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Assessorato della Salute
Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico
Valutazione della qualità dell’assistenza e riorganizzazione delle reti in Sicilia
Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico
La valutazione, cosa abbiamo imparato dalle prime valutazioni?
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Il contesto regionale
Rilevanza del ricorso a strumenti informativi integrati e le relative applicazioni per la programmazione
ricadute in termini di interventi per il miglioramento della qualità dell’assistenza
il contributo della funzione epidemiologica regionale per la valutazione dei processi di riorganizzazione in atto
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Riqualificazione della spesa sanitaria
Piano di rientro e ricadute sul piano economico Negli anni antecedenti al 2008 si registrava un
disavanzo strutturale che si attestava annualmente su importi variabili da 375 mln a 926 mln di euro, nonostante gli incrementi della quota del Fondo Sanitario (FSR) che oscillava da 202 mln a 502 mln di euro annui.
Questa situazione, come è noto, ha costretto la Regione Siciliana a ricorrere, tra la fine del 2007 e il 2008, allo strumento dell’indebitamento bancario (mutuo di 2,6 miliardi di euro), utilizzato, in larga parte, per ripianare principalmente le perdite subite fino all’anno 2005.
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La riorganizzazione del SSR
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SSN:I pilastri
Priority
settingAppropriatezza
Efficacia
Sostenibilità
Prevenzione
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SSN:I pilastri
Priority
settingAppropriatezza
Efficacia
Sostenibilità
Prevenzione
Funzione Epidemiologica Regionale
Committenza
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prospettiva innovativa nella programmazione sanitaria in Sicilia attraverso :
Aumento del peso del “valore salute” in tutte le politiche di intervento
Individuazione di obiettivi operativi orientati al contrasto alle principali patologie
ricorso ad indicatori misurabili ed oggettivabili per l’individuazione dei problemi di salute rilevanti e specifici
strumenti quali-quantitativi ispirati ai metodi della elaborazione del profilo di salute ed alla individuazione delle priorità
Il Piano della Salute 2011-2013
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Il PAA costituisce lo strumento principale con cui vengono elaborati programmi di miglioramento della salute per la comunità locale;
viene elaborato, coerentemente agli indirizzi e alle strategie definiti dalle politiche di salute, sulla base della situazione demografica, epidemiologica e socioeconomica locale e identifica obiettivi di salute da raggiungere in uno specifico ambito territoriale. La sua elaborazione e attuazione è dovrebbe prevedere il
coinvolgimento di organizzazioni, gruppi di popolazione e singoli individui dentro e fuori dal SSN.
Piani Attuativi Aziendali e programmazione per Obiettivi di Salute a livello territoriale
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Alcuni esempi/applicazioni per il sostegno alle decisioni e ricadute in termini di intervento
Valutazione dell’appropriatezza e della qualità
consumi
comportamenti prescrittivi
percorsi assistenziali
prestazioni
riorganizzazione delle reti
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Base dati assistiti POAT
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Spesa per cronicità
SOGGETTI CRONICI SOGGETTI CON UNA SOLA CRONICITA'
CRONICITA' N°ASSISTITI SPESA TOTALESPESA PRO
CAPITE N°ASSISTITI SPESA TOTALESPESA PRO-
CAPITE
TRAPIANTI 808 49.641.480 61.437 98 2.618.056 26.715INSUFFICIENZA RENALE CRONICA 13.693 257.217.573 18.785 4.020 69.547.575 17.300HIV E AIDS 4.863 44.452.900 9.141 1.894 11.875.752 6.270NEOPLASIE 125.454 732.378.836 5.838 55.523 265.839.145 4.788DIABETE 198.906 499.879.624 2.513 133.272 202.295.902 1.518MALATTIE CARDIO CIRCOLATORIE 495.490 921.060.923 1.859 403.116 467.481.265 1.160BRONCOPNEUMOPATIE 453.071 361.134.978 797 417.078 227.468.975 545MALATTIE APPARATO DIGERENTE 425.780 526.456.068 1.236 352.031 248.966.094 707MALATTIE DEL SISTEMA NERVOSO 193.443 627.707.067 3.245 115.565 264.069.212 2.285MALATTIE AUTOIMMUNI 9.294 28.502.006 3.067 2.424 6.204.502 2.560MALATTIE ENDOCRINE E METABOLICHE 240.548 518.544.821 2.156 156.394 189.056.147 1.209PARTI 46.049 125.394.588 2.723 34.407 91.108.112 2.648
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0 100 200 300 400Farm_pc
95% CI Fitted valuesMMG
Analisi dei determinanti dei livelli prescrittivi dei MMG
Spesaospedaliera
Spesa farmaceutica
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Valutazione della qualità e ricadute in termini di intervento
Area Ortopedica
Area Cardiologica
Area Materno Infantile
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SIRIE
Credenziali di accesso
rilasciate dal DASOE
http://sirie.regione.sicilia.it
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Area tematica Piano Regionale Esiti
