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RIVISTA BIMESTRALE DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA Numero 3 - Anno 2013 IN QUESTO NUMERO Lucio Pine • Fiore di Puglia • Monica Balocco • Bianchi Vending Espresso Uno Più • Dossier Vending Paris • L'India e il Vending BWT Water + More • Rheavendors • Piuinforma

Vending News 3

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Rivista periodica bimestrale della distribuzione automatica

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RIVISTA BIMESTRALE DELLA DISTRIBUZIONE AUTOMATICA

Numero 3 - Anno 2013

IN QUESTO NUMERO

Lucio Pinetti • Fiore di Puglia • Monica Balocco • Bianchi Vending Espresso Uno Più • Dossier Vending Paris • L'India e il Vending

BWT Water + More • Rheavendors • Piuinforma

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L’editoriale di Fabio Russo

Mancano poche ore alla messa in stampa di questo numero e, gettando un ultimo sguardo agli articoli che lo compongono, mi accorgo di quanto entusiasmo traspaia dalle parole degli intervistati e di quanto “conte-nuto” ci sia in questo settore.Ogni lettore outsider, non-addetto ai lavori, che si avvicinasse per la prima volta al vending, leggendone da queste pagine, non potrebbe che riceverne una carica immensa e un’entusiastica voglia di iniziare l’attività di gestore.Tuttavia ….Negli ultimi giorni ho sentito telefonicamente ed ho incontrato personalmente tanti professionisti del settore - costruttori, gestori, produttori – ed ho percepito in ognuno di loro un forte disagio per la situazione econo-mica in cui versa il nostro Paese. Oramai da troppo tempo.Fornitori asfissiati da ritardati pagamenti da parte dei propri clienti, anche storicamente affidabili, e gestori in evidente disagio nel dover ritardare i pagamenti ai propri fornitori, con i quali sono stati sempre puntuali. Fino a qualche mese fa.È vero. I dati macroeconomici dell’anno che ci ha appena lasciati sono da brivido e, senza scendere nei dettagliati numeri a disposizione, mi sono accorto di un bizzarro controsenso.Tutti i gestori con cui ho parlato, continuano ad installare distributori automatici e, sempre più spesso, a prezzi più alti rispetto a quelli praticati fino allo scorso anno; i produttori di macchine OCS continuano a crescere e a vendere, anche più di prima; i produttori di monoporzionato confermano, nella maggior parte dei casi, lo stesso trend.A sostegno di questo clima, in occasione degli Stati Generali del Vending tenutisi a Roma a novembre scor-so, sono stati presentati da Demoskopea i dati di un’indagine sulla distribuzione automatica, con un focus sui consumatori che ritengo molto interessante. Essi indicano, infatti, una crescita di fiducia nei distributori automatici da parte degli utilizzatori ed una significativa crescita dei consumi attraverso le “macchinette”. Sembrerebbe, insomma, che tutto vada per il meglio.Eppure, la voce che si alza dal coro dei professionisti di questo mestiere è unica ed univoca. Le vendite non sono più quelle di una volta, i pagamenti slittano per mancanza di liquidità, gli acquisti sono “crollati” ai livelli di 40 anni fa. Eppure tutti avevano detto di vendere di più e meglio.Insomma: qual è il vero problema e dov’è la verità? C’è crisi o l’incertezza, generata da un’instabilità politica ormai radicata nel nostro Paese e percepita a tutti i livelli, paralizza il coraggio d’intraprendere e acuisce l’incertezza nel futuro? Se ci sono colpe, in che modo intervenire e quali soluzioni chiedere al prossimo le-gislatore?Conoscendo questo settore da oltre un quarto di secolo, mi sono fatto una precisa opinione.A voi tutti chiedo di esprimere liberamente le vostre idee, di dare sfogo a commenti e proposte che possano essere costruttive e diano a questo settore un’iniezione di ottimismo.Scrivete a [email protected] Mi impegno affinché tutte le voci abbiano spazio sui prossimi numeri di Vending News.

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Sommariopag. 3 L’editoriale di Fabio Russo

Il Caffè

pag. 18Il destino dell’Arabica

pag. 19Il mercato del caffè: trend 2012-2013a cura di Myko Trading s.r.l.

Periodico bimestrale della distribuzione automatica

Anno 2 – Numero 3Gennaio 2013

Editore

Sede: Via Benedetto Brin, 6980142 Napoli – Italia

Partita IVA 06552741214CCIAA 822695

Contatti con la [email protected]

Tel. 0810152150Fax 0810152151

Sito internetwww.vendingnews.it

Iscrizione al ROC n° 22385 del 4 maggio 2012

Direttore responsabileFrancesco Ippolito

Direttore editorialeFabio Russo

Hanno collaborato alla realizzazione di questo

numero:

Fabio RussoFlora Seta

Orsola MallozziFrancesco Ippolito

Stefania Morra Luca Passaseo Claude BontorinGiuseppe CerasoMichele RubinoCinzia De PaoliMario Panelli

Federica BertoglioFrancesco Cervellin

Fabio EspositoCorinne MenegauxSergio De Payevsky

Jawahar B. LallaSergio Barbarisi

Giuseppe GargiuloPaky Di Bitonto

StampaTipografia TETI srl - Napoli

Pubbicità:Inferiore al 50%

Vending News è un rivista tecnicadedicata alla distribuzione automatica.

I manoscritti e le fotografie, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.

pag. 60 Piuinforma: l’educazione alimentare dalla teoria alla praticadi Claude Bontorin

Vendintech

pag. 53Calcare e corrosione dei metalli. Normativa e prassi

pag. 54 La filtrazione dell’acqua? Una professionedi Sergio Barbarisi

FOCUS

Idee peril Vending

pag. 56 Il Vending Box Parte secondadi Fabio Russo

Aziende

pag. 22 Bianchi Vending si fa in … “DUO” pag. 24 Espresso uno più: “il meglio deve an-cora venire”Intervista con Fabio Esposito

pag. 58 Apertamente….Rheavendorsdi Flora Seta

Associazioni

pag. 6 Confida: un 2013 oltre i confini del vendingIntervista con Lucio Pinetti

pag. 28 Vending Paris 2012di Flora Seta

Dossier “Vending Paris 2012”

pag. 31 Panoramica italiana: i distributori au-tomatici

pag. 37 Il caffè italiano

pag. 38 Sistemi e tecnologie italiane

pag. 41 Panoramica internazionale

Eventi

Vending in the world

pag. 48 Il Vending in India

pag. 49 L’India è pronta per il boom del self-servicedi J.B. Lalla

FOCUS

pag. 12 Fiore di Puglia. L’eccellenza della tradizioneIntervista con Tommaso e Antonio Fiore

PIÙINFORMA

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Associazioni

Un 2013 oltre i confini del vending

Presidente, prima ancora di par-lare dei progetti in cantiere per il 2013, rivediamo insieme il percor-so compiuto da Confida nel 2012, un anno intenso e ricco di impegni.

Il 2012 è stato un anno scoppiet-tante. L’avvenimento di riferimento è stato sicuramente Venditalia, che si è presentata in un’edizione senza precedenti, sia in termini di nume-ro di espositori che di aree esposi-tive occupate. Abbiamo superato il record e questo ci inorgoglisce perché lo abbiamo fatto in uno dei momenti più difficili, forse il più difficile, della storia del vending. Nonostante il grande successo, riten-go che il concetto delle fiere di set-tore debba essere “modernizzato”, adeguato a nuovi modelli di business che Confida ha già, un po’ azzardata-mente, sperimentato con la Vending Cruise del 2011. Fermo restando il ruolo di vetrina dei prodotti, la fiera deve rappresentare anche un’oppor-tunità di incontro tra i protagonisti del settore, un’occasione in cui con-frontarsi per sviluppare nuovi valori e

nuove idee. Venditalia offre l’oppor-tunità di un confronto internazionale; nell’accogliere espositori e visitatori di tutt’Europa permette un confronto costruttivo con le realtà del vending degli altri Paesi europei.

A questo proposito, poco tempo fa il Presidente dell’Associazione Europea del Vending, Arnaud van Amerongen, ha brevemente ac-cennato all’ipotesi di organizzare in futuro una grande fiera del ven-ding europeo. Ci può dire di più su questo progetto?

Si tratta di un progetto molto ambi-zioso, proposto da Confida in seno all’Associazione europea, volto a ren-dere ancora più efficace il panorama delle manifestazioni del vending in tutt’Europa. Oggi ne abbiamo diver-

se, ognuna improntata sui parametri dell’organizzazione che ne ha in ca-rico la gestione, intendo dire gli enti fieristici, e su quelli dell’associazione nazionale che la supporta. La grande idea è di condividere un progetto co-mune, sia in termini d’immagine che, aspirazione ancora più ambiziosa, in termini organizzativi. L’intenzione è di realizzare uno “Europe Vending Show”, la risposta europea al NAMA, la manifestazione unica del vending che si svolge in America, e ciò indi-pendentemente dal Paese in cui ha luogo. Avremmo, quindi, lo “Europe Vending Show Italia” e poi Francia, Germania, Spagna, Paesi dell’Est. Sarà un percorso complesso, per-ché ciascuna nazione ha le proprie peculiarità, anche organizzative; esi-stono dei contratti in essere anche con soggetti terzi, esterni al vending.

Con l’inizio del nuovo anno, il presidente di Confida Lucio Pinet-ti fa un consuntivo del lavoro svolto fino

ad oggi, anticipando progetti che vedranno la loro realizzazione nei prossimi mesi. Scopriamo così che al presidente piace giocare d’anticipo: alcuni dei progetti in cantiere vedranno la loro realizzazione ben oltre il 2013.

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Noi continueremo a proporla, perché crediamo che possa essere di gran-de beneficio per le aziende del com-parto sia in termini di visibilità che in termini economici: è chiaro che avere un punto di riferimento unico per la gestione delle manifestazioni fieri-stiche europee, indipendentemen-te da dove possano essere tenute, comporta degli immediati benefici per chi deve esporre in più Paesi. Sarà difficile e sarà un percorso lun-go; è un seme che stiamo piantando, probabilmente i germogli li vedremo tra qualche anno e i frutti forse tra un decennio.

Altra importante tappa del 2012 sono stati gli “Stati Generali del Vending” , tenutisi a Roma il 21 novembre scorso, durante i quali sono stati affrontati temi scottanti in presenza delle istituzioni.

Abbiamo svolto con grandissimo successo i lavori degli Stati Generali del Vending, che hanno anticipato informazioni derivanti da un altro im-portante studio di Demoskopea. In

realtà gli studi sono due: uno di tipo qualitativo incentrato sulle attitudi-ni e le aspettative del consumatore della distribuzione automatica e l’al-tro di tipo quantitativo, i cui risultati definitivi saranno a breve presentati e analizzati ufficialmente. I primi dati di questi studi ci danno risultati molto confortanti. Uno fra tutti il numero in aumento dei consumatori, sia abituali che occasionali, al distributore auto-matico, passato dal 41% del 2009 al 44% del 2012. Parliamo di 38 milioni di italiani, dai 18 ai 64 anni, nume-ro che rappresenta ancora una volta motivo d’orgoglio per l’associazione e per il settore, capace di attrarre una così vasta platea di consumatori.

Soffermiamoci proprio sulla figu-ra del consumatore, inteso come protagonista del servizio di som-ministrazione. Confida ha lavora-to su più fronti e su molte tema-tiche, la cui direzione resta quella di offrire un servizio di qualità a chi, semplicemente selezionando una bevanda, tiene in vita un inte-ro segmento dell’economia.

Intorno alla figura del fruitore del servizio di somministrazione, Con-fida sta lavorando già dal 2011 col progetto della certificazione TQS, un marchio di qualità certificato da un ente prestigioso, il CSQA, specifico per il settore alimentare ed espres-sione del tipo di servizio che il ven-ding vuole offrire al consumatore.

Confida ha elaborato uno standard privato di qualità del servizio di di-stribuzione automatica, costituito da parametri che il gestore si impegna a rispettare a tutela della migliore qualità da offrire al consumatore. L’ente certificatore ha il compito di controllare che gli standard vengano applicati e imprimere il marchio TQS a quelle aziende che, rispettando le procedure prestabilite, riescono ad offrire il migliore servizio possibi-le. In altre parole, vengono valutati comportamenti quali la tempestività negli interventi, la regolarità del servi-zio, la continuità della manutenzione, l’attenzione alle richieste del consu-matore. Questi parametri sono tutti misurabili attraverso analisi del grado di soddisfazione del cliente rispet-to al servizio che gli viene offerto. Il marchio TQS rappresenta per le imprese un’opportunità di certifica-zione a basso costo, soprattutto per le piccole e medie aziende che non possono sostenere i tempi lunghi e gli alti costi propri di altri tipi di certifi-cazioni, come le ISO. Con una spesa inferiore ai 1.000 euro, si ha la possi-bilità di presentarsi ad un potenziale cliente con un marchio di qualità ga-rantito da Confida e da CSQA.

Torniamo agli “Stati Generali del Vending”. Anche in quest’occasio-ne l’attenzione è stata puntata sul consumatore, seppure attraverso argomenti di pertinenza principal-mente dei gestori. Sono state aper-

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te nuove strade per ciò che concer-ne i capitolati d’appalto e i bandi di gara, in cui sono state coinvolte le istituzioni e che dovrebbero porre tutti i gestori nelle condizioni di par-tecipare alle gare. In fondo alla stra-da s’intravede, comunque, la figura del consumatore ...

Il discorso è complesso, ma cerche-rò di riassumerlo in pochi essenziali passi compiuti in concerto con Adi-consum e in occasione dell’incontro di Roma del 21 novembre scorso, in cui è intervenuto Pietro Giordano, segretario generale di Adiconsum. In realtà si tratta di un “Avviso Co-mune”, cioè di un documento sotto-scritto a due mani tra organizzazioni differenti che chiedono alle istituzioni la stessa cosa. Il tema è la revisio-ne della disciplina degli appalti nel vending. Si vuole andare a toccare i gravi problemi, causati al settore, da capitolati d’appalto mortificanti per la professionalità delle nostre impre-se, fondati esclusivamente sui più alti ristorni concessi agli enti appaltanti o sul ribasso del prezzo dei prodotti offerti al pubblico. È evidente che il consumatore, ossia colui che pigia il pulsante ed è il nostro vero patrimo-nio, rischia di essere compresso tra una richiesta di denaro esorbitante e il conseguente rischio di perdita di qualità del prodotto. Noi, come asso-ciazione, non possiamo più tollerare questa pratica e, allo stesso modo,

non lo può fare Adiconsum. Per que-sto motivo, insieme, abbiamo chie-sto alle istituzioni di affrontare questo problema attraverso l’adozione del Capitolato Standard di Confida per la disciplina degli appalti relativi al servizio di somministrazione at-traverso distributori automatici nella Pubblica Amministrazione.

Il Capitolato Standard non è, però, una novità!

Certamente no! Confida ha lavorato negli ultimi anni alla redazione di un capitolato che fosse rispettoso degli aspetti qualitativi, prima ancora che di quelli economici e che fornisse ai consumatori, anche alle Pubbliche Amministrazioni, le massime tutele e garanzie del miglior servizio possibile. Abbiamo riscontrato in questi anni che sono state davvero poche le Pub-bliche Amministrazioni che lo hanno accolto. Per questo motivo, voglia-mo fare in modo, insieme ad Adicon-sum, che il Capitolato Standard ven-ga accreditato presso le istituzioni. In occasione degli Stati Generali, ab-biamo ricevuto non solo un plauso, ma anche un impegno di disponibilità da parte del Governo, che si è impe-gnato ad affrontare questa materia e a presentarla all’interno di CONSIP, per elaborare un accordo quadro a cui le Pubbliche Amministrazioni centra-li e periferiche dovranno adeguarsi. Chiediamo, inoltre, alle istituzioni che venga costituito un organismo di vigilanza, che abbia il compito di

monitorare la corretta esecuzione dell’appalto e il rispetto degli impegni assunti in fase di aggiudicazione. Non è possibile vincere gare sulla base di certi parametri e di determinate of-ferte e poi non rispettare gli impegni assunti durante il corso dell’appalto. Quando questo accade, molto spes-so la Pubblica Amministrazione non ha gli strumenti per verificare che tutto proceda secondo quanto sta-bilito in fase di aggiudicazione e fini-sce che il gestore rimane ad operare, fornendo un servizio poco rispettoso delle regole e del consumatore a cui è destinato.Noi chiediamo che un organismo, finanziato dalle imprese di gestione e dagli enti appaltanti, si assuma la responsabilità, la facoltà e il potere di vigilare sugli appalti e sul rispetto del contenuto delle gare.

Agli Stati Generali è intervenuto anche l’allora sottosegretario del Ministero dell’Economia Gianfran-co Polillo, che ha mostrato grande attenzione verso tematiche molto importanti per il comparto.

Il sottosegretario Polillo ha tocca-to temi caldi, che rappresentano il cuore della nostra attività. Quando a livello istituzionale si affrontano pro-blematiche relative ai ristorni, ai prez-zi, alla gestione delle monete, oppure si mettono sul tavolo delle discussio-ni questioni amministrative, come appunto quelle delle gare d’appalto o, ancora, la necessità di semplifi-care le procedure burocratiche per ciò che concerne l’installazione dei distributori automatici, vuol dire che il vending ha fatto un passo avanti. Credo che Il fatto che il vicemini-

Lucio Pinetti con Pier Angelo Lazzari, direttore di Confida

Il viceministro Gianfranco Polillo

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stro se ne sia fatto carico, possa rappresentare un vero successo per l’Associazione. Chiaramente adesso non dobbiamo dormire sugli allori perché, oltre alla presa in carico del problema, bisogna che ci sia la sua reale trattazione e, soprattutto, la sua soluzione.

Soprattutto in questo momento del Paese in cui si corre il rischio che il cambio di governo possa vanificare gli sforzi compiuti.

Confida sarà molto attenta a che ciò non accada e disposta, insieme ad Adiconsum, a rinnovare tutte le ri-chieste e, se necessario, a ripercor-rere l’intera strada che ha portato ad ottenere i risultati che abbiamo visto durante gli Stati Generali. Oggi, però, le istituzioni sono consapevoli della presenza e delle potenzialità del no-stro comparto e continueremo a la-vorare anche nei prossimi mesi con continuità d’intenti.

Guardiamo avanti e ci illustri cosa bolle in pentola per il 2013.

Quanto detto fin’ora, per quanto appartenga a un lavoro svolto nel passato, rappresenta già il futuro impegno di Confida che, nel nuovo anno, continuerà a lavorare anco-ra nella direzione di queste tema-tiche, pur sviluppandone di nuove. Riprendiamo, ad esempio, il concetto del TQS, del marchio di qualità. Ab-biamo sviluppato e porteremo a con-clusione nei primi mesi di quest’anno

un marchio di qualità per il caffè torrefatto per il vending. Questa è un’iniziativa senza precedenti, per-ché credo che non esista in Italia un comparto del caffè che possa vanta-re uno standard qualitativo condiviso tra gli operatori del settore.

E allora, Presidente, come sarà il 2013?

Sarà un 2013 che parte senza Ven-ditalia, ma vedrà l’attività di Confida particolarmente prolifica. I proget-

ti sono tanti e noi li mettiamo in campo, sperando che possa-no ottenere l’accor-do degli organi asso-ciativi e del mercato. Iniziamo con un ri-torno: la Vending Cruise che, visto il periodo, vogliamo riproporre nel 2013 in forma contenuta. Quando parliamo di Vending Cruise, par-liamo di tutto tranne che di un evento lu-dico. Come ha di-mostrato l’edizione del 2011, l’atmosfe-

ra informale della crociera consente agli operatori del settore di incon-trarsi, scambiare opinioni, affrontare tematiche importanti in una dimen-sione non ingessata. Probabilmente il clima favorisce gli accordi e, nel caso qualcuno si lasciasse comple-tamente sfuggire l’aspetto lavorativo della vacanza, saranno i workshop e i convegni organizzati a bordo dall’As-sociazione e dalle Aziende partner a riportarlo sulla rotta giusta, per usare un termine adatto alla situazione.La novità di quest’anno è che ab-biamo trasformato la Vending Cruise in un progetto europeo, patrocinato dall’EVA, in collaborazione con altre associazioni nazionali di categoria, ed ospiterà a bordo Europs, il convegno biennale organizzato da EVA e rivol-to agli operatori europei del vending. Altro ritorno, o meglio continuazione, è Vending in the World, la manife-

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stazione organizzata tramite il brac-cio operativo di Venditalia Servizi e in collaborazione con Fiera Milano, nell’ambito del salone dell’agroa-limentare Food Hospitality World. Vending in the World ha esordito alla fine del 2012 con l’appuntamento a Guangzhou in Cina, dove per la prima volta il vending italiano si è presen-tato così lontano dal nostro Paese. È stata un’iniziativa di assoluto suc-cesso per le imprese che vi hanno partecipato e che abbiamo voluto replicare già all’inizio di quest’an-no con un secondo appuntamento a Mumbai, in India. Le aziende ita-liane hanno potuto sperimentare le potenzialità di due mercati orientali, considerati Paesi emergenti nell’am-bito dell’economia mondiale e con un bacino d’utenza enorme. Grande apprezzamento per il caffè, per la tecnologia italiana e per le opportu-nità che la nostra industria può offrire a questi mercati e ricevere da essi. A marzo replichiamo in un altro Paese considerato un’economia emergente, ossia il Brasile. Porte-remo il vending italiano nella terra d’origine del caffè, referenza prima-ria della distribuzione automatica. Confida è convinta dell’utilità di esplorare nuovi mercati e, a questo proposito, organizzerà un convegno in cui si parlerà dell’internazionaliz-zazione con dei professionisti che ci daranno indicazioni sulle potenzia-lità dei diversi Paesi del mondo per

quanto concerne il vending in gene-rale e il vending italiano in particolare.L’estero non è solo fiere ed eventi. Vorremmo organizzare viaggi studio di formazione dedicati agli operatori del vending, magari negli Stati Uni-ti e in Giappone dove, come si sa, il vending ha raggiunto altissimi livelli

per ciò che concerne l’applicazio-ne delle più avanzate tecnologie del touchscreen e delle modalità di pa-gamento contactless, oltre che es-sere diventato per i consumatori un canale d’acquisto preferenziale.

