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VALUTAZIONE ECOGRAFICA DEL
RENE NORMALE E PATOLOGICO
CORSO TEORICO
PRATICO DI
ECOGRAFIA BASE
28 - 29 OTTOBRE 2016
TORINO
ROSANNA ALEI
L’IMMAGINE ECOGRAFICA
E’ LA RAPPRESENTAZIONE DI UNA
SERIE DI EFFETTI DEGLI ULTRASUONI
CHE SI MODIFICANO CON
L’INTERAZIONE
CON I
TESSUTI BIOLOGICI
Quando il
FASCIO ULTRASONORO
incontra una
INTERFACCIA
tra due
MEZZI
a diversa IMPEDENZA ACUSTICA,
gli ULTRASUONI
vengono in parte trasmessi con
PERDITA DI ENERGIA.
Gli ECHI di RITORNO dai TESSUTI
colpiscono il
TRASDUTTORE,
dove vengono trasformati in
IMPULSI ELETTRICI
ed inviati al
CONVERTITORE
che li rielabora in una
IMMAGINE in SCALA DEI GRIGI
Ad ogni PIXEL dell’immagine è assegnata
una diversa luminosità proporzionale alla
intensità degli ECHI RIFLESSI corrispon-
denti:
• ECHI INTENSI (iperecogeno = BIANCO)
• ECHI INTERMEDI (iso-ipoecogeno = GRIGIO)
• ASSENZA DI ECHI (anecogeno = NERO)
ARTEFATTI UTILI
•Riverberazione
•Artefatto a coda di cometa
•Ring down artifact
•Cono d’ombra posteriore
•Ombre acustiche laterali
•Rinforzo posteriore
•Segno dello scintillio o Twinkling artifact
•Artefatto da variazione della velocità di propagazione
ARTEFATTI FONTE DI ERRORE
• Artefatto dei lobi (fasci) laterali
• Effetti di volume parziale
• Sdoppiamento dell’immagine
• Effetto specchio
• Artefatto da variazione della velocità di
propagazione
A COSA STARE ATTENTI QUANDO SI
ESEGUE UN’ECOGRAFIA…
• EFFETTO PIOGGIA
E’ dovuto a riflessioni multiple, di tipo
diffuso, di intensità intermedia che si
verificano tra i tessuti molli che sovrastano
una superficie molto riflettente come ad
esempio i tessuti molli posti anteriormente
alla parete della vescica e la superficie del
trasduttore.
• Gli echi generati in tale sede, si
visualizzano proiettati nelle zone prive di
riflessione.
• Si può considerare un effetto legato a
diffusori e non a riflettori speculari.
RIDUCENDO IL
GAIN TOTALE
O LA
T.G.C. ( TIME GAIN COMPENSATION),
NEI SEGMENTI CORRISPONDENTI, SI
ATTENUA L’EFFETTO PIOGGIA
ALIASING
E’ un EFFETTO SPECCHIO che si produce in corrispondenza delle
SUPERFICI CONCAVE ed IPERRIFLETTENTI come a livello del
DIAFRAMMA
per cui una formazione del fegato posta in adiacenza della cupola può essere
contemporaneamente rappresentata sia nel suo collocamento anatomico sia a livello della
base polmonare
Lo studio ecografico dei
RENI
va eseguito in
POSIZIONE SUPINA,
(è preferibile l’approccio CORONALE CON L’APPOGGIO DELLA SONDA SUL FIANCO) e successivamente in decubito obliquo o laterale
dx e sn
(le scansioni da eseguire sono sottocostali ed intercostali)
SONDE ECOGRAFICHE
Si utilizzano sonde multifrequenza per
Scansioni profonde: CONVEX 3.5 MHz (2.5
– 6.5 MHz)
Scansioni superficiali: LINEARI 7 – 12 MHz
(nei Pz portatori di Trapianto Renale e/o nei
Pz Pediatrici)
• I RENI sono posti ai lati della COLONNA
VERTEBRALE LOMBARE (tra D12 – L3)
• Il RENE DESTRO è più basso di 2-3 cm
rispetto a quello di SINISTRA
• ASSE MAGGIORE 9 e 12 cm
( L = lunghezza)
• ASSE CORTO 4 – 5.5 cm
(W = larghezza misurata all’ilo)
• SPESSORE 2.5 – 3 cm
• (AP = diam. antero-posteriore all’ilo)
Ecografia normale: il rene destro in sezione longitudinale (a sinistra) e
la sezione trasversale (destra): lunghezza e larghezza è misurata in
sezione longitudinale, la pelvi renale in sezione trasversale.
