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VIII Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume, Firenze 9 Dicembre 2013 Nonostante lo scempio e il saccheggio perpetraƟ storicamente e scientemente a pregiudizio dell’ambiente, la Zosagna, territorio compreso fra Sile e Piave, rimane un ambiente ricco di acque di risorgiva. Come in tuƩa la pianura veneta, lo sviluppo urbanisƟco aggredisce il territorio della Zosagna con le stesse dinamiche di una metastasi tumorale. Da tempo le associazioni locali si sono aƫvate per promuovere un processo di ContraƩo di Fiume, con l’intento di applicare uno strumento di terapia urbanisƟca ed ambientale, esercitando un ruolo divulgaƟvo ed inclusivo dal basso. Sile e Piave sembrano custodire con morbosa gelosia, fra i loro alvei, un paesaggio agrario fortemente antropizzato, un tempo punteggiato da modesƟ abitaƟ urbani, rigato da corsi d’acqua di risorgiva con cui si afferrava strenuamente alla laguna di Venezia. RistreƩezza e prigionia: è la sorte toccata a questa terra, la Zosagna, streƩa fra i due baluardi d’acqua ed incatenata da un groviglio inestricabile di canali, ponƟ canali, sifoni ed ogni sorta di manufaƩo idraulico. Strade, ferrovie, urbanizzazione diffusa, trascuratezza e degrado ambientale cosƟtuiscono gli altri anelli della catena. Ma i corsi d’acqua, fagocitaƟ dalla macchia oleosa dello sprawl urbano, sono staƟ rimossi dalla coscienza colleƫva, violaƟ, obliaƟ, tombinaƟ e trasformaƟ in riceƩori di reflui urbani. E’ il rapporto stesso fra territorio e comunità antropica, fra acqua e uomo a essersi logorato ed incrinato. Tanto da aver raggiunto stadi patologici, con dinamiche simili a quelle di un’aggressione tumorale ad un organismo vivente. Mossi da questa consapevolezza, alcune associazioni locali ed alcuni ciƩadini hanno cercato di contrastare il degrado ambientale ed urbanisƟco, condividendo la priorità di parƟre dalla tutela dei corsi d’acqua, a maggior ragione in un territorio anfibio e ricco di fiumi di risorgiva come la Zosagna. Le proposte del ContraƩo di Fiume del bacino Melma- Nerbon e del ContraƩo di Fiume del bacino Meolo-Vallio- Musestre nascono dalle associazioni, da soggeƫ non isƟtuzionali, con l’obbieƫvo di abbaƩere gli argini culturali e burocraƟci che impediscono il pieno coinvolgimento delle conoscenze, dei saperi, delle esperienze, degli interessi diffusi nel territorio. L’abbaƫmento degli argini può diventare anche un obbieƫvo non metaforico ma sperimentale: potrebbe essere un intervento che consente ai corsi d’acqua di spagliare le acque nel territorio, di interagire, di rigenerarsi, di respirare liberamente come un organismo vivente. Idealmente le associazioni si sentono invesƟte di una missione: quella di agire come tanƟ anƟcorpi per prevenire e combaƩere il degrado del territorio. Con il processo di ContraƩo di Fiume si intendono aƩuare azioni concrete che permeƩano a soggeƫ isƟtuzionali locali e soggeƫ non isƟtuzionali di condividere e di raggiungere in modo più agevole gli obbieƫvi ambiziosi che le direƫve europee si prefiggono: dal buono stato ecologico dei corsi d’acqua, alla sicurezza idraulica, dal consumo di suolo zero alla rigenerazione del territorio, dalla fruizione sostenibile delle risorse e dello spazio vitale del corso d’acqua alla riconciliazione idenƟtaria fra comunità antropica ed il fiume, nel quale non scorre solo l’acqua ma anche la storia e la cultura della comunità. La lunga aƫvità di preparazione delle proposte di ContraƩo di Fiume Melma -Nerbon e Meolo-Vallio-Musestre dovrebbe cosƟtuire una premessa di solidità e di condivisione del processo partecipaƟvo