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7/29/2019 UNO STUDIO SUL “ TRINOMIO ”parte I°: l'importanza delle parole
http://slidepdf.com/reader/full/uno-studio-sul-trinomio-parte-i-limportanza-delle-parole 1/5
UUNNOO SST T UUDDIIOO SSUULL ““ T T RRIINNOOMMIIOO ””
ppaarrttee II°°:: ll''iimmppoorrttaannzzaa ddeellllee ppaarroollee
Nel corso della mia vita iniziatica, ho letto moltissimi, innumerevoli interventi -anche illustri e non solo italiani - circa le origini, il significato ed i contenuti simbolici,
filosofici e pratici del classico Trinomio massonico, identificato ormai da tempo anchea livello internazionale nell'unione delle tre parole
LLIIBBEERRT T AA'' –– UUGGUUAAGGLLIIAANNZZAA –– FFRRAAT T EELLLLAANNZZAA Oggi, desidero offrire un contributo che origina da studi, approfondimenti ed
“applicazioni” in buona parte elaborati già da lungo tempo nella mia Gran Loggia diorigine: la Gran Loggia Nazionale Italiana della Comunione di Piazza del Gesù .
Chiarisco subito che non si tratta della ripetizione di cose già dette o scritte, ma delloro ampliamento concettuale corredato per la più parte da nuove considerazioni.
Credo, in primo luogo, che per affrontare questo tema – affatto banale e troppo
spesso dato per scontato nelle sue spiegazioni più prossime, ma anche più “comode” – occorra intendersi sul significato di certe parole e – soprattutto – sul loro correttoutilizzo, specie in correlazione con altri termini.
E E q q u u i i t t à à : – da aequitate, che a sua volta deriva da eguale . Riconduce al concetto di“ giustizia esercitata con senso etico ” ; in senso esteso, sta per imparzialità . Così che
equo sta per giusto , imparziale .F F r r a a t t e e l l l l o o : da frater – pl. figli degli stessi genitori - ; anche membro di una soc.
umanitaria; nel linguaggio religioso, converso. Il termine c i conduce a fraternità
(affetto tra fratelli , amicizia profonda , solidarietà ). Dobbiamo però scavare sufrater nel suo significato di frate/fratello : questa parola ha l'etimo nella parolaindoeuropea bhatar (dal sanscrito bhràta ) con il senso di sostenitore (la radice bhar èpresente anche nel sanscrito bhartr - marito, cioè colui che sostiene e protegge labharya – moglie; a sua volta, colei che è sostenuta e protetta dal marito). In greco lavoce phràter designava un membro della stessa famiglia (o phatrìa - tribù in linea
paterna); per indicare la figura del “fratello” i greci utilizzavano invece il termineadelphòs (co-uterino) con riferimento alla linea materna, probabile retaggio di unpregresso ordinamento matriarcale della famiglia. L'italiano fratello è quindi unaforma lessicale di minore intensità, certamente più determinata e quindi circoscritta,
di cui – nel parlare corrente – non abbiamo piena consapevolezza, visto che per lo più siha una conoscenza parziale delle origini.
F F r r a a t t e e r r n n i i z z z z a a r r e e : da fraterno - a sua volta dal latino fraternum -frater – (sta perstringere rapporti fraterni, fare amicizia, condividere ideali ); in ogni caso, la radicecomune è sempre frater - fratello.
F F r r a a t t e e l l l l a a n n z z a a : da frater – fratello, sta per rapporto affettivo tra fratelli ; in sensoesteso amicizia fraterna , società (generalmente) con fini umanitari .
