integrare questi ultimi in un contesto più ampio, ad esempio attraverso una migliore pianificazione territoriale. A tal fine, una delle prime azioni previste dalla nuova strategia prevede lo sviluppo di una Strategia per le Infrastrutture Verdi a livello europeo entro il 2012. Lo scopo è di promuovere gli investimenti nelle Infrastrutture Verdi in Europa, così che si possano trarre benefici dai servizi ecosistemici e, allo stesso tempo, creare opportunità di lavoro e di sviluppo economico. Le Infrastrutture Verdi contribuiscono in maniera significativa alla mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Esse concorreranno al rafforzamento e al ripristino della funzionalità e della resilienza degli ecosistemi in un ambiente più ampio e, inoltre, miglioreranno la connettività fra le aree interessate da Natura 2000 agevolando la fruizione dei molteplici beni e servizi offerti dagli ecosistemi. La Strategia per le Infrastrutture Verdi incoraggia un uso efficiente ed intelligente del nostro prezioso capitale naturale – contribuendo così al raggiungimento degli obiettivi dell’Iniziativa faro per un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse. La nuova strategia per la biodiversità prevede anche la creazione di un sistema di mappatura e valutazione dello stato degli ecosistemi e del valore dei servizi offerti in Europa, al fine di integrare i valori registrati in un sistema di contabilità e rendicontazione a livello nazionale ed europeo. L’idea nasce da una forte raccomandazione scaturita dallo studio portato avanti a livello internazionale su l’Economia della Biodiversità e degli Ecosistemi (TEEB). L’elaborazione di questo sistema di valutazione potrebbe portare alla creazione di un quadro di riferimento strategico, all’interno del quale si potranno definire le priorità per il ripristino degli ecosistemi. Infine, le azioni previste dall’obiettivo 2 si propongono di garantire che non si verifichino perdite nette di biodiversità e di servizi ecosistemici, sviluppando, da una parte, una metodologia per prevenire gli impatti negativi sulla biodiversità di progetti, piani e programmi finanziati dall’Unione Europea e, dall’altra, assicurando che tutti gli impatti che non possono essere evitati siano adeguatamente compensati.

5Numero 30 • giugno 2011

Obiettivo 3: A) Agricoltura – Entro il 2020 estendere al massimo le superfici agricole coltivate a prati, seminativi e colture permanenti che sono oggetto di misure inerenti alla biodiversità a titolo della PAC, in modo da garantire la conservazione della biodiversità e apportare un miglioramento misurabile (*), da un lato, allo stato di conservazione delle specie e degli habitat che dipendono dall’agricoltura o ne subiscono gli effetti e, dall’altro, all’erogazione dei servizi ecosistemici rispetto allo scenario di riferimento per l’UE del 2010, contribuendo in tal modo a promuovere una gestione più sostenibile.

B) Foreste – Entro il 2020 istituire piani di gestione forestale o strumenti equivalenti, in linea con la gestione sostenibile delle foreste, per tutte le foreste di proprietà pubblica e per le aziende forestali di dimensioni superiori a una determinata superficie** (che deve essere definita dagli Stati membri o dalle regioni e indicata nei programmi di sviluppo rurale) sovvenzionate a titolo della politica dell’UE di sviluppo rurale, in modo da apportare un miglioramento misurabile (*), da un lato, allo stato di conservazione delle specie e degli habitat che dipendono dalla silvicoltura o ne subiscono gli effetti e, dall’altro, all’erogazione dei relativi servizi ecosistemici rispetto allo scenario di riferimento per l’UE del 2010.

(*) per entrambi gli obiettivi il miglioramento va misurato rispetto agli obiettivi quantificati stabiliti, nell’obiettivo 1, per lo stato di conservazione delle specie e degli habitat di interesse unionale e, nell’obiettivo 2, per il ripristino degli ecosistemi degradati.

(**) per le aziende forestali di superficie meno estesa, gli Stati membri possono prevedere altri incentivi per incoraggiare l’adozione di piani di gestione o di strumenti equivalenti che siano in linea con la gestione sostenibile delle foreste.

Obiettivo 4: Pesca – Conseguire entro il 2015 il rendimento massimo sostenibile. Conseguire una distribuzione della popolazione per età e dimensione indicativa di uno stock in buone condizioni, mediante una gestione della pesca che non abbia effetti negativi di rilievo su altri stock, specie ed ecosistemi, nell’intento di ottenere un stato ambientale soddisfacente entro il 2020, come previsto dalla direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino.

La pesca deve diventare più sostenibile nei prossimi dieci anni

Quasi un terzo della superficie all’interno della rete Natura 2000 è coperto da terreni agricoli

© Spanish Cetacean Society

© Still pictures

obiettivo 4Garantire l’uso sostenibile delle risorse alieuticheLa strategia si propone, in particolare, di promuovere azioni che favoriscano il ripristino degli stock ittici a livelli alti. Questo comporterà anche lo sviluppo e l’attuazione di piani di gestione a lungo termine nell’ambito della PCP che siano dotati di norme per il controllo delle catture basate sull’approccio del rendimento massimo sostenibile. La UE inoltre, ha espresso ferma intenzione di sviluppare misure volte a eliminare gradualmente i rigetti in mare, a evitare le catture accessorie di specie non bersaglio e preservare gli ecosistemi marini vulnerabili, ponendo particolare attenzione a specie ed habitat protetti dalle Direttive per la natura e agli obiettivi stabiliti dalla Direttiva Quadro sulla Strategia per l’Ambiente Marino che si propone di portare le acque marine europee ad un buono stato ambientale entro il 2020.

obiettivo 3Incrementare il contributo dell’agricoltura e della silvicoltura al mantenimento e al rafforzamento della biodiversitàIl terzo obiettivo si concentra sull’importanza di integrare la conservazione della biodiversità in altre politiche di settore, in particolare relative all’agricoltura, la silvicoltura e la pesca. L’imminente riforma della PAC e della PCP nonché il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale previsti per il 2013, rappresenteranno nuove importanti opportunità di migliorare la sinergia e massimizzare la coerenza fra gli obiettivi di protezione della biodiversità e quelli di altre politiche di settore. Se correttamente indirizzato, questo potrebbe condurre ad un notevole miglioramento della conservazione di specie e habitat che dipendono o sono influenzate da attività agricole, forestali o di pesca. Le azioni previste dalla strategia sono progettate per sfruttare al massimo tali opportunità. Nel caso della riforma della PAC, la Commissione proporrà che i pagamenti diretti premino la creazione di beni pubblici ambientali che vanno al di là dei requisiti di condizionalità, quali pascoli permanenti, coperture vegetali, rotazione delle colture, messa a riposo ecologica, Natura 2000. La Commissione proporrà inoltre di semplificare le norme di condizionalità in materia di buone condizioni agronomiche e ambientali (BCAA) e di inserire obiettivi quantificati in tema di biodiversità nelle strategie e nei programmi di sviluppo rurale. Nel caso della gestione forestale, gli Stati Membri e la Commissione incoraggeranno l’adozione di piani di gestione forestale o di strumenti equivalenti per tutte le foreste pubbliche e per alcune di quelle private, assicurando anche che tali piani siano in linea con i principi di gestione sostenibile delle foreste, comprendano misure che favoriscono la biodiversità (come ad esempio il mantenimento di un livello ottimale di necromassa) e, laddove necessario, migliorino lo stato di conservazione di siti forestali di Natura 2000.

