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UNIVERSITÀ DI FOGGIA 1 Università di Foggia Cerimonia di Inaugurazione dell'anno accademico 2014 - 2015 Giovedì 16 aprile 2015 Aula Magna “Valeria Spada” Dipartimento di Economia dell'Università di Foggia via Romolo Caggese 1, Foggia

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Università di FoggiaCerimonia di Inaugurazione

dell'anno accademico 2014 - 2015

Giovedì 16 aprile 2015Aula Magna “Valeria Spada”Dipartimento di Economia

dell'Università di Foggiavia Romolo Caggese 1, Foggia

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l'OspiteFURIO COLOMBO

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Furio Colombo (Châtillon, 1º gennaio 1931) alla metàdegli anni Cinquanta fu chiamato alla Rai dove, insieme a ungruppo di intellettuali (tra i quali Emilio Garroni, Luigi Silo-ri, Umberto Eco, Mario Carpitella, Antonio Santoni Rugiu)collaborò e diresse vari programmi culturali e giornalistici.Nei primi anni Settanta fu tra i primi docenti del corso dilaurea in DAMS all'Università di Bologna, dove insegnò Lin-guaggio radiotelevisivo tra il 1970 e il 1975.

E' stato tra gli ispiratori e fondatori del Gruppo 631. Nel1972 apparve, come attore, nella pellicola Il caso Mattei, incui ha interpretato la parte dell'assistente-traduttore dell'allo-ra presidente dell'ENI. E' stato corrispondente de La Stampae de la Repubblica dagli Stati Uniti, ha scritto per il NewYork Times e per New York Review of Books.

E' stato presidente della Fiat Usa ed ha insegnato giorna-lismo alla Columbia University. Tra il 2001 e il 2005 è statoinoltre direttore dell'Unità, e tra il 2000 e il 2005 ha diretto larivista L'architettura. Dopo l'esperienza da deputato del Pds-Ds (dal 1996 al 2001), è tornato in Parlamento nel 2006come senatore per la lista dei Ds in Lombardia ed iscritto algruppo parlamentare dell'Ulivo. Rieletto nuovamente Depu-tato nel 2008, è stato Componente della III Commissione(Affari Esteri e Comunitari) e della commissione esaminatri-

1 Il Gruppo 63 è stato un movimento intellettuale di artisti, scrittori, poeti,sceneggiatori, attori e critici composto, tra gli altri, da Alberto Arbasino, LucianoAnceschi, Nanni Balestrini, Renato Barilli, Achille Bonito Oliva, Giorgio Celli, Fu-rio Colombo, Corrado Costa, Fausto Curi, Roberto Di Marco, Umberto Eco, EnricoFilippini, Alfredo Giuliani, Alberto Gozzi, Angelo Guglielmi, Germano Lombardi,Giorgio Manganelli, Giulia Niccolai, Elio Pagliarani, Renato Pedio, Michele Perrie-ra, Lamberto Pignotti, Antonio Porta, Edoardo Sanguineti, Giuliano Scabia, Adria-no Spatola, Aldo Tagliaferri, Gian Pio Torricelli e Sebastiano Vassallisi. Il Gruppo63 sciolse nel 1969, diede vita alle riviste Malebolge, Quindici e Grammatica influen-zando le scelte di collane editoriali come Materiali di Feltrinelli e La ricerca lettera-ria di Einaudi. E' stato uno dei movimenti più importanti del nostro Paese.

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ce del Premio Ilaria Alpi e Maria Grazia Cutuli. Il 28 maggio 1990, sui iniziativa dell'allora Presidente

della Repubblica Italiana Francesco Cossiga, è stato nomina-to Grand'Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Ita-liana.

Tra le sue molte opere si ricordano:Nuovo teatro americano, Milano, Bompiani, 1963.Le donne matte, Milano, Feltrinelli, 1964.L'America di Kennedy, Milano, Feltrinelli, 1964.Ultima Hanoi, Milano, Bompiani, 1973.Passaggio a occidente, Milano, Rizzoli, 1982.L'ambasciatore di Panama, Milano, Mondadori, 1985.Occhio testimone, Milano, Bompiani, 1988.Il terzo dopoguerra, Milano, Rizzoli, 1990.Per Israele, Milano, Rizzoli, 1991.Fascismo/antifascismo, con Vittorio Feltri, Rizzoli, 1994.Il treno della Cina, Bari, Laterza, 1995.Ultime notizie sul giornalismo. Manuale giornalismo internazionale, Bari, Laterza, 1995.L'ultima intervista di Pasolini, Roma, Avagliano, 2005.La fine di Israele, Milano, Il Saggiatore, 2007.Post giornalismo. Notizie sulla fine delle notizie, Roma, Editori Riuniti, 2007.Marco Alloni dialoga con Furio Colombo. Il diritto di non tacere, Reggio Emilia, Aliberti, 2011.Contro la Lega, Bari, Laterza, 2012.

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Quali civiltà si scontrano *DI FURIO COLOMBO

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E' come se fosse caduto il mappamondo e si fosse fran-tumato in tanti pezzi. Samuel Huntington ha tentato di met-terlo insieme parlando di “scontro di civiltà”, una teoria cheha percorso ciò che restava del mondo dopo la guerra fredda,con la stessa fortuna di un'altra tesi, quella della “fine dellaStoria”, riproposta (dopo un percorso lungo e dimenticato)dal filosofo americano Francis Fukuyama.

I due strani successi (entrambe le teorie erano vistosa-mente fondate sul vuoto) si spiegano con una congestione dieventi accaduti tutti insieme. Di essi la cultura del mondo hacapito poco, salvo notare un solo dato importante: la discon-tinuità. D'ora in poi (dalla fine della guerra fredda in avanti)sarebbero accadute cose che prima non erano immaginabili.La vera, grande svolta, naturalmente, è il 1945, quando tuttisi rendono conto che, dopo il bombardamento di Dresda e lebombe di Hiroshima e Nagasaki, è evidente che la forza tec-nologica delle armi avrebbe reso impossibile usarle. Il pacifi-smo non c'entra.

Contava - e conta - la constatazione che, nel nuovo tipodi guerra, il più forte perde sempre, perché si deve fermareprima della distruzione finale, che sarebbe reciproca. Infattiil Paese più forte, gli Stati Uniti, ha perduto (ovvero interrot-to) tutte le guerre intraprese dopo il 1945, fino ai due esem-plari conflitti dell'Iraq e dell'Afghanistan, dove non solo ilpiù forte ha perso e si ritirato (o si sta ritirando) ma continuaa pagare le conseguenze di un disordine inarrestabile.

Ho appena ricordato che in mezzo, tra un fenomeno (lasecondo guerra mondiale) e l'altro (le “piccole” guerre per-dute dal potente gigante) c'è stata la guerra fredda. Finché èdurata ha creato un grande vantaggio: tenere ferme le armipiù pericolose a causa delle uguaglianza di forza tra le dueparti. E' un grande equivoco: la persuasione che la “cortina di

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ferro” dividesse davvero due mondi diversi, ovvero due civil-tà. Abbiamo chiamato la nostra “occidentale”, ponendo pen-siero e tradizione giudaico-cristiana a fondamento del “no-stro” mondo. Quando la Storia ci ha sorpreso (tutti, da unaparte e dall'altra) con il crollo del Muro, si è incrinata la sicu-rezza delle due culture così profondamente e perennementediverse, anche perché quasi subito c'è stata una grande ridi-stribuzione della ricchezza (più ricchezza ai più ricchi) se-condo un modello vetero-capitalista che si è rivelato apolide.E mentre si era alle prese con il dibattito sulle due culture(che si sono rivelate subito una o moltissime) ci si è accortipoco di due fenomeni a cui non si è data valenza politica: laglobalizzazione e la rete.

Una avrebbe cambiato l'agibilità degli spazi fisici, dandoluogo a immensi fenomeni di spostamento di ricchezze, im-prese, cultura, masse di esseri umani.

L'altro avrebbe spostato la gran parte della conoscenza,dell'apprendimento, della comunicazione e di una quantitàgrandissima di operazioni mentali e intellettuali, ma anchepratiche e organizzative, dal “fuori” della vita (lo spostamen-to dell'oro, lo sportello di una banca) al “dentro” della rete,dove abitano pensieri sciolti e grandi bilanci, organigrammiche si sarebbero voluti segreti per lungo tempo, e social net-work creati apposta per rendere pubblico anche il pensierominimo e cancellabile (ma non più cancellabile) di un istan-te. Sulle sabbie mobili di una realtà così mutevole e incerta(anche perché fatta di parti non omogenee, mezza fisica emezza virtuale) si sono insediate le due teorie di cui ho appe-na parlato: il confronto, e quindi la guerra di civiltà. E la finedella Storia.

Il primo pensiero ci tranquillizza perché ci induce a cre-dere (in modo ambiguo, non detto, ma inevitabile) che vi sia

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una civiltà superiore, la nostra, e che, se necessario, dovremounirci per difenderla. Il secondo, la fine della Storia, ha in-fluenzato molto più di quanto non si pensi, il giudizio politi-co e la rappresentazione giornalistica degli eventi. Tutto vie-ne visto come episodio, come una storia che si apre e si chiu-de.

I media sono diventati una galleria di quadri e perfor-mance del tutto sconnessi l'uno dall'altro, a cui i destinatari(lettori e spettatori) si abituano a partecipare come a unospettacolo che, per le leggi dello spettacolo, cambia sempresenza che vi sia interesse a rievocare lo spettacolo preceden-te. Ed eccoci alle decapitazioni di Isis. Sono paurose ma an-che una grande scena e anche un episodio o serie di episodi,destinati a finire come finiscono le serie televisive.

E' successo ad Al Qaeda, perché non dovrebbero accade-re a Al Baghdadi? No, certo, non è il male che va via, o di cuisi trova una soluzione. Ma non ci sarà una crociata occiden-tale anche perché ciò che ama chiamarsi “occidente” è segna-to al suo interno da una rete di interessi e relazioni diverse.Storia e tradizione e profonde radici comuni non servono.Forse Fukuyama ha avuto torto, forse ragione, ma nessunotrova risposte e motivazioni nel passato, non nel proprio enon negli altri. La civiltà, dovunque spezzata dalla immensamobilità della globalizzazione e dalla invasione invisibile etotale della rete, è un concetto, ma anche un fatto totalmentesvuotato dai “valori” di un presunto fondamento comune.Quei valori o sono di un'unica, nuova civiltà di tutti, che vadal salvare i naufraghi in mare al trovare nuove medicine perEbola, o non esiste. A meno di riconoscere Isis sperando dibatterlo. Ma allora ci si deve mettere sullo stesso piano(come purtroppo è avvenuto a Guantanamo), sperando dimozzare una testa in più. Non ho una conclusione, ma so

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che “la civiltà” che molti, in buona fede e in mala fede, invo-cano deve ancora venire, in questo mondo nuovo, sconnessoirrimediabilmente dal passato. Potrebbe essere grande, nonuna crociata ma una comunità, se le parole di Martin LutherKing, di Bob Kennedy, di Obama (il discorso del Cairo), diPapa Francesco hanno un senso. E non è una speranza dapoco. Ma non è né facile né vicina.

* Roma, 26 marzo 2015

Testo di Furio Colombo. Scritto per la Cerimonia di Inaugurazione dell'anno accademico 2014 - 2015

dell'Università di Foggia.

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Il sapere come oggetto del desiderio **Università, ricerca e sviluppo del territorio

il RettoreMAURIZIO RICCI

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Magnifici Rettori, Autorità civili, militari e religiose, cariColleghi, Collaboratori tecnici-amministrativi e Studenti,gentili Ospiti, illustre dott. Furio Colombo, che ringrazio peraver accettato il nostro invito, onorandoci della sua presen-za.

Più lontano, dovete andare più lontano / più lontano de-gli alberi che adesso vi imprigionano... / ... più lontano delpresente che adesso vi incatena. / E quando vi sarete liberati /riprendete nuovi passi. Più lontano, sempre più lontano, / piùlontano del domani che si sta già avvicinando. / E quandocrederete di essere arrivati, sappiate trovare nuove strade.

