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Numero 50-51 Dicembre 2010 Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia UNUCI TOSCANA Periodico quadrimestrale della Circoscrizione Regionale “Toscana U.N.U.C.I.” - Piazza San Pancrazio 2 - 50123 Firenze - Tel. 055 212923 - Registrato al Tribunale di Firenze il 10/03/94 N° 4369 - Editore: UNUCI Firenze - Direttore: Gen. D. Calogero Cirneco - Direttore responsabile: Marcello Sladojevich - Direttore di redazione: Ten. Antonio Fredianelli - In redazione: S. Ten. Renato Maccanti, Gabriele Fredianelli - Direttore Amministrativo: Ten. Florindo Agostini - Stampa: Grafiche Cappelli - Sesto Fiorentino (Fi) - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N° 46) art. 1, comma 2, DCB Firenze 1. PREVENZIONE CIVILE RICORDI SU UN PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA LA BELLA GIGOGIN GARE DI TIRO MANFREDO FANTI: DOVE SONO LE SUE SPOGLIE? LA TRASVOLATA ITALIA - BRASILE

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Numero 50-51 Dicembre 2010Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia

UNUCI TOSCANA

Periodico quadrimestrale della Circoscrizione Regionale “Toscana U.N.U.C.I.” - Piazza San Pancrazio 2 - 50123 Firenze - Tel. 055 212923 - Registrato al Tribunale di Firenze il 10/03/94 N° 4369 - Editore: UNUCI Firenze - Direttore: Gen. D. Calogero Cirneco - Direttore responsabile: Marcello Sladojevich - Direttore di redazione: Ten. Antonio Fredianelli - In redazione: S. Ten. Renato Maccanti, Gabriele Fredianelli - Direttore Amministrativo: Ten. Florindo Agostini - Stampa: Grafiche Cappelli - Sesto Fiorentino (Fi) - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N° 46) art. 1, comma 2, DCB Firenze 1.

PREVENZIONE CIVILE

RICORDI SU UN PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

LA BELLA GIGOGIN

GARE DI TIRO

MANFREDO FANTI:DOVE SONO LE SUE SPOGLIE?

LA TRASVOLATA ITALIA - BRASILE

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Quale cartografo mi sono trovato spesso, per motivi profes-sionali, in ambienti naturali deturpati da cattivi comportamenti dell’uomo. Per questo motivo mi è venuta l’idea di unire l’ad-destramento all’utilizzo della cartografia, che nel nostro gruppo stavamo già sperimentando, al rilevamento delle problematiche che, volta per volta, avremmo individuato sul territorio per tra-sformarle in “obbiettivi da indicare sulla mappa”, guidati da un certo buonsenso.

In fin dei conti la lettura della carta topografica, la definizione dell’area “obbiettivo”, il riporto grafico ed in coordinate, dovreb-bero essere pane quotidiano per i nostri denti!

Conosciamo tutti la situazione di degrado del nostro territorio specialmente lungo le anse fluviali nelle vicinanze delle grandi città: discariche abusive, canili improvvisati, sponde del fiume a rischio di erosione, muri di sostegno fatiscenti, masse di materiali trasportati dall’acqua che provocano ostacolo alla corrente, linee elettriche e telefoniche a rischio per cedimento del terreno o ca-duta degli alberi... Con la nostra attività di ricognizione possiamo accumulare una serie di dati che poi, se ritenuti utili, potranno essere portati a conoscenza delle autorità preposte (Provincia, Co-mune, USSL, VV.FF, Guardie Venatorie etc.) le quali, a loro volta potranno utilizzarli od accantonarli, noi intanto avremmo fatto il nostro dovere di cittadini nello spirito di civica collaborazione.

Il progetto è stato approvato, in via sperimentale, dal nostro Presidente Gen. Cirneco con la denominazione di “Prevenzione Civile”, un nome che sprona alla soluzione delle problematiche territoriali prima che sfocino in danni materiali se non in tragedie come, purtroppo, constatiamo anche in questi giorni di novembre.

È stato quindi definito un programma di dodici ricognizioni nel corso delle quali, oltre all’addestramento topografico, anzi unito ad esso, sarebbero state riportate su mappa, registrate su scheda, fotografate ed archiviate le situazioni di degrado incontrate.

Muovendoci nell’area fiorentina abbiamo individuato le se-guenti zone:

• Fiume Arno: riva destra a valle della confluenza del T. Mu-gnone;

• Fiume Arno: riva sinistra a valle del viadotto dell’Indiano; • Fiume Arno: riva destra a monte del viadotto di Varlungo; • Fiume Arno: riva sinistra a monte del viadotto di Varlungo; • Fiume Greve: dalla confluenza nell’Arno a monte fino al pon-

te all’Asse; • T. Vingone, Fosso del Masseto, Fosso di Rialdoli; • Canale Macinante, Fosso Reale, Fosso Gavina, T. Garille; • T. Mugnone: da Villa Boccaccio a Monte; • T. Terzolle: da Ponte di Mezzo a Monte; Fosso delle Masse; • T. Affrico: da San Domenico al Salviatino; • T. Mensola: da Villa Peyron a via del Guarlone; • T. Ema: da Ponte a Niccheri alla confluenza nel Fiume Greve.

Sono state approntati due tipi di schede: il primo contenente lo stralcio topografico in scala 1:10.000 di ciascun tratto in oggetto, il secondo destinato a registrare singolarmente su ciascuna scheda eventuali osservazioni sul territorio.

È stata utilizzata la cartografia prodotta dall’I.G.M.I. nelle due tavole: Firenze Est e Firenze Ovest in scala 1:10.000, utilizzando le coordinate Gauss-Boaga del sistema cartografico nazionale, in questo caso fuso ovest.

Con il primo maggio sono iniziate le ricognizioni lungo le sponde dell’Arno e proseguite lungo il fiume Greve, sono state portate a termine cinque ricognizioni, meno di quante avremmo voluto anche a causa di un grave incidente che mi ha bloccato per un certo tempo, e sono state finora compilate ventuno schede. Fortunatamente non sono state trovate situazioni di grave degrado o pericolo immediato ma diversi punti di errato ed illegale utilizzo del territorio e mancanza di manutenzione, tutti localizzati topo-graficamente, fotografati e schedati.

Con la partecipazione, al momento, di sei Soci (ma qualunque Socio della sezione di Firenze lo desideri può aggregarsi), è inten-zione del gruppo di Protezione Civile concludere questo primo ci-clo di ricognizioni per poter analizzare un congruo numero di dati raccolti e riassumere poi l’attività svolta di “Prevenzione Civile”.

S. Ten. Giovan Battista Lomuto

Degrado civico al campo nomadi Poderaccio nei pressi della foce del fiume Greve.

Creazione abusiva di pontile con scavo della sponda del fiume Arno per attività illegale di pesca con possibili conseguenze di erosione della sponda stessa in località Mantignano.

La prevenzione civiLe:una nuova attività deLLa sezione

fiorentina deLL’unuci.

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La mia amicizia con Francesco Cossiga ebbe inizio nella pri-mavera del 1968, allorché prestavo servizio come tenente dei Ca-rabinieri a Sassari ed egli ricopriva la carica di Sottosegretario di Stato alla Difesa.

Avvenne in quel periodo che un suo giovane cugino venisse sequestrato dall’anonima sarda con la richiesta di un riscatto di ben cento milioni di lire, che, per l’epoca, rappresentò un vero e proprio record! La vicenda, che egli seguiva con naturale trepida-zione ed alla quale dedicammo ogni possibile sforzo, si concluse fortunatamente con il rilascio dell’ostaggio e successivamente con l’arresto della banda, che risultò poi essere stata capeggiata dal famigerato Mesina!

Ho voluto ricordare questa vicenda perché fu quella l’occasio-ne per una reciproca forte intesa e stima che diventò poi fraterna e duratura amicizia dopo il mio ingresso in Parlamento nel 1977, continuando poi sempre fino allo scorso anno allorché, duran-te una sua vacanza a Cortona, mi volle suo ospite a cena per un revival di oltre 40 anni di vita politica e di comuni ricordi personali.

Cossiga ha avuto la ventura di ricoprire tutti i ruoli di vertice delle nostre istituzioni, sia parlamentari sia di governo, fino alla Presidenza della Repubblica. Cossiga non è stato solo un giurista insigne e un legislatore straordinario, ma anche un profondo co-noscitore della macchina dello Stato e di tutti i suoi apparati giu-ridici e amministrativi con particolare riferimento alle Istituzioni militari e civili, fondamentali per la vita della Repubblica, che ha costantemente cercato di potenziare e modernizzare, sempre nel rispetto delle rispettive tradizioni e della storia di ognuno.

Cossiga era molto fiero di essere stato nominato Ufficiale di Marina per meriti straordinari, Brigadiere e Ispettore d’Onore dei Carabinieri e della Polizia e ha esercitato pienamente il suo ruolo di Comandante in Capo delle Forze Armate nel periodo della sua Presidenza della Repubblica, rivitalizzando il ruolo del Consiglio Supremo di Difesa da lui presieduto consapevole dell’esigenza di una politica estera e di sicurezza adeguata ai tempi difficili del momento. Non è stato affatto un politico integralista; è stato inve-ce un vero cattolico liberale, con profondi sentimenti di fede e di amor di Patria, perseguiti nell’esclusivo interesse e bene dell’Italia ed esercitato sempre con elevata dirittura morale e giusto rigore.

