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VERBALE DEL CONSIGLIO COMUNALE N. 2/2015 Seduta del 01.04.2015 L’anno 2015 addì 1 del mese di aprile alle ore 19.35 nella Residenza Municipale, previa convocazione con avvisi scritti, tempestivamente notificati, si è riunito il Consiglio Comunale. Eseguito l’appello, risultano presenti (P), assenti (A), e assenti giustificati (G) Il Sindaco SCHIAVO Michele (P) e i Consiglieri: 1. LACAVA Edoardo P 9. GARATO Virginia P 2. VETTORE Lucia P 10. ROZZATO Andrea P 3. SCACCO Enrico P 11. ESCOBAR Sandra Maritza G 4. TONIOLO Daniele P 12. MAVOLO Renza G 5. FACCO Luigina P 13. MASCHI Pier Antonio P 6. PIZZINATO Giacomo P 14. BENATO Andrea P 7. BACCAN Giulia P 15. BRESQUAR Giorgio G 8. TOMAT Aldo P 16. BORELLA Silvio P e pertanto complessivamente presenti n. 14 componenti del Consiglio Presiede il Presidente TONIOLO Daniele. Partecipa alla seduta TAMMARO Dott.ssa Laura, Segretario Comunale. La seduta è legale. Fungono da scrutatori i Consiglieri signori: Sono presenti gli Assessori: NANIA Enrico, PARIZZI Augusta Maria Grazia, VENTURATO Paola Presiede il Presidente TONIOLO Daniele. Partecipa alla seduta TAMMARO Dott.ssa Laura, Segretario Comunale. La seduta è legale. Fungono da scrutatori i Consiglieri signori: BACCAN Giulia, BORELLA Silvio *********************

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VERBALE DEL CONSIGLIO COMUNALE N. 2/2015 Seduta del 01.04.2015 L’anno 2015 addì 1 del mese di aprile alle ore 19.35 nella Residenza Municipale, previa convocazione con avvisi scritti, tempestivamente notificati, si è riunito il Consiglio Comunale. Eseguito l’appello, risultano presenti (P), assenti (A), e assenti giustificati (G) Il Sindaco SCHIAVO Michele (P) e i Consiglieri: 1. LACAVA Edoardo P 9. GARATO Virginia P 2. VETTORE Lucia P 10. ROZZATO Andrea P 3. SCACCO Enrico P 11. ESCOBAR Sandra Maritza G 4. TONIOLO Daniele P 12. MAVOLO Renza G 5. FACCO Luigina P 13. MASCHI Pier Antonio P 6. PIZZINATO Giacomo P 14. BENATO Andrea P 7. BACCAN Giulia P 15. BRESQUAR Giorgio G 8. TOMAT Aldo P 16. BORELLA Silvio P

e pertanto complessivamente presenti n. 14 componenti del Consiglio

Presiede il Presidente TONIOLO Daniele. Partecipa alla seduta TAMMARO Dott.ssa Laura, Segretario Comunale. La seduta è legale. Fungono da scrutatori i Consiglieri signori: Sono presenti gli Assessori: NANIA Enrico, PARIZZI Augusta Maria Grazia, VENTURATO Paola Presiede il Presidente TONIOLO Daniele. Partecipa alla seduta TAMMARO Dott.ssa Laura, Segretario Comunale. La seduta è legale. Fungono da scrutatori i Consiglieri signori: BACCAN Giulia, BORELLA Silvio

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Indice 1) Comunicazioni pag. 03 2) Atto di indirizzo per la pianificazione sociale e partecipata delle politiche e degli interventi socio-

assistenziali pag. 05 3) Approvazione del Regolamento per l’applicazione dell’indicatore della situazione economica

equivalente (ISEE) per l’erogazione di prestazioni sociali agevolate pag. 11 4) Approvazione del Regolamento per l’integrazione delle rette RSA per anziani non autosufficienti

pag. 13

5) Modifica al Regolamento comunale per la gestione e l’uso degli impianti sportivi, approvato con deliberazione di C.C. n. 58 del 24.09.2009 pag. 18

6) Modifica al Regolamento comunale per canone occupazione spazi ed aree pubbliche pag. 19

7) Modifica al Regolamento per la pubblicità e la trasparenza della situazione patrimoniale dei titolari di cariche elettive e di governo pag. 20

8) Ordine del giorno sulla formazione professionale, proposto dal Presidente del Consiglio comunale pag. 21

9) Modifica al Regolamento di contabilità (proposta di deliberazione dei consiglieri Mavolo e Borella) pag. 25

10) Attivazione del servizio di raccolta e registrazione della dichiarazione di volontà sulla donazione di organi e tessuti. Atto di indirizzo (proposta di deliberazione dei consiglieri Escobar, Mavolo e Borella) pag. 27

11) Pubblicazione nel sito internet del Comune di Cadoneghe di una mappa del territorio, contenente i siti degli impianti fissi (antenne di telefonia mobile) e le reti di alta/media tensione (elettrodotti) presenti sul territorio. Atto di indirizzo (proposta di deliberazione dei consiglieri Escobar, Mavolo e Borella) pag. 32

12) Mozione gioco d’azzardo – misure per la tutela dei minori e dei soggetti sensibili e per la prevenzione del gioco d’azzardo patologico, proposta dai consiglieri Escobar, Mavolo e Borella pag. 36

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(La seduta inizia alle ore 19:30)

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DANIELE TONIOLO

Il Segretario generale procede all’appello nominale dei Consiglieri. Michele SCHIAVO presente Edoardo LACAVA presente Lucia VETTORE presente Enrico SCACCO presente Daniele TONIOLO presente Luigina FACCO presente Giacomo PIZZINATO presente Giulia BACCAN presente Aldo TOMAT presente Virginia GARATO presente Andrea ROZZATO presente Sandra Maritza ESCOBAR assente giustificata Renza MAVOLO assente giustificata Pier Antonio MASCHI presente Andrea BENATO presente Giorgio BRESQUAR assente giustificato Silvio BORELLA presente Augusta PARIZZI presente – assessore Paola VENTURATO presente – assessore Mirco GASTALDON assente – assessore Enrico NANIA presente – assessore Denis GIACOMINI assente – assessore

Raggiunto il numero legale di presenze necessarie per l’inizio dei lavori (14 consiglieri), il Presidente dichiara aperta la seduta.

1. Comunicazioni.

PRESIDENTE. Buonasera a tutti. Nominiamo i due scrutatori, nelle persone di Baccan

Giulia e Borella Silvio. Entriamo nell’ordine del giorno di questa sera, al primo punto abbiamo le comunicazioni. Una da parte mia, poi credo ci siano degli assessori che devono fare delle comunicazioni. Voglio solo informare il Consiglio che ho partecipato, su delega del Sindaco, all’assemblea di

“Avviso pubblico”, il 20 marzo, che è l’organismo degli Enti locali e delle Regioni per la formazione contro le mafie.

Credo sia stato un fatto molto importante ed abbia un significato particolare, in un momento come questo, in cui stanno avvenendo tante cose.

Sottolineo che trovate sul sito tutte le attività svolte da “Avviso pubblico”. Nel 2014 ha svolto

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importanti attività con il Parlamento, con la Regione del Veneto, con l’ANCI del Veneto e anche l’ANCI dell’Emilia Romagna, oltre ad una serie di associazioni ed altri enti.

L’unico mio dispiacere è stato quello di notare che, di fronte ad un aumento degli iscritti, per l’ennesima volta di “Avviso pubblico”, che sono aumentati nel 2014 di diciannove nuovi soggetti, tra comuni e regioni, di cui sette del Veneto, abbiamo registrato, come “Avviso pubblico”, anche la diminuzione o la regressione di alcuni soci, tra cui la Provincia di Ferrara, motivata dal fatto che le province sono in una fase di chiusura, ed i Comuni di Fusignano e Ravenna.

Quello che mi è più dispiaciuto è di avere anche notato la disdetta ad “Avviso pubblico” del comune capoluogo della provincia, quindi di Padova, e senza tra l’altro nessuna giustificazione.

Io credo che avremo modo, nelle prossime settimane, soprattutto nei prossimi mesi, di mettere in campo iniziative specifiche rispetto a questo importante tema.

L’assessore Parizzi ha alcune comunicazioni. ASSESSORE PARIZZI. Grazie Presidente. Volevo dare due date, di due eventi che saranno nel nostro territorio per il mese di aprile. Uno riguarda uno spettacolo dal titolo “Partir bisogna”, che affronterà il tema

dell’integrazione e dell’emigrazione. Sarà alle ore 21:00, presso l’Auditorium Ramin. L’altra iniziativa sarà il 16 aprile, qui in sala consiliare. Verranno presentati i lavori del

progetto “Tracce di memorie”, il progetto di narrazione teatrale svolto sul nostro territorio con le persone ultra sessantasettenni. Verranno forniti tutti gli elaborati che sono stati raccolti durante questo laboratorio.

Siete tutti invitati. Sul nostro sito troverete le locandine e tutte le informazioni per queste serate. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie assessore Parizzi. Mi aveva chiesto la parola, per una comunicazione, il capogruppo Lacava. Prego Edoardo. CONSIGLIERE LACAVA. Grazie Presidente, buonasera a tutti. Solo per comunicare che all’ultimo Consiglio comunale, in seguito all’iniziativa del

consigliere Borella, relativa ai defibrillatori, ho chiesto a tutti quanti la disponibilità per partecipare ad un corso di BLSD di tutto il Consiglio comunale.

Ho dato seguito a questa iniziativa, prendendo delle informazioni e chiedendo delle disponibilità da enti che realizzano il corso. Ho dato il materiale agli uffici.

Nel prossimo Consiglio comunale, se il Presidente lo consentirà, ci sarà una mozione di presentazione di questa iniziativa, che mi auguro possa essere bene accolta da tutti i consiglieri. Grazie.

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2. Atto di indirizzo per la pianificazione sociale e partecipata delle politiche e degli interventi socio-assistenziali.

Ore 19.40. PRESIDENTE. Entriamo negli argomenti all’ordine del giorno con il punto n. 2. Prego,

assessore Parizzi. ASSESSORE PARIZZI. Grazie e buonasera a tutti. Procedo con la presentazione di questo atto di indirizzo. Arriviamo alla presentazione di

questo atto di indirizzo dopo aver approfondito la conoscenza e aver potuto valutare, vedere bene quanto è il livello di gravità che anche a Cadoneghe abbiamo, dovuto alla crisi economico-sociale che sta investendo tutta Italia.

Questa problematica ci ha portati a riflettere e a cercare di promuovere modalità ed azioni di intervento, che possano, in qualche modo, permetterci di valutare possibili scelte che riguardano il welfare oggi a Cadoneghe.

Questo perché attualmente il numero di accessi, di presenze, di richieste di aiuto, di sostegno, di vario genere, sono in assoluto aumento, se non raddoppiate dagli anni precedenti.

Per noi questo diventa un punto nodale, sul quale assolutamente la Giunta, l’Amministrazione tutta, sta puntando, per cercare di dare il numero maggiore di risposte, ma non solo, un livello altissimo di qualità e di risposta ai bisogni dei cittadini.

Proprio per questo riteniamo opportuno andare ad indagare, laddove siano possibili, avere e apprendere quelli che possono essere atti significativi di aiuto o suggerimenti di azioni che possiamo attivare nel nostro territorio. Questa è la volontà da attuare adesso.

Siamo in una situazione sociale dove sono a rischio i riconoscimenti dei diritti sociali. Non è assolutamente nostra intenzione andare a toccare questo, se non andare a valutare tutte quelle che sono le possibilità di incentivazione e di promozione del welfare a Cadoneghe.

Quello che si sta cercando di fare, con le nostre possibilità attualmente, è quello di andare a mettere in campo e riconoscere tutte quelle che sono le possibilità e le capacità del territorio stesso, andando a progettare, a programmare anche ed insieme, e questo riteniamo essere un valore aggiunto che noi stiamo mettendo adesso nei nostri interventi, nel comparto sociale, di attivare i soggetti nella condivisione dell’azione svolta su di loro.

Questa mozione di indirizzo va a promuovere quello che è anche un motto, che spesso si usa nell’ambito di quando si va a toccare l’argomento dell’ambiente “pensare globale per l’agire locale”. Io penso e assolutamente ritengo che questo tipo di ragionamento vada valutato e preso in considerazione anche per quanto riguarda il sociale e il welfare oggi.

Questa è la volontà di andare a promuovere il più possibile il coinvolgimento, la responsabilizzazione da parte dei cittadini tutti, dagli stakeholder alla collaborazione, l’interazione tra le associazioni e tutti quegli attori sociali presenti nel nostro territorio e quindi andare a promuovere quelle che sono le capacità, riconoscendo appunto le risorse, così come di ciascun soggetto che viene a richiedere assistenza o aiuto, così come anche delle associazioni.

Questo ha un valore assolutamente elevatissimo, perché tra l’altro abbiamo potuto riscontrare che ridà la dignità ai soggetti stessi, al valore stesso dell’azione che viene compiuta.