Su queste ‘note’ di Ítaca2 del cantautore Lluís Llach,oggi, inauguro il mio discorso e il nostro anno accademico:con un invito alla sfida, una sfida piena di partenze, di ritor-ni, di nuovi slanci.

Itaca è Ulisse, Ulisse è ricerca: viaggio/ricerca, al di là deilimiti che sembrano imposti dal e al nostro mondo. Seguen-do questa immagine metaforica, i nostri, quelli trascorsi, sipongono come mesi in viaggio: mesi di intenso lavoro, disforzi e di risultati, di sacrifici e di conquiste; mesi di successidell’intera comunità accademica e del suo territorio. Ci rife-riamo - quale sintetico viaggio a ritroso - alle importanti mo-difiche al nostro Statuto: partendo dalla decadenza da ognicarica dirigenziale in caso di candidatura in elezioni (euro-pee, politiche o amministrative), o di assunzione di carichepolitico-amministrative, passando per l'aumento significati-vo del voto pesato del personale tecnico-amministrativo, pri-ma sostanzialmente marginalizzato nella votazione per ilRettore, per giungere al fine di garantire il carattere apoliticodell’Università, che, in quanto istituzione, non può essere

2 Album: Viatge a Ítaca (1975).

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coinvolta in polemiche politiche contingenti e, in quanto au-tonoma, non può non rivendicare - anche ponendosi autoli-miti - la propria libertà in ogni senso e in ogni àmbito.

Ricordiamo gli importanti risultati nella valutazione del-la qualità della ricerca curata dall’ANVUR (Agenzia Nazio-nale per la Valutazione del Sistema Universitario e della Ri-cerca)3, un risultato, questo, che - in riferimento all’anno2014 - ha contribuito a rideterminare l'FFO (Fondo di Fi-nanziamento Ordinario), da parte del MIUR, attraverso l’at-tribuzione di quote premiali che hanno collocato il nostroAteneo in una posizione di preminenza.

Desideriamo sottolineare quei risultati di ricerca scienti-fica che potrebbero migliorare la qualità di vita delle perso-ne: il brevetto Gluten Friendly4 per i suoi effetti rilevanti ne-gli stili di vita dei celiaci; la ricerca sul tumore del polmone,individuato tramite la misura della temperatura del respironei fumatori5, e la diagnosi precoce del carcinoma prostaticoattraverso il marker tumorale Pentraxina 36. Ricordiamo lenostre ‘battaglie’ per includere la struttura universitaria di

3 A livello nazionale, la VQR 2004-2010 ha collocato UniFg al 12 posto allaluce degli importanti risultati dei gruppi di ricerca nell’area biologica (6° posto su58), giuridica (6° posto su 71), delle scienze agrarie (11° posto su 34), delle scienzemediche (18° posto su 49) e umanistiche (nell’area 10, 29° posto su 64; nell’area 11,21° posto su 65).

4 Il brevetto è stato messo a punto dai proff. A. Di Luccia e C. Lamacchia delDipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente (in collaborazionecon la dott.ssa C. Gianfrani del CNR). Per effetto del brevetto, abbiamo stipulato unaccordo di spin off (New Gluten World) con la società Casillo Group SpA, leadermondiale nell’acquisto, nella trasformazione e nella commercializzazione del grano,che ha finanziato con 800.000 euro la prosecuzione dell’attività di ricerca sulleproteine del glutine.

5 Lo studio si deve al gruppo di ricerca, coordinato dalla prof.ssa G. E. Carpagnano, delDipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche.

6 La ricerca è stata condotta nel Dipartimento di Nefro-Urologia dell’Aziendaospedaliero-universitaria Ospedali Riuniti di Foggia dall’équipe, coordinata daiproff. G. Carrieri e G. Grandaliano.

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reumatologia nella rete regionale quale hub, uno dei duecentri di coordinamento per tale àmbito territoriale, richiestaora accolta dalla Regione, o per attivare la struttura di car-diochirurgia, necessaria non solo per classificare gli ospedaliriuniti come struttura di primaria rilevanza (dea di II livello),ma soprattutto per far diventare l’azienda mista quella casadella salute che tutti auspicano e garantire più efficacementeil diritto alla salute, superando un vulnus che vede la provin-cia di Foggia, nel 2015, unica provincia nella Regione Pugliaancora priva di una tale struttura, nonostante la previsionedel piano sanitario del 2007. Pensiamo al lavoro - condivisocon la Regione Puglia per migliorare la qualità dell’assistenzasanitaria e potenziare la ricerca scientifica - per la nominadel nuovo direttore generale dell’azienda mista di Foggia,dott. Antonio Pedota, al quale rivolgo gli auguri di buon la-voro, ringraziando con riconoscenza e profonda stima ildott. Tommaso Moretti per l'importante e qualificata attivitàsvolta nell'ultimo decennio, con cui si è ridefinito l'assettoospedaliero, a partire da quello edilizio. Attribuiamo partico-lare attenzione all’implementazione dei rapporti di collabo-razione con altri Enti (in particolare, “Casa Sollievo dellaSofferenza”, Asl BT, Regione Basilicata e Comune di S. Seve-ro), in prospettiva di un miglioramento per la didattica, perla ricerca e per l'assistenza sanitaria7.

7 Cfr. 1. Accordo quadro - convenzione con l’IRCCS Casa Sollievo dellaSofferenza (corsi di laurea in scienze infermieristiche, dottorato di ricerca, progettidi ricerca, attività didattica e formativa delle scuole di specializzazione); 2. Accordoquadro - convenzione con la Regione Basilicata (corsi di laurea in scienzeinfermieristiche, finanziamenti di budget per posti di professore associato). Va poiaggiunta la ‘revisione’ del protocollo di intesa Regione Puglia-Università di Foggiaper la collaborazione tra Università e S.S.R. nella formazione del personaleinfermieristico, tecnico della riabilitazione, della prevenzione, nonché dellaprofessione sanitaria ostetrica, in vista dell’attivazione del Corso di Laurea inTecniche di Radiologia Medica per Immagini e Radioterapia presso la ASL di

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A conclusione delle tornate di abilitazione scientifica na-zionale (ASN), l’Ateneo sta terminando di espletare le proce-dure concorsuali per le prese di servizio dei nostri professoriassociati: anche in virtù dei citati accordi, confidiamo di re-perire (così come è stato già fatto) ulteriori risorse (rispettoal finanziamento assegnato con il piano straordinario per ilreclutamento dei docenti di seconda fascia) per corrisponde-re alle aspettative dei molti abilitati. Ricordiamo, ancora,l’impegnativa attivazione del corso di laurea interateneo, conil Politecnico di Bari, in Ingegneria dei sistemi logistici perl’agroalimentare e il significativo contributo finanziario dellaRegione Puglia. È, questo, un investimento fondamentale siaper le specializzazioni in un territorio, connotato da una vo-cazione fortemente agroalimentare, e in cui già opera profi-cuamente il Distretto tecnologico e agroalimentare regionale(D.A.Re), sia quale importante sbocco occupazionale in un'a-rea contraddistinta da un elevato tasso di disoccupazione. Ciriferiamo anche alle energie profuse - in tale prospettiva, unsuccesso UniFg che ha portato all’adozione da parte dellagiunta della Crui di un documento, predisposto da me e con-diviso dai colleghi Rettori - per sottolineare la centralità delruolo del sistema universitario nella formazione post lau-ream in vista del rilascio e del mantenimento del titolo di“avvocato specialista”. Proprio l’àmbito della formazionepost lauream in tutti i settori professionali deve vederci sem-pre più attivi per rafforzare il nostro ruolo al servizio del ter-ritorio e delle sue esigenze di sviluppo, che nascono anchedalla formazione continua, ancor di più in una società dellaconoscenza. Pensiamo al lavoro svolto per il consolidamento

Barletta-Andria-Trani - P.O. Ospedale Civile di Barletta, a partire dall’a.a. 2014-2015. Infine, va citata la revisione dell'accordo con il Comune di S. Severo per ilcorso di laurea in Scienze infermieristiche.

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degli interventi edilizi8, lavoro con il quale si è finora datasolo una prima risposta e a cui dovranno seguire ulteriori in-terventi a favore dell’utenza studentesca, risolvendo alcunecriticità che meritavano da tempo una risposta (aule di mag-gior dimensione per gli studenti; diversa sistemazione logi-stica della clinica odontoiatrica; riassetto dei servizi assisten-ziali agli OO.RR., con il loro trasferimento dall’ospedaleD’Avanzo). Tutto ciò - e molto altro ancora - non sarebbestato possibile senza la professionalità, l’abnegazione e l’en-tusiasmo dei diciotto colleghi che ho scelto di delegare allosviluppo delle aree strategiche dell’Ateneo: a loro, in primis,vanno la mia riconoscenza e il mio ringraziamento.

Ringrazio al contempo i componenti del Senato Accade-mico e del Consiglio di Amministrazione, che in collabora-zione e piena collegialità hanno lavorato per la crescita, il po-tenziamento e lo sviluppo del nostro Ateneo, nella didattica,nella ricerca e nella terza missione. Un grazie particolare vaai Prorettori (il Pro-Rettore vicario con delega all’organizza-zione e alle risorse umane e il Prorettore con delega alle poli-tiche culturali), per la dedizione, la passione e la generositàcon cui stanno interpretando il loro ‘servizio’. Ringrazio iColleghi tutti, portatori di ricchezza scientifica e umana,promotori della nostra enciclopedia culturale e dello svilup-po scientifico, economico, sociale del nostro territorio.Ognuno con il suo responsabile e folle volo9 (per continuarea usare l’immagine odissiaca), che si fa affrancamento da‘sentieri’ battuti e idee consolidate, tensione, rischio e provo-cazione, audacia, coraggio, ipotesi, indagine e scoperta...

E questo nelle difficoltà quotidiane con cui ci si confron-

8 Il 7 maggio 2014, il “Centro di ricerche biomediche Emanuele Altomare” haaperto le porte ai corsi degli studenti di Medicina e Odontoiatria.

9 Dante, Inferno 26,125.

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ta, tra ‘ostacoli’ e incertezze derivanti non solo dalla proble-maticità del mondo della ricerca ma anche dalle incognitepresenti nel territorio della didattica, sempre più irrigidita invincoli formali e normativi. Quei vincoli che regolano, adesempio, la predisposizione dell’offerta formativa, la compi-lazione della scheda unica annuale dei corsi di studio (sua-cds), nel rispetto dell’indicatore quali-quantitativo dei do-centi di riferimento dei corsi di studio (cds) e della didatticaassistita erogabile (parametro did), e tutti gli adempimentiprevisti dall'auto-valutazione: un particolare grazie va in talsenso al Presidio di Qualità di Ateneo (PQA) e al Nucleo diValutazione (NVA). Un lavoro, questo, a cui si affianca quel-lo relativo all’accreditamento dei corsi di dottorato e allacompilazione della scheda unica annuale della ricerca dipar-timentale (sua-rd), strumento di autovalutazione del Dipar-timento e di raccolta degli indicatori necessari alla valutazio-ne periodica annuale.

Con la consapevolezza che tutte le attività declinate nonpossano essere compiute senza la professionalità del perso-nale tecnico-amministrativo, che, nel complesso, rappresentauna componente fondamentale per raggiungere gli obiettivistrategici di Ateneo, ringrazio il personale tecnico-ammini-strativo, alla cui valorizzazione (in termini di merito e dicompetenze, attraverso formazione, valutazione, politiche diincentivazione)10 intendo fermamente puntare. Il grosso im-pegno professionale richiesto dal sistema AVA, così comedalla VQR, dall’introduzione della contabilità economico-patrimoniale per gli Atenei11, dalle politiche di bilancio e di

10 Abbiamo approvato e stiamo introducendo importanti novità in meritoalla formazione della componente amministrativa (p. es., regolamento sullaformazione; agevolazioni sul costo di iscrizione al primo corso di laurea ...), agliincarichi retribuiti su fondi extra FFO e all’anagrafe delle competenze.

