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Università La Sapienza Sociologia dell’educazione (prof.ssa Assunta Viteritti) Seminario di studi Le riflessioni dei docenti Interpretazione delle pratiche di insegnamento alla luce della teoria morfogenetica di M. Archer TITTI ROMANO Dipartimento di Scienze Sociali, Università di Napoli, Federico II (Roma, 9 aprile 2014)

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Università La SapienzaSociologia dell’educazione (prof.ssa Assunta Viteritti)

Seminario di studi

Le riflessioni dei docenti

Interpretazione delle pratiche di insegnamento alla luce della teoria morfogenetica di M. Archer

TITTI ROMANO

Dipartimento di Scienze Sociali, Università di Napoli, Federico II

(Roma, 9 aprile 2014)

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Realismo Critico

Margaret Archer

Teoria Morfogenetica/Morfostatica

Mutamento/Riproduzione Società

Rapporto individuo/società

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Rapporto di condizionamento reciproco

la società (strutture e culture) e gli individui possiedono poteri ed efficacia causale e si

condizionano senza determinismi

Individuo e Società

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L’individuo possiede il potere di mediare le forme sociali

… di fronte alla pressioni sociali l’ultima parola spetta sempre agli

individui.

Quali sono i poteri degli individui ?

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La riflessività individuale

il regolare esercizio della facoltà mentale, condivisa da tutte le

persone normali, di considerare loro stesse in relazione ai loro contesti

(sociali) e viceversa

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Come si esercita la riflessività?

La conversazione Interiore

1) comprendere se stessi e individuare e gerarchizzare le premure (premura ultima);

2) monitorare la società e le caratteristiche oggettive del contesto – vincoli e facilitazioni – in

funzione delle premure;

3) dedicarsi a pratiche di vita sostenibili e che permettano di realizzare i propri obiettivi.

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Conversazioni Interiori Dimensioni

Comunicativa Autonoma Metariflessiva

Rapporto con la conversazione

diffidenza fiducia totale autosufficiente

Esercizio della conversazione

pensieri/parole esercizio solitario esercizio solitario

Esercizio della critica

esiguo soprattutto verso se

stessi verso sé, la società e il

rapporto sé-società

Premura ultima relazioni

interpersonali attività pratiche integrità personale

Modus vivendi acquisito costruito sperimentale

Stile di mediazione eluviso strategico sovversivo Relazione con il

contesto continuità

contestuale discontinuità contestuale

incongruità

Tipo di integrazione*

integrazione sociale

integrazione sistemica nuova sinergia tra

integrazione sistemica e sociale

Conseguenze delle pratiche a livello

soggettivo autosacrificio autodisciplina autotrascendenza

Conseguenze macroscopiche a livello aggregato

riproduzione sociale produttività sociale riorientamento sociale

Traiettorie di mobilità sociale

immobilità sociale mobilità ascendente mobilità laterale

(volatilità occupazionale)

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Le riflessioni degli insegnanti

1) quali riflessioni animano la vita mentale dei docenti;

2) a quali pratiche di mediazione ricorrono i docenti per affrontare il contesto di lavoro;

3) quali effetti producono tali mediazioni, sia sul versante individuale sia sul più ampio sistema

scolastico.

interrogativi di ricerca

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metodologia di ricerca

Strumenti: interviste semi-strutturate, osservazioni, conversazioni informali con studenti, presidi, colleghi.

Scelta dei casi: 20 insegnanti della scuola secondaria inferiore e superiore che operano a Napoli, di ruolo, tra i 38 e i 61 anni.

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Le riflessioni dei docenti: la riflessività riproduttiva

Riflessioni comparative passato/presente e simbiotica insegnane contesto

La scuola del passato (ideale): un luogo di cura e accoglienza dove l’apprendimento è l’esito naturale di relazioni educative/affettive tra soggetti che condividono modelli culturali e comportamentali molto omogenei.

la scuola attuale (progetti): (come salvare la piccola comunità di interlocutori privilegiati in) una scuola dove emergono differenze sempre più vistose con le colleghe; con i genitori e gli studenti; con la struttura amministrativa.

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Docenti conservatori: elusione e accomodamento

… io ne ho fatti tantissimi nel passato, […] un bellissimo lavoro. […] nei fatti molti progetti che si fanno nella scuola sono di facciata. Allora vengono utilizzati gli alunni più bravi, che secondo me è sbagliatissimo perché il progetto dovrebbe suscitare delle emozioni e coinvolgere proprio quelli meno dotati. Spesso il lavoro lo fa il professore, e risulta che li fanno i ragazzi …allora ho finito per abbandonarli e non ho fatto più progetti.

perché loro sono perfettamente consapevoli di non essere all’altezza. Anzi, a volte si sottovalutano anche peggio: pensano di essere l’ultima ruota del carro. Dicono sempre: Eh, però, al Classico, allo Scientifico, noi invece in questo quartiere. Loro sono perfettamente consapevoli di non essere all’altezza.

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(pratiche professionali)Docenti conservatori: elusione e accomodamento

• Eludere la innovazioni • Curare la relazione e

l’ambiente educativo creando un clima di serena partecipazione con gli alunni e i colleghi,

• Fondare la relazione educativa principalmente su scambi affettivi,

• Rivedere i criteri di valutazione e tollerare scarsi risultati scolastici, assenteismo e aggressività.

• Evitare situazioni che possono creare contrasti, dissapori o tensione nella classe o nella scuola

(pratiche professionali)Docenti isolati: elusione totale e accomodamento

• Lavorare con il minimo impegno e coinvolgimento,

• Non partecipare o partecipare in modo strumentale ad attività progettuali, azioni di carattere gestionale ed organizzativo,

• Praticare in modo formale ogni innovazione, riforma e cambiamento.