Altro argomento interessante che vorremmo cercare di condividere con tutto il territorio è

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anche l’assoluto superamento dell’autoreferenzialità del servizio stesso. Perché, quando andiamo ad interagire con i soggetti e a proporre aiuti o sostegno, che è di totale sussidiarietà e che trasforma il contributo, l’erogazione di un servizio, in una relazione quasi univoca, dal servizio che eroga al cittadino che ne fruisce, cercare adesso di andare a proporre un lavoro di interazione, dove il cittadino diventa soggetto attivo, non soggetto passivo.

Si vorrebbe andare ad instaurare anche un rapporto di relazione diverso. Come dicevo prima, innanzitutto la valorizzazione delle risorse dei cittadini del territorio, il

potenziamento delle capacità, tra l’altro anche del ritorno economico di quelli che sono gli investimenti che il sociale fa nelle azioni di aiuto e di sostegno e, successivamente, una valutazione di quelle che sono le risorse investite e del ritorno stesso di queste alla cittadinanza.

Se avete bisogno, abbiamo già dibattuto in commissione, posso anche dare altre informazioni. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie all’assessore Parizzi. Chi chiede la parola? Prego, il consigliere Borella. CONSIGLIERE BORELLA. Grazie Presidente. Ho alcune domande per l’assessore, se

gentilmente mi può dare delle spiegazioni. Egregio assessore, perché il Piano di zona richiamato, trasmessoci dagli uffici, relaziona solo

sull’attività del 2011? Il Piano di zona prevedeva l’istituzione di gruppi di lavoro per aree tematiche, al fine di

pianificare al meglio i vari interventi in ambito sociale. Perché non ci è stato trasmesso il documento finale?

Qual è stato il contributo apportato dal nostro Comune, attraverso i propri rappresentanti, all’interno dei gruppi di lavoro previsti nel Piano di zona? E quali disagi socio-assistenziali sono stati messi in evidenza, provenienti dal nostro Comune?

Grazie. PRESIDENTE. Altri interventi? Se non ci sono altri interventi, io darei la parola

all’assessore Parizzi per la risposta. ASSESSORE PARIZZI. Grazie. Consigliere Borella, innanzitutto, come da richiesta durante

la commissione, le abbiamo inviato il link che riguarda il Piano di zona che, in qualsiasi delibera che riguardi il sociale, viene citato. Non è una novità che noi ci confrontiamo con questo, è come dire la bibbia, per tutti coloro che si occupano di sociale nelle Amministrazioni.

Il Piano di zona dell’ULSS 16 sta al sociale come il Piano di zona, adesso mi sfugge come si chiama, sta all’urbanizzazione. È la bibbia all’interno della quale ci sono tutte le modalità di interazione e le linee guida per interagire nell’ambito sociale e sanitario, per cui noi ci siamo riferiti a questo.

È vero che esistono nell’ULSS n. 16 le aree tematiche. Precedentemente, nelle Giunte precedenti o nelle Amministrazioni che ci hanno preceduto, indiscutibilmente i Comuni vi afferiscono. Non tutti i Comuni afferiscono nelle aree tematiche, non in tutte, ma questo si può vedere sempre entrando nel sito dell’ULSS o comunque dialogando con la Conferenza dei Sindaci.

Per i lavori svolti all’interno delle aree tematiche e quali sono gli sviluppi, questo si può

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sapere attraverso l’ULSS o non so quale tipo di informazione sia attinente a questa mozione di indirizzo, a questo atto di indirizzo, perché l’atto di indirizzo di oggi prende spunto da quelle che sono le linee guida nei Piani di zona dell’ULSS.

L’altra domanda, mi scusi, mi è sfuggita. CONSIGLIERE BORELLA. Ringrazio l’assessore, ma di fatto non ha risposto a nessuna

delle domande. Se vuole, gliele riformulo, una per una, in modo che siano chiare. ASSESSORE PARIZZI. Me le riformuli. La prima è questa, ma la seconda, se vuole, me la

riformuli. Anzi, le chiederei gentilmente di riformularmela. CONSIGLIERE BORELLA. Le riformulo la prima, perché ci ha girato attorno ma non mi

ha risposto. Il Piano di zona, che ci è stato trasmesso dagli uffici, relaziona solo sulle attività del 2011.

Perché non relaziona sul 2012, sul 2013, sul 2014, tenuto conto che termina nel 2015? Se mi risponde, grazie. ASSESSORE PARIZZI. Il Piano di zona io l’ho stampato, perché è la bibbia, come le dico.

È il Piano di zona dell’ULSS n. 16 ed è il Piano di zona 2011-2015. Questo è scaricabile dal sito dell’ULSS e questo è consultabile.

È come se io le citassi – questo glielo ha anche già spiegato la referente, la responsabile del servizio sociale – delle leggi, in ogni delibera, perché così è il Regolamento, ma non è che ad ogni mozione alleghiamo il testo di legge con tutte le leggi, perché altrimenti sa che lavoro. Si possono consultare dal sito. E dal sito che noi le abbiamo dato è scaricabile tutto.

Io adesso non so come mai citi un anno e non tutto, perché è un Piano di zona che è stato redatto, che parte dal 2011 e va fino al 2015.

Dal 2015 in poi ne dovrà redigere un altro l’ULSS. In effetti ci sono anche tutte delle altre relazioni ed atti allegati a questo testo. In totale sono –

come vede – tre volumi, che ho voluto portare e che se vuole può consultare, disponibilissima. PRESIDENTE. Può, consigliere Borella, formulare le altre domande, sennò facciamo un

dialogo di domanda e risposta, anche perché ci sono degli altri consiglieri che si sono prenotati. CONSIGLIERE BORELLA. Non è mia intenzione fare polemica, prendo atto e passo alla

seconda, perché non ha risposto, ci ha girato attorno. Le bibbie lasciamole pure nelle chiese. Passo alla seconda domanda: il Piano di zona prevedeva l’istituzione di gruppi di lavoro per

aree tematiche, al fine di pianificare al meglio i vari interventi in ambito sociale; perché non c’è stato trasmesso il documento finale?

PRESIDENTE. Ci sono altre domande dopo? Conviene farle tutte quante, sennò facciamo un

dialogo. L’assessore se le segna e poi risponde, anche perché sennò corriamo il rischio che lei dice che l’assessore non risponde, l’assessore non risponde o forse non le dà la risposta che lei vorrebbe sentirsi dire.

Prego, Silvio, se ci sono più domande, di presentarle tutte quante.

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CONSIGLIERE BORELLA. Grazie Presidente, ritorniamo all’inizio, a quando avevo già

presentato tutte e tre le domande. La seconda domanda gliela ripeto: il Piano di zona prevedeva l’istituzione di gruppi di lavoro

per aree tematiche, al fine di pianificare al meglio i vari interventi in ambito sociale; perché non c’è stato trasmesso il documento finale?

Passo alla terza: qual è stato il contributo apportato dal nostro Comune, attraverso i propri rappresentanti, all’interno dei gruppi di lavoro previsti nel Piano di lavoro? E quali disagi socio-assistenziali sono stati messi in evidenza, provenienti dal nostro Comune?

Grazie. PRESIDENTE. Il consigliere Vettore. Aspetta Augusta, interviene il consigliere Vettore

perché il consigliere Borella vuole delle risposte che non siamo in grado di dargli, perché competono all’ULSS.

Prego, consigliere Vettore. CONSIGLIERE VETTORE. L’assessore Parizzi le ha già risposto, perché quello che vuole

sapere lei sono cose che non appartengono unicamente al Comune. Il Piano di zona – ne abbiamo già discusso in commissione – non è un documento che viene

approvato dal Comune ma viene approvato dalla Conferenza dei Comuni dell’ULSS n. 16 e prevede una pianificazione, che discende dal Piano regionale.

La Regione Veneto ha adottato un sistema integrato di politica socio-sanitaria. Mentre in altre Regioni le ULSS si chiamano ASL, Aziende Sanitarie Locali, in Veneto si chiamano Unità Locali Socio-Sanitarie, perché il Veneto ha scelto questa politica di integrazione sanitaria e sociale.

Questi Piani, che vengono approvati, perché il Piano quadro viene approvato in Regione, ogni ULSS, con i Comuni che appartengono al suo territorio, approva questa pianificazione locale.

Il fatto che questo Piano non contenga i dati degli anni successivi è solamente perché ogni anno il direttore generale e i vari organismi dell’ULSS n. 16 fanno la loro relazione, nella quale sono contenuti tutti i dati e la trasmettono ai Comuni.

L’ULSS, sull’aspetto socio-sanitario, coordina i Comuni. E anche i gruppi di lavoro che si svolgono, adesso io non so esattamente sull’ULSS n. 16, so qualcosa di più dell’ULSS n. 15, ma sono gruppi di lavoro tecnici, all’interno dei quali ci sono amministratori, ci sono assistenti sociali, ci sono i tecnici amministrativi dei comuni.

Sapere tutto quello che fanno questi gruppi di lavoro credo che non sia dato neanche a ciascun Comune, perché in ogni Amministrazione, su ogni tema, si possono svolgere questi lavori di approfondimento – e sicuramente si saranno svolti – che danno luogo a degli indirizzi di politica sociale, che poi vengono attuati tramite decisioni e delibere che vengono assunte dalla Conferenza dei Sindaci.

Prendere adesso il Comune di Cadoneghe e dire che tutti gli atti devono essere depositati, devono essere presenti, credo che non ci siano neanche in Comune. E comunque abbiamo degli indirizzi ed abbiamo un Piano, che durando quattro anni si evolve nel corso del periodo della sua durata. Alla fine le risultanze di questi quattro anni saranno la base per il prossimo Piano socio-sanitario, in cui ciascun Comune è parte, ma non è il soggetto che agisce.

Sicuramente ci sono tutti i documenti, tutti i dati, tutte le relazioni, che vengono anche

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comunicati ai Comuni, però non è un’attività che deve coinvolgere l’organo politico, il Consiglio comunale, che deve essere informato di tutto. Sono attività che sono proprio organizzative e gestionali di questa pianificazione socio-sanitaria.

Se lei è interessato a questo, dovrà approfondirlo, ma non in questa sede. PRESIDENTE. Assessore Parizzi, poi passiamo alle dichiarazioni di voto. ASSESSORE PARIZZI. Aggiungo una cosa, tanto per tenerla informata sui fatti. Per quanto

riguarda lunedì, ci siamo incontrati in Conferenza dei Sindaci, nel Comune di Padova. Lì, ad esempio, sono state votate le nuove aree di zona, quindi i nuovi gruppi di lavoro sulle aree tematiche dell’ULSS n. 16. Di questo può andare a chiedere qualsiasi tipo di informazione presso l’ULSS n. 16. Comunque ritengo che questa sera siamo fuori tema, andando a chiedere informazioni di questo genere, perché non è neanche questo ambito qua.

L’atto di indirizzo che ho presentato questa sera riguarda completamente altre tematiche. Era semplicemente una legge citata ed un riferimento legislativo o di regolamento.

Ritengo di essere stata più che esaustiva, mi stupisco che non ci sia in merito all’atto di indirizzo null’altro. La ringrazio.

PRESIDENTE. Interventi e dichiarazioni di voto? Prego, consigliere Borella. CONSIGLIERE BORELLA. Grazie Presidente. Ringrazio anche la consigliera Lucia

Vettore, anche se non era rivolta a lei la domanda. Non le rispondo a tutte le incongruità e a tutte le inesattezze che ha detto, avremo modo di approfondire in altro modo.

Rispondo invece all’assessore, che questa sera ci chiede di raccogliere e quindi di aderire alle indicazioni del Piano di zona, quindi non è fuori tema ma è dentro al tema.

Un’altra cosa che mi stupisce, sull’ultima dichiarazione che ha fatto, è che avete già preparato un documento nuovo e non ci è stato dato. Le ricordo che noi qui siamo consiglieri e non è per assolvere alla mia ignoranza, io sono qui per rappresentare i cittadini che mi hanno votato.

Invito lei, quando ha tempo, di andare a vedere sul sito. Io chiedo agli uffici che mi diano i documenti, non che mi dite che io devo andare a vedermi il sito.

Stasera siamo arrivati con mancanza di documenti! Adesso passo alla dichiarazione di voto. Tenuto conto che quanto proposto è già presente nel Piano di zona, sottoscritto da questo

Comune, che non è legge dello Stato ma è un accordo, è una sottoscrizione tra Enti, del 2011-2015, che è tuttora in attuazione.

Per l’insufficienza della documentazione prodotta dagli uffici, il Piano di zona relaziona solo il 2011, manca di fatto il lavoro del 2012, del 2013, del 2014 e lo stesso ha valenza ancora per tutto il 2015.

Per non essere stati messi a conoscenza di quanto prodotto dai vari gruppi di lavoro, in cui i rappresentanti del Comune hanno partecipato. All’interno dei gruppi di lavoro ci sono rappresentanti del nostro Comune, non tecnici, consigliera Lucia.

Il nostro voto sarà di astensione. Grazie. PRESIDENTE. Grazie al consigliere Borella.

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Altri interventi? Prego il capogruppo Vettore. CONSIGLIERE VETTORE. La dichiarazione di voto non è necessaria, perché chiaramente

approviamo questa proposta dell’assessore, che consentirà di lavorare meglio e di pianificare meglio le politiche comunali.