aƫvato, anche in considerazione del suo caraƩere Una terapia contro il cancro urbanisƟco ed ambientale in Veneto Ing. A. PaƩaro 1 , Ing. G. Manoli 1,2 , DoƩ. G. Sartori 3 , M. BilloƩo 4 , F. Pozzobon 5 1 ID&A Ingegneria www.ideaingegneria.com , via Monte Paularo 1/12, 30173 Venezia - 2 DiparƟmento di MatemaƟca, Università degli Studi di Padova, Via Trieste 63, 35121 Padova - 3 Biologo Consiglio Regionale Veneto, San Marco 1122 Venezia - 4 Circolo Legambiente Veneto Orientale "PascuƩo-GereƩo", via GioƩo 18 30022 Ceggia (VE) - 5 Circolo Legambiente Piavenire, via Busnello 34, Maserada sul Piave (TV) inclusivo, originale, spontaneo. Fra le associazioni e gli amministratori locali c’è la percezione di aver avviato un percorso di sostenibilità ambientale in grado di prevenire e curare le ferite inferte al territorio dall’intensa urbanizzazione e dal degrado. L’entusiasmo per le proposte di ContraƩo di Fiume è contagioso: anche questa sembra una forma di terapia urbanisƟca ed ambientale. “Se si vuole fare qualcosa per la tutela del territorio, non si può che parƟre dai corsi d’acqua!” Francesco Vallerani, geografo StruƩure simili fra il tumore al fegato metasƟzzato (sinistra) e l’immagine noƩurna degli USA (destra) Percorsi di invasività simili delle cellule tumorali nel sangue (sinistra) e dello sprawl urbano lungo le strade (destra) Un tempo, qui soƩo, scorreva il fiume Meolo Contraƫ di Fiume Meolo-Vallio- Musestre e Melma-Nerbon Simili percorsi di espansione clonale: condizioni differenziate di tessuƟ ed urbanizzazione (in alto) e indifferenziate (in basso) Il ContraƩo di Fiume Marzenego- Osellino Nel Veneto contemporaneo, la cui vocazione oscilla freneƟcamente tra la speranza di un nuovo sviluppo economico e il rimpianto dell’anƟco modello padronale che ne cristallizza l’arretratezza culturale, irrompe la freschezza disarmante dei Contraƫ di Fiume (CdF). Le proposte più originali di ContraƩo di Fiume vengono promosse dal mondo dell’associazionismo ma si scontrano spesso con un sistema isƟtuzionale impreparato o pronto a cavalcare la novità per snaturare lo spirito autenƟco di strumento di democrazia direƩa. L’esperienza del CdF Marzenego-Osellino da un lato meƩe in luce le potenzialità del processo partecipaƟvo ma dall’altro ne evidenzia le difficoltà di aƩuazione praƟca. “Il ContraƩo di Fiume è un processo di democrazia direƩa! E’ un processo di democrazia direƩa! E’ un processo di democrazia direƩa!”: con queste limpide e suggesƟve parole Massimo BasƟani (coordinatore del Tavolo Nazionale dei Contraƫ di Fiume) descrisse la natura dei Contraƫ di Fiume nel corso di un convegno organizzato a Mestre dall’Unione Veneta Bonifiche (UVB) nei primi giorni del Novembre 2013. In quella frase, scandita tre volte, si ritrova lo spirito autenƟco dell’esperienza dei Contraƫ di Fiume e anche il risarcimento per le delusioni cagionate da interpretazioni improvvisate o fraintese, o deliberate riduzioni di significato, al naturale concepimento e crescita dei laboratori di partecipazione aƫva avviaƟ fino ad oggi in Veneto. Uno dei casi di studio proposƟ dal convegno di Novembre dell’UVB riguardava il ContraƩo di Fiume Marzenego, presentato dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, l’ente che gesƟsce i corsi d’acqua del bacino scolante nella laguna di Venezia. Il caraƩere di originalità della proposta di ContraƩo di Fiume Marzenego–Osellino consisteva nella forza propulsiva impressa dai soggeƫ non isƟtuzionali, in parƟcolare dal mondo dell’associazionismo. Da più di un anno alcune associazioni, come La Salsola (Gruppo per la salvaguardia dell’ambiente, Campalto), StoriAmestre (associazione per la storia di Mestre e del suo territorio), i ComitaƟ degli allagaƟ (si disƟngue per la vivacità delle proposte quello di Favaro Veneto), il Comitato di Liberazione Nazionale dei Corsi d’Acqua, Legambiente, Amico Albero, Amico Giardiniere, il Caicio, i SeƩe Nani, il Ciclone e altre ancora, si erano aƫvate per studiare la natura dei Contraƫ di Fiume e verificare la possibilità di cominciare un processo di gesƟone partecipata per il fiume di risorgiva che nasce a Resana (TV) e aƩraversa Mestre prima di sfociare in laguna. TuƩe le associazioni interessate alla proposta di CdF Marzenego–Osellino avevano realizzato e conƟnuano a meƩere in canƟere numerose iniziaƟve che vedono come protagonista il corso d’acqua: chi si occupa della pulizia degli argini, chi gira un documentario risalendo il corso d’acqua in kayak, chi verifica la possibilità di realizzare percorsi periacquaƟci a piedi, chi si preoccupa di censire scarichi ed occupazioni abusive dei corpi arginali, chi si interroga sull’impaƩo di nuovi Ɵpi di colture agricole, chi segue il dibaƫto sul pericolo idraulico del bacino, chi si occupa di valutare gli impaƫ dei progeƫ di riqualificazione ambientale realizzaƟ dagli enƟ locali e dagli enƟ di governo del territorio. A metà Maggio 2013 il Forum delle Associazioni per il CdF Marzenego–Osellino ritenne fossero maturi i tempi per realizzare un’iniziaƟva pubblica che permeƩesse alla proposta e all’isƟtuto stesso del CdF di uscire dalla clandesƟnità. Fu così che a metà Giugno 2013 venne organizzato a Mestre un convegno dal Ɵtolo “Il ContraƩo di Fiume e le criƟcità ambientali”. Al convegno vennero invitaƟ a partecipare il prof. Massimo BasƟani (Tavolo Naz. CdF), il prof. Luigi D’Alpaos (prof. di Idraulica presso la Facoltà di ingegneria dell’Università di Padova), il prof. Pierfrancesco Gheƫ (prof. di Ecologia Fluviale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e assessore alla Protezione Civile del Comune di Venezia) e anche il direƩore del Consorzio di Bonifica locale. Mentre ferveva l’aƫvità di studio e di conoscenza, accadde che la Regione del Veneto bandì un concorso di finanziamento per l’aƫvazione di Contraƫ di Fiume. Mentre il Forum operò per coinvolgere tuƫ i soggeƫ (isƟtuzionali e non) al fine di presentare l’istanza di finanziamento finalizzata alla promozione del ContraƩo di Fiume Marzenego-Osellino, il Consorzio di Bonifica locale si fece promotore di una propria istanza, assicurandosi con un Protocollo d’Intesa, il consenso delle Amministrazioni Comunali dei territori aƩraversaƟ dal fiume, senza coinvolgere le associazioni e la Provincia di Venezia che aveva dimostrato aƩenzione verso il progeƩo. Il Forum delle Associazioni per il ContraƩo di Fiume MarzenegoOsellino ha ribadito che intende concorrere al processo aƫvato dal Consorzio di Bonifica, avvalorando la natura partecipaƟva del processo che non deve svilirsi in facili concezioni concertaƟve/consulƟve della complessa decisione territoriale. Consapevoli che nel Veneto i percorsi dei CdF sono ancora in forma sperimentale, le Associazioni mirano ad obieƫvi/risultaƟ che siano ampiamente dimostraƟvi di metodi e processi che sappiano riconoscere complessità, delicatezza e fragilità territoriali ed isƟtuzionali e non compromeƩano l’originalità di ciascun laboratorio di ContraƩo di Fiume. Non esistono infaƫ Contraƫ di Fiume preconfezionaƟ, vendibili o acquistabili in serie. Il ContraƩo di Fiume è come un bambino, da cullare, accudire e crescere con cura, amore e la giusta disciplina. E’ un processo di democrazia direƩa che si vuole sia riconosciuto da una legge regionale.