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Livello di dettaglio distrettuale
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Gli indicatori obiettivo dei Direttori Generali
Istituiti a partire dal 2010 con l’obiettivo di Migliorare la qualità dei servizi sanitari
Consentire un controllo tempestivo dell’andamento dei principali indicatori a diversi livelli territoriali di riferimento
3 indicatori- obiettivo Proporzione dei parti con taglio cesareo primario
Tempestività di esecuzione della PTCA a seguito di IMA
Tempestività di esecuzione di intervento chirurgico a seguito di frattura del collo del femore nell’anziano
Modifiche 2013 Tempestività di esecuzione della PTCA a seguito di IMA Stemi
Ampliamento obiettivi 2014 Proporzione di colecistectomia laparoscopica con degenza post-operatoria entro
3 giorni;
Sub –obiettivo: Controllo proporzione di Schede RAD ESITO correttamente inviate (copertura e qualità)
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Tempestività intervento chirurgico a seguito di frattura del collo del femore nell’anziano
Sicilia: analisi per committenza
Rispetto al 2010:+ 41,99%
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Frattura del collo del femore: intervento chirurgico entro 2 gg –Italia - 2013
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Linee guida femore
DOCUMENTO
OBIETTIVI REGIONALI PER L’ORGANIZZAZIONE
DELL’ASSISTENZA INTEGRATE AL PAZIENTE ANZIANO
CON FRATTURA DI FEMORE
Indice
1. Introduzione ................................................................................................................... 3 2. Epidemiologia e volumi di attività - Regione SICILIA ......................................................... 3 3. Il Gruppo di lavoro multidisciplinare Regionale ............................................................... 6 4. Finalità del documento ................................................................................................... 6 5. Gli obiettivi Regionali ...................................................................................................... 7
Obiettivo 1: Trattamento chirurgico ............................................................................................. 7 Obiettivo 2: Timing dell’intervento .............................................................................................. 7 Obiettivo 3: Mobilizzazione ......................................................................................................... 7 Obiettivo 4: Modello di assistenza integrata ................................................................................ 8 Obiettivo 5: Assistenza nella fase acuta........................................................................................ 8 Obiettivo 6: Dimissione ............................................................................................................... 9 Obiettivo 7: Riabilitazione ........................................................................................................... 9
6. Percorso di cura per Il paziente con frattura di femore .................................................... 9 6.1 Pronto Soccorso ..................................................................................................................... 9
Indagini strumentali ed esami biochimici in PS ................................................................................ 10 Procedure per i pazienti con frattura di femore in PS ....................................................................... 10
6.2 Fase ospedaliera .................................................................................................................. 10 6.2.1 Valutazione multidimensionale orto-geriatrica/internistica .................................................. 12 6.2.2 Principali fattori clinici nel ritardo dell’intervento .................................................................. 12 6.2.3 Fattori organizzativi nell’accesso all’intervento chirurgico ...................................................... 14
7. Intervento chirurgico ...................................................................................................... 14 7.1 Anestesia............................................................................................................................. 15
8. Fase post-operatoria ...................................................................................................... 15 8.1 Principali aspetti da monitorare e sorvegliare nella fase postoperatoria ................................. 16