PRESIDENTE. Altri interventi? Prego il consigliere Benato. CONSIGLIERE BENATO. Ringraziamo l’assessore per le spiegazioni di questa sera e in

commissione. A noi sembra una proposta interessante su cui lavorare, benché sia un atto di indirizzo.

Il nostro voto sarà favorevole. PRESIDENTE. Il Sindaco e poi il voto. SINDACO. Mi permetto di leggere, perché a volte le risposte si possono anche leggere,

anziché richiederle. L’atto di indirizzo che viene dato con questo serve, ho visto, anche per ampliare la capacità di

ascolto. Si propone con questa, forse l’ha letto ma è meglio rileggerlo, di dotare il Comune di

Cadoneghe di uno strumento di pianificazione delle politiche sociali comunali che assicuri, nell’analisi dei bisogni, così come delle risorse, un ampio coinvolgimento degli attori sociali presenti nella comunità, a livello di associazioni, di volontariato, di organismi informali e singoli cittadini. C’è dell’altro, ma mi fermo qua.

Questo è quello che andiamo a proporre e a dare come atto di indirizzo questa sera. Tutte le altre cose sono contorni, che magari fanno scena ma non servono.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.

(Segue la votazione) Favorevoli 13 Astenuti 01 (Borella)

(Il Consiglio approva) Immediata esecutività.

(Segue la votazione) Favorevoli 13 Astenuti 01 (Borella)

(Il Consiglio approva)

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3. Approvazione del Regolamento per l’applicazione dell’indicatore della situazione

economica equivalente (ISEE) per l’erogazione di prestazioni sociali agevolate. Ore 20.05.

PRESIDENTE. Punto n. 3, relaziona l’assessore Parizzi. ASSESSORE PARIZZI. Andiamo a proporre la delibera per quanto riguarda l’adozione,

come da Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 159, regolamento concernente la revisione delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell’indicatore della situazione economica equivalente, ISEE. È un atto dovuto.

Questo viene successivamente al Decreto applicativo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che approva appunto il modello tipo.

Questo vuol dire che per tutte quelle che sono le fruizioni, le domande di fruizione del servizio, che riguardano i servizi sociali, andremo ad attivare la richiesta di documentazione, redatta e completa del nuovo modello ISEE.

Questo è un Decreto del Presidente del Consiglio ed è una modalità che noi dobbiamo acquisire nel nostro Comune.

Cosa significa questo? Questa è una modalità più complessa riguardo alla presentazione del modello ISEE. Questo per darvi alcune indicazioni in merito, anche se nel testo è specificato ma sono delle nozioni, delle informazioni prettamente tecniche, perché è un documento assolutamente tecnico, quello che andiamo a presentare questa sera.

Saranno incluse, in questo modello ISEE, più voci di reddito presenti, e queste sono le differenze rispetto al modello ISEE che veniva adottato precedentemente.

Ci sarà maggior rigore rispetto a tutta quella che sarà la compilazione e le richieste che vi sono all’interno.

Ci sarà un controllo incrociato per valutare la veridicità delle dichiarazioni fatte. Questo verrà fatto attraverso l’interazione e il dialogo tra Agenzia delle Entrate, INPS e vari erogatori fiscalmente presenti. E questa è già un’innovazione rispetto all’ISEE precedente.

Se precedentemente poteva essere messa l’autodichiarazione per quanto riguarda la situazione patrimoniale mobiliare, attualmente sarà invece acquisita attraverso l’Agenzia delle Entrate.

Differenti articoli nei punti 7 e 8, dove verranno diversificate le prestazioni per i minorenni, le prestazioni per il diritto allo studio universitario e quello per le prestazioni agevolate socio-sanitarie. Vedremo nel prossimo punto di che cosa si tratta.

Per questi tre articoli, ad esempio, viene prevista non soltanto la richiesta della dichiarazione dei redditi dei familiari conviventi ma anche dei familiari non conviventi. Questa è una novità per quanto riguarda la nuova certificazione ISEE.

Riguardo a tutti i dettagli, sono acclusi nelle normative e nei decreti della Presidenza del Consiglio. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie assessore. Interventi? Prego, il consigliere Benato.

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CONSIGLIERE BENATO. Nel complesso a noi sembra un Regolamento importante, perché va a restringere, in qualche modo, i criteri con cui si erogano prestazioni sociali. Se si sommano più redditi, poi magari non tutti quelli che oggi potevano accedere ai contributi un domani andranno a riceverli.

La nostra osservazione, che determinerà un’astensione, riguarda i destinatari dei contributi, che non li decide il Ministero, non li decide il Governo, li decide il Comune, con il proprio Regolamento, del quale noi proporremmo, nel prossimo Consiglio, una modifica, che porterà, qualora venisse approvato, un cambio della graduatoria in base all’anzianità di residenza. Chi risiede da più anni sul territorio ha diritto, prima di altri, che magari arrivano in un secondo momento, a ricevere contributi, nel caso in cui si dovessero trovare in difficoltà.

Va bene l’approvazione di questo Regolamento, però noi abbiamo delle riserve, anche parecchio grosse, sui destinatari, quindi ci asterremo.

PRESIDENTE. Altri interventi? Se non ci sono altri interventi, se l’assessore vuole dire

qualcosa, poi passiamo al voto. ASSESSORE PARIZZI. Dico semplicemente che questa delibera è, per quanto ci riguarda,

l’approvazione del Regolamento per acquisire l’applicazione dell’indicatore di situazione economica equivalente, semplicemente per acquisire questo documento, che è praticamente la compilazione di quanto uno possiede, la dichiarazione delle proprie proprietà piuttosto che del patrimonio mobiliare e immobiliare. È semplicemente questo, non è di valutazione questo documento che noi andiamo a presentare questa sera.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.

(Segue la votazione) Favorevoli 12 Astenuti 02 (Benato, Maschi)

(Il Consiglio approva) Immediata esecutività.

(Segue la votazione) Favorevoli 12 Astenuti 02 (Benato, Maschi)

(Il Consiglio approva)

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4. Approvazione del Regolamento per l’integrazione delle rette RSA per anziani non autosufficienti.

Ore 20.12. PRESIDENTE. Punto n. 4. Relaziona l’assessore Parizzi. ASSESSORE PARIZZI. Andiamo a presentare questa sera l’approvazione per il

Regolamento per l’integrazione della retta socio-assistenziale degli anziani, per quanto riguarda le strutture protette.

Andiamo a normare una cosa di cui il Comune era già dotato. È uno strumento che disciplina la valutazione delle eventuali, laddove ce ne sia bisogno, integrazioni delle rette di inserimento all’interno di strutture protette, per quanto riguarda gli anziani.

Abbiamo messo, come da determina della Regione Veneto, citata in delibera, il tetto di 16.631,71 euro, che viene aggiornata annualmente. Questa è la soglia che anche la Regione indica come tetto per l’indennità di accompagnamento, ovvero è quel procedimento di ottenimento per l’indennità e per l’ingresso all’interno delle strutture.

Tutto è specificato in delibera. La valutazione, come da norma regionale, viene data non dall’Amministrazione ma viene fatto un UDM, cioè c’è un’unità valutativa multidimensionale, all’interno della quale ci sono gli assistenti sociali, i medici e tutti i tecnici clinici che si occupano dell’ambito anziani e che definiscono un punteggio rispetto alla gravità dei soggetti che vengono a presentare domanda.

Questo punteggio viene inserito all’interno di un registro unico di residenzialità, che è presente su tutto il territorio, dal quale si va ad attivare l’inserimento nel quale poi, da lì, si va a fare l’inserimento all’interno delle situazioni residenziali, delle strutture residenziali che abbiamo all’interno del territorio provinciale.

Questo è quanto specificato in delibera e anche durante la commissione. Se ci sono domande, sono disponibile. Grazie. PRESIDENTE. Interventi? Prego, consigliere Maschi. CONSIGLIERE MASCHI. Una semplice curiosità. Gli importi che il Comune dà sono

prestiti che poi devono essere ritornati al Comune, da quello che mi è sembrato di leggere qui? “I crediti vantati dal Comune sono esigibili alla data di dimissione dalla struttura protetta”,

cioè il Comune anticipa ma alla fine, o data morte o lascia la struttura, perché si riprende, eccetera, eccetera, deve poi ricevere queste quote? Grazie.

PRESIDENTE. Prego il consigliere Borella. CONSIGLIERE BORELLA. Grazie Presidente. Anche qui ho alcune domande. Le devo fare in blocco o una ad una? PRESIDENTE. Insieme. L’assessore si prende nota.

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CONSIGLIERE BORELLA. Grazie. 1. Egregio assessore, quanti sono stati, nel 2013 e nel 2014, gli anziani non

autosufficienti, per i quali il Comune di Cadoneghe ha integrato le rette? 2. Quante sono state le verifiche patrimoniali e reddituali delle dichiarazioni presentate

per conto degli anziani? È stato attivato il protocollo con la Guardia di Finanza e che esiti hanno dato le loro verifiche?

3. Lei conosce il disposto dell’articolo 433 del Codice civile e il contenuto dell’articolo 591 del Codice Penale?

4. Perché nel Regolamento non è stata inserita una clausola che preveda un contributo dei familiari, con partecipazione nelle spese sostenute dal Comune di Cadoneghe, qualora il loro reddito lo consenta?

Ho terminato, grazie. PRESIDENTE. Altri interventi? Se non ci sono altri interventi, se l’assessore Parizzi vuole

rispondere? Prego. ASSESSORE PARIZZI. Un attimo, perché mi stavo informando sui codici. Laddove ci sono tutte le caratteristiche per potersi rivalere sui familiari, oppure visto che per

accedere a questa richiesta, ecco perché viene presentata anche di seguito alla presentazione del nuovo modello ISEE, perché comunque per accedere e fare domanda bisogna prima avere il modello ISEE.

Il modello ISEE, di cui ho parlato prima, abbiamo visto che terrà comunque conto non soltanto dei familiari conviventi ma anche del reddito dei familiari non conviventi.

Se ad esempio un signore è residente nel Comune di Cadoneghe ma il figlio si è sposato ed è andato a vivere a Canicattì, comunque, attraverso l’Agenzia delle Entrate, andranno a vedere quanto ha di reddito anche il figlio, che dovrà contribuire, anche se non convivente, nel supporto, nel sostegno economico dell’inserimento, per quanto riguarda la retta della residenzialità altra per il soggetto richiedente.

Per quanto riguarda la domanda del consigliere Borella, che se non ho capito male chiedeva per gli anziani che hanno comunque bisogno di aiuti o di supporto economico, mi rifaccio alla risposta di prima: ci sarà sempre bisogno della presentazione del modello ISEE.

Mi rifaccia la domanda, perché le altre le ho segnate. CONSIGLIERE BORELLA. Ho chiesto quanti sono stati. ASSESSORE PARIZZI. Sì, quanti sono stati. Se vuole le fornisco il dato preciso, per non

dare un dato non chiaro e non dettagliato, non troppo preciso questa sera, senza alcun problema. Quante siano state le verifiche fatte e quanto sia stato applicato il protocollo,

indubitabilmente, laddove è possibile, viene fatto tutto, proprio perché è indiscutibile, cerchiamo di andare, come Amministrazione, a rispondere a tutti i bisogni, a tutte le necessità espresse dai cittadini, laddove ci siano le caratteristiche anche per poterle attuare ed attivare.

Comunque la rigidità del modello che ho presentato prima ISEE prevede anche che, laddove non siano reperibili i familiari non conviventi, possa essere redatta una certificazione da parte degli assistenti sociali o del medico, che comunque preveda che un anziano venga ricoverato ugualmente,

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perché il Comune e comunque le Istituzioni non possono permettersi che un cittadino, un anziano o un minore, che abbiano o che presentino problematicità gravi, tali da dover avere un ricovero, non possano averlo. Questo proprio perché va a rispondere a quei diritti di cui parlavo poc’anzi.

La terza... CONSIGLIERE BORELLA. Se mi permette, perché forse le ho lette troppo in fretta e non

si è presa l’appunto giusto. La seconda domanda era quante sono state le verifiche patrimoniali, non se sono state fatte, e

reddituali alle dichiarazioni presentate per conto degli anziani, se è stato attivato il protocollo con la Guardia di Finanza e che esiti hanno dato le loro verifiche.

Quindi se ci sono state, sì o no. ASSESSORE PARIZZI. Ribadisco quello che ho detto prima: per quanto riguarda questi

dati specifici, glieli fornisco in maniera dettagliata, per non dire una cosa non corretta questa sera, senza alcun problema. Se le può andare bene, anche nei prossimi giorni.

Per quanto riguarda le verifiche, ripeto come prima, laddove c’è la possibilità. Se risulta irreperibile un familiare non convivente, perché magari abita all’estero, succede a volte anche questo, anche se andiamo ad attivare le verifiche ma non c’è possibilità di andare a recuperare il debito, comunque, come le dicevo, i soggetti vengono mantenuti all’interno delle strutture ugualmente.