Ci auguriamo che l’operato di Con-fida non diventi troppo esterofilo.

È assolutamente il contrario. La maggior parte dell’attività di Con-fida si svolgerà quest’anno sul ter-ritorio, attraverso un’iniziativa che vedrà il vending percorrere la Pe-nisola in una sorta di manifesta-zione itinerante e stringere i rap-porti, se così si può dire, con due settori paralleli: l’ho.re.ca. e il retail. È ancora un progetto, ma dovrebbe svolgersi a tappe, in alcune delle

principali città italiane in modo da toccare la realtà dei mercati locali e farne conoscere le potenzialità ai gestori e agli industriali del settore e, perché no, alle istituzioni locali. Ci sarà una parte strettamente fieristica, con stand espositivi, ed una parte “teorica” con convegni e workshop, miranti ad affrontare tematiche comuni e a promuovere l’attività dei protagonisti della filiera. Accanto a ciò si lavorerà per avvicinare il ven-ding a tutto ciò che è commercio in senso stretto, valorizzando i ne-gozi automatici come supporto al commercio tradizionale, e a tutto ciò che è ospitalità, dunque l’ho.re.ca., un settore a cui anche i co-struttori di distributori automatici si stanno sempre più avvicinando. Un’altra iniziativa, nata in collabo-

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razione con Kiki Lab, una società di ricerca con la quale abbiamo già lavorato in passato e che si occupa d’innovazione dei servizi, è Vending Lab. L’idea è di raccogliere intor-no ad un tavolo il più alto numero di aziende con le quali sviluppare mo-delli positivi di vending non tradizio-nale. Vale a dire: riunire imprese di gestione, fabbricanti di distributori automatici e di retail, produttori di ac-cessoristica per costruire dei modelli di business che possano essere “on the road” integrazione al retail tradi-zionale. Si tratta, in altri termini, di una sorta di laboratorio progettuale che realizzi modelli positivi di applicazioni per il vending, sulla scorta e sotto la guida di professionisti del comparto. Quando il vending viene approcciato da soggetti che non sono professio-nisti del settore, si corre il rischio che un progetto naufraghi. E quando un progetto naufraga, diventa un mo-dello negativo per gli altri. Noi voglia-mo creare un percorso inverso, os-sia realizzare dei modelli utili per chi li apporta e da emulare da parte di

altri operatori, che da essi possano ispirarsi per aprire altri mercati. Pro-prio su questo tema si terrà ad aprile un convegno, che Confida patrocina e a cui sarà presente con dei propri contributi, che avrà come tema “il vending partner ideale del retail”.

Presidente, un anno non basterà

Quando le passioni governano il nostro lavoro, gli incarichi non ci spaventano e i ritmi si accelerano naturalmente. In passato abbiamo portato a termine progetti in tempi molto brevi, che hanno sorpreso an-che chi li ha visti realizzare. Penso, ad esempio, alla prima edizione della Vending Cruise che abbiamo conclu-so in appena cinque mesi. Con im-pegno e sacrificio, i progetti possono essere realizzati!

Un’ultima domanda: il Presidente di Confida, quando non fa il Presi-dente, cosa fa?

Impara a suonare il pianoforte!

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Aziende

L’eccellenza della tradizione

Siamo andati a visitare l’a-zienda “Fiore di Puglia S.p.A.” convinti che ci saremmo trovati di fron-te ad una piccola realtà

di stampo artigianale, all’interno di un’area semi rurale della Puglia, una regione che per quanto bella, resta lontana dai parametri delle gran-di aree industriali del centro nord. Abbiamo dovuto ricrederci. L’area industriale di Corato, in pro-vincia di Bari, per quanto penalizza-ta dalla mancanza di infrastrutture adeguate, ospita un alto numero di aziende, in prevalenza agroalimenta-ri, attive nella lavorazione e trasfor-mazione di prodotti del territorio, dei quali intendono preservare tradizio-ne e genuinità. Per quanto dislocato rispetto al cuore dell’area industriale, lo stabili-mento “Fiore di Puglia” colpisce per le dimensioni e la modernità della struttura e rappresenta senz’altro un modello esemplare, fiore all’occhiello della produzione industriale locale e dell’intera regione.

“Fiore di Puglia” è attualmente un’a-zienda rinomata e riconosciuta nel mondo per i suoi tarallini, un prodot-to semplice, legato alla tradizione contadina e alle materie prime del territorio pugliese; una ricetta antica che ha saputo conquistare il mondo, grazie alla semplicità dei suoi ingre-dienti e alla genuinità dei suoi sapori. Nata come bottega familiare, l’A-zienda ha raggiunto le dimensioni e i numeri attuali grazie al lavoro appas-sionato e costante della famiglia Fio-re che, di padre in figlio, ha saputo tramandare l’arte della panificazione

artigianale tradizionale. Ogni generazione, succedutasi alla guida dell’attività, ha apportato le sue innovazioni, senza mai dimenti-care il legame con la terra e con i va-lori familiari. Ne abbiamo parlato con Tommaso e Antonio Fiore, che ri-coprono oggi ruoli di grande respon-sabilità e possono essere considerati gli artefici della trasformazione defi-nitiva dell’originaria attività di tipo fa-miliare in uno stabilimento industriale moderno ad alta tecnologia.

Abbiamo incontrato Tommaso Fio-re, direttore commerciale dell’Azien-da, e gli abbiamo chiesto di raccon-tarci la storia della “Fiore di Puglia” di ieri e di oggi.

Tommaso, lei è molto giovane ed ha ereditato il pesante fardello di preservare e sviluppare quanto fatto dai suoi predecessori. Sente il peso del ruolo?

Lo sento ma relativamente, in quanto lo condivido con mio fra-tello e con le mie sorelle, ognu-no responsabile di un comparto dell’attività, sia da un punto di vi-sta gestionale che amministrativo. Quest’ultima parte è riservata alle mie sorelle, che se ne occupano egregia-mente e permettono a noi fratelli di gestire la quotidianità della produzio-

ne, senza l’onere dei compiti di natu-ra più strettamente contabile-ammi-nistrativa. Va detto che l’occhio vigile di nostro padre Giuseppe è sempre alle nostre spalle, pronto a cogliere eventuali errori e a consigliare nelle decisioni più difficili. D’altra parte la sua abnegazione al lavoro e la sua presenza costante in azienda sono state per noi un esempio da seguire e un modello che abbiamo appreso sin da bambini: mentre lui si occupa-

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Aziende

va della produzione dei tarallini, noi figli giocavamo tra un’impastatrice e un forno, apprendendo inconscia-mente il mestiere.

Da quanti anni esiste la “Fiore di Puglia”?

Quest’anno raggiungiamo il traguar-do di vent’anni di attività in senso industriale, ma è da 60 anni che la famiglia Fiore si occupa di panifica-zione. Siamo giunti ormai alla ter-za generazione: mio nonno aveva un forno, dedicato essenzialmente alla produzione di pane, e trasmi-se l’arte a mio padre Giuseppe. Fu lui che pensò di ampliare la pro-duzione con i prodotti da forno e, successivamente, a specializzarla nei

tarallini. Noi della terza generazione abbiamo lavorato e stiamo lavorando per dare al tarallino tipico pugliese una veste moderna, facendolo di-ventare uno snack vero e proprio. E la distribuzione automatica ci sta dando, in questo senso, un contribu-to sostanziale.

Qual è la varietà più venduta?

Sicuramente il classico a base di olio extravergine d’oliva, farina e vino, una ricetta che si adatta a tutti i pa-lati. Pian piano cominciano ad essere apprezzate anche le varianti più parti-colari, quelle speziate, come il gusto mediterraneo, il gusto pizza e i taral-li al peperoncino, che si abbinano bene con un buon bicchier di vino.

Tommaso, lei sa bene che nella di-stribuzione automatica gli alcolici non sono permessi ….

Certamente! Ma Fiore di Puglia sod-disfa, con i suoi formati, tutti i seg-menti del ramo alimentare. Oltre al sacchetto da 40 e 50 grammi, ideato per il vending, produciamo il sacchet-to da 25 grammi apprezzato nel cate-ring delle linee aeree e le confezioni per la grande distribuzione, ossia i sacchetti da 250, 400 e 500 gram-mi. Copriamo, infine, il settore ho.re.ca. e catering con le buste da 1 e 2 chilogrammi, con le quali si ammor-tizzano i costi di confezionamento. Quanto conta il legame con la vo-stra terra?

Molto. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di conservare e diffon-dere la tradizione del tipico tarallino pugliese, scopo raggiungibile solo utilizzando ingredienti genuini della nostra terra: olio evo, farina e vino, prodotti dai nostri agricoltori ed ec-cellenze dell’agroalimentare puglie-se.

Rispettate, dunque, ricetta e for-ma del tarallino pugliese?

No, anzi! Abbiamo diversificato la produzione, inserendo nuove for-me, come i Tricioli quadrati o tondi, senza tuttavia modificare l’impasto di base. L’idea è che i consumato-

ri si lasciano attrarre anche dall’e-stetica di un prodotto, soprattutto nelle forme di acquisto compulsi-vo, come accade nella distribuzio-ne automatica. L’importante è non tradire la ricetta e i suoi ingredienti.

Nel parlare della vostra produzio-ne, il termine “tradizione” è ricor-rente. Se fossi un nostro lettore, immaginerei il tipico fornaio di un tempo con le mani in pasta. So, però, che non è così.

Decisamente no! Ciò poteva accadere nel forno di mio nonno. Oggi la “Fiore di Puglia” è una realtà industriale che, senza perdere di vista i valori e le tradizioni di un tempo, utilizza le più avanzate tecnologie, quelle che le permettono di realizzare i numeri a cui oggi è ar-rivata.

Visto che ci siamo, vogliamo dare qualche numero?

Il nostro stabilimento si estende su 10.000 metri quadrati, in due unità: 4.500 metri quadrati sono dedicati alla produzione, mentre i rimanenti 5.500 sono ripartiti tra area imbal-laggio e smistamento e zona uffici. Diamo lavoro ad oltre 60 addetti, dei quali una parte occupata all’interno e la rimanente assorbita dall’indotto. Produciamo 150 quintali di taralli al giorno, pari a circa 300.000 unità, l’e-quivalente di un TIR. La produzione è destinata in parte al mercato ita-liano, diversificato nei vari segmenti di cui parlavamo prima, e in parte al mercato estero. Esportiamo in circa 100 Paesi del mondo, tra cui Sta-ti Uniti, Russia, Cina e Giappone.

Niente male per un’Azienda nata da un piccolo panificio di provincia! Ci spiega, allora, com’ è organizza-ta la produzione vera e propria?

Lascio il compito a mio fratello Antonio, che è il responsabi-

le della produzione e segue quotidiana-

mente il lavoro di uo-mini e macchine. Posso

anticipare, però, che il

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suo lavoro, e quindi la produzione, non può iniziare se non viene effet-tuato prima il test di qualità delle materie prime attraverso un macchi-nario che si trova, appunto, presso l’Ufficio Qualità. È una macchina so-fisticata che ha un doppio compito: pesare le materie prime ed analizzar-le per verificare che corrispondano ai canoni di qualità che la nostra Azien-da ha stabilito per le materie prime che utilizza. Si tratta di parametri che vanno a costituire un capitolato che ognuno dei nostri fornitori deve ri-spettare. Tengo a precisare che ci ri-forniamo esclusivamente da aziende certificate BSI / ISF, ossia da aziende i cui prodotti sono riconosciuti inter-nazionalmente come top di produ-zione, il massimo della qualità.

Il primo step è, dunque, il controllo della qualità delle materie prime, operazione imprescindibile.

Esattamente. Solo se i risultati dei test sono positivi, la farina, l’olio ex-travergine d’oliva e il vino vengono immagazzinati nei silos, da dove pas-sano poi alla produzione. I silos si trovano in un’area coibentata, a tem-peratura e umidità costanti, per con-servare l’integrità delle materie prime. Da questo momento in poi , il lavoro è automatizzato al 100% e non vi è alcuna manipolazione da parte dell’o-peratore: in altre parole, già prima del-la fase d’impasto, non c’è più contatto tra addetto e prodotto. Ma preferisco che sia mio fratello Antonio ad illu-strare l’intero processo produttivo dei taralli. È lui che ogni mattina controlla che tutte le fasi seguano le procedu-re codificate, che i macchinari siano perfettamente funzionanti e che nulla venga lasciato al caso.

Antonio, ci spiega cosa accade dal momento in cui le materie prime arrivano ai silos fino a quando si produce l’impasto?

Un impulso lanciato attraverso un software dedicato fa partire gli in-gredienti che dai silos, attraverso tubature in acciaio, arrivano diretta-

mente al miscelatore e poi all’impa-statrice. Gli addetti alla produzione lavorano guidati da un software e, in base alla ricetta prescelta per la pro-duzione di quel momento, introduco-no olio extravergine d’oliva, farina di grano tenero, vino, sale ed eventuali spezie. Io verifico la consistenza dell’impasto che deve avere deter-minate caratteristiche, perché il taral-lino abbia la giusta friabilità. A questo punto si ha una prima verifica attra-verso un metal detector che controlla che non vi siano corpi metallici all’in-terno dell’impasto, controllo che vie-ne ripetuto alla fine della lavorazione. Per fortuna non ci è mai accaduto di

rinvenire corpi estranei, ma per noi questa è una fase indispensabile a garanzia e tutela del consumatore.

A questo punto immaginiamo l’in-tervento di mille braccia che taglia-no l’impasto e modellano i tarallini!

Nulla di tutto questo. Ripeto la nostra produzione è automatizzata al 100% e non c’è intervento umano. Mac-chinari specifici provvedono a taglia-re l’impasto, formare dei grissini di pasta, tagliarne dei pezzi della giusta lunghezza e chiuderli nella classica forma dei tarallini. Per soddisfare la produzione di 300.000 taralli al gior-

Raggiungiamo Antonio Fiore nell’area produzione, di cui è re-sponsabile

Aziende

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no, omogenei e conformi, abbiamo fortemente voluto una soluzione au-tomatizzata. La macchina preposta alla formazione dei tarallini è stata realizzata su un nostro progetto, nato con la collaborazione di ingegne-ri che hanno interpretato le nostre esigenze, le hanno trasformate nel progetto cartaceo, da cui un’azienda metalmeccanica ha poi realizzato il macchinario che oggi lavora a pieno regime.

Siamo quasi alla fine del processo. Cosa prevedono le ultime fasi?

L’ultimo step è forse il più delicato. Per mezzo di tappeti, i tarallini ven-gono trasferiti su teglie di acciaio che un robot provvede a trasferire nella sala forni. Qui avviene la cottura che è suddivisa in due fasi: la bollitura a 80/90°, che è una specie di precottu-ra e serve a mantenere integre tutte le caratteristiche dei tarallini, e poi la cottura vera e propria nei forni elet-trici. Abbiamo una sala con 18 forni, ognuno capace di cuocere 45 chilo-grammi di taralli che, una volta pronti e raffreddati passano al confeziona-mento. Inutile dire che anche questa fase è automatizzata: un macchina multi test, di estrema precisione e di complessa tecnologia, esegue gli ultimi controlli e imbusta i taralli nel-la quantità necessaria a seconda del sacchetto che si va a riempire. Una volta pronte, le bustine pas-sano al magazzino e, da qui, ai tra-sportatori che li consegnano ai de-

stinatari nell’arco di qualche giorno.

Quanto tempo le confezioni di ta-rallini sostano all’interno del ma-gazzino?

Pochissime ore: un giorno, al massi-mo un giorno e mezzo. Noi lavoriamo “just in time”, vale a dire che i nostri taralli, una volta stoccati, già il giorno dopo vengono affidati ai trasportatori ed arrivano freschissimi alla grande distribuzione, ai distributori automa-tici e sulle tavole dei consumatori.

Quali sono i progetti su cui la Fiore di Puglia sta lavorando e che rea-lizzerà nel 2013?

Posso svelare solo qualche novità. Prima di tutto il nuovo packaging, senz’altro più moderno, e poi una diversificazione sempre più accura-ta dei prodotti per offrire nuove for-me e nuovi gusti anche nel vending. Prodotti come i Tricioli o i Quadrotti o ancora i tarallini classici ai fun-ghi o allo speck hanno incontrato il favore dei consumatori, ai quali vogliamo offrire prodotti partico-lari, che stimolino le loro papille. Inoltre, per dare sempre mag-giore visibilità alla nostra produ-

zione parteciperemo a fiere ed eventi sia in Italia che all’estero, dove la Fiore di Puglia S.p.A. è un brand riconosciuto e apprezzato. Ma il progetto che ci sta più a cuore e che vede nella distribuzione auto-matica il canale di vendita più adatto, deve restare ancora top secret. Pos-so soltanto anticipare che sarà un’ul-teriore evoluzione del tarallino nella direzione dello snack. Vorremmo fare del nostro prodotto, già vicino ai ca-noni della dieta mediterranea, l’alter-nativa sana e genuina della pausa snack dei consumatori. In Italia e all’estero.

Dopo l’esauriente lezione di An-tonio Fiore, rivolgiamo un’ultima domanda a Tommaso

Aziende

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Flash

Prodotti I consumatori premiano San Benedetto S.p.A.

Un’indagine, condotta su un campione di 12.000 con-sumatori italiani, ha assegnato il premio “Eletto Prodot-to dell’Anno” 2013 a San Benedetto S.p.A. per due ca-tegorie: la Linea EcoGreen per il settore acque minerali e Aquavitamin per il settore integratori.L’Azienda non solo si aggiudica il premio per il quarto anno di seguito, ma lo raddoppia a riprova dell’impegno crescente verso l’innovazione, come testimoniano le parole di Vincenzo Tundo, Direttore Marketing di San Benedetto: “Da sempre lavoriamo per garantire ai consumatori qualità, sicurezza e rispetto dell’ambiente offrendo nei nostri pro-dotti tutta la passione di chi sa fare il proprio lavoro. Da sempre la nostra parola chiave è innovazione, il principio fondamentale alla base della ricerca di San Benedetto che orienta tutti i suoi sforzi per soddisfare le esigenze dei propri consumatori, i loro gusti, le loro passioni e soprattutto il loro futuro.”La Linea EcoGreen delle acque minerali San Benedetto è costituita da una nuova generazione di bottiglie in PET, la cui produzione compensa il 100% delle emissioni di CO2, risultato ottenuto sia attraverso l’acquisto di crediti di tipo VERs, ossia il finanziamento di progetti volti alla sostenibilità ambientale, sia attraverso il parziale utilizzo di RPET, ossia di plastica riciclata.Aquavitamin, la gamma di be-vande minerali arricchite di Vitamina C e aromatizzata in più gusti – limone, aran-cia, frutti rossi, kiwi/mela/melograno – rappresenta la bibita ideale per l’attività sportiva e per recuperare energie durante un’inten-sa giornata di lavoro. Ba-sti pensare che una botti-glia da mezzo litro fornisce all’organismo il 25% della RDA di vitamine e sostanze nutritive.

CaffèIl Kopi Luwak nell’occhio del ciclone

La fama cresciuta intorno al Kopi Luwak ha trasformato la sua produzione, fino a poco tempo fa artigianale e di nicchia, in un vero e proprio business internazionale.È noto a tutti che il Kopi Luwak viene prodotto dalle bac-che ingerite e defecate dallo zibetto asiatico, un mammi-fero a rischio d’estinzione; il processo digestivo che ne accompagna il percorso, ha l’effetto di conferire ai chicchi un gusto dolce e caramellato, molto ricercato. L’allettante prezzo di mercato, che ha raggiunto punte di circa 500 euro al chilogrammo, ha reso il Kopi Luwak il caffè più caro al mondo ed ha moltiplicato il numero di allevamenti di zibetto in Indonesia, suo Paese d’origine.La preziosa bevanda nasconde, però, un’amara realtà, emersa a seguito di un articolo, apparso su “The Guar-dian”, che denuncia le tremende condizioni in cui gli zi-betti vengono allevati. Nell’otti-ca di ottenere il massimo della produzione, gli animali vengo-no tenuti in gabbie, considerati come una catena di montaggio e sottoposti ad un regime ali-mentare costituito esclusiva-mente da bacche di caffè.Secondo gli esperti, la situazio-ne è incontrollabile e potrebbe essere arginata solo dal crollo della domanda e, di conse-guenza, del prezzo di mercato.

ProdottiStanchi dei soliti snack?

Un’idea alternativa ai soliti snack arriva dagli Stati Uniti, dove sta avendo grande successo. Si tratta di una linea di snack ispirata all’affascinante mondo degli insetti, veri protagonisti di queste originali leccornie.La gamma si compone di una serie di lecca lecca, privi di zuccheri, arricchiti da una particolare farcitura: una serie di insetti edibili, provenienti da allevamenti selezionati che ne garantiscono la qualità. Vermi, grilli, cicale, scorpioni, della cui bontà garantiscono i bambini, che li trovano mol-to simili nel gusto ai popcorn, a cui si aggiunge la variante ricoperta al cioccolato, ancora più prelibata.Questi particolarissimi snack sono molto apprezzati dagli insegnanti di scienze che li distribuiscono agli studenti e li usano per rendere più interessanti le loro lezioni.

Non deve essere molto difficile trovarli nei di-stributori automatici di

qualche scuola ameri-cana!

PagamentiLe nuove banconote: arriva “Europa”

Il 2013 vede il lancio della seconda serie delle bancono-te in euro, undici anni dopo l’esordio della moneta unica europea.Battezzata il 10 gennaio scorso dal Presidente della BCE, Mario Draghi, presso il Museo Archeologico di Francofor-te, la serie “Europa” debutterà a maggio con l’emissione della banconota da 5 euro.I nuovi tagli, che riportano il ritratto della figura mitolo-

gica Europa, dalla quale ha origine il nome del nostro continente, sono molto simili a quelli

attualmente in circolazione. La BCE precisa, però, che importanti dettagli renderanno le

nuove banconote più affidabili e meno fal-sificabili.

