39
5 Indice Uomini e insediamenti Le sponde degli avi. Archeologia e storia, dal Neolitico all’Al- tomedioevo, di Alberto Crosato Paesaggi sociali. Uomini, comunità e mestieri fra Medioevo ed Età Moderna, di Alberto Grandi Geografia del Sacro. Chiese, oratori, capitelli, di Fernanda Incoronato Natura e artificio Colture e paesaggi agrari. Geografie rurali nel bacino del fiume, di Eugenio Camerlenghi Giardini e paesaggi. Dall’hortus conclusus alla riserva naturali- stica, di Sara Protasoni Difese liquide, difese murate Seguendo la corrente. Assetti fluviali e manufatti idraulici, dall’Antichità alla contemporaneità, di Carlo Togliani Sentinelle del fiume. Castelli, forti, opere di difesa, di Claudia Bonora Previdi

Uomini e insediamenti Natura e arti˜cio Difese liquide ... · colturali e idrauliche) ... pliamenti e nuove costruzioni. ... Ippolito Pindemonte e l’Accademia di Padova, con il

  • Upload
    dohanh

  • View
    215

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

5

Indice

Uomini e insediamenti

Le sponde degli avi. Archeologia e storia, dal Neolitico all’Al-tomedioevo, di Alberto Crosato

Paesaggi sociali. Uomini, comunità e mestieri fra Medioevo ed Età Moderna, di Alberto Grandi

Geogra�a del Sacro. Chiese, oratori, capitelli, di Fernanda Incoronato

Natura e arti�cio

Colture e paesaggi agrari. Geogra�e rurali nel bacino del �ume, di Eugenio Camerlenghi

Giardini e paesaggi. Dall’hortus conclusus alla riserva naturali-stica, di Sara Protasoni

Difese liquide, difese murate

Seguendo la corrente. Assetti �uviali e manufatti idraulici, dall’Antichità alla contemporaneità, di Carlo Togliani

Sentinelle del �ume. Castelli, forti, opere di difesa, di Claudia Bonora Previdi

6

Verso l’Expo 2015 (e oltre)

Prospetti e prospettive nel territorio del Parco, di Laura Pie-rantoni

Bibliogra�a e sitogra�a

99

Giardini e paesaggi. Dall’hortus conclusus alla riserva naturalistica

di Sara Protasoni

Nel paesaggio del Parco del Mincio, l’arte dei giardini ha generato nel tempo e nello spazio luoghi di grandissimo interesse sia per gli studiosi e i progettisti del paesaggio, che per gli appassionati. Parchi e giardini sono qui considerati come costruzione complessa, che si genera dal lento depositarsi in un luogo di trasformazioni intenzionali e interventi di manutenzione che interessano la forma del suolo, la presenza dell’acqua, la vegetazione (con l’alternarsi di alberi da ombra e alberi da frutta), le attrezzature e in genera-le l’alleanza tra arti�cio e natura, la ricerca di effetti di colore in una com-posizione quasi pittorica. Allo stesso tempo, parchi e giardini sono riguar-dati come costruzione estetica (letteraria, �gurativa), connessa all’idea di spazio dell’architettura e del suo rapporto con lo spazio della Natura1.

In questo senso, ogni giardino appare in relazione con la storia della cul-tura e delle arti �gurative e, in maniera forse ancor più evidente che l’ar-chitettura tout court, può essere considerato la rappresentazione del rappor-to tra l’uomo e la natura, quello stesso rapporto che la �loso�a e l’estetica discutono sul piano teorico. La descrizione e l’interpretazione dei giardini e dei parchi in un contesto così fortemente connotato quale il territorio del corso del Mincio, consente dunque di speci�care al massimo grado l’idea stessa di ‘paesaggio’ del Parco del Mincio.

Il dipinto Minerva caccia i Vizi dal giardino delle Virtù, che Andrea Mantegna realizza intorno al 1497 per lo studiolo destinato a Isabella d’E-ste (giovanissima sposa di Francesco II Gonzaga) nella piccola torre sud-orientale di Castel San Giorgio a Mantova, fornisce l’immagine che meglio di ogni altra può rappresentare i temi affrontati in questo scritto. La scena si svolge in un giardino delimitato da un curioso edi�cio vegetale2, un por-

1. Cfr. Grimal, 2000.2. Secondo la critica, il pergolato è direttamente riconducibile alle architetture vege-

tali ritratte nell’Hypnerotomachia Poliphili (o Combattimento d’amore in sogno di Poli�-lo), scritto da Francesco Colonna, forse signore di Preneste, stampata a Venezia nel 1499

100

ticato di siepi accuratamente potate, oltre al quale si intravede un lontano paesaggio che digrada nella luce velata dalla bruma secondo le regole del-la prospettiva. In primo piano si colloca una pozza d’acqua melmosa nel-la quale si dibattono strani esseri, allegorie dei vizi. Sul lato destro si erge un antico muro di grossi blocchi di pietra; sulla sinistra si intuisce, oltre il pergolato, la presenza di una natura impervia e selvaggia di foreste e rocce, da cui Minerva irrompe sulla scena.

L’opera era parte di un ciclo commissionato, ad alcuni tra i più eminen-ti pittori del periodo, dalla stessa Isabella, colta e appassionata collezionista di arte e archeologia, promotrice di una �tta rete di scambi culturali intor-no alla corte dei Gonzaga tra la �ne del Quattrocento e la prima metà del Cinquecento. Il programma �gurativo del ciclo, basato su temi mitologici e allegorici desunti dalla letteratura e celebrativi di se stessa e della sua casa-ta, era congegnato per rappresentare alcuni capisaldi della formazione eti-ca e culturale della marchesa. ‘Il trionfo della virtù’ descrive il giardino simbolico delle virtù (incarnate da �gure femminili e guidate da Minerva, rappresentazione della stessa Isabella), che è stato occupato da vizi e, per questa ragione, si è trasformato in una palude. In questa sede non c’è spa-zio per tentare di decifrare la complessa costruzione allegorica che coin-volge �gure simboliche d’ispirazione classica e iscrizioni riportanti citazio-ni e aforismi in latino, greco ed ebraico3. Dal punto di vista del presente scritto, il quadro ha piuttosto il valore di una metafora in grado di rappre-sentare alcuni temi essenziali.

Innanzitutto il paesaggio collinare sullo sfondo, solcato da un �ume ad ampie anse, rievoca con grande incisività il paesaggio del Mincio nel trat-to in cui attraversa l’an�teatro morenico del Garda e i terrazzi ghiaiosi dell’Alta Pianura. Viene dunque assunto come un ‘ritratto d’autore’ del ter-ritorio di cui ci occupiamo.

In secondo luogo l’architettura vegetale che racchiude lo spazio, diret-tamente riconducibile a uno degli elementi della tradizione classica, ben rappresenta un tratto ricorrente nei parchi e nei giardini di cui il presen-te scritto si occupa: la tensione tra l’esperienza della spazialità raccolta dell’hortus conclusus (riconducibile al paradigma del giardino medieva-le, carico di simbolismi complessi ed estremamente evoluto nelle tecniche colturali e idrauliche) e l’apertura verso scorci più profondi, al limite ver-so l’in�nito, attraverso i dispositivi prospettici dell’inquadratura, della ba-

dalla tipogra�a di Aldo Manunzio. Il ricchissimo corredo di incisioni illustra, tra gli altri aspetti dei giardini del tempo, la grande ricchezza dell’arte topiaria. Si ritiene che il vol-ume facesse parte della biblioteca di Isabella. Cfr. Colonna, 1964.

3. Indice della grande erudizione della cerchia di Isabella e della profondità storica delle fonti a cui attingeva, tra Antichità, Medioevo e contemporaneità, ovvero Rinascimen-to (cfr. Campbell, 2004).

101

laustra e in generale del giardino pensile o terrazzato che si affaccia sul paesaggio, che ritroviamo sia nelle sistemazioni cinquecentesche e seicen-tesche (come il giardino del Palazzo Cavriani, già Guerrieri Gonzaga, a Volta Mantovana), che nei parchi di ispirazione ‘romantica’ (il Parco Si-gurtà a Valeggio sul Mincio).

In�ne l’immagine dei vizi che trasformano il giardino in una palude allu-de alla fragilità dei materiali che lo costituiscono: terra, pietra, acqua e vege-tazione. Quando il giardino non è oggetto di cure ‘virtuose’ di stagione in sta-gione, esso rischia di morire e scomparire senza lasciare traccia. La continuità nella cura, che ritroviamo nella vicenda della riserva di Bosco della Fontana a Marmirolo, e soprattutto di Parco Sigurtà, appare dunque come condizio-ne ineludibile per l’esistenza di ogni giardino. Come ha scritto Gilles Clément

… fatto di elementi vivi in dialogo permanente con il giardiniere, il giardino presup-pone una co-evoluzione permanente degli esseri di natura e degli umani coinvolti4.

Il testo che segue rilegge alcuni esempi di parchi e giardini nel paesag-gio del Mincio intorno a tre temi formali che aprono il confronto con la tradizione dell’arte dei giardini, tra naturalezza e arti�cio, tra estetica pitto-resca ed estetica architettonica, tra sensazione e struttura.

Giardini architettonici

Come ricorda Eugenio Battisti in un saggio sul giardino tra Quattrocen-to e Cinquecento, «… la trasformazione rinascimentale ebbe luogo non nel giardino per se stesso, ma nell’intera disposizione del palazzo o della villa e nel rapporto tra giardino e paesaggio»5. Questa condizione si realizza in maniera esemplare nel giardino di Palazzo Cavriani a Volta Mantovana, che con i suoi terrazzamenti si affaccia sul corso del Mincio e sulla pianura.

Voluto come residenza estiva da Barbara di Brandeburgo, moglie di Lu-dovico Gonzaga, il palazzo di Volta Mantovana6 è stato realizzato a par-tire dal 1466 su un complesso di strutture (la Rocca, le cinte murarie e al-cuni edi�ci del borgo), che era stato costruito nei decenni precedenti in stretta relazione con la conformazione e la natura del sito: ultima delle col-line che proteggono i con�ni settentrionali del Ducato di Mantova, insieme con i rilievi di Castiglione delle Stiviere, Solferino e Cavriana, la collina di Volta Mantovana va a comporre una linea difensiva che nei secoli è sta-ta oggetto di opere di forti�cazione.

4. Cfr. Clément, 2012, p. 32.5. Cfr. Battisti, 2004, p. 19.6. Cfr. Mezzadrelli, 1993.

102

Fig. 1 - Volta Mantovana, Giardino di Palazzo Cavriani (già Guerrieri Gonzaga) (foto di M. Introini)

L’assetto attuale è l’esito di una complessa serie di trasformazioni, am-pliamenti e nuove costruzioni. La residenza fu terminata negli anni Set-tanta del Quattrocento; i giardini, invece, sono il risultato di un lungo pro-cesso avviato nella prima metà del Cinquecento da Giovanni Battista Guerrieri, al quale i Gonzaga avevano prima assegnato e successivamen-te donato il palazzo. Purtroppo le demolizioni e gli ammaloramenti inter-venuti non consentono oggi di cogliere appieno la qualità e la ricchezza dei diversi interventi realizzati sul sistema degli spazi del giardino, nei quali si ravvisa il riferimento ad alcuni dei principali modelli rintracciabili nella storia dell’architettura.

La prima porzione del giardino, evidentemente riconducibile alla for-ma dell’hortus conclusus, è collocata su un terrapieno preesistente, prote-so verso Est e che faceva parte dell’antico sistema delle forti�cazioni. La restante parte costituisce un sistema di ampi terrazzamenti che digradano (con un dislivello complessivo di 16,50 m) verso oriente, affacciati sul pae-saggio del Mincio. I muri di contenimento coronati da balaustre, i pergola-ti e la modellazione del suolo in una perfetta geometria di piani orizzontali individuano una sequenza di spazi chiaramente riferibili alla tipologia dei

103

giardini di villa della tradizione toscana, veicolata nell’ambiente mantova-no dal lavoro di Luca Fancelli che si ritiene abbia collaborato con Brunel-leschi a Firenze e con Leon Battista Alberti tra Firenze e Mantova.

Come nel caso esemplare di Villa Medici a Fiesole, realizzata da Gio-vanni de’ Medici tra il 1451 e il 1457, i giardini terrazzati innestano l’idea del giardino pensile, ispirato all’architettura di Roma antica e riferibile al-le considerazioni sul tema proposte da Alberti nel De Re Aedi�catoria7, su un principio costruttivo fondato su tecniche tradizionali di modellazio-ne del suolo per �ni agricoli. Ma nella sistemazione di Volta Mantovana è già all’opera anche il modello cinquecentesco del giardino del Belvedere, realizzato per il papa Giulio II della Rovere a Roma, tra il Palazzo Vatica-no e la Palazzina del Belvedere, a partire dal 1505 e su progetto di Dona-to Bramante8. Scalee monumentali, poggi, sculture e fontane inseriscono nel sistema delle terrazze un ordinamento dello spazio fondato sull’indivi-duazione di unità di giardino dal diverso carattere e sulla costruzione di una sequenza ordinata che stabilisce una chiara gerarchia tra il tutto e le parti: una vera e propria architettura del giardino. Anche se, evidentemen-te, rispetto al modello del Belvedere, nella più ‘rustica’ versione di Volta Mantovana la scala dell’opera è assai più contenuta e più modesto è il pro-gramma, che non prevede grandiose rappresentazioni teatrali e colloca nel giardino un assai limitato museum di marmi di ispirazione classica.

Giardini ‘all’inglese’

La vicenda che vede affermarsi l’arte dei giardini ‘inglesi’ in Italia è te-ma che meriterebbe un’ampia trattazione. In questa sede è d’obbligo men-zionare almeno il percorso lombardo, che ruota intorno alle �gure di Pietro Verri e, soprattutto, di Ercole Silva, con la pubblicazione all’inizio dell’Ot-tocento del volume Dell’arte dei giardini inglesi9. All’incirca negli stes-si anni, Ippolito Pindemonte e l’Accademia di Padova, con il contributo di Melchiorre Cesarotti e di Luigi Mabil, aprirono la discussione sulla neces-sità di introdurre nella tradizione italiana dell’arte dei giardini il riferimen-to all’esperienza d’oltremanica10.

È interessante notare come, tra Lombardia e Veneto, questa apertura in-ternazionale riguardo ai riferimenti formali ed estetici dell’arte dei giar-dini si innesti su un movimento di pensiero che, nel promuovere una pro-

7. Alberti, 1966, p. 806. Il trattato, concepito sull’esempio di quello di Vitruvio, era stato scritto in latino e completato a Roma nel 1552.

