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Q U A D E R N I - D I - P O E S I E in V E R S I - 2011 Edizioni virtuali “Il Basiliscoper Poesie in Versi CristinaPia - Nives - Cettina Lascia Cirinnà - Mariella Mulas - Pina Veroli - Simona De Carli PattyRose - Cristoforo de Vivo - Sergio Garbellini

Versi d'italiani

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raccolta di versi per festeggiare l'unità d'Italia

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Q U A D E R N I - D I - P O E S I E in V E R S I - 2011

Edizioni virtuali “Il Basilisco” per Poesie in Versi

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AUTORI POESIE IN VERSI

CristinaPia - Nives - Cettina Lascia Cirinnà - Mariella Mulas - Pina Veroli - Simona De Carli

PattyRose - Cristoforo de Vivo - Sergio Garbellini

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I 150 anni di unità Il popolo italiano brama o sbrana in genuflessione ascolta e serve la partitocrazia Repubblicana non dissomigliante dittatura greve. Un’ Unità che lega da centocinquanta Anni felini d’un Bel Paese Stratificato Di storia, Scienza e Religione Santa Di lotte e scioperi, dei disoccupati il fato. Non conta nulla il tempo degli orrori?!… Il dì della memoria vien commemorato Dal presidente d’ogni comitato onori. Un giorno solo, di festa senza pari e pare: Lezion di culto e di chiusure a lutto … Per quegli Eroi, che non son mai tornati a fare I cittadini, d’una Società che vive di fobie il tutto. I centocinquanta anni dell’Unità D’Italia Che d’Unità mantiene solo argomenti Per delle menti disoccupate e ammalia! Cristy2011

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17 marzo (accenni di primavera) ‚C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi di Antico‛ Così recitano i versi del Pascoli E’ un vento che torna a soffiare, che aiuta gli allegri aquiloni a volare E che oggi, più in festa che mai, solleva le eteree speranze, che il Tricolore diffonde gioioso. Il Verde, rubato ai Suoi boschi, rinnova umane chimere. Il Bianco, con niveo candore, ricopre ferite e rancori. Il Rosso, spesso orma di sangue, oggi segno giocondo di festa. Sul Suo corpo, più volte straziato, abusato, esecrato, falsamente omaggiato, oggi spira una brezza leggera che a pensieri più saggi conduce, suggerendo a chi vuole ascoltare che il ‚Patrio Amore‛ è soltanto un sentir solidale. Nives

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Italia mia Italia del dolore … Italia della paura mamma chioccia e matrigna allo stesso tempo Italia di montagne, fiumi e sorgenti di acqua fresca che disseta ogni viandante senza distinzione di lingua, di razza e di religione. Terra antica di soprusi e di conquista, Terra dove l’alba si alterna a tramonti sconfinati in mezzo una parentesi … giorni lunghi e assolati a Nord, a Sud, a est, a ovest; un clima temperato sempre invidiato, esplorato da aerei ultrasuonici e da panciute mongolfiere da grappoli di peripendii colorati che si lanciano dai promotori ai laghi luoghi ameni, incontaminati. Terra antica che ammalia con le sue lunghe spiagge dove se rimane in religioso silenzio si può ascoltare il canto ammaliante delle sirene.

Terra di anfratti, porti e porticcioli dove le barche di pescatori, colorate di rosso vermiglio di verde smeraldo e di giallo oro aspettano impazienti braccia poderose che tirano le reti pieni di pescato da gustare. Al palato arriva un suono di violino che invade il cuore … il vino bianco rosso, rosato inebria le menti e irrompe come un fiume in piena. In una terra amata dove il piacere e la gioia di vivere colorano il cielo di fuochi d’artificio, tutti i bimbi guardano con il naso all’insù questa meraviglia della Natura. Viva l’Italia per sempre Patria nostra!

Cettina Lascia Cirinnà

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La patria Italia esiste… E quando sei lontano, che non puoi lenire l’idea di quanto manca allo sguardo tutto ciò che è sentore interiore di un profumo che risenti, in storie di paesaggi, racconti di voci di terra che è melodia alle rammentate parole dove il verde è in quell’albero d’infanzia a lungo accarezzato di frutti, e di sole e di mare e di colline e di monti e di fiumi che unici seguono il sentiero dei colori germinati …insieme a volti amati e città care che riesci a ricostruire, malinconico, solo nella mente. E quando sei lontano e sei solo, in una sera

con la nostalgia pervicace che ti vince in quell’affanno d’aver dovuto vincolare opportunità alla tua vita costretta oltralpe. Ma la Patria esiste in te, quell’unico nome Italia tutta, come madre e sposa d’origine carnale, che pur lontana chiami segnandoti d’amore appassionato, e così piangi, improvviso, quel suo splendore e le sue ombrosità e il suo sorridere nel cuore desolato che grida forte il senso d’appartenenza, che rinasce ogni giorno, in qualsiasi istante in te, dall’oblio di ogni creduta indifferenza.