In politica estera è stato sempre coerente e fedele alle scel-te dell’Alleanza Atlantica e dell’Unione Europea, spesso con una visione originale e non subalterna nelle grandi problemati-che internazionali, premettendo sempre la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali a ogni altro calcolo o interesse. Da questo punto di vista, ritengo abbia dato concreta testimonianza del messaggio evangelico e del ruolo e delle responsabilità di un cattolico impegnato nella politica. Certamente la tragedia di Aldo Moro nella vita politica e privata di Cossiga è stato per lui un

colpo terribile che ha influito fortemente anche sulla sua salute fisica, psichica e morale. Mantenne fede, infatti, in pieno attacco terroristico al cuore dello Stato, al giuramento prestato da Mini-stro dellaRepubblica, sacrificando anche i più forti sentimenti che lo legavano all’amico e maestro carissimo Aldo Moro.

Da ultimo, ritengo doveroso ricordare il ruolo che Francesco Cossiga, come Presidente del Consiglio, ebbe nella decisione di consentire in Italia lo schieramento dei missili Pershing e Cruise che portarono in breve tempo al declino dell’Unione Sovietica e allo sfaldamento del Patto di Varsavia, in termini di competizione politico-militare con l’occidente. Fu quella una battaglia parlamen-tare memorabile, alla quale diedi anche un importante contributo personale, che riscosse il massimo apprezzamento dell’Alleanza Atlantica e degli americani in particolare .e che vide il Presidente Cossiga riconosciuto in quel momento come statista di riferimento in Italia nelle grandi questioni dei rapporti transatlantici e dei rap-porti con l’est europeo. Mi auguro che la figura complessa di Cos-siga, sia in futuro attentamente studiata e vagliata, non solo per il suo ruolo di “picconatore”, ma di innovatore e modernizzatore e, soprattutto, di difensore in momenti difficili della sicurezza e della pace interna e internazionale dell’Italia e dell’Europa.

Gen. B. CC Bruno Stegagnini

francesco cossiGa:un uoMo con profondisentiMenti di fedee di aMor di patria

iL 17 LuGLio scorso È scoMparso a roMa iL presidente cossiGa

il Generale Bruno stegagnini, che intrattenne con lui un lungo rapporto di reciproca amicizia, ha tracciato questo profilo che è soprattutto memoria personale

Il Generale B. CC Bruno Stegagnini è stato per quattro legislature, dal 1977 al 1992, Deputato al Parlamento dove, tra gli altri incarichi, ha ricoperto quelli di: Vicepresidente, Segretario e Membro permanente della Commissione Difesa; Vicepresidente della Giunta alle Elezio-ni; Membro delle commissioni: Interni, Trasporti Marina Mercantile Aviazione Civile e Telecomunicazioni, Speciale

per le Politiche Comunitarie. Nell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa a Strasburgo è stato presidente della Com-missione Giuridica e dei Diritti dell’Uomo e Presidente della Commissione per i Rapporti con i Parlamenti Nazionali. A Pari-gi, nell’Assemblea dell’Unione Europea Occidentale (U.E.O.), è stato Presidente della Commissione per gli Armamenti la tecno-logia e le Attività Aeronautiche e Spaziali.

Nell’Arma dei carabinieri, dal 1992 al 1999 ha retto in-carichi dirigenziali quali: Capo di Stato Maggiore della XI Brigata, Vicecomandante della Regione CC Liguria, Coman-dante del I Reggimento CC (a Milano), Vicecomandante della Regione CC Emilia-Romagna.

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Parlare dell’Unità d’Italia in occasione del 150° anniversario è certamente doveroso, ma di sicuro non è cosa di poco conto. Il Risorgimento è stata una parentesi della storia nazionale lunga e complessa, non facilmente sintetizzabile in un paio di paginette. Tanti furono i protagonisti, tante le speranze e, soprattutto, tante e diversificate le soluzioni auspicate da vari movimenti per rea-lizzare l’Unità. Vi erano i federalisti repubblicani mazziniani, i rivoluzionari garibaldini, i federalisti giobertiani e, naturalmen-te, i cavouriani che si adoperavano per un unico Stato monarchi-co. Alla fine tutti (inclusi Mazzini e Garibaldi) si convinsero che l’unica via per un’Italia libera e unita era quella abilmente seguita dal Conte Camillo Benso di Cavour. E’ in questa variegata corni-ce che migliaia di giovani entusiasti pagarono con la vita la loro passione per l’indipendenza nazionale. Non si può ignorare, però, che accanto a questi giovani che affrontavano rischi, privazioni, carcere e spesso condanne alla pena capitale, vi furono anche tante donne italiane; non solo quelle storicamente più note, quali Cristi-na Trivulzio di Belgioioso, Bianca De Simoni Ribizzo, Virginia Oldoini contessa di Castiglione ed altre, ma soprattutto le tantis-sime madri, spose, sorelle e figlie che ebbero a soffrire per i loro uomini e che, sovente, li seguirono anche sui campi di battaglia.

Ad una di queste figure femminili, ignote ai più, era dedicata, a quei tempi, la canzone La Bella Gigogin.

Si tratta di una briosa ed orecchiabile canzoncina del nostro Risorgimento che, nonostante l’età, viene ancora cantata, ed è una delle preferite nei Reparti Bersaglieri perché ben si attaglia alla loro vivacità e al loro ritmo di marcia pari a 140 passi al minuto.

Il termine “Gigogin” nacque nel corso della 1^ Guerra d’in-dipendenza (1848 – 49), mentre la composizione musicale venne elaborata dieci anni dopo dal Maestro Paolo Giorza che la presen-tò a Milano, al Teatro Carcano, il 31 dicembre 1858.

Il brano musicale è una ballata (polka) che i milane-si poi intonarono l’8 giugno 1859 (2^ Guerra d’indipen-denza) in occasione dell’in-gresso in città delle truppe franco-piemontesi, identifi-cando nella Bella Gigogin l’Italia col suo desiderio di libertà.

I Bersaglieri, che già combattevano a Palestro e Magenta, la fecero propria dedicandola alle vivandiere dei loro Reparti.

Per molto tempo mi ero chiesto se questa ragazza (la Bella Gigogin) fosse realmente esistita o se il termine stava solo a celare il nome Italia (vietatissimo a Milano al tempo degli Austriaci). Infatti il ritornello “daghela avanti un passo” era un chiaro invi-to all’Armata Sarda di attraversare il Ticino e cacciare le truppe austro-ungariche dalla Lombardia e dal Veneto.

Dopo alcune ricerche storiografiche mi sono imbattuto nel li-bro scritto dal Generale Bersagliere Luigi Bonifazi (Quelli della Breccia) dove ho trovato alcune interessanti annotazioni storiche su questa eroina del nostro Risorgimento.

Ho potuto così appurare che il 22 marzo del 1848 (Cinque giornate di Milano e 1^ Guerra d’indipendenza) alcuni Reparti piemontesi, entrati in città mentre gli austriaci l’abbandonavano, videro uscire da sotto le barricate a Porta Tosa una fanciulla tre-mante di freddo. Era vestita con con un giubbotto militare, stiva-loni e una larga gonna. Era bellissima. A chi le chiedeva chi fosse, rispondeva: -Teresina! - (che nel linguaggio segreto dei patrio-ti cospiratori stava per “Italia”). Nessuno seppe mai il suo vero nome, ma i Bersaglieri l’adottarono subito col vezzeggiativo pie-montese di “Gigogin” che, per l’appunto, sta per “Teresina”. Era

Rataplan! .. tamburi io sentoChe mi chiama alla Bandiera.Oh, che gioia, ho, che contentoIo vado a guerreggiar!

Rataplan! .. non ho pauraDelle bombe e dei cannoni;me ne vado alla ventura,sarà poi quel che sarà.

Oh, la bella GigoginCon quel tra la li la leraLa va spass col so spisinCon quel tra la li la lera.

La BeLLa GiGoGin(tra LeGGenda e reaLtà)

A quindici anni faceva all’amore,daghela avanti un passodelizia del mio core.

A sedici anni prendeva marito,daghela avanti un passodelizia del mio core.…………………………..

una briosa canzoncina che bene si attaglia al ritmo di marcia dei Bersaglieri

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fuggita di Collegio per accorrere sulle barricate a combattere e, grazie alle sue insistenze, riuscì a farsi arruolare nel 6° Battaglione Bersaglieri Volontari Lombardi di Luciano Manara.

Un giorno le viene dato l’incarico di portare un messaggio urgente al Colonnello Alessandro La Mar-mora ed in tale occasione conosce Goffredo Mameli (autore del nostro Inno Nazionale). Tra i due nasce, quasi all’improvviso, un amore limpido ed intenso che, purtroppo, durerà poco (l’anno seguente Mameli cadrà a Villa Spada in battaglia per la difesa della repubblica Romana).

Si narra che una sera Gigogin, mentre si reca a un appuntamento con il suo Goffredo, si accorge che que-sti è pedinato da agenti nemici ed allora, per salvar-lo, attira su di sé l’attenzione strappando manifesti dal muro e imprecando contro gli austriaci. E’ arrestata e ricondotta in collegio, ma Mameli è salvo. Tosto viene liberata da un comman-do di Bersaglieri scelti personalmente da La Marmora.

La Gigogin, ormai in organico al 6° Battaglione Bersaglie-ri, svolge le sue mansioni di vivandiera e di infermiera. Partecipa alla battaglia di Goito ed ella stessa cura la ferita alla mascella di

Alessandro La Marmora. Vorrebbe partecipare alla difesa della Re-pubblica Romana (creata dai romani che si erano ribellati al Papa) insieme al suo Goffredo ed al suo primo Comandante (Luciano Ma-

nara), ma la morte di entrambi e la sconfitta di Garibal-di la dissuadono dal partire. Sei anni dopo muore anche Alessandro La Marmora in Crimea ed è un altro duro colpo per la Gigogin che si sente orfana dei suoi eroi.

