32
MONTESILVANO (PESCARA) AMMINISTRAZIONE COMUNALE COMMITTENTE VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE OGGETTO Dott. Geol. PALESTINI Christian Dott. Geol. RICCIARDI Alessio TECNICI COMUNE RELAZIONE GEOLOGICA E GEOMORFOLOGICA ELABORATO GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it - E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

  • Upload
    trannhi

  • View
    219

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

MONTESILVANO (PESCARA)

AMMINISTRAZIONE COMUNALE COMMITTENTE

VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE

OGGETTO

Dott. Geol. PALESTINI Christian Dott. Geol. RICCIARDI Alessio

TECNICI

COMUNE

RREELLAAZZIIOONNEE GGEEOOLLOOGGIICCAA EE

GGEEOOMMOORRFFOOLLOOGGIICCAA

ELABORATO

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini

MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it - E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

Page 2: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

1

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

IINNDDIICCEE

1 INTRODUZIONE .................................................................................................... 2

1.1 PREMESSA ......................................................................................................... 2

1.2 QUADRO NORMATIVO ........................................................................................ 2

2 INQUADRAMENTO DELL’AREA COSTIERA ........................................................... 4

2.1 CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE ................................................................... 4

2.2 CLIMA METEO-MARINO ...................................................................................... 6

2.2.1 Anemometria ............................................................................................... 6

2.2.2 Mareografia ................................................................................................. 8

2.2.3 Ondametria ................................................................................................. 8

2.2.4 Carta del rischio di inondazione costiera ....................................................... 11

2.3 TENDENZA EVOLUTIVA E RISCHIO DI VULNERABILITÀ DEL LITORALE .................. 12

3 INQUADRAMENTO GEOLOGICO, GEOMORFOLOGICO ED IDROGEOLOGICO ............................................................................................... 15

4 CLASSIFICAZIONE SISMICA .............................................................................. 21

5 ELABORATI CARTOGRAFICI............................................................................... 24

6 PRESCRIZIONI GEOLOGICHE E GEOMORFOLOGICHE ...................................... 29

TAVOLE

TAVOLA 1 DIGITAL TERRAIN MODEL

TAVOLA 2 CARTA GEOLOGICA

TAVOLA 3 CARTA DI PERICOLOSITÀ IDRAULICA - PSDA

TAVOLA 4 CARTA DI INONDAZIONE MARINA COSTIERA

TAVOLA 5 CARTA DI EVOLUZIONE GEOMORFOLOGICA COSTIERA

Page 3: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

2

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

11 IINNTTRROODDUUZZIIOONNEE

1.1 PREMESSA

Il presente lavoro illustra i risultati di uno studio geologico e geomorfologico,

commissionato dall’Amministrazione Comunale di Montesilvano (PE) e finalizzato alla

VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE; lo scopo del presente lavoro è

quello di analizzare gli aspetti geomorfologici della dinamica costiera, attraverso l’analisi dei

fenomeni meteo-marini, della pericolosità delle aree inondabili e dei possibili fenomeni

idraulici e sedimentologici che si possono innescare.

Lo studio è stato preceduto da un’attenta raccolta ed analisi del materiale cartografico

messo a disposizione dalla Regione Abruzzo e dal Settore Pianificazione - Gestione

Territoriale del Comune di Montesilvano, con particolare riferimento a:

� Carta Tecnica Regionale (CTR) in formato DXF con sistema di coordinate Gauss-

Boaga;

� Carta aerofotogrammetrica in formato DXF con sistema di coordinate Gauss-

Boaga;

� Ortofoto digitali: AIMA 1997, AGEA 2013, Province di L'Aquila, Pescara e Teramo -

2010, fascia costiera 2014, Regione Abruzzo 2001 e 2007, Google Earth.

Successivamente è stata consultata la “Relazione sullo stato della costa abruzzese”

redatta dalla Regione Abruzzo, in cui sono riportati numerosi dati e informazioni legate alla

dinamica costiera della nostra regione (caratteristiche morfologiche della costa, agenti

meteo-marini, aspetti socio-economici, etc.). Integrando tali dati con le conoscenze

geologiche e geomorfologiche del territorio, è stato possibile definire i principali processi che

governano la dinamica costiera di Montesilvano e produrre il materiale cartografico allegato

alla presente relazione.

1.2 QUADRO NORMATIVO

La Regione Abruzzo si è dotata, attraverso la L.R. n° 141/97 “NORME PER

L'ATTUAZIONE DELLE FUNZIONI AMMINISTRATIVE IN MATERIA DI DEMANIO MARITTIMO

CON FINALITÀ TURISTICHE E RICREATIVE”, di un Piano Demaniale Marittimo Regionale

(PDM). L’intento principale è stato quello di fornire una visione d’insieme, allo stesso tempo

Page 4: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

3

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

sintetica ed esaustiva, dei principali aspetti che caratterizzano la dinamica evoluzione della

fascia costiera della Regione Abruzzo, non solo da un punto di vista ambientale, ma anche

dai punti di vista socio-economico ed urbanistico. Gli obiettivi specifici del PDM sono i

seguenti:

a) promuovere la tutela ambientale e lo sviluppo ecosostenibile nell’uso del demanio

marittimo;

b) garantire agli operatori turistici la possibilità di ottimizzare gli investimenti

dell’attività d’impresa;

c) favorire lo sviluppo omogeneo sulle aree demaniali destinate ad uso turistico-

ricreativo di tutto il litorale abruzzese, nel rispetto del patrimonio naturale e degli

equilibri territoriali ed economici;

d) offrire strutture e servizi di qualità al turismo balneare;

e) attuare la gestione integrata dell’area costiera;

f) tutelare il territorio nelle aree a rischio di erosione, attraverso l’arretramento e/o

la delocalizzazione degli interventi.

Da un punto di vista morfologico, il PDM classifica le spiagge abruzzesi in differenti

tipologie legate alla classe granulometrica prevalente dei materiali di cui sono formate; le

spiagge sono ulteriormente classificate in aree soggette ad alto, medio e moderato rischio in

base alla vulnerabilità morfologica ed alla sensibilità socioeconomica, così come risulta dallo

studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di

gestione della fascia litoranea su scala regionale. Delibera CIPE 106/99” .

Il PDM costituisce l’elemento di base indispensabile ai singoli Comuni per dotarsi di un

Piano Demaniale Marittimo Comunale (PDMC) che, quindi, ha come scopo quello di

disciplinare l’utilizzo degli spazi demaniali marittimi ricadenti nel territorio comunale, con

finalità turistiche e ricreative.

Page 5: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

4

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

22 IINNQQUUAADDRRAAMMEENNTTOO DDEELLLL’’AARREEAA CCOOSSTTIIEERRAA

2.1 CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE

Il litorale di Montesilvano è parte integrante del sistema litoraneo della Regione

Abruzzo che si estende per circa 125 km tra le foci del fiume Tronto, al confine con la

Regione Marche, e del fiume Trigno, al confine con la Regione Molise. Geograficamente si

inserisce nella porzione centrale del grande arco disegnato tra i promontori del Conero a

Nord (nella Regione Marche) e del Gargano a Sud (nella Regione Puglia), seguendo

prevalentemente una direttrice NO-SE, anche se nel suo tratto più settentrionale tale

direttrice risulta prossima a un andamento N-S (355°-175°). Oltre a quelli sottesi dalle foci

del Tronto e del Trigno, a partire da Nord e proseguendo verso Sud, i principali bacini

idrografici insistenti sulla costa abruzzese sono quelli del torrente Vibrata, dei fiumi Salinello,

Tordino e Vomano, dei torrenti Calvano, Cerrano e Piomba, dei fiumi Saline, Pescara, Alento,

dei torrenti Foro e Feltrino e dei fiumi Sangro, Osento e Sinello.

Per caratteristiche morfologiche, petrografiche e sedimentologiche, il litorale di

Montesilvano è parte del sistema che si estende per circa 80 km dalla foce del fiume Tronto

sino ai primi rilievi del promontorio di Ortona, ovvero al promontorio di Torre Mucchia. Tale

tratto, alimentato dagli apporti solidi dei corsi d’acqua compresi tra Tronto e Foro, è

classificato come litorale basso a matrice sabbiosa e risulta caratterizzato da spiagge a

granulometria prevalentemente fine. Trascurabili o nulli risultano gli apporti solidi provenienti

da Nord (in quanto la foce del Tronto, anche per la presenza di opere di difesa fluviale e

litoranea in destra idrografica, costituisce un elemento di discontinuità morfologica) e da Sud

(per la presenza del Porto di Ortona). Il retroterra, dapprima collinare-montuoso (catena

dell’Appennino centrale), appare dolcemente degradante verso la fascia litoranea e presenta

una spiaggia di ampiezza variabile, con tratti tendenzialmente più estesi in corrispondenza

delle foci fluviali contraddistinte, almeno in passato, da un maggior apporto solido.