Le maggiori caratteristiche di sicurez-za sono rappresentate dalla filigrana che, in

controluce, riporta l’immagine di Europa e il valore della banconota, particolari visibili anche nella striscia

argentata dell’ologramma. Il dettaglio di maggiore impatto visivo è il gioco di colori che si produce nel muovere la banconota, che nel caso dei 5 euro va dalle sfumature del verde smeraldo fino al blu scuro.Le banconote attualmente in uso saranno via via ritirate dalla circolazione.

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Caffè

Negli ultimi mesi si sus-seguono voci allar-mistiche sul destino della varietà Arabica, che sembrerebbe a ri-

schio di estinzione per due possi-bili cause: i cambiamenti climatici e il cosiddetto “fungo della ruggine” la cui diffusione è, comunque, fa-vorita da condizioni di clima secco e/o da temperature troppo elevate. I ricercatori del Royal Botanic Gar-dens di Kew (UK) considerano il riscaldamento globale, unito alla variabilità delle condizioni climati-che, la causa principale dell’even-tuale scomparsa della varietà Ara-

Il destino dell’Arabicabica che, secondo le loro stime, dovrebbe avvenire entro il 2080. Lo studio, condotto da ricerca-tori inglesi, in collaborazione con scienziati etiopi, si riferisce prin-cipalmente all’Arabica Selvatica che, allo stato naturale, si presenta geneticamente meno resistente, ri-spetto alla varietà coltivata in pian-tagioni, in cui si è riusciti a ripro-durre condizioni climatiche ideali. Secondo gli studiosi del Royal Bo-tanic Gardens, nell’arco dei prossi-mi 70 anni, dovrebbe sparire dal 38 al 99,7% delle aree che accolgono piante selvatiche di Arabica. Se ciò si verificasse, il danno economico per i Paesi in cui la coltivazione di questa varietà rappresenta una fonte primaria di sostentamento, sarebbe enorme.Ad aggravare questa difficile situa-zione, si è aggiunta la diffusione del “fungo della ruggine”, che ha già colpito il 35% delle piantagioni dell’area centroamericana. La He-mileia Vastatrix, nome scientifico del fungo, è un parassita che attacca la pianta del caffè distruggendone le foglie, sulle quali appaiono macchie giallo-brunastre. La pianta, vittima delle spore del micidiale fungo, in-giallisce fino a passare ad una con-dizione di stasi vegetativa. Nelle regioni del Centro America, la

Fungo della ruggine

Spore della Hemileia Vastatrix

diffusione del fungo della ruggine è iniziata a settembre 2012, e ha mes-so a repentaglio il futuro di circa due milioni di addetti del settore. Secon-do gli studiosi, la situazione tende-rà a peggiorare, facendo prevedere un danno di circa 3 milioni di dollari nell’annata coltivicola 2012/2013, che terminerà a settembre di quest’anno. Un ulteriore grido d’allarme è arri-

Piralide bianca

vato dall’India, dove la produzione di caffè Arabica è in calo, a causa della “piralide bianca”, nome co-mune della Cydalima Perspectalis, un parassita che attecchisce mag-giormente laddove il clima è parti-colarmente secco. Si tratta, in realtà, di una farfalla bianca che depone le uova sulle foglie delle piante; le sue larve, di colore verde giallastro, defo-gliano le piante, portandole alla mor-te vegetativa.Sembrerebbe, dunque, che non ci siano speranze per questa pregia-ta varietà di caffè, minacciata sia ad est che ad ovest del pianeta. Gli scienziati, per quanto preoccu-pati dalla situazione, ritengono che si possa intervenire su due fronti: in-tensificando la prevenzione, per ciò che concerne l’attacco di parassiti, e rinforzando geneticamente l’Arabica Selvatica, affinché sviluppi una bar-riera difensiva contro i rischi climatici.

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Il mercato del caffè: trend 2012-2013

Caffè

L’anno caffeicolo 2012-2013 è iniziato pochi mesi fa, ad ottobre 2012, e darà i suoi risultati definitivi solo a settembre 2013 quan-

do, al limitare della nuova stagione, si potranno ufficializzare i dati della produzione in corso.Ciò nonostante, i maggiori Paesi

produttori hanno aggiornato le loro stime per la stagione 2012-2013, la-sciando prevedere una produzione totale di 144,10 milioni di sacchi, con un incremento del 7,2% rispetto all’annata precedente. Nello specifi-co, si prevede una produzione totale di Arabica di 88,4 milioni di sacchi, mentre quella di Robusta si dovreb-be attestare intorno ai 55,6 milioni di sacchi.Vediamo più nel dettaglio le previsioni di alcuni dei maggiori Paesi produttori: Il Brasile ha appena aggiornato i dati della produzione, prevedendo un to-tale di 50,83 milioni di sacchi, di cui 38,34 di Arabica e 12,48 di Robu-sta. L’incremento, rispetto all’anna-ta precedente, sarebbe del 16,9%. La Colombia ha iniziato l’anno con un decremento dei raccolti nei primi due mesi. Lo sperato recupero non si è ancora verificato, il che lascia presupporre un risultato a fine sta-gione al di sotto delle aspettative.Il Vietnam, che nell’anno 2011-2012 ha avuto una produzione record, prevede un leggero decremento per l’anno in corso. L’Indonesia, al con-trario, stima di raggiungere il quan-titativo di 11 milioni di sacchi, pari ad un incremento del 27% rispetto all’anno precedente.Anche l’India prevede un leggero in-

A cura di cremento della produzione rispetto alla stagione 2011-2012 (5,2 milioni di sacchi), stimando il prossimo rac-colto in 5,3 milioni di sacchi.Diversa è la situazione dei Paesi del Centro America. Alcuni di essi, come Guatemala, Honduras e Ni-caragua, prevedono un decremen-to dei risultati a causa di condizioni climatiche avverse e di malattie delle piante, come ad esempio la ruggine. In altre aeree del Centro America, come Messico, Costa Rica e El Sal-vador, grazie a condizioni favorevoli, si prevedono raccolti più abbondanti rispetto all’anno precedente.Per quanto riguarda i prezzi dei caf-fè verdi, essi hanno subito una cor-rezione al ribasso nel mese di dicem-bre 2012, quando la media mensile dell’indicatore di prezzo composito ICO è scesa del 3,7%, ossia a 131,31 centesimi di dollaro per libbra, il livel-lo più basso da maggio 2010.All’inizio del 2012 questo indicato-re era a livello di 188,90 cents per libbra, cifra che ha subito un de-cremento durante tutto il corso del 2012, soprattutto per quanto riguar-da la varietà Arabica (oltre – 30% in alcuni casi), mentre i Robusta hanno subito cali meno evidenti (- 5,8%). Pertanto, nel corso del 2012 si è ristretto il differenziale tra i prez-zi dell’Arabica e quelli del Robusta, fino a raggiungere i minimi storici di dicembre. Tuttavia, se allarghiamo il campo vi-sivo dell’analisi dei prezzi all’ultima

decade, possiamo affermare che il prezzo medio dell’anno appena terminato resta comunque più alto di quello medio relativo alle annate dell’ultimo decennio, sebbene in ri-basso rispetto al 2011.Se integriamo i dati fin qui analizzati con il report ICO relativo alle espor-tazioni del 2012, che indica un in-cremento dell’8,5% rispetto all’anno precedente e con l’analisi dell’anda-mento nei consumi nei Paesi impor-tatori, che risulta in calo sulle piazze storiche e in aumento nei Paesi emer-genti, possiamo concludere che nei prossimi mesi non si dovrebbero prevedere ulteriori correzioni al ri-basso dei prezzi dei caffè verdi.

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Personaggi

Monica Balocco: Lady Marketing si racconta

Una laurea in European Business with Techno-logy presso il Politec-nico di Torino e l’U-niversità di Brighton,

un’esperienza formativa in Inghilterra nei primi anni ’90, quasi 20 anni di vita aziendale dedicati principalmen-te all’area marketing, trade marke-ting e sviluppo vendite. Durante le esperienze lavorative il percorso for-mativo è proseguito con un Master in General Management, frequentato all’ESCP Europe fra Torino e Londra, e corsi di specializzazione marke-ting all’Università Bocconi di Milano. Questa è la formazione di Monica Balocco, che ha dedicato gli ultimi dodici anni al marketing Lavazza per l’Away from Home, con focalizzazio-ne nei settori dell’Ho.Re.Ca. e del Vending. Da pochi mesi ha lasciato il suo ruolo di Head of Away from Home Marketing in Lavazza e ora sta affrontando una nuova sfida la-vorativa. Abbiamo voluto intervistarla per sa-pere di più di lei, del suo rapporto

con una delle più grandi aziende del nostro settore e del suo futuro, che di certo non sarà lontano dal Vending.

Una grande e lunga esperienza in Lavazza: come è nata? Dopo l’Università e un percorso di

stage tra Italia e UK, mi sono ferma-ta a Roma a lavorare in Alitalia, dove mi sono occupata di trade marke-ting, dai progetti di incentivazione e fidelizzazione del trade allo sviluppo di partnership con i maggiori clienti fino ai progetti di fidelity del consu-matore. Fino a quando ho avvertito la necessità di cambiare esperienza e settore, e tornare nella mia città, Torino. Così ho cominciato il mio percorso in Lavazza.

Vuoi ripercorrere le tappe dell’e-sperienza in Lavazza? E’ stato un percorso interamente dedicato al Fuori Casa, settore in cui Lavazza si stava focalizzando in maniera sempre più importante. Do-dici anni dedicati ad un canale che mi ha appassionato fortemente per-ché ricco di contenuti, di persone e di realtà imprenditoriali uniche. Ho iniziato dall’Ho.Re.Ca. Italia dove ho ricoperto diverse posizioni, dal tra-de marketing ai progetti di sviluppo vendite fino alla gestione delle vendi-te indirette, quindi dei distributori. Gli ultimi sei anni, invece, li ho dedicati all’Away from Home internazionale, dove ho ricoperto, sia per l’Ho.re.ca. che per il Vending, le funzioni di Mar-keting Operativo, Gestione Clienti In-ternazionali e infine, Marketing.

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Perché hai concluso il tuo rappor-to lavorativo con Lavazza? Per amore! Che mi ha portato a tra-sferirmi in un’altra città a 500 km da Torino. Ma continuerò a collaborare con l’azienda su progetti specifici.

Come hai vissuto questo cambia-mento? Dal punto di vista professionale, con dispiacere per una fantastica espe-rienza che mi ha dato tanto in termini di contenuti e di rapporti umani. Con entusiasmo per la nuova sfida che mi aspetta.

Cosa ti ha dato la conoscenza del Vending e tu cosa hai apportato al settore? Mi ha fatto conoscere un settore con poca visibilità ma di grandissi-ma rilevanza per portare al grande pubblico un momento di consu-mo estremamente facile, in posti e con prodotti, fino a ieri, impensa-

bili. Mi ha anche dato la possibilità di conoscere imprenditori dinamici e innovativi e realtà imprenditoria-li italiane con un livello di organiz-zazione difficilmente immaginabile. Io ho concentrato i miei sforzi per sti-molare il riconoscimento della qualità collegata ad una macchina vending e all’innovazione del prodotto caffè per il consumatore.

Ed ora di cosa ti occuperai? Mi sono inserita in una dinamica re-altà imprenditoriale, la Wolff&Co. che si occupa di consulenza e gestione progetti, con l’obiettivo di sviluppare l’Away from Home. Continuerò quin-di a dedicarmi a questo canale che mi ha dato tanto e che voglio continua-re a sviluppare. Gli ambiti dell’attività saranno quelli del marketing, comu-nicazione, trade marketing e busi-ness development, dalla strategia di canale e del portafoglio prodotti alla definizione dei piani promozionali per canale e cliente. Sul lato commer-ciale partiamo dalla condivisione del

modello di business del cliente per arrivare all’applicazione dello stesso nel mercato.

Come pensi di interfacciarti con il Vending nel tuo nuovo lavoro? Metterò sicuramente a frutto il know how e l’esperienza di que-sti anni e, comunque, sono molto felice di continuare a collaborare con Lavazza su progetti specifici. Intendo proseguire sull’affermazio-ne della qualità nel vending tra-mite nuovi modelli di comunicazio-ne e relazione con il consumatore. Ritengo altresì che la segmentazione della clientela ed un differente ap-proccio per singolo segmento, sia in termini di prodotto che di servizio, possano creare valore aggiunto per tutta la filiera e allargare il parco uti-lizzatori. O.M.

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Aziende

si fa in ... “DUO”

DUO è una macchina “2 in 1” realiz-zata da Bianchi Vending su design di VOVO, società trevigiana specializ-zata nella progettazione di nuovi con-cetti. Questa macchina rappresenta, infatti, l’integrazione di due comparti della distribuzione automatica, il caf-fè e l’acqua, in un’unica soluzione in grado di offrire un servizio di ristoro essenziale, ma tecnologicamente avanzato. DUO è composto da un refrigeratore d’acqua naturale e friz-zante, allacciato alla rete idrica, e da un erogatore di bevande calde a 8 selezioni che, oltre al caffè, compren-dono bevande al latte e al cioccolato. L’attenzione di Bianchi Vending per la qualità del risultato in taz-za e, di conseguenza, per il con-sumatore, è garantita dal siste-ma di purificazione dell’acqua a lampada UV, un metodo rapido

Ha appena esordito sul palcoscenico inter-nazionale della distri-buzione automatica, ma ha già dimostrato

di avere tutte le carte in regola per diventare una stella del vending. Il riferimento è a “DUO”, il nuovo di-stributore automatico di Bianchi Ven-ding, premiato già al suo lancio come prodotto innovativo, nell’ambito del concorso “Vend’Or2012”, promosso dalla rivista francese “Le monde de la distribution automatique”

ed efficace, capace di distrugge-re il 99% dei microrganismi nocivi. L’innovazione di DUO non si esauri-sce qui. La pulsantiera tattile LCD 7” multilingue ed interattiva consente di trasmettere messaggi, video ed in-formazioni utili. Accanto ad essa, va segnalata l’ampia serie di accessori come, ad esempio, i vassoi laterali e le ruote, indispensabili per facilitarne il trasporto e gli spostamenti durante le operazioni di pulizia e manutenzione. DUO s’inserisce in un moderno contesto di distribuzione automa-

tica non solo per le sue prerogative tecniche, ma anche per i vantaggi che offre da un punto di vista eco-logico: il concetto “2 in 1” dimez-za i costi di trasporto, imballag-gio e smaltimento della plastica. Ideale in locazioni come sale d’atte-sa e hall di alberghi, DUO ha goduto di una doppia presenza a Vending Paris 2012: presso lo stand Bianchi Vending e, nell’ambito della Vending Canteen, nello spazio dedicato alla simulazione della situazione d’attesa in aeroporto.

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24 Porsi degli obiettivi e ri-uscire a raggiunger-li, superando anche le proprie aspettative, non è da tutti. Eppure esi-

stono realtà imprenditoriali capaci di crescere con continuità, nono-stante le naturali difficoltà del lavo-ro quotidiano e gli ostacoli posti da contingenze esterne sfavorevoli. Nel vending, un esempio di succes-so e di crescita costante viene dal Sud, dove nel 1985, il giovane e in-traprendente Vincenzo Esposito, intuendo le potenzialità di mercato delle macchine per il caffè a capsule, che allora cominciavano a diffonder-si, decise di farne il proprio mestiere. Senza capitali da investire, ma arma-

to di ostinazione e voglia di affer-marsi, si propose alla Unoper come concessionario per la Campania e, quasi inaspettatamente, ricevette dall’Azienda piena fiducia.Iniziò così la sua avventura nel vending che, da allora, non ha co-nosciuto soste, mostrando un trend sempre positivo di cresci-ta e un’affermazione a mano a mano più radicata nel territorio. Oggi la Espresso Uno Più è una so-cietà giunta alla seconda generazio-ne e vede nei figli del signor Esposito la naturale prosecuzione del lavoro cominciato 27 anni fa. È proprio da Fabio, uno dei quattro fratelli Esposito, che ci facciamo rac-contare il resto della storia, sotto gli occhi attenti e a tratti commossi del padre, sempre pronto ad intervenire per precisare date ed episodi.

Allora Fabio, nell’85 suo padre ini-ziò quest’avventura con le Unoper, ma si può dire che, già pochi anni dopo, l’attività era ben avviata. Cosa fu determinante? Credo che siano stati due i fatto-ri determinanti in quella fase: prima di tutto il desiderio di non tradire la fiducia riposta in mio padre dalla dirigenza della Unoper e poi, dopo

qualche anno, l’acquisizione della stessa Unoper da parte della Lavaz-za. Il lancio della Lavazza Point e delle capsule a sistema chiuso La-vazza diedero l’impulso definitivo: chi non conosceva il brand Lavazza?

In che modo è avvenuto il pas-so da gigante, o meglio, cosa ha determinato il passaggio da ditta individuale a società con il suc-cessivo ingresso nel vending vero e proprio, quello dei distributori automatici free standing? Diciamo che è stato naturale. Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, mio padre “ci diede dentro”, per usare un’espressione un po’ colori-ta ma che rende bene l’idea. Devo anche dire che fu determinante il supporto di mio zio Gennaro, che è sempre stato al suo fianco ed occu-pa oggi un ruolo fondamentale per la Espresso Uno Più, in quanto cura la parte tecnica. È un compito delica-to, perché da lui dipende, in buona sostanza, l’efficienza delle macchi-ne e l’accuratezza del lavoro svolto dai tecnici sul campo: è lui che li istruisce e li controlla quotidiana-mente. L’altro elemento fondamen-tale è stato sicuramente il “passapa-rola”, grazie al quale le installazioni si sono moltiplicate. Nel momento in cui sono cominciate ad arrivare ri-chieste da aziende, in cui il numero di dipendenti o la locazione richie-deva macchine a monete, c’è stata l’esigenza di adeguarsi e passare ai distributori automatici veri e propri. Anche in quel frangente, l’intuizione di mio padre si è dimostrata giusta.

“Il meglio deve ancora venire”

Aziende

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Quali sono oggi i numeri di Espres-so Uno Più?

Siamo lontanissimi dai numeri di quegli anni. Intanto la società è cre-sciuta e, lo dico senza falsa mode-stia, anche grazie all’apporto del lavoro svolto dai noi figli. Siamo quattro e siamo cresciuti tra scatole di caffè e macchinette; abbiamo ap-preso il mestiere in modo naturale, pur andando regolarmente a scuola. Lo studio prima di tutto e, devo dire, che da questo punto di vista la figura di mia madre è stata determinante. Si dice che “dietro a un grande uomo, c’è sempre una grande donna”. Eb-bene, nel nostro caso, mia madre si è dovuta moltiplicare per quattro, se-guendo noi figli e, contemporanea-mente, aiutando mio padre nel lavoro d’ufficio. E con quattro maschi non è facile…

Torniamo ai numeri Sì, certo. Intanto va detto che Espresso Uno Più è, ormai, un grup-po che comprende anche la Ke-spresso, nata come segmento OCS a marchio Kimbo, brand della storica torrefazione napoletana, di cui sia-mo concessionari dal 2009 per tut-to il caffè che utilizziamo nei nostri distributori, grani e capsule. Il grup-po comprende anche la Espresso Uno Più lucana, attraverso la qua-le operiamo lungo la costa calabra e in parte dell’entroterra dell’area di Lagonegro. Ad esempio è nostro cliente la centrale Mercure Enel di Castelluccio Inferiore, nel potentino. Come vede siamo riusciti a sconfina-re dalla Campania. Anche nel basso Lazio, infatti, gestiamo delle posta-zioni, ma non vogliamo spingerci troppo: arriviamo fin dove sappiamo di poter raggiungere un cliente senza problemi. Ne andrebbe della quali-tà del servizio, che è il nostro primo obiettivo.

D’accordo Fabio, ma i numeri?

L’accontento subito. Gestiamo come gruppo circa 11.000 distributori au-tomatici attraverso il lavoro di 60 per-sone ripartite tra caricatori, installa-tori, tecnici e impiegati interni, ossia addetti all’amministrazione, al com-merciale e al call center, che gestisce il contatto con i clienti. Io mi occupo

dell’amministrazione, coadiuvato da alcuni collaboratori; mio fratello Lui-gi si occupa degli acquisti e gestisce il magazzino, mentre la parte com-merciale è responsabilità di Ciro, che coordina anche il gruppo dei carica-tori. C’è poi il più piccolo dei fratelli, Daniele, che si sta ancora “facendo le ossa” e collabora con tutti noi per apprendere e dare una mano. Siamo un bel gruppo affiatato e consolidato, in cui ognuno svolge il proprio ruolo con impegno e passione, valori che mio padre Vincenzo ha trasmesso a tutti come se tutti fossero suoi figli. Si può dire, dunque, che il signor Vincenzo ha gestito l’Azienda come un buon padre di famiglia. Certamente! E continua a farlo. È sempre il primo ad arrivare al mat-tino, è lui che apre il cancello, che

supervisiona tutte le fasi del lavoro e questo è da esempio per chi col-labora. A volte è un po’ burbero. Se c’è da fare una ramanzina, non ci pensa due volte, salvo poi dimostra-re il massimo appoggio, se uno dei collaboratori si trova in un momen-to di difficoltà. Con noi figli, invece, ha un comportamento diverso. Ci lascia sbagliare, ma non interviene subito. La sera, quando il personale è andato via, ci riunisce e ci fa le sue proverbiali “tirate d’orecchie”, quelle vecchio stampo.

Vogliamo tornare ai numeri?

Abbiamo appena inaugurato la nuo-va sede, una struttura di 1.400 metri quadrati, oltre ad altri 400 adibiti a carico/scarico e a parcheggio dei 42 automezzi, con i quali portiamo il ser-vizio di distribuzione automatica nelle

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aziende che gestiamo. Quello è stato un momento importante per noi. Per l’inaugurazione abbiamo organizzato una festa, in cui gli oltre 300 invi-tati ci hanno dimostrato quanto sia importante l’appoggio della famiglia e degli amici, un sostegno senza il quale non saremmo arrivati dove sia-mo. Per l’occasione abbiamo voluto ripercorrere, attraverso un filmato, le tappe di questo lungo cammino che, come abbiamo più volte ribadito, non si ferma qui. Questo è solo l’inizio, il meglio deve ancora venire, una frase che è diventata un po’ il nostro slo-gan.