Mariella Mulas

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Pensiero d’Italia Se la storia di uomini e donne è storia immortale, dove quel germe d’unione fu coltivato da pensieri, lotte, eroismi, e sangue a nutrire poi i posteri di fierezza, penso sospirando alla mia bella Italia oggi, e così qualunque tradizione d’ogni regione ha il suo senso speciale di orgoglio e amore poiché avvertita tenacemente come parte indissolubile anche di me. Mariella Mulas

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Ritratto di una donna 1861 In quel dipinto c’è il volto candido di una donna illuminato da luce ed ombre, dai lunghi capelli ebano raccolti dai fermagli e grandi occhi splendenti come gemme al sole, in abito elegante di pizzi e di merletti, indossa guanti bianchi per stringere a sé il suo foulard di seta tricolore, ha stival di raso rosa impreziositi dai laccetti, che porta con fierezza e dignità. Il suo nome è Italia. Simona De Carli 150esimo dell’Unità d’Italia. Poesia scritta in omaggio al valore e alla non sottovalutazione di tutte le donne.

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Uno strappo per la libertà Uno strappo al buio nel dolore carta vetrata stinge le pareti fessure di luce tra le mani. E’ la liberta che più non aspetta visi palpitanti e contraffatti nel sacrificio della vita. Bende e sangue intrecciati polvere rossa evanescente giorni di conquista nel sole. Pietrificato nelle urla di quel sentimento tanto anelato mai perso. Uno strappo al buio nel dolore costi pure l’offerta di vita d’umane genti per l’indipendenza. PattyRose

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Er monumento de Garibaldi Guardanno in arto, in cima ar monumento, m’accorsi che ‘n groppa der cavallo Garibaldi ‘n c’era più, stava in lamento, seduto in basso, in pizzo ar piedistallo ! Aprì l’occhi e me disse in modo strano: ‚ ‘Sta Roma, nun è più la Roma vera ‘ndo so’ passato co’ la spada in mano, ‘ndo so’ passato in testa alla bandiera ! L’hanno truccata come a carnevale ‘sta Città Sacra da li sette Colli, ‘sta Roma diventata Capitale de mille tasse e centomila bolli ! E guarda lì, vicino a quer cantone, ‘ndove la battaja fu più accesa, adesso ciànno messo ‘n pizzardone, vicino ciànno fatto ‘n’artra chiesa ! ‘Sta Roma mia, regina della Storia,

‘sta Roma che ner nobbile Ottocento regnava sopra er trono della gloria, adesso l’hanno chiusa ner convento ! E, poi, te devo fa ‘sta confessione: che tra lo smog, er fumo e la benzina, me so’ ridotto ‘n tizzo de carbone ! ‘Sto traffico me sta a mannà in rovina ! E la gente? E’ tutta scatenata ! Coreno tutti a più de cento all’ora ! Bisogna che se danno ‘na carmata sinnò ‘sto monumento va in malora !‛. Guardava e piagneva dar dolore … Fu allora che zompaj sur piedistallo e je dissi cor pianto drento ar core: ‚Daj, Garibà, rimonta sur cavallo!!!‛.

Sergio Garbellini

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L’Italia del 17 marzo 2011 Italia: parola azzurra all’infinito Da questa razza adolescente Che ha sempre una poesia nuova da costruire Una gloria nuova da conquistare. Primavera di sillabe fiorite Come le rose dei giardini, stellata come i firmamenti con immense arcate blu. Italia: nome nostro e dei nostri figli, che la vita hanno dato per Te in questo giorno, via maestra del nostro amore, rifugio dei nostri pensieri, ultimo bacio sulle nostre palpebre nel giorno della morte. Voce profonda e di mistero, richiamo insistente dell’aldilà, dobbiamo, dobbiamo pensare all’eternità. Cristoforo de Vivo

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Italia tricolore amore mio! D’Angeli tre fasce ondeggiarono di verde bianco e rosso… Aveano posto quel destino di colori in uomini e donne di tempo già glorioso a che la patria avesse unico nome dai confini protetti dalle Alpi maestose, fin giù all’Etna, a volte burbero cantore di rombi di fuoco a ricordare la sua antichità… E d’appartenenza tenace l’orma divina di Sardegna era a scrutare fissa, oltre il suo mare, lo snello allungarsi di coste di terra lambite da mari temperati per solletichi infiniti di risacca. E quegli uomini, e le loro appassionate eroine, in quel tempo di storia lungimirante,

abbondarono nel sangue per la bramata libertà dai gioghi stranieri, e protesero coraggio di battaglie in ogni dove, alimentato dal sacro fuoco del suo nome, sposato al suo esistere per essere unica trama di ogni tradizione, fra mille diverse in sé impresse, per gioire insieme di richiami di usanze, e di parole e di costumi delle sue genti, e così gridare sempre a tutto il mondo, ancora e ancora univoche voci d’italianità, forti di centocinquanta primavere, e per sempre ogni volta di più: Italia tutta, sei tu amata terra tricolore senza sosta sventolante d’amore nel cuore mio!

Mariella Mulas

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E’ tempo di…

E' tempo di riunire le diverse voci giovane clandestina patria sconfitta, rinata, vittoriosa pezzo di terra contadina unificata da 1000 anime divisa da italiani vecchi di 150 anni E' tempo di riunire le diverse voci è tempo che l'alba e il tramonto le colline e il mare il nord e il sud siano compresi E' tempo che la diversità sia la stessa che l'uomo consapevole partorito in questa culla possa sentire la voce che ancora vibra nell'aria e urla: "fatta l'Italia bisogna fare gli italiani"

Pina Veroli

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Finito di realizzare nel Marzo 2011 da Edizioni Virtuali ‚Il Basilisco”

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