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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA TUSCIA FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE Corso di laurea magistrale in Comunicazione pubblica, d’impresa e pubblicità Indirizzo di “Linguaggi dell’informazione e della pubblicità” oppure: Indirizzo di “Comunicazione dell’istituzione pubblica” AUTORE es. Mario Rossi Titolo della tesina es. La lingua economico-finanziaria nel “Sole 24 ore”: analisi di un corpus di testi Cattedra

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI€¦  · Web viewvedi il Modello-standard per la stesura della tesi di laurea magistrale, punto 1.1). Le differenze, non molto significative, rispetto alle

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDIDELLA TUSCIA

FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE

Corso di laurea magistrale inComunicazione pubblica, d’impresa e pubblicità

Indirizzo di“Linguaggi dell’informazione e della pubblicità”

oppure: Indirizzo di

“Comunicazione dell’istituzione pubblica”

AUTOREes. Mario Rossi

Titolo della tesinaes. La lingua economico-finanziaria nel

“Sole 24 ore”: analisi di un corpus di testi

Cattedra es. Linguaggi specialistici

Prof. Riccardo Gualdo

ANNO ACCADEMICO 2009/2010

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(Attenzione: la sessione di febbraio è l’ultima sessione dell’anno accademico precedente)

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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Modello-standard per la tesina del corso di laurea magistrale

Questo è il modello-standard da seguire per la

stesura di una tesina del corso di laurea magistrale,

cioè il file già impostato con la formattazione richiesta,

con tutte le indicazioni principali su formato, carattere,

margini, indice, bibliografia, note ecc. Puoi scaricare

sul tuo PC questo file e usarlo subito per la stesura:

puoi cioè proprio “scriverci dentro” direttamente.

Nella pagina precedente c’è il modello della

pagina di copertina / frontespizio, cioè il

modello che devi seguire per stampare la

copertina della tesina e il frontespizio, cioè la

prima pagina interna della tesina.

Anche questa pagina è già formattata secondo lo

standard da usare per la tesina, per cui puoi

inserire già qui il tuo testo.

Attenzione: sia nell’esempio della prima pagina

(copertina / frontespizio), sia nelle pagine

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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seguenti, le parti evidenziate in rosso non devono

essere riprodotte:

modello aspetto finaleAUTORE

Mario RossiTitolo della tesina

es. La lingua economico-

finanziaria nel “Sole 24 ore”: analisi di un

corpus di testi

Mario RossiLa lingua

economico-finanziaria nel “Sole 24 ore”: analisi di un

corpus di testi

Nelle pagine seguenti trovi:

1) il modello dell’indice;

2) le norme redazionali per la stesura della

tesina, cioè le regole da seguire per formattare il

testo, per le citazioni, per le note, per la

bibliografia, ecc.;

3) alcuni suggerimenti su come organizzare il

lavoro (elaborato non applicativo-

professionale).

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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Ti consigliamo di seguire con attenzione il modello

dell’indice e le norme redazionali (parti 1 e 2 di

questo modello); con indicazioni precise

scrivere la tesina sarà più rapido e più facile.

Come organizzare il lavoro (parte 3 di questo

modello) dipende invece dal tema che avrai scelto

e da quello che intendi dimostrare. I suggerimenti

che troverai nella terza parte sono solo uno dei

tanti modi possibili per mettere in ordine gli

argomenti trattati nella tesina.

Attenzione. Molte informazioni su come scrivere

le parti obbligatorie della tesina (indice,

conclusioni e bibliografia), e quasi tutte le

informazioni sulle norme redazionali,

corrispondono a quelle indicate nel Modello-

standard per la stesura della tesi di laurea

magistrale. In questi casi, troverai un rinvio

esplicito a quel modello (es.: vedi il Modello-

standard per la stesura della tesi di laurea

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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magistrale, punto 1.1). Le differenze, non molto

significative, rispetto alle indicazioni per la

stesura della tesi magistrale, sono tutte indicate

in modo esplicito (es.: Attenzione: su questo

punto le norme sono un po’ diverse da quelle

indicate per la stesura della tesi).

