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UNIVERSITÀ DEGLI STUDIDELLA TUSCIA
FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE
Corso di laurea magistrale inComunicazione pubblica, d’impresa e pubblicità
Indirizzo di“Linguaggi dell’informazione e della pubblicità”
oppure: Indirizzo di
“Comunicazione dell’istituzione pubblica”
AUTOREes. Mario Rossi
Titolo della tesinaes. La lingua economico-finanziaria nel
“Sole 24 ore”: analisi di un corpus di testi
Cattedra es. Linguaggi specialistici
Prof. Riccardo Gualdo
ANNO ACCADEMICO 2009/2010
2
(Attenzione: la sessione di febbraio è l’ultima sessione dell’anno accademico precedente)
Testo aggiornato a: 20.04.2010
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Modello-standard per la tesina del corso di laurea magistrale
Questo è il modello-standard da seguire per la
stesura di una tesina del corso di laurea magistrale,
cioè il file già impostato con la formattazione richiesta,
con tutte le indicazioni principali su formato, carattere,
margini, indice, bibliografia, note ecc. Puoi scaricare
sul tuo PC questo file e usarlo subito per la stesura:
puoi cioè proprio “scriverci dentro” direttamente.
Nella pagina precedente c’è il modello della
pagina di copertina / frontespizio, cioè il
modello che devi seguire per stampare la
copertina della tesina e il frontespizio, cioè la
prima pagina interna della tesina.
Anche questa pagina è già formattata secondo lo
standard da usare per la tesina, per cui puoi
inserire già qui il tuo testo.
Attenzione: sia nell’esempio della prima pagina
(copertina / frontespizio), sia nelle pagine
Testo aggiornato a: 20.04.2010
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seguenti, le parti evidenziate in rosso non devono
essere riprodotte:
modello aspetto finaleAUTORE
Mario RossiTitolo della tesina
es. La lingua economico-
finanziaria nel “Sole 24 ore”: analisi di un
corpus di testi
Mario RossiLa lingua
economico-finanziaria nel “Sole 24 ore”: analisi di un
corpus di testi
Nelle pagine seguenti trovi:
1) il modello dell’indice;
2) le norme redazionali per la stesura della
tesina, cioè le regole da seguire per formattare il
testo, per le citazioni, per le note, per la
bibliografia, ecc.;
3) alcuni suggerimenti su come organizzare il
lavoro (elaborato non applicativo-
professionale).
Testo aggiornato a: 20.04.2010
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Ti consigliamo di seguire con attenzione il modello
dell’indice e le norme redazionali (parti 1 e 2 di
questo modello); con indicazioni precise
scrivere la tesina sarà più rapido e più facile.
Come organizzare il lavoro (parte 3 di questo
modello) dipende invece dal tema che avrai scelto
e da quello che intendi dimostrare. I suggerimenti
che troverai nella terza parte sono solo uno dei
tanti modi possibili per mettere in ordine gli
argomenti trattati nella tesina.
Attenzione. Molte informazioni su come scrivere
le parti obbligatorie della tesina (indice,
conclusioni e bibliografia), e quasi tutte le
informazioni sulle norme redazionali,
corrispondono a quelle indicate nel Modello-
standard per la stesura della tesi di laurea
magistrale. In questi casi, troverai un rinvio
esplicito a quel modello (es.: vedi il Modello-
standard per la stesura della tesi di laurea
Testo aggiornato a: 20.04.2010
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magistrale, punto 1.1). Le differenze, non molto
significative, rispetto alle indicazioni per la
stesura della tesi magistrale, sono tutte indicate
in modo esplicito (es.: Attenzione: su questo
punto le norme sono un po’ diverse da quelle
indicate per la stesura della tesi).
Testo aggiornato a: 20.04.2010
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INDICE
(all’inizio, cioè a p. 2)
Distribuzione del testo: a scelta libera(capitoli lunghi, paragrafi brevi, con o senza un capitolo introduttivo ecc.)es.premessa (non obbligatoria)……………………………….p. 3capitolo (o cap.) 1…………………………………………..p. 5capitolo 2….……………………………………………….p. 19ecc.oppurecapitolo (o cap.) 1…………………………………………..p. 5
paragrafo (o par.) 1.1…………………………………p. 5
paragrafo 1.2…………….……………………………p. 9ecc.
