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VALUTAZIONE DELLA CONVENIENZA E DELL’IMPATTO ECONOMICO DELL’ISOLAMENTO TERMO-ACUSTICO DEGLI EDIFICI Settembre, 2014

VALUTAZIONE DELLA CONVENIENZA E DELL’IMPATTO … · I - Perché isolare gli edifici - quanto consumano Il sistema energetico italiano: negli edifici il consumo più elevato Nel

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VALUTAZIONE DELLA CONVENIENZA

E DELL’IMPATTO ECONOMICO DELL’ISOLAMENTO

TERMO-ACUSTICO DEGLI EDIFICI    

 

 

Settembre, 2014

 

 

 

 

 

 

 

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INDICE INTRODUZIONE III SINTESI IV I Perché isolare gli edifici - quanto consumano IV II L’esigenza di riqualificazione del patrimonio VI III Il potenziale di mercato e la convenienza dell’isolamento IX 1. Perché isolare gli edifici - quanto consumano gli edifici, quanto si può risparmiare 1 1.1. Il sistema energetico italiano: negli edifici il consumo più elevato 2 1.2. Kyoto ed EU 2020 5 1.3. I consumi degli edifici 8 1.3.1. Il settore residenziale 10 1.3.2. Il settore non residenziale 12 1.4. Il potenziale degli edifici ad uso terziario per l’efficienza energetica 15 2. Quali edifici isolare – stock, nuova produzione, riqualificazione - quante pareti, solai,

sottotetti, divisori per destinazione d’uso 18

2.1. Settore residenziale - Il patrimonio immobiliare 22 2.2. Settore non residenziale - - Il patrimonio immobiliare 25 2.3. Quanto si è prodotto e si produce, quanto si riqualifica 29 2.3.1. Il mercato delle pareti esterne 2013 per il settore residenziale 29 2.3.2. Il potenziale del mercato della riqualificazione energetica in edilizia residenziale 34 2.3.3. Il mercato delle pareti esterne per il settore non residenziale 36 2.3.4. Il potenziale del mercato della riqualificazione energetica in edilizia non residenziale 37 2.4. Le chiusure orizzontali, coperture e solai nel settore residenziale 38 2.4.1. Le coperture a falda 38 - Il mercato attuale delle copertura a falda

- Il potenziale del mercato della riqualificazione energetica in edilizia residenziale

2.4.2. Le chiusure orizzontali, 1° solaio, sottotetto, coperture piane 42 - Il mercato attuale

- Il potenziale del mercato della riqualificazione energetica in edilizia residenziale

2.5. Le chiusure orizzontali, coperture e solai nel settore non residenziale 47 - Il potenziale del mercato della riqualificazione energetica in edilizia residenziale 3. Quanto si risparmierebbe e con quale investimento - quanto consuma ogni tipologia di

edificio, le potenzialità di risparmio e il costo di tale risparmio (€/kwh); il bilancio costi / benefici per lo stato e per il sistema paese

49

3.1. Il peso dell’attività di recupero del patrimonio esistente nel mercato delle costruzioni nel 2013 51 LE INDAGINI PRESSO I RIVENDITORI DI MATERIALI, I PROGETTISTI, LE FAMIGLIE E GLI

AMMINISTRATORI DI CONDOMINIO 81 4. Quali materiali si utilizzano e per quali motivi si scelgono nell’isolare gli edifici? La

percezione dei rivenditori e dei progettisti anche rispetto ai temi del rapporto prezzo / prestazioni, durabilità, salubrità dei materiali

82

5. La questione dell’acustica nella percezione delle famiglie – il “fattore termico” appare

acquisito all’opinione pubblica e al decisore politico (pur con distorsioni) ma cosa ne pensano le famiglie del problema acustico? Città e piccoli centri, tipologie di rumori, intensità, fascia oraria

93

   

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III

Introduzione

Gli obiettivi dello studio condotto per FIVRA sono sommariamente riconducibili all’ambito dell’efficienza termo-acustica del patrimonio immobiliare del Paese. Sia degli oltre 12,5 milioni di edifici esistenti (che comprendono 34,7 milioni di unità abitative e non residenziali), sia degli immobili che vengono annualmente costruiti (55mila nella media degli ultimi anni).

E’ evidente, anche dalle cifre appena descritte, che intervenire sulla nuova produzione edilizia non è sufficiente se si vogliono ottenere risultati adeguati in termini di risparmio energetico e di benessere degli occupanti degli immobili (i nuovi edifici rappresentano una integrazione annua dello stock esistente pari allo 0,4%). Come è altrettanto evidente che il patrimonio immobiliare italiano, essendo vecchio ed obsoleto, non necessita solo di nuovi impianti di fonti di energia rinnovabili. Ha bisogno, invece, di una attenzione particolare da destinare a quegli interventi sull’involucro edilizio che possano arginare gli elevatissimi consumi energetici.

L’orientamento che si è voluto quindi imprimere alla ricerca è proprio in questa direzione: innanzitutto quanto “consumano” gli immobili esistenti e quanto si potrebbe risparmiare; poi ci si è soffermati sul mercato attuale dell’isolamento (articolando lo stock e su tale misura quanto si interviene oggi);successivamente ci siamo domandati quale potrebbe essere il potenziale di intervento nei prossimi anni.

Successivamente, seguendo un percorso logico, sono state analizzate le risorse necessarie da investire ed il beneficio in termini di risparmio che ne conseguirebbe. I risultati sono stati affrontati anche dal punto di vista economico, considerando l’ambito dell’incentivazione pubblica e la ricaduta economica ed occupazionale per il sistema Paese.

Infine è stato affrontato il tema del mercato (dal lato offerta) degli isolanti termico-acustici e del fabbisogno di isolamento acustico da parte delle famiglie italiane.

Sotto il profilo metodologico la ricerca si è alimentata attraverso diversi contributi: innanzitutto i sistemi informativi del Cresme sulla nuova produzione edilizia e sulla misurazione dello stock immobiliare; sono risultate necessarie anche le analisi sviluppate negli ultimi anni sul parco edilizio residenziale e non residenziale e sulle caratteristiche del medesimo; l’esperienza che il Cresme ha accumulato in questi anni nel mettere a punto il modello per la valutazione dell’impatto socio-economico degli investimenti per l’isolamento termo-acustico. Infine, sono state effettuate alcune indagini campionarie (con metodo CATI) alla rete della distribuzione (350 intervistati); alle famiglie per la percezione dell’inquinamento acustico e dell’isolamento termico (400 famiglie). E’ stato effettuato anche un sondaggio (CATI e CAWI) presso 260 progettisti.

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IV

SINTESI I - Perché isolare gli edifici - quanto consumano Il sistema energetico italiano: negli edifici il consumo più elevato

Nel 2013 il patrimonio edilizio italiano ad uso civile (residenziale, uffici e negozi) ha consumato circa

47 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti, una leggera riduzione dello 0,7 per cento rispetto al dato

2012. I stima che il settore residenziale sia quello che ha registrato un leggero incremento dei consumi (+0,2

per cento), mentre i consumi degli edifici ad uso terziario sono stimati in calo del 2,1 per cento.

Grafico I - Bilancio energetico in Italia – 2013

 

Fonte: elaborazione CRESME su dati Ministero dello Sviluppo Economico, Bilancio Energetico Nazionale provvisorio per l’anno 2013

Sulla recente dinamica dei consumi del settore civile ha impattato in modo significativo il fattore climatico per il

comparto residenziale e la recrudescenza della crisi economica per il comparto terziario. Temperature

invernali decisamente superiori alla media hanno determinato il consistente calo del biennio 2006-2007 (-8 per

cento), mentre un successivo decremento delle temperature invernali ha generato gli aumenti del periodo

seguente.

Ampliando l’analisi al medio-lungo periodo, possiamo individuare un trend di fondo di incremento costante e

sostenuto dei consumi degli edifici. Alla base di tale tendenza di fondo si riscontrano più fenomeni

concomitanti che lavorano in direzioni opposte: verso l’incremento dei consumi (l’ampliamento dello stock

edilizio, l’incremento della quantità di beni durevoli energivori detenuti dalle famiglie) e verso il contenimento

degli stessi (maggiore efficienza degli impianti con ciclo di vita medio-breve, normativa tecnica più restrittiva in

termini di efficienza degli involucri edilizi). In ogni caso, nel periodo 1990-2013, il settore degli usi civili è quello

che ha aumentato maggiormente i propri consumi energetici (+31 per cento, contro il +14 per cento dei

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trasporti e la forte diminuzione dei consumi industriali). Schematizzando: tendenza di fondo all’incremento,

oscillazioni di breve termine intorno a questo trend determinate principalmente dai fattori climatici.

Grafico II - Consumo di energia per usi civili: il trend di lungo periodo Milioni di tonnellate equivalenti di petrolio

 Fonte:  elaborazione  Cresme  su  dati  Mi.S.E.  ed  ENEA;  2013  -­‐  stima  

I consumi residenziali manifestano rilevanti oscillazioni come conseguenza dei fenomeni climatici, mentre i

consumi del settore terziario appaiono più costanti nel loro trend crescente. Tra il 1990 ed il 2012, i consumi

degli edifici residenziali sono cresciuti solo del 9 per cento, mentre i consumi provenienti dal settore terziario

sono aumentati del 99 per cento (contemplando anche la recente riduzione del 9% tra il 2010 e il 2013). Una

dinamica che rispecchia la maggiore crescita dello stock edilizio terziario rispetto a quello residenziale, oltre

che la terziarizzazione dell’economia.

Grafico III - Settore residenziale e terziario, i consumi (KTep / anno)

 

Fonte: elaborazione CRESME su dati Ministero dello Sviluppo Economico e ENEA; stima per gli anni 2011, 2012, 2013 Fra gli immobili non residenziali, il settore che consuma più energia è il commercio con oltre 34,6 GWh di cui

13,9 GWh elettrici e 20,7 GWh termici ripartiti su quasi 204 mila edifici e 278 milioni di mq pari ad un consumo

specifico di 125 KWh/mq/anno. Tale consumo specifico è notevolmente differenziato tra i 161 KWh/mq/anno

dei centri e gallerie commerciali e i 122 KWh/mq/anno degli edifici commerciali di medie e piccole dimensioni.

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VI

Grafico IV - Consumo specifico degli edifici ad uso terziario – KWh/mq/anno

Fonte: elaborazione Cresme su dati ENEA, Cresme, Istat, fonti varie

Il settore pubblico è stato investito di una particolare attenzione dal DL 61/2013 (convertito in legge n.90/2013)

– anche in recepimento della direttiva europea n. 30/2010. Il patrimonio scolastico è stato immediatamente

oggetto di uno screening da parte del MISE in collaborazione con ENEA e, su tale comparto, presumibilmente

verranno convogliate idonee risorse. Infatti sulla base di uno studio che Cresme ha condotto su incarico di

Enea, il patrimonio scolastico denuncia consumi elettrici e termici piuttosto elevati.

Grafico V - Scuole - Consumi termici per alunno per ripartizione territoriale (kwht/alunno)

Fonte: elaborazione e stime Cresme 2013

II - L’esigenza di riqualificazione del patrimonio

Come abbiamo visto, il patrimonio edilizio italiano è un “colabrodo” energetico. Nella cornice descritta

sinteticamente si inserisce quindi con maggior peso il ruolo della riqualificazione e di come esso vada

crescendo nel tempo.

Oggi, la domanda di rinnovo del parco edilizio e infrastutturale è diversa da quella che caratterizzava gli anni

’90. Si è ampliata e si sono modificate le priorità: meno finiture e più impianti; meno estetica e più tecnologia.

E gli spazi di diversificazione futura sono ancora tanti: l’acustica, gli spazi urbani, compendi immobiliari

1.403 1.195

961 803

1.041

Nord-Ovest Nord-Est Centro Mezzogiorno Totale Italia

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VII

piuttosto che frammentazione nelle abitazioni, messa in sicurezza, sostenibilità ambientale ed energetica,

efficienza idrica, solo per citarne alcuni. Serve incoraggiare la domanda attraverso meccanismi incentivanti

(non necessariamente e/o non solo aiuti dello Stato); serve articolare un quadro delle priorità modulando le

azioni di stimolo. Serve una visione strategica che derivi da una analisi puntuale del vero fabbisogno di

riqualificazione.

Molteplici fattori sono suscettibili di incidere sugli investimenti nel recupero nell’attuale fase e negli scenari

futuri:

- la “vetustà” del patrimonio edilizio e l’obsolescenza delle sue componenti;

- gli interventi riconducibili alla “personalizzazione” delle abitazioni acquistate;

- l’adeguamento alle normative europee in alcuni settori (impianti elettrici, di riscaldamento, ecc...) e

l’evoluzione della domanda di efficientamento energetico;

- la crescita della componente impiantistica negli edifici;

- le misure fiscali incentivanti.

Il patrimonio immobiliare residenziale nel Paese non può dirsi recente: il 63,8% degli edifici è stato costruito prima del 1971, pari a 7,2 milioni di edifici. La vetustà del patrimonio non necessariamente

implica un cattivo stato di conservazione delle strutture, ma va segnalato che 2,6 milioni di edifici sono

considerati in stato mediocre o pessimo di conservazione. Inoltre è da sottolineare come l’epoca di costruzione sia indicativa delle tecniche costruttive e, in particolare

apra un noto problema sul tema della sicurezza rispetto ai rischi sismici. La normativa antisismica per le

nuove costruzioni è entrata in vigore nel 1974 (Legge n.64/1974), quindi gli edifici realizzati precedentemente

a questa data non sono stati costruiti secondo le nuove norme tecniche. Ma anche gli edifici costruiti

successivamente al 1974, pur essendo in regola rispetto alla legge vigente al momento della realizzazione,

potrebbero non essere conformi alla attuale normativa sismica poiché in questi anni la mappa della

pericolosità sismica è stata modificata più volte, includendo sempre più comuni nelle zone di rischio più

elevato. In ogni caso gli edifici realizzati prima del 1974, e quindi senza riferimento alla prima normativa

antisismica, sono circa 8 milioni, il 71% dello stock edilizio.

Il fenomeno della ‘vetustà’ del patrimonio edilizio interessa in particolare le aree urbane, ed è un fenomeno

che tende a crescere nel tempo. La proiezione elaborata da CRESME in termini di unità abitative sullo stock

edilizio con oltre 40 anni, soglia che viene fissata dagli studi di tecnologia come quella oltrepassata la quale

sono necessari interventi di manutenzione straordinaria per mantenere gli standard funzionali dell’abitazione e

dell’edificio, vede la seguente situazione:

nelle città metropolitane le abitazioni con oltre 40 anni rappresentano il 76,2% dello stock esistente al

2011, ma nel 2021 saranno l’85,2%: nei comuni capoluogo di provincia si passerà dal 68,7% del 2011 al 79,7% del 2021.

TABELLA I - ABITAZIONI IN EDIFICI CON OLTRE 40 ANNI

2011 2021

Città metropolitane 76,2% 85,2% Città capoluoghi 68,7% 79,7%

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VIII

La domanda che proviene dal territorio

Le interviste effettuate sul territorio nazionale evidenziano la quantità di abitanti che risente di un “disagio

termico” nella propria abitazione: circa il 36% avverte una scarsa uniformità di temperatura fra gli ambienti dell’alloggio.

Grafico VI - FAMIGLIE – In termini di comfort termico, c'è una scarsa uniformità della temperatura fra gli ambienti?

   

Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

Ma soprattutto è avvertito un disagio da inquinamento acustico, considerato anche che il 42% delle abitazioni è esposto a fonti di rumore (strade a traffico elevato, ferrovie, locali notturni, ecc.). Il 35% degli

abitanti avverte i rumori dei vicini di casa e, soprattutto, secondo il 23,3% degli intervistati il tipo di degrado

ambientale più sviluppato è proprio quello acustico, seguito da quello atmosferico (19,8%) ed estetico

(15,5%). Il 70% dei cittadini è infastidito da rumori diurni e il 45% da rumori notturni.

Grafico VII - FAMIGLIE – Durante il GIORNO ci sono rumori che la infastidiscono?

Se SI, quali?

 Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

Non è un caso che i distributori di materiali edili intervistati, indichi che nei prossimi anni i prodotti per

isolamento termico-acustico avranno un sensibile sviluppo: il 64% dei distributori segnala che le vendite in

questo ambito avranno una dinamica molto superiore (11%) o superiore (53%) rispetto ad oggi.

Si 36,6% No

63,4%

18,2

34,1

44,5

36,3

20,0

81,8

65,9

55,5

63,7

80,0

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0

A o B C D E F

No 30,5% Si

69,5%

3,6

8,1

9,2

9,5

11,2

14,8

20,3

23,2

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0

Locali di intrattenimento

Rumore di cantieri

Raccolta spazzatura

Allarmi antifurto

Vicini di casa

Cani o altri animali

Rumori di auto/autobus

Rumori di moto/motorini

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IX

Grafico VIII - RIVENDITORI DI MATERIALI PER L’EDILIZIA – Come prevede andranno le vendite di materiali isolanti dal 2013 al 2018

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013

III - Il potenziale di mercato e la convenienza dell’isolamento

UNO SGUARDO D’INSIEME SULLO STOCK EDILIZIO, SUGLI INTERVENTI POTENZIALI DI

RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI E SUI BENEFICI ECONOMICI OTTENIBILI

Nelle pagine che seguono si presenta una completa disamina del patrimonio edilizio e delle sue potenzialità di

riqualificazione in termini energetici per quanto riguarda gli involucri (pareti perimetrali, coperture e sottotetti,

primi solai). Si è ritenuto opportuno, per rendere la lettura più agevole, inquadrare in una estrema sintesi le

quantità in gioco; si tratta infatti di enormi superfici di manufatti edilizi che implicano ingenti investimenti ma

che costituiscono una imperdibile occasione di risparmio energetico ed economico, di miglioramento delle

condizioni di vita dei fruitori degli immobili, di riduzione delle emissioni di gas serra. L’occasione è ancor più

appetibile se si considera la capacità di generare occupazione diretta nell’edilizia e indotta nei settori che

fanno capo all’edilizia. Come si vedrà nei paragrafi successivi, lo stock edilizio italiano si compone di un

elevato numero di edifici e di unità immobiliari con involucri esterni che sviluppano quasi 10 miliardi di metri

quadri di superficie netta (al netto delle aperture e delle finestre). Lo stock si incrementa progressivamente per

effetto della nuova costruzione ed è ciclicamente sottoposto ad interventi di ristrutturazione. Ogni anno,

dunque, si effettuano lavori (di nuova costruzione e di ristrutturazione) che coinvolgono elementi fabbricativi

(pareti perimetrali, coperture, sottotetti, primi e ultimi solai) sui quali deve o dovrebbe essere prevista

l’applicazione o la sostituzione di materiali isolanti.

Lo schema che segue sintetizza le quantità relative allo stock di elementi fabbricativi e al potenziale,

complessivo e annuo, di superfici da isolare nell’arco di 10 anni dal 2014 al 2023. Il potenziale medio annuo

ammonta a oltre 155 milioni di mq e si compone di quasi 59 milioni di mq provenienti dalla nuova costruzione

e di quasi 97 milioni di mq di superfici oggetto di interventi di manutenzione straordinaria. L’edilizia

residenziale contribuisce per il 74,8% al potenziale annuo con 116 milioni di mq (39,9 milioni mq dalla nuova

costruzione e 76,5 milioni mq da interventi di ristrutturazione). Il non residenziale civile (al netto del settore

13,3

0,0

13,9 11,0

53,3 50,0

55,6 53,3

16,7

31,3

19,4 20,1

0,0 0,0 2,8 0,8

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

Nord Centro Sud Totale

Molto superiore Superiore Uguale Inferiore Molto inferiore

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X

industriale e di quello agricolo) contribuisce con oltre 39 milioni di mq (di cui 18,9 milioni di mq di nuova

costruzione e 20,2 milioni mq di interventi di ristrutturazione).

Nel complesso, il potenziale più ampio è identificabile nelle coperture che vedranno 81,3 milioni di mq medi

annui di interventi (12,2 milioni mq di nuova costruzione e 69,1 milioni mq di interventi di manutenzione); le

pareti perimetrali saranno un importante ambito potenziale con 47,5 milioni mq medi annui (25,8 milioni di

nuova costruzione e 21,7 milioni di ristrutturazione); il potenziale dei solai a piano terra e dei sottotetti risulta

più contenuto con 26,6 milioni di mq medi annui (20,7 milioni mq di nuova costruzione e 5,9 milioni mq di

interventi di manutenzione).

Sintesi dello stock e del potenziale di interventi 2014 - 2023

 

Stock  (mln  mq)  

 

Potenziale  nuova  costruzione  2014  –  2023  (mln  mq)  

Potenziale  ristruttur.  2014  –  2023  (mln  mq)  

Potenziale  TOTALE  2014-­‐  2023  

 

Potenziale  nuova  costruzione  ANNUO  2014  -­‐  2023  

Potenziale  ristruttur.  ANNUO  2014  -­‐  2023  

Potenziale  TOTALE  ANNUO  2014  -­‐  2023  

     

             

             

Pareti  perimetrali  residenziale   4.140    

168,1 149,5 317,6  

16,8 15,0 31,8

Pareti  perimetrali  non  residenziale   909    

89,5 67,0 156,5  

9,0 6,7 15,7  

     

 

Coperture  residenziale   1.478    

82,4 563,0 645,4  

8,2 56,3 64,5

Coperture  non  residenziale   694    

39,6 128,0 167,6  

4,0 12,8 16,8  

     

 

Solai  e  sottotetti  residenziale   1.918    

148,3 52,0 200,3  

14,8 5,2 20,0

Primo  solaio  non  residenziale   693    

59,4 7,0 66,4  

5,9 0,7 6,6  

     

 

RESIDENZIALE   7.536    

398,8 764,5 1.163,3  

39,9 76,5 116,3

NON  RESIDENZIALE   2.296    

188,5 202,0 390,5  

18,9 20,2 39,1  

     

 

TOTALE   9.832    

587,3 966,5 1.553,8  

58,7 96,7 155,4 Fonte: elaborazioni e stime Cresme

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XI

Come si vedrà più approfonditamente nel capitolo 3, il potenziale di interventi edilizi di rinnovo rappresenta

un’imperdibile occasione di realizzare importanti risparmi energetici e, di conseguenza, economici. E’

evidente, infatti, che il potenziale relativo alla nuova costruzione opera in incremento dello stock (e quindi

anche in incremento marginale dei consumi energetici) pur dovendo sottostare alla normativa più recente in

fatto di requisiti minimi di contenimento energetico; viceversa, il potenziale di interventi di ristrutturazione,

opera sottraendo consumi ad uno stock edilizio energeticamente inefficiente. E’ dunque sul potenziale relativo

alla ristrutturazione che si è approfondito il tema del risparmio ottenibile, della riduzione dell’emissione di gas

climalteranti, del livello degli investimenti da porre in atto, del tempo di rientro dell’investimento (con e senza

incentivi all’edilizia o alla riqualificazione energetica), dei livelli occupazionali attribuibili agli interventi di

ristrutturazione.

Di seguito si presentano due tavole di sintesi, estrapolate dal capitolo 3, delle quali si approfondirà più avanti

la metodologia di elaborazione e le fonti con una analisi puntuale dei singoli elementi che la compongono.

Anche in questo caso, infatti, più che i singoli dati, si vuole mettere in luce i risultati salienti dell’analisi. Nel

totale dell’attività di rinnovo si rilevano 96,7 milioni di metri quadri potenziali annui di interventi che implicano

un investimento per la realizzazione dei lavori pari a 11,7 miliardi di euro annui.

Il risparmio energetico annuo ottenibile da tali interventi è di poco inferiore ai 4.500 GWh termici annui che

porterebbero ad un risparmio economico di oltre 535 milioni di euro per ogni anno e a minori emissioni per

oltre 890 mila tonnellate di gas climalteranti. Gli interventi effettuati in regime di detrazione fiscale al 65% si

evidenziano per un periodo di rientro dell’investimento pari a 7,6 anni; tale valore si ottiene rapportando

semplicemente l’importo investito annualmente (detratte le somme rimborsate fiscalmente) al risparmio annuo

ad esso attribuibile.

E’ evidente che gli incentivi fiscali rappresentano un potente acceleratore del pay back period poiché, in

assenza di essi il periodo di rientro dell’investimento è pari 21,8 anni.

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XII

ATTIVITA’ DI RINNOVO 2014 – 2023 - STOCK, POTENZIALE DI INTERVENTO, INVESTIMENTI, RISPARMIO ATTRAVERSO L’ISOLAMENTO

Stock

(mln mq)

Potenziale 2014-2023 (mln mq annui)

Investimento (mln € annui)

Risparmio potenziale

(GWh annui)

Risparmio potenziale

(mln € annui)

CO2 non emessa

(Kt annue)

Pay back time con incentivi (anni con 65% per riqual.

energetica)

Pareti perimetrali residenziale 4.140 15,0 1.121,3 462,1 55,5 92,43 7,1

Pareti perimetrali non residenziale 909 6,7 402,0 176,0 21,1 35,21 6,7

     Coperture residenziale 1.478 56,3 8.445,0 3.109,5 373,1 621,90 7,9

Coperture non residenziale 694 12,8 1.280,0 530,2 63,6 106,04 7,0

     

Solai e sottotetti residenziale 1.918 5,2 364,0 164,1 19,7 32,82 6,5

Primo solaio non residenziale 693 0,7 45,5 18,1 2,2 3,62 7,3

     

Residenziale 7.536 76,5 9.930,3 3.735,8 448,3 747,2 7,8

Non residenziale 2.296 20,2 1.727,5 724,4 86,9 144,9 7,0

       

Totale edifici Italia 9.832 96,7 11.657,8 4.460,1 535,2 892,0 7,6 Fonte: elaborazione Cresme su dati vari (ENEA, Istat, MISE, prezziari, Cresme/SI, altri) Per rendere un’idea della quantità in gioco si possono rapportare i valori sopra esposti ad entità di uso

comune:

• le superfici potenziali annue di interventi di ristrutturazione (96,6 milioni di mq) sono l’equivalente di

circa 13.500 campi di calcio (135 mila campi da calcio il potenziale nel decennio)

• il risparmio potenzialmente ottenibile annuo (quasi 4.500 GWh termici) che compenserebbero i

consumi di circa 390 mila caldaie autonome (considerando il consumo medio nazionale di circa

1.400 mc di metano annui)

• le emissioni annue evitate di gas climalteranti sarebbero di oltre 890 kt annue, come l’assorbimento

annuo garantito da circa 30 milioni di alberi adulti o come compensare le emissioni annue di 283 mila

automobili euro 5 (126,2 g CO2/km per 25 mila Km annui)

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XIII

La lettura delle informazioni così allineate mostra uno stock complessivo di superfici esterne dalle

dimensioni enormi:

! oltre 9,8 miliardi di mq di cui

o 5,0 miliardi di mq di pareti perimetrali (4,1 miliardi per il residenziale e 0,9 miliardi per il

non residenziale)

o 2,2 miliardi di mq di coperture (1,5 miliardi per il residenziale e 0,7 miliardi per il non

residenziale)

o 2,6 miliardi di mq di solai e sottotetti (1,9 miliardi per il residenziale e 0,7 miliardi per il

non residenziale)

Tale patrimonio, pur in parte riqualificato e soggetto a flussi di nuova edificazione, consta di amplissime

superfici che non hanno subito interventi da oltre 15 anni:

! oltre 8,2 miliardi di mq (quasi l’84% dell’intero stock) di cui

o 4,4 miliardi di mq di pareti perimetrali (3,7 miliardi per il residenziale e 0,7 miliardi per il

non residenziale)

o 1,5 miliardi di mq di coperture (1,0 miliardi per il residenziale e 0,5 miliardi per il non

residenziale)

o 2,3 miliardi di mq di solai e sottotetti (1,7 miliardi per il residenziale e 0,6 miliardi per il

non residenziale)

L’effettivo potenziale di intervento che lo stock non riqualificato negli ultimi 15 anni (84% circa dello stock

complessivo) potrà esprimere nel periodo 2013-2022 in termini di reali opere edilizie di rinnovo (dettati dalla

vocazione ad effettuare tale tipo di interventi a livello territoriale e per zona climatica, come descritto nel

capitolo 2), genera interventi su:

! quasi 1,0 miliardi di mq (pari a una media annua di 96,7 milioni di mq) di cui

o 216 milioni di mq di pareti perimetrali (150 milioni per il residenziale – media annua 15,0

milioni mq e 67 milioni per il non residenziale – media annua 6,7 milioni mq)

o 691 milioni di mq di coperture (563 milioni per il residenziale – media annua 56,3 milioni mq

e 128 milioni per il non residenziale – media annua 12,8 milioni)

o 59 milioni di mq di solai e sottotetti (52 milioni per il residenziale – media annua 5,2 milioni

mq e 7 milioni per il non residenziale – media annua 0,7 milioni mq)

All’effettivo potenziale di rinnovo delle superfici edificate, corrisponde un tasso complessivo di intervento pari

all’1,0% della superficie totale esistente. Il tasso di intervento più elevato si rileva per le coperture residenziali

(3,8%) mentre si osserva la vocazione più contenuta ad intervenire sulle superfici opache nelle pareti

perimetrali residenziali (0,4%) e nei solai al piano terra degli edifici non residenziali (0,1%).

L’entità dell’investimento complessivo che risulterebbe dall’intervento di coibentazione di tutte le superfici

potenzialmente oggetto di tali interventi di rinnovo nel periodo 2014-2023 è misurato pari a 116,6 miliardi di

euro nei 10 anni e pari a 11,7 miliardi annui, un valore inferiore al 15% di tutti gli investimenti in

manutenzione straordinaria effettuati annualmente in Italia. Gli ordini di grandezza degli investimenti non

sono fuori dalla portata delle capacità di spesa delle famiglie e delle imprese e appare importante, su tali basi,

la sensibilizzazione del panorama politico e dell’opinione pubblica.

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XIV

Ciò è tanto più vero se si introduce il tema del risparmio energetico ottenibile dagli interventi appena descritti.

Secondo le elaborazioni effettuate sui dati ENEA si osserva che il risparmio energetico specifico (KWh/mq)

per gli interventi sulle superfici opache degli edifici è compreso tra i 25,9 KWh/mq dei solai al piano terra degli

edifici non residenziali e i 55,2 KWh/mq delle coperture residenziali.

A fronte, dunque, di un investimento di 116,6 miliardi di € si otterrebbe un risparmio energetico annuo,

a conclusione del ciclo decennale di investimenti, pari a 44.600 GWh/anno. Considerando che 1 GWh

equivale a circa 86 Tep (tonnellate equivalente di petrolio), si osserva che il risparmio annuo sarebbe pari a

3.836 KTep annue a fronte di un consumo complessivo da parte degli edifici pari a 46.800 KTep. In

sostanza intervenendo con coibentazioni efficaci sul solo potenziale annuo dei prossimi 10 anni si otterrebbe

un risparmio energetico del 8,2% sulla bolletta energetica nazionale. E’ inoltre evidente che gli edifici così

riqualificati consumerebbero dal 40% al 75% in meno rispetto ad edifici non coibentati offrendo un vantaggio

estremamente più elevato, con risparmi proporzionali in termini energetici ed economici, per gli occupanti di

tali spazi abitativi e lavorativi.

Il periodo di rientro dell’investimento in riqualificazione energetica degli involucri edilizi (pay back period

semplice calcolato come investimento medio annuo diviso risparmio medio annuo) si colloca in media a 7,6 anni in presenza di incentivi paragonabili a quelli attualmente in vigore (65%). In assenza di incentivi il

periodo di rientro dell’investimento è particolarmente elevato e si colloca a 21,8 anni. Gli interventi con

un ritorno più rapido sono quelli di coibentazione di solai e sottotetti nel settore residenziale che vengono

ammortizzati in 6,5 anni con incentivi e in 18,5 anni senza incentivi. Gli interventi con periodo di rientro più

lungo (7,9 anni con incentivi e 22,6 anni senza incentivi) sono quelli di riqualificazione delle coperture

residenziali.

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XV

I 116,6 miliardi di euro ripartiti in 10 anni, qualora venissero convogliati attraverso incentivi fiscali alla

riqualificazione paragonabili a quelli attualmente in vigore pari al 65%, potrebbero attivare annualmente oltre

174 mila addetti. Nell’intero periodo decennale, dunque, si attiverebbero quasi 1,7 milioni di posti di lavoro

(nuovi , trattenuti o ripristinati) nell’edilizia della riqualificazione energetica.

Page 16: VALUTAZIONE DELLA CONVENIENZA E DELL’IMPATTO … · I - Perché isolare gli edifici - quanto consumano Il sistema energetico italiano: negli edifici il consumo più elevato Nel

     

XVI

L’opportunità degli incentivi pubblici

Il combinato normativo disposto dal DL 63 convertito in L. 90/2013, dalla legge di stabilità 2014 e dalla legge

di stabilità 2015, definisce la proroga degli incentivi per la riqualificazione energetica e per la ristrutturazione

edilizia per tutto il 2013, il 2014 ed il 2015 con aliquote potenziate (65% per la riqualificazione energetica in

luogo del 55% pre-vigente e 50% per le risutrutturazioni in luogo del 36% pre-vigente). La legge di stabilità

2014 ha inoltre fissato le modalità di applicazione e riduzione di tali potenziamenti degli incentivi all’edilizia.