Il litorale del Comune di Montesilvano è parte della sub-unità fisiografica che, dalla

foce del fiume Saline a Nord, si spinge fino alla foce del fiume Pescara a Sud; tale sub-unità

è a sua volta parte dell’unità fisiografica che dal promontorio del Conero a Nord arriva fino al

promontorio di Ortona a Sud.

Per definizione, un’unità fisiografica naturale è definita come il tratto costiero nel

quale i materiali che formano, o contribuiscono a formare la costa, presentano movimenti

Page 6: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

5

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

confinati all’interno dell’unità stessa, ovvero scambi con l’esterno in misura non influenzata

da quanto accade al litorale. In definitiva, l’unità fisiografica rappresenta un segmento

costiero (che sottende uno o più corsi d’acqua) con comportamento autarchico in termini di

bilancio sedimentario. Il limite di un’unità fisiografica naturale è rappresentato dai soli

promontori rocciosi; le foci fluviali, infatti, non possono rappresentare, almeno in linea di

principio, il limite fra unità naturali adiacenti poiché il trasporto litoraneo può alternarsi sui

due lati della foce e modifiche anche piccole su un lato inducono una diversa ripartizione

degli apporti fluviali, influenzando pertanto anche il lato opposto.

In condizioni naturali, l’equilibrio dinamico che si realizza all’interno di un’unità

fisiografica risulta dall’interazione tra i seguenti processi:

- fenomeni di erosione dei versanti dei bacini idrografici sottesi dalle foci fluviali in

essa comprese e indotti dagli eventi meteorici;

- fenomeni di trasporto dei sedimenti derivanti da tale erosione lungo il reticolo

idrografico fino alla foce delle principali aste fluviali;

- fenomeni indotti dall’azione del mare, cioè lo smantellamento delle foci fluviali e la

distribuzione dei relativi sedimenti non solo ad opera delle correnti longitudinali

(long shore transport), ma anche trasversalmente ad opera delle correnti

trasversali (cross shore transport), ovvero con la dinamica creazione e

smantellamento degli apparati dunali.

Scendendo nel particolare, la sub-unità fiume Saline-fiume Pescara si sviluppa

secondo una direttrice NO-SE per circa 18 km e comprende i litorali di Montesilvano e di

Pescara Nord. Il tratto di costa è interamente difeso da tre serie di barriere distaccate

emergenti in massi naturali realizzate a partire dagli anni ’60. Lo stato attuale è il risultato di

molteplici interventi spesso improntati al salpamento e/o alla riqualificazione di barriere

realizzate precedentemente. Tale modalità di intervento ha interferito notevolmente con la

dinamica evolutiva naturale e ha prodotto effetti il più delle volte contrastanti e negativi per

le spiagge limitrofe alle zone d’intervento. Le barriere che difendono il tratto meridionale del

litorale di Montesilvano e l’inizio di quello di Pescara sono caratterizzate da un orientamento

obliquo (NNO) rispetto all’andamento medio della linea di riva e pressoché parallelo alla

direzione del moto ondoso più intenso e più frequente. Il litorale, in particolare lungo la zona

di sovrapposizione delle serie centrale e meridionale di barriere, è caratterizzato da una

esigua larghezza di spiaggia e da vistosi fenomeni erosivi imputabili in parte alla discontinuità

Page 7: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

6

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

tra la posizione delle due serie di barriere distaccate e in parte all’inclinazione delle barriere

rispetto allo sviluppo della linea di riva e alla direzione del moto ondoso incidente prevalente.

La foce del fiume Pescara costituisce l’estremità meridionale dell’unità fisiografica; l’armatura

della foce del fiume costituisce elemento di sbarramento alle portate solide provenienti dalle

spiagge poste a NO della foce stressa e trasportate dalla corrente marina longitudinale verso

SE. Inoltre la presenza del porto turistico di Pescara a SE della foce del fiume impedisce al

sedimento trasportato dalla corrente marina longitudinale diretta da SE verso NO di

raggiungere le spiagge poste a settentrione rispetto al porto.

2.2 CLIMA METEO-MARINO

2.2.1 Anemometria

L’ambiente marino costiero è un sistema dinamico in equilibrio tra forzanti terrestri e

forzanti marine; la scelta e la realizzazione degli interventi in ambito marino costiero non

possono prescindere dalla conoscenza delle naturali tendenze evolutive (clima, mareggiate,

variazione del livello del mare, etc.) e di tutti i fenomeni agenti sul sistema stesso.

Nello studio della evoluzione morfologica della costa di Montesilvano, il primo

parametro da valutare è costituito dal dato anemometrico, ovvero dalla distribuzione dei

principali venti che agiscono lungo costa; nel caso particolare della costa della Regione

Abruzzo, per quanto riguarda le misure anemometriche al largo, l’unica fonte di dati è

costituita dagli anemometri delle stazioni di misura (sistema ‘Marte’ installato dalla CAE –

‘Computer Applications Engineering’

nel 1992) collocate su alcune delle

piattaforme “off-shore” gestite dalla

divisione AGIP dell’ENI (Fig. 1). In

particolare, la stazione di interesse per

la costa di Montesilvano è quella

collocata sulla piattaforma denominata

R14 Fratello Cluster e R15 Giovanna.

Per quanto riguarda le misure

anemometriche in costa, la principale

fonte di dati è costituita dagli

anemometri delle stazioni

Fig. 1 - Stazioni di misura localizzate al largo e lungo la costa della Regione Abruzzo

Page 8: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

7

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

mareografiche della RMN (Rete Mareografica Nazionale) con particolare riferimento alla

stazione di Pescara.

Nell’ambito delle analisi climatiche, di particolare utilità è la

costruzione della rosa anemometrica del sito di interesse;

nella Fig. 2 è riportata la rosa anemometrica ottenuta per la

staziona della piattaforma R15 Giovanna e rappresentative

del clima anemologico al largo della costa di Montesilvano.

La rosa mostra come i venti più frequenti provengono da N

(340-20° N) e da SE (120-140° N). In particolare, nel caso

della stazione R15 Giovanna, gli eventi caratterizzati da una

velocità compresa tra i 0,5 e i 7,0 m/s provengono per il

28% dal settore 340-30° N e per il 26% dal settore 110-150° N. I venti più intensi (> 7,0

m/s) provengono per il 48% dal settore 340-30° N e per l’11% dal settore 110-150° N,

risultando caratterizzati da una frequenza di accadimento di circa il 6%. L’analisi delle rose

anemometriche stagionali mostra come il clima anemologico non presenta sensibili variazioni

stagionali per quanto riguarda le direzioni prevalenti del vento.

Analogamente, è possibile definire le caratteristiche

anemologiche in costa; la ricostruzione della rosa

anemometrica compiuta sui dati misurati all’interno del porto

di Pescara (Fig. 3) mostra come gran parte degli stati di

vento rilevati abbiano direzione di provenienza compresa tra

225° e 255° N, ovvero siano attribuibili all’incanalarsi dei

venti notturni provenienti da terra nella valle del Pescara;

tali venti, particolarmente frequenti durante i mesi estivi, si

inquadrano quali brezze di terra a spiccato carattere

catabatico.

L’analisi della rosa anemometrica mostra come il clima anemologico non presenti

sensibili variazioni stagionali per quanto riguarda le direzioni prevalenti del vento, anche se,

durante le stagioni autunnale e invernale, si denota un atteso accentuarsi del numero degli

eventi di intensità maggiore di 7,0 m/s lungo le direzioni NO e SE.

Fig. 2 - Clima anemometrico annuale della stazione R15 Giovanna

Fig. 3 - Clima anemometrico annuale della stazione RMN di Pescara

Page 9: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

8

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

2.2.2 Mareografia

In Abruzzo, le misure mareografiche vengono realizzate dalle stesse stazioni ove si

compiono misure anemometriche e barometriche, ovvero al largo dalle quattro stazioni

collocate sulle piattaforme “off-shore” di Eni divisione AGIP e, in costa, dalle stazioni facenti

parte della RMN. L’onda di marea astronomica ricostruita per i mareografi di Ortona e di

Pescara si presenta, in analogia con tutte le altre località del Mare Adriatico, del tipo misto a

dominante semidiurna.

