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Università degli Studi di Pavia Università degli Studi di Pavia Facoltà di Economia Facoltà di Economia B E N V E N U T I al Corso di Economia Aziendale Economia Aziendale Istituzioni Istituzioni Titolari . Prof. Piero Mella [A/K] - Prof.ssa Anna Moisello [L/Z] Lecturers : Dott. Luigi Guardamagna, Dott.ssa Roberta Provasi Esercitatori : Dott.ssa Emanuela Giachin, Dott.ssa Nicoletta Spagnolo Anno Accademico 2003/2004 - Anno Accademico 2003/2004 -

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Università degli Studi di PaviaUniversità degli Studi di PaviaFacoltà di EconomiaFacoltà di Economia

B E N V E N U T I

al Corso di

Economia AziendaleEconomia AziendaleIstituzioniIstituzioni

Titolari. Prof. Piero Mella [A/K] - Prof.ssa Anna Moisello [L/Z] Lecturers: Dott. Luigi Guardamagna, Dott.ssa Roberta ProvasiEsercitatori: Dott.ssa Emanuela Giachin,

Dott.ssa Nicoletta Spagnolo

Anno Accademico 2003/2004 -Anno Accademico 2003/2004 -

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Economia Aziendale – Istituzioni – 2003/2004 2

Struttura di Struttura di Economia AziendaleEconomia Aziendale

Testo: Istituzioni di Economia Aziendale, CLU, Pavia, 2003

Disponibile presso ogni libreria scientifica pavese

Attenzione: il nuovo testo (2003) è cambiato rispetto a quello del precedente A. A.

Programma: tutto il testo, per la parte indicata a lezione.

Esame: questionario a risposta libera.A fine corso verrà distribuito il tesario con la guida completa alla preparazione dell’esame.

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Economia Aziendale – Istituzioni – 2003/2004 3

Mella lunedì 9-11 aula AA/K martedì 9-11 aula A

mercoledì 9-11 aula AEsercitazioni mercoledì 16-18 aula A

Moisello lunedì 9-11 aula E1L/Z martedì 9-11 aula E1

mercoledì 11-13 aula E1Esercitazioni lunedì 16-18 aula E1

Nuovo orarioNuovo orario

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Economia Aziendale – Istituzioni – 2003/2004 4

Economia Aziendale: integrazioni Economia Aziendale: integrazioni

Integrazioni: distribuite gratuitamente in aula ai presenti o disponibili sulla pagina:

www.ea2000.it/mella

Si invitano gli studenti ad arricchire le nozioni di base con letture ed approfondimenti che possono trovare – oltre che nel testo P. Mella, Economia Aziendale, UTET, Torino, 1992, e nella bibliografia ivi indicata – soprattutto nei paper pubblicati nel sito:

www.ea2000.it

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Corso di

Economia AziendaleEconomia AziendaleIstituzioniIstituzioni

CAPITOLO 1

Nozioni di metodo

Titolari. Prof. Piero Mella [A/K] - Prof.ssa Anna Moisello [L/Z] Lecturers: Dott. Luigi Guardamagna, Dott.ssa Roberta ProvasiEsercitatori: Dott.ssa Emanuela Giachin,

Dott.ssa Nicoletta Spagnolo

Università degli Studi di PaviaUniversità degli Studi di PaviaFacoltà di EconomiaFacoltà di Economia

Anno Accademico 2003/2004 -Anno Accademico 2003/2004 -

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1.1 Oggetto dell’Economia Az.1.1 Oggetto dell’Economia Az.

L'economia aziendale è la scienza che osserva, per capire, per spiegare e prevedere,

il comportamento economico dell'uomo nelle aziende, delle aziende tra le aziende

al fine di costruire modelli di conoscenza e di controllo di quel comportamento.

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Economia Aziendale – Istituzioni – 2003/2004 7

La nostra parola d’ordineLa nostra parola d’ordine

Tanto le leggi – quanto le semplici descrizioni – elaborate dall’Economia Aziendale devono essere coerenti con la realtà osservata.