Cosa immaginate nel vostro futuro? Stiamo strutturando una rete com-merciale che, fin’ora non abbiamo avuto, per entrare più capillarmen-te nel territorio. Vorremmo osare un passo importante, proprio grazie alle amicizie che negli anni abbiamo stretto con professionisti del settore in tutta Italia. Ci piacerebbe riuscire a coprire altre regioni attraverso un network di gestori, da sviluppare collaborando con strutture già ope-rative in altre aree del nostro Paese. È un modo per contrastare i grandi gruppi sul territorio, non per ciò che riguarda i grandi appalti nazionali, che non ci interessano, ma per affer-mare il nostro sistema di gestione in un territorio più vasto.

Non temete che gli effetti della cri-si possano interferire con i vostri progetti? Relativamente. Vede, il fatto di avere un parco clienti di tipologia medio-piccola è stata la nostra fortuna in questi anni difficili. La chiusura di un cliente dai numeri contenuti o il suo ridimensionamento incidono solo marginalmente sul fatturato, cosa che invece accade quando si lavora

Carlo Di Napoli agente Nestlè-Sanpellegrino La Espresso Uno Più, la famiglia Esposito che la guida, mi ha ispirato fiducia sin dal primo momento in cui sono venuto in contatto con loro come fornitore. Era il 2008, ancora non c’e-rano Kespresso e la Espresso Uno Più lu-cana, ma ho compre-so subito che sareb-bero arrivati lontano”

con clienti dai grandi numeri, in ter-mini di battute. In questo caso, la chiusura o il ridimensionamento, an-che di un solo cliente rappresentano per un gestore uno choc economi-co, anche se parliamo di un grande gruppo. Basti pensare a quanto sta accadendo alle industrie del centro e del nord Italia.La Espresso Uno Più ha assunto un atteggiamento in controtendenza rispetto alla crisi. Laddove gli altri hanno limitato le spese, noi le abbia-mo aumentate, intensificando gli in-vestimenti. Ne sono prova la nuova struttura e i 450.000 euro investiti nel 2011 in pubblicità, in allestimenti di stand presso fiere e centri commer-ciali, dove siamo presenti con nostre buvette di degustazione, in partner-ship con la Cafè do Brasil.

Vi state già preparando a festeg-giare nuovi traguardi? Per il momento pensiamo al 2015, anno in cui compiremo il giro di boa dei 30 anni di attività che, se mi per-mette, vanno festeggiati. Poi chissà! Abbiamo una visione ottimistica della vita e, le ripeto, siamo convinti che “Il meglio deve ancora venire!”

Franco Francavilla gestore di Como e amico

“Sono dei carissi-mi amici, conosciuti anni fa in occasione di una fiera. È una fa-miglia che ha saputo raggiungere numeri importanti, grazie allo spirito di abnegazione e alla passione che ha messo nel proprio lavoro”

Luigi Avossa consulente del lavoro del gruppo

“Conosco la famiglia Esposito dall’85, os-sia dall’apertura della prima partita IVA. Sia-mo cresciuti profes-sionalmente insieme e, all’inizio, anch’io ho dato una mano con le macchinette. Oggi mi occupo solo degli aspetti fiscali, ma mi sento parte di questa famiglia unita e operosa”

Luca Schioppa agente Kraft

“Sono fornitore della Espresso Uno Più da anni e posso dire che sanno seguire bene il loro lavoro, come di-mostrano i risultati che vediamo oggi. Hanno saputo crescere con costanza e questo fa molto piacere. Sono certo che continueran-no a crescere”

Raffaele Capraraagente Acqua Lete

“Da fornitore devo dire che, crescendo l’A-zienda cresce anche il fatturato e questo non può far altro che piacere, soprattutto in questo momento di crisi. Fa piacere vedere un’Azienda che, nono-stante tutto, continua a credere nel futuro e nella crescita. Com-plimenti all’intrapren-denza della Famiglia Esposito

Dicono di loro...

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Grazie all’esperienza maturata in oltre venticinque anni di lavoro nell’ambito del vending e del catering, Flymax è in grado di offrire agli operatori una vasta scelta di prodotti, abbinando al design moderno ed ele-gante i tradizionali schemi di preparazione dei veri caffè espresso e cappuccini italiani.Innovazione, flessibilità, professionalità sono solo alcuni dei valori che contraddistinguono il lavoro di quest’A-zienda, costantemente volta a soddisfare le aspettative dei clienti.Dopo il lancio dei nuovi modelli touch screen & led, freestanding e table top, Flymax è di nuovo impegnata nella realizzazione di progetti all’avanguardia, specchio di un’azienda in continua evoluzione e da sempre aperta al mercato internazionale.Infatti, nonostante la difficoltà del mercato interno, Flymax prosegue con successo il cammino intrapreso fin dalla sua fondazione ovvero una proficua internazionalizzazione, allargando i propri orizzonti verso nuovi mercati esteri.

Ricerca del dettaglio, innovazione, flessibilità e dinamicità sono solo alcune delle linee guida che caratteriz-zano il lavoro di squadra del team Flymax , finalizzato alla volontà e capacità di emergere dall’attuale stasi economica.

Dunque la scelta di Flymax contro la crisi è un’azione vincente di attacco mirata all’innovazione!

GUARDA OLTRE I CONFINI

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Eventi

L’edizione 2012 di Vending Paris ha chiuso in positivo. Il comunicato stampa, dif-fuso dall’organizzazione a fine manifestazione, ripor-

ta un aumento del 10% di vi-sitatori, rispet-to all’edizione 2010, e della presentazione di oltre 50 pro-dotti innovativi da parte degli espositori nazionali ed internazionali.Il comunicato sottolinea, inoltre, l’at-tiva partecipazione dei rappresen-tanti delle associazioni europee di settore – per la prima volta anche dell’organizzazione russa, la RNVA – che hanno animato le conferenze e i workshop, organizzati su temi di grande attualità: la legislazione eu-ropea, gli sviluppi futuri del mercato, le potenzialità dei nuovi prodotti, la sostenibilità.

Vending PARIS 2012

Ancora una volta si è dato grande risalto alla “Vending Canteen”, no-vità dell’edizione 2010, riproposta quest’anno come drammatizzazione della distribuzione automatica, della quale ha simulato presenza e ruolo nella vita quotidiana dei consumato-

ri, grazie ad un attraente allestimento di macchine e prodotti. Oltre che a situazioni-tipo, quali la sala d’attesa di un aeroporto, la vendita di prodotti di lusso o di necessità o, ancora, di prodotti del territorio, una delle se-zioni della “Vending Canteen” è stata riservata allo snacking, considerato come segmento di vendita predomi-nante.La particolare attrazione esercitata dalle macchine dedicate al food sui visitatori, ha ulteriormente motivato la Reed Expositions, società organiz-zatrice della manifestazione, a dare un nuovo e inconsueto appuntamen-

to per l’edizione 2014: Vending Paris non si svolgerà più ad ottobre con un salone dedicato, bensì dal 5 al 7 febbraio, contemporaneamente al “Sandwich & Snack Show”, l’even-to dedicato alla ristorazione veloce.La manifestazione parigina ha senz’altro avuto successo, nono-stante un certo ridimensionamento degli stand e l’assenza di qualche espositore rispetto all’edizione pre-cedente del 2010.Non crediamo affatto che il mercato francese della distribuzione automa-tica abbia perso appeal, diventando meno interessante, e ciò è dimostra-

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Nicholas Bodilis

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Alejandro Ortuño

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Aris Kashefi

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Boris Belotserkovsky

RNVA

Johnatan Hilder

AVA

Lucio Pinetti

CONFIDA

Carla Balakgie

NAMA

Arnaud van Amerongen

EVA

Erwin Wetzel

EVA

Catherine Piana

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Eventi

to dall’incremento del numero dei visitatori. Crediamo, piuttosto, che altri fattori, indipendenti dalla mani-festazione, si siano palesati più aper-tamente proprio in quest’occasione. In primo luogo la riduzione dei bud-get che le aziende possono riservare agli eventi fieristici, che sono troppi e troppo ravvicinati nel tempo perché si possa presenziare a tutti, avendo per ognuno una novità da presenta-re. Come ha detto Aris Kashefi, diretto-re generale dell’Associazione tede-sca del vending “Non si fa in tempo a tornare da una fiera, che già bisogna andare a visitarne un’altra!”Per quanto riguarda questo argo-mento, sembra che si stia facendo qualcosa di concreto nell’ambito dell’EVA, l’Associazione europea in cui confluiscono le organizzazioni nazionali, che nei prossimi due anni lavorerà per una completa riorganiz-zazione delle fiere di settore.Accogliamo con qualche perplessi-tà la decisione francese di far coin-cidere la fiera del vending con il “Sandwich&Snack Show”, perché ci sembra riduttiva nei confronti della distribuzione automatica e contrad-dittoria rispetto alla filosofia che ha dato vita alla “Vending Canteen”, nata dall’idea che il vending faccia ormai parte della vita quotidiana dei consumatori.Se si parte dal concetto che la distri-buzione automatica è l’unica tipolo-gia di vendita in grado di seguire il consumatore h24 e 7 giorni su 7 e di offrirgli tutti i prodotti di cui può aver

bisogno nella vita quotidiana;se si enfatizza questo aspetto, alle-stendo uno spazio espositivo in cui si vuole dimostrare che il vending non è solo food&beverage, ma an-che altri prodotti, di prima necessità o voluttuari, venduti al posto giusto e al momento giusto;se si sottolinea questo aspetto espo-nendo nella Vending Canteen distri-butori automatici in cui è possibile acquistare di tutto: dai giornali, ai collant, dagli MP3 ai parafarmaci, dai souvenir ai prodotti di lusso;se si organizza un workshop dedicato in cui si evidenzia la molteplicità dei generi dei prodotti venduti e vendibili attraverso i distributori automatici;se si pone l’accento sul concetto

secondo il quale il vending deve ri-spondere alle attese dei consumatori con prodotti adeguati;se tutto questo ha avuto successo ed ha convinto i visitatori delle enor-mi potenzialità della distribuzione automatica, ci chiediamo se sia possibile preve-dere per il 2014 un’involuzione che releghi la distribuzione automatica al ruolo di semplice somministrazio-ne di food&beverage, ruolo non più da protagonista ma da comprimaria, nell’ambito del vasto segmento della ristorazione veloce. Crediamo di no e lo affermiamo col conforto delle statistiche, che vedo-no il vending come un settore ca-pace più degli altri di resistere alla crisi e di dare supporto al commer-cio tradizionale, proprio perché non c’è prodotto che non possa essere venduto anche attraverso distributori automatici.Confidiamo in un allestimento del prossimo Salone francese che ri-spetti il ruolo svolto dalla distribuzio-ne automatica nella vita quotidiana e ne metta in evidenza il livello qualita-tivo, raggiunto attraverso gli sforzi di tutti i protagonisti della filiera. Solo tre mesi dopo Milano ospite-rà Venditalia 2014, evento che sicu-ramente non sarà ridimensionato o reso meno attraente ed internaziona-le dell’edizione 2012. F.S.

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Pur essendo trascorsi circa tre mesi dalla chiusura dell’edizione 2012, Vending News dedica alcune pagine alla manifestazione francese, ritenendola un ottimo punto di osservazione del modo in cui le aziende ita-liane si presentano sul mercato estero ed aggiornano i loro prodotti per adeguarsi alle esigenze dei consumatori d’Oltralpe.Al tempo stesso, Vending Paris costituisce un’opportunità per scoprire novità e tendenze, francesi ed internazio-nali, che potrebbero rivelarsi interessanti per il nostro mercato e dalle quali trarre spunto per nuove idee e prodotti. È superfluo ricordare che i costruttori italiani rappresentano l’eccellenza nella produzione di distributori automa-tici, con una percentuale di esportazione che si avvicina al 70% del totale, per un valore superiore ai 250 milioni di euro. I Paesi europei, a cui sono prevalentemente dirette le macchine “made in Italy”, sono la Spagna, la Francia, il Portogallo e la Germania, dove i nostri brand sono affermati ed apprezzati. Per questo motivo, gli stand italiani a Vending Paris 2012 sono stati sempre affollati di professionisti alla ricerca delle ultime novità italiane.

Mettendo al centro dell’esposizione, nel suo stand total white, il modello Luce X2 Touch TV, Rheavendors ha confermato a Parigi tutte le innovazioni, apportate negli ultimi anni alla distri-buzione automatica attraverso l’evoluzione tecnologica delle sue macchine.Presentato al mercato francese anche nella versione Premium e in combinazione con Luce Snack, il distributore Luce X2 Touch TV è una macchina dal linguaggio intuitivo, program-mabile e controllabile da remoto, grazie alla piattaforma Rheady Suite, studiata per offrire al gestore un software multilivello, online/offline, attraverso il quale può seguire direttamente il proprio parco macchine, senza l’ausilio di intermediari. Per i visitatori, la tecnologia del touchscreen ha rappresentato sicuramente l’attrattiva mag-giore, per la valenza quasi fisica che riesce a dare al rapporto consumatore/macchina, prero-gativa che si abbina alla tecnologia del monitor Full HD. La scelta del prodotto da parte del consumatore è supportata dalle informazioni veicolate dallo schermo (nella versione da 22 e da 32 pollici), che possono spaziare attraverso una vasta gamma di contenuti condivisibili on-line. Rhealtime è, infatti, la piattaforma che Rheavendors mette a disposizione dei gestori e a cui essi possono riferirsi sia per recuperare i contenuti multimediali da trasmettere via mo-nitor sulle proprie macchine , sia per rilasciarne altri da mettere a disposizione della rete: dalle tabelle nutrizionali alle informazioni locali e aziendali fino alle campagne di marketing vero e proprio. Ulteriore attrattiva, divenuta una consuetudine degli ultimi modelli Rheavendors, è la doppia colonna bicchieri che, in due formati diversi (15 e 25 cl), accanto allo standard in plastica, prevede il bicchiere in cartone, solu-zione più adeguata a contenere bevande “gourmand”. Infine per completare l’offerta della ristorazione nomade , la macchina può essere collegata a un dispenser di coperchi, idea particolarmente adatta ai Paesi esteri, dove è abitudine diffusa camminare per strada sorseggiando la propria bevanda.

Un accenno a Cino, il modello Table Top, presentato nell’ul-tima versione a 10 sele-zioni, con una campana di caffè in grani per l’e-rogazione dell’espresso all’italiana. Cino prevede molteplici possibilità di pagamento, tra cui il si-stema a chiave in moda-lità Executive o MDB, che consente al gestore il controllo dei dati.Rheavendors ha dimostrato al mercato francese che l’evoluzione del vending non si ferma mai e cresce di pari pas-so con l’evoluzione del mercato e delle esigenze di consumatori.

Panoramica Espositori Italiani

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Ducale ha partecipato a Vending Paris 2012 attra-verso il suo partner francese “2b3 distribution et ser-vices”, un’Azienda che ha saputo valorizzare il mar-chio Ducale, rafforzandone innovazione e affidabilità, attraverso la scelta dei prodotti erogati, tutti brand prestigiosi e noti a livello internazionale. Ci è parsa una scelta premiante per l’Azienda italiana, alla qua-le abbiamo dato la nostra interpretazione: un distri-butore automatico Ducale non può erogare prodotti di media qualità, ma deve servire al consumatore le migliori marche esistenti sul mercato. La combinazio-ne di un’ottima macchina e di un ottimo prodotto di-venta garanzia del risultato offerto all’utente finale, il massimo che ci si possa aspettare dal servizio di som-ministrazione attraverso un distributore automatico. Partendo da questo concetto di base, il modello Duca-le prescelto per l’erogazione del caffè è la City Vision,

che con la sua porta trasparente, mostra al consumatore tutto il processo di lavorazione ed erogazione del caffè. Commercializzata da oltre un anno, la City Vision di Ducale acquista un significato particolare per gli utenti francesi, e non solo, ancora restii a credere che all’interno di un distributore automatico ci sia realmente caffè in grani macinato all’istante. La versione della City Vision espo-sta a Vending Paris aveva un’ulteriore particolarità: gli ingranaggi e alcune parti interne, visibili attraverso la porta trasparente, erano color oro. Un richiamo attraente e diretto al brand del caffè utilizzato nel distributore: L’Or di Maison du Cafè, la filiale francese del marchio Douwe Egberts, che è un prodotto d’ec-cellenza, 100% arabica. Ciò mostra anche l’estrema flessibilità delle macchine Ducale, personalizzabili sia per il prodotto utilizzato che per la locazione che le ospita.Il marchio Ducale è stato coniugato con altri brand d’eccellenza anche per l’e-rogazione di prodotti diversi dal caffè. Per le bevande calde Ducale ha sposato in Francia il marchio Van Houten, azienda leader a livello europeo per il cioccolato che, combinato con altri solu-bili dai gusti particolari, permette la preparazione di bevande ricercate come ad esempio il latte alla cannella, al limone o al caramello, mixabili con cioccolato o caffè per ottenere dei cappuccini dal gusto particolare.

Due novità, infine, per lo stand rappresen-tativo di Ducale. La prima è la macchina per l’erogazione di zuppe calde a marchio Knorr “Cup a Soup” particolarmente adat-ta ai consumatori dei Paesi Nordeuropei; la seconda è la divertentissima macchina erogatrice di caramelle Haribo, evidente-mente dedicata ai piccoli consumatori, che interpreta l’erogazione del prodotto in chia-ve ludica, invitando a giocare con la mac-china per mixare più tipi di caramelle in un unico colorato bicchiere. Anche in quest’ul-timo caso, la porta trasparente acquista una valenza particolare per il consumatore, in quanto compone il mix sotto i suoi occhi. Ducale ha sicuramente conquistato il pubblico francese, non tanto attraverso l’ostentazione degli ultimi ritrovati della tecnologia, ma più tradizionalmente, attraverso la qualità dell’e-rogazione, garantita da una lunga esperienza nel settore.

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Anche per Bianchi Vending la co-municazione è al centro del rap-porto tra distributore automatico e

consumatore, concetto espresso già nell’allestimen-to dello stand, nel quale l’ampia gamma di macchi-ne esposte ha lasciato al visitatore tutto lo spazio che gli consentisse di apprezzarne design e tecnologia. L’Azienda ha voluto esprimere in chiaro i suoi valori, quelli su cui punta per conquistare i mercati nel futuro prossimo, attraverso un enorme pannello che, attraverso lo slogan “modularità, convivialità e flessibilità”, rimandava alle ca-ratteristiche dei distributori automatici prodotti dall’Azien-da. La convivialità è lo spirito col quale il consumatore entra in contatto con la pausa ristoro offerta da Bianchi Vending, un’atmosfera rilassata in cui la flessibilità e la modularità delle macchine rispondono alle esigenze dei gestori e delle diverse tipologie di locazioni in cui esse sono installate. Bianchi Vending parte dalla semplicità dei modelli LEI 400 e LEI 600, in cui l’applicazione delle più moderne tecnologie è soft, fino ad arrivare al modello LEI 700 Touch&Go, in cui la tecnologia multimediale si esprime al massimo. Dotata di uno schermo predisposto per accogliere tutta una serie di funzioni personalizzabili, che spaziano dalle semplici “istruzioni per l’uso” della pulsantiera tattile alla visualizzazione dei prodotti, corredata da

informazioni relative alle proprietà nutrizionali, per passare ad un tipo di messaggistica personalizzata sul cliente fino ad arrivare alla trasmissione di video promozionali e filmati. La flessibilità d’uso dello schermo rientra nel più genera-le concetto di Bianchi Vending, le cui macchine si presta-no ad un’estrema modularità, affinché ogni gestore possa creare l’angolo ristoro più adatto alle esigenze del cliente. La gamma del caldo della Linea LEI s’incrocia con quella delle macchine refrigerate della Linea VI-STA, tutte a risparmio energetico e Classe A secon-

do la normativa europea. La flessibilità che le caratterizza offre la possibilità di realizzare combinazio-ni di più elementi, gestiti da un unico modulo di pagamento, per creare batterie di macchine adeguate alle esigenze dei fruitori del servizio. Ancora più interessante la possibilità di riutilizzo dei distributori da una po-stazione all’altra, grazie alla trasformabilità dei modelli da versione master a versione slave e viceversa. Notevole anche la gamma di macchine presentate da Bianchi Vending per il settore Ho.Re.Ca. e Breakfast, tra cui ne segnaliamo due: Gaia, un piccolo distributore per caffè espresso, combinabile col modulo “Fresh Milk” , che permette di ottenere gustose bevande a base di latte fresco, tra cui il cappuccino all’italiana, tanto amato all’estero. Duo, un distributore combinato del tutto particolare che all’erogazione di 8 bevande calde associa un refri-geratore di acqua, collegato alla rete idrica, capace di filtrare e fornire acqua naturale o frizzante. Duo è un

distributore estremamen-te versatile, dotato di pic-colo schermo interattivo e pulsantiera tattile, non-ché trasportabile grazie alle ruote in dotazione, che ne fanno un elemen-to indispensabile per le sale breakfast degli hotel. A Vending Paris, Duo ha … duplicato la sua pre-senza nella Vending Can-teen, dove è stato scelto dall’organizzazione per l’allestimento dell’angolo, realizzato per simulare la situazione “Lounge”.