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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INDICE

(all’inizio, cioè a p. 2)

Distribuzione del testo: a scelta libera(capitoli lunghi, paragrafi brevi, con o senza un capitolo introduttivo ecc.)es.premessa (non obbligatoria)……………………………….p. 3capitolo (o cap.) 1…………………………………………..p. 5capitolo 2….……………………………………………….p. 19ecc.oppurecapitolo (o cap.) 1…………………………………………..p. 5

paragrafo (o par.) 1.1…………………………………p. 5

paragrafo 1.2…………….……………………………p. 9ecc.

Parti obbligatorie (tutte alla fine del testo, nell’ordine seguente):

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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Conclusioni …………..………………..…………p. xxBibliografia (in ordine alfabetico per cognome)………….p. xx

Attenzione: su questo punto le norme sono un

po’ diverse da quelle indicate per la stesura

della tesi: nella tesi, si parla di Sintesi e

conclusioni ed è obbligatorio un riassunto

(abstract) in lingua inglese.

Per ogni parte della tesina (capitoli, paragrafi,

abstract, bibliografia, indicare qui nell’indice sempre

la pagina iniziale.

1. Il modello dell’indice

L’indice deve dirci con chiarezza cosa contiene la

tesina.

Importante: bisogna fare attenzione a che i titoli dei

capitoli e dei paragrafi dell’indice siano identici a quelli

usati all’interno del testo. Come ci viene giustamente

suggerito nell’esempio della pagina precedente, è

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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obbligatorio indicare la pagina d’inizio di ogni

capitolo o paragrafo:

“per tutti i capitoli o paragrafi, indicare qui

nell’indice sempre la pagina di inizio .”

avremo pertanto:

cap. I..................................p. 15 e non cap.

I.............................pp. 15

infatti, p. sta per “pagina”, pp. sta per “pagine”; la

pagina è quella iniziale; se vogliamo, possiamo anche

indicare la pagina iniziale e quella finale di un capitolo

o di un paragrafo:

avremo allora, diversamente dall’esempio precedente:

cap. I......................pp. 15-19 e non cap.

I......................p. 15-19

questo secondo sistema è molto utile per chi vuol citare

una singola sezione della tesina e può farlo

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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semplicemente scorrendo l’indice, senza dover

sfogliare tutte le pagine del volume.

L’indice deve contenere, obbligatoriamente e

nell’ordine indicato, Conclusioni e Bibliografia.

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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2. Le norme redazionali per la stesura

L’uso del computer nella stesura della tesina e della

tesi obbliga chi scrive a rispettare alcune norme

redazionali.

Qui di seguito ti offriamo alcune indicazioni essenziali

che contribuiranno a dare al testo l’assetto grafico

suggerito per le tesine e per le tesi dei corsi di laurea

triennali e magistrali della nostra Facoltà, e comunque

simile a quello di pubblicazioni ufficiali.

2.1. Formattazione del testo

vedi il Modello-standard per la stesura della tesi

di laurea magistrale, punto 2.1

2.2. Punteggiatura e uso degli spazi

vedi il Modello-standard per la stesura della tesi

di laurea magistrale, punto 2.2

2.3. Altre norme

vedi il Modello-standard per la stesura della tesi

di laurea magistrale, punto 2.3

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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2.4. Citazioni e noteUna tesina o una tesi di laurea è un lavoro originale

solo in parte, cioè per l’analisi dei dati e le osservazioni

e conclusioni che ne ricava l’autore. Anche se

l’argomento è un fatto recentissimo (per esempio, il

terremoto in Abruzzo nella primavera del 2009), un

personaggio nuovo (per esempio un atleta o un

personaggio dello spettacolo che hanno conosciuto un

successo molto recente) o, ancora, se il tema è

estremamente specifico e circoscritto, è impossibile

che il metodo di analisi non rientri in categorie già

ampiamente dissodate da studiosi più esperti di noi.

Sarà quindi opportuno e necessario citarli: sia per

correttezza scientifica (cioè per non attribuirci meriti

che non abbiamo) sia per chiarezza nei confronti del

lettore, che deve essere informato anche sulla

provenienza delle informazioni.

Per le norme generali, vedi il Modello-standard

per la stesura della tesi di laurea magistrale,

punto 2.4.

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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2.4.1. Citazioni interne al testo

vedi il Modello-standard per la stesura della tesi

di laurea magistrale, punto 2.4.2

2.4.2. Note a piè di pagina

vedi il Modello-standard per la stesura della tesi

di laurea magistrale, punto 2.4.2

2.5. La bibliografia

La bibliografia conclude il testo della tesina.