Dolore ............................................................................................................................................... 16 Idratazione ....................................................................................................................................... 16 Anemia ............................................................................................................................................. 16 Ossigenazione ematica..................................................................................................................... 16 Alimentazione ed apporto calorico-proteico ................................................................................... 16 Prevenzione e gestione del delirium ............................................................................................... 18 Integrità della cute e prevenzione delle lesioni da pressione ........................................................ 18 Prevenzione dell’incontinenza e gestione del catetere vescicale .................................................... 18 Prevenzione della costipazione e dell’ileo paralitico ....................................................................... 18
8.2 Il nursing ............................................................................................................................ 19 8.3 La presa in carico riabilitativa precoce e la riabilitazione nella fase acuta .......................... 19 8.4 Il Discharge Planning nella fase acuta ................................................................................... 20 8.5 Modelli di dimissione precoce ............................................................................................. 20
9. Fase postacuta ............................................................................................................... 21 9.1 Riabilitazione post-acuta .................................................................................................... 21 9.2 Prevenzione secondaria ...................................................................................................... 21 9.3 Prevenzione secondaria a lungo termine ............................................................................. 23
10. Continuità assistenziale ................................................................................................ 23 11. Indicatori di monitoraggio ............................................................................................ 25 12. Metodologia per l’implementazione delle linee di indirizzo ........................................... 26 Allegato 1 - Profili pazienti ................................................................................................ 27 Allegato 2. Articolazione dei setting riabilitativi LA ............................................................. 32
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Proporzione di IMA trattati con PTCA tempestivamente
Sicilia: analisi per committenza
Rispetto al 2010:+ 12,91%
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Infarto Miocardico Acuto: proporzione di trattati con PTCA entro 2 giorni. 2013
39.59
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IMA STEMI: proporzione di trattati con PTCA entro 2 giorni (grezzi). 2013
62.54
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Controlli su un set di strutture caratterizzate da alti/bassi valori di mortalità a seguito di IMA
Verifica della qualità dei dati e audit sulla base dei risultati PNE 2013
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Controlli su un set di strutture caratterizzate da alti/bassi valori di mortalità a seguito di IMA
Verifica della qualità dei dati e audit sulla base dei risultati PNE 2013
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Piano di miglioramento accuratezza diagnostica e appropriatezza codifica diagnosi IMA
Sulla base dei dati PNE la Regione ha chiesto alle aziende interessate di effettuare attività di auditing e controlli analitici al fine di valutare la validità della diagnosi, delle procedure e delle relative codifiche registrate sulle SDO in relazione alla documentazione clinica.
Complessivamente controllate 164 cartelle i 4 presidi
Incontri specifici tra servizi regionali e gruppi di lavoro aziende interessate con condivisione per il miglioramento qualità dei dati
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Audit regionale
Alta Mortalità
Bassa Mortalità
Cattiva Qualità codificaBassa specificità
Codice ICD-IX CM 410
Selezione della casistica Direttamente dirottati
da PS presso i centri HUB i pazienti più gravi
Restano ricoverati i pazienti più stabili
Vengono codificati come IMA casidi patologie cardiologiche ointernistiche a bassa letalità la cuidiagnosi di ricovero non sarebbetale
Giungono i paziente più critici
Vengono codificati come IMA casiterminali di pazienti conelevato livello di troponina la cuidiagnosi di ricovero non sarebbetale
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Piano di miglioramento accuratezza diagnostica e appropriatezza codifica diagnosi IMA
Le Aziende coinvolte hanno formulato e stanno attuando piani di azione con l’obiettivo di migliorare
La qualità della diagnosi di IMA nelle UU.OO. Di Cardiologia e non
La qualità della codifica
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Valutazione della qualità ed appropriatezza delle codifica per Infarto Miocardico Acuto sulle cartelle cliniche, Anno 2012.