Ai primi di maggio del 1859 scoppia la 2^ Guerra d’indipendenza e la bella Gigogin riparte volontaria per il fronte. E’ vista da molti prodigarsi sul campo di bat-taglia per portare soccorso ai feriti, portare munizioni, addirittura ad incitare un plotone all’assalto.

E’ vista per l’ultima volta sul Colle di S. Martino tra il fumo della battaglia, poi di questa ragazza arden-te e coraggiosa, che ha così bene raffigurato la donna

italiana del Risorgimento, non se ne sa più nulla. Continua però a vivere nei reparti Bersaglieri attraverso questa bella canzone che la cantano da 150 anni e che sarà ancora cantata dalle future gene-razioni di fanti piumati

Gen.B. Umberto Calamida(Presidente Nazionale Ass.ne Arditi d’Italia)

VISITA ALLE OFFICINE GALILEOUn folto numero di Soci e familiari delle sezioni di Firenze e

Prato con i rispettivi Presidenti Gen.D. Calogero Cirneco e S.Ten. Cristiano Orlandini si è recato in visita alle Officine Galileo di Firenze. All’interno il gruppo è stato ricevuto e guidato dal respon-sabile della sicurezza Gen. CC Maiorana.

La visita è iniziata con un briefing di presentazione dell’azien-da in aula. È continuata poi nel museo, dove hanno fatto da guida i Seniores (ex impiegati in pensione), in cui erano esposti i vecchi strumenti prodotti dalla Galileo. Successivamente è proseguita nel settore della produzione delle lenti e poi in quello tecnologico mi-litare dove è stato presentato il progetto per il “Soldato futuro”. Infine si è conclusa in aula con saluti, scambio di crest e rinfresco.

L’ENIGMA NELLA GUERRA DI SPAGNA Il 16 novembre 2010, alle ore 16, presso il Circolo Unificato di Presidio, in Via degli Arazzieri 2 a Firenze, a cura del Comando

Militare Esercito “Toscana” e della Sezione UNUCI di Firenze è stato presentato il libro del professor Alberto Santoni Ultra Intelligence e macchine Enigma nella guerra di Spagna 1936-1939. Era presente l’Autore.

Il professor Santoni, a lungo docente di “Storia Militare” all’Università di Pisa e di “Storia e politica Navale” all’Accademia Navale di Livorno, rivela per la prima volta in questo libro, sulla scorta di inediti documenti da lui scoperti nell’archivio di Stato di Londra, le decrittazioni britanniche dei messaggi in codice dell’Aeronautica italiana e dei messaggi trasmessi con le famose macchine ENIGMA dalla nostra Marina durante la guerra civile spagnola.

L’autore è già noto per aver pubblicato negli Anni Ottanta nel suo libro Il vero traditore, riedito nel 2005 dalla medesima editrice Mursia, le decrittazioni inglesi ai danni della Ma-rina italiana durante la seconda guerra mondiale, allorquando le informazioni segrete così ottenute dal nemico di allora ci infersero duri colpi sul campo, che da alcuni inconsapevoli soggetti furono e sono tuttora attribuiti semplicisticamente a spie e traditori.

Con l’attuale volume Santoni riesce a retrodatare dal 1940 al 1936 l’attività dell’or-ganizzazione crittografica inglese chiamata ULTRA Intelligence e soprattutto a puntua-lizzare i tempi delle prime violazioni delle macchine ENIGMA, sette esemplari delle quali erano già utilizzate dalla nostra Marina nella guerra di Spagna e che invece l’attuale storiografia ritiene ancora databili alla seconda guerra mondiale.

Ha presieduto l’incontro il Gen.D. Marco Bertolini, Comandante Militare Esercito “Toscana”. Ha introdotto l’argomento l’Ammiraglio Pier Paolo Ramoino, docente presso l’Accademia Navale.

Hanno coordinato il Gen.D. Calogero Cirneco ed il Vice Questore Michele Petrolo.

Alberto Santoni: ULTRA Intelligence e macchine ENIGMA nella guerra di Spagna, 1936-1939, Milano, Mursia, 2010 (pag. 375, foto e documenti allegati, euro 20,00).

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Il Generale Antonio Tamborrino, nostro simpati-co Associato, ci scrive lamentando di aver letto da fonte autorevole che il Generale Manfredo Fanti, morto a Firenze il 5 aprile 1865, sarebbe sepolto in Santa Croce ma che, avendo fatto un accertamento, «In Santa Croce – egli scrive – non risulta sepolto!». «Che sia stato sepolto nel Famedio?» si chiede, e aggiunge: «Ogni notizia in merito sarebbe gradita. Grazie!».

Grazie a Lei, Generale, perché la Sua lettera ci dà occasione per parlare un po’ del generale Fanti, uno dei maggiori prota-gonisti del nostro Risorgimento e, come Lei giustamente scrive nella lettera, «fondatore dell’Esercito Italiano e dell’Accademia di Modena».

Premesso che a Manfredo Fanti abbiamo dedicato un ampio articolo dovuto alla penna di Renato Maccanti sul n° 37 di que-sta rivista, riepiloghiamo in breve le tappe della sua vita militare aggiungendo, per il piacere (speriamo) dei nostri lettori, alcuni particolari “fiorentini” piuttosto sconosciuti.

Manfredo Fanti nasce a Carpi (MO) il 25 febbraio 1806 e a 18 anni entra alla Scuola Cadetti Pionieri di Modena.

Nel 1831 partecipa con Ciro Menotti alla rivolta contro il Granduca di quella città Francesco IV, cosa che gli costa prima il carcere e poi l’esilio in Francia. Nel 1836 passa in Spagna e combatte con i Carlisti.

Nel 1839 viene assunto nei quadri dell’esercito regolare spa-gnolo e nel 1848 ricopre il grado di colonnello. In quell’anno

ritorna in Italia e entra nell’esercito pie-montese dove gli viene assegnata una brigata con la quale combatte la prima

guerra d’indipendenza. Nel 1855 partecipa alla guer-ra di Crimea. Nel 1859 è comandante di divisione e si distingue nelle batta-

glie di Magenta e San Mar-tino. Nel 1860 è Ministro della Guerra nel gabinetto Cavour e Generale d’Armata. Come tale comanda le truppe che vanno al Sud con il Re a incontrare Garibaldi che sta risalendo la Penisola. Al momento

dell’Unità d’Italia af-fronta il difficle proble-ma di inglobare le For-

ze Armate dei vari Stati nell’Esercito piemontese e quello anche più arduo

di assorbire in parte i volontari garibaldi-

ni. Subito fonda l ’ A c c a d e m i a Militare di Mo-dena per forgia-re i quadri del

nuovo Esercito. Questi problemi, che egli risolse brillantemente, gli valsero però la polemica degli avversari politici, Garibaldi lo attaccò in Parlamento mentre la morte di Cavour gli tolse il soste-gno politico di cui godeva. Profondamente amaraggiato, nel giu-gno 1861 dà le dimissioni da ministro della guerra.

Nel 1863 arriva a Firenze a capo del 5° Gran Comando da cui dipende il relativo Dipartimento Militare e a cui fanno capo le Divisioni di Livorno e Firenze e le Sotto-Divisioni di Siena e Perugia (gli altri Grandi Comandi erano quelli di Torino, Milano, Parma, Bologna e Napoli).

A Firenze il Generale abitava il palazzo di via Valfonda 9, at-tualmente sede dell’Associazione Industriali e allora proprietà dei conti Orsini di Orbassano. Quel palazzo nel ‘500 aveva uno stra-ordinario giardino di 13 ettari dove i Riccardi, fra feste e banchet-ti, ospitavano per ordine del Granduca, tutti i personaggi di primo rango che venivano a Firenze. Per questo motivo era famoso in tutta Europa come il mitico “Giardino di Gualfonda”. Poi, a metà ‘800, fu praticamente distrutto dalla ferrovia Maria Antonia e dal-la relativa stazione. Qui egli si spense il 5 aprile 1865 e una lapide ricorda che in questo edificio «Manfredo fanti da Carpi strate-giCo prode e sagaCe ordinatore fortunato dell’eserCito nostro terMinava la vita spesa tutta in patria e fuori Con l’opera e il Consiglio la libertà propugnando».

La sua sepoltura però, come scrive il Generale Tamborrino non è in Santa Croce. Ma non è neanche a Firenze. La sua sepoltura è, per l’esattezza storica, nel duomo della sua città natale, a Carpi in provincia di Modena. E grazie alla cortesia del dottor Alfonso Ga-ruti, direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Carpi a cui ci siamo rivolti e che ringraziamo, possiamo mostrare ai nostri

il direttore di redazione risponde

se in santa croce non ci sono, dove riposano Le spoGLie deL GeneraLe Manfredo fanti ?

Il sepolcro del Generale Manfredo Fantinel Duomo di Carpi

(Foto dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Carpi)

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lettori la foto dell’artistica sepoltura dove riposano le sue spoglie.In compenso Firenze dedicò a Manfredo Fanti un pubblico

monumento in bronzo relizzato dallo scultore Pio Fedi e collocato nel 1873 al centro di piazza San Marco proprio davanti al Palazzo di Santa Caterina che, costruito nel 1865, ospitò il Ministero della Guerra durante i cinque anni in cui Firenze fu capitale d’Italia.