Parti obbligatorie (tutte alla fine del testo, nell’ordine seguente):
Testo aggiornato a: 20.04.2010
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Conclusioni …………..………………..…………p. xxBibliografia (in ordine alfabetico per cognome)………….p. xx
Attenzione: su questo punto le norme sono un
po’ diverse da quelle indicate per la stesura
della tesi: nella tesi, si parla di Sintesi e
conclusioni ed è obbligatorio un riassunto
(abstract) in lingua inglese.
Per ogni parte della tesina (capitoli, paragrafi,
abstract, bibliografia, indicare qui nell’indice sempre
la pagina iniziale.
1. Il modello dell’indice
L’indice deve dirci con chiarezza cosa contiene la
tesina.
Importante: bisogna fare attenzione a che i titoli dei
capitoli e dei paragrafi dell’indice siano identici a quelli
usati all’interno del testo. Come ci viene giustamente
suggerito nell’esempio della pagina precedente, è
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obbligatorio indicare la pagina d’inizio di ogni
capitolo o paragrafo:
“per tutti i capitoli o paragrafi, indicare qui
nell’indice sempre la pagina di inizio .”
avremo pertanto:
cap. I..................................p. 15 e non cap.
I.............................pp. 15
infatti, p. sta per “pagina”, pp. sta per “pagine”; la
pagina è quella iniziale; se vogliamo, possiamo anche
indicare la pagina iniziale e quella finale di un capitolo
o di un paragrafo:
avremo allora, diversamente dall’esempio precedente:
cap. I......................pp. 15-19 e non cap.
I......................p. 15-19
questo secondo sistema è molto utile per chi vuol citare
una singola sezione della tesina e può farlo
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semplicemente scorrendo l’indice, senza dover
sfogliare tutte le pagine del volume.
L’indice deve contenere, obbligatoriamente e
nell’ordine indicato, Conclusioni e Bibliografia.
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2. Le norme redazionali per la stesura
L’uso del computer nella stesura della tesina e della
tesi obbliga chi scrive a rispettare alcune norme
redazionali.
Qui di seguito ti offriamo alcune indicazioni essenziali
che contribuiranno a dare al testo l’assetto grafico
suggerito per le tesine e per le tesi dei corsi di laurea
triennali e magistrali della nostra Facoltà, e comunque
simile a quello di pubblicazioni ufficiali.
2.1. Formattazione del testo
vedi il Modello-standard per la stesura della tesi
di laurea magistrale, punto 2.1
2.2. Punteggiatura e uso degli spazi
vedi il Modello-standard per la stesura della tesi
di laurea magistrale, punto 2.2
2.3. Altre norme
vedi il Modello-standard per la stesura della tesi
di laurea magistrale, punto 2.3
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2.4. Citazioni e noteUna tesina o una tesi di laurea è un lavoro originale
solo in parte, cioè per l’analisi dei dati e le osservazioni
e conclusioni che ne ricava l’autore. Anche se
l’argomento è un fatto recentissimo (per esempio, il
terremoto in Abruzzo nella primavera del 2009), un
personaggio nuovo (per esempio un atleta o un
personaggio dello spettacolo che hanno conosciuto un
successo molto recente) o, ancora, se il tema è
estremamente specifico e circoscritto, è impossibile
che il metodo di analisi non rientri in categorie già
ampiamente dissodate da studiosi più esperti di noi.
Sarà quindi opportuno e necessario citarli: sia per
correttezza scientifica (cioè per non attribuirci meriti
che non abbiamo) sia per chiarezza nei confronti del
lettore, che deve essere informato anche sulla
provenienza delle informazioni.
Per le norme generali, vedi il Modello-standard
per la stesura della tesi di laurea magistrale,
punto 2.4.
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2.4.1. Citazioni interne al testo
vedi il Modello-standard per la stesura della tesi
di laurea magistrale, punto 2.4.2
2.4.2. Note a piè di pagina
vedi il Modello-standard per la stesura della tesi
di laurea magistrale, punto 2.4.2
2.5. La bibliografia
La bibliografia conclude il testo della tesina.