11 D. Lgs. 27/1/2012, n. 18.

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gestione, attesta come la componente amministrativa abbiarisposto con serietà ai processi di ridefinizione delle compe-tenze dopo l’entrata in vigore della L. 240/2010, nonostanteil fin troppo perdurante blocco della contrattazione collettivae delle retribuzioni.

In generale, emerge una notevole rigidità dell'impiantonormativo del legislatore del 2010, incapace di risponderepositivamente alle istanze di cambiamento, di maggiore qua-lità ed efficienza del sistema. Va ripensato integralmente, alivello nazionale, il diritto allo studio per garantire a studentimeritevoli e capaci l'accesso alle Università; va sostenuta laricerca scientifica a partire dalla questione nodale della estre-ma esiguità dei finanziamenti e dei continui “miracoli all'ita-liana”, di cui sono soggetti attivi i nostri ricercatori, fra i piùproduttivi scientificamente a livello mondiale rispetto agliinvestimenti del nostro paese. Va modificato lo stato giuridi-co del personale, progressivamente invecchiato a causa delleforti limitazione del turn over e degli esigui stanziamenti fi-nanziari, favorendo un ineludibile piano straordinario di as-sunzioni per il primo livello della docenza con un rapportodi lavoro a tempo indeterminato. Così come è stato propostopiù volte dalla Crui, sarebbe opportuno introdurre uno sta-tuto autonomo del sistema universitario, dove le peculiaritàpresenti siano declinate al servizio del paese: una nazionesenza un forte sistema universitario e della ricerca non è de-stinata a crescere ma solo a declinare!

Nei ringraziamenti, uno speciale è riservato ai nostristudenti, che hanno scelto e scelgono quotidianamente di ri-porre in noi la loro fiducia: un grazie all’apporto vitale e ge-nerativo della vostra curiosità. A voi, cari studenti, dedico la‘ricetta’ del semiologo Roland Barthes sulla sapientia: “nes-sun potere, un po’ di sapere, un po’ di saggezza, e quanto più

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sapore possibile”12. Il patto formativo con gli studenti preve-de un percorso della formazione, che rappresenti un proces-so culturale, intellettivo e spirituale verso l’homo sapiens, conil gusto della conoscenza e la maturità del discernere. L'augu-rio è che voi, cari studenti, diventiate “saggi, attingendo auna fonte di scienza e a un seminario di dottrina”13; la spe-ranza è che troviate qui “animi felici e pronti agli insegna-menti a cui gli scolari desiderano essere incitati”14, all’internodi un dialogo costruttivo, che ricomponga le problematicità,garantisca un ambiente di lavoro sereno, fonte di entusia-smo, di progettualità, di autonomia, di collaborazione, anchesilenziosa, responsabilmente coraggiosa15. Un pensiero com-mosso va al nostro rappresentante degli studenti Mario DelSordo: non è stato a lungo fra noi, ma ha vissuto intensa-mente; ci mancheranno il suo entusiasmo, la sua tenacia, lasua dignità, la sua generosità.

Nel nome del nostro patto di fiducia reciproca, consape-voli, che la sfida riguardi la costruzione del futuro, intendo -da qui e fino alla scadenza del mio mandato, anno in cuiUniFg celebrerà i suoi primi 20 anni - proteggere e migliora-re i traguardi del nostro Ateneo, in direzione della qualità 1.della ricerca, della 2. didattica e della 3. terza missione.

1. Oggi, la nostra più ardua sfida si muove nel territoriodella ricerca, quella ricerca che attraversa biblioteche e labo-

12 R. Barthes, Lezione. Il punto sulla semiotica letteraria, trad. it., Torino1981, 36.

13 Circolare imperiale federiciana III,11, che annunciava, nel 1224, lafondazione dell’Università (Studium) di Napoli.

14 Ibidem.15 Il riferimento è all’introduzione di una variazione nelle fasce di reddito e di

contribuzione studentesca, azione che ha visto coinvolte tutte le organizzazionidegli studenti.

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ratori e rischia di farsi percorso sempre più impervio e sem-pre meno battuto. Purtroppo, al contrario delle politiche dialtre nazioni al manifestarsi della crisi economica, la politicadei tagli indifferenziati degli ultimi anni16, insieme con lacronica insufficienza di risorse finanziarie di cui sono statiresponsabili i differenti governi degli ultimi anni, pone osta-coli e snatura la ‘vocazione’ alla ricerca dell’Università, con-dizionata nel suo potere di autodeterminarsi e di svolgere li-beramente le funzioni attribuite per perseguire l’interessepubblico nella ricerca scientifica e nell’insegnamento17, no-nostante il contenuto dell’art. 33, co. 6, Cost. Nella L.240/2010 (e nei successivi ipertrofici provvedimenti legislati-vi) - purtroppo, l’ennesima riforma “a costo zero” e senza te-ner conto del citato principio costituzionale di autonomiauniversitaria - la linea direttiva si è essenzialmente basatasull’adozione di misure di rigore finanziario e di cospicue ri-duzioni dell'FFO18. Peraltro, il ruolo di "controllore" del mi-nistero, anche nella prassi, è diventato così pervasivo19 che le

16 I primi segnali della nuova ‘rotta’ imposta all’Università italiana indirezione della riduzione degli investimenti sono presenti nelle Linee Guida delGoverno per l’Università del 2008.

17 Gli interventi legislativi sono stati particolarmente invasivi nei confrontidel principio costituzionale di autonomia universitaria (art. 33, co. 6, Cost.),un’autonomia che va declinata nella dimensione contabile, finanziaria e normativadegli Atenei (L. 168/1989), didattica (L. 168/1989, nonché D.M. 509/1999 esuccessive modificazioni e integrazioni) e scientifica dei docenti (il quadrocostituzionale delinea un’ampia libertà nello svolgimento della didattica e dellaricerca: art. 33, co. 1, Cost.).

18 Si è registrato il 20% di riduzione del finanziamento pubblico alleUniversità per il quinquennio 2009-13; punto di svolta: la L. 133/2008, art. 66 c. 13.

19 Nel 1989, grazie alla L. 168/1989, le Università italiane ebbero per la primavolta l’opportunità di redigere i propri statuti, in accordo con una legge che, purdeterminando alcuni vincoli, garantiva ampi spazi di autonomia. Il processosarebbe stato completato solo nel 1997. La “legge Gelmini” - che ha imposto larevisione degli statuti - ha delineato un nuovo sistema di governance “standard”, incui il legislatore si è “riappropriato” della materia, riconoscendo agli Atenei lapossibilità di redigere i propri statuti, ma governandone attribuzioni,

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Università sono ‘ingessate’ nell’assumere scelte decisionali20,a tal punto da dover attendere la fine di ogni anno per ap-prendere i dati ufficiali ‘certificati’ dal ministero21, prima dideliberare sulle politiche di reclutamento e sulle scelte atti-nenti alle spese di investimento. Si aggiunga poi un apparatosanzionatorio, avverso eventuali violazioni poste in esseredagli Atenei (attinenti alle procedure e alle assunzioni, non-ché alle spese per indebitamento), con la previsione di pena-lizzazioni, a priori nemmeno quantificate, nelle future asse-gnazioni di FFO. A prescindere dalle dichiarazioni formali, ilmessaggio subliminale è che le spese del sistema universita-rio rappresentino esclusivamente un costo e non un'oppor-tunità di sviluppo per il paese22: perciò, l’obiettivo europeo23

del raggiungimento del 3% del pil di investimento in ricerca,sviluppo e innovazione nel 2020 rischia di diventare difficil-mente raggiungibile. Secondo il Rapporto Science, Technolo-gy and Industry Outlook (Ocse 2014), l’Italia, per gli investi-menti pubblici in ricerca e sviluppo, in termini di percentua-le di pil, è al di sotto della mediana dei paesi Ocse, per gli in-vestimenti in formazione terziaria è agli ultimi posti tra gli

organizzazione, doveri e poteri.20 Si sono registrate importanti e discutibili novità normative nella disciplina

delle assunzioni del personale docente e tecnico-amministrativo e nellariregolamentazione dei vincoli finanziari connessi alle prese di servizio (D. Lgs.49/2012; D. L. 95/2012, convertito con modificazioni dalla L. 135/2012 e s.m.i.). Si èprevista l’adozione del piano economico-finanziario triennale (art. 3, D. Lgs.49/2012), della programmazione triennale del personale (art. 4, D. Lgs. 49/2012) edi specifici strumenti di verifica (art. 2, co. 1, D. Lgs. 49/2012).

21 D. M. 22 ottobre 2012, n. 297.22 Diversa la direzione presa in altri paesi che, pur in crisi, hanno investito in

ricerca e formazione. Su tali profili cfr. il Rapporto Shifting Gear: Policy Challengesfor the next 50 years (Ocse 2014).

23 Europa 2020: strategia decennale per la crescita sviluppata dall’UnioneEuropea (varata nel 2010).

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stessi paesi Ocse24. Ad avviso dell’EUA (Associazione delleUniversità Europee)25, l’Italia è tra le nazioni in cui, tra il2008 e il 2014, si è registrata una delle maggiori diminuzionidi finanziamenti pubblici alle Università (un decrementooscillante, a seconda dei casi, tra il 20 e il 40 %).

Nel 2015, l’Università italiana si presenta con il 20% difinanziamenti in meno rispetto al 2009 e con un organicocomplessivo diminuito di circa il 15%, ma con punte moltopiù alte tra i professori ordinari (27,8%)26. Dopo le assegna-zioni del FFO per il 201427, gli Atenei devono ora fronteggia-re una competizione sempre più stringente per acquisire il fi-nanziamento statale (oltre un terzo dei finanziamenti è subase competitiva e, nel 2015, si raggiungerà il 50%), in riferi-mento ai risultati della ricerca scientifica e al numero deglistudenti regolari per il costo standard28, non tenendo in de-bito conto che il nostro paese presenta condizioni socio-eco-nomiche tra loro molto diversificate. Oggi, sul piano dei fi-

24 Secondo l’Ocse 2014, la spesa per l’istruzione universitaria, misuratarispetto al pil (2011), è in Italia sui livelli più bassi fra tutti i paesi. Nel 2011, iltotale della spesa (pubblica e privata) era in Italia dell’1% del pil, contro una mediaOcse dell’1,6% e dei paesi europei membri dell’Ocse pari all’1,4%. La spesaitaliana per studente è inferiore del 27% rispetto alla media dei paesi europeimembri dell’Ocse.

25 Cfr. il secondo Forum sul Finanziamento delle Università (Bergamo, 10 ottobre 2014).26 Cfr. i dati della Crui (aprile 2014). 27 D.M. 4/11/2014, n. 815.28 Sulla base del D.M. 18 dicembre 2014, n. 907, nella distribuzione dei punti

organico emergono delle peculiarità: 1. alcune Università fruiscono di unapercentuale di punti organico nettamente superiore rispetto al personale collocatoin quiescenza (p.es., Catanzaro: +1017%, Scuola Sant’Anna Pisa e Roma “ForoItalico”: +753%, SISSA Trieste: +649%); 2. la distribuzione squilibrata del turn-overha, prevalentemente, penalizzato le Università meridionali. Di qui le proposte Crui,approvate dall'assemblea dei Rettori all'unanimità e basate su due punti (22 gennaio2015): 1. il cd. minimo mobile (30% per il 2015; 40% per il 2016; 60% per il 2017,quale percentuale minima per ogni Università, rispetto a un turn-over di sistema,rispettivamente pari negli stessi anni, al 50%, 60% e 80%); 2) la fissazione di un tettomassimo di turn-over del 100%.