BIANCHI VENDING GROUP

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A Vending Paris, N&W Global Vending non poteva non riproporre Opera, la novità per i l caldo già presentata a Venditalia 2012 e con la quale l’Azienda bergamasca si prepara a conquistare il mercato europeo, in particolar modo quello francese, nel quale questo modello è già presente. Opera è un distributore free-standing di media tipologia che racchiude tutta la tecno-logia Necta, nelle dimensioni compatte delle sue linee sobrie ed eleganti. Oltre che per le caratteristiche tecniche di trasmissione e raccolta dati secondo il protocollo

EVA DTS, della funzionalità da remoto garantita dal software GIGA, delle molteplici funzionali-tà offerte dal protocollo MDB (gestione di più listini, vendita singola/multipla, gruppi di utenti ecc), Opera conquista per il risultato in tazza. Oltre 20 bevande diverse, selezionabili attra-verso un’accattivante tastiera retroilluminata a LED, per la cui erogazione N&W ha approntato la migliore tecnologia: il gruppo caffè brevettato Z4000, la caldaia singola inox e il nuovo mixer per la preparazione dei solubili.Allo stand, allestito dalla filiale francese dell’A-zienda, erano presenti molti degli ultimi model-li delle macchine prodotte, ma N&W ha voluto sperimentare la manifestazione parigina anche per dare un assaggio, in anteprima, di quelli che saranno i futuri sviluppi della produzione e le innovazioni sulle quali il suo staff sta lavoran-do per le nuove macchine in uscita a partire dal 2013. Necta ha annunciato il lancio della tecnologia del touchscreen, presentato sul modello Canto che, oltre al display grafico LCD su cui il gesto-re può trasmettere messaggi e immagini, avrà in dotazione una tastiera tattile dalla grafica

accattivante.La vera novità era, però, esposta sul modello Samba, un combinato snack&food ormai classico della produzione N&W. Su di esso, Necta ha applicato un kit interattivo di selezione dei prodotti, sviluppato da un’azienda americana, e lo sta attualmente sperimentando, allo scopo di testarne tutti i vantaggi tecnologici e le possibili applicazioni future. Si tratta di un pannello, simile a quello di uno smartphone, su cui sono visibili le immagini di tutti i prodotti venduti dal distributore. Il consumatore può operare le sue scelte con un gesto, sempli-

cemente “sfogliando” il pan-nello, così come ci si è ormai abituati a fare con il cellulare. La particolarità sta nel fatto che il sistema è un kit separa-to, applicabile sulla macchina, il che offre al gestore l’oppor-tunità di scegliere la versione di macchina che vuole propor-re ai suoi clienti e/o di inserire il nuovo pannello su macchine già presenti nel suo parco di-stributori.Questa innovazione, presen-tata in anteprima, fa di N&W Global Vending un’azienda proiettata verso il futuro e at-tenta alle novità della tecnolo-gia più avanzata.

Global Vending

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In uno stand concepito come un piccolo mu-seo delle macchine da caffè in capsule, l’A-zienda lombarda IMPER ha scelto la vetrina internazionale di Vending Paris per esporsi in primo piano in un settore in cui è attiva da anni, seppur operando per conto terzi.Imper fa parte del Gruppo GP, cui fanno capo altre due Aziende – Medys e BVM Compo-nents – ognuna operante in un segmento di-verso della componentistica tecnica e della progettualità estetica innovativa, ma tutte convergenti nell’obiettivo di realizzare pro-dotti tecnologicamente avanzati attraverso una selezione di materiali e tecniche, appa-rentemente azzardata.Grazie alla sinergia delle tre Aziende e delle loro distinte specializzazioni, la Imper finora ha messo il proprio know how a disposizione di multinazionali, per le quali ha realizzato macchine per il caffè, curandone e pianificandone l’intero progetto: dall’idea di partenza al suo sviluppo in ter-mini tecnici fino alla scelta dei materiali, puntando sempre ad un design originale.Sulla scorta dell’esperienza sviluppata nella lavorazione di macchine per il caffè conto terzi, la Imper ha realiz-zato una propria linea di erogatori, in cui l’ innovazione tecnologica della meccanica s’intreccia con un design avanguardistico che sperimenta i materiali, allo scopo di colpire il consumatore con un prodotto estremamente

originale.L’attenzione dei visitatori del Salone parigino è stata certamente calamitata dai materiali che compongono la strut-tura di alcuni modelli delle macchine da caffè di Imper: ardesia, legno, mar-mo, pietra, vetro, alluminio che rendo-no del tutto particolare un elettrodo-mestico di uso ormai comune. Oltre alla linea delle colorate macchine in policarbonato dalle dimensioni com-patte, l’esposizione ha dato massimo risalto a macchine fuori dal comune, destinate sicuramente ad un’utenza amante del design e della ricercatezza. Al di là dell’immagine, ciò che va mes-so in evidenza è l’affidabilità del fun-zionamento e l’assoluta conformità

delle macchine alla normativa europea vigente, certificata e garantita dal rispetto degli standard internazionali in materia alimentare, d’ igiene e di risparmio energetico.Tutte le macchine da caffè Imper sono dotate di gruppo infusore progettato e brevettato inhouse e di sistema di scarico automatico della capsula, che garantisce la completa autonomia del processo di erogazione del caffè. Pur puntando molto all’affermazione del proprio marchio a livello internazionale, la Imper continua a produrre macchine conto terzi. Attraverso piccoli accor-gimenti, i gruppi infusori brevettati Imper possono essere adattati a cap-sule di diverse tipologie; allo stesso tempo l’Azienda è in grado di realizzare sistemi “su misura” per quei torrefattori che volessero produrre un tipo di capsula unico e personale, originale rispetto a quelli presenti in commercio.Tecnologia e innovazione, attenzione e cura per i dettagli, originalità estetica e massima affidabilità dei risultati sono gli standard su cui l’Azienda punta per conquistare i mercati internazionali nei comparti dell’Office Coffee Servi-ce, dell’Ho.Re.Ca. e del consumo domestico.

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Per una torrefazione italiana, fino a qualche anno fa, investire in una fiera all’estero per proporre un caffè lontano dai gusti e dagli standard stranieri, sarebbe stata un’operazione destinata probabilmente a fallire. Per fortuna i gusti europei sono cambiati e l’espresso italiano è sempre più apprezzato dai consumatori di tutto il mondo. Cre-diamo che a vincere sia stata non tanto la nostra capacità di esportare un prodotto, quanto quella di diffondere una “cultura del caffè”, sconosciuta oltre i nostri confini. Paesi come la Germania, la Spagna, la Francia, il Regno Unito, i Paesi dell’Europa dell’Est cominciano a sentire l’espresso come un prodotto “familiare”; a ciò si aggiunge l’enorme diffusione delle macchine per l’ufficio e per la casa che, unita alla praticità del monoporzionato, con-tribuisce notevolmente alla diffusione dell’espresso “italian style”. Pos-siamo affermare che la percezione oggi è cambiata e all’estero i brand italiani , per conquistare fette di mercato, si trovano in un contesto che li vede concorrere tra di loro, piuttosto che con marchi locali.A Vending Paris non potevano mancare brand di fama internazionale, come Lavazza, e marchi italiani affermati come Covim e Vergnano, che hanno proposto le loro linee per il vending e il caffè monoporzionato ai professionisti francesi del settore.

Covim ha presentato a Parigi l’intera linea dei suoi prodotti, vale a dire le miscele in grani per i distributori automatici e la gamma di cialde e capsule destinate al consumo in casa e in ufficio. L’a-

zienda genovese ha ospitato nel suo stand le macchine della linea Canto di Necta, brandizzate Covim, sottolinean-do anche all’este-ro la continuità del rapporto di collabo-razione con il produttore bergamasco, leader di mercato. Anche la nuova capsula monodo-se, infatti, è abbinata a Capsy, una macchina prodotta da Necta SGL, la cui semplice tec-nologia consente di ottenere un espresso di qualità.

Il caffè italiano a Vending Paris

Novità italiana della fiera parigina è stata la torrefazione siciliana TO.DA. Caffè che, fedele allo standard dell’espresso italiano, si è proposta per la prima volta al mercato francese con la sua linea di prodotti dedicati alla famiglia e all’OCS. Negli ultimi anni, l’Azienda palermitana, titolare del marchio Gattopardo,

ha specializzato la sua produzione nel settore vending, con una linea di caffè in grani dedicata, e nel comparto dell’Office Coffee Service con le sue cialde in carta filtro a marchio TO.DA. e con le capsule compatibili Lavazza. Novità dell’Azienda, e non solo per il mercato francese, è la capsula clone Nespresso, realizzata con la miscela “Espresso Gattopardo”. Utilizzabile in tutte le macchina Nespresso, offrono Il vantaggio di un prodotto cremoso

e rotondo, frutto di una combinazione equilibrata di arabica e robusta. Da non trascurare il prezzo, decisamente inferiore a quello delle capsule originali Nespresso. TO.DA. Caffè ha individuato due prodotti su cui pun-tare per conquistare un mercato internazionale: la capsula compatibile Lavazza e la miscela Gattopardo in capsula clone Nespresso, due nomi attraverso i quali poter raggiungere una fetta sempre più vasta di consu-matori, anche al di fuori dei confini italiani.

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Possiamo affermare senza alcun dubbio che a Vending Paris erano presenti tutti i maggiori produttori di sistemi di pagamento, accettatori, lettori di banconote, cambiamonete e, soprattutto, delle più recenti tecnologie relative ai sistemi cashless, via NFC, smartphone o card. Ad affiancarli, le aziende che sviluppano sistemi di controllo, software gestionali, modulari e flessibili, tali da garantire ai gestori il massimo del controllo e della sicurezza.Tra le aziende italiane, già affermate a livello europeo, non potevano mancare Coges e Comesterogroup, presenti entrambe in Francia da oltre 10 anni.

Sistemi di pagamento e tecnologie

A Vending Paris, Coges ha confermato tutti i

prodotti già presentati a Venditalia, sia per la linea Caesium che per la linea Lithos, puntan-do in particolar modo sul sistema elettronico cashless Coges Engine. Si tratta di un siste-ma di pagamento dotato di grandi potenziali-tà, versatile e modulare, capace di rispondere alle esigenze del gestore, grazie alle moltepli-ci funzioni disponibili e cumulabili.Coges Engine è un centro di raccolta dati a cui confluiscono le informazioni registrate sui distributori automatici (dati di vendita, allarmi guasti, scorte prodotto), rilevate attraverso numerosi possibili strumenti, sia sul posto che a distanza attraverso la telemetria. Il ri-levamento dati attraverso semplice chiave USB può essere considerato la funzione base di Coges Engine, a cui se ne possono aggiungere altre, via via che le esigenze del gestore aumentano, senza che ciò comporti l’aggiunta di un nuovo lettore o la sostituzione

del Coges Engine già posseduto. Grazie alle periferiche presenti, il gestore può raccogliere dati attraverso vari strumenti: dalla semplice chiave USB alle gettoniere rendiresto e ai lettori di chiavi e di card, che via Blue-tooth trasmettono al sistema quanto raccolto in loco, in occasione delle visite tecniche o di rifornimento presso le postazioni. Un’ ulteriore e più vantaggiosa possibilità è offerta dalla telemetria integrata, che trasmette i dati via GPRS, senza che il gestore si sposti dalla sua sede e dalla sua postazione di lavoro. Tutti i dati raccolti sono in formato standard EVA – DTS e forniscono i dettagli relativi alle vendite, al numero di monete caricate ed erogate suddivise per tagli e così via. Una volta trasmessi e raccolti da Coges Engine, i dati possono essere trasferiti ad un PC dotato di un sof-tware di lettura compatibile.Ultimo dettaglio, non trascurabile, di Coges Engine è un’ulteriore vantaggio offerto al gestore dalla telemetria integrata: grazie ad essa, oltre che ricevere, egli potrà trasmettere alle macchine e, quindi, ai consumatori tutte le informazioni che desidera, fino alla possibilità di lanciare campagne di marketing, che gli consentano di intensificare le vendite attraverso offerte mirate, cucite a misura del distributore automatico e della tipologia di consumatore che si vuole raggiungere.

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Con lo slogan “L’innovazione non si ferma mai”, Comesterogroup ha presentato a Vending Paris l’intera gamma dei suoi prodotti, tra i quali le linee dedicate a comparti parti-colari, come le lavanderie automa-tiche, particolarmente sviluppate all’esteroComesterogroup ha posto l’ac-cento su tutta la sua produzione, dando particolare enfasi alla linea Worldkey UltraLite, basata sulla tecnologia Mifare, dedicata al ven-ding e studiata per offrire agli ope-ratori del settore una gestione sicu-ra e veloce del credito, presente sul dispositivo utilizzato, che sia chiave o tag. I prodotti della linea Worldkey UltraLite lavorano in modalità MDB slave.La compatibilità con tutti i sistemi MDB master presenti sul mercato, unita alla “leggerezza” del prezzo, ne fanno un prodotto efficace ed in-dispensabile.La novità presentata al Salone fran-cese, è My RR6 HD, l’integrazione del sistema cashless con la rendire-sto RR6HD, la gettoniera rendiresto di maggiore capacità esistente sul mercato, un prodotto modulare, di-sponibile sia in versione Executive che in modalità MDB, di facile configurazione grazie alla SD Card integrata, al collegamento USB per il PC e all’interfaccia IRDA. Il kit all-in-one consente di integrare il sistema cashless di World UltraLite con la classica rendiresto, per ottenere la massima flessibilità nei pagamenti ed una gestione accurata e sicura degli incassi.Ulteriore novità il dispositivo Credifast, un caricatore di card, chiavi e carte di credito che permette di trasferire un credito, in tutta sicurezza, da un circuito bancario a un portafoglio elettronico. Credifast emette 2 ricevute: una che attesta l’avvenuta transazione e una che conferma il credito caricato su carta, chiave o tag.Ultima novità dello stand Comestero è NV11, un lettore di banconote integrato con un riciclatore di bancono-te, prodotto molto richiesto all’estero e che l’Azienda intende spingere anche sul mercato italiano. L’estrema utilità del dispositivo sta nella possibilità offerta all’utente di inserire una banconota e ricevere dall’apparecchio

una parte dell’importo in monete e l’altra in ban-conote.Anche in occasione della manifestazione parigina Comesterogroup ha mo-strato la propria vocazio-ne internazionale e una visione a 360° e volta verso il futuro per ciò che concerne i sistemi di pa-gamento, destinati a tutti i settori ma con un’atten-zione particolare al Ga-ming e al Vendig.

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40 Con una lunga storia nella produzione di componentisti-ca e ricambistica per elettrodomestici, Micromic ha esor-dito solo 3 anni fa nella distribuzione automatica, diversi-ficando con una linea dedicata la produzione di ricambi destinati al vending.L’esperienza accumulata in oltre 30 anni di lavoro, svolto per grandi aziende produttrici di elettrodomestici a livel-lo internazionale, ha dato alla Micromic quella marcia in più che le ha consentito di affermarsi nella distribuzione automatica in breve tempo e con un’ampia gamma di ar-ticoli. L’Azienda produce, infatti, resistenze, guarnizioni in silicone, caldaie, macine, membrane, camere d’infusione e tutta una serie di altre parti di ricambio che commercializza attraverso distributori locali. L’affidabilità e la qualità sono garantite dal lavoro svolto in fase di pre-produzione dallo staff tecnico interno, che analizza ogni particolare del prodotto da realizzare in collabo-razione costante col cliente. Una seconda fase di post-produzione prevede l’apporto di eventuali modifiche e/o miglioramenti che dovessero rendersi necessari, in seguito ai risultati ottenuti nel primo periodo di test del prodotto. L’obiettivo è il raggiungimento del più alto standard qualitativo in tempi quanto più brevi possibile.

Per questo motivo la Micromic è pronta a duplicare nel ven-ding quanto realizzato nel comparto degli elettrodomestici: ossia passare dalla produzione di semplice ricambistica su commissione a quella di componenti destinati direttamen-te all’industria del vending, dando avvio ad un rapporto di collaborazione in partnership con i produttori.Già affermata in tutto il mondo, con la sua presenza a Ven-ding Paris, l’Azienda si apre all’industria internazionale del-le macchine per il caffè, settore di cui la Micromic ha intuito tutte le potenzialità di sviluppo futuro e che è pronta ad affrontare grazie alla competenza, alla velocità e alla capa-cità d’innovazione che la contraddistinguono.

Presenza obbligatoria per Flo al Salone della distribuzione auto-matica francese. È proprio in Francia, infatti, che l’Azienda ha testato per un anno il bicchiere Hybrid, prima di lanciarlo in Italia, dove è stato presentato a maggio scorso in occasione di Venditalia 2012.Hybrid è il bicchiere ecosostenibile di Flo, un bicchiere certificato DNV Business As-surance, la società che ha analizzato la “carbon footprint” di Hybrid, comparandola con quella dei bicchieri monouso tradizionali di uguale peso. Le analisi hanno stabi-lito che Hybrid riduce le emissioni di CO2 nell’atmosfera del 25%, pari a 3,9 grammi di CO2 per bicchiere e a 9,12 tonnellate per camion da 33 bancali.Per un’Azienda come Flo, affermata in molti Paesi europei, la scelta della Francia per

il test su Hybrid non è stata casuale, trattandosi del Paese europeo più sensibile alle tematiche ambien-tali. Per il mercato della distribuzione automatica francese, Flo ha realizzato EVO 150, un bicchiere identico al modello italiano, sia per i materiali che per il design, ma di maggiore capacità per adattarsi agli standard delle bevande calde francesi.Con uno stand in cui era messa in rilievo la voca-zione verso la natura dell’Azienda, simpaticamen-te rappresentata dai suoi stessi collaboratori, Flo ha attratto gli operatori internazionali del vending in visita alla fiera, per i quali il marchio di Hybrid rappresenta già un’immagine legata al rispetto dell’ambiente.

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Di seguito presentiamo un breve focus sulle aziende presenti a Vending Paris e appartenenti al panorama internazionale della distribuzione automatica, per cogliere novità ed idee che possano stimolare il merca-to italiano o aprire canali di scambio e di comunicazione tra il nostro Paese e il vending d’Oltralpe.

Vincitrice già al suo esordio del Premio Innovazione al SIAL 2010, quest’Azienda francese produce e commercia-lizza bibite biologiche a base di succo di frutta, certificate Ecocert. La sua produzione risponde ad una carenza del segmento del beverage bio, in cui predominano succhi di frutta densi e sono difficilmente reperibili bibite dissetanti in PET e in forma-to adatto alla distribuzione automatica.Leggermente frizzanti, addolcite con zucchero di canna naturale, le bi-bite “Pure” della Compagnie des Boissons Biologiques sono prodotte con frutta biologica al 100% coltivata in Francia e disponibili in tre gusti, limone, arancia e fragola, mentre un quarto gusto, il pompelmo, sarà lanciato nella prossima primavera in previsione della stagione calda. Il gusto fragola è particolarmente gradito ai consumatori più piccoli, segno che l’Azienda vuole conquistare un target soprattutto giovane, a cui offrire un’alternativa sana alle soda in commercio.Le bibite della linea “Pure” sono imbottigliate in PET riciclabile, nei formati standard da 1 litro e da 50 cl, con cui è presente nella distri-buzione automatica francese e con cui intende conquistare il vending di tutt’Europa.

La Compagnie des Boissons Biologiques

Azienda presente in Francia da più di 20 anni con 7 sedi , una per ogni regione, Européenne Food è leader nella distribuzione alimentare in tutti i segmenti della ristorazione veloce e del “fuori casa”. Distribuisce ed esporta i maggiori brand internazionali, per ciò che concerne snack, biscotti, chips, piatti pronti, bibite di tutte le tipologie e formati, riuscendo a coprire tutte le esigenze del con-sumo: Famiglia, Ho.Re.Ca. e Vending.Européenne Food ha realizzato una propria gamma di prodotti, sia snack che bibite, a marchio Mel’ di cui ha lanciato a Vending Paris una vera novità: una linea di soft drink costituita da una limonata 100% naturale “Mel’Limonade” e due tipi di cola: la classica “Mel’Cola” e la “Mel’ColaZero” senza aspartame, confezionate in PET da 33 cl.La Mel’Cola di Européenne Food è una sfida commerciale coraggiosa, perché propone al

mercato un competitor europeo dei brand internazionali delle mul-tinazionali del beverage, con in più la novità del formato pet da 33 cl., laddove lo standard è rappresentato dal 50 cl.Breve nota sulla strategia commerciale di Européenne Food: l’Azienda ha ac-colto i visitatori di Vending Paris con gli splendidi effetti scenografici della fontana, allestita all’ingresso del Salone. Le coreografie realiz-zate dalle cascate d’acqua non potevano non attrarre i visitatori e spingerli ad avvicinarsi per fare foto o filmare quella che, a tutti gli effetti, rappresentava la vera novi-tà, ideata per catturare l’attenzione verso le bibite Mel’, collocate in bella mostra sul bordo della fontana!