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L L i i b b e e r r t t à à : è forse il termine più importante di questa brevissima serie. Per ogni essereumano assume significati e spessori diversi, soprattutto con riguardo al livelloculturale personale, al gruppo etnico ed al livello sociale di appartenenza nello stesso,alla propria posizione nella società, alla propria sensibilità sociale e religiosa, agli
influssi che si possono percepire e recepire dal mondo esterno, al modo in cui ilproprio processo mentale elabora, valuta e forma pensieri. In ogni caso un pesodeterminante lo riveste il “luogo” (ossia, la “terra”, il “paese”, la “nazione”), dove le
persone vivono. “Libertà” é quindi una parola che ha fondamenta idealistiche,
filosofiche e pratiche; queste ultime maggiormente racchiuse nelle forme diistruzione e nella progressiva erudizione: quindi non appartengono alla più diffusa“tradizione” popolare. Cioè, è un termine il cui significato intrinseco – che con ilpassare dei secoli si è gradualmente colmato di molteplici chiavi di lettura, disignificati e valori, specie sotto la spinta del pensiero di filosofi e letterati, nonché a
seguito delle pulsioni sempre più forti di consistenti strati di popolazione – presupponel'originaria presa di coscienza di una condizione: quelle di essere “libero” ovvero di
“anelare fortemente” all'esserlo. Una condizione, quella di essere libero , che -dapprima individuale e via via patrimonio di gruppi e strati sociali sempre più numerosie qualificati, e, nel mondo contemporaneo, vero patrimonio di ampie collettività – caratterizza la possibilità per un individuo – come recitano le raccolte di lemmi: anchese io preferisco il termine persona a quello di individuo - di pensare e quindi parlare e
agire senza costrizioni, utilizzando e manifestando la propria volontà di esprimere econfrontare idee anche ponendole in atto attraverso delle azioni: a loro volta frutto di
elaborazioni concettuali. Queste azioni , a loro volta, sono il frutto di una scelta senzacostrizioni – e quindi “libera” - tanto nelle finalità che nella scelta degli strumenti chealtrettanto liberamente si ritiene per ciò utilmente utilizzabili.Il primo scritto che in Italia testimoni la trattazione del concetto di “ libertà ” è del
1200, mentre per lo studioso Noah Kramer (“I Sumeri ”, Newton Compton ed., 1997) già i Sumeri esprimevano attraverso la scrittura cuneiforme un significato simile,attraverso il simbolo ama-gi (esprimeva il “ritorno alla madre ”, concetto adattabile per
estensione a quello di “ritornare nello stato di libertà ”; a mio avviso, tanto che lo sivaluti come “ritorno al grembo materno ” che come “ritorno alla madre terra ”: il che è
coerente con la concezione dell'epoca ed il profondo rispetto per la terra“ generatrice e matrice ” di vita).
“Libertà” (nella forma più moderna, riferita al latino libertas-libertatis ) é quindi lacondizione di chi – essendo, appunto, in uno stato di “libertà ” (indipendenza, assenza di
vincoli, autonomia) corrispondente ad una situazione di non-costrizione e quindi diprofonda emancipazione - può pensare, decidere, agire, esprimersi e disporre di sé
senza costrizione, limitazione o controllo (salvo l'ovvio obbligo di rispettare le leggivigenti nella Nazione di cui questi sia cittadino, ovvero – per estensione – le Leggiauree della Natura e della Vita).
Tale condizione coincide quindi con la consapevolezza–coscienza dei singoli soggetti dipotersi liberamente esprimere, di pensare e agire in piena autonomia e senza subire
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invadenti influenze o costrizioni. L'attivazione del circuito pensiero-parola-dialogo-confronto, si traduce nella possibilità di poter mettere in atto delle “attività ”, delle
“azioni ”, esercitando la “libera scelta ” nel prefiggersi delle finalità come pure nella
scelta negli “strumenti” che si possano ritenere idonei per perseguirle.