Non è possibile, provi ad immaginare, prendere un soggetto, tirarlo fuori da una struttura e dirgli che non possiamo più. Laddove riusciamo ad andare a riscuotere, ci attiviamo indiscutibilmente.

La terza domanda, mi scuso ma non ho presente tutti gli articoli di legge, né civile né tanto meno penale.

La quarta non me la ricordo. CONSIGLIERE BORELLA. Le vengo in aiuto con la quarta: perché nel Regolamento non

è stata inserita una clausola che preveda un contributo dei familiari, con partecipazione nelle spese sostenute dal Comune di Cadoneghe, qualora il loro reddito lo consenta?

Se mi permette, sentendo la risposta che ha dato anche agli amici di Forza Italia, che andate a chiedere l’ISEE anche dei familiari, questa clausola non è stata inserita.

ASSESSORE PARIZZI. Nell’articolo quinto, dove ci sono le garanzie patrimoniali, ci sono

i sottogruppi numero uno, numero due, numero tre, che parlano proprio di tutta questa casistica. Nel caso di donazioni, addirittura sono esigibili. Ad esempio, all’interno dell’articolo 5, il

punto n. 4: “Nel caso di donazioni di cui all’articolo 4, lettera A), il donatore è tenuto, dopo il beneficiario, a garantire il pagamento della retta fino a concorrenza del valore della donazione”.

Addirittura sono esigibili anche dopo che sia stata attivata, sia stata messa in atto una donazione del bene, anche se il bene è stato donato tre anni prima.

PRESIDENTE. Prego, per dichiarazione di voto, il consigliere Borella. CONSIGLIERE BORELLA. Grazie Presidente.

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Anche se non esiste una legge che imponga l’obbligo di assistenza morale e materiale a carico dei figli verso i propri genitori anziani o non più autosufficienti, la prassi giurisprudenziale prevede l’obbligo dei figli ad accudire i genitori, qualora si trovino in stato di necessità.

In concreto, però, i genitori in stato di bisogno hanno diritto a ricevere un assegno alimentare da parte del figlio, articolo 433 del Codice civile.

Se i figli sono più di uno, devono tutti concorrere alle prestazioni, in proporzione delle rispettive condizioni economiche. Trattasi di prestazioni di assistenza materiale, dovuti al soggetto che versa in stato di bisogno economico e rientrano nei cosiddetti obblighi di solidarietà familiare.

Inoltre rientra nel reato di abbandono di persona incapace, articolo 591 del Codice penale. È penalmente perseguibile il figlio che non assiste i propri genitori, sia moralmente che economicamente.

Provvedere al mantenimento del genitore anziano, che a causa della sua salute malferma non è in grado di prendersi cura di sé, è un preciso dovere del figlio, che non può essere eluso rinunciando all’eredità.

Per inciso, ai sensi dell’articolo 458 del Codice civile, un’eventuale rinuncia all’eredità, relativa ad una successione non ancora aperta, sarebbe radicalmente nulla.

Non lo dico io ma lo dicono le numerose sentenze dei tribunali. Da ultimo, le cronache dimostrano che sempre più sono in aumento i casi di abbandono degli

anziani da parte dei familiari, a cui l’Ente pubblico deve far fronte, cosa che fa il Comune. Cosa fa il Comune, per prevenire tutto questo? Mi pare nulla. Tutto ciò premesso, ritengo che il Regolamento non sia da approvare ma, anzi, necessiti di

importanti correzioni o integrazioni. Il fatto è che nel Regolamento non vi è alcuna disposizione che richiede ai familiari,

sottolineo che se lo possono permettere, che hanno un reddito sufficiente, di contribuire alle spese del Comune e quanto meno originale. Perché, qualora vi siano queste possibilità, il Comune va ad affrontare spese che potrebbero essere destinate ad altro nobile scopo sociale, a vantaggio delle persone anziane.

Invito l’assessore competente e la Giunta a fare una seria riflessione sul problema, per modificare questo Regolamento.

Il nostro voto sarà quindi contrario, grazie. PRESIDENTE. Altri interventi? Se non ci sono interventi, metto in approvazione la delibera,

così come proposta. Prego il Segretario Generale. SEGRETARIO GENERALE, Dott.ssa Tammaro. Solo una precisazione tecnica. La norma

del Codice civile gli assistenti sociali la conoscono bene ed è la prima verifica che si fa, non solo in questo caso ma in tutti i casi in cui, eventualmente, ci si trovi di fronte ad una situazione di disagio, rispetto alla quale si deve rendere necessaria una erogazione economica.

Resta il fatto che però il diritto di pretendere dagli eventuali parenti tenuti agli elementi, che ci sono e non sempre ci sono, spetta prima di tutto all’interessato. Può essere che l’interessato non intenda far valere questo diritto e non può essere coartato in questo senso dall’ufficio.

In molti casi, poi, non ci sono, perché parliamo di persone anziane, che potrebbero o non avere figli, ovviamente non hanno più i genitori, o non hanno più fratelli, proprio perché sono

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anziani. Oppure i parenti tenuti agli alimenti ci sono, ma non hanno un reddito sufficiente per integrare la retta. Oppure potrebbe anche essere che l’abbiano, ma non sufficiente per integrarla del tutto.

In tutti questi casi interviene il Comune ed è il motivo per cui ci sono anche delle norme regolamentari precise che prevedono la valorizzazione della proprietà immobiliare del soggetto beneficiario e la valorizzazione delle eventuali donazioni a parenti tenuti agli alimenti.

Potrebbe essere che degli eredi legittimi o testamentari eventualmente ci siano, che non sono parenti tenuti agli alimenti, che quindi potrebbero ereditare l’immobile o comunque venire in possesso di beni e valori patrimoniali senza avere provveduto, in precedenza, ad assistere la persona nel momento in cui era viva e necessitava di un ricovero.

PRESIDENTE. Grazie Segretario, perché credo che questa definizione sia importante,

soprattutto sul fatto che è l’interessato che deve far valere il diritto e quindi non può essere sostituito da altri.

(Segue la votazione)

Favorevoli 13 Astenuti 01 (Borella)

(Il Consiglio approva) Immediata esecutività.

(Segue la votazione) Favorevoli 13 Astenuti 01 (Borella)

(Il Consiglio approva)

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5. Modifica al Regolamento comunale per la gestione e l’uso degli impianti sportivi, approvato con deliberazione di C.C. n. 58 del 24.09.2009.

Ore 20.32. PRESIDENTE. Punto n. 5, parola all’assessore Enrico Nania. ASSESSORE NANIA. Buonasera a tutti. Con questa proposta di deliberazione si propone di andare ad approvare la modifica all’elenco

degli impianti sportivi di proprietà comunale, allegato A) del Regolamento comunale per la gestione e l’uso degli impianti sportivi, come da schema allegato alla delibera, allegato sub 1).

Andiamo semplicemente ad aggiungere, agli impianti di interesse primario, i campi da hockey e rugby, siti in via Pisana, e la modalità di concessione, concessione in gestione a budget.

Grazie. PRESIDENTE. Interventi? Se non ci sono interventi, metto in approvazione la proposta, così

come illustrata dall’assessore Nania.

(Segue la votazione) Favorevoli 13 Astenuti 01 (Borella)

(Il Consiglio approva) Immediata esecutività.

(Segue la votazione) Favorevoli 13 Astenuti 01 (Borella)

(Il Consiglio approva)

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6. Modifica al Regolamento comunale per canone occupazione spazi ed aree pubbliche. Ore 20.33. PRESIDENTE. Punto n. 6, relaziona il Sindaco. SINDACO. Buonasera. Presento io, a nome dell’assessore Giacomini, che stasera è assente,

la proposta di deliberazione. La proposta prevede una modifica al Regolamento comunale in due punti. Una per poter dare la possibilità di pagamento frazionato, in cinque rate, per quel canone che

sia superiore ad euro 250,00. Abbiamo anche fatto slittare delle scadenze, che prima erano 28 febbraio e qualche mese

dopo, invece adesso sono 31 marzo, 31 maggio, 31 luglio, 30 settembre, 30 novembre. Questo per aiutare, in piccola parte, i commercianti che devono avere, tra le spese, anche queste del canone.

Questa è la proposta di delibera. PRESIDENTE. Grazie Sindaco. Ci sono interventi? Prego. CONSIGLIERE BORELLA. In commissione abbiamo dato voto favorevole su questo

punto, non si dovrebbero prevedere interventi. PRESIDENTE. È il punto successivo, mi sembra. CONSIGLIERE BORELLA. Allora mi scuso. PRESIDENTE. È quello successivo, che è unanime e non favorevole. Ci sono altri interventi? Se non ci sono interventi, metto in approvazione, così come illustrato

dal Sindaco Michele Schiavo.

(Segue la votazione)

(Il Consiglio approva all’unanimità) Immediata esecutività.

(Segue la votazione)

(Il Consiglio approva all’unanimità)

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7. Modifica al Regolamento per la pubblicità e la trasparenza della situazione patrimoniale dei titolari di cariche elettive e di governo.

Ore 20.34. PRESIDENTE. Punto n. 7. Questo punto è stato approvato all’unanimità in commissione,

quindi non prevediamo la discussione. Credo sia comunque giusta l’illustrazione da parte del Sindaco. Prego.

SINDACO. La modifica concerne la disciplina della procedura sanzionatoria da attivare

conseguentemente ad una violazione di obblighi di pubblicazione, previsti dall’articolo 14. L’articolo 47 del Decreto legislativo prevede espressamente che la violazione della norma di

che trattasi comporti l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria, da 500,00 euro a 10.000,00 euro.

Qui c’era una prima fase interpretativa della norma, con la delibera n. 66 del 2013, dell’Ente che allora si chiamava Civit, adesso Autorità nazionale anticorruzione.

L’Amministrazione era stata tempestiva nell’approvare questa applicazione del Regolamento. Invece dopo è cambiato ed il Comune di Cadoneghe adesso, in funzione di questa recente modifica proposta dall’Anac, è ritornata sulle posizioni precedentemente assunte.

Con deliberazione n. 10 del 2015 ha individuato nel Presidente dell’autorità stessa e nel prefetto del luogo in cui si verificano le violazioni le autorità rispettivamente competenti all’avvio del procedimento e all’irrogazione della sanzione.

Credo che questo sia più corretto, ma dobbiamo modificare il Regolamento che avevamo modificato prima.

PRESIDENTE. Questo punto ha avuto il voto unanime in commissione, votiamo.

(Segue la votazione)

(Il Consiglio approva all’unanimità) Immediata esecutività.

(Segue la votazione)

(Il Consiglio approva all’unanimità)

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8. Ordine del giorno sulla formazione professionale, proposto dal Presidente del Consiglio comunale.

Ore 20.35. PRESIDENTE. Punto n. 8, relaziona il Presidente del Consiglio comunale. Ho proposto questo ordine del giorno come Presidente del Consiglio comunale perché siamo

stati interessati da alcune iniziative dell’Enaip. L’ho fatto come Presidente del Consiglio, tentando di interpretare anche la volontà della

Conferenza dei Capigruppo. Non è molto lungo, ne do lettura, per poi aprire la discussione.

“Il Consiglio comunale di Cadoneghe � Premesso che nell’attuale contesto socio-economico, la formazione professionale ha

assunto un’importanza notevole per i giovani, adulti ed aziende. In particolare va sottolineato che la formazione professionale per i giovani, oltre a rispondere

all’adempimento di un obbligo scolastico, avvicina concretamente i giovani al mondo del lavoro ed offre opportunità di formazione civica, etica, culturale, complementari alla formazione professionale.

Per gli adulti e per le aziende i corsi di formazione accompagnano spesso ai corsi di orientamento e di accompagnamento, con l’obiettivo della qualificazione e della riqualificazione professionale.

In Veneto l’istruzione professionale e la formazione professionale conta oltre 19.500 ragazzi, iscritti ai corsi e frequentanti i numerosi centri diffusi capillarmente su tutto il territorio regionale.

La normativa regionale, che regola il settore, risale al 1990 e non è più in grado di supportare e valorizzare l’istruzione e la formazione professionale veneta, che è unanimemente indicata e riconosciuta a livello nazionale e comunitario come modello di eccellenza.

� Rilevato che l’istruzione e la formazione professionale svolgono un ruolo fondamentale e costituiscono un elemento di importanza strategica per lo sviluppo del tessuto economico del territorio, sia per la politica del lavoro che per la competitività delle imprese stesse.

� Ravvisata la necessità di una nuova legge, che disciplini la materia, recuperando i cambiamenti intercorsi in questi venticinque anni del sistema sociale, economico, scolastico e formativo della Regione Veneto.

� Presa visione della proposta di legge, d’iniziativa popolare, sull’istruzione e formazione professionale iniziale del sistema regionale e formazione professionale, avanzata da “Forma Veneto”.