Pio Fedi realizzò una figura piuttosto imponente a cui cercò di dare ulteriore dignità dotandola di un mantello che il Generale indossa come una toga romana. Sulla base pose quattro figure al-legoriche che rappresentano la Politica, la Strategia, la Tattica e

la Fortificazione, quattro virtù che abbondarono nel Fanti, e vi ag-giunse un bassorilievo che rappresenta un episodio della battaglia di San Martino. Lo scultore era ritenuto a quei tempi uno dei mas-simi artisti italiani e la sua opera Il ratto di Polissena nel 1866 era stata collocata a Firenze sotto la Loggia dei Lanzi perché giudicata degna di stare accanto alle statue antiche e al Perseo del Cellini. A questo proposito vogliamo raccontare un aneddoto curioso. Sic-come in quel gruppo scultoreo Polissena è rapita da Pirro (il figlio di Achille) che è completamente nudo e coperto solo dall’elmo, i fiorentini, appena videro il monumento al Fanti, composero subito una spiritosa quartina che diceva:

Il Fedi è criticato perché feceil Pirro tutto nudo e col cappello.Facendo il Fanti s’è corretto invece:l’ha fatto in zucca e avvolto nel mantello.

Renato Fucini invece, scrittore umoristico e spirito bizzarro, notò che sul monumento in Piazza S. Marco i piedi del Generale spuntano fuori dalla base su cui sta. Allora compose un simpatico sonetto in vernacolo pisano in cui immaginò che due popolani sempliciotti, Pipi e Cispe, osservino il monumento e discutano fra loro. Pipi racconta all’amico che il Fanti era un grande comandante che «con un apisse e ‘r compasso» vinceva grandi battaglie e faceva grandi conquiste. Ma Cispe non è convinto e gliene spiega la ragione:

Ma scusa, Dio ti mandi un accidente,O vortati ‘n po’ ‘n su; ma non lo vediche con tutto r’ su’ vince a tanta gentenon gli è restato ‘n dove mette’ e’ piedi ?

E questa era la maniera del Fucini di rendere gloria alle persone importanti: dedicare loro uno dei suoi sonetti, naturalmente satirico.

Infine, dopo gli aneddoti poetici, ho creduto di far ancora cosa gradita a Lei, Generale Tamborrino, e agli altri amici di Unuci Toscana pubblicando due foto originali della mia collezione in cui il Fanti appare sia in uniforme con tutte le sue decorazioni che in semplici abiti civili. Cordiali saluti.

Ten. Antonio Fredianelli

ODISSEA DI UN SOTTOTENENTEAvendo letto il libro del nostro Socio T.Col. Arturo Perruccio Odissea di un sottotenente, ne sono rimasto

particolarmente colpito, perciò, perquanto ormai uscito da alcuni anni, mi permetto di segnalarlo all’attenzione dei lettori di Unuci Toscana.

Arturo Perruccio, nato a Gallipoli ma trasferitosi a Firenze ancora bambino, l’8 settembre 1943 si trovava in Croazia come Sottotenente nel 1° Battaglione del 292° Reggimento Fanteria “Zara”. Il giorno successivo fu catturato dalle truppe tedesche e deportato in un Lager in Germania iniziando un’odissea che terminerà solo nell’agosto del 1945. Internato nel 1944 nello Straflager di Koeln-Merheim (Kommando di Buchenwald) per atti di resistenza ai soprusi nazisti, fu sottoposto a lavoro coatto con la qualifica di Helfer, lì il gruppo di 369 ufficiali di cui faceva parte era destinato allo sterminio..

Tutto questo dà luogo a quelle esperienze terribili, ricordate nel libro, che da un lato fanno tremare perché fanno toccare con mano la tragedia, la violenza e l’inumanità che in ogni momento possono abbattersi su di noi, e dall’altro incutono un senso di speranza, perché rivelano come gli individui, quali Perruccio, abbiano saputo affrontare con incredibile dignità e umanità cose che tendevano a rendere disumani gli uomini. Hanno

saputo, avrebbe detto il mio grande amico poeta Biagio Marin, transustanziare in valore e in significato una bufera di caos, di violenza e di insensatezza.

Finita la guerra Perruccio torna a Firenze, si laurea in Lettere e inizia l’insegnamento di latino e greco che continuerà anche come di-pendente del Ministero dei trasporti dove raggiungerà la qualifica di Dirigente Superiore. Persona eclettica, Perruccio studia anche violino e canto e nel 1950 entra a far parte del famoso Quartetto Polifonico Italiano che esegue musiche medievali e rinascimentali.

Sono sempre stato convinto che la vita sia più grande della letteratura: più “originale”, diceva un grande scrittore come Svevo. Origi-nale nel bene e nel male. Chi sa farne risaltare, come questo libro, la simbiosi di assurdità e prova morale, fa, senza saperlo, schietta e forte letteratura. E infatti non a caso L’Odissea di un Sottotenente ha ottenuto la segnalazione d’onore al Premio Firenze 2002.

Col. Salvatore Scafuri

Arturo Perruccio L’Odissea di un Sottotenente. Dalla cattura in Croazia alla prigionia nei Lager nazisti, Ed. Giuntina, Firenze 2001

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LA CROCIERA AEREA ITALIA-BRASILE IN UNA IMPORTANTE MOSTRA FILATELICA

Nei giorni dal 4 al 13 novembre nei locali della Caserma Vannini in piazza San Pancrazio a Firenze, si è svolta l’impor-tante mostra filatelica documentale della Crociera Aerea Tran-satlantica Italia-Brasile. La mostra era commemorativa della ce-lebre Crociera aerea svoltasi nel 1930 con partenza da Orbetello il 17 dicembre e arrivo a Rio de Janeiro il 17 gennaio 1931 dopo una trasvolata di 10400 chilometri con sei tappe intermedie. Vi presero parte 4 squadriglie di 3 aerei ciascuna mentre altri due erano di riserva per un totale di 14 velivoli da bombardamento (gli S.55 Savoia Marchetti) al comando del generale Italo Balbo. In altra parte della rivista un servizio del Col. Carlo Paciaroni dà ampia descrizione dell’impresa aviatoria.

Realizzata da Unuci Firenze e dal Circolo Filatelico Fioren-tino, la mostra esponeva insieme a rare raccolte di francobolli dedicate all’evento, anche una serie di importanti e rari docu-menti dell’epoca messi a disposizione dal socio-collezionista Sig. Alessandro Pratesi - che documentavano con storie e im-magini la Transvolata

Per l’occasione sono state emesse due cartoline numerate da 1 a 200 e un Folder con due cartoline, realizzato dal Socio Col. Salvatore Scafuri, con annullo filatelico speciale “Anno 80° della Trasvolata”.

La cerimonia inaugurale si è svolta alla presenza del Presi-dente Unuci Gen.D. Calogero Cireneco, del Presidente del Cir-colo Filatelico Sig. Alessandro Tomasi e di un folto pubblico di appassionati.

CONFERENZA DEL PRESIDENTE GEN. CIRNECO AL CIRCOLO UNIFICATO DI FIRENZE

Il giorno 13 ottobre, alle ore 17,30 il Presidente di Unuci Firenze, Gen.D. Ca-logero Cirneco, ha aperto il nuovo ciclo (l’ottavo) di conferenze Storia Militare e... dintorni, conferenze che si tengono periodicamente presso il Circolo Unifica-to delle Forze Armate in via degli Araz-zieri a Firenze organizzate dalla nostra Sezione in collaborazione con il Coman-do Militare Esercito “Toscana”.

L’argomento, nell’ambito del ciclo re-lativo alla Legione Romana, è stato: Dalle origini alla Legione Mariana.

La conferenza ha ottenuto larghi consensi da parte di tutti gli intervenuti che si sono complimentati con l’oratore.

CAMBIO DI COMANDANTEALLA SCUOLA DOUHET

Mercoledì 13 ottobre nell’Aula magna dell’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche di Firenze si è svolta la cerimonia del cam-bio di Comandante della Scuola militare aeronautica “G. Douhet”. Il Comandante uscente Col. Filippo Caroselli ha passato le conse-gne al Col. Giorgio Baldacci subentrante. Erano presenti il Prefet-to di Firenze Paolo Padoin, il Comandante Generale delle Scuole dell’Aeronautica Militare / 3^ Regione Aerea Gen.S.A. Pasquale Preziosa, le più alte Autorità civili, religiose e militari e le Asso-ciazioni Combattentistiche e d’Arma con i Labari e le Bandiere.

Era presente anche una rappresentanza di Unuci Firenze compo-sta dal Presidente di Sezione e Delegato per la Toscana Gen.D. Calo-gero Cirneco e dall’Alfiere con la Bandiera Ten. Antonio Fredianelli.

La cerimonia è stata preceduta da un minuto di silenzio in ri-cordo dei quattro Alpini caduti in Afghanistan il 9 ottobre scorso.

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UNIONE NAZIONALE UFFICIALI IN CONGEDO D’ITALIA

CIRCOLO UNIFICATO DI PRESIDIO

FIRENZE — Via degli Arazzieri, 2

PRANZO DI CORPO

Sabato 15 gennaio 2011, alle ore 19.00, presso il Circolo Unifi-

cato di Firenze in via degli Arazzieri, avrà luogo il tradizionale Pranzo di Corpo durante il quale

verranno consegnati gli Attestati di benemerenza. Il pranzo sarà preceduto

dall’Assemblea Generale degli Iscritti. Le prenotazioni si possono effettuare entro il giorno 10 gennaio 2011 presso la Segre-

teria (tel. 055212923) fino a esauri-mento dei posti disponibili.

Intervenite numerosi!