Attenzione: su questo punto le norme sono un po’
diverse da quelle indicate per la stesura della tesi:
Per esigenze di semplicità, ti consigliamo di usare
sempre il cosiddetto modello all’americana:
autore o sigla dell’opera, data di pubblicazione,
pagine citate.
es.: Serianni 2007, p. 55
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Questo sistema semplificato di citazione ti consente di
risparmiare spazio nel testo ed è abbastanza comodo
anche per chi legge, purché tutte le opere citate in
forma abbreviata siano riportate, per esteso, nella
bibliografia finale, come nell’esempio:
Serianni 2005 = Luca Serianni, Un treno di sintomi,
Milano, Garzanti, 2005
GRADIT 2007 = Grande dizionario della lingua italiana
dell’uso, diretto da Tullio De Mauro, 8 voll., Torino,
UTET, 2007.
Nel testo o nelle note (a seconda dei casi, vedi sopra),
si citerà così:
es. 1 – monografia: (Serianni 2005, p. 123)
es. 2 – opera di consultazione: (GRADIT 2007 s.v. tracoma) [s.v. sta per “sub voce”, cioè “alla voce”].
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3. Suggerimenti su come organizzare il
lavoro.
Ricordiamo che la “Tesina” (che può valere fino a 8
CFU), è un elaborato originale, frutto di una ricerca di
ambito circoscritto, di non oltre 40 pp., o un
corrispondente lavoro di carattere applicativo-
professionale. In questo modello, ti suggeriamo di
suddividere il lavoro indicando, in primo luogo, quali
sono i suoi obiettivi (3.1. Obiettivi della ricerca); quindi
descrivendo i dati e le informazioni che hai utilizzato
per svolgere la ricerca (3.2. Presentazione dei dati);
poi, dedicando uno o più capitoli all’analisi e al
commento dei dati su cui la ricerca si è basata (3.3.
Analisi dei dati); infine, tracciando brevemente le
conclusioni a cui è pervenuta la ricerca (3.4.
Conclusioni). Molto importante è infine indicare tutti
gli studi e le fonti utilizzate per redigere la tesina (3.5.
Bibliografia). Alcune brevi osservazioni sono dedicate a
come presentare eventuali materiali allegati alla tesina
(3.6. Allegati).
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3.1. Obiettivi della ricercaPrima di affrontare questo argomento, è opportuno riprendere alcune nozioni essenziali su cos’è un testo come la tesina.Come in ogni occasione di scrittura, è importantissimo tener conto del tipo di testo che stiamo scrivendo e del destinatario a cui ci stiamo rivolgendo. Che tipo di testo è la tesina? La tesina è un tipo di testo argomentativo/ informativo: argomentativo, perché ha come obiettivo sostenere la fondatezza di determinate affermazioni; informativo, perché deve – anche – far conoscere ai lettori uno o più informazioni che riguardano un evento, un oggetto o un concetto. Chi sono i destinatari della tesina?
Nella tesina, i destinatari sono almeno due: 1. il docente con cui si concorda l’argomento da trattare;2. un possibile lettore esterno, che dobbiamo sempre tenere in considerazione quando scriviamo un testo argomentativo/informativo.
Il destinatario 1 conta molto perché deve dare un giudizio sulla qualità del lavoro e decidere se merita o
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non merita gli 8 crediti previsti dal regolamento didattico. Il destinatario 2, anche se virtuale, conta forse ancora di più.Infatti, anche se non è detto che la nostra tesina sia letta da altre persone oltre che da noi e dal docente che l’ha seguita, dobbiamo pensare sempre a un lettore esterno. Il lettore esterno è un lettore che: a. ha poca o nessuna conoscenza degli argomenti che stiamo trattando, ma allo stesso tempo è interessato, per qualche motivo che non possiamo prevedere, agli argomenti che stiamo trattando;b. non è obbligato - diversamente dai destinatari 1 e 2 – a leggere il nostro testo;c. potrebbe avere opinioni diverse dalle nostre sugli eventi, sulle cose o sulle idee che formano l’argomento della nostra tesina.
Per questi motivi, il nostro testo dovrà, necessariamente:a. dare al lettore tutte le informazioni utili a farsi un’idea sufficientemente chiara di quello di cui stiamo scrivendo (funzione informativa);
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b. coinvolgere il nostro destinatario virtuale nella lettura, e farlo arrivare fino in fondo, per fargli capire quali sono le nostre idee (funzione persuasiva);c. fare in modo che il lettore capisca che le nostre affermazioni sono fondate su dati veri e su un metodo di ricerca corretto; convincerlo che l’opinione che stiamo esprimendo, anche se non è necessariamente l’unica possibile, è degna di attenzione e di rispetto (funzione argomentativa).