� Presa visione dei contenuti della relazione che l’accompagna e in cui sono esplicitate le seguenti finalità:

- richiamare la centralità della persona e la crescita all’educazione, - coniugare e mettere insieme, con riferimento all’istruzione professionale, l’istruzione e la

formazione professionale, con pari dignità, - porre la Regione nelle condizioni di governare e di gestire l’organizzazione e il

funzionamento dell’istruzione e formazione professionale, nel suo intero e complesso determinarsi, in relazione al sistema nazionale ed istruzione e formazione,

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- ribadire la funzione che l’istruzione e formazione professionale può svolgere nel sostenere la competitività delle imprese,

- affrontare le gravissime questioni poste dal consistente tasso di insuccesso dei percorsi scolastici e dalla rilevante disoccupazione giovanile,

- sottolineare il ruolo che l’istruzione e formazione professionale può svolgere in collegamento con le politiche del lavoro.

� Considerato che l’Enaip Veneto, ente leader dell’attività di formazione professionale, ha trasmesso la suddetta proposta di legge, chiedendo di portare l’iniziativa all’attenzione del Consiglio comunale.

� Ritenuto pertanto di condividere i contenuti e gli obiettivi della suddetta proposta di legge.

Il Consiglio comunale esprime: • Solidarietà e sostegno all’Enaip e a tutti gli enti di formazione, che hanno svolto e

continuano a svolgere la loro attività in una situazione di incertezza e ritardi finanziari da parte della Regione.

• Adesione alla proposta di legge d’iniziativa popolare. L’istruzione e la formazione professionale iniziale nel sistema regionale e formazione professionale avanzata da “Forma Veneto”, a sostegno della raccolta delle firme.

• Invita l’Amministrazione comunale a dare massima diffusione dell’iniziativa, sensibilizzando sull’argomento la cittadinanza”.

Questo è un ordine del giorno che va a valorizzare la formazione professionale in ruolo e a sostenere questa proposta.

Interventi? Prego l’assessore Parizzi. ASSESSORE PARIZZI. Grazie Presidente. Volevo dare questa informazione ed esprimere anche il mio parere, assolutamente favorevole,

rispetto a questa mozione. Volevo mettere a conoscenza tutta la cittadinanza di un centro di eccellenza che noi abbiamo

nel nostro territorio, che è il Centro di formazione professionale Francesco d’Assisi. È un Centro di formazione professionale a cui personalmente tengo particolarmente, perché è

un centro di formazione per tutti quei ragazzi che, altrimenti, non troverebbero una dislocazione, un’opportunità di vita per il loro futuro.

È un centro di formazione gestito e garantito da soggetti che tengono particolarmente al futuro di questi ragazzi, che impiegano il loro tempo, le loro conoscenze, le loro capacità per dare una possibilità e un futuro.

Consiglio a tutti i cittadini di Cadoneghe di andare a visitare questo centro, per potersi rendere conto di quella che è un’attività nel nostro territorio, a volte invisibile ma molto molto molto preziosa. Grazie.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola a chi la chiede, mi corre l’obbligo di una risposta

all’amico Silvio, che prima mi ha posto una domanda sul fatto che la formazione professionale del Veneto rilascia un attestato, se questo è riconosciuto solo all’interno della Regione Veneto o meno.

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Questo è l’attestato che viene rilasciato, quindi dopo aver svolto il corso frequentato eccetera, è riconosciuto in base alla delibera che ha fatto la Conferenza Stato-Regioni nel luglio 2011, a livello nazionale e anche internazionale.

Evidentemente non soddisfa tutto il percorso della strada, ma per quello che è stato il corso. Ha validità quindi su tutto il territorio.

Altri interventi? Prego, consigliere Lacava. CONSIGLIERE LACAVA. Mi volevo agganciare a quanto appena detto dall’assessore

Parizzi, perché abbiamo vissuto in questi anni, da quando è stata trasferita nella nuova sede la scuola Francesco d’Assisi.

Abbiamo avuto modo di poter apprezzare, in questi anni, quanto fatto per dei giovani che hanno effettive disabilità. Attraverso il sacrificio e l’impegno degli operatori sono riusciti a trovare delle opportunità, che evidentemente non avrebbero potuto avere.

Tra l’altro sono anche particolarmente contento, perché la scuola ha una vocazione verso la natura molto importante. I ragazzi imparano veramente a star vicini alla natura, a fare dei lavori che chiaramente il consigliere Borella condivide, che avvicinano il più possibile questi ragazzi al mondo della natura, che chiaramente non solo costituisce un’opportunità in più, ma anche crea un distinguo rispetto a quello che viviamo nella società contemporanea. Grazie.

PRESIDENTE. L’assessore Venturato e poi il consigliere Borella. ASSESSORE VENTURATO. Buonasera. Volevo anch’io dire qualcosa a proposito del Francesco d’Assisi e informare la cittadinanza

che già da quest’anno, ma anche negli anni precedenti, gli studenti della Francesco d’Assisi non operano solo all’interno del loro istituto ma hanno contatti continui con le scuole primarie e secondarie di Cadoneghe.

Attualmente sono in corso dei progetti, dove i ragazzi della Francesco d’Assisi, con i loro insegnanti, fungono da tutor ai bambini della scuola primaria: gli stanno insegnando a coltivare un orto, a coltivare delle aiuole, ad avere proprio contatti diretti e sapere come curare e sensibilizzare i bambini all’ambiente, alla natura. Grazie.

CONSIGLIERE BORELLA. Mi associo anch’io. Penso che la realtà Francesco d’Assisi

debba essere solo un vanto ed un orgoglio per la nostra comunità. Detto questo, esprimo un voto favorevole, come dichiarazione di voto, alla mozione. Grazie. PRESIDENTE. Prego, consigliere Maschi. CONSIGLIERE MASCHI. Anche il nostro gruppo consiliare esprimerà un voto favorevole.

Ci convincono tantissimo le parole dell’assessore, che ringraziamo per aver voluto cogliere questo lato importante della nostra comunità. Grazie.

PRESIDENTE. Prego, consigliere Vettore.

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CONSIGLIERE VETTORE. Ovviamente la proposta è molto più ampia. Noi abbiamo la prova provata nel nostro territorio, però una legge regionale è una proposta che riguarda un ambito molto più ampio, che la Regione deve impegnarsi a tutelare e ad adeguare normativamente, perché non basta la buona volontà ma servono anche le norme e il quadro legislativo per poter operare e non avere problemi, come adesso sappiamo che ne hanno questi enti di formazione.

Voto favorevole, proposta da sottoscrivere e da diffondere nel nostro territorio. PRESIDENTE. Prima di passare al voto, la parola al Sindaco. SINDACO. Solo per sottolineare tutti gli interventi ed essere veramente contento di vedere e

di avere sentito questa proposta, ma soprattutto di vedere anche nelle nostre strade una raccolta di firme per portare avanti l’idea della centralità della persona, soprattutto dell’educazione e della formazione.

Grazie veramente al Presidente del Consiglio, grazie a tutto il Consiglio, che ha preso atto di questa offerta che c’è stata data dall’Enaip in prima persona, che però abbiamo raccolto. Speriamo che tutti i cittadini rispondano come abbiamo risposto questa sera all’unanimità.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.

(Segue la votazione)

(Il Consiglio approva all’unanimità)

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9. Modifica al Regolamento di contabilità (proposta di deliberazione dei consiglieri Mavolo e Borella).

Ore 20.46. Esce il Consigliere Rozzato (componenti il Consiglio Comunale presenti: 13).

PRESIDENTE. Punto n. 9. La parola al consigliere Borella, perché il consigliere Mavolo non

c’è, è assente giustificata. CONSIGLIERE BORELLA. Salto la premessa, che penso tutti conoscete, e vado

direttamente alla proposta. “Proposta di deliberazione.

� Visto il vigente Regolamento di contabilità, approvato con deliberazione di Consiglio comunale n. 78 del 15.11.2001, successivamente modificato e integrato con le deliberazioni consiliari n. 33 del 22.06.2011, n. 58 del 20.12.2012, n. 49 del 28.10.2013 e n. 54 del 20.11.2013.

� Richiamato in particolare l’articolo 2, comma 5, il quale dispone: “Lo schema di bilancio annuale di previsione, la relazione previsionale e programmatica e lo schema di bilancio pluriennale, unitamente agli allegati ed al parere del collegio dei revisori, sono presentati all’organo consiliare almeno quindici giorni prima della seduta prevista per la loro approvazione. Entro i successivi sette giorni dalla seduta di presentazione i consiglieri possono presentare, in forma scritta e nel rispetto dei principi contabili, senza determinare squilibri di bilancio, emendamenti agli schemi di bilancio, sui quali saranno resi i pareri previsti per la proposta di bilancio. La commissione comunale competente esamina lo schema di bilancio e gli allegati aggiornati alla luce degli emendamenti presentati”.

� Rilevato che il bilancio di previsione è lo strumento fondamentale di programmazione dell’Ente e che lo stesso è composto da numerosi documenti di particolare complessità.

� Valutato pertanto che i termini previsti al comma 5 dell’articolo 2 non consentono un’adeguata valutazione della documentazione di bilancio da parte dei consiglieri, anche al fine della formulazione degli emendamenti.

� Ritenuto quindi opportuno portare ad almeno trenta giorni l’intervallo di tempo tra la seduta di presentazione e la seduta di approvazione del bilancio e a venti giorni dalla seduta di presentazione il termine per proporre emendamenti, apportando conseguentemente la seguente modifica al Regolamento:

- all’articolo 2 , comma 5, le locuzioni “almeno quindici giorni” e “entro i successivi sette giorni” sono sostituite dalle locuzioni “almeno trenta giorni” e “entro i successivi venti giorni”.

� Visto l’articolo 42 del Decreto legislativo n. 267/2000. � Preso atto del parere riportato in calce, espresso sulla presente proposta di

deliberazione, ai sensi dell’articolo 49 del Decreto legislativo n. 267/2000. Si propone: - Di approvare, per le ragioni in premessa esposte, la seguente modifica al vigente

Regolamento di contabilità.

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All’articolo 2, comma 5, le locuzioni “almeno quindici giorni” e “entro i successivi sette giorni” sono sostituite dalle locuzioni “almeno trenta giorni” e “entro i successivi venti giorni”.

- Di dichiarare, con separata votazione, la presente proposta di deliberazione immediatamente eseguibile”.

PRESIDENTE. Grazie consigliere Borella. Sono aperti gli interventi. Consigliere Benato. CONSIGLIERE BENATO. Come abbiamo già fatto presente in commissione, la proposta

dei consiglieri Borella e Mavolo ci sembra condivisibile. Anche noi abbiamo trovato qualche difficoltà all’ultimo bilancio nel proporre emendamenti, per lo scarso tempo a disposizione, quindi voteremo a favore della proposta.

PRESIDENTE. Altri interventi? Consigliere Vettore. CONSIGLIERE VETTORE. Purtroppo questa proposta non ci trova favorevoli come

maggioranza, perché i tempi che sono attualmente previsti, pur essendo brevi, sono quelli che sono richiesti per una procedura che sia abbastanza veloce.

Da parte nostra cercheremo, invece, di dare più spazio a quella fase preparatoria che prevede il coinvolgimento, l’informazione e la partecipazione da parte dei cittadini.

Per quanto riguarda il Regolamento, pensiamo invece che i termini siano sufficienti, visti anche i margini sempre meno praticabili di interventi sul bilancio. Grazie.

PRESIDENTE. Altri interventi? Se non ci sono altri interventi, passiamo al voto.

(Segue la votazione) Favorevoli 03 (Borella, Benato, Maschi) Astenuti 10

(Il Consiglio non approva)

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10. Attivazione del servizio di raccolta e registrazione della dichiarazione di volontà sulla donazione di organi e tessuti. Atto di indirizzo (proposta di deliberazione dei consiglieri Escobar, Mavolo e Borella).

Ore 20.54. PRESIDENTE. Punto n. 10. Su questa proposta c’è stata una proposta di emendamento, a

firma di Baccan e Vettore. Come sempre c’è l’illustrazione da parte prima del consigliere Borella, poi dell’emendamento, discussione generale di tutto, votazione prima dell’emendamento e poi della mozione.

Prego, consigliere Borella. CONSIGLIERE BORELLA. Grazie Presidente. � “Premesso che nel nostro Paese, per la manifestazione della volontà di donare, vige il

principio del consenso o del dissenso esplicito (art. 23 della Legge n. 91 del 1 aprile 1999; Decreto del Ministero della Salute 8 aprile 2000). Il "silenzio-assenso" introdotto dagli articoli 4 e 5 della Legge n. 91/19999 non ha mai trovato attuazione.

A tutti i cittadini maggiorenni è dunque offerta la possibilità, non l'obbligo, di dichiarare la propria volontà, consenso o diniego, in materia di donazione di organi e tessuti dopo la morte, attraverso le seguenti modalità:

- la registrazione della propria volontà presso la propria ASI di riferimento, il medico di famiglia, attraverso un apposito modulo. Queste dichiarazioni sono registrate direttamente nel Sistema Informativo Trapianti (SIT), il database del Centro Nazionale Trapianti, che è consultabile dai medici del coordinamento in modo sicuro e 24 ore su 24;

- la compilazione del c.d. "tesserino blu" del Ministero della Salute o del tesserino delle associazioni di settore, che deve essere conservato insieme ai documenti personali;

- qualunque dichiarazione scritta, che contenga nome, cognome, data di nascita, dichiarazione di volontà, positiva o negativa, data e firma, considerata valida, ai fini della dichiarazione dal Decreto ministeriale 8 aprile 2000, anch'essa da conservare tra i documenti personali;

- l’atto olografo dell’Associazione Italiana Donatori di Organi, AIDO. Grazie ad una Convenzione del 2008 tra il Centro Nazionale Trapianti e l'AIDO, anche queste dichiarazioni confluiscono direttamente nel SIT.