Una terapia contro il cancro - ideasostenibile.com · metastasi tumorale. ... Stru ©ure simili fra il tumore al fegato metas zzato ... Protocollo d’Intesa, il consenso delle Amministrazioni

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VIII Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume, Firenze 9 Dicembre 2013

Nonostante lo scempio e il saccheggio perpetra storicamente e scientemente a pregiudizio dell’ambiente, la

Zosagna, territorio compreso fra Sile e Piave, rimane un ambiente ricco di acque di risorgiva. Come in tu a la pianura veneta, lo sviluppo urbanis co aggredisce il territorio della Zosagna con le stesse dinamiche di una metastasi tumorale. Da tempo le associazioni locali si sono a vate per promuovere un processo di Contra o di Fiume, con l’intento di applicare uno strumento di terapia urbanis ca ed ambientale, esercitando un ruolo divulga vo ed inclusivo dal basso. Sile e Piave sembrano custodire con morbosa gelosia, fra i loro alvei, un paesaggio agrario fortemente antropizzato, un tempo punteggiato da modes abita urbani, rigato da corsi d’acqua di risorgiva con cui si afferrava strenuamente alla laguna di Venezia. Ristre ezza e prigionia: è la sorte toccata a questa terra, la Zosagna, stre a fra i due baluardi d’acqua ed incatenata da un groviglio inestricabile di canali, pon – canali, sifoni ed ogni sorta di manufa o idraulico. Strade, ferrovie, urbanizzazione diffusa, trascuratezza e degrado ambientale cos tuiscono gli altri anelli della catena. Ma i corsi d’acqua, fagocita dalla macchia oleosa dello sprawl urbano, sono sta rimossi dalla coscienza colle va, viola , oblia , tombina e trasforma in rice ori di reflui urbani. E’ il rapporto stesso fra territorio e comunità antropica, fra acqua e uomo a essersi logorato ed incrinato. Tanto da aver raggiunto stadi patologici, con dinamiche simili a quelle di un’aggressione tumorale ad un organismo vivente. Mossi da questa consapevolezza, alcune associazioni locali ed alcuni ci adini hanno cercato di contrastare il degrado ambientale ed urbanis co, condividendo la priorità di par re dalla tutela dei corsi d’acqua, a maggior ragione in un territorio anfibio e ricco di fiumi di risorgiva come la Zosagna. Le proposte del Contra o di Fiume del bacino Melma-Nerbon e del Contra o di Fiume del bacino Meolo-Vallio-Musestre nascono dalle associazioni, da sogge non is tuzionali, con l’obbie vo di abba ere gli argini culturali e burocra ci che impediscono il pieno coinvolgimento delle conoscenze, dei saperi, delle esperienze, degli interessi diffusi nel territorio. L’abba mento degli argini può diventare anche un obbie vo non metaforico ma sperimentale: potrebbe essere un intervento che consente ai corsi d’acqua di spagliare le acque nel territorio, di interagire, di rigenerarsi, di respirare liberamente come un organismo vivente. Idealmente le associazioni si sentono inves te di una missione: quella di agire come tan an corpi per prevenire e comba ere il degrado del territorio. Con il processo di Contra o di Fiume si intendono a uare azioni concrete che perme ano a sogge is tuzionali locali e sogge non is tuzionali di condividere e di raggiungere in modo più agevole gli obbie vi ambiziosi che le dire ve europee si prefiggono: dal buono stato ecologico dei corsi d’acqua, alla sicurezza idraulica, dal consumo di suolo zero alla rigenerazione del territorio, dalla fruizione sostenibile delle risorse e dello spazio vitale del corso d’acqua alla riconciliazione iden taria fra comunità antropica ed il fiume, nel quale non scorre solo l’acqua ma anche la storia e la cultura della comunità.