Attenzione: su questo punto le norme sono un po’

diverse da quelle indicate per la stesura della tesi:

Per esigenze di semplicità, ti consigliamo di usare

sempre il cosiddetto modello all’americana:

autore o sigla dell’opera, data di pubblicazione,

pagine citate.

es.: Serianni 2007, p. 55

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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Questo sistema semplificato di citazione ti consente di

risparmiare spazio nel testo ed è abbastanza comodo

anche per chi legge, purché tutte le opere citate in

forma abbreviata siano riportate, per esteso, nella

bibliografia finale, come nell’esempio:

Serianni 2005 = Luca Serianni, Un treno di sintomi,

Milano, Garzanti, 2005

GRADIT 2007 = Grande dizionario della lingua italiana

dell’uso, diretto da Tullio De Mauro, 8 voll., Torino,

UTET, 2007.

Nel testo o nelle note (a seconda dei casi, vedi sopra),

si citerà così:

es. 1 – monografia: (Serianni 2005, p. 123)

es. 2 – opera di consultazione: (GRADIT 2007 s.v. tracoma) [s.v. sta per “sub voce”, cioè “alla voce”].

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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3. Suggerimenti su come organizzare il

lavoro.

Ricordiamo che la “Tesina” (che può valere fino a 8

CFU), è un elaborato originale, frutto di una ricerca di

ambito circoscritto, di non oltre 40 pp., o un

corrispondente lavoro di carattere applicativo-

professionale. In questo modello, ti suggeriamo di

suddividere il lavoro indicando, in primo luogo, quali

sono i suoi obiettivi (3.1. Obiettivi della ricerca); quindi

descrivendo i dati e le informazioni che hai utilizzato

per svolgere la ricerca (3.2. Presentazione dei dati);

poi, dedicando uno o più capitoli all’analisi e al

commento dei dati su cui la ricerca si è basata (3.3.

Analisi dei dati); infine, tracciando brevemente le

conclusioni a cui è pervenuta la ricerca (3.4.

Conclusioni). Molto importante è infine indicare tutti

gli studi e le fonti utilizzate per redigere la tesina (3.5.

Bibliografia). Alcune brevi osservazioni sono dedicate a

come presentare eventuali materiali allegati alla tesina

(3.6. Allegati).

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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3.1. Obiettivi della ricercaPrima di affrontare questo argomento, è opportuno riprendere alcune nozioni essenziali su cos’è un testo come la tesina.Come in ogni occasione di scrittura, è importantissimo tener conto del tipo di testo che stiamo scrivendo e del destinatario a cui ci stiamo rivolgendo. Che tipo di testo è la tesina? La tesina è un tipo di testo argomentativo/ informativo: argomentativo, perché ha come obiettivo sostenere la fondatezza di determinate affermazioni; informativo, perché deve – anche – far conoscere ai lettori uno o più informazioni che riguardano un evento, un oggetto o un concetto. Chi sono i destinatari della tesina?

Nella tesina, i destinatari sono almeno due: 1. il docente con cui si concorda l’argomento da trattare;2. un possibile lettore esterno, che dobbiamo sempre tenere in considerazione quando scriviamo un testo argomentativo/informativo.

Il destinatario 1 conta molto perché deve dare un giudizio sulla qualità del lavoro e decidere se merita o

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non merita gli 8 crediti previsti dal regolamento didattico. Il destinatario 2, anche se virtuale, conta forse ancora di più.Infatti, anche se non è detto che la nostra tesina sia letta da altre persone oltre che da noi e dal docente che l’ha seguita, dobbiamo pensare sempre a un lettore esterno. Il lettore esterno è un lettore che: a. ha poca o nessuna conoscenza degli argomenti che stiamo trattando, ma allo stesso tempo è interessato, per qualche motivo che non possiamo prevedere, agli argomenti che stiamo trattando;b. non è obbligato - diversamente dai destinatari 1 e 2 – a leggere il nostro testo;c. potrebbe avere opinioni diverse dalle nostre sugli eventi, sulle cose o sulle idee che formano l’argomento della nostra tesina.