In particolare, nella seguente tabella sono mostrati i valori massimi e minimi di livello

di marea astronomica per la stazione di Pescara registrati nel periodo 1996-2003.

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003

LVmax (m s.l.m.) +0,65 +0,64 +0,63 +0,50 +0,79 +0,82 +0,49 +0,47

LVmin (m s.l.m) - 0,33 - 0,48 - 0,39 - 0,29 - 0,47 - 0,32 - 0,70 - 0,32

2.2.3 Ondametria

Il moto ondoso frangente costituisce il principale “motore” del trasporto solido

litoraneo nei nostri mari. La conoscenza del clima ondametrico al largo ed in prossimità della

costa risulta quindi, congiuntamente alla conoscenza delle variazioni del livello marino, dei

regimi del trasporto fluviale, nonché della morfologia della “fascia attiva” e, in particolare,

della linea di riva, un elemento determinante per la comprensione delle tendenze evolutive

dei litorali. Il moto ondoso costituisce inoltre la forzante fondamentale a cui sono soggette le

strutture marittime (costiere e offshore) e, quindi, la sua conoscenza è necessaria per il

dimensionamento di tali opere.

Trattandosi di una grandezza di origine meteorologica, la sua caratterizzazione può

essere eseguita solo su basi statistiche e quindi risulta fondamentale eseguire misure

protratte a lungo nel tempo e rivolte a definire serie storiche statisticamente significative dei

parametri ondametrici caratteristici. In estrema sintesi, i parametri ondametrici principali

sono costituiti da tre grandezze: altezza, periodo e direzione delle onde.

Lungo i 120 km di costa regionale, vengono eseguite sistematicamente misure

direzionali di moto ondoso alla sola boa ondametrica della Rete Ondametrica Nazionale

(RON) posta al largo di Ortona (42°24’02” N; 14°32’01” E). La boa, contraddistinta da un

settore di traversia geografico delimitato dal Gargano a SE e dal Conero a NO, è esposta al

mare aperto per un settore di traversia compreso tra i 330° e i 110° N.

Page 10: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

9

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

Nella Fig. 4 viene riportata la rosa annuale

rappresentativa del clima di moto ondoso medio annuale al

largo di Ortona. In analogia a quella anemometrica, la rosa

ondametrica esprime la distribuzione polare della frequenza

di occorrenza degli stati di mare per settori di provenienza

delle onde. Per ciascun settore direzionale, la differente

colorazione radiale dei “petali” della rosa indica la frequenza

percentuale di occorrenza delle onde per classi di altezza

d’onda significativa.

Per quanto riguarda il clima al largo di Ortona, l’analisi dei risultati mostra che gli stati

di mare più frequenti e caratterizzati da altezze d’onda più elevate provengono dal settore di

traversia NO-NE (320-50° N) che quindi può essere assunto quale settore di traversia

principale. In particolare, la percentuale degli eventi caratterizzati da un’altezza d’onda

inferiore a 0,5 m è pari a circa il 54%, mentre gli eventi caratterizzati da un’altezza d’onda

superiore a 0,5 m provengono per il 70% dal settore di traversia principale e per il rimanente

30% dalle altre direzioni. Gli eventi caratterizzati da un’altezza d’onda superiore a 0,5 m,

provenienti dal settore di traversia principale e dalle altre direzioni, hanno rispettivamente

per l’88% e il 97,5% altezza d’onda inferiore a 2,0 m. Nel settore di traversia principale si

sono verificate altezze d’onda superiori a 5,5 m, mentre negli altri settori l’altezza d’onda

massima non ha superato i 4,0 m. Le caratteristiche climatiche sopra indicate si possono

riscontrare anche analizzando gli eventi su base stagionale.

In conclusione, il moto ondoso più intenso (Hs > 3,5 m) proviene prevalentemente da

un limitato settore di traversia (320-50° N) e gli eventi estremi con Hs > 2,0 m sono

caratterizzati da una frequenza di accadimento contenuta (inferiore al 5%). Il clima di moto

ondoso non presenta sensibili variazioni stagionali per quanto riguarda le direzioni prevalenti

del moto ondoso. Tra gli stati di mare “significativi” (altezza d’onda maggiore di 0,5 m) quelli

più frequenti (circa il 37% degli eventi) sono caratterizzati da un’altezza d’onda inferiore a

2,0 m. La distribuzione degli stati di mare “significativi” (altezza d’onda maggiore di 0,5 m)

non presenta sensibili variazioni stagionali; in particolare, gli eventi provenienti dal settore di

traversia principale sono il 76% circa del totale sia in inverno che in estate e il 60% circa in

primavera e in autunno.

Fig. 4 - Clima del moto ondoso alla boa di Ortona

Page 11: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

10

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

Nella seguente Fig. 5 è riportato il

clima ondametrico posizionato

geograficamente rispetto alla costa della

Regione Abruzzo; si nota chiaramente

che la costa è soggetta ad un clima di

tipo bimodale potendosi distinguere 2

settori principali di provenienza delle

onde. Il primo, quello da Nord, è

caratterizzato anche dai massimi valori

dei “fetch” geografici; le onde che

ricadono in tale settore vengono

generate dalla bora, cioè da venti

provenienti dalla regione balcanica. Il

secondo, quello da Est, comprende anche

le onde generate dai venti che spirano da

Scirocco; infatti, i venti di Scirocco in Abruzzo, a causa dello schermo geografico operato dal

Gargano, danno luogo in costa a stati di mare provenienti prevalentemente da Est.

Ovviamente, la bimodalità ondametrica si conserva anche per quanto riguarda il

trasporto solido longitudinale, il quale risente localmente dell’orientamento della costa

rispetto alla direzione di provenienza delle onde. In conclusione si può affermare che

mediamente i litorali abruzzesi sono caratterizzati da un trasporto longitudinale dei sedimenti

di tipo bimodale, con inversione della direzione del trasporto in relazione alla direzione di

provenienza delle onde. Schematizzando l’orientamento della costa abruzzese nella direzione

Nord-Sud, risulta che la componente di trasporto solido proveniente da Nord è generalmente

prevalente, su base media annuale, rispetto a quella che proviene da Sud, anche se tale

prevalenza tende mediamente a diminuire procedendo lungo la costa da Nord a Sud, a causa

della conseguente rotazione della giacitura del litorale.

Come è stato osservato, il moto ondoso costituisce la forzante più importante a cui

sono soggette le strutture marittime. Inoltre, esso determina, tramite l’esplicarsi dei

fenomeni di sovralzo (“wave set-up”) e risalita d’onda (“wave run-up”), il livello raggiunto

dalla superficie marina a riva. Sia per il dimensionamento delle opere che per la valutazione

dell’inondazione delle aree costiere, risulta indispensabile associare i parametri caratteristici

Fig. 5 - Clima del moto ondoso alla boa di Ortona e in costa

Page 12: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

11

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

di uno stato di mare (e particolarmente il parametro esprimente l’altezza d’onda) a una

probabilità di accadimento ovvero a un tempo di ritorno, individuando, mediante l’analisi

statistica estremale, la legge di distribuzione che meglio interpreta i valori estremi del dato

misurato. Proprio l’analisi estremale congiunta dei livelli e delle altezze d’onda ha permesso

la redazione di una mappa della probabilità dei livelli a riva lungo tutto lo sviluppo del litorale

abruzzese.

2.2.4 Carta del rischio di inondazione costiera

La mappatura del rischio di inondazione costiera si fonda sulla valutazione della

probabilità associata ai valori estremi del sovralzo del livello del mare a riva; tali valori

estremi, in assenza di accertati fenomeni di eustatismo e subsidenza, derivano

fondamentalmente dalla somma dei sovralzi dovuti a oscillazioni di lungo periodo, ovvero

marea astronomica e meteorologica, e del sovralzo d’onda, ovvero quello dovuto a moto

ondoso frangente. Fisicamente, il sovralzo d’onda deriva dalla compensazione della

variazione della spinta totale del moto ondoso (radiation stress) originata dalla dissipazione

di energia associata ai fenomeni di shoaling e frangimento delle onde di gravità lungo le

spiagge.

Sulla base dei dati anemometrici,

mareografici ed ondametrici analizzati nei

paragrafi precedenti, è stato possibile

associare ai livelli a riva un preciso tempo

di ritorno; la propagazione è stata

effettuata utilizzando un modello

monodimensionale che calcola, per passi

discreti del profilo trasversale dato,

l’altezza d’onda, la spinta totale dovuta al

moto ondoso (radiation stress) e il

sovralzo d’onda sul livello di acqua in

quiete. A scopo cautelativo, la

propagazione si è basata sull’ipotesi di

attacco perpendicolare alla costa, ovvero si sono esclusi effetti di rifrazione dovuti al fondale.