Figura 1 Percentuali di concordanza tra informazioni desunte da cartella clinica e informazioni riportate nella SDO per i casi
di IMA STEMI ed NSTEMI per struttura erogatrice, Anno 2012.
Per il 73% delle strutture la concordanza è maggiore o uguale dell’80%,
• concordanza inferiore al 50% riscontrata soltanto per 2 strutture;
• Sensibilità 86%
• Specificità 83%
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Base Dati della farmaceutica
Potenziali applicativi del flusso della farmaceutica:
L’aderenza alla terapia farmacologica
Evidence-Based Medicine (EBM) dopo dimissione ospedaliera a seguito di Infarto Miocardico Acuto (IMA) in Sicilia
Stimare l’aderenza alla terapia EBM post-IMA in Sicilia e valutare eventuali differenze geografiche (tra le 9 ASP)
Aspetti relativi alla gravità
Aspetti di carattere socio-demografico
Obiettivo dello studio
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Risultati: tassi grezzi di aderenza a mono e politerapia EBM
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Raccomandazioni Regionali per la dimissione e la comunicazione col paziente per un evento cardiologico acuto
La lettera di dimissione come principale, se non unico, strumento informativo costituisce il primo anello di congiunzione tra ospedale e territorio, ed è uno strumento essenziale per attivare una valida continuità assistenziale, migliorando la comunicazione tra cardiologo ospedaliero e MMG, che dovrà perfezionare/gestire la terapia, garantire un adeguato follow-up e mantenere/rinforzare i messaggi educativi forniti al paziente ed ai familiari durate il ricovero.
Strumento innovativo sulla comunicazione con il paziente al quale saranno consegnate alla dimissione un Kit educazionale, da unire alla lettera, costituito da diverse schede (informazioni generali sulle malattie cardiache, sui fattori di rischio, sul riconoscimento dei sintomi, sul calendario dei controlli di follow-up, sui farmaci prescritti, sugli effetti collaterali, sulla necessità di interrompere il trattamento, su dieta, esercizio fisico, fumo, attività lavorativa...........
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Proporzione di parti con taglio cesareo primario
Sicilia: analisi per committenza
Rispetto al 2010:- 10,44%
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Proporzione di parti con taglio cesareo primario: 2013
Italia: 25.98
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Metodi per la valutazione di esito su scala regionale
Palermo, 17 Aprile 2012
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Distribuzione strutture ospedaliere per Comune, Anno 2014
• Complessivamente, al 2014– 5.094.937 residenti in
Sicilia
– 13 mila e 527 posti letto per ricoveri in regime ordinario (in strutture pubbliche e private accreditate)
– Comprensivi di posti letto in riabilitazione (1390) e lungodegenza (773)
2,65 posti letto x 1.000 ab. (contro 2.9 circa al 2012)
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Analisi per distretto: Posti letto per 1000 abitanti
Considerando il livello di distretto socio-sanitario, discreta variabilità nella disponibilità dei posti letto per abitante
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Posti letto per abitante in funzione della distanza: 20km Anno 2014
Popolazione coperta entro 20 km: 5.071.506 (99,54%)
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PL x 1000 ab. Media regionale
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Distanza da Comuni con strutture con disponibilità di reparto di Ostetricia e Ginecologia, in tempi di percorrenza, Anno 2014.