Dal 2016 gli incentivi dovrebbero essere “sterilizzati” e tornare al 36% per tutte le tipologie di interventi edilizi

di rinnovo edilizio.

Gli investimenti per rinnovo abitativo stanno beneficiando degli incentivi già dalla seconda metà del 2013; il

CRESME ha stimato la portata di tali incentivi fino a tutto il 2014: l’importo complessivo speso fino al 2014 è di

quasi 188 miliardi di euro. A fronte di investimenti attivati pari a 188 miliardi di euro, il costo per lo Stato,

dovuto ai minori introiti fiscali conseguenti agli incentivi ammonterebbe a 82,7 miliardi di euro, mentre il gettito

fiscale e contributivo sarebbe pari a 71,3 miliardi di euro. Il saldo totale per le casse dello Stato

ammonterebbe a un valore negativo di 11,4 miliardi di euro, ma, qualora si introducessero le valutazioni su

base finanziaria, attualizzando i valori, risulterebbe dall’esercizio di stima una plusvalenza di 3,6 miliardi di

euro. E già si tratta di un costo limitato rispetto ai vantaggi procurati all’intero sistema Paese. Un costo che

appare irrilevante se confrontato con quanto sostenuto fino ad adesso dalla collettività per finanziare gli

investitori nel fotovoltaico. Un costo che, comunque, se attualizzato può diventare un ricavo: non si dimentichi,

infatti, che mentre i maggiori introiti (Iva, Irpef, Ires, contributi sociali) sono versati sostanzialmente

nell’immediatezza rispetto all’attività di rinnovo, il minor gettito è spalmato nei dieci anni successivi agli

interventi.

Sono rilevanti, quindi, in termini di dimensione gli importi generati dall’emersione del fatturato e dalla

occupazione – insomma dalle attività produttive - provocate dagli interventi di riqualificazione. Va anche

ricordato che questo modello di valutazione non prende in considerazione:

a. l’effetto inerziale dell’emersione del fatturato (la permanenza, magari in misura più contenuta, dell’uso

della fatturazione una volta venuta in superficie);

b. l’importo evitato delle sanzioni UE in misura dei risultati ottenuti rispetto gli obiettivi prefissati per il

risparmio energetico;

c. la riduzione della dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di prodotti energetici.

E ancora, l’impatto delle agevolazioni andrebbe letto e interpretato anche in relazione ai seguenti punti:

-­‐ i ricavi, monetizzabili, derivati all’intero Sistema Paese in termini di lavoro, ammodernamento, risparmio

delle spese energetiche;

-­‐ i risultati derivanti da possibili interventi correttivi al provvedimento: diversificazione aliquote e tetto di

spesa per tipologia di interventi; incentivazioni mirate agli ambiti urbani con maggiori esigenze di

riqualificazione, ecc.;

-­‐ l’emersione dell’economia “in nero” che oltretutto comporta un non facile, o perlomeno non immediato, ri-

occultamento di fatturato e occupazione.;

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XVII

-­‐ l’effetto di stimolo esercitato verso la ricerca e l’innovazione tecnologica dei produttori di materiali e

impianti. Non solo: le imprese che si occupano di impianti e prodotti attinenti agli interventi di

riqualificazione edilizia ed efficientamento energetico sono cresciute sensibilmente nell’ultimo decennio. E’

evidente che non si tratta tanto di start up di nuove imprese quanto di riconversioni di precedenti attività e

di integrazione orizzontale.;

-­‐ la riduzione delle emissioni di gas climalteranti, in particolare per gli interventi di efficientamento

energetico;

-­‐ l’apporto alla cultura della sostenibilità ambientale, che appare già in fase di consolidamento nel Paese

soprattutto nella componente più giovane della popolazione;

-­‐ il contenimento, sia pure parziale, della grave crisi economica attraversata dal sistema delle costruzioni

(imprese edili e produttori di materiali) che ha conosciuto un calo complessivo del valore della produzione

negli ultimi sette anni intorno al 35%. Una filiera, quella delle costruzioni caratterizzata da una elevata

potenzialità di assorbimento occupazionale; da un ridottissimo livello di importazioni (3,3%) e da una

elevata propensione ad esportare (il 33% della produzione di materiali e impianti fatta in Italia è destinata

all’estero); infine da una capacità di attivare l’80% dei settori economici, acquistandone beni e servizi;

-­‐ il rilancio della riqualificazione di cui necessita il parco edilizio esistente ed in particolare della

riqualificazione energetica: il tessuto edilizio del Paese è un vero colabrodo di risorse;

-­‐ la valorizzazione immobiliare degli edifici su cui si è intervenuti. Si tratta dell’incremento della quotazione

di mercato degli immobili che hanno beneficiato di interventi di ammodernamento prestazionale ed

estetico.

Page 18: VALUTAZIONE DELLA CONVENIENZA E DELL’IMPATTO … · I - Perché isolare gli edifici - quanto consumano Il sistema energetico italiano: negli edifici il consumo più elevato Nel

     

1

1. Perché isolare gli edifici

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2

1. Perché isolare gli edifici - quanto consumano gli edifici, quanto si può risparmiare

1.1. Il sistema energetico italiano: negli edifici il consumo più elevato

Nel 2013 la quantità di energia consumata complessivamente sul territorio nazionale (Consumo

Interno Lordo di energia - CIL), in base ai dati provvisori, comunicati dal Ministero dello Sviluppo

Economico (MISE) nel mese di aprile 2014, è quantificabile in circa 171 milioni di tonnellate

equivalenti di petrolio (Tep); il calo è pari al -3,0% rispetto al 2012. I consumi energetici italiani

hanno avuto un lieve calo nel biennio 2006 e 2007, riconducibile a fattori atmosferici (temperature

invernali particolarmente miti). Il declino si è intensificato nel 2008 e nel 2009 a causa della crisi,

che ha fatto crollare i consumi industriali. Nel 2010 la ripresa dell’attività economica ha provocato

una ripresa anche del consumo di energia (+4,2%). Nel 2011 il nuovo calo della produzione

industriale e il decremento dei consumi degli edifici hanno consentito una nuova discesa del CIL (-

2%). Nel 2012 si rileva un ulteriore calo del consumo di energia (ben il 4,3% in meno rispetto al

2011). Il 2013, in base ai dati provvisori del MISE, evidenzia ancora una discesa nel consumo di

energia (il 3,0% in meno rispetto al 2012) dovuto principalmente, ancora una volta, al rallentamento

delle attività industriali.

Grafico 1.1. - Consumo di energia in Italia per settori - Dinamica 1981-2013 (milioni di Tep)

 

Fonte: elaborazione CRESME su dati Ministero dello Sviluppo Economico * I dati relativi all’anno 2013 sono provvisori

La dinamica dei consumi energetici nazionali quindi è collegata principalmente con l’andamento

dell’attività economica (che influisce soprattutto sui consumi dell’industria e dei trasporti) e solo in

misura minore con i fenomeni atmosferici (che influiscono soprattutto sui consumi per   il  

riscaldamento degli edifici). Gli interventi finalizzati all’incremento dell’efficienza energetica, per

20

25

30

35

40

45

50

1981

19

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19

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20

00

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20

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2003

20

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2005

20

06

2007

20

08

2009

20

10

2011

20

12

2013

*

Industria Trasporti Usi civili

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3

ora, non hanno avuto un impatto rilevante sui consumi nazionali. Lo dimostra il fatto che l’intensità

energetica del PIL (energia consumata in rapporto al Prodotto Interno Lordo) ha conseguito una

diminuzione piuttosto scarsa nell’ultimo decennio. Soprattutto in relazione a quanto fatto dagli altri

paesi industrializzati, nei quali invece questo indicatore ha fatto registrare delle diminuzioni

sostanziali. Rispetto agli altri paesi avanzati, l’Italia parte da un livello più basso di intensità

energetica del PIL, principalmente per via della mitezza del clima. Come sopra anticipato, in Italia,

nel 2013, in base ai dati provvisori del MISE, si è registrata una forte contrazione dei consumi

energetici interni: si passa da 176,306 MTep del 2012 a 171,036 MTep del 2013, -3,0%. Questo

risultato è da ricondurre ad un minore utilizzo di gas naturale (-6,5%), di prodotti petroliferi (-5,2%)

di energia elettrica da fonti convenzionali (-2,2%) e di prodotti solidi (-12,2%). Solo le fonti

rinnovabili registrano un deciso aumento: si passa da 26,589 MTep del 2012 a 30,783 MTep del

2013, con un ampio incremento pari al +15,8%. I fenomeni più rilevanti degli ultimi anni sono la

parziale sostituzione del petrolio con il gas naturale come fonte energetica e la forte espansione

delle rinnovabili. Oggi il petrolio è ancora la principale fonte utilizzata ma la sua importanza è

diminuita: quindici anni fa copriva il 55% dei consumi, nel 2013 ne copre meno del 34,5%.

Parallelamente, il gas naturale è passato dal coprire il 26% dei consumi nel 1996, al 34% nel 2013.

Le rinnovabili hanno registrato una forte crescita negli ultimi anni: se nel 1996 coprivano il 7% dei

consumi (e si trattava quasi unicamente di energia idroelettrica) la crescita delle nuove rinnovabili

(soprattutto eolico e fotovoltaico e soprattutto nel quinquennio 2009-2013) ha fatto arrivare questa

quota al 18% nel 2013.

Grafico 1.2. - Bilancio energetico in Italia – 2013(a)

 

Fonte: elaborazione CRESME su dati Ministero dello Sviluppo Economico, Bilancio Energetico Nazionale provvisorio 2013 (a) Bilancio provvisorio (b) Usi finali. Questo ammontare non comprende i consumi intermedi del settore energetico, le perdite e la variazione delle

scorte (c) Nella voce Edifici è compreso il consumo di energia per usi civili (da parte delle famiglie, dei servizi, del commercio e

PA)

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4

Se si considera l’energia impiegata, ovvero quella per usi finali e quindi al netto dei consumi

intermedi del settore energetico, delle perdite e della variazione delle scorte, pari nel 2013 a

123,738 MTep (-3,2% rispetto al 2012), l’industria è il settore che maggiormente risente della crisi;

per l’industria la contrazione dei consumi è del 6,4% sul 2012.

Anche per quanto riguarda le emissioni climalteranti, l’Italia ha per ora conseguito risultati meno

incoraggianti rispetto agli altri paesi avanzati soprattutto considerando che tali risultati sono stati

ottenuti soltanto a causa della intensità e durata della crisi economica e produttiva. Le emissioni di

gas serra hanno avuto una brusca riduzione con l’arrivo della recessione, a causa del calo

dell’attività economica, ma la riduzione rispetto al 1990 (sulla quale sono basati i criteri di Kyoto) è

inferiore rispetto a quella conseguita dalla Germania e solo di poco migliore rispetto alla Francia.

Secondo i dati della European Enviroment Agency (EEA), nel 1990 sul territorio italiano si

emettevano 519 milioni di tonnellate di CO2. Nei 15 anni successivi le emissioni annuali sono

aumentate dell’11%, arrivando nel 2005 a 574 milioni di tonnellate, per poi scendere negli anni

della crisi economica, riducendosi a circa 469,5 milioni di tonnellate nel 2012 (quasi -20% rispetto

al 2005). Il livello di emissioni annuali nel 2012, dunque, è inferiore del 10,3% circa rispetto al

1990. Nello stesso periodo la Francia ha ridotto le emissioni di un valore analogo (-10,5%), la

Germania del 22,5%. Nelle prime stime EEA per il 2013 (pubblicate a maggio 2014), complici la

perdurante difficoltà dell’economia italiana e gli accenni di ripresa nell’Europa continentale, la

variazione delle emissioni di gas climalteranti è in calo sensibile in Italia (-6,6%), in incremento

molto contenuto in Francia (0,6%) e in crescita in Germania (+2,0%). Questi primi risultatati per il

2013 portano la riduzione delle emissioni al -16,2% in Italia a fronte del -10,0% in Francia e del -

21,9% in Germania.

Grafico 1.3. - Emissioni di gas serra in CO2 (numero indice, anno base 1990 = 100)

 

Fonte: elaborazione CRESME su dati European Enviroment Agency (EEA) – Approximated inventory per il 2013 * Stima CRESME

70  

75  

80  

85  

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110  

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1991  

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1996  

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1998  

1999  

2000  

2001  

2002  

2003  

2004  

2005  

2006  

2007  

2008  

2009  

2010  

2011  

2012  

2013*  

Germania   Francia   Italia  

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5

Com’è noto, il sistema energetico italiano è altamente dipendente dalle importazioni di prodotti

energetici e in particolare di fonti fossili. Il costo di questa dipendenza è in aumento a causa del

picco raggiunto dalle materie prime energetiche sui mercati internazionali nel 2012. Nel 2013,

ancora una volta a causa della crisi economica, l’Italia ha importato prodotti energetici per un

ammontare netto di circa 54 miliardi di euro, in netto calo rispetto ai 63 miliardi circa del 2012. La

“bolletta energetica” che paghiamo ai paesi produttori è di circa il 3,5% del nostro Prodotto Interno

Lordo del 2013 (era il 4,0% nel 2012).

Tabella 1.1. - La bolletta energetica italiana (valori in milioni di euro a prezzi correnti)

Importazioni di prodotti energetici

Esportazioni di prodotti energetici

Bolletta energetica

(importazioni nette)

PIL Importazioni totali

Peso bolletta su PIL

2008 76.446 16.927 59.519 1.575.144 461.333 3,8%

2009 52.041 10.265 41.776 1.519.695 368.947 2,7%

2010 67.564 15.541 52.023 1.551.886 442.752 3,4%

2011 78.849 17.605 61.244 1.579.946 477.654 3,9%

2012 84.609 21.435 63.174 1.566.912 457.201 4,0%

2013 71.431 17.060 54.371 1.560.024 436.088 3,5% Fonte: elaborazione CRESME su dati ISTAT

1.2. Kyoto ed EU 2020

Le linee di tendenza della politica europea per il post-2012 prevedono, all’interno dell’Ue, un

approccio integrato in materia di clima ed energia. Gli obiettivi, collegati tra di loro, sono quelli di

combattere i cambiamenti climatici e di aumentare la sicurezza energetica dell’Ue, aumentandone al

tempo stesso la competitività. A tal fine sono state emesse 4 direttive, che compongono il c.d.

“pacchetto 20/20 2020”, anche chiamato “pacchetto clima-energia” (direttive CE 28-29-30-31 del

2009). Queste misure fissano tre obiettivi strategici da raggiungere entro il 2020:

• riduzione delle emissioni di gas serra del 20 per cento rispetto ai livelli del 2005, con sistema

di “burden sharing”, cioè ripartizione delle quote di riduzione tra i vari paesi in base alle

differenti condizioni di partenza. Per quanto riguarda il settore dei trasporti, c’è l’obiettivo

comune per ogni Stato Membro di un 10 per cento di energia consumata proveniente da

rinnovabili.

• aumento dell’efficienza energetica del 20 per cento, che si traduce in pratica nell’obiettivo di

riduzione del 20 per cento dei consumi di energia primaria rispetto al 2005

• raggiungimento di una quota di energie rinnovabili pari al 20 per cento del consumo totale UE,

anche in questo caso con ripartizione diseguale dell’obiettivo tra i diversi paesi. Obiettivo

minimo obbligatorio del 10 per cento di biocarburanti sostenibili sul consumo di benzine e

diesel per autotrazione.

Page 23: VALUTAZIONE DELLA CONVENIENZA E DELL’IMPATTO … · I - Perché isolare gli edifici - quanto consumano Il sistema energetico italiano: negli edifici il consumo più elevato Nel

     

6

All’Italia, il sistema di “burden sharing” impone una riduzione del 14 per cento dei gas serra rispetto al

livello del 2005, ed una percentuale del 17 per cento di energia consumata proveniente da

rinnovabili. Gli ultimi dati Eurostat (quelli che contano per la verifica del raggiungimento degli

obiettivi), dicono che l’Europa nel 2011 aveva una quota di rinnovabili sui consumi del 13,0 per cento,

mentre l’Italia si fermava all’11,5 per cento (nel 2012 il MISE indica una quota del 15% ma si tratta di

un dato non omogeneo con quello Eurostat).

Per quanto riguarda il sostegno alle rinnovabili, ogni Stato Membro, ha adottato un piano di azione

nazionale nel quale si individuano le misure da applicare per raggiungere gli obiettivi fissati. Gli Stati

Membri hanno l’obbligo di costruire le infrastrutture necessarie allo sviluppo delle fonti rinnovabili, di

fornire un accesso prioritario di queste fonti alle reti elettriche, e di implementare una struttura di

tariffazione che perlomeno non le penalizzi. Per conseguire più facilmente il proprio obiettivo

nazionale, i paesi possono applicare dei meccanismi flessibili, quali regimi di sostegno, trasferimenti

statistici, misure di cooperazione tra Stati Membri, o tra Stati Membri e Paesi Terzi (cooperazione su

progetti comuni, regimi di sostegno comuni). La direttiva stabilisce anche un sistema di garanzia

d’origine. Gli Stati Membri devono infatti garantire l’origine dell’elettricità prodotta da fonti energetiche

rinnovabili sul proprio territorio. Tale garanzia viene rilasciata dagli Stati su richiesta del produttore. E’

previsto il mutuo riconoscimento delle garanzie d’origine rilasciate dai diversi paesi Ue. La “direttiva

CCS” del 2009 (Direttiva 2009/31/CE) regolamenta a livello europeo l’utilizzo di sistemi di “Carbon

Capture and Storage”, cattura trasporto e stoccaggio della CO2. Tali sistemi consistono nel liquefare

la CO2 per poi stoccarla in siti appositi (ex-miniere, ad esempio).

Per quanto riguarda l’obiettivo di riduzione dei gas serra rispetto al 2005, questa deve comprendere il

–21 per cento da parte dei settori energivori (ETS) ma anche il –13 per cento dei settori non ETS.

Con quest’ultimo provvedimento si investono di un obbligo di riduzione delle emissioni anche le

famiglie (stili di consumo) e gli edifici (produzione, consumo ed efficienza).

Si tratta di un rinnovo dell’impegno preso con il trattato di Kyoto, quello di ridurre in modo controllato

le emissioni europee. Kyoto ha stabilito degli obiettivi di riduzione delle emissioni rispetto al 1990, da

raggiungere entro il 2012. Per l’Ue-15 l’obiettivo di riduzione è dell’8 per cento. All’interno dell’Ue

l’obiettivo è stato ripartito tra gli Stati Membri, e all’Italia è stata attribuita una riduzione del 6,5 per

cento.

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Energy Roadmap 2050 e risultati attesi al 2020 In linea con le prospettive delineate a livello europeo nell’Energy Roadmap al 2050, la Strategia Energetica Nazionale contempla un doppio orizzonte temporale: 2020 e 2050. La realizzazione della SEN consentirà un’evoluzione graduale e il superamento degli obiettivi europei previsti dal “Pacchetto 20-20-20”. Questi i risultati attesi al 2020:

a) Riduzione dei costi energetici e progressivo allineamento dei prezzi all’ingrosso ai livelli europei. È infatti possibile un risparmio di circa 9 miliardi di euro l’anno sulla bolletta nazionale di elettricità e gas (pari oggi a circa 70 miliardi di euro) come differenza tra 13,5 miliardi di euro di risparmi (in cui sono inclusi sia le riduzioni dei prezzi e degli oneri impropri che oggi pesano sui prezzi sia una riduzione dei volumi rispetto a uno scenario di riferimento inerziale) e circa 4-5 miliardi di euro di costi addizionali rispetto al 2012 (legati a incentivi a rinnovabili/efficienza energetica e a nuove infrastrutture).

b) Superamento di tutti gli obiettivi ambientali europei al 2020. Sono incluse: la riduzione delle

emissioni di gas serra del 21% rispetto al 2005 (obiettivo europeo 18%), la riduzione del 24% dei consumi primari rispetto all’andamento inerziale (obiettivo europeo 20%) e il raggiungimento del 19-20% di incidenza dell’energia rinnovabile sui consumi finali lordi (obiettivo europeo 17%). Ci si attende, inoltre, che le rinnovabili diventino la prima fonte nel settore elettrico al pari del gas con un’incidenza del 35-38%.

c) Maggiore sicurezza, minore dipendenza di approvvigionamento e maggiore flessibilità del

sistema. È prevista una riduzione della fattura energetica estera di circa 14 miliardi di euro l’anno (rispetto ai 62 miliardi di euro attuali e 19 miliardi di euro rispetto alle importazioni tendenziali 2020), con la riduzione dall’84% al 67% della dipendenza dall’estero. Ciò equivale a circa l’1% di PIL addizionale e, ai valori attuali, è sufficiente a riportare in attivo la bilancia dei pagamenti.

d) Impatto positivo sulla crescita economica grazie ai circa 170-180 miliardi di euro di investimenti

da qui al 2020, sia nella green e white economy (rinnovabili ed efficienza energetica), sia nei settori tradizionali (reti elettriche e gas, rigassificatori, stoccaggi, sviluppo idrocarburi). Si tratta di investimenti privati, solo in parte supportati da incentivi, e con notevole impatto in termini di competitività e sostenibilità del sistema.

Per il raggiungimento di questi obiettivi la strategia si articola in sette priorità con specifiche misure: 1.promozione dell’efficienza energetica; 2.promozione di un mercato del gas competitivo, integrato con l’Europa con prezzi a essa allineati, con l’opportunità di diventare il principale hub sud-europeo; 3.sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili, per le quali si intende superare gli obiettivi europei contenendo al contempo l’onere in bolletta; 4.sviluppo di un mercato elettrico pienamente integrato con quello europeo, efficiente, con prezzi competitivi con l’Europa e in cui sia gradualmente integrata la produzione rinnovabile; 5. ristrutturazione del settore della raffinazione e della rete di distribuzione dei carburanti, verso un assetto più sostenibile e con livelli europei di competitività e qualità del servizio; 6.sviluppo sostenibile della produzione nazionale di idrocarburi, con importanti benefíci economici e di occupazione e nel rispetto dei più elevati standard internazionali in termini di sicurezza e tutela ambientale; 7.modernizzazione del sistema di governance del settore, con l’obiettivo di rendere più efficaci e più efficienti i processi decisionali. In aggiunta alle priorità descritte, in un’ottica di più lungo periodo, la Strategia Energetica Nazionale propone e accentua l’importanza di azioni d’intervento a sostegno delle attività di ricerca e sviluppo tecnologico, funzionali in particolare all’incremento dell’efficienza energetica, delle fonti rinnovabili e all’uso sostenibile di combustibili fossili. La Strategia Energetica Nazionale così delineata mira, in linea con il contesto e gli obiettivi europei, a cambiare profondamente il paradigma energetico nazionale attuale, investendo in un’economia “decarbonizzata” in grado di trasformare i fattori economici di svantaggio competitivo in punti di forza per lo sviluppo del Paese.

Fonte: GSE    

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1.3. I consumi degli edifici  Nel 2012 il patrimonio edilizio italiano ad uso civile (residenziale, uffici e negozi) ha consumato

circa 46 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti, una riduzione dello 0,7 per cento rispetto al dato

2012. Il settore residenziale ha registrato un incremento dei consumi (+0,3 per cento), mentre i

consumi degli edifici ad uso terziario sono diminuiti del 2,1 per cento.

 

   

Sulla recente dinamica dei consumi del settore civile ha impattato in modo significativo il fattore

climatico per il comparto residenziale e la recrudescenza della crisi economica per il comparto

terziario. Temperature invernali decisamente superiori alla media hanno determinato il consistente

calo del biennio 2006-2007 (-8 per cento), mentre un successivo decremento delle temperature

invernali ha generato gli aumenti del periodo seguente.

Grafico 1.4. - Consumo di energia per usi civili: il trend di lungo periodo Milioni di tonnellate equivalenti di petrolio

 Fonte: elaborazione Cresme su dati Mi.S.E. ed ENEA; 2013 - stima

Ampliando l’analisi al medio-lungo periodo, possiamo individuare un trend di fondo di incremento

costante e sostenuto dei consumi degli edifici. Alla base di tale tendenza di fondo si riscontrano più

fenomeni concomitanti che lavorano in direzioni opposte: verso l’incremento dei consumi

(l’ampliamento dello stock edilizio, l’incremento della quantità di beni durevoli energivori detenuti

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dalle famiglie) e verso il contenimento degli stessi (maggiore efficienza degli impianti con ciclo di

vita medio-breve, normativa tecnica più restrittiva in termini di efficienza degli involucri edilizi). In

ogni caso, nel periodo 1990-2013, il settore degli usi civili è quello che ha aumentato

maggiormente i propri consumi energetici (+31 per cento, contro il +14 per cento dei trasporti e la

diminuzione pari al -22% dei consumi industriali). Schematizzando: tendenza di fondo

all’incremento, oscillazioni di breve termine intorno a questo trend determinate dai fattori climatici.

Grafico 1.5. - Temperature invernali e estive

   Fonte: ISPRA – Gli indicatori del clima in Italia nel 2013 (luglio 2014)

Sono in particolare i consumi residenziali a manifestare rilevanti oscillazioni come conseguenza dei

fenomeni climatici, mentre i consumi del settore terziario appaiono più costanti nel loro trend

crescente che si è tuttavia arrestato tra il 2011 e il 2013 a causa della recrudescenza della crisi

economica. Tra il 1990 ed il 2013, i consumi degli edifici residenziali sono cresciuti solo del 9,0 per

cento, mentre i consumi provenienti dal settore terziario sono aumentati del 99 per cento. Una

dinamica che rispecchia la maggiore crescita dello stock edilizio terziario rispetto a quello

residenziale, oltre che la progressiva terziarizzazione dell’economia.

Grafico 1.6. - Settore residenziale e terziario, i consumi (KTep / anno)

 

Fonte: elaborazione CRESME su dati Ministero dello Sviluppo Economico e ENEA

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1.3.1. Il settore residenziale

I consumi del settore residenziale sono alimentati primariamente tramite gas metano (oltre il 55%

per cento), mentre i consumi di energia elettrica hanno un peso del 21 per cento circa (in

diminuzione a partire dal 2008) e la quota residuale è attribuibile a gas in bombole, GPL, gasolio,

biomasse ed altre tipologie di energie rinnovabili.

Nel 2012 i consumi residenziali sono aumentati dello 0,3 per cento su base annuale. Questo tasso

di crescita è scomponibile nel +0,8 per cento attribuibile al consumo di combustibili (gas metano in

primis ma anche gasolio, legna, ecc.) e nel -1,5 per cento dell’energia elettrica.

Grafico 1.7. - Settore residenziale, combustibili ed energia elettrica (KTep / anno)

 

Fonte: elaborazione CRESME su dati Ministero dello Sviluppo Economico e ENEA

Il consumo di combustibili nel 2013 è di circa 21,5 MTep ed incide per il 78,5% su consumi

complessivi mentre l’energia elettrica è pari a poco meno di 6,0 MTep (21,5%).

Incrociando tali informazioni con la suddivisione dei consumi complessivi per tipologia di utilizzo, si

osserva che circa il 3,8% dei consumi è alimentato da energia elettrica ma non fa parte degli usi

elettrici obbligati. Una parte rilevante di questo valore è certamente assorbita dal riscaldamento

dell’acqua calda sanitaria con boiler elettrici (valutabile in circa il 2%) mentre quote trascurabili

sono attribuibili agli usi cucina con apparecchiature elettriche (0,2% - 0,4%).

Un’altra quota è invece da attribuire al settore termico (stimata tra l’1,4% e l’1,6%) poiché

comprende il riscaldamento e il raffrescamento attraverso apparecchi elettrici, siano essi stufe,

convettori o impianti VRF/VRV (condizionatori a pompa di calore).

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Grafico 1.8. - Settore residenziale ripartizione % dei consumi per tipo di utilizzo

Fonte: elaborazione CRESME su dati Ministero dello Sviluppo Economico e ENEA

" I prezzi delle forniture energetiche nel residenziale

Il prezzo delle principali fonti energetiche utilizzate negli edifici residenziali ha evidenziato

significative fluttuazioni negli ultimi anni. Nonostante una forte incidenza dei costi fiscali, i prezzi al

consumo di energia elettrica e gas naturale hanno mostrato una rilevante correlazione con

l’andamento delle quotazioni delle materie prime energetiche sui mercati internazionali. Si è infatti

registrata una forte ascesa nel periodo 2004-2008, durante il quale il prezzo dell’energia elettrica è

aumentato del 41,4 per cento, e quello del gas naturale ha subito un incremento del 31,2 per

cento.

Grafico 1.9. - Il prezzo medio delle fonti energetiche principali nel settore residenziale (€ cent per KWh e m3) tra il 2004 e il primo semestre 2014

Energia elettrica

costo eurocent per KWh e variazione %

Gas naturale

costo eurocent per m3 e variazione %

Fonte: elaborazioni Cresme su dati Autorità per l’energia elettrica e il gas

* Le tariffe di distribuzione del gas per il consumatore “tipo” sono state rimodulate a partire dal 3° trimestre del 2009 e, pertanto, risultano non completamente confrontabili i dati 2008-2014

Riscaldamento  66,9%  

Acqua  calda  9,2%  

Usi  cucina  6,0%  

Usi  eleQrici  obbligaT  17,9%  

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Dopo il 2008 il calo dei prezzi energetici sui mercati internazionali si è (parzialmente) trasmesso al

mercato interno italiano, con il prezzo dell’energia elettrica che è sceso del 9,2 per cento tra 2008 e

2010, mentre i dati sul gas non risultano significativi a questo riguardo per via di una rimodulazione

della definizione dei consumi per il “cliente tipo” effettuata dall’Autorità per l’energia elettrica ed il

gas. Tra il 2010 e il primo semestre 2014, i prezzi delle forniture energetiche sono aumentati del

20,6% per l’energia elettrica (+2,2% nel 2011, +15,2% nel 2012 e +2,4% nel 2013 e invariato nel

2014 raggiungendo i 19,1 centesimi di € per KWh) e del 17,0% per il gas metano (+6,5% nel 2011,

+15,4% nel 2012 +0,2% nel 2013 e -5,0% nel 2014 per un livello di 84,6 centesimi di € per metro

cubo di gas).

Dalle brevi serie storiche riportate si rileva un incremento medio nazionale annuo del costo

dell’energia pari al +4,1% per il gas metano e al +4,5% per l’energia elettrica. E’ presumibile

che tale dinamica possa mantenersi anche nei prossimi 10 anni.

1.3.2. Il settore non residenziale

 Il comparto non residenziale civile, come si è visto, ha raggiunto un consumo complessivo di 18,9

MTep nel 2013 risultando il settore a maggior incremento dei consumi energetici negli ultimi 23

anni con un sorprendente +99,2%. A tal proposito è sufficiente osservare che il settore residenziale

nello stesso periodo ha visto i consumi crescere di un ben più contenuto 9,0%.

Grafico 1.10. - Settore terziario, combustibili ed energia elettrica (KTep / anno)

 

Fonte: elaborazione CRESME su dati Ministero dello Sviluppo Economico e ENEA

Su questi semplici dati introduttivi si può intuire quanto il settore terziario sia diventato, e quanto

rapidamente, uno dei principali centri di consumo dell’energia in Italia. Il settore non residenziale

civile presenta elementi di complessità notevolmente più articolati rispetto al comparto residenziale

poiché, a differenza di quest’ultimo in cui, a fronte di differenti forme e dimensioni degli edifici, è

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possibile individuare una sostanziale uniformità costruttiva e di dotazione impiantistica, il settore

non residenziale si compone di un articolato parco immobiliare e di un ancor più variegato

ventaglio di soluzioni impiantistiche. Il primo passo per poter analizzare il potenziale di

contenimento energetico di tale settore, dunque, è quello di conoscere il patrimonio edilizio che

ospita le numerose attività economiche terziarie cercando di individuare gli edifici, le attività, gli

impianti su cui è più facile, più urgente o più conveniente intervenire per ottenere un contenimento

evidente dei consumi e delle emissioni.

" La metodologia di stima

L’individuazione dei consumi energetici di ogni segmento di edifici / attività è un esercizio di stima

che si avvale del supporto della prolungata collaborazione Cresme-ENEA per la determinazione

dei fabbisogni e dei consumi energetici dei sistemi edificio-impianto che ha interessato, in ambito

non residenziale fino ad oggi, i comparti di uffici, scuole, alberghi, centri commerciali e banche. In

tali ambiti il Cresme ha provveduto all’analisi del patrimonio edilizio sia attraverso il

dimensionamento dello stock, sia rilevando sul campo le dotazioni impiantistiche, strutturali,

dimensionali. I dati di fonte ENEA utilizzati nell’esercizio di stima sono essenzialmente relativi ai

consumi specifici per mq (centri commerciali, uffici), per stanza (alberghi), complessivi (scuole).