Fig. 6 - Carta tematica dei valori estremi di sovralzo del livello del mare a riva (m sul l.m.m.) lungo il tratto di costa di

Montesilvano

Page 13: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

12

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

I risultati emersi sono riportati nella Fig. 6 in cui si evidenziano gli intervalli di livello

atteso a riva (m sul l.m.m.) in funzione di precisati tempi di ritorno. Sulla base delle analisi

effettuate, è risultato che i valori estremi del sovralzo totale a riva lungo la costa di

Montesilvano variano tra un minimo di 1,16 m con 5 anni di tempo di ritorno e un massimo

di 1,29 m con 50 anni di tempo di ritorno. Nell’ipotesi di una pendenza media della spiaggia

di 1/80, escludendo il fenomeno di “run-up” delle onde, ciò comporta la sommersione di una

fascia di spiaggia di larghezza compresa tra gli 80 e i 100 m circa, fornendo un indicazione

utile a valutare la salvaguardia della spiaggia stessa.

2.3 TENDENZA EVOLUTIVA E RISCHIO DI VULNERABILITÀ DEL LITORALE

È stato possibile definire l’andamento della tendenza evolutiva del litorale di

Montesilvano grazie alla consultazione dei numerosi dati presenti nella RELAZIONE SULLO

STATO DELLA COSTA ABRUZZESE redatto dalla Regione Abruzzo nel 2008; in tale studio,

tutto il litorale abruzzese è stato suddiviso in tratti di costa significativi ed omogenei dal

punto di vista morfologico, assumendo come base di riferimento una prima discretizzazione

in macroaree eseguita sulla base di criteri socioeconomici. Successivamente, la porzione di

litorale di ciascuna macroarea socioeconomica è stata ulteriormente suddivisa in funzione

delle seguenti caratteristiche morfologiche:

• presenza di opere di protezione costiera (barriere emerse, sommerse, pennelli);

• esistenza di discontinuità naturali o antropiche (coste rocciose, foci fluviali, porti);

• caratteristiche sedimentologiche delle spiagge interessate.

In questa classificazione, il litorale di Montesilvano è stato suddiviso in 3 sub-aree,

con le seguenti caratteristiche morfologiche di base (tabella seguente e Fig. 7):

Lunghezza spiaggia (m) Tipo spiaggia

Montesilvano A 1.080 Prevalentemente sabbiosa

Montesilvano B 1.440 Prevalentemente sabbiosa

Montesilvano C 1.900 Prevalentemente sabbiosa

Page 14: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

13

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

Per ciascun tratto, sono stati

analizzati una serie di parametri in

grado di simulare l’evoluzione storica

dei tratti litoranei, ovvero:

� Shoreline Response (SR): è

il tasso di erosione della linea

di riva registrato nell’intervallo

di tempo considerato. Se

riferito ad intervalli di tempo

rappresentativi (almeno un

anno), rappresenta l’evoluzione morfodinamica a lungo termine associata alle

variazioni della componente longitudinale del trasporto solido.

� Foreshore Distance (FD o ID): è la distanza tra la linea di riva (LR) e la linea di

retro spiaggia (LF) ed esprime, quindi, l’ampiezza della spiaggia che si accetta che

venga coinvolta dai fenomeni di regressione che si manifestano anche a breve

termine (singola mareggiata) senza “interessare” gli elementi da salvaguardare.

Studiando l’evoluzione della linea di costa attraverso i rilievi storici, le foto aeree ed il

materiale cartografico a disposizione, le 3 aree del litorale di Montesilvano hanno mostrato i

seguenti valori dei parametri SR e ID:

SR (m/anno) ID (m)

Montesilvano A 0,08 59

Montesilvano B 2,01 49

Montesilvano C -3,0 45

Una volta ottenuti i suddetti parametri, è stato possibile definire, attraverso algoritmi

che tengono conto anche della natura geolitologica e dell’eventuale presenza di opere di

difesa (fattori che, a parità di condizioni al contorno, possono condizionare il livello di

vulnerabilità morfologica di una spiaggia), un “indice di vulnerabilità morfologica” (PIV) della

costa di Montesilvano, riportata nella seguente tabella:

PIV

Montesilvano A 18

Montesilvano B 20

Montesilvano C 47

Fig. 7 - Suddivisione del litorale di Montesilvano per aree morfologicamente omogenee

Page 15: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

14

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

Definiti i parametri della vulnerabilità morfologica del litorale, è stato definito un

“indice di sensibilità socio-economica” (E) ottenuto considerando, per ciascuna area, i fattori

principali che contribuiscono a definire le caratteristiche della singola area: residenze, attività

produttive, attività turistiche, infrastrutture e ambiente.

Sommando infine i valori di E e PIV, si è giunti alla definizione di un valore del rischio

(R) per ciascuna delle 3 aree del Comune di Montesilvano (Fig. 8); come si può notare, la

zona che presenta il maggior rischio di vulnerabilità è quella del litorale Sud di Montesilvano.

Fig. 8 - Calcolo del livello di rischio del litorale di Montesilvano

0

10

20

30

40

50

60

70

80

Montesilvano A Montesilvano B Montesilvano C

18 20

47

30,231,6

31,6

E

PIV

PIV E R = PIV+E Tipo di rischio

Montesilvano A 18 30,2 48,2 Basso

Montesilvano B 20 31,6 51,6 Moderato

Montesilvano C 47 31,6 78,6 Elevato

Page 16: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

15

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

33 IINNQQUUAADDRRAAMMEENNTTOO GGEEOOLLOOGGIICCOO,, GGEEOOMMOORRFFOOLLOOGGIICCOO EEDD

IIDDRROOGGEEOOLLOOGGIICCOO

Il Comune di Montesilvano è situato nella

porzione nord-orientale della Provincia di Pescara e si

sviluppa in direzione NE-SO, spingendosi fino al litorale

adriatico; l’estensione territoriale è di circa 23,63 km2,

con un’escursione altimetrica che passa dai 210 m

s.l.m. (zona di Montesilvano Colle) fino a 0 m s.l.m.

(zona litorale). Dal punto di vista idrografico, l’area

rientra nei 2 bacini idrografici dei fiumi Tavo-Fino-

Saline e fiume Pescara; in parte rientra anche in una

serie di bacini minori che drenano direttamente nel litorale o in zone intrabacinali (Fig. 9).

Da un punto di vista geologico generale, il territorio comunale è compreso nel foglio

n° 141 "PESCARA" della Carta Geologica d'Italia in scala 1:100.000, nel Foglio est della Carta

Geologica dell'Abruzzo di L. VEZZANI & F. GHISETTI e nel Foglio 351 Pescara della Carta

Geologica d’Italia in scala 1:50.000 (di prossima pubblicazione) del progetto CARG.

Il territorio comunale di Montesilvano è parte della più ampia fascia pedemontana e

costiera abruzzese, localizzata al margine esterno della Dorsale Appenninica; in essa

affiorano estesamente depositi appartenenti alla successione marina silicoclastica del

Pliocene superiore - Pleistocene inferiore (formazione di Mutignano) e depositi continentali

del Pleistocene medio - Olocene. L'evoluzione plio-pleistocenica della fascia pedemontana

abruzzese è stata condizionata dalla fase finale della migrazione verso Est dell'orogenesi, che

ha portato alla costruzione dell'edificio appenninico a pieghe e sovrascorrimenti (attualmente

in parte sepolto al di sotto dei depositi marini plio-quaternari) e successivamente da effetti

concomitanti di alcuni fattori quali:

• generale sollevamento regionale con progressivo basculamento verso Est del

settore più orientale;

• tettonica sinsedimentaria tardo e post-orogenica;

• variazioni climatiche ed eustatiche.