6 natura2000

Obiettivo 6:Entro il 2020 l’UE avrà accresciuto il proprio contributo per scongiurare la perdita di biodiversità a livello mondiale.

Obiettivo 5: Entro il 2020 individuare e classificare in ordine di priorità le specie esotiche invasive e i loro vettori, contenere o eradicare le specie prioritarie, gestire i vettori per impedire l’introduzione e l’insediamento di nuove specie.

La Cozza zebra è una specie esotica invasiva che sta causando in Europa significativi danni economici

Il World Resources Institute stima che entro i prossimi 20 anni il 75% della barriera corallina mondiale sarà a rischio di estinzione o estremamente danneggiata se le emissioni di carbonio non saranno diminuite drasticamente

© iStock

© Stillpix

obiettivo 5Combattere le specie esotiche invasive Il quinto obiettivo va a colmare un’importante lacuna politica a livello europeo relativa alla specie esotiche invasive che rappresentano una crescente minaccia alla biodiversità in Europa. Sebbene le sfide poste da tale problematica siano comuni a molti Stati Membri, infatti, non esiste al momento una politica specifica. La Commissione di propone pertanto di sviluppare uno strumento legislativo specifico entro il 2012 per affrontare le sfide comuni quali l’individuazione dei vettori, la creazione di un sistema di rapida individuazione e risposta, il contenimento e la gestione delle specie. La Commissione, infine, inserirà ulteriori considerazioni in materia di biodiversità nei regimi fitosanitari e zoo-sanitari.

obiettivo 6Contribuire a evitare la perdita di biodiversità su scala mondialeInfine, l’ultimo obiettivo riguarda il contributo dell’Europa alla conservazione della biodiversità a livello globale. Le azioni previste non solo mirano ad adempiere all’impegno assunto in Giappone lo scorso anno e in altri fora internazionali, ma anche a ridurre l’impatto esercitato dai modelli di consumo europei sulla biodiversità a livello globale. In tale contesto, si pone particolare attenzione alla riduzione delle cause indirette della perdita di biodiversità. Ad esempio, le azioni previste hanno lo scopo di:• ridurre gli impatti sulla biodiversità dei modelli di consumo europei;• rafforzare il contributo della politica commerciale per conservare la

biodiversità affrontando, nel miglior modo possibile, i potenziali effetti negativi sugli accordi commerciali;

• cooperare a uno sviluppo “a prova di biodiversità” al fine di minimizzare gli eventuali effetti negativi sulla biodiversità;

• dare i giusti segnali di mercato per la tutela della biodiversità, portando avanti, ad esempio, attività di riforma, eliminazione graduale e soppressione delle sovvenzioni dannose a livello dell’Unione Europea e nazionale nonché introducendo incentivi positivi per la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità.

La Commissione, inoltre, intende aumentare significativamente le risorse destinare alla biodiversità mondiale e proporre norme legislative volte ad attuare il protocollo di Nagoya sull’accesso alle risorse genetiche e alla ripartizione giusta ed equa dei benefici derivanti dal loro sfruttamento nell’Unione europea, in modo che l’UE possa ratificare tale protocollo il più presto possibile.

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20 Azioni della Strategia dell’UE sulla biodiversità fino al 2020 OBIETTIVO 1: ATTUAZIONE INTEGRALE DELLE DIRETTIVE HABITAT E UCCELLIAzione 1: Portare a termine l’istituzione della rete Natura 2000 e garantirne una buona gestioneAzione 2: Garantire un finanziamento adeguato ai siti Natura 2000Azione 3: Incrementare la sensibilizzazione e l’impegno delle parti interessate e migliorare l’applicazioneAzione 4: Migliorare e razionalizzare il monitoraggio e la rendicontazione

OBIETTIVO 2: PRESERVARE E RIPRISTINARE GLI ECOSISTEMI E I LORO SERVIZIAzione 5: Migliorare la conoscenza degli ecosistemi e dei relativi servizi nell’UEAzione 6: Definizione delle priorità volte a ripristinare gli ecosistemi e promuovere l’uso delle infrastrutture verdiAzione 7: Garantire che non si verifichino perdite nette di biodiversità e di servizi ecosistemici

OBIETTIVO 3: INCREMENTARE IL CONTRIBUTO DELL’AGRICOLTURA E DELLA SILVICOLTURA AL MANTENIMENTO E AL RAFFORZAMENTO DELLA BIODIVERSITÀAzione 8: Incrementare i pagamenti diretti per i beni pubblici ambientali nella politica agricola comune dell’UEAzione 9: Orientare meglio lo sviluppo rurale per conservare la biodiversitàAzione 10: Preservare la diversità genetica dell’agricoltura europeaAzione 11: Incoraggiare i silvicoltori a proteggere e incrementare la biodiversità forestaleAzione 12: Integrare le misure sulla biodiversità nei piani di gestione forestale

OBIETTIVO 4: GARANTIRE L’USO SOSTENIBILE DELLE RISORSE ALIEUTICHEAzione 13: Migliorare la gestione degli stock catturatiAzione 14: Eliminare gli effetti negativi sugli stock ittici, le specie, gli habitat e gli ecosistemi

OBIETTIVO 5: COMBATTERE LE SPECIE ESOTICHE INVASIVEAzione 15: Rafforzare i regimi fitosanitari e zoo sanitari dell’UEAzione 16: Istituire uno strumento specifico per le specie esotiche invasive

OBIETTIVO 6: CONTRIBUIRE A EVITARE LA PERDITA DI BIODIVERSITÀ SU SCALA MONDIALEAzione 17: Ridurre le cause indirette della perdita di biodiversitàAzione 18: Mobilitare ulteriori risorse per la conservazione della biodiversità mondialeAzione 19: Cooperare a uno sviluppo “a prova di biodiversità”Azione 20: Regolamentare l’accesso alle risorse genetiche e condividere equamente i benefici derivati dal loro uso