Européenne Food: la cola che sfida le multinazionali

Panoramica Internazionale

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Charal è un’Azienda francese leader nell’industria della carne, in cui è riconosciuta come la n° 1 per qualità e affidabilità della produzione. Già da qualche anno, Charal produce una linea di piatti pronti microondabili che ha lanciato nella Grande Distri-buzione, venendo incontro alle esigenze di quei consumatori che, per mancanza di tempo o di abilità culinarie, non si dedi-cano molto alla cucina. Ad essi si unisce l’elevato numero di single per i quali, da qualche anno, la Grande Distribuzione re-alizza linee di prodotti monoporzionati e microondabili, pronti in tavola in pochi secondi.Più di recente, intuendo le grandi potenzialità della ristorazio-ne veloce e coniugandole con la grande diffusione della distri-buzione automatica, Charal ha esordito nel vending con una

gamma di prodotti particolarmente invitanti per i giovani consumatori, abituati ai fast food. Da circa due anni è nata, infatti, la linea Charal Snack, che punta soprattutto sulla qualità della carne per battere i più famosi competitor, con la marcia in più offerta dai distributori automatici, disponibili h24 e 7 giorni su 7.Il prodotto di punta sono i Burger Box che l’Azienda commercializza attraverso distributori automatici perso-nalizzati, prodotti da Jofemar e SandenVendo. Dal più classico hamburger alle ricette arricchite con formaggio e salsette, i panini Charal sono confezionati nello speciale Grillbox microondabile, che consente di ottenere in un minuto un panino caldo direttamente nel suo packaging e garantito dalla qualità della carne Charal. L’idea è stata un successo, tant’è vero che l’Azienda ha ampliato la gamma dei prodotti destinati al vending con Hot Dog, Kebab e Sandwich, che completano l’offerta della ristorazione veloce e automatica, particolarmente gradita ai consumatori più giovani.

il fast-food automatico

In Russia la distribuzione automatica è un segmento del commercio ancora molto giovane.Ha iniziato a svilupparsi, infatti, alla fine degli anni ’50, diffondendosi soprattutto nei luoghi istituzionali e pub-blici e solo nell’ultimo decennio ha conosciuto un vero e proprio boom. Oggi comincia a fare i primi passi nelle aziende private, alle quali si presenta con macchine tecnologicamente evolute, sulla scia dei modelli occidentali. Ne sono prova i distributori automatici prodotti da Unicum, azienda leader nel mercato russo del vending che, con la sua partecipazione a Vending Paris 2012, si è confron-tata per la prima volta in maniera diretta con i competitor europei. Unicum produce distributori automatici tecnologicamente avanzati, dotati di touchscreen, di sistemi di pagamento multipli e di telemetria, predisposti per il wi-fi e, grazie alla telemetria applicata, abilitati al controllo da remoto. Bisogna, inoltre, ammettere che si presentano con un design semplice e accattivante in linea con i modelli europei. Oltre che produrre i classici per la vendita di prodotti alimentari confezionati e freschi, Unicum realizza distri-butori automatici particolari, come quelli di libri, CD musicali e DVD, articoli ottici, ognuno caratterizzato da un look che rimanda al prodotto venduto. Ma la vera particolarità di quest’Azienda sta nell’aver individuato nei distri-

butori automatici potenzialità che vanno al di là della loro funzione specifica e nell’averli resi un centro a cui far confluire tutta una serie di servizi, messi a disposizione dei consumatori. Allo scopo di aumentar-ne la bassa redditività, intorno ai distributori è stata costruita un’intera rete di servizi, attraverso dispositivi che consentono di pagare bollette, cambiare soldi, ricaricare carte e così via, che soddisfano le esigenze dei consumatori e offrono un’ulteriore fonte di guadagno ai gestori. Degne di nota alcune scelte operate da Unicum che, oltre a produrre la propria gamma di distributori (Rosso e Foodbox), commercializ-za brand italiani come Saeco e Necta e ha scelto per il suo caffè l’italianissima torrefazione Carrano e le sue miscele per il vending.

il vending in Russia

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Il vending “su misura” realizzato da Providif può apparire, in qualche modo, un ritorno ad un metodo artigia-nale di realizzazione di un distributore automatico. È come andare in sartoria, piuttosto che scegliere un abito in un negozio, tra modelli già confezionati. In realtà Providif risponde alla richiesta di un vending personalizzato, quanto più vicino alle esigenze di chi ha bisogno di un distributore che si adatti alla natura, al packaging, al luogo di destinazione del prodotto che vuole inserire nel commercio automatico. Quest’Azienda francese, che lavora in partnership con l’italiana “Global

Service”, grazie ai tecnici e all’officina di cui dispone, è in grado di progettare e realizzare le macchine, sulla base delle dimensioni richieste e della tipologia di pro-dotto da vendere. Accanto all’estrema flessibilità delle dimensioni e del sistema di erogazione, i distributori automatici di Providif possono essere dotati di scher-mo digitale, sistema di pagamento multiplo e blindatu-ra antivandalismo, prerogativa che li rende particolar-mente adatti alle locazioni pubbliche.Possiamo affermare che Providif con le sue realizza-zioni traduce nella pratica uno dei più attuali principi della distribuzione automatica: to customize, ossia personalizzare il prodotto a misura del cliente.

la personalizzazione nel vending

Azienda svizzera, operante da 30 anni nel settore dei sistemi di pagamento elettronici, Microtronic ha attirato i visitatori di Vending Paris per la particolare “divisa” indossata dalla sua équipe: una camicia bianca decorata da una serie di QR Code di varie dimensioni.Una strategia ben riuscita, che ha calamitato l’attenzione sull’ultima evoluzione del sistema di pagamento Mi-cropay, prodotto dall’Azienda e già noto ai professionisti del settore. Micropay è un sistema già collaudato per i pagamenti senza contanti, basati sul protocollo MDB e sulla tecnologia Mifare e NEC, attraverso telefonia mobile dotata di NFC e carte di credito EMV (Paypass di Mastercard – Express Pay di American Express – Paywave di VISA). Micropay può gestire tutti questi sistemi grazie ad una piccola unità centrale e ad un’antenna RFID (radiofrequenza), che costituiscono una piattaforma di pagamento universale, collegata ad internet. L’utente può pagare la sua consumazione al distributore automatico con monete, banconote, borsellino elettronico gestito attraverso il proprio cellulare o carta di credito della tipo-logia sopra descritta, la cui sicurezza è garantita dallo standard ISO 14443. Microtronic, partendo dalla crescente diffusione dei QR Code, ha ideato un’ulteriore modalità di pagamento, accettata e gestita dal sistema Micro-pay. Si tratta di un sistema contactless “usa e getta”: il consumatore riceve, via internet e/o sul suo cellulare, un QR Code e lo stampa su sup-porto cartaceo. Il QR Code, a cui sarà stato attribuito un valore similmente a un buono acquisti, potrà essere speso sui distributori automatici dotati di sistema di lettura che identifica il credito via RFID ed eroga il prodotto prescelto in pochi secondi. Una volta utilizzato, il QR Code esaurito va semplicemente gettato. È un sistema di vendita chiamato “Tap N Go” e caratterizzato dalla massima velocità di erogazione, in quanto abolisce i tempi di inserimento moneta/banconota/resto o quelli di transazione, in caso di pagamento con carte/chiavi/NFC.

Quest’idea può avere applicazione e successo nel lancio di campagne di marketing e nelle ope-razioni tese a fidelizzare la clientela: ad esempio un gestore , il cui parco macchine sia dotato di sistema Micropay, può decidere di omaggiare i suoi clienti con un caffè, attraverso un QR Code inviato via internet in occasione di un evento spe-ciale o semplicemente come bonus una-tantum. Quest’applicazione è prova, ancora una volta, che andiamo incontro ad un futuro senza contanti!

le nuove frontiere del QRCode

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Da un’idea di un piccolo imprenditore francese, Mon-sieur Tirouvady Moutty, è nata la prima capsula di caffè 100% biodegradabile e compostabile. Si chiama Mou-ty, dal nome del suo ideatore, ed è stata brevettata nel 2008, accolta con entusiasmo sia dai professionisti del-la filiera del caffè che dalle autorità politiche che hanno sostenuto il progetto. La capsula Mouty è un’idea inno-vativa, che apporta un contributo sostanziale alla riso-luzione del problema dello smaltimento della plastica. È la prima capsula al mondo in cartone, biodegradabile in 45 giorni e totalmente compostabile: una volta utiliz-zata può essere mescolata ad altro concime naturale ed usata in agricoltura come fertilizzante. Proprio per garantire la sua compostabilità, l’Azienda ha scelto di realizzare solo capsule di caffè e the e di rinunciare a

prodotti come il latte e l’orzo che impedirebbero il passaggio diretto della capsula esausta alla terra.La conservazione delle proprietà organolettiche dei prodotti contenuti nelle capsule Mouty è garantita da un agente naturale, l’amido di mais, mentre la protezione atmosferica è di 3 mesi per la capsula fuori involucro, che diventano 18 per il sacchetto sigillato da 25 capsule.Al momento questa capsula inno-vativa è a “sistema chiuso” e può essere utilizzata solo nelle macchi-ne prodotte da Mouty, anch’esse concepite per lavorare in maniera ecologica: non è un motore, ma la semplice pressione dell’acqua che spinge giù la capsula ed innesta il processo di erogazione.Mouty è un sistema innovativo che rispetta la terra e la nutre con i suoi stessi prodotti.

la prima capsula bio 100%

È un’Azienda attiva nei Paesi Bassi e, in particolare nel Lussemburgo, specializzata soprattutto nel segmento del gaming di tipo tradizionale (flipper, calciobalilla, biliardi) e dei piccoli elet-trodomestici per l’Ho.Re.Ca. (minifrigo e lavabar).Perseguendo l’idea di realizzare prodotti dalle linee semplici e in controten-denza con le ultime innovazioni tecnologiche, l’Azienda ha presentato a Ven-ding Paris un piccolo distributore automatico di capsule di caffè, adattato alla tipologia Lavazza Blue, che funziona come le più classiche gumball vending machine. Dotato di funzionamento meccanico, che lo rende completamente ecologico, questo piccolo distributore diventa un accessorio di grande utilità in tutte quelle piccole postazioni il cui titolare, pur mettendo a disposizione dei dipendenti una macchina per il caffè, non vuole farsi carico del costo del servizio in termini di consumazioni. Con questo semplice dispositivo, ogni impiegato può prendere la sua capsula inserendo una moneta e girando la manopola a farfalla , che abilita la fuoriuscita del prodotto. Dotato di 9 colonne, che permettono di scegliere tra diverse tipologie di capsule (per un carico massimo di 108 pezzi), questo dispenser dall’aspet-to vintage, può aiutare i gestori dell’Office Coffee Service a conquistare un maggior numero di postazioni a fronte di un investimento molto contenuto. Gestion Loisir cerca distributori per l’Italia.

Gestion & Loisirs: un’idea per l’Office Coffe Service

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Con oltre 18 milioni di visitatori all’anno, Parigi è al 2° posto tra le città europee preferite dai turisti. Allo stesso tempo è la capitale della nazione più visitata al mondo, davanti agli Stati Uniti e alla Spagna, fenomeno che fa del turismo il 1° settore dell’economia francese, capace di generare 30 miliardi di incassi all’anno, ripartiti tra servizi alberghieri, commercio e attività ricreative.In questo contesto s’inserisce l’idea sviluppata da Philippe Issaly e François Leclerc, creatori del marchio “I was in”. Si tratta di una gamma di distributori automatici pensati per i turisti e personalizzati sulle mete più visitate dai viaggiatori, nei quali è possibile ritrovare una grande varietà di souvenir e gadget, disponibili 24 ore su 24. Installati nei luoghi più frequentati dai turisti, soprattutto nelle hall degli alberghi, offrono il vantaggio di acquistare il souvenir da portare a parenti ed amici, senza sottrarre tempo alla vacanza o di porre rimedio all’ul-timo istante se ci si è dimenticati di qualcuno. Nei distributori automatici “I was in” si possono trovare i souvenir più richiesti: dalle Tour Eiffel in miniatura ai portachiavi, fino alle cover per iPhone e alle T-shirt, per un totale di

circa 200 articoli e una previsione di spesa che va da un minimo di 2 euro ad un massimo di 20. At-tualmente i distributori automatici “I was in” sono installati prevalentemente a Parigi e in poche altre mete turistiche francesi, come Mont Saint Michel. Obiettivo dell’Azienda è di diffondere la propria linea di prodotti attraverso distributori automati-ci, collocandoli in aree ad alto traffico, come le stazioni, e in tutti i luoghi più visitati del mondo, motivo che li ha spinti a depositare il brevetto in circa 40 Paesi. Breve annotazione: i distributori automatici brandizzati “I was in” sono prodotti da Fas International.

il vending coglie le opportunità del turismo

L’azienda francese Orba Informatica vanta una lunga esperienza nel campo della telemetria a servizio della di-stribuzione automatica. In occasione di Vending Paris, ha presentato un sistema di controllo completo e al tem-po stesso di semplice uso, insieme alla Vendon, Azienda partner che ha elaborato le funzionalità del supporto informatico gestionale e da cui l’apparecchio prende il nome. Ideato da un’azienda Lituana, Vendon è un sistema di controllo telemetrico dei distributori automatici, che lavora secondo il protocollo EVA-DTS e funziona con macchine che operano sia in MDB che in Executive. Vendon consente di raccogliere da remoto tutti i dati relativi alle funzionalità delle macchine (scorte, vendite, guasti) e di intervenire a distanza per effettuare operazioni dirette sui distributori, come ad esempio modificarne i prezzi. Il lavoro svolto da Vendon si completa con il software dedicato Wingda, che permette di visualizzare ed analizzare i dati raccolti in tem-

po reale, offrendo così al gestore il vantaggio di agire immediatamente, di ottimizzare i tempi d’intervento e di ridurre, di con-seguenza, i fermi macchina.Le funzioni, offerte da Vendon e relative alla gestio-ne, sono molteplici e disponibili ad un prezzo con-tenuto. La strategia dell’Azienda è di diffondere il sistema su larga scala in tutt’Europa, in modo da offrire al mercato uno strumento tecnologicamente avanzato a fronte di un investimento minimo: 145 euro è il prezzo dell’apparecchio Vendon, comple-to di accessori, software, carta SIM e GPRS di co-municazione. Il costo del servizio è di 7 euro per macchina, prezzo in cui sono compresi upgrade e assistenza.

la telemetria a basso costo

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Mondelez International, nata dalla scissione di Kraft Foods, proprio in occa-sione di Vending Paris ha lanciato una nuova referenza di chewingum, in un formato studiato per il vending: le Holliwood GreenFresh.Per rappresentare scenograficamente il prodotto e catturare l’attenzione dei visitatori, Mondelez ha scelto un distributore automatico di ultimissima ge-nerazione, il cui look richiama i colori delle famose gomme. La macchina è una Diji-Touch Vending Machine, in commercio già da un paio di anni in America e Australia, la cui tecnologia è data da un mix di iPad e 3D TV, di cui sfrutta l’appeal che design e funzionalità esercitano sui giovani. Le Diji-Touch Vending Machine sono nate nel 2010 dalla collaborazione tra Kraft Foods, Crane Merchandising System, Samsung e la compagnia di gestione americana Next Generation Vending, unitesi per creare un tipo di distributore automatico futuristico, dotato di

un’interfaccia simile a quella di un iPhone.A Vending Paris, Mondelez ne ha presentato una ver-sione aggiornata e adattata al prodotto, la cui parti-colarità era la presenza di ben 3 schermi tattili, uno per ogni facciata, di cui uno era adibito a strumento di gioco. Simile alla consolle di una Wii, lo schermo proponeva ai visitatori una piattaforma di giochi con cui cimentarsi attraverso i comandi e sfidarsi anche in gruppo.Bisogna ammettere che l’idea è risultata vincente e ha attirato costantemente i visitatori alla macchina, dimo-strando anche la volontà dell’Azienda di rivolgersi alle giovani generazioni con gli strumenti ad esse più con-geniali: la comunicazione, il gioco, l’interattività.

il futuro del vending è il gioco

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Eventi

Gli incontri del vending

EU’VEND & COFFEENA19 – 21 Settembre 2013

Colonia (Germania)

HOST18 – 22 Settembre 2013

Milano (Italia)

VENDIBÉRICA 20 – 22 Novembre 2013

Madrid (Spagna)

VENDEXPO20 – 22 Marzo 2013

Mosca (Russia)

VENDING EXPO UKRAINE5 – 7 Marzo 2013

Kiev (Ucraina)

RIMINI HORECA EXPO23 – 26 Febbraio 2013

Rimini (Italia)

JOURNÉES DE LA DISTRIBUTION AUTOMATIQUE

28 – 29 Marzo 2013Nantes (Francia)

NAMA ONE SHOW24 – 26 Aprile 2013Las Vegas (USA)

VENDING BENELUX15 – 16 Maggio 2013

Bruxelles (Belgio)

VENDING EXPO ROMANIA15 – 17 Maggio 2013 Bucarest (Romania)

VENDING CRUISE 3 – 7 Maggio 2013

Mediterraneo Occidentale

CHINA VENDING SHOW4 – 6 Settembre 2013

Shanghai (Cina)

EXPOVENDING & OCS10 – 11 Settembre 2013

San Paolo (Brasile)

AVEX11 – 13 Giugno 2013

Birmingham (UK)

VENDING IN THE WORLD BRASILE25 – 27 Marzo 2013San Paolo (Brasile)

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Vending in the world

Il vending in India A pochi giorni dalla chiusura della manifestazione “Vending in the World”, che si è tenuta a Mumbai in India dal 10 al 12 gennaio 2013, ci sembra interessante esplo-rare il mercato della distribuzione automatica di questo Paese, considerato una delle realtà economiche emergenti degli ultimi tempi.“Vending in the World” è un’iniziativa patrocinata da Confida e organizzata in concerto da Venditalia Servizi e Fiera Milano. L’obiettivo è di presentare le aziende italiane attive nella filiera del vending in Paesi lontani, nella convinzione che l’apertura verso nuove frontiere, il confronto con realtà economiche diverse e la visibilità offerta da una vetrina internazionale possano dischiudere nuove opportunità a questo settore.L’India può essere considerato come un Paese giovane nella distribuzione automatica. Ciò nonostante il vending indiano si mostra dinamico e pronto a recepire ed applicare le più moderne tecnologie, riservando particolare attenzione alle innovazioni relative a macchine e prodotti provenienti dai Paesi occidentali.Secondo i dati relativi al 2012, in India la vendita di beni e servizi attraverso distributori automatici si è attestata intorno alla cifra di 1 miliardo di dollari. Ma, secondo i maggiori produttori di macchine, la distribuzione automatica copre attualmen-te soltanto il 12-15% del mercato indiano, lasciando intravedere enormi possibilità di sviluppo.

La crescita economica delle grandi città, lo stile di vita urbano e l’assimilazione dei modelli occidentali da parte delle giovani generazioni, lasciano presuppor-re un’esplosione del commercio automatico di beni e servizi, già nei prossimi anni. I distributori automatici fanno ormai parte del paesaggio urbano dell’India, con una forte presenza soprattutto outdoor, in locazioni come stazioni ferrovia-rie e aeroporti - dove i servizi sono in larga misura automatizzati - centri com-merciali, università, ospedali, aree di servizio, fabbriche. Il 40% dei prodotti venduti attraverso dispositivi automatici è costituito da bi-bite confezionate, seguite da snack (19% ) e bevande calde (8%), proporzioni adeguate anche alle condizioni climatiche del Paese. Il restante 33% dei con-sumi è relativo ad altri prodotti, quali giornali, riviste, medicinali, profilattici , e

a servizi di vario genere, come biglietterie automatiche per i trasporti e per il cinema, ricariche per telefonia, pagamento di bollette. I distributori automatici indiani contemplano l’accettazione di molteplici forme di pagamento - banconote, monete, carte di credito/debito, carte fedeltà, smartcard - e sono dotati di rendiresto.Per avere un’idea dei prezzi dei distributori automatici, basti pensare che un distributore combinato di snack e bibite di piccola tipologia e dotato del minimo corredo tecnologico ha un prezzo di base di 40,000 rupie, pari a circa 560 euro; il costo di un distributore di bevande calde parte da un minimo di 10,000 rupie, pari a circa 140 euro, corrispondenti ad una macchina semplice e dotata di tecnologia minima. Per quanto concerne le bevande calde, le più vendute sono caffè e the. Il prezzo di un caffè al distributore automatico è di 5 rupie, pari a 0,07 centesimi di euro, contro le 115 rupie (1,60 euro) di un caffè preso al bar, dove è considerato una bevanda gourmand.Negli ultimi tempi, i distributori automatici cominciano ad essere utilizzati come uno strumento di promozione di prodotti e servizi e veri e propri veicoli pubblicitari, grazie alla diffusione dei monitor e del digital signage, di cui tutte le macchine di nuova generazione sono dotate. Contemporaneamente si sviluppano software, a uso e consumo dei gestori, per il controllo da remoto delle scorte, delle anomalie, dei furti e degli incassi. Di contro, in contesti per lo più rurali, sono ancora in funzione vecchi distributori automatici di tipo meccanico, utilizzati per tamponare emergenze e dare supporto a condizioni igieniche precarie, come si può vedere in un’immagine di questa pagina.Tornando ai moderni contesti urbani, le valutazioni positive della distribuzione automatica da parte dei consumatori indiani, che ne apprezzano la disponibilità h24 e 7giorni su 7, l’auto-nomia delle scelte non pilotate da un addetto alle vendite, lasciano presupporre un enorme sviluppo del mercato nei prossimi anni. Ne seguiamo l’evoluzione attraverso la corrispondenza del nostro inviato Jawahar Lalla, esperto nelle nuove tecnologie di vendita attraverso dispositivi automatici. Mr. Lalla apre le porte della moderna India ai professionisti del vending italiano con un focus sui servizi offerti dai dispositivi di pagamento self- service presenti nel suo Paese.

FOCUS

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L’India è pronta per il boom del self-service

I terminali self-service sono arri-vati e hanno cambiato le abitu-dini degli Indiani. Lo stile di vita dei Paesi emer-genti sta cambiando: il compor-

tamento dei consumatori assimila modelli esteri e la crescente econo-mia ha dato impulso al mercato del self-service in India.Secondo i dati degli analisti, la ri-chiesta dei terminali self-service rag-giungerà un miliardo di dollari nell’ar-co dei prossimi 3-5 anni. Questo sviluppo è dovuto ai benefici che il self-service apporta ai consumatori, alle organizzazioni e all’economia nel loro insieme.Ho lavorato in India nel settore del self-service per più di 20 anni ed ho preso parte ad alcuni dei progetti di maggior successo. Per questo moti-vo desidero esporre qui il mio punto di vista sulla futura evoluzione dei terminali e della tecnologia self-ser-vice e sulla crescita del mercato che ne conseguirà.Un importante fattore, che sta por-tando alla diffusione di un numero sempre maggiore di terminali, è la tecnologia che vi sta dietro. La tec-nologia dei terminali self-service è concepita per lavorare 24 ore su 24, grazie alla loro perenne disponibili-tà. Questi prodotti usano moduli di ultima generazione, progettati per garantire il minor MTFB (Mean Time Between Failures), ossia il minor tem-po medio tra i guasti. Può accadere talvolta che, come ogni prodotto tec-nologico, smettano di funzionare, ma possono essere ripristinati in poche ore. I dispositivi vengono progettati, consegnati e installati, sono di facile manutenzione e funzionano in loca-zioni on-site e off-site. Il self-service è normalmente utiliz-zato per accrescere l’efficienza e le prestazioni di uno degli strumenti di vendita più usato dai clienti: il CRM (Customer Relationship Manage-ment), sigla che indica la gestione delle relazioni con i clienti. Uno dei suoi aspetti è proprio l’applicazione di soluzioni metodologiche e tecno-logiche, atte ad automatizzare i pro-cessi di business che prevedono il

contatto con i clienti.Questo uso della tecnologia aiuta an-che a ridurre i costi in termini di per-sonale, tempo e lavoro. Per esempio, Coca-Cola ha realizzato Freestyle, un chiosco robotizzato che permet-te ai clienti di creare la propria bibita personalizzata, corrispondente alle loro preferenze. Freestyle utilizza 30 capsule di gusti diversi che il cliente può mescolare, arrivando a compor-re fino a 100 bibite diverse.