Spina (1), vena cava (2), psoas (3), cistifellea (4), fegato (5), il polo
superiore (6), polo inferiore (7). med. J. Haak (Königsbrunn)
L’ESAME ECOGRAFICO DEI RENI DEVE
DIRE:
• - SE IN SEDE
• - SE LE DIMENSIONI SONO NORMALI
• - SE LA REGIONE CALICO-PIELICA E’ INTERROTTA DA PROCESSI PATOLOGICI O PARAFISIOLOGICI
• - SE LO SPESSORE CORTICO-MIDOLLARE E’ CONGRUO
• - SE VI E’ DILATAZIONE DELLE VIE ESCRETRICI
• - SE VI SONO PROCESSI OCCUPANTI SPAZIO
PROCESSI OCCUPANTI SPAZIO…SE
PRESENTI
• - NUMERO
• - FORMA
• - DIMENSIONI
• - CARATTERISTICHE ECOSTRUTTURALI
• - COLLOCAZIONE ANATOMICA
DOPPLER…
Se effettuiamo il
DOPPLER della FOCALITA’
possiamo aggiungere indicazioni sulla
presenza o meno di
SEGNALI di FLUSSO
e, se presenti, li descriviamo come:
PERILESIONALI, CENTRALI o
UBIQUITARI
ANATOMIA ECOGRAFICA
• 1 – CAPSULA ESTERNA IPERECOGENA
• 2 – PARENCHIMA IPO-ISOECOGENO (rispetto a fegato e milza), compreso tra CAPSULA e PELVI a sua volta costituito da:
• - 2 a CORTICALE più esterna ed ecogena (espressione della porzione funzionale renale)
• - 2 b MIDOLLARE più interna e ipoecogena (corrisponde alle PIRAMIDI, a struttura triangolare con la base verso l’esterno)
• 3 - SENO RENALE IPERECOGENO per la presenza di molteplici INTERFACCE date dal grasso e dalle diverse strutture intrasinusali.
PARENCHIMA IPO-ISOECOGENO
(rispetto a fegato e milza), compreso tra CAPSULA
e PELVI a sua volta costituito da:
• - 2 a CORTICALE più esterna ed
ecogena (espressione della porzione
funzionale renale)
• - 2 b MIDOLLARE più interna e
ipoecogena (corrisponde alle PIRAMIDI, a
struttura triangolare con la base verso
l’esterno)
PARENCHIMA RENALE: variazione fisiologica per età
RENE NEONATALE:
• Spessore parenchimale >> seno pielico
• Piramide ben visibile e corticale iperecogena
rispetto alla midollare e a fegato e milza
RENE GIOVANE ADULTO:
• Parenchima e seno pelvico ben sviluppato
• Corticale meno iperecogena rispetto alla midollare; uguale o inferiore a quella di fegato e milza
RENE ANZIANO:
• Aumento di volume del seno pelvico
• Involuzione del parenchima
• Corticale e midollare praticamente indistinguibili
• Ipo-isoecogeno con fegato e milza
SENO PIELICO
NORMALE
• Intensamente iperecogeno per molte interfacce tra le varie strutture (grasso, vasi, linfatici, via escretrice)
• Talvolta è possibile identificare calici e pelvi (anecogene) in assenza di ostruzione (idratazione del Paziente e stato di replezione vescicale)
DUPLICITA’ DELLA VIA ESCRETRICE
• Seno pielico interrotto da una massa corticale endosinusale
• (non esclusiva dei reni con doppio distretto)
VARIAZIONI MORFOLOGICHE
• LOBATURE E INCISIONI FETALI
• RENE A DROMEDARIO
• IPERTROFIA DEI TUBULI E LABBRI
RENALI
• IPERTROFIA DELLA COLONNA E
SETTO MESORENALE
IDRONEFROSI Dilatazione della via escretrice urinaria da causa ostruttiva,
meccanica o funzionale