Monitorare l’impatto della nuova strategia sulla biodiversità la Comunicazione della Commissione del gennaio 2010 rimarca l’importanza di avere solide conoscenze scientifiche, sulle quali misurare i progressi e valutare se le azioni intraprese stanno esercitando l’impatto desiderato sulla biodiversità. Questa necessità ha portato alla pubblicazione nel 2010 dello Scenario della biodiversità nell’ue, documento che fornisce un’istantanea dello stato e dell’andamento delle componenti chiave della biodiversità e degli ecosistemi in europa. lo Scenario 2010 rappresenta un punto di riferimento per valutare i futuri cambiamenti nella biodiversità e pertanto costituisce l’elemento centrale del quadro integrato per il monitoraggio, la valutazione e la comunicazione dei progressi ottenuti grazie all’attuazione della nuova strategia. Sarà tuttavia cruciale, sulla base dello Scenario, colmare importanti lacune di conoscenza e consolidare i dati provenienti da altre fonti. Così facendo, l’unione europea, entro il 2020, potrà avere una panoramica dello stato della biodiversità e degli effetti delle proprie politiche ed azioni.

Mobilitare le risorsela realizzazione degli obiettivi della strategia dipenderà dalla disponibilità e dall’impiego efficiente delle risorse finanziarie. In tale contesto, la Commissione europea si impegna a garantire un’utilizzazione e una ripartizione migliore dei fondi esistenti per la biodiversità e per Natura 2000 massimizzandone i benefici collaterali. In tempi di crisi economica, però, sarà necessaria una diversificazione delle fonti di finanziamento e l’individuazione di meccanismi innovativi come, ad esempio, il regime di pagamenti per i servizi ecosistemici che premi quelli che forniscono beni e servizi

pubblici quali, fra gli altri, gli ecosistemi agricoli, forestali e marini. rispetto alla gestione della rete Natura 2000, il cui costo è stato stimato a circa 5,8 miliardi di euro all’anno, appare sempre più evidente la necessità di un approccio strategico al finanziamento che aumenterebbe considerevolmente le possibilità per gli Stati membri di accedere ai fondi e, inoltre, rappresenterebbe una migliore applicazione dell’articolo 8 della direttiva Habitat che prevede lo sviluppo di un “quadro di azioni elencate per priorità” laddove i siti siano designati come zone Speciali di Conservazione.

la Commissione, infine, sosterrà un impegno particolare per monetizzare il valore dei servizi ecosistemici, al fine di persuadere gli altri settori dei benefici socio-economici dell’investimento nella biodiversità.

Costruire la collaborazionela nuova strategia e le relative azioni vanno perseguite con interventi condotti a livello subnazionale, nazionale e

comunitario. occorre quindi uno stretto coordinamento per garantire la coerenza tra l’azione dell’ue e quella degli Stati membri. Il perseguimento degli obiettivi per il 2020 non può prescindere dal pieno coinvolgimento di tutti gli altri soggetti interessati. durante l’attuazione della strategia, infatti, la Commissione sarà impegnata a rinforzare la cooperazione e a costruire una collaborazione durevole con i settori chiave dell’economia e della società.

La nuova strategia sulla biodiversità e la valutazione dell’impatto sono disponibili al sito http://ec.europa.eu/environment/nature/biodiversity/comm2006/2020.htm insieme al materiale sulla strategia e gli obiettivi

elaborato per la stampa

8 natura2000

* La superficie e la percentuale del territorio corrispondono al territorio di Cipro in cui è attualmente d’applicazione l’acquis comunitario, in virtù del protocollo 10 del Trattato di Adesione di Cipro.

** A causa della mancanza di informazioni nei Formulari Natura 2000, la superficie delle zone marine per questi Paesi è stata calcolata, laddove necessario, tramite analisi GIS. Il numero dei siti marini non può essere calcolato o potrebbe essere impreciso.

8 natura2000

© iStock

barometro

Stati membri

BELGIË/BELGIQUE

BULGARIA

CESKÁ REPUBLIKA

DANMARK

DEUTSCHLAND

EESTI**

ÉIRE/IRELAND

ELLÁDA**

ESPAÑA

FRANCE

ITALIA

KÝPROS*

LATVIJA

LIETUVA**

LUXEMBOURG

MAGYARORSZÁG

MALTA

NEDERLAND

ÖSTERREICH

POLSKA

PORTUGAL

ROMÂNIA**

SLOVENIJA

SLOVENSKO

SUOMI

SVERIGE

UNITED KINGDOM

Numero delle ZPS

area totale delle ZPS (km²)

Numero delle ZPS marine

area a mare delle ZPS

(km²)

234 2.967 4 315

114 22.678 14 539

41 7.034 0 0

113 2.538 59 12.180

738 43.763 15 16.149

66 6.160 ** 6.497

162 3.955 86 1.276

202 27.592 ** 1.909

593 103.539 31 1.009

384 43.567 73 34.918

600 41.067 45 2.724

29 1.484 3 109

95 6.479 4 520

85 5.482 ** 423

12 139 0 0

56 13.458 0 0

13 16 0 0

78 5.235 6 4.895

97 9.869 0 0

142 48.841 4 6.463

59 9.816 10 622

108 28.384 ** 1.467

27 4.653 1 3

38 12.236 0 0

468 25.271 66 5.567

531 25.837 108 4.016

262 15.279 37 8.619

5.347 517.340 566 110.220

Numero di SiCarea totale dei SiC

(km²)Numero di SiC marini

area a mare dei SiC (km²)

280 3.071 2 1.029

228 32.838 14 592

1.084 7.867 0 0

261 3.174 125 16.145

4.621 34.655 53 19.768

531 7.623 ** 3.753

426 7.553 98 6.017

241 21.467 ** 6.573

1.458 123.444 95 7.900

1.368 46.778 134 27.521

2.269 43.335 165 2.781

40 754 6 129

324 7.294 6 562

403 6.100 ** 540

48 414 0 0

477 14.432 0 0

28 42 1 8

144 3.483 14 11.397

170 8.988 0 0

823 34.321 6 3.599

96 16.013 25 775

298 31.476 ** 1.353

259 6.360 3 0

382 5.739 0 0

1.715 43.092 98 5.460

3.984 56.917 334 7.508

636 16.657 62 26.322

22.594 583.888 1.247 149.732

ZOne a PrOteZiOne sPeciale (ZPs) Direttiva Uccelli

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

35%

40%

SI BG SKCY

(1) ES GR HU PT PL IT LU RO EE DE AT FI CZ NL SE IE MT BE FR LT LV DK UK

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

35.000

40.000

45.000

% di area nazionaleArea marina di Natura 2000

La rete Natura 2000 – stato a gennaio 2011

© d

avid Kjaer

Nota Bene:

• Il barometro Natura è gestito dalla dG ambiente con l’assistenza tecnica dell’agenzia europea per l’ambiente e si basa sulle informazioni ufficiali trasmesse dagli Stati membri

• diversi siti sono stati designati, totalmente o in parte, ai sensi di entrambe le direttive sulla natura. le cifre relative alla globalità dei siti Natura 2000 (SIC + zpS) sono state ottenute attraverso l’analisi GIS, utilizzando i confini spaziali elettronici elaborati dagli Stati membri per ciascuno dei siti. Questo metodo di calcolo elimina ogni possibile sovrapposizione fra i siti della direttiva Habitat e i siti della direttiva uccelli.

• la percentuale della superficie totale si riferisce esclusivamente alle zone terrestri designate come sito Natura 2000 (SIC o zpS), e non include le zone marine.

• Il numero di SIC e zpS in zone marine è basato sulle informazioni contenute nei Formulari Natura 2000 elaborati dagli Stati membri. al momento non è possibile calcolare il numero totale dei siti Natura 2000 marini (SIC+zpS) utilizzando il GIS.

• alcuni Stati membri hanno proposto vaste aree che includono zone cuscinetto, mentre altri hanno limitato le loro proposte alle zone chiave. In entrambe i casi, l’articolo 6 della direttiva Habitat si applica alle nuove attività che, sebbene siano previste all’esterno di un sito Natura 2000, possono avere conseguenze sul sito stesso.

TOTALE

9Numero 30 • giugno 2011 9Numero 30 • giugno 2011

© J. H

lasek

barometro

Numero totale dei siti Natura 2000

area totale di Natura 2000 (km²)

area a terra di Natura 2000 (km²)

% di area nazionale

area a mare di Natura 2000 (km²) Stati membri

458 5.136 3.870 12,7% 1.266

332 38.606 37.634 33,9% 972

1.125 11.072 11.072 14,0% 0

350 22.390 3.849 8,9% 18.541

5.266 80.729 55.061 15,4% 25.668

561 14.663 8.037 17,8% 6.626

583 15.885 9.122 13,0% 6.763

419 42.955 35.804 27,1% 7.151

1.787 147.591 137.317 27,2% 10.275

1.752 110.088 68.790 12,5% 41.298

2.549 62.623 57.736 19,2% 4.886

61 1.760 1.627 28,4% 132

325 7.865 7.305 11,3% 560

488 8.565 7.879 12,1% 686

60 471 471 18,1% 0

523 19.939 19.939 21,4% 0

35 50 41 13,0% 9

215 17.506 5.725 13,8% 11.781

220 12.324 12.324 14,7% 0

958 68.043 60.782 19,4% 7.261

147 20.951 19.202 20,9% 1.748

381 44.227 42.654 17,9% 1.573

286 7.205 7.203 35,5% 2

420 14.141 14.141 29,0% 0

1.833 55.672 48.758 14,4% 6.914

4.074 64.978 57.124 13,8% 7.854

898 54.474 17.683 7,2% 36.791

26.106 949.910 751.150 17.5% 198.760

BELGIO

BULGARIA

REP. CECA

DANIMARCA

GERMANIA

ESTONIA**

IRLANDA

GRECIA**

SPAGNA

FRANCIA

ITALIA

CIPRO*

LETTONIA

LITUANIA**

LUSSEMBURGO

UNGHERIA

MALTA

PAESI BASSI

AUSTRIA

POLONIA

PORTOGALLO

ROMANIA**

SLOVENIA

SLOVACCHIA

FINLANDIA

SVEZIA

REGNO UNITO

Numero di SiCarea totale dei SiC

(km²)Numero di SiC marini

area a mare dei SiC (km²)

280 3.071 2 1.029

228 32.838 14 592

1.084 7.867 0 0

261 3.174 125 16.145

4.621 34.655 53 19.768

531 7.623 ** 3.753

426 7.553 98 6.017

241 21.467 ** 6.573

1.458 123.444 95 7.900

1.368 46.778 134 27.521

2.269 43.335 165 2.781

40 754 6 129

324 7.294 6 562

403 6.100 ** 540

48 414 0 0

477 14.432 0 0

28 42 1 8

144 3.483 14 11.397

170 8.988 0 0

823 34.321 6 3.599

96 16.013 25 775

298 31.476 ** 1.353

259 6.360 3 0

382 5.739 0 0

1.715 43.092 98 5.460

3.984 56.917 334 7.508

636 16.657 62 26.322

22.594 583.888 1.247 149.732

Dati dal gennaio 2011

siti Di imPOrtanZa cOmUnitaria (sic) Direttiva Habitat

ZOne a PrOteZiOne sPeciale (ZPs) Direttiva Uccelli

siti natUra 2000 (ZPs + sic)

Esplora i siti Natura 2000 sul visualizzatore per Natura 2000

http://natura2000.eea.europa.eu

© d

avid Kjaer

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aniel dite

TOTALE

10 natura2000

Gli Stati Membri hanno sei anni di

tempo per designare i SIC

come ZSC ed attuare le

necessarie misure di conservazione

Designazione di Zone Speciali di Conservazione (ZSC)

© Kerstin Sundseth

la creazione della rete Natura 2000 è ormai in una fase avanzata. per questo, l’attenzione si sta ora concentrando sulla gestione effettiva e il ripristino dei siti della rete. la richiesta relativa all’applicazione delle misure di conservazione necessarie è formalmente attivata dalla designazione del sito come zona Speciale di Conservazione (zSC). Gli Stati membri sono chiamati a designare le zSC entro 6 anni da quando il sito è stato adottato dalla Commissione come Sito di Importanza Comunitaria (SIC). ma cosa significa in pratica la designazione delle zSC e quale impatto dovrebbe avere sulla protezione e gestione dei siti? Questo articolo si propone di

Natura 2000:

chiarire alcuni dei principi che sottostanno a questo obbligo.

