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DENTRO AI CLUB
La Dinamo va oltre Sassari Il club che abbraccia un'isola
Universo Dinamo L'isola dei canestri
varca i confini • Grazie al presidente Sardara, una realtà che ha conquistato la Sardegna, ora nota anche in Qatar Massimo Oriani
Chiudere gli occhi e sognare, sulle note di «Urlando sopra il cielo» di Ligabue.
Il PalaSerradimigni che abbraccia i suoi eroi. Supercoppa, Coppa Italia, tricolore. E' Sassari, è la Dinamo, è Stefano Sardara, Meo e Brian Sacchetti, Jerome Dyson, Capitan Devecchi. E' la Sardegna dei canestri. E' un miracolo, anzi no. E' il frutto, colto al momento giusto, di un progetto fatto di lungimiranza, l'apoteosi di un'operazione non affidata esclusivamente all'entusiasmo, alla voglia di vincere e magari poi sparire perché fai il passo più lungo della gamba. Sono passati 3 anni da quel magico 2015. Ma ancora oggi il basket nell'isola dei sogni è la Dinamo.
Che non vuol dire solo Sassari, ma anche Cagliari. Mai ristretta entro i confini geografici, ma capace di espandersi a macchia d'olio, di oltrepassare mari e monti per raggiungere angoli di mondo dove il marchio Dinamo è ormai una realtà. CULLA «La Dinamo nasce nella culla dei nuovi tempi - attacca
^ IL PROGETTO Dinamo vuol dire anche Cagliari, con la prima squadra satellite in A-2
Sardara: «Nasciamo nella culla dei nuovi tempi pensando alle generazioni future»
il presidente Sardara, l'uomo attorno a cui l'universo Dinamo ruota - per le esigenze di una nuova generazione. Non esistono più i presidenti-proprietari, i magnati, ma un sistema a tutto tondo. Da società sportiva ad azienda, quindi. In Sardegna non abbiamo un Abramovich. Certo, la strada è più lunga e faticosa, ma stabile. Diciamo che dei tre porcellini noi siamo quello che ha fatto la casa in calcestruzzo». Il vento spira, ma le fondamenta della Dinamo sono solide. «Poco a poco, senza sbalzi, con un budget che non varia da
SERIE A
un anno all'altro del 20%, in più o in meno, ma sale stabilmente del 6-7%» aggiunge Sardara. La cui bravura è stata pure quella di coinvolgere la Sardegna a tutti i livelli. «Dalle istituzioni agli sponsor e alle aziende - spiega - e soprattutto ai tifosi, attorno a cui il progetto cresce. Gente che investe per passione ma che vuole che i conti tornino, serve anche un ritorno economico, o poi si presentano al consiglio d'amministrazione e gli viene detto d'investire altrove».
TERRITORIO II rapporto Dinamo-territorio è costante e diretto. I giocatori fanno apparizioni su apparizioni per promuovere il brand. «Incontriamo gli
sponsor due volte l'anno - prosegue Sardara - e valutiamo il livello di popolarità del loro marchio tramite sondaggi esternaliz-zati. I risultati sono ottimi. La Regione Sardegna (che dà un contributo tangibile, ndr.) ci misura costante
mente come si fa con gli ipertesi, ma è logico che sia così». La bellezza di 104 sponsor, di tutte le misure. Ma l'universo Dinamo non si ferma alla prima squadra. «Controlliamo circa 1200 giovani - dice Sardara -Due anni fa con Cagliari abbiamo vinto lo scudetto Under 18 con una squadra fatta esclusivamente di giocatori sardi, cosa
che ci ha reso molto orgogliosi. Il progetto della squadra satellite a Cagliari ci ha visto precursori di un progetto che ora verrà adottato da tutta la Serie A. Un modello per crescere ragazzi che hanno modo di giocare 30' a partita e fare esperienza. L'esempio lampante è quello di Lorenzo Bucarelli, che, chiusa la stagione con Cagliari, ha debuttato in A ad Avellino. E poi il merchandising, gli store, le clu-bhouse. Rappresentano il successo della nostra testardaggi
ne». All'aeroporto di Alghero una delle prime cose che noti è proprio il negozio della Dinamo. Idem in città a Cagliari e Sassari. «Per noi sono importanti non solo per i ricavi - aggiunge Sardara - Le clubhouse sono un punto di ritrovo, di aggregazione, che cementano il senso d'appartenenza». Un occhio va anche al sociale. Ci sono la squadra di basket in carrozzina e la Fondazione Dinamo. «Ca semus prus de unu giogu, ovvero siamo più di un gioco -dice Stefano -, è il nostro motto. La Fondazione si nota poco, non fa pubblicità, ma è vicina a realtà particolari, dove c'è sofferenza, con progetti mirati».