8. Cfr. Azzi Visentini, 1995, pp. 73-87; Conforti Calcagni, 2003.9. Cfr. Silva, 1801; Conforti Calcagni, 2007; Azzi Visentini, 1988, pp. 23-53.10. Cfr. Pietrogrande, 1994-95, CVIII, p. III, pp. 19-38.

104

fonda trasformazione strutturale della realtà economica, giunge a proporre un nuovo e moderno sviluppo rurale, imperniato su una ritrovata centralità della terra quale principale fonte di ricchezza. Un movimento che coinvol-ge alcuni tra i più impegnati esponenti dell’Illuminismo lombardo, da Pie-tro Verri ad Alessandro Manzoni con Cesare Cantù e, indirettamente, Car-lo Cattaneo.

Nel più generale movimento di rinnovamento della cultura, tra Illumi-nismo e Risorgimento, saranno ricondotti al nuovo stile ‘inglese’ numero-si giardini di villa del Mantovano. Un caso di particolare interesse è il Par-co Sigurtà a Valeggio sul Mincio11. L’eccezionale qualità paesaggistica del sito è legata alla collocazione di Valeggio: in corrispondenza di un valico di accesso alla pianura, nei pressi di una collina che ha sempre rivestito un importante ruolo di presidio. Sulla sommità sorge il Castello Scaligero, ba-luardo occidentale del sistema difensivo del Serraglio, una linea difensiva costruita dai veronesi intorno alla metà del Quattrocento e successivamente smantellata dagli Austriaci.

Il nucleo originario del parco risale all’inizio del Quattrocento, quando un nobile veneziano acquistò e riunì tre fattorie, costruendo la prima casa padronale. Attraverso diversi passaggi di proprietà, il sito giunse integro �-no al Seicento. La proprietà era indivisibile in quanto si trattava di un ‘bro-lo’, un’area delimitata da un alto muro all’interno della quale era insedia-ta una famiglia nobile o patrizia con un certo numero di dipendenti. Tutti gli spazi liberi avevano una destinazione speci�ca: campi coltivati, frutteto, orto, bosco destinato alla caccia e alla produzione di legna da ardere. Era presente anche un giardino, organizzato sul modello dell’hortus conclusus, riservato agli ozi dei proprietari.

Il brolo di Valeggio, per la sua collocazione sommitale, è da sempre at-traversato da numerose strade panoramiche e, sin dal Settecento, i proprie-tari valorizzarono la sua vocazione di ‘locus amoenus’ rinunciando a po-tenziare la produzione agraria. L’ampliamento della casa padronale per trasformarla in una dimora nobiliare si deve a un esponente della famiglia Maffei, il conte canonico Antonio, arciprete della cattedrale di Verona: nel 1693 egli incaricò dell’opera un discepolo di Palladio, Vincenzo Pellesina, che di lì a poco avrebbe realizzato anche Villa Pompei Sagramoso a Illasi.

In corrispondenza del fronte sud della villa si trova il giardino formale, delimitato da un muro a emiciclo nel quale si apre il cancello di ingresso.

Il parco vero e proprio, che oggi si estende per circa 60 ettari ma che nel momento del primo impianto era individuato su un’area di 10 ettari, fu re-alizzato dal marchese Antonio Maffei, cugino di Ippolito Pindemonte, a partire dalla �ne del Settecento.

11. Cfr. Conforti Calcagni, 1990, pp. 127-152.

105

Fig. 2 - Goito, ansa del �ume Mincio in corrispondenza di Villa Moschini (già D’Arco) (foto di M. Introini)

Un lungo viale alberato collegava la villa all’Eremo di Laura, un tem-pietto neogotico dedicato alla moglie, realizzato su una piccola altura a nord della villa. La fascia pianeggiante a est del viale costeggiava la strada per Peschiera del Garda ed era destinata all’agricoltura. Verso ovest, in-vece, un paesaggio di piccoli rilievi separava il parco dalla valle del Min-cio: in questa parte si concretizza il programma di ‘capricci’ del giardi-no all’inglese: la Grotta di Gianna (ora grotta votiva), il Castello di Nina, la Rotonda degli Incanti, al limite nord del parco. Il resto della proprietà era all’epoca coltivato. Il giardino del Maffei mantiene pressoché immutato l’andamento del terreno, includendo nell’assetto �nale avvallamenti e rilie-vi, con l’obiettivo esplicito di integrarsi con la campagna circostante, come suggeriva la concezione ‘inglese’. Allo stesso tempo, il parterre di aiuo-le �orite sul fronte anteriore viene riproposto anche su quello settentriona-le. L’esito è un insieme in cui preeistenze e nuove costruzioni, tradizione e modernità convivono, segnalando come il parco sia parte di un processo di lunga durata che continua anche oggi.

Quattro sono gli elementi che, nello spazio e nel tempo, hanno determi-nato l’eccezionale qualità del Parco Giardino Sigurtà: la conformazione

106

del sito e in particolare la morfologia del suolo; la ricchezza del paesaggio culturale circostante, che si percepisce a colpo d’occhio negli scorci inqua-drati dai diversi punti panoramici del parco (il vicino Castello Scaligero e, sullo sfondo, la struttura insediativa dei borghi e delle rocche sulle colline moreniche intorno alla piana; la vicina Diga-ponte Viscontea e la sinusoi-de del corso del Mincio, ritmato dalle opere idrauliche); la consistenza e la persistenza della proprietà, che è giunta sostanzialmente integra sino al se-condo dopoguerra per essere successivamente ampliata sino alla dimensio-ne attuale; la continuità (a parte alcune brevi interruzioni) di una gestione che, nelle diverse fasi, ha visto succedersi nuove costruzioni, ampliamenti e trasformazioni, ma anche attente strategie di manutenzione e cura dell’e-sistente, sino alla felice stagione del secondo dopoguerra con l’impegno di Giuseppe Carlo Sigurtà e dei suoi eredi.

Per lungo tempo dimenticato, il diritto di attingere acqua dal �ume Min-cio per scopi irrigui (acquisito nel 1776 da Tullio Alvise Maffei, uno de-gli eredi della famiglia che detenne la proprietà per un periodo di 210 an-ni, dal 1626 al 1836) ha reso possibile che alcune aride colline moreniche della valle del Mincio si coprissero di una vegetazione rigogliosa. Questa trasformazione ha fatto emergere alcuni alberi secolari e numerosi arbu-sti cespugliosi (Buxus sempervivens) cresciuti nel sottobosco. L’assetto at-tuale del parco ha comportato la messa a dimora di nuove specie arboree e la de�nizione di un nuovo programma di ‘capricci’ e attrazioni: laghetti e giardini acquatici, la meridiana orizzontale, il labirinto, il giardino delle piante of�cinali e molti altri.

Il parco ha rivestito un ruolo di grande rilevanza nella vicenda che ha vi-sto affermarsi il modello anglosassone nella tradizione dei giardini del Lom-bardo-Veneto. Il già citato Pindemonte, poeta veronese e cugino del marche-se Antonio Maffei, presentò nel 1792 all’Accademia di Scienze, Lettere e Arti di Padova la dissertazione Su i giardini inglesi e sul merito in ciò dell’I-talia12. Nello stesso anno egli fu a Valeggio sul Mincio, ospite del cugino, di ritorno da un lungo viaggio in Europa. Come ha sottolineato Annamaria Conforti Calcagni, molti dei temi affrontati nella dissertazione risuonano an-che in una lettera che Pindemonte inviò dal suo ritiro a Valeggio.

Non potrei dire la bellezza di questo luogo, ov’ora mi trovo, un �ume, un lago, colli-ne, montagne, una selva di cipressi, un diroccato castello. Tutto ciò a formar viene una scena così rara, così romanzesca che io credea nei primi giorni di vedere improvvisa-mente uscir dal castello un qualche mago o di incontrare in qualche sentiero una Bra-damante, un Orlando13.

12. Cfr. Pindemonte, 1792/1809.13. Cfr. Pizzamiglio, 2000, p. 158.

107

Fig. 3 - Goito, Villa Giraffa (foto di M. Introini)

Un secondo esempio rilevante di giardino ‘inglese’ è quello di Villa Mo-schini, già D’Arco, a Goito. In questa sede viene tralasciata la comples-sa vicenda della prima villa, realizzata a Goito dal marchese Ludovico II Gonzaga a partire dal 1460, portata al massimo splendore dal duca Gu-glielmo alla �ne del Cinquecento, gravemente danneggiata da un terremo-to, progressivamente spogliata e in�ne demolita alla �ne del Settecento, quando Francesco d’Arco fece costruire nelle vicinanze l’attuale edi�cio, notevole esempio di architettura neoclassica. Il primo progetto (non realiz-zato) del parco fu af�dato al viennese Leopoldo Pollack, noto per essere stato il migliore allievo e assistente di Giuseppe Piermarini, ma soprattutto inserito da Ercole Silva nel suo trattato sui giardini inglesi per l’interessan-tissimo parco della Villa Pesenti a Sombreno14. Il giardino è attualmente disposto lungo un profondo asse prospettico che connette la villa al Min-cio, una radura delimitata da maestose quinte vegetali che culmina in par-terres in prossimità del �ume.

14. Conforti Calcagni, 2007, pp. 132-133.

108

Fig. 4 - Goito, Villa Bertone (già D’Arco, oggi Centro Parco Bertone) (foto di M. Introini)

Anche il Parco-giardino delle Bertone (nelle campagne tra Goito e Marmirolo oggi noto come Centro Parco delle mille piante e della cico-gna bianca) si è formato intorno a una residenza estiva tardo-ottocentesca della citata nobile famiglia D’Arco. Per volere del conte Luigi, naturalista e appassionato botanico, la vegetazione esistente fu arricchita e integrata con la messa a dimora di diverse essenze arboree anche esotiche. La mo-dellazione del suolo, il tracciamento dei sentieri, la sequenza delle radu-re, i laghetti arti�ciali, e la disposizione della piantumazione, con la pre-senza di notevoli esemplari di prima grandezza, rendono oggi il parco un esempio molto ben riuscito di giardino ‘inglese’ organizzato secondo i principi del pittoresco.

Riserve naturalistiche

Prima delle boni�che avviate dagli antichi Romani, proseguite nel Me-dioevo e terminate tra Settecento e prima metà del Novecento, la Pianu-ra Padana si presentava come un’estesa foresta planiziale, su suoli umidi

109

alluvionali15. Questo antico bosco era dominato dalla farnia (Quercus ro-bur), quercia tipica delle pianure continentali europee, e dal carpino bianco (Carpinus betulus), albero parente del nocciolo, amante dei climi freschi e diffuso in Europa dalle aree di pianura �no alla media montagna. Questa associazione forestale è denominata Querco-Carpinetum boreoitalicum.

La Riserva Naturale di Bosco della Fontana16, che si colloca nel comune di Marmirolo, a sei chilometri dalla città di Mantova, su un’area di circa 233 ettari, rappresenta uno degli ultimi esempi esistenti di foresta semina-turale primaria antica (ne esiste prova documentale almeno dal XVI seco-lo) riconducibile proprio all’associazione forestale del Querco-Carpinetum boreoitalicum. Per la sua importanza storica e naturalistica dal 1976 è Ri-serva Naturale Biogenetica.

L’interrogativo che sorge immediato è quali sono le ragioni della sua so-pravvivenza in un paesaggio intensamente modi�cato dall’uomo, circonda-ta com’è da coltivi di tipo intensivo e da prati stabili. Le misure di cura e

15. Cfr. Sereni, 1961; Küster, 2003.16. Cfr. Bazzotti e Ferrari, 2001.

Fig. 5 - Goito, Villa Bertone (già D’Arco, oggi Centro Parco Bertone), il laghetto romanti-co (foto di M. Introini)

110

di tutela della vegetazione e della selvaggina, gli interventi di selvicoltura, insieme con le più generali condizioni ambientali del sito, hanno consentito al bosco di mantenere nel tempo una notevole consistenza e qualità.

L’assetto attuale – un quadrilatero con i lati di circa un chilometro e mezzo, pressoché pianeggiante, attraversato da una serie di viali rettili-nei che, incrociandosi ripetutamente, formano una lottizzazione su modulo triangolare – è il risultato degli interventi selvicolturali operati durante la prima dominazione austriaca, tra 1708 e 1797. Il tracciamento dei viali ret-tilinei, delimitati da fosse e canali, da un lato risponde all’obiettivo di ren-dere possibile il movimento dei mezzi utilizzati per la selvicoltura, dall’al-tro consente lo scorrimento delle acque super�ciali e dunque il drenaggio del terreno. Quasi al centro della foresta sorge una palazzina, fatta costru-ire tra la �ne del XVI secolo e i primi anni del successivo, dal duca di Mantova Vincenzo I, quando la foresta era una riserva di caccia della fa-miglia Gonzaga. Nei pressi del castello af�ora la risorgiva che dà il nome al bosco: la ‘Fontana’, la cui esistenza è nota �n dal XII secolo.

Dalla �ne del XIV secolo all’inizio del XVIII, le vicende del Bosco della Fontana sono state legate alla famiglia dominante. Il parco rag-

Fig. 6 - Marmirolo, Bosco della Fontana, Villa o Casino della Fontana (foto di M. Introini)

111

giunse la massima estensione al tempo del marchese Francesco II (1484-1519), marito di Isabella d’Este: era allora circa dieci volte più grande dell’attuale ed utilizzato principalmente come riserva di caccia. Le cro-nache del tempo descrivono una foresta popolata di cinghiali, volpi, lupi, cervi, daini e orsi.

Fino alla �ne del Cinquecento il Bosco conservò il carattere selvag-gio della riserva di caccia, attività allora intesa non come semplice sva-go o esercizio �sico, ma come una delle principali forme di rappre-sentazione del potere da esibire soprattutto di fronte agli ospiti illustri della corte. Memorabile resta quella organizzata da Federico II Gonza-ga in onore di Carlo V nel 1530. Progressivamente anche presso la cor-te di Mantova l’arte venatoria venne investita dalla ricerca di più raf�-nate forme di svago entro il generale processo che vide le corti europee in competizione per promuovere iniziative ed eventi sempre più spetta-colari a coinvolgere le diverse arti (pittura, musica, architettura, poesia, teatro ecc.). Celebrazioni e festeggiamenti fornivano l’occasione per re-alizzare eventi sullo sfondo di veri e propri allestimenti teatrali e archi-tetture ef�mere.

Fig. 7 - Marmirolo, Bosco della Fontana, viali (foto di M. Introini)

112

Fig. 8 - Porto Mantovano, ruderi di Villa Favorita (foto di M. Introini)

Anche il rituale della caccia, sino a quel momento ispirato ai valori del-la forza e del coraggio, fu dunque modi�cato per divenire occasione mon-dana più elaborata.