I SIC sono adottati, cosa accade ora?I 27 paesi dell’unione hanno compiuto notevoli sforzi, nell’ultima decade, per selezionare le aree più adatte alla conservazione degli habitat e delle specie più rare e a rischio protette dalle direttive Habitat e uccelli. Il risultato è davvero impressionante: sono stati inclusi nella rete Natura 2000 più di 26.000 siti, dei quali 22.000 sono stati identificati come Siti di Importanza Comunitaria, contribuendo così a costruire la più grande rete di aree protette al mondo. Selezionare e salvaguardare i SIC è però soltanto il primo

passo. la direttiva Habitat stabilisce che siano adottate misure di conservazione attive per garantire che le specie e gli habitat considerati di importanza comunitaria ed elencati nell’allegato I e II della direttiva siano mantenuti o ripristinati ad uno stato favorevole di conservazione nella loro area di ripartizione naturale in europa (vale a dire siano fiorenti e in un buono stato di salute). la rete Natura 2000 contribuisce in modo fondamentale al raggiungimento di questo obiettivo proteggendo gli habitat più importanti. Sebbene molti siti non richiedano una gestione attiva, per molti altri, invece, la semplice prevenzione

Le principali zone umide del Golfo di Finlandia sono state gestite e ripristinate con l’aiuto dei fondi LIFE a beneficio di specie di uccelli migratori rare e a rischio di estinzione

designazione delle ZSC

© lIFe03_N

at_FIN_000039

11Numero 30 • giugno 2011

di ulteriori danni o deterioramenti non può essere sufficiente. In questi casi, una conservazione attiva o anche misure di ripristino sono necessarie affinché le specie e gli habitat per i quali il sito è stato designato raggiungano condizioni di stabilità. le misure di conservazione e gestione adatte variano ovviamente da sito a sito in considerazione delle specie e degli habitat per i quali è stato designato, del loro stato di conservazione e delle loro particolari necessità di gestione. le possibilità per le specie e gli habitat protetti di raggiungere un buono stato di conservazione si moltiplicano se sono messe in atto misure di conservazione attive, anche ad hoc, al posto di semplici misure di gestione passive o interventi frammentari che non prestano attenzione agli obiettivi generali perseguiti dalla direttiva Habitat. l’importanza delle misure di conservazione attive è ulteriormente evidenziata dal fatto che il numero di specie ed habitat che gode di un buono stato di conservazione al

momento è molto basso (in base ai dati contenuti in uno studio del 2009). la sfida che ci attende è quindi cruciale e non deve essere sottostimata.

Scopo della designazione delle ZSCla designazione delle zSC svolge un ruolo di fondamentale importanza in questo processo perché attiva formalmente l’implementazione delle necessarie misure di conservazione secondo quando previsto dall’articolo 6.1. Già

Tempi per la designazione delle ZSCConsiderando che il primo SIC è stato approvato con decisione della Commissione il 28 dicembre 2001 e che la maggior parte dei SIC sono stati approvati prima della fine del 2007, la scadenza per la designazione delle zSC è imminente e, in qualche caso, è già decorsa (vedi grafico 1). diversi Stati membri hanno già provveduto alla designazione come zSC di tutti i SIC, o quasi, ma ci sono ancora un numero considerevole di SIC per i quali la designazione come zSC è in ritardo. I prossimi anni

prima di allora, i siti saranno stati protetti dal degrado (articolo 6.2) e le procedure di autorizzazione di nuovi piani o progetti (articolo 6.3 e 6.4) avranno esercitato degli effetti. Gli Stati membri hanno sei anni di tempo per designare un SIC come zSC. la direttiva riconosce che è necessario del tempo per identificare le misure di gestione appropriate da applicare in particolari siti e per concordare con i diversi gestori e con tutte le parti interessate le modalità di attuazione di tali misure sul territorio. Gli Stati membri non devono tuttavia attendere che il periodo di sei anni finisca per identificare e stabilire le necessarie misure di conservazione: questo processo dovrebbe cominciare non appena il sito sia stato adottato come zSC.

saranno pertanto cruciali, specialmente perché segnano l’avvio della gestione effettiva e attiva della rete Natura 2000. In questa fase, ogni ritardo di designazione e di attuazione delle necessarie misure non solo potrebbe avere serie ripercussioni sullo stato già critico di habitat e specie elencati nella direttiva, ma potrebbe anche compromettere le possibilità di rispettare gli obiettivi che l’europa si è dati nella nuova strategia sulla biodiversità (in particolare per gli obiettivi 1 e 3, si veda il precedente articolo). Il periodo dei sei anni inizia nel momento in cui il sito viene incluso in una decisione della Commissione per i SIC. Nel caso in cui, in un secondo momento, vengano prese delle decisioni di dettaglio sul sito, queste non comportano la posposizione della designazione della zSC, ma devono tuttavia essere incorporate nel processo di

Definizione di una Zona Speciale di Conservazione

“un sito di importanza comunitaria designato dagli Stati membri mediante un atto regolamentare, amministrativo e/o contrattuale in cui sono applicate le misure di conservazione necessarie al mantenimento o al ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e/o delle popolazioni delle specie per cui il sito è designato”. (Articolo 1.l della Direttiva Habitat)

Articolo 6.1 della Direttiva HabitatPer le zone speciali di conservazione, gli Stati membri stabiliscono le misure di conservazione necessarie che implicano all’occorrenza appropriati piani di gestione specifici o integrati ad altri piani di sviluppo e le opportune misure regolamentari, amministrative o contrattuali che siano conformi alle esigenze ecologiche dei tipi di habitat naturali di cui all’allegato I e delle specie di cui all’allegato II presenti nei siti.

8.000

7.000

6.000

5.000

4.000

3.000

2.000

1.000

02007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

NUMERO DI SIC PER I QUALI è DECORSA LA SCADENZA DEI SEI ANNI

Attuare un regime di conservazione

per le ZSC

Art 6.2: Adottare opportune misure per evitare il degrado e la

perturbazione delle specie

ZSC

SICArt 6.3 & 4: Procedura di

autorizzazione per nuovi piani e progetti che possano avere

incidenze signi�cative su un sito

Art 6.1: Applicare le necessarie misure di

conservazione

12 natura2000

designazione e prese in considerazione nella formulazione delle necessarie misure di conservazione. l’articolo 4.4 della direttiva Habitat offre agli Stati l’opportunità di stabilire, durante il processo di designazione, le priorità in funzione dell’importanza dei siti per il mantenimento o il ripristino in uno stato di conservazione soddisfacente, di uno o più tipi di habitat naturali o di una o più specie e per la coerenza di Natura 2000, e anche alla luce dei rischi di degrado e di distruzione che incombono sui siti.