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Riflettere sul passato, riprodurre il presente

(la scuola non costituisce uno strumento di promozione, di mobilità e di emancipazione)

• l’apprendimento che diviene il risultato eventuale/occasionale di rapporti emotivi/affettivi tra soggetti appartenenti a universi sociali e culturali anche molti distanti.

• si condividono esperienze ed emozioni talvolta eccessivamente slegate dai processi di apprendimento/insegnamento, lasciando spesso inevasi i bisogni formativi ed educativi degli studenti;

• gli insegnanti sacrificano l’esercizio di una quota rilevante di competenze, contribuendo a esautorare la propria identità professionale.

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Le riflessioni dei docenti: la riflessività selettiva

• Come svolgere al meglio l’attività professionale, curando la preparazione e le competenze,

• Come ottenere il miglior profitto scolastico dagli studenti,

• Come legittimare la rilevanza sociale del proprio operato

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… un progetto che ho curato io […] i ragazzi sono stati sospesi per uno o due giorni senza la frequenza […] perché questi venivano per giocare a scuola, mettendo in difficoltà gli altri. Ha funzionato, perché abbiamo recuperato alcuni ragazzi […] e altri che avevano deciso di venire solo a disturbare […] non sono venuti più.

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(pratiche professionali)Docenti performativi: strategiche

• Minimizzare gli sforzi e massimizzare i risultati

• Selezionare gli studenti ed essere esigenti sui risultati da raggiungere,

• Curare ed aggiornare le competenze e conoscenze professionali,

• Attribuire rilevanza e significatività al proprio ruolo,

• Mantenere un setting scolastico funzionale ai processi di apprendimento

(pratiche professionali)Docenti distanti: strategiche e strumentali

• Vivere l’insegnamento come un dovere che comporta soprattutto dei sacrifici,

• Individuare nuovi ruoli e attività professionali e/o contesti lavorativi in cui posizionarsi,

• Praticare e coltivare in altri contesti (extra scolastici) le proprie passioni in modo da poter usufruire di fonti di soddisfazione e gratificazione alternative

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Qualità, selezione e meritocrazia

• si selezionano gli studenti (intelligenti e di qualità) che potrebbero seguire senza sforzi i loro ambiziosi programmi e si escludo quelli ritenuti mediocri o scarsi,

• riproducono una società carica di disuguaglianze sociali, culturali ed economiche che, invece, questi docenti dichiarano di contestare,

• il discorso pedagogico viene snaturato e subordinato poiché la cura della persona-studente è strumentale al raggiungimento di risultati scolastici elevati

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Le riflessioni dei docenti: la riflessività insofferente

• Come promuovere e far riconoscere il valore sociale della scuola,

• Come poter garantire, soprattutto nella scuola pubblica, la piena partecipazione ai contesti di apprendimento, nel rispetto dei valori dell’equità e dell’uguaglianza, evitando che si riproducano discriminazioni e meccanismi di esclusione.

• Come impegnarsi attivamente per de-istituzionalizzare e ri-strutturare i contesti scolastici e realizzare una più giusta ed efficace organizzazione dei processi di apprendimento/insegnamento per sovvertire gli assetti, piuttosto che accordarvi i propri obiettivi.

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E si capiva che il limite però di questa nostra forza, era nel fatto che rimaneva rinchiuso nel nostro gruppo. Cioè non siamo riusciti, siamo stati tollerati, siamo stati magari anche amati, siamo stati apprezzati, c’è stato detto anche grazie. […] [Ma l’]impatto cognitivo, con la mente dei docenti, questo non c’è stato. Cioè ogni docente, gli Altri, chiamiamoli così, hanno sostanzialmente continuato a insegnare le stesse cose nella stessa maniera […] l’istituzione ovviamente, proseguiva imperterrita sul suo cammino ordinario, non c’era verso.

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(pratiche professionali) Docenti critici: sovversioni e provocazioni

• esercizio intenso e radicale della critica, • sostenere numerosi e sostanziali progetti di

cambiamento per scardinare le prassi consolidate (programmi, orari, didattica, relazioni, ecc.) e distaccarsi delle metodologie tradizionali,

• eliminare i privilegi nascosti nello status quo,• impegnarsi nei propri progetti e partecipare al

cambiamento in prima persona,• estendere e diffondere le innovazioni e lo

spirito critico.

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La critica senza cambiamento

I tentativi di sovversione non trovano adeguati spazi di realizzabilità: l’istituzione scolastica, pur offrendo la possibilità di partecipare ad azioni progettuali e sperimentali orientate all’innovazione, non amplifica e migliora la dinamica riflessiva e la spirale di apprendimento tra i vari livelli del sistema (individuale, di classe, di istituto).

Le mediazioni orientate a sedimentare e a diffondere le iniziative dal basso sono mortificate, garantendo la resistenza alle istanze rinnovatrici.

Si prospetta, quindi, una situazione paradossale: lo spazio della critica si amplifica, mentre la riflessività impegnata a realizzare innovazioni e cambiamenti decresce. Si generano mediazioni definite provocatorie in quanto sollecitano indubbiamente riflessioni, polemiche e dubbi senza, però, attuare cambiamenti significativi.

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Ulteriori strategie di mediazione(elusive, strategiche e sovversive)

• Accomodamento• Elusione totale (insuccesso)• Strumentalità (insuccesso)• Provocazione

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Spazi di riflessione sulle riflessioni

Si può rendere la comunità di docenti conservativi innovativi?

Perché i docenti performativi sono tradizionalisti?

È possibile recuperare e integrare i docenti isolati e distanti?

Come cooptare gli insegnanti critici?