CONSEGNA BENEMERENZEDurante il Pranzo di Corpo verranno consegnati gli Attestati di benemerenza ai seguenti Ufficiali:Per 60 anni d’iscrizione all’Unuci:

Cap.Freg. Luigi LaudisiaCap. Egidio VittoriTen. Umberto Mattei

Per 50 anni d’iscrzione all’Unuci:Cap. Massimo Muzzarelli VezzosiTen. Giuseppe Tognozzi MoreniS.Ten. Umberto GrazianiS.Ten. Luciano Santi

Per 25 anni d’iscrizione all’UnuciTen.Gen. Mario CalòGen.D. Giovanbattista PaseroMagg.Gen. Oronzo Guarnieri

Per 15 anni d’iscrizione all’UnuciTen.Gen. Mario PulcinelliGen.B. Giovanni CarafaMag.Gen. Romano FattoriniGen.B. Franco InguaggiatoCol. Giuseppe CalandraCol. Egisto MartiniTen. Col. Marcello Giuliani

E’ giunta all’ottava edizione la serie di incontri culturali, sotto forma di conferenze, sulla “Storia Militare e…dintorni!” (nel senso che le attività militari, essendo strettamente connesse alle vicende sociali, culturali, economiche dei popoli e delle nazioni, non pos-sono essere indagate o raccontate senza che si tenga conto anche di queste).

Il tema affrontato da questo ciclo di conferenze (come al solito, in modo non accademico ma divulgativo, nell’intento di sollecitare l’interesse o la curiosità dei partecipanti ad approfondire in modo autonomo gli argomenti esposti) è quello della “Legione Romana”: dalle origini di Roma sino al suo tramonto. E mai, come in questo caso, la storia militare è stata strettamente connessa a quella socia-le: tanto che la storia della Legione si è spesso identificata con la stessa storia di Roma.

I vari argomenti trattati, come si può notare dal calendario-pro-gramma, hanno preso in esame tutti gli aspetti della legione: or-ganici, armamento, formazioni di combattimento, sanità, macchine da guerra, vittorie e sconfitte, ecc.; cercando di fornire una visione dell’Esercito Romano (insieme di più legioni di uguale costituzio-ne) che pur nella semplicità di esposizione, sfatasse alcuni luoghi comuni.

Gli incontri, tenuti da conferenzieri provenienti anche da fuori Firenze, hanno visto sempre una partecipazione numerosa ed inte-ressata.

Gen. Calogero Cirneco

ELEZIONI DEL PRESIDENTEPER RINNOVO DEL MANDATO

Essendo scaduto il mandato statutario, la Sezione Unu-ci di Firenze deve procedere alla rielezione del Presidente.

Le elezioni si terranno nei locali della Sezione stessa in Piazza San Pancrazio 2 nei giorni di sabato e domenica 29 e 30 gennaio 2011.

Eventuali candidature dovranno essere comunicate entro il 31 dicembre 2010.

Non sono più fra noi Ten. Gianluca Bargellini T. Col. Graziano Campai Gen. Italo Berardengo T. Col. Arturo Perruccio

Unuci Toscana esprime ai Familiarile più profonde condoglianze

SI È CONCLUSO L’8° CICLO DI CONFERENZE DI STORIA MILITARE

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Sono passati ottanta anni da un’impresa che lasciò il mondo stu-pefatto e che negli annali dell’aviazione mondiale è ricordata come una tappa fondamentale per lo sviluppo di questo incredibile mezzo di comunicazione che in appena cento anni ha portato l’uomo a solle-varsi da terra fin a raggiungere lo spazio.

La trasvolata Italia-Brasile segnò la fine dei voli pionieristici in-dividuali che dal termine del primo conflitto mondiale avevano visto solo dei trasvolatori solitari, armati di spirito di avventura e di grande coraggio, cimentarsi nelle attraversate oceaniche. Avevano iniziato l’epopea delle trasvolate due portoghesi Cabral e Coutinho che nel 1922 ,in 18 giorni, volarono da Lisbona a Rio. Seguirono nel 1926 lo spagnolo Franco Ramon fratello del futuro Caudillo. Nel 1927 tentò l’impresa il brasiliano De Barros il cui volo s’intrecciò con quello, sfortunato, del nostro Eugenio Casagrande, medaglia d’Oro al Valor Militare, che fu costretto a fermarsi a Casablanca. Nell’Atlantico del Nord nel 1927 Lindeberg attraversò l’oceano fino a Parigi compien-do una straordinaria impresa che affascinò il mondo. Nel 1927 De Pinedo e il lucchese Carlo Del Prete attraversarono l’Atlantico del Sud con un idrovolante S.55 due volte. Nel 1928 Carlo Del Prete, questa volta con Arturo Ferrarin, ripetè l’impresa con un Idrovolante S.64 volando per 7184 Km. e divenendo così l’unico pilota la mondo ad aver attraversato l’Atlantico per ben tre volte. Con la trasvolata del 1930 invece iniziò la storia dell’aviazione di “massa” capace di compiere imprese collettive su basi decisamente più professionali sia sotto l’aspetto umano sia sotto quello tecnologico.

L’idea della trasvolata di “massa” venne a Italo Balbo, allora gio-vane trentaduenne Sottosegretario della Regia Aeronautica, al ritorno da una visita negli USA dove si era recato con alcuni suoi collabora-tori ed alcuni industriali, quali Piaggio e Caproni, per partecipare al Congresso di Aviazione di Washington, in quanto riteneva che «… ancora una volta dall’America venisse l’incitamento a fare di più e meglio nella tecnica aviatoria…» . Quando il piroscafo Conte Grande si staccò dalla banchina di Manhattan per ricondurlo in patria Balbo scrisse nel suo diario «… mi balzò improvvisa .. la visione di una squadra aerea italiana .. che giungeva trionfante sul cielo di New York..». Ma non c’erano ancora le conoscenze per affrontare l’Atlan-tico del Nord con una squadra aerea che, come faceva notare a Balbo il suo aiutante di volo Ten. Cagna (l’aviatore aveva volato sull’At-lantico del Nord poco prima con Maddalena per cercare i naufraghi del dirigibile Italia di Umberto Nobile) era estremamente pericoloso a causa delle nebbie persistenti e delle temperature bassissime che portavano alla formazione di ghiaccio sulle ali. Per cui Balbo pensò che prima di affrontare il Nord Atlantico forse sarebbe stato possibile trasvolare con una squadra l’Atlantico del Sud, anche sulla base delle esperienze che si sarebbero accumulate nelle crociere di massa sul

Mediterraneo Occidentale e Orientale già programmate per lo stesso anno e per il 1929 e che avrebbero permesso di mettere a punto le macchine e di addestrare gli equipaggi.

Dopo lo svolgimento, con successo, delle suddette crociere Bal-bo mise mano all’organizzazione della trasvolata ed iniziò il per-corso con la costituzione della “Scuola di Orbetello” che ebbe sede nell’idroscalo dal quale erano partite le crociere del Mediterraneo. La scuola di Orbetello iniziò la sua attività il 1° gennaio del 1930. Fu inaugurata dal Gen. Giuseppe Valle Capo di Stato Maggiore della Regia Aeronautica, il quale chiese a Balbo di poter far parte della Squadra Atlantica. Fu subito accontentato. Il primo Comandante della Scuola fu il Magg. Pilota Ulisse Longo in attesa che il Com.te Umber-to Maddalena fosse libero dagli impegnativi raid che stava portando a termine. La frequentavano 32 piloti e 32 specialisti (radiotelegrafisti e motoristi) scelti tra i migliori equipaggi degli Stormi da bombarda-mento della Regia Aeronautica.

Il Gruppo – Scuola di Orbetello aveva la struttura di un collegio Militare, sia gli scapoli che gli ammogliati potevano uscire dalle mura dell’idroscalo un giorno ogni quindici, la cosi detta “ domenica di quindicina”. Il programma di studi comprendeva: matematica, astro-nomia, navigazione, geografia, fisica, ecc. L’attività di volo compren-deva prove di decollo con forti carichi, navigazione in formazione con pieno carico, ammaraggi in mare aperto con mare agitato, col-legamenti radio-telegrafici tra apparecchio e apparecchio, navi e co-mandi. Il mese di giugno iniziarono i voli notturni di addestramento sul Tirreno in condizioni meteorologiche difficili, condizioni di volo rischiose, ma per fortuna svoltisi senza incidenti. In settembre venne provato un volo notturno con una formazione di 9 velivoli: destina-zione Cartagena, idroscalo di Los Alcazares, dove era previsto che giungesse la prima tappa della trasvolata. Il volo di andata non pre-sentò particolari difficoltà se non per due ore infernali dopo le bocche di Bonifacio. Il ritorno invece fu più movimentato per un avaria che costrinse l’aereo di Valle ad ammarare e soprattutto perchè per una notte intera non fu possibile porsi in contatto radio con il velivolo che venne poi rimorchiato fino a Cartagena da un piroscafo greco. L’addestramento riprese a ritmi serrati, ma l’ incidente mortale era in agguato. Durante una prova di decollo a pieno carico con 4800 litri di carburante il velivolo del Cap. Baldini impattò, a causa del vento, contro una collinetta prospiciente Orbetello, l’incidente costò la vita al Cap. Magdalo Ambrosini e al Serg. Stemperini.

Si perfezionò il programma di volo della crociera atlantica: sette tappe: Los Alcazares, Kenitra, Villa Cisneros, Bolama, Porto Natal, Bahia, Rio del Janeiro. Attraverso le Baleari, il Marocco, la Guinea Portoghese e il Brasile. Si stabilirono gli equipaggi e le macchine: Dodici velivoli S.55 con due aerei officina al seguito. Suddivisi in tre

17 dicembre 1930 - 15 gennaio 1931

La trasvoLata itaLia - BrasiLe

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squadriglie di quattro aerei ciascuna. Ventiquattro Piloti e ventiquat-tro Specialisti. L’annuncio al mondo dell’ormai prossimo inizio del-la trasvolata (la notizia era stata tenuta segreta) fu dato dall’agenzia Stefani con uno scarno comunicato del Capo del Governo italiano, alla fine di novembre del 1930, scatenando una rissa di congetture, ri-chieste d’informazioni e grandissimo interesse tra i media dell’epoca.