Sostanzialmente si è trattato di rendere omogenei i dati sotto l’aspetto dell’unità di misura (si è

scelto di uniformare le informazioni in Kilowattora per consumi elettrici e per consumi termici) e

sotto l’aspetto delle unità di rilevazione (si è scelto di uniformare i dati per metro quadrato unitario).

Appare necessario ripetere che si tratta di un esercizio di stima e che la misurazione dei consumi

specifici degli edifici deve essere effettuata con modalità applicative dettate dalla normativa vigente

e da organismi preposti a tali attività (come ENEA, GSE, Autorità per l’Energia sul lato pubblico e

società di certificazione, ESCO sul lato privato). I consumi così stimati fanno riferimento all’energia

impiegata per il complesso delle attività svolte all’interno degli edifici; è evidente che solo una parte

di essa è consumata per le necessità strettamente legate all’edificio (riscaldamento,

raffrescamento, a.c.s., ventilazione). Secondo studi sul parco edilizio terziario nordamericano il

40% dell’energia elettrica è utilizzato per le funzioni base dell’edificio (climatizzazione – intesa

come riscaldamento, raffrescamento e ventilazione - e acqua sanitaria) e il 60% dalle attività

specifiche che vi si svolgono. Considerando che i consumi italiani del terziario sono assorbiti per

circa il 50% dal gas naturale e per il 46% dall’energia elettrica (solo il 4% è coperto da altre fonti)

da cui è desumibile un meno intenso utilizzo dell’energia elettrica per scopi di climatizzazione, è

possibile stimare il consumo del patrimonio di edifici secondo quanto segue.

• ENEA fornisce il consumo specifico in KWh per scopi termici ed elettrici

o Centri commerciali – circa 330 KWh/mq elettrici e circa 45 KWh/mq termici (media ponderata dei consumi per zona climatica)

o Uffici – circa 120 KWh/mq elettrici e circa 90 KWh/mq termici (media ponderata dei consumi per zona climatica)

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o Alberghi - circa 110 KWh/mq elettrici e circa 150 KWh/mq termici (dato estrapolato dai consumi medi per stanza e per destinazione)

o Scuole - circa 30 KWh/mq elettrici e circa 170 KWh/mq termici (estrapolato dalla ripartizione dei consumi complessivi di alcuni edifici pubblici – scuole e uffici)

• Il Cresme ha stimato i consumi in KWh per i rimanenti edifici/attività o Edifici commerciali di media e piccola dimensione - circa 185 KWh/mq elettrici e circa 80

KWh/mq termici o Edifici per la ristorazione - circa 130 KWh/mq elettrici e circa 75 KWh/mq termici o Edifici per altri servizi e servizi non vendibili (tra cui banche, assicurazioni, sanità,

comunicazioni) - circa 60 KWh/mq elettrici e circa 100 KWh/mq termici • In base a studi internazionali, studi ENEA, indagini specifiche Cresme-ENEA, si stima che il consumo

elettrico attribuibile alle funzioni base dell’edificio pesi, a seconda del tipo di edificio e dell’attività che vi si svolge, secondo quote variabili

o Centri commerciali 35% o Edifici commerciali di media e piccola dimensione 25% o Uffici 20% o Alberghi 30% o Scuole 10% o Edifici per la ristorazione 30% o Edifici per altri servizi e servizi non vendibili 20%

" I consumi per aggregato

Il procedimento di stima, applicando i consumi specifici per le funzioni base dell’edificio alle

superfici degli edifici ad uso esclusivo o prevalente per ogni attività economica, porta

all’assorbimento di un totale di 66,5 GWh (pari a 7,5 MTep) ripartiti in 17,6 GWh elettrici (pari a 3,3

MTep) e 48,9 GWh termici (pari a 4,2 MTep). Il consumo attribuibile agli edifici ad uso esclusivo o

prevalente risulta pari al 38,7% del totale dei consumi dell’intero settore terziario (7,5 MTep su 19,4

Mtep totali). Il consumo specifico del complesso di edifici ad uso terziario, per i soli utilizzi legati

all’involucro, è pari a 136 KWh/mq/anno.

Grafico 1.11. - Consumo complessivo degli involucri edilizi ad uso terziario – 2012 in MTep

Fonte: elaborazione Cresme su dati ENEA, Cresme, Istat, fonti varie

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Il settore che consuma più energia è il commercio con oltre 34,6 GWh di cui 13,9 GWh elettrici e

20,7 GWh termici ripartiti su quasi 204 mila edifici e 278 milioni di mq pari ad un consumo specifico

di 125 KWh/mq/anno. Tale consumo specifico è notevolmente differenziato tra i 161 KWh/mq/anno

dei centri e gallerie commerciali e i 122 KWh/mq/anno degli edifici commerciali di medie e piccole

dimensioni.

Grafico 1.12. - Consumo specifico degli edifici ad uso terziario – KWh/mq/anno

Fonte: elaborazione Cresme su dati ENEA, Cresme, Istat, fonti varie

Gli alberghi consumano 0,9 MTep per un consumo specifico di 181 KWh/mq/anno, il più elevato tra

gli edifici/attività osservati. Gli uffici, con un consumo complessivo di 0,7 MTep, presentano un

consumo specifico relativamente più contenuto e pari a 114 KWh/mq/anno. Gli altri servizi e la

ristorazione consumano rispettivamente 0,26 MTep e 0,11 MTep per consumi specifici pari a 112 e

114 KWh/mq/anno.

1.4. - Il potenziale degli edifici ad uso terziario per l’efficienza energetica

I consumi energetici degli edifici ad uso terziario possono essere contenuti in misura non

trascurabile con operazioni di efficientamento attuabili in corrispondenza di interventi di

manutenzione straordinaria già programmati. Anche ENEA suggerisce, in uno studio sulla

riqualificazione del patrimonio pubblico: “Nella valutazione dei costi, tuttavia, va anche ricordato

che l’intervento energetico viene normalmente posto in essere in occasione di interventi di pesante

ristrutturazione, resi necessari per obsolescenza: si tratta di interventi che andrebbero in ogni caso

realizzati, perché gli edifici sui quali si deve intervenire presentano problemi di sicurezza e di

stabilità che consigliano la realizzazione di interventi radicali. Questo fatto contribuisce a ridurre

drasticamente il peso economico dell’extra costo energetico.”

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Il risparmio ottenibile dagli interventi di efficientamento è valutato, nello stesso studio: “Il risparmio

in termini di energia primaria è dell’ordine del 20%” e “il risparmio annuale, in termini di sola

energia termica è dell’ordine del 18%” sull’intero parco edilizio riqualificandone soltanto il 35%.

Secondo tale affermazione, il risparmio ottenibile con l’efficientamento energetico arriverebbe, per

immobili pubblici ad uso direzionale e scolastico, ad oltre il 57% delle bollette degli edifici oggetto di

interventi. Per quanto riguarda la valutazione dell’entità del patrimonio edilizio da riqualificare sotto

l’aspetto energetico, ancora una volta, sono utili i concetti espressi da ENEA:

Le recenti indagini Cresme – ENEA sul patrimonio edilizio non residenziale permettono di

evidenziare alcuni parametri caratteristici di segmenti rilevanti di edifici non residenziali ad uso

esclusivo. Come si osserva nella tabella che segue, gli edifici ad uso esclusivo o prevalente – le cui

condizioni manutentive e gestionali dovrebbero essere migliori rispetto al totale delle unità

immobiliari – presentano ampi margini di miglioramento e, contemporaneamente, manifestano la

condizione di ricevere interventi. Si osserva che esattamente il 35% degli edifici ad uso ufficio è

privo di infissi e finestre adeguati (vetro singolo e telaio in acciaio o alluminio di prima

generazione); nelle scuole la quota è pari al 29%; alberghi, banche e centri commerciali si

collocano tra il 13 e il 19 per cento. L’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, dall’impianto solare

termico a quello fotovoltaico, dalla cogenerazione da biomasse alla pompa di calore geotermica, è

estremamente limitato soprattutto per gli uffici (il 96% degli edifici non ospita impianti ad energia

rinnovabile) ma, se si considera che il massimo utilizzo è nei centri commerciali (13%, quasi

sempre solare fotovoltaico o termico), è evidente che gli spazi di intervento sono oltremodo ampi.

Tabella 1.2. – Alcuni parametri per la valutazione del potenziale di intervento

Quota di edifici con finestre a vetro singolo

Quota di edifici senza uso di

energie rinnovabili

Quota di edifici in ristrutturazione parziale o totale

Quota di edifici non totalmente

utilizzati Uffici 35% 96% 1,3% 16% Scuole 29% 89% 1,7% 13% Alberghi 19% 85% 1,4% 9% Banche 13% 85% 1,9% 13% Centri commerciali 15% 87% 3,9% -

Fonte: elaborazione Cresme

Il secondo aspetto su cui porre l’accento è la possibilità di intervenire sul patrimonio già oggetto di

interventi di manutenzione. Dalla tabella si rileva che il tasso di rinnovo annuale del patrimonio

varia tra l’1,3% degli edifici ad uso direzionale al 3,9% dei centri commerciali. Le quote percentuali

riportate in tabella possono essere tradotte in immobili annualmente oggetto di manutenzione

(totale o parziale): 2.159 edifici l’anno vengono riqualificati nelle sole cinque attività citate.

Applicando il tasso medio di rinnovo (di poco inferiore all’1,5%) all’intero stock di edifici ad uso

esclusivo o prevalente, si ottiene che oltre 6.900 l’anno sono oggetto di interventi di manutenzione.

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Un altro spazio di intervento si può estrapolare dalla quota di edifici con spazi non utilizzati (tra il

9% e il 16% variabile secondo l’attività svolta nell’edificio) se si introducessero concetti di

razionalizzazione nell’utilizzo degli edifici. Gran parte di tali spazi, se gestiti unitariamente o se di

un unico proprietario, potrebbero essere riqualificati secondo programmi di rotazione degli spazi

garantendo il proseguimento delle attività e, contemporaneamente, la riqualificazione edilizia ed

energetica degli edifici.

Alcune operazioni per l’efficienza energetica, infatti, non necessitano della completa disponibilità

dell’edificio “libero da persone e cose” ma possono essere attuati liberando alcuni settori

dell’edificio. Alcuni esempi possono essere la sostituzione del generatore di calore, l’installazione

di un impianto solare termico per a.c.s. (in estate), la sostituzione degli infissi, l’installazione di

valvole termostatiche, l’isolamento della copertura e del primo solaio (nelle aree temporaneamente

non occupate), l’installazione di un impianto fotovoltaico.

Parallelamente agli interventi “fisici” sull’involucro, parziali o totali, vanno promosse le buone

pratiche da parte degli utilizzatori dell’involucro; le regole di comportamento possono portare ad un

ulteriore contenimento dei consumi attraverso la semplice formazione e motivazione di chi

usufruisce degli spazi degli edifici.

   

Alcuni possibili interventi finalizzati al contenimentodei consumi energetici

Coibentazione tubazioni esterne per

riscaldamento

Sostituzione infissi (taglio termico,

doppio o triplo vetro, argon)

Isolamento copertura e primo solaio (dove

necessario)

Isolamento pareti perimetrali (cappotto

esterno o interno)

Impianto solare termico ACS

Impianto solare fotovoltaico

Sostituzione generatore calore

Regolazione automatica valvole

termostatiche

Regolazione automatica

illuminazione (tempo e intensità)

Pulizia e taratura impianti di

climatizzazione, di illuminazione

Sostituzione lampade tradizionali

Finestre chiuse con riscaldamento o

condizionamento in funzione

Illuminazione spenta dove non necessario

-1 c

in inverno +1 c

in estate

Edilizi Impiantistici Gestionali Manutenzione Comportamento

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2. Quali edifici isolare  

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2. Quali edifici isolare – STOCK, NUOVA PRODUZIONE, RIQUALIFICAZIONE - quante pareti, solai, sottotetti, divisori per destinazione d’uso

UNO SGUARDO D’INSIEME SULLO STOCK EDILIZIO, SUGLI INTERVENTI POTENZIALI DI

RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI E SUI BENEFICI ECONOMICI OTTENIBILI

Nelle pagine che seguono si presenta una completa disamina del patrimonio edilizio e delle sue

potenzialità di riqualificazione in termini energetici per quanto riguarda gli involucri (pareti

perimetrali, coperture e sottotetti, primi solai). Si è ritenuto opportuno, per rendere la lettura più

agevole, inquadrare in una estrema sintesi le quantità in gioco; si tratta infatti di enormi superfici di

manufatti edilizi che implicano ingenti investimenti ma che costituiscono una imperdibile occasione

di risparmio energetico ed economico, di miglioramento delle condizioni di vita dei fruitori degli

immobili, di riduzione delle emissioni di gas serra. L’occasione è ancor più appetibile se si

considera la capacità di generare occupazione diretta nell’edilizia e indotta nei settori che fanno

capo all’edilizia. Come si vedrà nei paragrafi successivi, lo stock edilizio italiano si compone di un

elevato numero di edifici e di unità immobiliari con involucri esterni che sviluppano quasi 10 miliardi

di metri quadri di superficie netta (al netto delle aperture e delle finestre). Lo stock si incrementa

progressivamente per effetto della nuova costruzione ed è ciclicamente sottoposto ad interventi di

ristrutturazione. Ogni anno, dunque, si effettuano lavori (di nuova costruzione e di ristrutturazione)

che coinvolgono elementi fabbricativi (pareti perimetrali, coperture, sottotetti, primi e ultimi solai) sui

quali deve o dovrebbe essere prevista l’applicazione o la sostituzione di materiali isolanti.

Lo schema che segue sintetizza le quantità relative allo stock di elementi fabbricativi e al

potenziale, complessivo e annuo, di superfici da isolare nell’arco di 10 anni dal 2014 al 2023. Il

potenziale medio annuo ammonta a oltre 155 milioni di mq e si compone di quasi 59 milioni di mq

provenienti dalla nuova costruzione e di quasi 97 milioni di mq di superfici oggetto di interventi di

manutenzione straordinaria. L’edilizia residenziale contribuisce per il 74,8% al potenziale annuo

con 116 milioni di mq (39,9 milioni mq dalla nuova costruzione e 76,5 milioni mq da interventi di

ristrutturazione). Il non residenziale civile (al netto del settore industriale e di quello agricolo)

contribuisce con oltre 39 milioni di mq (di cui 18,9 milioni di mq di nuova costruzione e 20,2 milioni

mq di interventi di ristrutturazione).

Nel complesso, il potenziale più ampio è identificabile nelle coperture che vedranno 81,3 milioni di

mq medi annui di interventi (12,2 milioni mq di nuova costruzione e 69,1 milioni mq di interventi di

manutenzione); le pareti perimetrali saranno un importante ambito potenziale con 47,5 milioni mq

medi annui (25,8 milioni di nuova costruzione e 21,7 milioni di ristrutturazione); il potenziale dei

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solai a piano terra e dei sottotetti risulta più contenuto con 26,6 milioni di mq medi annui (20,7

milioni mq di nuova costruzione e 5,9 milioni mq di interventi di manutenzione).

Tabella 2.1. - Sintesi dello stock e del potenziale di interventi 2014 - 2023

 

Stock  (mln  mq)  

 

Potenziale  nuova  costruzione  2014  –  2023  (mln  mq)  

Potenziale  ristruttur.  2014  –  2023  (mln  mq)  

Potenziale  TOTALE  2014-­‐  2023  

 

Potenziale  nuova  costruzione  ANNUO  2014  -­‐  2023  

Potenziale  ristruttur.  ANNUO  2014  -­‐  2023  

Potenziale  TOTALE  ANNUO  2014  -­‐  2023  

     

             

             

Pareti  perimetrali  residenziale   4.140    

168,1 149,5 317,6  

16,8 15,0 31,8

Pareti  perimetrali  non  residenziale   909    

89,5 67,0 156,5  

9,0 6,7 15,7  

     

 

Coperture  residenziale   1.478    

82,4 563,0 645,4  

8,2 56,3 64,5

Coperture  non  residenziale   694    

39,6 128,0 167,6  

4,0 12,8 16,8  

     

 

Solai  e  sottotetti  residenziale   1.918    

148,3 52,0 200,3  

14,8 5,2 20,0

Primo  solaio  non  residenziale   693    

59,4 7,0 66,4  

5,9 0,7 6,6  

     

 

RESIDENZIALE   7.536    

398,8 764,5 1.163,3  

39,9 76,5 116,3

NON  RESIDENZIALE   2.296    

188,5 202,0 390,5  

18,9 20,2 39,1  

     

 

TOTALE   9.832    

587,3 966,5 1.553,8  

58,7 96,7 155,4 Fonte: elaborazioni e stime Cresme

Come si vedrà più approfonditamente nel capitolo 3, il potenziale di interventi edilizi di rinnovo

rappresenta un’imperdibile occasione di realizzare importanti risparmi energetici e, di

conseguenza, economici. E’ evidente, infatti, che il potenziale relativo alla nuova costruzione opera

in incremento dello stock (e quindi anche in incremento marginale dei consumi energetici) pur

dovendo sottostare alla normativa più recente in fatto di requisiti minimi di contenimento

energetico; viceversa, il potenziale di interventi di ristrutturazione, opera sottraendo consumi ad

uno stock edilizio energeticamente inefficiente. E’ dunque sul potenziale relativo alla

ristrutturazione che si è approfondito il tema del risparmio ottenibile, della riduzione dell’emissione

di gas climalteranti, del livello degli investimenti da porre in atto, del tempo di rientro

dell’investimento (con e senza incentivi all’edilizia o alla riqualificazione energetica), dei livelli

occupazionali attribuibili agli interventi di ristrutturazione.

Di seguito si presentano due tavole di sintesi, estrapolate dal capitolo 3, delle quali si approfondirà

più avanti la metodologia di elaborazione e le fonti con una analisi puntuale dei singoli elementi che

la compongono. Anche in questo caso, infatti, più che i singoli dati, si vuole mettere in luce i risultati

salienti dell’analisi. Nel totale dell’attività di rinnovo si rilevano 96,7 milioni di metri quadri potenziali

annui di interventi che implicano un investimento per la realizzazione dei lavori pari a 11,7 miliardi

di euro annui.

Il risparmio energetico annuo ottenibile da tali interventi è di poco inferiore ai 4.500 GWh termici

annui che porterebbero ad un risparmio economico di oltre 535 milioni di euro per ogni anno e a

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minori emissioni per oltre 890 mila tonnellate di gas climalteranti. Gli interventi effettuati in regime

di detrazione fiscale al 65% si evidenziano per un periodo di rientro dell’investimento pari a 7,6

anni; tale valore si ottiene rapportando semplicemente l’importo investito annualmente (detratte le

somme rimborsate fiscalmente) al risparmio annuo ad esso attribuibile.

E’ evidente che gli incentivi fiscali rappresentano un potente acceleratore del pay back period

poiché, in assenza di essi il periodo di rientro dell’investimento è pari 21,8 anni.

Tabella 2.2. - ATTIVITA’ DI RINNOVO 2014 – 2023 - STOCK, POTENZIALE DI INTERVENTO, INVESTIMENTI, RISPARMIO ATTRAVERSO L’ISOLAMENTO

Stock

(mln mq)

Potenziale 2014-2023 (mln mq annui)

Investimento (mln € annui)

Risparmio potenziale

(GWh annui)

Risparmio potenziale

(mln € annui)

CO2 non emessa

(Kt annue)

Pay back time con incentivi (anni con 65% per riqual.

energetica)

Pareti perimetrali residenziale 4.140 15,0 1.121,3 462,1 55,5 92,43 7,1

Pareti perimetrali non residenziale 909 6,7 402,0 176,0 21,1 35,21 6,7

     

Coperture residenziale 1.478 56,3 8.445,0 3.109,5 373,1 621,90 7,9

Coperture non residenziale 694 12,8 1.280,0 530,2 63,6 106,04 7,0

     

Solai e sottotetti residenziale 1.918 5,2 364,0 164,1 19,7 32,82 6,5

Primo solaio non residenziale 693 0,7 45,5 18,1 2,2 3,62 7,3

     

Residenziale 7.536 76,5 9.930,3 3.735,8 448,3 747,2 7,8

Non residenziale 2.296 20,2 1.727,5 724,4 86,9 144,9 7,0

       

Totale edifici Italia 9.832 96,7 11.657,8 4.460,1 535,2 892,0 7,6 Fonte: elaborazione Cresme su dati vari (ENEA, Istat, MISE, prezziari, Cresme/SI, altri)

Per rendere un’idea della quantità in gioco si possono rapportare i valori sopra esposti ad entità di

uso comune:

• le superfici potenziali annue di interventi di ristrutturazione (96,6 milioni di mq) sono

l’equivalente di circa 13.500 campi di calcio (135 mila campi da calcio il potenziale nel

decennio)

• il risparmio potenzialmente ottenibile annuo (quasi 4.500 GWh termici) che

compenserebbero i consumi di circa 390 mila caldaie autonome (considerando il consumo

medio nazionale di circa 1.400 mc di metano annui)

• le emissioni annue evitate di gas climalteranti sarebbero di oltre 890 kt annue, come

l’assorbimento annuo garantito da circa 30 milioni di alberi adulti o come compensare le

emissioni annue di 283 mila automobili euro 5 (126,2 g CO2/km per 25 mila Km annui)

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2.1. Settore residenziale - Il patrimonio immobiliare

Nel 2012, sul territorio nazionale, insistono oltre 30.159.000 abitazioni di cui il 46,6% è concentrato

nel Nord del paese, il 18,7% nel Centro e il 34,7% nel Meridione. Gli edifici risultano 11.779.270 e

si distribuiscono sul territorio in misura relativamente meno concentrata in considerazione del fatto

che nelle regioni con maggior numero di abitazioni sono presenti edifici di maggiori dimensioni. Gli

edifici, infatti si distribuiscono per il 41,8% nel Nord, per il 16,5% nel Centro e per il 41,7% nel

Meridione. Negli ultimi 10 anni, il flusso medio annuo di abitazioni di nuova realizzazione è pari a

poco meno dell’1% dell’esistente. A livello nazionale la quota maggiore di abitazioni è inserita in

edifici plurifamiliari con 5 o più alloggi (quasi il 48%) ma una quota di poco inferiore, pari a quasi il

40% è assorbita da edifici di piccole dimensioni (mono e bi familiari); le piccole palazzine di tre o

quattro alloggi assorbono il rimanente 13%. Le caratterizzazioni territoriali appaiono già rilevanti a

livello di macro ripartizione geografica poiché il Centro-Nord presenta una quasi identica

distribuzione delle tipologie dimensionali rispetto al numero di abitazioni negli edifici (mono-bi

familiari 35,3% nel Nord e 34,0% nel Centro; tri-quadri familiari 12,4% nel Nord e 13,6% nel

Centro; edifici plurifamiliari 52,3% nel Nord e 52,4% nel Centro). Il Meridione presenta una

distribuzione molto più rivolta ai piccoli edifici con il mono-bi familiare che pesa per il 48,2%, il tri-

quadri familiare per il 12,4% e il plurifamiliare per il 39,5%. Alcune informazioni desunte dalle

indagini Cresme rivolte al settore residenziale, che hanno contribuito alla elaborazione delle tavole

di descrizione dello stock edilizio possono essere utili per evidenziare aspetti relativi alla

metodologia utilizzata e ai risultati finali descritti nelle tabelle delle pagine seguenti. Il 43% degli

edifici è completamente isolato sui quattro lati mentre il 19% presenta un solo lato di contiguità e

38% ha almeno due lati in condivisione con altri edifici. Circa il 43% degli edifici è realizzato prima

del 1972; il 46% tra il 1972 e il 2001 e quasi l’11% successivamente al 2001. Le tipologie edilizie si

presentano molto distribuite e la più frequente è la monofamiliare (26%), seguita dalla piccola

palazzina (21%); gli edifici plurifamiliari a torre sono il 18% e quelli in linea il 15%. Appare

importante la presenza dell’11% di edifici plurifamiliari realizzati per contiguità, assimilabile al circa

8% di case a schiera. Il 40% degli edifici ha da tre a cinque piani, il 37% ha due piani e circa il 14%

oltre cinque piani. Quasi il 46% degli edifici ha una copertura a falde inclinate con sottotetto non

abitabile; il 23% circa ha falde inclinate e sottotetto abitabile; le coperture piane interessano il 32%

degli edifici e risultano in maggioranza praticabili. Il pian terreno è chiuso da pareti o vetrate in oltre

due edifici su tre mentre la quota rimanente si divide quasi equamente in completamente aperto

(pilotis) e parzialmente aperto. Circa il 43% degli edifici presenta piani interrati. L’utilizzo dei piani

terra aperti o parzialmente chiusi è nel 48% dei casi per il ricovero autoveicoli. I negozi sono

presenti nell’11% dei casi. L’1,6% degli edifici è in pessimo stato di conservazione e ben il 28% è in

condizioni soltanto “discrete”. Gli interventi che hanno attinenza con l’efficientamento energetico

vedono interessate il 64% delle abitazioni (periodo 2001 – 2011). La maggior parte degli interventi

riguarda la climatizzazione (quasi il 70% ha cambiato o installato una caldaia e quasi il 33% ha

installato o sostituito il condizionatore). Meno frequenti ma in quota consistente, risultano gli

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interventi effettuati sui serramenti (quasi il 20% di abitazioni con sostituzione di infissi e vetri), sui

radiatori e sugli scalda-acqua. Pochi interventi in termini numerici sono stati effettuati relativamente

a impianti di produzione energia e di isolamento esterno (meno del 4%).

Tabella 2.3. - Numero edifici

Mono-bi familiari Tri – quadri familiari Pluri familiari Totale edifici

Nord 3.846.842 508.187 573.739 4.928.768

Centro 1.489.217 222.890 232.181 1.944.288

Sud 4.204.644 372.456 329.114 4.906.214

Italia 9.540.703 1.103.533 1.135.034 11.779.270 Fonte: Cresme/SI

Tabella 2.4. - Numero abitazioni

Mono-bi familiari Tri – quadri familiari Pluri familiari Totale edifici

Nord 4.961.890 1.742.113 7.359.712 14.063.715

Centro 1.915.310 763.781 2.951.309 5.630.400

Sud 5.041.878 1.293.109 4.130.180 10.465.167

Italia 11.919.078 3.799.003 14.441.201 30.159.282 Fonte: Cresme/SI

La stima della superficie di pareti perimetrali, dei divisori tra unità abitative e tra edifici in aderenza,

della superficie di solai e coperture si basa su una serie di informazioni – di cui alcune accennate in

precedenza provenienti dalle indagini campionarie – testate e validate attraverso il confronto con i

dati censuari (es. edifici per numero di piani fuori terra, contiguità degli edifici, superficie

complessiva delle abitazioni, superficie media delle abitazioni occupate e non occupate, ecc.) e

con le informazioni contenute nei permessi di costruire Istat dal 1998 al 2011 (es. numero dei piani

dei fabbricati, superficie delle abitazioni, superficie coperta degli edifici, tipologia dimensionale degli

edifici, volume e superficie medi degli edifici, tipo di copertura degli edifici, ecc.). Sulla base di tutte

le informazioni sistematizzate, si è proceduto ad integrare nella elaborazione i coefficienti

architettonici, utilizzati dal Cresme per la stima dei potenziali di mercato degli elementi e materiali

per l’edilizia. Si è pertanto potuto stimare la superficie di pareti perimetrali al netto delle pareti

contigue (edifici in aderenza) e al netto dei vani infissi esterni; la superficie dei divisori tra unità

abitative e di quelli tra edifici in aderenza e la consistenza dei solai delle abitazioni.

Tabella 2.5. - Superficie lorda di pareti perimetrali non contigue e al netto dei vani infissi esterni - Milioni di mq

Mono-bi familiari Tri – quadri familiari Pluri familiari Totale edifici

Nord 1.179,1 269,0 560,7 2.008,8

Centro 425,4 111,5 217,0 753,8

Sud 957,2 159,5 261,2 1.377,9

Italia 2.561,7 539,9 1.038,8 4.140,5 Fonte: Cresme/SI

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Tabella 2.6. - Superficie di divisori interni, compresi i divisori pareti esterne contigue - Milioni di mq

Mono-bi familiari Tri – quadri familiari Pluri familiari Totale edifici

Nord 172,6 74,6 164,6 411,7

Centro 62,5 31,1 63,9 157,4

Sud 132,3 46,1 80,1 258,5

Italia 367,3 151,8 308,5 827,6 Fonte: Cresme/SI

Tabella 2.7. - Superficie di divisori interni - Milioni di mq

Mono-bi familiari Tri – quadri familiari Pluri familiari Totale edifici

Nord 76,9 48,4 100,9 226,2 Centro 27,6 20,1 39,1 86,7 Sud 45,7 28,7 47,0 121,4 Italia 150,1 97,2 187,0 434,3

Fonte: Cresme/SI

Tabella 2.8. - Superficie solai totali delle abitazioni - Milioni di mq

Mono-bi familiari Tri – quadri familiari Pluri familiari Totale edifici

Nord 580,0 159,3 504,5 1.243,8

Centro 223,5 69,9 203,6 497,0

Sud 546,4 108,5 269,6 924,5

Italia 1.349,9 337,7 977,7 2.665,3 Fonte: Cresme/SI

Tabella 2.9. - Coperture totali degli edifici - Milioni di mq

Mono-bi familiari Tri – quadri familiari Pluri familiari Totale edifici

Nord 374,9 86,3 201,4 662,5

Centro 149,4 37,9 80,8 268,0

Sud 382,3 58,8 106,2 547,3

Italia 906,5 182,9 388,4 1.477,9 Fonte: Cresme/SI Tabella 2.10. - di cui a falde - Milioni di mq

Mono-bi familiari Tri – quadri familiari Pluri familiari Totale edifici

Nord 332,6 43,6 49,3 425,5 Centro 165,5 24,5 25,5 215,5 Sud 191,1 17,4 15,6 224,2 Italia 689,2 85,5 90,4 865,1

Fonte: Cresme/SI Tabella 2.11. - di cui piane (terrazzo e non praticabili) - Milioni di mq

Mono-bi familiari Tri – quadri familiari Pluri familiari Totale edifici

Nord 42,3 42,7 152,1 237,1 Centro 5,5 9,0 38,0 52,5 Sud 169,6 45,7 107,9 323,2 Italia 217,4 97,4 298,0 612,8

Fonte: Cresme/SI

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2.2. Settore non residenziale - Il patrimonio immobiliare  La descrizione del patrimonio edilizio non residenziale nel suo complesso e nella disamina più

approfondita degli edifici terziari è condotta attraverso la quantificazione delle unità immobiliari

complessive (edifici e porzioni di edifici destinate ad uso non residenziale), la quantificazione del

numero di edifici ad uso non residenziale esclusivo o prevalente. Sulla base delle elaborazioni

condotte sulle indagini Cresme alle imprese e dei coefficienti architettonici di cui si è accennato

relativamente al comparto residenziale, si è potuto stimare la superficie destinata ad uso non

residenziale sia per le unità immobiliari, sia per gli edifici ad uso esclusivo; si è altresì stimata la

superficie complessiva di pareti perimetrali, di solai e di coperture per ogni tipologia di attività degli

immobili ad uso esclusivo. Il complesso delle unità immobiliari è superiore a 4,5 milioni di unità con

una ripartizione fortemente orientata verso il settore terziario: 3,6 milioni di unità (l’80,1% del totale)

fanno riferimento a questo settore e 0,9 milioni si riferiscono al comparto industriale e artigianale

pari al 19,9% i cui consumi energetici sono principalmente assorbiti dalle attività produttive e in

misura poco significativa dall’involucro edilizio. Il settore terziario si compone di oltre 1,4 milioni di

unità immobiliari ad uso commercio (il 31,8% del totale), quasi 1,1 milioni (il 23,7% del totale)

utilizzate da “altri servizi” (tra cui trasporti, comunicazioni, credito, assicurazione, finanziarie, sanità

pubblica e privata e altri servizi sociali e sanitari), 0,7 milioni (il 15,3%) ad uso ufficio, 0,3 milioni di

ristoranti (6,2%), quasi 73 mila scuole e quasi 62 mila alberghi.

Schema 2.1. - Unità immobiliari1 ad uso terziario in Italia per attività economica

Fonte: elaborazione Cresme

                                                                                                                         1 Unità immobiliare: una porzione di fabbricato, un intero fabbricato o un insieme di fabbricati che, nello stato in cui si trova, è di per se stesso in grado di produrre un reddito indipendente

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Il primo dato da sottolineare è costituito dalla ingente e frammentata quantità di unità immobiliari

che, a fronte di una numerosità di oltre 4,5 milioni di unità, occupa una superficie coperta pari a

quasi 1,7 miliardi di metri quadrati di cui buona parte a destinazione produttiva (oltre 0,7 miliardi

mq. occupati dal settore industriale) e circa il 58% (1,0 miliardi di mq circa) a destinazione terziaria.