� Considerato che nel caso di potenziale donatore, soggetto di cui sia stata accertata la morte con criteri neurologici, i medici rianimatori verificano se questo ha con sé un documento attestante la propria dichiarazione di volontà o se quest'ultima risulta registrata nel SIT;

- Se un cittadino non esprime la propria volontà in vita, la legge prevede la possibilità, per i familiari, coniuge non separato, convivente more uxorio, figli maggiorenni e genitori, di opporsi al prelievo durante il periodo di accertamento di morte. Pertanto, è bene parlare anche con i propri familiari, poiché, in assenza di dichiarazione, essi vengono interpellati dai medici circa la volontà espressa in vita dal congiunto. Per i minori sono sempre i genitori a decidere, e se anche solo uno dei due è contrario, il prelievo non può essere effettuato;

- Il cittadino può modificare la dichiarazione di volontà in qualsiasi momento. Sarà ritenuta valida, sempre, l'ultima dichiarazione resa in ordine di tempo secondo le modalità previste.

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� Rilevato che, in caso di morte possono verificarsi tre situazioni: 1. Il cittadino ha espresso in vita la volontà positiva alla donazione. In questo caso i familiari

non possono opporsi: donazione si. 2. Il cittadino ha espresso volontà negativa alla donazione. In questo caso non c'è prelievo di

organi: donazione no. 3. Il cittadino non si è espresso. In questo caso il prelievo è consentito se i familiari non si

oppongono: donazione si/no. L'informazione ai familiari, sull'attivazione della procedura di accertamento di morte con criteri neurologici è obbligatoria.

� Ritenuto pertanto, vista la rilevanza del tema, di formulare il seguente atto di indirizzo alla Giunta Comunale:

- di avviare le azioni necessarie per attivare, anche nel comune di Cadoneghe, il servizio di raccolta e registrazione della dichiarazione di volontà sulla donazione di organi e tessuti, a seguito degli interventi normativi di cui all’articolo 3, comma 8-bis, della Legge 26 febbraio 2009, n. 25, e al successivo articolo 43, del Decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, così come modificato dalla Legge di conversione 9 agosto 2013, n. 98;

� Visto l’articolo 42 del Decreto legislativo n. 267/2000. Si propone

di formulare, per le ragioni in premessa esposte, il seguente indirizzo alla Giunta Comunale: - di avviare le azioni necessarie per attivare, anche nel Comune di Cadoneghe, il servizio di

raccolta e registrazione della dichiarazione di volontà sulla donazione di organi e tessuti a seguito degli interventi normativi di cui all’articolo 3, comma 8-bis, della Legge 26 febbraio 2009, n. 25, e al successivo articolo 43, del Decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, così come modificato dalla Legge di conversione 9 agosto 2013, n. 98;

- di dichiarare, con separata votazione, la presente proposta di deliberazione immediatamente eseguibile”.

Qui vi leggo il parere sulla proposta di deliberazione. “In relazione alla proposta di deliberazione in oggetto, si esprime parere favorevole in ordine

di regolarità tecnica, ai sensi dell’articolo 49, del Decreto legislativo n. 267/2000”.

Alle ore 20.58 esce il Consigliere Tomat (componenti il Consiglio Comunale presenti: 12) PRESIDENTE. Grazie consigliere. Per l’emendamento, prego Vettore o Baccan. CONSIGLIERE VETTORE. Solo due parole, per presentare il nostro emendamento che,

come ho detto in commissione, è teso ad approvare sostanzialmente quella che è la proposta fatta dai consiglieri di minoranza, ma soprattutto per ampliarla ed articolarla.

Effettivamente le norme giuridiche recentemente intervenute fanno sì che i tempi siano maturi per attivare, finalmente, questa opzione, questa possibilità per i cittadini.

È dal 1991 che esiste una legge quadro su questa materia, però non è mai stata attuata, proprio per le complicazioni, per le difficoltà normative della sua attuazione.

Ora dovrebbe essere più semplice. Lascio a Giulia di illustrare il nostro emendamento, che amplia appunto quelle che sono le

proposte contenute nella mozione.

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CONSIGLIERE BACCAN. Buonasera a tutti. Intanto volevo complimentarmi con il vostro indirizzo, in quanto l’argomento era già stato

trattato anche in maggioranza, l’argomento mi tocca personalmente e quindi grazie per averlo portato.

“Le sottoscritte consigliere comunali Lucia Vettore e Giulia Baccan, vista la proposta di deliberazione inserita al punto n. 10 dell’ordine del giorno del Consiglio comunale, convocato per il 1 aprile 2015, presentata dai consiglieri Escobar, Mavolo, Borella, intesa ad approvare un atto di indirizzo per l’attivazione del servizio di raccolta e registrazione della dichiarazione di volontà sulla donazione di organi e tessuti.

Constatato che sull’argomento anche i consiglieri di maggioranza intendono pronunciarsi con precise proposte, che prevedano anche di attivare una corretta informazione sul nuovo servizio e di promuovere iniziative per la diffusione della cultura e della donazione di organi, finalizzata al trapianto, come disciplinato dalle vigenti disposizioni.

Propongono all’approvazione del Consiglio comunale il seguente emendamento. Di sostituire il testo della proposta di deliberazione, a partire dal paragrafo che inizia con

“Ritenuto pertanto, vista la rilevanza del tema”, fino alla fine del dispositivo, con il seguente testo. “Richiamato il Decreto ministeriale dell’11 marzo 2008 che, al fine di favorire la promozione

della cultura e della donazione degli organi, ha ampliato ai comuni e ai centri regionali per i trapianti, CRT, i punti di registrazione della dichiarazione di volontà. Decreto in base al quale i comuni, singoli o associati, dovevano convenzionarsi con le aziende, unità sanitarie locali competenti, unica autorizzata alla registrazione della dichiarazione raccolta nell’archivio nazionale, sistema informativo trapianti, SIT.

Osservato che sono infine intervenute le modifiche all’articolo 3, comma 3, del R.D. 18 giugno 1031, n. 773, testo unico delle leggi sulla pubblica sicurezza, introdotto dall’articolo 3, comma 8-bis, in pratica, riassumendo “Le milleproroghe” o il famoso “Decreto del fare”, che hanno disposto che la carta di identità può altresì contenere l’indicazione del consenso, ovvero del diniego della persona cui si riferisce a donare gli organi in caso di morte.

I comuni trasmettono i dati relativi al consenso o al diniego alla donazione degli organi al sistema informativo trapianti, di cui all’articolo 3, comma 2, della Legge del 1 aprile 1999, n. 91.

Considerato che le norme sopra chiamate costituiscono il presupposto giuridico, affinché gli uffici anagrafe dei comuni italiani diventino punti di raccolta e registrazione delle dichiarazioni di volontà rese dai cittadini e che l’introduzione dell’obbligo per i comuni di rinviare i dati relativi alle dichiarazioni di volontà rese direttamente al sistema informativo trapianti semplifica le procedure grazie all’ausilio della rete informatica.

Rilevato che il Ministero della salute, con Decreto 3 febbraio 2015, ha indetto, per l’anno 2015, la giornata per la donazione degli organi, per il giorno 31 marzo 2015.

Osservato che è stabilito che in tale giornata le amministrazioni pubbliche assumano e sostengano, nell’ambito delle rispettive competenze, iniziative volte a favorire l’informazione e la promozione della donazione degli organi, finalizzata al trapianto, come disciplinata dalle vigenti disposizioni.

Ritenuto pertanto, vista la rilevanza sociale e sanitaria della tematica, di formulare un atto di indirizzo, per attivare il servizio di registrazione della dichiarazione di volontà presso l’ufficio anagrafe, all’atto del rilascio del rinnovo della carta di identità – facoltà prevista per i soggetti

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maggiorenni – e di promuovere le iniziative più idonee, per sensibilizzare i cittadini sul significato e il valore di tale scelta.

Considerato che il Senato ha approvato, il 5 marzo 2015, il testo del Disegno di legge n. 992, che introduce nel Codice Penale un nuovo reato, che incrimina la condotta di traffico di organi prelevati da persone viventi e prevede una multa da 50.000 a 300.000 euro e la reclusione da tre a sei anni per chi organizza o propaganda viaggi finalizzati al traffico di organi. Oltre all’interdizione perpetua per il reato commesso da chi esercita una professione medica.

Osservato come si rendano necessarie norme severe, che puniscano chi commette questi illeciti. Calcolato che l’OMS, il cinque per cento degli organi fegato, rene, cuore, proverrebbe dal mercato illegale, rappresentante un corollario per la diffusione di una cultura della donazione, che si può avvalere delle strutture di eccellenza che esistono nel nostro paese.

Tutto ciò premesso il Consiglio comunale propone al Sindaco e alla Giunta comunale

• Di intraprendere le azioni necessarie per attivare, presso l’ufficio anagrafe del comune, del servizio di registrazione, il servizio di registrazione della dichiarazione di volontà relativa al consenso o al diniego della donazione degli organi, all’atto del rilascio del rinnovo della carta di identità.

• Di farsi promotori delle iniziative pubbliche informative sul tema della donazione degli organi, in particolare per la giornata della donazione degli organi indetta dal Ministero della salute per il 31 marzo 2015.

• Di sollecitare l’approvazione, da parte della Camera dei Deputati, del Disegno di legge n. 992, già approvato dal Senato il 5 marzo 2015, che riconosce come reato il traffico di organi e introduce severe condanne per chi lo commette.

• Di dichiarare, con separata votazione, la presente proposta immediatamente eseguibile”. PRESIDENTE. È aperto il dibattito. Prego, consigliere Borella. CONSIGLIERE BORELLA. Non posso che ringraziare dell’ampliamento dato a questo

punto, sia dal consigliere Baccan che dal consigliere Vettore e gli uffici che ci hanno lavorato. Accolgo con favore questo emendamento, ad integrazione di quanto proposto. Grazie. PRESIDENTE. Assessore Parizzi, prego. ASSESSORE PARIZZI. A supporto di quello già espresso dal consigliere Baccan e dal

consigliere Vettore, do questa informazione, in quanto il Comune è già dotato del software per quanto riguarda la realizzazione e la raccolta delle dichiarazioni e dei dati.

Stiamo attendendo, oltre la delibera di questa sera, anche una delibera di Giunta regionale, per poter attivare questo software, oltre alla nostra delibera. Questo per quanto riguarda la procedura e la modalità da attivare all’interno dello sportello anagrafico. Grazie.

PRESIDENTE. Altri? Se non ci sono altri interventi, metto in votazione prima

l’emendamento, così come illustrato dai consiglieri Vettore e Baccan.

(Segue la votazione)

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(Il Consiglio approva all’unanimità) Approvazione della mozione, con la prima parte emendata dai consiglieri.

(Segue la votazione)

(Il Consiglio approva all’unanimità) Immediata esecutività.

(Segue la votazione)

(Il Consiglio approva all’unanimità)

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11. Pubblicazione nel sito internet del Comune di Cadoneghe di una mappa del territorio, contenente i siti degli impianti fissi (antenne di telefonia mobile) e le reti di alta/media tensione (elettrodotti) presenti sul territorio. Atto di indirizzo (proposta di deliberazione dei consiglieri Escobar, Mavolo e Borella).

Ore 21.08. PRESIDENTE. Punto n. 11. Prego, consigliere Borella. CONSIGLIERE BORELLA. Grazie Presidente. “Premesso che Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito l’inquinamento

elettromagnetico come una delle quattro principali problematiche che l’uomo del 2000 deve affrontare. La medesima OMS ha evidenziato che, in mancanza di certezze sui danni sanitari provocati dai campi elettromagnetici, si deve procedere secondo il principio di cautela.

Rilevato che la ricerca scientifica sull’argomento prosegue e che molti ricercatori hanno presentato studi, che mettono in evidenza la necessità di adottare una politica di protezione delle persone rispetto agli effetti biologici, effetti termici ed effetti non termici. Sono stati ipotizzati rischi di leucemia infantile, tumori cerebrali ed altre patologie per chi vive in prossimità di fonti di emissioni di campi elettromagnetici.

Preso atto che l’articolo 4 del Decreto del Ministero dell'Ambiente, del 10 settembre 1998 n. 381 "Regolamento recante norme per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana", dispone che la progettazione e la realizzazione dei sistemi fissi delle telecomunicazioni e radiotelevisivi, operanti nell'intervallo di frequenza compresa fra 100 kHz e 300 GHz e l'adeguamento di quelle preesistenti, deve avvenire in modo da produrre i valori di campo elettromagnetico più bassi possibile, compatibilmente con la qualità del servizio svolto dal sistema stesso, al fine di minimizzare l'esposizione della popolazione.