Finalmente valutate le condizioni meteo da quel grande studioso che era il Prof. Filippo Eredia, Capo Ufficio “presagi”, così venivano definite le previsioni allora, Il 17 dicembre del 1930 alle ore 07.45 Balbo lanciò l’ordine «motori in moto!» e decollò per primo con la sua Squadriglia Nera con prua su Cartagena, seguito dalla Verde, dal-la Bianca e dalla Rossa. La trasvolata aveva inizio. Balbo prima del decollo aveva dettato un messaggio agli italiani in cui descriva l’im-proba fatica e avvertiva che l’impresa di condurre un intero Stormo di velivoli da bombardamento attraverso l’oceano avrebbe comporta-to dei notevoli rischi anche se, aveva premesso, l’addestramento era stato spinto al massimo unitamente alla preparazione delle macchine. Per cui aggiungeva che c’era purtroppo da aspettarsi che non tutti i velivoli avrebbero raggiunto Rio.

La prima tappa dopo le bocche di Bonifacio fu travagliata da una violenta tempesta che disperse la formazione, per cui sei velivoli com-preso quello di Balbo ammararono a Maiorca, mentre gli altri con Mad-dalena raggiunsero Cartagena. Ricostituita la formazione il 21 dicem-bre lo Stormo decollò per Kenitra dove giunse regolarmente accolto da una grande folla. Il 23 dicembre la crociera avanzò per Villa Cisneros dove giunse dopo nove ore di volo regolare con un tempo ottimo e con il favore degli Alisei. Il 25 dicembre, giorno di Natale, i velivoli decol-larono per Bolama, la baia scoperta nel 1455 da due navigatori italiani: Cada’ Mosto e Usodimare, nella Guinea portoghese , trampolino di lan-cio per molte delle precedenti trasvolate dell’oceano. Il Pranzo di Na-tale fu molto frugale, raccontò Balbo: «cenammo con una scatoletta di pollo in gelatina e un caffè». Lo Stormo sostò a Bolama per 13 giorni, si aspettava una notte con il plenilunio, il mare calmo e la temperatura ideale per il decollo. Poichè i velivoli, che erano strapieni di carburante (oltre 3900 litri di benzina), avevano bisogno per il decollo di un’atmo-sfera il più possibile densa, che si poteva avere a quelle latitudini solo di notte quando la temperatura si abbassava.

A Bolama lo Stormo incontrò anche la Divisione della Regia Ma-rina al comando dell’Amm. Bucci composta da otto “ esploratori ” che si portarono lungo la rotta oceanica per assicurare l’appoggio in mare durante la traversata (collegamenti radio, posizione, soccorso ecc.). La notte del tra il 5 e 6 gennaio 1931 rispose ai requisiti mete-orologici richiesti e il decollo per il grande balzo ebbe inizio alle ore 01,29. Prima decollò Maddalena seguito da Balbo, da Valle e dagli al-tri secondo l’ordine di squadriglia; Nera, Bianca, Rossa e Verde, più i due aerei officina che furono autorizzati alla traversata all’ultimo mo-mento, in tutto 14 velivoli. Ma non tutto filò liscio, Valle e Recagno “abortirono” il decollo perché troppo carichi e tornarono all’approdo per alleggerire i velivoli. L’aereo del Cap. Boer appena staccatosi dall’acqua esplose provocando la morte di Boer, del secondo pilota Barbi Cinti e degli specialisti Nensi ed Imbastari. Dirà poi Balbo che molto probabilmente si era trattato di un corto circuito a bordo. Il Cap Recagno tentò di nuovo il decollo, ma impattò con lo scafo destro sull’acqua e l’urto costò la vita al motorista Fois. Valle riuscì a de-collare e fu protagonista di una lunghissima rincorsa solitaria per rag-giungere la formazione che intanto procedeva compatta sull’oceano. La raggiungerà vicino alle coste brasiliane. Altri due velivoli, l’ S.55 di Donadelli e l’ S.55 di Baistrocchi, furono costretti ad ammarare in pieno oceano per noie ai motori (allora erano i radiatori il punto de-bole del motore FIAT Asso) e furono rimorchiati dalle navi di appog-gio. Il velivolo di Baistrocchi, purtroppo, non resse il mare durante il traino e affondò. A Porto Natal giunsero undici velivoli dello Stormo, erano andati persi tre velivoli. Furono diciotto ore filate di volo in formazione, dove non si doveva controllare solo se stessi ma anche gli altri, un logorio costante del sistema nervoso e delle macchine. Con continui aggiustamenti della rotta e della quota, con l’incubo di un possibile incidente e la cui probabilità che accadesse andava mol-tiplicata per il numero dei velivoli della formazione. L’ammaraggio avvenne alle 19,30 tra lo scampanio delle campane ed un tripudio di

folla. I giornalisti italiani che aspettavano da giorni l’arrivo assalta-rono letteralmente Balbo. I Rappresentanti Consolari Italiani di quasi tutte le nazioni del Sud America gridarono i loro evviva, le Autorità brasiliane erano presenti ai massimi livelli. In quel momento radioso solo il lutto di Bolama velava di tristezza il cuore di Balbo e degli equipaggi. Ma la crociera doveva continuare e l’11 gennaio si volò per la sesta tappa Natal–Bahia. Tutto regolare, una folla enorme atten-deva i trasvolatori le cui gesta già rimbalzavano sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo. Il 15 gennaio l’ultima tappa Bahia-Rio del Janeiro. L’arrivo avvenne nel pomeriggio nella Baia di Guanabara a Botafogo in uno scenario spettacolare. All’imboccatura della Baia ad attendere gli S.55 dopo 10400 Km. percorsi vi erano gli otto Esplora-tori della Regia Marina disposti su due file e distanziati di 250 metri fra loro. Un folla immensa attendeva i trasvolatori, il Presidente del Brasile Vargas in motoscafo passò in rassegna i velivoli ormeggiati ed ornati del gran pavese. Il Brasile si fermò per festeggiare il grandioso evento che veniva vissuto anche come un trionfo nazionale. Feste con i nostri connazionali, visite a basi aeree, ad industrie e città si susse-guirono per giorni fino alla partenza per l’Italia che avvenne con il piroscafo Conte Rosso fino a Genova. I velivoli rimasero in Brasile e vennero ceduti all’Aeronautica Brasilera per 50.000 sacchi di Caffè. Di questi velivoli non se ne salverà nessuno. L’unico esemplare rima-sto al mondo è in corso di restauro. È un altro S.55 sempre brasiliano: il famoso Jahù della fondazione Santos Dumont. In Italia a Vigna di Valle si è riusciti a reperire e a consolidare una parte di uno scafo sinistro di S.55X della 199° sq.la del 94° Gruppo, unico cimelio di un aereo glorioso che ha fatto la storia dell’Aviazione mondiale.

Oltre ad organizzare la più grande impresa aviatoria che mai si fosse realizzata fino ad allora, Balbo lanciò anche il primo grande ponte tra l’Italia e l’immigrazione del Sud America che aveva visto milioni di Italiani giungere su quelle terre a cavallo tra il XIX secolo e il XX. Fu il primo grande riscatto della nostra comunità da una posizione di subalternanza nei confronti degli altri popoli europei. L’orgoglio per quella grandissima impresa del genio, della volontà e del cuore italiano, riempì l’animo di quegli uomini e di quelle donne che avevano lasciato il suolo natio per seguire un sogno; fu talmente grande quell’emozione che tuttora quel volo è rimasto indimenticabi-le anche per le giovani generazioni italo americane.

Col. Carlo Enrico Paciaroni( Presidente Regionale Toscana Ass.ne Arma Aereonautica)

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Il periodo settembre ottobre è stato molto impegnativo per il nucleo di tiro della sezione di Firenze; organizzare ben due gare di livello nazionale, molto diverse l’una dall’altra in località lontane da Firenze ed in così breve tempo ha messo in affanno noi tutti. Per predisporre tutta la logistica servono mesi di lavoro: contatti con i poligoni, sopralluoghi per la definizione degli esercizi e del-le sicurezze, redazione dei regolamenti, reperimento delle armi, ricerca degli sponsor e promozione dell’evento attraverso stam-pa, locandine, siti e mail ma nonostante tutta questa preparazione le ultime settimane prima della gara risultano comunque freneti-che. I moltissimi dettagli, spesso fondamentali per il buon esito dell’evento, si possono mettere a punto solo all’ultimo momento, inoltre risolvere tanti piccoli problemi non preventivabili prima e andare incontro alle molteplici esigenze personali dei tiratori che arrivano puntualmente insieme alle iscrizioni si può fare solo nell’imminenza della gara. Comunque grazie all’impegno di tutto il nucleo ed alla collaborazione di due associazioni di tiratori, una per ciascuna gara, siamo riusciti a portare a buon fine entrambi gli eventi con soddisfazione di noi oraganizzatori ma soprattutto con tanti elogi da parte dei molti partecipanti soddisfatti di aver partecipato.

Nei giorni 11 e 12 settembre si è svolto il Trofeo Pegaso – Gi-

glio Rosso al TSN di Sassuolo (MO) organizzato in collaborazio-ne con il Giglio Rosso Shooting Club. Una gara molto impegna-tiva perchè articolata in sei diverse prove nelle quali era previsto l’uso di una ulteriore pistola oltre a quella personale e di ben otto diversi tipi di fucile. Nelle prime cinque pro-ve l’uso della pistola personale era sempre abbinato ad altro tipo di arma fornito dall’organizzazione, mentre nell’ultima abbiamo propo-sto due diverse tipologie di fucili lo sniper ed il fucile d’assalto.