L’analisi, pur tenendo in considerazione le consistenze complessive del settore non residenziale, si

concentra sul comparto terziario poiché nel comparto industriale i consumi energetici o le

dispersioni imputabili all’involucro edilizio rappresentano una quota trascurabile rispetto all’energia

impiegata per le attività produttive. Si tratta evidentemente di un argomento più complesso che

coinvolge processi industriali e investimenti in tecnologia più che le caratteristiche edilizie.

Una ulteriore focalizzazione dell’analisi deve essere attuata passando dalla descrizione del

patrimonio edilizio al circoscrivere gli ambiti omogenei che costituiscono il parco di edifici

potenzialmente riqualificabili in vista di un contenimento dei consumi e delle emissioni. Il passaggio

da unità immobiliari a edifici ad uso esclusivo porta a considerare il fatto che buona parte delle

unità immobiliari ad uso terziario sono inserite in edifici residenziali: negozi, ristorazione, altri

servizi ai piani terra, uffici, altri servizi, alberghi e scuole private nei piani intermedi. E’ evidente che

tali unità immobiliari, pur essendo portatrici di stili di consumo diversi da quelli delle famiglie,

dovranno confrontarsi con involucri edilizi tipicamente residenziali e con impianti non troppo diversi

da quelli del settore prettamente abitativo.

Schema 2.2. - Edifici ad uso terziario esclusivo o prevalente2 per attività svolta nel fabbricato - numero

Fonte: elaborazione Cresme

                                                                                                                         2 Edificio ad uso esclusivo o prevalente: fabbricato in cui si svolgono attività di tipo omogeneo per almeno il 75% della superficie coperta complessiva.

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Lo stock di edifici ad uso esclusivo o prevalentemente terziario sono circa 500 mila per quasi 490

milioni di metri quadrati. Le quantità maggiori in termini di superfici sono assorbite da edifici ad uso

commercio (203.700 immobili, il 40,7% degli edifici terziari; 278 mln mq, il 56,8% delle superfici),

dalle scuole pubbliche e private (52.000 immobili, il 10,4% degli edifici; 73,4 mln mq, il 15,0% delle

superfici), dagli uffici (65.400 immobili, il 13,1% degli edifici; 57,1 mln mq, il 11,6% delle superfici) e

dagli alberghi (26.000 immobili, il 5,2% degli edifici; 49,0 mln mq, il 10,0% delle superfici).

Ristorazione ed “altri servizi” risultano, per via delle ridotte superfici medie, di minor peso

complessivo. La ristorazione (tra cui anche bar, pizzerie, gelaterie, ecc. in edifici ad uso esclusivo o

prevalente) conta su circa 30 mila edifici per 8,0 mln mq (1,6%) e gli altri servizi, pur occupando

quasi 123 mila edifici, insistono su una superficie particolarmente limitata pari a 24,4 mln mq

(5,0%).

Schema 2.3. - Edifici ad uso terziario esclusivo o prevalente per attività svolta nel fabbricato - superficie

Fonte: elaborazione Cresme

Tabella 2.12. - Numero di edifici ad uso esclusivo

Nord Centro Sud ITALIA

INDUSTRIA e ARTIGIANATO 153.688 48.153 65.134 266.975

COMMERCIO ingrosso e dettaglio 96.227 37.942 69.515 203.684

ALTRI SERVIZI 71.021 27.286 24.748 123.055

UFFICIO 29.767 11.663 23.936 65.366

ALBERGO 14.891 5.359 5.788 26.038

RISTORAZIONE con somministrazione 16.912 6.860 6.156 29.928

SCUOLA 24.174 9.295 18.539 52.008

TOTALE 406.680 146.558 213.816 767.054 Fonte: Cresme/SI

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Tabella 2.13. - Numero di unità immobiliari

Nord Centro Sud ITALIA

INDUSTRIA e ARTIGIANATO 505.290 184.486 215.795 905.571

COMMERCIO ingrosso e dettaglio 665.526 296.965 484.999 1.447.490

ALTRI SERVIZI 559.583 232.890 286.969 1.079.442

UFFICIO 387.287 150.161 158.107 695.555

ALBERGO 36.924 13.140 11.531 61.595

RISTORAZIONE con somministrazione 146.420 58.749 77.921 283.090

SCUOLA 31.758 13.499 27.296 72.553

TOTALE 2.332.788 949.890 1.262.618 4.545.296 Fonte: Cresme/SI Tabella 2.14. - Superficie edifici ad uso esclusivo - Milioni di mq

Nord Centro Sud ITALIA

INDUSTRIA e ARTIGIANATO 278,4 55,8 65,5 399,7

COMMERCIO ingrosso e dettaglio 163,6 47,4 67,0 278,0

ALTRI SERVIZI 14,8 5,5 4,1 24,4

UFFICIO 24,3 10,3 22,5 57,1

ALBERGO 25,0 10,7 13,3 49,0

RISTORAZIONE con somministrazione 4,9 1,8 1,4 8,0

SCUOLA 37,2 12,5 23,8 73,4

TOTALE 548,1 144,0 197,5 889,6 Fonte: Cresme/SI

Tabella 2.15. - Superficie unità immobiliari - Milioni di mq

Nord Centro Sud ITALIA

INDUSTRIA e ARTIGIANATO 479,2 112,1 116,0 707,3

COMMERCIO ingrosso e dettaglio 245,8 81,4 101,3 428,6

ALTRI SERVIZI 80,4 31,9 32,6 144,9

UFFICIO 88,5 39,3 41,5 169,3

ALBERGO 47,5 22,1 22,1 91,6

RISTORAZIONE con somministrazione 24,9 9,0 10,3 44,2

SCUOLA 38,9 14,5 28,2 81,6

TOTALE 1.005,2 310,2 351,9 1.667,3 Fonte: Cresme/SI

Tabella 2.16. - Superficie pareti perimetrali – EDIFICI AD USO ESCLUSIVO - Milioni di mq PARETI PERIMETRALI Nord Centro Sud ITALIA

INDUSTRIA e ARTIGIANATO 237,4 47,6 55,9 340,9

COMMERCIO ingrosso e dettaglio 150,3 43,5 61,5 255,3

ALTRI SERVIZI 28,2 10,5 7,8 46,5

UFFICIO 45,0 19,1 41,7 105,9

ALBERGO 34,6 14,9 18,4 68,0

RISTORAZIONE con somministrazione 6,9 2,5 1,9 11,3

SCUOLA 41,1 13,8 26,3 81,2

TOTALE 543,5 151,9 213,6 909,1 Fonte: Cresme/SI

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29

Tabella 2.17. - Superficie divisori e tramezzature – EDIFICI AD USO ESCLUSIVO - Milioni di mq PARETI DIVISORIE E TRAMEZZATURE Nord Centro Sud ITALIA

INDUSTRIA e ARTIGIANATO 23,7 4,8 5,6 34,1

COMMERCIO ingrosso e dettaglio 60,5 17,5 24,8 102,7

ALTRI SERVIZI 19,8 7,4 5,5 32,6

UFFICIO 44,7 19,0 41,5 105,3

ALBERGO 34,6 14,9 18,4 68,0

RISTORAZIONE con somministrazione 6,9 2,5 1,9 11,3

SCUOLA 28,8 9,7 18,4 56,8

TOTALE 219,0 75,7 116,1 410,8 Fonte: Cresme/SI

Tabella 2.18. - Superficie solai e coperture – EDIFICI AD USO ESCLUSIVO - Milioni di mq SOLAI TOTALI Nord Centro Sud ITALIA

INDUSTRIA e ARTIGIANATO 306,2 61,4 72,0 439,6

COMMERCIO ingrosso e dettaglio 246,9 71,5 101,1 419,5

ALTRI SERVIZI 20,7 7,7 5,7 34,1

UFFICIO 63,6 27,1 59,0 149,6

ALBERGO 87,4 37,6 46,5 171,4

RISTORAZIONE con somministrazione 5,8 2,1 1,7 9,6

SCUOLA 82,2 27,6 52,5 162,3

TOTALE 812,8 234,9 338,5 1.386,2 Fonte: Cresme/SI

2.3. Quanto si è prodotto e si produce, quanto si riqualifica  2.3.1. Il mercato delle pareti esterne 2013 per il settore residenziale    Le prestazioni termiche delle pareti verticali sono condizionate dal sistema costruttivo, dai materiali

“da muro” impiegati e dal loro spessore, dalla presenza e lo spessore dell’eventuale sistema di

isolamento. Se la scelta del sistema costruttivo e dei materiali “da muro” impiegati può essere

effettuata quasi esclusivamente in sede di realizzazione, l’isolamento delle pareti esterne può

avvenire in qualsiasi momento della vita dell’edificio e può essere realizzato nella parte interna

della parete, in quella esterna, o nell’intercapedine se presente.

Le tipologie di intervento sul patrimonio residenziale esistente possono essere:

• il cappotto esterno

• l’isolamento delle pareti interne

• l’intonaco isolante

• la parete ventilata

A questi si possono aggiungere degli accorgimenti parziali ma efficaci, quali per esempio

l’isolamento del cassonetto (avvolgibili) e della parete sottofinestra.

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30

Il preconsuntivo per il 2013 indica una ulteriore diminuzione del -5,4% per le tamponature di nuova

costruzione. Si tratta di un anno che quindi, non interrompe la dinamica di forte calo del comparto.

La tipologia costruttiva delle pareti perimetrali si articola sostanzialmente nel 68% a doppio strato

(parete esterna e fodera interna) e nel 32% monostrato. I materiali da muro conoscono da sempre

il “presidio” del laterizio normale (68%), a cui si sta affiancando progressivamente il blocco

alleggerito (24%). Sempre maggiore importanza si sta attribuendo infatti ai materiali con buone

prestazione termiche e maneggevolezza nei cantieri, soprattutto quelli di manutenzione e

ristrutturazione.

I principali sistemi impiegati nel mercato ‘isolamento delle pareti perimetrali sono stimati nell’89%

del cappotto, nel 7% dell’isolamento interno e nel rimanente 4% diviso fra l’insufflaggio

nell’intercapedine (quota ridotta anche a causa delle attrezzature necessarie) e la parete ventilata

(che presenta prestazioni eccelse ma anche costi elevati). Il mercato complessivo delle pareti

perimetrali per il settore edilizio civile (residenziale e terziario) nel 2013 è pari a 39,3 milioni di mq.

Si tratta di 29,6 milioni di mq provenienti dall’edilizia residenziale (di cui 15,7 milioni mq di nuova

produzione e 13,9 milioni mq nella riqualificazione). 9,7 milioni di mq sono stati prodotti nell’edilizia

23,9 milioni di mq di superficie

complessivamente realizzata nella nuova

costruzione nel 2013. Essa riguarda le nuove

costruzioni sia nel mercato residenziale che

in quello non residenziale TERZIARIO, con

l’esclusione quindi degli immobili destinati ad

un utilizzo industriale o agricolo.

Piuttosto importante, e destinata a crescere, la

superficie complessiva di pareti esterne soggette ad

interventi di riqualificazione e manutenzione

straordinaria. Nel 2013 si stima una superficie di

15,4 milioni di mq destinati ad interventi di

riqualificazione. La prevalenza dei lavori nelle regioni

settentrionali riflette il positivo andamento del

mercato dell’isolamento al quale fanno riferimento

diretto circa la metà delle superfici

complessivamente riqualificate (7,6 milioni di mq su

15,4 milioni).

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31

non residenziale terziaria. La riduzione del mercato della nuova edilizia è stata netta ma, come si

vedrà poco oltre, il mercato potenziale per gli interventi di isolamento rimane ampio. Il valore per il

2013 evidenzia ancora valori negativi con la nuova produzione residenziale in calo del -7,7%

rispetto al 2012, il rinnovo residenziale in contrazione del -0,8% sul 2012 e con i comparti non

residenziali (nuova produzione e rinnovo) in calo del -1,7% sul 2012.

Tabella 2.19. - Pareti perimetrali NUOVA PRODUZIONE RESIDENZIALE (‘000 di mq) 2004-2008

media annua 2009-2011

media annua 2012 2013

Nord-ovest 8.034,8 5.255,0 3.809,0 3.586,0

Nord est 7.999,0 4.727,7 3.981,0 3.618,0

Centro 5.344,8 3.598,0 2.486,0 2.384,0

Sud 8.847,2 6.002,7 4.757,0 4.309,0

Isole 3.474,6 2.340,3 1.938,0 1.775,0

Italia 33.700,4 21.923,7 16.971,0 15.672,0 Var. % su per. prec. -24,9% -30,6% -7,7%

Fonte: Cresme/SI

Tabella 2.20. - Pareti perimetrali INTERVENTI SU ESISTENTE RESIDENZIALE (‘000 di mq)

2004-2008 media annua

2009-2011 media annua 2012 2013

Nord-ovest 4.497,3 4.527,5 4.439,0 4.625,0

Nord est 2.887,2 2.905,1 2.805,9 2.920,1

Centro 2.251,3 2.459,5 2.385,8 2.473,3

Sud 2.361,3 2.418,9 2.322,5 2.425,2

Isole 997,3 926,8 873,5 909,2

Italia 12.994,4 13.237,8 12.826,8 13.352,7 Var. % su per. prec. 1,9% -3,1% 4,1%

Fonte: Cresme/SI

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32

Tabella 2.21. - Pareti perimetrali TOTALE MERCATO RESIDENZIALE (‘000 di mq)

2004-2008 media annua

2009-2011 media annua 2012 2013

Nord-ovest 12.532,1 9.782,5 8.248,0 8.211,0

Nord est 10.886,2 7.632,8 6.786,9 6.538,1

Centro 7.596,1 6.057,5 4.871,8 4.857,3

Sud 11.208,5 8.421,6 7.079,5 6.734,2

Isole 4.471,9 3.267,1 2.811,5 2.684,2

Italia 46.694,8 35.161,5 29.797,8 29.024,7 Var. % su per. prec. -24,7% -15,3% -2,6%

Fonte: Cresme/SI

Grafico 2.1. – Pareti perimetrali - Sistema costruttivo nella nuova costruzione

Fonte: Cresme/SI

Grafico 2.2. – Quote di mercato MATERIALI PARETI PERIMETRALI PRODOTTI DA ISOLAMENTO

Fonte: Cresme/SI

Monostrato32%

Doppio strato68%

Laterizio normale68%

Laterizio alleggerito (porizzato)

20%

Cls normale3%

Cls cellulare o con argilla espansa

4%Altro5%

Cappotto89%

Isolam. Interno7%

Insufflato intercapedine2%

Parete ventilata2%

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33

Grafico 2.3. – I rivestimenti delle pareti esterne della nuova edilizia residenziale - 2013

Fonte: Cresme/SI

Grafico 2.4. – I rivestimenti nelle pareti esterne della riqualificazione residenziale

Fonte: Cresme/SI

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34

2.3.2. Il potenziale del mercato della riqualificazione energetica in edilizia residenziale

Nel 2013, le pareti esterne degli edifici residenziali, sviluppano una superficie pari a poco più di 4,1

miliardi di mq al netto delle pareti contigue con altri edifici e dei vani infissi esterni. Questo si

identifica come il patrimonio teorico su cui è possibile intervenire in qualsiasi momento tramite

l’isolamento esterno. Tuttavia, il dato del potenziale per gli interventi di riqualificazione delle pareti

perimetrali si affina escludendo dai 4,1 miliardi di mq, le superfici in qualche modo sottoposte ad

interventi di manutenzione straordinaria negli ultimi 15 anni e le superfici di fabbricati residenziali

nuovi realizzati nel periodo sui quali è ridotta la possibilità di nuovi lavori di isolamento se non per

prematuro decadimento delle opere. Il risultato è di poco più di 3,6 miliardi di mq.

Si stima che il mercato del rinnovo residenziale, nel periodo 2014-2023, oscilli da un minimo di 133

milioni ad un massimo di 168 milioni di mq. L’intervallo di oscillazione dipende da una serie di

fattori, come e soprattutto dalla presenza o meno di norme incentivanti (defiscalizzazione, bonus,

ecc.).

La riduzione dello stock iniziale a tale cifra, sensibilmente più piccola, è dovuta alla propensione e

alla convenienza delle famiglie ad intervenire attraverso i vari sistemi di isolamento. Tale

convenienza/opportunità, si differenzia notevolmente per localizzazione geografica e per tipologia

dimensionale del fabbricato. Si tratta di finestre-opportunità per integrare ad un intervento

manutentivo su pareti esterne (che per esempio nella maggior parte dei casi presuppone l’impiego

non poco oneroso dei ponteggi) delle risorse aggiuntive per migliorare il grado di efficienza

dell’involucro edilizio.

(*) L’intervallo di oscillazione dipende soprattutto dalla presenza o meno di norme incentivanti (defiscalizzazione, bonus, ecc.)

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35

Grafico 2.5. –Composizione della consistenza potenziale AREE GEOGRAFICHE

TIPOLOGIA EDILIZIA

AREE CLIMATICHE

Fonte: Cresme/SI  

NORD61%

CENTRO21%

SUD18%

Mono-bifamil.58%

Tri-quadrifamil.6%

Plurifamil.36%

A0,0% B

3,6% C12,6%

D22,9%

E54,6%

F6,3%

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36

2.3.3. Il mercato delle pareti esterne per il settore non residenziale   Tabella 2.22. - Pareti perimetrali NUOVA PRODUZIONE NON RESIDENZIALE (esclusa agricoltura) (‘000 di mq)

2004-2008 media annua

2009-2011 media annua 2012 2013

Nord-ovest 4.458,3 3.163,6 2.663,8 2.551,2

Nord est 5.882,1 4.192,1 2.378,0 2.309,1

Centro 2.240,1 1.866,3 1.161,0 1.057,4

Sud 3.419,1 2.358,4 1.564,8 1.790,3

Isole 1.215,4 698,1 488,2 485,3

Italia 17.215,0 12.278,5 8.255,9 8.193,2

Var. % su per. prec. -28,7% -32,8% -0,8% Fonte: Cresme/SI

Tabella 2.23. - Pareti perimetrali INTERVENTI SU ESISTENTE NON RESIDENZIALE (esclusa agricoltura - ‘000 di mq)

2004-2008 media annua

2009-2011 media annua 2012 2013

Nord-ovest 388,1 391,0 450,2 448,5

Nord est 524,1 533,7 444,5 436,1

Centro 200,4 223,6 198,2 195,9

Sud 329,7 330,2 334,6 330,8

Isole 126,0 106,9 106,1 105,1

Italia 1.568,4 1.585,4 1.533,7 1.516,5

Var. % su per. prec. 1,1% -3,3% -1,1% Fonte: Cresme/SI

Tabella 2.24. - Pareti perimetrali TOTALE MERCATO NON RESIDENZIALE (esclusa agricoltura - ‘000 di mq)

2004-2008 media annua

2009-2011 media annua 2012 2013

Nord-ovest 4.846,4 3.554,6 3.114,0 2.999,7

Nord est 6.406,2 4.725,8 2.822,5 2.745,2

Centro 2.440,5 2.089,9 1.359,2 1.253,3

Sud 3.748,8 2.688,6 1.899,4 2.121,1

Isole 1.341,4 805,0 594,3 590,4

Italia 18.783,3 13.863,9 9.789,4 9.709,7

Var. % su per. prec. -26,2% -29,4% -0,8% Fonte: Cresme/SI

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2.3.4. Il potenziale del mercato della riqualificazione energetica in edilizia non residenziale

Nel 2012, le pareti esterne degli edifici non residenziali non destinati all’agricoltura, sviluppano una

superficie pari a poco più di 909 milioni di mq e rappresentano il patrimonio teorico su cui è

possibile intervenire in qualsiasi momento tramite l’isolamento esterno. Escludendo dai 909 milioni

di mq le superfici già sottoposte ad interventi di manutenzione straordinaria negli ultimi 15 anni e le

superfici di fabbricati non residenziali nuovi realizzati nello stesso periodo, si ottiene il potenziale

netto di 714 mlioni di mq su cui si potrebbe intervenire nei prossimi 10 anni. Si stima che il mercato

del rinnovo residenziale, nel periodo 2014-2023, oscilli da un minimo di 62 milioni ad un massimo

di 72 milioni di mq. L’intervallo di oscillazione dipende da una serie di fattori, come e soprattutto

dalla presenza o meno di norme incentivanti (defiscalizzazione, bonus, ecc.).

La riduzione dello stock iniziale a tale cifra, sensibilmente più piccola, è dovuta alla propensione e

alla convenienza delle imprese ad intervenire attraverso i vari sistemi di isolamento. Tale

convenienza/opportunità, si differenzia notevolmente per localizzazione geografica e per tipologia

dimensionale del fabbricato. Si tratta, come nel caso dell’edilizia residenziale, di finestre-

opportunità per integrare ad un intervento manutentivo su pareti esterne delle risorse aggiuntive

per migliorare il grado di efficienza dell’involucro edilizio.

(*) L’intervallo di oscillazione dipende soprattutto dalla presenza o meno di norme incentivanti (defiscalizzazione, bonus, ecc.)

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2.4. Le chiusure orizzontali, coperture e solai per il settore residenziale Si tratta di una componente dei manufatti edilizi molto sensibile alle dispersioni termiche, infatti, le

chiusure orizzontali opache comprendono due grandi ambiti: quello del sistema tetto per le

copertura a falda, e quello delle coperture piane, del primo solaio, e del sottotetto per i

sistemi di isolamento.

2.4.1. Le coperture a falda

Le misurazioni del mercato e dei potenziali dei sistemi tetto comprendono a loro volta tre ambiti di

tecnologia e di materiali funzionali all’efficienza energetica, passiva ma anche attiva. Il primo è

quello del manto di copertura; il secondo dell’isolamento della falda; il terzo della vocazione ad

ospitare impianti per la produzione di energia: fotovoltaico, pannelli solari termici, microeolico.

# Il mercato attuale delle copertura a falda

La quota più consistente è quella relativa al mercato della riqualificazione che comprende sia

interventi generali di sostituzione del manto di copertura e/o della struttura, sia interventi di

sostituzione parziale degli elementi.

Il mercato totale, nuovo e rinnovo, delle strutture e dei manti di copertura per i tetti a falda ammonta nel 2012 a 46 milioni di mq. Comprende le nuove costruzioni e gli interventi di sostituzione; sia il mercato residenziale che quello non residenziale TERZIARIO, con l’esclusione quindi degli immobili destinati ad un utilizzo industriale o agricolo.

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Il 2013 è stato un anno di ulteriore ridimensionamento del mercato, su valori già abbondantemente ridimensionati nei quattro anni precedenti. In particolare nella edilizia

residenziale di nuova produzione si sono registrate riduzioni del 36% della media del periodo 2009-

2011 rispetto al periodo 2004-2008, e nel 2012 un ulteriore -23,2% rispetto alla media del periodo

2009-2011. La destinazione prevalente dei tetti a falda è negli edifici mono-bifamiliari e a schiera. I

materiali alternativi che si contendono quasi l’universo del mercato sono le tegole e i coppi in

laterizio (63%) seguiti dalle tegole in cemento (24%).

Tabella 2.25. - Coperture a falda NUOVA PRODUZIONE RESIDENZIALE (‘000 di mq)

2004-2008 media annua

2009-2011 media annua 2012 2013

Nord-ovest 3.633,6 2.309,4 1.666,2 1.569,7

Nord est 3.871,8 2.339,6 1.966,8 1.793,6

Centro 2.083,3 1.348,5 939,9 897,7

Sud 2.369,9 1.598,1 1.234,7 1.131,3

Isole 907,7 636,6 514,1 474,7

Italia 12.866,2 8.232,1 6.321,7 5.867,0

Var. % su per.prec. -36,0% -23,2% -7,2%

Fonte: Cresme/SI Tabella 2.26. - Coperture a falda INTERVENTI SU ESISTENTE RESIDENZIALE (‘000 di mq)

2004-2008 media annua

2009-2011 media annua 2012 2013

Nord-ovest 12.027,4 11.785,8 10.999,3 10.960,6

Nord est 7.823,9 7.537,9 7.638,9 7.481,6

Centro 9.544,6 10.183,2 10.101,1 9.973,4

Sud 7.533,1 7.351,6 7.410,6 7.300,7

Isole 2.986,3 2.751,0 2.424,2 2.513,3

Italia 39.915,4 39.609,4 38.574,1 38.229,6

Var. % su per.prec. -0,8% -2,6% -0,9% Fonte: Cresme/SI

Tabella 2.27. - Coperture a falda TOTALE MERCATO RESIDENZIALE (‘000 di mq)

2004-2008 media annua

2009-2011 media annua 2012 2013

Nord-ovest 15.661,0 14.095,1 12.665,5 12.530,3

Nord est 11.695,6 9.877,5 9.605,7 9.275,2

Centro 11.627,9 11.531,6 11.041,0 10.871,1

Sud 9.903,0 8.949,7 8.645,3 8.432,0

Isole 3.894,0 3.387,6 2.938,3 2.988,0

Italia 52.781,6 47.841,4 44.895,9 44.096,5

Var. % su per.prec. -9,4% -6,2% -1,8% Fonte: Cresme/SI

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40

Grafico 2.6. – Quote di mercato MATERIALI COPERTURE A FALDA

PER TIPO EDIFICIO

Fonte: Cresme/SI

# Il potenziale del mercato della riqualificazione energetica in edilizia residenziale

Nel 2013, le coperture a falda degli edifici residenziali, sviluppano una superficie di 865 milioni di

mq. Prevalentemente coprono gli edifici di piccole dimensioni. Infatti, l’80% della superficie

complessiva riguarda i fabbricati monobi-familiari. Un altro 11% copre le cosiddette palazzine (da 3

a 15 abitazioni) e solo il 9% copre gli edifici di maggiori dimensioni.

Il dato del potenziale mercato per gli interventi di riqualificazione delle coperture a falda si affina

escludendo le superfici sottoposte ad interventi totali di manutenzione straordinaria negli ultimi 12

anni (questa la soglia “convenzionale” per il mantenimento di funzionalità prestazionali adeguate) e

i nuovi edifici prodotti nel medesimo periodo. Il risultato è di circa 524 milioni di mq.

Coppi in laterizio

14%

Tegole in laterizio

49%

Tegole in cemento

24%

Pannelli e lastre in metallo

6%

Tegole bituminose

2%Altro5%

Mono e bi-familiari

54%Da 3 a 15 abitazioni

33%

Oltre 15 abitazioni

13%

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41

(*) L’intervallo di oscillazione dipende soprattutto dalla presenza o meno di norme incentivanti (defiscalizzazione, bonus, ecc.)

Grafico 2.7. –Composizione della consistenza potenziale AREE GEOGRAFICHE

TIPOLOGIA EDILIZIA

AREE CLIMATICHE

Fonte: Cresme/SI

NORD42%

CENTRO19%

SUD39%

Mono-bifamil.80%

Tri-quadrifamil.11%

Plurifamil.9%

C23%

D24%

E44%

B3%

A0%

F6%

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42

Si stima che il mercato potenziale per il periodo 2014 – 2023 oscilla fra 416 e 444 milioni di mq. In

altri termini il ritmo della manutenzione straordinaria dei nostri tetti è inferiore a quello che sarebbe

necessario per mantenere nel tempo le prestazioni delle coperture, in particolare per l’ingresso, in

tale ammontare degli edifici realizzati negli anni ’80 e ’90 che necessitano di interventi non più

procrastinabili.

2.4.2. Le chiusure orizzontali, 1° solaio, sottotetto, coperture piane

# Il mercato attuale

Gli interventi nel 2013 nel comparto residenziale si articolano nel seguente modo:

! Primo solaio: 11,5 mln di mq nelle nuove realizzazioni e 2,0 di rinnovo; ! Sottotetti: 2,3 mln di mq nella nuova produzione e 1,9 nel rinnovo; ! Coperture piane e a terrazzo: 1,8 mln di mq nelle nuove realizzazioni e 10,1 di interventi

sull’esistente. Il mercato del comparto residenziale nel 2013 ha visto il calo del -4,3% rispetto al 2012 ma si deve osservare la riduzione del 22,7% rispetto alla media del periodo 2009 – 2011 dopo un calo del 24,9% del periodo 2009 – 2011 rispetto al periodo 2004 – 2008.

     

Quasi 41 milioni di mq di mercato complessivo nel

2013, articolato in interventi di nuova costruzione e di

rinnovo sia nel settore abitativo (per complessivi 29,6

milioni di mq) che nell’edilizia terziaria (per

complessivi 11,2 milioni di mq).

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43

Tabella 2.28. - Coperture piane e terrazzo NUOVA PRODUZIONE RESIDENZIALE (‘000 di mq) 2004-2008

media annua 2009-2011

media annua 2012 2013

Nord-ovest 632,7 404,5 287,4 270,9 Nord est 754,2 445,4 348,8 323,7 Centro 690,9 442,1 306,1 292,6 Sud 1.242,4 833,5 684,3 612,3 Isole 644,7 453,0 371,2 341,3 Italia 3.964,8 2.578,5 1.997,9 1.840,8 Var. % su per.prec. -35,0% -49,6% -7,9%

Fonte: Cresme/SI Tabella 2.29. - Coperture piane e terrazzo INTERVENTI SU ESISTENTE RESIDENZIALE (‘000 di mq)

2004-2008 media annua

2009-2011 media annua 2012 2013

Nord-ovest 2.997,2 3.124,9 2.916,4 2.906,1 Nord est 1.949,5 1.998,6 2.025,4 1.983,7 Centro 2.378,5 2.700,0 2.678,2 2.644,4 Sud 1.877,3 1.949,2 1.964,9 1.935,7 Isole 744,2 729,4 642,8 666,4 Italia 9.946,8 10.502,2 10.227,7 10.136,3 Var. % su per.prec. 5,6% 2,8% -0,9%

Fonte: Cresme/SI Tabella 2.30. - Coperture piane e terrazzo TOTALE MERCATO RESIDENZIALE (‘000 di mq)

2004-2008 media annua

2009-2011 media annua 2012 2013

Nord-ovest 3.629,9 3.529,4 3.203,8 3.177,0 Nord est 2.703,6 2.444,0 2.374,2 2.307,4 Centro 3.069,4 3.142,0 2.984,4 2.937,0 Sud 3.119,7 2.782,7 2.649,2 2.548,1 Isole 1.388,9 1.182,4 1.014,0 1.007,7 Italia 13.911,6 13.080,7 12.225,6 11.977,1 Var. % su per.prec. -6,0% -12,1% -2,0%

Fonte: Cresme/SI

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44

Tabella 2.31. - Sottotetti NUOVA PRODUZIONE RESIDENZIALE (‘000 di mq)

2004-2008 media annua

2009-2011 media annua 2012 2013

Nord-ovest 1.447,5 917,6 662,0 623,7

Nord est 1.542,5 929,6 781,5 712,7

Centro 829,9 535,8 373,4 356,7

Sud 944,2 635,0 490,6 449,5

Isole 361,6 253,0 204,3 188,6

Italia 5.125,6 3.271,0 2.511,9 2.331,2

Var. % su per.prec. -36,2% -51,0% -7,2%

Fonte: Cresme/SI Tabella 2.32. - Sottotetti INTERVENTI SU ESISTENTE RESIDENZIALE (‘000 di mq)

2004-2008 media annua

2009-2011 media annua 2012 2013

Nord-ovest 601,5 589,4 550,1 548,2

Nord est 391,3 377,0 382,0 374,2

Centro 477,3 509,3 505,2 498,8

Sud 376,7 367,7 370,6 365,1

Isole 149,3 137,6 121,2 125,7

Italia 1.996,2 1.980,9 1.929,1 1.911,9

Var. % su per.prec. -0,8% -3,4% -0,9%

Fonte: Cresme/SI

Tabella 2.33. - Primo solaio NUOVA PRODUZIONE RESIDENZIALE (‘000 di mq)

2004-2008 media annua

2009-2011 media annua 2012 2013

Nord-ovest 7.167,8 4.514,9 3.257,5 3.068,9

Nord est 7.640,1 4.574,0 3.845,2 3.506,5

Centro 4.107,9 2.636,3 1.837,5 1.755,0

Sud 4.676,4 3.124,4 2.414,0 2.211,8

Isole 1.790,8 1.244,6 1.005,2 928,0

Italia 25.383,1 16.094,2 12.359,3 11.470,2

Var. % su per.prec. -36,6% -51,3% -7,2%

Fonte: Cresme/SI

Tabella 2.34. - Primo solaio INTERVENTI SU ESISTENTE RESIDENZIALE (‘000 di mq)

2004-2008 media annua

2009-2011 media annua 2012 2013

Nord-ovest 649,4 614,6 565,0 565,0

Nord est 422,4 393,1 392,4 385,7

Centro 515,4 530,9 518,9 514,1

Sud 406,7 383,3 380,7 376,3

Isole 161,2 143,5 124,5 129,6

Italia 2.155,2 2.065,4 1.981,4 1.970,7

Var. % su per.prec. -4,2% -8,1% -0,5%

Fonte: Cresme/SI

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45

Tabella 2.35. - Primo solaio, sottotetto e copertura piana TOTALE MERCATO RESIDENZIALE (‘000 di mq)

2004-2008 media annua

2009-2011 media annua 2012 2013

Nord-ovest 13.496,1 10.166,0 8.238,3 7.982,8

Nord est 12.699,9 8.717,7 7.775,4 7.286,4

Centro 8.999,9 7.354,4 6.219,3 6.061,6

Sud 9.523,8 7.293,1 6.305,1 5.950,9

Isole 3.851,9 2.961,0 2.469,2 2.379,6

Italia 48.571,7 36.492,1 31.007,3 29.661,2

Var. % su per.prec. -24,9% -36,2% -4,3%

Fonte: Cresme/SI

# Il potenziale del mercato della riqualificazione energetica in edilizia residenziale

Il totale della superficie si coperture piane, sottotetti e primi solai per il settore residenziale al 2013

misura 2,8 miliardi di mq. Di tale cifra 328 milioni di mq è relativa a interventi di nuove realizzazioni

o soggetta negli ultimi 15 anni ad operazioni di manutenzione straordinaria. Tolta tale grandezza,

rimane un potenziale complessivo di quasi 2,5 miliardi di mq.