Questo paragrafo introduttivo conterrà, in sintesi (al massimo 2 cartelle), gli obiettivi che lo studente si è prefissato per la ricerca. Per es.: verificare le caratteristiche del linguaggio della medicina alla luce dell’analisi di un corpus di testi tratti da riviste di divulgazione medica. Particolare attenzione è stata rivolta al lessico (tecnicismi specifici e collaterali, grado di tecnicità della terminologia usata, modalità di presentazione e di spiegazione dei tecnicismi) .
Nel capitolo dedicato agli obiettivi della ricerca, non è obbligatoria alcuna considerazione di carattere generale relativa al settore disciplinare nell’ambito del quale la ricerca si svolge (storico, linguistico, filosofico, giuridico, sociologico, ecc.).
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Sarà invece utile rispondere subito a tre domande: cosa voglio analizzare?come lo voglio fare? perché ho scelto questo tipo di analisi e determinati modelli? In primo luogo, quindi, diremo quali aspetti o quali problemi relativi al tema trattato sono stati oggetto dell’analisi (= cosa? vedi anche oltre, il capitolo 3 dedicato all’analisi dei dati); quindi, diremo seguendo quali modelli metodologici abbiamo seguito (= come?) e infine i motivi per cui abbiamo scelto questo argomento e questi modelli operativi (= perché?).
es.: Ho scelto di concentrare l’analisi sulla lingua di alcuni foglietti illustrativi di medicinali da banco in commercio in Italia nel periodo 2006-2009. Per l’analisi dei foglietti illustrativi ho seguito il modello di Serianni 2008 e di Serianni 2005, pp. XX-XX (vedi Bibliografia), che costituisce lo studio più aggiornato e completo su questo argomento; la scelta di questo tema è motivata da un mio specifico interesse alla semplificazione del linguaggio medico nei testi rivolti al pubblico.
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3.2. Presentazione dei dati
Un requisito essenziale di ogni ricerca scientifica è la
definizione precisa dei dati presi in esame. Anche nelle
scienze umane è obbligatorio per un ricercatore onesto
e scrupoloso dire su quali dati si è basato per arrivare
a determinate conclusioni e quali fonti ha utilizzato
come materiali di partenza per la propria ricerca.
Questo capitolo è essenziale per due motivi:
a. per consentire a chi legge di attingere alle
stesse fonti usate da chi ha scritto la tesina;
b. per consentire un semplice e chiaro
ritrovamento dei concetti, dei dati o anche
delle parole o frasi citate – come esempi –
dall’insieme dei materiali analizzati.
La presentazione dei dati si compone di due parti:
1) l’elenco completo dei materiali utilizzati;
2) la descrizione dettagliata dei materiali utilizzati.
Se l’insieme dei dati su cui la ricerca è basata è
costituito da molti materiali (es. documenti d’archivio,
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articoli di quotidiani o riviste, referti, articoli di legge,
ecc.) sarà bene regolarsi così:
1. Elenco completo dei materiali utilizzati
es. 1
[S 4/1 gen-mar-08 ] = “Salute”, annata 4, numero 1, gennaio-
marzo 2008 [periodicità semestrale]
[FB 35-08] = “Forma e Benessere”, annata 35, 2008 [periodicità
annuale]
es. 2
[RX torace 1] = radiografia del torace eseguita il 25 marzo 2008
[RX torace 2] = radiografia del torace eseguita il 12 maggio
2008
[TAC addome 3] = tomografia assiale computerizzata
dell’addome eseguita il…
N.B. l’elenco dei materiali, specie se ampio, potrà essere
stampato in corpo più piccolo rispetto a quello del testo della
tesina, per es. in corpo 12 (quello usato in questi esempi) e
andrà comunque corredato di una nota a piè di pagina in cui si
sciolgono, di seguito e una volta per tutte, tutte le sigle
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utilizzate, e si indica con precisione l’arco temporale interessato
dalla ricerca. Es. di nota1
Ogni riga dell’elenco si compone quindi di due parti: fonte in
forma abbreviata: [tra parentesi quadre, con indicazioni
essenziali per il riconoscimento: una sigla trasparente, per es.