A IL NUMERO
104 Gli sponsor della Dinamo: dal main, Banco di Sardegna, a moltissimi altri di ogni genere
DOMANI II futuro dove porta? «Il prossimo passo è continuare il cammino con la rimodulazione del progetto sino al 2020 -conclude Sardara - L'internazionalizzazione del brand è uno dei focus. In questo senso si deve leggere la trasferta in Qatar in febbraio. E poi il consolidamento in una Serie A sempre più competitiva, con gerarchie che si stanno assestando e realtà che anni fa non c'erano. Puntiamo a un fatturato con più margine ma il risultato sportivo resta il primo obiettivo, anche se non l'unico».
COSTOLA Cagliari è la costola di Sassari. Storicamente nemici, rivale da secoli, più precisamente dal 1195, quando Torres subì un attacco dai calaritani.
Ma ciò che il passato ha diviso, il basket ha riunito. Oggi sono parecchi i cagliaritani che tifano Dinamo. Grazie anche alla affiliazione con la Cagliari Dinamo Academy, il suddetto progetto di sinergia col Banco di Sardegna. Negli ultimi anni la fame di basket è cresciuta in maniera esponenziale in tutta l'isola, anche grazie alle imprese della Dinamo, con un notevole aumento di aspiranti cestisti. Da lì l'idea di riportare il capoluogo sardo ai vertici del basket nazionale. Un logo che riprende una palla da basket con i caratteristici colori rossoblu, ornata da due rami di alloro, simbolo dell'Academy. Al centro, sopra il nome della società, campeggia come simbolo distintivo l'immagine stilizzata di un fenicottero rosa, «sa genti arrubia», il popolo rosso, animale che è possibile ammirare alle porte della città, nello stagno del Molentargius.
REALTÀ «Il basket in Sardegna è una realtà nuova - spiega Luca Rossini, team manager di Cagliari - che si inserisce su due società di grande tradizione, l'Esperia e l'Olimpia ma con
una struttura che di fatto parte da zero. Abbiamo cercato di ripescare gli appassionati storici, quelli che seguivano le imprese del Brill, allargando il bacino ai bambini, alle scuole. Resta il buco dell'età di mezzo, quella cresciuta senza il
basket in città ad alto livello. Una città che resta calciofila». Un'isola che ha sete di basket, un bacino a cui attingere. «Per ora è abbastanza duopolistico -dice Rossini - Ci sono Sassari e Cagliari, nel mezzo solo qualche nicchia, il resto è poco. Ma in città si vede gente giocare nei campetti del Poetto, Esperia, al palazzo. E' stata brava la Dinamo a diventare la squadra della regione». Dinamo che è nata nel Campetto della storica scuola di San Giuseppe, nel cuore
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della città, dalla passione di un O AQC/VRT gruppo di studenti del Liceo w n w w l l i u Azuni, istituto cittadino. E che ora porta nel mondo il suo marchio e quello di un'intera isola. L'isola dei canestri.
NATA NEL 1960 IMPIANTO PALASERRADIMIGNI % ABBONATI 85% DELLA CAPIENZA PROMOZIONE IN A 2011
LA STORIA
DINAMO
La Dinamo Sassari nasce dalla fortunata idea avuta da dieci giovani ragazzi sassaresi, progetto poi decollato grazie all'avvocato Dino Milia, l'uomo che trasformò la Dinamo in
società professionistica e regalò a Sassari la A-2, e a Luciano Mele, il presidente della promozione in A. Dal 2011 è Stefano Sardara il deus ex machina.
TITOLI Due Coppa Italia (2014,2015), uno scudetto (2015), una Supercoppa italiana (2014).
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SERIE A
1 La festa scudetto 2015 in piazza Italia 2 La clubhouse davanti al PalaSerradimigni 3 II «terzo tempo» con Venezia al termine della partita alla Clubhouse 4 II Dinamo Store di Cagliari ultimo arrivato dopo i due di Sassari e dell'aeroporto di Alghero 5 II presidente Stefano Sardara e Federico Pasquini con i vertici del club Al Wakrah, che ha ospitato il Banco a Doha (Qatar) in febbraio 6 Sardara con Devecchi che firma il rinnovo sino al 2023
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