La lunga a vità di preparazione delle proposte di Contra o di Fiume Melma-Nerbon e Meolo-Vallio-Musestre dovrebbe cos tuire una premessa di solidità e di condivisione del processo partecipa vo a vato, anche in considerazione del suo cara ere

Una terapia contro il cancro urbanis co ed ambientale in Veneto

Ing. A. Pa aro 1, Ing. G. Manoli 1,2, Do . G. Sartori 3, M. Billo o 4, F. Pozzobon 5 1 ID&A Ingegneria www.ideaingegneria.com , via Monte Paularo 1/12, 30173 Venezia - 2 Dipar mento di Matema ca, Università degli Studi di Padova, Via Trieste 63, 35121 Padova - 3 Biologo Consiglio Regionale

Veneto, San Marco 1122 Venezia - 4 Circolo Legambiente Veneto Orientale "Pascu o-Gere o", via Gio o 18 30022 Ceggia (VE) - 5 Circolo Legambiente Piavenire, via Busnello 34, Maserada sul Piave (TV)

inclusivo, originale, spontaneo. Fra le associazioni e gli amministratori locali c’è la percezione di aver avviato un percorso di sostenibilità ambientale in grado di prevenire e curare le ferite inferte al territorio dall’intensa urbanizzazione e dal degrado. L’entusiasmo per le proposte di Contra o di Fiume è contagioso: anche questa sembra una forma di terapia urbanis ca ed ambientale.

“Se si vuole fare qualcosa per la tutela del territorio, non si può che par re dai corsi d’acqua!” Francesco Vallerani, geografo

Stru ure simili fra il tumore al fegato metas zzato (sinistra) e l’immagine no urna degli USA (destra)

Percorsi di invasività simili delle cellule tumorali nel sangue (sinistra) e dello sprawl urbano lungo le strade (destra)

Un tempo, qui so o, scorreva il fiume Meolo

Contra di Fiume Meolo-Vallio-Musestre e Melma-Nerbon

Simili percorsi di espansione clonale: condizioni differenziate di tessu ed urbanizzazione (in alto) e indifferenziate (in basso)