La procedura per la designazione delle ZSC la direttiva non stabilisce una particolare procedura per la designazione delle zSC, lasciando alle leggi nazionali degli Stati membri una grande discrezione nella determinazione delle modalità. Gli Stati membri possono introdurre nuove procedure di designazione, adattare delle procedure esistenti o legare la designazione ad altri atti legali. possono inoltre decidere la natura dell’atto da utilizzare – regolamentare, contrattuale o amministrativo – e stabilire il

livello amministrativo più appropriato per la designazione (ad esempio nazionale o regionale). Gli Stati possono inoltre determinare se l’atto di designazione sia valevole per un sito alla volta o possa riguardarne più di uno. Qualsivoglia procedura lo Stato membro decida di

Le praterie aride sono gli habitat più ricchi di specie in Europa ma senza una gestione attiva i siti possono perdere il loro valore di biodiversità. Un progetto LIFE nella regione del Saarland ha ripristinato 14 praterie aride residuali così che possano essere gestite a beneficio della fauna selvatica usando gli schemi agro-ambientali

Efficacia cogente incontestabileun’importante sentenza della Corte di Giustizia, in relazione alla designazione dei siti secondo la direttiva uccelli (Commissione/belgio C-415/01) stabilisce che “le disposizioni di una direttiva devono essere attuate con un’efficacia cogente incontestabile, con la specificità, la precisione e la chiarezza necessarie per garantire pienamente la certezza del diritto. Il principio di certezza del diritto esige una pubblicità adeguata per i provvedimenti nazionali adottati in attuazione di una normativa comunitaria, in modo tale da consentire che i soggetti di diritto interessati da tali misure siano messi in grado di conoscere la portata dei loro diritti ed obblighi nell’ambito particolare disciplinato dal diritto comunitario”.

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Buche scavate al fine di ripristinare il ricco mosaico degli habitat rari di Natura 2000, incluse le lande umide e le dune marittime, Kalmthoutse Heide, Belgio

adottare, esso deve assicurare l’efficacia cogente incontestabile della designazione. l’atto di designazione deve inoltre essere attuato con la chiarezza necessaria per garantire pienamente la certezza del diritto richiesta dalla direttiva.

13Numero 30 • giugno 2011

Applicabilità alle ZPS al fine di garantire la necessaria chiarezza legale, gli atti di designazione devono, oltre a fornire il nome e il luogo del sito, essere chiari e legalmente trasparenti su:

specie ed habitat per i quali la Zsc è designata: ad esempio elencando – all’interno dello stesso atto o facendo riferimento ad un altro documento cogente – le specie elencate in allegato II e gli habitat elencati in allegato I presenti in maniera significativa in ciascun sito (un’importante fonte di informazioni è il Formulario Natura 2000 compilato dallo Stato membro per ogni sito).

confini della Zsc: includendo una o più mappe – all’interno dello stesso atto o facendo riferimento ad un altro atto regolamentare, contrattuale o amministrativo cogente (come i pubblici registri) – che mostrino i precisi confini del sito. la mappa deve essere conforme ai principali sistemi cartografici nazionali e regionali ed essere ad una scala adatta a ché le parti interessate possano determinare la collocazione del sito in relazione alle proprietà. I confini non devono differire da quelli del SIC, a meno che i confini del SIC non siano già stati modificati seguendo la procedura stabilita e sottomessi ad una decisione della Commissione.

Disposizioni di legge applicabili alle Zsc: la designazione di una zSC deve specificare le misure di conservazione necessarie conformi alle esigenze ecologiche degli habitat e delle specie elencati nella direttiva e presenti nel sito (secondo l’articolo 6.1 della direttiva). In molti casi, non è consigliabile descrivere le misure di conservazione all’interno dell’atto di designazione dal momento che tali misure dovranno essere regolarmente adattate e che la revisione degli atti legali è spesso onerosa. deve tuttavia sussistere un meccanismo legale che assicuri che le necessarie misure di conservazione siano stabilite e attuate in ogni sito. Gli Stati membri possono scegliere diversi approcci per attuare le misure di conservazione: l’elaborazione di piani di gestione per i siti Natura 2000 oppure l’integrazione delle misure in altri piani o programmi di settore, o anche l’utilizzo di appropriate misure regolamentari, contrattuali o amministrative. la Commissione incoraggia fortemente l’adozione di piani di gestione come strumento trasparente di sostegno alla gestione dei siti Natura 2000. È importante chiarire che la protezione e le procedure di garanzia per i siti Natura 2000 della direttiva Habitat si

adottare un approccio inclusivo attraverso i piani di gestione natura 2000I piani di gestione Natura 2000 sono spesso utilizzati per sviluppare il consenso su come gestire al meglio un sito Natura 2000 in funzione dei diversi usi del suolo e degli interessi socio-economici. Sebbene non obbligatori, i piani di gestione sono un mezzo eccellente per:identificare gli obiettivi di conservazione del sito così che sia

chiaro a tutti cosa deve essere conservato e perché;analizzare il contesto socio-economico e culturale e le

interazioni fra i differenti usi del territorio e le specie e gli habitat protetti presenti nel sito;

fornire un forum di dibattito aperto fra tutti i gruppi di interesse per discutere sulle modalità di gestione migliori in funzione del contesto socio-economico e delle caratteristiche regionali;

identificare specifiche misure di conservazione da attuare al fine di garantire gli obiettivi di conservazione del sito e determinare il responsabile dell’implementazione;

aiutare ad individuare soluzioni pratiche di gestione che siano integrate con le pratiche di utilizzo del territorio;

individuare i finanziamenti necessari all’implementazione delle misure di conservazione e le differenti fonti che possono essere utilizzate per investire in Natura 2000.

Applicabilità alle ZSCSecondo l’articolo 3.1 della Direttiva Habitat, le Zone di Protezione Speciale designate sotto la Direttiva Uccelli fanno parte della Rete Natura 2000. Gli articoli 6.2, 6.3 ed 6.4 si applicano pertanto anche alle Zone di Protezione Speciale (secondo l’articolo 7 della Direttiva Habitat).

D’altra parte le disposizioni di cui all’articolo 6.1 non si applicano alle ZPS. Disposizioni analoghe, tuttavia, si applicano alle ZPS in virtù dell’articolo 4.1 e 4.2 della Direttiva Uccelli. In base a questo articolo, gli Stati Membri devono garantire che le specie elencate nell’allegato I e le specie migratrici che ritornano regolarmente siano soggette a speciali misure di conservazione del loro habitat che ne assicurino la sopravvivenza e la riproduzione nell’area di distribuzione.

applicano de facto alle zSC così come ai SIC – ad esempio operando un collegamento nell’atto di designazione agli articoli rilevanti della legge di trasposizione della direttiva o ad un atto precedentemente formulato per la protezione dei SIC.