Nel 1587, con l’ascesa al potere di Vincenzo I – sotto la cui guida Man-tova divenne vero e proprio centro europeo delle arti con la presenza di ar-tisti del calibro di Pieter Paul Rubens, Torquato Tasso, Claudio Monteverdi e Antonio Maria Viani – il Bosco della Fontana è parzialmente trasforma-to in ‘luogo di delizie’ attraverso la costruzione del castello, meglio noto come palazzina. L’opera è stata realizzata su progetto di Giuseppe Dattari, in una prima fase, e successivamente del Viani, entrambi prefetti delle fab-briche ducali. Vi si riconoscono motivi tipici delle dimore gonzaghesche e richiami all’opera di Giulio Romano, soprattutto nell’uso del bugnato per la muratura. Per il ricco apparato decorativo degli interni, Viani optò per un tema naturalistico, arricchito da architetture e sculture dipinte.

La villa è composta da due corpi quadrangolari, tra loro identici, collega-ti da una doppia loggia a tre fornici, che inquadra il paesaggio in profondità. Insieme con il fossato d’acqua che circonda la villa, le torri cilindriche an-golari e la piattaforma bastionata rievocano l’immagine del castello, con ef-fetto di straniamento. La meraviglia è il sentimento condiviso dai numero-

113

si visitatori del passato, provenienti dalle principali corti europee. Del resto ancora oggi il rapporto tra palazzo e selva circostante rievoca quella dimen-sione magica e prodigiosa che ha spesso attraversato in modo sotterraneo la corte gonzaghesca. Come non pensare al castello di Atlante descritto nel XII canto dell’Orlando Furioso da Ludovico Ariosto17? Nel poema cavalie-ri, provenienti dai sentieri più disparati della foresta, giungono in una radura dove come un’apparizione, sorge un palazzo. Attirati con l’inganno, i cava-lieri restano imprigionati al suo interno seguendo ognuno la vuota parvenza del proprio desiderio, in una sorta di mosca cieca incessante.

La dimensione magica e prodigiosa del Bosco della Fontana è confer-mata anche dalla leggenda legata alla sua trasformazione in un luogo di raccoglimento e meditazione religiosa per iniziativa di Carlo I Gonzaga

17. Ariosto, che svolgeva funzioni diplomatiche per gli Estensi di Ferrara, fu più volte ospite alla corte di Mantova e diede lettura del suo poema per Francesco II e Isabella sin dal 1507. La prima edizione, del 1516, fu donata a diversi esponenti della famiglia Gonza-ga ed ebbe un impatto fortissimo sulla corte (La prima edizione, del 1516, fu donata a di-versi esponenti della famiglia Gonzaga ed ebbe un impatto fortissimo sulla corte. Cfr., tra gli altri, Luzio e Renier, 1903.

Fig. 9 - Mantova, Bosco Virgiliano, prospettiva centrale (foto di M. Introini)

114

di Nevers, salito al potere dopo la morte dell’ultimo duca Vincenzo II nel 1627. Apparizioni miracolose e sogni premonitori spinsero Carlo I Gon-zaga a realizzare, a nord del palazzo costruito da Vincenzo I, il comples-so dell’Eremo di Bosco Fontana, oggi scomparso, originariamente costi-tuito da una chiesa, da un romitorio e da una palazzina destinati ai padri camaldolesi. Il progetto dell’Eremo è stato attribuito a Nicolò Sebregondi, progettista anche della ‘reggia’ La Favorita a Porto Mantovano e in segui-to al servizio di Albrecht Wallenstein in Boemia, ma studi e ricerche stan-no mettendo in discussione l’attribuzione18.

L’eremo fu soppresso nel 1782: la chiesa, sconsacrata, fu demolita nel 1793, il convento e la palazzina furono convertite in deposito munizioni nell’ambito del sistema difensivo della piazzaforte di Mantova predisposto dagli Austriaci. Un’esplosione accidentale distrusse quasi completamente gli edi�ci, i cui resti saranno rasi al suolo nel secondo dopoguerra.

Oggi la natura si sta riappropriando di ogni spazio, reintegrando per tap-pe successive le tracce, le rovine e tutto ciò che resta dell’attività umana all’interno dei cicli naturali.

18. Bazzotti e Ferrari, 2001, pp. 76-80.

Fig. 10 - Mantova, Bosco Virgiliano, boschetto (foto di M. Introini)

197

Bibliogra�a e sitogra�a

Agostini R. (2004), Ponti sul Mincio, Sometti, Mantova.Alberigo G. (1984), Il grande Borromeo tra storia e fede, Cassa di Risparmio del-

le Province Lombarde, Milano.Alberti L.B. (1966), L’Architettura, traduzione a cura di R. Bonelli e P. Portoghe-

si, Poli�lo, Milano.Amadei F. (1954-57), Cronaca universale della città di Mantova. 5 voll., a cura di

Amadei G., Marani E, Praticò G. e Mazzoldi L., CITEM, Mantova.Amari M. (2006), Progettazione Culturale - metodologia e strumenti di cultural

planning, FrancoAngeli, Milano.Ardigò R. (1872A), “La conca al Ponte dei Mulini”, La Provincia, 5 agosto.Ardigò R. (1872B), “La conca al Ponte dei Mulini”, La Provincia, 12 ottobre.Ardigò R. (1873), Sulla difesa della città di Mantova dall’inondazione, Tip. Mon-

dovì, Mantova, in Ardigò R. (1901), Per la difesa dalla inondazione e pel ri-sanamento completo della città di Mantova. Pubblicazioni diverse di Roberto Ardigò, Prosperini, Padova, pp. 31-103.

Ardigò R. (1901), Per la difesa dalla inondazione e pel risanamento comple-to della città di Mantova. Pubblicazioni diverse di Roberto Ardigò, Prosperi-ni, Padova.

Arrighi B. (1859), Mantova e la sua provincia, in Cantù C., a cura di, Grande Il-lustrazione del Lombardo-Veneto. Vol. 5, Corone e Caimi, Milano.

Arrivabene C. (1922), Relazione del progetto di massima della boni�ca. Relazio-ne 19 settembre 1922, Consorzio di Boni�ca di I Categoria del Territorio a Sud di Mantova, Manuzio, Mantova.

Arrivabene C. e Villoresi L. (1926), Il problema idraulico mantovano: stralcio delle opere interessanti direttamente la città di Mantova. A) Premesse illustra-tive della Giunta Municipale. B) Relazione tecnica degli ingegneri Carlo Arri-vabene e Luigi Villoresi (28 agosto 1925), Atti dell’Amministrazione Comunale di Mantova, Mondadori, Mantova.

Arrivabene G. (1975), Compendio della storia di Mantova (1799-1847), a cura di Giusti R., Museo del Risorgimento di Mantova, Mantova.

Augé M. (1992), Non-Lieux, Introduction à une anthropologie de la surmoder-nité, Le Seuil, Paris (edizione italiana: Non luoghi: introduzione a un’antropo-logia della surmodernità, Elèuthera Dematteis, Milano, 1993).

198

Averone A. (1903), Il Mincio. Progetti e studi dal 1188 al 1902, in Atti della Com-missione per lo studio della navigazione interna nella valle del Po. Relazione 6: Fiume Mincio e Lago di Garda, Ministero dei LL.PP., Tip. Camera dei Deputa-ti, Roma, pp. 49-142.

Averone A. (1905), La linea di navigazione interna Lago Maggiore-Milano-Adriatico colla diramazione Mantova-Lago di Garda, Tip. Mondovì, Mantova.

Averone A. (1915), Sistemazione idraulica del territorio in sinistra di Po da Cremo-na al mare, collegata alla regolazione del Lago di Garda. 2 voll., Uf�cio Specia-le del Magistrato alle acque in Mantova – Amministrazione Provinciale di Man-tova – Camera di Commercio di Mantova, La Sociale di Mondadori, Ostiglia.

Avesani B. e Zanini F. (1990), Quando il freddo era una risorsa, Scaligera, Verona.Azzali A. (1965), Sistemazione dei laghi e boni�ca della città, in Problemi di Man-

tova. Relazioni Rotariane (Mantova, novembre 1964-giugno 1965), Rotary Club, Mantova, pp. 39-51.

Azzi E. (1958), Mantova e il problema dei suoi laghi, CITEM, Mantova (2a edi-zione aggiornata: Bottazzi, Suzzara, 1988).

Azzi Visentini M. (1988), Il giardino veneto tra Sette e Ottocento, Il Poli�lo, Milano. Azzi Visentini M. (1995), La villa in Italia. Quattrocento e Cinquecento, Electa,

Milano.Bagnoli (1936), “I nostri grandi maestri. Luigi Villoresi”, Mantus. Rivista bime-

strale dell’Unione Professionisti e Artisti di Mantova, maggio-giugno, 4, 3: 23.Baraldi F. (1983), Lineamenti di geologia del territorio mantovano compreso tra

il Garda, l’Oglio e il Po, Provveditorato agli Studi e Provincia di Mantova, Pu-bli Paolini, Mantova.

Baraldi F. (2003), Evoluzione del territorio mantovano fra Pleistocene e Olocene, in Camerlenghi E., Rebonato V. e Tammaccaro S., a cura di, Il paesaggio man-tovano nelle tracce materiali, nelle lettere e nelle arti. Vol. 1. Dalla preisto-ria all’età tardo romana, Atti del Convegno di Studi (Mantova, 3-4 novembre 2000), Accademia Nazionale Virgiliana, Olschki, Firenze, pp. 11-31.

Barbetta G. (1967), Il Quadrilatero Veneto, in Il Quadrilatero nella storia milita-re, politica, economica e sociale dell’Italia risorgimentale, Atti del Convegno di studio (Verona, 13-16 ottobre 1966), Fiorini Ghidini, Verona, pp. 5-45.

Battisti E. (2004), Dalla «natura arti�ciosa» alla «natura arti�cialis», in Battisti E., Iconologia ed ecologia del giardino e del paesaggio, edizione critica a cura di Saccaro del Buffa G., Olschki, Firenze.

Bazzotti U. e Ferrari D., a cura di (2001), La Palazzina e l’Eremo del Bosco della Fontana presso Mantova, Arcari, Mantova.

Belfanti C.M. (1988), Dalla città alla campagna. Industrie tessili a Mantova tra carestie ed epidemie (1550-1630), in Guerre, stati e città. Mantova e l’Italia Padana dal secolo XIII al XIX, Atti delle Giornate di Studio in omaggio di Adele Bellù (Mantova, 12-13 dicembre 1986), Arcari, Mantova, pp. 429-456.

Bergamaschi O. (1922), Brevi note sulla navigazione interna e sul progetto del Nuovo Porto Fluviale di Mantova. Opuscolo di propaganda, Eredi Segna-Sbroffoni, Mantova.

Berni A., a cura di (1910), Guida tecnica economica, agraria, industriale della Pro-vincia di Mantova, 1910, Camera di Commercio e d’Arti di Mantova, Mantova.

Berni A., Decò G. e Nicora G. (1916), Memoriale per la costruzione della nuova conca di navigazione di Governolo, Comitato Mantovano per la Navigazione Interna, L’Artistica, Mantova.

199

Berselli C. (1967), “La pianta di Mantova di Gabriele Bertazzolo. Le didascalie”, Civiltà Mantovana, 2, 10: 278-297.

Bertazzolo G. (1609), Discorso del signor Gabriele Bertazzolo sopra il nuovo so-stegno che a sua proposta si fa appresso la Chiusa di Governolo…, Osanna, Mantova (ristampa: Pazzoni, Mantova, 1753).

Bertolotti A. (1888), “Architetti, ingegneri e matematici in relazione coi Gonzaga Signori di Mantova nei secoli XV, XVI e XVII”, Giornale Ligustico, Genova (ristampa: Forni, Bologna, 1971).

Bertolotti A. (1893), I comuni e le parrocchie della provincia mantovana. Cenni archivistici, archeologici, storici, artistici, biogra�ci e bibliogra�ci racolti dal 1881 al 1892, Forni, Bologna.

Bettoni I. (1989), Il Basso Mincio. Un territorio e le sue trasformazioni tra il XVIII e il XX secolo, Publi Paolini, Mantova.

Bettoni L. (1887), La pesca sul Benaco, Tip. degli Operai, Milano.Bianchi P. (2004), L’insediamento della fase avanzata del Bronzo recente in loca-

lità Castellazzo della Garolda (Roncoferraro, Mantova), in Cocchi Genick D., a cura di, L età del Bronzo recente in Italia, Atti del Congresso Nazionale (Li-do di Camaiore, 26-29 ottobre 2000), Baroni, Viareggio, pp. 510-511.

Bietti Sestieri A.M. (2010), L’Italia nell’età del bronzo e del ferro. Dalle pala�tte a Romolo (2200-700 a.C.), Quasar, Roma.

Biffart M. (1864), L’importanza strategica di Firenze. Il Po e il Quadrilatero e i suoi punti deboli, Fajini-Comp. Editori, Milano.

Bologni G. e Casamatti G. (2009), Bombe su Mantova. La città e la provincia du-rante i bombardamenti (1943-45), Monte Università Parma, Parma.

Bonora C. (1999), Le difese militari, in Cova A., Mezzanotte G. e Rumi G., a cura di, Mantova e il suo territorio, Cariplo, Pizzi, Cinisello Balsamo, pp. 213-241.

Bonora Previdi C. (2003), Il Mincio e la guerra. Storia di eserciti e forti�cazio-ni, in Pugliese R., a cura di, Mincio Parco Laboratorio. Cultura e tecniche di manutenzione e valorizzazione del paesaggio, Politecnico di Milano,“Stathme. Quaderni del Polo di Mantova. Vol. 3”, Unicopli, Milano, pp. 223-247.

Bonora Previdi C. (2007), Il forte di Pietole e le difese ottocentesche della piaz-zaforte di Mantova, in Togliani C., a cura di, Virgilio ombra gentil. Luoghi, Memorie, Documenti, “Itinera”, Sometti, Mantova, pp. 243-252.

Bonora Previdi C. (2008), Dalla parte dei Francesi. L’assedio di Mantova del 1796-97, in Vignoli M., a cura di, Castelli, guerre, assedi. Forti�cazioni man-tovane, bresciane e cremonesi alla prova del fuoco (XIII-XVIII secolo), Atti del Convegno di Studi (Asola, 22 settembre 2007), Comune di Asola, Publi Pa-olini, Mantova, pp. 49-69.

Bonora Previdi C. (2009A), Mantova e le difese imperiali. Architettura e ingeg-neri militari durante gli anni della prima amministrazione asburgica (1707-1797), Postumia, Mantova.

