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Università degli studi di Salerno – Facoltà di Ingegneria Laurea magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio Corso di Frane Anno accademico 2014-2015 Esercitazione n°6_ individuale pre-esame he case study of a debris slide in NW Italian Alps Docente: Prof. Ing. Michele Calvello Allievo: Dario Galdi Matricola: 0622500171

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Università degli studi di Salerno – Facoltà di Ingegneria

Laurea magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il TerritorioCorso di Frane

Anno accademico 2014-2015

Esercitazione n°6_ individuale pre-esame

The case study of a debris slide in NW Italian Alps

Docente: Prof. Ing. Michele CalvelloAllievo: Dario GaldiMatricola: 0622500171

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ILLUSTRAZIONE DEL CASO STUDIOdebris slide (Varnes ‘78); volume mobilitato = 35.000 m3

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ILLUSTRAZIONE DEL CASO STUDIO

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altezza di neve cumulata = 590 cm

ILLUSTRAZIONE DEL CASO STUDIO• evento pluvioindotto

aprile 2009 cumulata media delle piogge in Valle d’Aosta = 212 mm

26-28 aprile 2009 Intenso evento piovoso (45% precipitazione media mensile)

Stagione invernale 2008-2009

• opere urgenti di stabilizzazione

interventi che modificano la geometria del pendio (rimozione di massi instabili, creazione di un sistema di rampe e berme)

interventi che incidono sull’interazione tra il fenomeno e gli elementi a rischio (barriera paramassi, fossato)

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LAVORO SCIENTIFICO DEGLI AUTORI

4 fori di sondaggio (profondità max = 46m)

• 4 inclinometri (I1,I2, I3, I4)

• 3 piezometri a tubo aperto (PZ1, PZ2, PZ3)

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LAVORO SCIENTIFICO DEGLI AUTORIassetto stratigrafico

• strato superficiale di depositi morenici – colluviali (Quaternario)

• strato profondo di depositi morenici – colluviali

• Substrato roccioso

spessore

16,5 m (S1)

30 m (S2)

23 m (S4)

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LAVORO SCIENTIFICO DEGLI AUTORINe deriva che esiste una zona di transizione tra la massa in frana nella parte alta e la parte di pendio stabile, ovvero non è possibile individuare con esattezza una scarpata principale

Dall'inizio del maggio 2009 il monitoraggio GPS è stato interrotto.

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LAVORO SCIENTIFICO DEGLI AUTORI

• I1 - 16.0 m

• I2 - 8.0 m

• I3 nessun movi-mento significativo

• I4 - 4.0 m

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LAVORO SCIENTIFICO DEGLI AUTORI

Inizio monitoraggio = giugno 2009

Si è dedotto quindi che il flusso delle acque sotterranee avviene principalmente nella massa di roccia fratturata. A seguito di forti piogge il livello delle acque sotterranee potrebbe però subire un improvviso aumento di diversi metri, saturando il deposito di detriti: ciò probabilmente si è verificato nella porzione intermedia del pendio, innescando così l'instabilità.

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LAVORO SCIENTIFICO DEGLI AUTORI

strato superficiale• livello di falda + 4m• c’ = 0• f’= 27°m

etod

o LE

M strato profondo• f’= 31°

metodo FEM

Zona di accumulo al di sotto del livello della strada, che non era in linea con gli spostamenti osservati in campo

i parametri sono stati modificati aumentando la coesione c' e mantenendo inalterati gli angoli di attrito φ' per i due diversi strati detritici.

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LAVORO SCIENTIFICO DEGLI AUTORI

con un livello di falda stabilizzato lungo il contatto tra il substrato roccioso e il deposito colluviale, la superficie di scorrimento più critica (Fs = 1.01) è situata interamente nello strato superficiale

con il livello delle acque sotterranee aumentato per simulare le condizioni più probabili dopo lo sciogli-mento della neve in primavera e le piogge prolungate, la superficie più critica con un fattore di sicurezza pari a 0,91 è simile alla superficie di scorrimento principale della frana.

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LAVORO SCIENTIFICO DEGLI AUTORIInterventi di stabilizzazione

• Installazione di un sistema di drenaggio costituito da tubi suborizzontali, con interasse pari a 2 m, installati lungo le tre berme realizzate durante i lavori di riqualificazione

•Costruzione di una doppia parete che funge da struttura di contenimento passivo lungo la strada.

•Installazione di 56 ancoraggi a quattro linee con doppia protezione anticorrosione, disposti lungo tre righe (A, B, e C).

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LAVORO SCIENTIFICO DEGLI AUTORI

superfici di scorrimento superficiali

misure di stabilizzazione aggiuntive FS del pendio = 1.32

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ANALISI CRITICAQuando i processi di instabilità del pendio influiscono direttamente o indirettamente su una un’arteria stradale, le conseguenze economiche derivanti dall’interruzione del traffico lungo di essa, possono superare di gran lunga i costi legati alla realizzazione di opere di mitigazione

Considerazioni critiche

1) Interruzione del monitoraggio GPS alla fine del maggio 2009

• gli inclinometri restituiscono misure meno frequenti rispetto ai GPS tant’è vero che non si è riusciti a cogliere una serie di movimenti superficiali che hanno preceduto un ulteriore scorrimento rotazionale, verificatosi lungo la berma posta più in basso a seguito di un intenso evento piovoso accaduto

• il mancato monitoraggio degli spostamenti superficiali ha fatto si che le opere previste per la stabilizzazione a lungo termine della frana siano state integrate da alcune misure aggiuntive in quanto i programmi di calcolo, precedentemente validati e calibrati, evidenziavano la presenza di superfici di scorrimento nella parte alta del deposito detritico.

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ANALISI CRITICA2) Monitoraggio delle pressioni neutre nel sottosuolo

• periodo di monitoraggio pressioni neutre = maggio – novembre 2009Al fine di simulare le condizioni di saturazione più probabili nella stagione primaverile, è stata ipotizzata una completa saturazione dello strato profondo della zona detritica.Sarebbe risultato più opportuno caratterizzare il regime del livello di falda nel sottosuolo mediante l’utilizzo di un appropriato modello agli elementi distinti

•i piezometri PZ1 e PZ2, ad eccezione di un lieve abbassamento registrato nel mese di giugno a seguito della riduzione delle precipitazioni, non segnalano alcun oscillazione del livello di falda né in corrispondenza degli eventi piovosi più intensi né a seguito della realizzazione del sistema di dreni. Sarebbe stato quindi interessante che il monitoraggio delle pressioni neutre fosse stato effettuato anche con un tipo di piezometro in grado di restituire una misura più precisa, al fine di verificare se tale andamento è legato o meno a un limite strumentale.