Essendo il fine principale della nostra gara quello addestrativo, pri-ma di ogni prova era prevista un’ac-

curata spiegazione sul funzionamento e l’uso di ogni singola arma e così nel primo stage è stato spiegato l’uso del giubbotto antipro-iettile e di come affrontare, con pistola, un’azione ostile portata da chi, armato, fosse anche protetto da un giubbotto antiproiettile, nella secondo abbiamo utilizzato la pistola ed il modernissimo Sa-bre Defence XR15 DEA (in dotazione al dipartimento americano antidroga) e nel terzo in rapida seguenza pistola e fucile a pompa; il quarto stage è risultata impegnativo sia per l’obbligo di usare in movimento, anche se su bersagli a breve distanza, il piccolo ma sempre affidabile Jager AP74, sia per la “killig house” ovvero un percorso che i concorrenti non avevano potuto preventivamente visionare con l’ulteriore difficoltà di sagome “ostaggiate” (da non colpire). Il quinto stage prevedeva l’uso di una seconda pistola una Walter P1 (dotazione polizia ed esercito tedesco fino alla fine degli anni 70, gemella della famosa P38 bellica) ed infine il sesto stage nel quale abbiamo utilizzato un moderno fucile di precisione Tikka Tactical per colpire il seme di un asso o la figura di un jolly di una carta da gioco posto a circa 60 metri (senza ottica a quella distanza sono invisibili anche le carte) e successivamente con un fucile d’assalto scelto fra un M16, due M4 e un AK 47 (Kalashni-kof) su normali bersagli.

La partecipacione alla gara è stata numerosa e qualificata, ed oltre ad un buon numero di tiratori “civili” c’è stata la presenza di associazioni d’arma provenienti dal centro e nord Italia e del personale in servizio delle Forze Armate e dei corpi di Polizia. La

classifica militare è stata dominata dal trio Manzini, Lonardi, Orizio di UNUCI Modena che pur partecipan-do per la prima volta a questo tipo di gare ha dimostrato che l’esercizio, la tecnica e la grande esperienza accumulata nelle ripetute parteci-pazioni ai campionati italiani di tiro operativo rappresentano un baga-glio difficile da superare. Al secon-do posto la squadra della Gurdia di Finanza CAS di Orvieto, seguita dai Carabinieri Firenze Estremaratio, e dalla Polizia Municipale di Firenze;

Gare di tiro:consuntivo deL 2° triMestre 2010

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VISITA DEL GEN.D. ANTONIO RICCIARDI ALLA SEDE DI UNUCI FIRENZE

Il Gen. Antonio Ricciardi e il Presidente Gen. Calogero Cirneconella sede di Unuci Firenze

Il giorno 21 settembre, il Gen.D. Antonio Ricciardi, Co-mandante della Scuola Allievi Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri, ha fatto visita alla Sezione Unuci di Firenze dove è stato accolto dal Presidente, Gen.D. Calogero Cirneco, e dai componenti il Consiglio della Sezione.

Il Gen. Ricciardi è Socio Unuci “da sempre” avendo per affetto costantemente rinnovato, malgrado i numerosi trasfe-rimenti, la sua iscrizione alla Sezione di Ancona dove è stato lungamente iscritto suo padre.

Al termine della gradita visita, il Gen. Cirneco ha consegna-to il Crest della Sezione al Gen. Ricciardi che ha contraccam-biato con la medaglia ricordo dell’Istituto da lui fatta realizzare di recente, per la prima volta nella lunga storia della Scuola.

Il Generale Ricciardi, il Presidente Cirneco e il Consiglio Direttivo di Unuci Firenze nel chiostro di San Pancrazio

la classifica “civili” e’ stata vinta da Manganelli davanti ad Uli-vieri e Falconi. Molto apprezzati al momento della premiazione i numerosi oggetti messi a disposizione dai nostri sponsor fra cui un fucile a pompa, due pistole, alcuni buoni acquisto e materiali per la ricarica.

Il giorno 23 settembre si è svolto il Trofeo ex ordinanza Gen.S.A. Fulvio Ristori al TSN di Lucca organizzato in collaborazione con l’associazione I Fucilieri di San Piero a Sieve. La gara che preve-deva sei classifiche riservate ai tiratori militari, altrettante ai tiratori civili ed una mista, si è svolta in un clima rilassato ed amichevole grazie anche alla preziosa collaborazione offerta da I Fucilieri e da tanto entusiasmo dimostrato dai molti tiratori presenti.

Fra le novità che abbiamo proposto per questa edizione oltre all’adozione di due nuove categorie c’è stata anche la presenza di titolari di alcune delle aziende che hanno sponsorizzato la ma-nifestazione, cosa che ha permesso di far visionare i prodotti ma anche di farli provare. Avevamo infatti riservato una delle linee di tiro a modernissimi e particolari modelli di fucili “sniper long range” ovvero da tiro di precisione per le lunghe distanze che, certamente eccessivi nei limitati 100 metri del poligono per questo tipo di armi, hanno comunque suscitato curiosità ed interesse fra tutti i presenti.

Prove tangibili dell’apprezzamento che il nostro evento ri-scuote è la provenienza dei tiratori, oltre che dalla nostra regio-ne arrivavano infatti anche da Umbria, Lazio, Emilia Romagna, Liguria, Veneto e Lombardia. Anche l’elevato numero (18) delle aziende che ci hanno sponsorizzato dotandoci di un montepremi talmente ricco per valore e numero degli oggetti estratti a sorte fra tutti i partecipanti, da far invidia anche alle più titolate manifesta-zioni di campionato nazionale. Di seguito l’elenco dei vincitori “militari” cat. B Alessandro Camarrone, cat. C Alessandro Rossi, cat. D Leonardo Begliomini, cat. E Fabio Scarabelli, cat. F Pierar-mando Escalar, cat. G Alessandro Rossi e dei vincitori “civili” cat. A Giovanni Piatteli, cat. B Alessandro Togneri, cat. C Rio Giulio Torsoli, cat. D Alessandro Callai, cat. F Alessandro Callai, cat. G Flavio Cosentino.

In entrambe le gare i tiratori della nostra sezione hanno ripor-tato significativi e lusinghieri risultati. A Sassuolo la squadra Unu-ci Firenze (Andreotti, Berni, Bigieschi) si è classificata quarta con Aldo Andreotti 9° nell’individuale e Mirko Berni 14°; a Lucca il podio della categoria B è stato tutto appannaggio della nostra se-zione con Camarrone, Bigieschi e Gianarro come pure i primi due primi posti nella F con Scarabelli e Gianaro, nella G 2° Pieraccio-ni e 6° Bigieschi e nella D Andreotti 3° e Gianarro 4°.

Vorrei anche ricordare il primo posto individuale conquistato da Scarabelli nella gara di tiro della Monteferrato oraganizzata da Unuci Prato ed il secondo posto della squadra composta da Scara-belli, Camarrone, Giannarelli e Pieraccioni.

Ten. Fabio Scarabelli

Pesaro, 13 giugno 2010: il S.Ten.Cri Domenico Gianarro e i compagni di pattuglia.

Marche 2010: La pattuglia 5ª classificata

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CIRCOSCRIZIONE UNUCI TOSCANA

VITA DELLE SEZIONIVITA DELLE SEZIONISEZIONE DI PRATO

Via de’ Tintori, 11 - 59100 Prato - Tel. 0574 41410

Gara per pattuglie Montepiano Monteferrato 2010

Nonostante le condizioni meteo assolutamente avverse, an-che quest’anno si è regolarmente svolta la Gara per Pattuglie militari “Montepiano-Monteferrato 2010”. La competizione ha visto prevalere la pattuglia di Unsi Prato seguita a breve dalle due pattuglie di Unuci Perugia.

Il tutto si è concluso con gli apprezzamenti dei partecipanti i quali non hanno mancato di manifestare le prorpie impressioni agli organizzatori nell’ottica di aumentare e migliorare la for-mazione e l’addestramento del personale coinvolto.

Le prove principali sono state: Alpinismo, Soft air di rastrel-lamento con scontro a fuoco, Orientamento, Uso del Mortaio, Posto di Blocco in supposto territorio amico.

Corso base NBCR

Sabato 16 Ottobre, presso la sede dell’Hotel Datini in viale Marconi 80 a Prato e a cura di Unuci Prato si è tenuto un corso base sugli agenti e gli scenari di un possibile conflitto NBCR. Dopo il saluto del presidente di Unuci Prato S.Ten. Cristiano Orlandini, hanno avuto inizio le due sessioni dei lavori.

Per la prima Sessione (“I possibili agenti”, moderatore Cap.Med. Bussolini) si sono avuti i seguenti interventi:

“Considerazioni Generali e Storiche” (Col. Zarcone, Co-mandante Uff. Storico dell’E.I.)

“Rischio CBNRe: Aggressivi Chimici” (Dott. Chim. G.M. Valentini)

“Gli agenti biologici” (1° Cap. Med. Ferracani)“Gli agenti radioattivi” (1° Cap. Med. Ferracani)Per la seconda Sessione (“La gestione dell’emergenza”, mo-

deratori 1° Cap.Med. Ferracani e Dott. Valentini):“Il BLS nelle emergenza NBCR” (Cap. Med. Bussolini)“La gestione dell’emergenza: le esperienze dei VV.F.” (Dott.

Ing. Mencagli)“Chimica e Fisica della combustione, effetti sull’uomo, pre-

venzione ed estinzione dei fuochi” (Dott. Ing. Ten. Tosti)L’organizzazione è stata del Cap. Med. Silvano Ferracani

presidente nazionale CIORM.