Bonora Previdi C. (2009B), Porto Catena. Il porto di Mantova fra Settecento e Ottocento, in Pagliari I., a cura di, Il sistema idroviario mantovano. Il ruolo di Mantova e del suo porto e il sistema idroviario diffuso del territorio, “Il siste-ma idroviario lombardo. Vol. 2”, Diabasis, Reggio Emilia, pp. 63-107.

Bonora Previdi C. (2009C), Strutture e sistemi difensivi. La doppia testa di ponte sul Po presso Borgoforte, in Pagliari I., a cura di, Il sistema idroviario mantovano. Il ruolo di Mantova e del suo porto e il sistema idroviario diffuso del territorio, “Il sistema idroviario lombardo. Vol. 2”, Diabasis, Reggio Emilia, pp. 111-125.

200

Bonora Previdi C. (2012), Il Mantovano e le difese imperiali. La doppia testa di ponte sul Po presso Borgoforte, in Stalla R. e Zeese A., a cura di, Architektur und Denkmalp�ege. Festschrift für Manfred Wehdorn zum 70. Geburtstag, Stu-dienverlag, Innsbruck, pp. 53-64.

Borgato M.T. (2001), Agostino Masetti e i suoi progetti idraulici nel periodo na-poleonico, in Mercanti F. e Tallini L., a cura di, Contributi di scienziati man-tovani allo sviluppo della matematica e della �sica, Atti del Convegno Nazio-nale della «Mathesis» (Mantova, 17-19 maggio 2001), Consorzio Universitario Mantovano, Cremona, pp. 29-41.

Bortolazzi S., Sanguanini I. e Togliani C. (2001), “Progetto di ricerca e formazio-ne ‘Cultura e tecniche di manutenzione e valorizzazione del paesaggio’. Manu-fatti idraulici. 4 voll.”, Politecnico di Milano - Centro per lo Sviluppo del Polo di Mantova, Parco del Mincio, Mantova (dattiloscritto).

Bovi F. (1964A), “È necessario pensare per tempo al nuovo porto commerciale”, Gazzetta di Mantova, 22 gennaio.

Bovi F. (1964B), Mantova e il suo porto, L’Artistica, Mantova.Bovi F. (1966), Difesa idraulica, navigazione interna, programmazione, L’Artisti-

ca, Mantova.Bovi F. (1968), “Un milione di tonnellate. Importanza di un’idrovia- i porti di

Mantova, Ostiglia e Revere. Problemi nuovi, nuove risoluzioni”, Gazzetta di Mantova, 25 ottobre.

Bozzetto L.V. (1981), La piazzaforte di Peschiera, in Perbellini G., a cura di, Le forti�cazioni ottocentesche della provincia di Verona, “Istituto Italiano dei Ca-stelli - Sezione Veneta”, I, pp. 43-60.

Bozzetto L.V. (1993), Verona. La cinta magistrale asburgica. Architetti militari e città forti�cate dell’Impero in epoca moderna, Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona Spa, Bortolazzi-Stei, Verona.

Bozzetto L.V. (1996), Verona e Vienna. Gli arsenali dell’Imperatore. Architettura militare e città nell’Ottocento, Cierre, Verona.

Bozzetto L.V. (1997), Peschiera. Storia della città forti�cata, Franke, Verona.Bozzetto L.V. (2010), Ultime sembianze marziali tra terre e acque virgiliane, in

Camerlenghi E., Rebonato V. e Tammaccaro S., a cura di, Il paesaggio man-tovano nelle tracce materiali, nelle lettere e nelle arti. Vol. 4. Il paesag-gio mantovano dall’età delle riforme all’Unità (1700-1866), Atti del Conveg-no di Studi (Mantova, 19-20 maggio 2005), Accademia Nazionale Virgiliana, Olschki, Firenze, pp. 357-388.

Breda A. (1997), La villa delle Mansarine di Monzambano (Mantova), in Rof�a E., a cura di, Ville romane sul lago di Garda, T.P. Editore, S. Felice del Bena-co, pp. 271-288.

Bresciani B. (1955), Monzambano. Ritorno ad una terra veronese, Premazzi, Verona.Brogiolo G.P., a cura di (2004), Gli scavi al Battistero di Mantova (1984-1987),

Sap, Mantova.Brogiolo G.P., Cervigni L. e Zandonella Maiucco G., a cura di (2008), Archeolo-

gia e restauro di un castello medioevale: Castrum de Monte Zambano, “Ca-stra”, Sometti, Mantova.

Brunelli R. (1986), Diocesi di Mantova, La Scuola, Brescia.Brunelli R. (1990), Un uomo di nome Luigi, AVE, Roma.Brunelli R. (2007), La chiesa di Santa Maria degli Angeli, in Golinelli Berto R.,

a cura di, Chiese di conventi domenicani, “I Quaderni di San Lorenzo. Vol. 5”, Associazione per i Monumenti Domenicani, Mantova, pp. 29-43.

201

Calzolari M. (1995), “L’iscrizione di Re Teodorico a Ostiglia”, Quaderni del Grup-po Archeologico Ostigliese, 5: 131-148.

Calzolari M. (1996), I laghi di Mantova in età romana, in Antico Gallina M.V., a cura di, Acque interne uso e gestione di una risorsa, ET, Milano, pp. 123-138.

Calzolari M. (2007), Da Andes a Pietole: i luoghi virgiliani nelle fonti storiche e nella tradizione medievale, in Togliani C., a cura di, Virgilio ombra gentil. Luoghi, memorie, documenti, “Itinera”, Sometti, Mantova, pp. 43-60.

Camerlenghi E. (2001), Da rurali a imprenditori, in Romani M.A. e Fanin E., a cura di, Nel solco della terra le radici dello sviluppo. Il sistema agro-zootecni-co-alimentare a Mantova. 1860-2000, Marsilio, Venezia, pp. ???

Camerlenghi E. e Vaini M. (1994), Lezioni di storia dell’agricoltura e del territorio mantovani, Scuola di Cultura Contemporanea, Comune di Mantova, Mantova.

Campbell S.J. (2004), The Cabinet of Eros: Renaissance Mythological Painting and the Studiolo of Isabella d’Este, Yale University Press, Londra.

Campogalliani Cantarelli F. (1991), Santi e santini mantovani, Storia e arte reli-giosa a Mantova. Filatelia, sfragistica, medaglistica, iconogra�a sacra mino-re, oggettistica devozionale, Catalogo della Mostra (Mantova, 1991), Casa del Mantegna, Mantova, pp. ???.

Cantoni C. (1908), Discorso pronunciato dal relatore ing. Camillo Cantoni in ri-sposta alle osservazioni mosse dai consiglieri avv. cav. Rocca e ing. Azzi (estrat-to da “Gazzetta di Mantova” del 7-8 maggio 1908, n. 123-124), Rossi, Mantova.

Capilupi A. (1890A), Provvedimenti per il completamento della difesa idraulica della città di Mantova, Tip. Mondovì, Mantova.

Capilupi A. (1890B), Risposta all’opuscolo dell’ingegnere cav. Alessandro Perego in data 19 agosto 1890 dal titolo “Sulla relazione della giunta pei provvedi-menti di completamento della difesa idraulica della città di Mantova” (seduta 6 maggio 1890): lettera aperta agli onorevoli sigg. consiglieri comunali, Apol-lonio, Mantova.

Capilupi A. (1890C), Studi e provvedimenti pel risanamento della città di Man-tova e suoi dintorni letta nella seduta consigliare del giorno 13 giugno 1890, Tip. Mondovì, Mantova.

Capra A. (2000), Studio geogra�co-storico della città di Mantova, in Bazzoli C. e Ferrari D., a cura di, Studi di storia mantovana, Fondazione BPA di Poggio Rusco, Poggio Rusco

Caprioli A., Rimondi A. e Vaccaro L. (1986), Chiesa e società. Appunti per una storia delle diocesi lombarde, La Scuola, Brescia.

Carlini L. (1939), La viticoltura nella Tecnica e nell’Economia Agricola della Collina Mantovana, Consorzio prov. fra i produttori dell’agricoltura, Mantova.

Carpeggiani P. (1976), “Aristotele Fioravanti al servizio di Ludovico Gonzaga. Documenti inediti”, Arte Lombarda, a. 21, n. 44/45: 83-88.

Carpeggiani P. (1983), Traccia per una storia urbana di Mantova dalle origini all’Ottocento, in Carpeggiani P. e Pagliari I., Mantova. Materiali per la storia urbana dalle origini all’Ottocento, Arcari, Mantova, pp. 9-52.

Carpeggiani P. (1992), Il libro di pietra. Giovan Battista Bertani architetto del Cinquecento, “Quaderni del Dipartimento di Conservazione e Storia dell’Ar-chitettura. Vol. 1”, Politecnico di Milano, Guerini Studio, Milano.

Carpeggiani P. (1999), L’architettura dall’Accademia all’Eclettismo, in Cova A., Mezzanotte G. e Rumi G., a cura di, Mantova e il suo territorio, Cariplo, Pizzi, Cinisello Balsamo, pp. 115-151.

202

Carpeggiani P. (2004), Dall’Argine alla Piazza Virgiliana, in Bonora Previdi C. e Mortari A.M., a cura di, Parchi e giardini pubblici. Il verde a Mantova dal-la �ne del Settecento al secondo dopoguerra, Archivio Storico Comunale di Mantova, Publi Paolini, Mantova, pp. 49-64.

Carpeggiani P. (2007), Gli assetti di Piazza Virgiliana dal XVIII al XX sec., in Togliani C., a cura di, Virgilio ombra gentil. Luoghi, memorie, documenti, “Iti-nera”, Sometti, Mantova, pp. 145-162.

Carpeggiani P. e Pagliari I. (1983), Mantova. Materiali per la storia urbana dalle origini all’Ottocento, Arcari, Mantova.

Cassi Ramelli A. (1964), Dalle caverne ai rifugi blindati: trenta secoli di ar-chitettura militare, Nuova Accademia, Milano.

Cassi Ramelli A. (1977A), “Genieri nella storia”, Bollettino dell’Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio, n. 132: 221-235.

Cassi Ramelli A. (1977B), “La diga-ponte di Valeggio sul Mincio”, Civiltà Manto-vana, 11, 63-64: 153-172.

Cassi Ramelli A. (1977C), “Oeuvres militaires exceptionelles: le pont de Valeggio et le detournement du Mincio”, Bulletin I.B.I., 32: 9-16.

Castagna A. (1954), “Il Trecento è di casa a Massimbona di Goito”, Gazzetta di Mantova, 22 giugno.

Castelli E. (1979), Storia dell’antichissima Fiera delle Grazie dal 1425 ad oggi, Grassi, Mantova.

Cavalletto A., Giani E. e Lanciani F. (1873), Sul modo di preservare la città di Mantova dalle inondazioni o di menomarne gli effetti dannosi. Relazione, Bal-biani, Mantova.

Cenni sulla vita e sulle opere di Luigi Villoresi, [1935], s.n.t., s.l.“Centrale di Pozzolo: si della Provincia al prelievo dal Mincio” (2013), Gazzetta

di Mantova, 2 marzo.Cerchi I. (1826), Cenni sull’aria di Mantova, Agazzi, Mantova.Ceriali F. e Moraschi A. (1991-92), Doriciglio Moscatelli Battaglia ingegnere

d’acque nel Mantovano, rel. Sandri M.G., correl. Roncai L., Politecnico di Mi-lano, Facoltà di Architettura.

Chavarría A. e Crosato A. (2006), Chiese rurali nel Mantovano tra Tardoantico ed AltoMedioevo, in Andenna G., Brogiolo G.P., Manzoli G. e Salvarani R., a cura di, Le origini della diocesi di Mantova e le sedi episcopali dell’Italia set-tentrionale (IV-XI secolo), Atti del Convegno (Mantova, 16-18 settembre 2004), “Antichità Altoadriatiche. Vol. 63”, Trieste, pp.383-419.

Clément G. (2012), Breve storia del giardino, Quodlibet, Macerata.Colonna F. (1964), Hypnerotomachia Poliphili, riedizione critica di Pozzi G. e

Ciapponi L., Antenore, Padova.Comaschi E. (2000), “Mantova gioca la carta della logistica. Valdaro con la Lid ar-

riva il business del supporto alle-commerce”, Gazzetta di Mantova, 12 marzo.“Concludiamo l’esposizione delle caratteristiche tecniche del progetto Fornasini

per la sistemazione dei laghi… Parte III” (1955), Gazzetta di Mantova, 17 di-cembre.

Conforti Calcagni A. (1990), Il parco-giardino di Valeggio e le sue antiche vi-cende, in Chiappa B. e Sandrini A., a cura di, Villa Maffei-Sigurtà a Valeggio, Gra�che Fiorini, Verona, pp. 127-152.

Conforti Calcagni A. (2003), Bellissima è dunque la rosa. I giardini dalle signo-rie alla Serenissima, Il Saggiatore, Milano.

203

Conforti Calcagni A. (2007), Bei sentieri, lente acque. I giardini del Lombardo-Veneto, Il Saggiatore, Milano.

Coniglio G. (1958), Le origini, in Coniglio G., a cura di, Mantova. La storia. Vol. 1, Istituto Carlo D’Arco per la Storia di Mantova, Mantova, 1958, pp. 3-40.

Consolini L. (1950), Boni�ca e irrigazione in Provincia di Mantova, Cariplo, Guardoni, Milano.

Corridori P. (1920), La sistemazione del Mincio e la costituzione di un Ente auto-nomo Adige-Garda (estratto da “Annali della Società degli Ingegneri ed archi-tetti italiani”, dicembre 1920, n. 12), s.n.t., Tolentino.

Corridori P. (1923), “Nessuna minaccia al verde Adige. Lettera aperta…”, La Tri-buna, 16 novembre.

Corritore R.P. (2000), La naturale ‘abbondanza’ del Mantovano. Produzione, mer-cato e consumi granari a Mantova in età moderna, Università di Pavia, Pavia.

Costi G. (1994-95), La navigazione �uviale nel Mantovano: progetti e realizzazio-ni (1880-1914), tesi di laurea, rel. Zaninelli S., Università di Milano, Facoltà di Economia e Commercio.

Cova A., Mezzanotte G. e Rumi G., a cura di (1999), Mantova e il suo territorio, Cariplo, Pizzi, Cinisello Balsamo.

Crosato A. (2001), Il territorio del Basso Garda Bresciano e delle colline moreni-che benacensi tra età gallica e alto medioevo: i dati archeologici, in Brogiolo G.P., a cura di, Dai Celti ai castelli medievali. Ricerche archeologiche tra Be-naco e Lario, Sap, Mantova, pp. 8-56.