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nanziamenti per l’FFO rispetto agli anni precedenti, per laprima volta abbiamo ottenuto un incremento di 2 milioni e244 mila euro con un aumento percentuale del 7,55%, ilquinto in assoluto tra gli Atenei Italiani29: un risultato collet-tivo, questo, che ripaga e fa sperare per il futuro, ma che im-pone di puntare al potenziamento delle ‘voci’ assunte qualicriteri di orientamento. “Non bisogna [...] mai fermarsi per lafiducia delle imprese compiute, ma andare sempre avanti concostanza [...] e credere che nulla è compiuto se ancora qualco-sa resta da fare” (Petrarca, Epistolae familiares 3,3,12). A noi,ora, spetta profondere il nostro impegno non solo nella ri-cerca (nel 2015, partirà la seconda VQR con l'attribuzione diuna quota crescente di fondi), ma anche nell’azione per in-crementare il numero degli immatricolati e degli studenti incorso: queste sono le nostre priorità. In generale, i descrittidati ‘economici’ incidono negativamente sulla capacità di af-frontare le sfide globali, su quel rilancio della ricerca che solodall’intervento pubblico può discendere, e penalizzano lacompetitività dell’Italia, che paga le conseguenze di un corto-circuito: da una parte, irrinunciabile è la qualità della ricercascientifica (che incide sempre più sulle assegnazioni annualidella quota competitiva dell'FFO, passata dal 7% del 2009 al18% del 2014 di quello totale); da un’altra, le risorse destina-te a essa diminuiscono30; il numero dei dottorati si è netta-

29 Dopo Bergamo (+12,07%); Milano Bicocca (+8,13%); Napoli Parthenope (+7,83%);Sannio (+7,57%).

30 Tra il 2010 e il 2012, i fondi PRIN (Progetti di Rilevante InteresseNazionale) sono passati da 100 a 39 milioni di euro; nel 2012, il FIRB ammontava acirca 30 milioni di euro, un terzo dei fondi erogati nel biennio 2009-2010. Dal 1gennaio 2014, sono stati ammessi a finanziamento Progetti europei, ministeriali,regionali nel settore delle Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente (10),dell’Economia (5), degli Studi Umanistici (4), delle Scienze Mediche e Chirurgiche(2). Inoltre, i pochi programmi nazionali di finanziamento rimasti, come i SIR(Scientific Independence of young Researchers), subiscono ritardi

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mente ridotto31. La riduzione dei finanziamenti statali alla ri-cerca incide negativamente non solo nei confronti del siste-ma universitario, ma anche dello sviluppo economico delpaese. Se, come dato nazionale, gli investimenti in R&S ve-dono al primo posto quelli effettuati dalle imprese, al secon-do quelli degli Atenei e al terzo quelli degli enti no profit, alSud, invece, tali investimenti sono prevalentemente attribui-bili al sistema universitario. In tal modo, in una società dellaconoscenza come l’attuale, il taglio degli investimenti perR&S al Sud si traduce purtroppo in un incremento della for-bice del pil tra Centro-Nord, da un lato, e Sud, da un altro.

In tale contesto, un ruolo fondamentale potrà avere lapartecipazione all’VIII Programma Quadro, Horizon 2020,per rispondere alle opportunità di ricerca su base competiti-va a livello internazionale e attrarre fondi di provenienzanon ministeriale anche con la previsione di distaccare tem-poraneamente risorse umane all'estero. La nostra resistenzaalla vulnerabilità, verso un cambio di direzione, ha indotto adecidere, d’intesa con gli organi collegiali di Ateneo, di de-volvere per la prima volta (2014) il 5 per mille del prelievoIrpef a favore della nostra Università per finanziare le spesedelle pubblicazioni scientifiche dei nostri ricercatori. “Con-tro i colpi del caso occorre ristabilire la propria posizione con imezzi che la ragione dimostra essere migliori [....] Bisogna aogni occasione abituare l’anima ad essere il più solerte possi-bile nel medicare le ferite [...], lasciando da parte i lamenti,per cercare un rimedio” (Platone, RepubblicaI, 604 c-d).

31 Il numero di posti di dottorato banditi nel nostro paese si è ridotto apartire dal 2008: erano poco più di 13.000 nel 2003, 15.832 nel 2007, 12.338 nel2013; il numero dei corsi di dottorato si è ridotto di circa il 40% fra l’a. a. 2012-2013e l’a. a. 2013-2014. Oggi, a fronte di 10.000 dottori di ricerca all’anno, solo 700trovano un’opportunità di ricerca, spesso precaria (dati 2013): cfr. documento Crui19/6/2014.

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La contrazione delle risorse economiche garantite dalloStato impone l’esigenza di recuperare finanziamenti alterna-tivi, per un’Università organizzata e competitiva, per la ri-presa del paese. E con ostinazione, tenacia e resistenza co-mune, noi continuiamo e continueremo nel nostro lavoro,provando a selezionare percorsi di ‘sopravvivenza’. Abbiamola fortuna e l’orgoglio di essere partner di molti progettiscientifici che fanno capo a prestigiose Università straniere:progetti che fanno risaltare l’elevato standard della nostra ri-cerca, l’eccellente patrimonio di competenze scientifiche e ilprestigio del nostro Ateneo.

2. Intendiamo fornire concretamente ai giovani e alleloro famiglie validi motivi per credere e investire nell’Ateneodel loro territorio. A tal fine, ci impegniamo a ‘monitorare’sempre più la qualità dei nostri insegnamenti32, per creareprofili assolutamente competitivi nei differenti àmbiti disci-plinari. Sottolineiamo - come dato estremamente favorevole- che noi abbiamo 1 docente ogni 28 studenti, il che rappre-senta uno dei migliori rapporti in Italia (rispetto a una medianazionale di 1 docente ogni 40-60 studenti)33. Vanno sottoli-neati il lavoro e il servizio encomiabili del CLA (Centro Lin-guistico di Ateneo), che ha garantito lo svolgimento dei corsiistituzionali delle lingue straniere e di quelli di lingua italianaper gli studenti Erasmus, oltre a offrire agli studenti corsi dilingua per la certificazione linguistica. Peraltro, il CLA è l'u-nico referente in Puglia - e mi fa piacere ricordarlo - per lapreparazione dei docenti della scuola secondaria superiore

32 Il corpo docente nell’Università di Foggia presenta un’età media tra le piùbasse d’Italia.

33 Il numero di studenti per docente in Italia è fra i più alti del mondo: cifresimili o più alte si registrano in Belgio e in Slovenia, oltre che in Indonesia e ArabiaSaudita (Ocse 2014).

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secondo la metodologia CLIL34. Sotto il profilo della didatti-ca, diventano imprescindibili nuove strategie e iniziative diorientamento e tutorato degli studenti in ingresso35. Con par-ticolare soddisfazione ricordiamo il nostro recente e, per noisenza precedenti, Open Day36, che ha aperto il nostro Ateneoa oltre 1.700 ragazzi di scuole della Capitanata e delle pro-vince limitrofe: un sincero ringraziamento a chi (dalla com-ponente UniFgagli Ospedali Riuniti, alla Polizia municipale,all’Iriip, alle Associazioni di volontariato, agli sponsor tutti)ha reso possibile questa giornata di ‘scoperta’ di nuove pro-spettive, in itinere e in uscita. Il nuovo modello di finanzia-mento degli Atenei - basato sul cd. costo standard per stu-dente - mette al centro proprio lo studente, purché sia incorso e percorra il suo iter universitario nel più breve tempopossibile37, oltre che con il massimo risultato. Perciò, nel no-stro ‘programma di viaggio’, massima attenzione è stata, è esarà riservata al monitoraggio delle carriere e ai servizi aglistudenti. Il riferimento è al sostegno e al contributo dell’area

34 Content and Language Integrated Learning - D.P. n. 89/2010. È il primoCLA in Italia ad aver terminato l’intero percorso metodologico (anno 2014). Daquesto anno accademico il CLA di Foggia sarà uno dei centri di certificazione diconoscenza linguistica dell’inglese per i docenti della scuola primaria.

35 Negli ultimi 10 anni, in Italia è diminuito di oltre il 20% il numero digiovani che si iscrivono all’Università; il calo è particolarmente concentrato negliAtenei del Sud. Gli studenti immatricolati, che nel 2003-2004 erano 338.000, nel2011-2012 sono scesi a 280.144, per diminuire ulteriormente a 267.838 negli anni2013 e 2014. Tuttavia, a fine 2014, UniFgconferma 2000 nuovi studenti per l’a. a.2014-2015.

36 25 marzo 2015.37 Stando al Rapporto ANVUR 2013, notevole è il ritardo dell’Italia sul tasso

di laurea. Il nostro paese è al terzultimo posto, con il 13,8% di laureati tra i 15 e i 64anni, a fronte di una media UE del 25%, e al penultimo posto, con il 22,3% dilaureati tra i 25 e i 34 anni, a fronte di una media europea che supera il 35%. Ciòrende difficile il conseguimento e il rispetto dell’obiettivo UE nell’ambito della“strategia di Lisbona” (40% di laureati entro il 2020 fra i giovani fra 30 e 34 anni)e dell’obiettivo fissato dal nostro paese (26-27%).

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sistemi informativi e innovazione tecnologica38 e allo sviluppodell’e-learning. Va poi segnalata la vivace e proficua ripresadelle iniziative per la promozione dell’attività sportiva delCUS (Centro Universitario Sportivo)39 e del CUT (CentroUniversitario Teatrale). Particolare attenzione dedichiamoalle azioni e ai servizi finalizzati - secondo la L. 17/1999 – perfavorire l’inserimento e la partecipazione degli studenti di-versamente abili alla vita universitaria (dall’abbattimento dibarriere architettoniche all’assegnazione di sussidi e ausilitecnico-didattici, al tutorato alla pari, alle borse distudio...)40. Un impegno e un investimento considerevolecon risposte molto positive da incentivare ulteriormente èstato profuso in direzione della promozione delle relazioniinternazionali e della mobilità internazionale studentesca (ol-tre che dei ricercatori e del personale tecnico amministrati-vo): le misure di sostegno e di potenziamento adottate - nellaconsapevolezza della valenza positiva del flusso di giovani diqualità, per la loro formazione e per le ricadute sul sistemaeconomico e sociale del paese - hanno determinato un signi-ficativo incremento della partecipazione al Programma Era-smus Plus 2014-2020, anche in virtù di uno specifico finan-ziamento deliberato dal Consiglio di Amministrazione. Non

38 Cfr. 1. lavori per la nuova rete metropolitana in fibra ottica armata; 2.servizi della rete della ricerca GARR e servizi erogati dall’Ateneo ad alta velocità; 3.potenziamento nodo internet - GARR-X, che consentirà di partecipare a comunitàvirtuali di ricerca in tutto il mondo, accedendo ad infrastrutture di calcoloscientifico e a grandi banche dati; 4. potenziamento dell’infrastruttura di calcolo,con la realizzazione di un sito secondario di Disaster Recovery (prossimo obiettivo:la Business Continuity).

39 Ricordo solo la partecipazione dei nostri atleti ai Campionati NazionaliUniversitari (Milano, 16-25/5/2014) e gli ottimi risultati conseguiti (10 medaglie;160 posto nella classifica generale).

40 Progetti: 1. Progetto di ricerca Disabilità, formazione universitaria,inclusione sociale e lavorativa, sottoposto all’Osservatorio Nazionale per leDisabilità del Ministero del Lavoro; 2. Sportello DSA; 3. Laboratorio multimediale.

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trascurabile è l’attenzione verso una progettualità solidale afronte della carenza di risorse per il diritto allo studio41, ca-renza che si ripercuote sull’allontanamento dagli studi42 esull’indebolimento della nostra capacità attrattiva. In taleprospettiva, stiamo puntando molto sulla formazione postlauream e sull'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro,grazie anche alla collaborazione con altri enti e istituzioni(Regione, Comuni, Camera di Commercio, Ufficio Scolasti-co Regionale, etc.): PAS (percorsi abilitanti speciali), tfa (ti-rocinio formativo attivo), master di alto profilo43, corsi diperfezionamento e aggiornamento professionale, Scuole dispecializzazione44, che producano competenze culturali eprofessionali qualificate e generino opportunità occupazio-nali, migliorando il collegamento tra Università e mercatodel lavoro. Luogo privilegiato di ‘incubazione’, di frontiera,spazio borderline tra memoria e progettualità, passato e futu-

41 Nel 2013, le somme stanziate dal MIUR per il finanziamento del sistemauniversitario e per il sostegno agli studenti e al diritto allo studio sono ammontate a7,3 miliardi di euro (valore minimo nel periodo 2008-2013), di cui 6,9 destinati alfinanziamento del sistema (6,7 costituiti dal FFO) e 400 milioni agli studenti e aldiritto allo studio. L’Italia ha il livello di tassazione studentesca più alta fra i paesidell’Europa continentale (esclusa l’Olanda). In Italia, beneficiari di borsa di studiosono in Italia un quinto rispetto alla Francia, poco più di un quarto rispetto allaGermania e poco più di un terzo rispetto alla Spagna.