Comuni situati ad oltre 60 minuti da un comune con almeno una struttura con reparto di Ostetricia e Ginecologia. Tali località si collocano soprattutto nelle aree interne dell’Isola, quali ad esempio l’area del Parco delle Madonie, dei Monti Sicani, alcuni Comuni del Parco dei Nebrodi e altre zone dell’area sud-orientale. (oltre ai contesti insulari di Lampedusa, la quale però è servita da servizio di Elisoccorso, Isole Eolie e Ustica
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Riordino e razionalizzazione della rete dei punti nascita in Sicilia (dicembre 2011)
rete dei punti nascita su due diversi livelli organizzativi prevedendo un I livello e un II livello con Standard Operativi differenziati
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Analisi preliminare su appropriatezza della gestione delle nascite a rischio: background
Accordo Stato Regioni del 16 dicembre 2010 razionalizzazione/riduzione progressiva dei punti nascita
con numero di parti inferiore a 1000/anno, prevedendo l'abbinamento per pari complessità di attività delle UU.OO. ostetrico-ginecologiche con quelle neonatologiche/pediatriche, riconducendo a due i precedenti tre livelli assistenziali;
differenti livelli di assistenza ostetrica e neonatale, compreso la definizione delle risorse umane sulla base dei carichi di lavoro POMI 2000 (salvaguardia della gravidanza e della salute e dei
neonati) al fine di misurare il grado di afferenza ai punti nascita competenti per i
specifici bisogni di salute viene indicato almeno l’80% delle gravide e dei neonati ad alto rischio assistiti al centro di più elevato livello.
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Analisi preliminare su appropriatezza della gestione delle nascite a rischio: standard
I punti nascita privi di una copertura di guardia medico-ostetrica , anestesiologica e medico pediatrica attiva h 24, o di risorse umane e di attrezzature adeguate non dovrebbero prendere in carico nascite a rischio (rif. POMI)
Anche il trasferimento del neonato subito dopo la nascita, in presenza di informazioni tali da fare ritenere la nascita a rischio possono rappresentare un indicatore di cattiva gestione del percorso clinico Si stima che solo l’1% delle emergenze neonatali non possa
essere previsto (Agosti, Gancia, Tagliabue, 2010).
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Obiettivi
Descrivere la distribuzione nei centri di II e I livello e in strutture pubbliche o private di: parti di nati a rischio
trasferimenti entro un giorno dalla nascita.
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AMBITO TERRITORIALE PROVINCIA PRESIDIO SEDE N. TOT
SICILIA OCCIDENTALE
Provincia di Agrigento “San Giovanni Di Dio” Agrigento 1
6
Provincia di Trapani “S. Antonio Abate” Trapani 1
Provincia di Palermo
ARNAS “Civico” Palermo
4V.Sofia /Cervello Palermo
AOUP “Giaccone” Palermo
Buccheri La Ferla Palermo
SICILIA CENTRALEProvincia di Caltanissetta “Vittorio Emanuele” Gela 1
2Provincia di Enna “Umberto I°” Enna 1
SICILIA ORIENTALE
Provincia di Catania
ARNAS “Garibaldi” Catania
3
7
“Cannizzaro” Catania
AOUP “VittorioEmanuele”
Catania
Provincia di Messina“Papardo/Piemonte” Messina
2AOUP “Martino” Messina
Provincia di Ragusa “Civile Arezzo” Ragusa 1
Provincia di Siracusa “Umberto I°” Siracusa 1
Totale 15
15 Punti nascita di II livello
I Punti nascita di II livello(DA 2536 /2011 )
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I Punti nascita di I livello(DA 2536 /2011 )
27 Punti nascita di I livello
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Metodi
Parto di «nato» definito a rischio laddove si verifichi una delle seguenti condizioni: - Età materna estrema <20 anni o > 40 anni
- Peso alla nascita < 1500 grammi (VHLBW)
- Età gestazionale < 37 settimane
- Gemellarità
- Presenza di SGA (Small for Sestational Age).
Tali informazioni vengono rilevate attraverso l’integrazione dei flussi informativi SDO-CEDAP
Analisi descrittiva distribuzione delle nascite in relazione alla tipologia di neonato (a rischio vs. non a rischio).