Crosato A. (2013), Indagine territoriale a Mantova, in De Marchi P.M. e Pilato S., a cura di, La Via Carolingia: uomini e idee sulle strade d’Europa. Dal si-stema viario al sistema informativo, Sap, Mantova, pp. 209-276.

D’Angelo P. (2010), Filoso�a del paesaggio, Quodlibet, Macerata.D’Arco C. (1871-74), Studi intorno al Municipio di Mantova dall’origine di questa

�no all’anno 1863, ai quali fanno seguito documenti inediti e rari. 7 voll., Tip. Guastalla, Mantova.

Dadeppo L. (1980), “La conca di navigazione di Diga Masetti all’uscita dai Laghi di Mantova. Risultati delle prove su modello e loro interpretazione”, Atti e Me-morie dell’Accademia Nazionale Virgiliana di Mantova, n.s., 48: 117-130.

Dall’Acqua A. (2003), Giunchi e �li di seta. Rivalta sul Mincio. Società ed econo-mia di valle, “Mantovarchitettura. Vol. 3”, Tre Lune, Mantova.

Dall’Ara R. (1984A), “Arrivano i primi stanziamenti per il nuovo porto �uviale di Valdaro”, Gazzetta di Mantova, 10 febbraio.

Dall’Ara R. (1984B), “Porto di Mantova: prima di farlo si è calcolato se potrà ave-re un futuro”, Gazzetta di Mantova, 22 giugno.

Dall’Ara R. (1985), “Per l’idrovia e il porto di Mantova siamo proprio al momento decisivo”, Gazzetta di Mantova, 7 giugno.

Dall’Ara R. (1986), “Il Porto pubblico di Mantova”, Quadrante Padano, giugno, 7, 2: 17-20.

Dall’Ara R. (1993), Mantova: passeggiando per i 70 comuni alla scoperta di �u-mi, laghi, canali, borghi, corti, pievi, e campanili della antica terra di Virgilio e dei Gonzaga, s.n.t., Mantova.

Davari S. (1875), Cenni storici intorno ad opere di forti�cazione della città di Mantova del XVI secolo, Eredi Segna, Mantova.

Davari S. (1903), Notizie storiche topogra�che della città di Mantova nei seco-li XIII, XIV e XV per Stefano Davari, Rossi, Mantova (ristampa: Sartori, Man-tova, 1975).

204

De Marinis R.C. (1984), Roncoferraro (Mantova). Loc. Castellazzo della Garol-da. Abitato protostorico, in Notiziario della Soprintendenza Archeologica del-la Lombardia, Edizioni ET, Milano, pp. 51-52.

De Marinis R.C. (1985), Roncoferraro (Mantova). Località Castellazzo della Ga-rolda. Abitato protostorico, in Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia, Edizioni ET, Milano, pp. 40-43.

De Marinis R.C. (1986), L’abitato etrusco del Forcello di Bagnolo S. Vito, in De Marinis R.C., a cura di, Gli etruschi a nord del Po. Vol. 1, Catalogo della Mo-stra (Mantova, settembre 1986-gennaio 1987), Regione Lombardia-Provincia e Comune di Mantova, Mantova, pp. 150-162.

De Marinis R.C. (1993), Preistoria e protostoria del territorio del Mincio, in Il Mincio e il suo territorio, Cierre, Verona, pp. 57-67.

De Marinis R.C. (2000), Il Museo Civico Archeologico Giovanni Rambotti. Una in-troduzione alla preistoria del lago di Garda, Litograph, Castiglione delle Stiviere.

De Marinis R.C. (2011), L’abitato etrusco del Forcello di Bagnolo San Vito (Man-tova), in Fredella C., a cura di, Archeologia e ambiente, “Anthus Markes. Col-lana del Parco Archeologico del Forcello. Vol. 1”, Sap, Mantova, pp. 2-5.

De Marinis R.C., a cura di (2013), L’età del rame. La pianura padana e le Al-pi al tempo di Ötzi, Catalogo della Mostra (Brescia 2013), La Compagnia della Stampa, Roccafranca.

De Marinis R.C. e Rapi M., a cura di (2007), L’abitato etrusco del Forcello di Ba-gnolo San Vito (Mantova). Le fasi di età arcaica, Latini, Firenze.

De Polignac F. (1991), La nascita della città greca. Culti, spazio e società nei se-coli VIII e VII a.C., Jaca Book, Milano.

Decò L. (1983), Il ponte di Valeggio, Associazione Pro Loco, Valeggio sul Mincio.Defendi S. (1915), “Il Ponte di San Giorgio”, Mantova (dattiloscritto).Defendi S. (1976), “Lungo il Naviglio di Goito sulle orme dei Gonzaga”, Gazzetta

di Mantova, 5 novembre.Degrassi N. (1941), “Goito. Sepolcreto romano con ore�cerie”, in Notizie degli Sca-

vi, VII, 2: 325-330.Della Luna G. (1961), “Guardiamo assieme il Piano Adige/Garda/Mincio. Relazio-

ne tecnica…”, Livello di guardia, 26: 13-19.Della Luna G. (1996), “Il nodo idraulico di Mantova”, Azienda Regionale dei Por-

ti di Cremona e di Mantova, Mantova, 30 novembre (dattiloscritto).Dematteis G. (1985), Le metafore della terra. La geogra�a umana tra mito e

scienza, Feltrinelli, Milano.Diversivo di Mincio: nodo di Formigosa. Sistemazione idraulica Adige-Gar-

da-Mincio-Tartaro-Canalbianco-Po di Levante, [1964], Ministero dei Lavori Pubblici, Magistrato alle Acque-Uf�cio del Genio Civile di Mantova, Impresa Astaldi per il M.C.E., Alce, Mantova.

“Eden - European Destination of Excellence”, testo disponibile al sito: http://ec.europa.eu/enterprise/sectors/tourism/eden/what-is-eden/index_it.htm (set-tembre 2013).

“Expo Milano 2015”, testo disponibile al sito: www.expo2015.org (settembre 2013).Fara A. (1993), La città da guerra nell’Europa moderna, Einaudi, Torino.Fara, A. (2006), Napoleone architetto nelle città della guerra in Italia, Olschki, Fi-

renze.Ferrarese A., Melotto F. e Papavero L., a cura di (2011), Vivere in fortezza: la vita

quotidiana nelle piazzeforti del Quadrilatero, Catalogo della Mostra (Legnago, 17 aprile-29 maggio 2011), Fondazione Fioroni, Legnago.

205

Ferrari D. (1985), Mantova nelle stampe, Grafo, Brescia.Ferrari D. (1988), Ingegneri militari al servizio dei Gonzaga nel Cinque e Seicento,

in Belfanti C. M. e Fantini D’Onofrio F., a cura di, Guerre, stati e città. Mantova e l’Italia padana dal secolo XIII al XIX, Atti delle Giornate di Studio in omaggio di Adele Bellù (Mantova, 12-13 dicembre 1986), Arcari, Mantova, pp. 263-294.

Ferrari D. (1992), Giulio Romano. Repertorio di fonti documentarie. 2 voll., con introduzione di Belluzzi A., Archivio di Stato di Mantova, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Uf�cio Centrale per i Beni Archivistici, Mantova.

Ferrari D. (1996), “Il plastico della conca di navigazione di Governolo”, Gentium memoria archivia. Il tesoro degli archivi, Roma.

Ferrari D. (2000), La città forti�cata. Mantova nelle mappe ottocentesche del Kriegsarchiv di Vienna, Il Bulino, Modena.

Ferrari D. (2002), Materiali da costruzione e forti�cazioni nel ducato di Mantova dal Cinquecento all’inizio del Settecento, in Scudo G. e Roncai L., a cura di, Argille ghiaie pietre calci. Materiali da costruzione nella storia del territorio mantovano, “Mantovarchitettura. Vol. 1”, Tre Lune, Mantova, pp. 9-15.

Ferrari D. (2005), Mantova nel Settecento. “La porta d’Italia per l’Augusta Ca-sa d’Austria”, in Heppner H., Schmale W., a cura di, Festung und Innovation. Jahrbuch der Österreichischen Gesellschaft zur Erforschung des achtzehnten Jahrhunderts. Vol. 20, Dieter Winkler, Bochum, pp. 53-72, 223-235.

Ferrari D. (2010), Mantova nel Settecento. “La porta d’Italia per l’augusta ca-sa d’Austria”, in Camerlenghi E., Rebonato V. e Tammaccaro S., a cura di, Il paesaggio mantovano nelle tracce materiali, nelle lettere e nelle arti. Vol. 4. Il Paesaggio mantovano dall’età delle riforme all’Unità (1700-1866), Atti del Convegno di Studi (Mantova 19-20 maggio 2005), Accademia Nazionale Virgi-liana, Olschki, Firenze, pp. 51-72.

Ferrari F. (1991), I santi, i beati e i venerabili mantovani. Cenni Storici, in Storia e arte religiosa a Mantova. Filatelia, sfragistica, medaglistica, iconogra�a sa-cra minore, oggettistica devozionale, Catalogo della Mostra (Mantova, 1991), Casa del Mantegna, Mantova, pp.???.

Filippi E., a cura di (1994), Il ponte visconteo a Valeggio sul Mincio, Cierre, Verona.Fontana A. (1989-90), La dismissione delle forti�cazioni di Mantova (dal 1870 al

1940), tesi di laurea, rel. Sandri M.G., correl. Roncai L., Politecnico di Milano, Facoltà di Architettura.

Franceschi A. (1906), Relazione della Giunta Comunale di Mantova intorno alla questione idraulica del Mincio e dei laghi di Mantova, Tip. Mondovì, Mantova.

Franchini D.A. (1990), Arti�cio e natura. L’idraulica e modi�cazioni ambientali, in Il Mincio e il suo territorio, Cierre, Verona, pp. 137-145.

Frontini P. (1986), Il Castellazzo della Garolda: la ceramica a vernice nera, in De Marinis R.C., a cura di, Gli etruschi a nord del Po. Vol. 2, Catalogo della Mostra (Mantova, settembre 1986-gennaio 1987), Regione Lombardia-Provin-cia e Comune di Mantova, Mantova, pp. 190-193.

Furlotti B. (2003), Da chiesa conventuale a parrocchiale: documenti per la storia di Santa Maria degli Angeli, in Pugliese R., a cura di, Mincio Parco Labora-torio. Cultura e tecniche di manutenzione e valorizzazione del paesaggio, Po-litecnico di Milano,“Stathme. Quaderni del Polo di Mantova. Vol. 3”, Unicopli, Milano, pp. 267-288.

Galetti P. e Andreolli B., a cura di (2009), Mulini, canali e comunità della pianu-ra bolognese tra Medioevo e Ottocento, Clueb, Bologna.

206

Ghizzi V. (2010), Si durabit tregua intra aquam et nos. Fiumi e castelli mantova-ni nel Trecento, in Calzona A. e Lamberini D., a cura di, La civiltà delle acque tra Medioevo e Rinascimento. 2 Voll., Atti del Convegno Internazionale (Man-tova, 1-4 ottobre 2008), “Ingenium. n. 14”, Centro Studi L.B. Alberti, Olschki, Firenze, II, pp. 295-314.

Gioia M. (1838), Statistica del Dipartimento del Mincio. Opera postuma di Mel-chiorre Gioja, Brambilla Ferri & C., Milano.

Gionta S. (1844), Il �oretto delle cronache di Mantova raccolto da Stefano Gion-ta, notabilmente accresciuto e continuato sino all’anno MDCCCXLIV per cu-ra di A. Mainardi…, Negretti, Mantova.

Giusberti F. (1985), Regole e comportamenti alla «Ruga delle Pescherie» (Bolo-gna, sec. XVIII), in Popolazione ed economia dei territori bolognesi durante il Settecento, Galeati, Bologna, pp. 553-574.

Giusti R. (1963), Dalla presa di Mantova alla prima Guerra di Indipendenza, a cura di, Mantova. La Storia. Vol. 3, Istituto Carlo D’Arco per la Storia di Man-tova, Mantova.

“Gli stabilimenti della Boni�ca a Sud di Mantova” (1929), La Voce di Mantova, 29 ottobre.

Grandi A. (1995), “Litigi a pesci in faccia”, Quadrante Padano, agosto, 5: 21-22.Grandi A. (2004), Uomini d’acqua dolce. Pescatori e pescivendoli a Mantova in

età moderna, in Massa P. e Moioli A., a cura di, Dalla corporazione al mutuo soccorso, FrancoAngeli, Milano, pp. 227-250.

Grilli M. (2012-13), La Conca di Navigazione Vittorio Emanuele III nella carte del Genio Civile, tesi di laurea, rel. C. Togliani, Politecnico di Milano, Scuola di Architettura e Società, Corso di laurea in Architettura e Produzione Edilizia.

Grimal P. (2000), L’arte dei giardini. Una breve Storia, Donzelli, Roma.Gualandris A. (1788), Dialoghi agrarj tenuti in Cavriana l’anno 1786, Pazzoni,

Mantova.Guenzi A. (1987), La «fabbrica» delle tele tra città e campagna, Il Lavoro, Ancona.Guerreschi G. e Limido C. (1978), “Alcune considerazioni sui materiali �ttili pro-

venienti dall’Isolone del Mincio (scavi Mirabella, Rittatore, Zorzi). Nota preli-minare”, Annali Benacensi, 4: 27-92.

Guerreschi G., Limido C. e Catalani P. (1985), L’insediamento preistorico dell’I-solone del Mincio (Volta Mantovana) (Scavi Mirabella, Rittatore, Zorzi, 1955-56), “Collana di Archeologia Padana. Vol. I”, Museo Archeologico Alto Man-tovano, Cavriana.

Hackelsberger C. (1980), Das k.k. österreichische Festungsviereck in Lombar-do-Venetien: ein Beitrag zur Wiederentdeckung der Zweckarchitektur des 19. Jahrhunderts, Deutscher Kunstverlag, München.

Hogg I. (1982), Storia delle forti�cazioni, Istituto Geogra�co De Agostini, Novara.“I più recenti progetti di soluzione del nostro problema idraulico nella conferen-

za dell’ing. Marco Visentini” (1923), Il Giornale. Quotidiano politico del mat-tino, 1° dicembre.

“Il nuovo Ponte di San Giorgio” (1922), La Voce di Mantova, 8 agosto.“Il nuovo Porto di Mantova” (1920), La Voce di Mantova, 29 dicembre.Il problema Adige-Garda. Relazione della commissione tecnico fascista incaricata

di esaminare il piano di sfruttamento idraulico proposto dal Comune di Manto-va su progetto degli ingg. Villoresi-Arrivabene (1923), La Tipogra�ca Veronese, Verona.