In generale il self-service è maggior-mente diffuso in banche, assicura-zioni, supermercati e nei sistemi di gestione dei turisti, come ad esem-pio il check in/out degli aeroporti. La tecnologia si è trasferita dal CUTE (Common Use Terminal Equipment) al CUSS (Common Use of Self-Service), ossia dall’uso dei sistemi standard a quello dei dispositivi au-tomatici. Le domande poste dai consuma-tori non riguardano tanto se usare o no il self-service, ma come usar-

lo e renderlo efficace. Con la diffu-sione della connessione internet, i terminali self-service sono diventati parte integrante del paesaggio ur-bano, grazie al crescente sviluppo del commercio, delle banche e degli aeroporti e sono presenti in aziende, parchi divertimento, banche, centri commerciali e così via. Ci sono per-fino distributori automatici installati presso templi e luoghi sacri, adibiti a ricevere donazioni o a vendere Pra-sad (ndt: il Prasad è un cibo sacro consumato dai fedeli dell’induismo e del sikhismo).L’uso dei terminali e delle tecnologie self-service, attivi 24 ore su 24, ha comportato la riduzio-ne delle code e dei tempi di transa-zione, sorprendendo positivamente i consumatori.I chioschi installati negli aeroporti possono aiutare i consumatori ad ac-quistare biglietti, imbarcare i bagagli, monitorare arrivi e partenze dei voli, acquistare cibo, giornali, souvenirNell’ambito delle telecomunicazioni, i distributori automatici sono larga-mente usati per pagare bollette, per il digital signage, per vendere Sim Card e caricare applicazioni per la telefonia mobile. Nel settore sanitario, i chioschi sono utilizzati per aggiornare il sistema dell’amministrazione sanitaria e le schede dei pazienti e per dispensare farmaci. Nel settore dell’intratteni-mento, ci sono distributori automati-ci da cui è possibile scegliere e scari-

di J.B. Lalla

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care i film e la musica preferiti.In ambito aziendale, i dispositivi au-tomatici sono usati in molte industrie e fabbriche per il check in dei visi-tatori, per i pass della stampa e per monitorare i visitatori all’interno degli uffici.Poche settimane fa gli sportelli ATM installati in India hanno superato le 100.000 unità e le previsioni indica-no che raggiungeranno le 200.000 unità entro il 2016. Secondo i dati della Banca Centrale (Reserve Bank of India) attualmente ci sono in India 29.15 milioni di card ATM.Due sono i fattori chiave che testi-moniano il grande boom degli spor-telli ATM in India: in primo luogo le banche private hanno bloccato gli investimenti in attesa di nuove nor-me, impedendo la crescita della do-manda. In secondo luogo il forte au-mento delle transazioni ATM dovuto all’emissione di carte di debito.

Stando al recente annuncio del Mi-nistero delle Ferrovie “India Mumbai CR&WR Rly”, nelle stazioni ci sono attualmente 575 vending machine di biglietti, di cui 350 nella stazione centrale e 225 nelle stazioni occi-dentali. Entro la fine del 2013 questo

numero salirà, grazie all’installazione di ulteriori 500 distributori automatici di biglietti, che saranno collegati on-line e interfacciati con i sistemi UTS (Unreserved Ticketing Service) delle Ferrovie.La tecnologia dell’informazione (IT – Information Technology) facilita la comunicazione a doppio senso tra consumatore e aziende. Grazie ad essa infrastrutture come gli sportelli ATM, i terminali self-service, i paga-menti tramite dispositivi mobili ed internet hanno risolto il problema di effettuare prenotazioni ed acquisti entro i limiti di orario dei negozi stan-dard.Nell’ultimo decennio la tecnologia dell’informazione è cresciuta in India ad un tasso del 28% annuo. L’India è diventata la destinazione preferita dei servizi di IT per l’esportazione di software e la produzione di disposi-tivi grazie ai vantaggi economici, ai bassi costi di produzione, alla lingua e al pool dei suoi tecnici.L’India costituisce circa il 51% del mercato globale di approvvigiona-mento.I chioschi presenti nel mercato india-no sono delle seguenti tipologie:

Terminali informativiGli Info Kiosk forniscono ai consu-matori le informazioni di cui hanno bisogno, mostrandole sugli schermi e possono essere “freestanding”, in-cassati nel muro o appesi ad esso.

Terminali bancariI terminali bancari completano la gamma dei servizi offerti ai clienti. Essi coprono la maggior parte delle transazioni delle filiali bancarie: ver-samenti di assegni e contanti, pa-gamento di bollette, accettazione di pagamenti a mezzo carte di credito, stampa di libretti di risparmio e di estratti conto, annullamento di as-segni, circolari, gestione delle code, digital signage, biometria per svaria-te applicazioni, acquisto di biglietti di varia tipologia, donazioni, accetta-zione di visti, cambio valuta, ricarica credito per cellulari, transazioni di mutuo fondiario e assicurativo.L’aspetto più interessante di questi chioschi è che i clienti possono fare le loro transazioni ovunque, in ogni mo-mento e presso qualsiasi filiale ban-caria, anche da remoto. Oggigiorno i terminali sono dotati di webcam e

possono essere usati dagli impiegati per rispondere ai reclami dei clienti in relazione alle transazioni bancarie.Si possono usare anche per misura-re la qualità del lavoro svolto dagli impiegati. I funzionari li usano come strumento di marketing per la vendi-ta di prodotti bancari. Le 3 C - Cash Cheque Card - sono le funzioni più usate di questi dispositivi

BiglietteriaI terminali delle biglietterie automa-tizzate sono un sottoinsieme della più vasta categoria conosciuta come ITM -Interactive Transaction Machi-nes – ossia delle Macchine per le Transazioni Interattive. Essi sono nor-malmente presenti nell’industria dei trasporti (ferrovie, aeroporti), sono in grado di riconoscere l’identità di un viaggiatore attraverso un codice di conferma o l’inserimento della carta di credito/debito usata per l’acquisto dei biglietti. Il Ministero delle Ferrovie ha approvato l’installazione di 6.000 biglietterie automatiche, a seguito dei risultati positivi ottenuti dai termi-nali pilota attivati in varie zone.

CommercioIl commercio è uno dei settori d’ap-plicazione dei distributori automatici. Secondo gli analisti, i terminali legati

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al commercio rappresentano il 30% dell’intero mercato dei chioschi self-service. I luoghi d’installazione sono i grandi magazzini, i negozi alimentari, i negozi specializzati e i minimarket. Questi terminali forniscono ai clienti servizi convenienti, come ad esem-pio liste di nozze, liste dei regali, ordini di prodotti non disponibili a magazzino, ricerca di prodotti, infor-mazioni su una compagnia, offerte mirate per prodotti speciali e molti altri.

Terminali CUSS Il CUSS (Common Use of Self-Service) è lo standard più usato nei principali aeroporti di tutto il mon-do. I terminali CUSS consentono ai passeggeri di ottenere la carta d’im-barco, di effettuare il check in dei bagagli e di usufruire di altri servizi dove e quando vogliono: da casa, via internet, tramite cellulare o all’a-eroporto grazie ai dispositivi auto-matici per il check in. Normalmente questi terminali sono delle colonnine

o delle postazioni dotate di stam-pante incorporata per l’emissione di biglietti e di carte d’imbarco. Attra-verso il CUSS, i passeggeri possono non solo stampare i propri biglietti, ma anche cambiare il posto asse-gnato o ottenere le carte d’imbarco degli altri passeggeri che viaggiano con lui. Un software della piattafor-ma CUSS gestisce l’intero sistema del chiosco ed è configurato in base alle esigenze operative e di sicurezza dell’aeroporto. Per ciò che concer-ne l’hardware, il CUSS necessita di 2 server ridondanti, gli stessi usati per il CUTE (Common Use Terminal Equipment), posti nella MER (Main Equipment Room), ossia il locale che ospita l’hardware dell’intero sistema informatico.

Chioschi governativiI chioschi governativi hanno lo sco-po di fornire servizi ai cittadini e, più in generale, di facilitare il flusso del-le informazioni e delle operazioni tra Governo e Cittadino.. Pagamento automatico dei pedaggiPer i parcheggi, i ponti e le strade a pedaggio è solitamente richiesta la presenza di personale che effettui gli

Il nuovo aeroporto internazionale di Bangalore altamente automatizzato

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Jawahar B. Lalla ha lavora-to per oltre 29 anni in attivi-tà di sviluppo delle vendite e del commercio. Negli ultimi 24 anni si è specializzato nel settore del self-service, in-stallando oltre 7.000 punti automatici in India e all’este-ro. Personalità di spicco, Ja-hawar Lalla ha una profonda conoscenza del settore e del-le procedure inerenti l’ambito delle soluzioni automatiche. Ha ricevuto numerosi ricono-scimenti: nel 1994 il premio “Best Sales Manager” pres-so la CMS Computers Ltd; nel 1995 il trofeo “AST Team” come migliore “Best Team Performer”; nel 1997 la “Blue Diamond Cup” presso la IBM; nel 1999 il premio “Best Mar-keting Executive” presso la Sony Corp. Nel 2006 si è aggiudicato un premio per il significativo contributo of-ferto negli ultimi 25 anni alle attività di vendita e marketing della CSM Computers Ltd e nel 2010 il premio 3M US per aver introdotto nel mercato indiano la prima soluzione touch da 32 pollici.J.B. Lalla sta per avviare un’attività in proprio di consu-lenza nel settore del self-ser-vice, attraverso la quale vuole mettere l’esperienza maturata a disposizione di quanti vo-gliano intraprendere un’attivi-tà in questo settore. Per contattare J.B. Lalla scrivete [email protected]

incassi. Oggi i sistemi di pagamento automatico consentono agli automo-bilisti di usare altri mezzi per pagare, come carte di credito/debito, carte magnetiche o contanti. Altri siste-mi identificano gli automobilisti che entrano ed escono dal parcheggio strisciando la loro carta di credito/debito o la loro smartcard, evitando così la stampa del biglietto cartaceo. Allo stesso modo, aumenta il nume-ro degli automobilisti che usano le corsie stradali dotate di sistema di pagamento automatico, grazie alle quali non è necessario fermarsi alle stazioni di pedaggio. Identico siste-ma regola l’accesso dei passeggeri ai binari delle stazioni della metropo-litana.

Schermo digitale Multi-touch e Multi-funzioneL’ultima tecnologia arrivata sulla scena è lo schermo multiuso e multi-touch, un dispositivo computerizza-to, molto simile a un table-top, do-tato di display orizzontale, con cui si può interagire usando il tatto e i ge-sti. Include una serie di innovazioni, quali l’interazione multi-utente (più utilizzatori contemporaneamente), l’inserimento multi-touch (la capacità di accettare dati da più punti di con-tatto e non da uno solo, come avvie-ne solitamente con i touchscreen) e il riconoscimento degli oggetti (la ca-pacità di riconoscere fisicamente un oggetto appoggiato sulla superficie del dispositivo).

Future tendenze nell’industria del self-service in IndiaAttualmente il 50% della popolazio-

ne indiana non si serve delle banche e ci sono 63 dispositivi ATM per mi-lione di abitanti. Ciò apporta un’e-norme quantità di opportunità di bu-siness.Potenzialmente entro il 2016 ci sa-ranno 200.000 dispositivi ATM in India, attraverso i quali potrà essere pagata una grande quantità di bol-lette legate all’aumento dei servizi utilizzati dalle famiglie: telecomuni-cazioni, elettricità, acqua, assicura-zione, tasse.Dagli ATM all’e-commerce ai paga-menti in mobilità, la tecnologia self-service offre un’ampia gamma di benefici, compreso costi più bassi e maggior convenienza sia per i con-sumatori che per gli uomini d’affari. Inoltre, l’economia self-service con-tribuisce a migliorare il benessere nazionale e la qualità della vita.La nuova tecnologia self-service of-frirà parametri di sicurezza sempre maggiori e sarà largamente adottata nell’erogazione di un gran numero di servizi, con una presenza crescente dei dispositivi soprattutto nei luoghi pubblici e l’adozione di nuove tecno-logie come CEN/XFS & IFX (Servizi per le applicazioni finanziarie nelle piattaforme Microsoft).Posso concludere affermando con sicurezza che l’economia self-servi-ce sta contribuendo notevolmente a migliorare il benessere nazionale e la qualità della vita in India. J.B.Lalla

Le opinioni espresse in questo arti-colo sono personali dell’autore e ba-sate su dati ufficiali diffusi da esperti analisti.

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Calcare e corrosione dei metalli. Normativa e prassi

A fine settembre 2012, è entrata in vigore la norma UNI 11460, voluta dai produttori italiani di macchine per il caffè aderenti ad Assofoodtec/Ucimac, l’Associazione che riunisce i costruttori italiani di macchine per il caffè professionali e di attrezzature da bar.La norma regolamenta i limiti oltre i quali la presenza di metalli pe-santi (nichel e piombo) nelle macchine per il caffè e nei distributori automatici, migrando nelle bevande erogate, quali caffè, the, cap-puccino, diventa pericolosa per la salute umana. La migrazione può avvenire nelle fasi di passaggio indispensabili alla produ-zione delle bevande e legate a processi, quali il ri-scaldamento dell’acqua o la sua erogazio- n e anche sotto forma di vapore. Elevate quantità di nichel e piombo compor-tano rischi per i consumatori: il nichel è cancerogeno, mentre il piombo è tossico in maniera irreversibile poiché, una volta accu-mulato nell’organismo, vi resta anche se non si è più esposti ad esso. Ambedue, inoltre, possono essere causa di allergie.Allo scopo di alzare la soglia di sicurezza delle appa-recchiature atte all’erogazione di bevande calde, in cui sono comprese tutte quelle presenti sui luoghi di lavoro, la norma stabilisce i metodi di prova per verificare la quantità di metalli contenuta nella macchina. Essa fornisce, inoltre, la tabella dei parametri a cui attenersi, per evitare rischi per il consumatore.Ma da dove provengono nichel e piombo e come avviene il processo di migrazione all’interno di un distributore automatico? Due sono gli ele-menti determinanti: l’acqua e i metalli di cui sono composte alcune parti delle macchine. Nella distribuzione automatica, l’acqua ha una duplice responsabilità: deter-mina l’accumulo di calcare e causa la corrosione delle parti metalliche di un distributore, veicolando all’interno delle bevande, particelle potenzialmente pericolose.Occorre, in primo luogo, dire che la forza corrosiva dell’acqua dipende da diversi fattori.I principali sono: la durezza (ph), la conducibilità elettrica, l’ossigeno e la temperatura. La situazio-ne ottimale dovrebbe essere quella rappresenta-ta da un’acqua pura - che è cattiva conduttrice di elettricità - a ph neutro (uno standard lontano dalle acque cittadine), priva di contatti con l’aria - che velocizza i processi di corrosione - e man-tenuta ad una temperatura non superiore ai 60°, soglia oltre la quale l’intensità di corrosione rad-doppia.La condizione ideale qui descritta è irriproducibi-le artificialmente e, per questo motivo, la forma-zione del calcare e il rilascio di parti metalliche nel circuito idrico avvengono necessariamente, con tutte le conseguenze che ne derivano sia per la salute umana che per la funzionalità dei distribu-tori.

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Vendintech

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I fabbricanti di macchine per be-vande calde e i responsabili del servizio, ossia i gestori, pren-dono molto sul serio la propria responsabilità rispetto alla salu-

te dei consumatori e si attivano per adottare ogni misura necessaria, af-finché nessun rischio possa derivare dal servizio di distribuzione automa-tica.Allo stesso tempo, la necessità di evi-tare fermi macchina, unita a quella di ottenere un elevato standard qualita-tivo delle bevande, li porta ad adottare tutte le misure indispensabili a tene-re i distributori in costante efficienza. La norma UNI 11460 viene loro in-contro fornendo regole e parame-tri di riferimento a cui attenersi. Ma i mezzi di controllo sullo stato di salute delle macchine, gli strumenti e i dispositivi che ne garantiscono l’idoneità, possono essere forniti ai gestori esclusivamente da quei pro-fessionisti, che hanno fatto della de-purazione e del filtraggio dell’acqua il loro mestiere. Per approfondire una tematica che accompagna quotidianamente l’o-

La filtrazione dell’acqua? Una professioneperato dei gestori e dei loro collaboratori (addetti al rifornimento e tecnici), ossia di co-loro che fisicamente misurano le condizioni in cui le macchine ope-rano, ci siamo rivolti a Sergio Barbarisi, responsabile per l’Ita-lia di una delle azien-de leader nel settore BWT Water+More Insieme a lui e gra-zie alla sua profonda conoscenza di tutte le problematiche del vending connesse allo stato di salute dell’acqua, utilizzata per far lavorare i distributori auto-matici, abbiamo potuto rispondere a quesiti di interesse generale e di si-cura utilità per gli operatori.

Perche utilizzare e quando utiliz-zare un filtro dell’acqua ? Un filtro va utilizzato in primo luo-go per evitare che il cloro, e i di-sinfettanti in genere, possano alte-rare il gusto del caffè e delle altre bevande erogate dal distributore. Per eliminare il cloro, che gli acque-dotti usano per eliminare le even-tuali cariche batteriche presenti nell’acqua, i costruttori di cartucce filtranti utilizzano il carbone attivo sotto varie forme. Il carbone attivo ha la capacità di attrarre e trattenere il coloro libero oltre ad altri disinfet-tanti, a pesticidi e metalli pesanti quali il piombo, il cadmio e lo zinco. Non meno importante è sicuramen-te il lavoro che una cartuccia filtrante può fare nella prevenzione dei guasti e che serve ad evitare che il calca-re o altre formazioni dure possano bloccare il distributore di bevande calde. Una buona cartuccia a re-sine, ben installata e ben dimen-sionata alle esigenze del gestore, è in grado di far dormire sonni tran-quilli a chi gestisce i distributori. Ricapitolando: se c’è durezza dell’ac-qua bisogna usare un sistema fil-trante che asporti sia la durezza che il cloro. Se non c’è durezza allora è sufficiente avere una buona cartuc-

cia a carbone attivo.

Come misurare la durezza dell’acqua? Ogni fornitore di cartucce filtranti che si rispetti dispone di kit di mi-surazione della durezza dell’acqua e di rilevamento della presenza di altre sostanze, che possono essere dannose per la macchina. Impor-tante è che questi kit siano “pro-fessionali” e sempre di recente fat-tura (hanno una data di scadenza). Attenzione a non utilizzare i kit in stri-sce, quelli adatti agli acquari! Per sfruttare le cartucce fino all’ultimo litro dobbiamo usare sistemi di misu-razione che riconoscano non “range di durezza” ma le durezze misurate al singolo grado o addirittura al mezzo grado.

Cosa fare prima di installare un fil-tro per l’acqua ? Prima di investire dei soldi, è op-portuno assicurarsi che nell’acqua ci sia effettivamente un proble-ma da risolvere e capire, attraver-so i kit di misurazione, quale sia la sua entità,ad esempio il calcare. A questo punto, se necessario, pro-cedere all’installazione del filtro. La durezza dell’acqua riscontrata ci dirà, attraverso le tabelle fornite dal costruttore nel manuale di installazio-ne, quanto durerà il filtro. Di conse-guenza ci si potrà orientare nella scelta del tipo e della taglia del filtro stesso. Altra operazione preventiva da fare è

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chiedere sempre all’azienda, presso la quale si va ad installare la macchi-na dotata di un filtro, se per caso esi-ste già a monte un sistema di depu-razione dell’acqua. Talvolta la doppia depurazione può essere dannosa per la macchina o per alcuni dei suoi componenti.

Come installare il filtro dell’acqua e quale procedura seguire ?

Installare un sistema filtrante è oggi-giorno una procedura semplice. La maggior parte dei gestori installa il filtro in macchina e a valle della val-vola di entrata, in modo che il filtro lavori praticamente senza pressione. Le cartucce possono generalmente lavorare comunque, anche se instal-late a monte della macchina, tenute costantemente in pressione dalla rete idrica. Bisogna ricordarsi in que-sto caso di controllare che il costrut-tore abbia certificato le proprie car-tucce fino ad almeno 8 bar e che le prove siano state effettuate da un ente terzo, come ad esempio il TUV. Un consiglio che personalmente mi sento di dare è di usare sempre tu-bazioni e raccordi rigorosamente per alimenti, per evitare ogni possibile contestazione.

Quali accorgimenti sono neces-sari nel periodo di tempo in cui il filtro è in uso? Il più importante dei suggerimenti è quello di sorvegliare regolarmente che il filtro sia ancora funzionante ovvero che la sua capacità non sia esaurita, pena il riempimento della macchina di calcare in tempi più o meno brevi. Durante il regolare uso

nessun altro accorgi-mento speciale è

necessario, se non

quello di una pu-lizia sal-t u a r i a da ef-fettuare n e g l i s t e s s i momenti in cui si pulisco-no le

altre parti della macchina. Di solito i tempi di questo tipo di manutenzio-ne vengono stabiliti dal responsabile tecnico della compagnia di gestione, secondo procedure standardizzate.

Quando cambiare un filtro e come ? Il filtro va cambiato solo quando la sua capacità di filtrazione è esau-rita. Sarà sempre il manuale di uso e manutenzione, che io consiglio di tenere sempre nel distributore, a in-dicare come cambiare la cartuccia e se ci sono procedure speciali da se-guire. Una buona norma è quella di testare la durezza dell’acqua ad ogni cambio di cartuccia, in modo da ve-rificare se le condizioni sono invaria-te o se bisogna apportare modifiche alle regolazioni del filtro, per garantire il funzionamento dello stesso

Cosa succede se non si cambia il filtro ? Al raggiungimento della massima capacità di attrarre sostanze inde-siderate, il filtro smette di trattenere le stesse, con tutte le conseguenze che ne derivano: il caffè, a causa del cloro, può assumere gusti indeside-rati; la macchina può cominciare ad accumulare lentamente calcare, in parti delicate del circuito dell’acqua. Escludo però che chi passa a siste-mi di filtrazione e, quindi, vi investe risorse economiche possa voluta-mente non cambiare la cartuccia alla naturale scadenza. I fornitori dei più famosi sistemi gestionali per il ven-ding hanno oggi creato anche una parte relativa ai filtri dell’acqua, con relativo richiamo quando i filtri sono probabilmente esausti.