42 Alla riduzione delle immatricolazioni ha contribuito il taglio alle risorseper il diritto allo studio. Secondo un'analisi della Banca d’Italia (2014), lapresenza di studenti universitari è oltre due volte più frequente nelle famigliepiù agiate.

43 L’internazionalizzazione di master e corsi progettati in fad consenteperaltro di aprire una strada targata UniFg ai MOOC (Massive Open OnlineCourses).

44 Secondo il D.M. 4 febbraio 2015, n. 68, di riordino delle Scuole diSpecializzazione di Area Sanitaria, le Università sono tenute, a decorrere dall’a. a.2015-2016, ad adottare nuovi Regolamenti Didattici di Ateneo. La nostra Universitàsi sta dotando di un Regolamento di Ateneo, in appendice al quale inserire i piani distudio delle nostre Scuole autonome.

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ro, e per questo da valorizzare, è costituito dalle biblioteche45:“La lettura allarga lo spirito e un amico sincero lo consola...Sarei tentato [...] di credere alle metamorfosi, giacché sonostato cambiato da bruto in uomo»”46 scriveva Voltaire neL’ingenuo (1767), suggerendoci un viaggio di andata e ritor-no dal ‘libro’ del mondo al mondo dei ‘libri’, in direzionedella conquista della ‘bellezza’ umana. Proprio Voltaire,‘viaggiatore’ a me caro, reporter-filosofo curioso, avido di sa-pere, ma anche preoccupato osservatore e inquisitore dell’at-tualità, è pronto a indicarci la direzione: il suo Candido -Ulisse moderno (1759) - è pronto a mostrarci l’urgenza ditrasformare la limitatezza umana (e il caos, il disordine, l’il-logicità che ne derivano) in principio d’azione per la succes-siva sfida, perché “tutto” - nonostante tutto - “va per il me-glio”47.

3. Per il nostro Ateneo, l’invito all’impegno lungo lastrada della conoscenza e della crescita significa non solo in-vestimento in saperi, ma anche condivisione delle nostrestrategie e dei nostri risultati (nella ricerca scientifica e tec-nologica) con tutti i principali soggetti, provenienti dalla so-cietà, dall’economia, dal mondo dell’impresa, delle professio-ni, della cultura, nella consapevolezza che il processo si tra-sformerà in volano per la crescita culturale - scientifica e losviluppo socio - economico del territorio.

Anche alla luce degli esempi già illustrati, cogente e coe-rente è la prospettiva che segnala agli Atenei la feconda stra-da per una ‘terza missione’, da affiancare a quelle tradizionali

45 La Fondazione Banca del Monte ha erogato un importante contributo asostegno del sistema bibliotecario di Ateneo.

46 Cap. 11 (Comment l’Ingénu développe son génie).47 Candido, o l’ottimismo 2,18.

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(didattica e ricerca). Come ci indica l’ANVUR (2013)48ecome abbiamo ribadito nel nostro piano strategico di Ateneo(2015-2017), intraprendere la terza missione significa entra-re in interazione diretta con la società, contribuire allo svi-luppo e alla valorizzazione del territorio attraverso ricerca,formazione di base e di eccellenza, trasferimento tecnolo-gico, per un’Università, promotrice dell’alleanza con le auto-nomie istituzionali, imprenditoriali e sociali49: l’ambizioneè contribuire a liberare il territorio da una dimensione locali-stica e proiettarlo su uno scenario nazionale e internazionale.

Siamo consapevoli che il radicamento di un Ateneo nelterritorio comprenda l’interazione con esso, per poternetrarre matrici storiche e culturali, tra memoria (che restitui-sce il passato come tempo ritrovato), tradizione e innovazio-ne, per la costruzione della propria identità50. Miriamo aun’Università - frontiera, spazio simbolico dell’incontro, maanche “risorsa che genera risorse”51: un’Università che nonproduca solo conoscenza, ma promuova il trasferimento tec-nologico, abbia la capacità di attrarre competenze ed espor-tare intelligenze. Sotto questo profilo, la nostra diventa unasfida culturale molto elevata. Per il successo di questa sfida,

48 Documento di lavoro su La terza missione nelle università e negli enti diricerca italiani.

49 Le eterogenee attività collocabili sotto tale voce rispondono alla previsionenormativa che sottopone anche la terza missione a valutazione periodica: cfr. Lavalutazione della terza missione nelle università italiane - Manuale ANVUR per lavalutazione (13/2/2015).

50 All’interno della Conferenza dei ministri europei responsabili dell’highereducation (Leuven/Louvain-la-Neuve, aprile 2009), i ministri dei paesi coinvolti nelcosiddetto Bologna Process (1999), volto a dar vita a una European HigherEducation Area (EHEA), hanno fissato per il decennio 2010-2020 la necessità di unsistema dinamico e flessibile, basato sulla integrazione istruzione-ricerca e in gradodi condurre a una ripresa economica sostenibile.

51 Il riferimento è al Seminario CUN (Roma, 17 dicembre 2014) "Per faredell'Università una risorsa che genera risorse".

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abbiamo bisogno della condivisione di intenti da parte delterritorio, inteso non solo come mero àmbito provinciale:abbiamo bisogno del confronto sereno e costruttivo con isti-tuzioni, enti locali e imprese, Camera di commercio, ordiniprofessionali, associazioni di rappresentanza degli interessieconomici. Senza di loro, non avremmo raggiunto i nostriprimi risultati; senza di loro, non potremo realizzare gli ulte-riori obiettivi prefissati per un Ateneo protagonista, in dire-zione del rilancio della cultura e del progresso, in uno spaziosociale non ‘invisibile’ (per usare un’espressione di calvinia-na memoria), ma ‘spettacolare’, da osservare in quanto mo-dello ‘speciale’ di garanzia del diritto alla sostenibilità, allapluralità, all’interculturalità, alla partecipazione al bene co-mune, in quanto insieme di memoria, contro ogni forma didisgregazione sociale.

La ricerca, il trasferimento tecnologico e il processo didiffusione e di condivisione del sapere con il sistema delleimprese prevedono accordi di partnership, comuni infra-strutture di ricerca, partecipazione congiunta a progetti na-zionali, europei e internazionali. Nell’agroalimentare, - inuna terra, quella di Capitanata, a forte vocazione agricola,una terra destinata a essere sempre più fertile se al centro diun circuito virtuoso tra conoscenze scientifiche e tecnologi-che e potenziale di innovazione del sistema produttivo52 - se-gnalo la recente sottoscrizione del Protocollo di Intesa per lagestione integrata e lo sviluppo eco-sostenibile della filieraagroalimentare interregionale (Puglia - Emilia Romagna); ilprogetto STAR* AgroEnergy, un progetto a forte connotazio-

52 In tale prospettiva, la recente nomina (marzo 2015) del direttore delDipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente, prof. A. Sevi, apresidente dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale di Puglia e Basilicata saldaun’antica collaborazione che passa per progetti di ricerca e sperimentazioni.

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ne interdisciplinare, nato per armonizzare settori quali laproduzione di energia, l’eco - sostenibilità, la cultura agricoladegli spazi rurali dell’area europea che si affaccia sul Medi-terraneo; il progetto Quafety, con il coinvolgimento di quat-tordici partner, dedicato a ricerche e innovazioni introdottenell'àmbito dei prodotti ortofrutticoli di "IV gamma", prontiper il consumo; il fondamentale lavoro del Distretto tecnolo-gico e agroalimentare D.A.Re Puglia, che si occupa di sicu-rezza, tutela e qualità degli alimenti, con un’attività di inter-mediazione tra ricerca e aziende, sperimentazione e applica-zione industriale53. Con il D.A.Re e la partecipazione degliAtenei pugliesi, grazie ai risultati di cinque progetti di ricercafinanziati dall’Unione Europea e dal MIUR (35 milioni emezzo di euro), saremo presenti all’Expo 201554.

Come abbiamo già rilevato, sottolineiamo gli sforzi dellanostra Università per conseguire livelli di qualità sempre piùalti nell’assistenza sanitaria a favore della collettività. Unobiettivo, questo, che impone un lavoro condiviso tra istitu-zioni e territorio (Regione, Provincia, Comuni, Ordine deimedici, tutti gli operatori della sanità, Asl territoriale), pergarantire migliori livelli essenziali di assistenza, ridurre lamobilità passiva, migliorare decisamente qualità ed efficien-za dei servizi sanitari a favore della collettività grazie all'ap-porto delle sue professionalità mediche, sia universitarie siaospedaliere. Il nostro Ateneo ha promosso e patrocinato se-minari, eventi teatrali, musicali, artistici, in collaborazione

53 È stato eletto quale miglior Distretto agroalimentare dell’interoMezzogiorno, 2o in Italia, in base alla qualità dei progetti promossi e alla quantità difinanziamenti ricevuti nei suoi primi 10 anni di vita, festeggiati nel 2014.

54 Nutrire il pianeta. Energia per la vita (Milano, 1.5.2015-31.10.2015). Inparticolare, l’Università di Foggia, insieme con il Politecnico di Bari, sarà presentecon un progetto su Riqualificazione urbana e rurale, sviluppo sostenibile per ilturismo, turismo gastronomico per celiaci e intolleranti.

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con Conservatorio e officine teatrali, trasformandosi in ‘la-boratorio culturale’ di proposte e di idee da costruire tramitemanifestazioni, incontri, produzioni artistiche; collabora conil neo Cineporto dell’Apulia Film Commission di Foggia tra-mite il progetto Comtainer; ha promosso la prima edizionedel Foggia Student FilmFest, festival del cinema interamentededicato, riservato e destinato agli studenti dell’Università diFoggia (ottobre-novembre 2014): una scommessa coraggiosasul talento e sulla creatività dei nostri giovani; una confermadella vitalità dei nostri ragazzi; un valore aggiunto su cuidobbiamo ancora investire. La scoperta di identità e di talen-ti motiva, altresì, il progetto culturale, che risiede nell’idea diaprire gli uffici amministrativi di Ateneo alla vita e alla fre-quentazione quotidiana della cittadinanza: il riferimento èall’idea della galleria permanente che ospita, di volta in volta,artisti affermati del nostro territorio55.

In tal senso, la nostra missione sociale si fa opportunitàeducativa. L’investimento in cultura e conoscenza, se garan-tisce un "ritorno" (economico, culturale, civile) di gran lungasuperiore a quanto investito, nella consapevolezza deglienormi costi sociali dell’ignoranza, alimenta anche un circui-to virtuoso. Si trasforma, infatti, in cultura della comprensio-ne, della legalità come anello che salda la responsabilità indi-viduale alla giustizia sociale (vs la criminalità e la violenza),all’integrazione tra culture, alla solidarietà (e sottolineo l’im-portanza del volontariato)56. In ballo c’è il bene comune, la

55 Da Michele Circiello a Nicola Liberatore e Ubaldo Urbano.56 Quest’anno, il nostro Ateneo ha ospitato il Prefetto Franco Gabrielli (30

marzo 2015), già Capo del Dipartimento della Protezione civile della Presidenza delConsiglio dei Ministri, che ha tenuto una lectio magistralis sulla “Società delrischio”, all’interno del Convegno nazionale (organizzato da Università di Foggia eAssociazione CIVES) su La gestione del rischio: un processo interdisciplinare dicontaminazione culturale.