Essere liberi non può essere però interpretato come un diritto assoluto, di fronte alquale tutto passa in secondo piano; ciò specie se in nome della “nostra ” libertà
pretendiamo di imporre agli altri le nostre idee, le nostre convinzioni,: anche conforme energiche quando non autoritarie e persino violente.Attenzione, lettori: sto trattando questo concetto dal punto di vista dellaquotidianità, piuttosto che non da quello di una “libertà da conquistare ” vista in
assoluto, quale obiettivo-azione-valore da perseguire per scrollarsi di dosso tirannie,soprusi, arbitrii e violenze.Recentemente, un giovane scrittore italiano – Fabio Volo - ha dato una propria
interpretazione della “libertà” indicando che “Forse la libertà non è nemmeno poter fare senza limiti ciò che si vuole, ma piuttosto saperseli dare. Non essere schiavi delle
passioni, dei desideri. Essere padroni di se stessi ”. Prescindendo in questa sede da altre valutazioni – solo “accarezzarle” tutte,
porterebbe ad uno scritto smisurato, e quindi qui francamente eccessivo -, e perrestringere il campo delle possibili definizioni di “libero”, posso avviarmi alla
conclusione di questa voce dicendo che “è libero ” chi possa agire senza costrizioni e
possa quindi “decidere ” e “scegliere ” in modo intelligente, razionalmente ma anchepremiando le proprie passioni (in modo non lesivo per gli altri, quindi, e in modo che
scelta e decisione dell'azione abbiano un obiettivo conosciuto di cui si abbia la piena eanche intima consapevolezza : un fine quindi definito , peraltro originato in pienaautonomia . Ricordiamo che ogni stimolo che ci perviene dall'esterno e che può indurcia valutazioni e scelte, in verità limita – ed a volte addirittura condiziona - la nostra“libertà” piuttosto che non agevolarla. Libertà, quindi: condizione e consapevole tipicità specifica dell'essere umano, tale dacontribuire alla sua realizzazione complessiva facendolo assurgere a “persona”, cioè a
soggetto nella piena e consapevole titolarità di doveri e diritti. Una persona in grado,quindi, di auto-progettare e così esercitare le scelte che lo condurranno alla
realizzazione di sé , fuori dai recinti angusti dell'assoggettamento ad assetti chiusi epre-costituiti, praticanti forme di illiberalità quando addirittura non esercitanti la“coercizione del libero pensiero ”. Non possiamo ignorare l'esistenza di tutta una filosofia e di una dialettica nate sualcuni non trascurabili temi. Ad esempio: l'essere umano “nasce“ realmente libero? E
rimane tale? Oppure questa condizione (inconscia, alla nascita; ma di cui si può
acquisire coscienza e consapevolezza solo “dopo”, con la crescita) è strettamente
correlata e quindi vincolata e dipendente anche dall'ambito geografico, dall'ambientesociale, dalla condizione culturale del “luogo” in cui si nasce? La libertà è o no come un
ottimo vino in una bottiglia, sigillata, e che quindi va “stappata”, tirata fuori con la
giusta energia e con la corretta consapevolezza di “cosa farne” e del giusto modo con
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cui “gustarla”? Nascere e “vivere” da persone libere, ci sottrae a priori daicondizionamenti anche sottili che la società – ossia: tutto ciò che ci circonda – cipropone costantemente (e provocatoriamente) o ciò avviene solo in misuratrascurabile? E tanto altro, ancora.