Per questi motivi, il nostro testo dovrà, necessariamente:a. dare al lettore tutte le informazioni utili a farsi un’idea sufficientemente chiara di quello di cui stiamo scrivendo (funzione informativa);

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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b. coinvolgere il nostro destinatario virtuale nella lettura, e farlo arrivare fino in fondo, per fargli capire quali sono le nostre idee (funzione persuasiva);c. fare in modo che il lettore capisca che le nostre affermazioni sono fondate su dati veri e su un metodo di ricerca corretto; convincerlo che l’opinione che stiamo esprimendo, anche se non è necessariamente l’unica possibile, è degna di attenzione e di rispetto (funzione argomentativa).

Questo paragrafo introduttivo conterrà, in sintesi (al massimo 2 cartelle), gli obiettivi che lo studente si è prefissato per la ricerca. Per es.: verificare le caratteristiche del linguaggio della medicina alla luce dell’analisi di un corpus di testi tratti da riviste di divulgazione medica. Particolare attenzione è stata rivolta al lessico (tecnicismi specifici e collaterali, grado di tecnicità della terminologia usata, modalità di presentazione e di spiegazione dei tecnicismi) .

Nel capitolo dedicato agli obiettivi della ricerca, non è obbligatoria alcuna considerazione di carattere generale relativa al settore disciplinare nell’ambito del quale la ricerca si svolge (storico, linguistico, filosofico, giuridico, sociologico, ecc.).

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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Sarà invece utile rispondere subito a tre domande: cosa voglio analizzare?come lo voglio fare? perché ho scelto questo tipo di analisi e determinati modelli? In primo luogo, quindi, diremo quali aspetti o quali problemi relativi al tema trattato sono stati oggetto dell’analisi (= cosa? vedi anche oltre, il capitolo 3 dedicato all’analisi dei dati); quindi, diremo seguendo quali modelli metodologici abbiamo seguito (= come?) e infine i motivi per cui abbiamo scelto questo argomento e questi modelli operativi (= perché?).

es.: Ho scelto di concentrare l’analisi sulla lingua di alcuni foglietti illustrativi di medicinali da banco in commercio in Italia nel periodo 2006-2009. Per l’analisi dei foglietti illustrativi ho seguito il modello di Serianni 2008 e di Serianni 2005, pp. XX-XX (vedi Bibliografia), che costituisce lo studio più aggiornato e completo su questo argomento; la scelta di questo tema è motivata da un mio specifico interesse alla semplificazione del linguaggio medico nei testi rivolti al pubblico.

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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3.2. Presentazione dei dati

Un requisito essenziale di ogni ricerca scientifica è la

definizione precisa dei dati presi in esame. Anche nelle

scienze umane è obbligatorio per un ricercatore onesto

e scrupoloso dire su quali dati si è basato per arrivare

a determinate conclusioni e quali fonti ha utilizzato

come materiali di partenza per la propria ricerca.

Questo capitolo è essenziale per due motivi:

a. per consentire a chi legge di attingere alle

stesse fonti usate da chi ha scritto la tesina;

b. per consentire un semplice e chiaro

ritrovamento dei concetti, dei dati o anche

delle parole o frasi citate – come esempi –

dall’insieme dei materiali analizzati.

La presentazione dei dati si compone di due parti:

1) l’elenco completo dei materiali utilizzati;

2) la descrizione dettagliata dei materiali utilizzati.

Se l’insieme dei dati su cui la ricerca è basata è

costituito da molti materiali (es. documenti d’archivio,

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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articoli di quotidiani o riviste, referti, articoli di legge,

ecc.) sarà bene regolarsi così:

1. Elenco completo dei materiali utilizzati

es. 1

[S 4/1 gen-mar-08 ] = “Salute”, annata 4, numero 1, gennaio-

marzo 2008 [periodicità semestrale]

[FB 35-08] = “Forma e Benessere”, annata 35, 2008 [periodicità

annuale]

es. 2

[RX torace 1] = radiografia del torace eseguita il 25 marzo 2008

[RX torace 2] = radiografia del torace eseguita il 12 maggio

2008

[TAC addome 3] = tomografia assiale computerizzata

dell’addome eseguita il…

N.B. l’elenco dei materiali, specie se ampio, potrà essere

stampato in corpo più piccolo rispetto a quello del testo della

tesina, per es. in corpo 12 (quello usato in questi esempi) e

andrà comunque corredato di una nota a piè di pagina in cui si

sciolgono, di seguito e una volta per tutte, tutte le sigle

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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utilizzate, e si indica con precisione l’arco temporale interessato

dalla ricerca. Es. di nota1

Ogni riga dell’elenco si compone quindi di due parti: fonte in

forma abbreviata: [tra parentesi quadre, con indicazioni

essenziali per il riconoscimento: una sigla trasparente, per es.