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vita di tutti, la società. Il rispetto per la storia di questo mon-do, di questa terra, significa assunzione di responsabilità neiconfronti di uno spazio esistenziale che abbiamo ricevuto inprestito e che dovremo restituire uguale e altresì diverso, sispera migliore: la ‘scrittura’ di questo “poema d’amore allacittà”57, per citare Calvino, città intesa come metaforico spa-zio sociale, spazio in crisi, ma anche luogo di memoria, didesideri, di segni del linguaggio, di scambi, sarà la nostra‘terza missione’. Una sfida ‘locale’ e ‘globale’ la nostra, perun’Università in cui si resta vicino, ma si va lontano....

Pensando a questo nostro “viaggio insieme” - per usarele parole di Luciano Ligabue per Elisa, Gli ostacoli del cuore,da cui il refrain della nostra Campagna di Comunicazione2015 - 2016 “Quante cose che non sai di me” -, un viaggio incui tutti ci scopriamo alunni in formazione e avviati alla ri-cerca, un viaggio attraverso luoghi incontaminati e inesplo-rati che ci attraggono, ci stupiscono, ci confortano, un viag-gio lungo spazi fisici, mentali e spirituali che si fanno per noi“granai pubblici, dove ammassare riserve contro un invernodello spirito”58,

dichiaro aperto il 16o anno accademico dell’Università di Foggia.

** Foggia, 8 aprile 2015

prof. Maurizio RicciRettore dell’Università di Foggia

57 Era il 1983: alla Columbia University di New York, Italo Calvino parlavacosì del suo ‘romanzo’ Le città invisibili (Torino, Einaudi, 1972).

58 Così, nel 1951, Marguerite Yourcenar nel suo romanzo Memorie diAdriano (cap. Tellus stabilita), in riferimento alla biblioteche.

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Università di FoggiaCerimonia di Inaugurazione

dell'anno accademico 2014 - 2015

Cambiare verso è possibile ***DI MASSIMILIANO MONACO

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Magnifici Rettori, chiarissimi Professori e Delegati ret-torali, Autorità, illustrissimo dott. Furio Colombo, gentili Ri-cercatori; Colleghe e Colleghi, care Studentesse e cari Stu-denti, Signore e Signori; a voi tutti il saluto mio particolare equello di tutto il Personale tecnico-amministrativo che oggiho l’onore di rappresentare.

E’ sempre difficile, nella solennità di queste circostanze,evitare i facili inciampi della retorica, dell’astrattezza, dell’ov-vietà, o la ripetizione stanca e presuntuosa di formule e dipropositi tratti dal libro dei sogni, che rischiano di non esserpresi in nessuna considerazione; così come gravoso, seppurnecessario, è denunciare serenamente i mali che attanaglianola nostra comunità accademica e provare ad offrire, allo stes-so momento, gli spunti di riflessione più appropriati, nellasperanza di non essere fraintesi. Ci proverò.

Il contesto normativo:ipertrofia dei mezzi e atrofia dei finiNegli ultimi anni la P.A., e le Università in particolare,

sono state fatte bersaglio di una colluvie di provvedimenti,generali e specifici, che dietro termini altisonanti e assai invoga (trasparenza, tracciabilità, anticorruzione, dematerializ-zazione, stabilità, spending review) hanno prodotto un soffo-cante centralismo. Tale contesto normativo, convulso, fram-mentario, spesso contraddittorio, privo di una visione strate-gica d’insieme, non ha né semplificato le procedure burocra-tiche, né abbattuto i costi dei servizi, ma reso evidente l’im-mancabile necessità di "fare cassa". Questo bieco e costanteimperativo, adattato ad ogni contesto, mortifica tanto le fun-zioni assegnate dalla Carta costituzionale alle Universitàpubbliche, quanto il ruolo di chi opera all’interno di esse.Eppure un Paese che abbia a cuore il proprio futuro dovreb-

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be sapere che delle pubbliche Università non si può fare ameno e che privarsi di quelle strutture che garantiscono cre-scita e sviluppo in luoghi dove le persone si incontrano anco-ra faccia a faccia e in cui la trasmissione della fiaccola dei sa-peri avviene in maniera reale e non virtuale, non può cheprodurre sciagurate conseguenze. Per di più non tutte leUniversità sono uguali (per identità, finalità, rango) ed all’in-terno di questa eterogeneità, alcune fanno più fatica di altreperché operano in contesti economici e sociali molto difficili:perché, oltre a garantire didattica e ricerca, innovazione etrasferimento tecnologico, un’Università, come la nostra, cheopera in un’area ‘benedettamente’ ricca di talenti e ‘maledet-tamente’ incapace di rendersene conto, rimane in prima li-nea come unico antidoto a fenomeni sociali e culturali dege-nerativi.

Cambiare verso è possibileA fronte di un trattamento economico veramente esi-

guo, e di un futuro pensionistico (non più del 65% dell’ulti-ma retribuzione) che non lascia presagire nulla di buono(siamo mal retribuiti oggi e saremo poveri domani), in questianni il personale T.A. del nostro giovane Ateneo ha moltipli-cato i propri sforzi per far conseguire all’Università di Foggiasempre nuovi e più alti traguardi (buon funzionamento deiservizi quotidiani, valorizzazione della ricerca e del potenzia-le dei brevetti, accoglienza e protezione degli studenti diver-samente abili, riduzione di sprechi e inefficienze, oculatezzanella gestione dei contratti, ampliamento del patrimonio im-mobiliare, rafforzamento di molti altri servizi: logistici, bi-bliotecari, di orientamento, sportivi). Numerose rimangono,tuttavia, le criticità del sistema, alcune indubbiamente dovu-te alla crisi economica e alle politiche restrittive di bilancio,

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le quali (come ha ricordato il Presidente della Repubblica nelsuo discorso di insediamento) hanno aumentato in tutto ilPaese le ingiustizie sociali; molte altre evidentemente ricon-ducibili al nostro modello organizzativo di Ateneo, legate,tra l’altro, alla sovrapposizione delle competenze e alla scarsaincentivazione delle attività.

Non solo regole, ma rispetto delle regoleLa recente tornata elettorale, che ha portato al rinnovo

delle rappresentanze sindacali unitarie con un’affluenza dioltre l’87%, ha reso evidente la voglia del personale T.A. disentirsi parte attiva di questa comunità. Di qui l’atteso avviodi una nuova grande stagione di garanzie di imparzialità e dicoinvolgimento di tutti i lavoratori, che si spera possa gene-rare un’inversione di tendenza nei processi, ancor troppoverticistici e discrezionali, in atto. Una stagione di confrontoe non solo di scontro, fondata sull’equilibrio e sul rispettodei ruoli, che incida profondamente sulle motivazioni al la-voro quotidiano e che superi gli sterili scambi di informazio-ni o le proteste generate da una indignazione intermittente esempre momentanea. Una stagione che badi alla concreta at-tuazione di più equi regolamenti, più che alla loro semplicepromulgazione. Se infatti bastassero le sole regole scritte, citroveremmo all’interno di un’organizzazione perfetta. Masappiamo che così non è, e che la garanzia più forte per la te-nuta delle nostre regole – è ancora una volta il Capo delloStato a ricordarcelo – è che esse valgano per tutti e, cometali, siano applicate giorno per giorno.

Condividere le professionalita’: organizzazione, formazione, valutazioneMaggiore chiarezza nella definizione e nella valorizza-

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zione dei ruoli, delle funzioni e delle responsabilità; modelloorganizzativo aderente alle necessità, ai compiti e agli obiet-tivi istituzionali; sistema di misurazione e valutazione dei ri-sultati chiaro ed obiettivo; analisi dei bisogni formativi delpersonale. Sono questi i punti principali su cui gradiremmovenisse prestata maggiore attenzione. Ciò che, in altri termi-ni, il personale T.A. chiede a gran forza per conseguire effi-cacemente e dignitosamente i propri obiettivi, per realizzarele proprie aspirazioni e per rafforzare le proprie motivazioniè la valorizzazione delle professionalità specifiche di ognuno.Passi avanti in questo senso sono stati avviati con la predi-sposizione di un’Anagrafe generale delle competenze delpersonale, a cui dovrà aderire l’atteso nuovo modello orga-nizzativo ed il conseguente piano della formazione e dellavalutazione dei risultati. Un organigramma sì flessibile, mache non faccia a meno di nessuna professionalità (occorrefare meglio ma fare tutti), un assetto definitivo che scongiuricondizioni di lavoro da “pronto soccorso”.

Siamo una Comunità accademica, o almeno così ci defi-niamo; ma le nostre relazioni, la nostra comunicazione, i no-stri rapporti di lavoro quotidiano ci coinvolgono tutti allostesso modo? In particolare i rapporti tra personale docentee tecnico-amministrativo si fondano sul rispetto dei ruoli esulla fiducia reciproca? Siamo una comunità protesa versol’unico, vero, obiettivo di fondo della nostra attività: la for-mazione degli studenti? Numerose segnalazioni riguardanola necessità di migliorare la preziosità e la forza di queste re-lazioni, modificando scelte e atteggiamenti contrari al pattodi communitas che tiene unite le organizzazioni complesse.Rafforziamo, dunque, quei legami e quei rapporti di fiduciache tengono unita la nostra comunità.

Sempre all’interno di questo clima, maggiore benessere

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organizzativo e senso di appartenenza possono essere affer-mati da corrette relazioni sindacali, qualificate da un’eticamorale, sociale e istituzionale.

E’ noto l’impegno e l’apporto del personale T.A. nell’at-tuazione degli obiettivi e delle strategie accademiche, già pe-santemente sotto finanziate, svolto con una consapevolezzaed una responsabilità pari a quelle di tutte le altre compo-nenti istituzionali. Noto è altresì come negli ultimi 15 anni ilsistema accademico ha subito una totale trasformazione, difronte alla quale anche gli Atenei di più lunga tradizionehanno vacillato. Non è questa la sede per ricordare l’imposi-zione di "tagli", o di "blocchi", o di procedure automatizzate(molte delle quali non sempre adeguate e affidabili e il piùdelle volte calibrate su altre P.A.) con le quali il personale si èdovuto confrontare. Ricorderemo solo il mancato adegua-mento del rapporto tra numero di unità di personale impie-gato in attività didattiche e di ricerca e il numero di unitàimpiegate in attività amministrative, un indice fermo damolti anni, benché ulteriormente penalizzato a motivo dellenumerose procedure di comando presso altri enti e che han-no indubbiamente appesantito il carico di lavoro che gravasul personale non docente rimasto in servizio.

Un passo in avanti va fatto sicuramente nello studio enell’implementazione di nuovi metodi formativi per la ri-qualificazione del personale T.A.; una formazione specifica emirata, da più anni richiesta, che darebbe concretezza al con-cetto, ancora astratto, di “valorizzazione delle competenze”.Una problematica, quella della formazione e dell’aggiorna-mento del personale, inderogabilmente richiesti dalle conti-nue modifiche normative e dalla necessità di migliorare l’ef-ficacia delle procedure, a sfavore della quale gioca sicura-mente la grande carenza di risorse economiche disponibili;

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ma vero è, tuttavia, che una diversa distribuzione o suddivi-sione di tali risorse porterebbe ad un loro più proficuo e dif-fuso utilizzo. Ci sia data, inoltre, l’occasione per ricordare alMagnifico Rettore e al Direttore Generale di seguire attenta-mente le criticità e le apprensioni dovute ad un sistema divalutazione delle prestazioni vissuto più come un piattoadempimento annuale che non come una serena analisi voltaa qualificare e a migliorare il lavoro. Il personale T.A. nonteme sistemi di valutazione delle prestazioni equi, ben taratisulle attività concrete, possibilmente avulsi dal contesto dellerelazioni interpersonali, da svolgere anche in itinere, purchéfondati su parametri chiari ed oggettivi, che sappiano ben in-dividuare l’apporto lavorativo di ognuno.