CdS per Corriere della Sera, una data (se utile), qualche
informazione sintetica sui contenuti] = scioglimento
dell’abbreviazione: senza parentesi, si danno in forma esplicita
tutte le informazioni utili per consentire a chi legge di accedere
agli stessi dati usati dall’autore nel proprio lavoro.
Se i materiali sono, per es., più testi tratti da una sola
rivista o da un solo quotidiano, oppure se si tratta di
parti di un singolo testo (es. un manuale universitario,
ecc.) sarà bene regolarsi così:
es. 1
Oggetto della nostra analisi sono 30 articoli tratti dalla rivista
annuale “Economia e Business d’Impresa” (d’ora in poi in sigla
1 Sciogliamo di seguito le sigle delle riviste spogliate per questa ricerca: S = “Salute” (6 numeri, dal gennaio 2006 al settembre 2008); FB = “Forma e Benessere” (dal n. 32 del 2005 al n. 35 del 2008).
Testo aggiornato a: 20.04.2010
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EBI), dal fascicolo 13 del 2004 al fascicolo 17 del 2008. Diamo
qui di seguito l’elenco completo degli articoli analizzati:
[EBI 13-04] = Anna Bianchi, Il mercato dei derivati, p. 11
[EBI 15-06] = Carla Neri, Come funziona l’impresa, pp. 24-26
es. 2
Oggetto della nostra analisi sono 3 capitoli del volume di Paolo
Esposito, Dermatologia clinica, Roma, Istituto Superiore di
Dermatologia, 2005 (d’ora in poi in sigla Esposito 2005). Per
comodità, elenchiamo qui di seguito le pareti di testo analizzate
[Esposito 2005, I] = Paolo Esposito, Dermatologia clinica, cap. I,
pp. 3-75
[Esposito 2005, II] = Paolo Esposito, Dermatologia clinica, cap.
II, pp. 77-152
N.B. quando nei capitoli della tesina si citerà uno dei
materiali usati come fonti della ricerca, nella parte tra
parentesi quadre andranno indicate solo la pagina o le
pagine da cui è tratto l’esempio; nell’elenco
dettagliato, invece, si indicano tutte le pagine del
capitolo o dell’articolo effettivamente spogliate.
Testo aggiornato a: 20.04.2010
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2. Descrizione dettagliata dei materiali utilizzati.
In questa sezione sarà utile presentare, in modo breve,
ma dando tutte le informazioni utili, i testi o il testo
oggetto della ricerca.
Riviste di divulgazione o quotidiani.
Delle riviste occorre dare il titolo completo della
testata, la periodicità, la data d’inizio della
pubblicazione, l’editore, il nome del direttore
responsabile, il pubblico a cui si rivolge e – se possibile
– la tiratura media; inoltre, sarà utile fornire tutte le
informazioni che possono servire a capire qual è il
taglio della pubblicazione e cosa contiene un numero
“tipo”. Il tutto, in poche frasi:
Es. “Forma e Benessere. Consigli per la salute del
corpo” è una rivista trimestrale che ha iniziato le
pubblicazioni nel 1998; a pubblicarla è l’editore
Mondadori di Milano; direttore responsabile è
attualmente Mario Bianchi. La rivista si rivolge al largo
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pubblico e ha una tiratura media di 25.000 copie. Un
numero tipo consta di circa 100 pagine (pubblicità e
fotografie comprese) e contiene articoli di giornalisti
specializzati, di medici specialisti (raccolti in rubriche
fisse dedicate a…), interviste, sondaggi, spazi riservati
alla posta dei lettori, ecc.
Quando si è preso in esame un quotidiano di larga
notorietà (Il sole 24 ore, Repubblica, Corriere della
sera, ecc.) non ha ovviamente senso farne una “storia”,
o dare informazioni sul direttore, sulla tiratura media e
simili. Sarà invece utile dire con precisione quali
sezioni del quotidiano sono state scelte per la ricerca e
perché, magari dicendo se si è scelta una sezione fissa
del giornale (es. le pagine / l’inserto di Economia e
finanza del Corriere della sera, ecc.) e se,
all’argomento analizzato, il giornale dedicava anche
altri approfondimenti, motivando la selezione operata.
