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VENERDI 7 NOVEMBRE IIS PERTINI ALATRI

VENERDI 7 NOVEMBRE IIS PERTINI ALATRI. Riteniamo che l’invito del governo ad approfondire il documento proposto su "La buona scuola" vada colto come occasione

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VENERDI 7 NOVEMBRE

IIS PERTINI ALATRI

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Riteniamo che l’invito del governo ad approfondire il documento proposto su "La buona scuola" vada colto come occasione affinché chi la scuola la fa e la vive ogni giorno ma anche tutti gli stake holders del sistema formativo e scolastico diano il proprio determinante contributo per la costruzione di un più efficace sistema di istruzione inclusivo e capace di interpretare le nuove domande educative.Ci auguriamo che questo incontro possa essere utile per aprire riflessioni e percorsi comuni.

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Molti dei nodi irrisolti contenuti nel documento del Governo potrebbero essere affrontati ascoltando le esperienze messe già in atto in molte scuole del nostro paese.

In fondo, la “buona scuola” c’è già, ma non fa sistema

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..anche se il tema del lavoro e del suo valore didattico è ormai parte integrante di tutte le riflessioni che sono in corso sul sistema scolastico e formativo.

 il lavoro non è ancora visto come parte integrante del curricolo della scuola italiana nel suo complesso

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Infatti : appena un terzo dei giovani (fra i sedici

e i ventinove anni di età) si sente in grado di pensare al proprio futuro lavorativo avendo delle precise attese e speranze;

un terzo dei giovani è allo sbando, incapace di esprimere qualunque attesa o progetto, e interiormente fratturato;

l'altro terzo di giovani vive disorientato in una profonda incertezza.

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Occorre migliorare i modelli organizzativi della scuola :- riorganizzare il contenuto curricolare interno alla

scuola, - collocare l’istituto nel territorio di riferimento.

Il duplice obiettivo impone una riflessione su:

- come si possa strutturare un curricolo integrato, ovvero un curricolo che contenga i temi e gli argomenti propri ai due ambiti,

- come si possa portare a consistenza disciplinare e non episodica i temi del territorio , del lavoro e dell’economia.

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IL PUNTO DI VISTA DELLE SCUOLE sintesi degli interventi

IL PUNTO DI VISTA DELLE IMPRESE- ASSOCIAZIONI DATORIALI – ENTI - AGENZIE

sintesi degli interventi

Evitare l’obbligatorietà dell’alternanza al fine di evitare che diventi un mero adempimento burocratico

Vedere l’alternanza come una prassi didattica alternativa e non aggiuntiva

Considerare l’obbligo dell’alternanza come opportunità , al fine di indurre tutti i componenti del CdC a condividerne la progettazione e,l’attuazione e la valutazione evitando che diventi appannaggio dei soli insegnanti delle discipline professionalizzanti

Realizzare accordi stabili tra reti di scuole e aziende per dare continuità ai percorsi di alternanza

Aumentare sensibilmente, rispetto all’attuale prassi, il numero delle ore annue dedicate all’alternanza affinché l’esperienza diventi significativa

Superare l’attuale visione dell’alternanza, più orientata ai tirocini che non all’alternanza vera e propria, al fine di realizzare una reale co-progettazione dei percorsi e l’integrazione del curricolo, dando continuità all’esperienza di alternanza che si connota attualmente per la sua episodicità

Prendere atto delle difficoltà delle aziende ad accogliere gli studenti in alternanza, dovute a problematiche di varia natura, anche in riferimento alla congiuntura economica. Pur considerando l’alternanza come un investimento in termini di formazione per i futuri occupati, l’impegno richiesto rende necessaria la previsione di incentivi economici

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IL PUNTO DI VISTA DELLE SCUOLE sintesi degli interventi

IL PUNTO DI VISTA DELLE IMPRESE- ASSOCIAZIONI DATORIALI – ENTI - AGENZIE

sintesi degli interventi

Sostenere lo svolgimento di attività di “Impresa formativa strumentale” anche al fine di ricavarne introiti da destinare al funzionamento della didattica e alla riqualificazione dei laboratori.

Costituire reti tra scuole dello stesso settore (filiere), permetterebbe di superare, almeno in parte, le difficoltà collegate alla carenza di laboratori attrezzati.

Rendere possibile anche a scuola la realizzazione di esperienze assimilabili a quelle proprie dell’ambito lavorativo.

Costituire accordi affinché uno stesso laboratorio anche non scolastico possa essere fruito da studenti di diverse scuole in rete.

Favorire la collaborazione con il sistema di istruzione e formazione mettendo a disposizione strumentazione dismessa, ma non obsoleta, utile alla formazione degli studenti.

Risolvere il problema del disallineamneto tra le attività scolastiche e quelle che si svolgono in contesti lavorativi. Per questo guardano con favore a tutte quelle strategie che riducono il gap “tra quello che si fa a scuola e quello che si fa in azienda”. L’impresa didattica rappresenta un’integrazione autentica tra due realtà che, se collegate, rispondono sinergicamente alla domanda di competenze da parte del tessuto produttivo del territorio.