CdS per Corriere della Sera, una data (se utile), qualche

informazione sintetica sui contenuti] = scioglimento

dell’abbreviazione: senza parentesi, si danno in forma esplicita

tutte le informazioni utili per consentire a chi legge di accedere

agli stessi dati usati dall’autore nel proprio lavoro.

Se i materiali sono, per es., più testi tratti da una sola

rivista o da un solo quotidiano, oppure se si tratta di

parti di un singolo testo (es. un manuale universitario,

ecc.) sarà bene regolarsi così:

es. 1

Oggetto della nostra analisi sono 30 articoli tratti dalla rivista

annuale “Economia e Business d’Impresa” (d’ora in poi in sigla

1 Sciogliamo di seguito le sigle delle riviste spogliate per questa ricerca: S = “Salute” (6 numeri, dal gennaio 2006 al settembre 2008); FB = “Forma e Benessere” (dal n. 32 del 2005 al n. 35 del 2008).

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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EBI), dal fascicolo 13 del 2004 al fascicolo 17 del 2008. Diamo

qui di seguito l’elenco completo degli articoli analizzati:

[EBI 13-04] = Anna Bianchi, Il mercato dei derivati, p. 11

[EBI 15-06] = Carla Neri, Come funziona l’impresa, pp. 24-26

es. 2

Oggetto della nostra analisi sono 3 capitoli del volume di Paolo

Esposito, Dermatologia clinica, Roma, Istituto Superiore di

Dermatologia, 2005 (d’ora in poi in sigla Esposito 2005). Per

comodità, elenchiamo qui di seguito le pareti di testo analizzate

[Esposito 2005, I] = Paolo Esposito, Dermatologia clinica, cap. I,

pp. 3-75

[Esposito 2005, II] = Paolo Esposito, Dermatologia clinica, cap.

II, pp. 77-152

N.B. quando nei capitoli della tesina si citerà uno dei

materiali usati come fonti della ricerca, nella parte tra

parentesi quadre andranno indicate solo la pagina o le

pagine da cui è tratto l’esempio; nell’elenco

dettagliato, invece, si indicano tutte le pagine del

capitolo o dell’articolo effettivamente spogliate.

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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2. Descrizione dettagliata dei materiali utilizzati.

In questa sezione sarà utile presentare, in modo breve,

ma dando tutte le informazioni utili, i testi o il testo

oggetto della ricerca.

Riviste di divulgazione o quotidiani.

Delle riviste occorre dare il titolo completo della

testata, la periodicità, la data d’inizio della

pubblicazione, l’editore, il nome del direttore

responsabile, il pubblico a cui si rivolge e – se possibile

– la tiratura media; inoltre, sarà utile fornire tutte le

informazioni che possono servire a capire qual è il

taglio della pubblicazione e cosa contiene un numero

“tipo”. Il tutto, in poche frasi:

Es. “Forma e Benessere. Consigli per la salute del

corpo” è una rivista trimestrale che ha iniziato le

pubblicazioni nel 1998; a pubblicarla è l’editore

Mondadori di Milano; direttore responsabile è

attualmente Mario Bianchi. La rivista si rivolge al largo

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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pubblico e ha una tiratura media di 25.000 copie. Un

numero tipo consta di circa 100 pagine (pubblicità e

fotografie comprese) e contiene articoli di giornalisti

specializzati, di medici specialisti (raccolti in rubriche

fisse dedicate a…), interviste, sondaggi, spazi riservati

alla posta dei lettori, ecc.