Nel Pliocene medio, l'evoluzione morfotettonica della fascia pedemontana e costiera

abruzzese si è sviluppata con modalità diverse tra il settore occidentale, in cui prende forma

Fig. 9 - Bacini idrografici della costa abruzzese

Page 17: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

16

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

un primo paesaggio continentale legato all'emersione ed all'avanzamento verso NE della

catena appenninica, e quello orientale, in cui si generano bacini di avanfossa con deposizione

di sedimenti di mare profondo prevalentemente argillosi (Argille grigio-azzurre). A partire dal

Pliocene superiore, si impostano condizioni di mare basso, come evidenziato dalla presenza

di sistemi di shoreface in corrispondenza del settore orientale costiero, che raggiungono la

loro massima espressione durante il Pleistocene (ORI et Alii, 1986). I depositi registrano una

fase di transizione tra un periodo durante il quale l’architettura delle successioni era

controllata da intensa attività tettonica (con sollevamenti a scala locale e progressiva

migrazione del depocentro verso l’avampaese adriatico) ed un periodo durante il quale le

successioni risultano dominate da importanti variazioni climatiche e da flessurazione a scala

regionale (DRAMIS, 1993; CENTAMORE & NISIO, 2003); per effetto di questo fenomeno, i

depositi post-orogenici del versante adriatico hanno assunto un caratteristico assetto

monoclinalico con immersione verso E-NE (DUFAURE et Alii, 1989), con pendenza

progressivamente decrescente in senso OE.

Il progressivo abbassamento relativo del livello del mare ha portato alla

sedimentazione di depositi marini sempre più grossolani secondo una sequenza regressiva; si

sono così depositati sedimenti costieri a grana medio-grossa sulle Argille grigio-azzurre plio-

pleistoceniche, le quali, pur non affiorando, costituiscono l'ossatura portante dell'area di

studio (substrato geologico). In questa fase si sono sedimentati i depositi ad argille e marne

sabbiose del Pleistocene inferiore e, con il progredire della regressione, si è avuta la

successiva deposizione delle sabbie e dei conglomerati del Pleistocene superiore.

Nel tardo Pleistocene superiore e durante l’Olocene, la progressiva emersione dei

depositi della successione post-orogenica genera il passaggio da una sedimentazione di

ambiente marino ad una di tipo continentale, con terreni riferibili principalmente ad ambienti

fluviali e di conoide alluvionale, ad ambienti di spiaggia ed a depositi di versante; ciò ha

portato ad un modellamento del paesaggio in aree morfologicamente rilevate, in cui si

conserva l'antica sequenza deposizionale regressiva, ed aree semipianeggianti e di fondovalle

interessate dalla presenza di depositi alluvionali e costieri. L'azione erosiva marina lungo

costa ha portato ad un modellamento delle preesistenti spiagge sabbioso-ghiaiose a falesia,

con conseguente erosione, arretramento e terrazzamento delle stesse; tali fenomeni hanno

portato alla formazione delle attuali spiagge basse caratterizzate da depositi prevalentemente

sabbiosi. La completa emersione dell'area ha portato allo sviluppo dell'attuale reticolo

Page 18: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

17

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

idrografico con andamento circa perpendicolare alla linea di costa dei principali corsi d'acqua

e circa parallelo degli affluenti.

Da un punto di vista tettonico, l'area pedecollinare e costiera è fortemente influenzata

dalla fase tettonica che si è manifestata a partire dalla fine del Pleistocene inferiore e che è

ancora in atto. In tale contesto, si sono verificati sollevamenti generalizzati delle aree

appenniniche fino alla linea di costa, con basculamenti più o meno accentuati di grandi zolle,

sia pur differenziati nel tempo e nello spazio, tra l'area appenninica (caratterizzata da

sollevamenti più marcati), quella pedeappenninica ed all'interno di queste. Pertanto, l'assetto

tettonico dei depositi pleistocenici affioranti nell'ambito territoriale considerato è

caratterizzato da grosse zolle monoclinaliche, lievemente inclinate verso Est o NE,

ripetutamente seriate da faglie dirette (con rigetti modesti) orientate principalmente in

direzione NE-SO, ONO-ESE o EO. Il carattere distensivo della tettonica ha fatto sì che la serie

di terreni affioranti risulti, nel complesso, poco o nulla rimaneggiata; infatti, il principale

effetto ricavabile è rappresentato dall'assetto poco inclinato della stratificazione rispetto alle

iniziali condizioni di giacitura orizzontale. In corrispondenza delle discontinuità tettoniche, si è

impostato, il più delle volte, il reticolo idrografico; spesso è solo dalla configurazione di

quest'ultimo che è possibile risalire all'esistenza di allineamenti tettonici che altrimenti non

sarebbero identificabili, sia per la natura dei materiali coinvolti (che tendono ad obliterare le

tracce) sia per il rigetto modesto (che non ha posto a contatto terreni di età diverse).

Scendendo nel dettaglio dell’area di studio, i depositi costieri affiorano con continuità

lungo tutto il litorale di Montesilvano per una lunghezza di circa 4,4 km e con una ampiezza

trasversale da alcune decine di metri a circa 1 km. Costituiscono gran parte della piana

costiera e sono interessati da una intensa antropizzazione; la fascia più costiera, di ampiezza

variabile tra poche decine di metri e 150 m, costituisce la spiaggia attuale.

Di seguito si riporta lo schema geologico dell’area di studio, così come rappresentato

nella TAVOLA 2 allegata.

Depositi antropici (ant)

Terreni superficiali e/o riporto di natura mista (blocchi, ciottoli, ghiaie, sabbie, etc.)

dei rilevati di argine fluviale e di scogliera.

Depositi di spiaggia attuale (spi)

Depositi costieri superficiali prevalentemente sabbiosi a granulometria medio-fine,

modellati ed elaborati ad opera degli agenti meteo-marini e delle attività antropiche.

Page 19: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

18

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

Presentano un addensamento medio-basso e spessore variabile nell’ordine di qualche metro.

(Olocene)

Depositi costieri (cos)

Depositi costieri prevalentemente sabbiosi a granulometria medio-fine, con a luoghi

inclusioni fini limose e ghiaie sparse costituite da ciottoli calcarei eterometrici da arrotondati

a sub-arrotondati, generalmente appiattiti. Presentano un addensamento medio e spessore

di circa 10-12 m. (Olocene)

Depositi fluvio-costieri (flc)

Depositi alluvionali di fondovalle del fiume Saline e del fosso Mazzocco, interdigitati ai

depositi costieri. Sono caratterizzati da litotipi prevelentemente sabbioso-limosi e limoso-

sabbiosi con livelli e lenti interdigitate di litotipi ghiaioso-sabbiosi. I termini ghiaiosi, talora

prevalenti nella parte bassa, sono costituiti da clasti di dimensioni da centimetriche a

decimetriche, localmente pluridecimetriche, poligenici, da sub-angolosi ad arrotondati, con

intercalazioni di sabbie e limi-sabbiosi. In prossimità della costa prevalgono i depositi di

spiaggia attuale prevalentemente sabbiosi a granulometria medio-fine. Presentano un

addensamento medio e spessore variabile nell’ordine di 30-40 m. (Olocene)

Formazione di Mutignano (fmt)

Limi argillosi ed argille marnose di colore grigio, con intercalazioni di sottili livelli

sabbiosi e sabbioso-limosi fossiliferi; il rapporto sabbia/argilla è nettamente inferiore all’unità.

Il contenuto fossilifero, frequente soprattutto in corrispondenza degli orizzonti sabbiosi, è

rappresentato da molluschi marini quali bivalvi, piccoli gasteropodi, echinodermi. Lo spessore

massimo osservato è di circa 400 m. Tale membro è riferibile al membro a della Formazione

di Mutignano. (Pleistocene p.p. - Pliocene sup.)

Da un punto di vista geomorfologico, il Comune di Montesilvano è compreso nel

Foglio 351 O e nel Foglio 351 E della Carta Geomorfologica in scala 1:25.000 del PIANO

STRALCIO DI BACINO PER L'ASSETTO IDROGEOLOGICO DEI BACINI IDROGRAFICI DI

RILIEVO REGIONALE ABRUZZESI E DEL BACINO INTERREGIONALE DEL FIUME SANGRO

"FENOMENI GRAVITATIVI E PROCESSI EROSIVI della Regione Abruzzo (Fig. 10).

Il paesaggio risulta fortemente influenzato dalla combinazione dei principali processi

morfogenetici agenti che, combinandosi con l’attività eustatica e la tettonica recente, hanno

generato l’attuale conformazione morfologica del territorio. Le forme principali del

modellamento sono legate ad un’ampia gamma di fattori; si individuano forme con influenza

Page 20: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

19

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

strutturale, forme di versante dovute alla gravità, forme dovute alle acque correnti

superficiali, forme marine, superfici relitte e forme di origine antropica. Così come in tutta

l’area pedemontana abruzzese, i rilievi collinari dell’area del foglio sono soggetti a dissesti

geomorfologici di varia natura, a causa della diffusa presenza di litotipi argillosi e sabbioso-

conglomeratici, della distribuzione delle pendenze e delle condizioni climatiche, queste ultime

caratterizzate da notevoli escursioni termiche e da precipitazioni che si concentrano

disomogeneamente nello spazio e nel tempo.