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IL PUNTO DI VISTA DELLE SCUOLE sintesi degli interventi

IL PUNTO DI VISTA DELLE IMPRESE- ASSOCIAZIONI DATORIALI – ENTI - AGENZIE

sintesi degli interventi

Valorizzaare le attività artigianali rappresenti una prospettiva occupazionale da non sottovalutare, soprattutto per quei territori che si caratterizzano per la presenza di imprese di piccole dimensioni e artigianali.

Il recupero della tradizione del territorio veicolata dall’inserimento dei giovani in contesti lavorativi piccoli ma fiorenti, contribuisce alla costruzione del profilo identitario dello studente-cittadino.

Sostenere iniziative che promuovano l’autoimpiego e l’autoimprenditoralità dei giovani. In tale prospettiva “Bottega Scuola” può essere un volano di sviluppo per l’economia del territrio.

Sperimentare nuovi modelli di produzione e favorire lo sviluppo del pensiero innovativo nella propria comunità. Un esempio di realzzazione è FAB LAB Frosinone .

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IL PUNTO DI VISTA DELLE SCUOLE sintesi degli interventi

IL PUNTO DI VISTA DELLE IMPRESE- ASSOCIAZIONI DATORIALI – ENTI - AGENZIE

sintesi degli interventi

Le scuole, pur considerando favorevolmente l’istituto dell’apprendistato, rilevano le prevedibili difficoltà di attuazione alla luce dell’esperienza pregressa riferibile al collocamento degli studenti in azienda per attività di stage, meno onerose rispetto all’ipotesi di apprendistato.

Le scuole guardano con attenzione i programmi sperimentali già in essere( un esempio citato è quello del programma sperimentale ENEL- MIUR) sperando nel successo delle iniziative attivate e nella conseguente estensione delle esperienze ad un maggior numero di scuole.

Le agenzie di intermediazione al lavoro e le aziende si esprimono favorevolmente sull’apprendistato sperimentale considerandolo un modo per favorire la transizione scuola-lavoro.

Le aziende, pur guardando con favore l’istituto dell’apprendistato ed evidenziando la continua interazione tra referenti aziendali e referenti della scuola, a differenza di quanto avviene in ambito universitario, temono che non sia realizzabile per la mancanza di copertura finanziaria.

Si ritiene necessario che gli uffici scolastici regionali assumano iniziative atte a indurre le scuole a realizzare programmi di apprendistato. Le scuole a loro volta, intercettando i fabbisogni delle aziende del territorio, potrebbero sostenere l’integrazione tra scuola e territorio.

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IL PUNTO DI VISTA DELLE SCUOLE

sintesi degli interventi

IL PUNTO DI VISTA DELLE IMPRESE- ASSOCIAZIONI DATORIALI – ENTI - AGENZIE

sintesi degli interventi

Le scuole ritengono importante la mappatura delle competenze, realizzabile solo attraverso un contatto costante con i referenti del mondo del lavoro e una co-progettazione di un curricolo integrato.

Si ritiene comunque che la rilevazione della domanda di competenze non sia di per sé sufficiente a modificare le pratiche didattiche affinché siano più rispondenti ai bisogni formativi del territorio. Per questo è necessario un cambio di prospettiva intimamente connesso con il tema della formazione degli insegnanti.

Sottolineare il disallineamento tra le competenze richieste dalle aziende e quelle in uscita dai percorsi di istruzione

Più pratica che teoria

Valorizzare la formazione tecnica

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Mancanza di modelli organizzativi standardizzati Il problema dell’individuazione delle risorse Il problema del reperimento delle aziende Scarsa motivazione dei docenti correlata alla mancanza di riconoscimenti

non solo economici Riduzione delle ore curricolari di laboratorio Scarsa conoscenza dei docenti dell’organizzazione aziendale e degli attuali

processi produttivi Non obbligatorietà della formazione in servizio dei docenti Resistenza dei docenti al cambiamento Mancata valorizzazione delle competenze professionalizzanti nella

valutazione dell’esame di stato Mancanza di incentivi significativi per le imprese Mancanza di prerequisiti, in termini di competenze anche trasversali, degli

studenti che si avviano ai percorsi di alternanza Mancanza nel territorio di riferimento ( provincia di FR) dell’istruzione

tecnica superiore Mancanza della presenza di un referente aziendale negli organi collegiali

competenti alla progettazione dei percorsi ( es CdD e CdC)

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Elaborare protocolli stabili tra reti di scuole e aziende , agevolati dalle associazioni preposte ( Camera di Commercio, Unindustria…)per la gestione delle attività di scuola lavoro.

Prevedere misure di accompagnamento ai progetti di alternanza scuola lavoro per favorire la diffusione delle buone pratiche affinchè queste diventino sistema.

Formazione obbligatoria dei docenti Inserimento delle tematiche del lavoro nella terza prova degli esami di

stato almeno negli istituti tecnici e professionali Inserimento di un referente aziendale nei CdC delle classi III IV e V degli

istituti tecnici e professionali Consolidare i servizi di orientamento e placement per rispondere sempre

meglio alle richieste dei giovani e delle imprese, anche rispetto alle nuove opportunità previste, a cominciare dalla Garanzia Giovani.

Garantire continuità e stabilità alle attività di intermediazione avviate nelle scuole.

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