Commenti finalila designazione delle zSC è una tappa fondamentale nella creazione di Natura 2000. Il periodo di sei anni dedicato al raggiungimento di questo

obiettivo è finito o sempre più imminente per molti SIC. Sebbene siano stati fatti importanti progressi in alcuni paesi, in altri questo rappresenta ancora un’importante sfida. Garantire questa base legale a Natura 2000 significa offrire una maggiore sicurezza per la futura gestione della rete e per il ruolo strategico che essa svolge per il raggiungimento dell’obiettivo di arrestare e invertire la perdita di biodiversità in europa entro il 2020.

Oca collorosso, branta ruficollis, – specie ad alto rischio di estinzione protetta dalla Direttiva Uccelli. 80–90% degli uccelli si adunano in inverno in una manciata di siti sulle sponde del Mar Nero in Bulgaria e Romania che fanno tutti parte della Rete Natura 2000

© d

avid Kjaer

14 natura2000

Tavola rotonda per investire su Natura 2000

Il Commissario potočnik ha organizzato il 16 maggio una tavola rotonda ad alto profilo invitando i media europei a porre l’attenzione sull’importanza dell’investimento in Natura 2000 per la prossima decade. I giornalisti hanno così assistito ad una panoramica di interventi da parte di gestori di siti chiave della rete Natura 2000 che hanno illustrato il funzionamento della rete e i benefici che essa apporta alla natura e alle persone. la tavola rotonda ha offerto l’opportunità di discutere le opzioni per il futuro finanziamento della rete. Il Commissario ha sottolineato che sebbene la gestione di Natura 2000 sia dispendiosa (5.8 miliardi di euro l’anno), il costo sostenuto è nulla in confronto a ciò che ci viene offerto in cambio. Investire in Natura 2000 non solo è importante per la biodiversità ma rappresenta anche un vantaggio dal punto di vista economico. È ormai

evidente, infatti, che i benefici di Natura 2000 superano i suoi costi, non solo in termini di beni e servizi offerti ma anche di creazione di reddito a livello locale e opportunità di occupazione. Questo dovrebbe essere considerato e riconosciuto nelle politiche europee, cosicché coloro che lavorano per conservare il capitale naturale e i relativi servizi possano essere ricompensati per il loro impegno. la tavola rotonda ha fornito anche l’occasione per il lancio di una nuova brochure della Commissione su “Investire in Natura 2000: per le persone e la natura” che è disponibile all’indirizzo:

http://ec.europa.eu/environment/nature/

natura2000/financing/index_en.htm#guidancehandbook

Nuova versione del Formulario Natura 2000 Standard

la revisione del Formulario Natura 2000, che è utilizzato per registrare e trasmettere alla Commissione i dati sui singoli Siti Natura 2000, è stata approvata dal Comitato Habitat lo scorso maggio dopo tre anni di lavoro. la revisione tiene conto dei progressi tecnologici occorsi dalla prima versione del Formulario, che risale al 1997. la nuova scheda è di più semplice compilazione ed è stata ri-disegnata per rendere più agevole la gestione dei dati. Gli Stati membri hanno ora tempo, fino a Settembre 2012, per trasferire i dati dal vecchio al nuovo Formulario per tutti i siti ( mentre i dati dei nuovi siti devono essere inseriti direttamente nel nuovo formulario). Con l’occasione, i paesi sono invitati ad aggiornare o inserire i dati finora mancanti. vista l’importanza dei Formulari Standard, la Commissione vigilerà affinché l’attività di aggiornamento sia costante in futuro, soprattutto in funzione di nuove conoscenze scientifiche. Il nuovo Formulario Natura

2000 Standard sarà tradotto e pubblicato come decisione della

Commissione nel corso della prossima estate.

Nuove Linee Guida per i Rapporti secondo le Direttive sulla Natura

I prossimi rapporti nazionali sui progressi compiuti durante il periodo 2007-2012 nell’implementazione della direttiva Habitat dovranno essere consegnati alla Commissione a giugno 2013. per assicurarsi che i dati e le valutazioni sullo stato di

conservazione siano analizzati e raccolti in maniera standardizzata in tutti i paesi, la Commissione ha predisposto, in collaborazione con gli Stati membri, una versione rivista del format e delle linee guida. Secondo l’articolo 17, i rapporti devono contenere un’analisi dettagliata dello stato di conservazione delle specie ed habitat protetti in ciascun paese. Queste informazioni, una volta aggregate, forniscono una panoramica dello stato di conservazione della natura in europa e in ogni regione biogeografica. I rapporti sono una importante fonte di informazione sulla salute delle specie e degli habitat più vulnerabili in europa, e sono utili a misurare il raggiungimento degli obiettivi non solo della direttiva ma anche della nuova Strategia europea per la biodiversità. la Commissione è in procinto di adottare la stessa strategia per i rapporti secondo l’articolo 12 della direttiva uccelli così da poter elaborare, per la prima volta, una valutazione dello stato degli uccelli in europa. la scadenza per la consegna dei due rapporti, inoltre, è stata sincronizzata. I format e le linee guida sono disponibili sul sito dedicato ai rapporti del CIrCa: http://circa.europa.eu/public/irc/env/monnat/library?l=/&vm=det

ailed&sb=title

In corso in nuovi seminari Natura 2000

la Commissione europea sta avviando un nuovo percorso per accompagnare gli Stati membri nell’implementazione e gestione dei Siti Natura 2000 a livello biogeografico. lavorando in stretta collaborazione con gli Stati, gli esperti, gruppi di utenti e oNG, l’iniziativa è tesa a facilitare

Il Commissario Potočnic e alcuni gestori di siti incontrano la stampa europea per discutere dell’importanza di investire in Natura 2000