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Integrazione SDO-CEDAP
Per mancanza di un codice identificativo univoco di collegamento
non sempre è stato possibile associare al flusso CeDAP la corrispondente SDO relativa al parto della madre (%di associazione CEDAP - SDO madre = 91%), Chiave di linkage= Codice sanitario madre; Codice
sanitario madre + Data nascita madre
ancor più difficile risulta l'associazione tra il flusso CeDAP e la corrispondente SDO relativa al bambino (% di linkage = CEDAP – SDO Bambino = 60%) Chiave di linkage= struttura – sub struttura – data nascita
– peso- sesso
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Percentuale di copertura ( SDO madre/
CedAP)
Palermo – 19 Maggio 2015
Provincia struttura
SDO MammalinKage
con CEDAP
%
SDO MammaNON linkagecon CEDAP
% Totale Parti
Agrigento 3081 (91) 307 (9) 3388
Caltanissetta 1560 (96) 59 (4) 1619
Catania 10539 (92) 904 (8) 11443
Enna 1170 (92) 108 (8) 1278
Messina 4764 (94) 297 (6) 5061
Palermo 11225 (89) 1370 (11) 12595
Ragusa 3075 (89) 393 (11) 3468
Siracusa 2574 (95) 124 (5) 2698
Trapani 2740 (88) 369 (12) 3109
Totale 40728 (91) 3931 (9) 44659
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Nel 2013, sono state registrate 44.751 nascite distribuite in 59 strutture sanitarie, si cui 11 (21.5%) sono costituite da strutture private accreditate.
La metà dei parti (oltre 22000) si concentra in 16 punti nascita di II livello
Nelle strutture private accreditate, il numero di nascite è stato di 7.026, pari a circa il 15% del totale.
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Anno 2013 Parti in tutte le strutture con CEDAP (circa 9% non linkato)
non a rischio a rischio Totale no cedap
strutture n % n % n % n % Totale Nati
Non Classificato 3159 (87) 455 (13) 3614 (91) 348 (9) 3962
1° Livello 14280 (86) 2362 (14) 16642 (92) 1452 (8) 18094
2° Livello 15179 (74) 5293 (26) 20472 (91) 2131 (9) 22603
Totale 32618 (80) 8110 (20) 40728 (91) 3931 (9) 44659
Anno 2011 Parti in tutte le strutture con CEDAP (circa 11% non linkato)
non a rischio a rischio Totale no cedap
strutture n % n % n % n % Totale Nati
Non Classificato 4925 (87) 709 (13) 5634 (92) 481 (8) 6115
1° Livello 14191 (85) 2412 (15) 16603 (91) 1603 (9) 18206
2° Livello 15769 (78) 4554 (22) 20323 (87) 3098 (13) 23421
Totale 34885 (82) 7675 (18) 42560 (89) 5182 (11) 47742
Risultati : Distribuzione dei parti per livello
Dei 44659 nati almeno 8110 (20%) possono considerarsi a rischio Di questi almeno:2362 , il 29%, sono assistiti in centri di I livello (2011= 31%)5293, il 65%, in quelli di II livello (2011= 59%)
29%
31%
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Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico
Distribuzione delle strutture ospedaliere (pubbliche e private accreditate) in Sicilia in relazione alla percentuale di nascite a rischio definite tramite informazioni desunte dalla SDO della madre, Anno 2013
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Trasferimenti presso altra struttura entro 1 giorno dalla nascita per tipologia di struttura e rischio del bambino.