(*) L’intervallo di oscillazione dipende soprattutto dalla presenza o meno di norme incentivanti (defiscalizzazione, bonus, ecc.)

Il dato si riduce tuttavia ad una cifra che varia da 165 a 205 milioni di mq se si va a verificare la

localizzazione di tali edifici per area geografica e zona climatica, le tipologie edilizie e il quadro di

convenienza, opportunità e propensione dei proprietari. Si ricorda anche che si tratta di ambiti che

potenzialmente necessitano di interventi di manutenzione e come tali vanno considerati in tema di

“finestra-opportunità” per interventi con tecniche e materiali che considerino il miglioramento

dell’efficienza dell’edificio.

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Le potenzialità maggiori sono ascrivibili alle zone climatiche C, D, ed F per i fabbricati di grandi

dimensioni nel Mezzogiorno e nel Centro Italia, nelle monobifamiliari nelle regioni centrali, in

particolare ricadenti in zona climatica F. La minore propensione ad investire in questa tipologia di

riqualificazione energetica, si registra, invece nei condomini e nelle palazzine del Nord e nelle

fasce climatiche più calde (A e B) del Sud.

Grafico 2.8. – Primo solaio, sottotetto e copertura piana - Composizione della consistenza potenziale: AREE GEOGRAFICHE

TIPOLOGIA EDILIZIA

AREE CLIMATICHE

Fonte: Cresme/SI

 

   

NORD42%

CENTRO16%

SUD42%

Mono-bifamil.82%

Tri-quadrifamil.8%

Plurifamil.10%

1° SOLAIO, SOTTOTETTO E COPERTURA PIANA (migliaia di mq)

A0%

B3% C

25%

D24%

E43%

F5%

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2.5. Le chiusure orizzontali, coperture e solai per il settore non residenziale Tabella 2.36. - Coperture NUOVA PRODUZIONE NON RESIDENZIALE (‘000 di mq)

2004-2008 media annua

2009-2011 media annua 2012 2013

Nord-ovest 5.139,4 4.177,5 4.245,7 3.913,6

Nord est 5.022,3 5.162,8 2.330,1 2.976,9

Centro 3.183,2 2.939,1 1.966,2 1.869,2

Sud 4.578,6 3.120,9 2.267,9 2.314,7

Isole 2.061,4 1.269,9 952,1 940,5

Italia 19.985,0 16.670,2 11.762,1 12.014,9

Var. % su per.prec. -16,6% -29,4% 2,1% Fonte: Cresme/SI Tabella 2.37. - Coperture INTERVENTI SU ESISTENTE NON RESIDENZIALE (‘000 di mq)

2004-2008 media annua

2009-2011 media annua 2012 2013

Nord-ovest 917,0 775,5 700,1 709,7

Nord est 782,6 699,1 731,6 716,2

Centro 484,8 454,3 414,6 419,2

Sud 437,5 411,0 394,9 396,9

Isole 218,0 177,4 172,3 169,9

Italia 2.839,8 2.517,3 2.413,5 2.411,9

Var. % su per.prec. -11,4% -4,1% -0,1%

Fonte: Cresme/SI Tabella 2.38. - Coperture TOTALE MERCATO NON RESIDENZIALE (‘000 di mq)

2004-2008 media annua

2009-2011 media annua 2012 2013

Nord-ovest 6.056,3 4.953,0 4.945,9 4.623,3

Nord est 5.804,9 5.861,9 3.061,7 3.693,1

Centro 3.668,0 3.393,3 2.380,8 2.288,4

Sud 5.016,2 3.531,9 2.662,7 2.711,6

Isole 2.279,4 1.447,3 1.124,4 1.110,4

Italia 22.824,7 19.187,4 14.175,5 14.426,8

Var. % su per.prec. -15,9% -26,1% 1,8%

Fonte: Cresme/SI Tabella 2.39. – Solai TOTALE MERCATO NON RESIDENZIALE (‘000 di mq)

2004-2008 media annua

2009-2011 media annua 2012 2013

Nord-ovest 4.753,2 3.757,1 2.549,3 2.850,4

Nord est 4.520,8 4.639,7 3.652,4 3.190,7

Centro 2.991,1 2.738,6 1.551,7 1.745,5

Sud 4.086,3 2.923,3 2.224,5 2.396,9

Isole 1.823,1 1.185,7 944,1 992,2

Italia 18.174,5 15.244,4 10.922,0 11.175,8

Var. % su per.prec. -16,1% -28,4% 2,3%

Fonte: Cresme/SI

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# Il potenziale del mercato della riqualificazione energetica in edilizia non residenziale

Il totale della superficie di coperture (principalmente piane) e primi solai per il settore non

residenziale al 2013 misura quasi 1,4 miliardi di mq. Di tale cifra, 284 milioni di mq, si riferiscono a

interventi di nuove realizzazioni o soggetta negli ultimi 15 anni ad operazioni di manutenzione

straordinaria. Al netto di queste superfici, rimane un potenziale complessivo di oltre 1,1 miliardi di

mq. Il dato si riduce tuttavia ad una cifra che varia da 130 a 140 milioni di mq se si va a verificare la

localizzazione di tali edifici per area geografica e zona climatica, le tipologie edilizie e il quadro di

convenienza, opportunità e propensione dei proprietari. Si ricorda anche che si tratta di ambiti che

potenzialmente necessitano di interventi di manutenzione e come tali vanno considerati in tema di

“finestra-opportunità” per interventi di miglioramento dell’efficienza dell’edificio.

(*) L’intervallo di oscillazione dipende soprattutto dalla presenza o meno di norme incentivanti (defiscalizzazione, bonus, ecc.)  

   

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49

 

 

 

 

 

 

 

3. Quanto si risparmierebbe e con quale investimento

 

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3. Quanto si risparmierebbe e con quale investimento - quanto consuma ogni tipologia di edificio, le potenzialità di risparmio e il costo di tale risparmio (€ /KWh); il bilancio costi / benefici per lo Stato e per il Sistema Paese

Nella valutazione del risparmio ottenibile dagli interventi di isolamento degli edifici è necessario

rilevare la base di informazioni disponibile nei dati ENEA relativi alle domande presentate per

l’ottenimento dei benefici fiscali del 55% tra il 2007 e il 2012 (ultima annualità analizzata da ENEA).

Nel complesso, in circa sei anni di vigenza del provvedimento fiscale, sono state inviate quasi 1,6

milioni di comunicazioni per un importo speso in lavori di riqualificazione energetica degli edifici

vicino ai 18 miliardi di euro. Nelle stime pubblicate da ENEA si rileva che, grazie a tali interventi, si

è cumulato un risparmio energetico pari a circa 9.000 GWh di energia primaria con una riduzione di

emissioni di gas climalteranti superiore a 1,9 Mt/anno (milioni di tonnellate per anno).

TABELLA 3.1. - SINTESI INTERVENTI INCENTIVATI AL 55% - LE COMUNICAZIONI INVIATE AD ENEA 2007-2012

2007 - 2012 Interventi

dichiarati a ENEA

Risparmio Totale (GWh)

Spesa Totale

(MEuro)

Efficacia (MWh/int)

Efficienza (€/kWh)

CO2 evitata (kt/a)

Strutture orizzontali 33.670 705 1.291 20,9 0,12 150 Strutture verticali 23.317 299 759 12,8 0,12 64 Interventi combinati 36.176 535 1.045 14,8 0,10 – 0,17 114 Infissi 824.779 2.270 7.729 2,8 0,17 482 Impianto Termico 437.865 4.034 5.649 9,2 0,13 857 Solare Termico 199.730 1.223 1.411 6,1 0,06 260 Non specificato 318 2 3 5,7 - 0

TOTALE INTERVENTI 1.555.855 9.068 17.886 5,8 0,14 1.927 Fonte: elaborazione Cresme su dati ENEA – Rapporti annuali 2007 – 2012- “LE DETRAZIONI FISCALI DEL 55% PER LA RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA DEL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE”

Secondo le stesse elaborazioni ENEA, gli interventi che contribuiscono maggiormente al risparmio

energetico, in termini di MWh per singolo intervento, risultano quelli di coibentazione delle strutture

opache orizzontali (coperture e solai) con 20,9 MWh per intervento. Al secondo posto di una

ipotetica classifica (escludendo gli interventi combinati che non sono specificati ma comunque

contengono interventi di coibentazione dell’involucro opaco) si trovano le coibentazioni di strutture

opache verticali (pareti perimetrali e divisori) con 12,8 MWh per intervento. Il confronto con le altre

tipologie di lavori incentivati con la detrazione del 55% è particolarmente interessante poiché il

risparmio ottenibile con sistemi passivi (tipicamente l’isolamento termico degli involucri) è di gran

lunga superiore ai sistemi attivi. L’installazione di caldaie a condensazione permette un risparmio di

9,2 MWh per intervento e l’installazione di impianti solari termici di 6,1 MWh per intervento. Il

vantaggio dell’isolamento delle strutture opache, infine, appare enormemente più performante

rispetto al miglioramento delle prestazioni termiche delle superfici trasparenti: queste ultime

garantirebbero un risparmio di soli 2,8 MWh per intervento. Nel numero di interventi effettuati,

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51

tuttavia si osserva una netta sproporzione tra gli interventi di coibentazione degli involucri opachi e

le altre tipologie di intervento. La sostituzione di infissi e vetri è la tipologia di lavori più frequente

pur essendo quella con il minor risparmio specifico rilevato da ENEA. Le altre due tipologie di

interventi più realizzate sono le sostituzioni di generatori di calore e le installazioni di impianti solari

termici. E’ evidente che il ricorso ai lavori di efficientamento è maggiore per gli interventi con un

costo più contenuto: infissi 9.400 €/intervento, impianto termico 12.900 €/intervento e solare

termico 7.100 €/intervento. Le coibentazioni delle superfici opache risultano notevolmente più

impegnative dal punto di vista degli importi da investire: coibentazioni delle superfici orizzontali

opache 38.400 €/intervento, coibentazioni delle superfici verticali opache 32.500 €/intervento.

3.1. Una stima del risparmio energetico ed economico ottenibile intervenendo sugli involucri

edilizi esistenti

La sintesi di quanto visto finora è contenuta nelle tabelle che seguono in cui si raffrontano le

principali grandezze elaborate nell’intero rapporto per giungere ad un bilancio della convenienza

dell’intervenire, isolandoli, sugli involucri edilizi. La tabella di sintesi evidenzia i valori medi annui

delle quantità in gioco (potenziale di intervento, investimento per riqualificare il potenziale,

risparmio ottenibile in termini energetici ed economici), la stima delle minori emissioni di CO2 e il

periodo di rientro dell’investimento in presenza di incentivi paragonabili a quelli attualmente in

vigore (65% di detrazione fiscale IRPEF). La metodologia di costruzione dei dati è di seguito

descritta attraverso i dati visti nei capitoli precedenti e le stime sui costi e sul risparmio.

TABELLA 3.2. - ATTIVITA’ DI RINNOVO 2014 – 2023 - STOCK, POTENZIALE DI INTERVENTO, INVESTIMENTI, RISPARMIO ATTRAVERSO L’ISOLAMENTO

Stock

(mln mq)

Potenziale 2014-2023 (mln mq annui)

Investimento (mln € annui)

Risparmio potenziale

(GWh annui)

Risparmio potenziale

(mln € annui)

CO2 non emessa

(Kt annue)

Pay back time con incentivi (anni con 65% per riqual.

energetica) Pareti perimetrali residenziale 4.140 15,0 1.121,3 462,1 55,5 92,43 7,1 Pareti perimetrali non residenziale 909 6,7 402,0 176,0 21,1 35,21 6,7

     

Coperture residenziale 1.478 56,3 8.445,0 3.109,5 373,1 621,90 7,9 Coperture non residenziale 694 12,8 1.280,0 530,2 63,6 106,04 7,0

     Solai e sottotetti residenziale 1.918 5,2 364,0 164,1 19,7 32,82 6,5 Primo solaio non residenziale 693 0,7 45,5 18,1 2,2 3,62 7,3

     Residenziale 7.536 76,5 9.930,3 3.735,8 448,3 747,2 7,8 Non residenziale 2.296 20,2 1.727,5 724,4 86,9 144,9 7,0

       

Totale edifici Italia 9.832 96,7 11.657,8 4.460,1 535,2 892,0 7,6 Fonte: elaborazione Cresme su dati vari (ENEA, Istat, MISE, prezziari, Cresme/SI, altri)

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52

La lettura delle informazioni così allineate mostra uno stock complessivo di superfici esterne

dalle dimensioni enormi:

! oltre 9,8 miliardi di mq di cui

o 5,0 miliardi di mq di pareti perimetrali (4,1 miliardi per il residenziale e 0,9

miliardi per il non residenziale)

o 2,2 miliardi di mq di coperture (1,5 miliardi per il residenziale e 0,7 miliardi per il

non residenziale)

o 2,6 miliardi di mq di solai e sottotetti (1,9 miliardi per il residenziale e 0,7 miliardi

per il non residenziale)

Tale patrimonio, pur in parte riqualificato e soggetto a flussi di nuova edificazione, consta di

amplissime superfici che non hanno subito interventi da oltre 15 anni:

! oltre 8,2 miliardi di mq (quasi l’84% dell’intero stock) di cui

o 4,4 miliardi di mq di pareti perimetrali (3,7 miliardi per il residenziale e 0,7

miliardi per il non residenziale)

o 1,5 miliardi di mq di coperture (1,0 miliardi per il residenziale e 0,5 miliardi per il

non residenziale)

o 2,3 miliardi di mq di solai e sottotetti (1,7 miliardi per il residenziale e 0,6 miliardi

per il non residenziale)

L’effettivo potenziale di intervento che lo stock non riqualificato negli ultimi 15 anni (84% circa dello

stock complessivo) potrà esprimere nel periodo 2013-2022 in termini di reali opere edilizie di

rinnovo (dettati dalla vocazione ad effettuare tale tipo di interventi a livello territoriale e per zona

climatica, come descritto nel capitolo 2), genera interventi su:

! quasi 1,0 miliardi di mq (pari a una media annua di 96,7 milioni di mq) di cui

o 216 milioni di mq di pareti perimetrali (150 milioni per il residenziale – media annua

15,0 milioni mq e 67 milioni per il non residenziale – media annua 6,7 milioni mq)

o 691 milioni di mq di coperture (563 milioni per il residenziale – media annua 56,3

milioni mq e 128 milioni per il non residenziale – media annua 12,8 milioni)

o 59 milioni di mq di solai e sottotetti (52 milioni per il residenziale – media annua 5,2

milioni mq e 7 milioni per il non residenziale – media annua 0,7 milioni mq)

All’effettivo potenziale di rinnovo delle superfici edificate, corrisponde un tasso complessivo di

intervento pari all’1,0% della superficie totale esistente. Il tasso di intervento più elevato si rileva

per le coperture residenziali (3,8%) mentre si osserva la vocazione più contenuta ad intervenire

sulle superfici opache nelle pareti perimetrali residenziali (0,4%) e nei solai al piano terra degli

edifici non residenziali (0,1%).

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Il costo medio per intervento (ricavato dai prezziari e dal costo medio degli interventi di

riqualificazione energetica analizzati da ENEA) varia dai 60 €/mq per i solai al piano terra e per le

pareti perimetrali degli edifici non residenziali ai 90 e ai 100 €/mq per le coperture residenziali.

Moltiplicando i costi specifici per le rispettive superfici si ottiene l’entità dell’investimento

complessivo che risulterebbe dall’intervento di coibentazione di tutte le superfici potenzialmente

oggetto di tali interventi nel periodo 2014-2023.

L’investimento sarebbe pari a 116,6 miliardi di euro nei 10 anni e pari a 11,7 miliardi annui, un

valore di poco inferiore al 15% di tutti gli investimenti in manutenzione straordinaria effettuati

annualmente in Italia. Gli ordini di grandezza degli investimenti non sono fuori dalla portata delle

capacità di spesa delle famiglie e delle imprese e appare importante, su tali basi, la

sensibilizzazione del panorama politico e dell’opinione pubblica.

Ciò è tanto più vero se si introduce il tema del risparmio energetico ottenibile dagli interventi

appena descritti. Secondo le elaborazioni effettuate sui dati ENEA si osserva che il risparmio

energetico specifico (KWh/mq) per gli interventi sulle superfici opache degli edifici è compreso tra i

25,9 KWh/mq dei solai al piano terra degli edifici non residenziali e i 55,2 KWh/mq delle coperture

residenziali. A fronte, dunque, di un investimento di 116,6 miliardi di € si otterrebbe un risparmio

energetico annuo, a conclusione del ciclo decennale di investimenti, pari a 44.600 GWh/anno.

Considerando che 1 GWh equivale a circa 86 Tep (tonnellate equivalente di petrolio), si osserva

che il risparmio annuo sarebbe pari a 3.836 KTep annue a fronte di un consumo complessivo da

parte degli edifici pari a 46.800 KTep.

In sostanza intervenendo con coibentazioni efficaci sul solo potenziale annuo dei prossimi 10 anni

si otterrebbe un risparmio energetico dell’8,2% sulla bolletta energetica nazionale. E’ inoltre

evidente che gli edifici così riqualificati consumerebbero dal 40% al 75% in meno rispetto ad edifici

non coibentati offrendo un vantaggio estremamente più elevato, con risparmi proporzionali in

termini energetici ed economici, per gli occupanti di tali spazi abitativi e lavorativi. In termini

economici appare evidente che il risparmio ottenibile attraverso l’isolamento termico degli edifici

(quantificabile come già detto tra il 40% e il 75% a seconda del tipo di intervento, della zona

climatica in cui è posto l’edificio, del livello qualitativo delle opere edili, dell’attività che vi si svolge e

dagli stili di utilizzo degli occupanti), è ancor più conveniente se si ricorda quanto osservato nel

primo capitolo rispetto alla dinamica crescente dei prezzi dell’energia. In merito basta riportare che

negli ultimi nove anni le tariffe al consumo del gas naturale sono aumentate del 4,5% medio annuo

e che quelle dell’energia elettrica di un paragonabile +4,1% medio annuo.

Il periodo di rientro dell’investimento in riqualificazione energetica degli involucri edilizi

(pay back period semplice calcolato come investimento medio annuo diviso risparmio

medio annuo) si colloca in media a 7,6 anni in presenza di incentivi paragonabili a quelli

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attualmente in vigore (65%). In assenza di incentivi il periodo di rientro dell’investimento è

particolarmente elevato e si colloca a 21,8 anni. Gli interventi con un ritorno più rapido sono quelli

di coibentazione di solai e sottotetti nel settore residenziale che vengono ammortizzati in 6,5 anni

con incentivi e in 18,5 anni senza incentivi. Gli interventi con periodo di rientro più lungo (7,9 anni

con incentivi e 22,6 anni senza incentivi) sono quelli di riqualificazione delle coperture residenziali.

Non può essere trascurato, infine, l’aspetto occupazionale diretto (le imprese, i progettisti e i tecnici

che elaborano e realizzano le opere) e indotto (l’attivazione dell’intera filiera dai produttori di

materiali edili, allo smaltimento dei residui delle demolizioni) che gli investimenti in precedenza

stimati potrebbero attivare. E’ evidente che, nell’attuale congiuntura economica di contrazione delle

attività, più che di occupazione aggiuntiva, si potrebbe far riferimento al mantenimento sul posto di

lavoro di un ingente quantitativo di addetti all’edilizia.

TABELLA 3.3. - RICADUTA OCCUPAZIONALE ANNUA PER GLI INTERVENTI DI ISOLAMENTO GENERATI DAL POTENZIALE 2014 – 2023

INVESTIMENTO COMPLESSIVO (Mln. € / anno)

Occupati diretti per miliardo di

euro investito

Occupati indiretti per miliardo di

euro investito

Occupati diretti annui

Occupati indiretti annui

Occupati totali annui

Strutture opache verticali 1.523,3

9.952 4.976

15.160 7.580 22.740

Strutture opache orizzontali 10.134,5 100.859 50.429 151.288

       

Totale 11.657,8 116.019 58.009 174.028 Fonte: elaborazione Cresme su dati vari

I 116,6 miliardi di euro ripartiti in 10 anni, qualora venissero convogliati in riqualificazione

energetica anche attraverso incentivi fiscali alla riqualificazione paragonabili a quelli attualmente in

vigore pari al 65%, potrebbero attivare annualmente oltre 174 mila addetti. Nell’intero periodo

decennale, dunque, si attiverebbero più di 1,7 milioni di posti di lavoro (nuovi, trattenuti o

ripristinati) nell’edilizia della riqualificazione energetica. Nella tabella precedente si

quantificano i livelli occupazionali diretti e indotti per segmento di intervento (strutture opache

verticali e orizzontali). L’investimento è quantificato annualmente secondo quanto visto in

precedenza e lo sviluppo in termini di occupati (circa 10 mila occupati diretti ogni miliardo di euro

investito e circa 5 mila occupati indiretti per miliardo di euro investito) è ricavato dall’applicazione

della metodologia esposta in seguito.

" Il percorso metodologico per la stima del risparmio e del pay back time

Nella tabella che segue sono riassunti i parametri utilizzati per la sintesi, sono evidenziate le

informazioni relative allo stock, alla quota di stock che non ha subito interventi di riqualificazione

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negli ultimi 15 anni, il potenziale del decennio 2013-2022, il tasso di rinnovo medio annuo,

l’investimento complessivo necessario per riqualificare l’intero potenziale 2013-2022, il risparmio

complessivo ottenibile (economico ed energetico) attraverso l’intervento sull’intero potenziale della

riqualificazione.

TABELLA 3.4. – ATTIVITA’ DI RINNOVO - STOCK, POTENZIALE DI INTERVENTO, INVESTIMENTI, RISPARMIO ATTRAVERSO L’ISOLAMENTO (SEGUE)

Stock

(mln mq)

di cui senza

interventi recenti

(mln mq)

potenziale 2014-2023 (mln mq)

tasso di rinnovo annuo

Investimento (mln € su Potenziali

2014-2023)

Risparmio (GWh € su potenziali

2014-2023)

Risparmio (Mln € su potenziali

2014-2023)

Pareti perimetrali residenziale 4.140 3.627 149,5 0,4% 11.213 4.621 555

Pareti perimetrali non residenziale 909 727 67,0 0,7% 4.020 1.760 211

    Coperture residenziale 1.478 1.039 563,0 3,8% 84.450 31.095 3731

Coperture non residenziale 694 480 128,0 1,8% 12.800 5.302 636

    Solai e sottotetti residenziale 1.918 1.693 52,0 0,3% 3.640 1.641 197

Primo solaio non residenziale 693 623 7,0 0,1% 455 181 22

        Residenziale 7.536 6.359 765 1,0% 99.303 37.358 4.483

Non residenziale 2.296 1.830 202 0,9% 17.275 7.244 869

        Totale edifici Italia 9.832 8.189 967 1,0% 116.578 44.601 5.352

Fonte: elaborazione Cresme su dati vari (ENEA, Istat, MISE, prezziari, Cresme/SI, altri)

Le tabelle che seguono mostrano il procedimento attraverso il quale si è giunti alle tabelle di sintesi

presentate in precedenza. Il primo passaggio è stato l’identificazione del patrimonio e del

potenziale annuo di rinnovo e di nuova costruzione come stimato nel capitolo precedente. Nelle tre

tabelle che seguono si evidenzia il potenziale di superfici nei 10 anni (2014 – 2023) per tipologia di

elemento fabbricativo (pareti perimetrali, coperture, solai e sottotetti), per destinazione d’uso dei

fabbricati (residenziali e non residenziali) e per tipo di intervento (nuova costruzione e

riqualificazione). I valori sono espressi in milioni di metri quadri complessivi (prima tabella), mq

medi annui (seconda tabella) e in rapporto allo stock edilizio per evidenziare la vocazione di

intervento rispetto ad ogni elemento fabbricativo (terza tabella).

Si è poi concentrato l’analisi sull’attività di riqualificazione poiché è il comparto attraverso il quale si

può valutare l’impatto dell’isolamento sui consumi e sul risparmio energetico. La nuova costruzione

è un comparto che deve di per se sottostare alla normativa vigente e rispettare i vincoli di efficienza

energetica in essa richiesti. Va anche rilevato che la nuova costruzione, benché più efficiente,

comporta comunque un incremento nei consumi energetici degli edifici, pertanto le stime sarebbero

state distorte da investimenti non omogenei (calcolare il solo extra-costo delle coibentazioni

rispetto al costo della costruzione standard) e da risparmi non valutabili (incremento dei consumi

dato dall’incremento dello stock e valutazione del consumo con e senza isolamento).

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56

TABELLA 3.5. – STOCK EDILIZIO E POTENZIALE TOTALE 2014 – 2023 PER L’ISOLAMENTO DI ELEMENTI FABBRICATIVI NUOVA COSTRUZIONE E RINNOVO

Stock (mln mq)

Potenziale nuova costruzione

(mln mq)

Potenziale riqualificazione

(mln mq)

Potenziale TOTALE (mln mq)

pareti perimetrali residenziale 4.140

168,1 149,5 317,6 pareti perimetrali non residenziale 909

89,5 67,0 156,5

coperture residenziale 1.478

82,4 563,0 645,4 coperture non residenziale 694

39,6 128,0 167,6

solai e sottotetti residenziale 1.918

148,3 52,0 200,3 primo solaio non residenziale 693

59,4 7,0 66,4

RESIDENZIALE 7.536

398,8 764,5 1.163,3 NON RESIDENZIALE 2.296

188,5 202,0 390,5

TOTALE 9.832

587,3 966,5 1.553,8 Fonte: elaborazione Cresme TABELLA 3.6. – STOCK EDILIZIO E POTENZIALE ANNUO 2014 – 2023 PER L’ISOLAMENTO DI ELEMENTI FABBRICATIVI NUOVA COSTRUZIONE E RINNOVO

Stock (mln mq)

Potenziale nuova costruzione ANNUO

(mln mq)

Potenziale riqualificazione

ANNUO (mln mq)

Potenziale TOTALE ANNUO (mln mq)

pareti perimetrali residenziale 4.140

16,8 15,0 31,8 pareti perimetrali non residenziale 909

9,0 6,7 15,7

coperture residenziale 1.478

8,2 56,3 64,5 coperture non residenziale 694

4,0 12,8 16,8

solai e sottotetti residenziale 1.918

14,8 5,2 20,0 primo solaio non residenziale 693

5,9 0,7 6,6

RESIDENZIALE 7.536

39,9 76,5 116,3 NON RESIDENZIALE 2.296

18,9 20,2 39,1

TOTALE 9.832

58,7 96,7 155,4 Fonte: elaborazione Cresme Tabella 3.7. – Stock edilizio e tasso medio annuo di crescita e di intervento sugli elementi fabbricativi NUOVA COSTRUZIONE E RINNOVO

Stock (mln mq)

Tasso annuo di incremento dello

stock Tasso annuo di

rinnovo dello stock

Tasso potenziale di intervento annuo rispetto allo stock

attuale

pareti perimetrali residenziale 4.140

0,4% 0,4% 0,8% pareti perimetrali non residenziale 909

1,0% 0,7% 1,7%

coperture residenziale 1.478

0,6% 3,8% 4,4% coperture non residenziale 694

0,6% 1,8% 2,4%

solai e sottotetti residenziale 1.918

0,8% 0,3% 1,0% primo solaio non residenziale 693

0,9% 0,1% 1,0%

RESIDENZIALE 7.536

0,5% 1,0% 1,5% NON RESIDENZIALE 2.296

0,8% 0,9% 1,7%

TOTALE 9.832

0,6% 1,0% 1,6% Fonte: elaborazione Cresme

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57

L’investimento necessario per riqualificare gli involucri edilizi definiti nel potenziale 2014-2023 è

stato elaborato attribuendo alle superfici per tipologia di elemento fabbricativo e per destinazione

d’uso dei fabbricati, il relativo costo parametrico (€/mq). Ogni segmento analizzato è stato

approfondito, dunque, sotto l’aspetto del costo di realizzazione delle opere e la stima finale del

costo parametrico comprende: le demolizioni, la posa in opera, la finitura, l’IVA, gli adempimenti

tecnici e burocratici per l’avvio dei lavori e per la fruizione degli incentivi fiscali.

Il risparmio ottenibile dagli interventi di riqualificazione energetica degli involucri edilizi è stato

stimato attraverso la sintesi di più fonti. I dati relativi alle comunicazioni per la fruizione delle

detrazioni fiscali sono stati già considerati in introduzione al capitolo; tali dati sono stati utilizzati per

determinare il risparmio medio parametrico in termini di KWh per mq e le minori emissioni di CO2

in termini di tonnellate per mq. la superficie media degli interventi è stata ricavata applicando al

costo medio per intervento (€ per intervento) il costo unitario (€ per mq di elemento fabbricativo)

ricavato da prezziari ufficiali.

" Metodologia di stima dell’impatto occupazionale diretto e indotto

La stima dell’impatto occupazionale degli incentivi sul mercato della riqualificazione parte da alcuni

dati e considerazioni contenute nella Relazione dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di

lavori, servizi e forniture (AVCP) presentata al Parlamento nel 2008. In tale relazione, l’Autorità ha

svolto un’indagine sull’impatto degli investimenti in opere pubbliche sull’occupazione, rilevando che

“l’incidenza della manodopera impiegata direttamente negli appalti di lavori pubblici - sulla base dei

dati a disposizione dell’Autorità – è pari in media, in termini percentuali, al 29% dell’importo totale

degli appalti ed è calcolata senza tener conto degli effetti occupazionali generati dagli appalti di

lavori sull’indotto” Conseguentemente, per ogni miliardo di euro investito nelle opere pubbliche,

290 milioni di euro sarebbero destinati a compensare la forza lavoro diretta generata

dall’investimento.”

L’Autorità nella sua analisi evidenzia, però, come per alcune tipologie di lavori l’incidenza media

della forza lavoro sull’investimento sia maggiore rispetto ad altre: ad esempio nei lavori per la

costruzione di edifici civili e industriali, nei quali rientrano gli edifici adibiti a scuole, l’incidenza della

manodopera è circa il 34%, mentre nei lavori di restauro e manutenzione di beni immobili sottoposti

a vincoli ambientali l’incidenza media è circa il 37% e nei lavori di decorazione di beni di interesse

storico ed artistico l’incidenza è circa il 47%.

Sempre secondo l’Autorità utilizzando il costo medio annuo di un operaio del settore, ottenuto

calcolando la media dei costi orari della manodopera di alcune province settentrionali, centrali e

meridionali, pubblicati dalle associazioni dei costruttori o da enti regionali, “qualora si verificasse un

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aumento dell’importo dei lavori pubblici di un miliardo di euro, si creerebbero circa 7.800 nuovi

posti di lavoro, e questo solo in virtù dell’effetto diretto dell’incremento degli appalti. Calcolando poi

che l’indotto prodotto da un simile aumento, in termini di effetti indiretti su fornitori e prestatori di

servizi, comporta mediamente una amplificazione dei posti di lavoro valutata tra il 50 ed il 100%

degli effetti diretti, si genererebbero complessivamente da 11.700 a 15.600 nuovi occupati”. Sulla

base di quanto rilevato precedentemente e assumendo prudenzialmente, ai fini del calcolo degli

occupati indotti, la percentuale pari al 50% dell’occupazione diretta stimata dall’Autorità, è possibile

fornire una stima occupazionale, per alcune tipologie di lavori pubblici, come indicato nella

seguente tabella.

TABELLA 3.8. - STIMA OCCUPAZIONE DIRETTA E INDOTTA PER ALCUNE TIPOLOGIE DI LAVORI PUBBLICI IN % SULL’ INVESTIMENTO E PER MILIARDO DI EURO

% sull’

investimento

Occupati diretti

per miliardo di euro

Occupati indotto

per miliardo di euro*

Totale occupati

per miliardo di euro

Media lavori pubblici 29% 7.800 3.900 11.700 Edilizia civile /Edilizia scolastica 34% 9.141 4.571 13.712 Lavori di restauro e manutenzione 37% 9.952 4.976 14.928 Lavori di decorazione beni storico artistici 47% 14.815 7.408 22.223

Fonte: Elaborazione CRESME su dati AVCP.