207

“Il progetto della Provincia: navigare dal Garda a Mantova” (2013), Gazzetta di Mantova, 16 luglio.

“Il progetto Villoresi-Arrivabene per la navigazione Mincio-Garda nella Confe-renza dell’ing. Marco Visentini” (1923), Il Giornale. Quotidiano politico del mattino, 2 dicembre.

Incoronato F. (2003), Paesaggio, architettura e “cura animarum”, in Pugliese R., a cura di, Mincio Parco Laboratorio. Cultura e tecniche di manutenzione e va-lorizzazione del paesaggio, Politecnico di Milano,“Stathme. Quaderni del Polo di Mantova. Vol. 3”, Unicopli, Milano, pp. 249-265.

Incoronato F. (2008), Spazi critici, temi architettonici nel paesaggio contempora-neo, Mimesis, Milano.

“Intorno al problema Adige-Garda” (1923), L’Arena, 11 ottobre.Istat (2000), 5° Censimento dell’Agricoltura. Caratteristiche strutturali delle azien-

de agricole, testo disponibile al sito: www.census.istat.it/censimenti/agricoltura/tavole/020/vl (24 ottobre 2013).

Istituto Centrale di Statistica del Regno d’Italia (1936), Catasto agrario 1929-VIII. Compartimento della Lombardia, Provincia di Mantova, fasc. 15, Istituto Poli-gra�co dello Stato, Roma.

Jacometti G. (1990), Gli insediamenti �uviali, in Il Mincio e il suo territorio, Cierre, Verona, pp. 148-155.

Küster H. (2003), Storia dei boschi. Dalle origini a oggi, Bollati Boringhieri, Torino. “L’inaugurazione uf�ciale del Ponte di San Giorgio” (1922), La Voce di Mantova,

25 luglio.“La morte dell’ing. Togliani” (1943), La Voce di Mantova, 22 ottobre.La nuova Conca di Navigazione Vittorio Emanuele III sul Mincio a Governolo

(1926), R. Magistrato alle Acque-Uf�cio del Genio Civile di Mantova, Monda-dori, Verona.

La nuova conca Vittorio Emanuele III sul Mincio a Governolo. In occasione del terzo Congresso Nazionale di Navigazione Interna, Mantova (maggio, 1925) (1925), Uf�cio del Genio Civile di Mantova, Mondadori, Verona.

“La realizzazione di un’opera grandiosa. La boni�ca dei laghi e la canalizzazione del Mincio” (1923), La Voce di Mantova, 2 ottobre.

La regola e la fama. San Filippo Neri e l’arte (1995), Catalogo di mostra, Electa, Milano.

“La soluzione dei problemi d’Adige-Garda e Mincio e gli interessi della plaga Man-tovana” (1938), Mantus. Rivista bimestrale dell’Unione Professionisti e Artisti di Mantova, gennaio-febbraio, 6, 1: 4-7.

“La volontà del Duce ha risolto il più antico problema di Mantova. Il canale navi-gabile dal Garda al Mare passerà attraverso i nostri laghi. Luminose prospettive per l’avvenire della Città. I ministri dei LL.PP. e delle Finanze e il sottosegreta-rio alla Boni�ca Integrale presenziano oggi l’inizio dei lavori nelle provincie di Rovigo, Mantova e Verona…” (1939), La Voce di Mantova, 26 gennaio.

Lana U. [1913], La Viticoltura nell’Alto Mantovano, Tip. Mondovì, Mantova.“Lavori alla conca di Valdaro: opera in funzione a �ne 2012” (2011), Gazzetta di

Mantova, 15 marzo.Lavori di ristrutturazione della difesa idraulica della città di Mantova. Progetto I

Lotto esecutivo. Fornice di Formigosa. Relazione tecnica descrittiva, relazione idraulica, relazione di dimensionamento della paratoia (1992), Ministero dei LL.PP., Magistrato per il Po - Parma, Milano.

208

Lavori di ristrutturazione della difesa idraulica della città di Mantova. Progetto I Lotto esecutivo. I perizia suplettiva di variante. Relazione generale (1998), Mi-nistero dei LL.PP., Magistrato per il Po - Parma, Milano.

Lazzari E. (2008), “Costantino Fassò, addio a un maestro”, Informazione. Ordine degli Ingegneri di Cagliari, 108: 6.

Lazzarini I. (1996), Fra un principe e altri stati. Relazioni di potere e forme di servizio a Mantova nell’età di Ludovico Gonzaga, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, Perugia.

Le boni�che nel Mantovano (1930), Consiglio Provinciale dell’Economia di Man-tova, L’Artistica, Mantova.

“Le imprese di Mantova per l’Expo 2015”, testo disponibile al sito: http://manto-vaexpo2015.org (settembre 2013)

Le proposte della Commissione Comunale del 1868 per menomare l’inondazione nella città di Mantova (1873), Apollonio, Mantova.

[Lecchi G.A.], Dissertazione sopra il quesito essendo il sostegno delle acque mantovane a Governolo ridotto a tale stato, che vien giudicato necessario di ristabilirlo, o erigerne uno nuovo in sua vece…, relazione presentata alla R. Accademia di Mantova il 4 ottobre 1773 (1776), s.n.t., Adria.

Leonetti G. (GIL) (1939), “Il problema idraulico mantovano. Precedenti storici”, Mantus. Rivista bimestrale dell’Unione Professionisti e Artisti di Mantova, gen-naio-febbraio, 7, 1: 1-4.

Leonetti G. (1952), “Il problema idraulico a Mantova. Progetti relativi alla boni�-ca dei laghi”, Gazzetta di Mantova, 6 gennaio.

Lombardini E. (1866), Della natura dei laghi e delle opere intese a regolarne l’ef-�usso. Memoria dell’ing. Elia Lombardini letta nelle sedute dei giorni 7 e 21 agosto 1845 dell’I.R. Istituto Lombardo, Tip. degli Ingegneri, Milano.

Lombardini E. (1853A), “Della sistemazione dei laghi di Mantova per liberare la città dalle innonandazioni e per migliorare l’aria e la navigazione”, Giornale dell’ingegnere, architetto ed agronomo. Vol. I, fasc. luglio: 71-73.

Lombardini E. (1853B), “Della sistemazione dei laghi di Mantova per liberare la città dalle inondazioni e per migliorarne l’aria e la navigazione… Letta nell’adu-nanza del giorno 14 [15] dicembre 1853”, Giornale dell’I.R. Istituto Lombardo di Scienze, Lettere ed Arti e Biblioteca Italiana. Vol. 5, 29-30: 415-437 (pubbli-cato anche in Giornale dell’Ingegnere, architetto e agronomo. Vol. 14, ottobre: 597-619).

Lorgna A.M. (1771), Del modo di migliorare l’aria di Mantova. Dissertazione… la quale ha riportato doppio premio dalla reale Accademia di Scienze e Belle Lettere di Mantova l’anno 1770, Moroni, Verona.

Lupetti R. e Masotto L. (1950), Le Boni�che e le Irrigazioni del Mantovano nel passato, nel presente e nel futuro, in Convegno Regionale per le Boni�che e le Irrigazioni Lombarde, Mantova, 20-21 maggio 1950, Ispettorato Provincia-le dell’Agricoltura, Camera di Commercio Industria ed Agricoltura di Mantova, Tip. Industriale, Mantova, pp. 71-105.

Luzio A. e Renier R. (1903), La cultura e le relazioni letterarie di Isabella d’E-ste. Estratto da “Giornale Storico della Letteratura Italiana” 1899-1903, Loe-scher, Torino.

Magri A. (1879), Stato attuale della Proprietà, Proprietarii, Af�ttuali, Contadini ed Agricoltori della Provincia di Mantova dal lato tecnico, economico, morale e proposte per aumentarne la rendita, Tip. Sociale, Milano.

209

Mainardi A. (1865), Storia di Mantova dalla sua origine �no all’anno MDCCCLX, compendiosamente narrata al popolo, Benvenuti, Mantova.

Malnati L. e Gamba M. (2003), I Veneti dai bei cavalli, Canova, Treviso.Mambrini L. (1988), Materiali e problemi per la storia del territorio. Borgoforte

e le sue corti nei secoli XVI e XVII, Publi Paolini, Mantova, pp. 95-100.Manetti U. (1923), Nuova conca di grande navigazione a Governolo. Estratto da

“Ingegneria. Rivista tecnica mensile del 1° luglio 1923, n. 7”, Stucchi Ceret-ti, Milano.

Marani E. (1965), Gli avanzi delle mura della “Civitas Vetus Mantuae”, in At-ti del XIV Congresso Nazionale di Storia dell’Architettura (Brescia, Mantova, Cremona, 1965), Tip. Antoniana, Padova, pp. 31-37.

Marani E. (1967A), “Il paesaggio lacustre di Mantova fra l’Antichità romana e il Medioevo. Parte 1”, Civiltà Mantovana, 2, 8: 93-114.

Marani E. (1967B), “Il paesaggio lacustre di Mantova fra l’Antichità romana e il Medioevo. Parte 2”, Civiltà Mantovana, 2, 11: 361-387.

Marani E. (1969A), “Le tre cerchie di Mantova (una città in espansione nel tardo Medioevo)” e “Gli avanzi delle mura della prima cerchia”, Civiltà Mantovana, 4, 20: 69-78, 79-86.

Marani E. (1969B), “Indicazioni documentarie fondamentali sulle tre cerchie di Mantova”, Civiltà Mantovana, 4, 22: 225-240.

Marani E. (1972), Gli avanzi delle mura della civitas vetus Mantuae, in Atti del XIV Congresso di storia dell’architettura (1965), Centro di studi per la storia dell’architettura, Roma, pp. 31-37.

Marani E. (1984), “Un ingegnere romanico: Alberto Pitentino”, Civiltà Mantova-na, n.s., 2: 1-9.

Marani E. e Perina C., a cura di (1965), Mantova. Le arti, Vol. III, Istituto Carlo d’Arco per la Storia di Mantova, Mantova.

Marchioro C. (1990), Le Chiese Goitesi. Storia, arte, tesori, Comune di Goito, Goito.

Margonari R. e Zanca A. (1973), Il Santuario della Madonna delle Grazie presso Mantova. Storia e interpretazione di un raro complesso votivo, Gizeta, Mantova.

Mari G. (1784-1802), L’idraulica pratica ragionata. 4 voll., Costa e C., Guastalla.Masotto L. (1932), Consorzi irrigui Destra Mincio e Medio Mantovano. Canale

Virgilio, Tip. Operaia, Mantova.Masotto L. (1952A), Considerazioni sulle alluvioni, in Atti del Convegno Nazio-

nale per lo studio dei problemi derivanti dalle alluvioni, Mantova, 21-22 no-vembre 1951, CITEM, Mantova, pp. ???.

Masotto L. (1952B), “La relazione dell’Ing. Luigi Masotto al Rotary sul problema dei laghi ed il progetto Fornasini. Le caratteristiche della geniale soluzione stu-diata dal capo del nostro Genio Civile”, Gazzetta di Mantova, 15 ottobre.

Masotto L. (1965), Le idrovie e la posizione di Mantova nella futura rete idrovia-ria padana, in Problemi di Mantova. Relazioni Rotariane (Mantova, novembre 1964-giugno 1965), Rotary Club, Mantova.

Masotto L. (1967), “Il discorso veramente valido sulla sistemazione dei laghi vo-lenti o nolenti resta sempre quello della variante Fornasini”, Gazzetta di Man-tova, 1 luglio.

Matioti L. (1955), “La funzione politico-militare del Quadrilatero durante il nos-tro Risorgimento”, Rassegna storica del Risorgimento, XLII, fasc. II, III: 371-378.

210

Meloni F. e Padoan G. (1950), L’attività boni�catrice nel territorio mantovano ri-cadente sotto la giurisdizione del Magistrato alle Acque-Provveditorato Re-gionale alle Acque Pubbliche. Il piano di sistemazione Adige-Garda-Min-cio-Laghi di Mantova-Fissero-Tartaro-Canalbianco-Po di Levante e il suo contributo alla boni�ca idraulica e irrigua mantovana ed ostigliese, in Con-vegno Regionale per le Boni�che e le Irrigazioni Lombarde (Mantova, 20-21 maggio 1950), Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura-Camera di Commercio Industria ed Agricoltura di Mantova, Tip. Industriale, Mantova, pp. 59-67.

Menotti E.M. (1999), “La presenza celtica nell’area mantovana alla luce dei ritro-vamenti del XIX e del XX secolo”, in Quaderni di Archeologia del Mantova-no, 1: 33-43.

Menotti E.M. (2003), Il ruolo delle acque nel paesaggio mantovano durante l’Età del Ferro: le testimonianze archeologiche venete, etrusche, celtiche, in Camer-lenghi E., Rebonato V. e Tammaccaro S., a cura di, Il paesaggio mantovano nelle tracce materiali, nelle lettere e nelle arti. Vol. 1. Dalla preistoria all’età tardo romana, Atti del Convegno di Studi (Mantova, 3-4 novembre 2000), Ac-cademia Nazionale Virgiliana, Olschki, Firenze, pp. 93-109.

Menotti E.M. (2011A), Gli Etruschi e Mantova, Sap, Mantova.Menotti E.M. (2011B), Mantova e la presenza etrusca, in Fredella C., a cura di,

Archeologia e ambiente, “Anthus Markes. Collana del Parco Archeologico del Forcello. Vol. 1”, Sap, Mantova, p. 6.

Menotti E.M. (2013), Mantova romana e la domus in Piazza Sordello, in Fredel-la C., a cura di, Ricerca, sperimentazione e didattica, “Anthus Markes. Collana del Parco Archeologico del Forcello. Vol. 2”, Sap, Mantova, pp. 7-8.

Menotti E.M. e Manicardi A. (2006), Nuove evidenze archeologiche nella dioce-si di Mantova, in Andenna G., Brogiolo G.P., Manzoli G. e Salvarani R., a cu-ra di, Le origini della diocesi di Mantova e le sedi episcopali dell’Italia set-tentrionale (IV-XI secolo), Atti del Convegno (Mantova, 2004), “Antichità Altoadriatiche. Vol. 63”, Trieste, pp. 421-465.

Mezzadrelli C. (1993), Il palazzo Gonzaga Guerrieri in Volta Mantovana, Comu-ne di Volta Mantovana, Castiglione delle Stiviere.

Minghetti P. (1910), Il Naviglio di Goito, Eredi Segna, Mantova. Mommsen T. (1872), Inscriptiones Galliae Cisalpinae Latinae, pars prior. Cor-

pus Inscriptionum Latinarum. Vol. 5, Preussische Akademie der Wissenschaf-ten, Berolini und Reimer, Berlino.