Constatato che già nelle linee guida applicative (Ministero dell'Ambiente, Ministero delle Comunicazioni, Ministero della Sanità) del Decreto n. 381/98 prevedevano che “I Comuni possono adottare un provvedimento (regolamento) formalizzato a garantire lo tutela della salute, nell'ambiente e del paesaggio e la minimizzazione dell'esposizione ai campi elettromagnetici”.

Con la Legge 14 febbraio 2001, n. 36, "Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici", sono stati dettati i principi fondamentali sulla materia, fornendo una visione d'insieme di regolamentazione della materia.

Ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della succitata legge, “I Comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici”.

Ritenuto che la possibilità prevista dalla suddetta disposizione legislativa costituisca un importante strumento di valutazione delle situazioni che possono determinare inquinamento elettromagnetico e di prevenzione dello stesso.

Tenuto conto che molte amministrazioni si sono avvalse di questa facoltà. Valutata, in questo contesto, l’importanza della pubblicazione sul sito internet della mappa

degli insediamenti. Ritenuto pertanto di formulare il seguente indirizzo alla Giunta Comunale:

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- di attivarsi per la pubblicazione, nel sito internet del Comune di Cadoneghe, di una mappa contenente l’insediamento urbanistico e territoriale degli impianti fissi di telefonia mobile e di radiodiffusione, nonché delle reti di alta/media tensione, finalizzata alla massima riduzione delle emissioni, definendo anche le fasce di rispetto di protezione della popolazione.

Visto l’articolo 42 del Decreto legislativo n. 267/2000. Si propone di formulare, per le ragioni in premessa esposte, il seguente indirizzo alla Giunta

Comunale: - di attivarsi per la pubblicazione, nel sito internet del Comune di Cadoneghe, di una mappa,

contenente l’insediamento urbanistico e territoriale degli impianti fissi di telefonia mobile e di radiodiffusione, nonché delle reti di alta/media tensione, finalizzata alla massima riduzione delle emissioni, definendo anche le fasce di rispetto di protezione della popolazione;

- di dichiarare, con separata votazione, la presente proposta di deliberazione immediatamente eseguibile”.

“In relazione alla proposta di deliberazione in oggetto, evidenziando che gli impianti fissi di telefonia mobile e delle reti di alta tensione e relative DPA sono già mappate nell’elaborato del PATI, B1 “Carta dei vincoli della pianificazione territoriale”, nonché negli elaborati del Piano degli interventi, tavola 1.1.1 “Territorio comunale nord” e tavola 1.1.2 “Territorio comunale sud”, si esprime parere favorevole in ordine alla regolarità tecnica, ai sensi dell’articolo 49 del Decreto legge n. 267/2000”.

PRESIDENTE. Grazie al consigliere Borella. Interventi? Prego l’assessore Nania. ASSESSORE NANIA. In sostituzione del Vicesindaco Gastaldon, riporto all’attenzione di

tutti la risposta che, comunque, ha già letto il consigliere Borella, ovvero che le informazioni da lui richieste sono già pubblicate nel nostro sito, in tre elaborati.

Nell’elaborato del PATI B1 “Carta dei vincoli della pianificazione territoriale”. Negli elaborati del Piano degli interventi, tavole 1.1.1 “Territorio comunale nord” e 1.1.2

“Territorio comunale sud”. Grazie. PRESIDENTE. Altri interventi? Prego, consigliere Benato. CONSIGLIERE BENATO. Volevo chiedere all’assessore se le future antenne, o comunque

quello che riguarda l’oggetto della proposta del consigliere Borella, quindi i campi elettromagnetici, saranno resi noti ai cittadini, prima di essere installate.

SINDACO. Scusate se rispondo io, ma mi sono fatto una piccola cultura sull’antenna.

Siccome non noto qui dei numeri, che è la Legge Gasparri, la n. 198 del 2002, mi sembra, quella darebbe qualche ulteriore risposta.

Va benissimo l’intervento del consigliere Benato, infatti qui è citato e c’è un verbo coniugato, si dice: “I comuni possono adottare”.

Già in sede di incontri con il Comitato “Contro-antenna di via Pisana” avevamo già accennato questo, con anche degli operatori, di cui non si dicono i nomi comunque degli operatori.

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Stiamo già lavorando, tant’è vero che in gennaio avevo chiesto un appuntamento e sono venuti qui, ma non hanno attualmente nessun piano di sviluppo, nessun operatore. Tutti!

Cercano di ottimizzare quelle che già ci sono a Cadoneghe che sono quelle già dette, scritte, risposte nella stessa domanda del consigliere Borella. Cercano di ottimizzare i sostegni che già a Cadoneghe ci sono, sia in suolo pubblico che in suolo privato.

Adesso ci siamo rimandati a fine anno, perché comunque non prima di fine anno ci saranno piani di sviluppo, perché sta cambiando il mondo in quel senso.

Sicuramente, appena avremo questi dati, noi andremo a fare anche il piano antenne. Perché non lo facciamo prima o non lo buttiamo lì da soli? Per riuscire a non andare in

contraddizione con la Legge Gasparri e, soprattutto, in contraddizione con gli operatori. Se là è richiesta, per loro, per dare risposta tecnica, che tutti noi dopo, indirettamente,

abbiamo, al di là del profilo diciamo così clinico, del profilo medico... Già qui, questa sera, con tutti i telefonini, siamo più sottoposti ad una antenna e tanto più distante è un’antenna tanto più pericoloso è il cellulare, quando è qui. Comunque non è questa la serata.

In pratica quel “possono adottare” noi lo trasformeremo in “adottiamo”, facendo incontrare, diciamo così, quello che sarà il piano di sviluppo delle aziende e il nostro piano di cautela o di garanzia, in cui saranno chiamati i cittadini, i comitati, ne parleremo insieme. Vedremo.

Voglio dirlo ad alta voce qui, come è già stato detto altre volte: questo non dà garanzia che l’antenna, se ad esempio deve essere messa nello stadio di Cadoneghe, se noi diciamo no non venga messa. Può venir messa comunque! Questo è successo a Milano ed è successo in qualche altra residenza comunale, anche del Piemonte. E ci sono sentenze.

Noi adotteremo insieme con gli operatori, senza andare ad imporre. Perché, primo non servirebbe, secondo si creerebbero possibili ulteriori contrasti.

PRESIDENTE. Altri interventi? Lascio la parola per ultimo al consigliere Borella, perché è

stato il presentatore. Prego, consigliere Maschi. CONSIGLIERE MASCHI. Il nostro voto sarà di astensione comunque, perché, pur

condividendo, veniamo a sapere che esiste già la cosa, quindi, come tale, riteniamo, a questo punto, che sia superata questa proposta.

Il nostro voto è di astensione. Grazie. PRESIDENTE. Prego il consigliere Borella, prima di passare al voto. CONSIGLIERE BORELLA. Ringrazio quanti sono intervenuti. Rispondendo all’assessore

Nania, è vero che negli elaborati del PATI sono presenti dove sono dislocate le antenne, ma la proposta non riguarda solo la dislocazione delle antenne ma parla anche dell’aspetto di protezione, che non è presente.

Se una parte c’è, manca l’altra. Noi continuiamo a chiedere che si attivi in tutto l’argomento, grazie.

PRESIDENTE. Mettiamo in approvazione la proposta, così come illustrata dal consigliere

Borella, che era stata presentata a nome di Escobar, Mavolo, Borella.

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(Segue la votazione) Favorevoli 01 Contrari 09 (Schiavo, Lacava, Vettore, Scacco, Toniolo, Facco, Pizzinato,

Baccan, Garato) Astenuti 02 (Benato, Maschi)

(Il Consiglio non approva)

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12. Mozione gioco d’azzardo – misure per la tutela dei minori e dei soggetti sensibili e per la prevenzione del gioco d’azzardo patologico, proposta dai consiglieri Escobar, Mavolo e Borella.

Ore 21.20. PRESIDENTE. Punto n. 12. Do la parola al consigliere Borella. Ricordo che anche in questo

caso è stato presentato un emendamento, a firma dei consiglieri Pizzinato, Vettore e Lacava. Solita procedura, solito metodo di voto.

Prego, consigliere Borella. CONSIGLIERE BORELLA. Grazie Presidente. � “Premesso che il fenomeno del gioco d’azzardo si presenta oggi come uno dei più

allarmanti, dal punto di vista dell’implicazione delle problematiche sociali e vista anche l’espansione incontrollata degli ultimi anni, sia per il volume delle somme che movimenta, sia per il numero delle persone che coinvolge.

Il gioco d’azzardo è un’attività che comporta rilevantissimi rischi per la salute. Il GAP, gioco d’azzardo patologico, è un disturbo mentale di natura ossessivo-compulsiva, con molti punti di contatto con le tossicodipendenze. Il giocatore patologico tende a finalizzare tutto il suo tempo, ogni proprio interesse, risorsa economica e psicologica al gioco d’azzardo, che diviene un comportamento monomaniacale.

Ci sono oltre due milioni di giocatori a rischio di dipendenza e circa ottocentomila giocatori patologici. La propensione al gioco e alle scommesse, da parte degli italiani, è in continua crescita e, sul piano sociale, è ormai allarmante l’impatto che il gioco, anche legale, ha sulle persone e sulle famiglie, soprattutto in tempi di crisi.

Dal punto di vita sanitario, il problema del gioco d’azzardo patologico ha raggiunto, nel nostro paese, proporzioni allarmanti. Secondo il CONAGGA (Coordinamento nazionale dei gruppi per i giocatori d’azzardo), a fronte di una netta riduzione dei risparmi delle famiglie e della spesa per alimenti, a causa della crisi economica, nel 2011 la spesa sul gioco d’azzardo sarebbe cresciuta del 30% rispetto al 2010. Da una rielaborazione dei dati AAMS (Agenzia delle dogane e dei monopoli) nel 2012, la spesa annua pro capite sul gioco d’azzardo è stata di 1703 euro e, secondo il CNR (Consiglio nazionale delle ricerche), il gioco d’azzardo ha coinvolto il 58,1% dei maschi tra i quindici e i diciannove anni ed il 36,8% delle ragazze.

Sempre secondo il CONAGGA, siamo il primo mercato al mondo nel gratta-e-vinci con il 19% dei biglietti venduti nel 2010, abbiamo il triplo dei terminali di video lotteria, a livello pro-capite degli Stati Uniti e rappresentiamo il 23% del mercato mondiale del gioco on-line.

Nel 2012 il mercato del gioco d’azzardo legale in Italia ha superato gli 88 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti almeno altri 10 miliardi per quello illegale.

Nel 2012, secondo il rapporto dell’Associazione Libera “Azzardopoli, il paese del gioco d’azzardo” era la terza impresa del paese.

Secondo studi effettuati, risulta palese il rapporto tra fasce sociali di reddito e diffusione della dipendenza da gioco d’azzardo, che può essere riferito alla sempre maggiore incentivazione alla partecipazione ai giochi di tutte le categorie sociali, all’aumento dell’esposizione pubblicitaria

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improntata su messaggi ingannevoli, studiati appositamente per far credere che il gioco sia divertente e sia un sistema facile per fare soldi.

Secondo quanto riportato dal Cartello “Insieme contro il gioco d’azzardo”, il gioco d’azzardo rappresenta la gallina dalle uova d’oro per la criminalità organizzata. Dall’altra parte le famiglie che rischiano un indebitamento estremo, per causa del gioco, sono circa 3 milioni, ovvero il 25% delle famiglie italiane e, immancabilmente, cadono nel racket dell’usura.

� Visto che nel territorio comunale le slot-machine elettroniche sono oramai diffusissime in ogni luogo, bar, tabaccheria e centri scommesse, spesso vicino a luoghi sensibili, che andrebbero invece tutelati come scuole, centri ricreativi giovanili, centri anziani, parrocchie, eccetera.

� Considerato che il problema più evidente è quello della compulsività, che spinge le persone a stazionare per diverse ore al giorno davanti a queste infernali macchinette. Basta entrare in un bar/tabaccheria di ogni quartiere per rendersene conto.

Dall’indagine “Anziani e azzardo” di AUSER, gruppo Abele, Libera e Coop Piemonte, emerge come le classi sociali più deboli sono quelle più colpite dal fenomeno, in particolare gli over 65.

Questi dati non solo incidono sulla qualità della vita delle persone, che spesso dilapidano pensioni già esigue, ma hanno anche un costo per la collettività, legato alle spese sanitarie e giudiziarie, senza contare l’aumento dei crimini legati all’usura.

� Viste le difficoltà economiche del nostro territorio, che spingono un numero sempre crescente di persone a cercare la fortuna nel gioco, ma sappiamo bene che le possibilità di vincita sono infinitesimali mentre quello che si vince sono soltanto immensi drammi sociali ed umani, a carico di tutta la collettività.

� Visto che l’obiettivo dell’Amministrazione comunale è quello di tutelare la salute dei suoi cittadini, dei soggetti più deboli, in particolare minori ed anziani, ma anche far prevenzione, disincentivando ed evitando l’abuso di forme di gioco d’azzardo che, se pur legalizzate, provocano danni economici e sociali ingentissimi alle famiglie.