© european Com

mission

15Numero 30 • giugno 2011

rassegna sull’implementazione di 23 piani di azione (su un totale di 54) attualmente in corso per specie a rischio elencate nell’allegato I della direttiva uccelli. la rassegna si concentra sui piani scritti o aggiornati dalla Commissione negli ultimi quattro anni ed esamina il grado della loro implementazione e del raggiungimento degli obiettivi preposti. le conclusioni tratte dal rapporto indicano che il grado di implementazione più soddisfacente è stato raggiunto per specie che si trovano solo in pochi paesi e che sono ben protetti all’interno di zpS (ad esempio Pterodroma feae, Pterodroma madeira o Pelecanus crispus). al contrario, l’implementazione è stata più difficoltosa per specie disperse

ulteriori dettagli, compresi i criteri di eleggibilità delle proposte sono disponibili su:

http://ec.europa.eu/environment/ngos/finansup_11_

best.htm

Nuovi siti inclusi nella Rete Natura 2000

lo scorso gennaio la rete Natura 2000 si è accresciuta di quasi 27.000 km². l’ultimo aggiornamento riguarda quindici Stati membri, 739 nuovi siti della rete e sei regioni biogeografiche – alpina, atlantica, boreale, Continentale, mediterranea e pannonica. Sono stati designati 459 nuovi siti in polonia dedicati ai maggiori laghi di acqua dolce e ai sistemi fluviali in particolare, e ulteriori 229 siti nella repubblica Ceca. più della metà della nuova area che è entrata a far parte della rete è rappresentata da siti marini soprattutto in Francia, Spagna e danimarca che ha incluso nove nuovi siti dedicati alla Phocoena phocoena.

Nuova rassegna sull’implementazione dei Piani d’azione per gli uccelli in Europa

birdlife ha realizzato lo scorso aprile, per la dG ambiente una

il confronto fra tutti gli attori sulle misure necessarie a raggiungere un buono stato di conservazione per le specie e gli habitat di interesse comunitario, riservando particolare attenzione alla gestione e alla coerenza della rete Natura 2000. Sebbene la responsabilità di raggiungere un buono stato di conservazione risieda negli Stati, la Commissione europea ritiene che la gestione della rete Natura 2000 potrebbe trarre notevole beneficio da un approccio coordinato e collaborativo da parte degli Stati che condividono uno stesso contesto biogeografico. a questo scopo, la Commissione ha in programma una serie di seminari biogeografici per facilitare lo scambio di informazioni sugli obiettivi di conservazione, sulle misure adottate per particolari specie o habitat e sulle buone pratiche di gestione, ripristino e monitoraggio in modo da rafforzare, qualora possibile, la collaborazione fra paesi. un primo seminario biogeografico pilota, dedicato alla regione boreale, si terrà il prossimo maggio o giugno. ulteriori informazioni saranno fornite più avanti nel Notiziario.

Invito a presentare proposte per progetti BEST

beSt è un piccolo programma di finanziamento europeo (2 milioni di euro) creato al fine di sostenere progetti che promuovano la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità e dei servizi ecosistemici nelle regioni estreme dell’europa e nei paesi e territori d’oltremare. Il primo invito a presentare proposte è già aperto, con scadenza fissata al 9 settembre 2011.

NotIzIe

pubblICazIoNI

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su vasti territori (ad esempio Aquila pomarina, Falco naumanni), e per la conservazione delle quali sono necessarie misure diverse dai classici approcci di conservazione, come la designazione e la gestione di aree protette. le conclusioni generali sono tuttavia incoraggianti, in particolare nei casi in cui sono coinvolti progetti lIFe+. Sebbene soltanto 9 dei 23 piani di azione abbiano raggiunto finora i loro obiettivi a medio o lungo termine, nove specie hanno indiscutibilmente migliorato il trend di popolazione dall’inizio dello sviluppo del piano. Inoltre, il declino di quattro specie è stato arrestato e il livello di popolazione di altre cinque specie è rimasto stabile o si è stabilizzato.al

Antico bosco ripariale, Palu, Lettonia – un habitat importante tipico della regione boreale

Porto, la phocoena phocoena riceve sempre maggiore protezione all’interno della Rete Natura 2000

© Florian G

raner/naturepl.com©

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e al lupo – dimostrando l’importanza delle azioni dirette a conservare i grandi carnivori in europa.

http://ec.europa.eu/environment/life/publications/lifepublications/lifefocus/nat.

htm#mammals

52 consigli per la biodiversità

la Commissione europea ha pubblicato una piccola guida diretta ai cittadini che illustra i buoni comportamenti da tenere per collaborare alla conservazione della biodiversità. la guida contiene 52 consigli pratici – uno per ogni settimana dell’anno – che le persone possono seguire nella vita quotidiana per contribuire a fare la differenza. la guida sarà disponibile in tutte le lingue.

http://ec.europa.eu/environment/nature/info/pubs/

docs/brochures/biodiversity_tips/en.pdf

contrario, due specie (il Tetrax tetrax e il Puffinus mauretanicus) continuano a mostrare un lento declino dei livelli di popolazione nonostante i piani di azione a loro dedicati. Ciò è principalmente dovuto ad una scarsa integrazione delle misure necessarie alla conservazione di queste specie in una più ampia politica di gestione marina e terrestre. per altre nove specie, i risultati non mostrano chiare evidenze, probabilmente a causa del fatto che i relativi piani di azione sono stati da poco redatti. ulteriori dettagli sono disponibili al sito:http://ec.europa.eu/environment/

nature/conservation/wildbirds/action_plans/index_en.htm

Nuovi documenti guida sugli estuari

all’interno della serie di documenti- guida dedicati a settori specifici, la Commissione europea ha prodotto una nuova pubblicazione sull’implementazione della direttiva Habitat e della direttiva uccelli negli estuari e nelle coste, ponendo particolare attenzione allo sviluppo portuale e al dragaggio. Questa pubblicazione è stata seguita da un documento

di lavoro della Commissione dedicato all’integrazione della biodiversità nello sviluppo portuale. riconoscendo i progressi fatti dal settore portuale e dal settore dragaggi nella capacità di integrare la protezione della biodiversità e della natura all’interno delle proprie attività, questo documento incoraggia a “lavorare con la natura” per preservare la biodiversità nelle zone costiere d’europa. I documenti guida sono disponibili nella maggior parte delle lingue al sito:http://ec.europa.eu/environment/

nature/natura2000/management/guidance_en.htm

LIFE e i mammiferi europei

una nuova pubblicazione lIFe Focus pone l’accento su una serie di progetti esemplari dedicati a mammiferi marini, d’acqua dolce o terrestri in europa. dal bisonte europeo alla foca monaca mediterranea fino ai piccoli roditori, il programma lIFe ha contribuito alla conservazione di più di 25 specie di mammiferi protette dalla direttiva Habitat fin dal 1992. Quasi la metà dei progetti si è rivolta all’orso bruno

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Quindici progetti LIFE – Natura sono stati finanziati dal 1992 per la conservazione del Canis lupus

© J. H

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AutoreKerstin Sundsethecosystems ltd, brusselsEditore della CommissioneSusanne WegefeltdG ambienteDesignNaturebureau, uK

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