Scendendo nel dettaglio dell’area di studio, la zona costiera è caratterizzata dalla

presenza di spiagge interrotte unicamente dalla foce del fiume Saline; esse sono state

fortemente soggette, durante il secolo scorso, a fenomeni di erosione che ne hanno, in

alcuni casi, ridotto l’estensione. Lo studio della posizione della linea di riva in tempi storici e

recenti ha consentito di delineare il quadro evolutivo della costa abruzzese. La dinamica della

linea di riva, tra la fine del 1800 ed oggi, è caratterizzata da importanti fasi di erosione ed

arretramento, interrotte da momentanee fasi di avanzamento; tale dinamica è stata

fortemente condizionata dall’evoluzione degli apparati delle foci fluviali, in rapporto alle

variazioni degli apporti sedimentari. Tra le cause dell’arretramento va annoverato il diminuito

apporto a mare di sabbie e ghiaie fluviali imputabile principalmente agli interventi umani in

corrispondenza delle aste fluviali e sui versanti. Notevole influenza ha avuto inoltre la

disordinata ed intensa urbanizzazione che ha interessato vari tratti della fascia litoranea; la

successiva realizzazione, in più fasi, di opere di difesa ha determinato un forte

condizionamento della dinamica del litorale sia per i tratti direttamente protetti sia per quelli

immediatamente adiacenti, dando come risultato una continua migrazione delle aree in

erosione ed in accumulo.

Da un punto di vista idrogeologico, i depositi marini sabbiosi costieri si presentano

come mezzi a permeabilità primaria medio-alta (10-6 m/s < k < 10-4 m/s) e sono sede di una

falda acquifera superficiale sostenuta dai sottostanti depositi marini limoso-argillosi della

Formazione di Mutignano, che fungono da aquiclude. Tale falda costiera è sovrapposta alle

acque di intrusione marina con le quali tende a miscelarsi creando, soprattutto in prossimità

della linea di costa, acque di natura salmastra; si precisa che il livello di falda, localizzato

entro pochi metri di profondità, è soggetto ad oscillazioni stagionali e risente della variazioni

mareali, soprattutto nelle aree più prossime alla linea di costa.

Page 21: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

20

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

La presenza di terreni sabbiosi superficiali con basso grado di addensamento e falda

acquifera superficiale rappresenta una condizione predisponente alla suscettività a

liquefazione in caso di sisma, come confermato negli elaborati dello Studio di Microzonazione

Sismica di Livello 1 del territorio comunale; tale fenomeno è legato all’accumulo della

pressione del fluido interstiziale che causa, in un terreno non coesivo saturo, la diminuzione

della resistenza e/o rigidezza a taglio a seguito dello scuotimento sismico, con possibile

raggiungimento della condizione di fluidità. La perdita totale della resistenza viene raggiunta

quando la pressione dell'acqua, che riempie gli interstizi, eguaglia la pressione di

confinamento, rendendo nulle le tensioni efficaci trasmesse attraverso le particelle solide; in

caso di liquefazione, i manufatti possono subire fenomeni di sensibile cedimento in tempi

rapidi.

Page 22: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

21

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

44 CCLLAASSSSIIFFIICCAAZZIIOONNEE SSIISSMMIICCAA

Sino al 2003, il territorio nazionale era classificato in tre categorie sismiche a diversa

severità ed erano previsti anche Comuni “non classificati” tra cui Montesilvano. Dal 2003 (con

l’O.P.C.M. 3274/2003) sono stati emanati i criteri di nuova classificazione sismica del

territorio nazionale, basati sugli studi e sulle elaborazioni più recenti relative alla pericolosità

sismica del territorio, ossia sull’analisi della probabilità che il territorio venga interessato in un

certo intervallo di tempo (generalmente 50 anni) da un evento che superi una determinata

soglia di intensità o magnitudo; in tale classificazione, il Comune di Montesilvano appartiene

alla Zona 4, con un valore dell’accelerazione ag massima attesa su suolo rigido pari a 0,05 g.

Le attuali Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. del 14/01/2008 e s.m.i.), hanno

modificato il ruolo che la classificazione sismica aveva ai fini progettuali: per ciascuna zona (e

quindi territorio comunale) veniva precedentemente fornito un valore di accelerazione di

picco e quindi di spettro di risposta elastico da utilizzare per il calcolo delle azioni sismiche.

Dal 01/07/2009, con l’entrata in vigore delle Norme Tecniche per le Costruzioni del

2008, per ogni costruzione ci si deve riferire ad una accelerazione di riferimento “propria”

individuata sulla base delle coordinate geografiche dell’area di progetto ed in funzione della

vita nominale dell’opera; si definisce, quindi, un valore di pericolosità di base, calcolato per

ogni punto del territorio nazionale su una maglia quadrata di 5 km di lato,

indipendentemente dai confini amministrativi comunali.

Allo stato attuale, la pericolosità sismica (su reticolo di riferimento e nell’intervallo

temporale di riferimento) è fornita dall’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia)

ed è, per convenzione, quella espressa in termini di accelerazione massima del suolo con

probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni riferita a suoli rigidi (VS > 800 m/s; cat. A, punto

3.2.1 del 30 D.M. 14/09/2005). L’INGV ha messo a disposizione sul proprio sito web

(all’indirizzo http://esse1.mi.ingv.it) una mappa interattiva della pericolosità sismica di base

attraverso cui è possibile visualizzare, per tutto il territorio nazionale, la griglia di riferimento

per il calcolo della pericolosità sismica di base in ogni punto. Attraverso il suddetto sito è

anche possibile ottenere, per ogni singolo nodo della griglia di riferimento, il dettaglio

dell'analisi di disaggregazione della pericolosità sismica, ovvero la valutazione dei contributi

di diverse sorgenti sismiche alla pericolosità di un sito (MCGUIRE, 1995; BAZZURRO & CORNELL,

1999). La forma più classica e comune di disaggregazione è quella di tipo bidimensionale in

magnitudo e distanza (M-R) che permette di definire il contributo di sorgenti sismogenetiche

Page 23: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

22

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

a distanza R capaci di generare terremoti di magnitudo M; in pratica, il processo di

disaggregazione in M-R fornisce il terremoto che domina lo scenario di pericolosità

(terremoto di scenario) inteso come l’evento di magnitudo M a distanza R dal sito oggetto di

studio che contribuisce maggiormente alla pericolosità sismica del sito stesso.

Analogamente alla disaggregazione in M-R è possibile definire la disaggregazione di

tipo tridimensionale in M-R-ε dove ε rappresenta il numero di deviazioni standard per cui lo

scuotimento (logaritmico) devia dal valore mediano predetto da una data legge di

attenuazione dati M ed R. L’analisi riportata in Fig. 10 è riferita alla disaggregazione in M-R-ε

del nodo della griglia posto a nord del territorio comunale di Montesilvano; dall’analisi

complessiva dei dati si hanno valori medi di Magnitudo M pari a 5,310, Distanza D pari

15,600 km ed un ε di 0,797.

Per quanto riguarda la storia sismica di Montesilvano, ci si è avvalsi dei numerosi

documenti presenti nelle banche dati e cataloghi riportati sul sito dell’INGV; in particolare, è

stato consultato il CPTI04 (Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani), il DBMI (Database

Macrosismico Italiano), l’IMAX (Massime intensità macrosismiche osservate nei comuni

italiani), l’NT4.1, (Catalogo parametrico di terremoti di area italiana al di sopra della soglia

del danno), il DOM4.1 (Database di osservazioni macrosismiche di terremoti di area italiana

al di sopra della soglia del danno). La storia sismica di Montesilvano è riassunta nella

seguente Fig. 11; in particolare, si nota che la massima intensità al sito (Is) si è avuta in

occasione del terremoto del 05/09/1950 verificatosi con area epicentrale nella zona del Gran

Sasso, mentre sono 18 gli eventi catalogati dal CPTI04 considerando una distanza

epicentrale massima di 50 km rispetto al Comune di Montesilvano.

Fig. 10 - Pericolosità sismica e disaggregazione del valore di a(g) con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni

Page 24: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

23

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

Fig. 11 - Intensità al sito (a sinistra) ed elenco dei terremoti storici (a destra) di Montesilvano

Page 25: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

24

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

55 EELLAABBOORRAATTII CCAARRTTOOGGRRAAFFIICCII

Di seguito si elencano e descrivono gli elaborati cartografici allegati alla presente

relazione, esponendo le modalità di realizzazione, i contenuti e le informazioni fornite; tutti

gli elaborati sono rappresentati in sovrapposizione alla base aerofotogrammetrica ed al piano

demaniale in variante. Si precisa che, per una rappresentazione grafica ottimale, tutti gli

elaborati planimetrici sono stati ruotati di 54° in senso antiorario rispetto al Nord, ottenendo

un’orientazione circa orizzontale della costa.