� Dato che l’adozione di atti pubblici a livello comunale è possibile, in quanto già altre amministrazioni hanno preso misure in tal senso, come Empoli, in cui è stato vietato l’utilizzo delle macchinette alla mattina, o Enego, il cui Sindaco, per alcuni giorni ed orari, ne vieta, per motivi sanitari, l’uso ed ha provveduto a porre limiti, quanto meno temporali, su tutto il territorio comunale, e molte altre amministrazioni comunali che negli ultimi mesi pongono vincoli a tutela della salute dei propri cittadini.

� Fermi restando i regimi autorizzativi, le evoluzioni legislative, i controlli e le sanzioni attualmente in vigore.

Il Consiglio comunale impegna l’Amministrazione

- ad intraprendere un percorso informativo, rivolto in particolare ai giovani e agli anziani; - a predisporre adeguato sostegno ai progetti di cura e contrasto delle ludopatie; - a studiare ed attuare forme di disincentivazione all’utilizzo delle slot-machine negli esercizi

pubblici presenti sul territorio comunale, con eventuali sgravi e agevolazioni, volti a favorire e privilegiare gli esercizi che non ne installano;

- a predisporre i necessari controlli, di concerto con altri soggetti (forze dell’ordine, ULSS, ma anche gli stessi esercenti), per garantire il rispetto delle azioni intraprese;

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- a predisporre, in tempi rapidi, un regolamento per imponga, tra le altre cose: • l’obbligatorietà di sistema di video sorveglianti nei locali che abbiano al loro interno

slot-machine, anche per prevenire l’utilizzo, da parte dei minori, con regole più stringenti per le sale, quali la distanza minima (almeno 500 metri) da luoghi sensibili (scuole, parrocchie, circoli ricreativi, eccetera) e dagli incroci;

• norme sanitarie adatte; • la destinazione d’uso commerciale nei locali; • che tutti gli apparecchi per il gioco d’azzardo vengano dotati di un sistema automatico

di rilevamento dell’età anagrafica di chi gioca, tramite tessera elettronica, tessera sanitaria o codice fiscale;

• che siano regolamentati gli orari di utilizzo dei giochi; - a sollecitare il Governo ed il Parlamento affinché si impegnino a dare seguito ad una

revisione della legge in materia di gioco d’azzardo, mettendo in atto quegli strumenti che limitano il gioco d’azzardo, al fine di tutelare i cittadini, in particolare quelli più deboli, come minori e anziani;

- a divulgare questa mozione a tutti i comuni della provincia e della regione, affinché analoga sollecitazione sia inviata dagli stessi al Governo e al Parlamento”.

PRESIDENTE. Grazie al consigliere Borella. Chi illustra l’emendamento? Prego, consigliere Vettore. CONSIGLIERE VETTORE. Anche in questo caso voglio ringraziare i consiglieri di

minoranza, che hanno proposto questa delibera, questo atto di indirizzo. Però voglio anche dire che, effettivamente, il Comune di Cadoneghe, l’Amministrazione comunale, ha già più volte trattato questa materia, quindi il nostro emendamento è proprio in questo senso, per fare un po’ di chiarezza, perché di cose sul gioco d’azzardo se ne sono dette molte e molte cose sono anche successe per quanto riguarda i ricorsi e per quanto riguarda la normativa che riguarda la materia.

Anche oggi c’è stata la notizia della Corte Costituzionale che si è espressa ed ha legittimato le restrizioni dei Comuni, per quanto riguarda il gioco d’azzardo. E queste pronunce, sicuramente, hanno cambiato lo scenario.

Passo a leggere l’emendamento. “I sottoscritti consiglieri, vista la mozione, avente come oggetto “Gioco d’azzardo, misure per

la tutela dei minori e dei soggetti sensibili e per la prevenzione del gioco d’azzardo patologico”, inserita al punto n. 12 dell’ordine del giorno del Consiglio comunale, convocato per il giorno 1 aprile 2015, presentata dai consiglieri Borella, Escobar, Mavolo, intesa ad impegnare l’Amministrazione comunale in una serie di azioni, volte a tutelare i minori e i soggetti sensibili, oltre che a pratiche di prevenzione del GAP.

Constatato che sull’argomento in questione anche i consiglieri di maggioranza intendono ribadire la propria intenzione ad attivare tutte le iniziative politiche, per limitare gli effetti negativi del fenomeno sulla popolazione.

Premesso che il Consiglio comunale si è già espresso due volte sull’argomento, precisamente nelle sedute del 23 settembre 2013 ed 8 aprile 2014, con votazione tra l’altro unanime e favorevole, propongono il seguente emendamento alla proposta iscritta al punto n. 12 dell’ordine del giorno.

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Dopo il paragrafo “visto che l’obiettivo dell’Amministrazione comunale”, che finisce con “ingentissimi alle famiglie”, si aggiunge: “Ricordato che con deliberazione n. 46, del 30 settembre 2013, il Consiglio comunale di Cadoneghe ha approvato, all’unanimità, una mozione per l’adesione al Manifesto dei Sindaci per la legalità e contro il gioco d’azzardo.

Richiamata ancora la deliberazione del Consiglio comunale n. 39, dell’8 aprile 2014, con la quale è stato approvato all’unanimità un ordine del giorno, avente ad oggetto “Sostegno a proposte di legge regionale, per contrastare e prevenire la dipendenza dal gioco d’azzardo”.

Osservato che nel Veneto la ludopatia presenta il suo record di penetrazione, arrivando a coinvolgere, secondo i dati recentemente rilevati dal Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d’azzardo, il 38% dei giocatori a rischio di dipendenza, con una spesa che per i primi mesi del 2014 si stima di 3,3 milioni di euro e spesa pro-capite di 670 euro.

Rilevato che in data odierna il Consiglio regionale ha approvato un emendamento alla Legge di stabilità, un articolo che introduce la disciplina della prevenzione, contrasto, riduzione del rischio della dipendenza da gioco d’azzardo patologico, che costituisce, di fatto, una sintesi delle proposte di legge presentate dai consiglieri regionali.

Constatato che per i soggetti, vittimi della dipendenza GAP, gli effetti economici sono devastanti, con ripercussioni sociali e sanitarie, che richiedono interventi urgenti e diffusi a livello nazionale, regionale, locale”.

L’emendamento prosegue con il successivo paragrafo “dato che”, che viene integralmente sostituito con il seguente testo.

“Osservato che recenti pronunce dei TAR, intervenute sui ricorsi amministrativi, in merito ai provvedimenti di limitazione che i Sindaci hanno assunto, per arginare il dilagare dei punti gioco nel proprio territorio, hanno dato ragione a questi. In particolare dopo la sentenza della Corte Costituzionale n. 220, del 18 luglio 2014, che riconosce ai Sindaci il potere di disciplinare gli orari delle sale giochi e degli esercizi dove esistono apparecchiature per il gioco, per esigenze di tutela della salute, della quiete pubblica, della circolazione stradale, nonché il potere di limitare la distribuzione, sul territorio, delle sale da gioco, attraverso l’imposizione di distanze minime dai luoghi sensibili, rientrando queste funzioni nella materia della pianificazione e governo del territorio, di competenza delle amministrazioni locali”.

Il dispositivo, dopo la frase “Il Consiglio comunale impegna l’Amministrazione”, viene sostituito con il presente.

“Il Consiglio comunale impegna l’Amministrazione 1. A sollecitare il Governo ed il Parlamento, affinché intervengano con una normativa

adeguata in materia di gioco d’azzardo. 2. A studiare forme di disincentivazione all’utilizzo delle slot-machine negli esercizi

pubblici presenti sul territorio, con eventuali sgravi e/o agevolazioni, volti a favorire chi non li installa o li rimuove.

3. Ad adottare norme e pratiche che limitano la diffusione dei punti gioco, in modo da contrastarne l’accesso incontrollato, specie se di minori ed anziani.

4. Ad agire nell’ambito della prevenzione, con campagne formative e informative, nei confronti di tutte le categorie a rischio.

5. Progettazione ed utilizzo della scheda PEG”. Grazie.

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PRESIDENTE. Grazie al consigliere Vettore. È aperto il dibattito. Prego, consigliere Borella. CONSIGLIERE BORELLA. Ringrazio anche per il contributo di questo emendamento, che

non snatura quanto chiediamo. Confermo e ringrazio tutto il Consiglio e anche quelli che ci hanno preceduti, che sempre si sono impegnati per cercare di limitare il gioco d’azzardo e i danni che provoca.

Questa proposta, come l’emendamento proposto, vanno ad aumentare la protezione alle famiglie, alle fasce più deboli. Grazie a tutti quelli che hanno collaborato.

PRESIDENTE. Altri interventi? Assessore Parizzi, prego. ASSESSORE PARIZZI. Entro nello specifico perché questa tematica, come sapete, mi è

molto a cuore. L’anno scorso avevo presentato, e nei due anni precedenti, le deliberazioni che ha citato il capogruppo Vettore.

Ci tengo a precisare che l’Amministrazione, in questo caso, si sta impegnando nell’organizzare le serate, nel prevedere delle schede PEG, che è il piano esecutivo gestionale, quindi organizzativo di quelle che sono le progettazioni sul territorio, con delle iniziative specifiche per i giovani.

Stiamo mettendo in campo un concorso, con produzione di vignette e/o fumetti sul tema. Questo significa entrare ed andare a sensibilizzare i giovani, facendoli lavorare su questo, soprattutto. Più altre iniziative.

Oltre a questo, sono lietissima di darvi questa bellissima informazione: proprio questa sera è stata approvata la legge regionale sul gioco d’azzardo, quindi la Regione si è espressa a riguardo.

Proprio su questo, visto che esattamente un anno fa avevo portato in Consiglio la proposta di mozione, per appoggiare la proposta di legge regionale, vi do velocemente dei cenni a riguardo, poi è possibile scaricarla dal sito della Regione, anche perché, a questo punto, tutti quanti, come Amministrazione, ci dovremo dotare di tale documento.

Indiscutibilmente si andrà a far di tutto per quanto riguarda il recupero e il trattamento delle persone affette da ludopatia.

Verrà istituito un numero verde. I comuni, in conformità ai principi di sussidiarietà, avranno la possibilità di individuare,

definendo i specifici criteri di riordino e sviluppo della dislocazione territoriale, della dislocazione quindi delle macchinette o dei mezzi che vengono utilizzati.

Verrà tenuto molto conto dell’impatto riguardante la sicurezza e sul decoro urbano. Verrà definita qual è la distanza riguardante gli ambiti di istituti scolastici, di ogni grado ed

ordine. Verranno individuati, se i Sindaci sono d’accordo, gli orari di apertura e di chiusura delle sale

gioco. Ci sarà anche la possibilità di andare a premiare gli esercizi all’interno dei quali non sono stati

collocati gli apparecchi. Potranno essere messe in atto tutte quelle attività di sorveglianza delle disposizioni. Anche le ULSS verranno dotate di tutte quelle disposizioni urgenti, che promuovono il

benessere e la tutela dello sviluppo di questa attività, di questa ludopatia.

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Verrà approntato un programma di prevenzione, diagnosi e cura riabilitativa delle persone affette.

Verrà vietata qualsiasi tipo di attività pubblicitaria, relativa all’apertura di luoghi preposti all’attività del gioco d’azzardo.

Ci sono anche tutta una serie di normative che riguardano l’inosservanza di tale disposizione. Devo dire che siamo proprio riusciti ad appropriarci, anche noi amministratori, di un

documento valido, che non necessiti, a questo punto, di altre disposizioni. Grazie. PRESIDENTE. Grazie anche all’assessore Parizzi. Dopo tutti gli interventi, mettiamo in approvazione l’emendamento, così com’è stato illustrato

dal consigliere Vettore, sottoscritto dai consiglieri Pizzinato e Lacava.

(Segue la votazione)

(Il Consiglio approva all’unanimità) Approviamo la proposta di deliberazione, così come modificata nel suo complesso.

(Segue la votazione)

(Il Consiglio approva all’unanimità) PRESIDENTE. Il Consiglio è chiuso, vi ringrazio della partecipazione. Prima di sciogliere completamente l’assemblea, darei la parola al Sindaco, per gli auguri

pasquali. SINDACO. Facciamo un saluto prepasquale, un augurio, che mi mostra l’orario, perché per la

prima volta era una scommessa, avevamo detto “finiamo alle 21:45”. Non so l’orario che avete voi sull’orologio, penso siano le 21:43, io parlerò molto meno di due minuti.

Dico che c’è nell’angolo anche uno spuntino prepasquale, per scambiarci un augurio. Il nostro augurio è quello di continuare nel riconoscimento reciproco delle nostre funzioni e

soprattutto nel rispetto di ogni responsabilità. Leggo, perché è quella che abbiamo dato come Giunta, Sindaco e collaboratori del Comune. “Mettiamo vivacità in ogni attesa, per poter, con stupore, custodire ogni sorpresa”. Auguri di una serena Pasqua.

La seduta si conclude alle ore 21.43.

Sottoscritto. IL PRESIDENTE IL SEGRETARIO Daniele Toniolo Laura Tammaro