Manuali universitari e simili; disposizioni normative.
Testo aggiornato a: 20.04.2010
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Anche in questi casi sarà utile dare a chi legge un po’
di notizie per fargli capire di cosa tratta il testo
analizzato. Se è un manuale universitario, andrà detto
chi è l’autore (in genere si trovano queste informazioni
nella quarta di copertina), che grado di notorietà ha
nell’ambiente accademico (es. si tratta di un testo
adottato nella nostra facoltà, dalla cattedra di…, o,
anche, in altre facoltà italiane [citando solo le più
importanti]). Se si tratta di una singola legge o di una
singola sentenza, bisognerà dire – in sintesi! - in che
contesto la legge è stata emanata o la sentenza
emessa, qual era la situazione precedente, che iter ha
avuto la stesura della legge (più letture, verifica di
costituzionalità, ecc.), se ci sono state reazioni
politiche importanti.
Referti medici, foglietti illustrativi, verbali.
Nel caso di documenti protetti da una certa
riservatezza, come i referti diagnostici o i verbali, si
potranno omettere dati personali, anche relativi agli
Testo aggiornato a: 20.04.2010
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autori del referto o del verbale (basterà dire, per es.,
“analisi condotta in un laboratorio di Viterbo”); sarà
invece utile fornire le coordinate temporali (data,
eventuale ripetizione dell’analisi, ecc.) e gli elementi
essenziali che aiutino a capire le circostanze (es. se il
paziente ha una particolare patologia, se il verbale è
stato fatto contestualmente, e simili). Per i foglietti
illustrativi, basterà indicare: la data e se si tratta di un
aggiornamento rispetto ad altre versioni precedenti; la
casa produttrice, le caratteristiche del farmaco, la sua
diffusione nazionale o internazionale.
N.B. se i materiali utilizzati per la ricerca sono
raccolti a parte, nella sezione Allegati (vedi), sarà
comunque opportuno segnalarlo, all’inizio della
descrizione, direttamente nel testo o in una nota
a piè di pagina.
3.3. Analisi dei dati
L’analisi dei dati andrà distinta per sezioni, diverse a
seconda della tipologia di materiali esaminati. Le
Testo aggiornato a: 20.04.2010
28
motivazioni della strutturazione e della gerarchia
dell’analisi devono essere state già fornite nel capitolo
1 (vedi Obiettivi della ricerca), quindi è inutile
ripeterle. Le sezioni potranno essere di vario tipo, a
seconda delle metodologie usate nel settore scientifico-
disciplinare in cui si colloca la ricerca; in una tesina di
tipo linguistico, per esempio, le sezioni potranno
essere: gerarchia degli argomenti, testualità, sintassi,
morfologia, lessico. In genere, come nell’esempio
appena fatto, la sequenza va dagli aspetti più
generali agli aspetti più specifici.
Modalità di citazione di singoli termini o di spezzoni di
testo
Soprattutto quando la ricerca si è svolta su molti
materiali, è bene raccogliere tutti i materiali utilizzati
in una sezione a parte (vedi Allegati), e inserire nel
testo solo singoli esempi (termini, brevi citazioni) utili a
confortare le proprie argomentazioni.
Per citare e commentare singoli termini, usare questo
sistema:
Testo aggiornato a: 20.04.2010
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mettere il termine in corsivo, seguito dall’indicazione,
tra parentesi quadre e in sigla (vedi Presentazione
dei dati), del luogo in cui lo si è trovato; per es.:
Tra i grecismi, segnaliamo neoplasia [FB 35-08, p. 5],
mesenchimale [FB 35-08, p. 7], ecc.
Il significato di un termine non sufficientemente noto
va messo – in tondo – tra virgolette semplici:
tracoma ‘malattia virale cronica della congiuntiva e
della cornea’.
Sarà sempre utile indicare, in una nota posta alla
prima occasione in cui se ne fa uso, la fonte da cui
sono state tratte le definizioni (nel caso di tracoma, la
definizione è tratta dal GRADIT).2
In generale, è opportuno moderarsi nella citazione di
ampi spezzoni dei testi esaminati e preferire il rinvio
2 Le definizioni dei tecnicismi sono tratte, salvo indicazioni diverse, dal GRADIT 2007, alla voce relativa.
Testo aggiornato a: 20.04.2010
30
all’insieme dei materiali che saranno forniti negli
Allegati (vedi):
es.:
“Nell’articolo di Anna Bianchi sulla crisi dei mercati
finanziari, notiamo il frequente ricorso a frasi nominali
[EBI 13-04, p. 11, p. 13, p. 15]”.