Quando si è preso in esame un quotidiano di larga

notorietà (Il sole 24 ore, Repubblica, Corriere della

sera, ecc.) non ha ovviamente senso farne una “storia”,

o dare informazioni sul direttore, sulla tiratura media e

simili. Sarà invece utile dire con precisione quali

sezioni del quotidiano sono state scelte per la ricerca e

perché, magari dicendo se si è scelta una sezione fissa

del giornale (es. le pagine / l’inserto di Economia e

finanza del Corriere della sera, ecc.) e se,

all’argomento analizzato, il giornale dedicava anche

altri approfondimenti, motivando la selezione operata.

Manuali universitari e simili; disposizioni normative.

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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Anche in questi casi sarà utile dare a chi legge un po’

di notizie per fargli capire di cosa tratta il testo

analizzato. Se è un manuale universitario, andrà detto

chi è l’autore (in genere si trovano queste informazioni

nella quarta di copertina), che grado di notorietà ha

nell’ambiente accademico (es. si tratta di un testo

adottato nella nostra facoltà, dalla cattedra di…, o,

anche, in altre facoltà italiane [citando solo le più

importanti]). Se si tratta di una singola legge o di una

singola sentenza, bisognerà dire – in sintesi! - in che

contesto la legge è stata emanata o la sentenza

emessa, qual era la situazione precedente, che iter ha

avuto la stesura della legge (più letture, verifica di

costituzionalità, ecc.), se ci sono state reazioni

politiche importanti.

Referti medici, foglietti illustrativi, verbali.

Nel caso di documenti protetti da una certa

riservatezza, come i referti diagnostici o i verbali, si

potranno omettere dati personali, anche relativi agli

Testo aggiornato a: 20.04.2010

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autori del referto o del verbale (basterà dire, per es.,

“analisi condotta in un laboratorio di Viterbo”); sarà

invece utile fornire le coordinate temporali (data,

eventuale ripetizione dell’analisi, ecc.) e gli elementi

essenziali che aiutino a capire le circostanze (es. se il

paziente ha una particolare patologia, se il verbale è

stato fatto contestualmente, e simili). Per i foglietti

illustrativi, basterà indicare: la data e se si tratta di un

aggiornamento rispetto ad altre versioni precedenti; la

casa produttrice, le caratteristiche del farmaco, la sua

diffusione nazionale o internazionale.

N.B. se i materiali utilizzati per la ricerca sono

raccolti a parte, nella sezione Allegati (vedi), sarà

comunque opportuno segnalarlo, all’inizio della

descrizione, direttamente nel testo o in una nota

a piè di pagina.

3.3. Analisi dei dati

L’analisi dei dati andrà distinta per sezioni, diverse a

seconda della tipologia di materiali esaminati. Le

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motivazioni della strutturazione e della gerarchia

dell’analisi devono essere state già fornite nel capitolo

1 (vedi Obiettivi della ricerca), quindi è inutile

ripeterle. Le sezioni potranno essere di vario tipo, a

seconda delle metodologie usate nel settore scientifico-

disciplinare in cui si colloca la ricerca; in una tesina di

tipo linguistico, per esempio, le sezioni potranno

essere: gerarchia degli argomenti, testualità, sintassi,

morfologia, lessico. In genere, come nell’esempio

appena fatto, la sequenza va dagli aspetti più

generali agli aspetti più specifici.

Modalità di citazione di singoli termini o di spezzoni di

testo

Soprattutto quando la ricerca si è svolta su molti

materiali, è bene raccogliere tutti i materiali utilizzati

in una sezione a parte (vedi Allegati), e inserire nel

testo solo singoli esempi (termini, brevi citazioni) utili a

confortare le proprie argomentazioni.

Per citare e commentare singoli termini, usare questo

sistema:

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mettere il termine in corsivo, seguito dall’indicazione,

tra parentesi quadre e in sigla (vedi Presentazione

dei dati), del luogo in cui lo si è trovato; per es.:

Tra i grecismi, segnaliamo neoplasia [FB 35-08, p. 5],

mesenchimale [FB 35-08, p. 7], ecc.

Il significato di un termine non sufficientemente noto

va messo – in tondo – tra virgolette semplici:

tracoma ‘malattia virale cronica della congiuntiva e

della cornea’.