"Guardiamoci attorno!"

“Osservare la realtà” dev’essere la parola d'ordine di chi studia l'economia aziendale.

Per questo, il Capitolo 1 presenta alcune nozioni di metodo per l’osservazione e la spiegazione.

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Economia Aziendale – Istituzioni – 2003/2004 8

1.2 Modelli1.2 Modelli

I modelli sono gli strumenti attraverso i quali l'uomo osservatore cerca di capire la realtà indagata e di imparare a fini operativi.

Non costituiscono, però, solo il risultato della nostra attività di conoscenza ma dirigono la stessa osservazione.

 

Sono, pertanto, indispensabili strumenti sia per la comprensione e la spiegazione.

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Economia Aziendale – Istituzioni – 2003/2004 9

Classificazione minimaClassificazione minimadei Modellidei Modelli

Operativi, descrittivi

Letterari, simbolici, schematici, iconici

Realistici, perfetti, ideali

Altre …

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1.3 Capire ed imparare1.3 Capire ed imparare

Capire

sinonimi: intendere, afferrare mentalmente, avere chiaro, penetrare con la mente, includere in un quadro, intelligere, ecc.

Impararesinonimi: apprendere, sapere, fissare mentalmente, conoscere, ecc.

Concetto

sinonimi: significato, pensiero, nozione, spiegazione, intensione, estensione, definizione, ecc.

Modellosinonimi: rappresentazione, immagine, schema, sistema, ecc.

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Economia Aziendale – Istituzioni – 2003/2004 12

La scienza ricerca leggi e teorie generali.

Una generalizzazione è legge scientifica se:

- si presenta come un enunciato: «Tutte le volte che succede "questo" accade sempre "quello"»;

- ha contenuto empirico; - si riferisce a insiemi aperti;

- può essere verificabile o falsificabile, cioè confermata da casi favorevoli, o esempi positivi, oppure confutata da casi sfavorevoli, o prove contrarie.

Legge scientificaLegge scientifica

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Economia Aziendale – Istituzioni – 2003/2004 13

Una teoria T (o ipotesi) può essere interpretata quale congettura relativa ad un fenomeno F del tipo:

Se T, allora F (oppure TF, oppure T implica F).

L’implicazione è falsificata solo a condizione che, asserita vera T, F sia falso. Cioè:

Se non-F, allora non-T (oppure -F-T).

Derivare: Se F, allora T è un grave un errore!

Teoria scientificaTeoria scientifica

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Definiamo processo (macro) una concatenazione di operazioni (fisiche o logiche) che si sviluppano nel tempo e portano ad un risultato (a un evento) di qualche specie (obiettivo, fine, scopo, ecc.).

I processi tra loro concatenati e svolti secondo un programma formano una rete di processi o macroprocesso (figura 1.2).

1.5 Processo1.5 Processo

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Economia Aziendale – Istituzioni – 2003/2004 15

Modello schematico di rete dei processi (fig. 1.2)

Rete dei processi - ModelloRete dei processi - Modello

ambiente

confine

istruzioni1 – …2 – …

N - …

programma

nicchia

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Si denomina sistema organizzato: un complesso degli elementi operatori, o

processori (struttura di organi) tra loro stabilmente collegati (relazioni di

organizzazione) per svolgere la rete di processi

(comportamento), secondo istruzioni (programma operativo), per attuare il macro processo (obiettivo, fine,

scopo).

Sistema organizzatoSistema organizzato

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Economia Aziendale – Istituzioni – 2003/2004 17

meccanismi, se gli organi sono meccanici, organismi, se gli organi sono biologici, organizzazioni, se gli organi sono persone, sistemi socio-tecnici, se gli organi sono persone

e meccanismi, sistemi combinatori, se gli elementi non sono

specializzati in organi, sistemi aperti, se interscambiano con

l’ambiente, sistemi chiusi se non vi sono (o non interessano)

gli interscambi.