L’apporto del personale non strutturatoNon possiamo chiudere questa relazione senza dedicare

un pensiero alle colleghe e ai colleghi che garantiscono da"precari", ma con uguale senso di appartenenza, preziosi ser-vizi al nostro Ateneo. Angela, Carla, Claudio, Donata, Emi-lia, Fabio, Francesco, Gianluca, Gianluigi, Laura, Loretta,Maria, Mario, Michele, Paolo, Vincenzo sono da anni i no-stri vicini di scrivania, ma vivono una situazione di crescentedisagio a causa dei tagli ai finanziamenti e delle scarse garan-zie di prosecuzione lavorativa. Sono donne e uomini ricchidi energia e di voglia di lavorare; non solo “unità di persona-le”, ma lavoratori in carne ed ossa come tutti gli altri, deiquali conosciamo le professionalità, le speranze, i desideri.Sono lavoratrici e lavoratori preparati e competenti, sui qualila nostra Università ha già investito risorse in formazione, ri-sorse che non possono essere sciupate per ripartire daccapo.L’auspicio è che i loro contratti siano salvaguardati attraver-so un piano di mantenimento, ovvero di rientro per quelli ad

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oggi non più in servizio, basato su criteri chiari ed oggettivi.

Per una universita’ “normale”Concludo lanciando un appello a nome di tutto il perso-

nale tecnico-amministrativo. E’ tempo di costruire un nuovopatto non più fondato su logiche esclusivamente finanziarie– quelle che hanno minato alle fondamenta il sistema uni-versitario italiano – ma un patto guidato da modelli culturaliincentrati sulla dignità della persona all’interno della comu-nità. Uscire dalla logica del favore, nella quale conta il buonamico, il giro giusto, l’informazione avuta per tempo, il pet-tegolezzo, è una necessità ormai imprescindibile.

Perché un’altra Università è possibile, ed è per quella chenoi lavoriamo ogni giorno; un’Università inclusiva e di cui sipossa tornare ad essere fieri, dentro e fuori da queste aule.Questo futuro deve essere alla nostra portata; questo futurodeve appartenerci.

Con questi sentimenti, vi ringrazio per l’attenzione e au-guro a tutti un buon anno accademico.

*** Foggia, 8 aprile 2015

dott. Massimiliano MonacoSettore Gestione Bioagromed, Logistica, Servizi Generali e Protocollo

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Università di FoggiaCerimonia di Inaugurazione

dell'anno accademico 2014 - 2015

Testimonianzadi una dottoranda UniFg *****

DI FRANCISCA ANSAH ABA

(ORIGINARIA DEL GHANA)

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Sono molto onorata dell'opportunità che mi viene dataoggi, quella di parlare della mia esperienza di studio in Italiadavanti a un pubblico così importante.

Sono una giovane donna avventurosa che è cresciuta edha studiato nella parte meridionale del Ghana (Paese tropi-cale situato nella parte occidentale del continente africano).Il mio è un Paese in via di sviluppo in cui l’agricoltura è laprincipale attività economica per il sostentamento, io aspira-vo a intraprendere un percorso di carriera in questo settoreed in particolare nel post-raccolta dato che la maggior partedei soggetti coinvolti sono agricoltori rurali che guadagnanomolto poco dalle loro attività a causa delle alte perdite che siverificano, appunto, durante il post-raccolta di frutta e vege-tali. Quindi da subito mi sono occupata di questo settorecome consulente tecnico, coordinatore della sicurezza ali-mentare, ma anche come contadino e ricercatore, in mododa comprendere correttamente e completamente tutti i pro-cessi e guidare gli agricoltori verso un cambiamento positivo.

Dopo aver completato la laurea specialistica in tecnolo-gie del post-raccolta, il passo successivo è stato quello di pro-seguire gli studi sui prodotti consumati allo stato fresco datala domanda di questi alimenti da parte dei consumatori ditutto il mondo (per non parlare dell’importanza della gestio-ne del postraccolta per mantenere la qualita del prodotto fre-sco). Questo mi ha portato a frequentare un dottorato di ri-cerca in post-raccolta presso l’Università di Foggia, nell’am-bito del programma in gestione delle innovazioni nei sistemiagroalimentari del Mediterraneo coordinato dal prof. Gian-carlo Colelli.

E' sempre difficile per uno studente trasferirsi in unnuovo Paese, adattarsi ad un nuovo ambiente, alla sua cultu-ra e alla sua lingua, ma in base alla mia esperienza entrare in

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un programma di dottorato di ricerca presso l'Università diFoggia si è rivelata un'ottima opportunità per costruire unacarriera che credo invidiabile nel campo delle scienze e delletecnologie del cosiddetto post-raccolta. Nel corso dell'ultimoanno sono stata colpita dalla qualità e varietà sia nella ricercache nella formazione, a livello locale e internazionale, vieneofferta dal presente programma. Questo è testimoniato dallamia partecipazione a corsi, conferenze e seminari tenuti daprofessori, esperti e colleghi provenienti da diversi paesi, tracui Spagna, Portogallo, Polonia, Regno Unito, Usa e Grecia.Oltre a questo, ho avuto la possibilità di lavorare con studen-ti e ricercatori sia del mio Dipartimento59 che provenienti daaltri Paesi. Cosi ho avuto la possibilità di valutare da vicinouna serie di problematiche del mondo reale attraverso ilcoinvolgimento in attività di laboratorio e visite industriali,ed ho appreso l’importanza della ricerca per trovare delle so-luzioni a queste necessità. In particolare, attraverso questeesperienze ho seguito gli aspetti della microbiologia, nutri-zionali, fisico-chimici, del confezionamneto con atmosferamodificata e delle tecnologie per ottimizzare la qualità e la si-curezza dei prodotti di quarta gamma. Ho inoltre acquisitonuove competenze, rafforzato la pianificazione e la gestionedelle tecniche di ricerca ed avere anche un vantaggio in piùper pubblicare i risultati ottenuti dalle mie ricerche. Credoche le conoscenze acquisite, attraverso questo programma didottorato, possono ritenersi la base per il successo della miacarriera e potrei parlare a lungo del programma e delle tanteopportunità che offre.

Sono molto grata a tutte le persone che ho conosciuto eche mi hanno trattato sempre con rispetto e dignità e reso il

59 Dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell'ambiente dell'Università di Foggia, diretto dal prof. Agostino Sevi.

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mio soggiorno qui60 più piacevole. Ringrazio l’Adisu dovevivo e che chiamo casa per la loro ottima ospitalità, ringrazioanchel'amministrazionedell'Università di Foggia; il prof.Agostino Sevi e suoi collaboratori del Dipartimento di Scien-ze agrarie, degli alimenti e dell'ambiente ed il mio tutor,quindi la professoressa Maria Luisa Amodio e il prof. Gian-carlo Colelli, quindi tutti gli studenti e colleghi dell’unità dipost-raccolta con i quali lavoro.

Approfitto anche per ringraziarel a gente di Foggia, cheha un grande patrimonio; anche se dicono che Foggia nonsia la più bella città d’Italia a me piace e ci sono persone pro-venienti da diverse parti del mondo, che, come me, sono ve-nute qui per studiare all'Università di Foggia, e penso chetutti debbano andare fieri di questo.

Grazie mille per la vostra attenzione.

***** Foggia, 10 aprile 2015

dott.ssa Francisca Ansah AbaDottoranda presso il Dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell'ambiente

dell'Università di Foggia

60 A Foggia e in Capitanata.

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Università di FoggiaCerimonia di Inaugurazione

dell'anno accademico 2014 - 2015

L'Ateneo in cifre ******DI BARBARA CAFARELLI

E COSTANTINO DELL'OSSO

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Il personaleIl numero dei docenti dell'Università di Foggia è pari a

355 unità: il 25% di prima fascia, il 26% di seconda fascia, il47% ricercatori a tempo indeterminato e il 2% ricercatori atempo determinato. L’età media è di circa 48 anni. Buona lapresenza femminile, circa il 41% del corpo docente.

L'Università di Foggia consta di 346 unità di personaletecnico-amministrativo (T.A.) - il 6% in meno rispetto al2010 - di cui: 1 dirigente; 29 EP; 96 di categoria D; 183 di ca-tegoria C; 33 di categoria B; 4 collaboratori esperti linguisti-ci. Il personale T.A. in servizio è composto soprattutto dadonne e presenta un’età media di 45 anni.

La ricercaL’Università di Foggia ha conseguito un risultato molto

positivo nell’ultima Valutazione della Qualità della Ricerca(VQR 2004 - 2010). Infatti, si colloca al 12° posto tra le Uni-versità sottoposte a valutazione. Il nostro Ateneo ha conse-guito importanti risultati anche nel trasferimento tecnologi-co: tra i brevetti più promettenti dell’Università di Foggia sisegnala quello relativo al metodo per la detossificazione delglutine, il cosiddetto Gluten Friendly, brevetto che potrebberivoluzionare la produzione degli sfarinati e l’alimentazionedei celiaci. La strategia di valorizzazione del Gluten Friendlyha portato alla stipula di un accordo di sperimentazione ealla concessione, da parte di Casillo Group SpA, di un con-tributo alla ricerca pari a 800.000 euro. Importante anche ilcontributo di 61.500 euro della Regione Puglia ad ApuliaFood Innovation Excellence, progetto afferente a Expo 2015.

Nel 2014 sono stati approvati e finanziati 21 progetti diricerca su bandi competitivi nazionali ed europei per un am-montare complessivo pari a 2.337.096 euro. Inoltre, sempre

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nello stesso anno, l’Università di Foggia ha incentivato le at-tività di ricerca stanziando un fondo di 180.593 euro per l’at-tuazione del Piano di Ateneo per la Ricerca finalizzato a fi-nanziare i progetti di ricerca più meritevoli presentati dai ri-cercatori e un fondo di 80.000 euro per cofinanziare le speseinerenti alle pubblicazioni scientifiche dei ricercatori.

Gli studentiNell’anno accademico 2013 - 2014 si sono immatricolati

ben 2.670 studenti (mentre le immatricolazioni all’a.a. 2014 -2015 sono ancora aperte). Questo dato è in linea con quellodegli anni precedenti e fa ben sperare per il futuro. Positivoanche il dato sui laureati che, nel 2014, passa a ben 1.547 lau-reati con un incremento del 6% rispetto all’anno precedente.Buono è anche il dato sugli studenti fuori corso che, infatti,sono diminuiti del 9%. Netta è la presenza femminile pari al61% dei circa 10.000 studenti iscritti al nostro Ateneo comediscreta è la presenza di iscritti provenienti dalle altre pro-vince italiane, il 23% circa della popolazione studentesca.

L’offerta formativa e post laureaL’offerta formativa 2015 – 2016 in questi ultimi anni è

stata orientata al miglioramento della qualità. Il Presidio diQualità e il Nucleo di Valutazione d’Ateneo, in stretta colla-borazione con Organi istituzionali e Dipartimenti, monito-rano costantemente i risultati della didattica sulla base delleindicazioni ministeriali e degli standard europei di assicura-zione della qualità.

Attualmente l’offerta formativa consta di:– 15 Corsi di Laurea Triennale;– 9 Corsi di Laurea Magistrale;

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– 3 Corsi di Laurea Magistrale a Ciclo Unico;– 2 Corsi di Laurea Magistrale Interateneo (1 con sede

amministrativa all'Università del Sannio, l'altro con sede am-ministrativa all'Università di Torino).

– Ampia è anche l’offerta post-laurea con:− 13 corsi di Dottorato di ricerca, − 28 Scuole di specializzazione in Area Medica,− 1 Scuola di specializzazione per le Professioni Legali, − 2 master di 1° livello, − 4 master di 2° livello, − 12 Tirocini Formativi Attivi, − 12 corsi di perfezionamento.