• In reni normali in condizioni di normo-iperidratazione
aree ipo-anecogene nell’ambito del seno pielico (via
escretrice intrarenale)
• Influenzato dal grado di distensibilità del sistema
collettore (>nel bambino) e dalla replezione vescicale
• Talvolta riconoscibile l’ampolla renale
• Diametro A/P max pelvi 30mm; uretere 5mm (In realtà in
condizioni di normalità la via escretrice è raramente
visualizzabile)
• Utilizzo color-Doppler nella ddf tra vaso e via escretrice
• In caso di dilatazione (bilaterale) vuotare la vescica e
ripetere dopo 20’
CLASSIFICAZIONE ECOGRAFICA
DELL’ IDRONEFROSI
• Grado I: modica ectasia della pelvi
• Grado II: evidente ectasia delle vie
escretrici con spessore corticale
conservato
• Grado III: marcata ectasia delle vie
escretrici con riduzione di spessore del
parenchima
I°: immagine ecopriva arboriforme corrispondente alla pelvi
ed al sistema collettore modicamente dilatato
II°: il sistema collettore è più visibilmente dilatato con
evidenza delle comunicazioni tra calici e pelvi, ma lo
spessore parenchimale è conservato
DILATAZIONE DELL’ URETERE
• Uretere difficilmente si segue nel tratto
lombare e pelvico per la sovrapposizione
del meteorismo intestinale
• Quasi sempre visibile nel tratto
prevescicale
DILATAZIONE ED OSTRUZIONE • Il grado di dilatazione può non coincidere tuttavia con il
grado di ostruzione
Ostruzione senza dilatazione Dilatazione senza ostruzione
- Ostruzione acuta e com- - Iperidratazione
pleta: riduzione filtrazione - Somministrazione di diuretici
glomerulare e della diuresi - Iperdistensione vescicale
- Ostruzione incompleta - Pelvi ampia extrarenale
- stato di disidratazione - Malrotazione renale
- litiasi a stampo (cono d’om- - Megacalicosi
bra che maschera la dilatazio- - Cisti parapieliche
ne) - Rene policistico
- Patologia da reflusso
UROLITIASI
I CALCOLI
si evidenziano ecograficamente come
formazioni fortemente iperecogene
CON o SENZA
CONO D’OMBRA POSTERIORE
in relazione alle loro dimensioni.
A differenza dell’esame radiologico diretto
dell’addome,
gli ultrasuoni sono in grado di evidenziare i
calcoli indipendentemente dalla loro
composizione
UROLITIASI
La visualizzazione ecografica del calcolo
dipende da:
sede, dimensioni, corretta focalizzazione
del trasduttore e quantità di tessuto
interposto
Per lo studio della litiasi renale può rendersi
necessario il ricorso a
BASSI LIVELLI di GUADAGNO,
che se da un lato possono rendere meno
dettagliata l’immagine renale,
consentono di mettere in maggiore evidenza
l’immagine litiasica.
Gli ultrasuoni
sono in grado di evidenziare
calcoli anche di piccole dimensioni (>3 mm)
quando localizzati nelle vie escretrici intrarenali (calici-pelvi),
nella giunzione pelvico-ureterale,
nell’uretere distale intramurale (specie se provoca dilatazione della via escretrice a monte)
e in vescica.