Classificazione minimaClassificazione minima

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Processo/sistema di trasformazione: è un processo/sistema aperto che attua una trasformazione di qualche specie (qualitativa o quantitativa) degli input strumentali che diventano output del sistema.

Vi sono quattro tipi si trasformatori: single input-single output, si-so, multiple input-single output, mi-so, single input- multiple output, si-mo, multiple input- multiple output, mi-mo.

1.6 Sistemi organizzati di 1.6 Sistemi organizzati di trasformazionetrasformazione

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Economia Aziendale – Istituzioni – 2003/2004 19

Sono funzioni di trasformazione le regole che producono gli output, dati gli input e gli stati interni.

Sistemi dinamiciSistemi dinamici

Funzione di Trasformazione

Stati sh(t)

xn(t) ym(t+t)

P(S, t) Indicatori di performance

Input Output

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Economia Aziendale – Istituzioni – 2003/2004 20

Sono funzioni di trasformazione le regole che producono gli output, dati gli input e gli stati interni.

Sistemi dinamiciSistemi dinamici

Funzione di Trasformazione

Stati sh(t)

xn(t) ym(t+t)

P(S, t) Indicatori di performance

Input Output

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Supponiamo che dati input x(t) siano trasformati in y(t+t) al termine di ogni ciclo tT (se t=T, allora il sistema è monociclico).

La performance relativa al sistema S è una variabile P(S, t) che esprime le modalità o il risultato del funzionamento nel tempo di un sistema che svolge un processo.

Si può quantificare attraverso uno o più indicatori.

1.7 Performance nei trasformatori1.7 Performance nei trasformatori

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efficienza e(t) = y(t+t)/x(t) indica quante unità di output sono ottenute per ciascuna unità di input;

fabbisogno f(t) = x(t)/y(t+t) è l’inverso del precedente ed indica quante unità di input sono necessarie per ciascuna unità di output;

risultato R(t) = y(t+Dt) – x(t) si determina solo per i sistemi omogenei (input e output espressi nella stessa unità di scala) ed esprime l’efficienza quale livello anziché quale grado;

rendimento o return on input roi = R(t) / x(t) esprime il risultato ottenuto per ogni unità di input.

Indicatori di PerformanceIndicatori di Performance

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Sistema vincolato: se gli input possono assumere valori non superiori ad un massimo (o non inferiori ad un minimo); altrimenti è libero.

Sistema finalizzato: gli output devono assumere un determinato valore (l’obiettivo da conseguire), al termine di un intervallo T.

Sistema retroazionato: se gli output influenzano gli input di successivi cicli di trasformazione.

Sistema cibernetico (o autocontrollantesi): un sistema retroazionato per conseguire automaticamente gli obiettivi.

1.6 Tipologia minima dei 1.6 Tipologia minima dei trasformatoritrasformatori

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Conto del risultato della Conto del risultato della trasformazionetrasformazione

Fig. 1.4 - Conto del Risultato di un sistema di trasformazione (del periodo T)

Ricordare: gli input sempre a sinistra (testa della freccia)gli output sempre a destra (coda della freccia)

Sezione Dare (sinistra) Sezione Avere (destra) Input X1 = X1(T) P(X1) = 5.000 (2) 10.000 Output Y1 = Y1(T) P(Y1) = 500 (20) 10.000 Input X2 = X2(T) P(X2) = 2.000 (2,5) 5.000 Output Y2 = Y2(T) P(Y2) = 200 (40) 8.000 Input X3 = X3(T) P(X3) = 1.000 1,5) 1.500 X(p, T) = 1n3 xn p(xn) 16.500 Y(p, T) = 1m2 ym p(ym) 18.000

Risultato del Sistema (eccedenza degli output sugli input o surplus)

1.500

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Quando ci troviamo di fronte a fenomeni o ad eventi che non riusciamo a comprendere in qualche modello, si manifesta una situazione di ignoranza e nasce una curiosità che fa sorgere un interrogativo che richiede una spiegazione.