Quando è proprio indispensabile fare esempi, ci si può
limitare a uno o due casi significativi, citandone
eventualmente altri in nota. Gli esempi andranno
presentati in modo che si distinguano bene dal resto
del testo.
Seguite questa forma (attenzione! È diversa da
quella indicata nel modello della tesi triennale),
spaziando gli esempi rispetto al resto del testo, dando
un’interlinea inferiore (non 2 bensì 1,5) e un corpo
minore (non 14 ma 12, come nelle note); per es.:
Testo aggiornato a: 20.04.2010
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Nell’articolo di Anna Bianchi sulla crisi dei mercati
finanziari, notiamo il frequente ricorso a frasi nominali:
«Ottima tenuta del mercato giapponese dei futures» [EBI 13-04, p. 11], «In ripresa le azioni delle principali banche d’affari USA» [EBI 13-04, p. 13]3
Citazioni di saggi e altre risorse bibliografiche.
Le citazioni possono essere di due tipi:
implicite, quando si riassume un concetto espresso da
altri con parole diverse, ma si vuole – correttamente –
dar conto del fatto che si stanno usando riflessioni
altrui;
esplicite, quando si riporta parola per parola la
considerazione di uno studioso perché la si ritiene
essenziale per comprendere quanto si sta dicendo.
Nel primo caso, ci si può limitare alla citazione
all’americana, tra parentesi, nel corpo del testo.
es.
3 Altri esempi in [EBI 13-04, pp. 15, 18, 19].
Testo aggiornato a: 20.04.2010
32
Il linguaggio medico, come quello giuridico, è
particolarmente ricco di tecnicismi collaterali (Serianni
2007, p. 65).
Nel secondo, la citazione andrà messa tra virgolette e,
se particolarmente lunga, potrà essere spaziata e
differenziata dal corpo del testo, così come abbiamo
visto per le citazioni di spezzoni ampi dai materiali
esaminati:
es.:
Maurizio Dardano ha osservato che nel linguaggio
economico-finanziario «è particolarmente alta la
frequenza di metafore di movimento» (Dardano 1998,
p. 11), e questa osservazione è confermata dai dati dei
testi esaminati.
3.4. Conclusioni
Testo aggiornato a: 20.04.2010
33
Un ultimo capitolo, piuttosto breve, sarà dedicato alle
conclusioni. Le conclusioni dovranno avere un obiettivo
soprattutto pratico, cioè fornire a chi legge non tanto
un giudizio generico sui risultati del lavoro, quanto
piuttosto una riflessione sui dati, anche quantitativi,
emersi dalla ricerca.
3.5. Bibliografia
Per il formato della bibliografia, vedi quanto già detto
nel paragrafo 2.5. di questo modello.
Attenzione: nella bibliografia non vanno riportate di
nuovo le fonti utilizzate per l’analisi (già elencate e
descritte nel cap. 2 Presentazione dei dati).
3.6. Allegati
Per non appesantire il testo della tesina con citazioni
molto ampie, oppure – a maggior ragione – quando si
analizzano materiali audiovisivi o digitali, è opportuno
raccogliere tutti i materiali utilizzati in una sezione a
parte della tesina (attenzione: questi materiali non
Testo aggiornato a: 20.04.2010
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sono gli studi che ci sono serviti d’aiuto per la ricerca,
che vanno indicati nella Bibliografia). Chiameremo
questa sezione Allegati. Gli allegati potranno essere
cartacei (es. trascrizioni di testi audiovisivi,
riproduzioni di materiali a stampa, ecc.) o digitali (file
audio, file di immagini, file video, ecc.) e potranno
essere rilegati insieme alla tesina o raccolti, per
comodità, su un supporto digitale (Cd-ROM, DVD,
ecc.). In ogni caso, l’elenco degli allegati andrà
stampato all’interno della tesina, in modo che il lettore
possa sempre recuperare i materiali originali che
l’autore della tesina ha usato per la propria analisi.
Testo aggiornato a: 20.04.2010