Per calcoli non visibili in corrispondenza del
cono d’ombra posteriore
il Doppler
mostra un
tipico artefatto rosso-blu
definito
« TWINKLING ARTIFACT»
I calcoli localizzati
nel tratto intermedio dell’uretere
non sono esplorabili ecograficamente
per l’interposizione delle anse intestinali.
In tali casi possiamo avere, come segno
indiretto della loro presenza, una dilatazione
omolaterale del sistema calico-pielico
definita IDRONEFROSI, provocata dalla
ostruzione ureterale a valle.
Ricordiamo tuttavia che l’idronefrosi può
mancare nelle fasi più precoci
della colica renale.
Nell’ IDRATAZIONE FORZATA,
per eseguire l’esame ecografico è possibile trovare un quadro di
IDRONEFROSI LIEVE
ma
BILATERALE
e
NON MONOLATERALE
come nell’ostruzione dovuta a calcolo
(vuotare la vescica e ripetere la scansione dopo 20’)
ASPETTO TIPICO SEGNI DIRETTI:
• Immagine iperecogena
• Cono d’ombra posteriore
SEGNI INDIRETTI:
• Idronefrosi
• Urinomi
• Pionefrosi
• Flogosi renali parenchimali
CALCOLOSI CORALLIFORME O A
STAMPO
La calcolosi a stampo si caratterizza per
la presenza di
marcata disorganizzazione
ecostrutturale
dell’area pielica
ASPETTO ATIPICO • Calcoli < 3-4mm possono non avere cono
d’ombra
• Spot iperecogeni a livello renale con
artefatto a coda di cometa (piccoli focolai
di deposizione di sali minerali; se situati
all’apice delle piramidi si definiscono
placche di Randall)
• Spesso abusato il concetto di renella
URINOMA
Altro
SEGNO INDIRETTO
di OSTRUZIONE URETERALE
da parte di un calcolo è il cosiddetto
URINOMA
(stravaso di urine sotto la capsula renale provocato dall’incremento della pressione a
monte dell’ostruzione);
ecograficamente si evidenzia come una raccolta ANECOGENA perirenale
FLOGOSI RENALI
FLOGOSI RENALI ACUTE
• Forme parenchimali focali
1- flogosi limitata ad uno o più lobi renali
2- possibili complicanze suppurative (ascessi parenchimali, estensione spazi peri-para renali o pionefrosi)
• Forme parenchimali diffuse
1- processo patologico che interessa estesamente il rene
2- possibile complicanze suppurative (ascessi parenchimali, estensione spazi peri-pararenali o pionefrosi)
3- dilatazione delle vie escretrici con all’interno echi di intensità variabile
4- spesso calcoli
ASCESSO RENALE
ASCESSO RENALE
• Area ipo-anecogena a margini netti con
echi pielici all’interno
• Possibili echi da gas
FALSI POSITIVI NELLA CALCOLOSI
RENALE
• CALCIFICAZIONI PARENCHIMALE (flogistica e parassitaria, tubercolomi, nefrocalcinosi e rene a spugna midollare)
• CALCIFICAZIONI VASCOLARI (immagine a binario: longitudinalmente si evidenziano due strie ipereco-gene delimitanti un’area transonica intermedia ben evidente all’eco-color-Doppler
• RACCOLTE GASSOSE
• CALCIFICAZIONI in masse neoplastiche
• COAGULI (iperecogeni senza sbarramento acustico posteriore)
CISTI
L’ecografia è l’indagine diagnostica principale nello studio delle
CISTI UNICHE
o delle
MALATTIE POLICISTICHE
del RENE.