Mondini G. (1997), Soave: il territorio, la sua gente. Dalle origini al Cinquecen-to, Ciessegra�ca, Montichiari.

Mondini G. (2004), Il Naviglio di Goito ed i suoi opi�ci, Sometti, Mantova, 2004.Morselli G., Rizzo S. e Sinigardi L. (1998-99), “Mantova, i laghi e il Mincio”, Manto-

va (dattiloscritto).Morselli U. (1965), La sistemazione dei laghi, in Problemi di Mantova. Relazio-

ni Rotariane (Mantova, novembre 1964-giugno 1965), Rotary Club, Mantova, pp. 14-23.

Mutti Ghisi E. (1981), La centuriazione triumvirale dell’agro mantovano, Museo Archeologico di Cavriana, Mantova.

Mutti Ghisi E. (1984A), Il complesso generale della centuriazione e le sue testi-monianze sul terreno, in Misurare la terra: centuriazione e coloni nel mondo romano. Il caso mantovano. 2 voll., Catalogo della Mostra (Mantova, 25 feb-braio-1 aprile 1984), Panini, Modena, II, pp. 74-81.

211

Mutti Ghisi E. (1984B), L’agro mantovano: con�ni e situazione topogra�ca, in Misurare la terra: centuriazione e coloni nel mondo romano. Il caso mantova-no. 2 voll., Catalogo della Mostra (Mantova, 25 febbraio-1° aprile 1984), Pani-ni, Modena, II, pp. 38-40.

Natale L. (1995), Progetto dei lavori di costruzione della conca di navigazione di Valdaro, Mantova. Rapporto generale, speci�che tecniche, preventivo parti-colareggiato, Regione Lombardia, Azienda Regionale per i Porti di Cremona e Mantova, Mantova.

Nava M.L. (1982), Materiali enei dall’insediamento perilacustre di Castellaro La-gusello (Mantova), in Studi in onore di F. Rittatore Vonwiller. 2 voll., Malin-verno, Como, II, pp. 487-506.

Navarrini R. (1996), “Mantova e la via del sale”, Postumia, 7, 7: 89-100.Negri G.G., Roncai L. e Sandri M.G., a cura di (1999), Architetture d’acqua per la

boni�ca e l’irrigazione, Electa, Milano.“Necrologie. Ing. comm. Luigi Villoresi” (1935), Mantus. Rivista bimestrale dell’U-

nione Professionisti e Artisti di Mantova, maggio-giugno, 3, 3: 33.Nicolini P. e Tarozzi C. (1983), Le Grazie e il sistema urbanistico �uviale di Mantova,

in Il francescanesimo in Lombardia, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, pp. ???.Nievo I. (1956), L’avvocatino, in De Luca I., a cura di, Novelliere campagnuolo e

altri racconti, Einaudi, Torino.Norsa U. (1982), “Sistemazione idraulica Adige-Garda-Mincio-Fissero-Tartaro-

Canal Bianco-Po di Levante. Stato dei lavori e prospettive”, Mantova. Rivista trimestrale di economia e attualità della Camera di Commercio, Industria, Ar-tigianato e Agricoltura di Mantova, gennaio-marzo, 131: 37-43.

Opere idrauliche straordinarie per la sistemazione Adige-Garda-Tartaro-Canal Bianco… Proposta di variante in data 7/2/1950… seconda relazione suppleti-va (14 giugno 1954) (1954), Ministero dei Lavori Pubblici, Magistrato alle Ac-que - Uf�cio del Genio Civile di Mantova - Uf�cio Idrogra�co, Mantova, 1954.

Paccagnini G. (1960), Origine e formazione della città, in Paccagnini G., a cura di, Mantova. Le Arti. Vol. 1, Istituto Carlo D’Arco per la Storia di Mantova, Manto-va, pp. 3-22.

Paglia E. (1879), Saggio di studi naturali sul territorio mantovano, Tip. Guastal-la, Mantova.

Paglia E. (1882), La provincia di Mantova, in Atti della Giunta per la Inchiesta Agraria e sulle condizioni delle classi agricole, vol. VI, fasc. IV, Forzani, Roma.

Pagliari I. (2009), Vie d’acqua nella pianura. Mantova crocevia dell’area padana, in Pagliari I. (a cura di), Il sistema idroviario mantovano. Il ruolo di Mantova e del suo porto e il sistema idroviario diffuso del territorio, “Il sistema idrovi-ario lombardo. Vol. 2”, Diabasis, Reggio Emilia, pp. 13-34.

Palvarini M.R. e Perogalli C. (1983), Castelli dei Gonzaga, Rusconi Immagini, Mi-lano.

Palvarini Gobio Casali M.R. e Monicelli F. (1990), Il territorio del Mincio nel-la cartogra�a antica, in Il Mincio e il suo territorio, Cierre, Verona, pp. 79-85.

Panini D. (1905), “La boni�ca dei laghi. Relazione dell’ing. D. Panini”, Il Demo-cratico, 2, 46-47-48-49: 1-2.

Panini D. (1908), Garda e Mincio e i problemi idraulici ad essi attinenti, Tip. Mondovì, Mantova.

Paoletti F. (2003), Iconogra�a sacra popolare prima della controriforma: l’ora-torio della Madonnina di Mezzacampagna, in Pugliese R., a cura di, Mincio

212

Parco Laboratorio. Cultura e tecniche di manutenzione e valorizzazione del paesaggio, Politecnico di Milano,“Stathme. Quaderni del Polo di Mantova. Vol. 3”, Unicopli, Milano, pp. 289-301.

“Parco del Mincio”, testo disponibile al sito: www.parcodelmincio.it (novembre 2013).Parmigiani C. (2010), Il Serraglio mantovano. Storia, difese militari ed idrauli-

che, Sometti, Mantova.“Parte la gara per la Conca. Tra pochi giorni il bando” (2013), Gazzetta di Manto-

va, 26 settembre.Pasquali G. (2005), Il lavoro contadino e la produzione agricola: tradizione e in-

novazione sulle terre mantovane (secoli VIII-X), in Camerlenghi E., Rebonato V. e Tammaccaro S., a cura di, Il paesaggio mantovano nelle tracce materiali, nelle lettere e nelle arti. Vol. 2. Il paesaggio mantovano nel Medioevo, Atti del Convegno di Studi (Mantova, 22-23 marzo 2002), Accademia Nazionale Virgi-liana, Olschki, Firenze, pp. 155-168.

“Per la boni�ca del territorio a sud di Mantova” (1916), Corriere di Mantova, 4 gennaio.

Perbellini G., a cura di (1981), Le forti�cazioni ottocentesche della provincia di Verona, Istituto Italiano dei Castelli. Sezione Veneta, I, Verona.

Perbellini G. (1982), Castelli scaligeri, Rusconi Immagini, Milano.Perbellini G. (1993), Il Mincio e le difese militari del territorio tra Medioevo e Ri-

sorgimento, in Il Mincio e il suo territorio, Cierre, Verona, pp. 29-40.Perbellini G. e Bozzetto L.V. (1990), Verona. La piazzaforte ottocentesca nella cul-

tura europea, Architetti Verona, Verona.Perego A. (1890), Sulla relazione della giunta pei provvedimenti di completamen-

to della difesa idraulica della città di Mantova (seduta del 6 maggio 1890). Lettera aperta, Citelli, Firenze.

Peretto C. et alii (2004), “Living-�oors and structures from the Lower Paleolithic to the Bronze Age in Italy”, in Collegium Antropologicum, 28 (1): 63-88.

Perogalli C. (1977) Contributi gonzagheschi al divenire della difesa bastionata nel Cinquecento, in Mantova e i Gonzaga nella civiltà del Rinascimento, At-ti del Convegno (Mantova, 6-8 ottobre 1974), Accademia nazionale dei Lincei, Accademia Virgiliana, Comune di Mantova, Mondadori-Edigraf, Segrate, pp. 241-263.

Pessina A. (2000), “Nuove evidenze di età neolitica da Bagnolo S. Vito (Mn), lo-calità Cà Rossina”, in Quaderni di Archeologia del Mantovano, 2: 13-40.

Pessina A. e Tinè V. (2008), Archeologia del Neolitico. L’Italia dal VI al IV mil-lennio a.C., Carocci, Roma.

Piccoli A. (1974), “Strutture lignee dell’abitato preistorico di Bande di Cavriana”, in Annali Benacensi, I: 19-33.

Piccoli A. (1980), Considerazioni sul rinvenimento di una piroga preistorica a Bande di Cavriana (Mantova), in Mirabella Roberti M., a cura di, Archeologia e storia a Milano e nella Lombardia orientale, Atti del Convegno (Villa Mo-nastero di Varenna, 1971-1972), Malinverno, Como, pp. 15-23.

Piccoli A. (1982), Saggio esplorativo nell’insediamento perilacustre di Castellaro Lagusello (Mantova), in Studi in onore di F. Rittatore Vonwiller, 2 voll., Malin-verno, Como, II, pp. 443-485.

Piccoli A. (1986), Nuovi aspetti strutturali e stratigra�ci da Bande di Cavriana, in La Lombardia tra protostoria e romanità, Atti del II Convegno Archeologi-co Regionale, Società Archeologica Comense, Como, pp.619-641.

213

Piccoli A. (2002), “Castellaro Lagusello, loc. Generali-Pezzalunga”, in Quaderni di Archeologia del Mantovano, 4: 5-25.

Piccoli A. e Laffranchini R, a cura di (2011), Enigma. Un antico processo di inte-razione europea: le Tavolette Enigmatiche, Publi Paolini, Mantova.

Piccoli A. e Peroni R. (1992), Per una ricostruzione della sequenza cronologica dell’Isolone del Mincio nell’ambito dell’Età del Bronzo padana, in D. Cocchi Ge-nik, a cura di, L’età del Bronzo in Italia nei secoli dal XVI al XIV a.C., Atti del Convegno (Viareggio, 1989), “Rassegna di Archeologia”, 10, 1991-1992: 235-254.

Pietrogrande A. (1994-95), “Il dibattito sui giardini inglesi all’Accademia di Scienze, Lettere e Arti di Padova: 1792-98”, in Atti e memorie, Accademia Pa-tavina di Scienze, Lettere e Arti, CVII: 19-38.

Pindemonte I. (1792/1809), “Dissertazione sui giardini inglesi e sul merito in ciò dell’Italia”, Atti dell’Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Padova, IV: 474-489.

Pizzamiglio G. (2000), Lettere a Isabella (1784-1828). Ippolito Pindemonte, Olschki, Firenze.

Ploner P. (1939), “Relazione al Federale di Mantova sul problema Adige, Gar-da, Mincio, Laghi di Mantova, Mantova”, Mantova, 20 gennaio (dattiloscritto, conservato nella Biblioteca dell’ex Consorzio di Boni�ca dell’Agro Mantovano Reggiano, oggi Terre dei Gonzaga, Misc. 1/13).

Poggiali E. (1956), Eugenio Villoresi, La Stampa Commerciale, Milano.Poletta G. (1903), La sistemazione idraulica del Lago di Garda. Nuovo Canale…

relazione dell’Ingegnere Capo del Genio Civile Giacomo Poletta, in Atti della Commissione per lo studio della navigazione interna nella valle del Po. Rela-zione VI: Fiume Mincio e Lago di Garda, Ministero dei LL.PP., Tip. della Ca-mera dei Deputati, Roma.

Preti L. (1842), Notizie statistiche della città e provincia di Mantova, Elmucci, Mantova.

Relazione della Commissione delegata dal Consiglio Comunale di Mantova al-lo studio ed alle proposte dei provvedimenti igienici opportuni per questa città (1868), Balbiani-Mondovì, Mantova.

Relazione della deputazione Consorziale a giusti�cazione del proprio operato e a chiarimento delle vere cause della situazione odierna creata al Consorzio. 11 settembre 1923 (1923), Consorzio di I Categoria del Territorio a Sud di Manto-va, Tip. Operaia Mantovana, Mantova.

Relazione sommaria sulle opere di boni�ca (1932), Consorzio di Boni�ca del Ter-ritorio a Sud di Mantova, Tip. Operaia Mantovana, Mantova.

Rittatore Vonwiller F. (1954), “Contributi di recenti ricerche paletnologiche in Ita-lia. Ricerche nella pala�tta di Bande di Cavriana”, in Origines, I: 131-140.

Rodella G. (1983), “Castelli del territorio gonzaghesco nel Quattrocento: verso una nuova funzione”, Arte Lombarda, n.s., 64: 15-28.

Rodella G. (1985), “Interventi dell’ingegnere sforzesco Bertola da Novate al Navi-glio di Goito (1455)”, Civiltà Mantovana, n.s., 6: 11-27.

Rodella G. (1988A), Forti�cazioni dello stato gonzaghesco e organizzazione dell’e-conomia agricola nel XV secolo, in Belfanti C.M. e Fantini D’Onofrio F., a cura di, Guerre, stati e città. Mantova e l’Italia padana dal secolo XIII al XIX, Atti delle Giornate di Studio in omaggio di Adele Bellù (Mantova, 12-13 dicembre 1986), Arcari, Mantova, pp. 157-172.

Rodella G. (1988B), Giovanni da Padova. Un ingegnere gonzaghesco nell’età dell’u-manesimo, FrancoAngeli, Milano.

214

Rodella G. (1999), I castelli del Mantovano, in Roverbella attraverso i secoli. Civiltà e cultura in una terra di con�ne, Comune di Roverbella-Assesorato alla Cultu-ra, Provincia di Mantova-Uf�cio cultura, s.l., pp.???

Rodella G. (2003), Le strutture architettoniche. Gli edi�ci medioevali, in Algeri G., a cura di, Il Palazzo Ducale di Mantova, Sometti, Mantova, pp. 42-52.

Rodella G. e L’Occaso S. (2006), “… questi logiamenti de castello siano forniti et adaptati”. Trasformazioni e interventi in castello all’epoca del Mantegna, in Trevisani F., a cura di, Andrea Mantegna e i Gonzaga, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Milano, pp. 20-35.

Romani M. (1995), “Una città in forma di palazzo. Potere signorile e forma urba-na nella Mantova medioevale e moderna”, Quaderni di Cheiron. 1, Centro di Ricerche Storiche e Sociali Federico Odorici, Brescia.

Rondelli F. (2007), L’architettura militare sul territorio virgiliano: il forte di Pie-tole nell’apoca francese, in Togliani C., a cura di, Virgilio ombra gentil. Luo-ghi, memorie, documenti, “Itinera”, Sometti, Mantova, pp. 231-241.

Rondelli F. (2013), Forte di Pietole. Una macchina da guerra, Comune di Virgi-lio, Publi Paolini, Mantova.