Le bibliotecheIl Sistema Bibliotecario di Ateneo è composto da 5 bi-

blioteche: 3 di area scientifica, 1 di area umanistica e 1 diarea economico-giuridica, che offrono una molteplicità diservizi agli studenti, ai docenti ed ai ricercatori con orariocontinuato, dal lunedì al venerdì. Le strutture bibliotecarieoffrono complessivamente:

− 320 posti di lettura;− patrimonio librario cartaceo di circa 100.000 volumi;− 13 banche dati contenenti periodici full text dei mag-

giori editori scientifici;− 7 banche dati settoriali relative a tematiche di area

umanistica ed economico-giuridica. Inoltre, il Sistema Bibliotecario di Ateneo dispone di una

piattaforma multidisciplinare per i libri elettronici che conta120.000 ebook di diversi editori. Le informazioni sulle biblio-teche, i servizi e il catalogo dei libri e dei periodici sono ac-cessibili online nelle pagine web dell’Ateneo e anche attra-

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verso l'APP gratuita Biblio UniFg. Allo sviluppo e all'aggior-namento del Sistema Bibliotecario di Ateneo contribuisce, giàda qualche anno, la Fondazione Banca del Monte di Foggia –Siniscalco Ceci che devolve circa 70.000 euro l'anno per l'ac-quisto di libri, di ebook e di banche dati.

Le risorse finanziarieIl Fondo di Funzionamento Ordinario (FFO) ha fatto

registrare un incremento del 7,55% rispetto all'anno prece-dente, passando da 33.884.462 del 2013 a 36.442.799 del2014. Si tratta di un vero e proprio exploit, visto che parlia-mo del quinto incremento percentuale tra tutti gli Atenei ita-liani (dopo Bergamo +12,07%; Milano Bicocca +8,13%; Na-poli Parthenope +7,83%; Sannio +7,57% e appunto Foggia+7,55%). Il risultato positivo è legato sia a un incrementodella quota di base sia di quella premiale determinata soprat-tutto dall’ottimo risultato conseguito dai docenti dell’Uni-versità di Foggia nell’ultima VQR 2004 – 2010 e dalle politi-che di reclutamento del personale docente che sono state at-tuate. Nell’ultimo quinquennio si registra un aumento delleentrate totali legato al gettito delle tasse e della contribuzionestudentesca e soprattutto a un notevole incremento dellavoce «altre entrate» legate perlopiù al finanziamento dei pro-getti di ricerca. Si ritiene doveroso sottolineare che, ancoraoggi, gli studenti dell’Ateneo foggiano si posizionano traquelli che pagano meno tasse, con una media decisamenteinferiore rispetto a quella media nazionale.

****** A cura della prof.ssa Barbara CafarelliDelegata alla Statistica per la programmazione e la valutazione della qualità

e del dott. Costantino Dell'OssoResponsabile del Settore Programmazione e Statistica

54 CERIMONIA DI INAUGURAZIONE DELL'ANNO ACCADEMICO 2014 - 2015

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Università di FoggiaCerimonia di Inaugurazione

dell'anno accademico 2014 - 2015

Diario di viaggio 2014 - 2015A CURA DELL'AREA COMUNICAZIONE

E AFFARI ISTITUZIONALI

56 CERIMONIA DI INAUGURAZIONE DELL'ANNO ACCADEMICO 2014 - 2015

9 gennaio 2014In seguito alla rideterminazione del Fondo di finanzia-

mento ordinario da parte del MIUR, l'Università di Foggiadiventa seconda in Italia. In base alla prima ripartizione erastato effettuato un taglio di oltre 2 milioni rispetto al 2012,dopo la rideterminazione applicato un taglio dell'1,44% conuna perdita di 504.173 euro che colloca l'Università di Fog-gia al secondo posto tra gli Atenei d'Italia. La ridetermina-zione del FFO viene redatta applicando la “quota premiale”:il MIUR taglia meno agli Atenei che operano bene in ricercae sperimentazione.

29 gennaio 2014L'Università di Foggia annuncia l'inserimento nella pro-

pria Offerta Formativa del corso di laurea triennale in Inge-gneria dei sistemi logistici per l'agroalimentare (interateneocon il Politecnico di Bari) incardinato nel Dipartimento diScienze agrarie, degli alimenti e dell'ambiente.

18 febbraio 2014L'Università di Foggia e la Regione Basilicata raggiungo-

no un'intesa: l'esigenza della Regione Basilicata (di dare im-pulso a ricerca, formazione, didattica e sviluppo culturaleeconomico e sociale nel proprio territorio, promuovendoiniziative in ambito umanistico, giuridico, medico e sociale)e la disponibilità dell'Università di Foggia (a organizzare cor-si di laurea per le professioni sanitarie e giuridiche, corsi dispecializzazione, Master).

18 marzo 2014STAR* AgroEnergy inaugura la propria stazione opera-

tiva in zona Asi – Incoronata. Uno dei progetti di ricerca più

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ambiziosi dell'Università degli Studi di Foggia presenta lapropria stazione operativa (Facility Centre) agli organi d'in-formazione, agli addetti ai lavori e alla cittadinanza.

28 aprile 2014Il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

Sen. Stefania Giannini inaugura l'a.a. 2013 - 2014 dell'Uni-versità di Foggia: presenza d'eccezione che coincide con lacelebrazione del 15° anniversario dell'autonomia dell'Ateneo.E' la seconda volta che il massimo rappresentante MIURinaugura l'a.a. dell'Università di Foggia, significativo che ciòavvenga a distanza di 15 anni dall'istituzione: prima dellaSen. Giannini, infatti, nel 1999 era toccato al sen. OrtensioZecchino autore del D.M. che il 5 agosto dello stesso annodiede formalmente vita all'Ateneo.

7 maggio 2014Primo giorno di lezione al Centro di ricerche biomediche Emanuele Altomare, che apre agli studenti di Medicina e Odontoiatria quella cheè la loro prima vera sede. Al debut-to della struttura di via Napoli si presentano 450 studenti di Medici-na e Odontoiatria e 1000 iscritti a Professioni sanitarie.

22 maggio 2014Si intensifica la collaborazione tra l'Università di Foggia

e l'ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San GiovanniRotondo, attraverso la sottoscrizione di un accordo quin-quennale: ricerca e sperimentazione alla base del rapporto,

58 CERIMONIA DI INAUGURAZIONE DELL'ANNO ACCADEMICO 2014 - 2015

previsti anche Master di 1° e 2° livello, corsi di aggiornamen-to professionale, seminari e conferenze.

24 giugno 2014Ancora un exploit nella Ricerca scientifica (25° posto as-

soluto) e addirittura primato per le Borse di studio (ex aequocon Bologna, Camerino, Ferrara e Firenze). Ma è il risultatocomplessivo a sorprendere, l'Università di Foggia è terza nelMezzogiorno. Questi i dati della classifica de Il Sole 24 Ore.

13 luglio 2014Diventa ufficiale il Master di I° livello in Criminologia e

psicologia investigativa, incardinato nel Dipartimento di Stu-di umanistici. Lettere, Beni culturali e Scienze della forma-zione. Oltre 6 mesi di corsi, ben 1500 ore di lezione per 60Crediti formativi universitari.

5 agosto 2014Quindici anni fa l'Università

di Foggia diventava autonoma, la pubblicazione sulla Gazzetta

Ufficiale avvenne il 18 agosto 1999ma il Decreto del MIUR venneemanato due settimane prima

a firma dell'allora Ministro Sen.Ortensio Zecchino. L'Università di Foggia è nata quindi, almeno

formalmente, il 5 agosto del 1999.

11 settembre 2014Da partecipanti a protagoniste. Succede a un gruppo di

ricerca afferente al Dipartimento di Scienze mediche, che inoccasione del congresso della Società europea di malattie del-

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l'apparto respiratorio, svoltosi a Monaco di Baviera, ha pre-sentato i risultati preliminari di uno studio relativo alla valu-tazione della temperatura del respiro misurata per la primavolta in pazienti con tumore del polmone. La presentazionediventa conferenza stampa internazionale, l'Università diFoggia finisce sui giornali europei.

28 ottobre 2014L'Università di Foggia sceglie il partner industriale con cui proce-dere allo sviluppo della ricerca scientifica all'origine del Brevetto del Gluten Friendly. Si tratta del Gruppo Casillo SpA, leader mon-diale del grano. Sottoscritta part-nership da 800.000 euro.

27 novembre 2014Successo per la prima edizione del Foggia Student Film-

Fest, a cui prendono parte solo studenti dell'Università diFoggia: iniziativa senza precedenti, chi vince non paga le tas-se. Cerimonia di premiazione preceduta da un Omaggio adAntonio Facenna, il giovane allevatore di Carpino rimastovittima dell'alluvione (del 5 settembre 2014) che ha colpito ilGargano.

18 dicembre 2014L'attribuzione del Fondo di finanziamento ordinario da

parte del MIUR registra un incremento del 7,55%: si trattadel quinto incremento percentuale assoluto tra tutti gli Ate-nei.

60 CERIMONIA DI INAUGURAZIONE DELL'ANNO ACCADEMICO 2014 - 2015

22 dicembre 2014La Conferenza dei Rettori delle

Università Italiane dirama la listaufficiale degli Atenei presenti al-l'Expo 2015 di Milano. C'è ancheUniFg, che ha presentato un pro-

getto col Politecnico di Bari su Riqualificazione urbana e rurale,

sviluppo sostenibile per il turismo, turismo gastronomico

per celiaci e intolleranti.

29 dicembre 2014Ancora un dato in controtendenza rispetto alla maggio-

ranza degli Atenei italiani, segnatamente quelli del Mezzo-giorno. Mentre tutti fanno registrare un sensibile calo delleimmatricolazioni, l'Università di Foggia conferma oltre 2000nuovi studenti anche per l'a. a. 2014 - 2015.

29 gennaio 2015Adottato il Piano Strategico di Ateneo 2015 - 2017, tra

ricerca, sviluppo, didattica e Terza Missione tracciate le lineeguida dell'Università di Foggia.

30 gennaio 2015Scoperta la Pentraxina 3, un nuovo marcatore tumorale

che permette di predire la progressione del carcinoma pro-statico: la ricerca dell'Università degli Studi di Foggia fa an-cora il pieno di consensi.

12 marzo 2015Parte la rassegna di incontri organizzata dall'Università

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di Foggia e il Consiglio degli Studenti, si chiama Parole chefanno bene: primo ospite il musicista foggiano Gegè Telesfo-ro.

20 marzo 2015Nominato il presidente dell'Istituto Zooprofilattico Spe-

rimentale della Puglia e della Basilicata, è il prof. AgostinoSevi direttore del Dipartimento di Scienze agrarie, degli ali-menti e dell'ambiente dell'Università di Foggia.

25 marzo 2015Invasione di studenti, all'Open Daydell'Università di Foggia arrivano oltre 1700 ragazzi provenienti da 8 province vicine a quella di Foggia: si tratta dell'Open Day più affollato su data unica.

30 marzo 2015Il Prefetto Franco Gabrielli ospite di un convegno sul ri-

schio organizzato dall'Università di Foggia e dall'AsociazioneCives. Si tratta dell'ultima uscita pubblica da capo della Pro-tezione civile nazionale, pochi giorni dopo Franco Gabriellidiverrà Prefetto di Roma.

1 aprile 2015Il progetto Quafety, sull'ortofrutta di IV Gamma, chiude

i battenti con una convention a Rotterdam: si tratta di unodei progetti più riusciti e apprezzati dell'Università di Foggia.

62 CERIMONIA DI INAUGURAZIONE DELL'ANNO ACCADEMICO 2014 - 2015

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Università di FoggiaCerimonia di Inaugurazione

dell'anno accademico 2014 - 2015Indice

l'Ospite pag. 3Quali civiltà si scontranoDI FURIO COLOMBO pag. 7

Il sapere come oggetto del desiderioDI MAURIZIO RICCI pag. 13

Cambiare verso è possibileDI MASSIMILIANO MONACO pag. 37

Testimonianza di una dottoranda UniFgdi FRANCISCA ANSAH ABA pag. 45

L'Ateneo in cifreDI BARBARA CAFARELLI pag. 49E COSTANTINO DELL'OSSO

Diario di viaggio 2014 – 2015 pag. 55A CURA DELL'AREA COMUNICAZIONE

E AFFARI ISTITUZIONALI

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