Spesso queste lesioni sono diagnosticate occasionalmente durante un esame ecografico
dell’addome
BOSNIAK ha classificato le MASSE
CISTICHE o SIMIL CISTICHE in 4 categorie
• I – CISTI SEMPLICI BENIGNE
• II – CISTI BENIGNE minimamente
COMPLICATE (con setti sottili, piccole
calcificazioni, rari echi interni)
• III – CISTI COMPLICATE (cisti
multiloculate, cisti emorragiche cisti
infette)
• IV – CARCINOMI CISTICI
• Le prime due categorie sono sempre
benigne e quindi è sufficiente il
monitoraggio ecografico nel tempo
• Sono caratterizzate da:
RINFORZO DI PARETE POSTERIORE
OMBRE ACUSTICHE LATERALI
FENOMENI DI RIVERBERO
DESCIZIONE
• SEDE
• NUMERO
• FORMA
• DIMENSIONI (generalmente diametro maggiore)
• CARATTERISTICHE DELLE PARETI
• CONTENUTO
• SETTI
• MONOLATERALITA’ / BILATERALITA’
CISTI TIPICA
• FORMA: regolare/ ovalare/ o
rotondeggiante
• MARGINI: ben definiti
• CONTENUTO: totalmente anecogeno
• RINFORZO ACUSTICO
POSTERIORE
• OMBRA ACUSTICA LATERALE
CISTI ATIPICA
• FORMA: leggermente irregolare
• CONTORNI: a volte sfumati
• CONTENUTO IPO-ANECOGENO
CON FINI ECHI
• POSSIBILI SEPIMENTI INTERNI
SOTTILI
CISTI COMPLICATA
Rappresenta una CISTI ATIPICA che si COMPLICA per fenomeni degenerativi, neoplastici, flogistici o emorragici:
FORMA: irregolare
CONTORNI: sfumati
CONTENUTO: ipoecogeno
PRESENZA di SETTI, SEPIMENTI, CALCIFICAZIONI, VEGETAZIONI AGGETTANTI
MALATTIA POLICISTICA
• I reni appaiono sensibilmente aumentati di
grandezza con cisti multiple di varia
grandezza e forma che sovvertono
completamente la morfologia renale
normale
• Il parenchima inter-cistico appare
assottigliato e iperecogeno
In bambini con familiarità positiva
il riscontro di una cisti conferma il
sospetto di malattia
mentre la presenza di 5 o più cisti
complessive bilateralmente
permette la conferma della diagnosi
Da ricercare la frequente,
concomitante, presenza di formazioni
cistiche in altri organi (fegato,
pancreas, ovaio, tiroide, milza)
La localizzazione unilaterale delle lesioni
cistiche,
la riduzione del parenchima renale
e la assenza di analoghe formazioni cistiche
a carico di altri organi
sono i principali elementi ecografici
che consentono di inquadrare
la malattia multicistica.
CISTI RENALE MULTILOCULATA
• Una formazione monolaterale costituita da
un grappolo di numerose cisti non
comunicanti tra loro.
• Opportuno, in questi casi, far seguire
l’esame ecografico con una TAC per
escludere neoformazioni tumorali cistiche
NEOFORMAZIONI RENALI
• Negli ultimi decenni si è assistito ad un progressivo incremento di frequenza nel rilievo di tumori renali: la diagnosi «incidentale» è passata dal 7-13% degli anni 70 a valori che si attestano attualmente tra il 48 e il 66%
• Per reperto incidentale si intende il riscontro di una lesione non correlata con il motivo dell’esecuzione dell’esame, né con la pregressa storia clinica.
Il rilievo di una lesione renale pone al diagnosta il
compito di una sua caratterizzazione e provare a
fare diagnosi di natura, spesso possibile su base
istologica
• Lesioni cistiche
80% tumori a cellule renali
• Lesioni solide 2-6% angiolipomi
3-7% oncocitomi
1% tumori a cellule transizionali
Ecograficamente
i tumori renali possono determinare
una bozzatura del profilo renale e/o una focale alterazione dell’ecogenicità del parenchima.
Il 23-46% degli espansi renali solidi con dimensioni inferiori a 3cm, appare ipo-
isoecogeno
ed il 30% si presentano in forma variamente iperecogena con problematiche di diagnosi
differenziale con l’angiomiolipoma.