Sabbioni S. (2003), “Aspetti, problemi e progetti della navigazione interna nel Mantovano tra il 1814 e il 1914”, Postumia, 14/3: 7-174.

Salvarani R. (2006), La cura animarum nella diocesi di Mantova fra IX e XI se-colo, in Andenna G., Brogiolo G. P., Manzoli G. e Salvarani R., a cura di, Le origini della diocesi di Mantova e le sedi episcopali dell’Italia settentrionale (IV-XI secolo), Atti del Convegno (Mantova, 2004), “Antichità Altoadriatiche. Vol. 63”, Trieste, pp. 247-271.

Salzani L. (1995), La necropoli gallica di Valeggio sul Mincio, Sap, Mantova.Sanguanini I. (2003), Dove i laghi ritornano �ume: Formigosa, in Pugliese R., a

cura di, Mincio Parco Laboratorio. Cultura e tecniche di manutenzione e va-lorizzazione del paesaggio, Politecnico di Milano, “Stathme. Quaderni del Polo di Mantova. Vol. 3”, Unicopli, Milano, pp. 109-124.

Sarzi R. (2000), Cinque secoli di storia del Consorzio di Boni�ca Fossa di Pozzo-lo, Consorzio di Boni�ca Fossa di Pozzolo, Sometti, Mantova.

Sarzi R. (2006), Andreas Hofer a Mantova in catene, Sometti, Mantova.Scansani S. (2006), “Etruschi in piazza Santa Barbara”, Gazzetta di Mantova, 18

ottobre.Scansani S. (2007), “Torre romana sull’asse sud”, Gazzetta di Mantova, 27 aprile.Scardovelli S. (1999), Fiera-Catena. Un quartiere ritrovato, Sometti, Mantova.Segre R. (2002), Terza Guerra di Indipendenza. Le operazioni nell’Oltrepò man-

tovano, a cura di Benfatti C., Sometti, Mantova.Sereni E. (1961), Storia del paesaggio agrario italiano, Laterza, Bari.Settis S. (2010), Paesaggio, Costituzione, cemento: la battaglia per l’ambiente con-

tro il degrado civile, Einaudi, Torino.Signorini R. (1981), Ritorno a Virgilio, Artegra�ca, Verona.Silva E. (1801), Dell’arte dei giardini inglesi, Stamperia e Fonderia del Genio Ti-

pogra�co, Milano.Silvestri E. (1934), Relazione di massima su un primo lotto di opera da esegui-

re (Torino, 10 settembre 1934), Consorzio Irriguo Medio Mantovano, Mantova.Slicher Van Bath B.H. (1972), Storia agraria dell’Europa occidentale 500-1850,

Einaudi, Torino.

215

Soffredi De Camilli A. (1968), Abitato dell’età del Bronzo a Bande di Cavria-na (Mantova), in Atti della XI e XII Riunione scienti�ca dell’Istituto italiano di Preistoria e Protostoria (Firenze febbraio 1967, Sicilia ottobre 1967), Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Firenze, pp. 155-164.

Spinelli G. e Zocca M. (1952), Enciclopedia Cattolica. Vol. 9, Libreria Editrice Cat-tolica, Città del Vaticano.

Suitner G. (1989), “Doriciglio Moscatelli Battaglia prefetto e architetto tra i Gon-zaga e l’Austria”, Postumia, 1, 1: 49-71.

Suitner Nicolini G. (1983), Un progetto settecentesco per la chiusa e per il soste-gno di Governolo, in Mantova nel Settecento. Un ducato ai con�ni dell’impero, Catalogo della Mostra (Mantova, aprile-giugno 1983), Electa, Milano, pp. 80-91.

Tamassia A.M. (1967), “Note di protostoria mantovana. Rivalta e la valle del Min-cio”, Studi Etruschi, 35, II: 361-379.

Tamassia A.M. (1987), Il territorio del Po mantovano in età romana, in Il Po man-tovano, storia, antropologia, ambiente, Museo Civico Polironiano, San Benedet-to Po, 1987, pp. 23-31.

Tamassia A.M. (1989), Mantova, in Archeologia urbana in Lombardia. Valutazione dei depositi archeologici e inventario dei vincoli, Panini, Modena, pp. 116-124.

Tamassia A.M. (1993), Le antiche mura di Mantova, estratto da Mura delle Città Romane in Lombardia, Atti del Convegno (Como, 1990), Società Archeologica Comense, Como, pp. 145-152.

Tamassia A.M. (1998), “Mantova e i suoi laghi in età romana”, Atti e Memorie, Accademia Nazionale Virgiliana di Mantova, n.s., LXVI: 27-42.

Togliani C. (1997-98), Gabriele Bertazzolo e gli ingegneri a Mantova tra XVI e XVII secolo, tesi di laurea, rel. Carpeggiani P., Politecnico di Milano, Facoltà di Architettura.

Togliani C. (2003A), Appunti di ingegneria idraulica e di storia territoriale: le Valli di Bagnolo e Corte Virgiliana, in Pugliese R., a cura di, Mincio Parco Laboratorio. Cultura e tecniche di manutenzione e valorizzazione del paesag-gio, Politecnico di Milano, “Stathme. Quaderni del Polo di Mantova. Vol. 3”, Unicopli, Milano, pp. 69-108.

Togliani C. (2003B), L’architettura da Fancelli a Giulio Romano, in Algeri G., a cura di, Il Palazzo Ducale di Mantova, Sometti, Mantova, pp. 89-116, 167-175.

Togliani C. (2003C), La Chiusa di Governolo da Giovanni da Padova a Gabriele Bertazzolo, in Fiocca A., Lamberini D. e Maf�oli C., a cura di, Arte e scienza delle acque nel Rinascimento, Atti del Convegno Internazionale (Bologna, 4-6 ottobre 2001), Marsilio, Venezia, pp. 247-273.

Togliani C. (2007A), La regolazione dei laghi nelle soluzioni dei tecnici gonzaghe-schi. Boni�ca e navigazione del Basso Mincio fra XIV e XVIII secolo, in Camer-lenghi E., Rebonato V. e Tammaccaro S., a cura di, Il paesaggio mantovano nel-le tracce materiali, nelle lettere e nelle arti. Vol. 3. Il paesaggio mantovano dal XV secolo all’inizio del XVIII, Atti del Convegno di Studi (Mantova, 5-6 novem-bre 2003), Accademia Nazionale Virgiliana, Olschki, Firenze, pp. 173-209.

Togliani C. (2007B), Idrogra�a dell’ingens Mincius virgiliano. Dalla Corte di Pietole a Corte Virgiliana, in Togliani C., a cura di, Virgilio ombra gentil. Luoghi, memorie, documenti, “Itinera”, Sometti, Mantova, pp. 63-83.

Togliani C. (2007C), Virgilio neoclassico. Da Piazza Virgiliana al Giardino Ca-vriani, in Togliani C., a cura di, Virgilio ombra gentil. Luoghi, memorie, docu-menti, “Itinera”, Sometti, Mantova, pp. 165-187.

216

Togliani C. (2008), Ingegneri e militari gonzagheschi fra mantovano e Monferra-to. Il caso del Bertazzolo nelle carte dell’Archivio di Stato di Mantova, in Vi-gnoli M., a cura di, Castelli, guerre e assedi. Forti�cazioni mantovane, bre-sciane e cremonesi alla prova del fuoco (XIII-XVIII secolo), Atti del Convegno di Studi (Asola, 22 settembre 2007), Comune di Asola, Publi Paolini, Mantova, pp. 202-243.

Togliani C. (2009A), La navigazione sul Mincio e i laghi di Mantova: progetti e manufatti fra Medioevo ed Età Moderna, in Pagliari I., a cura di, Il sistema idro-viario mantovano. Il ruolo di Mantova e del suo porto e il sistema idroviario diffuso del territorio, “Il sistema idroviario lombardo. Vol. 2”, Diabasis, Reggio Emilia, pp. 37-62.

Togliani C. (2009B), Navigazione, boni�ca e irrigazione: la sistemazione dei la-ghi e del Porto di Mantova fra XVIII e XX secolo, in Pagliari I., a cura di, Il si-stema idroviario mantovano. Il ruolo di Mantova e del suo porto e il sistema idroviario diffuso del territorio, “Il sistema idroviario lombardo. Vol. 2”, Dia-basis, Reggio Emilia, pp. 155-195.

Togliani C. (2009C), Tecnici, ingegneri e navigazione nel Mantovano fra XIX e XX secolo, in Pagliari I., a cura di, Il sistema idroviario mantovano. Il ruolo di Mantova e del suo porto e il sistema idroviario diffuso del territorio, “Il siste-ma idroviario lombardo. Vol. 2”, Diabasis, Reggio Emilia, pp. 255-282.

Togliani C. (2010), I Bertazzolo: ingegneri e territorio fra XVI e XVII secolo, in Cal-zona A. e Lamberini D., a cura di, La civiltà delle acque tra Medioevo e Rina-scimento. 2 Voll., Atti del Convegno Internazionale (Mantova, 1-4 ottobre 2008), “Ingenium. n. 14”, Centro Studi L.B. Alberti, Olschki, Firenze, II, pp. 543-586.

Togliani C. (2012A), La chiesa dei Santi Gervasio e Protasio in Mantova. Dal roma-nico al neoclassico e ritorno. Storia, forme, arte�ci (dalla A di Arcari alla V di Vergani), in Golinelli Berto R., a cura di, Chiese parrocchiali, “I Quaderni di San Lorenzo. Vol. 10”, Associazione per i Monumenti Domenicani, Mantova, pp. 33-70.

Togliani C. (2012B), La Signoria gonzaghesca (1328-1707), www.mantovafortezza.it (novembre 2013).

Togliani C. (2012C), “Una lotta contro gli elementi. Gli ingegneri e la boni�ca idraulica del Mantovano”, Bollettino Storico Mantovano, 10: 155-184.

Togliani C. (2012D), Water Pumping Plants for Land Drainage in the Po Valley. A Case Study of the Mantua Region [1866-1940]: People, Techniques, Materi-als, in Carvais R., Guillerme A., Nègre V., Sakarovitch J., eds., Nuts & Bolts of Construction History. Culture, Technology and Society. Vol. 3, Picard, Paris, pp. 557-564.

Torelli P. (1910), Notizie storiche sullo sviluppo topogra�co e commerciale del Porto Catena di Mantova, tratte dai documenti dell’Archivio Storico di Man-tova, allegato alla Relazione sull’opera del Comitato nell’anno 1909, Comitato Mantovano per lo Sviluppo della Navigazione Interna, L’Artistica, Mantova (ri-stampa: Sartori, Mantova, 1953).

Torelli P. (1914), Regesto mantovano. Le carte degli archivi Gonzaga e di Stato e dei monasteri mantovani soppressi, Loescher, Roma.

Torelli P. (1930), Un Comune cittadino in territorio ad economia agricola. I. Di-stribuzione della proprietà-Sviluppo agricolo-Contratti agrari, Eredi Segna, Mantova.

Turri E. (2002), La conoscenza del territorio. Metodologia per un’analisi storico-geogra�ca, Marsilio, Venezia.

217

Turri E. (2003), L’imprinting territoriale alle origini del paesaggio delle colline moreniche del Garda, in Camerlenghi E., Rebonato V. e Tammaccaro S., a cu-ra di, Il paesaggio mantovano nelle tracce materiali, nelle lettere e nelle ar-ti. Vol. 1. Dalla preistoria all’età tardo romana, Atti del Convegno di Studi (Mantova, 3-4 novembre 2000), Accademia Nazionale Virgiliana, Olschki, Fi-renze, pp. 33-44.

Vaini M. (1973), La distribuzione della proprietà terriera e la società mantova-na dal 1785 al 1845. I. Il catasto teresiano e la società mantovana nell’età del-le riforme, Giuffrè, Milano.

Vaini M. (1986), Dal Comune alla Signoria. Mantova dal 1200 al 1328, Istituto di Storia Economica-Università Commerciale L. Bocconi, FrancoAngeli, Milano.

Vaini M. (1987), Navigazione ed agricoltura nell’Oltrepò (secc. XIII-XIV), in Il Po mantovano, storia, antropologia, ambiente, Museo Civico Polironiano, San Benedetto Po, pp. 33-49.

Vaini M. (1998), L’uni�cazione in una Provincia agricola. Il Mantovano dal 1866 al 1886, FrancoAngeli, Milano.

Vaini M. (2005), Il territorio mantovano dagli interventi idraulici di Alberto Pi-tentino (1190) al decreto di Gianfrancesco Gonzaga De aquis ducendis (1416), in Camerlenghi E., Rebonato V. e Tammaccaro S., a cura di, Il paesaggio man-tovano nelle tracce materiali, nelle lettere e nelle arti. Vol. 2. Il paesaggio mantovano nel Medioevo, Atti del Convegno di Studi (Mantova, 22-23 marzo 2002), Accademia Nazionale Virgiliana, Olschki, Firenze, pp. 211-252.

Varanini G.M. (1994), Il Ponte di Valeggio, la deviazione del Mincio e le cancel-lerie italiane nel 1393-94, in Il Ponte Visconteo a Valeggio sul Mincio, Comu-ne di Valeggio sul Mincio, Cierre, Verona, pp. 74-76.

“Via alla centrale idroelettrica. La costruirà Tea Sei” (2011), Gazzetta di Manto-va, 24 dicembre.

Vasic Vatovec C. (1979), Luca Fancelli architetto. Epistolario gonzaghesco, “Bi-blioteca di Architettura-Saggi e Documenti”, Uniedit, Firenze.

Vedovelli G. (1996), Le pesche del Garda, in Le svariate maniere delle pescagio-ni del Garda, Cierre, Verona, pp. 22-30.

Venturelli S. (2011-12), Il serraglio veronese: storia, forme e funzioni, tesi di lau-rea, rel. Togliani C., correl. Saggioro F., Politecnico di Milano, Scuola di Ar-chitettura e Società, Corso di laurea in Architettura.

Vincenti A. (1981), Castelli viscontei e sforzeschi, Rusconi Immagini, Milano.Vivanti C. (1959), La campagne del Mantovano nell’età delle Riforme, Feltrinel-

li, Milano.Zanini P. (1997), Signi�cati del con�ne: i limiti naturali, storici, mentali, Monda-

dori, Milano.Zerbi M.C., a cura di (1998), Turismo sostenibile in ambiente fragili, Cisalpino,

Milano.Zimolo G.C. (1939), Cremona nella storia della navigazione interna, in Atti e Me-

morie del terzo Congresso Storico Lombardo, Giuffré, Milano, pp. 221-266.Zuccoli N. (1985), “Le chiuse di Governolo. Note per una storia documentaria”,

Architettura, storia, documenti, a. I, 2: 65-70.