Quesiti profondi ed anche antichi che affacciano su panorami vastissimi: rispostesemplici ce ne possono essere, ma non esauriscono certo la concatenazione degliinterrogativi.Quesiti, pur se su piani diversi, sono e saranno sempre influenzati – ad esempio - dallevisioni sociali, religiose, filosofiche, storiche tanto di chi possa tentare di esplorarliper offrirne delle interpretazioni che del contesto in cui essi abbiano a manifestarsi.Penso che la “libertà di poter pensare ” dalla quale origina la “libertà nel formulare il
proprio pensiero ”, sia il necessario preludio alla “elaborazione e manifestazione del
proprio (libero) pensiero “ attraverso azioni improntate al “fare ” ed all'importanza
della “consapevolezza di esistere ” e quindi della crescente “coscienza di sé ”. E' quindi attraverso costrutti culturali, sociali ed operativi che si é giuntiall'affermazione di concetti ed espressioni “liberi ” da vincoli e costrizioni ma nel
contempo rispettosi anche degli altrui ambiti di “manifesta libertà ”: questo processo
si è sviluppato nel tempo e non può dirsi concluso, dal momento che vincoli e frenivengono frapposti di continuo sul cammino di esseri umani da altri uomini, sovente conmotivazioni accattivanti e caramellose, psicologicamente e formalmente utili a
dissimulare ambizioni, sete di potere, sfrenati interessi e – in estrema sintesi – verae propria inimicizia verso il prossimo.
S S i i m m i i l l a a r r e e : (sign.: che appartiene alla medesima specie , affine ), è un aggettivo cheorigina da simile .
S S ì ì m m i i l l e e : (sign.: analogo o affine nell'aspetto o nei caratteri), può essere sia sostantivoche aggettivo, tanto maschile che femminile. L'analogia può originare dallacomparazione finalizzata a definire, con riferimenti appropriati, il livello o il grado diuna determinata qualità: ciò giova a meglio chiarire in forma logica – comunque, anchefantastica – un determinato concetto. Qualora l'analogia tenda a ripetersi nel tempo,questa assume valenza di ripetizione . Nell'uso del termine, l'idea di analogia siaccentua fino ad indicare la comune appartenenza ad un ambito e, più specificamente,
alla stessa specie umana. Frequentemente, il termine indica un vincolo di fratellanza ,specie nelle espressioni mistico-religiose ovverosia ad elevato contenuto spirituale (ades.: l'amore per i propri simili ). Come e simili o et similia , nella fase conclusiva di unelenco di una enumerazione, sta quale indicazione di un pur generico rapporto diaffinità .
S S o o m m i i g g l l i i a a n n t t e e : (participio pr. del verbo somigliare ) che presenta analogia d'aspetto ,
analogo ; come sostantivo masch. ha anche il significato di (la) stessa cosa .
S S o o m m i i g g l l i i a a n n z z a a : analogia di aspetto per lo più esteriore , ma anche di qualità o dicarattere . Oltre che come sostantivo è diffuso l'uso anche loc. avv.le: in questo caso
sta ad indicare la conformità ad un modello ovverosia ad un preciso termine di
paragone (ad es.: Dio creò l'uomo a sua immagine e somiglianza ).
7/29/2019 UNO STUDIO SUL “ TRINOMIO ”parte I°: l'importanza delle parole
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S S o o m m i i g g l l i i a a r r e e :: (verbo sia transitivo che intransitivo) richiama una affinità o unaanalogia con un aspetto – o con una determinata caratteristica - di una persona o diuna cosa. Anche utilizzato per indicare un valore , una qualità reciproca . Dal latinosimiliara , dal classico similis .
U U g g u u a a g g l l i i a a n n z z a a : (sign. generico: identità , parità ) deriva dal verbo uguagliar e (come verbotransitivo: rendere uguale , divenire pari. Come verbo intransitivo: essere uguali ).Uguale ci porta ad eguale - che deriva da aequalis ossia “pari” (di statura, di età) -successivamente adoperato con la forma di eguale . Aequalis a sua volta deriva daaequus (sign.: equo, da cui aequitas – equità, adaequare - adeguare, aequator -equatore | perchè rende uguali i giorni e le notti |, aequati o - equazione). Aequus (equo) peraltro è un termine che gli studiosi hanno riscontrato solo nell'area italica.Possiamo quindi dire che il suo significato ultimo é : (essere ) della stessa natura,
identico, uniforme .
Termina qui la Prima Parte dello Studio sul ritualistico Trinomio massonico.
Roma, 7-1-13 Giuseppe Bellantonio
- bellantoniogius@gmail .com