Sarà sempre utile indicare, in una nota posta alla

prima occasione in cui se ne fa uso, la fonte da cui

sono state tratte le definizioni (nel caso di tracoma, la

definizione è tratta dal GRADIT).2

In generale, è opportuno moderarsi nella citazione di

ampi spezzoni dei testi esaminati e preferire il rinvio

2 Le definizioni dei tecnicismi sono tratte, salvo indicazioni diverse, dal GRADIT 2007, alla voce relativa.

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all’insieme dei materiali che saranno forniti negli

Allegati (vedi):

es.:

“Nell’articolo di Anna Bianchi sulla crisi dei mercati

finanziari, notiamo il frequente ricorso a frasi nominali

[EBI 13-04, p. 11, p. 13, p. 15]”.

Quando è proprio indispensabile fare esempi, ci si può

limitare a uno o due casi significativi, citandone

eventualmente altri in nota. Gli esempi andranno

presentati in modo che si distinguano bene dal resto

del testo.

Seguite questa forma (attenzione! È diversa da

quella indicata nel modello della tesi triennale),

spaziando gli esempi rispetto al resto del testo, dando

un’interlinea inferiore (non 2 bensì 1,5) e un corpo

minore (non 14 ma 12, come nelle note); per es.:

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Nell’articolo di Anna Bianchi sulla crisi dei mercati

finanziari, notiamo il frequente ricorso a frasi nominali:

«Ottima tenuta del mercato giapponese dei futures» [EBI 13-04, p. 11], «In ripresa le azioni delle principali banche d’affari USA» [EBI 13-04, p. 13]3

Citazioni di saggi e altre risorse bibliografiche.

Le citazioni possono essere di due tipi:

implicite, quando si riassume un concetto espresso da

altri con parole diverse, ma si vuole – correttamente –

dar conto del fatto che si stanno usando riflessioni

altrui;

esplicite, quando si riporta parola per parola la

considerazione di uno studioso perché la si ritiene

essenziale per comprendere quanto si sta dicendo.

Nel primo caso, ci si può limitare alla citazione

all’americana, tra parentesi, nel corpo del testo.

es.

3 Altri esempi in [EBI 13-04, pp. 15, 18, 19].

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Il linguaggio medico, come quello giuridico, è

particolarmente ricco di tecnicismi collaterali (Serianni

2007, p. 65).

Nel secondo, la citazione andrà messa tra virgolette e,

se particolarmente lunga, potrà essere spaziata e

differenziata dal corpo del testo, così come abbiamo

visto per le citazioni di spezzoni ampi dai materiali

esaminati:

es.:

Maurizio Dardano ha osservato che nel linguaggio

economico-finanziario «è particolarmente alta la

frequenza di metafore di movimento» (Dardano 1998,

p. 11), e questa osservazione è confermata dai dati dei

testi esaminati.

3.4. Conclusioni

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Un ultimo capitolo, piuttosto breve, sarà dedicato alle

conclusioni. Le conclusioni dovranno avere un obiettivo

soprattutto pratico, cioè fornire a chi legge non tanto

un giudizio generico sui risultati del lavoro, quanto

piuttosto una riflessione sui dati, anche quantitativi,

emersi dalla ricerca.

3.5. Bibliografia

Per il formato della bibliografia, vedi quanto già detto

nel paragrafo 2.5. di questo modello.

Attenzione: nella bibliografia non vanno riportate di

nuovo le fonti utilizzate per l’analisi (già elencate e

descritte nel cap. 2 Presentazione dei dati).

3.6. Allegati

Per non appesantire il testo della tesina con citazioni

molto ampie, oppure – a maggior ragione – quando si

analizzano materiali audiovisivi o digitali, è opportuno

raccogliere tutti i materiali utilizzati in una sezione a

parte della tesina (attenzione: questi materiali non

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sono gli studi che ci sono serviti d’aiuto per la ricerca,

che vanno indicati nella Bibliografia). Chiameremo

questa sezione Allegati. Gli allegati potranno essere

cartacei (es. trascrizioni di testi audiovisivi,

riproduzioni di materiali a stampa, ecc.) o digitali (file

audio, file di immagini, file video, ecc.) e potranno

essere rilegati insieme alla tesina o raccolti, per

comodità, su un supporto digitale (Cd-ROM, DVD,

ecc.). In ogni caso, l’elenco degli allegati andrà

stampato all’interno della tesina, in modo che il lettore

possa sempre recuperare i materiali originali che

l’autore della tesina ha usato per la propria analisi.

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