TAVOLA 1 - DIGITAL TERRAIN MODEL

L’elaborato, in scala 1:5.000, costituisce la base fondamentale di studio, propedeutica

per la realizzazione di tutti gli elaborati successivi; esso rappresenta il modello digitale 3D di

dettaglio della superficie topografica delle aree di spiaggia attuale e delle porzioni

immediatamente retrostanti. Per l’elaborazione del Digital Terrain Model (DTM) sono stati

utilizzati i dati topografici puntuali e lineari estratti dalla carta aerofotogrammetrica in

formato DXF e sistema di coordinate Gauss-Boaga (base topografica più recente e di

maggior dettaglio); inoltre, la linea di costa attuale (quota 0 s.l.m.) è stata ottenuta

mediante vettorializzazione dell’ortofoto più recente di Google Earth (settembre 2015). Tutte

le cartografie di base sono state fornite dal Settore Pianificazione - Gestione Territoriale del

Comune. I dati topografici georeferenziati estratti (contenenti, per ogni punto, i valori di

longitudine, latitudine e quota assoluta s.l.m.), sono stati interpolati spazialmente (Contour

Mapping) utilizzato il metodo KRIGING, il quale meglio si adatta alle finalità dell’elaborazione

ed alla distribuzione dei dati topografici, generando una griglia topografica 3D di risoluzione

1 m x 1 m (risoluzione idonea per il dettaglio topografico richiesto). Per una leggibilità

ottimale dell’elaborato, il modello topografico 3D è presentato mediante intervalli cromatici di

quota ed isoipse di dislivello costante pari a 0,2 m; si precisa che, a partire dal modello

interpolato, è possibile ottenere una rappresentazione con qualsiasi intervallo di quota.

TAVOLA 2 - CARTA GEOLOGICA

L’elaborato, in scala 1:5.000, riporta le principali unità litostratigrafiche affioranti

nell’area di studio (descritte nel capitolo 3) ed i loro rapporti stratigrafici schematici. I limiti

plano-altimetrici tra le differenti unità geologiche derivano dal rilevamento geologico di

dettaglio, mentre le interfacce stratigrafiche in sezione rappresentano una media indicativa

derivante dall’insieme di tutti i dati bibliografici a disposizione (forniti dal Settore

Pianificazione - Gestione Territoriale del Comune o desunti da lavori pregressi). Si precisa

Page 26: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

25

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

che, per una migliore leggibilità e comprensione del modello geologico, la sezione presenta

scala orizzontale 1:5.000 e scala verticale 1:500 .

TAVOLA 3 - CARTA DI PERICOLOSITÀ IDRAULICA - PSDA

L’elaborato, in scala 1:5.000, riporta i risultati degli studi idraulici per la mappatura

delle aree inondabili riportate negli allegati cartografici del Piano Stralcio Difesa Alluvioni

(PSDA), mediante l’esatta trasposizione georeferenziata dei dati in formato SHP ufficiali,

forniti dall'Autorità dei Bacini di Rilievo Regionale dell'Abruzzo e del Bacino Interregionale del

Fiume Sangro della Regione Abruzzo. Il PSDA individua e perimetra le aree di pericolosità

idraulica mediante la valutazione dei livelli raggiungibili in condizioni di massima piena

valutati con i principi teorici dell’idraulica, assumendo garantita la stabilità delle opere di

difesa esistenti salvi casi di evidenti carenze strutturali. La perimetrazione adottata riguarda

sia le aree limitrofe al fiume Saline sia la zona costiera; tali aree sono state individuate

tenendo conto sia delle portate liquide che li attraversano sia delle criticità che li hanno

interessati nel corso degli ultimi decenni, anche in termini di esondazione marina. La carta

contiene l’individuazione e la perimetrazione delle aree di pericolosità molto elevata, media e

moderata; in particolare, gran parte del sedime di balneazione e delle porzioni più interne

sono interessate da pericolosità media, mentre le porzioni più vicine alla linea di costa sono

interessate da pericolosità moderata, limitatamente ai seguenti tratti di spiaggia:

- tra la foce del fiume saline e la spiaggia libera immediatamente a Sud-Est della

concessione N. 105;

- tra la concessione N. 97 e la spiaggia libera immediatamente a Sud-Est;

- concessione N. 86.

Il tratto di sponda in destra idrografica del fiume Saline è interessato da pericolosità

molto elevata.

TAVOLA 4 - CARTA DI INONDAZIONE MARINA COSTIERA

L’elaborato, in scala 1:5.000, riporta le fasce di inondazione marina della zona

costiera sulla base delle altezze estreme di sovralzo del livello marino, calcolate nella

“Relazione sullo stato della costa abruzzese” redatto dalla Regione Abruzzo e riportate nel

paragrafo 2.2.4. Per ciascun tempo di ritorno considerato (5 - 10 - 20 - 50 anni), è stato

utilizzato il relativo valore di sovralzo del livello marino (1,16 - 1,20 - 1,25 - 1,29 m), con

l’aggiunta del valore 0,50 m (valore indicativo statisticamente probabile in un ciclo

Page 27: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

26

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

stagionale, quindi con tempo di ritorno < 5 anni); tali valori di sovralzo, applicati alla

superficie topografica del DTM, generano le rispettive fasce di massima inondazione marina

all’interno della linea di costa. Come si evince dalla distribuzione delle fasce di inondazione, il

sovralzo del livello marino di 1,16 m (ovvero quello con tempo di ritorno di 5 anni) produce

un’evidente inondazione del sedime di balneazione, lambendo talvolta le strutture soprattutto

nei tratti caratterizzati da spiagge di piccola ampiezza. Si precisa che il sovralzo marino è

nella realtà mitigato dall’esistenza delle scogliere frangiflutti, quindi le fasce di inondazione

marina costiera sono da considerare cautelative.

TAVOLA 5 - CARTA DI EVOLUZIONE GEOMORFOLOGICA COSTIERA

L’elaborato, in scala 1:5.000, riporta, con differenti colori, le linee di costa riferite a

diversi anni (2007-2010-2013-2014-2015), ottenute mediante vettorializzazione delle

ortofoto di Google Earth e della Regione Abruzzo; tali dati vettoriali sono stati forniti, in

formato DXF e SHP, dal Settore Pianificazione - Gestione Territoriale del Comune. La linea di

costa riferita all’anno 2015 rappresenta la più recente tra quelle a disposizione, quindi è stata

considerata rappresentativa dell’attuale morfologia costiera (a meno di piccole variazioni). Al

fine di evidenziare la tendenza evolutiva costiera nel tempo, è stata eseguita un’elaborazione

spazio-temporale dei dati che ha portato alla generazione di un grafico (rappresentato sopra

l’elaborato planimetrico) il quale mostra la tendenza media negli ultimi 8 anni (2007-2015)

all’avanzamento o all’arretramento della linea di costa. Più in particolare, l’elaborazione ha

seguito tali fasi:

- esportazione di ogni linea di costa in formato dati, secondo le coppie [X-Y] di tutti i punti

costituenti le polilinee che disegnano le coste;

- unione di tali dati riferiti a tutte le linee di costa e generazione di dati 3D consistenti nelle

triplette [X-Anno-Y];

- interpolazione spazio-temporale (Contour Mapping) di tali dati 3D utilizzando il metodo

KRIGING e conseguente generazione di una griglia 3D di risoluzione lungo X pari a 1 m;

- estrazione dei dati 3D interpolati e, per ogni metro di distanza lungo X, calcolo della

pendenza della retta di regressione che interpola i punti [Anno-Y] che, moltiplicata per 8

anni (intervallo 2007-2015), definisce la variazione metrica media della linea di costa

[∆Y];

Page 28: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

27

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

- operazione di lisciaggio (Smoothing) della curva [X-∆Y] e, utilizzando un’analisi statistica

con media mobile di ampiezza 10 m, calcolo della variazione lungo X della linea di costa

mediata su intervalli di 10 m [X-∆Y10].

- rappresentazione dei grafici [X-∆Y] (in blu) e [X-∆Y10] (in rosso) che mostrano, per ogni

metro di costa, la variazione in metri della stessa in senso ortogonale; i valori positivi

identificano l’avanzamento della costa mentre i valori negativi l’arretramento.