(*) Stima prudenziale, pari al 50% dell’occupazione diretta.

3.2. Il peso dell’attività di recupero del patrimonio esistente nel mercato delle costruzioni nel 2013

La stima del mercato delle costruzioni divide il valore della produzione del settore delle costruzioni

tra investimenti e manutenzione ordinaria. Gli investimenti sono poi ulteriormente divisi tra nuove

costruzioni e manutenzione straordinaria. Gli investimenti, e quindi anche la manutenzione

straordinaria, sono poi articolati, nei comparti dell’edilizia residenziale, dell’edilizia non residenziale

e delle opere del genio civile. E’ considerato, inoltre, l’investimento in fonti energetiche rinnovabili.

Nel 2013, su un valore della produzione dell’intero settore delle costruzioni stimata in 174,6 miliardi

di euro (comprensivi degli investimenti in impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili –

impianti FER, ed escluse le spese per i trasferimenti di proprietà) la spesa in interventi di

manutenzione e recupero ammonterebbe a 116,8 miliardi di euro, pari pertanto al 66,9% dell’intero

fatturato dell’edilizia.

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59

Schema 3.1. - IL VALORE DELLA PRODUZIONE 2013 MILIARDI DI EURO CORRENTI

 Fonte: CRESME

TABELLA 3.9. – % DELL’ATTIVITÀ DI RECUPERO SUL VALORE DELLA PRODUZIONE DELLE COSTRUZIONI 2006-2012-2013* - VALORI CORRENTI (MILIONI DI EURO)

2006 Valore assoluto 2013 Valore assoluto Var.%2013/2006

PRODUZIONE TOTALE 100,0 192.403 100,0 174.602 -9,3

Recupero 55,4 106.598 66,9 116.818 9,6

• Manutenzione ordinaria 16,5 31.704 20,7 36.223 14,3

• Manutenzione straordinaria 38,9 74.894 46,2 80.595 7,6

- di cui Residenziale 20,1 38.696 26,5 46.355 19,8

Nuova costruzione 44,3 85.144 28,8 50.324 -40,9

- di cui Residenziale 21,1 40.639 11,2 19.654 -51,6

Fonti energetiche rinnovabili 0,3 661 4,3 7.461 1.028,7 Fonte: stime CRESME. *Previsioni.

Sulla base del valore stimato nel 2013, come evidenziato dalla tabella precedente, dal 2006, anno

di picco del ciclo immobiliare del primo decennio degli anni 2000, il peso del recupero nel mercato

delle costruzioni sarebbe cresciuto di 11,5 punti percentuali. La crescita dell’attività di recupero è il

risultato di due dinamiche contrastanti:

• da un lato la pesante riduzione degli investimenti nell’edilizia di nuova realizzazione, passati dal 44,3% del valore della produzione al 28,8%, e in termini assoluti, a valori correnti, da 85 miliardi di euro a poco più di 50;

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60

• dall’altro la crescita del rinnovo nelle sue diverse componenti della manutenzione straordinaria e ordinaria, che ha visto il valore della produzione passare, a valori correnti dai 106,6 miliardi di euro del 2006 ai 116,9 del 2013.

Grafico 3.1. – INVESTIMENTI IN EDILIZIA RESIDENZIALE 1982 - 2014 MILIONI DI EURO A PREZZI 2005

 Fonte: stime CRESME.

La crescita del valore della produzione del mercato del recupero è stata prevalentemente

sostenuta dalle misure fiscali volte ad agevolare la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione

energetica degli immobili residenziali. Il CRESME ha rivisto sulla base delle nuove fonti statistiche

disponibili le sue previsioni per il 2013 e il 2014. Queste stime, già positive per il comparto degli

investimenti in rinnovo a Novembre del 2013, sono state riviste al rialzo sia per il 2013, sia per il

2014. L’attività di riqualificazione del patrimonio residenziale incentivato traghetta il settore delle

costruzioni verso l’arresto della caduta nel 2014. Il grafico mostra le nuove previsioni del CRESME

sugli investimenti in costruzioni residenziali e la revisione al rialzo che è stata operata sulla base

dei risultati dell’incentivazione fiscale alla attività di recupero e riqualificazione energetica. Il

mercato delle costruzioni si va sempre più spostando verso la riqualificazione del patrimonio

edilizio che diviene il principale driver di mercato.

" Il recupero nel comparto edilizio residenziale

Dei 116,8 miliardi di euro stimati nel mercato del recupero nel 2013, 46,4 miliardi di euro sono da

attribuire a interventi di manutenzione straordinaria sul patrimonio residenziale. L’analisi degli

investimenti nel settore residenziale a valori deflazionati, in un arco di tempo lungo, consente di

evidenziare come gli investimenti in nuova costruzione abbiano registrato, dopo la contrazione del

periodo 1992-1998, una fase espansiva molto importante tra il 1998 e il 2006 e poi una successiva

riduzione che ha portato la produzione a valori ben inferiori a quelli dei picchi minimi del 1998 e del

11.000

16.000

21.000

26.000

31.000

36.000

41.000

46.000

1982

19

83

1984

19

85

1986

19

87

1988

19

89

1990

19

91

1992

19

93

1994

19

95

1996

19

97

1998

19

99

2000

20

01

2002

20

03

2004

20

05

2006

20

07

2008

20

09

2010

20

11

2012

20

13

2014

prev. novembre '13 nuove costruzioni riqualificazione prev. Novembre '13

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61

1987. I dati sugli investimenti in riqualificazione del patrimonio edilizio residenziale mostrano, negli

anni 2000, una stabilizzazione, nella fase di massima produzione della nuova costruzione, e hanno

un ruolo molto importante nell’attenuazione della crisi del mercato. Negli anni 2000 la

riqualificazione edilizia residenziale è stata caratterizzata da una notevole crescita rispetto al

decennio precedente. Da un’elaborazione dei risultati del censimento del 2001 della popolazione e

delle abitazioni emerge che il 43,5% delle abitazioni censite è stato coinvolto nei dieci anni

precedenti da interventi di riqualificazione. L’utilizzo, ancora oggi, dei dati del censimento ISTAT

2001 è giustificato dal fatto che non sono ancora disponibili i nuovi dati del censimento 2011.

TABELLA 3.10. - STOCK E ATTIVITÀ DI RECUPERO NELLE ABITAZIONI AL 2001 E AL 2011

2001 2011

Migliaia % Migliaia %

Abitazioni esistenti 27.269 100,0 30.038 100,0

Interessate da riqualificazione nei 10 anni 11.871 43,5 17.613 58,6

" Impiantistica 9.729 35,7 12.524 41,7

" Strutture 1.833 6,7 2.756 9,2

" Estetica 7.825 28,7 9.214 30,7 Fonte: elaborazioni e stime CRESME su dati ISTAT Censimento 2001 e Indagini dirette CRESME 2012 sulle famiglie.

Secondo varie indagini dirette svolte dal CRESME nel 2012, gli interventi di recupero effettuati fra

il 2002 e il 2011 hanno coinvolto il 58,6% delle abitazioni esistenti. In sostanza negli anni ’90 sono

state ristrutturate, considerando il valore medio, circa 1,2 milioni di abitazioni all’anno, mentre negli

anni 2000, secondo le indagini svolte, si è trattato di circa 1,8 milioni di abitazioni su base annua.

TABELLA 3.11. - MEDIA ANNUA DI ABITAZIONI INTERESSATE DA INTERVENTI DI RECUPERO NEI PERIODI 1991-2001 E 2001-2011

1991-2001 2001-2011

Interessate da interventi di manutenzione straordinaria 1.187.100 1.761.300

" Impiantistica 972.900 1.252.400

" Strutture 183.300 275.600

" Estetica 782.500 921.400 Fonte: stime CRESME Molteplici fattori sono suscettibili di incidere sugli investimenti nel recupero nell’attuale fase e negli

scenari futuri:

- la “vetustà” del patrimonio edilizio e l’obsolescenza delle sue componenti;

- gli interventi riconducibili alla “personalizzazione” delle abitazioni acquistate;

- l’adeguamento alle normative europee in alcuni settori (impianti elettrici, di riscaldamento,

ecc...) e l’evoluzione della domanda di efficientamento energetico ; - la crescita della componente impiantistica negli edifici;

- le misure fiscali incentivanti.

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Nel valutare le dinamiche in atto dell’attività di recupero, va inoltre considerata la crescente “vetustà”

degli immobili in Italia: sulla base di elaborazioni e stime realizzate a partire dai dati del censimento

del 2001, risulta che il 63,8% degli edifici residenziali in Italia era stato costruito prima del 1971: un

numero di edifici pari a circa 7,2 milioni aveva nel 2001 più di trenta anni. Questo vuol dire che nel

2011 questi edifici hanno superato i quaranta anni di vita.

TABELLA 3.12. - GLI EDIFICI AD USO ABITATIVO PER EPOCA DI COSTRUZIONE E STATO DI CONSERVAZIONE FINO AL 2001

Ottimo Buono Mediocre Pessimo Totale

Prima del 1919 321.515 1.008.058 696.571 124.115 2.150.259 Dal 1919 al 1945 179.837 680.810 460.821 62.347 1.383.815 Dal 1946 al 1961 262.252 919.050 440.821 37.706 1.659.829 Dal 1962 al 1971 421.296 1.189.107 339.915 17.639 1.967.957 Dal 1972 al 1981 581.533 1.165.793 225.835 10.045 1.983.206 Dal 1982 al 1991 542.007 653.865 90.195 4.435 1.290.502 Dopo il 1991-2001 566.397 199.656 23.320 1.654 791.027 Totale 2.874.837 5.816.339 2.277.478 257.941 11.226.595

Fonte: elaborazioni e stime CRESME su dati ISTAT

La vetustà del patrimonio edilizio non necessariamente implica un cattivo stato di conservazione

delle strutture, ma va segnalato che circa 2,5 milioni di edifici furono considerati, dall’ISTAT stesso

nell’ambito della rilevazione censuaria, in stato mediocre o pessimo di conservazione. Inoltre è da

sottolineare come l’epoca di costruzione sia indicativa delle tecniche costruttive con specifico

riferimento alla sicurezza rispetto ai rischi sismici, atteso che la normativa antisismica per le nuove

costruzioni è entrata in vigore solo nel 1974 (legge n. 64/1974). Va però rilevato che anche gli

edifici costruiti successivamente al 1974, pur essendo in regola rispetto alla legge vigente al

momento della realizzazione, potrebbero non essere conformi alla attuale normativa sismica

poiché in questi anni la mappa della pericolosità sismica è stata modificata più volte, includendo un

maggior numero di comuni nelle zone di rischio più elevato. In ogni caso gli edifici realizzati prima

del 1974, e quindi prima dell’entrata in operatività della normativa antisismica, sono circa 8 milioni,

il 71% dello stock edilizio al 2001.

GRAFICO 3.2. - L’EPOCA DI COSTRUZIONE DEGLI EDIFICI AD USO PREVALENTEMENTE RESIDENZIALE IN ITALIA

Fonte: elaborazione e stima CRESME su dati ISTAT

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63

Il fenomeno della “vetustà” del patrimonio edilizio interessa in particolare le aree urbane e sembra

destinato a crescere nel tempo. Le proiezioni sul numero di unità abitative con oltre quarant’anni di

vita sullo stock edilizio esistente complessivo sembrerebbero, infatti, evidenziare un incremento del

numero di tali unità abitative nelle città metropolitane e nei comuni capoluogo di provincia.

Da quanto rilevato in ordine all’evoluzione degli andamenti che interessano il mercato della

riqualificazione e alla consistenza e allo stato dello stock edilizio è presumibile che il rinnovo e la

manutenzione del patrimonio abitativo italiano saranno strategici nel settore delle costruzioni anche

nei prossimi anni.

TABELLA 3.13. - ABITAZIONI IN EDIFICI CON OLTRE 40 ANNI

2011 2021

Città metropolitane 76,2% 85,2% Città capoluoghi 68,7% 79,7%

Fonte: elaborazioni e stime CRESME.

" L’impatto degli incentivi fiscali sul mercato del rinnovo: investimenti 1998 - 2014

Al fine di valutare l’impatto degli incentivi fiscali sul mercato del rinnovo è stata elaborata una prima

stima per il periodo 1998-2011 e poi una seconda stima che aggiorna questo quadro in base alle

nuove disposizioni adottate nel 2012 e nel 2013. La seconda stima, che reca gli effetti degli

incentivi nel biennio 2012-2013, è stata rielaborata sulla base dei dati aggiornati sui quali sono

state, altresì, sviluppate le nuove proiezioni per il 2014. Tra 1998 e il 2011, sulla base della nuova

elaborazione, sarebbero stati attivati 743 miliardi di euro di lavori di manutenzione straordinaria sul

patrimonio edilizio esistente, dei quali 507 destinati all’edilizia residenziale.

Nello stesso periodo le detrazioni fiscali concernenti il recupero edilizio e l’efficientamento

energetico per l’edilizia residenziale avrebbero interessato investimenti per circa 108 miliardi di

euro, ossia il 21,2% del totale della riqualificazione residenziale e il 14,5% del totale della

riqualificazione edilizia residenziale e non residenziale. L’analisi della serie storica delle domande

presentate e degli importi detraibili evidenzia un effetto positivo delle detrazioni fiscali in termini di

investimenti agevolati, effetti che sono andati crescendo anche grazie all’introduzione, nel 2007,

della detrazione per gli interventi di efficientamento energetico. Oltre a quanto precedentemente

evidenziato, va considerato che le misure di incentivazione sono suscettibili di determinare effetti

positivi in termini di emersione dei lavori dichiarati, benessere ambientale ed abitativo, ricerca ed

innovazione delle imprese produttrici.

L’analisi della dinamica dei lavori incentivati, misurata attraverso la stima del flusso di investimento,

sconta la diversità di rilevazione di stima tra il periodo 1998-2010 e il 2011. Nel periodo 1998-2010

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il picco delle agevolazioni viene raggiunto nel 2010, con un significativo incremento degli interventi

di riqualificazione energetica, che toccano i 4,6 miliardi di euro rispetto ai i 2,5 del 2009 e agli 8

miliardi di euro di lavori di ristrutturazione edilizia stimati per il 2010. Il picco degli investimenti

agevolati si tocca però nel 2011. Va sottolineato che proprio nel 2011 la normativa di riferimento

veniva modificata estendendo da cinque a dieci anni il periodo in cui ripartire gli importi detraibili

delle spese sostenute. La stima dell’impatto delle detrazioni fiscali nel periodo 2012-2013 tiene,

pertanto, conto del mutato contesto normativo. Ai fini di una corretta valutazione dei comportamenti

della domanda di riqualificazione, è stato altresì necessario tenere conto di ulteriori elementi, come:

- la situazione economica, in particolare delle famiglie, e la relativa propensione e sensibilità ad investire nella propria abitazione o edificio;

- l’importo oggetto di detrazione che, oltre a stimolare la domanda, può o meno essere concorrenziale con l’attività realizzata attraverso forme di attività sommersa;

- il numero di annualità in cui suddividere la detrazione, che costituisce un fattore di convenienza anche psicologica;

- il grado di incertezze sulle proroghe, sulle aliquote, sui massimali di importo e i relativi “effetti annuncio” che sono suscettibili di influenzare la pianificazione degli interventi e i flussi di domanda.

Le nuove stime per il 2012 e il 2013, così come quella relativa al 2011, anno di introduzione del

“bonifico parlante” e della ritenuta d’acconto, sono state elaborate a partire dalle informazioni

contenute nei Bollettini – Entrate Tributarie del Dipartimento delle Finanze. Nel 2012 sono stimati

investimenti complessivi per 19,2 miliardi di euro formati da un aumento degli interventi per il

recupero edilizio (16,3 miliardi di euro, contro i 14,4 del 2011) e da una riduzione degli interventi

finalizzati al risparmio energetico (2,9 miliardi di euro contro i 3,3 del 2011). La riduzione del 12%

per il 2012 degli incentivi finalizzati al risparmio energetico si stima sia stata determinata dalla forte

concorrenza prodotta dall’incremento al 50% (a decorrere dal giugno 2012) delle detrazioni per i

lavori di recupero in edilizia.

Il 2013 sarebbe caratterizzato da un ulteriore ed eccezionale aumento dell’importo dei lavori

detraibili, visto che, la quota degli investimenti è stimata a un livello di circa 27,5 miliardi di euro

rispetto ai 19,2 miliardi del 2012. La crescita del valore complessivo degli investimenti

sembrerebbe potersi imputare sia agli interventi di recupero (che ammonterebbero a 23,5 miliardi

di euro), sia agli interventi di efficientamento energetico (4 miliardi). Relativamente al recupero

edilizio, l’aumento sarebbe stato determinato da un effetto di accelerazione e anticipazione delle

attività conseguente alla scadenza dei termini della detrazione del 50%, programmata sulla base

della legislazione allora vigente fino al 30 giugno 2013, e dall’innalzamento dei tetti di spesa da

48mila a 96mila euro. L’incremento nella seconda metà del 2013 sarebbe determinato sia dalla

proroga delle misure di incentivazione e dalla nuova scadenza fissata al 31 dicembre 2013 (dal

D.L. 63/2013). Va inoltre considerata l’inclusione di mobili e grandi elettrodomestici tra le spese

detraibili la cui stima è valutabile, per il 2013, in poco meno di 1 miliardo di euro.

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65

Relativamente agli interventi di efficienza energetica, il medesimo trend crescente sembrerebbe da

attribuire, nel primo semestre dell’anno, alla scadenza al 30 giugno 2013 della detrazione del 55%,

e, nella seconda parte dell’anno, all’innalzamento dell’aliquota dal 55% al 65%. A ciò sarebbe da

aggiungere l’inclusione, nell’ambito di applicazione della medesima aliquota maggiorata del 65%,

delle spese per l’adeguamento antisismico degli edifici. Va segnalato che la forte crescita registrata

dall’attività di rinnovo dichiarata sulla base oggettiva dei bonifici pervenuti, non è ancora

confermata dai dati sull’occupazione settoriale elaborati dall’ISTAT, che evidenziano ancora una

significativa flessione dell’occupazione nelle costruzioni nel 2013. Anzi proprio nel 2013 si registra

la contrazione degli occupati di maggiore entità dal 2008: -9,3%. La contrazione è più grave per

l’occupazione dipendente (-11,7%) rispetto a quella indipendente (-5,5%). La seguente tabella

delinea un’ipotesi di possibile scenario per il 2014 in conseguenza delle disposizioni contenute

nella legge di stabilità per il 2014.

TABELLA 3.14. INVESTIMENTI IN RIQUALIFICAZIONE INCENTIVATI

Detrazioni fiscali recupero edilizio (41%-36%-50%) Detrazioni fiscali riqualificazione energetica

(55%)

importi complessivi importi detraibili importi complessivi importi detraibili

(milioni €) (milioni €) (milioni €) (milioni €)

1998 3.385 1.388 1999 3.590 1.472 2000 4.392 1.581 2001 5.119 1.843 2002 5.750 2.070 2003 5.666 2.040 2004 4.888 1.760

2005 6.848 2.465 2006 6.313 2.588 2007 7.938 2.858 1.453 799

2008 7.365 2.651 3.500 1.925

2009 8.070 2.905 2.563 1.410

2010 8.705 3.134 4.608 2.534

2011 14.400 5.184 3.309 1.820

2012 16.325 7.279 2.883 1.586

2013 23.535 11.768 4.042 2.223

2014 28.248 14.124 4.851 2.668

TOTALE 160.538 67.109 27.209 14.965 Fonte:  CRESME  

Per il 2014 si ipotizzerebbe nello scenario previsionale, alla luce delle dinamiche dei bonifici

veicolati attraverso istituti di credito e Banco Posta nei primi mesi dell’anno, un ulteriore incremento

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del 20% dei lavori attivati nel 2013, sia per recupero edilizio che per l’efficienza energetica in base

ai seguenti presupposti:

- riguardo al recupero edilizio, come nel 2013, potrebbe essere plausibile il verificarsi di un

incremento degli investimenti in conseguenza dell’approssimarsi della scadenza della

aliquota più vantaggiosa del 50% (di cui è possibile beneficiare, in conseguenza delle

misure disposte dalla legge di stabilità, fino alla fine del 2014); si consideri, inoltre,

l’estensione della detrazione agli articoli di arredamento, valida per tutto l’anno. E’ pur vero

che le stime dell’incremento degli investimenti attivati nel 2013 sarebbero riconducibili,

come già detto in precedenza, a un’accelerazione della spesa anche per timore della

scadenza della possibilità di fruire delle percentuali più elevate, ma la proroga della

detrazione del 50% per tutto il 2014 potrebbe consentire di pianificare adeguatamente gli

interventi, includendo quegli interventi che necessiterebbero di maggior tempo per la

realizzazione;

- relativamente agli interventi di efficienza energetica, per i quali sarebbe prorogata per tutto

il 2014 l’aliquota del 65%, potrebbe giocare un ruolo determinante la possibilità di una

migliore pianificazione degli interventi, grazie ad una più ampia dilatazione dei tempi.

Questa stima non contiene, pertanto, alcune altre voci come, per esempio: la diminuzione del

gettito da imposte sulle bollette energetiche (causato dal risparmio di energia derivante dagli

interventi di efficientamento); la quota che rientra in forma di gettito allo Stato dai consumi e dagli

investimenti mobilitati dai redditi aggiuntivi dei nuovi occupati (ricavata dalla Matrice di contabilità

sociale3); gli introiti catastali; ecc.

La stima dell’impatto è effettuata unicamente sulla spesa sostenuta stimata per gli anni 1998-2014,

utilizzando il procedimento di stima per l’intera durata degli incentivi fiscali in termini i

defiscalizzazione, vale a dire dal 1998 al 2024.

Sulla base di tale modello di analisi, emerge come le agevolazioni siano state utilizzate da poco

meno di 11,4 milioni di cittadini, una platea evidentemente rilevante, per un ammontare di

investimenti attivati pari a poco meno di 188 miliardi di euro in 17 anni. Il costo per lo Stato, dovuto

ai minori introiti conseguenti agli incentivi ammonterebbe a 82,7 miliardi di euro, mentre il gettito

fiscale e contributivo sarebbe pari a 71 miliardi di euro. Il saldo totale per lo Stato ammonterebbe a

un valore negativo di 11,4 miliardi di euro.

                                                                                                                         3 La matrice di contabilità sociale (in inglese Social Accounting Matrix da cui l’acronimo SAM) è uno strumento di analisi economica derivato dalla più famosa matrice input-output

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GRAFICO 3.3. - TOTALE INCENTIVI ALLA RIQUALIFICAZIONE EDILIZIA 1998 – 2024 (INVESTIMENTI 1998 – 2014)

Fonte: Cresme

SCHEMA 3.2. - ATTIVO E PASSIVO PER LE CASSE DELLO STATO NEL PERIODO 1998 – 2024- INVESTIMENTI 1998-2014

Fonte: Cresme

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68

Utilizzando il procedimento di stima per l’intera stagione degli incentivi fiscali, vale a dire dal 1998

al 2025, emergerebbe il quadro delineato nello schema precedente. Sulla base di tale schema, per

un ammontare di investimenti attivati pari a poco meno di 188 miliardi di euro, il costo per lo Stato,

dovuto ai minori introiti fiscali conseguenti agli incentivi ammonterebbe a 82,7 miliardi di euro,

mentre il gettito fiscale e contributivo sarebbe pari a 71,3 miliardi di euro. Il saldo totale delle Stato

ammonterebbe a un valore negativo di 11,4 miliardi di euro, ma, qualora si introducessero le

valutazioni su base finanziaria, attualizzando i valori, risulterebbe dall’esercizio di stima una

plusvalenza di 3,6 miliardi di euro.

" Il sistema Paese

 

Sulla base dei flussi economici derivanti dallo scenario disegnato è possibile inoltre valutare il

saldo al 2024 relativo all’intero Sistema Paese, composto dai tre “soggetti” che hanno un ruolo nel

sistema in cui si inseriscono le due agevolazioni fiscali prese in considerazione. E’ un risultato che

deriva dalla somma algebrica dei bilanci dei tre soggetti di seguito articolati:

• Bilancio dello Stato – ovvero l’incremento del gettito (positivo), i flussi derivanti dalle

detrazioni (negativi) e il minor gettito fiscale sui consumi energetici (negativo);

• Bilancio delle famiglie investitrici – dato dal saldo tra l’investimento effettuato (negativo), le

detrazioni fiscali (positive) e il risparmio sulle bollette energetiche (positivo);

• Bilancio delle imprese e del fattore lavoro – ovvero il fatturato (positivo - all’interno del

quale sono compresi i compensi e le retribuzioni per gli occupati delle imprese stesse) e i costi

(imposte e oneri sociali) sostenuti dalle imprese e attribuibili agli incentivi fiscali (negativi).

SCHEMA 3.3. - IMPATTO SUL SISTEMA PAESE INVESTIMENTI 1998-2014 -MILIONI DI EURO ATTUALIZZATI AL 2013

Fonte: Cresme

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69

Nel quadro degli investimenti effettuati - principalmente dalle famiglie - nel periodo 1998-2014, il

saldo proiettato al 2024 delle risorse pubbliche è stimato, come già detto, in +9,0 miliardi di euro; le

famiglie investitrici presenterebbero, un saldo negativo, tra investimenti e detrazioni, pari a -104

miliardi di euro, mentre le imprese e il fattore lavoro presenterebbero un saldo ampiamente positivo

pari a circa 107 miliardi. Il saldo per il Sistema Paese ammonterebbe, pertanto, a +12,1 miliardi.

" Gli investimenti in isolamento degli involucri edilizi – il bilancio per lo Stato

La stessa metodologia di studio utilizzata per la valutazione dell’impatto complessivo degli incentivi

fiscali alla riqualificazione edilizia è stata trasposta agli investimenti stimati per l’isolamento delle

strutture opache orizzontali e verticali del potenziale complessivo per il periodo 2014-2023.

L’ipotesi di base è che l’incentivazione fiscale, per gli interventi di coibentazione (che sono

certamente quelli più convenienti dal punto di vista dell’efficacia) vengano mantenuti con l’aliquota

del 65% almeno fino al 2023. I 116,6 miliardi complessivamente investiti nei 10 anni considerati

(2014-2023) porterebbero ad un importo complessivo delle detrazioni di 75,5 miliardi di euro nei 20

anni di durata dell’ammortamento (10 anni di interventi dal 2014 al 2023 e ammortamenti fino al

2033). Sulla base di tali valori il saldo finale per lo Stato (entrate complessive – uscite complessive)

sarebbe negativo per circa -1,8 miliardi annui a prezzi correnti (-36,7 miliardi in 20 anni). Tuttavia,

durante i primi 10 anni in cui si effettuano gli investimenti e si realizzano gli interventi, lo Stato

otterrebbe incassi netti pari a 55,4 miliardi di euro (imposizione sui redditi e sui consumi, oneri

sociali, altre entrate). Le partite finanziarie negative per lo Stato assommerebbero a -92,0 miliardi

di euro (mancato gettito fiscale e minori imposte su consumi energetici). Attualizzando tutti i valori

al 2013 (sia gli incassi immediati, sia il mancato gettito futuro) il saldo annuo su 20 anni si riduce a

-1,2 miliardi annui grazie all’anticipazione degli incassi e alla posticipazione del mancato gettito.

GRAFICO 3.4. - SALDO ENTRATE/USCITE PER LE CASSE DELLO STATO NELL’IPOTESI DI INCENTIVAZIONE DEGLI INTERVENTI DI ISOLAMENTO (MILIONI DI EURO)

Fonte: elaborazione Cresme

-10.000

-7.500

-5.000

-2.500

0

2.500

5.000

7.500

2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027 2028 2029 2030 2031 2032

Gettito immediato annuo Costo detrazioni e minori imposte energia Saldo annuo

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70

TABELLA 3.15. - DETTAGLIO DEGLI IMPORTI CHE COMPONGONO IL SALDO PER LO STATO A SEGUITO DEGLI INVESTIMENTI IN ISOLAMENTO DEGLI EDIFICI 2014 - 2023

Milioni € IVA 10% (lavori e materiali) 11.115 IVA 22% (spese tecniche) 1.111 IRE (imprese installazione) 3.001 IRE (tecnici) 1.000 IRPEF E ONERI SOCIALI (nuova occupazione) 33.901 RICADUTA INVESTIMENTO SULL'ECONOMIA (matrice contabilità sociale) 5.229 TOTALE GETTITO ATTRIBUIBILE AL 65% 55.358

MANCATO GETTITO IMPOSTE SUI REDDITI -75.530

MANCATO GETTITO IMPOSTE E TASSE ENERGIA -16.480

SALDO COMPLESSIVO -36.652 TOTALE GETTITO ATTRIBUIBILE AL 65% ATTUALIZZATO A VALORI 2013 48.450 COSTO PER LO STATO ATTUALIZZATO A VALORI 2013 -59.301 MANCATO GETTITO IMPOSTE E TAX ENERGIA ATTUALIZZATO A VALORI 2013 -12.508

SALDO COMPLESSIVO ATTUALIZZATO A VALORI 2013 -23.359

COSTO ANNUO COMPLESSIVO ANNUO (SU 20 ANNI) 1,17 miliardi €

Fonte: elaborazione Cresme  

3.3. Gli strumenti di incentivazione in Europa

La ricognizione sulla presenza e sulle caratteristiche degli strumenti di incentivazione per la

riqualificazione energetica degli edifici in alcuni paesi europei è stata effettuata attraverso il

network Euroconstruct di cui il Cresme fa parte in qualità di socio fondatore. Alla ricognizione

hanno partecipato gli istituti di Germania (Ifo Institute), Regno Unito (Experian), Spagna (ITeC),

Irlanda (DKM), Svezia (Prognoscentret AB), Ungheria (BUILDECON), Austria (WIFO), Olanda

(EIB) e Finlandia (VTT). Per la Francia, invece, il Cresme ha ricostruito le politiche attualmente in

vigore.

I contenuti della ricognizione riguardano:

• Gli investimenti in edilizia

Di cui

o nuova costruzione

o riqualificazione

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! residenziale

! non residenziale

• la presenza di incentivi generici alla riqualificazione edilizia

• la presenza di incentivi alla riqualificazione energetica degli edifici

• la presenza di incentivi specifici per la riqualificazione degli involucri edilizi

• il periodo di rientro economico degli investimenti (payback period)

• le modalità e i parametri per l’ottenimento degli incentivi

• i soggetti che erogano gli incentivi e quelli che controllano i risultati

Le tabelle che seguono evidenziano, per ogni quesito esposto in precedenza, le risposte degli

istituti di ricerca Euroconstruct e un inquadramento dimensionale dei mercati delle costruzioni in

ognuno dei paesi interessati dalla ricognizione.

Il mercato più ampio tra quelli analizzati è quello tedesco in cui le costruzioni generano investimenti

pari a quasi 229 miliardi di euro (composti da 157 miliardi di riqualificazione, il 68,6% del totale);

l’edilizia residenziale vale complessivamente 152 miliardi di euro di cui ben il 72,4% in

riqualificazione. Francia e Regno Unito (che hanno un mercato più ampio rispetto a quello italiano

ma sugli stessi ordini di grandezza) presentano 157 e 134 miliardi di investimenti totali; la

riqualificazione pesa per il 54,5% in Francia e per il 41,3% nel Regno Unito; l’edilizia residenziale in

Francia è pari a 96 miliardi di cui il 54,9% in riqualificazione mentre, nel Regno Unito vale 64

miliardi pari al 54,1% degli investimenti residenziali.

TABELLA 3.16. - INVESTIMENTI IN COSTRUZIONI IN ALCUNI PAESI EUROPEI PER CANALE DI DESTINAZIONE NEL 2013 – MILIONI DI €

Investimenti in costruzioni

Nuova costruzione

di cui nuovo residenziale Riqualificazione

di cui riqualificazione

residenziale Germania 228.876 71.879 42.082 156.997 110.189 Francia 156.935 71.453 43.477 85.482 52.927 Regno Unito 133.915 78.615 29.455 55.300 34.757 Spagna 47.186 20.278 9.393 26.908 15.244 Olanda 41.995 19.001 10.274 22.994 14.083 Austria 25.995 18.172 10.769 7.823 5.002 Svezia 20.940 7.565 3.790 13.375 7.302 Irlanda 5.126 2.323 792 2.803 2.550 Ungheria 4.659 2.338 553 2.321 987

Fonte: Cresme/SI Spagna (47 miliardi di investimenti complessivi) e Olanda (42 miliardi di investimenti complessivi) si

collocano su un livello simile; la riqualificazione in questi due paesi è pari al 57,0% e al 54,8%;

l’edilizia residenziale vale rispettivamente 25 e 24 miliardi con una incidenza del recupero pari al

61,9% e al 57,8%. Austria (26 miliardi di investimenti complessivi) e Svezia (21 miliardi di

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investimenti complessivi) presentano rispettivamente livelli di riqualificazione pari al 63,9% e al

54,6%; l’edilizia residenziale vale 16 e 11 miliardi con una incidenza del recupero pari al 31,7% e al

65,8%. Irlanda e Ungheria rappresentano due piccoli mercati nell’Unione Europea con circa 5

miliardi di euro ciascuna di investimenti in costruzioni.