Cosa fare con il filtro esausto ? I sistemi filtranti a cartuccia di ultima generazione sono generalmente clas-sificati come rifiuto speciale non tos-sico, inquadrabile nei codici europei del rifiuto al codice 19.09.05. Qua-lora il gestore avesse difficoltà per lo smaltimento, possono affidarsi agli stessi produttori, solitamente organiz-zati anche per fornire il servizio il ritiro e corretto smaltimento degli esausti. I gestori devono affidarsi a chi ese-gue queste procedure con esattezza e secondo le norme vigenti.

Quali garanzie deve offrire un for-nitore di filtri per l’acqua ? Il trattamento dell’acqua non è alla portata di tutti. Le leggi in materia sono ferree ed è importante che il costruttore di filtri le rispetti fino alla virgola. In un costruttore di sistemi fil-tranti bisogna cercare:• le certificazioni aziendali di pro-

cesso, che garantiscono che il prodotto venga sempre realizza-to ai massimi standard di qualità;

• Le certificazioni di prodotto (TUV, WRAS, NSF, AFNOR, GOST) che garantiscono il massimo degli standard qualitativi;

• La conformità ai decreti vigenti in materia riguardo alla qualità dell’acqua, ai materiali usati, alla corretta informazione degli utenti (DM25/2012);

• La conformità alimentare di tutti i componenti utilizzati, verificata attraverso prove di cessione dei materiali utilizzati (DM 174/2004);

• Resine e plastiche che le con-tengono devono essere di pro-venienza dimostrabile e possibil-mente sempre nuove;

• Un manuale d’installazione ed uso che spieghi cosa bisogna fare e cosa non si deve fare quando si utilizza un sistema fil-trante, le capacità del sistema e tutte le precauzioni possibili da mettere in atto per tutelare mac-china e soprattutto utente finale.grado.

S.B.

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Idee peril Vending

Il Vending Box di Fabio Russo – Seconda parte

Cosa è, dunque, il Vending Box?E’ un’offerta realizzata “su misura” per il vostro cliente di piccole e me-die dimensioni: un BOX che soddisfi le sue esigenze e che lo coinvolga direttamente nella sua composizio-ne.Chi è il cliente candidato all’offerta del Vending Box? Il titolare dell’im-presa che paga in forma anticipata il servizio? Il delegato o l’addetto agli acquisti? I suoi dipendenti? E quanto possono o devono influire sulla scel-ta dei prodotti componenti il box?Qui il discorso si amplia. Il “nostro” cliente, quello da coccolare ed accu-dire, potrebbe a buona ragione esse-re il titolare dell’attività che richiede il servizio Vending Box, ma non ne-cessariamente.L’atteggiamento da assumere.Il gestore deve porsi nei confronti dell’azienda cliente e di TUTTI i suoi collaboratori, come il partner ide-ale con cui condividere i problemi legati alla pausa ristoro all’interno dell’ufficio/azienda/mini comunità a cui si presta il servizio. Egli dovrà essere pronto a proporre soluzioni e mostrarsi disponibile a variarle in funzione delle richieste, senza tra-scurare nessuno dei collaboratori. Dovrà evitare di dare maggiore im-portanza ai gusti dell’uno piuttosto che dell’altro, atteggiamento che potrebbe indispettire e, in qualche modo compromettere le relazioni la-vorative tra voi e il “cliente” e i futuri sviluppi del vostro “core business”

che potrebbero essere ampliati at-traverso la proposizione e la pro-mozione di nuovi servizi o prodotti. Analizziamo in modo schemati-co tutti i passaggi dell’operazione.

La proposta.Se siete dei gestori, di certo avrete un magazzino merci fornito di una discreta quantità di prodotti snack e di bevande e di conseguenza sarete organizzati con un listino di vendita, realizzato in funzione dei prezzi di acquisto e dei prezzi di vendita del mercato. Procedete in questo modo: - prendete la lista dei prodotti da voi acquistati e presenti a magazzino;- preparate delle configurazioni tali da includere in ognuna 8 o 10 pro-dotti tra quelli più gettonati e comun-que che soddisfino tutti i gusti. Pre-vedete l’inserimento da un minimo di 5 ad un massimo di 15 unità per ogni referenza selezionata;- sottraete dal prezzo di vendita una percentuale di circa il 15-20% max dal prezzo di vendita di mercato;- preparate un volantino ben presen-tato graficamente che raffiguri il box con i prodotti che avete selezionato e magari con più configurazioni tra quelle approntate;- proponetelo ai vostri clienti come servizio sostitutivo di “break” esat-tamente come si fa per il caffè nel segmento OCS con i prodotti mono-porzionati;- raccogliete le adesioni e prepara-tevi ad aprire per la vostra azienda un nuovo canale di ricavi con que-sto nuovo sistema di business.

Il conto economico.Indipendentemente dai numerosi vantaggi legati al completamen-to del servizio offerto, la crescita dell’immagine della vostra azien-da, la fidelizzazione dei vostri clien-ti, quali sono i benefici in termini economici? Facciamo due conti. Nella tabella ho realizzato il contenu-to-tipo di quello che potrebbe essere un Vending Box, con la descrizione sommaria dei prodotti, il prezzo di costo iva esclusa, il prezzo di merca-to iva inclusa, il prezzo suggerito per la vendita nel Vending Box, la quan-tità da inserire con la sommatoria del loro costo, il prezzo complessivo di vendita e il margine operativo lordo esclusi i costi di packaging (stimato in euro 1,00 per pacco litografato) e gestione.Va precisato che i prodotti inseri-ti nella “descrizione”, sono pura-mente indicativi, prelevati da un campione standard. Tuttavia essi non si discostano molto da quel-li presenti sul mercato. Il suo sco-po è quello di farvi riflettere sulla potenzialità dell’operazione e aprire la vostra mente a nuove operazioni commerciali.Guardando la tabella con attenzione, vi accorgerete che, seppur realizzata in modo sommario e senza esempi specifici (sono stati inseriti prodot-ti presenti sul mercato con prezzi medi sia in acquisto che di vendita), quest’operazione può fruttare un margine operativo quasi del 100% di ricarico, rispetto ai costi di acquisto: €. 29,12 (iva compresa) di acquisto

Riprendo qui l’argomento Ven-ding Box. Nello scorso numero mi sono riagganciato allo storico Ho-nor Box di concezione americana, considerandolo una valida idea, da riproporre nella distribuzione automatica moderna.

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contro €. 61 (iva compresa) di vendita, con un margine operativo di €.29,44. Niente male, considerando che non ci sono investimenti da fare ad esclu-sione di quella legati al marketing.

L’incidenza della componente marketingAnzitutto, facciamo chiarezza sul-la particolare accezione del termi-ne Marketing utilizzato in questo articolo, altrimenti ci sarebbe da scriverne per centinaia di pagine. Nel caso specifico, partiamo dal principio secondo cui il nostro clien-te ha dei “bisogni”, il nostro compito è quello di trasformarli prima in “de-sideri” e poi in “necessità”, badando a soddisfarli attraverso le nostre pro-poste. Sappiamo bene che vorrebbe anch’egli un distributore automa-tico che eroghi snack e bibite per avere un bel giocattolo in casa; ma sappiamo anche che non andrà mai a generare il numero minimo di consumi che possa consentire alla nostra azienda di arrivare al

punto di pareggio economico o, ancor meglio, guadagnarci.E allora, è necessario lavorare sul “mix delle 4 P” della proposta, o come viene chiamato in gergo, Mar-keting Mix: Il Prodotto, il Prezzo, il Posto, la Promozione. Sono le 4 P che rendono invincibile un’offerta.1. Il Prodotto: scegliete i prodotti

che generano maggiori vendite (ma anche maggiori utili…)

2. Il Prezzo: non siate avidi, anche se c’è da perderci qualche cen-tesimo, siate sempre al di sotto del prezzo medio di vendita dei concorrenti e tenete conto che se il cliente si affeziona alla vo-stra formula, non ne potrà più fare a meno.

3. Il Posto: puntate sul servizio inappuntabile della vostra orga-nizzazione, la consegna gratuita a domicilio, la piena e costante disponibilità dei prodotti (evi-tate, dunque, rotture di stock a magazzino), la celerità nelle con-segne attraverso la costante co-pertura del territorio.

4. La Promozione: lavorateci tanto, lavorateci bene. Soprattutto in fase di start-up. Affidatevi ad un buon grafico per la creazione del Box, fatelo poi realizzare in tipo-litografia affinché sia bello da vedersi, oltre che utile e pratico. Realizzate un volantino di buona fattura che esalti le caratteristi-che di questo nuovo servizio, senza dimenticare di inserire su entrambi (sia il Box che il volan-tino) tutti i richiami del caso: il vostro sito internet, la pagina Fa-cebook o il profilo Twitter e così via. Inseritelo sul vostro sito internet.

Non dimenticate che la Comuni-cazione costituisce la percentuale maggiore del vostro potenziale di vendita. Un volantino, il vostro sito e, in questo caso il Vending Box, sono un potentissimo veicolo per promuo-vere la vostra attività. Buoni affari a tutti!!

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Apertamente...

Nell’ambito della 5° edi-zione di Apertamen-te. Il Gusto fa Scuola, molte aziende italiane, soprattutto del setto-

re alimentare, hanno aperto le loro porte al mondo della scuola, pro-ponendo agli studenti un percorso istruttivo alla scoperta dei processi produttivi dell’industria alimentare.

L’iniziativa, che apporta soste-gno ai programmi di educazione alimentare promossi dal Ministe-ro della Salute con l’appoggio del Miur e di Federalimentare, ha coin-volto numerosi istituti scolastici, oltre che le aziende del settore. Il vending, che svolge un ruolo de-licato nell’ambito dell’educazio-

ne alimentare rivolta ai ragazzi in età scolare, ha anch’esso soste-nuto questo progetto, mostrando come sia possibile proporre ali-menti sani e di qualità anche at-traverso i distributori automatici. Cogliendo l’opportunità offerta da “Apertamente. Il Gusto fa scuola” Rheavendors ha aperto le porte del-la sede di Caronno Pertusella alla scuola media “Anna Frank” di Vare-se. Sebbene il tema dominante della manifestazione fosse strettamente legato all’educazione alimentare e alla promozione di sani stili di vita, l’Azienda ha dato la sua adesione al progetto, con lo scopo di far scoprire ai ragazzi come nasce un distributo-re automatico.Davanti ai loro occhi si è dischiuso un mondo nuovo e affascinante. Gli alunni della scuola “Anna Frank” hanno potuto seguire l’intero ciclo produttivo delle macchine, scoprire i meccanismi e l’alta tecnologia che consente loro di fare una pausa golo-sa, e al tempo stesso sana e ricarican-te, pigiando semplicemente un tasto. Rheavendors ha ulteriormente coin-volto i ragazzi in visita, facendo giocare loro il ruolo di “ingegnere progettista” per lo speciale con-corso indetto per l’occasione: riuniti in una ipotetica classe, gli studenti

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hanno disegnato il loro distributo-re automatico ideale, compito che hanno svolto con estremo impegno. La “Giuria Rheavendors” ha poi premiato i migliori lavori eseguiti per le categorie design, tecnica e inno-vazione.La visita alla Rheavendors ha dav-vero lasciato il segno, suscitando nei ragazzi entusiasmo ed interes-se per una realtà industriale a loro sconosciuta. Un esempio di produt-tività e innovazione da seguire nella vita adulta, come dimostra la lettera di ringraziamento che la loro inse-gnante ha inviato, all’indomani della visita, Laura Querciani, che, all’in-terno di Rheavendors, si è occupa-ta attivamente dell’organizzazione dell’evento. F.S.

Lo stupore, e quindi la gratitudine, nei confronti del vostro staff per quello che è successo lunedì presso la vostra azienda,

è grande! Stupisce vedere un gruppo di persone,

serie e tese al futuro, come ci siete ap-parsi, mettersi al servizio dell’educazione di un pugno di ragazzini di 13 anni. Per-ché di questo si è trattato: avete fatto educazione, non solo alimentare, ma alla persona intera! Abbiamo visto degli adulti, professionisti, prendere sul serio la pro-posta di raccontare ai ragazzi cosa vuol dire il proprio lavoro: comunicare, ognuno attraverso la propria differente umanità, un gusto per quello che fa (lo si è percepito nella cura con cui ognuno aveva prepa-rato il suo intervento), entusiasmarsi per il lavoro, semplice, che i ragazzi hanno

fatto nell’ascoltare , nel fare domande, nel disegnare e “creare” la loro idea. I ra-

gazzi hanno colto tutto questo. Vi riporto alcune loro frasi: “Prof, mi sono innamorata di quest’azienda!” “Prof, io

voglio diventare come lui!” “Prof, ma la-vorare così sembra una cosa bella!” “Prof, oggi ho capito di più quando mi spiega-va la differenza tra chi fa scienza pura e scienza applicata!” “Prof, ma oltre alla fatica, a lavorare ci si diverte anche!”

e così via. I ragazzi hanno visto che, accanto agli adulti continuamente propensi al lamento, che vedono solo l’aspetto negativo, che pensano ai ragazzi come a dei bambocci da manipolare, ce ne sono altri di adulti: quelli che hanno un’ipotesi positiva sulla vita, capaci di costruire ed essere pro-positivi, che valorizzano quello che c’è

perché c’è. Che meraviglia quando i ragazzi si ac-corgono di questo: è per loro motivo di una grande speranza che si traduce così: “Anche io sono qui a fare cose grandi” Spero, nel futuro, di poter ripetere con

altre classi un’esperienza così significativa per l’orientamento di questi ragazzi.

Grazie davvero a tutti!Un saluto a tutto lo staff

Prof. Cristina Aquila

Aziende

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Piùinforma: l’educazione alimentare dalla teoria alla pratica

Nello scorso numero ab-biamo presentato l’As-sociazione PIUINFOR-MA, la quale traccia un percorso innovativo per

la promozione della consapevolezza alimentare, incoraggiando l’adozione di sani stili di vita.Per raggiungere questi obiettivi, l’As-sociazione opera sia nella pratica che nella teoria, garantendo ai suoi soste-nitori tutta una serie di servizi informa-tivi e legati alla comunicazione. Queste attività, interamente coordi-nate e gestite dal team PIUINFOR-MA, sono rivolte a tutti gli operatori, professionisti del settore, che deci-dono di sostenere l’Associazione. Da essa riceveranno gli strumenti attra-verso i quali offrire ai propri clienti un servizio che vada oltre la mera som-ministrazione di prodotti alimentari.Appare chiaro quanto sia rilevante affiancare alla corretta informazio-ne una costante attività pratica, che sia interattiva ed efficace e che aiuti a capire l’importanza di seguire uno stile di vita equilibrato. Quindi, oltre a fornire materiale cartaceo come pie-ghevoli, brochure e cartoline, pub-blicare articoli su testate giornalisti-che, aggiornare le pagine Facebook e Twitter per stimolare il confronto di opinioni, fornire consulenza e sup-porto ai sostenitori, l’Associazione organizza e coordina anche attività pratiche che coinvolgono soprattutto i giovani consumatori. Il tutto veico-lato attraverso il distributore auto-matico, che diventa così mezzo di comunicazione a tutti gli effetti.

Il coinvolgimento delle Fattorie DidatticheSono i bambini ed i ragazzi ad essere i principali fruitori delle convenzioni che PIUINFORMA sta sottoscriven-do con le Fattorie Didattiche di tutta Italia. Questo tipo di strutture, così come le aziende agricole e gli orga-

nismi produttivi, rappresentano degli ottimi momenti formativi: accolgono scuole, famiglie e gruppi di adulti per incentivare una comunicazione diret-ta fra produttore e cittadino.Nel caso specifico delle Fattorie Di-dattiche, tutto si svolge in un’ottica di multifunzionalità, di rapporto con-tinuativo e di coinvolgimento attivo con il consumatore, per instaurare un concreto collegamento tra città e campagna facendo conoscere l’am-biente agricolo, la vita degli animali e, soprattutto, l’origine dei prodotti alimentari.

“La fattoria può diventare uno “strumento” per creare legami con l’ambiente” – afferma il presidente dell’Associazione – “È per questo che crediamo che le visite in fatto-ria debbano essere inserite nel pia-no dell’offerta formativa scolastica, in quanto occasioni preziosissime di

approfondimento e crescita per i ra-gazzi. La nostra nutrizione è la fina-lità della produzione agricola, e nella fattoria questo legame viene analiz-zato ed illustrato: ecco perché si trat-ta di un luogo di pedagogia attiva a tutti gli effetti”.Un luogo di incontro, di conoscenza reciproca, di scambio di esperienze tra agricoltori, ragazzi, insegnanti e adulti, che PIUINFORMA ha ricono-sciuto come imprescindibile all’inter-no di un ragionato ed efficace mo-vimento per la promozione di una corretta alimentazione.Presentiamo due delle fattorie didat-tiche che hanno scelto di collaborare con l’Associazione, che ne condi-vidono i valori, e che si adoperano quotidianamente per diffonderli at-traverso le loro attività.

Apicoltura Pitarresi Casale Monferrato In Piemonte, in una frazione di Casa-le Monferrato chiamata Roncaglia, la famiglia Pitarresi alleva api dal 1988 ed è quindi da più di vent’anni che accompagna i visitatori alla scoper-ta dell’affascinante vita di queste preziose creature. Nel 1992 è stata riconosciuta come azienda biologica certificata.Prima di iniziare la visita, ad ogni bambino viene data una pettorina che richiama i colori dell’ape, assie-me ad una maschera in rete per ren-dere la visita all’apiario totalmente priva di pericoli. Il percorso didattico

PIÙINFORMA

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inizia dall’uovo: si osserva la nascita dell’ape attraverso un’arnia con vetri, si apprende il lavoro di raccolta del nettare, del polline, della propoli e il metodo di produzione della pappa reale. Il percorso permette di capire come il fiore regala il suo nettare e in che modo l’ape lo trasporta nell’al-veare. Nella mieloteca, dove è presen-te un laboratorio per la lavorazio-ne e il confezionamento del mie-le, i bambini svolgono un’attività interattiva,coinvolgente ed istruttiva, seguendo da vicino le varie fasi di la-vorazione del miele.Ultimo step è la scoperta della produ-zione della cera : si segue il laborioso operato che conduce alla produzio-ne della cera e al suo recupero all’in-terno dell’arnia. Successivamente la cera viene fusa attraverso l’energia solare ed usata per produrre candele ad immersione: ogni bambino ha la possibilità di creare la propria cande-la da portare a casa.

Fattoria CarcaciCastronovo di SiciliaAll’interno della riserva naturale orientata di Monte Carcaci a Castro-novo di Sicilia, nell’incantevole parco dei monti Sicani, si trova la Fattoria Carcaci, una vera e propria casa in

Per mostrare ai piccoli visitatori il percorso del pane è stata adibita un’aula didattica dove viene proiet-tato un video sulla filiera del grano e sulle tecniche agricole utilizzate pri-ma della meccanizzazione. I ragazzi vengono poi coinvolti nelle attività della panificazione, come impastare la farina, accendere il forno a legna, infornare il pane e metterlo a tavola.

campagna. Azienda didattica agrituristica, la fat-toria Carcaci è attrezzata per acco-gliere e ospitare gruppi scolastici, boy-scouts, comitive in camper, nu-clei familiari e tutti coloro che voglio-no trascorrere una vacanza a contat-to con la natura e per carpirne tutti i segreti.Le attività formative organizzate per gli alunni delle scuole primarie e se-condarie sono dedicate a diversi temi:• il percorso del latte latte dalla mun-gitura alla produzione di formaggi freschi;• il percorso del miele attraverso l’in-tero ciclo di vita delle api;• il percorso del pane dal grano fino alla panificazione.

L’Associazione PIUINFORMA con-sidera questo tipo di esperienze e di attività pratiche, a contatto con la terra e la natura, di estrema im-portanza nel percorso formativo del consumatore di domani. Le giovani generazioni, nate e cre-sciute in contesti urbani, non han-no a disposizione strumenti e libri da cui apprendere i valori e le pra-tiche della civiltà contadina; spesso credono che un pezzo di pane o un frutto siano prodotti pari a tutti gli altri presenti sugli scaffali dei super-mercati e che una mucca o un pollo siano solo dei pezzi di carne. Far ca-pire loro che la filiera da cui questi

alimenti provengono è molto più vicina alla natura rispe-to a quella di tanti altri e dare valo-re a quei prodotti in cui l’intervento dell’uomo è minimo, li potrà orienta-re nelle scelte quotidiane. Se si ag-giunge a tutto ciò un’attività informa-tiva che evidenzi le differenze tra ciò che è prodotto con supporti artificiali e ciò che invece è prodotto in manie-

ra naturale, potremo sperare di avere un domani dei consumatori più at-tenti alle proprie scelte alimentari. La distribuzione automatica, che negli ultimi anni è sempre più impegnata a dare valore alla qualità dei prodot-ti venduti attraverso le macchine, potrà trarne sicuramente benefici. Sempre più spesso le compagnie di gestione si trovano ad inserire anche prodotti “sani” nei distribu-tori, soprattutto quelli collocati nelle scuole, per rispondere a specifiche richieste delle direzioni didattiche. Ma se i giovani consumatori non sono stati istruiti ed educati attraver-so programmi specifici, finiranno col privilegiare altri prodotti, perché più appetibili, pubblicizzati o conosciuti. Il gestore, per evitare rischi, sarà co-stretto a ritirarli dalle macchine, trat-tandosi, per lo più, di prodotti freschi con breve shelf life. I conseguenti danni economici spingono spesso il gestore a non curare o a tralasciare il segmento del “salutistico”, che non fa business. I programmi educativi diventano, dunque, essenziali: per sviluppare una nuova generazione di consumatori responsabili e ampliare la strada ad un vending alternativo più sano che nutra una generazione più in forma. Per saperne di più www.piu-informa.it C.B.

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Elenco Inserzionisti di questo numero

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