Dall’analisi dei grafici, si evidenziano, da NO verso SE, tratti di costa che mostrano differenti

tendenze evolutive geomorfologiche negli anni:

COSTA 1

Il tratto tra la foce del fiume Saline e la concessione N. 114 evidenzia alternanze

geometriche e regolari tra zone in avanzamento (avanzamento massimo medio di circa 25

m), localizzate in corrispondenza delle porzioni centrali delle scogliere frangiflutti, e zone

circa stabili o in lieve arretramento (arretramento massimo medio di circa 5 m), localizzate in

corrispondenza delle aperture tra scogliere frangiflutti limitrofe. Anche il tratto tra la

concessione N. 110 e la spiaggia libera immediatamente a Sud-Est della concessione N. 106

presenta la stessa tendenza evolutiva, ma con avanzamenti massimi di circa 15 m e zone

intermedie prevalentemente stabili. In tali tratti si ha una tendenza media all’avanzamento di

circa 4 m in 8 anni, quindi le scogliere frangiflutti risultano efficaci.

COSTA 2

Il tratto tra la concessione N. 113 e la concessione N. 110 evidenzia alternanze

semiregolari tra zone stabili o in lieve avanzamento (avanzamento massimo medio di circa 5

m), localizzate in corrispondenza delle porzioni centrali delle scogliere frangiflutti, e zone in

arretramento (arretramento massimo medio di circa 10 m), localizzate in corrispondenza

delle aperture tra scogliere frangiflutti limitrofe. In tali tratti si ha una tendenza media

all’arretramento di circa 3 m in 8 anni, quindi le scogliere frangiflutti non risultano efficaci.

COSTA 3

Il tratto tra la concessione N. 105 e parte della spiaggia libera immediatamente a

Sud-Est evidenzia fitte alternanze tra zone in arretramento (arretramento massimo medio di

circa 10 m) e zone stabili. In tali tratti si ha una tendenza media all’arretramento di circa 4 m

in 8 anni, quindi le scogliere frangiflutti, distribuite in 2 file parallele e con la fila più interna

molto prossima alla costa, probabilmente interferiscono tra di loro e producono effetti

complessi.

Page 29: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

28

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

COSTA 4

Il tratto tra la spiaggia libera immediatamente a Sud-Est della concessione N. 105 e la

concessione N. 90 evidenzia una tendenza media all’avanzamento di circa 13 m in 8 anni,

con i massimi avanzamenti (15-35 m) tra le concessione N. 104 e 103, quindi le scogliere

frangiflutti risultano molto efficaci.

COSTA 5

Il tratto tra la concessione N. 90 e la concessione N. 86 evidenzia alternanze tra zone

in avanzamento (avanzamento massimo medio di circa 10 m) e zone in arretramento

(arretramento massimo medio di circa 10 m), con lieve prevalenza all’arretramento verso

Sud-Est. In tali tratti si ha una tendenza media alla stabilità (lievissimo arretramento di circa

0,5 m in 8 anni), quindi le scogliere frangiflutti risultano efficaci a preservare la costa

dall’erosione ma non efficaci ad indurne l’avanzamento.

Page 30: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

29

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

66 PPRREESSCCRRIIZZIIOONNII GGEEOOLLOOGGIICCHHEE EE GGEEOOMMOORRFFOOLLOOGGIICCHHEE

Alla luce di tutti i dati emersi dal presente studio, si elencano i punti salienti e le

prescrizioni geologiche e geomorfologiche all’uso del suolo.

1) Qualsiasi intervento edilizio da realizzare nelle aree di sedime costiero dovrà

essere preceduto da uno studio geologico di dettaglio, supportato da un’adeguata

campagna di indagini geologiche, geotecniche, sismiche e di laboratorio (es.

scavi, sondaggi geognostici, prove penetrometriche, MASW, downhole,

microtremori, etc.), secondo quanto previsto nei seguenti riferimenti normativi

vigenti: L. 64/1974, D.M. 11/03/1988, O.P.C.M. 3297/2003, D.M. 14/01/2008 e

ss.mm.ii. In particolare, le criticità geologico-tecniche sono legate principalmente

alla presenza di terreni sabbiosi superficiali con basso grado di addensamento e

falda acquifera superficiale (TAVOLA 2); tali condizioni sono predisponenti alla

suscettività a liquefazione in caso di sisma, come confermato negli elaborati dello

Studio di Microzonazione Sismica di Livello 1 del territorio comunale. Per tali

ragioni, si dovranno effettuare delle verifiche a liquefazione, per le quali sarà

necessario definire:

- la classe granulometrica dei sedimenti;

- la profondità della falda acquifera e relativa oscillazione stagionale;

- la modellazione geologica e geotecnica dei terreni, per la determinazione

dello stato di addensamento/consistenza dei depositi;

- la definizione della pericolosità sismica del sito e la disaggregazione

sismica, per la determinazione degli spettri di risposta sismica al bedrock e

della magnitudo attesa;

- la modellazione sismica del sottosuolo, per la determinazione del profilo

delle onde di taglio VS;

- la risposta sismica locale (RSL) mediante analisi numeriche, per la

determinazione delle accelerazione sismiche attese al suolo e degli spettri

di risposta per gli stati limite richiesti.

2) Poiché parte del sedime costiero è interessato da Pericolosità media ai sensi del

PSDA (TAVOLA 3), qualsiasi intervento edilizio dovrà rispettarne le Norme di

Page 31: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

30

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

attuazione, con particolare riferimento all’Art. 21 - Interventi consentiti nelle aree

di pericolosità idraulica media; si precisa che, come previsto dall’Art. 21 - C. 1 - L.

b, “Non è consentita la realizzazione di piani seminterrati e interrati”.

3) Allo stato attuale, il fosso Mazzocco sfocia immediatamente a ridosso della riviera

pedonale e, in caso di forte piena, si possono avere fenomeni di alluvionamento

dei sedimi costieri limitrofi, nonostante l’esistenza di barriere protettive laterali. La

presente variante al PDMC prevede la realizzazione di una passerella sulla foce del

fosso Mazzocco; essa dovrà garantire la funzione di canalizzazione ed arginatura

del tratto di foce del fosso, con conseguente convoglio delle acque direttamente

in mare e contenimento di eventuali onde di piena (che storicamente si sono

avute in occasione di eventi piovosi intensi).

4) La presente variante al PDMC potrà prevedere interventi di recupero e

risanamento costiero finalizzati al contenimento e alla riduzione della criticità

all’erosione del litorale sabbioso e della sensibilità ambientale della costa,

attraverso:

- la ricostituzione delle spiagge, anche con ripascimenti artificiali, nei tratti

con tendenza evolutiva all’arretramento (es. COSTA 3 e COSTA 4 di

TAVOLA 5);

- la rinaturalizzazione della fascia costiera mediante interventi di tutela del

sedime litoraneo ed eventuali interventi di rimozione di opere di

urbanizzazione o materiali in disuso;

- la ricarica e il riordino delle opere di difesa esistenti, nei tratti

morfologicamente predisposti ad inondazione (TAVOLA 4) e con tendenza

evolutiva all’arretramento (es. COSTA 3 e COSTA 4 di TAVOLA 5);

Tutti gli interventi di recupero e risanamento costiero devono essere messi in atto

con metodi e tecniche tali da minimizzare l’impatto ambientale, perseguendo,

anche nel lungo periodo, l’obiettivo di una generale rinaturalizzazione del sistema

costiero e ricostituzione degli habitat acquatici. Gli interventi di sistemazione e

difesa della costa devono essere realizzati su tratti significativi al fine di ottenere

una corretta conservazione globale del litorale, evitando interventi puntuali che

possono generare criticità in altri tratti. La progettazione di qualsiasi opera

Page 32: VARIANTE AL PIANO DEMANIALE MARITTIMO COMUNALE · studio “Piano organico per il rischio delle aree vulnerabili. Fattibilità di interventi di difesa e di Fattibilità di interventi

31

TELEFONO/FAX: 085.2120643 MOBILE: 349.4017738 - Dott. Geol. Christian Palestini MOBILE: 347.1105362 - Dott. Geol. Alessio Ricciardi WEB: www.geosoil.it E-MAIL: [email protected] - PEC: [email protected]

GEOSOIL Geologia - Geotecnica - Geofisica Piazza Caduti del Mare, 33/35 - 65126 Pescara

marittima deve essere preceduta da studi, indagini e rilievi il cui livello di

approfondimento sarà legato all’importanza dell’opera stessa.

Pescara, Gennaio 2017.

Dott. Geol. Palestini Christian Dott. Geol. Ricciardi Alessio