Le lesioni maggiori
possono avere una
ecostruttura eterogenea
per la presenza di calcificazioni o di aree
necrotico-emorragiche più o meno estese,
rappresentate da componente ipo-anecogena.
Alla valutazione color-Doppler
sono tipicamente
molto vascolarizzate
ANGIOMIOLIPOMA
Ecograficamente gli
ANGIOMIOLIPOMI
tipici appaiono come lesioni fortemente
ecoriflettenti, omogenee, con margini
ben delimitati
ONCOCITOMA
• Lesioni solide omogenee ipo-isoecogene,
a margini netti, senza evidenza di aree
necrotiche o colliquative;
• La caratteristica cicatrice stellata,
iperecogena, è un reperto incostante e
raro (40%)
RENE TRAPIANTATO
• Il RENE TRAPIANTATO va ricercato in
fossa iliaca in posizione superficiale
• Le sonde usate sono la convex o settoriale
lineare
• La prima valutazione va fatta subito dopo il
trapianto ed a 2 mesi di distanza
• L’anatomia del rene trapiantato è sovrapponibile al rene nativo con migliore differenziazione delle componenti anatomiche in rapporto alle situazione superficiale che ne favorisce l’approccio.
• Solitamente le vie escretrici non sono riconoscibili, essendo virtuale il lume dei calici e della pelvi
• Tuttavia una minima dilatazione delle cavità calico-pieliche non deve essere necessariamente considerata patologica se osservata a vescica piena e se scompare dopo minzione, avendo il rene trapiantato una diuresi aumentata rispetto al rene normale
RIGETTO • Aumento volumetrico del rene che presenta
aspetto globoso
• Ingrandimento delle piramidi che appaiono più ipoecogene per edema, congestione, emorragia
• Iperecogenicità della corticale per processi di infiltrazione cellulare, trombosi vascolari e necrosi fibrinoide delle arteriole e dei capillari
• Seno renale ridotto o assente per compressione, edema, congestione infiltrazione cellulare
• Presenza di grossolane aree ipoecogene da raccolte edematoso-emorragiche
• Edema sottomucoso delle cavità calico-pieliche
FAC – SIMILE REFERTO • Rene in sede…
• di dimensioni…nella norma/ai limiti inferiori della norma/ridotte
con margini regolari…irregolari per presenza di…
• Rapporto cortico-midollare regolare/ridotto
• Echi pielici di ampiezza normale/slargati
• Non segni di ostacolo al deflusso urinario/non ectasia dell’uretere/non idronefrosi
• Non si evidenziano immagini di possibile significato litiasico apprezzabili con la metodica
• Non lesioni occupanti spazio
• Indici di Resistenza intrarenali medi
valutati a livello delle arterie interlobari e/o
arciformi…nella norma/aumentato/molto
aumentato
• I.R. m = …(v.n. I.R. m < 0.70)
Il referto non deve limitarsi alla semplice descrizione
di morfologia, di nomenclatura ecostrutturale
(ipo -iperecogenicità - anecogeno)
o di segni di semeiotica ecografica
(cono d’ombra, bright liver, comet tail, targhet pattern)
che ai più possono risultare incomprensibili,
ma deve trasmettere
informazioni diagnostiche certe o formulare ipotesi diagnostiche,
suggerendo
eventualmente correlazioni o integrazioni dei dati ecografici con dati clinici, laboratoristici e strumentali.
Dal punto di vista
MEDICO- LEGALE
la REFERTAZIONE di una RICHIESTA di
ADDOME COMPLETO
prevede lo studio di tutti gli organi…
e la mancata visualizzazione e descrizione
degli stessi può essere intesa come un
ATTO NEGLIGENTE
…SOLO COSI’
QUESTA METODICA ASSUMERA’
QUELL’ELEVATO
VALORE DIAGNOSTICO
ED IL RUOLO
DI INDAGINE DI PRIMO APPROCCIO,
CHE LE SONO UNITAMENTE
RICONOSCIUTI