TABELLA 3.17. - SINTESI DELLA RILEVAZIONE - TIPOLOGIA E INTENSITÀ DEGLI INCENTIVI ALLA RIQUALIFICAZIONE DEGLI EDIFICI

Presenza incentivi

strutturali alla

ristrutturaz.

Presenza incentivi

strutturali alla riqual. energetica

Tipologia incentivi Tipologia di

edifici interessati

Modalità erogazione

incentivi

Germania Si Si

Detrazione 20% importo manodopera (solo servizi e

manodopera; esclusi materiali); mutui agevolati;

Tutti poiché i finanziamenti

sono destinati a famiglie,

imprese, Enti Pubblici

Sgravi fiscali, mutui

agevolati, sussidi diretti

Francia Si Si

Credito d’imposta 15% o 25%; prestiti a tasso zero; IVA al 5,5%

per efficienza energetica e al 10% per ristrutturazione; incentivi

cumulabili tra loro

Residenziale

Credito d’imposta e

mutui a tasso zero

Regno Unito Si Si

Green Deal utilizzo del modello ESCO (privati intervengono e

incassano importi in bolletta per n anni) o prestito legato al risparmio ottenibile; ECO – Enegy Company

Obligation rivolto ad abitazioni difficili da riqualificare; coinvolti

proprietari e affittuari

Residenziale

Finanziamenti legati al

risparmio ottenibile

Spagna Si

Si, in progetti

complessi su edifici o

aree urbane

IVA al 10% su tutti i lavori di ristrutturazione; sussidi diretti di 2.000 (ristrutturazione) – 5.000 (riduzione consumi di almeno il 50%) euro per un massimo del

35% costo dell’intervento

Stessi incentivi per diverse

tipologie edilizie e destinazioni

d’uso

Sussidio diretto

Olanda Si Si

IVA ridotta al 6%; detrazioni fiscali per imprese che investono in miglioramenti ambientali ed

efficienza energetica; prestiti per il risparmio energetico fino a 25.000

euro

Residenziale e non residenziale

Finanziamenti agevolati;

credito d’imposta per

le imprese investitrici

Austria Si Si

Conto rinnovo pari al 30% su un massimo di lavori pari a 2.000 € (sostituzione caldaia) o 6.000 €

(riqualificazione. energetica); altri incentivi a livello di stati federali

Abitazioni esistenti con

almeno 20 anni

Rimborso diretto

Svezia Si No Riduzione del 50% del costo della manodopera

Nessuna specifica

direttamente applicato

dall’artigiano (compensato dallo Stato)

fino a 5.500 € per single e 11.000 € per

coppie

Irlanda Si Si

IVA ridotta al 13,5% per la sola manodopera; credito fiscale con importi prefissati per tipologia di

lavoro, crescenti se per efficienza energetica

Residenziale

Credito d’imposta e

sussidio diretto

Ungheria Si, NON strutturali

Si, NON strutturali

Vengono pubblicati “bandi di gara” estemporanei per finanziare interventi di efficientamento

energetico

Variabili di volta in volta

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1. Sono previsti incentivi generici alla riqualificazione edilizia? (lavori generici, es. IVA agevolata, detrazione fiscale o credito di imposta, riduzione imposta sulla proprietà, ecc)

Germania Si Francia Si, IVA ridotta, prestiti a tasso zero, credito d’imposta, sussidi Regno Unito Si Spagna Si Olanda Si Austria Il rinnovo generico è agevolato solo a livello dei nove stati federali. Esistono dunque tante

leggi diverse, diverse forme di incentivo Svezia Nel 2010 è stata introdotta la deducibilità di interventi di rinnovo "fai da te". Ogni coniuge di

una famiglia può dedurre il 50% del costo del lavoro fino a circa 5.500 euro l'anno (IVA inclusa). Complessivamente dunque due coniugi in una famiglia possono dedurre 11.000 euro l'anno.

Irlanda IVA al 13,5% per interventi di rinnovo delle abitazioni, esclusi i materiali sui quali si applica l'IVA al 23%. Più di recente, lo scorso dicembre 2013, il Governo ha introdotto nella finanziaria lo Schema per incentivare il rinnovo delle abitazioni (Home Renovation Incentive Scheme) con l'obiettivo di agevolare i costruttori adempienti all'imposizione fiscale e di far emergere quote maggiori dell'economia sommersa. Lo schema per incentivare il rinnovo delle abitazioni (HRI) garantisce uno sgravio fiscale per i proprietari attraverso un credito di imposta pari al 13,5% per interventi di rinnovo "qualificante" eseguiti nell'abitazione principale del proprietario attraverso operatori qualificati. L'ammontare del credito fiscale del HRI dipende dall'ammontare speso per i lavori qualificanti. Si applica ai lavori eseguiti a partire dal 25 ottobre 2013. Questo sistema permette ai proprietari di case di intraprendere interventi di rinnovo nelle prime case nel 2014 e nel 2015.

Ungheria No, non ci sono incentivi, riduzioni o deduzioni fiscali per interventi di rinnovo.

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2. Con quale nome sono conosciuti gli incentivi generici all’edilizia e quelli alla riqualificazione energetica? (in italia si conoscono IVA al 10%, detrazioni del 36% per la ristrutturazione e del 55% per la riqualificazione energetica)

Germania 1) Deduzione dell'IVA per servizi prestati dalle imprese artigiane per lavori presso

abitazioni private (20% del costo del lavoro. Sono esclusi invece i materiali). E' previsto un limite massimo di 6.000 euro l'anno (importo lavori), per un massimo di 1.200 euro l'anno di deduzione fiscale. 2) Diversi programmi di finanziamento da parte di istituzioni pubbliche, a livello statale e federale (principalmente mutui agevolati per alcuni interventi specifici, ma anche sostegno al credito o a interventi specifici.

Francia 1) CIDD (credito d’imposta per lo sviluppo sostenibile) del 25% in caso di lavori complessi (più categorie di opere incentivate) o del 15% in caso di lavori semplici (una sola categoria incentivata) su un tetto di spesa di 8.000 euro per i single e di 16.000 per le coppie soggette a tassazione congiunta; 2) ECO-prestito a tasso zero di 20 mila euro a 10 anni (per almeno due tipologie di lavori incentivati) e di 30 mila euro a 15 anni (per almeno tre tipologie di lavori incentivati) e soggetti a limiti di reddito dei richiedenti; 3) IVA ridotta al 5,5% per lavori di efficientamento energetico e al 10% per lavori generici di rinnovo (con limitazioni); Il credito d’imposta, l’IVA ridotta e l’ECO-prestito sono cumulabili. Sono inoltre previsti incentivi specifici per proprietari e/o inquilini di abitazioni in locazione. Sono previste agevolazioni in accordo con gli Enti Locali per l’esonero dalle tasse sulla proprietà in caso di rinnovo edilizio.

Regno Unito All'inizio del 2011 è stata aumentata l'aliquota standard dell'IVA, che si potrebbe considerare come un disincentivo al rinnovo. La riqualificazione energetica delle abitazioni è promossa attraverso il Green Deal e il programma ECO (Energy Companies Obligation). Ci sono anche alcune politiche del settore pubblico che cercano di stimolare il rinnovo generico delle abitazioni: 1) Empty Homes Programme 2012-2015 - è una politica riferita solo all'Inghilterra, con l'obiettivo di rioccupare abitazioni vuote; 2) Welsh Housing Quality Standard - l'obiettivo del governo gallese è di migliorare la qualità dello stock residenziale e raggiungere livelli soddisfacenti entro il 2020; 3) Scottish Housing Quality Standard - tale programma richiede ai proprietari che le loro abitazioni raggiungano gli standard entro il 2015

Spagna Government Plan for Fostering Rent, Renovations and Urban Renewal (2013-2017). Real Decreto-ley 6/2010 & Real Decreto-ley 20/2012

Olanda IVA ridotta al 6%; Energy saving loan (Energiebespaarlening); Environmental investment tax deduction (Milieu-investeringsaftrek); Energy investment tax deduction (Energie-investeringsaftrek)

Austria - Svezia ”ROT-Avdrag” o deduzione per interventi di rinnovo Irlanda Home Renovation Incentive scheme (HRI) per generico rinnovo. Better Energy Home

scheme per la riqualificazione energetica Ungheria -

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3. Sono previsti incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici? (es. residenziali, non residenziali, pubblici; o anche interventi mirati su particolari tipologie di edifici – alberghi, centri commerciali, ospedali)

Germania I programmi di finanziamento attraverso mutui agevolati e sostegno al credito includono gli

interventi per il miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici. I più importanti sono i programmi della "kfW", banca pubblica per la ricostruzione, strumento federale. Sono programmi per l'efficienza energetica rivolti a famiglie, cooperative/società di housing, altre imprese o enti pubblici.

Francia Si, per edifici residenziali e per abitazioni occupate dai proprietari e in affitto (incentivi per i proprietari e per gli inquilini)

Regno Unito 1) Il Green Deal è uno schema che incentiva interventi per il risparmio energetico sia delle abitazioni che degli edifici non residenziali. Interventi a tal fine possono essere: isolamento (di mura solide o di mura con cavità, isolamento dei sottotetti, etc); riscaldamento; isolamento antispiffero; posa in opera di doppi vetri; produzione di energia da fonti rinnovabili (pannelli solari o pompe di calore). Gli interventi per l’efficienza energetica non saranno pagati direttamente dai cittadini ma verranno anticipati da fondi pubblici e da privati: il pagamento da parte del cittadino (con un tasso d’interesse) avverrà in seguito tramite bolletta energetica coi risparmi ottenuti nel tempo. L’innovazione sta anche nel finanziamento, che sarà legato all’edificio e non ai suoi inquilini: questo significa che in caso di cambio di abitazione il pagamento passa automaticamente sulla bolletta dei nuovi inquilini. Ad essere coinvolta sarà così, per la prima volta, anche la popolazione affittuaria. Il cittadino può richiedere una diagnosi energetica dell’edificio a un ente indipendente: in seguito l’inquilino sceglie l’intervento più adatto proposto da un Green Deal provider. Il costo dell’intervento sarà quindi anticipato senza alcuna spesa per l’utente finale e il costo finale rientrerà grazie ai soldi risparmiati in bolletta con un contratto a lungo termine, tra i 10 e i 25 anni. Gli interventi incentivati riguardano sia l’involucro edilizio (sistemi di isolamento e serramenti) sia gli impianti (sostituzione di caldaie, strumenti di regolazione termica e fonti rinnovabili). 2)L'ECO (Energy Companies Obligation) è un programma per l'efficienza energetica introdotto in Gran Bretagna all'inizio del 2013. ECO impone ai principali fornitori di energia di fornire interventi di efficientamento energetico agli utilizzatori privati (utenti finali). Tale schema opera congiuntamente con il Green Deal. Si concentra principalmente sui gruppi di consumatori più vulnerabili e sulle abitazioni "hard to treat" (prive di rete per riscaldmaneto a gas e/o con mura solide ovvero senza cavità da poter riempire con isolamenti). Al momento il successo del sistema ECO è stato maggiore rispetto a quello ottenuto dal Green Deal

Spagna Stessi incentivi per le diverse tipologie edilizie e destinazioni d’uso

Olanda IVA ridotta; Energy saving loan (Energiebespaarlening); Environmental investment tax deduction (Milieu-investeringsaftrek); Energy investment tax deduction (Energie-investeringsaftrek)

Austria Per la riqualificazione energetica, a livello centrale esiste una forma di sussidio chiamata "conto rinnovo" - "Sanierungsscheck". Introdotto nel 2009 per un ammontare complessivo di 100 milioni di euro l'anno. Originariamente doveva essere distribuito tra 50 milioni alle abitazioni private e 50 al non residenziale, poi vista la consistente domanda da parte dei privati la quota per le abitazioni è salita a 60, a fronte dei 40 milioni per il non residenziale. Era stato stimato che 100 milioni permettevano un risparmio di 95 milioni in termini di sussidi di disoccupazione, che potevano creare entrate fiscali aggiuntive per 70 milioni, e 65 milioni di imposte sul valore aggiunto. Per un totale di 230 milioni tra risparmi e redditi/entrate. In realtà gli effetti dovrebbero essere molto più modesti. Nel 2011 è stato reintrodotto per gli anni 2011-2014, per 100 milioni annui, ripartiti 70 al residenziale e 30 al

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non residenziale. La principale indicazione è di favorire interventi integrati di efficientamento energetico, piuttosto che singoli interventi. A livello di stati federali il rinnovo è supportato da leggi specifiche, tutte riferite solo all'edilizia residenziale. Sono incentivati sia interventi singoli (sostituzione di finestre) ma anche interventi di rinnovo totale. Il sostegno è erogato sotto forma di mutui, tassi di interesse e sussidi annuali che devono eventualmente essere ripagati con modalità differenti nei vari stati federali. L'ammontare dell'incentivo aumenta con il maggior livello di efficienza energetica raggiunto attraverso l'intervento di rinnovo. Nel 2012 nei nove stati federali sono stati erogati circa 700 milioni per incentivare il rinnovo residenziale (7.500 interventi/domande)

Svezia No

Irlanda Better Energy Home scheme: c'è un valore che viene rimborsato, differente per ogni tipologia di intervento (ad esempio €200 per isolamento del sottotetto). C'è una soglia minima di €400, questo al fine di incoraggiare interventi complessi. In passato sono stati introdotti numerosi incentivi per l'efficienza energetica (si parla anche di Home Energy Saving Scheme, Green Homes Scheme, Home Energy Saving Pilot scheme), ma sono stati ridotti significativamente durante la recessione economica

Ungheria Ci sono incentivi per il miglioramento dell'efficienza energetica di edifici residenziali e non residenziali. Gli incentivi e i requisiti cambiano di caso in caso, e il supporto finanziario non è disponibili in modo permanente. Di volta in volta vengono lanciati dei bandi di gara, con importi assai limitati e scadenze molto brevi

 

4. L’isolamento   degli   involucri   edilizi   (pareti,   coperture,   solai,   finestre)   gode   di   altri   incentivi  oltre  a  quelli  descritti  in  precedenza?  

 Germania No, non ci sono specifici programmi o strumenti riferiti all'isolamento dell'involucro. Questi

interventi beneficiano degli strumenti generici sopra menzionati Francia No, vengono tuttavia privilegiati gli interventi complessi (almeno due tipologie di intervento

tra quelle incentivate) Regno Unito No, niente di specifico per questo tipo di intervento. E' compreso nelle misure per

l'efficientamento energetico Spagna No. Le condizioni si riferiscono principalmente alle dimensioni dell'intervento di rinnovo, e

non arrivano al dettaglio della particolare soluzione di intervento edilizio. Dunque non ci sono incentivi specifici per l'isolamento, e nemmeno per il generico isolamento

Olanda - Austria - Svezia No Irlanda Better Energy Home scheme: tra le tipologie di intervento cui si applica, c'è l'isolamento

esterno delle pareti, per le quali ci sono requisiti da rispettare (NSAI Agrément certified system; Target U-Value ≤ 0.27 W/m2K)

Ungheria Si  

   

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5. In  quanto  tempo  si  ripaga   l’investimento   in   isolamento  dell’involucro?  CONSIDERANDO  GLI  INCENTIVI  e  NON  CONSIDERANDO  GLI  INCENTIVI  

 Germania Riferito alle forme di incentivo rivolte al generico rinnovo. I tempi sono relativamente lunghi,

perché i costi sono elevati e il vantaggio energetico dipende dalla tipologia di intervento, dalla dinamica futura dei prezzi dell'energia, ecc. L'ammortizzazione in genere dovrebbe oscillare tra 15 e 20 anni con gli incentivi. Ma è molto difficile indicare con precisione il periodo di rientro degli investimenti. In generale gli interventi di isolamento dell'involucro (pareti esterne) fanno parte di grandi progetti di ristrutturazione.

Francia - Regno Unito - Spagna - Olanda - Austria - Svezia - Irlanda - Ungheria Risultati da due fonti indipendenti.

1. Energiaklub: blocchi di appartamenti costruiti tra la fine del 19 secolo e i primi anni 2000, interventi di rinnovo comprendenti isolamento e sostituzione di finestre: payback in sei anni, classe energetica raggiunta: E (da G); blocco di appartamenti, costruiti tra la fine del 19 secolo e i primi anni 2000, interventi complessi di miglioramento dell’efficienza energetica (non solo isolamento): payback in 5 anni, classe energetica raggiunta: A (da G). Blocco di appartamenti, prefabbricati degli anni '70, interventi di rinnovo comprendenti isolamento e sostituzione di finestre: payback in 11 anni, classe energetica raggiunta B (da F). Blocco di appartamenti, prefabbricati degli anni '70, interventi complessi di miglioramento dell’efficienza energetica (non solo isolamento): payback in 11 anni, classe energetica raggiunta: A (da F). 2. Eltinga: Ricerca specifica su un solo progetto. Si tratta di un blocco di appartamenti prefabbricati dal 1970, che sono stati sottoposti a interventi complessi di rinnovo (non solo isolamento). Il periodo di payback è stato stimato in 15 anni Su diversi forum ai quali hanno partecipato gestori di patrimoni residenziali la seconda ricerca ha raccolto più consensi. Per quanto riguarda il periodo di payback nel caso di sussidi, la regola generale empirica è: la quota del sussidio sull'investimento totale riduce il periodo di payback di un pari tasso. Ovvero se il sussidio è pari al 60% e le risorse privare il 40%, il periodo di payback sarà più breve del 60%.

 

   

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6. Come  sono  erogati  gli  incentivi?  (in  contanti,  detrazioni  fiscali,  credito  d’imposta,  ecc)    

Germania Ci sono diverse forme, sgravi fiscali, mutui a tassi di interesse agevolati, sussidi. Quelli del programma kfw per la riqualificazione energetica sono erogati come contributo cash, variabile in base al livello di efficienza energetica (ad esempio 25% per una casa KfW a efficienza 55 -ovvero con consumi pari al 55% del livello massimo - fino a €18.750; 10% per una casa a efficienza 115, fino a 7.500 euro). Oppure sotto forma di mutui (agevolati), per un massimo di 75.000 euro (ad esempio 17,5% per una casa KfW a efficienza 55; 2,5% per una casa a efficienza 115%)

Francia - Regno Unito - Spagna Government Plan for Fostering Rent, Renovations and Urban Renewal: sussidio diretto. €

2.000 per manutenzione, € 2.000 per miglioramenti qualitativi e sostenibilità energetica (€ 5.000 se il consumo energetico è ridotto di almeno il 50%), € 4.000 per il miglioramento dell'accessibilità. I sussidi non possono superare il 35% del costo del progetto. Real Decreto-ley 6/2010&Real Decreto-ley 20/2012: riduzione dell'aliquota IVA al 10%, invece del 21%.

Olanda Low VAT rate: 6% invece del 21%. Energy saving loan (Energiebespaarlening): prestito di 7-10 anni per un importo pari a €2.500-€25.000 con un tasso di interesse agevolato per interventi di efficientamento energetico intrapresi dai proprietari nelle abitazioni in cui vivono. Tali misure sono state annunciate alla fine dello scorso anno e le domande possono essere presentate da gennaio 2014. Environmental investment tax deduction (Milieu-investeringsaftrek): il profitto tassabile di un'impresa può essere ridotto del 13,5%, 27% o 36% della spesa per investimenti, compresi gli investimenti in rinnovo di edifici non residenziali, che rispondono a criteri di sostenibilità. Energy investment tax deduction (Energie-investeringsaftrek): il profitto tassabile di un' impresa può essere ridotto del 1,5% delle spese per investimenti per interventi di risparmio energetico

Austria Conto rinnovo (Sanierungsscheck): cash. Strumenti degli stati federali: mutui, tassi di interesse, sussidi annuali

Svezia ogni "artigiano" riduce del 50% il costo del lavoro, e viene poi compensato Irlanda HRI: credito d'imposta. BES: in contanti (cash grant) Ungheria cash

 

7. Esiste   una   graduazione   degli   incentivi   per   tipologie   specifiche   di   edifici   o   per   tipologie   di  intervento?  (es  edifici  prima  del  1970,  edifici  intensivi  o  monofamiliari,  maggiori  incentivi  per  specifici  interventi,  ecc.)  

 Germania Ci sono diversi programmi di finanziamento per diverse tipologie di soggetti della domanda

(privati, imprese, settore pubblico). In generale non ci sono variazioni degli incentivi in base alla tipologia dell'edificio. Il principio generale: un maggior risparmio energetico determinerà un maggior contributo pubblico

Francia - Regno Unito No, non ci sono differenze per le varie tipologie di immobili residenziali Spagna - Olanda - Austria - Svezia Non ci sono norme in merito alla tipologia di interventi di rinnovo che la famiglia dovrebbe

fare. Irlanda - Ungheria Si. Negli anni passati, per grandi complessi (panel) di edifici residenziali

   

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8. Esistono  parametri  o  soglie  da  rispettare?  (riduzione  del  consumo  del  x%  tra  prima  e  dopo  il  lavoro,  fasce  di  reddito  dei  proprietari  o  occupanti,  ecc)  

 Germania Ci sono soglie energetiche stabilite per legge per interventi di grandi dimensioni. Benefici

degli incentivi parametrati sui limiti di legge. Più alto è il risparmio pianificato, maggiore è il sussidio pubblico. Attualmente il parametro di riferimento è rappresentato dalla nuova costruzione. Ma con la nuova "ordinanza sul risparmio energetico" dal 2016 la situazione cambierà (meno requisiti per gli edifici esistenti). Gli interventi che possono beneficiare del programma kfW per la riqualificazione energetica sono: isolamento termico di pareti, soffitti e pavimenti; rinnovo di finestre e porte esterne; installazione/rinnovo di sistemi di ventilazione; rinnovo del sistema di riscaldamento; ottimizzazione della distribuzione del calore su sistemi di riscaldamento esistenti

Francia - Regno Unito Come detto descrivendo il Green Deal, i risparmi in termini di bolletta energetica conseguiti

a seguito degli interventi di miglioramento devono coprire, in un certo arco di tempo, il prestito ottenuto

Spagna Government Plan for Fostering Rent, Renovations and Urban Renewal: applicabili a interi complessi di appartamenti costruiti prima del 1981. Interventi che coinvolgono almeno 100 unità (appartamenti). Non sono ammessi interventi su singole unità; deve trattarsi di una comunità di proprietari che decide di intraprendere interventi di rinnovo e fare domanda per ottenere gli incentivi. E' necessario un progetto redatto da un architetto o tecnico equiparabile. Real Decreto-ley 6/2010 & Real Decreto-ley 20/2012: applicabile solo al settore residenziale. Gli edifici devono essere stati costruiti da almeno due anni, dunque assai poche restrizioni in merito all'epoca di costruzione, ma gli interventi di rinnovo devono rispondere a due condizioni: 1) almeno il 50% del lavoro deve riguardare la struttura, l'impermeabilizzazione, la messa in sicurezza o altre funzioni fondamentali. Ovvero interventi "cosmetici" non possono superare il 50% del budget. 2) l'investimento deve essere pari almeno al 25% del prezzo di acquisto (dunque piccoli interventi di manutenzione sono esclusi da questo incentivo. Ci sono numerose "piccole norme" che regolamentano invece queste misure di piccoli interventi di manutenzione)

Olanda Low VAT rate: può essere applicato alle abitazioni con più di due anni e per le seguenti tipologie di interventi: 1) Pittura e rivestimenti; 2) isolamento di pavimenti, pareti e soffitti finalizzato al risparmio energetico. In aggiunta, dal primo gennaio 2014 anche per l'installazione di vetri isolanti (i materiali devono rispondere a requisiti minimi); 3) gran parte degli interventi di ricostruzione, rinnovo e manutenzione intrapresi nel periodo marzo 2013-dicembre 2014. Energy saving loan (Energiebespaarlening): interventi di risparmio energetico intrapresi da proprietari nelle abitazioni in cui vivono. Environmental investment tax deduction (Milieu-investeringsaftrek): l'edificio deve soddisfare alcuni requisiti minimi, variabili per le tre aliquote dell'incentivo. In ogni caso sono fissati livelli massimo di consumi energetici. Energy investment tax deduction (Energie-investeringsaftrek): tale deduzione è applicabile agli investimenti per il miglioramento di edifici non residenziali esistenti e che contestualmente garantiscono una riduzione dei consumi energetici, o a investimenti che riducono il livello dei consumi energetici rispetto alla situazione esistente.

Austria "Conto rinnovo" (Sanierungsscheck): può essere applicato per il rinnovo di case private con più di 20 anni. I sussidi sono ammessi per l'isolamento delle pareti esterne e dei soffitti, sostituzione di finestre, porte di entrata, e per la sostituzione del sistema di riscaldamento con uno da fonti energetiche rinnovabili. Gli incentivi sono pari al 20% dei costi sostenuti, entro un massimo di 5.000 euro per interventi di rinnovo finalizzato all'efficientamento energetico, o fino a un massimo di 2.000 euro per la sostituzione dell'impianto d riscaldamento . Se l'isolamento è effettuato utilizzando risorse rinnovabili o nel caso di finestre di legno, l'importo è aumentato di 500 euro. I costi si riferiscono ai materiali, e al lavoro (intervento) di rinnovo nonché alla progettazione.

Svezia No Irlanda HRI: importo degli interventi (superiore a €4.500). Tipologia dell'interventi (deve essere

qualificante, ovvero interventi di rinnovo, ripristino, miglioramento). Deve essere eseguito sull'abitazione principale e da professionisti con partita IVA e adempienti agli obblighi fiscali. Better Energy Home scheme: ci sono parametri precisi per ogni tipologia di intervento. Si applica solo a case costruite prima del 2006. Si applica a i seguenti interventi: isolamento dei tetti e di pareti esterne e interne, implementazione dei controlli di boiler e centrali termiche, pannelli solari)

Ungheria -  

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80

9. Gli  incentivi  sono  erogati  dal  Governo  centrale,  dagli  Enti  regionali  o  dai  comuni?    

Germania Governo centrale/federale (KfW) ma anche alcuni enti regionale (programmi dagli Stati Regionali)

Francia Governo centrale per gli interessi sui mutui, la detrazione fiscale e l’IVA ridotta. Enti Locali per gli incentivi di competenza

Regno Unito - Spagna Government Plan for Fostering Rent, Renovations and Urban Renewal: la strategia è

decisa dal Governo centrale, ma il suo sviluppo è responsabilità dei governi regionali. Il governo centrale eroga il denaro alle agenzie regionali per l'housing, che decidono quali progetti autorizzare (in passato accadeva spesso che alcune regioni erogavano misure complementari a quelle del governo centrale. ma tale situazione non dovrebbe verificarsi in futuro).

Olanda Energy saving loan (Energiebespaarlening): tale misura è amministrata da una organizzazione no-profit indipendente. Environmental investment tax deduction (Milieu-investeringsaftrek): in base alle tre percentuali, l'incentivo è erogato da una organizzazione governativa in un caso e da esperti privati certificati negli altri due casi. Energy investment tax deduction (Energie-investeringsaftrek): organizzazione governativa

Austria Governo centrale ("Sanierungsscheck"). Svezia Governo centrale Irlanda BEI: sono erogati dal Governo Centrale attraverso la SEAI (autorità per l'energia

sostenibile) Ungheria Governo centrale, municipalità

   10. A  quale   livello  vengono   rilasciate   le   certificazioni?   (Governo  centrale,  dagli   Enti   regionali  o  

dai  comuni)    

Germania Esperti locali (persone certificate con competenze specialistiche, consulenti energetici certificato dalle agenzie federali). La frode è perseguibile

Francia - Regno Unito - Spagna - Olanda - Austria "Sanierungsscheck": le domande possono essere effettuate dalle quattro banche di

risparmio per l'edilizia abitativa privata Svezia Governo centrale Irlanda - Ungheria -

   11. A  quale  livello  vengono  effettuati  i  controlli?  (centrale,  regionale,  comunale)    

Germania Enti federali, ad esempio il KfW effettua dei test a campione per verificare se tutto è corretto

Francia - Regno Unito Spagna Olanda Austria - Svezia Governo centrale Irlanda - Ungheria -

   

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81

LE INDAGINI PRESSO I RIVENDITORI DI

MATERIALI, I PROGETTISTI, LE FAMIGLIE E GLI

AMMINISTRATORI DI CONDOMINIO  

   

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82

4. Quali materiali si utilizzano e per quali motivi si scelgono nell’isolare gli edifici? La percezione dei rivenditori e dei progettisti anche rispetto ai temi del rapporto prezzo / prestazioni, durabilità, salubrità dei materiali

 Grafico 4.1. - RIVENDITORI DI MATERIALI PER L’EDILIZIA – Settore di attività e distribuzione geografica

 

 Fonte: indagine diretta CRESME - 2013  Grafico 4.2. RIVENDITORI DI MATERIALI PER L’EDILIZIA 2013 - andamento delle vendite rispetto al 2012

 

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013  Grafico 4.3. RIVENDITORI DI MATERIALI PER L’EDILIZIA – Quanti vendono materiali per isolamento termoacustico e la destinazione di tali materiali

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013

Generalisti 40%

ITS 23%

Rivestimenti 22%

Infissi 4%

Altro 11%

Nord 52%

Centro 19%

Sud 29%

3,4%

5,9%

3,9%

4,1%

34,5

%

17,6

%

19,7

%

27,0

%

62,1

%

76,5

%

76,3

%

68,9

%

0%

20%

40%

60%

80%

100%

Nord Centro Sud ITALIA Meglio Stabili Peggio

Non vende isolanti 50,4%

Edilizia residenziale nuova

29,4%

Ristrutturazioni 65,0%

Edilizia non residenziale

5,6%

Vende isolanti 49,6%

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83

   Grafico 4.4. RIVENDITORI DI MATERIALI PER L’EDILIZIA – Quanto incide sul fatturato la vendita di isolanti e quali prodotti sono più presenti sul mercato – TOTALE ITALIA

Quota di fatturato dei rivenditori in

ITALIA MATERIALI ISOLANTI

TERMOACUSTICI

15,2%

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013

 Grafico 4.5. RIVENDITORI DI MATERIALI PER L’EDILIZIA –quali prodotti sono più presenti sul mercato – NORD

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013    

0,0 9,0 18,0 27,0 36,0 45,0

ITALIA

Polistirene estrusi (XPS)

Poliuretano

Lana di roccia

Sughero, fibre di legno, materiali naturali

Vetro cellulare/foam glass

Polistirolo

Polietilene espanso a celle chiuse

Lana di vetro

Altro (sfusi, accoppiati, schiume, riflettenti, ecc.)

0,0 9,0 18,0 27,0 36,0 45,0

Nord

Polistirene estrusi (XPS)

Poliuretano

Vetro cellulare/foam glass

Lana di roccia

Polietilene espanso a celle chiuse

Sughero, fibre di legno, materiali naturali

Lana di vetro

Polistirolo

Altro (sfusi, accoppiati, schiume, riflettenti, ecc.)