Il Contra o di Fiume Marzenego-Osellino

Nel Veneto contemporaneo, la cui vocazione oscilla

frene camente tra la speranza di un nuovo

sviluppo economico e il rimpianto dell’an co modello padronale che ne cristallizza l’arretratezza culturale, irrompe la freschezza disarmante dei Contra di Fiume (CdF). Le proposte più originali di Contra o di Fiume vengono promosse dal mondo dell’associazionismo ma si scontrano spesso con un sistema is tuzionale impreparato o pronto a cavalcare la novità per snaturare lo spirito auten co di strumento di democrazia dire a. L’esperienza del CdF Marzenego-Osellino da un lato me e in luce le potenzialità del processo partecipa vo ma dall’altro ne evidenzia le difficoltà di a uazione pra ca. “Il Contra o di Fiume è un processo di democrazia dire a! E’ un processo di democrazia dire a! E’ un processo di democrazia dire a!”: con queste limpide e sugges ve parole Massimo Bas ani (coordinatore del Tavolo Nazionale dei Contra di Fiume) descrisse la natura dei Contra di Fiume nel corso di un convegno organizzato a Mestre dall’Unione Veneta Bonifiche (UVB) nei primi giorni del Novembre 2013. In quella frase, scandita tre volte, si ritrova lo spirito auten co dell’esperienza dei Contra di Fiume e anche il risarcimento per le delusioni cagionate da interpretazioni improvvisate o fraintese, o deliberate riduzioni di significato, al naturale concepimento e crescita dei laboratori di partecipazione a va avvia fino ad oggi in Veneto. Uno dei casi di studio propos dal convegno di Novembre dell’UVB riguardava il Contra o di Fiume Marzenego, presentato dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, l’ente che ges sce i corsi d’acqua del bacino scolante nella laguna di Venezia. Il cara ere di originalità della proposta di Contra o di Fiume Marzenego–Osellino consisteva nella forza propulsiva impressa dai sogge non is tuzionali, in par colare dal mondo dell’associazionismo. Da più di un anno alcune associazioni, come La Salsola (Gruppo per la salvaguardia dell’ambiente, Campalto), StoriAmestre (associazione per la storia di Mestre e del suo territorio), i Comita degli allaga (si dis ngue per la vivacità delle proposte quello di Favaro Veneto), il Comitato di Liberazione Nazionale dei Corsi d’Acqua, Legambiente, Amico Albero, Amico Giardiniere, il Caicio, i Se e Nani, il Ciclone e altre ancora, si erano a vate per studiare la natura dei Contra di Fiume e verificare la possibilità di cominciare un processo di ges one partecipata per il fiume di risorgiva che nasce a Resana (TV) e a raversa Mestre prima di sfociare in laguna. Tu e le associazioni interessate alla proposta di CdF Marzenego–Osellino avevano realizzato e con nuano a me ere in can ere numerose inizia ve che vedono come protagonista il corso d’acqua: chi si occupa della pulizia degli argini, chi gira un documentario risalendo il corso d’acqua in kayak, chi verifica la possibilità di realizzare percorsi periacqua ci a piedi, chi si preoccupa di censire scarichi ed occupazioni abusive dei corpi arginali, chi si interroga sull’impa o di nuovi pi di colture agricole, chi segue il diba to sul pericolo idraulico del bacino, chi si occupa di valutare gli impa dei proge di riqualificazione ambientale realizza dagli en locali e dagli en di governo del territorio. A metà Maggio 2013 il Forum delle Associazioni per il CdF Marzenego–Osellino ritenne fossero maturi i tempi per realizzare un’inizia va pubblica che perme esse alla proposta e all’is tuto stesso del CdF di uscire dalla clandes nità. Fu così che a metà Giugno 2013 venne organizzato a Mestre un convegno dal tolo “Il Contra o di Fiume e le cri cità ambientali”. Al convegno vennero invita a partecipare il prof. Massimo Bas ani (Tavolo Naz. CdF), il prof. Luigi D’Alpaos (prof. di Idraulica presso la Facoltà di

ingegneria dell’Università di Padova), il prof. Pierfrancesco Ghe (prof. di Ecologia Fluviale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e assessore alla Protezione Civile del Comune di Venezia) e anche il dire ore del Consorzio di Bonifica locale. Mentre ferveva l’a vità di studio e di conoscenza, accadde che la Regione del Veneto bandì un concorso di finanziamento per l’a vazione di Contra di Fiume. Mentre il Forum operò per coinvolgere tu i sogge (is tuzionali e non) al fine di presentare l’istanza di finanziamento finalizzata alla promozione del Contra o di Fiume Marzenego-Osellino, il Consorzio di Bonifica locale si fece promotore di una propria istanza, assicurandosi con un Protocollo d’Intesa, il consenso delle Amministrazioni Comunali dei territori a raversa dal fiume, senza coinvolgere le associazioni e la Provincia di Venezia che aveva dimostrato a enzione verso il proge o.

Il Forum delle Associazioni per il Contra o di Fiume Marzenego–Osellino ha ribadito che intende concorrere al processo a vato dal Consorzio di Bonifica, avvalorando la natura partecipa va del processo che non deve svilirsi in facili concezioni concerta ve/consul ve della complessa decisione territoriale. Consapevoli che nel Veneto i percorsi dei CdF sono ancora in forma sperimentale, le Associazioni mirano ad obie vi/risulta che siano ampiamente dimostra vi di metodi e processi che sappiano riconoscere complessità, delicatezza e fragilità territoriali ed is tuzionali e non comprome ano l’originalità di ciascun laboratorio di Contra o di Fiume. Non esistono infa Contra di Fiume preconfeziona , vendibili o acquistabili in serie. Il Contra o di Fiume è come un bambino, da cullare, accudire e crescere con cura, amore e la giusta disciplina. E’ un processo di democrazia dire a che si vuole sia riconosciuto da una legge regionale.