Cerimonia alla Torricella

Domenica 19 settembre, anniversario della battaglia della Torricella svoltasi nel settembre 1944 sulla Linea Gotica nel co-mune di Vernio, la Sez. Unuci di Prato, in collaborazione con il Comune di Prato e la Comunità Montana della Val Bisenzio, ha organizzato la cerimonia di commemorazione dei Caduti di quei combattimenti. Alla cerimonia hanno preso parte l’On. An-drea Lulli membro della Camera dei Deputati, la Dott.sa Maria Guia Federico Prefetto di Prato, le Autorità Civili e Militari, le Associazioni Combattentistiche e d’Arma e numerosi cittadini.

L’On. Lulli e il Sindaco di Vernio Dott. Paolo Cecconi han-no reso omaggio ai Caduti mentre il S.Ten. Cristiano Orlandini Presidente di Unuci Prato ha letto il messaggio del Presidente Nazionale Unuci Gen.S.A. Giovanni Tricomi.

Al termine ha avuto luogo la premiazione dei vincitori della Gara di Pattuglie “Montepiano Monteferrato 2010” organizzata da Unuci Prato.

Ten. Paloscia Avv. Gabriele

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SEZIONE DI GROSSETOVia Mazzini, 73 - Grosseto - Tel. 0564 417192 - [email protected]

2 giugno, Festa della repubblica: la cerimonia presso la Prefettura di Siena

Briefing con i Para’

A luglio durante un’esercitazione del 186° RGT Paracadu-tisti di Siena un gruppo di venti soci guidati dal Presidente Col. Bonifazi ha partecipato ad un briefing durante il quale il Co-mandante Col. Aldo Zizzo, il Ten.Col. Angelo Intruglio e il I° Maresciallo Franco Provenzale hanno illustrato la capacità del reggimento ad agire in un difficile contesto operativo.

Una pattuglia a Grifo 2010

Una pattuglia di Unuci Siena, composta dal Ten. Marco Radi, dal Serg. Maurizio Vannetti e dal C.le Mario Giordano, ha partecipato alla gara nazionale Grifo 2010 dove ha conquistato un onorevole 6° posto nella classifica finale.

Fiori d’arancio

Nel mese di Giugno il Socio S.Ten. Dr. Luca Martini si è feli-cemente unito in matrimonio con la gentile Signorina Maria Dora Bruno dei Baroni di Belmonte. Ai due Sposi le congratulazioni e gli Auguri di Unuci Siena e della redazione di Unuci Toscana.

17 settembre: Unuci alla caserma Bandini di Siena per la cerimonia della Madonna di Fatima

Ottobre: IV Trofeo di tiro Col. Otello Paolini al Poligono di Campeccioli

Il Presidente dell’Anpdi di Siena Gen.par.(r) Sergio Fucito e il Presidente di Unuci Siena Col.par.(r) Giorgio Bonifazi durante la cerimonia della festa provinciale dell’Arma

SEZIONE DI SIENAVia dei Fusari, 24 - 53100 - Siena - Tel. 0577 281186 - C/C Postale n. 116955330

Laurea in famiglia

La Signorina Maria Stella Billeri, figlia del Cap. Alessan-dro Billeri segretario di Sezione, ha conseguito la Laurea in Lingue e Letterature Straniere presso la facoltà di Lettere e Filosofia di Siena.

Felicitazioni e Auguri da Unuci Chianciano e dalla redazione di Unuci Toscana.

SEZIONE DI CHIANCIANOVia della Libertà, 510 - Chianciano Terme

Summer Camp per i bambini

La Sezione Unuci di Grosseto, con lo scopo di raccogliere fondi per una Associazione sulla ricerca per combattere la di-strofia scapolo omerale, ha organizzato con una Scuola di Ba-sket Grossetana (Biancorossa-Grosseto) un Summer Camp per bambini da 8 a 12 anni di età. Per l’attendamento è stata richiesta ospitalità presso il Centro Militare Veterinario di Grosseto.

Il Comandante Col. Marco Reitano ha messo a disposizione 10 tende e altre strutture logistiche. 50 bambini hanno parteci-pato all’iniziativa e all’alza bandiera con i militari del Centro. Hanno poi visitato l’istallazione.

Ottima l’organizzazione che ha entusiasmato i bambini e soddisfatto i genitori. Nella foto il Presidente Col. Giancarlo Indiati tra i ragazzi dopo l’alzabandiera

Conferenza

Sabato 16 ottobre alle ore 16, presso la Sede in via Bec-cherie 5, il Dott. Salvatore Fedele, ufficiale dei Carabinieri in congedo e già dirigente del Ministero del Lavoro, ha affron-tato due argomenti che hanno molto interessato il pubblico presente: “Le origini e l’assetto attuale del Ministero del la-voro” e “I compiti svolti dalla Direzione del Lavoro”. Infine ha terminato il suo intervento con una sorpresa musicale con apparecchiature e disegni d’epoca. Un Vin d’Honneur ha pia-cevolmente concluso la serata.

SEZIONE DI AREZZOVia Beccheria, 5 - Arezzo

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ISCRIZIONI 2011

Si invitano gli Ufficiali e gli Amici Unuci a rinnovare l’iscri-zione per l’anno 2011 presso la Sede della sezione in piazza San Pancrazio 2, oppure tramite bollettino sul c/c postale n. 12026506.In relazione a quanto deliberato dal Consiglio Nazionale Unuci n. 50 (13-14 Ottobre 2010) e sulla base delle disposizioni conte-nute nello Statuto sociale recentemente revisionato, si riportano di seguito gli importi relativi alle quote annuali un vigore dal 2011 (comprensivi del contributo alla rivista Unuci Toscana):Soci Ordinari (Ufficiali in congedo) E 50,00 + 5Soci Aggiunti ( Ufficiali in servizio) E 50,00 + 5Soci Aggregati (ex Amici) E 50,00 + 5I soci delle succitate categorie che versano il doppio della quo-ta annuale vengono iscritti, per l’anno di riferimento, nell’Albo Speciale dei Sostenitori Volontari della Presidenza Nazionale con specifica citazione nella rivista Unuci.

UNUCI TOSCANA

“ON LINE”Portiamo a conoscenza i nostri lettori che nel sito http://firenze.unuci.org cliccando sulla voce “Rivista” è possibile con-sultare Unuci Toscana a partire dal n. 46. Buona lettura a tutti! Nel sito si trovano anche tutte le informazioni relative alle attività di Unuci Firenze.

PROGRAMMA DELLE ATTIVITÀ ADDESTRATIVE E CULTURALI DELL’ ANNO 2011Sezione Unuci di Firenze: Piazza San Pancrazio 2 - Tel. e fax: 055212923

Orario di apertura: dal lunedì al venerdì ore 10,00-12,00 e 16,00-18,00; il sabato ore 10,00-12,00

VISITE ADDESTRATIVE (in date da definire)Programma consultabile anche sul sito http//firenze.unuci.org

Siena, visita al 186° RGT Paracadutisti “Folgore”, Caserma “La marmora”.Pisa, visita alla base U.S.A. di Campo Derby.Firenze, visita alla Nuovo Pignone.Eventuale uscita in mare.

ADDESTRAMENTO PATTUGLIE E TIROProgramma consultabile anche sul sito http//firenze.unuci.org

Nazionali:- 11 e 12 giugno: Sassuolo (MO), Poligono Tsn, Gara di tiro operativo “Trofeo Pegaso Giglio Rosso”.- 15 ottobre: Lucca, Poligono Tsn, Gara di tiro con fucili ex ordinanza “Trofeo Gen. S. A. Fulvio Ristori”.

Interregionali:- 12 marzo: Fucecchio (FI), Poligono Tsn, Gara di tiro rapido “Trofeo Marzocco”.- 13 aprile: Pontedera, Poligono Tsn, gara di Tiro rapido “Trofeo Caduti in Afganistan”.- 14 maggio: Capannori Loc. Ruota (LU), Poligono La maggina, Gara di tiro operativo “Trofeo Gen. Guido Boselli”.

INIZIATIVE CULTURALIConferenze: come ormai divenuta tradizione verranno programmati due cicli di conferenze a tema:- il primo ciclo sarà svolto in primavera e verterà sulle grandi figure del Risorgimento Italiano- il secondo ciclo sarà svolto in autunno e illustrerà i grandi condottieri italianiConsultare la Sezione o il sito http//firenze.unuci.org.

Pubblicazioni: n° 2 edizioni della rivista regionale “Unuci Toscana” (invio gratuito agli Iscritti).

PROTEZIONE CIVILERiunioni Mensili: ogni secondo martedì del mese del Nucleo protezione Civile e della Calotta presso i locali della protezione Civile del Comune di Firenze in località Olmatello (zona Novoli-Mercafir).

Il Presidente, il Consiglio Direttivodella Sezione Unuci di Firenze

e la redazione di Unuci Toscana

Auguranoa tutti gli Ufficiali iscritti, alle Amiche e Amici Unuci,

ai loro familiari, a tutti i lettori del notiziario

Buone Feste

NOTA DELLA PRESIDENZA NAZIONALE SUL RINNOVO DELLE QUOTE ASSOCIATIVE

La Presidenza Nazionale Unuci con foglio 420/1521 del 18 novembre 2010, in riferimento al versamento delle quote sociali, comunica che il Consiglio Nazio-nale nell’aprile 2010 ha stabilito al 3° comma dell’art. 35 del nuovo Statuto: «l’Iscritto che non ha versato ingiustificatamente la quota sociale entro il primo se-mestre dell’anno di riferimento viene sospeso dai ruoli dell’Ente e non riceve la rivista. Se il mancato versa-mento permane alla scadenza del secondo semestre, l’Iscritto viene cancellato dai ruoli dell’Unuci ed è te-nuto a consegnare la tessera di iscrizione».