trasferimenti presso altra struttura =735 nascite (1,7% del totale delle nascite) di cui 177 a rischio (3,4% tra le nascite a rischio, con probabilità doppia di trasferimento)Centri I livello =510 bambini (3% dei nati) ; Centri II livello= 120 (0,5% dei nati). strutture pubbliche =1,45%, strutture private= 3,1%
n % R R n % R R n % R R n % R R
p r iv a to 2 0 ,7 3 ,5 5 1 3 ,5 1 5 ,0 1 7 3 ,2 4 ,6 2 4 2 ,8 5 ,6
p u b b l ic o 2 0 1 ,4 7 2 1 9 ,1 1 0 ,1 4 0 2 ,9 4 ,1 8 1 2 ,6 5 ,2
p r iv a to 1 1 1 2 ,3 1 1 ,5 6 3 8 ,8 9 ,8 2 1 3 4 ,3 1 9 5 3 ,2 6 ,4
p u b b l ic o 8 0 1 ,7 8 ,5 5 7 7 ,9 8 ,8 1 7 8 2 ,8 4 ,0 3 1 5 2 ,7 5 ,4
I I l iv e l lo p u b b l ic o 2 6 0 ,2 1 3 1 0 ,9 1 ,0 6 3 0 ,7 1 ,0 1 2 0 0 ,5 1 ,0
to ta le 2 3 9 1 ,1 1 7 7 3 ,4 3 1 9 1 ,8 7 3 5 1 ,6
I l iv e l lo
n o c e d a pn o n a r is c h io a r is c h io to ta le
n o n c la s s i f ic a to
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Mortalità a 30 gg (intraospedaliera)
4,6/1000
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Mortalità a 30 gg (intraospedaliera) nati a rischio
13,3/1000
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Commenti
Nel 2013 in Sicilia sono nati 8110 neonati a rischio.
Di questi 2/3 (65%) sono stati assistiti in un punto nascita di II livello mentre ancora 2817 nati sono stati trattati in centri non di I livello.
La propozione di neonati a rischio in carico ai centri di I livello è stata del 14% rispetto al 26% di quelli di II livello. Analogamente nelle case di cura privata tale proporzione è stata ancora più bassa (12,6%).
Dal 2011 al 2013, dopo l’avvio della riorganizzazione dei punti nascita in Sicilia, si è avuta un aumento della concentrazione di nati a rischio in punti nascita di II livello di circa il 6% .
Sul totale dei nati 735 casi (1,7%) sono stati trasferiti entro il primo giorno di vita : dai centri di I livello è stato trasferito il 3% dei nati e delle strutture private il 3,1% . Tra i neonati a rischio è stato trasferito il 3,4% mentre tra quelli non a rischio il 1,1%.
La mortalità a trenta giorni è di 4,6 per 1000 nati (13,7 per mille nei neonati a rischio)
Analisi in corso
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Ricadute
Imminente provvedimento (linea guida) assistenza percorso nascita per massimizzare la concentrazione parti a rischio
Standard 100% neonati a rischio in centri II livello
Attivazione di strumenti di sorveglianza sulla appropriatezza della gestione dei neonati a rischio
Avviato protocollo per l’integrazione flussi CEDAP SDO a partire dal 2013
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• La disponibilità di nuovi strumenti informativi basati sull’integrazione dei dati in Sicilia sostiene l’introduzione e la valutazione degli interventi finalizzati al miglioramento dell’appropriatezza organizzativa e della qualità dell’assistenza
• Il trend in notevole miglioramento registrato indica l’efficacia dell’introduzione degli indicatori nel sistema di valutazione delle DDGG e «scatena» ulteriori azioni di ottimizzazione
• L‘esperienza di questo periodo richiama l’opportunità di ulteriori indicatori dell’assistenza neonatale
• Opportuno l’aggiornamento e integrazione dei sistemi informativi nell’area perinatale per migliorare le stime dei programmi di valutazione degli esiti .
Conclusioni
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http://pti.regione.sicilia.it/
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Equità di accesso alle cure – Cesarei
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Infarto Miocardico Acuto: proporzione di trattati con PTCA entro 2 giorni. 2013
39.59
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Frattura del collo del femore: intervento chirurgico entro 2 gg –Italia - 2013