Spiegare un fenomeno F (explanandum) significa costruirne un modello derivandolo da qualche altra conoscenza, individuando una successione di enunciati, cioè una argomentazione deduttiva (explanans), da cui sia possibile ricavare F quale conclusione valida.

1.4 – Il processo di spiegazione1.4 – Il processo di spiegazione

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Ogni explanandum richiede un explanans appropriato. La conoscenza progredisce, oltre che per nuove osservazioni, per spiegazioni successive, partendo da modelli noti o supposti tali.

Il processo di spiegazione si chiude quando si arriva ad un explanans che non ha ulteriori explanandum. Lo definiamo chiusura operazionale della spiegazione e rappresenta un momento di ignoranza, un limite alla conoscenza.

La chiusura operazionaleLa chiusura operazionale

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Struttura delle spiegazioni scientifiche sistemiche: explanans

A ambiente al quale il sistema è accoppiato S struttura che genera i processi da cui deriva F programmi che impongono alla struttura di

generare i processi P processi generati dalla struttura S

explanandum F fenomeno da spiegare

conclusione F deriva dai P generati da S in A tramite i

chiusura operazionale Il sistema (ambiente&struttura&programmi&

processi) rappresenta la chiusura operazionale.

E&C n. 1.3 - E&C n. 1.3 - La spiegazione La spiegazione sistemicasistemica

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Un'organizzazione è un sistema sociale che si forma quando più individui, per loro motivazioni particolari, accettano di attuare comportamenti specializzati (organi), coordinati e cooperativi, per svolgere un processo durevole per un fine comune.

Le organizzazioni diventano sistemi socio tecnici se gli individui impiegano necessariamente strumenti tecnici per lo svolgimento dei processi organizzativi.

1.9 Le organizzazioni1.9 Le organizzazioni

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Le organizzazioni devono sviluppare tre specie di processi (Fig. 1.4): cognitivi operativi metabolici.

Le organizzazioni, pertanto, sono sistemi accoppiati all’ambiente e sviluppano un processo di conoscenza per rigenerarsi durevolmente; in questo senso sono sistemi cognitivi ed autopoietici.

I processi organizzativiI processi organizzativi

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Fig. 1.6

Il modello generale di organizzazioneIl modello generale di organizzazione

ENERGY INPUT

COGNITIVE PROCESSES

DecisionsProgrammes

Controls

INTELLIGENCE/MIND

Knowledge baseevalutation weights

Computational system

INPUT OF ELEMENTS

OUTPUT OF ELEMENTS

ME

TA

BO

LIC

PR

OC

ES

SE

S

Inte

rna

l E

nv

iro

nm

en

t

OPERATIVE PROCESSESto ACHIEVE

the COMMON “END”ENERGY OUTPUT

CommunicationInformation

ENERGY INPUT

COGNITIVE PROCESSES

DecisionsProgrammes

Controls

INTELLIGENCE/MIND

Knowledge baseevalutation weights

Computational system

INPUT OF ELEMENTS

OUTPUT OF ELEMENTS

ME

TA

BO

LIC

PR

OC

ES

SE

S

Inte

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l E

nv

iro

nm

en

t

OPERATIVE PROCESSESto ACHIEVE

the COMMON “END”ENERGY OUTPUT

CommunicationInformation

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Economia Aziendale – Istituzioni – 2003/2004 31

In relazione alla durata di vita, possiamo distinguere tra (si veda la figura 1.5):

organizzazioni occasionali

organizzazioni a vita limitata o per progetti singoli

organizzazioni permanenti o autopoietiche o a vita non predefinita (illimitata)

Durata delle organizzazioniDurata delle organizzazioni

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Fine del capitolo 1

Queste diapositive sono disponibili alla pagina:

www.ea2000.it/mella

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