Page 101: VALUTAZIONE DELLA CONVENIENZA E DELL’IMPATTO … · I - Perché isolare gli edifici - quanto consumano Il sistema energetico italiano: negli edifici il consumo più elevato Nel

     

84

Grafico 4.6. - RIVENDITORI DI MATERIALI PER L’EDILIZIA – Dove si utilizzano i materiali per isolamento termoacustico e quali sono le caratteristiche più apprezzate – TOTALE ITALIA

 

 Fonte: indagine diretta CRESME - 2013  Grafico 4.7. - RIVENDITORI DI MATERIALI PER L’EDILIZIA – Dove si utilizzano i materiali per isolamento termoacustico e quali sono le caratteristiche più apprezzate – NORD

 

 

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013  

Pareti 47,3%

Pavimenti 23,1%

Soffitti 29,6%

0 10 20 30

Altro

Altre prestazioni (igrometria, ignifugo)

Trasportabilità e stoccabilità

Rispetto delle normative

Prestazioni fonoassorbenti

Reperibilità del prodotto

Durabilità del prodotto/dell'opera

Prezzo

Facilità e rapidità di installazione

Prestazioni termiche

Pareti 50,5%

Pavimenti 29,1%

Soffitti 20,4%

0 10 20 30

Altre prestazioni (igrometria, ignifugo)

Trasportabilità e stoccabilità

Altro

Prestazioni fonoassorbenti

Reperibilità del prodotto

Rispetto delle normative

Durabilità del prodotto/dell'opera

Prezzo

Facilità e rapidità di installazione

Prestazioni termiche

Page 102: VALUTAZIONE DELLA CONVENIENZA E DELL’IMPATTO … · I - Perché isolare gli edifici - quanto consumano Il sistema energetico italiano: negli edifici il consumo più elevato Nel

     

85

Grafico 4.8. RIVENDITORI DI MATERIALI PER L’EDILIZIA – Quota di rivenditori che tratta tipologie di materiali isolanti specifici per:

 

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013  Grafico 4.9. RIVENDITORI DI MATERIALI PER L’EDILIZIA – Quota di rivenditori sul territorio che tratta tipologie di materiali isolanti specifici per:

 

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013    

72,0 70,7

56,2 48,7 48,0 47,9

0

10

20

30

40

50

60

70

80

isolamenti termici dall'interno

isolamenti termici a cappotto

isolamenti termici di tetto a falda

isolamento acustico pareti

dell'interno

isolamento acustico solai

isolamento acustico pareti in

intercapedine

66,7 60,0

46,7 43,3

40,0 43,3

87,5

75,0 68,8

50,0

68,8 62,5

72,2

88,9

66,7

58,3

50,0 47,2

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

isolamenti termici dall'interno

isolamenti termici a cappotto

isolamenti termici di tetto a falda

isolamento acustico pareti

dell'interno

isolamento acustico solai

isolamento acustico pareti in

intercapedine

Nord Centro Sud

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86

Grafico 4.10. - RIVENDITORI DI MATERIALI PER L’EDILIZIA – Come prevede si chiuderanno le vendite di materiali isolanti nel 2013 rispetto al 2012

 

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013  Grafico 4.11. - RIVENDITORI DI MATERIALI PER L’EDILIZIA – Come prevede andranno le vendite di materiali isolanti dal 2013 al 2018

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013      

3,3 6,3

22,2

9,1

50,0

56,3

30,6

45,8 46,7

37,5

47,2 45,1

0

10

20

30

40

50

60

Nord Centro Sud Totale

Meglio Stabili Peggio

13,3

0,0

13,9 11,0

53,3 50,0

55,6 53,3

16,7

31,3

19,4 20,1

0,0 0,0 2,8 0,8

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

Nord Centro Sud Totale

Molto superiore Superiore Uguale Inferiore Molto inferiore

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87

Grafico 4.12. - PROGETTISTI  -­‐  Tipologia  

 Fonte: indagine diretta CRESME - 2013  Grafico 4.13. - PROGETTISTI  -­‐  Tipologia  

 

Il 62% degli studi di progettazione è

costituito da un unico professionista  

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013  Grafico 4.14. - PROGETTISTI  –  Si  interessa  di  isolamento  termoacustico  

 

Al Nord più specializzati, al Sud alta incidenza di

generalisti

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013  

Singolo professionista

65,0% Piccolo studio

associato 16,7%

Studio di progettazione

18,3%

0

20

40

60

80

100

Nord Centro Sud

Singolo professionista Piccolo studio associato Studio di progettazione

3,5 3,4

1,6

2,7

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

4,0

Nord Centro Sud Totale

70,0

91,3

61,1

52,6

0 25 50 75 100

Totale

Sud

Centro

Nord

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88

Grafico 4.15. - PROGETTISTI – Esperienza in termini di quantità di progetti

 

Nella media italiana coperture e pareti

perimetrali coprono quasi 2/3 dei progetti

L’acustica non è trascurata con oltre il

20%  

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013  

Grafico 4.16. - PROGETTISTI – Esperienza in termini di quantità di progetti sul territorio

 

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013  

   

7,5

13,0

13,6

31,9

33,9

0 10 20 30 40

Pareti divisorie (principalmente acustica)

Solai intermedi (principalmente acustica)

Primo solaio

Pareti perimetrali (cappotto o intercapedine)

Isolamento dell'ultimo solaio/tetto a falde

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

45,0

Isolamento dell'ultimo solaio/tetto a falde

Pareti perimetrali (cappotto o

intercapedine)

Primo solaio Solai intermedi (principalmente

acustica)

Pareti divisorie (principalmente

acustica)

Nord Centro Sud

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89

Grafico 4.17. - PROGETTISTI – Quali materiali per isolare termicamente e acusticamente

Per l’isolamento TERMICO si utilizzano (prima risposta 83% pannelli/lastre)

Per l’isolamento ACUSTICO si utilizzano (prima risposta 49% materassini; 33%

pannelli/lastre)

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013

Grafico 4.18. - PROGETTISTI – Caratteristiche più apprezzate nei materiali per l’isolamento termoacustico

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013

16,7

16,7

18,6

21,8

26,3

0 5 10 15 20 25 30

materiale sfuso

schiume

rotoli

materassini

pannelli/lastre

2,1

15,4

17,5

20,3

21,0

23,8

0 10 20 30

non so

schiume

materiale sfuso

rotoli

pannelli/lastre

materassini

7,4

14,8

7,4

18,5

11,1

14,8

25,9

3,4

6,9

3,4

20,7

24,1

10,3

31,0

17,7

4,8

11,3

9,7

12,9

21,0

22,6

0 5 10 15 20 25 30 35

Altro

Prestazioni acustiche

Reperibilità del prodotto

Durabilità prodotto/opera

Facilità e rapidità di install.

Prezzo

Prestaz. termiche

Sud Centro Nord

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90

Grafico 4.19. - PROGETTISTI – Percezione dei migliori materiali per caratteristica dei materiali stessi

PRESTAZIONI TERMICHE PREZZO

FACILITA’ E RAPIDITA’ INSTALLAZIONE DURABILITA’ MATERIALE / OPERA

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013

0,0

5,0

10,0

12,5

15,0

57,5

0 10 20 30 40 50 60

Fibre naturali

Legno mineralizzato

Pre-accoppiati

Lane (vetro, roccia)

Sughero

Polistirene (estruso, espanso)

0,0

0,0

2,6

10,3

10,3

76,9

0 20 40 60 80

Sughero

Pre-accoppiati

Fibre naturali

Lane (vetro, roccia)

Legno mineralizzato

Polistirene (estruso, espanso)

2,4

7,1

9,5

11,9

16,7

52,4

0 10 20 30 40 50 60

Legno mineralizzato

Fibre naturali

Sughero

Pre-accoppiati

Lane (vetro, roccia)

Polistirene (estruso, espanso)

2,6

7,9

10,5

13,2

13,2

52,6

0 10 20 30 40 50 60

Fibre naturali

Pre-accoppiati

Legno mineralizzato

Lane (vetro, roccia)

Sughero

Polistirene (estruso, espanso)

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91

Grafico 4.20. - PROGETTISTI – Percezione dei migliori materiali per caratteristica dei materiali stessi

REPERIBILITA’ DEL PRODOTTO PRESTAZIONI ACUSTICHE

RISPETTO DELLE NORMATIVE TRASPORTABILITA’ / STOCCABILITA’

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013

0,0

2,7

5,4

5,4

18,9

67,6

0 20 40 60 80

Fibre naturali

Pre-accoppiati

Legno mineralizzato

Sughero

Lane (vetro, roccia)

Polistirene (estruso, espanso)

2,7

5,4

16,2

16,2

24,3

35,1

0 10 20 30 40

Legno mineralizzato

Fibre naturali

Polistirene (estruso, espanso)

Pre-accoppiati

Lane (vetro, roccia)

Sughero

8,8

8,8

11,8

11,8

26,5

32,4

0 10 20 30 40

Legno mineralizzato

Fibre naturali

Lane (vetro, roccia)

Pre-accoppiati

Sughero

Polistirene (estruso, espanso)

0,0

0,0

2,7

8,1

21,6

67,6

0 20 40 60 80

Fibre naturali

Pre-accoppiati

Legno mineralizzato

Sughero

Lane (vetro, roccia)

Polistirene (estruso, espanso)

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92

Grafico 4.21. - PROGETTISTI – Percezione dei migliori materiali per caratteristica dei materiali stessi

ALTRE PRESTAZIONI (resistenza al fuoco, igrometria, ecc.) NOCIVITA’ DEL PRODOTTO

SALUBRITA’ DEL PRODOTTO

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013

5,4

8,1

10,8

13,5

29,7

32,4

0 10 20 30 40

Pre-accoppiati

Sughero

Fibre naturali

Legno mineralizzato

Polistirene (estruso, espanso)

Lane (vetro, roccia)

0,0

0,0

0,0

0,0

47,4

52,6

0 20 40 60

Legno mineralizzato

Sughero

Fibre naturali

Pre-accoppiati

Polistirene (estruso, espanso)

Lane (vetro, roccia)

2,5

2,5

7,5

17,5

22,5

47,5

0 10 20 30 40 50

Lane (vetro, roccia)

Pre-accoppiati

Polistirene (estruso, espanso)

Fibre naturali

Legno mineralizzato

Sughero

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93

5. La questione dell’acustica nella percezione delle famiglie – il “fattore termico” appare acquisito all’opinione pubblica e al decisore politico (pur con distorsioni) ma cosa ne pensano le famiglie del problema acustico? Città e piccoli centri, tipologie di rumori, intensità, fascia oraria

 Grafico 5.1. - FAMIGLIE – La sua abitazione è:

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013

36,3%

45,5%

18,3%

In città/zona urbanizzata Insediamento diffuso non intensivo Zona rurale/campagna

36,5

43,6

31,3

47,4

33,0

50,3

16,0

23,4

18,4

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

Nord Centro Sud

78,0

16,7

14,1

60,2

8,0 23

,1

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

Capoluogo Non capoluogo

35,8

37,2

38,5

36,7

54,9

44,5

39,7

44,9

100,

0

9,3

18,3

21,8

18,3

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

100,0

A o B C D E F

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94

   

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95

Grafico 5.2. - FAMIGLIE – La sua abitazione è:

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013    

43,7%

24,9%

16,9% 14,5%

In edificio mono-bifamiliare In una piccola palazzina (da 3 a 9 appartamenti) In un condominio da 10 a 15 appartamenti In un condominio di 16 o più appartamenti

43,3

43,6

44,3

20,9

33,2

25,9

16,9

18,0

16,2

18,8

5,2

13,7

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

45,0

50,0

Nord Centro Sud

16,1

56,6

25,3

24,7

28,5

11,5

30,1

7,2

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

Capoluogo Non capoluogo

36,7

39,6

42,3

44,8

80,0

18,2

26,2

28,9

23,3

20,0

27,2

18,4

18,9

15,0

17,9

15,7

9,9 16

,8

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

A o B C D E F

Page 113: VALUTAZIONE DELLA CONVENIENZA E DELL’IMPATTO … · I - Perché isolare gli edifici - quanto consumano Il sistema energetico italiano: negli edifici il consumo più elevato Nel

     

96

Grafico 5.3. - FAMIGLIE  –  La  sua  abitazione  si  trova:  

 

 

 

 Fonte: indagine diretta CRESME - 2013    

47,4%

35,8%

16,7%

Al piano terra In un piano intermedio All'ultimo piano

48,2

43,3

48,9

32,7

39,0

38,6

19,2

17,7

12,4

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

Nord Centro Sud

28,0

56,6

54,9

26,9

17,1

16,6

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

Capoluogo Non capoluogo

45,7

34,1

50,8

50,5

60,0

36,1

47,2

33,4

33,4

20,0

18,2

18,7

15,8

16,1

20,0

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

A o B C D E F

Page 114: VALUTAZIONE DELLA CONVENIENZA E DELL’IMPATTO … · I - Perché isolare gli edifici - quanto consumano Il sistema energetico italiano: negli edifici il consumo più elevato Nel

     

97

Grafico 5.4. - FAMIGLIE  –  La  sua  abitazione  si  affaccia  su:  

 

 

 

 Fonte: indagine diretta CRESME – 2013    

19,3%

48,1%

14,8% 17,9%

Una via ad alto scorrimento/ferrovia

Una via secondaria a traffico moderato

Un cortile interno

Un parco/verde pubblico o privato/affacci aperti

13,9

20,9

26,4

46,0

53,5

47,8

17,1

5,2

17,1

23,0

20,4

8,6

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

Nord Centro Sud

20,0

18,9

52,8

45,9

15,6

14,4

11,6

20,8

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

Capoluogo Non capoluogo

17,9

31,5

17,6

16,5

0,0

54,6

49,8

45,8

46,2

80,0

27,5

16,1

10,2

16,1

2,6

26,4

21,3

20,0

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

A o B C D E F

Page 115: VALUTAZIONE DELLA CONVENIENZA E DELL’IMPATTO … · I - Perché isolare gli edifici - quanto consumano Il sistema energetico italiano: negli edifici il consumo più elevato Nel

     

98

Grafico 5.5. - FAMIGLIE – La sua abitazione è vicina a: (vicina se si sentono rumori provenienti da)

NESSUNA DI QUESTE STRADA A TRAFFICO ELEVATO

FERROVIA AUTOSTRADA/TANGENZIALI

AREA INDUSTRIALE AEROPORTO

VIE O ZONE TURISTICHE E DI "VITA NOTTURNA" ALTRO ACUSTICAMENTE IMPORTANTE

58,3% 18,3% 9,4% 4,0% 3,8% 2,9% 1,9% 1,4%

 

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013

50,9

2,9

1,5

4,4

4,2

4,8

8,0

23,4

61,8

0,7

2,1

2,2

3,6

3,6

10,0

16,0

Nessuna di queste

Altro acusticamente importante

Vie o zone turistiche e di "vita notturna"

Aeroporto

Area industriale

Autostrada/tangenziali

Ferrovia

Strada a traffico elevato

Capoluogo Non capoluogo

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99

Grafico 5.6. - FAMIGLIE – Che tipo di serramenti sono installati in casa? - Che tipo di vetri sono installati in casa?

 

 

   

   

   Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

   

53,3% 25,3%

8,7% 12,7%

Legno Alluminio PVC Misto

32,3%

64,8%

2,9%

Vetro singolo Vetro doppio Vetro triplo

60,1

61,2

38,1

18,0

28,6

34,3

10,8

2,5

9,4

11,0

7,7

18,2

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

Nord Centro Sud

27,2

28,0

43,0

69,0

69,4

55,4

3,8

2,6

1,6

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

Nord Centro Sud

54,0

53,0

19,2

28,2

11,9

7,2

14,9

11,6

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

Capoluogo Non capoluogo

30,9

33,1

66,2

64,1

2,9

2,8

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

Capoluogo Non capoluogo

37,1

58,6

61,3

80,0

45,7

41,9

25,8

17,5

18,2

5,2

7,8

10,0

36,1

15,7

7,7

11,1

20,0

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

A o B C D E F

24,7

44,9

39,1

25,4

20,0

75,3

55,1

56,9

70,7

80,0

3,9 3,9

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

A o B C D E F

Page 117: VALUTAZIONE DELLA CONVENIENZA E DELL’IMPATTO … · I - Perché isolare gli edifici - quanto consumano Il sistema energetico italiano: negli edifici il consumo più elevato Nel

     

100

Grafico 5.7. - FAMIGLIE – Nella sua abitazione si avvertono "spifferi" d'aria?

SI 35,8%

NO 64,2%

Da cosa dipendono?

 Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

 Grafico 5.8. - FAMIGLIE – In termini di comfort termico, c'è una scarsa uniformità della temperatura fra gli ambienti?

   

Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

   

Infissi 98,6

Solai 1,4

Si 36,6% No

63,4%

18,2

34,1

44,5

36,3

20,0

81,8

65,9

55,5

63,7

80,0

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

A o B C D E F

Page 118: VALUTAZIONE DELLA CONVENIENZA E DELL’IMPATTO … · I - Perché isolare gli edifici - quanto consumano Il sistema energetico italiano: negli edifici il consumo più elevato Nel

     

101

Grafico 5.9. - FAMIGLIE – Qual è il livello di isolamento termico da lei percepito?

 

ISOLAMENTO  PARETI  

     ISOLAMENTO  COPERTURA  

     ISOLAMENTO  SUPERFICI  TRASPARENTI  

     Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

55,1

66,0

56,6

35,0

27,1

34,0

9,9

6,9

9,4

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

Isolamento pareti Isolamento copertura Isolamento superfici trasparenti

buono

accettabile

scadente

62,0

53,3

45,6

30,0

36,3

41,8

7,9

10,3

12,6

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

Nord Centro Sud

55,1

55,1

34,1

35,5

10,8

9,5

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

Capoluogo Non capoluogo 36

,7

42,3

62,3

58,1

60,0

54,3

44,6

29,6

31,7

40,0

9,0

13,1

8,1

10,2

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

A o B C D E F

77,2

53,4

56,9

17,9

36,2

35,4

4,9

10,4

7,8

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0

Nord Centro Sud

61,5

68,1

27,6

26,8

10,8

5,1

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

Capoluogo Non capoluogo

54,9

47,6

66,0

72,7

100,

0

36,1

44,5

23,8

22,3

9,0

7,8

10,1

5,0

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0

100,0

A o B C D E F

63,9

51,0

49,2

29,2

41,4

36,7

6,9

7,6

14,1

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

Nord Centro Sud

62,0

54,1

30,4

35,7

7,6

10,2

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

Capoluogo Non capoluogo

73,1

44,6

53,7

61,1

60,0

17,9

39,7

38,4

30,8

40,0

9,0

15,7

8,0

8,1

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

A o B C D E F

Page 119: VALUTAZIONE DELLA CONVENIENZA E DELL’IMPATTO … · I - Perché isolare gli edifici - quanto consumano Il sistema energetico italiano: negli edifici il consumo più elevato Nel

     

102

Grafico 5.10. - FAMIGLIE – Nel suo appartamento si avvertono i rumori dei vicini?

SI SENTE SOLO SE URLANO, BASSO

SI SENTE ABBASTANZA, MEDIO SI SENTE TUTTO, FORTE

64,7%

25,0% 10,3%

 

Fonte: indagine diretta CRESME - 2013

   

51,3

28,9

19,7

71,0

23,2

5,8

Si sente solo se urlano, BASSO

Si sente abbastanza, MEDIO

Si sente tutto, FORTE

Capoluogo Non capoluogo

Page 120: VALUTAZIONE DELLA CONVENIENZA E DELL’IMPATTO … · I - Perché isolare gli edifici - quanto consumano Il sistema energetico italiano: negli edifici il consumo più elevato Nel

     

103

Grafico 5.11. - FAMIGLIE – Nel suo Comune, qual è il tipo di degrado ambientale più sviluppato?

ACUSTICO ATMOSFERICO

ESTETICO IDROGEOLOGICO

23,3% 19,8% 15,5% 9,9%

NESSUNO

31,5%

 

 

Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

23,7

21,6

10,5

5,0

39,2

25,1

16,0

21,2

10,3

27,4

21,6

19,5

19,6

17,0

22,3

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

45,0

Acustico Atmosferico Estetico Idrogeologico Nessuno

Nord

Centro

Sud

36,1

33,2

11,0

7,3 12

,4 17

,3

13,5

17,6

15,5

36,1

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

Acustico Atmosferico Estetico Idrogeologico Nessuno

Capoluogo

Non capoluogo

Page 121: VALUTAZIONE DELLA CONVENIENZA E DELL’IMPATTO … · I - Perché isolare gli edifici - quanto consumano Il sistema energetico italiano: negli edifici il consumo più elevato Nel

     

104

Grafico 5.12. - FAMIGLIE – Durante il GIORNO ci sono rumori che la infastidiscono?

Se SI, quali?

 Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

Tabella 5.1. - FAMIGLIE – I rumori più fastidiosi di GIORNO - VALORI %

Rumori di auto/autobus

Rumori di moto/motorini

Rumore di

cantieri

Vicini di casa

Locali di intrattenimento

(bar, discoteche)

Allarmi antifurto

Raccolta spazzatura

Cani o altri

animali

Area geografica Nord 22,3 26,9 8,5 9,9 5,3 7,4 11,6 8,1 Centro 20,2 16,5 9,1 7,4 1,8 14,4 7,3 23,4 Sud 17,7 23,0 6,9 15,8 2,6 8,9 7,4 17,9

Tipologia insediativa Capoluogo 21,9 20,0 13,1 13,6 3,8 7,3 14,0 6,2 Non capoluogo 19,2 25,4 4,7 9,7 3,4 10,9 6,0 20,6

Zona climatica A e B 18,5 18,7 6,4 12,5 0,0 6,4 18,7 18,9 C 19,0 19,0 9,9 11,9 2,4 14,2 7,1 16,6 D 13,5 20,1 12,9 14,3 1,5 13,5 7,6 16,5 E 24,5 26,8 5,1 8,7 6,0 5,2 10,3 13,5 F 33,3 33,3 0,0 16,7 0,0 16,7 0,0 0,0

Fonte: indagine diretta CRESME – 2013    

No 30,5% Si

69,5%

3,6

8,1

9,2

9,5

11,2

14,8

20,3

23,2

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0

Locali di intrattenimento

Rumore di cantieri

Raccolta spazzatura

Allarmi antifurto

Vicini di casa

Cani o altri animali

Rumori di auto/autobus

Rumori di moto/motorini

Page 122: VALUTAZIONE DELLA CONVENIENZA E DELL’IMPATTO … · I - Perché isolare gli edifici - quanto consumano Il sistema energetico italiano: negli edifici il consumo più elevato Nel

     

105

Grafico 5.13. - FAMIGLIE – Può dare un punteggio da 0 a 10 in relazione al fastidio che le provocano durante il GIORNO? (0 nessuno, 5 poco, 10 insopportabile)

 Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

 

Tabella 5.2. - FAMIGLIE – Può dare un punteggio da 0 a 10 in relazione al fastidio che le provocano durante il GIORNO? (0 nessuno, 5 poco, 10 insopportabile)

Rumore di

auto/autobus Rumori di

moto/motorini

Rumore di

cantieri

Vicini di

casa

Locali di intrattenimento

(bar, discoteche)

Allarmi antifurto

Raccolta spazzatura

Cani o altri

animali

Area geografica Nord 4,6 5,1 4,7 4,5 6,0 3,3 3,9 4,6 Centro 4,9 5,3 6,6 4,6 5,0 5,2 3,9 5,6 Sud 5,5 5,5 4,5 5,1 4,4 5,3 3,3 5,8

Tipologia insediativa Capoluogo 5,3 5,6 5,0 4,9 5,5 4,9 4,3 4,8 Non capoluogo 4,7 5,1 5,2 4,6 5,2 4,2 3,3 5,5

Zona climatica A e B 4,3 3,7 4,4 4,6 2,0 5,4 3,6 5,7 C 5,6 5,4 4,6 4,9 5,0 5,6 3,5 5,2 D 5,2 5,9 7,1 5,5 4,5 5,4 4,1 6,2 E 4,7 5,3 4,3 4,3 6,4 3,1 3,7 4,9 F 3,4 2,8 2,5 5,0 6,0 2,5 3,0 3,7

Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

 

   

3,7

4,4

4,7

4,9

5,1

5,3

5,3

5,3

0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0

Raccolta spazzatura

Allarmi antifurto

Vicini di casa

Rumore di auto/autobus

Rumore di cantieri

Rumori di moto/motorini

Cani o altri animali

Locali di intrattenimento (bar, discoteche)

Page 123: VALUTAZIONE DELLA CONVENIENZA E DELL’IMPATTO … · I - Perché isolare gli edifici - quanto consumano Il sistema energetico italiano: negli edifici il consumo più elevato Nel

     

106

Grafico 5.14. - FAMIGLIE – Durante la NOTTE ci sono rumori che la infastidiscono?

 

Se SI, quali?

 

Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

Tabella 5.3. - FAMIGLIE – I rumori più fastidiosi di NOTTE – VALORI %

Rumori di auto/autobus

Rumori di moto/motorini

Rumore di

cantieri

Vicini di casa

Locali di intrattenimento

(bar, discoteche)

Allarmi antifurto

Raccolta spazzatura

Cani o altri

animali

Area geografica Nord 25,3 28,8 0,0 13,4 11,6 6,8 3,8 10,4 Centro 20,5 23,7 0,0 10,0 9,9 9,8 3,2 22,8 Sud 21,8 21,8 0,0 6,6 0,0 13,0 13,0 23,8

Tipologia insediativa Capoluogo 27,1 28,8 0,0 12,6 10,8 4,8 6,6 9,4 Non capoluogo 19,4 22,1 0,0 8,2 4,1 13,8 7,0 25,2

Zona climatica A e B 14,2 14,2 0,0 0,0 0,0 14,7 14,2 42,7 C 16,7 25,1 0,0 8,3 0,0 20,8 12,5 16,6 D 24,4 24,4 0,0 9,8 4,9 7,3 12,3 16,9 E 25,9 27,5 0,0 12,7 12,7 6,4 0,0 15,0 F 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0

Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

   

No 55,5%

Si 44,5%

0,0

6,8

7,2

9,6

10,3

17,9

23,0

25,2

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0

Rumore di cantieri

Raccolta spazzatura

Locali di intrattenimento

Allarmi antifurto

Vicini di casa

Cani o altri animali

Rumori di auto/autobus

Rumori di moto/motorini

Page 124: VALUTAZIONE DELLA CONVENIENZA E DELL’IMPATTO … · I - Perché isolare gli edifici - quanto consumano Il sistema energetico italiano: negli edifici il consumo più elevato Nel

     

107

Grafico 5.15. - FAMIGLIE – Può dare un punteggio da 0 a 10 in relazione al fastidio che le provocano durante la NOTTE? (0 nessuno, 5 poco, 10 insopportabile)

 Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

 

Tabella 5.4. - FAMIGLIE – Può dare un punteggio da 0 a 10 in relazione al fastidio che le provocano durante la notte? (0 nessuno, 5 poco, 10 insopportabile)

Rumori di

auto/autobus Rumori di

moto/motorini

Rumore di

cantieri

Vicini di

casa

Locali di intrattenimento

(bar, discoteche)

Allarmi antifurto

Raccolta spazzatura

Cani o altri

animali

Area geografica Nord 4,4 5,2 7,0 4,3 7,2 4,0 4,9 5,0 Centro 5,0 4,9 2,0 5,3 6,5 4,5 3,0 4,1 Sud 4,6 5,2 2,5 4,2 3,8 4,4 5,3 5,5

Tipologia insediativa Capoluogo 4,2 4,8 4,0 4,1 7,5 4,3 4,5 5,5 Non capoluogo 5,1 5,6 3,4 5,0 5,5 4,2 5,0 3,9

Zona climatica A e B 6,5 6,0 3,0 2,0 7,0 10,0 6,0 C 3,5 4,7 2,5 4,7 4,0 4,1 5,1 5,0 D 5,3 5,5 4,5 5,1 5,5 4,8 4,9 4,8 E 4,6 5,5 4,3 7,4 3,9 3,4 5,3 F 1,5 1,3 1,0 1,0 2,5

Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

 

   

3,5

4,3

4,5

4,6

4,8

5,0

5,2

6,2

0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0 7,0

Rumore di cantieri

Allarmi antifurto

Vicini di casa

Rumore di auto/autobus

Raccolta spazzatura

Cani o altri animali

Rumori di moto/motorini

Locali di intrattenimento (bar, discoteche)

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108

Grafico 5.16. - FAMIGLIE – Tracce di umidità all'INTERNO dell'edificio

 Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

 

Grafico 5.17. - FAMIGLIE – Tracce di umidità all'ESTERNO dell'edificio

 Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

   

40,0

19,1

32,8

20,9

27,5

27,0

17,2

25,3

35,5

18,2

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0

F

E

D

C

A e B

Non capoluogo

Capoluogo

Sud

Centro

Nord

20,0

17,4

18,3

18,3

27,5

19,0

17,1

22,0

20,5

15,2

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0

F

E

D

C

A e B

Non capoluogo

Capoluogo

Sud

Centro

Nord

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109

Grafico 5.18. - FAMIGLIE – Tracce di umidità alla BASE dell'edificio

 Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

 Grafico 5.19. - FAMIGLIE – Tracce di umidità SOTTO IL TETTO dell'edificio

 Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

   

20,0

22,1

18,1

26,2

45,7

24,0

21,0

27,6

25,4

19,0

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0 50,0

F

E

D

C

A e B

Non capoluogo

Capoluogo

Sud

Centro

Nord

0,0

5,7

18,3

13,1

9,0

7,3

16,9

13,6

12,9

7,1

0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 14,0 16,0 18,0 20,0

F

E

D

C

A e B

Non capoluogo

Capoluogo

Sud

Centro

Nord

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110

Grafico 5.20. - FAMIGLIE – Tracce di umidità ….

 

 

 Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

   

18,2

15,2

19,0

7,1

35,5

20,5

25,4

12,9

25,3

22,0

27,6

13,6

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

All' interno All' esterno Alla base Sotto il tetto

Nord

Centro

Sud 17

,2

17,1

21,0

16,9

27,0

19,0

24,0

7,3

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

All' interno All' esterno Alla base Sotto il tetto

Capoluogo

Non capoluogo

27,5

27,5

45,7

9,0

20,9

18,3

26,2

13,1

32,8

18,3

18,1

18,3

19,1

17,4

22,1

5,7

40,0

20,0

20,0

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

25,0

30,0

35,0

40,0

45,0

50,0

All' interno All' esterno Alla base Sotto il tetto

A o B

C

D

E

F

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111

Grafico 5.21. - AMMINISTRATORI – Come si configura l'attività?

Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

Grafico 5.22. - AMMINISTRATORI – Quanti edifici amministra attualmente?

Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

35,1

40,4

24,6

Singolo professionista Piccolo studio Società di amministrazione

25,0

50,0

57,1

47,2

28,6

28,6

27,8

21,4

14,3

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

Nord Centro Sud

7,0

8,8

5,3

25,8

26,3

26,8

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0

Fino a 5

Da 6 a 10

Da 11 a 15

Da 16 a 30

Da 31 a 50

Oltre 50

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112

Grafico 5.23. - AMMINISTRATORI – Per circa quante famiglie?

Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

Grafico 5.24. - AMMINISTRATORI – Ha mai avuto segnalazioni o richieste dai condomini in merito a problemi di isolamento termico?

Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

3,5

14,0

31,6

7,0

43,9

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0 50,0

Fino a 50

Da 51 a 150

Da 151 a 350

Da 351 a 500

Oltre 500

Si 40,4 No

59,6

14,3

28,6

50,0

85,7

71,4

50,0

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Sud

Centro

Nord

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113

Grafico 5.25. - AMMINISTRATORI – Ed in merito a problemi di isolamento acustico?

Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

Grafico 5.26. - AMMINISTRATORI – Ha in amministrazione edifici con lavori…

Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

Si 31,6 No

68,4

14,3

14,3

41,7

85,7

85,7

58,3

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Sud

Centro

Nord

54,4

44,4

64,3

52,8

43,9

41,5

50,0

41,7

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0

Totale

Sud

Centro

Nord

Lavori in corso

Lavori entro il 31/12/2014

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114

Grafico 5.27. - AMMINISTRATORI – LAVORI DI ISOLAMENTO - Sono stati fatti o verranno fatti lavori di ristrutturazione sui seguenti elementi?

Se SI, quali?

Fonte: indagine diretta CRESME – 2013 Grafico 5.28. - AMMINISTRATORI – LAVORI DI ISOLAMENTO - Quando sono stati eseguiti o verranno eseguiti i lavori?

 

Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

Si 66,7

No 33,3

2,6

3,4

3,9

4,4

23,4

30,7

31,7

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0

Isolamento acustico solai

Isolamento piano terra/garage

Isolamento interno

Isolamento acustico infissi e vetri

Cappotto esterno

Isolamento copertura

Sostituzione generatore di calore

20,8

57,1

22,1

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0

Futuri

Dal 2011 al 2013

Dal 2000 al 2010

25,0

22,7

23,5

2,3

11,8

6,3

4,5

31,3

31,8

29,4

25,0

34,1

29,4

6,3

2,3

6,3

2,3

5,9

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Futuri

Dal 2011 al 2013

Dal 2000 al 2010

Cappotto esterno Isolamento interno Isolamento piano terra/garage Isolamento copertura Sostituzione generatore di calore Isolamento acustico solai Isolamento acustico infissi e vetri

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115

Grafico 5.29. - AMMINISTRATORI – LAVORI DI ISOLAMENTO - Sono stati o verranno utilizzati gli incentivi fiscali?

Se SI, quali?

Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

Grafico 5.30. - AMMINISTRATORI – LAVORI DI ISOLAMENTO - Ha riscontrato problemi o resistenze da parte delle famiglie nell'usufruire delle detrazioni?

 

Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

Si 97,8

No 2,2

53,3

13,3

33,3

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0

Alcuni lavori al 36%/41%/50% per le ristrutturazioni edilizie e altri al 55%/65% per la riqualificazione

energetica

Solo detrazione del 55%/65%/50% per la riqualificazione

energetica

Solo detrazione del 36%/41%/50% per le ristrutturazioni edilizie

No 91,1%

2,2%

6,7%

SI 8,9%

Si, difficoltà burocratiche per l'amministrazione

Si, periodo di detrazione troppo lungo per molti condomini

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116

Grafico 5.31. - AMMINISTRATORI – Secondo lei, i lavori sarebbero stati fatti anche in assenza di incentivi fiscali?

 

Fonte: indagine diretta CRESME – 2013

15,2

4,3

23,9

56,5

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0

No

Si ma non quelli rivolti al risparmio energetico

Si tutti

Si ma solo quelli indispensabili e i più economici